Ibis sacro
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Ibis sacro
IBIS SACRO - Threskiornis aethiopica o aethiopicus
Laboratorio interdisciplinare e multidisciplinare di Scienze Naturali
ORNITOLOGIA - Gli UCCELLI –
Collegamento con STORIA - La CIVILTA’ degli EGIZI
Collegamento con GEOGRAFIA storica ed attuale
Regno ANIMALI
Classe UCCELLI
Ordine CICONIFORMI – Trampolieri tropicali
Famiglia TRESCHIORNIDI
Lunghezza cm.75
Apertura dell’ala da 33 a 38,90 cm., entrambe aperte m. 1,12 – 1.24
Peso circa 1,5 kg.
Età di vita media - può vivere fino a 21 anni
Migratore e semistanziale, della taglia di un gallo, diurno, presente nelle regioni tropicali ed equatoriali dell’Africa.
IBIS SACRO degli antichi EGIZI era venerato come incarnazione del dio THOT, il dio della SCRITTURA, scrivano degli dei e rappresentato nell’atto di consegnare al dio OSIRIDE il “LIBRO della VITA” perché i defunti potessero affrontare l’aldilà, nidificava lungo tutto il corso del NILO fino al grande delta.
HABITAT
Oggi, questo uccello così importante ai tempi dei faraoni è pressoché scomparso dal corso del Nilo.
Gli ultimi individui sono stati segnalati tra il 1850 e il 1860
Fa brevi apparizioni nelle terre d’Egitto per poi spostarsi in Abissinia (ETIOPIA), è rintracciabile nel Sudan, nel Congo, nel Madagascar e in Asia (India) ma anche nelle Isole Canarie e nelle isole Azzorre.
Non mancano specie migratrici che durante l’estate popolano le rive dei fiumi e le paludi dell’Europa Centrale.
Nelle zone fluviali e lacustri africane,negli estuari, si possono però ancora scorgere formazioni a a V dove i colpi del capofila si trasmettono come un’onda a tutti gli altri uccelli, che così regolano il loro volo: di tanto in tanto fa sentire la sua voce stridula, il suo verso che è un “ cra…cra… “
Al cader della notte gli IBIS cercano un albero sul quale ritirarsi, dividendo con i congeneri, ma anche con altri uccelli come Spatole,Aironi e Marabù (Cicogna gozzuta): si formano così enormi colonie di volatili disposti su file.
COMPORTAMENTO
Per questo suo associarsi al altri uccelli è classificato come GREGARIO
Altri IBIS invece sono STANZIALI, altri compiono spostamenti regolari, vengono detti NOMADI.
Essendo definito SPECIE SOCIALE, l’Ibis sacro è solito muoversi e alimentarsi in gruppi da 2 a 20 individui, occasionalmente, se vi è una grande abbondanza di prede, si trova in stormi di eccezionale grandezza.
Le colonie di nidificazione ospitano fino a 2000 coppie, su alberi spesso condivisi con altre specie di Ibis, spatole, cicogne e aironi.
A volte questa associazione viene mantenuta anche nel periodo dell’allevamento e gli IBIS costruiscono i nidi, spesso a terra, accanto a quelli di altri uccelli, usando sterpi e rami accuratamente disposti.
RIPRODUZIONE
La nidificazione ha in genere inizio durante o poco dopo la stagione piovosa.
Le popolazioni fanno ritorno, anno dopo anno, nelle stesse affollate colonie: quindi si formano rapidamente le coppie.
La coppia sceglie luoghi posti tra i rami di un albero spinoso, talvolta su bassi arbusti o anche sul terreno; la femmina costruisce il nido con rametti ed erbe procurati dal maschio.
Depone fino a 5 uova, ma di solito da 3 a 4 uova di colore azzurro pallido con macchie rosse ed entrambi i genitori le covano per 28-29 giorni.
I piccoli alla nascita sono completamente indifesi e inetti, bianchi con testa e collo nero nudi come quello dei genitori. Il pulcino appena schiuso dall’uovo presenta sull’ala “UN ARTIGLIO “ ben visibile e ha il becco quasi diritto. Con la crescita, le penne coprono l’artiglio alare e il becco si incurva lentamente fino ad assumere l’aspetto definitivo.
Più tardi le penne remiganti, quelle esterne delle ali, le più robuste degli uccelli, asimmetriche e appuntite, si orlano di colore bruno e si sfrangiano presentando, a volte, iridescenze verdastre e sulla coda appare un grosso ciuffo di penne sfrangiate di colore bruno-nero (12 penne timoniere)
A 5-6 settimane sono completamente piumati e perfettamente in grado di volare
Il tasso di sopravvivenza dei pulcini degli Ibis sacri è decisamente basso: è raro infatti che più di un solo pulcino lasci il nido vivo.
Entrambi i genitori si incaricano dell’alimentazione e quando uno di loro arriva al nido con il gozzo pieno, gli irrequieti piccoli – molto voraci - si avventano insistentemente sul suo becco - o danno beccate – finchè il genitore, rispondendo allo stimolo, apre la bocca per rigurgitarne il cibo.
Il BECCO, possente e ricurvo a forma di pinzetta che tocca a volte i 18 cm., è il più robusto tra tutte le specie di ibis. Le narici, sono poste alla base del becco, un adattamento per evitare che il flusso d’aria si blocchi mentre l’uccello sta scandagliando il fango alla ricerca di prede.
Quando si muove a terra, fra le piante acquatiche, l’IBIS ha un’andatura lenta: il corpo è coperto di piume bianche sfrangiate sulle ali, le zampe corte di colore nero, i piedi servono sia per camminare sul terreno fangoso sia per posarsi sui rami. Le dita lunghe PALMATE alla BASE assicurano buona stabilità e presa sicura, il collo e la testa nudi, color GIAIETTO (nero lucido) .
Vive sulle rive dei fiumi, laghi,lagune, stagni e paludi, lungo i corsi d’acqua lenti che scorrono in mezzo ai canneti e ai papireti,sulle coste marine e sui terreni coltivati,zone aperte, aree umide, piane allagate e specchi d’acqua.
Talvolta, come fanno le Spatole – uccelli della stessa Famiglia - “falcia” l’acqua con il becco aperto, trattenendo con prontezza tutto quello che arriva a portata.
E’ considerato ONNIVORO,coabita facilmente con l’uomo e consuma rifiuti vari intorno alle abitazioni, soprattutto se ci sono pozze d’acqua.
Si alimenta soprattutto di prima mattina e verso il tramonto, trascorrendo la giornata a riposo sugli alberi, spesso con il becco spalancato per mantenere più fresca la temperatura corporea.
Impiega molto tempo a ripulire e rassettare il piumaggio, facendo il bagno in acque basse, allungando il collo e sbattendo vigorosamente l’acqua con le ali.
Si nutre di insetti con predilezione per le cavallette e i coleotteri, soprattutto gli scarabei stercorari, grilli ma, in mancanza, anche piccoli anfibi come le rane.
Altro cibo come nutrizione sono le chiocciole, i vermi, i granchi, le lucertole, piccoli mammiferi (topolini).
Inoltre, se ne ha la possibilità, l’Ibis si ciba anche i uova e nidiacei di uccelli di altre specie.
Si nutre anche di carogne ed è spesso il primo ad arrivare dopo gli incendi di zone erbose per avventarsi sulle carcasse delle vittime del fuoco.
Curiosa è l’osservazione in cui uno storrmo di Ibis si alimenta in una zona umida, quando all’orizzonte si profila un incendio,
Avvicinandosi l’incendio, lo stormo si dirige prontamente in volo verso la zona già bruciata.
Lo stormo attera al suolo abbandonato dal fuoco, alla ricerca delle sue inevitabili vittime e in un tronco di legno ormai carbonizzato gli Ibis trovano le lucertole nascoste, facili prede che invano avevano cercato rifugio dal fuoco.
Al tempo dei faraoni, quando il livello delle acque del Nilo si abbassavano lasciando allo scoperto grandi estensioni fangose (il limo) propizie all’incubazione delle uova dei serpenti, gli IBIS SACRI si riunivano in gruppi molto numerosi per saccheggiare i nidi o divorare i piccoli e forse fu questa una delle principali ragioni che spinsero gli EGIZI a proteggere questi UCCELLI.
Gli EGIZI lo adoravano e innalzavano a lui templi poiché rendeva servigi al Paese quando questo veniva invaso dai “ SERPENTI ALATI “, individuati nelle LOCUSTE, le grandi CAVALLETTE, che ogni anno giungevano dall’Arabia provocando grandi e gravi devastazioni ai campi coltivati.
ERODOTO, scrittore greco che visitò l’Egitto di quel tempo, nelle sue osservazioni aggiunge di aver visto presso la città di BUTO, ai margini delle paludi che delimitavano il delta occidentale, ( oggi la città si chiama TEP) :
“ grande copia (numero) di ossa e resti di questi serpenti alati “
Il nome BUTO, in egiziano significa “Casa della dea Uto”, venerata in forma di serpente, adorna della corona rossa del Basso Egitto, ed era ritenuta nutrice di Horo.
La città di BUTO fu in realtà uno dei principali centri della leggenda osiriaca: dopo l’uccisione di Osiride – da parte del fratello Set – Iside, sua sposa, si era rifugiata nelle paludi con papireti del vicino delta, al riparo dalle persecuzioni del cognato Set e lì, nascosto, crebbe il figlio Horo il dio falco che, adulto, viene a richiedere il legittimo trono del padre Osiride.
Nella città di BUTO i più importanti templi erano dedicati ad Iside e ad Horo e lì aveva sede anche un importante e celebra oracolo.
Anche gli scrittori latini come i romani MARCO TULLIO CICERONE e SOLINO hanno ripetuto questa versione ma, mentre Erodoto scriveva di “serpenti alati”, altri sostituiscono con “serpenti velenosi “ i quali sarebbero stati tanto intimoriti dagli Ibis che la sola vista di questi sarebbe bastata a farli fuggire o a tramortirli.
Secondo il naturalista francese BOURLET, i “ serpenti alati “ sarebbero proprio le locuste – molto appetite dagli ibis – i quali non hanno il becco abbastanza robusto per uccidere i serpenti.
Secondo lo storico francese SAVIGNY l’ibis era venerato perché gli antichi Egizi ponevano in relazione la presenza di questo volatile con il benefico straripamento annuale delle acque del Nilo, apportatrici di fertilità al terreno.
Dopo la loro morte gli IBIS venivano imbalsamati con la massima cura, racchiusi poi in speciali vasi di terra e posti in catacombe.
Nelle necropoli di TEBE (oggi UESET, NEUT e l’attuale sito archeologico di LUXOR ) e di MENFI, sul percorso del Nilo, definita con i nomi:
MURO BIANCO - BILANCIA delle DUE TERRE - VITA delle DUE TERRE
oggi la città di MEN NEFRU MIRE,
sono stati rinvenuti molti corpi di questi uccelli perfettamente conservati
Anche nelle catacombe del sito archeologico di SAQQARA vennero rinvenuti i corpi mummificati di un milione e mezzo di Ibis sacro.
Questi uccelli venivano allevati nei templi, lasciati liberi di costruire i nidi e circolare
nella città tanto da rappresentare - secondo quanto ci hanno tramandato gli scrittori greci ERODOTO e STRABONE - un ostacolo alla circolazione.
Chi avesse ucciso un IBIS, anche inavvertitamente, andava incontro alla lapidazione da parte della folla furibonda e da queste notizie si può considerare che:
l’ IBIS Sacro è stato forse la prima specie di uccello ad essere protetta per legge.
L’IBIS veniva rappresentata nei diversi geroglifici come IBIS COMATA, cioè con la CHIOMA, dietro al capo, uccello scelto per le sue piume dai riflessi metallici, risplendenti e luminosi come i defunti che diventano, secondo i concetti della morte presso gli Egizi, “i luminosi, gli illuminati” con il termine “AKU”
Nei geroglifici il verbo “TROVARE” veniva rappresentato con:
“ un IBIS che becca il suo cibo “
In un cartiglio del faraone Ramesse, l’egittologo francese François Champollion scopre un primo segno raffigurante un IBIS poggiato su un ramo e poiché l’uccello è sacro al dio Thot legge con assoluta sicurezza “THOTMES”.
Il dio ibis è il dio THOT, una delle più importanti divinità egizie, con molteplici aspetti, a volte di ibis, o di cinocefalo (il babbuino) e anche di toro.
Nel “LIBRO dei MORTI “scrive i nomi dei sovrani e le loro imprese sulle foglie dell’ALBERO ISHED, albero sacro per gli Egizi che viene identificato con l’Albero Balanites aegyptiaca che vive nel deserto e dà frutti zuccherini.
Nel “TESTO dei SARCOFAGI” questo albero sacro è dipinto a volte con colori fantasia vivissimi : tronco azzurro e bacche rosse.
Thot era nominato:
“ Il più forte degli dei “
“ Il Signore degli anni “ associato alla luna, il sole morto per gli Egizi
“ Il contabile del tempo della vita “
“ colui che misura il tempo “
“ colui che riempie” l’occhio udjat di tutti i suoi elementi, dio misuratore
“ Il Signore dei libri “ l’inventore dei geroglifici , delle parole divine, cioè lo
scrittore dei testi sacri, - lo scriba - è il dio della scrittura
“ Il dio dei calendari “
“ giudizioso di cuore “ è il dio della giustizia
“ cuore di RA, il sole “
Thot era il saggio, il sapiente, il mago , aveva grandi poteri sugli scorpioni: è lui che salva il dio Horo, bambino, quando è punto da scorpioni velenosi nei papireti del Nilo: è anche il dio della medicina.
Thot è anche colui che “ apre le porte del cielo con la scala di Ermopoli -la scala ermopolitana –
Thot veniva raffigurato e venerato negli angoli dei soffitti e delle volte come:
“ Thot abile in tutte le cose concernenti la vita nella verità “
“ Thot signore delle parole divine, esperto in questioni di giustizia “
“ Thot, pacificatore degli dei “
“ Thot, dio grande che comanda a Ermopoli “
TOPOGRAFIA STORICA dell’EGITTO
(suddivisione del territorio)
Nella topografia storica dell’Egitto l’economia agricola e la formazione di grandi
centri abitati determinarono una suddivisione in DISTRETTI-PROVINCIA
territoriali con un capoluogo: in greco “ NOMOS ” e al plurale “NOMOI” =
“ DISTRETTO “: furono 22 nell’Alto Egitto e 20 nel Basso Egitto.
La topografia archeologica dell’Egitto assegna al:
-Distretto n. 15 “LEPRE” con la città di ERMOPOLI MAGNA capitale, oggi CHMUNU, sulla sponda occidentale del Nilo dell’Alto Egitto, che si riconnetteva ad una divinità, in questo caso, come dei, il dio Ibis THOT
-Distretto n. 15 “IBIS” con la città di HERMOPOLIS PARVA (cioè piccola),
con la capitale DAMANHUR, città di DAMIETTA, oggi DUMYAT, sul delta nord-occidentale del Nilo, Basso Egitto, che si riconnetteva, anche in questo caso
al dio ibis Thot
NOTIZIE ATTUALI da il quotidiano “LA STAMPA” dell’8 dicembre ‘06
Pagina CULTURA - Articolo dello scrittore Sebastiano Vassalli – Premio STREGA e CAMPIELLO
“IBIS, ambasciatore che porta pena”
- L’ibis sacro è arrivato con il nuovo millennio. Può darsi che mi sbagli, ma nella pianura del riso dove vivo, tra NOVARA e VERCELLI, i primi esemplari hanno fatto la loro comparsa soltanto quattro o, al massimo, cinque anni fa.
- Nessuno, in questi posti, aveva mai visto questi UCCELLI dei CICONIFORMI, bianchi e neri con il becco ricurvo, che poi si sono acclimatati in pochissimo tempo e ormai sembrano essere una presenza abituale, come l’AIRONE CINERINO e la GARZETTA (documentati nella pittura e nella letteratura da almeno quattro secoli).
- A volte li vedo dalle finestre di casa, nel fosso a fianco della strada dove passano le automobili. Qualche automobilista, sorpreso, rallenta per osservarli; i più tirano diritto.
- Pensano che un UCCELLO FUORI POSTO, nel mondo, non significhi niente: è un animale molto dignitoso e molto bello, impreziosisce il nostro paesaggio, dà una nota di colore alla RISAIA
- Penso che sia un AMBASCIATORE, venuto a darci l’ultimo, amichevole avvertimento per conto del pianeta dove viviamo.-
- Che voglia ricordarci, con il suo essere “FUORI POSTO”, uno stato di precarietà che ormai minaccia anche noi uomini, e che le statistiche non bastano a tenere lontano. “
Notizie da Panda WWF - n. 5 maggio 1998 (già se ne parlava)
“Chi ha visto l’IBIS”
Sono ormai dieci anni che l’IBIS SACRO, un trampoliere tropicale, in antico presente in Egitto ove era adorato come incarnazione di THOT, dio della saggezza, e oggi visibile solo a sud del Sahara e in Mesopotamia, nidifica nel PARCO NATURALE delle LAME del fiume SESIA, in Piemonte.
Non si sa dove questo uccello (le cui catture in Italia si contano sulle dita di mezza mano) sia arrivato e neppure dove trascorra l’inverno.
Fatto sta che l’anno scorso ben 32 di questi Uccelli sono stati visti tutti insieme sulle rive del Sesia, nella GARZAIA ( colonia di AIRONI) dell’ISOLONE di OLDENICO, alla cui protezione anche il WWF ha, negli anni passati , contribuito.
Ora Alessandro Re, guardia del PARCO, vorrebbe sapere dove questo uccello, che si presenta in RISERVA solo in primavera per nidificare, passi la stagione fredda
Le ultime notizie riguardano la presenza dei rari IBIS a CRESTA presenti nella PENISOLA della COREA, al 38° parallelo, in una striscia di terra lunga 248 km. e larga km. 4.
(da La Stampa –La storia-Estero-. “La guerra fa bene agli animali” SPAZI da DIFENDERE – dall’Africa all’Asia sono migrati in massa nelle zone devastate dai conflitti - 2° agosto 2007)
Oggi la Specie dell’IBIS SACRO non risulta nel complesso in pericolo.
La sottospecie di ALDABRA (Isole Seychelles) di fronte alla grande Isola del Madagascar invece lo è stata seriamente fino a non pochi anni fa ma, è ormai in ripresa grazie alla protezione legale e alla oculata gestione dell’isola come Riserva Naturale.
Seguito IBIS SACRO e altre specie di IBIS
( Sacred ibis )
La Famiglia dei T R E S K I O R N I T I D I comprende altre 22 specie di Ibis.
L’IBIS SACRO veniva introdotto nelle tombe dei faraoni, mummificato.
Nella Bibbia si trovano diversi riferimenti all’IBIS, soprattutto nel Libro di Giobbe,dove gli vengono attribuite facoltà di preveggenza perché preannunciava le piene del NILO.
Attualmente, l’IBIS Sacro è estinto in Egitto ma prolifera in altri luoghi come la maggior parte dell’Africa a sud del deserto del Sahara e nelle paludi dell’IRAQ sud orientale. Da tempo, è ormai stanziale e non più migratore e per l’Italia è presente nella pianura umide delle risaie di Novara e di Vercelli in Piemonte
Per i nocivi interventi dell’uomo l’IBIS dell’isola di SADO, detto IBIS Giapponese (Nipponia nippon) in GIAPPONE e anche IBIS SACRO ORIENTALE in particolare,è stato quasi decimato dai veleni che i contadini usano per uccidere gli animali dannosi alle coltivazioni di RISO. Ora se ne trovano pochi esemplari in quest’isola ma, al fine di evitarne l’estinzione, c’è un progetto in corso con la CINA per ripopolare la specie, in quanto questo trampoliere sopravvive solo nella Cina centrale.
E’ di colore grigio chiaro alternato a bianco su tutto il corpo, grigio scuro sul capo e sul becco, la faccia di colore rosso, con ciuffo di penne grigio scuro che ricadono sul collo all’indietro
E’ una specie di IBIS che un tempo era numerosa in ASIA: in Manciuria, in Cina Orientale,in Corea
IBIS EREMITA, (Geronticus eremita),i dimensioni maggiori dell’IBIS SACRO, con piumaggio nero a riflessi verdi, vive nell’AFRICA del NORD (Marocco, Tunisia ed Algeria), in EUROPA e in ARABIA e ricorda una curiosa, divertente leggenda:
Quando NOE’ radunò gli animali per imbarcali sull’arca dimenticò quest’uccello e, ricordandosene dopo qualche giorno, fece ritorno per cercarlo.
Il povero IBIS, arroccato su uno scoglio, tremante di paura, aveva perso le penne del capo: quasi a spiegare e descrivere l’aspetto del ciuffo di penne sotto la nuca e sotto il collo
L’IBIS EREMITA detto anche IBIS dal CIUFFETTO viveva un tempo anche in EUROPA, dove si riproduceva sulle pareti rocciose delle ALPI ma, a causa della sua carne prelibata usata nei banchetti principeschi del 1500, venne sterminato.
IBIS ROSSO ( Eudocimu ruber)-Scarlet ibis- detto anche IBIS SCARLATTO
Più piccolo dell’IBIS Sacro, è diffuso nell’AMERICA del SUD, dal VENEZUELA al BRASILE: è di colore fiammeggiante,salvo il becco che è di colore bruno.
Vive molto all’interno di queste regioni, in zone paludose, ma le colonie degli uccelli riproduttori si trovano quasi sempre sulle coste affollate di mangrovie, lontane e inavvicinabili.
Si alimentano in stormi sondando l’acqua bassa e il fango in cerca di anfibi, granchi, molluschi, piccoli pesci e insetti.
L’IBIS Scarlatto deve la propria colorazione a certi pigmenti carotenoidi, contenuti negli invertebrati di cui si nutre, che li assorbono da particolari alghe.
L’intensità della tinta del piumaggio dipende invece dall’abbondanza di queste alghe e varia da regione a regione e diviene più acceso man mano che l’uccello diventa vecchio.
Come l’Ibis Sacro, questo Ibis nidifica in colonie sugli alberi e spesso condivide i luoghi riproduttivi con altri ibis e aironi.
Le colonie possono ospitare fino a 5000 coppie.
In passato è stato indiscriminatamente cacciato, sia per la carne sia per le piume, ma oggi è una SPECIE PROTETTA
IBIS BIANCO - (Eudocimus albus) - White ibis
Vive in America Centrale, nelle paludi e nelle zone di mangrovia dei bassipiani
E’ una specie gregaria: i voli serali verso i luoghi di riposo notturno sono uno spettacolo eccezionale con migliaia di uccelli fra le mangrovie.
I membri di una coppia non si riconoscono tra di loro, quindi un uccello che si avvicina al suo nido deve eseguire una sorta di parata “ di pace “ per non essere aggredito come un intruso qualsiasi
E’ specializzato nel nutrirsi di gamberi di acqua dolce e piccoli granchi costieri.
Costruisce il nido sugli alberi, tra i cespugli e i canneti
IBIS dalla caruncola
E’ presente in Africa, in ETIOPIA, ed ha appendici carnose pendenti sotto il becco
IBIS HAGEDASH
E’ così chiamato per le grida acute emesse quando si spaventa o vuole farsi conoscere.
Vive ad alta quota, è molto socievole e si unisce ad altri compagni per scendere nelle zone coltivate alla ricerca di cibo. Nidifica su alberi a oltre sette metri da terra, usa per anni il medesimo riparo e depone fino a quattro uova.
IBIS a CRESTA
Molto raro, ritrovato nella Penisola della Corea, al 38° parallelo, in una striscia di terra lunga 248 km. e larga km. 4.
20 Agosto 2007
Sono ultime, recenti notizie diffuse dal quotidiano LA STAMPA di TORINO
La Storia - ESTERO
“La guerra fa bene agli animali” - Spazi da difendere -
Dall’Africa all’Asia sono migrati in massa nelle zone devastate dai conflitti
IBIS faccianuda
(Phimosus infuscatus)
Abita nelle pianura e negli acquitrini del Sud America tropicale.
E’ di piumaggio completamente nero, becco giallo scuro e la parte fino all’occhio, partendo dalla base del becco, di colore rosa chiaro.
IBIS crestato di foresta
(Lophotibis cristata)
Facilmente riconoscibile dal caratteristico color ruggine del corpo con ali bianche, le piume verdi leggermente erette sul capo, la faccia di colore rosso e becco giallo scuro
Vive nell’isola del Madagascar, è terrestre e si alimenta sul suolo umido delle foreste.
Quando lo si disturba preferisce fuggire correndo piuttosto che spiccare il volo.
Si riproduce in coppie solitarie.
Fonte:
http://www.regione.piemonte.it/parchi/junior/art/2010/dwd/prim_matteotti/IBIS%20SACRO%20genn.07.doc
http://www.regione.piemonte.it/parchi/junior/art/2010/dwd/prim_matteotti/seguito%20IBIS%20S.e%20altre%20specie.doc
Autori del testo:
Scuola Primaria Giacomo Matteotti di ALPIGNANO (To)
cl.5° A Giusy Prestipino – cl.5°B Carla Volpe –cl.4°B – Miranda Giordanino
Paola Sansone – Gabriella Sorba- Franco Bertino
Bortot Ornella – A.N.I.S.N. –Torino – sezione PIEMONTE
Laboratorio didattico interdisciplinare di Scienze Naturali – ORNITOLOGIA –
“ Gli UCCELLI nei GEROGLIFICI degli EGIZI” – Le divinità principali –
il dio THOT - Salone del libro – Torino 2009 – Stato ospite, l’EGITTO
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