Apparato genitale femminile

 


 

APPARATO GENITALE FEMMINILE

 

 

Generalità

 

L’apparato genitale femminile è un insieme di organi che sono finalizzati al compito di produrre i gameti femminili, cioè le cellule uovo, a quello di favorire l’incontro dei gameti maschile e femminile, di accogliere il germe durante il suo sviluppo e di espellerlo all’esterno al termine dello stesso.
Inoltre l’apparato femminile svolge importanti funzioni endocrine caratteristiche del sesso, che stabiliscono le condizioni idonee affinché le varie parti possano adempiere ai loro compiti.
L’apparato genitale femminile ha costituzione simile a quello maschile; è infatti costituito dalle gonadi (ovaie), dalle vie genitali (tube uterine, utero e vagina) e dai genitali esterni (monte di Venere, grandi e piccole labbra, organi erettili, vestibolo della vagine e imene, ghiandole vestibolari).

 

Ovaie

 

POST/MED: piega uterina
ANT/LAT: arteria ombelicale
SUP: vena iliaca esterna

Le sono le gonadi femminili e svolgono nell’organismo il duplice compito di produrre le cellule germinali femminili e di secernere gli ormoni sessuali, quali gli estrogeni e il progesterone.
Le ovaie sono organi pari, dalla forma di grosse mandorle e dalle dimensioni di 3,5 cm di altezza, 2 cm di larghezza e 1 cm di spessore; nelle bambine, prima della pubertà, hanno dimensioni minori, così come nella vecchiaia.
Ha consistenza piuttosto dura e la superficie si mostra di conformazione differente a seconda dell’età: prima della pubertà si presenta liscia, durante il periodo fertile caratterizzata da numerose sporgenze a forma di bozzi a causa della rilevanza dei follicoli in via di formazione e dei corpi lutei, con il progredire dell’età compaiono numerose cicatrici per l’atresia dei follicoli e, infine, dopo la menopausa, ritorna liscia e caratterizzata da numerose cicatrici.
L’ovaia non è ricoperta da peritoneo viscerale, ma da un epitelio ovarico, che ha tuttavia la stessa origine embriologica del peritoneo.
L’ovaia è mantenuta in sede da mezzi di fissità rappresentati da quattro legamenti: il legamento sospensore dell’ovaia, formato da vasi ovarici provenienti dalla regione lombare e accompagnati da fibre connettivali e muscolari lisce, il legamento uteroovarico, che unisce il polo inferiore dell’ovaia all’angolo superolaterale dell’utero, dove si impianta al di dietro della tuba, il mesovario, un corto legamento peritoneale che si stacca dalla pagina posteriore del legamento largo dell’utero e raggiunge il margine anteriore dell’ovaia e che è formato da due foglietti peritoneali fra cui scorrono nervi e vasi ovarici, il legamento tuboovarico, che unisce il polo superiore dell’ovaia alla parte fimbrosa della tuba.
L’ovaia consta di due porzioni: una corticale, in cui sono contenuti gli organuli ovarici (che sono rappresentati dai follicoli e dai corpi lutei) e una midollare.
Le arterie derivano dall’arteria genitale (che deriva dall’aorta addominale, a livello della 2L) e dal ramo ovarico dell’arteria uterina.
Le vene si riversano nel plesso pampiniforme che sfocia a destra nella vena cava inferiore, e a sinistra nella vena renale.
I linfatici fanno capo ai linfonodi preaortici e paraaortici.
I nervi derivano dal plesso uteroovarico e dal plesso pelvico.

 

Tube Uterine

 

Le tube uterine, o trombe di Falloppio , sono organi tubolari pari, i quali si estendono dal polo superiore dell’ovaia fino a sfociare nella parte superolaterale dell’utero; esse hanno il compito di accogliere l’uovo dopo l’ovulazione, di permettere e facilitare l’incontro fra uovo e spermatozoo e di spingere l’uovo fecondato dentro l’utero, dove verrà impiantato.
Ogni tuba ha una lunghezza media di 12 cm e il suo calibro è molto variabile nei diversi tratti, diminuendo dalla parte distale verso quella mediale: nella parte iniziale, detta porzione infundibolare si presenta sotto forma di un largo imbuto dalla base molto frastagliata a causa di linguette di circa 1 cm, le fimbrie, le quali fluttuano liberamente nella cavità peritoneale, e che, con il loro movimento, riescono a catturare l’uovo espulso dal follicolo maturo; un di queste, la fimbria ovarica, è legata all’ovaia del legamento tuboovarico; all’infundibulo fa seguito la porzione ampollare, il tratto più lungo (8 cm) e tortuoso, che può venire in contatto con le anse del tenue e a sinistra con il colon ileopelvico, e che inizia compiendo una curva a concavità mediale per poi discendere obliquamente fino all porzione istmica, di circa 3 cm, lume più stretto e consistenza più dura; l’ultimo tratto è dato dalla porzione intramurale, molto breve, che attraversa la parete dell’utero e sbocca nello stesso per mezzo dell’ostio uterino, del diametro di circa 1 cm.
Lungo tutto il suo decorso, la tuba è rivestita da peritoneo e sottesa da un meso peritoneale, il mesosalpinge, che proviene dalla foglio posteriore del legamento largo; esso accoglie fra i due foglietti che lo compongono, vasi e nervi, e  permette una certa mobilità alla tuba, soprattutto nelle prime due porzioni.
La superficie interna della tuba è molto irregolare ed è caratterizzata dalla presenza di numerose pieghe tubariche della tonaca mucosa, la quale presenta un epitelio cilindrico semplice dotato di ciglia che favoriscono il progredire della cellula uovo verso l’utero e allo, stesso tempo, degli spermatozoi verso l’ovulo; l’epitelio subisce notevoli cambiamenti a seconda della fase del ciclo mestruale, ed è quindi estremamente sensibile all’influenza ormonale.
Le arterie giungono attraverso i rami tubarici delle arterie uterine e ovarica.
Le vene fanno capo medialmente alla vena uterina e lateralmente alla vena ovarica.
I linfatici fanno capo ai linfonodi pre- e paraaortici.
I nervi, che sono destinati prevalentemente alla muscolatura liscia, provengono dai plessi uterovaginale e uteroovarico.

 

Utero

 

ANT: vescica
SUP: anse del tenue
POST: retto
LAT: legamenti larghi
INF: vagina

L’utero è l’organo che è addetto alla gestazione, cioè all’accoglienza dell’uovo fecondato, e ne consente lo sviluppo al suo interno. Esso riceve in alto lo sbocco delle tube uterine, e in basso si continua con la vagina; la sua parte muscolare è molto sviluppata, e permette, con le sue contrazioni, l’espulsione del feto nel parto.
L’utero è situato nella piccola pelvi, dietro la vescica e davanti al retto; corrisponde alla parte superiore della sinfisi pubica e, posteriormente, alla 1° e 2° vertebra coccigea; ha la forma di una pera appiattita in senso anteroposteriore, con lunghezza di 6-7 cm, largo 3-4 cm e spesso 2 cm e del peso di 40 gr; vi si individuano un corpo, in alto, e un collo, in basso; fra corpo e collo si trova un restringimento, più accentuata nella nullipara, detto istmo, e sopra il corpo si trova il fondo; la porzione del collo uterino che sbocca nella vagina è detta muso di tinca.
La faccia anteriore è concava in avanti ed è in contatto, tramite il cavo vescicouterino, con la parete posteriore della vescica; la parete posteriore è convessa, rivestita da peritoneo e poggia sulla faccia anteriore del retto; le pareti laterali presentano i legamenti larghi, e nel margine superiore vedono lo sbocco delle tube; superiormente si trova il fondo, e inferiormente l’inserzione della vagina, che avviene con un angolo ottuso in avanti.
Tra la parete interna della vagina e la parete esterna del collo dell’utero, si forma uno spazio circolare, detto fornice vaginale, in cui si distinguono una parte anteriore, una posteriore (la più profonda, 2 cm) e due parti laterali.
Mentre il collo è fissato alla vagina e con questi, con il pavimento pelvico, il corpo risulta estremamente mobile, su tutti gli assi; a limitarne la mobilità sono addetti i legamenti larghi e i legamenti rotondi, due cordoni costituiti da connettivo fibroso denso con fasci di fibre elastiche e di muscolatura liscia che prendono origine dalla parte superolaterale dell’utero per terminare, dopo aver attraversato il canale inguinale, sfioccandosi presso la base del tubercolo pubico.
All’interno dell’utero si possono individuare due cavità, la cavità del corpo e il canale cervicale, separate dall’orifizio uterino interno; il canale cervicale sbocca nella vagina per mezzo dell’orifizio uterino esterno.


La cavità del corpo ha forma triangolare appiattita, il cui spessore dipende molto dal numero di parti, mentre il canale cervicale ha forma fusata, cioè più stretto in corrispondenza di due orifizi.
Le pareti anteriore e posteriore si presentano irregolari per la presenza di pliche palmate che, nell’insieme, acquistano una forma arborescente e sono chiamate albero della vita.
La parete uterina è costituita, dall’interno verso l’esterno, dall’endometrio, una mucosa molto sensibile agli stimoli ormonali, dal miometrio, una tonaca muscolare molto spessa, anch’essa soggetta all’effetto degli ormoni, e dal perimetrio, una struttura tipica del peritoneo.
Il peritoneo avvolge completamente il fondo e il corpo dell’utero (formando il cavo vescicouterino e il cavo rettouterino) e inoltre gran parte della faccia posteriore del collo; sono invece prove di rivestimento la faccia anteriore e quelle laterali del collo dove si trovano i legamenti larghi, dipendenze dello stesso peritoneo.
Le arterie dell’utero sono l’arteria uterina, che deriva dalla ombelicale oppure dalla ipogastrica.
Le vene formano il plesso uterovaginale che sfocia nella vena ipogastrica.
I linfatici fanno capo ai linfonodi pre- e paraaortici e ai linfonodi ipogastrici.
I nervi provengono essenzialmente dal plesso uterovaginale.

 

Vagina

 

ANT: fondo e trigono della vescica
POST: cavo del Douglas e retto
LAT: muscolo elevatore dell’ano
SUP: utero

La vagina rappresenta la parte terminale delle vie genitali femminili, fa seguito all’utero e sbocca nel vestibolo della vagina, accoglie lo sperma durante la l’accoppiamento e serve inoltre per dare passaggio al feto al momento della nascita nonché al flusso mestruale.
In condizioni di vacuità, la cavità vaginale è virtuale, in quanto le pareti anteriore e posteriore aderiscono; a livello del muso di tinca e del fornice vaginale, la cavità assume un aspetto cilindrico, mentre nella parte del vestibolo della vagina, assume forma ellittica.
La vagina, della lunghezza di circa 7 cm, è posta in parte nella piccola pelvi e in parte nel perineo, e ha decorso obliquo in basso e in avanti. È un organo molto dilatabile (durante il parto),ma è anche molto elastico, dal momento che, dopo una dilatazione, torna pressoché alla forma primitiva. La parete anteriore è in rapporto con la vescica da cui è separata dal setto vescicovaginale che, più in basso, diventa il setto uretrovaginale; posteriormente è in rapporto con il retto attraverso il cavo rettouterino.


La superficie interna della vagina non è liscia, ma presenta una serie di pieghe trasversali, le rughe della vagina, che prendono origine da sue rilievi longitudinali, le colonne delle rughe; nella parte superiore della parete anteriore si nota una superficie triangolare liscia, il triangolo di Pawlik, che corrisponde al trigono vescicale.
Le arterie derivano dall’arteria uterina (nata dall’ombelicale) e dall’arteria vaginale (nata dalla pudende interna).
Le vene formano i lessi uterovaginale e vescicovaginale, che si scaricano nella vena iliaca interna.
I linfatici fanno capo ai linfonodi iliaci interni, ai linfonodi presacrali e ai linfonodi inguinali superiori.
I nervi sono rami del plesso uterovaginale, derivati dal plesso pelvica.
L’epitelio che riveste la cavità vaginale è di tipo pavimentoso composto, molto sensibile agli effetti ormonali, tanto che si può parlare di ciclo vaginale.

 

Genitali Esterni

 

I genitali esterni costituiscono la cosiddetta vulva, e sono situati nella parte anteriore del perineo, fra la radice delle cosce, e comprendono varie strutture cutanee.
Le arterie sono l’arteria pudenda interna, ramo della iliaca interna, e l’arteria femorale.
Le vene  si gettano nella vena femorale, nella grande safena e nella pudende interna.
I linfatici si portano ai linfonodi inguinali superficiali.
I nervi provengono rami genitali del plesso lombare e da rami perineali del nervo pudendo interno; l’organo maggiormente innervato è il clitoride, in cui si rinvengono numerose terminazioni corpuscolate di ogni tipo.

 

MONTE DEL PUBE O DI VENERE

Si presenta come una regione triangolare sporgente, situata in corrispondenza del pube, formata da una cute spessa con ghiandole sebacee e sudoripare, che prima della pubertà è glabra, mentre nella pubertà si copre di lunghi peli.

 

GRANDI LABBRA

Sono due grosse pieghe cutanee che delimitano un’apertura, la rima vulvare; la faccia mediale confina con la faccia laterale del piccolo labbro omolaterale attraverso una depressione, il solco interlabiale, la base prende attacco alle branche ischiopubiche tramite fasci di connettivo, le parti anteriore e posteriore terminano incontrando la corrispondente del lato opposto formando le commessure vulvari (anteriore e posteriore).
La cute che riveste le parti laterali è fortemente pigmentata, spessa e coperta di lunghi peli, mentre quella mediale, liscia, rosea e glabra, ha l’aspetto di una mucosa.

 

PICCOLE LABBRA O NINFE

Sono due pieghe cutanee appiattite che si trovano internamente alle grandi labbra, e che delimitano con la loro parte mediale il vestibolo della vagina. L’estremità anteriore, a lato del clitoride, si divide in due lamine, una anteriore, che forma il prepuzio del clitoride, ed una posteriore, che forma il frenulo del clitoride.
Sono rivestite da un sottile strato cutaneo fortemente pigmentato, privo di peli e di ghiandole sudoripare, ma che presenta ghiandole sebacee che producono una sostanza simile allo smegma prepuziale.

 

VESTIBOLO DELLA VAGINA

È lo spazio compreso tra le piccole labbra e presenta, dall’avanti all’indietro, il clitoride, l’orifizio uretrale e l’orifizio vaginale; quest’ultimo, nelle donne vergini, è ristretto da una membrana, l’imene, che si lacera con i primi atti sessuali, lasciando al suo posto dei residui sotto forma di lembi irregolari, le caruncole imenali.
Il vestibolo della vagina è ricoperto da cute che si continua con la mucosa vaginale e quella uretrale.

 

ORGANI ERETTILI

Il clitoride si può suddividere in tre parti: le due radici, formazioni cilindriche omologhi dei corpi cavernosi del pene, che originano dalle branche ischiopubiche per portarsi poi medialmente e in alto e quindi unirsi a livello della sinfisi pubica nel corpo del clitoride, che per un breve tratto si porta in avanti, per pi curvare bruscamente in basso in basso e in dietro (angolo del clitoride) per terminare in una formazione leggermente rigonfia, il glande.

I bulbi del vestibolo sono due formazioni ovoidali poste ai lati del vestibolo della vagina, formati da tessuto cavernoso a larghe maglie

 

APPARATO GHIANDOLARE

Annesse al vestibolo della vagina si trovano due ghiandole piuttosto voluminose, le ghiandole vestibolari maggiori o di Bartolini, che sono analoghe alle ghiandole bulbouretrali del maschio; sono poste lateralmente e posteriormente all’orifizio vaginale, hanno la forma di mandorla con asse maggiore di circa 1 cm e secernono un muco chiaro, vischioso e filante.

 

fonte: http://studentisantandrea.interfree.it/sbobinature/anatomia/femminile.doc

 

Apparato genitale femminile

APPARATO RIPRODUTTORE FEMMINILE


OVAIA o OVAIO - Gonade femminile consistente in una ghiandola pari, simmetrica, ai lati dell'utero.
Le ovaiesono ghiandole pari a forma di mandorla, lunghe 2,5¸5, larghe circa 2 e spesse 1,5 cm, che pesano 6¸8 g allo stato adulto, meno prima della pubertà e dopo la menopausa. Nell'ovaia si distingue uno stroma, struttura vascoloconnettivale di sostegno, e un parenchima, costituito fondamentalmente dai follicoli ovarici, formazioni sferiche contenenti l'ovocito, in differenti stadi di sviluppo. L'attività ovarica consta di due funzioni di pari importanza: generativa, sfociante ogni 28 giorni nell'ovulazione, ed endocrina.
Gli ormoni prodotti dall'ovaia sono l'ormone follicolare detto estradiolo, che viene eliminato in forma di estrone o follicolina, e l'ormone del corpo luteo, chiamato progesterone. Il primo è responsabile dello sviluppo dei genitali femminili, della comparsa dei caratteri sessuali secondari e delle modificazioni cicliche caratteristiche che culminano con la mestruazione; il secondo ha invece il compito di preparare e mantenere tutte le modificazioni dell'apparato genitale femminile e delle ghiandole mammarie inerenti la gravidanza.


TROMBA (o TUBA) UTERINA (o DI FALLOPPIO) o OVIDOTTO o SALPINGE

Anatomia - Le trombe o tube uterine (o di Falloppio) od ovidotti o salpingi sono due condotti simmetrici lunghi 10¸14 cm che collegano da entrambi i lati l'utero all'ovaia corrispondente.

Nella tromba uterina si distinguono quattro successivi segmenti: la parte interstiziale, corrispondente all'estremità mediale, che attraversa la parete uterina in corrispondenza dell'angolo superolaterale e sfocia nella cavità dell'utero; l'istmo, che congiunge l'utero alla porzione principale della tuba, l'ampolla; il padiglione, che forma una specie di largo imbuto che circonda l'estremità superiore dell'ovaia. Il padiglione è provvisto di numerose fimbrie una delle quali in rapporto con l'ovaia. La mucosa che riveste internamente la tromba è ricoperta da un epitelio cilindrico monostratificato provvisto di ciglia, che agevolano la migrazione dell'uovo nella cavità uterina.
L'impervietà di entrambe le trombe è una delle più frequenti cause di sterilità femminile.
UTERO - Organo della gestazione dei mammiferi.


Anatomia - L'utero è un organo cavo, a pareti muscolari, destinato a contenere l'uovo fecondato per tutto il periodo della sua evoluzione e a espellere il feto al termine della gravidanza. È situato nel piccolo bacino, dietro la vescica e davanti al retto, e ha grossolanamente la forma di una pera, appiattita in senso anteroposteriore; lungo nella nullipara 6¸7 cm e 7¸8 cm nella pluripara; largo 4 cm, pesante 40¸50 gr nella nullipara e 60¸70 gr nella pluripara. Inferiormente alla parte mediana presenta uno strozzamento, detto istmo, che separa l'organo in due parti: una inferiore, il collo, che sporge nella vagina, e una superiore e più voluminosa, il corpo. Nell'utero si distingue una cavità uterina vera e propria e una cavità del collo (canale cervicale). L'utero è un organo abbastanza mobile la cui posizione è variabile in relazione alla gravidanza, alla replezione del retto e della vescica, ecc.
La parete uterina è formata, dall'interno all'esterno, dalla tunica mucosa o endometrio (formato dalle ghiandole endometriali e dal corion, che è un tessuto connettivo-vascolare perighiandolare ed è provvista delle ghiandole uterine) che subisce trasformazioni cicliche in rapporto all'attività funzionale dell'ovaia (v. ciclo estrale), dallo strato muscolare o miometrio (costituita da tre strati: uno interno, uno medio, molto spesso e riccamente vascolarizzato, e uno esterno, sottosieroso, molto sottile) e dalla tunica sierosa o perimetrio.


VAGINA - Canale muscolomembranoso posto tra utero e vulva.


Anatomia - La vagina è l'organo femminile della copula. È situata davanti al retto e dietro alla vescica e all'utero, misura 10 cm circa di lunghezza e 3 cm circa di larghezza; ha forma cilindrica, piuttosto appiattita in senso anteroposteriore; le sue pareti sono adiacenti tra loro quando l'organo è vuoto. Vi si distinguono il corpo, il fornice costituito da un solco circolare che collega la porzione iniziale della vagina al muso di tinca dell'utero, l'orificio vaginale, consistente in una fessura di dimensioni e forma variabili secondo che si tratti di donna vergine, deflorata o che ha partorito, in relazione alla presenza dell'imene o delle caruncole mirtiformi che ne residuano.


IMENE - Membrana che, nella donna vergine, restringe l'orifizio esterno della vagina.


Anatomia - L'imene può avere spessore e forma variabili (in genere è semilunare) e si inserisce direttamente sul bordo dell'orifizio vaginale esterno. Nel corso del primo rapporto sessuale, l'imene si lacera e i lembi cicatrizzati prendono il nome di caruncole mirtiformi. Durante il parto quelle lacerazioni si approfondiscono e se ne creano di nuove.
In alcune donne l'imene è praticamente inesistente dalla nascita; in altre è così elastico da consentire rapporti sessuali senza riportarne lesione di sorta. La sua presenza e integrità, quindi, non costituiscono prova certa di verginità, né la sua assenza è segno sicuro di avvenuta deflorazione. Al contrario, le caruncole mirtiformi sono segno di avvenuti rapporti sessuali.


VULVA - Insieme delle parti genitali esterne femminili.


Anatomia - La vulva comprende, nella donna, il monte di Venere, le grandi e le piccole labbra che combaciano medialmente e che delimitano uno spazio triangolare, detto «vestibolo», nella parte anteriore del quale si trovano il clitoride e il meato urinario; dietro a questi organi si trova l'orifizio esterno della vagina, nelle vergini parzialmente chiuso dall'imene.
CLITORIDE - Piccolo organo erettile situato nella parte superiore della vulva, alla radice delle piccole labbra.


Anatomia - Il clitòridedella donna e delle femmine dei mammiferi è, entro certi limiti, omologo al membro maschile; infatti è formato da due corpi cavernosi ed è imbrigliato da una piega delle piccole labbra detta frenulo del clitoride. Nel clitoride risiede una parte della sensibilità genitale della donna.


OVOGENESI - Formazione del gamete femminile o uovo.
L'ovogenesi si verifica nell'ovaia e presenta notevoli somiglianze con la spermatogenesi, pur sfociando nella formazione di un numero di gameti quattro volte inferiore. Inizia con una fase germinativa in cui le cellule germinali primitive (protogoni) si moltiplicano dando luogo agli ovogoni, i quali, dopo un periodo di riposo (che nella specie umana va dalla nascita alla pubertà), entrano nella fase di accrescimento (auxocitosi) che li trasforma in ovociti di I ordine, cellule voluminose con grande nucleo centrale, che accumula sostanze di riserva. L'ovocito di I ordine ha già dimensioni e struttura dell'uovo, tuttavia per raggiungere la maturità, che ne permette la fecondazione, deve subire due divisioni riduzionali, che distinguono la fase di maturazione e che sono separate da periodi di stasi in cui si accumulano sostanze di riserva. La prima mitosi o divisione maturativa, disuguale, produce due cellule figlie, l'ovocito di II ordine e una cellula minuscola, il I globulo polare, che degenera; la seconda mitosi suddivide l'ovocito di II ordine nell'uovo, gamete maturo aploide pronto per la fecondazione, e nel II globulo polare piccolo come il I, che si divide subito in due e degenera.


ENDOMETRIO - Lo spessore, l'architettura e l'aspetto cellulare dell'endometrio sono determinati dalla secrezione follicolinico-luteinica dell'ovaio che ne condiziona nettamente le fasi. Queste, riconoscibili durante il ciclo mestruale con biopsie dell'endometrio, sono:
1. la fase follicolinica, immediatamente successiva alla mestruazione, nel corso della quale tutti gli elementi cellulari dell'endometrio si moltiplicano. Si assiste cioè a una vera e propria ricostituzione del tessuto i cui strati superficiali e medi erano stati eliminati durante il flusso mestruale: il corion diventa ricco di cellule, i tubuli ghiandolari si moltiplicano, le mitosi cellulari sono numerosissime. Questa fase corrisponde, a livello dell'ovaio, all'accrescimento del follicolo di Graaf e in particolare all'aumento dello strato delle cellule granulose. Questa fase dura fino al quattordicesimo giorno del ciclo mestruale (contando come primo quello in cui è iniziato il flusso);
2. la fase luteinica, dovuta alla secrezione da parte del corpo luteo (che si costituisce subito dopo l'espulsione dell'uovo, verificantesi appunto al quattordicesimo giorno del ciclo mestruale) di progesterone e di follicolina. A carico dell'endometrio si constata la presenza di una spiccata secrezione di glicogeno nelle cellule ghiandolari, la comparsa di spine connettivali che deformano la struttura delle ghiandole, dando loro un contorno dentellato e infine la differenziazione delle arterie del corion, che assumono un aspetto a spirale. Se l'uovo viene fecondato l'endometrio, grazie a queste trasformazioni, è pronto ad accoglierlo; se invece non c'è fecondazione, gli strati superficiali e medi dell'endometrio vengono eliminati e si ha la mestruazione.


CICLO ESTRALE - Complesso delle manifestazioni citoistologiche dell'utero e della vagina, che, sotto l'influenza degli ormoni sessuali, preparano questi organi alla fecondazione e alla gestazione.
Comprende: 1. proestro o fase follicolinica (caratterizzata da intensa proliferazione cellulare); 2. estro vero e proprio (gr. ôistros, fig. assillo, stimolo), nel corso del quale si hanno l'ovulazione e la fregola (caratterizzata dall’insieme dei fenomeni istologici e funzionali che precedono, accompagnano e seguono l'ovulazione nelle femmine dei mammiferi); 3. Metaestro o fase follicolinico-luteinica (caratterizzata dalla formazione del corpo luteo successiva alla deiscenza del follicolo); 4. diestro o  fase luteinica (caratterizzata da una situazione di riposo).


IL CONTROLLO DELLE NASCITE

Negli ultimi decenni il controllo delle nascite è diventato un aspetto rilevante per l’individuo e per la collettività. La tendenza ad avere meno figli deriva dalla consapevolezza che l’aumento esplosivo della popolazione (dovuta a minore mortalità e migliori condizioni di vita e alimentazione) è causa di grossi problemi ambientali e sociali. Inoltre, occorre considerare le condizioni di salute dei genitori, la loro disponibilità di tempo ad allevare ed educare i figli, i relativi problemi economici, il loro desiderio di avere più tempo libero, il desiderio di garantire ai figli un più elevato tenore di vita.
Il metodo contraccettivo ideale deve possedere contemporaneamente quattro requisiti: deve essere sicuro (deve garantire al 100% che non ci sia una gravidanza non desiderata), innocuo (non deve avere effetti patologici durante e dopo l’impiego), reversibile (deve consentire il ritorno ad una normale fertilità quando lo si desideri), accettabile (facile da usare e senza controindicazioni psicologiche, morali o religiose).
In base al loro meccanismo d’azione, si possono classificare in tre gruppi:

  • Impediscono la spermatogenesi o l’ovulazione: pillola, minipillola, pillolo.
  • Impedire la fecondazione: coito interrotto, diaframma, preservativo, sostanze spermicide, metodi naturali (Ogino-Knaus, ciclo termico, muco cervicale), sterilizzazione (taglio tube, vasectomia).
  • Impedire l’annidamento: spirale, pillola RU486.

NESSUN METODO (grado di sicurezza 40%) – Purtroppo le statistiche indicano che la maggior parte dei giovani, nonostante la massiccia informazione dei mass-media e il maggior dialogo con genitori e insegnanti, hanno il primo rapporto senza alcuna precauzione. Ancora peggio è l’abitudine di lavare a fondo le vie genitali femminili, perché l’acqua facilita la penetrazione degli spermatozoi.


PILLOLA (100% circa) – Agisce sull’equilibrio ormonale che regola l’ovulazione. La più nota è quella estro-progestinica, associazione di ormoni femminili (estrogeno e progesterone) che agiscono sull’ipofisi bloccando la produzione dell’ormone gonadotropo, alterano la motilità delle trombe e ostacola l’annidamento dell’ovocita fecondato nelle pareti uterine. Bisogna ingerire giornalmente una pillola dal 5° giorno dall’inizio dell’ultima mestruazione: durante la sospensione di sette giorni, durante i quali compare il flusso mestruale, e poi si riprende l’assunzione.
Poiché la pillola provoca un’alterazione del normale equilibrio ormonale, bisogna assumerla sotto controllo medico. Provoca effetti collaterali sulla salute della donna e non è consentito dalla Chiesa. Pur essendo molto sicuro, tale metodo ha l’inconveniente di dover assumere la pillola giornalmente, perché un rapporto sessuale non può essere programmato.


MINIPILLOLA (98%) – E’ composta da un solo ormone (normalmente un progestinico) che fa ispessire il muco cervicale impedendo il passaggio degli spermatozoi. Occorrono le stesse precauzioni della pillola e ha le stesse limitazioni della pillola. Minori controindicazioni si hanno usando le pillole sequenziali, contenenti un solo ormone e che si assumono in sequenza.


PILLOLO – Interferisce con la produzione e la maturazione degli spermatozoi. E’ a base di progesterone (che inibisce la liberazione di gonadotropine) e testosterone (che conserva immutati i caratteri sessuali secondari). Precauzioni e controindicazioni sono le stesse della pillola. Inoltre, lascia all’uomo l’intera responsabilità della prevenzione.


COITO INTERROTTO  (60%) – Consiste nell’interrompere il rapporto sessuale pochi istanti prima dell’eiaculazione. E’ il metodo più antico, ma anche il meno sicuro; molto diffuso tra i giovani, è il meno adatto per loro perché richiede notevole autocontrollo da parte dell’uomo; inoltre può creare disturbi psichici per il minor appagamento. Non è condannato dalla Chiesa.


DIAFRAMMA (94%) – Trattasi di una calotta di gomma la cui misura deve essere scelta caso per caso dal ginecologo. Riveste il collo dell’utero separando la vagina dal canale cervicale, impedendo l’ingresso degli spermatozoi. E’ innocuo e abbastanza sicuro, purché correttamente usato. La sua efficacia può essere aumentata con l’uso di creme spermicide. Va introdotto in vagina dieci minuti prima del rapporto sessuale e rimosso dopo almeno dodici ore: ciò rappresenta una controindicazione. Inoltre, può non essere accettato psicologicamente dalla donna. Il metodo non è accettato dalla Chiesa.


PRESERVATIVO o CONDOM (90%) - Trattasi di un cappuccio di gomma molto sottile con cui si riveste il pene durante l’erezione per trattenere lo sperma. Oltre che il controllo delle nascite, il preservativo presenta il vantaggio di ridurre al minimo i rischi di trasmissione di malattie a trasmissione sessuale (veneree), come AIDS, blenorragia, sifilide.
Per limitare gli insuccessi occorrono alcune precauzioni: non lacerarlo con le unghie, indossarlo poco prima della penetrazione e con il pene in completa erezione, non lasciare bolle d’aria nel serbatoio terminale per la raccolta dello sperma, avere dei rapporti non troppo “movimentati”, rimuoverlo subito dopo l’eiaculazione (e quindi escludere la fase finale del rapporto).
Tali precauzioni costituiscono in gran parte anche le controindicazioni. Inoltre ricordiamo la contrarietà della Chiesa, interruzione dei preliminari del rapporto, a volte un rifiuto psicologico.


SOSTANZE SPERMICIDE (80%) – Sono costituite da creme e ovuli che dovrebbero uccidere gli spermatozoi, ma hanno una limitata sicurezza contraccettiva, oltre che la contrarietà della Chiesa. Possono essere utili come coadiuvanti di altri metodi.


METODI NATURALI – Con questa denominazione si comprendono quei metodi che tendono ad evitare la gravidanza evitando i rapporti sessuali nei giorni fertili della donna. Sono gli unici accettati dalla Chiesa.
Il metodo Ogino-Knaus (75%) si fonda sulla considerazione che: a) in ogni ciclo avviene una sola ovulazione, fra il 12° e il 14° giorno del ciclo mestruale; b) la fecondazione dell’uovo deve verificarsi entro 12-14 ore dalla sua espulsione dall’ovaia; c) gli spermatozoi conservano la loro capacità fecondativa non oltre 96 ore dopo la deposizione nella vagina.
La validità di questo metodo è legata alla regolarità del ciclo mestruale e alla capacità di individuare esattamente il periodo fertile. Tale metodo, pertanto, non è idoneo a coloro che non hanno un ciclo regolare (comprese ragazze e donne prossime alla menopausa). Altre controindicazioni sono la scarsa affidabilità e la notevole riduzione dei rapporti sessuali.
Il periodo fertile si colloca tra il 10° e il 18° giorno in un ciclo mestruale regolare di 28 giorni. Ma poiché il ciclo può variare anche per una stessa donna da 25 a 31 giorni, occorre riferirsi agli ultimi 12 cicli, per individuare quello più corto e più lungo. Il primo periodo sterile dura quanto la durata del ciclo più corto meno 19; l’inizio del secondo periodo sterile si ottiene dalla durata del ciclo più lungo meno 10.
Esempio: ciclo più corto 26 gg, ciclo più lungo 30 gg.
1° periodo sterile: dal primo al settimo giorno (26-19=7);
2° periodo sterile: dal 20° giorno (30-10=20) al termine.


Il metodo del ciclo termico (85%) si applica misurando ogni mattina alla stessa ora la temperatura corporea per individuare il rialzo termico di qualche decimo di grado associato all’ovulazione. Considerando che un ovocita può essere fecondato fino a 36-48 ore dopo l’ovulazione, i rapporti sessuali a partire dal terzo giorno dopo il rialzo termico e fino alla successiva mestruazione sono sicuri. Il quotidiano rilevamento della temperatura crea un obbligo ed è a volte psicologicamente mal accettato; inoltre la variazione termica non è evidente o può essere dovuta a leggeri stati patologici, stanchezza, ecc.


Il metodo del muco cervicale consiste nell’individuare l’emissione di muco cervicale (sostanza vischiosa e filante, biancastra e quasi trasparente molto simile all’albume dell’uovo crudo), che avviene nel periodo centrale del ciclo mestruale corrispondente all’ovulazione.


STERILIZZAZIONE (100%) – Comprende la legatura delle tube (che impedisce agli spermatozoi di raggiungere e fecondare l’ovocita) e la vasectomia o taglio dei deferenti (che impedisce l’espulsione degli spermatozoi). Contrastato dalla Chiesa, è un intervento in genere irreversibile che, soprattutto dall’uomo, viene vissuto spesso e a torto come menomazione della propria virilità e crea notevoli problemi psicologici.


SPIRALE o DISPOSITIVO INTRAUTERINO (IUD) (98%) – E’ una spirale di plastica o di plastica e rame di forma varia, che viene inserita nell’utero dal medico e vi rimane per circa tre anni. Provoca una infiammazione dell’endometrio che impedisce l’annidamento dell’ovocita fecondato. Non accettato dalla Chiesa, può provocare problemi psicologici nella donna e anche delle patologie e non è applicabile in caso in caso di malattie in atto (fibroma, malattie del collo uterino, ecc.). Le mestruazioni sono più lunghe e abbondanti e vi è sempre il rischio che la spirale venga espulsa.


PILLOLA RU486 o PILLOLA DEL GIORNO DOPO (98%) – Interferisce con la produzione di progesterone e rende l’utero incapace di ricevere l’uovo fecondato (cioè di dar inizio alla gravidanza). Ha efficacia per parecchi giorni ed è stata usata dopo rapporti senza protezione. Poiché agisce sull’uovo già fecondato, non è ammesso dalla Chiesa. Poiché permette all’utero di rigettare anche un embrione già impiantato, potrebbe essere usato come farmaco abortivo.

Fonte: http://www.studenti.it/download/scuole_medie/Apparato%20riproduttore.doc

 

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