Malattie della vite

 

 

 

Malattie della vite

 

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Malattie della vite

 

Vite

 

Peronospora

Oidio o Mal Bianco della Vite. 6

Botrite o Muffa Grigia

Marciume Radicale Lanoso

Marciume Radicale Fibroso

Black-Rot o Marciume Nero

Marciume Acido

Mal dell’Esca o Apoplessia

Escoriosi

Tumore Batterico del colletto e delle radici

Eutipiosi

Flavescenza Dorata

Legno Nero

Malattia di Pierce

Accartocciamento

Legno Riccio

Malformazioni Infettive

Tripide della Vite

Cicadella Bufalo o Buffalo

Cicalina Verde

Cicalina Gialla

Cicalina della Flavescenza Dorata

Metcalfa

Fillossera

Pulvinaria della Vite

Tignoletta

Tignola

Cecidomia della Vite

Bostrichi della Vite

Sigaraio della Vite

Ragnetto Rosso dei fruttiferi e della Vite

Ragnetto Giallo della Vite

Erinosi della Vite

Acariosi della Vite

Nematodi Galligeni

Xifinema della Vite

 


Peronospora

  • Plasmopara viticola
  • Divisione: Eumycota
  • Sottodivisione: Mastigomycotina
  • Classe: Oomycetes

 

Identificazione e sintomi

Colpisce quasi tutti gli organi erbacei: foglie, germogli, infiorescenze ed infruttescenze con sintomi tipici. Gravi sono gli attacchi ai grappoli. I danni sono dati dalla perdita qualitativa della produzione, la qualità scadente dei vini e la maggior suscettibilità della pianta a contrarre altre malattie.

 

Sintomi su foglia

Le foglie diventano suscettibili all’attacco appena gli stomi divengono funzionanti. Sulla pagina superiore si manifestano tipiche macchie d’olio di colore verde-giallastro e in corrispondenza ad esse dopo 1-2 giorni sulla pagina inferiore compaiono dei feltri miceliari biancastri. A fine ciclo le macchie necrotizzano provocando disseccamenti. Si può manifestare anche con la sintomatologia a mosaico.

 

 

Sintomi su grappolo

Se colpisce l’infiorescenza essa si incurva ad S o ad uncino (contrariamente alla Botrite che non la fa piegare). Sugli acini di massimo 3 millimetri può formarsi una muffetta bianca (Peronospora palese) mentre su acini più grandi non può formarsi in quanto gli stomi sono degenerati in lenticelle ma entra dagli stomi dei racimoli e non potendo evadere rimane nell’acino dandogli un colore marroncino (Peronospora larvata – “uva col negron”). L’acino dopo l’invaiatura non viene più colpito. La larvata non può essere combattuta.

 

Sintomi su tralci e germogli

Causa allessature e imbrunimento dei germogli. Deforma i tralci che diventano contorti.

 

Ciclo biologico

 

In fase autunnale all’interno del mesofillo fogliare abbiamo i 2 gametangi, quello femminile detto oogonio e quello maschile detto anteridio. L’anteridio si piega verso l’oogonio, lisa la parete e riversa i suoi gameti all’interno. L’oogonio quando riceve i gameti diventa oospora (spora duratura) ed in essa abbiamo l’appaiamento dei gameti, non la fusione, quindi abbiamo una situazione dicariofitica che durerà tutto l’inverno.

Verso aprile avviene la cariogamia e la meiosi e si formando le meiospore, esse dopo la maturazione formano le zoospore e si forma un macroconidio all’estremità del filamento.

Le zoospore (40) per uscire dal conidiosporangio necessitano della regola dei tre 10:

  • 10° C di temperatura media;
  • 10 mm di pioggia battente nelle 24-48 ore;
  • 10 mm di allungamento del germoglio, a questa lunghezza gli stomi si aprono, diventando funzionali e recettivi.

Una volta uscita la zoospora cerca uno stoma nuotando nel film di acqua secondo gradiente di concentrazione della C02, arrivata allo stoma si incista (perde i flagelli) ed entra nella camera sottostomatica in circa un’ora alla temperatura di 24°C. Da questo momento inizia l’incubazione che dura generalmente 14-15 giorni. Passato questo periodo compare la macchia d’olio che si presenta giallognola nella pagina superiore della foglia (80% dell’infezione), il completamento dell’infezione avviene in 1-2 giorni e sulla pagina inferiore della foglia appare una muffetta bianca data da ife che portano rami zoosporangiofori o conidiofori che producono 5-6 zoospore o conidi.

Le infezioni secondarie necessitano solo di 2 ore di bagnatura fogliare per iniziare e si comportano nello stesso modo di quelle sessuate ma con la differenza che la regola dei tre 10 non è più valida.

Le infezioni secondarie durano per tutta l’estate.

 

I conidi vivono:

  • 6 settimane se la temperatura è bassa e c’è umidità;
  • 3 settimane a 8-10°C;
  • 5 giorni a 17-25°C;
  • Poche ore con aria calda e asciutta o su foglie esposte al sole.

 

Lotta

  • Concimazioni equilibrate (qualità e resistenza);
  • Sfalcio frequente (evita ristagni di umidità);
  • Potature verdi, defogliature cimature (evitano l’infittimento della chioma);
  • Forme di allevamento più arieggiate;
  • Uso di fitofarmaci con funzione collaterale agronomica (es. il Rame irrobustisce i tessuti);

 

Contatticidi

  • Rame: in 120 anni d’uso non ha instaurato ceppi resistenti. E’ un esofarmaco (contatticida) multisito che agisce in 3 modi:
    • Altera la permeabilità della Membrana Citoplasmatica sostituendo alcuni cationi utili (H, Ca, Mg, K);
    • Inibisce la sintesi degli amminoacidi e degli enzimi, quindi ha una capacità eradicante in quanto la zoospore che si formano hanno la parete cellulare debole in quanto non sintetizzano più le proteine, quindi quando esse si idratano si gonfiano fino a scoppiare;
    • Rallenta la biosintesi dell’Acetilcoenzima-A che collega la Citolisi al ciclo di Krebs il quale si blocca e quindi non avviene più la produzione di ATP e le reazioni endoergoniche della cellula non possono più avvenire;

Viene distribuito come Rame metallico (Cu0) ma per essere efficace deve diventare ione tramite l’azione della CO2, dell’ammoniaca dell’acqua (in rugiada), linfa grezza dalla guttazione e prodotti catabolici degli insetti. Per diventare fungicida (ione) occorrono 1-2 giorni quindi va distribuito prima del bisogno, specie se Poltiglia Bordolese. Siccome è un prodotto di copertura, oltre i 20 mm di pioggia bisogna ripetere il trattamento. Non può essere usato come primo trattamento in quanto rallenta lo sviluppo della pianta, danneggia il fiore e provoca una minor distensione cellulare dell’acino (l’acino resta piccolo). Diventa fitotossico a basse temperature (vicino allo 0°C) in quanto l’Anidride Carbonica disciolta nell’acqua si concentrata per la bassa temperatura producendo Acido Carbonico e il Rame in ambiente acido porta danneggiamenti fiorali e necrosi.

    • Solfato di Rame liquido: agevole, minor deposito ma si hanno maggiori difficoltà quando bisogna smaltirlo come rifiuto.
    • Solfato di Rame in polvere: più laborioso ma più facile da smaltire.
    • Poltiglia Bordolese: data da Solfato di Rame e Calce (effetto caustico, neutralizza il Solfato di Rame). Se al viraggio ci ferma si ha un’azione che blocca la pianta e ha forte impatto come antiperonosporico ma è meno duratura. Se aumento la basicità ho minore impatto ma maggiore durata.
  • Ditiocarbammati: antiperonosporici di sintesi ormai superati ma ancora validi, derivano dall’Acido Ditiocarbammico (gruppo Ammonico e Solfidrilico) al quale vengono aggiunti altri gruppi funzionali che fanno perdere l’acidità e danno forma a fungicidi con caratteristiche diverse. Sono farmaci inferiori al Rame ma che funzionano subito, persistono poco (4-5 giorni) e resistono poco al dilavamento. Fungono anche da concimi. Il Metiram ed il Mancozeb vengono ancora usati nel primo trattamento per dare vigoria alla pianta (non usare alla fine). Funzionano chelando le proteine e dei metalli importanti per le foglie, interferiscono nella respirazione cellulare aerobica, non hanno instaurato ceppi resistenti.
    • Zineb: dilavamento già a 20 mm, primo ditiocarbammato (anni ‘50);
    • Maneb: come lo Zineb ma al posto dello Zn ha il Mn;
    • Mancozeb: dato da Zineb e Maneb;
    • Ziram: non è un antiperonosporico ma è il principale fungicida nelle Drupacee (autunno, inverno, fine inverno);
    • Propineb: fungicida polivalente che agisce per contatto fogliare, ha debole azione antioidica e antiticchiolatura;
    • Metiram: minima azione antibotritica, buona azione antiperonosporica, prontezza d’azione e persistenza eccezionale, aumenta la concentrazione zuccherina.
  • Famoxate:
    • Contatticida monosito;
    • Lipofilo, sfugge al dilavamento sciogliendosi nella cuticola fogliare;
    • Agisce a livello della catena di trasporto degli elettroni dal Citocromo B al Citocromo C (non arrivano più elettroni all’Ossigeno e la respirazione cessa);
    • Associazioni con Mancozeb o Cimoxanil.
  • Folpet:
    • Multisito;
    • Costo di 5-6 €/Kg;
    • Dose di 125 g/ha o 200 ml/ha;
    • Azione antifermentativa;
    • Tempo di carenza di 40 giorni;
    • Inibisce l’attività di alcuni enzimi solfidrici andando a bloccare l’attività del coenzima A;
    • Azione antiperonosporica, antibotritica e antioidica diretta (elimina per contatto le spore in germinazione) e indiretta (irrobustimento pianta e resistenza all’Oidio);
    • Stimola l’allegagione.

Endoterapici citotropici e translaminari       

  • Cimoxanil (n.c. Curzate):
    • Citotropico (azione localizzata);
    • Retroattività 2 giorni, profilassi 1-2 giorni;
    • Ha capacità di entrare rapidamente nei tessuti e alterare il processo respiratorio;
    • Interferisce nella sintesi degli Acidi Nucleici e degli amminoacidi;
    • Ha una certa azione eradicante;
    • Azione sinergica con il Mancozeb.
  • Dimetomorf (n.c. Forum):
    • Commercializzato con Rame o Mancozeb;
    • Usato massimo 3 volte all’anno;
    • Endoterapico monosito locosistemico;
    • Tende a distruggere la parete cellulare del micelio;
    • Azione antisporulante curativa e preventiva;
    • Retroattività 2 giorni, profilassi 10 giorni.
  • Fenamidone:
    • Tempo di carenza 30 giorni;
    • 3-4 interventi all’anno;
    • Locosistemico translaminare, protegge la foglia ma non entra in circolo;
    • Azione collaterale antioidica;
    • Blocca la sintesi di ATP (respirazione);
    • Inibisce il trasporto di elettroni dal Citocromo B a quello C;
    • Commercializzato con Fosetil di Alluminio e Iprovalicarb.

Endoterapici sistemici         

  • Iprovalicarb:
    • Endoterapico sistemico innovativo;
    • Influenza la sintesi della parete cellulare;
    • Altera il metabolismo degli amminoacidi diminuendo la presenza di quelli liberi per la sintesi proteica del fungo;
    • Non agisce sulla respirazione e sul metabolismo degli acidi nucleici.
    • Retroattivo di 2-3 giorni, preventivo per 8-9 giorni;
    • Antisporulante e in qualche modo eradicante;
    • Commercializzato con contatticidi: Mancozeb, Folpet, Fosetil di Alluminio e Ossicloruri di Rame.
    • In base al partner a cui è associato cambia la retroattività e la profilassi.
  • Zooxamide:
    • Liposolubile, si scioglie nelle cere (cuticola);
    • Monosito;
    • Per propaganda dicono che ha azione curativa contro la larvata (impossibile).
  • Fosetil d’Alluminio:
    • Tempo di carenza 40 giorni;
    • Induce la produzione di fitoalessine e quindi la pianta si autodifende;
    • Andamento acropeto e basipeto;
    • Assorbito bene per via radicale;
    • Non induce ceppi resistenti;
    • Venduto puro all’80% o coformulato;
    • Dose di 2,5 kg/ha;
    • Riscoperto per la protezione della pianta in primavera e per arrivare in una fase tardiva con la pianta ancora bella;
    • Non si deve miscelare con il Rame perché causerebbe reazioni caustiche;
    • Da associare con un partner contatticida;
    • Non riesce a proteggere il frutto;
  • Azoxistrobin:
    • Antiperonosporico e antioidico;
    • Debolmente endoterapico;
    • Ha instaurato ceppi resistenti;
    • Ora è usato solo come antioidico;
    • Blocca il trasporto degli elettroni;
    • Andamento acropeto;
    • Profilassi e retroattività per un totale di 10-12 giorni;
    • Dopo un giorno entra in attività per il 10%.
  • Metalaxil:
    • Impedisce la sporulazione;
    • Non agisce sulle zoospore;
    • Andamento acropeto;
    • Retroattivo al 30% dell’infezione (4-5 giorni), profilassi di 8-9 giorni;
    • Usare a cavallo della fioritura fino al 10 giugno;
    • Massimo 3 trattamenti;
    • Trasloca anche nei germogli;
    • Viene mescolato con Rame, Folpet e Mancozeb;
    • Trattamento ogni 10-12 giorni;
    • Non spegne le infezioni in atto.
  • Benalaxil:
    • Retroattivo di 3 giorni;
    • Profilassi di 5-6 giorni;
    • Non ferma molto bene le infezioni;
    • Veloce nel penetrare i tessuti ma meno del Metalaxil;
    • Arriva scarsamente all’apice.

Metodologie di lotta

  • Calendario piogge: eseguito con prodotti di copertura o con Cimoxanil. Si iniziano i trattamenti dopo che si sono verificati i tre 10. Intervento almeno 2 giorni prima dell’evasione. Se le stagioni sono piovose si copre la vegetazione con prodotti rameici, se c’è l’infezione si usano endoterapici;
  • Interventi a turno fisso:
    • Con prodotti di copertura: turno fisso ogni 6-7 giorni nelle fasi più a rischio, turno più lungo nelle fasi non a rischio. Questo metodo è stato ormai abbandonato;
    • 3 trattamenti a base di Fenilammidi:
      • 1° - Al verificarsi dei tre 10 con prodotti di copertura (ripetuto con andamenti stagionali piovosi);
      • 2° - In prefioritura, è il 1° con prodotto sistemico
      • 3° - Dopo 10-14 giorni, è il 2° con prodotto sistemico (a fine fioritura);
      • 4° - Dopo 10-14 giorni, è il 3° con prodotto sistemico (all’allegagione);
      • 5° - Dopo 8-9 giorni, con prodotti rameici.
    • 2 trattamenti a base di Fenilammidi: i due interventi si fanno nelle fasi più pericolose (fioritura ed allegagione). Questa lotta integra quella a calendario piogge, inizia e termina con prodotti di copertura.
    • 4 trattamenti a base di Fenilammidi: è sconsigliata, si inizia con un trattamento sistemico alla regola dei tre 10 più altri 3 interventi con intervalli di 10-14 giorni fino a fine allegagione e poi chiusura Rame.

     

Oidio o Mal Bianco della Vite

  • Uncinula necator (f. sessuata)
  • Oidium tuckeri (f. asessuata)
  • Divisione: Eumycota
  • Sottodivisione: Ascomycotina

 

Identificazione e sintomi

Colpisce gli organi erbacei, è un fungo ectofita.

In autunno è facile trovarlo su foglia sottoforma di vellutino bianco.

 

Sintomi su foglia

Presenza sul lembo fogliare di chiazze più o meno chiare su cui compare una patina bianca.

 

Sintomi su grappolo

Gli acini possono essere colpiti da subito dopo l’allegagione fino all’invaiatura Si nota sulla superficie una patina bianco acceso che lo ricopre, questo micelio impedisce la distensione dell’acino che quando cresce si rompe causando l’entrata di infezioni secondarie come la Botrite. Se si ha un attacco precoce si può avere una forte colatura dei fiori e necrosi del grappolo. Se non lo si prevede o non lo si combatte può far perdere completamente il raccolto. Se il trattamento viene fatto quando il micelio è già presente si noterà un suo progressivo imbrunimento se siamo riusciti a combatterlo.

 

Sintomi su tralci e germogli

Lesioni necrotiche a ragnatela, i tralci si presentano disformi e lenti a significare. Può colpire i germogli all’apertura gemme facendoli diventare atrofici e disformi.

 

 

Ciclo biologico

L’Oidio sverna come:

  • Corpo fruttifero: si conserva sulla vegetazione infetta caduta a terra;
  • Come micelio ectofita: in questo caso l’attacco ai germogli può essere molto precoce.

Gli attacchi di Oidio possono iniziare con temperature di 5-6°C (può quindi essere presente prima della Peronospora) con una attività massima a 20-25°C con il 40-50% di umidità, quindi è ostacolato dalle piovosità. Per questi motivi l’ambiente collinare con estati caldo-umide è più esposto al pericolo rispetto all’ambiente pianeggiante.

Le ascospore germinando (a 7-8°C) emettono un micelio con austori ne penetrano nella pianta procurando il nutrimento al micelio che resta comunque all’esterno. Il micelio ogni 7 giorni (alla fine di ogni ciclo) produce rami conidiofori portanti conidi (polvere bianca) responsabili delle successive infezioni.


Lotta

 

Contatticidi

  • Spiroxamina (n.c. Prosper):
    • Preventivo ma soprattutto curativo (eradicante);
    • Si spera che non instauri ceppi resistenti;
    • Trattamento ogni 10-12 giorni;
    • Preventivo a 0,7 l/ha, curativo a 1 l/ha
    • Si usa anche con infezioni in atto da 7 giorni.
  • Zolfi:
    • Si effettua sempre una lotta preventiva con gli zolfi;
    • Sono ottenuti per sublimazione del minerale, poi i vapori vengono raffreddati ottenendo così zolfi grossolani di 50-60 micron (Fiori di Zolfo) ma siccome sono troppo grossolani si macinano fino a 40 micron (Zolfi Ventilati);
    • Si distribuiscono alla mattina presto o alla sera tardi in quanto la foglia è bagnata;
    • Resistono al dilavamento fino a 50mm di pioggia;
    • Agiscono per sublimazione, quindi se non si ha calore a sufficienza non si formano i vapori e quindi non si ha l’azione fungicida;
    • Purezza: si fa evaporare lo Zolfo ottenuto, se evapora tutto significa che era puro al 100%, di solito è cos’ per tutto lo zolfo ottenuto da sublimazione;
    • Finezza: la si misura tramite i gradi Cancel. In un cilindro graduato da 1 litro si mettono 5 grammi di Zolfo e si aggiunge Etere Etilico, dopo 5 minuti si va a vedere la sedimentazione. Gli Zolfi validi hanno circa 90° Cancel mentre non dovrebbero mai scendere sotto gli 80° Cancel;
    • Più fino è lo Zolfo più evapora velocemente creando ustioni, quindi gli zolfi più fini si usano in primavera (quindi con temperature più basse);
    • Elevata persistenza;
    • Non ha instaurano ceppi resistenti;
    • Riesce a penetrare anche nelle fessure più piccole, quindi entra nel grappolo già serrato;
    • Ci sono 4 tipi di zolfi:
      • Ventilati:
        • 40 micron;
        • Azione curativa;
        • Azione di disturbo contro i ragnetti della vite;
        • Azione leggermente antibotritica (si hanno meno problemi).
      • Bagnabili:
        • 7-10 micron;
        • Usato a luglio ed in estate;
        • 7-8 kg/ha;
        • Non viene usato in primavera quando la sublimazione non è garantita.
      • Micronizzati:
        • 5-6 micron;
        • Va bene per tutte le stagioni;
        • 300-400 g/hl.
      • Colloidali:
        • 2-6 micron;
        • 80-200 g/hl;
        • Usati all’inizio fino in postfioritura ma non in fioritura;
        • Non usato a luglio o in collina perché persiste poco (3-4 giorni).
        • Se fa caldo sublimando più in fretta crea ustioni alle piante.
    • Zolfo + antioidico di sintesi da fine giugno in poi;
    • Non trattare con Zolfo + Olio Bianco, l’Olio è possibile farlo solo dopo 20 giorni dallo Zolfo;
    • Zolfo + Polisolfuri di Bario e di Calcio come insetticida e fungicida:
      • Polisolfuro di Calcio: più fitotossico, viene usato sulle pomacee e sulla vite, potrebbe danneggiare la parte apicale perché non completamente lignificata;
      • Polisolfuro di Bario: meno fitotossico, viene usato sulle drupacee da fine inverno fino all’ingrossamento gemme in quanto poi diventa fitotossico.

Endoterapici

  • Fenarimol:
    • Anche antiticchiolatura;
    • Citotropico translaminare;
    • Preventivo e curativo;
    • Ha la migliore azione contro il micelio, quindi è scarsamente eradicante.
  • Triazoli:
    • Inibiscono la biosintesi dell’Ergosterolo che serve durante la formazione della membrana cellulare;
    • 10 giorni di persistenza;
    • Preventivi e poco curativi;
    • Sono rappresentati da:
      • Tebuconazolo;
      • Flusilazolo;
      • Miclobutanil: importante preventivo, curativo ed eradicante, ha effetto contro il Black-Rot;
  • Quinoxifen (n.c. Arius):
    • Trattamenti a 8-10 giorni di distanza;
    • Miglior preventivo antioidico;
    • Usare da fine giugno fino a tutto luglio;
    • Si ha la certezza quasi matematica di non avere Oidio;
    • Costo elevato;
    • 300 ml/ha;
    • Azione fungicida:
      • Impedisce la germinazione delle spore e dei conidi (azione eradicante);
      • Si ridistribuisce sottoforma di vapore su foglia e grappolo;
      • Usato solo come preventivo;
      • Se c’è un inizio di infezione lo si abbina con un antioidico curativo.
  • Ampelomyces quisqualis (n.c. AQ 10):
    • Polifungicida, si nutre anche dell’Oidio;
    • Bisogna fare diversi trattamenti;
    • Si può miscelare con Zolfo;
    • Si usa dalla ripresa fino a tutto il periodo estivo;
    • Dall’invaiatura diventa facoltativo.

     

Botrite o Muffa Grigia

  • Sclerotinia fuckeliana (f. sessuata)
  • Botrytis cinerea (f. asessuata)
  • Divisione: Eumycota
  • Sottodivisione: Ascomycotina

 

Identificazione e sintomi

Fungo cosmopolita, presente contemporaneamente dappertutto ed in tutte le piante.

Si sviluppa quando c’è una piovosità abbondante. Colpisce tutti gli organi erbacei. Esiste una regola per le infezioni (ma non è così rigorosa come quella per la Peronospora) detta dei due 15:

  • 15 ore di bagnatura fogliare;
  • 15°C di temperatura media.

Il fungo penetra in maniera:

  • Attiva: con forzatura meccanica ed enzimatica della parete cellulare tramite appressorio, stiletto e sostanze enzimatiche;
  • Passiva: tramite stomi, ferite o fori nel tessuto vicino alle cellule di guardia (areole di rottura).

Il fungo è facilitato nella penetrazione in caso di concimazioni azotate, si diffonde per contiguità ed aggredisce del tutto soprattutto i grappoli compatti. Inoltre colpisce molto le varietà precoci, la più sensibile è il Pinot Grigio.

 

Sintomi su foglia

Vengono colpite a settori delimitati dalle nervature secondarie verso la periferia a cavallo della fioritura.

 

Sintomi su grappolo

Il rachide non si ripiega ed S o ad uncino ma rimane allessato, nel periodo successivo la Botrite scompare visivamente. Sul grappolo si manifesta dopo l’invaiatura, l’inoculo si conserva come saprofita nelle caliptre all’interno del grappolo e dopo l’invaiatura fuoriesce sottoforma di parassita.

 

Ciclo biologico

  • Si manifesta in fioritura come parassita;
  • Si conserva come saprofita nelle caliptre rimaste all’interno del grappolo;
  • Riprende sottoforma di parassita.

Lotta

Si effettua a calendario climatico, misto ma soprattutto a calendario fenologico, che prevede trattamenti:

  • A fine fioritura;
  • In prechiusura grappolo: da non saltare per nessun motivo, è l’ultima occasione per entrare nel grappolo;
  • Ad inizio invaiatura;
  • 20 giorni prima della raccolta: data dettata dai tempi di carenza di quasi tutti i curativi.

Posso fare un primo intervento con il Folpet a dosi sostenute (200 g/ha), poi un antibotritico specifico in prechiusura grappolo, invaiatura e prima della raccolta.

Se il meteo non aiuta si può fare:

  • Solfobenton:
    • Farmaco formato da Solforosa e Bentonite;
    • Agisce in due modi:
      • La Bentonite è un’argilla, quindi asciuga il grappolo sfavorendo il fungo con un’azione fisica;
      • La Solforosa sublimando intossica il fungo.
    • 40 kg/ha ma costa come un antibotritico medio;
    • 10 giorni di tempo di carenza;
    • Si può preparare anche in casa con 20 kg di Zolfo Ventilato e 20 kg di Bentonite. Si mescola lo Zolfo in acqua, lo si filtra, poi si mescola in acqua anche la Bentonite un po’ alla volta.
    • Il costo è limitato e funziona bene;
    • L’uso dello Zolfo Ventilato implica che si riesce a penetrare nel grappolo già serrato.
  • Fenamidone (n.c. Tendor):
    • 7 giorni di tempo di carenza;
    • Blocca ed impedisce nuove infezioni;
    • Si può trattare a 10 giorni dalla vendemmia se associato al Solfobenton.
  • Mepanipirim (n.c. Frupica):
    • Ottimo in prechiusura;
    • Costo elevato;
    • Non usare spesso nella stessa stagione.
  • Ciprodinil + Fludioxonil:
    • Sono i migliori se combinati;
    • Costo elevato.
  • Iprodione:
    • 28 giorni di tempo di carenza;
    • Usare come 2° e 3° trattamento per variare principio attivo.

     

Marciume Radicale Lanoso

  • Rosellinia necatrix
  • Divisione: Eumycota
  • Sottodivisione: Ascomycotina

 

Identificazione e sintomi

La sintomatologia è praticamente uguale a quella del Marciume Radicale Fibroso.

La pianta si presenta di un colore verde tenue con sviluppo stentato, la diagnosi va fatta osservando la vite nell’insieme. Se ci sono alcune fallanze nel giro di pochi metri si può essere di fronte ad un’area di Marciume Radicale la quale si espande a macchia d’olio una volta presente.

Per confermare la diagnosi si scava, si toglie la pianta e si osservano le radici che se presentano dei manicotti biancastri attorno (formati da rizomorfe) con odore di fungo fresco significa che erano compromesse in quanto non svolgevano più bene l’assorbimento delle sostanze nutritive.

E’ un fungo che colpisce in presenza di terreni umidi, concimati con letamazioni quindi ben azotati e con un medio impasto o argillosi. Inoltre può colpire nelle zone in cui prima dell’impianto c’erano vecchi alberi espiantati senza l’asportazione totale delle radici che diventano focolai d’infezione.

 

Ciclo biologico

Si conserva nei residui vegetali come rizomorfa la quale entra tramite delle ferite.

 

Lotta

Non esiste una cura specifica.

  • l’unico modo per combattere questo fungo è togliere la pianta e tutte le radici facendo una bella buca. La buca va poi cosparsa di calce con funzione disinfettante che però costituisce un problema per la vite che verrà reimpiantata (rimane stentata per almeno 2 anni) in quanto altera il pH.
  • Conviene quindi applicare Solfato di Ferro o Rame nella zona dell’infezione con dosi di 500 g/pianta se dimostra di essere malata oppure 300 g/pianta se limitrofa ad un focolaio.Si può seguire questo metodo di lotta anche durante all’anno, gli effetti si notano dopo almeno 2-3 anni di trattamenti.
  • Inoltre si può ostacolare l’infezione concimando la pianta in modo adeguato con Fosforo e Potassio.
  • Le fumigazioni si possono fare ma non con la coltura in atto e comunque non garantiscono il risultato.

 

Marciume Radicale Fibroso

  • Armillariella (=Armillaria) mellea
  • Divisione: Eumycota
  • Sottodivisione: Basidiomycotina

Identificazione e sintomi

Vedi Marciume Radicale Lanoso.

Il carpoforo (fruttificazione) formato dal fungo è commestibile e piuttosto ricercato per cucinarlo, comunemente viene chiamato Chiodino.

Ciclo biologico

Vedi Marciume Radicale Lanoso.

Lotta

Vedi Marciume Radicale Lanoso.

 

 

Black-Rot o Marciume Nero

  • Guignardia bidwelli (f. sessuata)
  • Phoma uvicola (f. asessuata)
  • Divisione: Eumycota
  • Sottodivisione: Ascomycotina

 

Identificazione e sintomi

Questo fungo proviene dall’ex Jugoslavia, nel 1985 circa colpì il Friuli, poi la bassa trevigiana e nel 2000 circa arrivò nella zona di Conegliano. Colpisce il vigneto ad aree.

 

Sintomi su foglia

Si formano macchie di 6-7 millimetri di diametro con bordo vinoso-violaceo. Al centro delle macchie a giugno-luglio si notano dei puntini neri costituiti dai picnidi (agamici).

 

Sintomi su grappolo

Inizialmente colpisce un acino e si manifesta come una zona brunastra ben delimitata che presto si espande a tutto l’acino. Dopo un po’ di tempo l’acino colpito mummifica diventando nero lucido, disidratato, raggrinzito e con dei piccoli rilievi.

 

Ciclo biologico

Si conserva come peritecio (sessuato) o picnidio (asessuato). L’infezione primaria è quella ascofora, quella secondaria è dovuta ai picnidi. Viene favorito da andamenti climatici instabili che presentano 5-7 giorni freddi seguiti da un caldo forte a sua volta seguito da altri sbalzi di temperatura. Colpisce fino in vendemmia causando danni fino al 30-50% della produzione.

Lotta

Non esistono farmaci specifici.

  • Dimetomorf;
  • Cimoxanil;
  • I Triazoli riescono a contenere la malattia:
    • Il Miclobutanil è il migliore se usato a dosi massime con turno settimanale.

     

Marciume Acido

  • Lieviti (e batteri acetigeni)
  • Divisione: Eumycota
  • Sottodivisione: Ascomycotina

Identificazione e sintomi

E’ una malattia imprevedibile, favorita dalla vigoria della pianta e dall’andamento climatico.

I microrganismi responsabili della malattia entrano attraverso le ferite dell’acino.

I batteri acetigeni vengono veicolati sul grappolo dalle zampe della Drosophila melanogaster.

Questa malattia rappresenta un problema anche per la fase di vinificazione in quanto in caso di forte attacco si avrà uno sviluppo maggiore di acidità volatile.

Lotta

E’ prettamente agronomica in quanto non si conosce ancora bene la biologia della malattia.

  • Non concimare troppo con Azoto per non favorire la vigoria;
  • Ottimizzare le concimazioni di Fosforo e Potassio (Fosfito di Potassio fogliare);
  • Lasciare l’erba sfalciata;
  • Difesa da Tignole e Tignolette (dosi massime);
  • Cimature, defogliazione;
  • Zolfo Ventilato;
  • Solfobenton distribuito con impolveratrice per 2 volte (3 con pioggia) magari assieme ad un antibotritico;
  • Rame per irrobustire la parete cellulare.

 

Mal dell’Esca o Apoplessia

  • Stereum hirsutum
  • Phellinus ignarius
  • Funghi vari
  • Divisione: Eumycota
  • Sottodivisione: Basidiomycotina

 

Identificazione e sintomi

La diagnosi va fatta da metà giugno a luglio e non dopo in quanto si rischia la confusione con normali senescenze.

Colpisce regolarmente i vigneti che hanno più di 8 anni. I funghi che causano questa malattia sono feritadipendenti quindi si trasmettono con tagli di potatura.

Il nome deriva dal basidiocarpo (in questo caso un fungo a mensola di piccole dimensioni) che un tempo veniva usato come esca per accendere il fuoco e come emostatico.

L’esito è infausto ma la malattia può manifestarsi come:

  • Acuta: la pianta muore in 3-4 giorni;
  • Cronica: è la forma più comune, la pianta deperisce lentamente negli anni, dopo 2-3 anni il suo legno inizia a fessurarsi se non curato.

 

Sintomi su foglia

I sintomi sono tipici, le foglie presentano inizialmente aree giallastre che presto necrotizzano e tendono a lacerarsi.

A volte le foglie imbruniscono direttamente senza ingiallire.

 

 

Sintomi su tralci e legno

I tralci lignificano male, il legno in sezione è settorializzato.

 

Lotta

  • Siccome questi funghi sono feritadipendenti bisogna assolutamente evitare di potare prima le piante malate e poi quelle sane, gli arnesi da lavoro vanno quindi disinfettati con alcol puro o con Ipoclorito di Sodio.
  • Le piante colpite da decorso cronico possono essere tagliate in inverno poco sopra all’innesto in modo che all’anno successivo la pianta ricacci. Il taglio deve essere obliquo, disinfettato e ricoperto di mastice.
  • Per evitare di passare la malattia in fase di potatura bisogna individuare le piante malate in estate e segnarle con dello spago in modo che siano chiaramente riconoscibili.
  • Il Fosetil d’Alluminio riesce a far guarire la pianta se la malattia era ad uno stadio iniziale, evita che le piante si ammalino però non riesce ad entrare nel grappolo.

Escoriosi

  • Phomopsis viticola
  • Divisione: Eumycota
  • Sottodivisione: Deuteromycotina

 

Identificazione e sintomi

Causa delle ferite tipiche lungo i tralci ed il rachide, colpisce con più intensità nella parte vicina al cordone permanente a causa del microclima particolare. Può causare la cecità delle gemme basali con conseguente perdita di produzione per all’anno successivo.

 

Sintomi su tralcio

Per i primi 15-20 centimetri del tralcio erbaceo si formano delle ferite longitudinali molto caratteristiche. Quando si è lignificato si forma un manicotto bianco con dei punti neri visibili ed in sporgenza (picnidi). In caso di forte attacco le ferite si possono formare fino all’apice del tralcio.

 

Sintomi su grappolo

Sul rachide si formano ferite longitudinali che compromettono il passaggio della linfa causando un disseccamento degli acini.

Ciclo biologico

Colpisce alla ripresa vegetativa (gemma mossa, cotonosa). Si conserva come picnidio. Le infezioni sono favorite dall’andamento climatico dell’anno e dalla presenza di inoculo dagli anni precedenti.

Lotta

  • Vanno bene i farmaci antiperonosporici contatticidi/endoterapici:
    • Rame;
    • Fosetil d’Alluminio: non efficace in quanto non riesce ad essere assorbito allo stato di gemma mossa, quindi le fitoalessine non vengono prodotte;
    • Mancozeb: è il più usato (90% dei casi), ma non è il più efficace, va usato a dose massima per la peronospora aumentata di 1/3 (quindi a 200 g/hl);
    • Folpet: molto efficace, forse il migliore;
    • Metiram: fa meno del Mancozeb.
  • La lotta all’Escoriosi ostacola anche la prima infezione primaria della Peronospora;
  • Bisogna fare un primo intervento alla fase di gemma mossa e ripeterlo dopo 8 giorni;
  • Gli interventi tardivi non sono efficaci.

 

Tumore Batterico del colletto e delle radici

  • Agrobacterium tumefaciens
  • Ordine: Eubacteriales
  • Famiglia: Rhizobiaceae

Identificazione e sintomi

Sul colletto o sulle radici più grosse si formano delle escrescenze suberificate date da iperplasie ed ipertrofie dei tessuti.

Le barbatelle anche se trattate con paraffina sul punto d’innesto possono venire colpite manifestando uno sviluppo stentato in quanto il punto d’innesto si salda solo in parte (non circola bene la linfa).

Il punto d’innesto risulta ingrossato e se forzato si rompe quasi di netto, dimostrando di non essersi rimarginato.

Ciclo biologico

E’ un batterio feritadipendente. Una volta entrato induce le cellule a produrre Auxine ed Oppine.

La ferita causa una reazione nella pianta che fa produrre succhi cellulari, in risposta i batteri si moltiplicano producendo una sostanza (principio induttore del tumore) simile al DNA che entra nel genotipo delle cellule vegetali modificandole ed inducendole a produrre Oppine per il batterio ed Auxine come prodotto in eccesso. Le Auxine inoltre causano iperplasie (mitosi in eccesso) ed ipertrofie dei tessuti.

Lotta

  • Rame: come preventivo in quanto batteriostatico;
  • Espianto della pianta malata;
  • Fumigazioni: i principi attivi sono stati eliminati.

 

Eutipiosi

  • Eutypa lata (=armenicae) (f. sessuata)
  • Libertella blefaris (f. asessuata)
  • Divisione: Mastigomycotina
  • Sottodivisione: Ascomycotina

Identificazione e sintomi

I tralci, le foglie, i grappoli e le altre parti rimangono piccole, le foglie si presentano giallastre. Mediamente colpisce 1-3 piante ad ettaro. Colpiva l’Albicocco in Australia ed è stata importata.

Ciclo biologico

L’infezione data dalla forma sessuata è dovuta ai periteci, quella data dalla forma asessuata ai picnidi.

Lotta

  • Estirpare la pianta colpita per evitare di costituire eventuali inoculi per piante vicine;
  • Fare attenzione durante la potatura;
  • Eventualmente capitozzare la pianta da sopra l’innesto, ma questo non garantisce la guarigione.

 

Flavescenza Dorata

  • Flavescenza dorata
  • Phytoplasma
  • Classe: Mollicutes

Identificazione e sintomi

I sintomi consistono nell’epinastia delle foglie (la pagina superiore della foglia si rivolta verso il basso), accartocciamento delle foglie, frattura vitrea, tralci che non lignificano e imbruniscono, grappoli che non maturano o disseccano. La malattia è veicolata dallo Scaphoideus titanus (Cicalina) al quale occorre:

  • 1 settimana per infettarsi;
  • 10-15 giorni per diventare vettore: passa dal suo intestino all’emolinfa e alle ghiandole salivari;
  • 1 settimana per infettare.

La Flavescenza blocca il trasporto tramite i floemi degli zuccheri i quali si accumulano nella foglia, quindi pian piano essa si intossica. Il 20% delle piante colpite può risanarsi ma non guarire.

Non ha parete cellulare ma ha 1/5 del patrimonio genetico di un batterio, è ameboide e si sposta tramite i floemi. E’ distinguibile dal Legno Nero solo tramite test di laboratorio. La maggior parte dei sintomi sono dati dalla malattia del Legno Nero, poche piante hanno la Flavescenza Dorata.

Lotta

  • Siccome entra in tutta la pianta (anche nelle radici) l’unica cosa da fare è espiantare la pianta;
  • Non si trasmette con tagli di potatura;
  • Sfalci frequenti per non creare un ambiente favorevole alla Cicalina;
  • Potature verdi per sottrarre superficie potenzialmente infettabile;
  • Tetracicline: antibiotici (funzionano perché la Flavescenza è batteriosimile) usati in America ma vietati in Italia;
  • Chitinoinibitori, Fosforganici e Neurotossici contro lo Scaphoideus;
  • Eseguire una spollonatura puntuale (anche 2-3 volte all’anno), senza lasciare crescere i polloni.

 

Legno Nero

  • Legno nero (BN da Bois Noir)
  • Phytoplasma
  • Classe: Mollicutes

Identificazione e sintomi

I sintomi sono identici a quelli della Flavescenza Dorata. Il vettore è il Hyalesthes obsoletus. La malattia si riscontra maggiormente in zone marginali in cui c’è la presenza di Ortica.

E’ distinguibile dalla Flavescenza solo tramite test di laboratorio. La maggior parte dei sintomi sono dati dalla malattia del Legno Nero, poche piante hanno la Flavescenza Dorata.

Lotta

  • Sfalcio delle zone marginali con controllo particolare dello Ortiche (ospiti del vettore).

 

Malattia di Pierce

  • Malattia di Pierce
  • Rickettsiales

Identificazione e sintomi

Viene veicolata da insetti con apparato pungente e succhiante (Cicaline). Causa alterazioni cromatiche di colore giallo nelle uve bianche e di colore rossastro nelle uve rosse.

I Rickettsiales sono più evoluti dei virus ma meno dei batteri, sono Gram- e sono parassiti obbligati, l’identificazione avviene tramite reazioni sierologiche, sono a forma di bacilli (bastoncellari) o di cocchi (sferici), non è possibile coltivarli in vitro.

 

Accartocciamento

  • Accartocciamento
  • Virus

Identificazione e sintomi

I sintomi si manifestano in fase estiva, viene veicolato tramite il floema, compromette la produzione anche fino al 70%. La pianta non muore e non può guarire, al massimo in virus diventa latente.

Le foglie si accartocciano e si presentano arrossate ma con nervature verdi.

 

Legno Riccio

  • Legno riccio
  • Virus

Identificazione e sintomi

Viene veicolato dal Nematode Xiphinema index (arriva anche a 2 metri di profondità). Si manifesta con un’alterazione istologica dei tessuti a livello dell’innesto e delle ondulatore sotto la scorza.

 

Malformazioni Infettive

  • Arricciamento (FV)
  • Mosaico giallo (YMV)
  • Scolorazione perinervale (VBV)
  • Virus

Identificazione e sintomi

Nell’Arricciamento gli internodi sono zigzaganti, le foglie sono prezzemolate, i danni assomigliano all’intossicazione da 2,4-D (diserbante contro il Convolvolo).

Il Mosaico giallo si manifesta con mosaicature gialle sparse sulla foglie.

La Scolorazione perinervalesi manifesta come striature clorotiche nella zona delle nervature.

Queste malattie vengono veicolate dal nematode Xiphinema index.

Lotta

  • Espianto della pianta colpita.

 

 

Tripide della Vite

  • Drepanothrips reuteri
  • Classe: Insetti
  • Ordine: Tisanotteri
  • Famiglia: Tripidi

 

Identificazione e sintomi

Solitamente è presente assieme all’Acariosi. Se colpisce le barbatelle giovani assieme all’Acariosi causa danni ai germogli e la pianta tende a ricacciare fino a luglio, poi muore. Il germoglio risulta brachizzato, ritardato nello sviluppo, le foglie attorno alle punture di suzione presentano aloni gialli ed al centro un punto necrotico causando la deformazione della foglia.

La prima generazione è quella dannosa perché non permette lo sviluppo del germoglio e quindi non permette lo sviluppo del capo a frutto.

La seconda generazione se attacca in modo massiccio invece può essere utile per fermare lo sviluppo dei germogli ed evitare la cimatura.

Gli adulti hanno le ali frangiate.

 

Ciclo biologico

Sverna come adulto, compie 2 generazioni all’anno. Le uova vengono deposte nella lamina fogliare.

La prima generazione si ha a maggio-giugno, la seconda a luglio-agosto.

Lotta

  • Endosulfan: un trattamento elimina Tripidi ed Acari Eriofidi (che causano l’Acariosi).
  • Il monitoraggio viene fatto con trappole cromotropiche azzurre;
  • La soglia d’intervento si verifica con campionamenti fogliari ed è di 2 individui a foglia.

 

Cicadella Bufalo o Buffalo

  • Stictocephala bisonia
  • Classe: Insetti
  • Ordine: Rincoti
  • Famiglia: Membracidi

Identificazione e sintomi

Ha due protuberanze appuntite sporgenti dal pronoto, è di 5-6 mm di lunghezza, raramente è dannosa, si trova in zone marginali.

Le punture ostacolano il deflusso della linfa, crea morsicature e ipertrofia a causa degli enzimi. Le foglie cambiano colore diventando rosse o gialle, se il rachide viene punto l’uva non matura e non appassisce.

Può deformare i germogli del Nocciolo. Sui rami si vedono delle specie di tagli che sembrano fatti con un coltellino.

Ciclo biologico

Sverna come uovo infisso nei tessuti in tagli. Compie 1 generazione all’anno, le neanidi compaiono in primavere e gli accoppiamenti avvengono a luglio-agosto.

Lotta

  • La cicadella viene colpita dagli altri trattamenti fatti per le varie Cicaline;
  • Come antagonista ha il Polynema striaticorne.

 

Cicalina Verde

  • Empoasca vitis (=flavescens)
  • Classe: Insetti
  • Ordine: Rincoti
  • Famiglia: Cicadellidi

Identificazione e sintomi

Il nome non c’entra con la Flavescenza Dorata. Il danno è dato dagli enzimi e consiste in ingiallimenti o arrossamenti ai bordi della foglia, poi necrosi e filloptosi. Colpisce la zone dei frutti e compromette l’accumulo di zuccheri nel grappolo e di sostanze nutritive per l’inverno.

La Cicalina Verde si sposta molto velocemente se disturbata, anche lateralmente. Le generazioni che danno problemi sono la seconda e la terza.

Ciclo biologico

Compie 3 generazioni all’anno: a giugno, a metà luglio e a settembre-ottobre. Sverna su sempreverdi come adulto. Le uova vengono deposte nelle nervature e quindi sfuggono ad insetticidi non endoterapici.

Lotta

  • Chitinoinibitore a giugno per le forme giovanili;
  • Neurotossici prime ed endoterapici poi;
  • Fenitrotion: è valido per le Tignole ma non è il migliore contro la Cicalina Verde;
  • Imidacloprid;
  • Sfalcio dell’erba;
  • Trattare prima i bordi del campo per evitare che esca dal vigneto per poi tornare dopo, bisogna creare quindi una fascia ai bordi che sia tossica per le Cicaline Verdi;
  • Potatura verde;
  • Clorpirifos-etile: è il migliore, va distribuito 1-2 volte;
  • Etofenprox;
  • Endosulfan se c’è l’agente dell’Acariosi.

 

Cicalina Gialla

  • Zygina rhamni
  • Classe: Insetti
  • Ordine: Rincoti
  • Famiglia: Cicadellidi

Identificazione e sintomi

Raramente è dannosa, crea puntinature giallastre su tutta la foglia, compie 3 generazioni all’anno, viene controllata dai trattamenti effettuati per la Cicalina Verde. Il ciclo è simile a quello della Cicalina Verde.

 

Cicalina della Flavescenza Dorata

  • Scaphoideus titanus
  • Classe: Insetti
  • Ordine: Rincoti
  • Famiglia: Cicadellidi

Identificazione e sintomi

E’ stata importata dall’America. E’ vettore della Flavescenza Dorata. Gli adulti misurano circa 6 millimetri di lunghezza. Una infezione si compie in 20-25 giorni perché per infettare la pianta deve:

  • Nutrirsi per 1 settimana di una pianta infetta;
  • Trascorrere 10-15 giorni perché il fitoplasma passi dallo stomaco all’emolinfa e poi alle ghiandole salivari;
  • Nutrirsi per 5-7 giorni di una pianta sana per infettarla.

Ciclo biologico

Sverna come uovo infisso nel tralcio, a maggio compaiono le neanidi. La schiusa è scalare, da fine maggio e fine luglio, poi a inizio luglio compaiono i primi adulti. Dalla terza età può essere vettore della Flavescenza Dorata (10-15 giugno). Compie 1 generazione all’anno.

Lotta

  • Chitinoinibitore: se è persistente (20 giorni) controlla la schiusa scalare delle uova:
    • Buprofezin: nome commerciale Applaud;
    • Flufenoxuron: nome commerciale Cascade.
  • Clorpirifos-etile: è un Fosforganico;
  • Lotta con 2 trattamenti:
    • 15-20 giugno: chitinoinibitori (Buprofezin, Flufenoxuron);
    • 15 luglio: fosforganico (Clorpirifos-etile).
  • Eventualmente si può aggiungere un altro trattamento ai primi di agosto.

 

Metcalfa

  • Metcalfa pruinosa
  • Classe: Insetti
  • Ordine: Rincoti
  • Famiglia: Flatidi

Identificazione e sintomi

Colpisce in particolar modo le siepi e le piante ornamentali. I giovani hanno le teste immerse in un fiocco ceroso, secreto dai loro Sifoni, che sembra cotone e quando vengono toccati compiono dei salti. Gli adulti volano. Il danno è dato dalla sottrazione di linfa ma soprattutto dalla forte produzione di melata che provoca asfissia della foglia e se viene attaccata da fumaggini causa anche filloptosi.

Ciclo biologico

Compie una generazione all’anno, sverna come uovo sotto la corteccia. La schiusa è scalare e va da maggio fino a luglio-agosto.

Lotta

  • Viene controllata dagli interventi fatti per le Cicaline;
  • Come nemici naturali si possono usare:
    • Neodryinus tiphlocybae: nemico delle forme giovanili;
    • Chrysopa carnea;
    • Alcuni Coccinellidi e Rincoti Antocoridi.
  • Per solubilizzare la melata si usa Nitrato di Potassio a 4 Kg/ha;

 

Fillossera

  • Viteus vitifoliae
  • Classe: Insetti
  • Ordine: Rincoti
  • Famiglia: Fillosseridi

Identificazione e sintomi

E’ stata introdotta nell’800 ma ormai non rappresenta più un problema.

Colpisce la parte radicale della vite europea e la parte aerea della vite americana, quindi è stata introdotta la pratica dell’innesto.

Il danno più comune ai giorni nostri è dato dalla formazione di galle sulle foglie.

Inoltre il danno è dato dalla formazione di neogallecole e gallecole sulle foglie e di neogallecole radicali sull’apparato ipogeo.

Ciclo biologico

  • Sverna come uovo nel tralcio;
  • Fuoriescono le giovani fondatrici a rostro breve che per partenogenesi danno luogo a 6-8 generazioni fogliari a rostro corto che creano sulle foglie neogallecole e gallecole;
  • Man mano si sviluppano femmine a rostro lungo destinate a migrare nel terreno;
  • Nel terreno si compiono 8-10 generazioni che producono neogallecole radicali;
  • Compaiono poi le migranti alate che si portano nella parte aerea di altre piante e depongono uova per partenogenesi;
  • Nascono poi individui anfigonici (maschi e femmine) che si accoppiano producendo uova fecondate destinate a svernare.

Lotta

  • Impiego di viti innestate;
  • DNOC in inverno (ora è vietato);
  • Fosfamidone;
  • Neurotossici endoterapici.

 

 

Pulvinaria della Vite

  • Pulvinaria vitis
  • Classe: Insetti
  • Ordine: Rincoti
  • Famiglia: Coccidi

Identificazione e sintomi

Non dà molti problemi in quanto viene controllato con gli altri trattamenti.

Il danno è dato dalla sottrazione di linfa e dalla produzione di melata.

Ciclo biologico

Compie 1 generazione all’anno, sverna come giovane nella parte aerea della pianta. Gli adulti sono immobili e le femmine ovidepongono nella parte sottostante all’interno di ovisacchi, cioè strutture cerose biancastre che sembrano cotone.

Lotta

  • Polisolfuri di Calcio;
  • Clorpirifos-metil: come lotta estiva.

 

Tignoletta

  • Lobesia botrana
  • Classe: Insetti
  • Ordine: Lepidotteri
  • Famiglia: Tortricidi

Identificazione e sintomi

L’adulto misura 10-12 millimetri, è di colore grigio variegato.

Il danno è dato dagli adulti e dagli stadi larvali:

  • Il primo stadio larvale è detto anche generazione antofaga e si ciba dei bottoni fiorali coprendo i racimoli di seta. Il danno è sopportabile;
  • Il secondo stadio larvale è detto anche generazione carpofaga ed è più dannoso perché si nutre degli acini svuotandoli dando danno:
    • Diretto: fori;
    • Indiretto: infezioni secondarie di Botrite.

Ciclo biologico

Compie 2-3 generazioni all’anno, sverna come crisalide. Gli adulti compaiono ad aprile, si accoppiano e depongono le uova sulle foglie. Le uova schiudono dopo 3 settimane.

Lotta

  • Si usano i prodotti funzionanti contro lo Scaphoideus titanus;
  • Va eseguita contro la seconda e contro la terza generazione, quindi a metà luglio e ad agosto;
  • Soglia d’intervento:
    • Prima generazione: il grappolo deve essere colpito da un terzo a metà;
    • Seconda e terza generazione: il 5% dei grappoli deve essere colpito.
  • Per il monitoraggio del picco di adulti si usano trappole a sessuali (catturano i maschi).

 

  • La lotta viene eseguita insieme a quella contro lo Scaphoideus titanus ma per essere efficace deve essere tarata secondo il periodo del picco:
    • Fenitrotion a 13-14 giorni dal picco;
    • Clorpirifos-etile a 10 giorni dal picco;
    • Confusione sessuale con 250-500 diffusori ad ettaro in un comprensorio.

 

  • Contro le forme giovanili:
    • Tebufenozide: a chiusura uova (fine giugno), ha 20 giorni di efficacia;
    • M.A.C.: simula l’Ecdisone, induce le mute, l’insetto muore in 3-4 giorni perché non era pronto alla muta;
    • Bacillus thuringiensis: dose di 1 Kg/ha, miscelato a 0,5-1 Kg/hl di zucchero, si fanno 2 interventi, il primo a 7-8 giorni dalle catture ed il secondo dopo 8 giorni.

     

Tignola

  • Eupoecilia (=Clysia) ambiguella
  • Classe: Insetti
  • Ordine: Lepidotteri
  • Famiglia: Cochilidi

Identificazione e sintomi

Differisce dalla Tignoletta per la colorazione delle ali che presentano una fascia marrone a metà.

Ciclo biologico

Sverna come crisalide. Compie 2 generazioni all’anno, la prima antofaga e la seconda carpofaga.

Gli adulti del 1° volo si hanno dalla crisalide svernante a maggio-giugno.

Gli adulti della 1A generazione si hanno dagli adulti del primo volo.

Lotta

  • La soglia è uguale a quella della Tignoletta;
  • La cattura giornaliera con trappole sessuali mediamente è di 6-8 maschi;
  • I principi attivi da usare sono gli stessi che si impiegano contro la Tignoletta.

 

Cecidomia della Vite

  • Dichelomyia oenophila
  • Classe: Insetti
  • Ordine: Ditteri
  • Famiglia: Cecidomidi

Identificazione e sintomi

L’adulto misura 1-2 millimetri di lunghezza. Le larve sono Apode.

Le larve producono delle galle sia sulla pagina fogliare superiore (lisce) che su quella inferiore (con della peluria). Le galle sulla pagina inferiore presentano il foro d’uscita dell’adulto.

Il danno è dato dalla riduzione della superficie fogliare fotosintetizzante.

Ciclo biologico

Sverna come larva nel terreno, compie 1 generazione all’anno e ovidepone nella pagina inferiore della foglia.

Lotta

  • Per controllarla è sufficiente la lotta contro la Tignola e gli interventi solitamente non servono;
  • Fosfamidone;
  • Dimetoato.

 

Bostrichi della Vite

  • Sinoxylon perforans
  • Sinoxylon sexdentatum
  • Classe: Insetti
  • Ordine: Coleotteri
  • Famiglia: Bostrichidi

Identificazione e sintomi

Misura 5-6 millimetri di lunghezza. Le larve danneggiano l’internodo mentre nelle viti allevate a Sylvoz l’anello scavato dalle femmine crea la rottura del tralcio durante la piegatura. Colpiscono le piante morte o, in mancanza di esse, tralci sani.

Ciclo biologico

Sverna come adulto nei tralci, compie 1 generazione all’anno. Gli adulti escono in aprile, le femmine ovidepongono nel legno all’altezza del nodo scavando in circolare una galleria a forma di anello.

Le larve compaiono a giugno e si spostano nell’internodo. Si nutrono di legno.

Lotta

  • Si combattono solo con l’asportazione delle piante morte.

 

Sigaraio della Vite

  • Byctiscus betulae
  • Classe: Insetti
  • Ordine: Coleotteri
  • Famiglia: Attelabidi

Identificazione e sintomi

Misura 7 millimetri di lunghezza, ha riflessi metallici e il rostro è allungato ed appiattito.

Morde il picciolo causando l’arrotolamento della foglia che diventa un riparo per le sue uova.

Il danno è solamente estetico data la scarsa presenza dell’insetto.

Lotta

  • Non viene combattuto in quanto il danno non giustifica un intervento.

 

Ragnetto Rosso dei fruttiferi e della Vite

  • Panonychus ulmi
  • Classe: Aracnidi
  • Ordine: Acari
  • Famiglia: Tetranichidi

Identificazione e sintomi

La femmina misura 0,5 millimetri ed è di colore rosso, è visibile ad occhio nudo ed ha sul corpo delle setole. Il maschio misura 0,4 millimetri ed è di colore verde-arancione poco appariscente.

Il Ragnetto Rosso è molto veloce negli spostamenti e ne sono presenti molti per ogni foglia.

Viene favorito da un clima caldo e siccitoso soprattutto se non c’è equilibrio biologico, cioè se il vigneto viene trattato con insetticidi poco selettivi vengono a mancare gli Acari Fitoseidi, suo predatori naturali.

Il danno è rappresentato dalla filloptosi totale e colpisce fino in vendemmia.

Ciclo biologico

Sverna come uovo durevole sui tralci vicino alle perule delle gemme. Le uova invernali sono di colore rossastro e vengono deposte in gruppetti mentre le uova estive sono meno appariscenti.

Compie 8 generazioni all’anno in condizioni favorevoli.

Lotta

  • La soglia è di:
    • Primavera: 4-5 individui per foglia;
    • Estate: 6-7 individui per foglia.
  • Se i germogli sono piccoli, verde scuro e poco brillante si tratta assieme al secondo intervento per l’Escoriosi.
  • Si sceglie l’acaricida in base alla popolazione presente perché può essere adulticida, neanicida o ovicida.
  • Una volta si usava il Dinocap.
  • Gli acaricidi agiscono per contatto, quindi bisogna bagnare bene la foglia trattando con un volume normale.
  • Il campionamento veloce si effettua schiacciando la foglia tra due pezzi di carta e si contano le macchie rosse.
  • Acaricidi selettivi:

Nome

Adulti

Neanidi

Uova

Tempo di

Carenza

Classe

Tossicologica

Note

Bromopropilate

X

X

X

21 gg

 

 

Flufenoxuron

(n.c. Cascade)

 

X

X

 

 

Sterilizza le femmine

Fenazaquin

X

X

 

28 gg

Xn

Potere abbattente

Fenpyroximate

X

X

 

28 gg

Xn

 

Tebufenpirad

X

X

 

28 gg

n.c.

 

Clorfentezine

 

X

X

30 gg

n.c.

Costa 400 €/l

Hexytiazox

 

X

uova estive

14 gg

n.c.

 

 

 

Ragnetto Giallo della Vite

  • Eutetranychus carpini
  • Classe: Aracnidi
  • Ordine: Acari
  • Famiglia: Tetranichidi

Identificazione e sintomi

La femmina misura 0,4 millimetri, il maschio 0,3.

Rimane vicino alle nervature principali della pagina inferiore della foglia, non si muove ed è poco appariscente. Attacca in modo non omogeneo nel vigneto formando piccoli focolai di 2-4 viti.

Si trova nella parte più fitta e vigorosa della pianta, specialmente nelle foglie basali.

Si nutre della linfa causando ingiallimenti. In primavera colpisce i germogli, il danno finale è la filloptosi totale.

Ciclo biologico

Sverna come femmina adulta fecondata.

Compie 5-6 generazioni con la presenza contemporanea di varie età.

Lotta

  • E’ più difficile da controllare del Ragnetto Rosso;
  • Si usano gli stessi principi attivi del Ragnetto Rosso in modo che colpiscano tutte le forme (adulti, neanidi ed uova) perché sono presenti contemporaneamente.
  • Fenpyroximate e Hexytiazox abbinati;
  • La soglia è di:
    • 4-5 forme mobili per foglia;
    • Metà dei germogli colpiti al germogliamento.

     

Erinosi della Vite

  • Colomerus (=Eriophyes) vitis
  • Classe: Aracnidi
  • Ordine: Acari
  • Famiglia: Eriofidi

Identificazione e sintomi

L’agente dell’Erinosi ha respirazione cutanea, gli adulti sono di colore giallo chiaro e molto piccoli.

Il danno è dato dalla formazione di bolle sulla pagina superiore delle foglie a cui, nella parte inferiore, corrispondono delle feltrosità biancastre dovute ad una ipertrofia dei peli (dovuta alla reazione agli enzimi contenuti nella saliva) che creano un microclima umido adatto per questo acaro.

Ciclo biologico

Sverna come adulto nelle perule delle gemme. Compie 7 generazioni all’anno.

Lotta

  • Di solito non si effettua;
  • Bromopropilate;
  • Zolfo Ventilato o Bagnabile come elemento di disturbo per l’acaro.

 

Acariosi della Vite

  • Phyllocoptes (=Calepitrimerus) vitis
  • Classe: Aracnidi
  • Ordine: Acari
  • Famiglia: Eriofidi

Identificazione e sintomi

L’acaro agente dell’Acariosi è di colore giallo e di forma allungata. Si trova sicuramente nei nuovi impianti.

Alla ripresa colpisce i germogli che si presentano stentati e con internodi corti.

Le foglie rimangono piccole, asimmetriche e necrotizzate. Le ultime generazioni creano bronzature sulle foglie più giovani e sui tralci

Ciclo biologico

Sverna come femmina adulta all’interno delle gemme. Le generazioni si spingono anche fino a luglio.

Le generazioni più pericolose sono le ultime.

Lotta

  • Va effettuata immediatamente altrimenti le piante possono venire compromesse;
  • Endosulfan: non microincapsulato (l’altro è più blando), 300 ml/hl;
  • Usare sempre un adesivante e il volume normale.

 

Nematodi Galligeni

  • Meloidogyne incognita
  • Meloidogyne javanica
  • Classe: Nematodi
  • Ordine: Tylenchida
  • Famiglia: Heteroderidae

Identificazione e sintomi

Sono endofiti, possono rimanere quiescenti nel terreno sottoforma di cisti o uova.

La femmina è a forma di fiasco mentre il maschio è snello.

Diventano vettori di virosi. Le loro dimensioni vanno da 1-2 a 10 millimetri.

Ciclo biologico

Compie al massimo 6 generazioni all’anno. La riproduzione è sessuata e raramente partenogenetica.

Le uova vengono deposte in una sostanza gelatinosa.

La larva compie la prima muta nell’uovo, quindi da esso esce una larva di seconda età che entra nella radice.

Lotta

  • Fumigazioni: vanno fatte prima dell’impianto, risolvono solo in parte il problema e solo per qualche anno. Dopo la fumigazione bisogna pacciamare il terreno per evitare che i principi attivi vengano liberati nell’atmosfera perdendo l’efficacia. I principi attivi da usare sono:
    • Fenamifos: tempo di carenza non stabilito;
    • Etoprofos: tempo di carenza molto lungo, classe tossicologica Xn o T in base alla concentrazione.

     

Xifinema della Vite

  • Xiphinema index
  • Classe: Nematodi
  • Ordine: Dorylaimidi
  • Famiglia: Longidoridae

 

Identificazione e sintomi

E’ ectofita, le dimensioni sono più grandi di quelle dei Nematodi Galligeni, arriva a 5 millimetri di lunghezza ed è molto mobile. Raggiunge i 2 metri di profondità. La sua presenza è sintomo della stanchezza del terreno. Crea necrosi alle radichette ma soprattutto diventa vettore di virus.

 

Ciclo biologico

Da uovo ad adulto impiega circa 1 mese e vive un anno.

 

Lotta

  • Si possono effettuare solo rotazioni in quanto non verrebbe colpito dalle fumigazioni che disinfestano solo i primi 30 centimetri circa del terreno.

 

Fonte: http://bandacerletti.altervista.org/documenti/biologia/vite.doc

http://bandacerletti.altervista.org/download.html

Sito web da visitare: http://bandacerletti.altervista.org

Autore del testo: Righetto A.

 

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