Biochimica industriale appunti
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Biochimica industriale appunti
Alcuni tipi di industrie hanno tratto parecchi profitti dai progressi biochimici, in particolare l’industria farmaceutica (che non tratteremo) e l’industria alimentare.
L’Homo Sapiens è nato 200.000 anni fa, e dalla sua comparsa sono state principalmente due le rivoluzioni tecnologiche più importanti:
- 10.000 anni fa l’uomo ha iniziato a coltivare i vegetali, dando vita all’agricoltura ed in seguito alla pastorizia, con conseguente abbandono della caccia. L’uomo prima dell’agricoltura si cibava principalmente di carne, pesce e grassi. E’ importante ricordare che la carne di allevamento è peggiore della carne selvatica.
- Nel 1500 d.C. gli europei hanno dato vita grazie ai macchinari e agli schiavi all’estrazione dello zucchero dalla canna da zucchero, dando origine agli effetti negativi derivanti dall’eccesso dei carboidrati (es.: obesità). Un altro effetto negativo è stato il rhum derivante dal saccarosio.
Le biotecnologie applicate all’industria alimentare si basano principalmente su due metodi:
- uso di molecole isolate da organismi geneticamente modificati (microrganismi). I prodotti sono completamente purificati ed isolati, e l’organismo non si riconosce.
- uso di organismi geneticamente ingegnerizzati (microrganismi e piante); a differenza dei primi questi vengono mangiati o usati ancora nella loro forma intera, e si dividono a loro volta in due gruppi: quelli di prima generazione e di seconda generazione. Gli OGM di prima generazione sono piante geneticamente modificate che sono in grado di crescere con caratteristiche speciali, come l’utilizzo di meno concime o diserbanti; grano, mais e riso sono stati resi più resistenti; alcune sono vietate. Gli OGM di seconda generazione sono modificati per produrre sostanze più nutritive o più importanti dal punto di vista nutrizionale; la loro produzione è vietata.
Ad esempio l’ormone della crescita prima era estratto dall’ipofisi di bovini uccisi, ma proprio a causa di questo metodo la malattia della “mucca pazza” si è trasmessa all’uomo; con l’utilizzo di microrganismi modificati (lieviti o batteri) per produrre l’ormone della crescita è impossibile questo tipo di contaminazione. Molte piante, come il riso o il grano, sono state selezionate in modo naturale dall’uomo per migliorare alcune caratteristiche (come la resa) senza interventi genetici.
Avere una forma conservabile e trasportabile di energia per i Romani ha significato poter sconfiggere nemici più forti come i Germani o i Galli.
Il problema principale delle tecniche di selezione o modifica è l’abbattimento della biodiversità. Abbassare la biodiversità significa affrettare l’estinzione della specie stessa.
GLI ENZIMI
Il glucosio e il destrosio aggiunti agli alimenti derivano dall’amido scisso idroliticamente da alcuni enzimi purificati.
Il miglioramento più importante che abbiamo avuto è stato il succo di frutta, che in natura è molto più denso rispetto a quelli commerciali. Il succo di frutta naturale deriva da alcune sostanze non digeribili, come il polisaccaride pectina, che degradandosi porta alla maturazione e alla disfatta del frutto, con conseguente spargimento dei semi. Con l’aggiunta di enzimi possiamo impedire la degradazione della pectina. Arabinasi, aringinasi e limonasi sono aggiunti ai succhi di frutta commerciali per eliminare il sapore amaro.
Il caviale venduto ha un bell’aspetto a palline separate, ma se andiamo in Russia ce lo vendono con la gelatina intorno che ha un sapore orrendo: in Italia le mucillagini sono distrutte proteoliticamente e dopo le uova sono inscatolate.
Il lievito modificato rende di più, usa meno acqua, genera meno scorie, richiede costi ed energie minori per essere purificato.
Per modificare un organismo isoliamo prima il gene, dopo lo trasferiamo nelle piante o animali interessati attraverso un plasmide se parliamo di organismi unicellulari (come il lievito), o tramite un batterio nel caso di piante. L’enzima codificato dal gene viene recuperato tramite la rottura del plasmalemma e dopo purificato.
Il formaggio è il prodotto della coagulazione della caseina (il caglio), derivante anticamente dal contatto degli enzimi dello stomaco di bovini o capretti con il latte munto. Ora si utilizzano OGM modificati, meno costosi e meno pericolosi dal punto di vista infettivo, che producono l’enzima in seguito purificato.
Il latte è pieno di grandi particelle unite al siero (che si coagula), ma non deve contenere cellule! Si trovano anche grandi micelle (tipiche dei colloidi) di caseina, una fosfoproteina ricca in serine e treonine che creano legami tioesteri con gli acidi fosforici. Il fosforo di due caseine diverse è legato allo stesso ione Ca2+, creando una fitta rete. Altre zone della caseina sono ricchi in residui carichi positivamente, che impediscono alle micelle di coagulare e mantengono il tutto in uno stato metastatico donando al latte la consistenza che conosciamo.
L’equilibrio metastatico si può rompere tramite acidificazione: vengono rimosse le cariche positive e la rete di caseina precipita (es.: yogurt). lo yogurt fermenta con i bacili acidofili che producono l’acido lattico, il quale non è completamente in grado di annullare le cariche positive, per questo lo yogurt mantiene una consistenza ancora semiliquida. Se invece aggiungiamo la chimosina vengono eliminate completamente le cariche positive e avviene la precipitazione della rete di caseina. Con la purificazione della chimosina grazie agi OGM si risparmiano 70 milioni di tonnellate di stomaco vitello, a fronte di soli 56 tonnellate di chimosina.
La massa di caseina che precipita rimane attaccata ai trigliceridi del latte trascinandoli con sé, per questo il formaggio è molto grasso: il meno grasso tra i formaggi ha il 20% di grassi. All’inizio i formaggi sono tutti uguali, ma utilizzando batteri o lieviti diversi si creano le varietà che conosciamo, naturalmente senza organismi modificati di seconda generazione (proibiti!).
La ricotta (10% di grassi) non è un formaggio, ma deriva dalla ricottura a 90 gradi del siero del latte e dalla precipitazione delle altre proteine; in particolare la ricotta è ricca in proteine digerite (aminoacidi liberi) grazie ai caseopeptidi (proteasi), ma ha meno calcio del formaggio normale.
Il latte è importante per due motivi: nei mammiferi è il primo alimento del cucciolo, ma crescendo non dovremmo più riuscire a idrolizzare il lattosio: chi ci riesce è un mutante per la β-lattasi!
I cinesi e i giapponesi non bevono latte, e infatti hanno una ossatura diversa rispetto alla nostra, più leggera e più piccola; inoltre non soffrono di colesterolo o problemi di infarto.
OGM DI SECONDA GENERAZIONE
Questi organismi non sono ancora commercializzati, ma sono una prospettiva inevitabile dello sviluppo. Una delle ultime tecniche scoperte di recente è la cosiddetta “Interferenza sull’Rna”, chiamata più tecnicamente tecnologia antisenso: è molto utile per cambiare l’espressione genica, dato che la sopprime o spegne un’intera zona di geni. Si possono inoltre verificare le funzioni di molte proteine, vedendo gli effetti sulla cellula dati dalla disattivazione di quella zona di geni. Nell’organismo transgenico l’inibizione è irreversibile. In pratica l’mRna è appaiato e disattivato da un altro piccolo Rna complementare: la traduzione è inibita.
Nelle biotecnologie mediche è usta contro gli oncogeni, grazie a microRna che li inattivano (in particolare sono usati contro i tumori al polmone).
Le applicazioni alimentari ancora non sono permesse, dato che significherebbe creare un OGM di seconda generazione, la cui creazione è attualmente vietata. Ci sono comunque interessanti prospettive.
Alcuni frutti tenuti a casa si mantengono, altri no: in pratica in alcuni la maturazione continua anche dopo il distacco dalla pianta. In natura questo meccanismo permette la dispersione dei semi e la nascita di una nuova generazione. In ogni frutto o ortaggio l’impalcatura è fornita dalla pectina, omopolimero dell’acido galatturonico: senza questa molecola il frutto o l’ortaggio, costituito dal 95% di acqua, collasserebbe.
Queste pectine creano una fitta rete interagendo tra loro grazie a molti legami idrogeno. La rete di pectine è degradata per permettere la dispersione dei semi: tutto è mediato da particolari segnali (come l’acetilene) che attivano un particolare enzima,, la poligalatturonasi, una pectinasi che inizia la degradazione selettiva. Questo processo avviene quando il frutto o ortaggio raggiunge la sua massima concentrazione di nutrienti e sostanze utili per il nostro organismo, ma è una situazione in bilico dato che potrebbe disfarsi da un momento all’altro. La marmellata, creata tramite una lunga bollitura, è data dalla disidratazione della frutta e dalla condensazione delle pectine. La mela cotogna ha molte meno pectinasi rispetto alla mela deliziosa, infatti la sua marmellata è estremamente più densa, quasi solida, a causa dell’alta densità di pectine. E’ importante ricordare che le fibre attivano il tubo digerente. Le pectine compongono le cosiddette fibre che noi eliminiamo con le feci.
Se noi riuscissimo ad inattivare la degradazione delle pectine avremmo un frutto o un ortaggio ricco di nutrienti e che non va mai a male: utilissimo! Esistono due metodi per inattivare le pectinasi:
- quello antico dei contadini: ibridare qualità diverse con più o meno concentrazione di pectinasi per avere la qualità desiderata; ad esempio gli italiani hanno creato il pomodoro pachino, che matura (accumulando tra l’atro licopene) ma non si degrada.
- biotecnologico: inattivo tramite la tecnologia antisenso l’mRna della pectinasi.
Il sogno dei biotecnologi rimane comunque quello di modificare il contenuto nutrizionale, puntando a rendere l’alimento ricco di contenuti nutrizionali migliori; il vero rischio è l’abbattimento della biodiversità.
La carenza di vitamina E (tocoferolo) negli animali porta all’interruzione del ciclo fertile.
Le vitamine sono catalitiche, ossia fanno parte di parecchi complessi enzimatici come gruppi prostetici (quando sono legati covalentemente), e fanno parte della categoria dei micronutrienti, ossia ne servono piccole quantità per vivere. Anche i metalli sono ottimi gruppi prostetici.
La vitamina E è un ottimo antiossidante contro i radicali liberi e ha una lunga catena isoprenica, e la sua attività dipende dalla posizione dei gruppi metilici (-CH3) sulla catena. Questa vitamina è liposolubile, ossia si scioglie tra i grassi: un suo eccesso è molto pericoloso dato che rimanendo nel plasmalemma può alterarne le funzioni. Le vitamine idrosolubili come la vitamina C, invece, si eliminano facilmente tramite l’urina se presenti in quantità eccessive.
Alcuni ricercatori hanno trasferito in una data pianta (come il riso, ad esempio) il gene della metiltransferasi, che trasferisce un gruppo metilico dalla posizione γ alla posizione α, rendendo la vitamina E più attiva e funzionale senza provocare un suo eccesso nell’organismo.
PIRAMIDE ALIMENTARE
Oggigiorno le piramidi alimentari sono usate o per mostrare i consumi di una data popolazione o per dare linee guida per i consumatori (queste linee guida sono rivisitate quasi ogni anno). Il carboidrato è il combustibile di rapido uso e innesca la sintesi del NADPH, composto implicato nella biosintesi dei lipidi: si in grassa mangiando i carboidrati, non con i grassi! Le piante creano il NADPH con la luce.
Anticamente, con la caccia o la pesca, accumulare i grassi era essenziale, data l’incertezza della reperibilità del cibo, quindi l’evoluzione ha selezionato quegli individui che riuscivano ad accumulare più riserve per i momenti in cui le fonti energetiche scarseggiavano; noi ingrassiamo per un nostro ricordo evolutivo, e purtroppo ci vuole molto tempo per cambiare un genoma. L’umanità ingrassa tanto più facilmente quanto meno tempo è passato dall’abbandono della vita nomade; è per questo che i neri ingrassano molto quando si cibano di carboidrati e i cinesi no: i cinesi ci sono abituati perchè mangiano molto riso!
Il pane di adesso, ad esempio, oppure la pasta scotta, è più digeribile, e quindi è assimilabile più facilmente dall’organismo, innescando il cosiddetto picco glicemico: l’elevata digeribilità permette a questi composti energetici di arrivare prima e meglio al sangue. Se questo glucosio non è trasformato in energia nei muscoli ( importato tramite il trasportatore GluT4 che lo porta nelle cellule muscolari) quando arriva alle cellule β del pancreas attiva la produzione da parte di queste ultime di insulina, la quale provoca la trasformazione e l’accumulo del glucosio sotto forma di grassi negli adipociti. E’ per questo che bisognerebbe mangiare cibi con indice glicemico basso, ossia non assimilabili troppo rapidamente: si ingrassa meno.
Le piramidi alimentari sono create in seguito alla classificazione degli alimenti in gruppi separati: ogni gruppo contiene un nutriente a cui non si può rinunciare, e quindi si dovrebbe mangiare almeno un alimento per gruppo una volta ogni giorno oppure ogni due giorni.
GRUPPO I
LUCE
Gli aminoacidi essenziali sono forniti principalmente dai gruppi I e II, allontanandoci da questi gruppi ne troviamo in quantità minore; l’unico caso a parte è la soia, quasi una meraviglia della natura! E’ un vegetale molto più completo rispetto agli altri, infatti è usato spesso dai vegetariani per ovviare alle carenze tipiche di una dieta priva di carni.
Gli aminoacidi ramificati sono aminoacidi essenziali che entrano meglio nel metabolismo e stimolano in modo migliore l’utilizzo del glucosio. La carne è l’unico alimento che fornisce la vitamina B12.
Le carni forniscono anche i metalli, importantissimi cofattori di molti enzimi. Ad esempio, sebbene la carne contenga meno ferro rispetto agli spinaci, dalla carne possiamo assorbire il 20% di ferro contenuto, dagli spinaci solo l’1%. L’elevata assorbibilità del ferro dalle carni è data dal fatto che il ferro è complessato con il gruppo eme, un chelato che sequestra il Fe2+ all’interno di un anello che è riconosciuto da recettori specializzati sulle cellule intestinali; questi recettori riconoscono chelati animali, ma non vegetali.
Il pesce contiene, nel loro grasso, molti acidi grassi essenziali: tra questi ci sono i grassi poliinsaturi ( con molti doppi legami) che l’uomo non è in grado di creare (può al massimo introdurre un doppio legame). Famosi sono gli Omega-3, chiamati così dato che hanno il primo doppio legame nel terzo carbonio partendo dal carbonio carbossilico.
Gli acidi grassi poliinsaturi sono essenziali per la sintesi delle prostaglandine e per lo sviluppo cerebrale. I pesci più grassi hanno maggior quantità di questi composti. Dalla vacca non possiamo assorbire grassi poliinsaturi, dato che ruminando l’animale converte gli acidi grassi poliinsaturi in saturi.
GRUPPO II
Comprende latte e latticini, e sebbene siano sempre alimenti di origine animale, si differenziano da questi per l’elevato apporto di calcio; da alcuni punti di vista è più completo del primo gruppo, sotto altri ha leggere carenze. Ultimamente è stato dimostrato che l’acqua arricchita di calcio dà lo stesso apporto di calco del latte.
E’ bene non mangiare vegetali insieme a latticini dato che l’acido fitico (a lato)vegetale intrappola il calcio e ne inibisce l’assorbimento. Dal punto di vista biotecnologico l’acido fisico può essere distrutto da fitasi per aumentare l’assorbimento del calcio.
GRUPPO III
L’Homo Sapiens moderno ha cambiato nella sua storia evolutiva alimentazione, sostituendo come alimento principale la carne con i cereali: mais in America, grano in Europa e riso in Asia. La loro grande proprietà sta nei polisaccaridi che danno una componente energetica alta e rapida, ma per questo sono sorti anche problemi legati all’obesità.
I polisaccaridi sono la forma di riserva degli organismi; molto importanti sono l’amido nei vegetali e il glicogeno negli animali, uniti da legami α-glicosidici. Le patate sono incluse in questo gruppo dato l’alto contenuto in amido (soprattutto la patata americana classica).
La fame arriva dopo 4-5 ore dall’assunzione dei carboidrati, dato che abbiamo esaurito glucosio. In alternativa possiamo anche bruciare gli acidi grassi, ma i corpi chetonici che ne derivano sono ben assorbibili dal feto e dal neonato, meno dall’adulto.
La cellulosa è un altro polisaccaride importante per i vegetali, dato che è un omopolimero del glucosio legato da legami β-glicosidici; la cellulosa dà protezione e difesa alle cellule vegetali. Nel nostro intestino tenue questo polisaccaride non può essere assorbito, ma è lo stesso molto utile (fa parte della categoria dei non nutrienti bioattivi): le fibre non digerite, sebbene inibiscano l’assorbimento di calcio, evitano anche l’assorbimento di sostanze tossiche.
I ruminanti sono chiamati così perchè hanno uno stomaco addizionale, il rumine, pieno di batteri che riescono a scindere la cellulosa e quindi a ricavarci energia; stanno però sempre a mangiare, a “ruminare”.
L’uomo ha avuto abbastanza successo evolutivamente perchè dedica poco spazio al mangiare, a differenza degli erbivori ma anche degli stessi gorilla. Il comportamento di caccia tipico dei carnivori favorisce lo sviluppo cerebrale dato che necessita di un sistema di comunicazione e di strategie sofisticate, nonché di una certa socialità e della divisione del lavoro. E’ probabile che la caccia abbia aiutato l’uomo nella sua evoluzione. Ad esempio, l’unico primate in cui la femmina continua a vivere molto dopo la fine della fertilità è proprio l’uomo: la “nonna” poteva così dedicarsi all’allevamento, all’agricoltura, alla custodia della progenie nonché a molte altre attività indispensabili.
GRUPPO IV
Comprende grassi e oli da condimento. La forma solida o liquida dipende dal tipo di acido grasso contenuto: il punto di fusione si abbassa all’aumentare della catena alchilica e del numero di doppi legami. A volte si può ottenere un burro vegetale (come la margarina) tramite denaturazione dei doppi legami: possiamo ottenere una grande varietà di burri vegetali (più o meno spalmabili) modulando il numero di doppi legami presenti. Le carni hanno acidi grassi saturi, i vegetali acidi grassi insaturi, ma è anche vero che le piante che vivono a temperature alte (come all’equatore), tra cui la palma, il cocco e il cacao, necessitano di acidi grassi saturi per non squagliarsi! Questo gruppo è importante perchè contiene molecole indispensabili per l’organismo in quanto veicolano le vitamine liposolubili A (visione), D (ossa), E (antiossidante) e K (coagulazione).
GRUPPO V
Sono i legumi, trattati separatamente dagli altri vegetali in quanto dotati di un’ottima componente proteica. La soia è ottimo come alimento in quanto quasi completo e capace di dare all’organismo molto ferro. I legumi mancano però di un aminoacido (i solforati) compensato dai cereali: per questo pasta e fagioli sono un pasto completo! In teoria dato l’elevato contenuto proteico dei legumi, la loro assunzione non dovrebbe essere accompagnata da eccessive quantità di carni.
Contengono anche carboidrati, fibre e metalli, ma poche vitamine.
Il quinto ed il sesto gruppo comprendono frutta e verdura suddivisi a seconda del contenuto vitaminico.
GRUPPO VI
Questo gruppo comprende frutta e verdura che contengono β-carotene (a lato), precursore della vitamina A.
La vitamina A è una vitamina liposolubile (come la E, D e K), quindi non ce n’è bisogno in quantità elevate, ed è coinvolta nel metabolismo della retina.
Il β-carotene è composto da una catena di legami doppi coniugati (ossia alternati), che conferiscono il colore a chi li contiene. Infatti questa molecola si spacca in due e dà i precursori della vitamina A, i quali compongono il gruppo prostetico della rodopsina, proteina che cattura la luce, inventata dai batteri alofili (=amanti del sale); questi batteri utilizzano la rodopsina per produrre ATP con un processo simile ala fotosintesi.
La rodopsina dell’occhio converte lo stimolo luminoso in stimolo nervoso; a seconda se si tratta di coni o bastoncelli, la rodopsina è legata in modo diverso: i bastoncelli hanno un legame con tale proteina che ci permette di vedere di notte; un suo difetto provoca la emeralopia (= visione solo di giorno).
Normalmente frutta e verdura che contengono β-carotene sono arancioni: albicocche, carote, melone. Nelle piante tale molecola ha la funzione di difendere le piante dai radicali liberi, è quindi un’antiossidante. E’ comunque presente anche in altre verdure verdi, come il broccolo.
GRUPPO VII
Comprende frutta e verdura (es.: aranci e limoni) che contengono la vitamina C (acido ascorbico), una vitamina idrosolubile. Molto utile nelle malattie influenzali, normalmente è il coenzima dell’ossigenasi della prolina, che trasforma la prolina in un ossigenato, componente del collageno (composto da ripetizione di Gly-Pro-HyPro), molecola a tripla elica che conferisce resistenza al tessuto che la contiene tramite fitte reti (è anche il costituente dell’osso!). E’ ubiquitario: sebbene abbia un bassissimo valore nutrizionale una sua carenza provoca gravi conseguenze, dato che si hanno emorragie interne “a vaso chiuso” dovute allo “smagliamento” del connettivo dei vasi.
Questa malattia è chiamata scorbuto, ed era tipica dei marinai che partivano per le Americhe privi di rifornimenti adeguati di frutta e verdura. Nelle forme iniziali le emorragie iniziano sulle gengive, per questo i bambini piangono sempre apparentemente senza motivo e da qui nasce il detto :”Ma che sei scorbutico?”.
La vitamina C è un derivato del glucosio, ma ha due ossidrili enolici che hanno un’azione ossidoriduttiva (cedono H+). A contato con O2 o metalli caldi, l’acido ascorbicosi ossida: per questo non si conserva a lungo e neanche bisogna cucinarla! E’ anche un precursore dei composti ossidoriduttivi.
I primati hanno perso la capacità di sintetizzare l’acido ascorbico, forse a causa della grande disponibilità nella dieta vegetariana; un altro animale privo di questa facoltà è il porcellino d’India (la cavia).
I pomodori non contengono molta vitamina A, il colore rosso è dato dal licopene. Gli aranci hanno pochissima vitamina A: il colore arancione è dato dagli antociani (quando il colore inganna!!!).
Frutta e verdura danno anche due non nutrienti bioattivi:
- fibra: pectine, cellulosa, ecc; innesca la fermentazione batterica nel colon e stimola la mobilità intestinale; non è digeribile.
Biotech: batteri probiotici nello yogurt che aiutano il ricambio dell’epitelio intestinale.
- antiossidanti: contrastano la malattia sovrana: l’invecchiamento!
TOSSICITA’ DEL GLUCOSIO
Il glucosio è consigliabile non introdurlo in grandi quantità tutto in una volta (soprattuto se ben digeribile), ma gradualmente, dato che non solo fornisce energia, ma può essere anche tossico! Il glucosio quando è in eccesso si coniuga con i gruppi amminici (es.: lisina) inattivando le proteine; questo processo è chiamato glicazione delle proteine. Inoltre, a contato con i metalli, il glucosio si trasforma in superossido, che insieme ai perossidi danno radicali liberi molto nocivi.
Senza glucosio il cervello ne risente e per questo inizia a girarci la testa.
Gli alimenti possono essere divisi in base all’indice glicemico, ossia la capacità di un alimento di alzare il livello di glucosio del sangue a confronto di un grammo di glucosio (a cui si dà un valore di 100).
Es.: frutta primaverile: 30/40; uva: 100; frutta autunnale: 60/70
Il gelato industriale è creato tramite matrici emulsionanti composte da fibre che danno consistenza al gelato, ma allo stesso tempo rallentano l’assorbimento del glucosio.
ANTIOSSIDANTI, PROOSSIDANTI, RADICALI LIBERI E CANCRO
I proossidanti sono ovunque, e tra le tante malattie che causano c’è il cancro; ad esempio il fumo di sigaretta contiene idrocarburi che causano il tumore al polmone. Il cancro è anche causato dall’alimentazione, data l’elevata concentrazione di ossidanti che troviamo in parecchi alimenti, spesso bilanciata dalla presenza di antiossidanti (spesso in un alimento si compensano antiossidanti e proossidanti)
L’oliva contiene antiossidanti per difendersi dall’ossidazione della luce solare, tra cui l’acido oleico. Quando raggiunge la maturazione l’oliva si deve aprire e avviene il crollo della quantità di antiossidanti, mutando l’oliva verde in nera.
Biotech: oli transgenici antiossidanti da olive nere mature.
I proossidanti li troviamo anche nell’apoptosi, infatti i fagociti li utilizzano contro i corpi apoptotici.
Il cancro è provocato da radicali liberi che possono essere uccisi da proossidanti dato che non sono cellule differenziate, e sono più soggette a questi attacchi, mentre le cellule differenziate sono più ricche di antiossidanti e non sono soggette a rischi: se io somministro degli ossidanti uccido le cellule tumorali ma non le altre.
Friggere i grassi poliinsaturi fa male, dato che genero radicali liberi; un alimento fa bene o male a seconda di come lo cucino o lo mangio.
Nel mitocondrio l’ossigeno è ridotto ad acqua nei vari passaggi della catena respiratoria, ma nel 2/3% dei casi c’è una perdita di elettroni (che normalmente vengono incanalati) generando radicali liberi. Questa perdita aumenta in presenza di farmaci antitumorali o nella vecchiaia (il gene della vecchiaia sta nel Dna mitocondriale!).
Gli antiossidanti intercettano o prevengono radicali liberi; si dividono in due classi, gli enzimi e le molecole non enzimatiche.
Tra gli enzimi è importante la superossido dismutasi (unita a metalli come rame, zinco o manganese), che generano la reazione:
2 O2ˉ + 2 H+ = H2O2 + O2
Il perossido di ossigeno è smaltito da due enzimi:
- la catalasi, con l’aiuto del ferro, catalizza la reazione: H2O2 = 2 H2O + O2
- la glutatione perossidasi, unita al selenio, catalizza la reazione: H2O2 + 2GSH = H2O + GSSG (legame disolfuro)
Il glutatione è una molecola che presenta una cisteina ridotta che forma un ponte disolfuro in seguito ad ossidazione.
Le molecole non enzimatiche si dividono in composti:
- tiolici, come il glutatione, usato per detossificarci dai farmaci; per riformare glutatione utilizzabile, il glutatione creato dalla reazione precedente si usa il NADPH prodotto nel ciclo dei pentosi (tramite la glucisio-6-fostato deidrogenasi). Il globulo rosso è colpito dal plasmodio della malaria solo in chi ha buone catalasi: che non le ha efficienti non è attaccato dato che non sarebbe conveniente al plasmodio riprodursi in quella cellula.
- non tiolici: acido ascorbico, tocoferoli, β-carotene, e polifenoli (non sintetizzabili ma presi da frutta e verdura). La più comune fonte di polifenoli nell’industria alimentare sono i nuovi alimenti come il vino rosso, ricchissimo di polifenoli che gli danno il caratteristico colore. Il vino è il prototipo delle bevande fermentate.
La fermentazione è la demolizione glicolitica anaerobica del glucosio, e può essere fermentazione lattica o fermentazione alcolica; quest’ultima è tipica dell’uva, frutto ricchissimo di glucosio che insieme alla buccia produce alcol, che uccide lo stesso lievito (Saccaromices Cerevisiae) che ha permesso la fermentazione.
Quelli della birra muoiono prima, tranne quelli della birra del riso, il sakè.
Chi beve vino ha meno infarti grazie agli antiossidanti polifenolici.
Il vino bianco ha molti meno antiossidanti dato che è creato senza la buccia, infatti si conserva solo un annetto, molto meno rispetto ad un vino rosso.
Il vino rosso può essere sostituito da altre tre bevande che combattono i radicali liberi:
- thè (utilizzato in Europa)
- caffè (in Arabia)
- cacao (in MesoAmerica)
Danno antiossidanti condensati polifenolici, come i tannini, grazie a estrazione idrica ad alta temperatura; tanti tannini fanno comunque assorbire di meno i metalli. A parità di peso queste tre sostanze hanno la stessa quantità di caffeina. La caffeina fa bene perchè inibisce la fosfodiesterasi (enzima che scinde i legami estere di due gruppi fosforici) protraendo l’effetto di cAMP, mediatore di molte azioni come ad esempio il tono muscolare, tipico effetto energetico che sentiamo dopo aver preso un caffè. Il viagra ha lo stesso effetto sull’epitelio dei corpi cavernosi!
Il latte annulla l’effetto dei polifenoli perchè fa precipitare i tannini i quali catturano il calcio.
Fonte: http://sommofabio.altervista.org/ANNO2/Biochimica/BiochimicaIndustriale_Riccardo.doc
Autore: Riccardo Siligato
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