Sistema osseo umano
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Sistema osseo
Il corpo dell’uomo è composto da una parte molle e da una parte rigida; la parte rigida che sostiene quella molle è detta scheletro.
Esso è una robusta impalcatura, ben visibile nella radiografia, ricoperta in molti punti da muscoli.
Lo scheletro è costituito da circa 200 ossa di forma molto varia: ogni osso è costituito da cellule caratteristiche di questo sistema: le cellule osse.
Queste cellule sono tenute insieme da una sostanza in gran parte minerale (calcio e fosforo) che conferisce all’osso solidità e rigidezza.
Poiché le cellule ossee come tutte le altre cellule del nostro organismo hanno bisogno di sostanze di nutrimento, sono percorse da sottili canali nei quali scorre il sangue che porta ad esse gli elementi nutritivi.
Le ossa essendo rigide, sono unite d articolazioni che rendono possibili i movimenti del nostro corpo.
Il ginocchio e il gomito sono articolazioni che permettono di flettere ed estendere la gamba e il braccio. Queste articolazioni sono avvolte da una capsula, all’interno della quale si trova un liquido che facilita il movimento.
La colonna vertebrale è costituita da 33 ossa sovrapposte (vertebre), cave internamente e percorse dal midollo nervoso; sono unite tra loro da articolazioni sufficientemente mobili per mezzo delle quali la colonna vertebrale permette i movimenti del tronco.
Dalla colonna vertebrale partono dodici paia di coste, dieci delle quali sul davanti si uniscono allo sterno mentre le ultime due rimangono libere. La colonna vertebrale posteriormente e le coste e lo sterno anteriormente, formano la gabbia toracica che racchiude e protegge organi molto delicati come il cuore e i polmoni.
Gli arti superiori si articolano con le scapole, ossa che fanno parte della spalla.
Sulla prima vertebra si articola il capo, composto da varie ossa unite tra loro da articolazioni non mobili. Il capo è divisibile in due parti: cranio e faccia. Alla parte inferiore della colonna vertebrale sono unite le ossa del bacino su cui si inseriscono gli ari inferiori
Principali articolazioni
- scapolo-omerale: unisce l’osso del braccio (omero) alla scapola, situata nella parte posteriore del tronco.
- Gomito: unisce l’osso del braccio (omero) alle ossa del avambraccio (radio e ulna).
- Polso: congiunge le ossa dell’avambraccio (radio e ulna) alle ossa della mano (carpo).
- Coxo-femorale: unisce l’osso della coscia (femore) con l’anca.
- Ginocchio: unisce l’osso della coscia (femore) con l’osso della gamba (tibia).
- Caviglia: unisce le ossa della gamba (tibia e fibula) con le ossa del piede.
Dividiamo lo scheletro in scheletro assiale, che termina con la testa o cranio, e scheletro degli arti. La muscolatura ossea si divide in due gruppi principali: muscoli del tronco e muscoli degli arti.
Scheletro assiale
Lo scheletro assiale è formato dalle vertebre che, sorapposte, formano la spina dorsale, dallo sterno e dalle costole.
Vertebre
Nell’età dello sviluppo, sulla parte dorsale del tronco, vi sono 33-34 vertebre indipendenti. La vertebre ( in greco: spondylos) vengono distinte in cinque gruppi aseconda della regione di cui fanno parte:
- Vertebre cervicali in numero di 7 ;
- Vertebre toraciche in numero di 12;
- Vertebre lombari in numero di 5;
- Vertebre sacrali in numero di 5;
- Vertebre coccigee in numero di 5.
Nell’età adulta solo i primi tre gruppi conservano la loro indipendenza. Le vertebre sacrali si fondono nell’osso sacro e quelle coccigee nel coccige. Le vertebre del primo gruppo vengono definite vertebre libere (vere), le vertebre del secondo gruppo invece attaccate (non vere).
Forma e motilità
La colonna vertebrale non è diritta, ma è incurvata in modo caratteristico, sia sul piano sagittale sia sul piano frontale.
- l’incurvamento sul piano sagittale dà alla spina dorsale la forma di una S. L’incurvamento con la convessità rivolta indietro porta il nome di cifosi mentre l’incurvatura con la convessità rivolta un avanti si chiama lordosi. Distinguiamo la lordosi cervicale e lombare e la cifosi toracica e sacrale. La suddetta curvatura della colonna vertebrale si manifesta durante lo sviluppo, dopo la nascita. Nel neonato la colonna vertebrale, se è steso in una superficie piana è diritta. Se lo poniamo a sedere la spina dorsale forma un arco unico, convesso indietro. La prima curvatura che si manifeste è la lordosi cervicale. Si forma nel periodo in cui il fanciullo dalla posizione distesa sul ventre, alza la testa. Si forma per trazione dei muscoli della nuca che sono più forti. Allorché il fanciullo comincia a sedersi e a camminare, per la trazione dei muscoli del dorso, soprattutto dalla parte lombare, si sviluppa la lordosi lombare. La cifosi toracica è l’elemento di compensazione della lordosi. All’inizio tali incurvamenti sono passeggeri. Solo dopo il quinto e sesto anno di vita incominciano a fissarsi e persistono anche durante il sonno. Oltre che dalla trazione muscolare, la lordosi trova una causa, anche se secondaria, nel peso dei visceri cervicali e addominali. La colonna vertebrale forma così in un certo modo una molla elastica, la cui parte superiore sostiene il capo, mentre l’inferiore è posta tra le due ossa del bacino. L’accorciamento di questa molla (quando per esempio si conclude un salto) contribuisce ad attutire parte del colpo. Una curvatura sviluppata normalmente si riflette anche nella giusta forma del dorso e viceversa. In caso di insufficiente formazione di questa curvatura, abbiamo il dorso piatto. Rappresenta un segno di debolezza muscolare . al contrario il dorso arcuato è presente nelle persone con potenti muscoli dorsali e potenti grandi pettorali.
In tal caso la lordosi, e quindi anche la cifosi toracica sono particolarmente evidenti. Specialmente in coloro che praticano gli attrezzi. Se la colonna cervicale e toracica formano un arco continuo convesso indietro e la testa è chinata in avanti, parliamo allora di schiena tonda. Le cause possono essere diverse:
- la debolezza (astenia) muscolare , soprattutto dei muscoli della nuca; è così che spesso abbiamo le schiene tonde negli alunni delle scuole;
- il modo in cui si lavora oppure in cui si fa sport : vedi i falegnami, i ciclisti, ma anche (seppure in misura inferiore ) i giocatori di pallavolo e di hockey;
- l’età: dorso tondo dei vecchi. Nella vecchiaia si riducono i dischi intervertebrali, che contribuiscono in modo notevole a creare una curvatura normale della colonna spinale ( i dischi intervertebrali nella colonna cervicale e lombare sono nella parte anteriore più alti che in quella posteriore, nella toracica è il contrario). Se sistemiamo le vertebre una sull’altra senza dischi intervertebrali la colonna vertebrale forma un arco cifotico unico. Ed è appunto per questo che l’individuo, quando è vecchio, non solo è più basso, ma anche curvato in avanti.
- Sul piano frontale, la colonna vertebrale è leggermente (fisiologicamente) deviata lateralmente. Si parla in tal caso di lateralità o scoliosi della colonna. Di solito la colonna nella parte toracica è leggermente deviata a sinistra e ciò dipende dal maggior sviluppo della muscolatura della parte destra e da un’asimmetria incrociata degli arti, cioè dal fatto che l’arto superiore destro e l’arto inferiore sinistro sono di solito più lunghi. Una scoliosi passeggera più accentuata si forma in caso di maggiore appesantimento di uno degli arti superiori oppure in caso di posizione obliqua del bacino ( per esempio piegando una gamba sotto le natiche mentre si siede). Se la colonna vertebrale viene oberata più volte e per periodi più lunghi da una sola parte, allora può determinarsi una scoliosi più marcata. Questa lateralità viene spesso a riscontrarsi soprattutto in quei bambini che hanno muscoli deboli e dorso piatto.
Le scoliosi più accentuate, i dorsi più rotondi ed altri difetti simili di portamento, rappresentano portamenti non estetici, ma soprattutto influenzano in modo negativo sia il sistema motorio ( si verifica per esempio il consumo anzi tempo di quelle strutture sottoposte a maggior fatica), che altri sistemi, in particolare circolatorio e respiratorio. Così, per esempio, il dorso rotondo ha come conseguenza l’insufficiente sollevamento delle costole e questo significa respirazione superficiale, che a sua volta condiziona frequenti affezioni polmonari e provoca anche difficoltà per l’apparato circolatorio. Al portamento difettoso e non corretto si adattano, deformandosi, anche le strutture ossee e così insorge una deformità perenne , che non è possibile eliminare con semplici esercizi.
La mobilità della colonna vertebrale è data dalla somma dei piccoli movimenti, possibili solo tra le vertebre adiacenti. Ma tale somma è notevole se teniamo conto che le vertebre libere sono ventiquattro. L’ampiezza di questi piccoli movimenti sommati può essere espresso in modo assai approssimativo in gradi. Oscilla in modo notevole a seconda del tipo di attività fisica, e muta con l’età. La mobilità della colonna vertebrale del fanciullo è notevole, mentre diminuisce con il passare degli anni, tanto che nel vecchio è scarsa ( per l’appiattimento dei dischi intervertebrali).tale processo può essere ritardato notevolmente da una idonea educazione fisica. Le parti più mobili sono la colonna cervicale e il passaggio della colonna toracica a quella lombare. La parte meno mobile è quella toracica. Distinguiamo questi movimenti:
- anteflessioni e retroflessioni (estensione)
- latero flessioni
- rotazioni o torsioni
- molleggiamenti
Anteflessioni e retroflessioni: si svolgono con una ampiezza di circa 180°. Circa 60° sono da attribuirsi alla colonna cervicale. Si attuano soprattutto nei settori cervicale e lombare . I movimenti della colonna toracica sono limitati, in particolare, dalle costole. Portandosi in flessione si verifica una compressione delle costole e con ciò si provoca una espirazione mentre al contrario l’estensione provoca un’apertura a ventaglio delle costole e con essa un’inpirazione.
Le latero flessioni hanno un’ampiezza di circa 80° nella colonna cervicale e nel resto della colonna di circa 40° (da ogni parte). Si svolgono in prevalenza negli stessi settori della colonna vertebrale in cui si svolgono i movimenti precedenti. Le lateroflessioni sono sempre collegate alla rotazione delle vertebre. Dalla parte della lateroflessione la vertebra si volta indietro e in basso, e dalla parte opposta in alto e in avanti.
La rotazione ha luogo nella colonna cervicale e toracica. E’ quasi esclusa nella colonna lombare. La sua ampiezza per parte è di circa 60° nella colonna cervicale.
Combinando tutti questi movimenti abbiamo la circonduzione.
I movimenti di molleggio de una determinata curvatura a S della colonna vertebrale permettono di accorciare e allungare la colonna in direzione verticale. Portano ad ammortizzare gli urti quando si cammina, quando si conclude un salto, eccetera.
Torace
Il torace è formato dalle vertebre toraciche, dallo sterno e dalle costole. Il torace ha la forma di un cono tronco. La parte superiore, più stretta, è limitata dalla prima vertebra toracica, dalla prima costola e dal margine superiore del manubrio sternale. E’ inclinato obliquamente in avanti. L’angolo di inclinazione aumenta con l’avanzare dell’età. Nei bambini è molto piccolo e perciò, osservando dal davanti il collo, è assai corto. L’adito al torace è occupato dai bronchi, dall’esofago, dai nervi e vasi che corrono ai loro lati. La parte opposta del torace è l’imitata dalla dodicesima vertebra toracica, dalla dodicesima costola e dalle terminazioni cartilaginee che vanno dall’undicesima alla settima costola. Le terminazioni cartilaginee delle suddette costole formano l’arco costale, che è ben visibile e palpabile.
Entrambi gli archi formano insieme un angolo maggiore o minore diviso dall’apofisi xifoidea. L’uscita del torace è chiusa da un muscolo piatto, che forma una volta all’interno del torace e si chiama diaframma. Le pareti materiali del torace, formate da costole, sono tappezzate dai muscoli intercostali. Le stesse costole sono evidenti o per lo meno palpabili sul corpo umano. Nel contare le costole partiamo dalla seconda, che palpiamo sotto la terminazione interna della clavicola mentre non è possibile individuare al tatto la prima costola.
Il torace è schiacciato in senso anteroposteriore. Questo schiacciamento dipende dalla posizione eretta del corpo. Sul torace del neonato non è ancora evidente ( il rapporto tra larghezza e profondità del neonato è di 11: 10, nell’adulto 36:24) aumentando il diametro trasversale del torace (con il piegamento ad arco delle costole all’indietro, in conseguenza del quale la colonna vertebrale si affaccia all’interno della cavità toracica) viene conquistato spazio per una migliore disposizione dei visceri in rapporto alla colonna vertebrale, cosa questa che riveste eccezionale importanza per la posizione eretta. La forma del torace dipende anche dal movimento delle costole. Questo movimento ha luogo lungo un asse che è orientato in direzione del collo della costola. Si tratta di movimenti rotatori, durante i quali le estremità anteriori delle costole si sollevano e lo sterno si allontana dalla colonna vertebrale ( e viceversa). Cosi il diametro antero-posteriore del del torace aumenta oppure diminuisce. Al tempo stesso si allontanano le una dalle altre costole rispondenti di entrambe le parti e con questori ha un allargamento trasversale del torace. L’inspirazione è accompagnata dal raddrizzamento della colonna vertebrale ( e da ciò si capisce l’importanza che hanno gli esercizi a carattere respiratorio per la prevenzione di un errato portamento del corpo). Il torace è come un sacco pneumatico, che per la colonna vertebrale rappresenta un appoggio saldo e al tempo stesso elastico e permette di utilizzare, per mantenere eretta la colonna, anche i muscoli che si trovano sulla parte opposta, cioè ventrale, del tronco. Tale attività dei muscoli ventrali è res possibile dalle costole, che come leve lunghe, rafforzano la loro influenza sulla colonna vertebrale.
Il volume della cavità toracica viene così aumentato o diminuito dai movimenti alternati delle costole. Aumentando il volume si ha l’inspirazione, riducendo il volume l’espirazione. Questi due tipi di movimento hanno anche dato il nome a due tipi opposti di torace: il torace inspirativo e quello espirativo. Il torace espirativo è lungo, stretto, con notevole decorso obliquo delle costole. Il torace inpirativo è il contrario del precedente, corto, largo e il decorso delle costole è quasi parallelo. Un tipo espirativo accentuato, cioè con torace assai lungo, stretto, con decorso ripido delle costole, e il torace astenico (astenia: debolezza muscolare). E’ un torace che appare come fosse fissato in posizione espirativi. Accentuando invece le caratteristiche del torace inspirativo, cioè corto, largo, con costole a decorso parallelo, si ha il torace a botte. E’ un tipo di torace che appare come fosse fissato nella posizione di inspirazione. Tale torace porta anche il nome di torace tisico. Si riteneva infatti che le persone che avevano un torace così fatto, avessero anche la tendenza a divenir tubercolose.
Forma patologiche sono il torace carenato, cioè il torace in cui lo sterno è spinto in avanti e il torace da calzolaio, in cui il torace presenta la parte inferiore dello sterno affossata all’interno verso la colonna vertebrale.
La capacità fisiologica del torace non è tanto determinata dalla forma del torace, quanto dal rapporto tra circonferenza del torace in inspirazione e espirazione. Tale rapporto deve rappresentare circa il 10% ella circonferenza media del torace. Tale circonferenza media è la media aritmetica tra le due circonferenze in ispirazione ed in espirazione. La circonferenza del torace viene misurata con un metro a nastro, negli uomini all’altezza dei capezzoli, nelle donne poco al di sopra di essi. La posizione del torace, in stato di quiete viene a trovarsi tra la posizione inspiratoria ed espiratoria (più vicina a quella inpiratoria). Comprimendo il torace di un individuo che abbia perso i sensi, provochiamo l’espirazione, mentre una certa piccola ispirazione ha luogo spontaneamente, non appena cessi la compressione sul torace.
Il torace, soprattutto nella prima infanzia, è assai plastico e la sua curvatura può essere influenzata notevolmente con esercizi adeguati, durante un periodo di tempo relativamente breve.
Scheletro degli arti superiori
Lo scheletro degli arti superiori si compone di :
- cingolo degli arti superiori;
- scheletro degli angoli superiori liberi;
scheletro del cingolo scapolare
Il cingolo scapolare è formato da due ossa, la scapola e la clavicola.
La scapola è un osso piatto triangolare. Ha due superfici
Fonte: http://www.liceicarbonia.it/public/pagine/allegati/sistema%20osseo.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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