Cinema appunti

 

 

 

Cinema appunti

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

Cinema appunti

 

CINEMA:

Edgar Morin attribuisce già a Méliès il merito di aver attuato il passaggio dal cinematografo al cinema. Con il primo termine indica il puro e semplice apparecchio di ripresa e proiezione di fotografie animate messo a punto dai fratelli Lumiere; con il secondo, vuole indicare quel complesso dispositivo espressivo-spettacolare capace di articolare un suo proprio linguaggio. I primi effetti speciali si hanno proprio con Méliès: cambio di inquadrature, sparizione, apparizione, fino ad arrivare al viaggio sulla luna. E’ anche il primo ad utilizzare il montaggio casuale.


Ma il cinema come linguaggio nasce nel 1915, con Griffith e il suo film La nascita di una nazione. Egli riassume elementi già utilizzati in precedenza e il montaggio costituisce la narrazione del film. Griffith utilizza le dissolvenze iniziali e finali, utilizza il flash-back e fa anche delle bellissime fotografie notturne. Griffith utilizza il primo piano e inventa anche il famoso piano americano. Con Griffith il cinema impara le regole del racconto, stabilisce i fondamenti della sua sintassi narrativa.
La vitalità sul piano economico della produzione hollywoodiana degli anni venti si basò principalmente su due fattori: lo studio system e lo star system. La costituzione dello studio system può essere seguita attraverso l’ascesa di Zukor che agli inizi degli anni venti porta a compimento, sotto la sigla Paramount, il progetto di una compagnia a ciclo integrato che oltre alla produzione e alla distribuzione controlli direttamente anche l’esercizio, cioè le sale di produzione. Naturalmente lo studio system non è solo una particolare forma di integrazione tra diversi settori dell’industria, ma rappresenta anche un preciso metodo di organizzazione del lavoro teso alla massimizzazione dei profitti attraverso uno sfruttamento del lavoro e una totale subordinazione di tutte le componenti della produzione alla figura del produttore. Strettamente integrati nello studio system sono, da una parte, lo star system, vale a dire il divismo come peculiare e complesso strumento di promozione del prodotto cinematografico e, dall’altra, il sistema dei generi, vale a dire uno strumento efficace di differenziazione dei prodotti oltre che un espediente di razionalizzazione del processo produttivo basato sulla massima specializzazione delle varie componenti del lavoro artistico. Ma negli anni Trenta colla lo star system, soprattutto a causa sia dell’avvento della televisione (che si prende tutti i B-movie), ma anche per le norme antimonopolio di quegli anni.


Il Neorealismo va visto, più che come un movimento organico e unitario, come una straordinaria affermazione del mezzo cinematografico che si è dimostrato capace, anche nell’ambito delle convenzioni narrative cui si atterranno nella quasi totalità i film del periodo, di cogliere il mutamento dello scenario umano e visivo, ancor prima che politico. Uno dei maggiori punti di forza del neorealismo fu la capacità di assimilare e adattare alla realtà italiana modelli cinematografici e letterari tra i più disparati, in un clima di frenetico aggiornamento vissuto come reazione alla chiusure della cultura ufficiale fascista. Non esisterà una sola scuola Neorealista, ma si possono individuare tre realtà predominanti: quella al Nord che vede personaggi isolati nella realtà (quasi esistenzialista) e si rifà soprattutto ad Ossessione di Visconti; al Centro ci si lega soprattutto al sottoproletariato romano, si vuol far vedere l’attaccamento delle persone alla vita; al Sud si ritrovano invece elementi più etnografici.
La Nouvelle Vague dura due o tre anni (dal 60 al 62) ed in essa rintracciamo degli elementi veramente interessanti, come ad esempio la politica degli autori (che spesso sono anche sceneggiatori), l’autoproduzione, l’improvvisazione (ripresa dal Neorealismo), la sceneggiatura dispositiva. Inoltre le tecniche di montaggio sono poco rispettose o addirittura non curanti delle regole classiche e tutti gli aspetti tecnici e espressivi sono volti a ottenere una destrutturazione della continuità filmica e una compagine del flusso narrativo. Ricordiamo che la nouvelle vague nasce come cinema di contestazione.


La fondazione a New York nel 1960 del New American Cinema Group cui farà seguito di lì a poco la costituzione della New York Film Makers Cooperative (1962) sono le due tappe che sanciscono la formazione di un movimento di avanguardia cinematografica negli Stati Uniti e che coronano quasi un trentennio di tentativi di cinema sperimentale. Tutto ciò che per motivi di mercato, di censura e di ideologica era stato ignorato da Hollywood diventa oggetto di questo cinema che assumerà ben pesto l’etichetta di cinema underground. Il New American Cinema Group cercò di prefigurare, realizzare e far circolare un tipo di cinema tale da non lasciare margini di mediazione o compromessi con Hollywood.


Gilles Deleuze scrive due libri: Immagine-movimento (1983) e Immagine-tempo (1985). I tipi di montaggio:

  • americano: era il montaggio parallelo alternato (sviluppo di idee con soluzione non perfettamente combinatoria);    
  • russo: è legato a quello americano, ma è dialettico (le due scene portano a una sintesi delle due montature);
  • francese: Vigo e il montaggio spirituale (tipo documentario, basato su sovrimpressioni);
  • tedesco: montaggio contrastivo (in una scena prevale lo scuro e in quella successiva il chiaro).

Saranno questi quattro tipi di montaggio ad anticipare il Neorealismo, in cui ci si libera la testa da certi schemi.
Nel secondo libro di Deleuze, si attua una categorizzazione dell’immagine singola. Ci sono tre tipi di immagini fondamentali:

  • immagine affezione: è l’immagine che si fonda sul primo piano, sul dettaglio;
  • immagine azione: fa riferimento al campo americano o al campo lungo;
  • immagine relazione: quando nell’immagine si ha una metafora, una metonimia o un simbolo

Il cinema digitale: Si fa riferimento a Dogma 95, un gruppo danese in cui si trova una estetica del digitale. Questo gruppo si richiama alla Nouvelle Vague (mai luce artificiale, mai messa in scena, ma il nome del regista) e in Italia viene ripersa, anche se non pedissequamente. Il montaggio contempla un’estetica diversa dal tradizionale. Il problema più importante sta nella visione, che avviene ancora su pellicole. Ettore Pasculli è il maggior esponente italiano: La fabbrica del vapore (2000)distribuito unicamente sul web.

 

Fonte:http://digilander.libero.it/AP1982/cin.DOC

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Parola chiave google : Cinema appunti tipo file : doc

 

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Cinema appunti

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

Cinema appunti