Cellulite

 

 

 

Cellulite

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

La cellulite


 

Generalità

Il termine “cellulite” è un termine improprio che indica un accumulo di tessuto adiposo circoscritto
ad alcune regioni del corpo. Esso fu erroneamente adottato da un’estetista per indicare questo disturbo prendendolo dal campo medico in cui il termine indica una vera infiammazione streptococcica dell’ipoderma chiamata erisipela.
La comune “cellulite”, che tanto spaventa le donne, non è una malattia, almeno nelle prime fasi, ma un disturbo estetico, dovuto a molteplici cause, che interessa l’ipoderma, il tessuto compreso tra il derma e i muscoli. Il tessuto sottocutaneo, infatti, è un tessuto attivo per il legame intercorrente tra il suo metabolismo e il bilancio calorico. La sua attività si manifesta con una funzione lipolitica, cioè di scioglimento dei grassi, quando il bilancio calorico è negativo, e di liposintesi, che attiva la deposizione dei grassi, quando il bilancio è positivo. Principalmente svolge una funzione di riserva energetica.

Questo disturbo colpisce l’80% delle donne dopo la pubertà, in quanto è causato principalmente dall’influenza sugli adipociti degli ormoni femminili, gli estrogeni, che favoriscono il deposito di grassi nell’ipoderma (ipertrofia pannicolo – globulare localizzata). Così si spiega il perché la cellulite colpisce quasi esclusivamente le donne, mentre gli uomini, anche quelli che soffrono di obesità, non ne sono affetti. Esso è dovuto sia alla distribuzione differente dell’ipoderma nei due sessi ( nella donna è più accentuato nel distretto inferiore del corpo, zona che presenta una forte sensibilità all’azione dell’estrogeno e del progesterone), sia alla diversa struttura dell’adipocita nell’uomo rispetto alla donna ( infatti, nella donna le cellule adipose sono più grandi e più arrotondate e si spingono verso il derma sovrastante con estroflessioni chiamate papille dermiche che, quando distese dall’accumulo di grasso, determinano degli avvallamenti e delle sporgenze, causando l’inestetico aspetto a buccia d’arancia).
È anche per questo legame con gli ormoni femminili che la cellulite compare principalmente dopo la pubertà, per aggravarsi in determinate situazioni come la gravidanza e la menopausa. Le zone più colpite sono le cosce, internamente ed esternamente, e i glutei, e più raramente la faccia interna delle ginocchia, l’addome, i polpacci, le caviglie e le braccia. Queste zone, infatti, presentano un rapporto molto stretto tra gli adipociti e la circolazione sanguigna. Un altro fattore che svolge un’azione importante nella patogenesi della cellulite è la degenerazione del microcircolo, dovuto o a cause costituzionali o comportamentali, che provoca una perdita di elasticità delle vene e quindi un rallentamento del deflusso sanguigno con conseguente stasi linfatica negli spazi interstiziali tra gli adipociti (pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica).

 

La struttura della pelle

Per capire meglio la dinamica della formazione della cellulite, dobbiamo prima esaminare il tessuto che viene colpito: la pelle.
E’ formata da due strati, l’epidermide e il derma, separati dalla membrana basale o giunzione dermo- epidermica; al di sotto troviamo l’ipoderma o tessuto sottocutaneo.
L’epidermide è la parte più superficiale, è un epitelio di rivestimento, formato da quattro strati e costituito da cellule di forma variabile chiamati cheratinociti. L’epidermide poggia sul derma, con il quale è in contatto attraverso la giunzione dermo-epidermica, una sottile membrana costituita da materiale fibrillare prodotto sia dai cheratinociti che dai fibroblasti del derma. Ha forma ondulata per consentire ai due strati una perfetta aderenza e una maggior superficie di scambio tra il derma e l’epidermide, in quanto quest’ultimo strato è privo di circolazione ed innervazione.
Lo strato sottostante è il derma, un tessuto connettivo che svolge funzioni di supporto alla pelle ed agli annessi cutanei ( unghie, peli e ghiandole). È formato prevalentemente da cellule di forma allungata, i fibroblasti, che producono sia le fibre, collagene ed elastiche, che la sostanza fondamentale nel quale sono immerse.
L’ipoderma è situato subito al di sotto del derma, ed è costituito da grandi cellule di forma globosa chiamati adipociti. La particolarità di queste cellule è la loro composizione; esse, infatti, hanno il citoplasma interamente occupato da un vacuolo di grasso, che spinge il nucleo verso la periferia, schiacciandolo sulla membrana citoplasmatica, conferendogli la classica forma ad anello con castone.
Gli adipociti sono raggruppati in lobi e lobuli, separati da tralci di tessuto connettivo in cui decorrono i nervi, i vasi sanguigni che portano nutrimento alle cellule, e quelli linfatici, che allontanano le sostanze di rifiuto.
Lo spessore e la distribuzione dell’ipoderma varia a seconda de:
- la sede corporea: scarso a livello del dorso delle mani, dei piedi e del cuoio capelluto, è praticamente assente nelle palpebre, nei padiglioni auricolari e nei genitali esterni maschili e femminili;
- lo stato di nutrizione dell’individuo: essendoci un forte rapporto tra il suo metabolismo e il bilancio calorico, viene usato come riserva di energia nei casi di necessità;
- il sesso: il grasso dopo la pubertà, sotto l’influenza degli ormoni sessuali, si distribuisce in modo differente nei due sessi; la donna avrà un accumulo adiposo a livello dei fianchi, delle cosce, dei glutei e delle mammelle, mentre l’uomo a livello del tronco, della nuca e dell’addome. Inoltre nella donna la quantità di grasso risulterà tre volte maggiore rispetto all’uomo, per far fronte ad un’eventuale gravidanza.

L’irrorazione cutanea è garantita da un sistema arterioso, venoso e linfatico presente nel derma e nell’ipoderma, che nutre anche l’epidermide, in quanto priva di vasi.
I vasi cutanei sono organizzati in plessi, cioè intrecci di arterie, capillari e vene disposti parallelamente alla superficie cutanea.

 

Le diverse teorie

Parlando di cellulite, parliamo di un in estetismo che ha cause diverse; in particolare due studiosi hanno cercato di formulare delle ipotesi attendibili sulla formazione di essa.
Secondo l’italiano Curri alla base ci sarebbe un ostacolo alla circolazione, dovuto a cattivi regimi alimentari, ad abitudini sbagliate nel vestire (tacchi troppo alti o troppo bassi, pantaloni stretti, ecc), a vita troppo sedentaria, o semplicemente ad una predisposizione genetica a un difetto circolatorio, che va a ripercuotersi maggiormente a livello dei capillari dei setti adiposi. Ciò comporta una difficoltà del deflusso ematico, e di conseguenza anche linfatico, che causa un ristagno di liquidi negli spazi interstiziali. Questo edema tra cellula e cellula provoca un’alterazione degli scambi metabolici tra gli adipociti, con conseguente sclerosi, cioè indurimento, dei setti interlobulari e quindi una degenerazione dell’architettura dello strato adiposo. Riassumendo secondo il dr. Curri si ha in principio un’alterazione circolatoria che provoca sofferenza, ma non ingrossamento degli adipociti, parliamo di pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica (p.e.f.s.).
Secondo gli studi di Frayn, invece, la cellulite rappresenterebbe la risposta ipertrofica dell’adipocita a stimoli di natura ormonale (estrogeni) in particolari situazioni coma la pubertà, l’allattamento. La gravidanza. I danni a carico del sistema vascolare, la sclerosi del tessuto e l’edema sarebbero causati dalla compressione dovuta all’ipertrofia stessa del lobulo. Nelle fasi iniziali si avrebbe quindi un aumento di volume dell’adipocita, dovuta all’influenza degli estrogeni sull’accumulo di grasso nelle cellule, con la conseguente fuoriuscita di liquidi dai capillari e quindi la comparsa di edema intercellulare. Conseguentemente a questa situazione, si instaurerebbero le alterazioni degli scambi metabolici, la difficoltà di nutrimento dei tessuti e la successiva sclerosi settale, con formazione di tessuto esuberante e quindi noduli. Il dr. Frayn parla di ipertrofia pannicolo- globulare localizzata o adiposità distrettuale.
Non si può dire quali delle due teorie sia la più credibile, certo è che esse sono correlate. Infatti, la comparsa della cellulite è dovuta a molteplici fattori e situazioni, diversi da persona a persona, che vanno dal metabolismo basale alle abitudini di vita , tutti fattori in stretta relazione tra loro.

 

Le cause

All’origine della cellulite c’è un insieme di cause genetiche, costituzionali, ormonali e vascolari, spesso aggravate da cattive abitudini come la vita sedentaria, un regime alimentare scorretto o da stress, malattie endocrine e patologie che caratterizzano una forte ritenzione idrica.
- ereditarietà: esiste una predisposizione familiare legata a fattori genetici, ad una maggior sensibilità ormonale e a una fragilità capillare, alla base della formazione della cellulite. Condizioni etniche, razziali e comportamenti alimentari familiari ne influenzano l’insorgenza. Infatti, la comparsa della cellulite si verifica più frequentemente nella razza bianca, soprattutto la parte del bacino mediterraneo, dove a causa del clima e dell’alimentazione si ha una predisposizione alla comparsa dell’inestetismo.
- sesso: il genere femminile è predisposto alla manifestazione della cellulite maggiormente del genere maschile sia per la diversa struttura dell’ipoderma sia per la forte presenza degli ormoni ovarici. Per quanto riguarda lo strato adiposo, infatti, nelle donne facilita la comparsa dell’aspetto a buccia d’arancia in quanto gli adipociti femminili hanno una forma più ovoidale e più grande rispetto a quelli maschili, che ingrossando, vanno a spingere verso il derma sovrastante causando avvallamenti e rilievi propri degli stadi più avanzati della pannicolopatia.
- fattori ormonali: in questo processo hanno un ruolo altrettanto importante gli ormoni ovarici, soprattutto gli estrogeni, che influiscono principalmente sul rallentamento del microcircolo e sull’accumulo di grasso negli adipociti. In periodi come la pubertà, infatti, si ha una definizione dei caratteri secondari femminili, come l’allargamento del bacino, la localizzazione più accentuata del grasso a livello dei glutei, delle cosce e dei fianchi e lo sviluppo della ghiandola mammaria, causate dall’intervento dell’ormone estrogeno, prodotto dall’ovaio, che contribuisce alla ritenzione di liquidi nei tessuti. Inoltre situazione di iper o ipoproduzione di estrogeni possono causare oltre a malattie e a disfunzioni nei casi più gravi, anche all’insorgenza della cellulite e alla sua accentuazione. Nel caso della gravidanza, invece, il fattore ormonale è accompagnato da situazioni di stitichezza, aumento della pressione addominale, rallentamento della circolazione negli arti inferiori e sedentarietà che sommate insieme possono dare luogo alla formazione della cellulite. Altro periodo ormonale importante nella patogenesi di questo inestetismo è la premenopausa, in cui si assiste ad uno squilibrio ormonale, che, dovuto all’aumento di estrogeni provoca un allentamento del metabolismo con possibile accumulo di grasso ed un rallentamento circolatorio con conseguente ritenzione idrica.
Tutte queste situazioni sono accompagnate da un iperestrogenismo che agiscono anche sugli ormoni tiroidei, diminuinendone l’efficacia. La prolattina in eccesso causando ritenzione idrica, l’iperinsulinemia stimolando la liposintesi, cioè l’accumulo di grassi, l’ipotiroidismo provocando il rallentamento della lipolisi, cioè lo scioglimento dei grassi, e favorendo l’imbibizione dei tessuti, sono fattori ormonali addizionabili all’influenza degli estrogeni nella formazione della cellulite, insieme all’uso di farmaci contenenti ormoni per un lungo periodo.
- stasi circolatoria: il tessuto adiposo è attraversato e irrorato da una fitta rete di capillari che assicura agli adipociti nutrimento e ossigenazione. Il sangue scorre nelle vene in direzione del cuore carico di sostanze di rifiuto. A livello degli arti inferiori, alcuni fattori come la compressione muscolare, l’elasticità dei vasi, la presenza di valvole che impediscono il riflusso sanguigno, la spinta del cuore stesso, facilitano il trasporto ematico. Se casi clinici o abitudini scorrette interferiscono con questo equilibrio si ha la comparsa o il peggioramento del quadro cellulitico.
- calzature e vestiario: l’uso di scarpe inadatte, con tacchi troppo alti, costringono il piede ad una posizione innaturale, determinando un sovraccarico per l’avampiede; così come l’uso di calzature con la punta troppo stretta e rigida possono arrivare a deformare il piede; mentre l’uso di calzature troppo basse, con soletta rigida e piatta possono causare una pessima circolazione di ritorno, portando all’atrofia della soletta di Lejart, una fittissima rete di capillari situata nella pianta del piede che svolge la funzione di pompa, per facilitare il ritorno venoso dalla regione periferica, attraverso le gambe, fino al cuore. Ecco che si avrà la comparsa di cellulite dura a livello delle caviglie e dei polpacci.
Allo stesso modo anche i vestiti che comprimono eccessivamente la zona, come indumenti intimi attillati, calzini con elastici troppo stretti, jeans estremamente aderenti o body troppo compressivi, ostacolano la circolazione a livello degli arti inferiori causando cellulite molle a livello inguinale e cellulite dura a livello della parte esterna delle cosce. Talvolta anche la spallina del reggiseno, se troppo stretta e tirata, può causare un ostacolo alla circolazione della spalla e del braccio, provocando cellulite a livello del deltoide e dell’ascella.
- postura e colonna vertebrale: alterazioni a carico della colonna vertebrale o della forma del piede possono causare stasi circolatoria e quindi probabilità di insorgenza della cellulite. La cifosi, ad esempio, è un’accentuazione della convessità posteriore delle ultime vertebre cervicali e prime dorsali; questa alterazione provoca un’alterazione della circolazione locale che può causare l’eccessivo deposito di grasso, determinando la comparsa della cosiddetta “gobba di bisonte”. Allo stesso modo una lordosi pronunciata, causata sia dalla gravidanza, dall’uso di tacchi troppo alti o semplicemente da caratteri posturali individuali, causa una compressione dei vasi venosi e linfatici a livello addominale, determinando la presenza di cellulite a livello dell’addome e delle cosce.
Riguardo ai vari tipi di piede ognuno provoca problematiche in diverse aree della zona inferiore del corpo. Il piede valgo, caratterizzato da una deformazione della direzione delle punte verso l’esterno, provoca la comparsa di cellulite a livello dell’esterno caviglia, esterno coscia e glutei; nel piede varo, le cui punte sono deformate verso l’interno, si avrà cellulite a livello dell’interno coscia, interno ginocchio e della coscia; nel piede piatto, in cui manca l’arco plantare che provoca una cattiva circolazione di ritorno, la cellulite si troverà sui polpacci e in modo uniforme nella parte inferiore del corpo; infine nel piede talo, che appoggia prima il calcagno, la cellulite sarà nell’esterno coscia.
- alimentazione: l’alimentazione gioca un ruolo chiave nella patogenesi della cellulite; infatti, l’assunzione eccessiva di sodio, ad esempio, provoca un’eccessiva ritenzione idrica, trattenendo acqua nei tessuti e impedendo un corretto scambio di liquidi tra le cellule e l’esterno. Allo stesso modo, assumere poca acqua impedisce una corretta diuresi e l’eliminazione di sostanze tossiche e di rifiuto. Inoltre, un’alimentazione povera di frutta e verdura rallenta il transito intestinale, favorendo l’insorgenza della stipsi, diminuinendo l’eliminazione di sostanze di rifiuto e provocando un’eccessiva ritenzione a livello del colon e quindi addominale. Sono controindicati anche i cibi in scatola, i salumi, i formaggi stagionati in quanto hanno una forte presenza di sale; da evitare anche i fritti, le bevande dolcificate, gli alcolici, l’eccesso di caffè, il cioccolato e il tè forte.
- stress e lavoro: la vita frenetica comporta tutta una serie di abitudini scorrette, come l’abuso di fumo e caffè, l’assunzione di cibi già pronti, panini e snack, modificazioni repentine dei bioritmi, fatica fisica e psichica esagerata, scarso riposo notturno che possono contribuire alla comparsa della cellulite. Anche le posizioni che si mantengono al lavoro possono provocare un rallentamento della circolazione, infatti, stare seduti per lungo tempo, con le gambe accavallate provoca una compressione dei vasi degli arti inferiori causando pesantezza e gonfiore; ma anche la posizione eretta e statica determina una stasi circolatoria in quanto la soletta di Lejart non è ben stimolata.
- farmaci: l’uso prolungato di farmaci, come i contraccettivi o i corticosteroidi, possono provocare l’insorgenza della cellulite in quanto provoca un rallentamento circolatorio, una maggior ritenzione idrica e un ulteriore accumulo di grassi negli adipociti.

 

L’evoluzione della cellulite

La cellulite è caratterizzata da diversi stadi, a seconda dell’evoluzione dell’inestetismo.
- Primo stadio: inizialmente si ha un rallentamento della circolazione sanguigna e linfatica, causata da diversi fattori correlati fra loro, che determinano delle microlesioni a livello capillare. Attraverso queste microragadi, si ha una fuoriuscita della linfa, ricca di liquidi e tossine,

nei tessuti circostanti, estendendosi agli spazi interstiziali tra gli adipociti. Visto che la presenza di questi liquidi non è una cosa naturale, l’organismo non conosce metodi per eliminarli. In questo primo stadio si ha la comparsa di edemi e gonfiori soprattutto a livello delle caviglie, delle cosce, dei glutei, delle gambe e delle braccia. Questi liquidi fuoriusciti dai capillari, occupando gli spazi interstiziali provocano un difetto di ossigenazione e di scambio tra i vari adipociti che si va a ripercuotere anche a livello del derma; infatti, la pelle apparirà molle, priva di tono e di elasticità, anche se ancora non si potrà parlare di cellulite, questo difetto di circolazione con conseguente stasi circolatoria è il primo passo per la patogenesi dell’inestetismo.


- Secondo stadio: i liquidi presenti tra gli adipociti distanziano le cellule l’una dall’altra che non riescono a svolgere le loro normali funzioni metaboliche, ecco che gli adipociti iniziano a soffrire, in quanto rimangono senza nutrimento e con un accumulo di scorie e tossine all’interno di esse; la membrana che circonda il vacuolo di

grasso dell’adipocita si assottiglia e, a causa di traumi anche piccolissimi, si può rompere provocando la fuoriuscita del grasso nel lobulo adiposo. In questo processo degenerativo vengono coinvolte anche le fibre collagene ed elastiche che, compresse dall’ingrossamento del lobulo, perdono la funzionalità di sostegno, provocando la perdita di tono della pelle. Questa situazione provoca un circolo vizioso in quanto il sangue arterioso ricco di ossigeno e nutrimenti non riesce ad affluire bene attraverso i tessuti, quello venoso ricco di tossine e sostanze di rifiuto non viene smaltito, di conseguenza neanche la linfa interstiziale viene asportata. Le sostanze tossiche vengono assorbite dai tessuti e dalle cellule che, non riuscendo a svolgere le proprie normali funzioni, vanno incontro ad una modificazione della struttura; le fibre collagene (sostegno dei tessuti) si alterano, i capillari si induriscono e i setti che circondano i lobuli si sclerotizzano.  Compaiono così i primi segni della pelle a “buccia d’arancia”, accompagnate dall’abbassamento della temperatura della pelle nella zona interessata e da un cambiamento di colore.


- Terzo stadio: con il passare del tempo, se non viene curata, la situazione continua a degenerare, le molecole di cui è composto il tessuto connettivo che separa i vari setti adiposi  si ammassano e rendono il tessuto sempre più duro e spesso. Alla fine, queste modificazioni coinvolgono tutte le strutture dell’ipoderma, creando dei piccoli noduli di grasso imprigionato in tralci di tessuto connettivo,

dando l’aspetto di avvallamenti e rilevatezze, tipici della cellulite. Quest’alterazione della struttura del tessuto sottocutaneo provoca un ulteriore rallentamento della circolazione e dell’ossigenazione dei tessuti, causando freddezza della cute e macchie di colore. Il dolore che si avverte alla palpazione è dovuto alla compressione esercitata dai micronoduli cellulitico sulle terminazioni nervose.


- Quarto stadio: in ultimo i micronoduli possono unirsi a formare dei macronoduli, la cute si presenterà fredda, marmorizzata, di colorito spento e giallastro e il dolore sarà anche spontaneo. A questo stadio l’inestetismo si trasforma in malattia.

 

 

 

I tipi di cellulite

Esistono diversi tipi di cellulite, secondo l’età e le cause.
- cellulite dura o compatta: colpisce le persone giovani, con una buona forma fisica e muscolatura ben definita; si presenta compatta, aderente ai piani sottostanti, granulosa e difficile da manovrare, non segue i movimenti del corpo e si evidenzia con la contrazione muscolare. L’epidermide appare fine e delicata, la cute ruvida e secca e si accompagna alla comparsa delle smagliature. Si instaura principalmente nella zona delle cosce, dei glutei, dell’interno ginocchio e della parte alta del dorso.

- cellulite molle o flaccida: si manifesta soprattutto in persone di mezza età, con muscolatura ipotonica, oppure in soggetti che variano spesso di peso in modo poco equilibrato o che hanno subito massaggi troppo violenti o mal eseguiti. Si presenta pastosa e scivolosa al tatto, e assume un movimento fluttuante alla mobilitazione della zona e soprattutto durante la deambulazione; compare soprattutto a livello dell’interno cosce e braccia.
- cellulite edematosa: si presenta di solito in associazione a quella compatta, solitamente sulle gambe in quanto è la conseguenza di patologie circolatorie caratterizzate da ristagno di liquidi nei tessuti. Si accompagna, infatti, a gonfiore dalle caviglie alle gambe, prurito, formicolii, stanchezza e pesantezza agli arti inferiori; si presenta pastosa e granulare al tatto, dolorosa alla palpazione e anche durante la deambulazione.

 

 

 Per puntualizzare dobbiamo distinguere quattro diverse situazioni:


1) adiposità localizzata: è un aumento volumetrico del tessuto adiposo sottocutaneo in aree del corpo femminili dove solitamente è presente (fianchi, radice delle cosce, glutei, mammelle, addome). Questi depositi adiposi rappresentano un carattere sessuale secondario, cioè che si presenta con la pubertà, fortemente influenzati dall’azione degli estrogeni. In questa situazione si assiste solo ad un aumento del vacuolo di grasso all’interno dell’adipocita, ma non ad una sua modificazione strutturale o funzionale.

 

2) ipertrofia pannicolo- globulare generalizzata: è un aumento di volume dello strato adiposo esteso a tutto il corpo, è detta anche obesità ed è molto suscettibile alla dieta. Da distinguere con quella localizzata in cui l’ipertrofia è secondaria ad un’azione ormonale.

3) cute a buccia d’arancia: o fenomeno del materasso è detto quel aspetto ondulato a trapunta o punti di materasso di una determinata zona del corpo, dovuto alla presenza di sporgenze profonde causate dall’ipertrofia degli adipociti, separati da tralci fibrosi costituiti dai setti interlobulari sclerotizzati (retinacula cutis)che tirano verso il basso il derma sovrastante.

4) forma nodulare: è la forma più grave di cellulite, caratterizzata dalla presenza di noduli, all’inizio molto piccoli (micronoduli) che poi si possono unire formando dei macronoduli, isolati da tessuto fibroso. Questi sono molto dolorosi alla palpazione, e spesso anche spontaneamente, e accompagnati da cute fredda al tatto e pallida, senso di formicolio, pesantezza tensione agli arti inferiori dovuta alla compressione esercitata dai noduli sui capillari. Si possono accompagnare anche a smagliature.

 

 

 

Prevenire la cellulite

La cura migliore per la cellulite comincia dalla sua prevenzione. Il fatto che la sua comparsa sia legata soprattutto a fattori ereditari ed ormonali non ci impedisce di avere delle accortezze per tenerci in forma. Le cose più importanti sono l’alimentazione e l’attività sportiva.


L’alimentazione: è opportuno avere una corretta educazione alimentare, riguardo sia alla quantità che alla qualità delle sostanze che assumiamo. Stipsi e ritenzione idrica sono, infatti, due tipici segnali di un’alimentazione poco equilibrata che può portare a complicazioni a livello del microcircolo e quindi alla cellulite. È fondamentale, ad esempio, bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, preferibilmente a piccoli sorsi e lontano dai pasti, per no diluire i succhi gastrici, che permette una buona diuresi e l’eliminazione ottimale di

sostanze tossiche e di rifiuto. È preferibile assumere acque oligominerali povere di sodio che, oltre all’alto grado di assorbimento a livello gastrico, depurano le vie urinarie ed epatiche, favorendo l’allontanamento dell’acido urico. Bisogna fare attenzione anche all’assunzione di sodio, in quanto trattenendo acqua all’interno dei tessuti, impedisce il corretto scambio tra la cellula e l’esterno, favorendo la ritenzione idrica; sono quindi da evitare insaccati, formaggi grassi e fermentati, scatolame, salse, dadi, conserve, bevande dolcificate, sciroppi, alcolici, caffè, cioccolato, tè forte, sostituendoli con frutta e verdura fresche e di stagione, cotture semplici come il vapore e la griglia, condimenti comuni come il basilico, l’aglio,la cipolla, l’olio a crudo (senza esagerare). Il consumo di alimenti freschi, ricchi di vitamine e Sali minerali a ricco contenuto di fibre, vitamina C, E, e potassio sono indispensabili per contrastare il sodio e l’insorgenza della ritenzione idrica, sia per facilitare il transito intestinale e l’evacuazione di scorie tossiche, riducendo l’assorbimento degli zuccheri e dei grassi.


Particolare attenzione va riposta nei mirtilli che contengono un gran quantitativo di sostanze vasotrofiche e vasoprotettive, dette rutosidi. I frutti di bosco e sottobosco, invece, sono ricchi di bioflavonoidi, che aiutano il microcircolo e rinforzano le pareti dei vasi. La frutta ricca di acqua come il melone, l’anguria, le fragole svolge una forte azione diuretica e depurativa, mentre quella ricca di potassio come l’ananas, le

albicocche, il ribes e le ciliegie ostacolano l’accumulo di sodio.

L’attività fisica: molto importante per la salute del nostro organismo è fare esercizio fisico; ciò non solo per il miglior aspetto fisico che ne consegue, ma soprattutto per la salute. Un corpo in allenamento, infatti, ha una buona circolazione, un ottimo metabolismo cellulare, una massa muscolare ben sviluppata, una pelle più ossigenata… tutti gli sport “dolci” sono ottimi coadiuvanti nella prevenzione della

 

cellulite. L’attività sportiva, soprattutto quella aerobica, induce la contrazione muscolare, che oltre a modellare il muscolo, permette una spremitura dei vasi, quindi aiuta la circolazione; il miglioramento della circolazione si riscontra anche a livello cellulare dove, il sangue più ricco di ossigeno (si chiama aerobica proprio perché permette una maggior ossigenazione del sangue) apporta maggior nutrimento a tutti i tessuti, accelerando il metabolismo cellulare e l’eliminazione dei rifiuti. Ciò si riscontra in tutti gli organi, anche la pelle si farà più tonica e liscia, e perderà il colorito spento e opaco. Inoltre l’attività sportiva facilita la mobilitazione degli accumuli di grasso, diminuendo il “rischio cellulite”. Basta mezz’ora di attività al giorno per ottenere ottimi risultati e mantenerli, preferendo gli sport “leggeri” come il nuoto, ottimo perché interessa tutti i muscoli e perché non sovraccarica lo scheletro, la bicicletta, in quanto migliora la circolazione di ritorno dagli arti inferiori e potenzia il trofismo muscolare e tissutale, e la corsa, per la sua azione benefica sul cuore, sulla circolazione e sull’ossigenazione dei tessuti che ne consegue. Sono da evitare tutti gli sport che prevedano eccessivi sforzi fisici, rapide esplosioni di potenza, o a rischio distorsioni e stiramenti.
Bisogna ricordare che l’attività fisica non esplica ottime azioni nella cura della cellulite, in quanto i noduli cellulitici sono formati da tessuto connettivale fibroso che non viene intaccato dall’esercizio fisico.

 

I trattamenti estetici

- massaggio: l’intervento estetico anti-cellulite per eccellenza è il massaggio; si dimostra molto valido per il suo effetto di stimolazione della circolazione sanguigna distrettuale, per il miglioramento del trofismo cutaneo e dell’ossigenazione cellulare. Deve essere eseguito da un esperto, in quanto si possono creare danni se il massaggio è troppo energico e viene praticato su persone che soffrono di fragilità capillare. Un abbinamento ottimale è quello di unire sedute di massaggio tradizionale a sedute di linfodrenaggio manuale. Infatti, il primo è in grado di sciogliere i noduli cellulitici e il secondo di liberare i tessuti dai liquidi in eccesso e dalle tossine che ristagnano nel connettivo sottocutaneo, in quanto fa aumentare di circa 20 volte la velocità della linfa. Ideale sarebbe fare 2 sedute alla settimana per un mese di massaggio tradizionale, e proseguire poi con il linfodrenaggio.

 

 

 

- idromassaggio: può essere utile come prevenzione della cellulite o come attacco in fase iniziale; l’idromassaggio sfrutta l’azione meccanica della pressione dell’acqua alla quale sono aggiunti sostanze terapeuticamente attive. Il getto dell’acqua, che può essere sulfurea, salsobromoiodica o altro, deve essere posizionato in modo adeguato per ottenere un’azione di spremitura sui vasi venosi e linfatici e quindi un miglioramento dell’ossigenazione cellulare. All’acqua può essere addizionato ozono, prodotto da un apposito apparecchio, che a contatto con esse, produce ossigeno capace di penetrare nella cute fino all’ipoderma. Questa terapia ha un’efficacia antinfiammatoria e vasoattiva, migliora il funzionamento delle vene periferiche e agisce sui cuscinetti cellulitici.
- pressoterapia: è indicata in quei casi dove la presenza della cellulite è accompagnata da insufficienza venosa e linfatica, edema alle gambe, dolori, pesantezza, cute violacea; consiste nell’infilare ogni gamba in particolari gambali collegati ad un apparecchio elettronico che introduce aria a pressione variabile, fino ad ottenere una pressione graduata sui vasi venosi e linfatici. Ogni seduta dura circa 45 minuti, è ottimale nei casi di cellulite iniziale, o come complemento di terapie di ionoforesi. Controindicata in soggetti che soffrono di insufficienza cardiaca, tromboflebiti o problemi respiratori e renali.
- elettrolipolisi: vengono usate delle correnti a basso voltaggio e amperaggio che, condotte nei tessuti grazie a degli elettrodi (estetico) o aghi (medico), agiscono sull’unità microvascolare della zona trattata, migliorando il trofismo tissutale e riducendo gli accumuli adiposi. È sconsigliata in gravidanza o in presenza di varici.
- bendaggi: attraverso l’applicazione di bendaggi si ottiene l’assorbimento dei principi attivi imbevuti in essi, ad azione drenante o riducente. Le bende usate sono di cotone leggero, impregnate di sinergie di oli essenziali e fitocomplessi di origine vegetale, che svolgono contemporaneamente un’azione compressiva moderata e controllata favorente un’azione drenante.
- fanghi termali: ottenuti da materiale terroso a finissima granulometria (argille) che a contatto con le acque termali si impregna dei principi attivi in essa contenuti (zolfo, oligoelementi, vitamine) si utilizzano per ogni tipo di inestetismo del viso o del corpo, grazie alla componente argillosa promuovono, infatti, l’assorbimento transcutaneo delle sostanze di cui possono essere arricchiti (acido salicilico, vitamina B5, fitoestratti, oli essenziali, derivati marini), grazie a quella termale apportano oligoelementi, sali minerali, vitamine indispensabili per i processi biologici cutanei. Svolgono inoltre un’azione protettiva, riepitelizzante e rigenerante.
- trattamento di calore localizzato: si basa sull’utilizzo di un’apparecchiatura elettronica a bassa tensione, in grado di fornire calore per un massimo di 42°. La zona trattata viene avvolta in tute di cotone sopra le quali vengono fissate le fasce che apportano calore; l’aumento fisiologico della temperatura in loco induce un aumento del matabolismo cellulare, e quindi un maggior consumo energetico, con riduzione dell’accumulo adiposo. Questo trattamento viene utilizzato soprattutto nei casi di adiposità localizzata, non attaccabile tramite dieta, e può essere utilizzato per tutte le aree del corpo, anche con azione decontratturante. È sconsigliato in gravidanza, per i cardiopatici, gli ipertesi, i diabetici, in caso di infiammazioni acute e ferite aperte, durante il periodo mestruale.
- ginnastica passiva: tramite uno stimolatore elettrico si ha una contrazione involontaria del muscolo, che provoca una spremitura dei vasi linfatici e sanguigni. È ottimo per i casi di muscolatura ipotonica, per problemi di circolazione, ma non agisce direttamente sulla cellulite.

 

 

I trattamenti medici

- mesoterapia: si basa sull’iniezione di un insieme di farmaci, a dosi piccole, mediante aghi sottili applicati a multiniettori. Questi strumenti possono avere da 3 a 18 aghi, lunghi circa 4 mm, disposti in forma lineare o circolare, in base alla zona da trattare. È di competenza esclusivamente medica; infatti, solo il medico può scegliere quale tipo di aghi usare per evitare traumi o ematomi, e i farmaci da iniettare, secondo il tipo di cellulite. Bisogna fare dei test per accertarsi di eventuali allergie a farmaci. Le sedute

vanno fatte in ambulatorio medico, non necessita di anestesia e vanno seguite da massaggi linfodrenanti, popola fine del trattamento.


- ionoforesi: utilizza corrente a debole voltaggio per veicolare nella cute dei farmaci specifici; si determina così una differenza di potenziale tra il punto di entrata e quello di uscita della corrente, che veicola le sostanze ionizzate in profondità. Si usano generalmente farmaci come l’aminofillina, che accelera il metabolismo dei grassi, la carnicina e l’escina, per l’effetto antinfiammatorio, antiedematoso e vasoprotettivo. Lo svantaggio è che non

si può valutare quanto farmaco viene veicolato realmente, per questo si oggi non viene molto usato se non come coadiuvante di altri trattamenti.
- ozonoterapia: l’ozono reagisce con gli acidi grassi insaturi determinandone la scissione, che diventano idrofili e quindi facilmente eliminabili, agisce sui globuli rossi aumentando la viscosità del sangue, determina una miglior ossigenazione dei tessuti nei tessuti dove è carente. Si associa alla laser-terapia in quanto ne potenzia l’effetto.
- laser-terapia: il laser agisce sull’unità microvascolo- tissutale, migliora l’ossigenazione e lo scambio intra ed extracellulare. È indicata in casi di cellulite mille o edematosa e come preparazione dei tessuti ad eventuali interventi. Non ha controindicazioni o effetti collaterali ed è indolore.
- ultrasuonoterapia: sfrutta l’azione degli ultrasuoni, delle vibrazioni che l’orecchio umano non riesce a percepire. Esse sono in grado di rompere il tessuto fibrotico che circonda i noduli cellulitici, di favorire l’assorbimento di farmaci a livello cutaneo, di richiamare il sangue nella zona trattata, di stimolare la circolazione linfatica e di bruciare i trigliceridi accumulati nelle cellule. Sono sconsigliati in presenza di varici, capillari evidenti e cardiopatie.
- lipoaspirazione: è un intervento di chirurgia estetica che, con piccole incisioni sulla parte da trattare e aspirando l’adipe in eccesso attraverso particolari cannule collegate ad apparecchi aspiranti, ottiene il risultato di modellare le zone in cui sono presenti adiposità o cellulite localizzata. Questo intervento richiede un ricovero in ospedale di 2 o 3 giorni e determina la successiva formazione di ematomi risolvibile in 2 settimane. È preferibile accompagnare sia la preparazione all’intervento che la guarigione a delle sedute di linfodrenaggio, in quanto purifica la linfa, apportando sostanze plastiche ed allontanando sostanze irritanti e infiammatorie.
- liposcultura: è un intervento eseguito in anestesia locale in cui si praticano incisioni piccole, quasi invisibili e dove si chiede la collaborazione della donna, che assume posizioni diverse a seconda della richiesta del chirurgo, proprio per permettere un migliore rimodellamento del corpo. Non richiede degenza ospedaliera, può essere eseguita in ambulatorio specializzato o in day-hospital, inoltre i microematomi che si formano si risolvono rapidamente. Entrambe gli interventi richiedono che la paziente si fasci con apposite fasciature elastiche per una settimana e porti, in seguito, calze o guaine elastiche. Il risultato finale si evidenzia dopo circa 3 o 4 mesi, quando si è risolto completamente l’edema. Per facilitare la scomparsa del gonfiore locale, vengono eseguite sedute di linfodrenaggio.

 

Conclusioni

La cellulite è un difetto cui vanno soggette quasi tutte le donne, che siano esse magre o grasse. Esistono tanti tipi di trattamenti per prevenirne l’insorgenza o attenuarne la presenza, tutti validi ma non sempre estremamente efficaci. La cosa più importante è vivere una vita sana ed equilibrata, che sicuramente aiuta nella lotta contro questo inestetismo, e cercare di accettarsi anche con i difetti, in quanto è controproducente “ammalarsi” per un’imperfezione comune a così tante coetanee. Se noi ci vogliamo bene, anche gli altri ci vorranno bene.

 

Fonte: http://zago.interfree.it/cellulite.doc
Autore :Rosadini Fabiola

 

 


 

 

Cellulite

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Cellulite

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

Cellulite