Domande di storia e latino

 

 

 

Domande di storia e latino

 

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Domande di storia e latino

QUESITI PER LA CLASSE 51A

1. A quale secolo possiamo orientativamente far risalire l'introduzione dell'alfabeto a Roma?

  1. VII sec. a.C.
  2. V sec. a.C.
  3. VIII sec. a.C.    
  4. I sec. a. C.
  5. IV sec. a. C.

2. La quantità della penultima sillaba in ogni parola latina determina:

  1. la cesura del verso
  2. l'accento della frase
  3. l'accento della parola    
  4. la lunghezza della vocale
  5. l'apofonia latina

3. La metrica latina è fondata su:

  1. la posizione degli accenti in ciascun verso
  2. la quantità delle vocali contenute in ciascun verso
  3. la quantità delle sillabe contenute in ciascun verso    
  4. la rima alla fine di ciascun verso
  5. numero e accenti delle sillabe contenute in ciascun verso

4. I principali poeti epici latini sono (didascalici compresi):

  1. Tito Livio, Nevio, Ennio, Virgilio, Ovidio, Lucano, Valerio Massimo, Stazio, Silio Italico, Massimiano
  2. Tito Livio Andronico, Nevio, Ennio, Lucrezio, Virgilio, Ovidio, Lucano, Orazio Flacco, Cecilio Stazio, Silio Italico, Commodiano
  3. Livio Andronico, Nevio, Ennio, Catullo, Lucrezio, Furio Alpino, Virgilio, Ovidio, Lucano, Valerio Massimo, Cecilio Stazio, Silio Punico, Claudio Claudiano
  4. Livio Andronico, Nevio, Ennio, Lucrezio, Virgilio, Ovidio, Manilio, Lucano, Valerio Flacco, Stazio, Silio Italico, Claudiano    
  5. Livio, Nevio, Ennio, Lucrezio, Virgilio, Manilio, Ovidio, Orazio, Lucano, Valerio Flacco, Cecilio Stazio, Silio Italico, Claudiano

5. Per "edizione critica" di un testo latino s'intende:

  1. Un'edizione in cui il testo sia costituito alla luce dell'esame scientifico più esauriente possibile dei testimoni manoscritti e, dove il caso, dei più antichi fra quelli a stampa, distinguendo le fonti più attendibili dalle altre, stilandone se possibile uno stemma nel quadro di una breve prefazione che renda ragione del lavoro svolto, e disponendo a pié pagina un apparato in cui figurino varianti, congetture ed eventuali altre brevi indicazioni ritenute rilevanti sul piano testuale. La presenza di un più ampio saggio introduttivo, di un apparato di loci similes, di una traduzione e di note di commento è solo facoltativa.
  2. La sua edizione con introduzione, traduzione e note esplicative (anche ridotte all'essenziale), purché la collana in cui compare sia autorevole e offra pertanto di per sé sufficienti garanzie scientifiche.
  3. Perché un'edizione sia autenticamente "critica" si può prescindere da marginali elementi eruditi quali l'indicazione di varianti e congetture o lo stemma dei testimoni. Gli elementi caratterizzanti sono l'inquadramento critico introduttivo e una traduzione 'a fronte' che ponga immediatamente in evidenza l'opzione criticamente scelta laddove il testo offra più alternative esegetiche.
  4. La sua edizione con con accompagnamento di note esplicative, non limitate ai brevi cenni essenziali, ma estese alla considerazione di questioni esegetiche, grammaticali e di valutazione critica delle proprietà e qualità letterarie del testo.
  5. Un'edizione in cui il testo sia costituito alla luce dell'esame scientifico più esauriente possibile dei testimoni manoscritti e, dove il caso, dei più antichi fra quelli a stampa, distinguendo le fonti più attendibili dalle altre, stilandone se possibile uno stemma nel quadro di una breve prefazione che renda ragione del lavoro svolto, e disponendo a pié pagina un apparato in cui figurino varianti, congetture ed eventuali altre brevi indicazioni ritenute rilevanti sul piano testuale. La presenza di un più ampio saggio introduttivo, dell'apparato di loci similes, di una traduzione e di note di commento è imprescindibile: non si può definire "critica" l'edizione che ne sia sprovvista.

 

 

 

6. Indicare la formulazione esatta:

  1. In latino le sillabe possono essere aperte se terminano per vocale, chiuse se terminano per consonante, semichiuse se contengono sonus medius. Tutte le sillabe sono lunghe, tranne quelle aperte terminanti in vocale breve.
  2. In latino le sillabe possono essere aperte se terminano per vocale, chiuse se terminano per consonante. Tutte le sillabe sono lunghe, tranne quelle aperte terminanti in vocale breve.
  3. In latino le sillabe possono essere aperte se terminano per vocale, chiuse se terminano per consonante. Tutte le sillabe sono brevi, tranne quelle aperte terminanti in vocale lunga e quelle che inizino per due consonanti.
  4. In latino le sillabe possono essere aperte se terminano per vocale, chiuse se terminano per consonante, semichiuse se terminano per semivocale o semiconsonante. Tutte le sillabe sono brevi, tranne quelle aperte terminanti in vocale lunga.
  5. In latino le sillabe possono essere aperte se terminano per vocale, chiuse se terminano per consonante. Tutte le sillabe sono lunghe, tranne quelle aperte terminanti in vocale breve, semivocale o sandhi.

7. L'elemento indifferens che si trova alla fine dell'esametro latino è realizzato da

  1. una sillaba necessariamente breve
  2. una sillaba necessariamente lunga
  3. una sillaba breve oppure lunga   
  4. una sillaba necessariamente aperta
  5. una sillaba semichiusa

8. Si definisce ipermetro un esametro che

  1. è seguito da un pentametro
  2. non presenta alcuna cesura
  3. presenta un metron in meno rispetto allo schema di base
  4. presenta due cesure al posto di una
  5. presenta una sillaba in più  rispetto allo schema di base

9. Esiste un differenza tra 'apofonia indoeuropea' e 'apofonia latina'?

  1. Sì: l'apofonia indoeuropea riguarda l'alternanza vocalica a livello delle radici del verbo greco, mentre l'apofonia latina riguarda l'alternanza vocalica a livello delle radici del nome  latino.
  2. No: si tratta di due diverse denominazioni di uno stesso fenomeno fonetico per il quale si ha alternanza vocalica in parole appartenenti alla medesima radice.
  3. Sì: l'apofonia indoeuropea è un fenomeno che riguarda l'alternanza vocalica in seno alle radici, che si riscontra in molte delle cosiddette lingue indoeuropee, mentre l'apofonia latina è un fenomeno che riguarda esclusivamente le vocali brevi, in parole della lingua latina.                                                                            
  4. Sì: l'apofonia indoeuropea, particolarmente attiva nelle parole di origine greca, riguarda l'alternanza vocalica nell'ambito della radice, mentre l'apofonia latina riguarda l'alternanza vocalica nell'ambito delle desinenze delle varie declinazioni latine.
  5. No: la denominazione 'apofonia indoeuropea', accolta nella prassi scientifica e scolastica a partire dagli Anni Venti del secolo scorso, è stata ormai quasi del tutto sostituita con quella di 'apofonia latina', più precisa per indicare un fenomeno di trasformazione di vocali brevi in parole appartenenti alla lingua latina.

10. Cosa si intende per Carmen saeculare?

  1. Un carme in onore di Apollo e Diana composto da Orazio in occasione dei ludi  saeculares  del 17 a.C. 
  2. Il carme cantato dai membri dei due collegi sacerdotali la cui origine risaliva - secondo la leggenda - ai saecula di Numa Pompilio.
  3. Un modo di designare la IV Ecloga delle Bucoliche virgiliane, in relazione al suo contenuto inerente al tema della palingenesi universale (Magnus ab integro saeclorum nascitur ordo).
  4. un'opera perduta di Ovidio, risalente al periodo dell'esilio del poeta a Tomi (inizio I secolo d.C.).
  5. l'episodio centrale del carme 64 di Catullo, nel quale vengono descritte le nozze di Peleo e Teti.
  1. Hanno scritto epigrammi i seguenti poeti latini:
  2. Ennio, Lutazio Catulo, Catullo, Domiziano, Marziale, Draconzio.
  3. Lutazio Catulo, Catullo, Domizio Marso, Marziale, Lussorio.
  4. Lucilio, Catullo, Domizio Marso, Marziale, Paolo Silenziario.
  5. Meleagro, Catullo, Domizio Marso, Marziale, Giovenale, Lussorio.
  6. Lutazio Catulo, Catullo, Grattio, Plinio il Giovane, Marziale, Lussorio.

 

 

12. La metrica delle Odi di Orazio deriva

  1. dalla tradizione omerica
  2. dalla tradizione del carmen romano
  3. dalla tradizione della lirica greca classica   
  4. dalla tradizione della commedia plautina
  5. da un'invenzione originale di Orazio

13. Per “aspetto” di un verbo latino si intende

  1. Il modo in cui si presenta l’azione in rapporto alla durata.  
  2. La distinzione fra forma attiva, passiva o deponente di un verbo, in sé e per sé considerato
  3. L’insieme delle forme che tradizionalmente costituiscono il paradigma verbale.
  4. L'assetto in cui si presenta un verbo 'regolare' o 'irregolare in quell'insieme delle forme che dà luogo al cosiddetto  'paradigma'.
  5. La qualità attiva, passiva o deponente di una determinata forma in un determinato contesto.

14. La forma aderat  è la terza persona singolare del

  1. piuccheperfetto indicativo del verbo adeo.
  2. imperfetto indicativo di adsum.                                                   
  3. imperfetto indicativo di adeo.
  4. La forma sincopata del piuccheperfetto indicativo di adsum.
  5. L'indicativo presente di adero.

15. Indicare l’affermazione giusta: Nella parola monebamus

  1. Mon- è radice                                                    
  2. Mone- è radice
  3. -Eba- è suffisso
  4. -Amus è desinenza
  5. -Ebamus è desinenza
  6. Sono commedie plautine le seguenti:
  7. Aulularia, Asinaria, Cistellaria, Curculio, Epidicus, Miles gloriosus, Poenulus, Triphallus, Viduaria.
  8. Aulularia, Asinaria, Cispellaria, Curculio, Eunucus, Miles gloriosus, Poenulus, Querolus, Vidularia.
  9. Aulularia, Asinaria, Cistellaria, Curculio, Epidicus, Miles gloriosus, Poenulus, Trinummus, Vidularia.
  10. Aulularia, Asinaria, Cistellaria, Curculio, Epidicus, Miles gloriosus, Poenulus, Triphallus, Verberaria.
  11. Aulularia, Asinaria, Cistellaria, Curculio, Epicharmus, Miles gloriosus, Poenulus, Trinummus, Viduaria.

17. La parte finale (-aria) del termine Aulularia è:

  1. Riconducibile etimologicamente ad aurum..
  2.  Il suffisso di un aggettivo femminile singolare.             
  3. Il suffisso di un aggettivo neutro plurale.
  4. Riconducibile a un nome greco che significa “pentola”.
  5. Il suffisso femminile di un diminutivo.

18. Apuleio è vissuto:

  1. nel secondo secolo d.C.                                    
  2. nel terzo secolo d. C:
  3. nel quarto secolo d. C.
  4. nel primo secolo d. C.
  5. tra  il terzo e il quarto secolo d. C.

19. Poterunt  è la terza persona plurale  del

  1. perfetto indicativo di possum.
  2. futuro primo indicativo di possum
  3. congiuntivo perfetto di possum.
  4. futuro secondo di possum.
  5. sia del perfetto congiuntivo che del futuro secondo di possum.

 

 

20. Il poliptoto è

  1. La ripetizione di uno stesso termine con desinenze diverse.    
  2. L’accostamento di due parole che terminano allo stesso modo.
  3. La ripetizione di una parola all’inizio di cola successivi.
  4. L’inversione dell’ordine di due o più parole.
  5. La pluralità di significati di uno stesso termine all’interno dello stesso contesto.

21. I Fasti di Ovidio sono scritti in:

distici elegiaci                                                   

  1. esametri
  2.  trimetri giambici
  3.  faleci
  4.  strofe saffica

22. In quale libro dell’Eneide compare il verso infandum, regina, iubes renovare dolorem?

Secondo  

Quarto

Sesto

Primo

Terzo

23. Differenza tra virum e virium:

  1. La prima è forma contratta del genitivo plurale di 'vir', la seconda è accusativo singolare di 'vis'.
  2. La prima è accusativo singolare di 'vir', la seconda genitivo purale di 'vis'.
  3. La prima è accusativo singolare di 'vir', la seconda  genitivo purale di 'virus'.
  4. La prima è accusativo singolare di 'vir', la seconda forma non è attestata.
  5. La prima è accusativo singolare di 'virus', la seconda è genitivo purale di 'vis'.

24. Cosa si intende per 'sineresi'?

  1. La sostituzione di un nome proprio con una perifrasi o con un nome comune.
  2. Una figura di parola che consiste nel distacco di due parole, strettamente legate dal punto di vista sintattico, mediante altri elementi del discorso.
  3. La ripetizione immediata della stessa parola o dello stesso gruppo di parole, con evidente effetto di sottolineatura enfatica.
  4. La figura semantica che consiste nell'associazione di due termini che si riferiscono a sfere sensoriali diverse.
  5. Il fenomeno prosodico per cui, nel verso, si pronunciano come facenti parte di un'unica sillaba due o più vocali appartenenti alla stessa parola ma a due sillabe diverse. 

                  
 25. Che forma verbale è fulsere?

  1. Terza persona plurale del perfetto indicativo di fulgeo                              
  2. Terza persona plurale contratta del perfetto indicativo di fulgeo
  3. Infinito presente di fulso
  4. Infinito presente di fulseo
  5. Seconda persona singolare del presente indicativo di fulgeo

26. In che metro è scritto il carme 51 di Catullo (Ille mi par esse deo videtur …)?

  1. Strofe saffica                                       
  2. Distici elegiaci
  3. Faleci
  4. Esametri
  5. Trimetri scazonti

27. Lo scazonte è

  1. un verso giambico le cui cesure realizzano un ritmo zoppicante.
  2. un verso trocaico tutto formato da sillabe brevi.
  3. un verso giambico in cui il penultimo elemento è necessariamente lungo.
  4. un verso giambico in cui il penultimo elemento è necessariamente breve.
  5. un esametro senza cesura.

 

28. Il Bellum Poenicum è un’opera di:

Nevio       

  1. Lucano
  2. Plauto

Ennio

  1. Sallustio

 29. Il De raptu Proserpinae è un’opera di:

Claudiano       

Ausonio

Apuleio e Ovidio (è così chiamato un componimento dei Fasti)

Paolino da Nola

Commodiano

 30. Il De doctrina Christiana è un’opera di:

Agostino          

Tertulliano

Minucio Felice

Girolamo

Damaso

31. Nelle Confessiones, con la seconda persona Agostino si rivolge a:

se stesso

Dio              

la propria anima

il figlio Adeodato

San Paolo

32. I libri delle Metamorfosi di Ovidio e di Apuleio sono rispettivamente:

quindici e undici    

quindici e dodici     

dodici e quindici   

dodici e dodici

quindici e sette

 

33. Orsus è participio perfetto di

Ordior        

Orior

Ortor

Hortor

Orto

34. Il conflitto tra Roma e Cartagine è assente solo da una di queste opere:

  1. Gli Annales di Ennio
  2. I Captivi di Plauto      
  3. Le  Origines di Catone
  4. Le Storie di Livio
  5. L’Eneide di Virgilio

35. Porta il nome di "Falecio"

  1. un eroe greco cantato da Orazio
  2. un vino molto apprezzato a Roma
  3. un verso usato da Catullo e Marziale   
  4. un personaggio delle Bucoliche di Virgilio
  5. un verso usato da Plauto,  Catullo e Orazio

 

 

 

 

36. Sono opere filosofiche di Cicerone:

  1. Paradoxa Stoicorum, Consolatio, Hortensius, Academica priora e posteriora, De finibus bonorum et malorum, Tusculanae disputationes, De natura deorum, De divinatione, Brutus, Cato, Laelius, Topica, De officiis  nonché De republica e De legibus.
  2. Paradoxa Stoicorum, Consolatio, Hortensius, Academica priora e posteriora, De finibus bonorum et malorum, Tusculanae disputationes, De natura deorum, De divinatione, De fato, Cato, Laelius, De officiis  nonché De republica e De legibus.
  3. Paradoxa Stoicorum, Hortensius, Academica priora e posteriora, De finibus bonorum et malorum, Tusculanae disputationes, De natura deorum, De divinatione, De fato, Brutus, Cato, Laelius, De officiis  nonché De republica e De legibus.
  4. Paradoxa Stoicorum, Consolatio, Hortensius, Academica priora e posteriora, De finibus bonorum et malorum, Tusculanae disputationes, De natura deorum, Ad Quintum fratrem, De divinatione, De fato, Cato, Laelius, Topica, De officiis  nonché De republica e De legibus.
  5. Paradoxa Stoicorum, Consolatio, Hortensius, Academica priora e posteriora, De finibus bonorum et malorum, Tusculanae disputationes, De natura deorum, De divinatione, De fato, Marius, Cato, Laelius, Topica, De officiis  nonché De republica e De legibus.

37. Quale di questi autori latini non avrebbe potuto, per motivi cronologici, conoscere Giulio Cesare?

Sallustio

  1. Cicerone
  2. Lucrezio
  3. Ovidio
  4. Catullo

38. Appartengono alla letteratura latina cristiana le seguenti opere:

  1. Octavius di Minucio Felice, De spectaculis di Tertulliano, le Epistulae di Agostino e di Girolamo, la Vita Martini di Sulpicio Severo e poi di Paolino di Petricordia e Venanzio Fortunato, le Instructiones di Commodiano, l’Exameron di Origene, la Lettera ai giovani di Basilio, l’Ambrosiaster, i Carmina di Paolino da Nola, il Peristephanon di Prudenzio.
  2. l’ Octavius di Minucio Felice, il De pallio di Tertulliano, le Epistulae di Agostino e di Girolamo, la Vita Antonii di Atanasio, la Vita Martini di Sulpicio Severo e poi di Paolino di Petricordia e Venanzio Fortunato, il Chronicon di Eusebio, le Instructiones di Commodiano, l’Exameron di Ambrogio, l’Ambrosiaster, i Carmina di Gregorio di Nazianzo e di Paolino da Nola, il Peristephanon di Prudenzio.
  3. Octavius di Minucio Felice, De pallio di Tertulliano, le Epistulae di Agostino e di Girolamo, la Vita Martini di Sulpicio Severo e poi di Paolino di Petricordia e Venanzio Fortunato, le Instructiones di Commodiano, l’Exameron di Ambrogio, l’Ambrosiaster, i Carmina di Paolino da Nola, il Peristephanon di Prudenzio.
  4. Octavius di Minucio Felice, De spectaculis di Tertulliano, le Epistulae di Agostino e di Girolamo, la Vita Martini di Sulpicio Severo e poi di Paolino di Petricordia e Venanzio Fortunato, la Vita di Mosè di Gregorio di Nissa, le Instructiones di Commodiano, l’Exameron di Ambrogio, l’Ambrosiaster, i Carmina di Paolino da Nola, il Peristephanon di Prudenzio.
  5. l’Adversus haereses di Ireneo di Lione, l’Octavius di Minucio Felice, il De spectaculis di Tertulliano, le Epistulae di Agostino, di Girolamo e di Paolino da Nola, la Vita Martini di Sulpicio Severo e poi di  Venanzio Fortunato, il Carmen apologeticum di Commodiano, l’Exameron di Ambrogio, l’Ambrosiaster,  le Epistulae di Gregorio di Nazianzo.

39. Completare con il pronome indefinito adatto la seguente espressione di Fedro: '.......... turpi fraude semel innotuit, etiam si verum dicit, amittit fidem'

  1. Quidam
  2. Quisquam
  3. Quis
  4. Aliquis
  5. Quicumque        
  1. Poeti latini che hanno scritto in distici elegiaci:
  2. Lucilio, Catullo, Cornelio Gallo, Tibullo, Sulpicia, Ligdamo, Properzio, Ovidio, Marziale, Rutilio Namaziano, Lussorio, Orienzio, Massimiano.
  3. Lucrezio, Catullo, Cornelio Gallo, Tibullo, Sulpicio, Ligdamo, Properzio, Ovidio, Marziale, Rutilio Namaziano, Lussorio, Ortensio, Massimiano.
  4. Catullo, Cornelio Gallo, Tibullo, Sulpicia, Cerinto, Properzio, Ovidio, Orazio, Marziale, Rutilio Namaziano, Rufio Volusiano.
  5. Lucilio, Catullo, Cornelio Gallo, Virgilio, Tibullo, Sulpicia, Ligdamo, Properzio, Ovidio, Orazio, Marziale, Rutilio Namaziano, Nemesiano,  Rufio Volusiano.
  6. Catullo, Cornelio Gallo, Tibullo, Sulpicia, Ligdamo, Properzio, Orazio, Ovidio, Marziale, Rutilio Namaziano, Lussorio, Massimiano.
  7. Scegliere la formulazione esatta:
  8. Le commedie di Terenzio sono sei, come i libri di Lucrezio e le satire di Persio, mentre di Giovenale ne abbiamo dodici (in cinque libri); sono dodici i libri dell’ Eneide di Virgilio e della Tebaide di Stazio, come le biografie del De vita Caesarum di Svetonio (che pure sono contenute in dieci libri) e i libri degli Epigrammi di Marziale (compresi i cosiddetti Liber de spectaculis, Xenia, Apophoreta); quattro quelli delle Georgiche di Virgilio e quelli delle Odi di Orazio; due quelli delle Satire e uno (più, a parte, l’Ars poetica) le Epistole diOrazio; tredici quelli delle Confessiones di Agostino.
  9. Le commedie di Terenzio sono sei, come i libri di Lucrezio e le satire di Persio, mentre di Giovenale ne abbiamo sedici (in cinque libri); sono dodici i libri dell’ Eneide di Virgilio e della Tebaide di Stazio, come le biografie del De vita Caesarum di Svetonio (che pure sono contenute in otto libri) e i libri degli Epigrammi di Marziale (a parte sono i suoi Liber de spectaculis, Xenia, Apophoreta); quattro quelli delle Georgiche di Virgilio e quelli delle Odi di Orazio; due quelli delle Satire  e delle Epistole diOrazio; tredici quelli delle Confessiones di Agostino.
  10. Le commedie di Terenzio sono sei, come i libri di Lucrezio e le satire di Persio e di Giovenale; sono dodici i libri dell’ Eneide di Virgilio e della Tebaide di Stazio, come le Confessiones di Agostino, le biografie del De vita Caesarum di Svetonio (che pure sono contenute in otto libri) e i libri degli Epigrammi di Marziale (compresi i cosiddetti Liber de spectaculis, Xenia, Apophoreta); quattro quelli delle Georgiche di Virgilio; tre quelli delle Odi di Orazio; due quelli delle Satire; uno le Epistole diOrazio (un secondo libro è considerata l’indipendente Ars Poetica).
  11. Le commedie di Terenzio sono sei, come i libri di Lucrezio e i libri delle satire di Persio, mentre di Giovenale ne abbiamo sedici libri; sono dodici i libri dell’ Eneide di Virgilio e della Tebaide di Stazio, come le biografie del De vita Caesarum di Svetonio (che pure sono contenute in otto libri) e i libri degli Epigrammi di Marziale (a parte sono i suoi Liber de spectaculis, Xenia, Apophoreta); quattro quelli delle Georgiche di Virgilio e tre quelli delle Odi di Orazio; due quelli delle Satire  e delle Epistole diOrazio; dodici quelli delle Confessiones di Agostino.
  12. Le commedie di Terenzio sono sei, come i libri di Lucrezio e i libri delle satire di Persio, e di Giovenale; sono dodici i libri dell’ Eneide di Virgilio, della Tebaide di Stazio, come le biografie del De vita Caesarum di Svetonio (che pure sono contenute in otto libri); dodici libri anche gli Epigrammi di Marziale (compresi Liber de spectaculis, Xenia, Apophoreta); quattro quelli delle Georgiche di Virgilio e tre quelli delle Odi di Orazio; due quelli delle Satire  e delle Epistole diOrazio; tredici quelli delle Confessiones di Agostino.

 

42. Quale di questi autori latini non avrebbe mai potuto, per motivi cronologici, conoscere Nerone nella sua carica di princeps?

  1. Persio
  2. Fedro     
  3. Marziale
  4. Lucano
  5. Plinio il Giovane

43. Con il nome di “adonio” si indica un colon  (o anche “verso”) che

  1. conclude la strofe saffica     
  2. conclude la strofe alcaica
  3. forma la seconda parte del pentametro
  4. inizia la strofe alcaica
  5. corrisponde ai primi due metri dell'esametro

44. Quale dei seguenti autori cristiani ci ha lasciato anche versi?

  1. Minucio Felice
  2. Ambrogio
  3. Arnobio
  4. Tertulliano
  5. Firmico Materno

45. Inserire  al posto dei puntini il pronome relativo adatto:
Proximo anno consul erit P. Lentulus, ........ aedilis curulis illis ipsis reipublicae periculosissimis temporibus ........Cicero consul fuit, omnium eius consiliorum particeps fuit

  1. qui.... Quae
  2. quibus.... quae
  3. qui..... quibus       
  4. quo..... quo
  5. cuius......quibus

 

46. Individuare, tra le seguenti affermazioni  riguardanti il  complemento predicativo, quella  non corretta:

  1. Si definisce 'complemento predicativo' un nome o un aggettivo che abbia funzione predicativa, cioè che serva a specificare un termine della frase in stretta relazione con il predicato.
  2. Il complemento predicativo non è sempre necessariamente espresso nello stesso caso del termine che va a completare     
  3. Gli avverbi italiani possono rivelarsi molto utili per tradurre gli aggettivi che il latino usa in funzione predicativa
  4. Il complemento predicativo dell'oggetto è molto frequente con verbi appellativi ed elettivi di forma attiva
  5. Nell'espressione Haec una salutis est via, quam difficilem infestamque cives tibi magis quam hostes facient (Livio), l'aggettivo difficilem ha valore di predicativo dell'oggetto.

47. Il pentametro latino è diviso in due emistichi da

  1. una cesura maschile
  2. una cesura femminile
  3. una dieresi    
  4. una sincope
  5. una anaptissi

48. Quante sono le satire di Orazio?

diciotto     

  1. sei
  2. tredici
  3. due
  4. dodici

49. Il De magia di Apuleio è:

un’orazione              

un romanzo

un dialogo filosofico

un epistolario

una fabula milesia

50. Individuare, tra le seguenti affermazioni riguardanti la cosiddetta oratio obliqua, quella non corretta:

  1. Si definisce oratio obliqua ogni affermazione di cui chi parla (o scrive) non si assume responsabilità diretta, ma preferisce farla risultare come  frutto del pensiero di colui o di coloro di cui sta narrando o scrivendo.
  2. Perché si parli di oratio obliqua è necessaria la presenza, nella proposizione reggente, di un verbo che significhi 'dire, raccontare'  oppure 'pensare, credere'.
  3. A cambiare radicalmente forma nel passaggio dal discorso diretto a quello indiretto sono soprattutto le proposizioni principali, mentre per quanto riguarda le subordinate il legame che le unisce alla loro reggente  sostanzialmente non muta.
  4. Nell'oratio obliqua le proposizioni subordinate  al congiuntivo (interrogative indirette, finali, consecutive, ecc.) mantengono il congiuntivo, come in questo esempio: Respondit: mirum sibi videri quid in sua Gallia Caesari negotii esset.
  5. Le subordinate all'indicativo (temporali, causali, relative ecc.) presentano nell'oratio obliqua un cambiamento del modo del verbo (si parla in proposito di 'congiuntivo obliquo') dovuto al fatto che l'azione entra in una dimensione di soggettività, come in questo esempio: Obsides quos haberet redderet.

 

Fonte: http://members.xoom.virgilio.it/studsilsismi/quiz/classe51a.doc

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