Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale M parte 2

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale M parte 2

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale M parte 2

 

malagévole, agg. Faticoso, scomodo, disagiato. ~ arduo. <> agevole.

Malagnìno Comune in provincia di Cremona (1.020 ab., CAP 26030, TEL. 0372).

Malagòdi, Giovànni (Londra 1904-Roma 1991) Politico, figlio di Olindo. Dal 1954 al 1972 fu segretario nazionale del Partito liberale.

malagràzia, sf. Mancanza di cortesia, sgarbatezza. ~ rudezza. <> grazia.

malagueña, sf. invar. Danza spagnola originaria di Malaga e Murcia. Appartiene alla famiglia del fandango.

Malaita Isola (78.000 ab.) del gruppo delle Salomone, nell'oceano Pacifico.

Malalbèrgo Comune in provincia di Bologna (6.456 ab., CAP 40058, TEL. 051).

malalìngua, sf. Persona maldicente. ~ pettegolo.
 sf. gossip, backbiter.

malaménte, avv. In malo modo.
 avv. badly, dangerously.

Malamòcco Centro del Veneto, frazione del comune di Venezia, che costituisce una delle tre bocche che mettono in comunicazione la laguna veneta col mare.

Malamud, Bernard (New York 1914-1986) Narratore statunitense. Tra le opere Il commesso (1959) e L'uomo di Kiev (1966).

malandàto, agg. Rovinato, mal ridotto. ~ malconcio. <> a posto.
 agg. in bad condition.

malandrinàggio, sm. Brigantaggio.

malandrinàta, sf. Azione da malandrino.

malandrinésco, agg. (pl. m.-chi) Relativo a malandrino.

malandrìno, agg. e sm. agg. Ladro, disonesto. ~ filibustiere. <> onesto.
sm. Brigante, rapinatore. ~ canaglia.

Malang Città (650.000 ab.) dell'Indonesia, nella provincia di Giava orientale.

Malange Provincia (933.000 ab.) dell'Angola, capoluogo la città omonima.

malànimo, sm. Animosità, ostilità. ~ astio. <> benevolenza.
 sm. malevolence, animosity.

malànno, sm. Male fisico o morale, di natura grave.
 sm. 1 (malattia) illness. 2 (disgrazia) misfortune.

malaparàta, sf. Situazione critica, di grave pericolo.

Malapàrte, Cùrzio (Prato 1898-Roma 1957) Pseudonimo dello scrittore e giornalista Kurt Erick Suckert. Partecipò volontario alla prima guerra mondiale e divenne giornalista, scrivendo per il Corriere della Sera e poi per la Stampa di cui fu anche direttore. Partecipò alla seconda guerra mondiale come alpino e come inviato e, sulla base di quell'esperienza, descrisse in alcuni romanzi la complessa situazione della società italiana in epoca bellica e postbellica. Le principali opere sono: Kaputt (1944), Il sole è cieco (1947), La pelle (1949), Maledetti toscani (1956) e Racconti italiani (1957).

malapéna, sf. A stento, con fatica.
 sf. scarcely, hardly.

Mälaren Lago (1.140 km2) della Svezia, presso Stoccolma.

malària, sf. Malattia febbrile, causata da protozoi del genere Plasmodium. La fase sessuata dei protozoi si svolge nella zanzara anofele, che li trasmette con la puntura all'uomo, nel cui sangue si svolge la fase asessuata. La manifestazione della malaria inizia con forti rialzi febbrili che si ripetono ogni tre o quattro giorni, anemia e ingrossamento di milza e fegato. A diffusione endemica nelle zone tropicali di tutto il mondo, per mezzo delle bonifiche e della lotta alle zanzare è scomparsa dalle zone italiane nelle quali era presente (Sardegna, Sicilia ecc.); può essere prevenuta mediante la profilassi antimalarica a base di clorochina o pirimetamina. ~ paludismo, quartana, terzana.
 sf. malaria.

malàrico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. Relativo a malaria.
sm. Persona affetta da malaria.

malasòrte, sf. Sfortuna, avversità.
 sf. bad luck.

Malaspìna Famiglia feudale di stirpe longobarda, discendente dagli Obertenghi, i cui domini si estesero dalla Sardegna alla riviera di Levante e soprattutto in Lunigiana. Nel XIII sec. la famiglia si divise in due rami, uno guelfo e l'altro ghibellino, del quale fu capostipite Corrado, ricordato da Dante nel Purgatorio. La decadenza della famiglia iniziò nel XV sec. e nel 1797 perdette i suoi possedimenti.

Malaspìna, Alessàndro (Mulazzo, Lunigiana 1754-Pontremoli, Massa Carrara 1810) Esploratore. Arruolatosi nella marina spagnola, nel 1781 fu artefice di un giro del mondo in qualità di comandante della nave Astrea. Otto anni dopo, al comando delle corvette Descubierda e Atrevida, partì da Cadice e attraversò nuovamente l'Oceano Atlantico per una missione esplorativa del Nuovo continente. Raggiunta la foce del Rio della Plata, la sua spedizione costeggiò l'America meridionale fino a capo Horn e poi risalì la costa pacifica fino allo stretto di Bering. Durante il viaggio compì preziosissimi rilevamenti idrografici e studiò il ghiacciaio più esteso dell'Alaska, che ancora oggi porta il suo nome. Attraversando l'Oceano Pacifico, esplorò le isole Marianne, le Filippine, le Nuove Ebridi, la costa orientale dell'Australia e le isole Tonga. Tornò in Spagna nel 1794, dove fu imprigionato per ragioni politiche e riconquistò la libertà solo nel 1802.

malassorbiménto, sm. In medicina, patologia relativa all'assorbimento intestinale.

Malatèsta Nobile famiglia romagnola che risale al 1136. Nel 1295 Malatesta II da Verrucchio divenne signore di Rimini e combatté contro i ghibellini. Nel XIV sec. i Malatesta raggiunsero il massimo della loro potenza, che decrebbe poi per le lotte interne alla famiglia. Nel XVI sec. Cesare Borgia sconfisse Pandolfo V, ultimo signore di Rimini, che passò a Venezia (1534). I membri più famosi della famiglia dei Malatesta furono: Gianciotto, detto Giovanni lo sciancato, marito di Francesca da Rimini, che uccise perché amante del fratello Paolo il bello, Malatesta III, signore di Rimini e Pesaro (1299-1364) e Galeotto, suo figlio, Pandolfo III (1370-1427), che si distinse anche come condottiero sotto Gian Galeazzo Visconti e Sigismondo Pandolfo, figlio di Pandolfo III, che fece costruire a Rimini da Leon Battista Alberti la chiesa di San Francesco, detta tempio malatestiano.

Malatèsta Pandòlfo II (?-1312) Nobile guelfo, signore di Rimini dal 1295. Fu riconosciuto da papa Giovanni XXII, espandendo il suo dominio e fondando una vera e propria signoria.

Malatèsta Pandòlfo III (1370-1427) Nobile e illustre condottiero. Governò Fano e Cesena e occupò Bergamo e Brescia (1408) approfittando della crisi dei Visconti.

Malatèsta Pandòlfo V (?-1534) Nobile, signore di Rimini fino al 1503, quando venne travolto da Cesare Borgia. Governò sotto reggenza fino al 1492 e riottenne il potere per brevissimo tempo (tra il 1522 e il 1523 e tra il 1527 e il 1528) con l'aiuto del figlio Sigismondo.

Malatèsta, Càrlo (1368-1429) Nobile e illustre condottiero. Ottenne da papa Bonifacio IX l'investitura perpetua a signore.

Malatèsta, Errìco (Santa Maria Capua Vetere 1853-Roma 1932) Politico e fondatore nel 1891, con F. S. Merlino della Federazione anarchica italiana. Osteggiò il terrorismo e l'individualismo.

Malatèsta, Gianciòtto (?-1304) detto lo Zoppo. Nobile, marito di Francesca da Rimini, podestà di Firenze e signore di Pesaro.

Malatèsta, Pàolo (?-1283?) Nobile, amante di Francesca da Rimini. Venne con lei ucciso dal fratello Gianciotto.

Malatèsta, Sigismóndo (Rimini 1417-1468) Nobile e illustre condottiero, ultimo dei signori della famiglia dei Malatesta di Rimini. Gli si deve la costruzione del tempio malatestiano.

malatestiàno, agg. Relativo ai Malatesta.

malatìccio, agg. (pl. f.-ce) 1 Che abitualmente va soggetto a malattie. ~ cagionevole. <> in salute. 2 Di salute malferma. ~ debole. <> sano.
 agg. sickly.

malàto, agg. e sm. agg. 1 Che ha una malattia. ~ infermo. <> sano. era malato di nervi. 2 Esageratamente legato a un sentimento. sei solo malato di invidia. 3 Distorto. ~ bacato, depravato, degenerato. erano fantasia di una mente malata.
sm. Chi è malato.
 agg. unwell, ill. sm. 1 sick person. 2 (ricoverato in ospedale) patient.
 lat. tardo, male habitus che sta male.

Malato immaginario, Il Commedia-balletto di Molière (1673). La commedia ha per protagonista Argan, un maniaco che ritiene di essere malato e consuma quantità massicce di farmaci. Naturalmente tutti approfittano di questa mania. Si fingerà morto per scoprire chi gli vuole bene davvero e chi è solo desideroso di mettere le mani sui suoi beni. Ultimo lavoro di Molière, realizzato in un momento difficile della sua vita, con notevoli problemi di salute, che la medicina non riusciva ad alleviare. Interpretando la parte del malato immaginario Argan, contestava la medicina del suo tempo e la sua esaltazione cieca dell'autorità di Aristotele, Ippocrate e Galeno senza tenere conto delle scoperte della scienza contemporanea. Alla quarta rappresentazione, il 17 febbraio 1673, Molière ebbe in scena una crisi, che riuscì a dissimulare con una smorfia. Morì quella sera stessa.

malattìa, sf. Alterazione organica o funzionale dell'organismo umano, degli animali e delle piante. ~ infermità. <> salute.
 sf. 1 illness. 2 (infettiva) disease.
Ad andamento evolutivo, la malattia ha una causa comune per tutti sintomi con i quali si manifesta (a differenza della sindrome) e può guarire, cronicizzarsi o condurre alla morte. Le malattie, studiate dalla patologia, sono classificate in acute e croniche, secondo la tendenza alla guarigione, e si dividono in: malattie congenite, che si presentano alla nascita e che, se non sono intervenute durante la gravidanza, sono ereditarie; malattie metaboliche, dovute ad alterazioni del metabolismo, come per esempio per l'assenza di un enzima particolare; malattie infiammatorie, provocate da agenti che causano infiammazione; malattie degenerative, dovute a fattori che provocano la degenerazione dei tessuti; malattie neoplastiche, dovute alla trasformazione tumorale dei tessuti, malattie organiche, nelle quali la forma e la struttura degli organi sono fortemente alterate e funzionali, nelle quali la funzionalità di un organo è compromessa; malattie infettive, nelle quali l'agente responsabile della malattia (batteri, virus) è trasmissibile da un individuo all'altro e malattie professionali, dovute all'ambiente di lavoro o alle particolari lavorazioni eseguite.

Malattia chiamata uomo, La Romanzo di F. Camon (1981).

Malattia mortale, La Opera di filosofia di S. A. Kierkegaard (1848).

Malatya Città (277.000 ab.) della Turchia, presso il fiume Eufrate. Capoluogo della provincia omonima (675.000 ab.), estesa fra il Tauro orientale Interno e quello Esterno.

malaugurataménte, avv. Per disgrazia.

malauguràto, agg. 1 Che è di cattivo augurio. ~ infausto, nefasto. <> augurale. 2 Fatto in circostanze avverse. ~ disgraziato. <> fausto.

malaugùrio, sm. Cattivo augurio. ~ maledizione.
 sm. 1 evil omen, ill omen. 2 (essere di malaugurio) to bring bad luck.

malauguróso, agg. Che è di malaugurio.

malavìta, sf. 1 Vita disonesta. 2 Insieme di persone che vivono in modo disonesto. ~ criminalità.
 sf. underworld.

Malavita Dramma di S. Di Giacomo (1899).

malavitóso, agg. Che appartiene alla malavita.

malavòglia, sf. Svogliatezza, pigrizia. ~ disinteresse. <> impegno.
 sf. unwillingly.

Malavoglia, I Romanzo di G. Verga (1881). L'opera è la narrazione del destino tragico di una famiglia di pescatori di Aci Trezza, vista attraverso tre generazioni, rappresentate dal patriarca Padron 'Ntoni, dai figli Bastianazzo e Luca, e dai figli di Bastianazzo, 'Ntoni, Mena, Lia e Alessi. L'inizio delle disgrazie è il naufragio della nave Provvidenza con la perdita del carico e la morte di Bastianazzo. Il disastro costringe a vendere la casa, mentre Luca, che è sotto le armi, muore nella battaglia di Lissa. Persa la casa, la famiglia si disperde: 'Ntoni finisce in prigione, Lia fugge di casa; il vecchio Padron 'Ntoni muore. Una speranza è offerta dal solo Alessi, che riuscirà a ricomporre un frammento dell'antico nucleo famigliare. Romanzo corale che nella disgregazione della famiglia presenta la disgregazione della società patriarcale a contatto con le trasformazioni indotte dalla riunificazione dell'Italia. Primo romanzo del ciclo I vinti, che nel progetto dell'autore avrebbe dovuto comprendere Mastro Don Gesualdo (1889), l'incompiuto La Duchessa de Leyra, e altri due romanzi (L'onorevole Scipioni e L'uomo di lusso) che non saranno neppure iniziati.

malavvedutaménte, avv. Incautamente.

malavvedùto, agg. Incauto, malaccorto.

Malawi Repubblica dell'Africa centromeridionale; confina a nord con la Tanzania, a est e a sud con il Mozambico, a ovest con lo Zambia.
Il paese ha forma allungata in direzione nord sud parallelamente al lago Malawi (o Niassa), che occupa l'estrema porzione meridionale della Great Rift Valley.
Il territorio è generalmente montuoso e culmina nell'imponente gruppo del Mlanje (2.750 m).
Il lago Malawi o Niassa, di origine tettonica, è lungo 550 km e ha larghezza variabile da 25 a 35 km; le sue coste sono generalmente alte e scoscese a nord, più basse a sud.
Numerosi sono i suoi immissari, tutti però piuttosto brevi e a regime irregolare, il più importante dei quali è lo Shire (600 km) che collega il lago Niassa allo Zambesi; navigabile solo per il tratto inferiore, dove sorge lo scalo fluviale di Nsanje, forma in quello superiore il piccolo lago Malombe ed è interrotto da numerose cascate tra cui famose quelle di Murchison.
Il clima è di tipo tropicale, con due stagioni nettamente distinte: una invernale fresca e piovosa e una estiva calda e secca.
L'urbanesimo è un fenomeno relativamente recente, in quanto l'86% della popolazione continua a vivere nei villaggi. Le città vere e proprie sono soltanto Lilongwe, posta sul fiume omonimo, capitale dal 1975, in posizione centrale rispetto al paese, Zomba, importante nodo stradale sull'altopiano dello Shire, e Blantyre, unica che supera i 400.000 abitanti e maggiore centro industriale e commerciale del paese.
Nel suo complesso il paese è tra i più poveri del continente africano.
L'agricoltura occupa ben il 78% della popolazione ma per la maggior parte è un'attività di puro sostentamento; prevalgono le colture di mais e di altri cereali (sorgo e riso) e inoltre patate, manioca, banane, patate dolci, ortaggi e legumi.
Esistono tuttavia anche grandi piantagioni, retaggio coloniale e tuttora di proprietà di una ristretta comunità bianca, che producono tabacco, cotone, tè, canna da zucchero e arachidi.
Pregevole risorsa è quella forestale, da cui si ricavano essenze pregiate e legname (tek, mogano e cedro).
L'allevamento è un'attività piuttosto diffusa nelle alte e medie terre del centro e del nord (in prevalenza caprini e bovini, nonché animali da cortile).
Discreta è anche la pesca, principalmente praticata nel lago Niassa.
Lo sviluppo industriale è penalizzato dall'assoluta mancanza di risorse minerarie, che si limitano a esigue quantità di marmo e di altri materiali da costruzione.
L'energia elettrica prodotta è interamente di origine idrica.
Nel complesso, prevalgono le attività tradizionali legate alla trasformazione dei prodotti agricoli (zuccherifici, oleifici, manifatture di tabacchi, birrifici ecc.).
Numerose sono anche le segherie e le industrie dell'abbigliamento locale.
STORIA Nel 1859 Livingston scopre il lago Malawi, le cui popolazioni bantu sono oggetto, dal 1840, delle razzie dei negrieri di Zanzibar. I trattati del 1889 costituiscono il protettorato britannico dell'Africa centrale. Nel 1907 l'Africa centrale prende il nome di Nyassaland. Nel 1953 la Gran Bretagna costituisce una federazione tra il Nyassaland e la Rodhesia. Il Nyassaland Africa Congress, partito guidato da Hastings Kamuzu Banda, chiede l'indipendenza. Nel 1958 il Nyassaland ottiene l'autonomia, quattro anni più tardi abbandona la federazione. Nel 1964 raggiunge l'indipendenza con il nome di Malawi. La proclamazione della repubblica avviene nel 1966.
Guidata da Hastings Kamuzu Banda (presidente a vita a partire dal 1971, egli instaura un sistema di partito unico), il Malawi intrattiene relazione strette con l'Africa del Sud. Nel 1993, di fronte a una contestazione interna crescente, il presidente Banda deve organizzare un referendum sull'introduzione del multipartitismo che viene ampiamente approvato. La presidenza a vita viene abrogata. Nel 1994 Elson Bakili Muluzi, principale capo dell'opposizione, diventa presidente della repubblica a seguite delle prime elezioni pluraliste.
Abitanti-9.790.000
Superficie-118.484 km2
Densità-82,6 ab./km2
Capitale-Lilongwe
Governo-Repubblica presidenziale
Moneta-Kwacha del Malawi
Lingua-Inglese e chichewa, yao
Religione-Protestante, cattolica, animista, musulmana

Malaybalay Città (61.000 ab.) delle Filippine, sull'isola di Mindanao. Capoluogo della provincia di Bukidnon.

Malaysia Stato federale dell'Asia sudorientale formato da una parte continentale (Malaysia occidentale o peninsulare) che occupa la sezione più meridionale della penisola di Malacca e da una parte insulare (Malaysia orientale), che occupa la fascia settentrionale dell'isola del Borneo con i territori di Sarawak e di Sabah.
La penisola di Malacca confina a nord con la Thailandia ed è bagnata a ovest dallo stretto di Malacca e a est dal mar Cinese meridionale; i territori di Sarawak e di Sabah confinano con la regione del Kalimantan (Indonesia) e sono bagnati dal mar Cinese meridionale a ovest, dal mare di Sulu a nord e dal mar di Celebes a est.
La Malaysia occidentale è occupata da un sistema di rilievi che si snodano in direzione nord sud (altezza massima 2.187 m nel Gunong Tahan) verso una fascia costiera pianeggiante di origine alluvionale. Le coste, fronteggiate da una serie di isole e banchi corallini, sono per lo più basse e rettilinee.
Numerosi sono i fiumi, i cui estuari costituiscono dei porti naturali.
I territori di Sarawak e Sabah sono a loro volta in prevalenza montuosi: monti Kapuas, Iran e Penambo, di altitudine media 1.500-2.000 m, culminanti nella cima del Kinabalo (4.120 m).
Le coste sono per lo più basse, ricoperte da una fitta vegetazione, interrotte da profondi estuari e fronteggiate da numerose isole e scogli.
Il clima è di tipo equatoriale con temperature uniformi lungo tutto l'arco dell'anno, generalmente elevate; le precipitazioni sono abbondanti, e seguono un certo andamento stagionale, influenzato dai monsoni.
La composizione etnica è piuttosto complessa, data la posizione del paese, ponte tra il continente e l'arcipelago. Occupano infatti l'isola malesi (47 %), cinesi (37%) e indiani (8%), più i numerosi gruppi etnici di insediamento antico.
La vita si svolge prevalentemente nei piccoli villaggi; infatti solo un terzo della popolazione vive in centri di oltre 5.000 abitanti.
Capitale della federazione è Kuala Lampur, importante nodo di vie di comunicazione servita dall'attivo porto di Kelang.
Pinang (George Town) sull'isola omonima è un attivo porto e centro di attività industriali (lavorazione dello stagno) e commerciali (raffinerie di stagno); Ipoh è un rilevante centro minerario, Johor Baharu sorge nel più ricco distretto risicolo.
Nel Sabah sorgono Kota, Kinabalu e Sandakan; nel Sarawak sorgono invece Kuching e Sibu.
Il paese dispone di notevoli risorse naturali (caucciù, palma da olio, legname, petrolio e stagno) e gode tra i paesi asiatici in via di sviluppo di prospettive più sicure, pur persistendo la forte dipendenza del paese dai capitali stranieri.
L'agricoltura presenta la classica contrapposizione tra l'agricoltura di sostentamento, basata sulla risicoltura, e le produzioni commerciali. La prima, destinata al consumo locale, viene praticata su terreni frazionati e produce riso, manioca, banane e altri frutti tropicali, patate dolci e ortaggi; lungo la costa prospera la palma da cocco.
La seconda ha il suo prodotto principale nella palma da olio, di cui la Malaysia è tra i massimi produttori mondiali; si coltivano inoltre tabacco, arachidi, tè, caffè, cacao, canna da zucchero e pepe.
Le foreste costituiscono una notevole risorsa il cui sfruttamento, in passato indiscriminato, è ora posto sotto la tutela di un ente governativo, che ne vigila il razionale utilizzo. Importantissima è la produzione di legname, ma ancora maggiore quella del caucciù, di cui la Malaysia è il massimo produttore mondiale.
L'allevamento ha scarsa rilevanza, data anche l'esiguità dei pascoli; prevalgono i suini e i volatili da cortile, mentre bovini e bufali sono in numero limitato e tradizionalmente impiegati nei campi.
La pesca è un'attività diffusissima e, data la pescosità dei mari, possono sussistere metodi di pesca tradizionali e poco redditizi, in via di graduale modernizzazione.
Molto rilevanti sono le risorse minerarie, in particolare dello stagno, di cui la Malaysia fornisce circa un terzo della produzione mondiale. Si producono inoltre minerali di ferro, bauxite, oro, manganese, tungsteno, carbone, fosfati e antimonio.
Crescente importanza va assumendo il petrolio, dati i ricchi giacimenti rilevati al largo delle coste.
Per quanto riguarda l'industria, il governo sta attuando sforzi di diversificazione verso i settori tessile, elettronico e chimico; fondamentale rimane la lavorazione dei prodotti minerali locali, stagno in particolare, e l'industria metallurgica, meccanica e petrolchimica hanno una discreta portata. Significativi sono i cantieri navali e le officine ferroviarie, nonché complessi di montaggio di autoveicoli e l'industria chimica.
Molto attivi sono i cementifici e l'industria della gomma, le attività di trasformazione dei prodotti alimentari (oleifici, zuccherifici, conservifici di frutta), le manifatture di tabacchi e inoltre calzaturifici, stabilimenti tessili e dell'abbigliamento, segherie e altri impianti per la lavorazione del legno.
STORIA Nei secoli VIII-XIV i regni indianizzati della penisola di Malaise sono dominati dai sovrani di Sumatra, quindi di Giava e dai re del Siam. Nel 1419 il principe di Malacca si converte all'islam e prende il titolo di sultano. Nel 1511 i portoghesi si impadroniscono di Malacca, sostituiti nel 1641 dagli olandesi. Nel 1795 si assiste all'occupazione britannica. Nel 1819 viene fondata Singapore. Nel 1830 Malacca, Penang e Singapore costituiscono gli insediamenti di Détroits eretti a colonia dalla corona britannica nel 1867. Nel periodo dal 1867 al 1914 l'amministrazione britannica si estende a tutti i sultanati malesi; nel frattempo si sviluppa l'esportazione dello stagno e del caucciù.
Durante la seconda guerra mondiale il Giappone occupa la penisola. Nel 1946 la Gran Bretagna crea l'Unione Malese. Nel 1957 la federazione malese ottiene l'indipendenza nel quadro del Commonwealth. Abdul Rahman diventa primo ministro. Nel 1963 la Federazione di Malaysia raggruppa la Malaysia continentale, Singapore, Sarawak e il nord del Borneo. Dal 1963 al 1966 l'Indonesia conduce una guerra occulta contro la Malaysia. Nel 1965 Singapore si ritira dalla federazione. Nel 1970 Abdul Razak succede a Abdul Rahman. La Malaysia è sconvolta da conflitti tra i malesi e la comunità cinese, dall'insurrezione comunista, dall'afflusso di rifugiati provenienti dalla Cambogia e dal Viet Nam (in particolare a partire dal 1979). Nel 1981 diventa primo ministro Mahathir bim Mohamad.
Abitanti-20.140.000
Superficie-329.747 km2
Densità-61 ab./km2
Capitale-Kuala Lampur
Governo-Federazione di monarchie costituzionali
Moneta-Ringgit
Lingua-Malese, inglese, cinese e tamil
Religione-Musulmana, buddhista, taoista, induista

Malaysia Occidentàle Regione della Malaysia corrispondente alla parte continentale del paese (14.128.000 ab., 131.600 Km2). Comprende il Territorio Federale con la capitale Kuala Lumpur e gli stati di Johr, Kedah, Kelantan, Malacca, Negeri Sembilan, Pahang, Penang, Perak, Perlis, Selangor e Terengganu.

Malaysia Orientàle Regione della Malaysia corrispondente alla parte insulare del paese (3.400.000 ab., 198.164 Km2). Comprende gli stati federali di Sabah (capoluogo Kota Kinabulu) e Sarawak (Borneo settentrionale, capoluogo Kuching).

Malborghétto-Valbrùna Comune in provincia di Udine (1.014 ab., CAP 33010, TEL. 0428).

malcadùco, sm. (pl.-chi) Epilessia.

malcapitàto, agg. e sm. 1 Che, o chi, è capitato male. ~ sfortunato. 2 Che, o chi, ha incontrato sventure. ~ disgraziato. <> fortunato.
 agg. e sm. unfortunate person.

malcèrto, agg. Incerto.

Malcésine Comune in provincia di Verona (3.398 ab., CAP 37018, TEL. 045).

malchìte, sf. Roccia eruttiva filoniana lamprofirica di colore scuro avente struttura porfirica olocristallina, formata da plagioclasio, orneblenda e a volte da biotite.

Malcolm Nome di sovrani.
Malcolm I
(?-954) Re di Scozia dal 943, ottenne dal re inglese Edmondo I lo Strathclyde.
Malcolm II
(?-1034) Re di Scozia dal 1005, ottenne i Lothians dal re Canuto. Assassinò suo nipote, legittimo suo successore, e designò come tale Duncan. Da ciò nacque in seguito la rivolta dei celti guidata da Macbeth.
Malcolm III
(Alnwick 1031?-1093) Figlio di Duncan I, fu re di Scozia dal 1057, dopo aver spodestato l'usurpatore Macbeth.

Malcom X (Omaha, Nebraska 1925-New York 1965) Pseudonimo di Malcolm Little. Politico e scrittore statunitense. Trasferitosi a Boston, nel 1946 venne condannato per rapina. In prigione, iniziò a studiare le dottrine di Elijah Muhammad, fondatore e leader del movimento dei Musulmani neri. Tornato in libertà, nel 1952, aderì ai Musulmani neri di Detroit e cambiò il nome in Malcolm X. Intorno al 1960 diventò il portavoce ufficiale del movimento. Nel 1964 Malcolm si staccò dai Musulmani neri e fondò un proprio movimento, l'Organizzazione per l'unità afroamericana. Venne assassinato mentre teneva un comizio nel quartiere di Harlem a New York. L'Autobiografia di Malcom X e i suoi discorsi con il titolo Parla Malcom X, sono stati pubblicati postumi nel 1965.

malcóncio, agg. (pl. f.-ce) Ridotto in pessimo stato. ~ conciato. <> integro.
 agg. in a bad state.

malconsigliàto, agg. Consigliato male, incauto.

malcontènto, agg. e sm. agg. Non soddisfatto. ~ inappagato. <> contento.
sm. Stato inquieto dell'animo, senso di scontentezza. ~ disagio, disappunto.
 agg. discontented, dissatisfied. sm. dissatisfaction, discontent.

malcostùme, sm. Condotta immorale. ~ corruzione.
 sm. 1 (corruzione) corruption. 2 (immoralità) immorality.

Malcovàti, Enrìca (Pavia 1894-1990) Filologa italiana. Della sua vasta produzione si ricordano le critiche di Florio (1938), degli scritti di Augusto e degli oratori romani dell'età repubblicana.

malcreàto, agg. Screanzato.

Malda Distretto (1.613.000 ab.) dell'India, nello stato del Bengala occidentale, al confine con il Bangladesh. Capoluogo English Bazar.

maldèstro, agg. 1 Privo di destrezza, di abilità. ~ goffo, impacciato. <> preciso, abile. 2 Inesperto. ~ incapace.
 agg. clumsy, awkward.

maldicènte, agg., sm. e sf. Che, o chi, dice male degli altri. ~ malalingua.
 sm. e sf. scandalmonger, slanderer.
 lat. maledicens,-entis, p.pres. di maledicere maledire.

maldicènza, sf. 1 L'essere maldicente. 2 Le parole del maldicente, calunnia. ~ pettegolezzo.
 sf. backbiting.
 lat. maledicentia, deriv. da maledicens,-entis.

Maldìni, Pàolo (Milano 1968-) Calciatore. Difensore di fascia sinistra del Milan dal 1984 e in seguito anche della nazionale.

maldispósto, agg. Malevolo, che non è disposto favorevolmente verso qualcuno. ~ avverso. <> ben disposto.
 agg. ill-disposed.

Malditos, mónti Massiccio montuoso della Spagna, nei Pirenei. Vetta più elevata il Pico de Aneto (3.404 m).

Maldive Stato insulare dell'oceano Indiano. L'arcipelago si compone di 12 atolli principali, per un totale di quasi 2.000 isole, di cui solo 220 abitate, situate nell'oceano Indiano, al largo della costa sudoccidentale dell'India.
Le Maldive, di natura corallina, sono distribuite da nord a sud per oltre 850 km tra l'equatore e il 7° latitudine nord; sono pianeggianti e ricoperte da una fitta vegetazione.
Il clima è caldo umido; ciò favorisce la presenza di formazioni forestali, in cui predominano le palme da cocco.
Oltre il 30% degli abitanti risiede nella capitale Male, mentre il resto della popolazione vive in piccoli villaggi ai margini della foresta.
La principale risorsa del paese è rappresentata dalla pesca, attività di antica tradizione, sostenuta oggi da discreti sforzi di modernizzazione della flotta, da una crescente attività cantieristica e dalla costruzione di un impianto di refrigerazione.
Tranne che per la coltivazione della palma da cocco (olio, copra, fibre tessili), l'agricoltura ha carattere di sostentamento (frutta tropicale, miglio, batata); in piena espansione il turismo.
Il commercio estero, fortemente deficitario, si svolge soprattutto con Sri Lanka e Giappone.
Protettorato britannico a partire dal 1887, indipendenti dal 1965, le Maldive sono diventate una repubblica nel 1968.
Abitanti-254.000
Superficie-298 km2
Densità-852,3 ab./km2
Capitale-Male
Governo-Repubblica presidenziale
Moneta-Rufiya
Lingua-Divehi, inglese
Religione-Musulmana sunnita

Maldonato Dipartimento (93.000 ab.) dell'Uruguay, affacciata sull'oceano Atlantico. Capoluogo la città omonima.

Male Città (56.000 ab.), capitale delle Maldive, sull'atollo di Male meridionale. Centro per l'esportazione della copra e turistico.

Malé Comune in provincia di Trento (2.049 ab., CAP 38027, TEL. 0463).

màle, avv., inter. e sm. avv. 1 Malamente, in malo modo. ~ negativamente. <> positivamente. 2 In modo insoddisfacente.
sm. 1 Ciò che è contro la morale. ~ indecenza, vergogna. 2 Ciò che produce dolore, danno. ~ svantaggio, nocumento. <> utile, vantaggio. 3 Malattia.
 avv. 1 badly. 2 (andare a male) to go bad. 3 (star male) to be ill. sm. 1 evil. 2 (malattia) illness. 3 (dolore) pain. 4 (dolere) to ache. 5 (mal di denti) toothache. 6 (danno) harm. 7 (portare male) to bring bad luck.
Dal punto di vista filosofico è tutto ciò che non è bene, che non è giusto e in conformità con le leggi della morale e dall'etica o con le convenzioni sociali. Contrasto interno dell'essere in lotta fra due principi in stretta contrapposizione, il problema del male può essere ricondotto a due soluzioni: la soluzione metafisica e la soluzione soggettivista. Secondo la soluzione metafisica il male è l'assenza dell'essere (Plotino), l'essere essendo identificato con il bene. Secondo Sant'Agostino ogni cosa è male soltanto per la parte di essa mancante. Il concetto metafisico di male influenzò tutte le filosofie successive (Hegel, B. Croce) che identificano la realtà con la razionalità. Un'altra impostazione metafisica definisce il male considerando la realtà come il campo di battaglia di due principi antitetici (manicheismo). La soluzione soggettivista, la più seguita oggigiorno, considera invece il male come oggetto di un desiderio negativo, o di una valutazione negativa, non più come realtà o irrealtà. Tutte le correnti della filosofia morale moderna e contemporanea seguono sostanzialmente questa impostazione.
Dal punto di vista religioso il male è visto come disobbedienza alla volontà del dio e si configura come peccato dell'uomo: il male, le cui conseguenze sono il peccato e il dolore, viene vissuto come esempio concreto della umana limitatezza e, presso le civiltà antiche, era addebitato agli dei malvagi. Nell'ambito del cristianesimo, la filosofia scolastica identifica tre tipi di male: il male fisico, soggettivo e corrispondente alla privazione di una qualità individuale, il male morale, corrispondente alla disobbedienza a una regola etica o religiosa e il male metafisico, proprio di ogni creatura in quanto imperfetta.

Male minore, Il Opera di poesia di L. Erba (1960).

Male oscuro, Il Romanzo di G. Berto (1964).

Malebòlge Nella Divina Commedia di Dante, la denominazione dell'ottavo cerchio dell'Inferno diviso in dieci bolge destinate ai fraudolenti. Nelle bolge erano puniti, in ordine, i seduttori, gli adulatori, i simoniaci, gli indovini, i barattieri, gli ipocriti, i ladri, i consiglieri fraudolenti, i seminatori di scandali e scismi, i falsari e gli alchimisti.

Malebrànche Nella Divina Commedia di Dante, la denominazione dei diavoli guardiani della quinta bolgia dell'ottavo cerchio dell'Inferno che dilaniano con gli uncini i barattieri che cercano di uscire dalla pece bollente nella quale sono immersi.

Malebranche, Nicolas de (Parigi 1638-1715) Filosofo francese agostiniano che, partendo dal dualismo corpo e spirito della filosofia cartesiana, cercò di superarlo con la teoria dell'occasionalismo, secondo la quale la conoscenza dipende dalla visione che l'uomo ha, in quanto spirito, della divinità di Dio e le percezioni esterne sono soltanto le occasioni di tale rivelazione. Tra le opere più importanti, Ricerca della verità (1674-1675), Trattato della natura e della grazia (1680), Dialoghi sulla metafisica e sulla religione (1688).

maledettaménte, avv. In modo maledetto. ~ dannatamente.

Maledetti toscani Romanzo di C. Malaparte (1956).

maledétto, agg. 1 Che ha avuto la maledizione. ~ dannato. <> benedetto. anima maledetta; avere una fame maledetta, insopportabile. 2 Funesto. quella maledetta notizia lo mise in crisi.
 agg. 1 damned. 2 (imprecazione) cursed.
 lat. maledictus, p.p. di maledicere.

malèdico, agg. (pl. m.-ci) Maldicente.

maledìre, v. tr. 1 Esecrare, augurare male, imprecare contro qualcuno. ~ condannare, deprecare. <> benedire. lo maledisse più volte per quel suo gesto. 2 Disprezzare. maledice tutti questi sedicenti maghi.
 v. tr. to damn, to curse.
 lat. maledicere, imprecare.

maledizióne, sf. 1 Il maledire. 2 Le parole e gli atti con cui si maledice. ~ anatema. <> benedizione. la maledizione dei Faraoni li perseguitò fino alla morte. 3 Imprecazione. ~ bestemmia. 4 Disastro, sciagura. ~ calamità, flagello. <> fortuna, provvidenza. quel ragazzo era una vera maledizione divina.
 sf. 1 curse. 2 (esclamazione) damn.
 lat. maledictio,-onis, deriv. da maledicere.

maleducataménte, avv. Da persona maleducata.

maleducàto, agg. e sm. Privo di educazione, sgarbato, zotico. ~ cafone. <> beneducato.
 agg. ill-mannered, rude.

maleducazióne, sf. 1 Cattiva educazione. ~ malcreanza. <> buona creanza. 2 Azione di maleducato. ~ cafoneria. <> buona educazione.
 sf. bad manners, rudeness.
 da mala + educazione.

malefàtta => "malafatta"

maleficaménte, avv. In modo malefico.

malefìcio, sm. Influsso malefico, stregoneria, fattura. ~ incantesimo.
 sm. witchcraft.
 lat. maleficium, comp. da male +-ficium, da facere fare.

malèfico, agg. (pl. m.-ci) Che apporta male. ~ dannoso. <> benefico.
 agg. 1 (influsso) evil. 2 (avariato) bad.

Malégno Comune in provincia di Brescia (2.244 ab., CAP 25053, TEL. 0364).

malèico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a un diacido etilenico, avente formula HO2CCH=CHCO2H, che forma cristalli solubili in acqua e fonde a 135°C.

Malekula Isola (12.000 ab.) vulcanica del Vanuatu, nell'arcipelago della Melanesia.

Malènco, val Valle delle Alpi Retiche, che dal passo del Muretto (2.562 m) sbocca nella Valtellina.

Malenkov, Georgij Maksimilianovic (Orenburg 1902-Mosca 1988) Politico russo. Dal 1953 al 1955, come presidente del consiglio si oppose a Chruscëv. Nel 1957 venne espulso dal partito.

Malèo Comune in provincia di Lodi (3.375 ab., CAP 20076, TEL. 0377).

maleodorànte, agg. Che emana cattivo odore. ~ fetido. <> profumato.

malèrba, sf. Erba inutile o nociva.

Malèrba, Luìgi (Berceto, Parma 1927-) Pseudonimo di Luigi Bonardi. Prosatore. Esordì nel 1963 con l'originalissima La scoperta dell'alfabeto; solo con Il pataffio (1978) si delineò un tema prevalente della sua produzione, il dominio del potere sull'individuo; il tema fu poi ripreso con Il pianeta azzurro (1986) e Il fuoco greco (1990). Con Le rose imperiali (1975), Diario di un sognatore (1981), e Cina Cina (1985) si è lasciato guidare piacevolmente dalla sua fantasia. Altre opere sono Il serpente (1966), Millemosche (1970-1971), Mozziconi (1975), Le pietre volanti (1992), Le maschere (1995), Itaca per sempre (1997).

malèscio, agg. 1 Di noce, dal guscio molto duro. 2 Poco intelligente. ~ stolto. 3 Di persona, cagionevole di salute. ~ malaticcio.

Malèsco Comune in provincia di Verbano-Cusio-Ossola (1.495 ab., CAP 28030, TEL. 0324).

malése, agg., sm. e sf. Relativo alla Malesia.

Malésia => "Malaysia"

Malespìni, Ricordàno R. Malispini (Firenze ca. 1220-1290) Cronachista. Tra le opere Istoria fiorentina (postumo, 1568).

malèssere, sm. Indisposizione vaga e generica. ~ malore. <> benessere.
 sm. slight illness, indisposition.

malèstro, sm. Danno fatto per sbadataggine.

Malétto Comune in provincia di Catania (4.254 ab., CAP 95035, TEL. 095).

Malevic, Casimir (Kiev 1878-San Pietroburgo 1935) Pittore russo. Tra le opere Un uomo inglese a Mosca (1913-1914, Amsterdam, Stedelijk Museum) e Quadrato nero su fondo bianco (1915, San Pietroburgo, Museo Russo).

malevolènza, sf. Sentimento di ostilità.
 lat. malevolentia, deriv. da malevolens,-entis.

malèvolo, agg. Che ha animo ostile verso qualcuno. ~ astioso. <> benevolo.
 agg. malevolent.
 lat. malevolus, comp. da male + deriv. da velle volere.

Malewska, Hanna (Jordanowice 1911-Cracovia 1983) Scrittrice polacca. I suoi libri si propongono di comprendere il senso degli avvenimenti storici alla luce del pensiero cattolico. Tra le opere La corona ferrea (1935), Le pietre grideranno (1946), Passa la forma del mondo (1954).

Màlfa Comune in provincia di Messina (871 ab., CAP 98050, TEL. 090).

malfamàto, agg. Che gode di cattiva fama. ~ famigerato.
 agg. of ill repute, disreputable.

malfàre, sm. Malefatta.

malfàtto, agg. 1 Deforme fisicamente. ~ imperfetto. <> ben fatto, normale. il corpo malfatto gli lasciava poche speranze di riprendere una vita normale. 2 Realizzato male. ~ difettoso. <> perfetto. questi lavori malfatti mi fanno imbestialire. 3 Che ha carattere difficile. è un uomo malfatto.
 agg. 1 deformed. 2 (realizzato male) badly made.

malfattóre, sm. Chi commette misfatti. ~ canaglia. <> galantuomo.
 sm. criminal.
 lat. malefactor,-oris, comp. da male male + factor,-oris, deriv. da facere fare.

malférmo, agg. Privo di sicurezza, solidità o stabilità. ~ instabile, vacillante. <> fermo, stabile.
 agg. unsteady, shaky.

malfidàto, agg. e sm. Diffidente. ~ infido. <> fidato.

malfìdo, agg. Infido, poco sicuro.
 lat. malefidus, comp. da male male + fidus fidato.

malfondàto, agg. Incerto, mal sicuro.

malformàto, agg. Che presenta malformazioni.

malformazióne, sf. 1 Irregolarità. ~ difetto. 2 Anomalia nella struttura di un tessuto o di un organo. ~ deformazione.
 sf. malformation.

màlga, sf. 1 Costruzione rustica, per persone e bestie, sui pascoli alpini. 2 Pascolo alpino.

malgàrbo, sm. 1 Modi villani. 2 Sgarberia.

malgàro, sm. Chi conduce una malga.

malgàscio, agg. e sm. agg. Relativo al Madagascar.
sm. Abitante del Madagascar.
 franc. malgache.

Malgèsso Comune in provincia di Varese (998 ab., CAP 21023, TEL. 0332).

malgiudicàre, v. tr. Giudicare in modo ingiusto o errato.

malgovèrno, sm. Cattiva amministrazione dello stato.
 sm. mismanagement, misgovernment.

malgradìto, agg. Non gradito.

malgràdo, avv., cong., prep. e sm. avv. Contro voglia, non volentieri.
cong. Nonostante, sebbene. ~ benché, per quanto.
prep. 1 Nonostante, a dispetto di. 2 Contro la volontà.
sm. Atteggiamento ostile o dispiaciuto di contrarietà.
 cong. (benché) even though, although. prep. in spite of, notwithstanding.

Malgràte Comune in provincia di Lecco (4.137 ab., CAP 22040, TEL. 0341).

Malherbe, François de (Caen 1555-Parigi 1628) Poeta francese, fu poeta ufficiale della corte di Francia dal 1605 al servizio di Enrico IV e Maria de' Medici e poi di Luigi XIII. Dopo alcune opere in stile barocco, si distinse per l'estrema cura del linguaggio, da lui riformato in senso classicistico, arrivando a una raffinatezza stilistica che lo rese notissimo nel XVII sec. Scrisse più di 150 opere, che furono pubblicate integralmente nel 1630, dopo la sua morte (Opere di Malherbe).

Malheurs d'Orphée, Les Opera in tre atti di D. Milhaud, libretto di A. Lunel (Parigi, 1926).

Mali Repubblica dell'Africa nordoccidentale. Confina a nord con l'Algeria, a ovest con la Mauritania e il Senegal, a sud con la Guinea, la Costa d'Avorio e il Burkina, a est con il Niger.
La parte meridionale è occupata dalle estreme propaggini dell'altopiano guineiano, a nord presenta altopiani di tipo sahariano, tra i quali si innalza il massiccio dell'Adrar des Iforas. La zona centrale è una vasta area depressionaria costituita dal bacino del Niger e del suo maggior affluente, il Bani; numerose sono le formazioni lacustri, che costellano il corso del Niger.
Il clima è prevalentemente steppico-desertico, pur risentendo di un certo influsso monsonico nell'alternanza delle correnti secche sahariane e umide atlantiche; il clima si fa via via più umido verso sud, con precipitazioni più frequenti.
I due maggiori gruppi di popolazione, i bambara e i fulbe, sono di ceppo sudanese e sono concentrati nel bacino nigeriano; le regioni sahariane sono invece abitate da popolazioni berbere (i tuareg).
La maggior parte della popolazione si concentra nella parte meridionale del paese, più piovosa e adatta quindi alle coltivazioni; il nord è quasi del tutto disabitato. La vita si svolge quasi essenzialmente in villaggi, organizzati differentemente secondo i gruppi di popolazione e le zone.
Nella zona del delta si riscontra una presenza urbana, favorita da attività artigianali e commerciali, con le città di Djenné, Mopti, Ségou, Timbuctù. L'unica città notevole è tuttavia la capitale, Bamako.
Il Mali è uno dei più poveri stati africani: l'agricoltura è praticata su meno del 2% del territorio ed è penalizzata da un'insufficiente piovosità e dall'arretratezza delle tecniche impiegate.
Destinate all'alimentazione locale, prevalgono la coltura del miglio, della manioca e della patata; di recente introduzione è invece la coltivazione del riso, nelle zone del delta del Niger. Tra i prodotti destinati all'esportazione prevalgono il cotone, le arachidi, il tè, la canna da zucchero, il tabacco, il karitè.
Nonostante le ricorrenti siccità che decimano il bestiame, il Mali possiede un patrimonio zootecnico tra i più notevoli dell'Africa occidentale. La mancanza di impianti di macellazione e di refrigerazione impediscono tuttavia una sufficiente impostazione commerciale dell'attività zootecnica. Di scarso rilievo è il settore industriale: manca l'industria di base e l'attività manifatturiera si limita alla trasformazione dei prodotti agricoli e zootecnici (cotonifici, oleifici, manifatture di tabacco, concerie ecc.).
L'interscambio, innanzitutto con la Francia, la Costa d'Avorio e il Senegal, registra sempre un passivo assai elevato: le esportazioni coprono mediamente meno della metà delle importazioni.
STORIA Tra il VII e il XVI sec., il Mali è la culla dei grandi imperi del Niger, del Ghana, del Mali e quindi di Gao (capitale Timbuctù). Dal sec. XVII al sec. XIX si succedono vari poteri: quello del Marocco, dei tuareg, dei bambara e dei peul (capitale Ségou). A partire dal 1857, i francesi iniziano l'occupazione del paese, impedendo in tal modo la costituzione nel sud di un nuovo stato per iniziativa di Samoy Touré (imprigionato nel 1898). Nel 1904 viene creata la colonia dell'Alto-Senegal-Niger nel quadro dell'Africa occidentale francese. Nel 1920, privato dell'Alto Volta, l'Alto-Senegal-Niger diventa il Sudan francese.
Nel 1958 viene proclamata la Repubblica Sudanese. L'anno successivo, con il Senegal, essa forma la federazione del Mali. La federazione ha comunque breve durata e si dissolve nel 1960. Il Sudan Francese diventa la Repubblica del Mali, presieduta da Modibo Keita. Un colpo di stato porta al potere nel 1968 Moussa Traoré. Nel 1974 una nuova costituzione stabilisce un regime presidenziale a partito unico. A partire dal 1990 il governo deve fare fronte alla ribellione tuareg. L'anno successivo l'esercito rovescia Moussa Traoré. Viene creato un governo di transizione, costituito da militari e da civili. Nel 1992 viene restaurato il multipartitismo ed eletto alla presidenza della repubblica Alfa Oumar Konaré.
Abitanti-10.800.000
Superficie-1.240.142 km2
Densità-8,7 ab./km2
Capitale-Bamako
Governo-Repubblica presidenziale
Moneta-Franco CFA
Lingua-Francese, molto diffusi lingue e dialetti locali
Religione-Musulmana, animista

Mali (Guinea) Centro della Guinea settentrionale (5.000 ab., 1.461 m d'altezza), capoluogo dell'omonima regione, situato nel Futa Gialòn settentrionale.
Regione di Mali
Regione della Guinea settentrionale (211.000 ab., 8.800 Km2).

malìa, sf. Incantesimo, fattura. ~ magia.
 sf. 1 spell. 2 (fascino) charm.
 deriv. dal lat. malus cattivo.

maliàrdo, agg. e sm. Che, o chi, ammalia, affascinante. ~ seduttore.

Malice (Il sospetto) Film thriller, americano (1993). Regia di Harold Becker. Interpreti: Alec Baldwin, Nicole Kidman, Bill Pullman. Titolo originale: Malice

malignaménte, avv. Con malignità.

malignàre, v. intr. Interpretare malignamente le azioni degli altri, pensare malignamente. ~ spettegolare, calunniare.
 v. intr. to speak ill.
 lat. tardo malignare avere una natura cattiva.

malignità, sf. 1 L'essere maligno, malevolo, insidioso. ~ acredine, acrimonia. 2 Cattiveria. 3 Azione fatta con cattiveria. le sue malignità rischiavano di danneggiarlo. 4 L'essere dannoso. le malignità del clima creavano gravi difficoltà.
 sf. malice.
 lat. malignitas,-atis.

malìgno, agg. e sm. agg. 1 Che ha tendenza a parlare male degli altri, che agisce con cattiveria. ~ crudele, feroce. <> benigno, benevolo. 2 Di cose, che sono segno o effetto di malignità. quel sorriso maligno non mi lasciava per nulla tranquillo. 3 Che produce male. sorte maligna, sfavorevole.
sm. Persona maligna. ~ corruttore, demonio. il maligno, il diavolo.
 agg. 1 malicious. 2 (malattia) malignant. 3 (malefico) evil.
 lat. malignus di cattiva origine, comp. da malus cattivo + deriv. da gignere generare.

Malina Romanzo di I. Bachmann (1971).

malinconìa, sf. 1 Stato dell'animo incline a tristezza. ~ mestizia, depressione. <> contentezza, gioia. 2 Causa di deprimente monotonia.
 agg. gloom, melancholy.

malinconicaménte, avv. Con malinconia.

malincònico, agg. (pl. m.-ci) 1 Che ha malinconia. 2 Che manifesta o ispira malinconia.
 agg. gloomy, melancholy.
 lat. melancholicus, dal greco melancholikòs.

malincuòre, loc. avv. Nella locuzione a malincuore, di malavoglia, malvolentieri.
 avv. reluctantly, unwillingly.

Malindi Centro del Kenya (23.000 ab.) sull'oceano Indiano nella provincia Coast. Fu occupata dai portoghesi nel XVI sec. e cadde sotto la dominazione araba nel 1693, divenendo dal 1744 al 1839 capitale di un sultanato. Oggi è un notevole centro turistico.

Malines Città (77.000 ab.) belga nella provincia di Anversa. Fu fondata nell'XI sec. e conobbe il massimo splendore nel XVI sec., quando, durante le guerre di religione, fu saccheggiata. Le principali industrie sono quelle dei metalli ferrosi, tessili, dei merletti, elettrotecniche e alimentari. I monumenti più interessanti sono la cattedrale, costruita dal XIII al XV sec., molte chiese gotiche e rinascimentali e il palazzo del municipio (XIV-XV sec.). Nell'artigianato dei merletti, il merletto di Malines indica una lavorazione su fondo a maglia piccola, con ornamenti floreali.

malinformàto, agg. Che ha avuto informazioni inesatte.

Malinovskij, Rodion Jakovlevic (Odessa 1898-Mosca 1967) Generale sovietico. Tra i protagonisti della vittoria della seconda guerra mondiale, dal 1957 alla morte fu ministro della difesa.

Malinowskij, Bronislaw Kaspar (Cracovia 1884-New Haven, USA 1942) Antropologo inglese. Tra le opere Sesso e repressione sessuale tra i selvaggi (1927) e Il gruppo e l'individuo (1939).

malintenzionàto, agg. e sm. Che, o chi, ha cattive intenzioni.
 agg. e sm. ill-intentioned.

malintéso, agg. e sm. agg. Non ben compreso, male interpretato. ~ equivocato. <> capito.
sm. Equivoco dovuto a errata interpretazione. ~ sbaglio, errore, fraintendimento.
 agg. mistaken. sm. misunderstanding.

malióso, agg. Incantevole, affascinante in modo irresistibile.

Malipièro, Giàn Francésco (Venezia 1882-Asolo 1973) Studiò a Vienna e a Bologna, poi a Berlino e a Parigi. Curò la raccolta e l'edizione delle opere di C. Monteverdi e di A. Vivaldi. Le sue opere più importanti sono, Torneo notturno (1929), La favola del figlio cambiato (1934, su libretto di L. Pirandello), I capricci di Callot (1942), Don Giovanni (1962) e 11 sinfonie (dal 1933 al 1969). Scrisse inoltre musica vocale (oratori, cantate e composizioni per voce e strumenti vari) e musica strumentale per orchestra (poemi sinfonici, concerti) e da camera. Musicista molto prolifico, fu tra i massimi artefici del rinnovamento musicale italiano moderno.

Malipièro, Òrio (XII sec.) Di nobile famiglia veneziana, fu doge a Venezia dal 1178 al 1192. Partecipò alla terza crociata espugnando San Giovanni d'Acri nel 1191.

Malipièro, Pasquàle Doge veneziano dal 1457 al 1462.

Malipónte, Adriàna (Brescia 1942-) Soprano italiano. Ha vinto il concorso internazionale di Ginevra nel 1960. Splendida interprete del repertorio pucciniano, si esibisce in Italia e all'estero.

Malírov´, Helena (Praga 1877-1940) Scrittrice cecoslovacca. Cimentandosi in varie forme letterarie, quali poesie, favole, racconti, romanzi e testi teatrali, prestò particolare attenzione al problema dell'emancipazione femminile, abilmente esaltata in ogni sua opera. Tra i suoi numerosi lavori Dieci vite (1937), romanzo autobiografico, considerato il suo capolavoro; Il diritto alla felicità (racconti, 1908), Il colore del sangue (romanzo, 1932).

Malìto Comune in provincia di Cosenza (936 ab., CAP 87030, TEL. 0984).

malìzia, sf. 1 Disposizione a operare il male. ~ disonestà, malvagità. era pieno di malizia nelle sue azioni. 2 Astuzia, accorgimento per ingannare. ~ furberia. come venditore era un fallimento: gli mancava qualsiasi malizia. 3 Inganno, tranello. ~ raggiro. non esitava a ricorrere a qualsiasi malizia.
 sf. maliciousness, malice.
 lat. malitia, deriv. da malus cattivo.

Malizia Film commedia, italiano (1973). Regia di Salvatore Sanperi. Interpreti: Laura Antonelli, Turi Ferro, Alessandro Momo.

maliziosità, sf. L'essere malizioso.
 lat. tardo malitiositas,-atis.

malizióso, agg. 1 Che ha malizia. ~ scaltro. <> ingenuo. 2 Che dimostra malizia. ~ furbesco. <> candido.
 agg. 1 malicious. 2 (furbo) artful, sly.
 lat. malitiosus.

Màllare Comune in provincia di Savona (1.232 ab., CAP 17040, TEL. 019).

Mallarmé, Stéphane (Parigi 1842-Valvins 1898) Poeta francese, iniziatore del movimento simbolista. Di famiglia di impiegati, perdette la madre a cinque anni. Dopo gli studi secondari, ottenne un piccolo impiego statale. Nel 1862 si recò in Inghilterra per perfezionarsi nelle lingua inglese. In seguito insegnò l'inglese a Tournon, a Besançon (1866), ad Avignone e infine a Parigi (1871). Intanto aveva pubblicato nel 1866 le prime poesie sul Parnasse contemporain. A Parigi entrò in contatto con i poeti parnassiani. Nel 1874 si trasferì in rue de Rome dove riceverà, ogni martedì a partire dal 1880, un gruppo crescente di amici e di discepoli (tra i quali P. Claudel, A. Gide, P. Valéry, J. Laforgue, H. de Régnier e M. Barrès) che lo consideravano un maestro. Fu influenzato profondamente dalla poesia di C. Baudelaire, di E. A. Poe e di T. Gautier e sviluppò una poetica nuova, capace di eliminare dal linguaggio ogni traccia di materialità, fondendo poesia e indagine filosofica. Il poema Erodiade (1869) è considerato il capolavoro della scuola parnassiana. L'egloga Il pomeriggio di un fauno (1876), che ispirò l'ammirevole Preludio di C. Debussy, costituisce il punto di partenza della poesia simbolista, che influenzò tutta la poesia europea successiva. Altre opere importanti sono le Poesie (1887), Divagazioni (1897) e Un colpo di dadi non abolirà mai il caso (1897). La lingua di Mallarmé è una lingua difficile, lontana dal banale e dall'ordinario sia per i vocaboli che per la costruzione, talvolta irta di simboli, seducente per gli iniziati ma che rischia di restare incomunicabile per il grande pubblico.

Malle, Louis (Thumeries 1932-Los Angeles 1995) Regista cinematografico francese. Diresse Les amants (1958), Zazie nel metrò (1960), Fuoco fatuo (1963), Cognome e nome: Lacombe Lucien (1974), Arrivederci ragazzi (1987), Il danno (1992) e Vania sulla 42° strada (1994).

malleàbile, agg. 1 Di metallo, che può essere lavorato e ridotto in fogli sottili. ~ duttile, modellabile. 2 Di persona docile, arrendevole. ~ remissivo, trattabile. non è proprio un tipo malleabile su queste scelte.
 agg. malleable.
 deriv. da malleare battere con il martello, deriv. da malleus martello.

malleabilità, sf. L'essere malleabile.

malleolàre, agg. Relativo al malleolo.

mallèolo, sm. Protuberanza o sporgenza del collo del piede, in numero di due, una interna corrispondente a un rigonfiamento della tibia e una esterna corrispondente a un rigonfiamento del perone.

Màlles Venòsta (in ted. Mals) Comune in provincia di Bolzano (4.608 ab., CAP 39024, TEL. 0473).

Mallet-Joris, François (Anversa 1930-) Romanziere belga. Tra le opere Il baluardo delle beghine (1951).

mallevadóre, sm. Chi si rende garante per altri, obbligando sé e il suo avere.

malleverìa, sf. Promessa del mallevadore.

màllo, sm. L'involucro verde della noce e della mandorla fresca.

mallòppo, sm. 1 Fagotto. ~ involto, cartoccio. 2 Refurtiva. ~ bottino.
 sm. 1 (fagotto) bundle. 2 (refurtiva) loot.

Malm, sm. invar. Epoca del Giurassico medio-superiore, suddiviso nei piani Calloviano, Oxfordiano, Kimmeridgiano e Portlandiano o Titonico. Il Malm in Europa fu caratterizzato principalmente dalla sedimentazione di mare profondo formata da calcari bianchi ricchi di ammoniti.

malmaritàta, agg. e sf. Donna che ha avuto un cattivo marito.

malmenàre, v. tr. Ridurre in cattivo stato qualcuno con percosse. ~ bastonare, randellare.
 v. tr. to beat up.

malmésso, agg. 1 Vestito o arredato male o senza cura. ~ malandato. <> ben messo. era sempre malmesso quando lo incontravi per strada. 2 In condizioni economiche precarie. la ditta sembra piuttosto malmessa, ma confidiamo in una immediata ripresa dell'attività.
 agg. shabby.
 da male messo, p.p. di mettere.

Malmgreen, Finn (Falun 1895-mar Glaciale Artico 1928) Meteorologo svedese. Partecipò alle spedizioni di Amundsen (1918-1926) e di Nobile (1928) esplorando l'Artide.

malmignàtta, sf. Nome volgare del Latrodectes tredecimguttatus, un ragno dall'addome grosso e il corpo nero con tredici macchie di colore rosso sangue.

Malmö Città (237.000 ab.) della Svezia meridionale, capoluogo della contea di Malmöhus, di fronte all'isola danese di Sjaelland. Porto commerciale, ha nelle industrie cantieristiche, chimiche, tessili e alimentari (saccarosio), le principali risorse economiche. Sede di un museo storico e della chiesa gotica di San Pietro.

Malmöhus Contea (794.000 ab.) della Svezia sudoccidentale, nella Scania. Capoluogo Malmö.

Malnàte Comune in provincia di Varese (14.394 ab., CAP 21046, TEL. 0332). Centro industriale (prodotti calzaturieri, tessili, meccanici e alimentari) e dell'attività estrattiva di arenaria. Gli abitanti sono detti Malnatesi.

malnàto, agg. Malcreato.

malnòto, agg. Non ben noto, conosciuto male.

malnutrìto, agg. Che si nutre in modo insufficiente.
 agg. undernourished.

malnutrizióne, sf. Condizione morbosa determinata da apporto improprio di alimenti.

màlo, agg. Cattivo, malvagio.
 lat. malus.

Màlo Comune in provincia di Vicenza (11.197 ab., CAP 36034, TEL. 0445). Centro industriale (prodotti alimentari, meccanici e tessili). Gli abitanti sono detti Maladensi.

malòcchio, sm. Influsso malefico che si ritiene derivi da persone dotate di particolari poteri. ~ fattura.
 sm. evil eye.

Malòja Passo (1.815 m) della Svizzera, nelle Alpi Retiche, nel cantone dei Grigioni.

Malolos Città (96.000 ab.) delle Filippine, sull'isola di Luzon. Capoluogo della provincia di Bulacan.

Malombra Romanzo di A. Fogazzaro (1881).
Malombra
Film drammatico, italiano (1942). Regia di Mario Soldati. Interpreti: Isa Miranda, Andrea Checchi, Irasema Dilian.

malonàto, sm. Estere dell'acido malonico.

Malone muore Romanzo di S. Beckett (1951).

Malònno Comune in provincia di Brescia (3.398 ab., CAP 25040, TEL. 0364).

malóra, sf. Rovina, perdizione. ~ disastro, fallimento, tracollo.
 sf. (andare in malora) to go to the dogs.

Malora, La Romanzo di B. Fenoglio (1954).

malóre, sm. Malessere improvviso. ~ indisposizione.
 sm. collapse.

Malósco Comune in provincia di Trento (356 ab., CAP 38013, TEL. 0463).

Malot, Hector (La Bouille, Seine-Maritime 1830-Fontenay-Sous-Bois, Parigi 1907) Narratore. Tra le opere Senza famiglia (1878) e In famiglia (1893).

malpélo, agg. 1 Astuto o malvagio. 2 Persona dai capelli rossi.

Malpénsa Località del comune di Somma Lombardo, in Lombardia, nelle cui vicinanze si trova l'aeroporto internazionale omonimo.

malpensànte, agg., sm. e sf. Detto di chi ha idee diverse da quelle della maggioranza.

Malpìghi, Marcéllo (Crevalcore 1627-Roma 1694) Anatomista, applicò per primo il metodo sperimentale, introducendo nello studio anatomico lo studio microscopico dei tessuti. A Malpighi sono dovute le scoperte dei capillari dei polmoni nella rana, dei glomeruli renali, della struttura alveolare della milza ecc.
Corpuscoli di Malpighi
In anatomia sono gli aggregati di cellule linfatiche che costituiscono la polpa bianca della milza, mentre il corpuscolo renale di Malpighi è l'insieme del glomerulo di Malpighi e della capsula di Bowman.

malpighiàno, agg. Relativo al medico Marcello Malpighi.
Strato malpighiano o spinoso
Strato di cellule epidermiche dal nucleo tondeggiante caratterizzato da prolungamenti protoplasmatici che fungono da ponti tra cellule vicini.

malpìglio, sm. Atto sgarbato, rabbioso.

malpreparàto, agg. Non ben preparato.

malpròprio, o mal pròprio, agg. o loc. agg. 1 Inopportuno. ~ inadatto. 2 Improprio. ~ inadeguato.

Malraux, André (Parigi 1901-Créteil 1976) Scrittore francese, negli anni dopo il 1930 fu tra i principali oppositori del fascismo a livello culturale e partecipò alla guerra civile in Spagna e alla resistenza. Dopo la seconda guerra mondiale, fu più volte ministro nei governi del generale De Gaulle. Le sue opere principali sono: I conquistatori (1928), La condizione umana (1933), Il tempo del disprezzo (1935), La speranza (1937), Il museo dei musei (1951), L'antimemoria (1967), Ospiti di passaggio (1976).

malridótto, agg. In cattivo stato, malconcio, malandato. ~ malmesso. <> in ordine.
 agg. 1 in a bad state. 2 (economicamente) hard up. 3 (salute) run down.

malriuscìto, agg. Riuscito male, in modo non soddisfacente.

malsàno, agg. 1 Che ha poca salute. ~ malaticcio. <> sano. 2 Privo di salubrità. ~ insalubre. <> salubre.
 agg. unhealthy.

malservìto, agg. Servito malamente, alla peggio.

malsicùro, agg. 1 Privo di sicurezza. ~ instabile. <> sicuro. 2 Incerto, dubbio. ~ esitante, indeciso. <> deciso, risoluto.
 agg. unsafe.

màlta, sf. Impasto di sostanze leganti con sabbia e acqua, utilizzato per tenere unite tra loro nelle costruzioni le pietre o i mattoni.
 sf. mortar.
 lat. maltha, dal greco màltha cera molle.

Màlta Repubblica insulare dell'Europa meridionale, che si compone delle isole di Malta (246 km2), Gozo (67 km2), Comino (3 km2) e da isolotti minori.
L'arcipelago maltese è situato nel mar Mediterraneo centromeridionale, tra la costa della Sicilia e quella tunisina.
Il territorio è collinare, con un'altitudine massima di 260 m, cosparso di fenomeni carsici. Le coste sono per lo più alte e rocciose. Non ci sono fiumi.
Il clima è tipicamente mediterraneo, con estati calde e asciutte e inverni freschi e moderatamente piovosi.
Capitale e principale porto è La Valletta.
Principali città sono: Birkirkara, Sliema, Qormi, Hamrun.
L'economia ha subito un notevole contraccolpo dal '79, per la chiusura della base navale inglese, ma è stata avviata la conversione delle strutture preesistenti e il porto oggi è il fulcro di molte attività.
L'economia dello stato poggia inoltre su un fiorente turismo e sull'industria leggera, abbastanza diversificata e in via di continua espansione.
Un ruolo consistente continua a rivestire l'agricoltura, che produce in prevalenza cereali (frumento, orzo) patate, ortaggi, uva e fiori.
Un discreto ruolo ha l'allevamento del bestiame, di scarso rilievo è la pesca.
L'industria, presente con aziende piccole e medie, opera nei settori meccanico, tessile e dell'abbigliamento, delle calzature, del legno, chimico, alimentare e del tabacco.
STORIA Dal IV al II millennio a. C. (dal Neolitico all'età del bronzo) Malta è al centro di una civiltà megalitica (Mnajdra, Ggantija, Tarxien e l'isola di Gozo) caratterizzata da templi complessi e sculture decorative che riproducono la dea madre. Dal IX sec. a. C. diventa una colonia fenicia. Successivamente viene occupata dai greci (VIII sec. a. C.) e quindi dai cartaginesi (VI sec. a. C.). All'inizio della seconda guerra punica, Malta viene annessa dai romani (218 a. C.). Nel 870 l'isola è occupata dagli arabi e islamizzata. Nel 1090 Ruggero di Sicilia si impadronisce di Malta le cui sorti sono legate al regno di Sicilia fino al XVI sec. Carlo V cede l'isola ai Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme (1530) a condizione che si oppongano all'avanzata ottomana. Nel 1798 Napoleone occupa l'isola. Due anni dopo vi si insedia la Gran Bretagna che ne fa una base strategica. Nella seconda guerra mondiale Malta svolge un ruolo fondamentale nell'andamento della guerra del Mediterraneo. Nel 1964 l'isola ottiene l'indipendenza all'interno del Commonwealth. Dieci anni più tardi diventa una repubblica. Nel 1990 presenta una richiesta di adesione alla CEE.
Abitanti-366.000
Superficie-316 km2
Densità-1.158 ab./km2
Capitale-La Valletta
Governo-Repubblica parlamentare
Moneta-Lira di Malta
Lingua-Maltese, inglese, italiano
Religione-Cattolica

Maltagliàti, Evelìna détta Èvi (Firenze 1908-Roma 1986) Attrice teatrale. Elegante interprete, lavorò dal 1923 con A. Falconi, R. Ricci, O. Costa e M. Melato.

maltagliàto, sm. Pasta da minestra tagliata a pezzi irregolari.

maltèmpo, sm. Cattivo tempo.
 sm. bad weather.
 da malo tempo.

maltenùto, agg. Non tenuto con la dovuta cura.

maltése, agg., sm. e sf. agg. 1 Relativo all'isola di Malta. 2 Di piccolo cane da compagnia, dal pelo lungo. 3 Di malattia febbrile dovuta a un particolare batterio.
sm. Cane maltese.
sf. Malattia maltese.
sm. e sf. Abitante dell'isola di Malta.
Originario dell'Italia, è un piacevole cane da compagnia grazie al suo temperamento mite con i padroni. Presenta un lungo pelo di colore bianco.

Malthus, Thomas Robert (Rookery 1766-Bath 1834) Economista inglese, studiò gli effetti socioeconomici della crescita indiscriminata della popolazione, sostendendo che essa, senza un corrispondente aumento delle disponibilità alimentari, avrebbe provocato in poco tempo il collasso dell'intero sistema. Le opere principali sono il Saggio sul principio della popolazione (1798-1803), il Saggio sulla rendita (1815) e i Principi di economia politica (1818).

malthusianèsimo, sm. 1 Dottrina economica che si basa sul principio della popolazione di Malthus. 2 Più propriamente, insieme delle pratiche atte a frenare l'incremento demografico tramite mezzi anticoncezionali.

Maltignàno Comune in provincia di Ascoli Piceno (2.295 ab., CAP 63040, TEL. 0736).

màlto, sm. Prodotto ottenuto dalla fermentazione dei semi di cereali quali orzo, frumento ecc. Nei semi germinati si produce un enzima che provvede alla trasformazione dell'amido in maltosio. Trova utilizzo nella preparazione della birra, del whisky e di prodotti dietetici.
 sm. malt.
 ingl. malt.

maltòlto, sm. Ciò che è stato tolto con frode.

maltòsio, sm. Disaccaride che si ottiene nella saccarificazione incompleta dell'amido, si forma nell'idrolisi dell'amido con acido solforico e nei mosti di birreria e viene preparato per azione dell'amilasi sulla salda di amido. Ha formula C12H22O11·H2O.

maltrattaménto, sm. Il maltrattare.
 sm. ill-treatment.
In diritto il maltrattamento è il reato consistente in atti violenti o comunque lesivi dell'integrità fisica, della libertà o del decoro e commesso contro una persona appartenente alla famiglia o che è stata affidata all'autore del reato a fini educativi, di cura, di custodia o di apprendistato. Il maltrattamento si distingue in maltrattamento in famiglia o maltrattamento verso fanciulli ed è punito con la reclusione.

maltrattàre, v. tr. Trattare con durezza, con cattive maniere. ~ strapazzare.
 v. tr. to ill-treat.
 da male trattare.

malumóre, sm. 1 Stato d'animo di irritazione, insofferenza. ~ tristezza. <> buon umore. 2 Leggera discordia tra due persone. ~ disappunto.
 sm. 1 bad mood. 2 (discordia) slight disagreement. 3 (scontento) discontent.

Malus, Étienne-Louis (Parigi 1775-1812) Fisico francese. Nel 1809 scoprì la polarizzazione della luce.

màlva, sm. e sf. sf. Angiosperma (Malva silvestris) della famiglia delle Malvacee e dell'ordine delle Malvali. Pianta erbacea, spontanea in Italia, utilizzata in erboristeria per le sue proprietà antinfiammatorie.
sm. Colore rosa tendente al viola.
 sf. 1 mallow. 2 (colore) mauve.
 lat. malva.

malvàceo, agg. Che ha somiglianze con la malva.

malvàgio, agg. (pl. f.-gie) 1 Che ha predisposizione a fare il male. ~ cattivo. <> buono. 2 Di cose che derivano da malvagità.
 agg. evil, wicked.

malvagità, sf. 1 L'essere malvagio. 2 Azione malvagia.

Malvàgna Comune in provincia di Messina (1.190 ab., CAP 98030, TEL. 0942).

malvasìa, sf. 1 Uva dolce e di delicato aroma. 1 Il vino che se ne ricava.

Malvasìa Villaggio (610 ab.) situato sulle coste del Peloponneso, nel nomo di Laconia, in Grecia. Divenne famosa per la produzione del vino omonimo. Conserva bastioni veneziani del XVI sec. e chiese bizantine dei secc. XIV, XVI e XVII.

malversàre, v. tr. Appropriazione illecita del denaro da amministrare.
 franc. malverser, dal lat. male versari.

malversatóre, sm. (f.-trice) Chi si appropria del denaro che amministra.

malversazióne, sf. Uso illegittimo del denaro che si amministra.
 sf. embezzlement.
 franc. malversation.

malvestìto, agg. Trascurato nel vestire. ~ trasandato. <> curato.

Malvicìno Comune in provincia di Alessandria (117 ab., CAP 15015, TEL. 0144).

malvissùto, agg. Che ha sciupato la propria vita.

malvìsto, agg. Inviso, che non è visto di buon occhio. ~ antipatico. <> benvisto.
 agg. unpopular.
 da male visto.

Malvìto Comune in provincia di Cosenza (2.202 ab., CAP 87010, TEL. 0984).

malvivènte, agg., sm. e sf. Delinquente, malfattore. ~ canaglia. <> galantuomo.
 sm. criminal.

malvivènza, sf. 1 L'essere malvivente. 2 L'insieme dei malviventi.

malvìvo, o mal vìvo, agg. o loc. agg. Che sembra moribondo. ~ tramortito.

malvolentièri, avv. Di malanimo, controvoglia. ~ svogliatamente. <> volentieri.
 avv. reluctantly, unwillingly.

malvolére, sm. e v. sm. 1 Cattiva volontà. 2 Intenzione di nuocere.
v. tr. Avere antipatia, ostilità verso qualcuno.

màmba, sm. Rettile (noto anche come mamba verde, Dendraspis viridis) della famiglia degli Elapidi e dell'ordine degli Squamati. Di colore verde e giallo, misura 2 m di lunghezza. Vive nelle foreste tropicali dell'Africa.

Mamberamo Fiume (800 km) della Nuova Guinea, nell'Irian occidentale. È formato dall'unione dei fiumi Tariku e Taritatu e sfocia nell'oceano Pacifico.

màmbo, sm. Ballo originario dell'America centrale (cubano, con ascendenze africane), a ritmo moderato, affine alla rumba.

Mamèli, Goffrèdo (Genova 1827-Roma 1849) Patriota e poeta italiano. La sua vena artistica fu quasi interamente ispirata dalle vicende risorgimentali (La battaglia di Marengo e l'ode Ai fratelli Bandiera del 1847). Nel settembre del 1847 compose l'inno Fratelli d'Italia (musicato da Novaro e divenuto in seguito l'inno della repubblica italiana) che ebbe subito un'enorme popolarità. I contatti con Mazzini e Garibaldi lo immersero sempre di più nella politica. Nel 1849 andò a Roma per difendere la neonata repubblica romana; morì in seguito alle ferite riportate nei combattimenti.

Mamelles de Tirésia, Les Opera buffa in un prologo e due atti di F. Poulenc, libretto di G. Apollinaire (Parigi, 1947).

mamelucco, agg. e sm. agg. Relativo alla milizia dei mamelucchi.
sm. Appartenente alla milizia dell'Egitto mussulmano composta da schiavi caucasici, balcanici o turchi. In seguito alla decadenza della dinastia Ayyubide, i mamelucchi presero il potere nel 1250 imponendo il sistema feudale su Egitto e Siria. La prima dinastia, quella dei Bahriti, dominò fino al 1382, la seconda, quella dei Burgiti, dal 1382 al 1517, anno in cui fu sconfitta dai turchi. In seguito governarono l'Egitto in piena autonomia (nel 1798 subirono una sconfitta presso le Piramidi ad opera di Napoleone), fino al 1811, quando furono sterminati dal pascià Mehmet Alì.
 arcaico mamluk schiavo bianco.

mamertìno, sm. Mercenario campano che prendeva il nome da Mamerte, condottiero al servizio del tiranno di Siracusa Agatocle. Dopo la morte di Mamerte, i suoi uomini s'impadronirono di Messina e si allearono con i cartaginesi. Controllarono quindi un'ampia zona fino a Corone, ma dopo la sconfitta a opera di Gerone (265 a. C.) subirono l'imposizione di un presidio di Cartagine. La richiesta di aiuto dei mamertini ai romani scatenò la prima guerra punica (264 a. C.).

Mamiàni délla Róvere, Terènzio (Pesaro 1799-Roma 1885) Uomo politico, filosofo e scrittore. Partecipò ai moti di Romagna del 1831, ricoprendo anche incarichi di governo e fu perciò condannato all'esilio. Nel 1847 rientrò dall'esilio di Parigi e fu ministro degli interni e poi degli esteri nel governo pontificio. Si recò poi a Torino dove collaborò con Gioberti e divenne deputato del parlamento piemontese e infine ministro dell'istruzione con Cavour, nel 1860 e 1861. Le opere principali sono Del rinnovamento della filosofia antica italiana (1836) e Confessioni di un metafisico (1865).

màmma, inter. e sf. inter. Esclamazione di stupore, spavento, gioia, dolore.
sf. Madre. ~ genitrice.
 sf. mum, mummy.
 lat. mamma.

Mamma ho riperso l'aereo: mi sono smarrito a New York Film commedia, americano (1992). Regia di Chris Columbus. Interpreti: Macaulay Culkin, Joe Pesci, Daniel Stern. Titolo originale: Home Alone 2 (Lost in New York)

mammalogìa, sf. Branca della zoologia che studia i Mammiferi.

mammalùcco, sm. (pl.-chi) 1 Soldato di un'antica milizia turca in Egitto. => "mamelucco". 2 persona sciocca.

mammàna, sf. Levatrice.

mammàrio, agg. Che riguarda la mammella.

mammasantìssima, sm. invar. Capo della camorra o della mafia.

mammèlla, sf. Organo ghiandolare dei Mammiferi, pari e simmetrico, deputato alla produzione del latte per il nutrimento della prole. Solo accennata nei maschi, è sviluppata nelle femmine ed è costituita da ghiandole acinose e dai dotti galattofori che convogliano il latte ai capezzoli. Il numero dei capezzoli e la loro disposizione varia da due a dodici. Il volume delle mammelle aumenta durante la gravidanza e l'allattamento. Le patologie a carico della mammella variano dalle malformazioni congenite, alle infiammazioni, dette mastiti, ai fibromi e ai tumori. ~ poppa, seno, petto.
 sf. 1 breast. 2 (di mucca, capra ecc.) udder.
 lat. mamilla, dimin. di mamma mammella.

mammellóne, sm. 1 Rilievo di forma tondeggiante. ~ poggio. 2 Tubercolo posto sulla superficie di alcune parti nei vegetali.
 francese mamelon capezzolo, da mamelle mammella.

Mammì, Òscar (Roma 1926-) Politico. Deputato dal 1968 al 1994, eletto nelle file del partito repubblicano, fu più volte ministro delle poste e telecomunicazioni. È stato membro del Consiglio d'Europa. Diede il nome alla legge del 1990 che regola il sistema radiotelevisivo pubblico e privato e le concentrazioni editoriali.

Mammìferi Classe di Vertebrati vivipari (con l'eccezione dei monotremi che sono ovovivipari) che nutre la prole con il latte prodotto dalle mammelle. Nei vivipari, la placenta permette di nutrire l'embrione direttamente nel grembo materno, così che solo a sviluppo completo si avrà la nascita e il distacco dal genitore. I marsupiali sono privi di placenta e la prole termina lo sviluppo nel marsupio. I monotremi non hanno placenta e sono ovipari. I Mammiferi hanno la pelle generalmente ricoperta da peli e dotata di ghiandole sudoripare tubulari, sebacee acinose e talvolta odorifere: sono omeotermi, e alla regolazione della temperatura corporea, mantenuta costante grazie all'attività metabolica, contribuisce anche il sistema di ghiandole. Particolari formazioni cutanee, di tipo corneo, sono le unghie e le corna. Il cranio è sviluppato per contenere i grossi emisferi cerebrali. Sviluppati sono gli organi di senso: di tatto, udito, vista, olfatto e gusto. La colonna vertebrale è suddivisa nelle regioni cervicale, toracica, lombare, sacrale e caudale. Alle vertebre toraciche sono articolate le costole che costituiscono la gabbia toracica. I Mammiferi presentano due paia di arti che terminano con dita in numero variabile da due a cinque. La lunghezza e la conformazione degli arti dipende dal tipo di locomozione. Hanno respirazione polmonare e duplice circolazione sanguigna con il cuore diviso in quattro cavità. L'apparato respiratorio comprende laringe, trachea, bronchi e polmoni. L'apparato digerente comprende la bocca, la faringe, l'esofago, lo stomaco e l'intestino, oltre a ghiandole come il fegato e il pancreas. La comparsa dei Mammiferi sulla Terra è fatta risalire al periodo Triassico, secondo alcuni derivando dai Rettili. L'esplosione dei Mammiferi sul pianeta data a dopo la scomparsa dei dinosauri, l'evento che segnò la fine dell'era dei Rettili. Le specie attuali si sono differenziate e specializzate a partire dall'Eocene: attualmente ne sono note circa 4.500. I principali ordini dei Mammiferi coprono una vastissima gamma: gli Insettivori (talpa, riccio), i Chirotteri (pipistrello), i Lagomorfi (lepre, coniglio), i Roditori (castori e marmotte, scoiattolo e topo), i ben noti Carnivori, predatori diffusi in tutto il mondo (leone, ghepardo, leopardo, tigre, orso, puma), i Cetacei (balena, delfino), i Proboscidati (elefante), gli Artiodattili e i Perissodattili, Erbivori (cavallo, zebra, bovini, suini, capre e pecore, bisonti, giraffe, cammelli, dromedari, lama), e i Primati, di cui anche l'uomo fa parte con lemuri e scimmie.

Mammiferi di lusso Romanzo di Pitigrilli (1920).

mammìfero, agg. Relativo agli animali che allattano la prole.
 agg. mammal.
 lat. mamma mammella +-fero.

mammillàre, agg. Relativo alla mammella, che ha forma di mammella.

mammilloplàstica, sf. (pl.-che) Intervento di chirurgia plastica per fare sporgere un capezzolo rientrante.

mammìsmo, sm. Bisogno di protezione materna da parte di uomini adulti.

Màmmoda Comune in provincia di Reggio Calabria (4.039 ab., CAP 89045, TEL. 0964).

mammografìa, sf. Esame radiografico della ghiandola mammaria. In alcuni casi può essere necessario iniettare nei canali galattofori una sostanza opacizzante. ~ mastografia.

mammogràfico, agg. Relativo alla mammografia.

màmmola, sf. 1 Specie di viola spontanea dai fiori profumati di colore violetto. 2 Persona ingenua e timida.
 sf. violet.

Màmmola Comune (4.060 ab., CAP 89045, TEL. 0964) della provincia di Reggio Calabria, situato sul versante orientale delle Serre.

mammóna, sm. o sf. Nel Nuovo Testamento, la ricchezza, i beni terreni e l'adorazione per gli stessi.
 aramaico mamna ricchezza.

mammóne, sm. e sf. Molto attaccato alla mamma.

mammùt, sm. invar. Mammifero proboscidato (Elephans primigenius) estintosi alla fine del Pleistocene. Simile all'elefante attuale, benché di statura più piccola (3 m ca. di altezza) era caratterizzato dalla folta lanugine e dalle lunghe zanne ricurve verso l'alto. Era diffuso in Europa, Asia e America settentrionale, anche se le ultime glaciazioni fecero sì che i mammut si spingessero verso sud. In Siberia sono stati ritrovati alcuni esemplari ibernati e perfettamente conservati.

màmo, sm. Ruolo comico delle compagnie drammatiche del teatro italiano ottocentesco che rappresenta un giovane sciocco e ingenuo, spesso beffato, che però vuole apparire scaltro.

Mamoiàda Comune in provincia di Nuoro (2.633 ab., CAP 08024, TEL. 0784).

Mamoré Fiume (1.800 km) dell'America Meridionale. Nasce dalle Ande, in Bolivia e confluisce nel Beni.

Mamoulian, Rouben (Tbilisi 1898-Woodland Hills 1987) Regista teatrale, cinematografico e televisivo statunitense. Diresse Amami stanotte (1932), Il dottor Jekyll (1932) e Sangue e arena (1941).

Man (città) Città (51.000 ab.) della Costa d'Avorio, capoluogo del dipartimento omonimo (274.000 ab.).

man (informatica), invar. In informatica è il nome di un comando del sistema operativo UNIX che permette di consultare i manuali in linea.

Man (ìsola) Isola del mar d'Irlanda (588 km2, ca. 65.000 ab.), che non fa parte del Regno Unito, ma dipende direttamente dalla corona ed ha autonomia legislativa.
Diffusa l'agricoltura con cereali, patate, l'allevamento e la pesca. Il turismo rappresenta una risorsa rilevante.
Capoluogo è Douglas, frequentato centro balneare.

man (zoologia), sm. invar. Originario dell'isola di Man, è un gatto dal pelo corto privo di coda. Caccia i topi con grande abilità.

Man' yoshu Antologia di poesie di autori vari (VII-VIII sec.) della letteratura giapponese. È composta da 4.496 opere di 561 poeti diversi.

mana, sm. invar. Vocabolo melanesiano e polinesiano che gli storici delle religioni usano per indicare una forza soprannaturale impersonale.

Manabí Provincia (1.032.000 ab.) dell'Ecuador, nella regione della Costa. Capoluogo Portoviejo.

manachìno, sm. Nome di tutti gli Uccelli Passeriformi della famiglia dei Pipridi. Originari dell'America centro meridionale, hanno un piumaggio morbido e, nei maschi, variopinto. Le specie più conosciute sono la Chiroxiphia caudata, o monachino dalla coda lunga. e il Manacus manacus, o monachino monaco.

Manacòrda, Giórgio (Roma 1941-) Scrittore italiano, studioso e traduttore di letteratura tedesca. Tra le opere, di tono polemico, Iconografia (1974), Tracce (1977), L'esecutore (1981) e Per la poesia. Manifesto di un pensiero emotivo (1993).

Manacòrda, Giuliàno (Roma 1919-) Critico letterario italiano. Di orientamento marxista, si è dedicato in particolare alla storia della letteratura del Novecento (1967, 1977, 1980, 1987). Tra glia altri lavori, Montale (1969), Vent'anni di pazienza (1972), Dalla Randa al Beretti (1972) e Lettere a Solaria (1979).

Manado Città (275.000 ab.) dell'Indonesia, sulla penisola di Minahasa. Capoluogo della provincia di Celebes Settentrionale.

management, sm. invar. Amministrazione, gestione.

manager, sm. invar. 1 Amministratore, dirigente con funzioni imprenditoriali. ~ funzionario. 2 Chi cura gli interessi di pugili, cantanti, attori e simili. ~ agente, impresario, procuratore.

manageriàle, agg. Relativo a, o da, manager.
 agg. managerial.

managerialità, sf. Il possesso di qualità manageriali.

Managua Città (682.000 ab.), capitale del Nicaragua, sul lago omonimo. Capoluogo del dipartimento omonimo (1.026.000 ab.). Importante nodo stradale e ferroviario. Nella regione l'agricoltura produce cotone, caffè e cereali. Attiva anche la pesca. Le principali industrie sono quelle conserviere, tessili, chimiche, metallurgiche e del cemento. La città è stata distrutta più volte da terremoti.
Managua
Lago (1.042 km2) del Nicaragua, tra la Cordigliera Centrale e i rilievi della costa del Pacifico.

manàle, sm. Mezzo guanto di cuoio utilizzato specialmente dal calzolaio e dal sellaio per riparare la mano.

Manama Città (151.000 ab.), capitale di Bahrein, sulla costa nordorientale dell'isola di Bahrein.

Manàra, Luciàno (Artegnate 1825-Roma 1849) Patriota e protagonista delle Cinque giornate di Milano nel 1848. Riorganizzò i bersaglieri lombardi e combatté a Cava Manara nei pressi del Ticino. Perì nel difendere la Repubblica romana assieme a Garibaldi.

Manaròla Centro della Liguria, frazione di Riomaggiore, in provincia di La Spezia, una delle Cinque Terre. Di grande interesse la chiesa gotica.

Manasse (687?-642 a. C.) Figlio di Ezechia e re di Giuda. A lungo vassallo degli assiri, adottò i loro culti idolatri.

manasseìte, sf. Carbonato basico idrato di magnesio e alluminio che si trova in cristalli esagonali madreperlacei.

manàta, sf. 1 Colpo dato con la mano. 2 Quanto si può prendere con la mano in una volta sola.
 sf. 1 slap. 2 (quantità) handful.

manàto, sm. Mammifero (Trichecus manatus) della famiglia dei Trichechidi e dell'ordine dei Sirenii. Lungo anche 4,5 m, presenta gli arti inferiori tramutati in pinne. Diffuso negli estuari e sulle coste settentrionali dell'America, ingurgita sino a 30 kg di alghe al giorno.

Manaus Città (1.090.000 ab.) del Brasile e capitale dello stato di Amazonas. Importante porto fluviale alla confluenza del Rio Negro con il Rio delle Amazzoni. Fondata nel 1660, conobbe un florido sviluppo negli anni a cavallo tra il 1800 e il 1900, dovuto alla produzione del caucciù. È il centro commerciale e industriale (gomma, cacao, legname, pelli) della regione. I principali siti di interesse sono il giardino botanico e il teatro dell'Opera (1882).

mànca, sf. 1 Mano sinistra. ~ mancina. <> dritta. 2 Parte sinistra. <> destra.
 sf. left hand.

mancaménto, sm. 1 Improvviso malore. 2 Colpa, mancanza.

mancànte, agg. Che manca.
 agg. 1 missing. 2 (di) lacking in.

mancànza, sf. 1 Il mancare. ~ assenza. <> pienezza. 2 Errore, fallo. ~ sbaglio. 3 Scarsità, penuria, carestia. ~ carenza. <> pienezza. 4 Imperfezione. ~ difetto. <> dote, pregio.
 sf. 1 (di) lack. 2 (assenza) absence. 3 (difetto) shortcoming.

mancàre, v. v. intr. 1 Non essere sufficiente. ~ difettare. <> abbondare. mancavano diverse firme in quel documento. 2 Essere privo di qualcosa. ~ scarseggiare. <> bastare. mancava proprio di coscienza quando parlava così. 3 Essere lontano o assente. è mancato da casa per molto tempo. 4 Svanire, venire meno. sentiva mancare il fiato. 5 Commettere mancanze, non rispettare. ~ peccare. non mancava mai la parola data.
v. tr. Fallire. non ha mancato un bersaglio in quella gara.
 v. intr. 1 (essere insufficiente) to be lacking. 2 (sbagliare) to make a mistake, to be wrong. 3 (non esserci) not to be. 4 (essere assente) to be absent. 5 (sentire la mancanza) to miss. 6 (venire a mancare) to fail. v. tr. to miss.
 deriv. da manco.

mancàto, agg. 1 Venuto meno. 2 Non riuscito.
 agg. 1 unsuccessful. 2 (artista mancato) failed, would-be artist.

mancése, agg. 1 Relativo alla Mancuria. 2 Relativo alla lingua dei manciù.

Manche Dipartimento (480.000 ab.) della Francia, nella Bassa Normandia. Capoluogo Saint-Lô.

manche, sf. invar. 1 Una partita, nei giochi a carte. ~ mano. 2 Fase eliminatoria o prova di gare sportive. ~ tornata, turno.

Manchester Città (446.000 ab.) della Gran Bretagna nella contea metropolitana della Greater Manchester, nella Gran Bretagna nordoccidentale. Fondata dai celti fu fortificata dai romani e nel VII sec. divenne la residenza dei re sassoni Wessex. Nel 1781 vi venne aperta la prima filatura meccanica e diventò così un importante centro per la filatura e tessitura di cotone, lana, lino, canapa. È sede di industrie meccaniche, chimiche, della carta, della gomma. I principali monumenti di interesse sono la cattedrale gotica (XIII-XIX sec.), il Wellington Inn (XVI sec.), la Victoria University (1873), la City Art Gallery.

manchette, sf. invar. 1 I due spazi ai lati della testata di un giornale. 2 Fascetta pubblicitaria che avvolge un libro.

manchévole, agg. 1 Che manca o può mancare. 2 Difettoso, imperfetto

manchevolézza, sf. 1 L'essere manchevole. 2 Imperfezione, difetto. ~ neo.

manchévolménte, avv. In modo insufficiente.

Manchevski, Milcho (Skoplje 1959-) Regista cinematografico macedone. Diresse Prima della pioggia (1994).

mància, sf. (pl.-ce) 1 Denaro regalato a chi presta un servizio. ~ propina, regalia. 2 Ricompensa promessa a chi riporta oggetti smarriti.
 sf. tip.
 franc. manche manica.

Mància Regione della Spagna, divisa tra le province di Albacete, Ciudad Real, Toledo e Cuenca.

Mancia competente Film commedia, americano (1932). Regia di Ernst Lubitsch. Interpreti: Herbert Marshall, Miriam Hopkins, Kay Francis. Titolo originale: Trouble in Paradise

Manciàno Comune in provincia di Grosseto (7.145 ab., CAP 58014, TEL. 0564).

manciàta, sf. Quantità che si può prendere con una mano. ~ pugno.
 sf. handful.

mancìna, sf. Mano o parte sinistra.

Mancinèlli, Graziàno (Milano 1937-Concesio, Brescia 1992) Cavaliere italiano. Campione europeo (1963) e olimpionico (Olimpiadi di Monaco del 1972) nella prova individuale di salto.

Mancìni, Antònio (Roma 1852-1930) Pittore. Tra le opere Il prevetariello (1870, Napoli, Museo e Galleria Nazionale di Capodimonte).

Mancìni, Giàcomo (Cosenza 1916-) Politico. Dal 1970 al 1972 fu segretario del PSI, e quindi più volte ministro.

Mancìni, Pasquàle Stanislào (Castel Baronia 1817-Roma 1888) Politico e giurista. Si oppose alla pena di morte. Fu ministro degli esteri dal 1881 al 1885, anno in cui decise l'occupazione di Massaua.

mancinìsmo, sm. Disposizione naturale a usare di preferenza gli arti della parte sinistra del corpo.

mancìno, agg. e sm. agg. Maligno, cattivo.
sm. Chi usa abitualmente la mano sinistra anziché la destra.
 agg. left-handed. sm. left-hander.

mancipium, sm. invar. Nel diritto romano, il potere assoluto che era esercitato dal pater familias su vari oggetti e sottoposti.
 lat. mancipio da manu capere tenere sotto il proprio potere.

Manciùria Regione (1.230.000 km2, 95.000.000 ab.) della Cina nordorientale, confina a nord e nord-est con la Siberia, a sud e sud-est con la Corea, a ovest con la Mongolia. Il territorio presenta catene montuose occidentali (Grande Khingan), settentrionali (Piccolo Khingan) e orientali (Changpai) che circondano la vasta pianura alluvionale dei fiumi Liao, Nen Jiang e Songhua Jiang. La costa è bassa e piuttosto uniforme, interrotta solo dalla penisola del Liaotung. Il clima è freddo continentale. Storicamente la Manciuria, poco popolata fino al X sec. da popolazioni tribali nomadi, fu incorporata nell'impero di Gengis Khan nel 1234. Entrò nell'area di influenza cinese sotto i Ming (1368) e conquistò una certa indipendenza sotto Nurhachu (1559-1626), i cui discendenti sconfissero i Ming (1644) sostituendosi a loro e regnando sino al 1912 (dinastia Qing). Dopo la vittoria del Giappone nel conflitto con la Russia (1904-1905) la Manciuria entrò nella sfera di influenza del Giappone, che nel 1931 vi costituì lo stato Manchukuo. Dopo la seconda guerra mondiale passò alla Cina. Le principali risorse sono l'agricoltura (cereali, ortaggi, canapa, tabacco, frutta) e l'allevamento. Importanti anche le attività minerarie (carbone, ferro, rame, zinco, piombo, oro) ed estrattive (petrolio). Le principali industrie sono siderurgiche, meccaniche, elettriche, chimiche e del legno). Le città più importanti sono Dairen, Kirin, Shenyang, Harbin, Qiqihar, Fushun, Changchun.

mànco, agg. e avv. agg. (pl. m.-chi) Sinistro, mancino.
avv. Meno.
 avv. (neanche per sogno) not on your life.
 lat. mancus storpio.

Manco Capac Nome di imperatori inca.
Manco Capac I
(XIII sec.) Figura a metà strada tra storia e leggenda, considerato il fondatore dell'impero inca del Perù nella valle del Cuzco.
Manco Capac II
(1513-1537?) Ultimo imperatore inca, eletto con l'aiuto di Pizarro, che però presto lo esautorò, autoproclamandosi governatore della Nuova Castiglia. Nel 1536 egli fuggì dalla capitale e guidò la resistenza antispagnola.

mancorrènte, sm. Nelle estrazioni minerarie, ciascuno degli ascensori oppure dei pattini delle gabbie di estrazione, che abbracciano le guide di scorrimento.

Mandalay Città (533.000 ab.) del Myanmar, capoluogo della provincia omonima (4.578.000 ab.), sul fiume Irrawaddy. Porto e centro commerciale della regione. Attivo l'artigianato dei metalli preziosi, della giada e del legno. Le principali industrie sono quelle tessili, alimentari, metalmeccaniche e del legno. La città è sede della pagoda di Arakan e del tempio di Kuthodaw (XIX sec.).

Mandàlya, gólfo di Insenatura della Turchia, nella costa che si affaccia al mar Egeo.

mandamentàle, agg. Relativo al mandamento.

mandaménto, sm. La circoscrizione giudiziaria nel cui ambito opera un pretore.

Mandanìci Comune in provincia di Messina (843 ab., CAP 98020, TEL. 0942).

mandànte, sm. e sf. Chi dà l'incarico a un altro di eseguire un'azione. ~ commissionario. <> emissario.
 sm. e sf. instigator.

mandapa, sm. invar. 1 Nell'architettura indiana, edificio ipostilo che serve da vestibolo al santuario. 2 Specie di bandacchino a colonne utilizzato per proteggere la statua di una divinità.

mandaràncio, sm. 1 Pianta ibrida del mandarino e dell'arancio. 2 Il frutto di tale pianta, simile al mandarino, ma più dolce.
 sm. clementine.

mandàre, v. tr. 1 Fare in modo che una persona vada in un luogo. furono mandati al fronte quanto prima possibile; mandare all'aria, far fallire qualcosa. 2 Di cosa, farla pervenire in un dato luogo. ~ inviare. <> ricevere. gli mandò una lettera di scuse. 3 Emettere. ~ emanare. mandarono grida disperate di aiuto, ma nessuno era nei dintorni.
 v. tr. 1 to send. 2 (emettere) to send out. 3 (fig., mandare avanti) to provide for.
 lat. mandare, da in manum dare mettere in mano.

mandarìna, sf. Nome volgare dell'Aix gelericulata (famiglia degli Anatidi), un'anatra originaria di Cina e Giappone, che presenta un collare di piume rosse e un ciuffo di lucenti penne verde-azzurre.

mandarinàto, sm. In Cina e nell'Annam, funzione e dignità del mandarino. Era suddiviso in categorie e ranghi ai quali si accedeva tramite difficili esami riguardanti argomenti religiosi e letterari.

mandarinésco, agg. Che è proprio di un mandarino.

mandarinétto, sm. Liquore profumato con essenza di mandarino.

Mandarini, I Romanzo di S. de Beauvoir (1954). Ambientato in Francia nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale, il romanzo concentra la propria attenzione sui problemi di coscienza di due amici intellettuali di sinistra, Robert Dubreuilh, docente alla Sorbona, e Henri Perron, scrittore. Venuti a conoscenza dell'esistenza di campi di concentramento in Unione Sovietica, s'interrogano se si debba dire la verità o tacere per opportunità politica. La divergenza su questo problema di scelta porta i due amici a una rottura, che successivamente si ricomporrà. L'opera rispecchia dibattiti sviluppatisi nella sinistra europea negli anni del dopoguerra, che avrebbero trovato una conferma ufficiale a opera di Nikita Kruscev in occasione del XX congresso del partito comunista sovietivo (1956).

mandarinìsmo, sm. Comportamento da mandarino.

mandarìno, sm. 1 Alto dignitario di corte dell'impero cinese. 2 Angiosperma (Citrus nobilis) della famiglia delle Rutacee e dell'ordine delle Terebintali. Arbusto sempreverde originario della Cina. 3 Il frutto prodotto dalla pianta omonima, simile all'arancia, ma più piccolo e dolce.
 sm. mandarin, tangerine.

Mandarino meraviglioso, Il Balletto di B. Bartók, testo di M. Lengyel (Colonia, 1925).

Màndas Comune in provincia di Cagliari (2.648 ab., CAP 09042, TEL. 070).

mandàta, sf. 1 Il mandare. 2 Ogni tratto della stanghetta della serratura, provocato da un giro della chiave nella toppa.
 sf. 1 (serratura) turn. 2 (chiudere a doppia mandata) to double-lock.

mandatàrio, sm. Chi ha avuto il mandato di agire da parte di un altro. ~ emissario. <> mandante.
 sm. representative.
 lat. tardo mandatarius.

mandàto, sm. 1 Facoltà conferita a qualcuno di operare in nome e per conto di un'altra persona. ~ delega, incarico. 2 Ordine di pagamento. 3 Ordine del pretore o del giudice.
 sm. 1 (incarico) commission, mandate. 2 (ordine pretorile) warrant.
Contratto con il quale una parte (mandante) affida a un'altra (mandatario), che ne assume l'impegno, il compito di eseguire atti giuridici per conto proprio. Nel diritto privato il mandato può essere con o senza rappresentanza, a seconda che il mandatario agisca anche in nome del mandante o meno.
Mandato di cattura
Nel diritto processuale penale, il mandato di cattura è un provvedimento con cui il giudice istruttore dispone la custodia cautelare di una persona.

Mandatorìccio Comune in provincia di Cosenza (3.344 ab., CAP 87060, TEL. 0983).

mandèi Seguaci del mandeismo.

Mandèla Comune in provincia di Roma (639 ab., CAP 00020, TEL. 0774).

Mandela, Nelson Rolihlahia (Umtata 1918-) Politico e avvocato sudafricano, leader del Congresso nazionale africano. Arrestato nel 1963 e condannato all'ergastolo, fu liberato nel 1990 in seguito alla pressione internazionale. Nel 1993 è stato insignito, congiuntamente a F. W. De Klerk, del premio Nobel per la pace. Nel 1994 è diventato Presidente della Repubblica sudafricana.

Mandèllo dél Làrio Comune in provincia di Lecco (10.296 ab., CAP 25054, TEL. 0341). Centro industriale (prodotti meccanici) sul lago di Como. Gli abitanti sono detti Mandellesi o Mandellaschi.

Mandèllo Vìtta Comune in provincia di Novara (269 ab., CAP 28060, TEL. 0321).

Mandelstam, Osip Emilevic (Varsavia 1891-presso Vladivostok 1938) Poeta russo. Tra le opere Tristia (1922) e 1° Gennaio (1924).

mandèo, sm. Lingua dei mandei. È un dialetto aramaico affine, per sintassi e morfologia, al Talmud babilonese.

Mandeville, Bernard de (Dordrecht, Olanda 1670-Hakney, Londra 1733) Medico e saggista. Tra le opere La favola della api, ossia vizi privati, pubblici vantaggi (1714).

Mandiargues, André Pieyre de (Parigi 1909-1991) Scrittore francese. Allievo di André Breton e romanziere originale e fantasioso, si occupò anche di poesia, saggistica, traduzioni e critica d'arte. Tra le opere, da ricordare i romanzi La motocicletta (1963) e Il margine (1967), dai quali sono stati tratti due film di successo.

mandìbola, sf. Osso impari mediano che nei Mammiferi costituisce la parte inferiore della bocca. Nell'uomo, la mandibola è a forma di ferro di cavallo; sul suo margine superiore si trovano gli alveoli dentari, e termina con due branche verticali che permettono l'articolazione con l'osso temporale del cranio. L'insieme di ossa e cartilagini che costituiscono la bocca dei Vertebrati è detta arcata mandibolare. La terza branca del nervo trigemino è detta nervo mandibolare. ~ mascella inferiore.
 sf. jaw, mandible.
 lat. tardo mandibula, deriv. da mandere masticare.

mandibolàre, agg. Relativo alla mandibola.

mandingo, sm. invar. Gruppo di popolazioni appartenenti al gruppo di popolazioni africane distribuite nei paesi dell'Africa occidentale, di origine sudanese. I mandingo hanno in comune la lingua e la religione islamica introdotta nell'XI e XII sec., con la creazione dell'impero Mali. Abili agricoltori e allevatori, sono oggi abituati ai costumi di vita europei e sono in maggioranza di religione islamica. Hanno statura medio alta, sono di corporatura longilinea e la carnagione di colore nero. Le principali etnie sono i bambara, i soninke e i malinke.

mandòla, sf. Strumento musicale a corda simile al liuto.

mandolinàta, sf. Sonata di mandolino.

mandolinìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Suonatore di mandolino.

mandolìno, sm. Strumento musicale a corde pizzicate appartenente alla famiglia del liuto. Derivato dalla mandola in uso dal XVI al XVII sec. soprattutto in Spagna, ne conserva le caratteristiche in minori proporzioni. Il mandolino ha una cassa di risonanza piriforme con fondo a strisce. Sotto al foro ovale di risonanza è situata una piastra per proteggere il legno dallo sfregamento del plettro. Strumento popolare diffuso in Italia, il mandolino è spesso usato insieme alla chitarra. Celebri musicisti scrissero numerose composizioni dedicate a questo strumento: il Concerto per due mandolini di Vivaldi, Cinque pezzi per mandolino e pianoforte di Beethoven; Mozart lo usò nell'opera Don Giovanni.
 sm. mandolin.

màndorla, sf. 1 Frutto del mandorlo. 2 Di ogni cosa che abbia forma ovale.
 sf. almond.
 lat. tardo amandola, dal greco amygdàle.

mandorlàto, agg. e sm. agg. Che contiene mandorle.
sm. Pasta dolce composta di mandorle.

mandorléto, sm. Piantagione di mandorli.

màndorlo, sm. Pianta arborea appartenentea alla famiglia delle Rosacee, diffusa nell'area mediterranea ma originaria dell'Asia. Ha fusto che raggiunge anche 8 m di altezza, foglie lanceolate, frutti (drupa) con semi oleosi (mandorle), fiori bianchi e rosa.
 sm. almond tree.

mandràgola, sf. Anche detta mandragora, pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Solanacee. Ha foglie lanceolate ondulate, grosse radici carnose e fiori a campanula. Un'antica credenza le attribuisce proprietà afrodisiache.
 lat. mandragoras, dal greco mandragòras.

Mandragola, La Commedia di N. Machiavelli (1518). La vicenda rappresentata riguarda l'amore impossibile di un giovane, Callimaco, per la bella Lucrezia, moglie dell'avvocato Nicia. Poiché Nicia è angustiato dal non avere figli, facendosi passare per medico famoso, Callimaco gli fa credere che il problema si potrà risolvere facendo bere a Lucrezia una magica pozione di mandragola, che però ha un effetto perverso: chi avrà per primo rapporti con Lucrezia è destinato a morire. Travestendosi, Callimaco fa l'amore con Lucrezia e ne diventa successivamente l'amante. L'opera è considerata un capolavoro letterario. La comicità di Machiavelli è amara, il suo mondo pare dominato dalla legge dell'astuzia e dell'inganno. Una visione pessimistica delle cose umane simile a quella che si può riscontrare nel Principe.

Mandragolo, Il Romanzo di L. Santucci (1979).

Mandrake Personaggio dei fumetti che rappresenta un abile illusionista che combatte i cattivi assieme al negro Lothar, indossando frac, mantello, bastone e cilindro. Fu creato da L. Falk e P. Davis nel 1934.

mandratùra, sf. Metodo di concimazione naturale dei pascoli consistente nel farvi pernottare il bestiame bovino in modo che le deiezioni si accumulino direttamente sul terreno.

màndria, o màndra, sf. 1 Branco di animali di grossa taglia. ~ armento. 3 Massa disordinata di persone. ~ folla, orda.
 sf. herd.
 lat. mandra.

mandriàno, sm. Custode della mandria. ~ bovaro.
 sm. herdsman.

mandrìllo, sm. Genere di scimmie catarrine cinocefale, appartenenti all'ordine dei Primati, con taglia media, muso canino e coda corta. La specie più rappresentativa, Paio sphynx, è alto circa un metro, con guance azzurre, mentre il naso e le parti nude della cute sono rosso turchine. Presente nelle foreste pluviali dell'Africa centrale, si nutre di erbe e di animali di piccola taglia.

mandrìno, sm. 1 Asta metallica cilindrica usata per allargare fori. 2 Attrezzo di macchina utensile utilizzato come supporto al pezzo in lavorazione.
 franc. mandrin.

Mandriòli Passo (1.173 m) dell'Appennino Tosco-Emiliano.

mandrìta, sm. (pl.-i) In oriente, religioso che abita in una mandra.

Mandróne, vedrétta dél Ghiacciaio nel versante nordorientale dell'Adamello.

Mandùria Comune in provincia di Taranto (31.453 ab., CAP 74024, TEL. 099). Località delle Murge. Vi si trovano il palazzo Imperiale, del 1719, il duomo, costruito tra il XVI e il XVII sec., e nelle vicinanze resti di mura messapiche risalenti al V e III sec. a. C. Gli abitanti sono detti Manduriani.

Mandya Città (100.000 ab.) dell'India, nello stato di Karnataka. Capoluogo del distretto omonimo.

màne, sf. Mattina.

maneggévole, agg. 1 Che può essere maneggiato facilmente. ~ pratico. 2 Arrendevole, docile. ~ trattabile, malleabile. <> duro, inflessibile.
 agg. handy.

maneggevolézza, sf. L'essere maneggevole.

maneggiàbile, agg. Maneggevole.

maneggiaménto, sm. Il maneggiare.

maneggiàre, v. v. tr. 1 Trattare con le mani. ~ toccare. 2 Utilizzare arnesi con le mani. sapeva maneggiare correttamente la spada. 3 Usare qualcosa con abilità. ~ manipolare. maneggiava quell'enorme mezzo come fosse un triciclo per bambini. 4 Amministrare.
v. intr. Adoperarsi con accortezza.
 v. tr. to handle.
 deriv. da mano.

manéggio (1), sm. 1 Il maneggiare. 2 Amministrazione, abile conduzione. il maneggio del denaro non era cristallino, c'erano degli affari loschi. 3 Macchinazione segreta. 4 L'addestramento dei cavalli e il luogo dove si effettua. ~ galoppatoio, scuola di equitazione. scuola di maneggio.
 sm. 1 moulding, handling. 2 (galoppatoio) riding track, riding school.
 deriv. da maneggiare.

maneggìo (2), sm. Un maneggiare frequente o continuato.

maneggióne, sm. (f.-a) Faccendone, intrigante. ~ arruffone.

Manèrba dél Gàrda Comune in provincia di Brescia (2.780 ab., CAP 25080, TEL. 0365).

Manèrbio Comune in provincia di Brescia (12.242 ab., CAP 25025, TEL. 030). Centro agricolo (coltivazione di cereali e foraggi), dell'allevamento bovino e industriale (prodotti tessili, dell'abbigliamento e caseifici). Gli abitanti sono detti Manerbiesi.

manésco, agg. (pl. m.-chi) Che tende a menare le mani. ~ violento.
 agg. free with one's fists.
 deriv. da mano.

Manet, Édouard (Parigi 1832-Parigi 1883) Pittore francese, tra i massimi esponenti della scuola impressionista. Figlio di un magistrato, compì gli studi classici e poi decise di dedicarsi all'arte frequentando lo studio di T. Couture (1850-1856). In quegli stessi anni viaggiò in Italia, Olanda, Germania e Austria. Nel 1863 realizzò Olympia e Colazione sull'erba, due opere destinate a far gridare allo scandalo i critici contemporanei, a causa dei temi classici trattati in modo disinvoltamente realistico, con le forme e la prospettiva risolte nei colori e nelle linee. Nel 1866 strinse amicizia con i giovani pittori impressionisti E. Degas, C. Monet, A. Renoir, C. Pissarro e P. Cézanne. Nonostante l'amicizia, Manet non ritenne di partecipare alla prima esposizione impressionista del 1874. Le opere principali sono, Colazione sull'erba (1863, Parigi, Museo d'Orsay), Olympia (1865, Parigi, Museo d'Orsay), Colazione nello studio (1868, Monaco, Bayerische Staatsgalerie), Il balcone (1868), Coppia in tenuta da canottaggio (1874, Tournai, Musée des Beaux-Arts), Nanà (1877, Amburgo, Kunsthalle), Coppia in barca a vela (1874, New York, Metropolitan Museum), Monet e la moglie (1874, Monaco, Neue Pinakothek) e il Bar delle Folies-Bergères (1881, Londra, Tate Gallery). Manet elaborò un proprio linguaggio pittorico basato sull'eliminazione dei chiaroscuri e sulla resa dei volumi affidata al colore e al rapporto tra le diverse tonalità. Per i soggetti tratti dalla vita quotidiana e per l'uso dei colori, Manet ebbe un'influenza determinante sullo sviluppo dell'arte moderna.

manétta, sf. 1 Arnese di forma solitamente circolare che si stringe intorno ai polsi degli arrestati.
2 Piccola leva per l'azionamento manuale di un dispositivo. ~ leva di comando.
 sf. pl. handcuffs.

manfòrte, sf. invar. Sostegno, aiuto.

Manfrédi (1232-Benevento 1266) Figlio naturale di Federico II e re di Sicilia (1258). A capo dei ghibellini, sconfisse i guelfi a Montaperti (1260), ma fu poi sconfitto e ucciso a Benevento da Carlo d'Angiò, chiamato in aiuto da papa Urbano IV (1263). La morte di Manfredi è ricordata da Dante nel purgatorio.

 

Manfrédi, Antònio (Viareggio 1912-) Poeta e saggista italiano. Come poeta si ricordano Poesie (1954), Annamaria (1981) e Otto poesie (1985). Come saggista si è occupato anche di pittura e di cinema. Di ricordano Morlotti (1958) e Mario Marcucci (1959).

Manfrédi, Nìno (Castro dei Volsci 1921) Attore e regista cinematografico, famoso soprattutto come interprete della commedia all'italiana. I principali film interpretati sono Anni ruggenti (1962), Pane e ciocccolata (1974), C'eravamo tanto amati (1974), In nome del papa re (1977). Come regista diresse Per grazia ricevuta (1971), che vinse il premio per la regia al festival di Cannes, e Nudo di donna (1981).

Manfredìni, Francésco (Pistoia ca. 1680-ca. 1748) Compositore. È autore, tra l'altro, di sonate, concerti e sinfonie da camera e da chiesa e di alcuni oratori.

Manfredònia Comune (59.000 ab., CAP 71043, TEL. 0884) in provincia di Foggia, sul golfo omonimo. Fondato da Manfredi nel 1256, nel XIV e XV sec. fu un importante centro per il commercio del grano. Oggi è importante come mercato agricolo (cereali, olive e uva) e ittico. I monumenti principali sono il castello svevo angioino (XIII sec.) e la chiesa di San Domenico.
Golfo di Manfredonia
Nel mare Adriatico, tra il promontorio del Gargano e la foce del fiume Ofanto.

manfrìna, sf. 1 Monferrina. 2 Musica fastidiosa. ~ smanceria.

manganàre, v. tr. Lisciare stoffe di lino adoperando il mangano.

manganatóre, sm. (f.-trìce) Operaio che lavora al mangano.

manganatùra, sf. L'operazione del manganatore.

manganellàre, v. tr. Percuotere con il manganello.

manganellàta, sf. Colpo inferto con il manganello.

Manganèlli, Giórgio (Milano 1922-1990) Narratore. Tra le opere La letteratura come menzogna (1967) e Agli dei ulteriori (1972).

manganèllo, sm. Altro nome di randello. ~ sfollagente.
 sm. baton, truncheon.

manganése, sm. Elemento chimico con simbolo Mn, numero atomico 25, peso atomico 54,95. È molto diffuso in natura sotto forma di silicati e in molti minerali come pirolusite (MnO2) e rodocrosite (MnCO3). In metallurgia è utilizzato in lega con il ferro, migliorando le caratteristiche di resistenza e durezza degli acciai, e i suoi composti sono utilizzati nell'industria vetraria, farmaceutica e della ceramica.
 sm. manganese.

mangànico, agg. (pl. m.-ci) 1 Relativo all'acido di formula H2MnO4. 2 Impropriamente, dell'ossido acido MnO3, dell'ossido Mn2O3 e dei sali di manganese trivalente.

manganìna, sf. Lega di rame contente manganese al 15-20% e nichel al 2-5%. Dal momento che la sua conducibilità elettrica è pochissimo influenzata dalla temperatura, viene utilizzata nella costruzione di resistori.

manganìsmo, sm. Intossicazione da manganese.

manganìte, sf. Ossido idrato di manganese dai cristalli prismatici monoclini di colore grigio-nero, utilizzato per l'estrazione della manganese. Ha formula MnO(OH).

màngano, sm. 1 Grosso torchio utilizzato per lisciare i tessuti di lino. 2 Grossa macchina usata per stirare la biancheria. 3 Antica macchina da guerra.
 lat. tardo manganum, dal greco mànganon.

Màngano, Silvàna (Roma 1930-Madrid 1989) Attrice cinematografica, tra le più note dive degli anni '50, interpretò ruoli brillanti e drammatici. Tra i principali film, Riso amaro (1949), L'oro di Napoli e Mambo (1954), La grande guerra (1959), Teorema (1968), Morte a Venezia (1971), Lo scopone scientifico (1972), Gruppo di famiglia in un interno (1974), Oci Ciornie (1987).

Mangascià (1861-Ancober 1907) Ras abissino. Nel 1895-1896 si oppose alla penetrazione italiana in Etiopia. Contese il trono a Menelik, ma venne battuto nel 1899.

mangeréccio, agg. (pl. f.-ce) Buono a mangiarsi. ~ commestibile. <> immangiabile.
 agg. edible.

mangerìa, sf. Illecito guadagno.
 deriv. da mangiare.

màngia, sm. Persona che incute paura.

mangiàbile, agg. Che si può mangiare.

mangiadìschi, sm. invar. Giradischi portatile.
 sm. invar. record player.
 da mangia-+ dischi.

mangiafùmo, agg. invar. Candela che serve a disperdere il fumo in una stanza.

mangianàstri, sm. invar. Apparecchio per l'ascolto di registrazioni effettuate su nastri magnetici contenuti in apposite cassette.

mangiapàne, sm. e sf. invar. Persona inetta, capace solo di mangiare. ~ parassita.

mangiaprèti, sm. e sf. invar. 1 Chi odia i preti. 2 Anticlericale.

mangiàre, sm. e v. sm. 1 L'atto del mangiare. 2 Ciò che si mangia. ~ cibo, pietanza, vivanda. avevano preparato un mangiare da re.
v. tr. 1 Prendere il cibo per portarlo alla bocca, masticarlo e inghiottirlo. ~ alimentarsi. <> digiunare. mangiarsi il fegato, crucciarsi, disperarsi. 2 Sperperare. ~ dilapidare. <> risparmiare, accumulare. si è mangiato tutta la dote. 3 Consumare. ~ corrodere. la ruggine mangia gli oggetti di ferro.
 v. tr. e intr. 1 to eat. 2 (consumare i pasti) to have one's meals. 3 (intaccare) to eat into. 4 (a dama) to take.
 franc. mangier, dal lat. manducare.
Bisogna mangiare per vivere, non vivere per mangiare. Sentenza di Socrate tramandataci da Plutarco. FRS: Chi non lavora non mangia. Sono parole di San Paolo per ricordare che non si deve mangiare il pane a ufo a discapito di chi lavora. FRS: Dimmi quel che mangi e ti dirò chi sei. Frase citata nella Physiologie du goût di Anthelme de Brillat-Savarin. FRS: L'appetito viene mangiando. Citazione attribuita al vescovo de Hangest da Rabelais nel Gargantua.

Mangiaròtti, Edoàrdo (Renate 1919-) Schermidore. Nelle olimpiadi del 1936, 1952, 1956 e 1960 vinse sei medaglie d'oro. Tra il 1937 e il 1958 ottenne tredici titoli mondiali.

mangiasòldi, agg. invar. Che richiede un continuo sperperio di soldi.

mangiàta, sf. Il mangiare abbondantemente. ~ abbuffata.

mangiatóia, sf. 1 Recipiente di legno o in muratura posto nelle stalle, dove si mettono gli alimenti delle bestie. ~ greppia. 2 Fonte di guadagno illecito.
 sf. feedingtrough.

mangiatóre, sm. (f.-trìce) Chi mangia molto.

mangiaùfo, sm. e sf. invar. Chi vive alle spalle altrui.

mangìme, sm. Il cibo che si dà agli animali.
 sm. fodder, feed.

mangióne, sm. Chi mangia eccessivamente. ~ ghiottone.

mangiucchiàre, v. tr. Mangiare poco. ~ piluccare. <> divorare.

màngo, sm. Pianta arborea appartenente alla famiglia della Anacardiacee. Di origine malese è coltivata in tutti i climi tropicali per il frutto gustoso, dolce e saporito (drupe). Le foglie sono lanceolate e sempreverdi, i fiori rossicci.
 sm. mango.

Màngo Comune in provincia di Cuneo (1.348 ab., CAP 12046, TEL. 0141).

Mangóne Comune in provincia di Cosenza (1.705 ab., CAP 87050, TEL. 0984).

mangòsta, o mangostàno, sf. o sm. 1 Nome volgare della Garcinia mangostana, un albero tropicale della famiglia delle Guttifere dai frutti che sono bacche commestibili. 2 Il frutto della mangosta.
 malese mangustan.

mangròvia, o mangròva, sf. Tipo di vegetazione delle zone tropicali, caratterizzata da radici che escono dall'acqua.

mangùsta, sf. Mammifero carnivoro appartenente alla famiglia dei Viverridi; in particolare il nome è usato per indicare l'icneumone o mangusta africana. Di dimensioni modeste, divora piccoli animali, in particolare anfibi e rettili; golosa di uova, era venerata nell'antico Egitto perché divorava le uova di coccodrillo. Molto intelligente e veloce, è facilmente addomesticabile e viene usata dall'uomo per cacciare i topi e i serpenti (contro il veleno di questi ultimi sembrano essere immunizzate). Tra le specie più note vi sono: l'herpestes mungo, l'herpestes fasciatus o mangusta zebrata (vive nell'Africa centrale).

Manhattan (geografia) Isola (80 km2, 2.000.000 ab.) situata al centro di New York (Stati Uniti d'America), alla foce del fiume Hudson. Fu fondata da coloni olandesi nel 1626 e costituisce il nucleo originario di New York. Sede dei quartieri finanziari, commerciali, culturali e portuali di New York (Broadway, Wall Street, il Central Park, il Greenwich Village, l'Empire State Building, il Palazzo dell'ONU., il Lincoln Center con il nuovo teatro Metropolitan e la Columbia University). Uno dei quartieri più caratteristici dell'isola è Chinatown (abitato dall'immigrazione cinese). Il ponte di G. Washington la collega al New Jersey.

Manhattan (cinema) Film commedia, americano (1979). Regia di Woody Allen. Interpreti: Woody Allen, Diane Keaton, Mariel Hemingway, Meryl Streep. Titolo originale: Manhattan

màni, sm. pl. Le anime divinizzate dei trapassati, onorate dagli antichi romani.
 lat. Manes,-ium.

Màni (mitologia) Personaggi mitologici romani, erano le anime dei morti, spiriti benigni che venivano venerati come divinità.

Mani (storia) (Mardinu 215-Belepat 277) Principe persiano, si considerò l'ultimo profeta, dopo Buddha, Zarathustra e Cristo e fondò la religione manicheista, che da lui prese il nome. Predicò la sua dottrina in viaggi in India, Egitto e Persia, dove ebbe l'appoggio del re Shahpuhr I. Inimicatosi il successore Bahram I, seguace dello zoroastrismo, fu imprigionato e messo a morte.

Mani sporche, Le Dramma di J. P. Sartre (1948). Ambientato verso la fine della guerra, mentre i dirigenti comunisti di un paese immaginario discutono sulla linea politica futura. Il capo Hoederer sostiene che in politica non bisogna aver paura di sporcarsi le mani con i compromessi. Il giovane intellettuale Hugo viene incaricato di ucciderlo. Quando Hugo diventa segretario di Hoederer, questi riesce a convincerlo delle proprie buone ragioni e a tirarlo dalla sua parte. Hugo ucciderà Hoederer per gelosia, avendolo sorpreso con la moglie. Ma, all'uscita di prigione, Hugo preferirà essere ucciso dagli antichi compagni, piuttosto che confessare la gelosia come unica motivazione dell'assassinio di Hoederer. Dramma impegnato che riecheggia i problemi dell'immediato dopoguerra.

Mani sulla città Film drammatico, italiano (1963). Regia di Francesco Rosi. Interpreti: Rod Steiger, Salvo Randone, Guido Alberti.

manìa, sf. 1 Forma di alterazione dell'umore. ~ ansia. 2 Voglia eccessiva e smaniosa. ~ frenesia, smania. 3 Fissazione. ~ ossessione.
 sf. 1 mania. 2 (fig.) obsession.
 greco mania, deriv. da màinesthai dare in smanie.
In medicina è lo stato psichico manifestato da episodi, talvolta isolati e passeggeri, di grande eccitazione, esagerato ottimismo e allegria. Spesso s'inserisce nell'ambito di una psicosi maniaco depressiva e si alterna con stati normali o di depressione. La terapia è puramente sintomatica. Nell'uso comune, il termine viene usato erroneamente per indicare un'idea fissa.

maniacàle, agg. Che ha carattere di mania. ~ ossessionante.

Maniàce Comune in provincia di Catania (3.101 ab., CAP 95030, TEL. 095).

manìaco, agg. e sm. (pl. m.-ci) Che, o chi, è affetto da mania. ~ ossessionato.
 agg. 1 maniacal. 2 (fig.) mad, keen. 3 (affetto da mania) suffering from a mania. sm. maniac.
 lat. tardo maniacus, dal greco maniakòs.

maniaco-depressìvo, agg. Relativo a una psicosi caratterizzata dall'alternarsi di eccessi di tristezza e di mania. ~ ciclofrenia.

Maniàgo Comune in provincia di Pordenone (10.490 ab., CAP 33085, TEL. 0427). Centro industriale (prodotti meccanici e del legno, coltelli). Vi si trova il duomo, costruito tra il XV e il XVII sec., e il castello, del X sec. Gli abitanti sono detti Maniaghesi.

mànica, sf. 1 Parte di un indumento che copre il braccio. rimboccarsi le maniche, darsi da fare. 2 Banda. ~ cricca. apparteneva a una manica di delinquenti.
 sf. 1 sleeve. 2 (fig.) gang.
 lat. manica, deriv. da manus,-us mano.

Mànica, La Braccio di mare che separa la costa meridionale dell'Inghilterra dall'Europa continentale (Francia). Lungo circa 550 km e largo solo 32 km da Calais a Dover, unisce l'oceano Atlantico al mare del Nord. Nella manica si trovano le isole di Wight e le isole del Canale. I collegamenti tra Inghilterra e Francia sono assicurati dai traghetti da Dover a Calais e, dal 1994, dal tunnel ferroviario sottomarino lungo 50 km. I principali porti sono Portsmouth, Plymouth, Dover e Southampton sulla costa inglese e Le Havre, Calais, Cherbourg e Dunquerque sulla costa francese.

Manicaland Provincia (1.538.000 ab.) dello Zimbabwe, al confine con il Mozambico. Capoluogo Mutare.

manicarétto, sm. Vivanda molto appetitosa. ~ ghiottoneria.

manicheìsmo Dottrina dei discepoli di Mani (manichei) che professava la coesistenza e la lotta fra il bene e il male. Mani s'identificò con Paracleto, una figura celeste che conduceva gli uomini al cielo, intercedendo per loro presso Dio; nella sua religione introdusse elementi tipici del buddhismo e dello zoroastrismo. Il manicheismo si diffuse in Persia, in India, in Cina, nell'Africa settentrionale, in Spagna e in Italia meridionale. Si spense in occidente intorno al X sec. e in oriente circa due secoli dopo.

manichèo, agg. e sm. agg. Relativo al manicheismo.
sm. Seguace del manicheismo.

manichétta, sf. Tubo flessibile per condutture d'acqua o aria.

manichìno, sm. 1 Fantoccio usato da sarti, pittori e negozianti di vestiti, come modello. ~ modello. muoversi come un manichino, essere impacciato. 2 Ordigno usato un tempo dagli agenti per trattenere un arrestato.
 sm. dummy.
 franc. mannequin, dall'oland. mannekijn, dimin. di man uomo.

mànico, sm. (pl.-chi o-ci) La parte di uno strumento che serve a impugnarlo e adoperarlo. ~ impugnatura.
 sm. 1 handle. 2 (mus.) neck. 3 (di scopa) broomstick.
 lat. tardo manicum, deriv. da manus, us.

manicomiàle, agg. 1 Relativo a, o da, manicomio. 2 Pazzesco.

manicòmio, sm. 1 Ospedale per malati di mente. ~ frenocomio. 2 Luogo pieno di confusione e di disordine. ~ sarabanda, babele, casino.
 sm. 1 mental hospital. 2 (fig., luogo) madhouse.

manicòtto, sm. 1 Specie di borsa cilindrica in pelliccia, aperta ai lati, usata per tenere al caldo le mani. manicotto di visone. 2 Giunto cilindrico cavo, usato per collegare tubi. si era rotto il manicotto dell'asse.
 sm. 1 muff. 2 (tecn.) coupling.
 deriv. da manica.

manicùre, sm. e sf. invar. Chi, per mestiere, cura le mani.
 sm. invar. manicure. sf. invar. manicurist.
 franc. manicure.

Mànidi Famiglia di Mammiferi folidoti alla quale appartengono tutti i paligoti viventi (Manis) e fossili (Necromanis e Laptomanis).

manièra, sf. 1 Modo di procedere operando. ~ regola. quella era la maniera giusta per risolvere il problema. 2 Creanza. ~ gentilezza, tatto. <> villania. le buone maniere impongono di intrattenere gli ospiti. 3 Stile. era un artista di maniera, imitava le tecniche di altri artisti.
 sf. 1 way, manner. 2 (stile) style. 3 (in maniera che) so that.
 franc. manière, da manier manuale.

manieràto, agg. Ricercato, ma convenzionale. ~ civile. <> ineducato.
 agg. affected.

manierìsmo, sm. Movimento artistico che prende a modello i maestri rinascimentali, svincolandosi dalla fedele rappresentazione della natura e dedicando un'attenzione prevalente alla bella maniera. Il virtuosismo stilistico che lo contraddistingue preparò la successiva evoluzione del barocco. In generale, il termine possiede una valenza negativa, con riferimento a opere che ripetono forme stereotipate o eccessivamente ricercate nella forma. Il centro propagatore della nuova maniera è Firenze. Con la pubblicazione delle Vite di G. Vasari (1550) si diffonde la convinzione che l'arte abbia raggiunto il suo punto di massima perfezione con artisti come Michelangelo Buonarroti e Raffaello Sanzio e che agli artisti successivi sia rimasto solo il compito di imitarne lo stile. Tra le opere dei maestri, il cosiddetto Tondo Doni di Michelangelo (1503-1504, Firenze, Uffizi) viene considerato come il punto di partenza del manierismo, per l'intreccio dei volumi e per il moto a spirale che coinvolge tutti e tre i personaggi. Queste modalità stilistiche vengono riprese e dilatate dai giovani pittori dell'epoca, che trovano nel contorcimento della figura un mezzo espressivo adeguato alla loro tensione emotiva. Il Pontormo, per esempio, abbandona definitivamente la compostezza classica per imprimere alla composizione un movimento contorto che dà il senso della concitazione. L'accentuazione delle linee curve e della prospettiva, l'uso di colori contrastanti sono alcuni tra i principali strumenti stilistici utilizzati per superare il realismo del racconto, ottenendo una composizione nella quale la resa degli stati d'animo viene raggiunta attraverso la ricerca formale portata all'esasperazione. Ai manieristi non interessa trasmettere la carica emotiva o sacrale dell'evento raffigurato, ma piuttosto dimostrare la loro estrema capacità di riprodurlo in modo esteticamente perfetto, affermando il valore assoluto dell'arte. Tra i principali pittori: Pontormo, Bronzino, Rosso Fiorentino, Primaticcio, Daniele da Volterra, Parmigianino, Vasari e Tintoretto. Nella scultura: Bandinelli, Giambologna e Benvenuto Cellini. Nell'architettura G. Romano, Vignola, G. Della Porta, B. Buontalenti, Sansovino e Sammicheli. La corrente manierista ebbe figure importanti anche fuori d'Italia, in Francia, Olanda e Spagna (il Greco).
In letteratura, il termine manierismo serve a designare fenomeni paralleli anche se meno precisi e ancora oggetto di discussioni. In particolare, rientrano nel manierismo letterario le soluzioni formali che, senza contestare i principi del classicismo, impreziosiscono e deformano l'espressività classica e intendono esprimere interessi e sensibilità lontani dall'equilibrio e dalla compostezza nella direzione del surreale e del sentimentale. Secondo queste premesse rientrerebbero nel manierismo alcune parti dell'opera di B. Cellini, di A. Caro, di G. B. Della Porta, di B. Guarini e T. Tasso. La situazione, comunque non è ancora criticamente definita. Nelle letterature europee sono state individuate espressioni manieristiche, per esempio, nella poesia di J. Donne e in M. Opitz.

manierìsta, agg., sm. e sf. (pl. m.-i) agg. Proprio del manierismo.
sm. e sf. Seguace del manierismo.

manieristicaménte, avv. In modo conforme ai canoni del manierismo.

manierìstico, agg. (pl. m.-ci) Che si riferisce al manierismo e ai manieristi.

manièro, sm. 1 Castello del feudatario. ~ rocca. 2 Dimora di campagna signorile.
 provenz. maner restare, dal lat. manere.

manieróso, agg. Che ha belle maniere.

manifattùra, sf. 1 Lavorazione per trasformare materie prime in manufatti e il luogo dove si effettua. la manifattura del prodotto era apprezzabile. 2 Capo di vestiario.
 sf. 1 (lavorazione) manufacture. 2 (luogo) factory.
 lat. mediev. manifactura, deriv. da manu facere fare con le mani.

manifatturière, sm. Chi esplica il proprio lavoro in una manifattura.

manifatturièro, agg. Relativo a manifattura.

manifestànte, agg., sm. e sf. Che, o chi, partecipa a una manifestazione.
 sm. e sf. demonstrator.

manifestàre, v. v. tr. 1 Rendere nota a tutti una cosa. ~ comunicare. <> nascondere. manifestò la sua decisione di partire. 2 Palesare. ~ mostrare, proclamare. <> occultare. lo sguardo triste manifestava uno stato di preoccupazione.
v. intr. Prendere parte a una manifestazione. coloro che manifestavano, lo facevano per dei buoni motivi.
v. rifl. Farsi noto, palese.
 v. tr. 1 to manifest, to show. 2 (rivelare) to reveal. 3 (esprimere) to express. v. intr. to demonstrate. v. rifl. to show oneself.
 lat. manifestare, deriv. da manifestus manifesto.

manifestazióne, sf. 1 Il manifestare. numerose furono le manifestazioni di solidarietà nei suoi confronti. 2 Dimostrazione pubblica con un fine comune. ~ cerimonia. ci furono imponenti manifestazioni di piazza per quel motivo. 3 Spettacolo con grande pubblico. ~ festeggiamento.
 sf. 1 display, show, manifestation. 2 (cerimonia) event. 3 (pol.) demonstration.
 lat. tardo manifestatio,-onis.

manifestìno, sm. Foglietto volante distribuito per propaganda. ~ volantino, locandina.
 sm. leaflet.

manifèsto, agg. e sm. agg. Evidente, palese. ~ chiaro. <> ambiguo, vago. diede prova manifesta della sua ignoranza.
sm. 1 Foglio che si affigge in luogo pubblico. ~ cartellone. i manifesti elettorali erano già stati stampati. 2 Programma di un movimento artistico. il manifesto futurista.
 agg. 1 evident. 2 (ovvio) obvious. 3 (scritto) bill, poster.
 lat. manifestus preso sul fatto.

Manifesto del dadaismo Prosa letteraria di T. Tzara (1918).

Manifesto del futurismo Manifesto culturale di F. T. Marinetti (1909).

Manifesto del partito comunista Opera di politica di K. Marx (con F. Engels) (1848).

Manifesto del surrealismo Manifesto letterario di A. Breton (1924).

Manifesto tecnico della letteratura futurista Manifesto letterario di F. T. Marinetti (1910).

manìglia, sf. Elemento sporgente, di varia forma e materiale, usato per tirare, sollevare, alzare ecc., qualcosa. la maniglia della porta era da cambiare.
 sf. handle.
 spagn. manilla, dimin. del lat. manus mano.

manigóldo, sm. Furfante, briccone, birbante.

Manila Città (1.876.000 ab.) e capitale delle Filippine. Si trova sull'isola di Luzon, nel mar Cinese meridionale, sul delta del fiume Pasig. È il principale porto dell'arcipelago, dal quale si commercia caucciù, tabacco, abaca e riso. Sede di industrie siderurgiche, meccaniche, chimiche, tessili, alimentari (olio, zucchero e birra), gomma, tabacco, cuoio, concentrate principalmente lungo le sponde del fiume e intorno al porto. La città è uno dei maggiori centri universitari dell'Estremo Oriente con tre università: Università delle Filippine, Università di San Tommaso (1619) e Università dell'estremo oriente. Fondata dagli spagnoli nel 1571 (conserva il nucleo originale detto Intramuro divenne subito un importante scalo per il traffico spagnolo tra Acapulco e Canton. Nel XVII sec. fiorì ulteriormente grazie al commercio con la Cina. Fu danneggiata ripetutamente da terremoti (in particolare quello del 1863). Nel 1898, durante la guerra tra la Spagna e gli Stati Uniti, gli americani se ne impadronirono e nel febbraio del 1899 fu centro di una rivolta nazionalista. Durante la seconda guerra mondiale la città, sede del comando del generale Mac Arthur, fu teatro di violentissimi combattimenti tra americani e giapponesi. Fu anche gravemente danneggiata dal massiccio bombardamento nel 1945.
Manila
Baia delle Filippine, nel mar Cinese, sulla costa sudoccidentale dell'isola di Luzon.

Manìlio Crìspo, Gàio (I sec. a. C.) Tribuno romano. Di ideologia antioligarchica, nel 66 a. C. propose una legge che toglieva a Lucullo il supremo comando nella guerra contro Mitridate VI e lo conferiva a Pompeo.

Manìn, Danièle (Venezia 1804-Parigi 1857) Politico. Fu compagno del Tommaseo nei moti veneziani del 1847, ma fu arrestato nel gennaio dell'anno successivo. Liberato in seguito all'insurrezione del marzo 1848, divenne presidente della repubblica veneziana, instaurando un regime democratico e liberale. Capeggiò ideologicamente la resistenza all'assedio austriaco, ma dovette arrendersi il 22 agosto 1849. Esiliato in Francia si avvicinò alle posizioni moderate del Cavour, appoggiando l'unità d'Italia nel regime monarchico.

Manìn, Ludovìco (Venezia 1726-1802) Politico. Ultimo doge di Venezia dal 1789, succedette a Paolo Renier. Nel maggio 1797 capitolò di fronte alle armate napoleoniche, dopo aver retto coraggiosamente la Repubblica. Scrisse le Memorie in cui raccontava le sue scelte politiche.

manìna, sf. Segno tipografico posto sul margine di un testo per segnalare qualcosa di importante.

maniòca, sf. Pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Euforbiacee. È in particolar modo coltivata ai tropici per uso alimentare. Dai tuberi si ricavala farina e una fecola per la tapioca.

manipolàre, v. tr. 1 Trattare con le mani. ~ mescolare. 2 Alterare in modo illecito un prodotto o un risultato. ~ contraffare. manipolò abilmente i risultati degli esperimenti per sostenere la sua tesi. 3 Tramare.
 v. tr. 1 to manipulate. 2 (alterare) to adulterate.
 deriv. dal lat. manipulus, manciata di erbe medicinali.

manipolatóre, agg. e sm. (f.-trìce) 1 Che, o chi, manipola. 2 Dispositivo per manipolare a distanza qualcosa.

manipolazióne, sf. 1 Il manipolare. la manipolazione di quei prodotti richiedeva molta cautela. 2 Sofisticazione, adulterazione. la manipolazione dei vini è proibita dalla legge. 3 Truffa. si verificarono manipolazioni dei voti.
 sf. adulteration, manipulation.

manìpolo, sm. 1 Drappello non numeroso di soldati e simili. ~ plotone. 2 Drappo con la croce che il sacerdote porta al braccio sinistro durante la Messa.

Manipur Stato (1.827.000 ab.) federato dell'India, nell'Assam orientale. Capitale Imphal.

Manisa Città (158.000 ab.) della Turchia, nella regione del mar Egeo. Capoluogo della provincia omonima (1.152.000 ab.) che occupa la pianura del fiume Gediz.

maniscàlco, sm. (pl.-chi) Chi ferra i cavalli per mestiere.
 sm. blacksmith.
 lat. mediev. mariscalcus, dal franco marhskalk.

manìsmo, sm. Culto dei mani.

Manitoba Provincia (1.095.000 ab., capoluogo Winnipeg) del Canada dal 1870, si trova tra gli Stati Uniti d'America, l'Ontario, il Saskatchewan, i territori del Nord-ovest e la baia di Hudson. Il territorio è prevalentemente pianeggiante e ricco di fiumi (Saskatchewan, Churchill, Nelson) e laghi (Winnipeg, Winnipegosis, Manitoba). Le principali risorse economiche sono costituite dalle foreste, dalla coltivazione dei cereali e dai giacimenti minerari di cadmio, oro, zinco, argento e nichel. È sede di industrie metallurgiche, alimentari e petrolchimiche.

Manitoulin Isola (11.000 ab.) del Canada, nel lago Huron, all'imbocco della Georgian Bay. La maggiore isola lacustre, per superficie, del mondo.

manitù, manitu o manito, sm. Secondo le popolazioni allogene dell'America settentrionale, potenza della realtà umana e cosmica che si manifesta a tutti i livelli. I giovani venivano sottoposti a pratiche di iniziazione estenuanti per cadere in trance e avere una visione del loro manitu.

Manizales Città (275.000 ab.) della Colombia, nella valle del Cauca. Capoluogo del dipartimento di Caldas.

manìzza, sf. 1 Manicotto foderato di pelliccia. 2 Manubrio. 3 Guanti utilizzati dai corridori ciclisti.

Mankiewicz, Joseph L. (Wilkes Barre 1909-Bedford 1993) Regista cinematografico statunitense. Diresse Eva contro Eva (1950), Uomini e cobra (1970), Gli insospettabili (1972).

Mànlio Capitolìno, Màrco (?-384 a. C.) Console romano. Nel 392 a. C. divenne console e nell'invasione di Roma da parte dei galli del 390 a. C., avvertito dallo starnazzare delle oche, salvò il Campidoglio dagli assalitori. Sospettato di aspirare alla tirannide fu messo a morte.

Mànlio Torquàto, Tìto (IV sec. a. C.) Generale romano di celebre rigore e severità: secondo leggenda avrebbe giustiziato il figlio che aveva trasgredito un suo ordine.

Mànlio Vulsóne Lóngo, Lùcio (III sec. a. C.) Politico e generale romano. Come console, nel 256 a. C., sconfisse i cartaginesi nella battaglia navale di Ecnomo insieme ad Attilio Regolo e guidò il corpo di spedizione romano in Africa. Di nuovo console, nel 250 a. C., iniziò l'assedio a Lilibeo, l'odierna Marsala.

Mann, Anthony (San Diego 1907-Berlino 1967) Regista cinematografico statunitense. Diresse Winchester 73 (1950), Là dove scende il fiume (1951) e L'uomo di Laramie (1954).

Mann, Heinrich (Lubecca 1871-Santa Monica, California 1950) Romanziere tedesco. Tra le opere Nel paese di Cuccagna (1900) e Il professor Unrat (1905).

Mann, Michael (1943-) Regista cinematografico statunitense. Diresse Manhunter (1986), e L'ultimo dei Mohicani (1992).

Mann, Thomas (Lubecca 1875-Zurigo 1955) Scrittore tedesco, appartenente a una ricca famiglia di commercianti, visse a Monaco dal 1893 e, dopo l'ascesa del nazismo, si rifugiò all'estero, principalmente in Svizzera. Nel 1901 pubblicò il romanzo I Buddenbrook, che racconta la decadenza di una ricca famiglia di Lubecca, delineando il tema del contrasto tra arte e vita, sempre presente nelle sue opere. Nel Tristano (1903) è la musica a essere raffigurata come elemento di disgregazione, mentre nel Tonio Kröger (1903) la letteratura si contrappone ai valori deteriori della borghesia. In Morte a Venezia (1913) l'attrazione per i temi della morte e del disfacimento raggiungono l'apice. Dopo la prima guerra mondiale, nella quale assunse una posizione interventista e nazionalista, Mann supera il fascino dell'ideologia nietzschiana e riscopre i valori della razionalità. La montagna incantata (1924) descrive i dibattiti ideologici dell'inizio del secolo e sembra prefigurare gli eventi tragici dell'epoca hitleriana. Nelle opere successive, Giuseppe e i suoi fratelli (1932-1943) e Doctor Faustus (1947) Mann trasfigura la situazione contemporanea anticipando forse il crollo della Germania e cercando di conciliare mito e intelletto, borghesia e arte. Nel 1929 ricevette il premio Nobel.

mànna, sf. 1 Cibo che piovve dal cielo agli ebrei nel deserto. ~ ambrosia. 2 Cosa utile e gradita. 3 Sostanza dolce, leggermente purgativa, ottenuta dal tronco dei frassini. ~ nettare.
 sf. manna.
Manna del deserto
Lichene (Lecanora esculenta) presenta un tallo crostoso. Si trova nelle regioni semiaride. Alcuni ritengono che sia da identificare con la manna che, secondo la tradizione, nutrì il popolo ebraico nel deserto.

mannàggia, inter. Imprecazione con significato di "sia maledetto".

mannàia, sf. 1 Scure a doppio taglio, usata dal boia. ~ ascia. 2 La lama tagliente della ghigliottina.
 sf. axe.
 lat. (securis) manuaria (scure) maneggevole.

mannàro, agg. 1 Nella locuzione lupo mannaro, licantropo. 2 Mostro immaginario che spaventa i bambini.

mannèllo, o mannèlla, sm. Fascio di spighe, manipolo.

mannequin, sf. invar. Indossatrice, indossatore. ~ modella, modello.
 sf. invar. mannequin, fashion model.

Mannerheim, Carl Gustav Emil von (Louhisaari 1867-Losanna 1951) Generale e politico finlandese. Nel 1918 e 1919 capeggiò il governo provvisorio, quindi il 17 luglio 1919 proclamò la repubblica. Fu a capo dell'esercito nel 1939 e 1940 contro l'URSS e durante la seconda guerra mondiale. Dal 1944 al 1946 fu presidente della repubblica.

Mannheim Città (306.000 ab.) del Baden-Württemberg (Germania) e porto fluviale alla confluenza del Neckar nel Reno. Centro industriale nei settori meccanico, elettrico, automobilistico, chimico, farmaceutico, cartario e tessile. I principali monumenti sono il castello del XVII sec., la chiesa parrocchiale cattolica, e l'osservatorio astronomico, parzialmente ricostruiti dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Scuola di Mannheim
Nome di una scuola musicale del XVIII sec. che contribuì allo sviluppo della sinfonia classica e della sonata. Gli esponenti principali furono J. Stamitz, F. X. Richter e C. Cannabich.

Mannheim, Lucie (Berlino 1899-Braunlage 1976) Attrice teatrale e cinematografica tedesca. Attiva fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, prima in farse dialettali e successivamente in ruoli più impegnativi come i lavori di Heinrich von Kleist e di Georg Büchner, durante il conflitto riparò a Londra. Tornata in Germania nel dopoguerra, riprese il lavoro in teatro. Nel cinema interpretò con successo parti di caratterista.

Manning, Henry Edward (Totteridge 1808-Londra 1892) Pastore anglicano. Si convertì al cattolicesimo e dal 1865 fu arcivescovo di Westminster, poi dal 1875 cardinale, dando un grande contributo all'impegno pastorale in favore degli operai e alla restaurazione della chiesa cattolica inglese.

mannìte, sf. Esaalcool presente in parecchi vegetali, soprattutto nella manna del frassino, il cui estere esanitrico è un potente esplosivo (nitromannite). Ha formula CH2OH(CHOH)4CH2OH.

mannòsio, sm. Monosaccaride aldeidico avente formula CH2OH(CHOH)4CHO.

Mànnu, Rìu Nome di alcuni corsi d'acqua della Sardegna: Riu Mannu di Samassi, Riu Mannu di Porto Torres, Riu Mannu di Ozieri e Riu Mannu di Berchidda.

màno, sf. 1 Estremità dell'arto superiore che serve come organo tattile e prensile. 2 Parte, lato. ~ posizione. 3 Strato di colore. ~ passata.
 sf. 1 hand. 2 (mano di vernice) coat. 3 (fatto a mano) handmade. 4 (man mano che) as. 5 (restare a mani vuote) to be left empty. 6 (lato) side.
 lat. manus,-us.
La politica delle mani nette. Frase detta dal Cairoli dopo il Congresso di Berlino: una politica troppo onesta porta solo a deludenti risultati pratici!.
Segmento terminale dell'arto superiore dei Primati, si articola all'avambraccio attraverso il polso. La parte distale della mano è dotata di cinque dita, delle quali la più interna, detta pollice, è posta lateralmente ed è opponibile. Lo scheletro della mano comprende ventisette ossa, suddivise nei tre gruppi carpo, metacarpo e falangi. Il carpo è a sua volta composto da otto ossa, il metacarpo da quattro, mentre le falangi sono tre per ogni dito, tranne il pollice che ne ha solo due. La parte dorsale della mano è ricoperta di peli, a differenza della parte palmare, la cui cute è più spessa, solcata da disegni tipici e ricca di terminazioni nervose. I disegni presenti sui polpastrelli vengono utilizzati per l'identificazione personale. Nell'uomo la mano è l'organo deputato alla presa di oggetti e compiti di precisione.

Mano felice, La Dramma in quattro quadri e musica di A. Shönberg (Vienna, 1924).

Manocalzàti Comune in provincia di Avellino (3.050 ab., CAP 83030, TEL. 0825).

manodòpera, sf. invar. 1 Le persone che prestano lavoro in un'industria. ~ manovalanza, operai. cercava manodopera qualificata, in possesso di specializzazione. 2 Costo del lavoro umano. la cifra comprende anche la manodopera.
 sf. invar. manpower, labour.

manògrafo, sm. Manometro registratore.

Manolete (Córdoba 1917-Linares 1947) Celebre torero spagnolo. Morì nell'arena.

manomésso, agg. Guasto, manipolato.

manometrìa, sf. Esame della gastroenterologia atto a per misurare le variazioni di pressione ai vari livelli del tubo digerente. Tali misure servono per avere informazioni sulla motilità digestiva e sulla funzionalità della muscolatura analizzata.

manòmetro, sm. Strumento che serve a misurare la pressione di un fluido. Fu inventato nel 1843 dallo svizzero Rudolf Schinz.
 sm. manometer, gauge.
 franc. manometre.

manométtere, v. tr. 1 Mettere mano, cominciare. 2 Alterare, guastare. ~ contraffare.
 v. tr. (alterare) to tamper with.

manomissióne, sf. Il manomettere. ~ alterazione, manipolazione.
 lat. manumissio,-onis.

manomòrta, sf. (pl. manimòrte) Istituto giuridico usato nel medioevo per indicare: il diritto del signore feudale sui beni del vassallo morto senza figli maschi; il divieto per vassalli e servi della gleba di fare testamento; il diritto fiscale da pagare per liberarsi di tale divieto; i beni di corporazioni religiose, esenti da imposte di successione e trasferimento.

Manon Opera in cinque atti e sei quadri di J. Massenet, libretto di H. Meilhac e Ph. Gille (Parigi, 1848).
La storia è ambientata ad Amiens, dove Manon deve essere rinchiusa in convento a causa della leggerezza del suo carattere. La ragazza s'innamora di un giovane studente, Des Grieux, con il quale decide di fuggire e di vivere a Parigi. Dopo una lunga separazione e drammatiche vicende, il loro amore si riaccende di passione, ma Manon, duramente provata, muore tra le braccia dell'amato.

Manon Lescaut Dramma lirico in quattro atti di G. Puccini, libretto di autori vari (Torino, 1893).
La vicenda è ambientata nel sec. XVIII, prima in Francia poi in America. Il giovane cavaliere Des Grieux si innamora di Manon e fugge con lei. La donna però, sedotta dalle ricchezze, va a vivere con il vecchio Geronte. Dopo un risveglio di passione, i due amantidecidono di fuggire insieme, rubando gioielli e denaro a Geronte. Manon viene arrestata e deportata in America. L'amante la raggiunge, ma ai confini di New Orleans, durante la fuga dal penitenziario, Manon muore sfinita.
Manon Lescaut
=> "Vera storia del cavaliere Des Grieux e di Manon Lescaut, La"

Manonéra, o Màno Néra Denominazione di associazioni criminali che si sono sviluppate in Sicilia e negli Stati Uniti, soprattutto a New York, all'inizio del XX sec. In contrapposizione a queste gli emigrati italiani costituirono associazioni associate alla polizia federale denominate Manobianca.

manòpola, sf. 1 Maniglia di appoggio e sostegno. 2 Impugnatura in vari oggetti. 3 Pomello.
 sf. 1 handle. 2 (impugnatura) hand-grip. 3 (pomello di radio ecc.) knob. 4 (guanto) mitt, mitten.
 spagn. manopla, dal lat. manupula.

Manoppèllo Comune in provincia di Pescara (5.566 ab., CAP 65024, TEL. 085).

Manoscritti economico-filosofici del '44 Opera di filosofia di K. Marx (1844).

manoscrìtto, agg. e sm. agg. Scritto a mano.
sm. Testo scritto a mano.
 agg. handwritten. sm. manuscript.
 lat. manu scriptus scritto a mano.

Manoscritto trovato a Saragozza Romanzo di J. Potocki (1805).

Manoscritto trovato in una bottiglia Racconto di E. A. Poe (1833).

manovalànza, sf. Manodopera non specializzata.

manovàle, sm. Operaio non specializzato.
 sm. labourer.
 lat. manualis.

manovèlla, sf. 1 Asta ripiegata e con impugnatura utilizzata per azionare a mano un meccanismo. 2 Organo meccanico per trasformare un moto rotatorio in rettilineo e viceversa.
 sf. 1 handle. 2 (tecn.) crank.
 lat. manibella, dimin. di manibula maniglia.

manovellìsmo, sm. Meccanismo che trasforma un moto alternato rettilineo in un moto rotatorio continuo e viceversa.

manòvra, sf. 1 Operazioni necessarie per mettere in posizione di marcia una nave, una locomotiva, un'automobile e simili. ~ conduzione. la manovra di abbordaggio si rivelò più difficile del previsto a causa delle correnti. 2 Operazioni di guerra fittizie. grandi manovre, esercitazioni fatte con grandi unità militari. 3 Insieme delle operazioni tese a ottenere un risultato; macchinazioni. ~ montatura. nonostante tutte le sue manovre non riuscì a ottenere quel posto di lavoro.
 sf. manoeuvre.
 franc. manoeuvre.

manovràbile, agg. Che si può facilmente manovrare.

manovrabilità, sf. L'essere manovrabile.

manovràre, v. v. tr. Far funzionare mediante manovre. ~ condurre.
v. intr. Eseguire manovre.
 v. tr. to work, to operate. v. intr. to manoeuvre.
 franc. manoeuvrer, dal lat. manu operare lavorare con le mani.

manovratóre, sm. (f.-trìce) 1 Chi manovra. 2 Nelle stazioni, addetto allo spostamento dei veicoli ferroviari. ~ operatore.

manrovèscio, sm. 1 Colpo inferto con il rovescio della mano. 2 Schiaffo.
 sm. 1 backhander. 2 (schiaffo) slap.

Mans, Le Città (146.000 ab.) della Francia, sul fiume Sarthe. Capoluogo del dipartimento della Sarthe, a 185 km da Parigi. Centro commerciale e di comunicazione. Le principali industrie sono quelle meccaniche, chimiche, metallurgiche, tessili, alimentari, della carta e del tabacco. Sede del famoso autodromo in cui si svolgono competizioni di livello internazionale. La città ospita edifici storici quali la cattedrale di St. Julien e Notre-Dame-de-la-Couture (XI-XIII sec.).

mansàlva, sf. invar. Nella locuzione a mansalva, senza ostacoli.

mansàrda, sf. Struttura particolare di tetto che consente di rendere abitabile il sottotetto.
 dal nome dell'architetto J. H. Mansart (1650).
 sf. attic.

mansardàto, agg. Relativo a edificio costruito a mansarda.

Mansart, François (Parigi 1598-1666) Architetto francese. Tra le opere la chiesa della Visitazione a Parigi (1632-1634), l'ala d'Orléans del castello di Blois (1635-1638) e il castello di Maisons a Maisons-Laffitte (1642-1650).

Mansart, Joules Hardouin (Parigi 1646-Marly 1708) Architetto francese. Tra le opere il completamento del palazzo di Versailles (1678-1689 e 1697-1698), Dôme des Invalides (1680-1707) e Place Vendôme (1687-1720) a Parigi.

Mansell, Nigel (1954-) Pilota inglese. Nel 1992 fu campione del mondo e nella sua carriera conquistò ventidue gran premi con la Williams e tre con la Ferrari.

Mansfield Park Romanzo di J. Austen (1814).

Mansfield, Katherine (Wellington, Nuova Zelanda 1888-Fontainebleau 1923) Pseudonimo di Kathleen Mansfield Beauchamp Murry. Scrittrice neozelandese. Figlia di un uomo d'affari benestante, trascorse la fanciullezza a Karori, presso Wellington (gli avvenimenti di quel periodo saranno da lei rievocati nel bellissimo racconto Preludio, del 1917). Nel 1903 la famiglia si recò a Londra per iscrivere Kathleen e le sorelle al Queen's College, la prima istituzione inglese fondata appositamente per l'istruzione superiore delle ragazze. Tornò in patria quattro anni dopo, nel 1906. A quel tempo Kathleen aveva già scritto numerose poesie e racconti; dopo aver provato con vari pseudonimi, adottò quello di Katherine Mansfield. Nel marzo del 1907 la madre diede una festa nel giardino della loro casa di Wellington. Un incidente stradale accaduto a un vicino che abitava in un quartiere povero vicino quasì guastò l'atmosfera festosa della giornata. L'avvenimento servì come base del racconto The garden party. Nel 1908 tornò a Londra decisa ad affermarsi come scrittrice. Da allora non tornò più in Nuova Zelanda. Nel 1909 sposò improvvisamente G. C. Bowden, un insegnante di canto, ma il matrimonio si rivelò subito infelice. Seguì un'ulteriore storia d'amore con esito ugualmente infelice, a seguito della quale si trasferì per un certo periodo in Baviera. L'esperienza tedesca servì a raccogliere i materiali per la serie di racconti intitolata In una pensione tedesca. Nel 1911 tornò per breve tempo a vivere con Bowden, che la mise in contatto con A. R. Orage, editore del periodico di avanguardia The new age, sul quale pubblicò numerosi racconti. Nel 1911 conobbe il critico John Middleton Murry, del quale si innamorò e che sposò nel 1918, quando ebbe ottenuto il divorzio dal primo marito. Con questo matrimonio, entrò a far parte del circolo letterario frequentato da Virginia Woolf e da D. H. Lawrence. In seguito, i rapporti con Lawrence si guastarono. Nell'ottobre 1915, il fratello minore di Katherine, da lei molto amato, moriva sul fronte della prima guerra mondiale. Fu l'occasione per cercare di rievocare la fanciullezza in Nuova Zelanda: in questo periodo compose i suoi racconti migliori. Ammalatasi di tubercolosi, dal 1915 cercò la guarigione nel sud della Francia. Fu stroncata dal male a soli trentacinque anni. Tra le opere, Non parlo francese (1918), Beatitudine e altri racconti (1920) che segnò la sua affermazione come scrittrice, Il nido della colomba (1923) e La festa in giardino (1922). Lasciò, inoltre, la raccolta di liriche Poesie (1923), il Diario (1927) e le Lettere (1934), questi ultimi pubblicati postumi. La festa in giardino, che permette di apprezzare la grande sensibilità, la capacità di analisi, l'intelligenza e la finezza dell'autrice, è considerato il suo capolavoro. La Mansfield si dimostra maestra dell'arte di raccontare, con la sua capacità di rappresentare un personaggio attraverso la descrizione di un momento decisivo.

mansio, sf. invar. Termine latino che indicava una stazione di tappa lungo le strade romane.

mansionàrio, sm. Raccolta sistematica delle mansioni affidate a un dipendente o a un ufficio.

mansióne, sf. Ufficio, incarico. ~ compito.
 sf. 1 duty, function, job. 2 (incarico) office.
 lat. mansio,-onis, deriv. da manere rimanere.

mànso, sm. Durante il medioevo, divisione agraria costituente un appezzamento di terreno che veniva concessa in affitto a una famiglia di coloni (manenti o massari), dietro corresponsione di un censo, costituito soprattutto da servizi personali e da una parte dei prodotti ricavati.

Mansuè Comune in provincia di Treviso (3.941 ab., CAP 31040, TEL. 0422).

mansuefàre, v. tr. Rendere mansueto e domestico.

Mansuèlli, Guìdo Achìlle (Monopoli, Bari 1916-) Archeologo italiano, professore di archeologia. Ha scritto numerose opere, tra le quali Galleria degli Uffizi: Le sculture (1958-1961), I Cisalpini (1962), Etruria (1963) e L'ultima Etruria (1988).

mansuèto, agg. Mite, tranquillo. ~ arrendevole. <> aggressivo.
 agg. 1 docile, meek. 2 (gentile) gentle.

mansuetùdine, sf. L'essere mansueto.
 lat. mansuetudo,-inis.

Mansur (Al-) Titolo assunto da diversi capi militari e principi musulmani al momento dell'ascesa al trono o della nomina. Significa "vincitore".

Manszra, El Città (358.000 ab.) dell'Egitto, sul delta del Nilo. Capoluogo del governatorato di Daqahlîya.

Mànta Comune in provincia di Cuneo (3.243 ab., CAP 12030, TEL. 0175).

mànta, sf. Pesce (Manta birostris) della famiglia dei Mobulidi e dell'ordine dei Rajiformi. Dotata di due pinne cefaliche molto sviluppate, ha una larghezza di 7 m. Vive nei mari tropicali in coppia o in gruppo. È munita di lobi appuntiti ai lati della testa con cui convoglia nella bocca il plancton di cui si nutre. In genere non è pericolosa per l'uomo.

Mantaro, Río Fiume (700 km) del Perú, affluente del fiume Apurímac.

mantèca, sf. Composizione di sostanze grasse e di profumo, usata per ungere i capelli o altro.

mantecàre, v. tr. Mescolare diverse sostanze per farne manteca.

mantecàto, sm. Tipo di gelato che si gusta in coppa.

Mantegàzza, Cristòforo (Attivo a Pavia 1464-1482) e Antònio (attivo 1472-1495) Scultori. Tra le opere Profeti e Santi del basamento esterno della Certosa di Pavia (1478-1481).

Mantegàzza, Pàolo (Monza 1831-Lerici 1910) Medico e antropologo. Darwiniano, scrisse Filosofia del piacere (1854) e Fisiologia del dolore (1888).

Mantègna, Andrèa (Isola di Carturo 1431-Mantova 1506) Pittore e incisore, tra i maestri dell'arte italiana del XV sec. Figlio adottivo del pittore Francesco Squarcione di Padova, sviluppò un profondo interesse per l'antichità classica. Dopo gli studi a Padova, fu chiamato a Mantova dal marchese Ludovico Gonzaga nel 1460. A Mantova rimase fino alla morte, tranne due brevi viaggi in Toscana (1466 e 1467) e un viaggio a Roma (1488-1490). Ludovico era un uomo colto e generoso; capì il valore del pittore e cercò di creargli un ambiente favorevole, mettendogli a disposizione una casa con una bottega. Le opere principali del Mantegna sono gli affreschi delle Storie dei Santi. Giacomo e Cristoforo (1455-1456, Padova, cappella Ovetari della chiesa degli Eremitani), la Pala di San Zeno (1456-1460, Verona), l'Orazione nell'orto (1455-1460, Londra), la Morte della Vergine (1460-1465, Museo del Prado, Madrid), San Sebastiano (1480 ca., Louvre, Parigi), Il Parnaso (1497, Louvre, Parigi). Le opere ritenute più significative e innovative sono la Camera degli sposi e Il Cristo morto. La Camera degli sposi (1465-1474, Mantova, palazzo Ducale) rappresenta una delle realizzazioni più efficaci della pittura illusionistica. L'osservatore ha l'impressione di trovarsi all'interno di un padiglione luminoso costruito all'aperto, in mezzo alla natura. L'idea influenzò artisti come il Correggio e il Bramante e venne imitata nell'arte barocca e rococò. Nel Cristo morto (1480, Milano, Pinacoteca di Brera) il punto di vista abbassato conferisce la massima drammaticità alla rappresentazione e l'effetto è rafforzato dall'espressione dei visi che appaiono a sinistra. Alle numerose opere pittoriche vanno aggiunte le altrettanto pregevoli incisioni di soggetto prevalentemente religioso, caratterizzate sempre da un grande rigore stilistico e da un'esecuzione impeccabile. L'influenza della scultura classica e quella del suo contemporaneo Donatello è evidente nelle sue rappresentazioni della figura umana, le cui forme si distinguono per solidità ed espressività. La sua opera costituì un riferimento fondamentale per lo sviluppo della pittura rinascimentale.

mantèlla, sf. Mantello da donna o militare, senza maniche.
 sf. cloak.

mantellàta, sf. Opera di difesa delle sponde di un corso d'acqua dall'erosione.

mantellétta, sf. Veste ecclesiastica lunga fino alle ginocchia e priva di maniche. Viene indossata da abati regolari, prelati, cardinali, vescovi e protonotari.

mantellìna, sf. Mantello corto da donna che ricopre parte delle braccia e le spalle.

mantèllo, sm. 1 Indumento senza maniche indossato sopra gli abiti e agganciato al collo. ~ tabarro. 2 Ciò che ricopre. i campi erano coperti da un mantello di neve. 3 Il pelame degli animali. ~ pelliccia. quel cavallo aveva un mantello bianco candido.
 sm. 1 mantle, cloak. 2 (pelame) coat. 3 (di neve) blanket.
 lat. mantellum.

Mantèllo Comune in provincia di Sondrio (670 ab., CAP 23016, TEL. 0342).

mantellóne, sm. Sopravveste talare senza maniche, lunga fino ai piedi e aperta sul davanti, indossata dai prelati della famiglia pontificia.

mantenére, v. v. tr. 1 Conservare, far durare. ~ serbare. <> esaurire. manteneva viva la speranza di un suo ritorno. 2 Fornire il necessario per vivere. ~ sostentare. lo mantenevano ancora i genitori, nonostante non fosse più un ragazzo. 3 Difendere. aveva una dignità da mantenere a tutti i costi.
v. rifl. 1 Alimentarsi, sostenersi. 2 Conservarsi. ~ mantenersi. si manteneva in buona salute nonostante l'età.
 v. tr. 1 to maintain. 2 (provvedere) to support. 3 (conservare) to keep. v. rifl. 1 to earn one's living. 2 (mantenersi calmo) to stay calm. 3 (conservarsi) to keep.
 lat. manu tenere, tenere con la mano.

manteniménto, sm. 1 Il mantenere. 2 Conservazione, manutenzione. ~ difesa. 3 Sostentamento. ~ alimentazione.
 sm. 1 maintenance. 2 (alimenti) alimony.

mantenùto, agg. e sm. agg. 1 Conservato. 2 Sostentato.
sm. Chi vive alle spalle altrui.

màntica, sf. (pl.-che) Arte della divinazione.

màntice, sm. 1 Strumento atto alla produzione di un soffio d'aria, usato per attivare il fuoco o per dare fiato a strumenti musicali. 2 Copertura apribile, di materiale vario, usato per riparare le automobili.
 sm. pl. bellows.
 lat. manticae, pl. di mantica tasca.

manticòra, sf. Animale favoloso che in epoca medievale divenne l'animale simbolico del profeta Geremia. Deriva da un termine del persiano antico che significa "mangiatore di uomini".

màntide, sf. Genere di Insetti mantoidei, di dimensioni mediograndi, particolari per l'atteggiamento assunto in attesa della preda, con le zampe anteriori raccolte in posizione simile alla preghiera. Dopo l'accoppiamento, i maschi sono in genere divorati dalle femmine. In Italia è comune la mantide religiosa (Mantis religiosa), di colore verde e lunga circa 7 cm.

Màntidi Famiglia di Insetti mantoidei a cui appartengono numerose specie che vivono soprattutto nelle regioni calde.

mantìglia, sf. Scialle di merletto portato sul capo dalle donne spagnole.

Mantiqueira, Serra da Dorsale montuosa del Brasile, che si allunga parallelamente alla costa atlantica, negli stati di San Paolo, Minas Gerais e Rio de Janeiro. Vetta più elevata il Pico das Agulhas Negras (2.787 m).

mantìssa, sf. Termine matematico derivante da un termine, forse di origine etrusca, che significa "supplemento".
Mantissa di un numero reale
Il valore assoluto, quindi sempre positivo, della parte decimale di un numero reale.
Mantissa del logaritmo di un numero
La parte decimale del logaritmo, sempre positiva.
Funzione mantissa
Funzione di un numero reale x che torna la mantissa di x.

mànto, sm. 1 Indumento più ampio e più solenne del mantello. ~ cappa. 2 Cosa che copre uniformemente. ~ strato. un manto fiorito ricopriva il campo. 3 Apparenza. bisogna sapere stabilire se il manto della giustizia nasconde anche altri secondi fini.
 sm. 1 cloak. 2 (stradale) road surface.
 mantus, deriv. da mantellum mantello.

Manto Personaggio mitologico, indovina figlia di Tiresia. Con il dio Tevere avrebbe generato Bianore, mitico fondatore di Mantova.

Mantoidèi Ordine di grandi Insetti Pterigoti predatori, mimetici, di forma allungata a cui appartiene la mantide religiosa.

Màntova Città lombarda (54.000 ab., CAP 46100, TEL. 0376) e capoluogo di provincia, sul lato destro del fiume Mincio, in prossimità dell'allargamento del fiume nei tre laghi Superiore, di Mezzo e Inferiore. Le principali risorse sono l'agricoltura e l'allevamento bovino, e le industrie alimentari correlate (burro, formaggi, carni insaccate) oltre a industrie meccaniche, petrolchimiche e dell'abbigliamento. Probabilmente fondata dagli etruschi, nel V sec. a. C. fu abitata dai galli cenomani e divenne colonia romana nel 214 a. C. Nel VII sec. entrò a far parte del dominio longobardo e successivamente del feudo di Canossa, fino alla morte di Matilde (1115). Nel 1126 divenne libero comune, fino al 1272 quando si trasformò in signoria, dopo la vittoria dei Bonacolsi. Nel 1328, la rivolta capeggiata dai Gonzaga scacciò i Bonacolsi e Mantova divenne una delle principali corti rinascimentali. Nel 1707 entrò a far parte dell'impero austriaco, fino al 1866, quando fu annessa all'Italia. I principali monumenti sono: il castello di San Giorgio (XIV sec.), il palazzo Ducale (XIII-XVIII sec., con affreschi di Mantegna), il duomo (1545, ricostruito da Giulio Romano), le chiese di San Sebastiano (1460) e Sant'Andrea (1472), il palazzo della Ragione (XIII sec.), il Broletto (1227) e il palazzo rinascimentale del Tè (XVI sec., su progetto e con decorazioni di Giulio Romano).
Provincia di Mantova
(370.000 ab., 2.339 km2) Territorio quasi interamente pianeggiante, attraversato dai fiumi Po, Mincio e Secchia. Agricoltura (cereali, foraggi, uva e barbabietole) e allevamento (bovini) sono le principali risorse. Possiede insediamenti industriali legati all'attività agricola e industrie chimiche, ceramiche, degli strumenti musicali, della carta e dei mobili.

mantovàna, sf. 1 Tavola posta sotto la grondaia come ornamento. 2 Striscia di tessuto fissa che sormonta le tende. 3 Tipo di torta.

mantovàno, agg. e sm. agg. Relativo a Mantova.
sm. 1 Nativo o abitante di Mantova. 2 Dialetto parlato nella città e nel comune di Mantova.

mantra, sm. invar. Formula sacra del brahmanesimo consistente nella ripetizione di sillabe sacre, la più conosciuta delle quali è aum (om).

Mantra del re di Maggio Opera di poesia di A. Ginsberg (1963-1968).

manu militari, loc. avv. Espressione latina che significa "con l'impiego dell'esercito". Indica l'uso della forza in una determinata situazione.

manuàle, agg. e sm. agg. 1 Fatto con le mani. <> automatico. 2 Relativo all'uso delle mani. aveva grandi abilità manuali alfabeto manuale.
sm. Libro di facile consultazione, contenente nozioni fondamentali di una scienza, di un'arte. ~ guida. mauale di informatica.
 agg. manual. sm. manual, handbook.
 lat. manualis, deriv. da manus,-us mano; come sm. lat. tardo manuale.

Manuale Opera di filosofia di Epitteto (I-II sec.).

Manuale di pedagogia scientifica Opera di pedagogia di M. Montessori (1930).

manualìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Compilatore di manuali.

manualìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a, o da, manuale. ~ schematico.

manualità, sf. 1 Carattere manuale. 2 Abilità nell'usare le mani.

manualizzàre, v. tr. 1 Rendere manovrabile a mano. 2 Riepilogare qualcosa in un manuale.

manualménte, avv. Con la mano, a mano.

manùbrio, sm. 1 Parte di un congegno meccanico che si impugna. 2 Tubo piegato, con due impugnature, che serve a comandare lo sterzo della bicicletta e simili. 3 Attrezzo usato nel sollevamento pesi con una sola mano.
 sm. 1 pl. handlebars. 2 (attrezzo per sollevamento pesi) dumbbell.
 lat. manubrium, deriv. da manus,-us mano.

manucòdia, sf. Genere di Uccelli del paradiso, appartenenti alla famiglia dei Paradiseidi, originari della Nuova Guinea, che presentano un piumaggio nero con riflessi verdi.

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_m.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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