Marx riassunto filosofia

 

 

 

Marx riassunto filosofia

 

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Marx riassunto filosofia

 

Vita e opere

Marx nasce a Treviri  nel 1818 da una famiglia di origine ebraica, suo padre era avvocato, liberale. Studia a Bonn ed a Berlino frequenta le lezioni dei discepoli di Hegel. Si laurea con una tesi : Differenza tra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro.

Partecipa al dibattito all’interno della sinistra hegeliana, rinuncia proprio in seguito alla repressione che il governo prussiano fa a proseguire la carriera accademica e rinuncia a conseguire la libera docenza. Ritornato in Renania diventa giornalista della Gazzetta renana. Le posizioni politiche di Marx - in questa fase -sono quelle democratico- liberale. Inizia ad occuparsi di problemi sociali ed a poco a poco attua  il passaggio al comunismo.

Nel 1843 scrive Per la critica alla filosofia hegeliana del diritto. In seguito all’atteggiamento repressivo delle autorità prussiane si rifugia a Parigi ,dove  insieme ad Arnold Ruge pensa alla pubblicazione di una rivista ,di cui escono solo i primi 2 numeri: gli Annali franco-tedeschi. In questa occasione conosce Engels.

Engels ( nato a Barmen nel 1820 e morto nel 1895, viene da una famigli a di industriali tessili; il padre lo aveva spedito in Inghilterra per seguire una azienda di cui era socio , il giovane Engels  viene a contatto con gli effetti dell'industrializzazione e fa la sua scelta politica a favore della classe operaria ; scrive Le condizioni della classe operaia in Inghilterra )condivide le idee di Marx e collaborano entrambi ad un progetto comune. Engels sarà l’erede di Marx e può vedere lo sviluppo dei partiti della I° Internazionale. Nel 1843 Marx a Parigi incontra il poeta Heine, Prudhon, Blanc, Bakunin. Sulla spinta di stimoli suggeriti da Engels studia economia politica E a questo periodo risalgono i Manoscritti economico- filosofici.( 1844), pubblicati postumi nel Novecento , insieme alle altre opere giovanili di Marx . Fu espulso da Parigi su pressione del governo prussiano.

Nel 45 risiede a Bruxelles ; gli anni 1845-46 sono  il periodo più fertile della produzione di Marx. Nel 1845 scrive con Engels La sacra famiglia, e nel 1846 L'ideologia tedesca   e le Tesi su Feuerbach con cui fa i conti con la sinistra hegeliana . Nel 1847 scrive Miseria della filosofia contro Prudhon  . Sempre  nel ’47 su indicazione del congresso della Lega dei comunisti, piccola associazione di rivoluzionari tedeschi i,Marx ed Engels scrivono insieme il Manifesto del partito comunista, pubblicato poco   prima dello scoppio del moto rivoluzionario del 1848.  Durante la rivoluzione Marx ed Engels si trasferiscono in Germania, dove partecipano al movimento rivoluzionario. Esauritosi il ’48 con un sconfitta, Marx attraversa un periodo di riflessione, in questo periodo getta le basi del Capitale. Compie vari studi nelle biblioteche londinesi.

Ne ’59 esce Per la critica dell’economia politica. Nel 1864 viene finito il primo libro de Il Capitalee il 26 Novembre dello stesso anno partecipa alla fondazione della 1°’internazionale per cui scrive un saggio: salario , prezzi , profitto. Novembre 67 esce il primo libro del capitale. Il capitale doveva essere un’opera vastissima che Marx non completò. Il terzo volume fu pubblicato postumo da Engels.

La comune vide Marx molto partecipe, sostenitore dei comunardi . Nel 1871 scrisse La guerra civile in Francia . Nel 1872 - dopo un aspro contrasto con Bakunin - decretò di fatto la fine dell'esperienza della I° Internazionale  e si ritirò dalla politica attiva .

 

Muore nel 1883 e viene sepolto a Londra .

Critica della società borghese

Nel ’43 Marx aderisce al comunismo. Alla base di questa adesione vi è sicuramente una critica della civiltà moderna, dello stato liberale, alcuni accenni a questa critica li possiamo trovare in uno scritto per gli Annali franco-tedeschi.

Qual è la critica che Marx sviluppa nei confronti del mondo moderno ? Il mondo moderno è caratterizzato da una scissione, che si manifesta soprattutto fra stato e società civile. Il termine di paragone è la polis greca nella quale l’individuo si trovava in una unità sostanziale con la comunità e non provava quindi una scissione nel rapporto tra l’io pubblico e l’io privato, cioè sentiva se stesso come parte della comunità . Nel mondo moderno l’uomo vive due vite, come borghese e cittadino. In terra è il borghese , in cielo ( cioè nello stato è il cittadino). Lo Stato non persegue l’interesse comune, non è lo Stato ad imbrigliare la società civile, ma è lo Stato che è lo strumento degli interessi più forti nella società civile.Lo Stato è uno stato di classe. La pretesa liberale di presentare lo stato come neutro -sotto l’aspetto dell’uguaglianza formale - in realtà è ingannatoria . Il cittadino in qualche modo sperimenta nella società borghese una alienazione simile a quella che si sperimenta nella religione.Vi è una falsa universalità dello Stato, che si manifesta nell’uguaglianza formale. Essa nasce dalla società moderna che si basa sull’atomismo sociale, incentrato sulla proprietà privata e sull’interesse individuale. E’ una libertà negativa quella dell’individuo privato che si esprime nella proprietà, di una società strutturalmente asociale. La critica è allo stato borghese ed è un rifiuto delle due principali conquiste dello stato borghese :

Il principio di rappresentanza, che -per Marx -presuppone la scissione tra individuo e stato

Le libertà individuali, che sono frutto dell’atomismo borghese, dell’uomo asociale

Marx propone un modello di società alternativa, una democrazia sostanziale totale in cui vi è una perfetta compenetrazione tra individuo e società così come era nella polis greca. Come è possibile questa democrazia totale ? E’ possibile eliminando la disuguaglianza, cioè eliminando al proprietà.

M. è ancora convinto che una società radicalmente democratica si possa realizzare con il suffragio universale. Ma di lì a poco M. finirà per identificare il soggetto della rivoluzione nel proletariato, che è la classe senza proprietà, antitesi della classe borghese, pertanto è spinta ad abbattere questo stato borghese.

 

L’alienazione

Nel ’44 nei Manoscritti economico– filosofici introduce nella sua analisi il concetto di alienazione. M. ha capito che lo stato borghese è uno stato falsamente universale e che maschera dietro alla sua apparente universalità il dominio di classe , è spinto - pertanto -ad approfondire l’analisi della società borghese e trova sulla scia dell’indicazione di Engels utile lo studio dell’economia politica.

 

Marx ritiene che l’economia politica sia l’espressione teorica della società capitalistica, cioè, una valida anatomia di questa società. L’economia politica è nello stesso tempo una mistificazione perché fornisce una falsa immagine del mondo borghese. L’economia politica non usa la dialettica e non è quindi capace di pensare in termini storico -processuali e tende a presentare l’analisi economica che effettua come permanente, eternizzata nel sistema capitalistico, che appare come l’unico modo razionale di produrre ricchezza. L’economia politica non può scorgere le contraddizioni che vi sono nella società borghese; la conflittualità tra lavoro e capitale che si manifesta nell’alienazione.

Il termine alienazione è stato trovato già nello studio del pensiero Hegel à movimento dello spirito che si fa altro da sé, per diventare natura, per potersi riscoprire arricchito. L’alienazione ha un significato strutturale, ineliminabile: positivo perché lo spirito comunque si ritrova arricchito alla fine del processo, negativo perché decade nella natura, che non ha una struttura dialettica ed è inferiore allo Spirito . In Feuerbach - invece- l'alienazione ha solo un significato negativo:essa esprime la situazione in cui si trova l'uomo religioso, che si sottomette ad una potenza estranea ( Dio), che egli stesso ha posto estraneandosi in tale realtà.

Marx riprende la concezione di Feuerbach dell'alienazione accentuando la struttura formale del meccanismo dell'alienazione , inteso come condizione patologica , come scissione-estraneazione. M mentre per Feuerbach l'alienazione è un fatto coscienziale, per Marx è una condizione reale di natura socio-ecomonica, che si identifica con la condizione del lavoro salariato nell'economia capitalistica.

Marx - nei:Manoscritti economico-filosofici del 1844  - descrive l'alienazione dell'operaio secondo 4 aspetti fondamentali

a. il lavoratore è alienato rispetto al suo oggetto, perchè col suo lavoro produce un oggetto (= il capitale )che non gli appartiene e diventa - anzi - potenza dominatrice nei suoi confronti .

b.il lavoratore è alienato rispetto alla sua stessa attività, che prende la forma del lavoro forzato e costrittivo perchè è diventato strumento di fini estranei =>l'uomo si sente bestia quando dovrebbe sentirsi uomo .

c.il lavoratore è alienato rispetto alla sua essenza=genere: prerogativa dell'uomo rispetto all'animale è il lavoro libero e creativo,mentre nel capitalismo il lavoro dell'uomo è forzato , ripetitivo, unilaterale => operaio appendice della macchina.

d.il lavoratore è alienato rispetto al prossimo , perchè l'altro è soprattutto il capitalista che lo tratta  come uno strumento e con cui entra in un rapporto conflittuale.

La causa del meccanismo dell'alienazione (l'uomo ridotto a strumento ) è la proprietà privata dei mezzi di produzione, attraverso cui il capitalista utilizza il lavoro dei salariati per accrescere la propria ricchezza .

L'alienazione economica (lavoro salariato )è per Marx la base di ogni altra alienazione (politica , religiosa ). L'uscita dall'alienazione( disalienazione )si può realizzare attraverso il superamento del regime della proprietà privata e l'avvento del socialismo .

Il materialismo storico

 

Marx ed Engels dedicarono alla critica della filosofia dei giovani hegeliani : la  Sacra Famiglia

Nelle  Tesi su Feuerbach di Marx e nell’Ideologia tedesca i due fanno i conti anche con la filosofia di Feuerbach.

Feuerbach aveva smascherato il mondo rovesciato della religione, trovandone la radice antropologica, ma non aveva colto il carattere storico della natura umana e le condizioni storiche che rendono possibile il costituirsi della religione stessa. Il materialismo di Feuerbach concepisce l’uomo come entità naturale dotata di corporeità e sensibilita, passiva à la realtà sensibile è un oggetto già costituito e non prodotto dall’attività umana.

Per Marx ed Engels è necessario non abolire la religione ma le cause e le condizioni storiche che rendono possibile il costituirsi della religione stessa à i filosofi si sono accontentati di interpretare il mondo mentre ora si tratta di trasformarlo. Gli uomini si distinguono dagli animali non per il fatto che sono dotati di pensiero, ma quando producono i loro mezzi di sussistenza. Ciò che gli individui sono dipende dalle condizioni materiali della loro produzione. Viene in questo modo respinta ogni concezione della storia come raccolta di fatti senza connessioni e della storia speculativa à bisogna dedurre i fatti nella loro successione.

Nell'Ideologia tedesca si trova la prima formulazione del materialismo storico

Alla base della società civile è il modo in cui gli uomini si procurano la sussistenza à la base della società è economica ed è data dal modo di produzione che la caratterizza.

Ciò che caratterizza un modo di produzione sono :

  • lo sviluppo delle  forze produttive ( gli uomini , i mezzi  e le tecniche produttive che utilizzano , i modi dell'organizzazione della produzione
  • ad un certo sviluppo delle forze produttive corrispondono diversi rapporti di produzione , il cui aspetto centrale è dato dalle forme di proprietà dei mezzi di produzione

Il grado delle forze produttive è indicato dal grado di sviluppo della divisione del lavoro, questa ha assunto storicamente varie forme dando luogo alla separazione tra città e campagna, tra agricoltura ed industria

Ai gradi di sviluppo della divisione del lavoro corrispondono forze produttive diverse e differenti  forme della proprietà dei mezzi di produzione. Marx ha individuato una successione dei modi di produzione

La proprietà tribale: in essa predominano la caccia, la pesca e la pastorizia ed interviene anche l’agricoltura à la divisione del lavoro è ancora scarsa

La proprietà della comunità antica: si è formato lo stato e la principale forza produttiva è costituita dagli schiavi à compare già la divisione del lavoro tra città e campagna

La proprietà feudale: in essa predomina l’agricoltura, la società è organizzata gerarchicamente in corporazioni ed incominciano a formarsi le prime forme di capitale

La proprietà del modo di produzione capitalistico: in essa predomina l’industria

In questo tipo di concezione la natura non è più statica poiché anch’essa ha una storia legata ai processi produttivi ed ai rapporti umani

La storia umana non è più concepita come svolgimento dell’essenza umana in generale, ma come sviluppo di forme di produzione della vita materiale e corrispondenti modi di organizzazione sociale

I modi di produzione determinano il carattere dei rapporti sociali e politici e la stessa produzione delle idee Distinzione tra struttura e sovrastruttura: le idee, la religione, la filosofia, la politica ed il diritto non si generano in maniera del tutto indipendente, ma sono anch’esse il prodotto di determinati tipi di organizzazione economica e sociale

 

La tesi di Marx ed Engels è che il motore della storia è la lotta delle classi. Infatti quando ad un determinato grado di sviluppo della divisione del lavoro non corrispondono più i rapporti sociali adeguati, allora la relazione tra forze produttive e forme di cooperazione sociale entra in contraddizione e si produce una crisi ed una transizione rivoluzionaria ad un diverso modo di produzione ed al dominio di una nuova classe.

Marx ed Engels ne rintracciarono un esempio nella azione rivoluzionaria messa in atto dealla  borghesia nei confronti del mondo feudale ( rivoluzione francese , rivoluzioni borghesi).

Quando con il fallimento delle rivoluzioni del 1848 in Europa il centro di potenziale rivoluzione si era spostato in Inghilterra Marx riprese lo studio dell’economia politica ed affrontò la questione del metodo corretto dell’analisi economica. (Per la critica dell’economia politica). L’indagine dell’economia politica deve partire dalla realtà, dal concreto. IL concreto diviene il punto di partenza per effettuare astrazioni, che consentono di ricavare concetti sempre più semplici e sottili. Tali concetti sono le categorie dell’analisi economica, come per esempio quella della divisione del lavoro, soggetto del lavoro, prodotto, strumento di produzione…

Le astrazioni più generali sorgono soltanto dove il concreto raggiunge il maggior sviluppo, dove una caratteristica appare comune a una vasta totalità di fenomeni. à le idee si formano a partire dai caratteri assunti storicamente da un determinato modo di produzione. Le astrazione che si raggiungono costituiscono un insieme di variabili rispetto alle quali si possono stabilire soltanto leggi logiche generali. à il procedimento corretto sarà quello di sostituire alle variabili ottenute per astrazione le proprietà storiche specifiche di ciascuna formazione sociale ed economica à individuare le relazioni intercorrenti tra le variabili di fatto.

La vera dialettica si articola secondo 3 momenti : CONCRETO – ASTRATTO – CONCRETO. Alla articolazione delle categorie della formazione economica e sociale capitalistica ci penserà il Capitale

………….

 

IL MANIFESTO

 

L'ANALISI DELLA FUNZIONE STORICA DELLA BORGHESIA

Marx descrive la vicenda storica della borghesia evidenziandone i meriti e i limiti.

Marx osserva che diversamente dalle classi dirigenti precedenti, che tendevano alla conservazione del modo di produzione, la borghesia è costretta, per esistere, a cambiare continuamente :

il modo di produzione : Se per borghesia s'intende la classe detentrice del capitale ,e in particolare del capitale della produzione industriale, la natura stessa del capitale produttivo industriale spinge ad un continuo cambiamento del modo di produzione, cioè ad un ininterrotto progresso tecnico.

I rapporti sociali : La borghesia intesa come classe dirigente dinamica ha unificato il genere umano: a) spinta dalla necessità di smerciare i propri prodotti ha costituito un mercato mondiale,ha assoggettato le campagne alla città.

Però la borghesia ha evocato forze che non riesce a dominare: la produzione diventa sempre più socialeà si scontra sempre più con rapporti di produzione che invece sono di tipo privatisticoà crisi economiche sempre più continue e violenteà ''la borghesia ha fabbricato le armi della sua stessa distruzione'', e chi impugnerà queste armi sarà proprio il proletariato che non può non mettere in atto la lotta di classe per superare il capitalismo e approdare ad un nuovo modello sociale, ad una vera e propria fase storica senza più classi.

 

CONCETTO DI STORIA COME LOTTA DI CLASSI

Nel ''Materialismo storico'' Marx aveva individuato il motore della storia, cioè quello che fa andare avanti lo sviluppo sociale, nella dialettica fra forze produttive e rapporti di produzione

Nel ''Manifesto'' Marx individua il soggetto della storia nella lotta di classe; infatti la dialettica tra forze produttive e rapporti di produzione e lotta di classe si identificano : queste prime infatti non sono delle strutture cieche senza soggetto ma s'incarnano in uomini, cioè nelle classi.

Concetto di classe per Marx : la classe deriva dalla posizione occupata rispetto ai mezzi di produzione

In ogni fase storica, in ogni modo di produzione, ci sono sempre due classi, quella che detiene i mezzi di produzione e quella che costituisce la forza lavoro (= nel sistema capitalistico le due classi sono la borghesia che detiene il capitale e dall'altra parte il proletariato).

Si può fare un'altra distinzione all'interno di questo concetto generale di classe, tra: classe in sé = aggregato di uomini che si trovano nelle medesime condizioni economico-sociali classe per sé = interviene quando si prende coscienza di appartenere ad una classe e quindi di diviene soggetti attivi della lotta di classe

 

Per Marx la funzione dei comunisti è quella di formare l'avanguardia cosciente della classe operaia: avendo preso coscienza fanno da guida agli altri.

Qui Marx insiste su un aspetto, che poi diventerà un aspetto forte dell'identità socialista, quello dell'internazionalismo = il proletariato è una condizione che va al di là delle differenze nazionali ''proletari di tutto il mondo unitevi!''.

Tutta la storia precedente ha visto al suo interno la lotta fra classi antagoniste; questo corrisponde a livello storico a ciò che nell'ideologia tedesca a livello di struttura corrispondeva alla dialettica fra forze produttive e rapporti di produzione.

Se la storia è lotta di classi ci sono sempre due classi che lottano: una che è dominante e detiene la proprietà mezzi di produzione,quindi tende a conservare lo status quo e la classe in ascesa ,che rappresenta lo sviluppo delle forze positive e  mette in discussione l'azione di blocco delle forze produttive attuata  della vecchia classe dominante .

Definizione di rivoluzione: Per cui la rivoluzione non è altro che il momento in cui la classe in ascesa è riuscita ad abbattere politicamente il dominio della precedente classe dominante e quindi ha creato le basi per un nuovo modo di produzione.

 

LA CRITICA DEI SOCIALISTI ESISTENTI

Marx fa uno sforzo analitico e divide la letteratura socialista e comunista in tre tendenze di fondo:

socialismo reazionario: che attacca la borghesia rivolgendosi al passato e non al futuro; e qui Marx inserisce

il socialismo feudale, tipico degli legittimisti francesi, che contro la borghesia mettevano in discussione il dominio dell'aristocrazia, dei vecchi ceti, si rifà al passato preborghese. Questa tendenza è per Marx da condannare perché vuole sostituire all'alienazione capitalistica vuole sostituire quella feudale.

Il socialismo piccolo-borghese: che esaltava le comuni medioevali le corporazioni; dietro queste considerazioni Marx vedeva la piccola borghesia produttiva che furono espropriate di questo sistema produttivoà contro questa tesi si richiama una tesi al passato, al richiamo delle corporazioni.

Il socialismo tedesco o vero socialismo: anche qui abbiamo una mescolanza di elementi vari e comunque una visione sostanzialmente interclassista, questo socialismo parla di uomini non di umanità e per lottare contro la borghesia appoggia i reazionari che dominano lo stato.

Socialismo conservatore o borghese: sono gli economisti filantropi e umanitari che cercano di distruggere gli inconvenienti del capitalismo senza distruggere il capitalismo (= Preudome, che cera di superare gli effetti di disuguaglianza del capitalismo facendo diventare tutti proprietari)

Socialismo o comunismo critico-utopistico: (=quello valutato più positivamente da Marx) il merito di questo socialismo è quello di aver riconosciuto l'antagonismo di classe ma non la funzione storica del proletariato à il loro limite, per questo Marx li chiama utopisti, è quello di far appello a tutta la società; loro pensano che questo appello di tipo morale possa consentire una pacifica riforma della società stessa. Ecco quindi il fatto che essi cercano di delineare modelli ideali di societàà socialismo solo utopistico.

 

Marx, ed Engels fra le righe, sottolineano il fatto che i socialismi precedenti il materialismo storico sono inferiori a quello che ha origine dal materialismo storico, perché questo consente di avere il quadro fondante che legittima la trasformazione in senso socialista.

Engels ritornerà su questo argomento distinguendo tra:

socialismo scientifico: che nasce con Marx ed Engels e con il materialismo storico. Scientifico perché ha un metodo scientifico di analisi della società à è in grado di prefigurare un programma razionale di ricostruzione della società. L'idea di socialismo non è basata su un'istanza utopistica, su una società ideale, ma su un'analisi completa della storia.

 

Il Capitale

 

PER LA CRITICA DELL'ECONOMIA POLITICA(1859)

Marx approfondisce il discorso sull'economia politica, che per Marx diventa strumento fondamentale per capire l'anatomia della società moderna.

Marx ha voluto in un breve scritto di tipi metodologico fare alcune considerazioni sul metodo di studio dell'economia politicaà Marx s'inserisce all'interno dell'economia classica cioè accetta una parte della produzione scientifica del metodo indicato però è anche critico.

Critiche all'economia politica borghese:

non ci sono leggi metastoriche, cioè leggi che valgano per ogni formazione economico sociale, ma ogni formazione è caratterizzata da leggi specifiche à la pretesa degli economisti borghesi di considerare il capitalismo come la forma naturale dell'economia è puramente ideologica . Il capitalismo, essendo un modo di produzione dominata all'interno di una determinata formazione economico-sociale, ha delle proprie leggi, che non sono le leggi dell'economia ma solo di quel modo particolare.

Gli economisti borghesi classici hanno capito che l'economia politica deve fare uso dello schema dialettico della totalità organica (=idea ripresa da Hegel)à il capitalismo a studiato come una struttura complessiva in cui tutti gli elementi sono strettamente connessi à non possono essere considerati singolarmente, cioè non si può isolare solo l'economia, ma quando si studia il capitalismo bisogna mettere insieme economia, società, ideologia, cultura…

Marx quando studia il capitalismo cerca di cogliere gli elementi di fondo astraendo da quelli secondari, cerca cioè di cogliere quelli che noi potremmo definire le caratteristiche strutturali.

A proposito di queste caratteristiche strutturali Marx ha parlato di leggi tendenziali. Che cos'è una legge tendenziale? Non è una previsione deterministica, per cui le cose devono per forza andare così, ma è l'indicazione che si va in quella direzione se non intervengono elementi a modificare la situazione esistente.

 

Caratterizziamo il sistema capitalistico:

La caratteristica del capitalismo è quella di essere una produzione generalizzata di merci à la sua analisi deve iniziare dalla merce. La ricchezza prodotta dalla società capitalistica è, per Marx, un immensa raccolta di merci.

LA MERCE: Ha una realtà duplice, contraddittoria, dice Marx, ha un valore d'uso e un valore di scambio:

valore d'uso: consiste nel fatto che la merce deve rispondere al soddisfacimento di un bisogno umano à il valore d'uso della merce rappresenta l'aspetto qualitativo

valore di scambio: la merce, per poter essere tale, deve poter essere scambiata con altre merci à bisogna instaurare un rapporto quantitativo perché, altrimenti, lo scambio non può avvenire. Nel valore di scambio la distinzione qualitativa del valore d'uso si annulla e restano solo delle quantità omogenee. La società capitalistica è caratterizzata dal fatto che la produzione è finalizzata al mercato à i valori d'uso valgono solo in quanto depositari materiali di valori di scambio.

Quanto vale, in termini di scambio, una merce? = Dove risiede il valore di scambio di una merce?

Marx riprende la riflessione degli economisti classici (di Smith) secondo cui il valore di una merce equivale al lavoro socialmente necessario (=fa riferimento ad una produttività sociale media esistente in un determinato periodo storico) a produrre la merce stessa. Il valore non coincide col prezzo, su cui incidono fatti contingenti (= l'abbondanza o la scarsità di una merce in relazione alla domanda e all'offerta) ma un prezzo può essere superiore o inferiore al suo valore. In condizioni normali però, dice Marx, la somma complessiva dei prezzi di una società dovrebbe essere equivalente alla somma complessiva del lavoro che è racchiuso in essa.

La consapevolezza che, alla radice dell'economia (=alla base del valore), vi è il lavoro consente a Marx di criticare quello che lui ha chiamato il FETICISMO DELLE MERCI = Situazione, diffusa nel sistema capitalistico che porta a ritenere che le merci abbiano un valore in sé (dimenticando che, invece, sono il prodotto del lavoro umano) e che porta a considerare i rapporti economici non come rapporti tra uomini ma come rapporti tra cose : mercificazione dei rapporti = tutto viene ridotto a termini monetari (MONETA = Merce universale a cui viene rapportata qualunque altra merce).

 

Una peculiarità del capitalismo è il fatto che la produzione non risulta finalizzata al consumo? ma all'accumulazione del denaro.

Il capitalista è il detentore di una merce particolare, il denaro, che viene investita in una merce, che ha un certo valore, per poi ritornare con un valore in più. Questo accade perché quando investo un capitale lo faccio per ottenere un capitale accresciuto à siccome il capitale non ha più un certo valore devo ottenere un PLUSVALORE che, non può venire dal denaro e dallo scambio, perché lo scambio avviene sempre tra quantità uguali, valori equivalenti ma deve venire dalla sfera della produzione ed è possibile ciò perché il capitalismo può usare una merce particolare: la FORZA LAVORO. Il valore che corrisponde alla forza lavoro è la quantità di lavoro socialmente necessario per produrre à il lavoratore, in cambio della sua attività, riceve un salario e il capitalista acquista questa merce particolare (la forza lavoro) e la utilizza per produrre plusvalore.

Come è possibile che la forza lavoro produca un valore superiore a quello che costa (=al plusvalore)?

E' possibile perché il capitalista, siccome detiene gli strumenti di produzione, può utilizzare questa forza lavoro oltre il suo valore ed è questa l'origine del plusvalore. Il plusvalore discende dal PLUSLAVORO = Il fatto  è che Il PROFITTO (=Rendimento del capitale) deriva dal plusvalore, però plusvalore e profitto non sono la stessa cosa. Per capire la relazione che c'è tra profitto e plusvalore bisogna distinguere tra capitale variabile e capitale costante.

CAPITALE VARIABILE = Capitale mobile = Investito nei salari = Parte del capitale che si utilizza per acquistare forza lavoro

CAPITALE COSTANTE = Capitale fisso = Investito nell'apparato produttivo (nelle materie prime…)

Il plusvalore nasce in relazione al capitale variabile (=ai salari): più aumenta il pluslavoro, più aumenta il plusvalore.

A questo punto servono due indici significativi:

SAGGIO DI PLUSVALORE: è dato dal Plusvalore / Capitale variabile, infatti il plusvalore deriva dal pluslavoro;

SAGGIO DI PROFITTO: è dato dal Plusvalore / (Capitale costante + Capitale variabile), perché il saggio di profitto indica l'intero capitale. Per mettere in piedi un'attività industriale devo investire in capitale variabile e in capitale costante. Il plusvalore mi deriva solo dal capitale variabile : il saggio di profitto deve tener conto di entrambi gli elementi.

Possiamo ora capire la

CADUTA TENDENZIALE DEL SAGGIO DI PROFITTO: Marx crede di aver individuato una legge tendenziale che porta il capitalismo a rendimenti decrescenti > verso la sua fine. Se si tiene fisso il capitale variabile( perchè l'utilizzo della forza lavoro non può andare oltre certi limiti orari ), il capitalista deve aumentare il capitale costante ( aumentare la produttività del lavoro ) ma in tal modo il saggio di profitto decresce.

Il capitalista, all'inizio, cerca in tutti i modi di far aumentare i profitti puntando sull'aumento della giornata di lavoro (cosa che si è storicamente verificata)à in questo caso il plusvalore (=plusvalore assoluto), che è legato al pluslavoro) cresce, tuttavia questa situazione non può durare per 1)i limiti fisici dei lavoratori (lavorando si logorano) 2)per le organizzazioni operaie che lottano per avere condizioni migliori: si chiude questa strada, si percorre la strada del plusvalore relativo: per tenere alti i profitti, e quindi il plusvalore, il capitalista deve aumentare la produttività del lavoro: migliora i metodi e gli strumenti di lavoro = investe in macchine , aumenta il capitale costante ma  diminuisce il saggio di profitto.

Marx ha l'opportunità- analizzando l' andamento del capitalismo -di affrontare tanti problemi del suo tempo :

Il rapporto conflittuale tra operai e macchine

Il capitalismo per reagire alla diminuzione del saggio di profitto è portato a sviluppare crisi cicliche di sovrapproduzione ,perché siccome l'investimento del capitale è determinato dal saggio di profitto che si può ottenere in un dato settore, succede che i capitalisti tenderanno a concentrarsi nei settori più remunerativi: producono  così in modo eccessivo>crisi di sovrapproduzione : licenziamenti> diminuzione della domanda> diminuzione di produzione> aumento dei prezzi

 

Marx evidenzia quindi come la produzione per la produzione alla ricerca del profitto porta all'anarchia della produzioneà alle crisi di sovrapproduzioneà disoccupazioneà formazione di organizzazioni di operai per difendersi.

 

La caduta tendenziale del saggio di profitto che viene vista come una legge di rendimento decrescente

Le contraddizioni annesse al sistema capitalistico

1 e 2 sono fenomeni che portano il capitalismo verso la sua fine perché l'esito di tutto questo a livello storico sarà una polarizzazione sociale per cui avremo da una parte i detentori dei mezzi di produzione , che diventano sempre di meno, proprio in virtù di questi 2 processi il capitale si concentra sempre di più ( perché queste crisi mettono fuori combattimento i più deboli),dall'altra parte invece una massa sempre crescente di persone che sono state espropriate dei propri mezzi di produzioneà le forze produttive, sempre più sociali, compresse dai rapporti privatistici, finiscono per abbattere il sistema capitalistico.

 

Quindi per Marx il socialismo è un portato delle contraddizioni del , nel senso che per uscire dalle contraddizioni e le crisi del capitalismo bisogna abolire la proprietà privata.

 

Il capitale

Le merci.La merce è qualcosa che per le sue qualità può soddisfare bisogni umani di qualsiasi tipo, materiali ed intellettuali. Essa quindi ha un valore d’uso, che relizza soltanto nel consumo che si fa di essa. Accanto a questo vi è il valore di scambio, che prima si presenta come rapporto quantitativo, cioè la proporzione rispetto ad altre merci di baratto. Affinchè la merce sia scambiata è necessario che tutti i valori delle merci scambiate siano equivalenti e di guale grandezza. In queste merci vi deve essere dunque qualcosa di comune

Il lavoro, rappresenta la base comune della merce, intendendolo come lavoro eguale in astratto. Si fa infatti astrazione delle differenze reali fra i vari tipi di lavoro e li si riduce al carattere comune che essi posseggono in quanto dispendio di forza – lavoro umana. La forza lavoro è basata quindi sulla quantità di lavoro che è a sua volta basata sulla durata temporale. Ciò che detremina il valore del prodotto è dunque : il tempo di lavoro socialmente necessario in media, in specifiche condizioni storiche di produzione.

Le cose, quando sono viste soltanto come merci interscambiabili , senza che si veda il lavoro che vi è dietro di esse, diventano feticci, assumono una qualità sovrasensibile che contiene nascosto in sé il rapporto sociale à feticismo delle arti à il prodotto domina l’uomo ed i rapporti sociali appaiono come semplici rapporti tra cose.

Anche il denaro è equivalente alle merci, è il mezzo di determinazione , in base al calcolo deomanda offerta, del prezzo delle merci. Nei modi di produzione capitalistici il metodo D – M – D (M= merce D=denaro) ha come scopo l’aumento del denaro e quindi il profitto. A differenza il primo mondo mercantile funzionava secondo il M – D – M. Nel capitalismo domina invece il D – M – D’ dove D’ > D

La fonte del profitto va cercata nella sfera della circolazione delle merci, in quella della loro produzione à forza lavoro, l’energia erogabile per produrre oggetti.

La condizione di esistenza del rapporto forza lavoro non è eterna e non è propria della età moderna dove ci sono i condizionamenti della produzione capitalistica, nella quale il lavoro, sotto forma di forza – lavoro, diventa merce. E’ necessaria anche l’esistenza di individui unici possessori di produzione I i capitalisti, che spendono una parte del capitale sotto forma di salario per acquistare forza lavoro e generare profitto o plus valore. Fonte del profitto è il plus lavoro. Infatti il valore della forza – lavoro non p calcolato in base al suo rendimento, ma al costo necessario per produrla, ossia per garantire la continua disponibilità di forza lavoro. Il plusvalore potrà generarsi solamente se il salario corrisposto dal capitalista equivale ad una sola parte del tempo impiegato dall’operaio nella produzione e precisamente alla parte che garantisce all’operaio la sussistenza stessa.

Sono vari i modi e i sistemi di produzione del plusvalore:

Cooperazione, forma di lavoro di molte persone che lavorano insieme in uno stesso lugoo e contemporaneamente secondo un piano.

Le macchine, comprate dal capitalista, costituiscono un capitale costante, mentre i salari corrisposti agli operai costituiscono un capitale variabile. Le macchine dunque sono lo strumento fondamentale per accrescere la produttività, perché contengono la divisione del lavoro illimitata.

Più aumenta la specializzazione dell’operaio più egli è costretto a vendere la sua forza lavoro, non soltanto perché non possiede più i mezzi di produzione ma in particolare perché non ha più la capacità di svolgere un mestiere compiuto. Infatti tutte le diverse operazioni compiute nella produzione rientrano in un sistema operaio – macchina.

Per non soccombere alla concorrenza, il capitalista deve investire sempre più il plusvalore ricavato in macchinari, e per cercare di tenere sempre più basso il suo capitale variabile, ossia i salari

Nonostante ciò esiste una legge tendenziale di caduta del saggio di profitto, con la conseguente caduta del capitale in poche mani. à immiserimento crescente degli operai

Che cosa verrà dopo il capitalismo?

Per Marx le contraddizioni della società capitalistica sono la base oggettiva della rivoluzione proletaria. Il proletariato ha una dimensione storica universale, infatti, differentemente dalle precedenti rivoluzioni in cui la classe che rappresenta i nuovi rapporti di produzione, una volta che ha vinto, diventa classe dominante, invece il proletariato abolisce la società di classe e quindi la rivoluzione proletaria non abolisce non un tipo particolare di proprietà , ma ogni forma di proprietà privata dei mezzi di produzione ed apre una nuova fase nella storia del mondo.

La rivoluzione per  Marx implica in qualche modo la violenza; nella sua opera è presente l’idea che fosse necessaria una violenza limitata per abolire quella violenza più grande che si realizza  giorno per giorno nella società di classe . Nella fase finale Marx era probabilmente portato a pensare che fosse possibile anche una evoluzione pacifica, anche se la riteneva poco probabile, nel superamento della proprietà borghese. Marx si distingueva dagli anarchici perché riteneva che il proletariato ,pur togliendo il potere alla borghesia ,  non doveva  inizialmente eliminare lo stato; il proletariato doveva impadronirsi della macchina statale borghese  certo per distruggerla non per riformarla. In una prima fase il proletariato avrebbe dovuto gestire lo stato soprattutto per evitare il ritorno della borghesia ,che avrebbe potuto mettere in discussione la rivoluzione politico e sociale compiuta dal  proletariato. Tuttavia lo scopo finale doveva essere la progressiva distruzione dello stato.   Tra comunismo e capitalismo vi è una fase intermedia: il socialismo (che serve a preparare il comunismo) in cui si realizza la socializzazione dei mezzi di produzione e la dittatura del proletariato.Essa significa che all’opposto dello stato borghese vi è una dittatura della maggioranza sulla minoranza, poiché i proletari sono coloro che non hanno i mezzi di produzione( quindi la stragrande maggioranza della popolazione nel capitalismo sviluppato ), mentre lo scopo del capitalismo è conservare in poche mani i mezzi di produzione.

 

Problema del rapporto con la comune di Parigi ( la comune di Parigi rappresentava l’unico modello storico concreto a cui richiamarsi; per Marx  la comune di Parigi avrebbe realizzato quella che si può intendere con il termine dittatura del proletariato : aveva sostituito l’esercito, per esempio con la milizia operaia, aveva soppresso la burocrazia, aveva stabilito che le cariche politiche erano transitorie e non davano comunque luogo a dei privilegi.

Come ha delineato Marx la società comunista ?

Marx non ha dato indicazioni precise a riguardo, né su quella socialista, né su quella comunista. Qualcuno ha visto ciò come segno di serietà, qualcuno d’altro invece l’ha considerata come una mancanza.

Marx comunque ha lasciato qualche indicazione, nelle Lotte di classe in Francia, nei Manoscritti economico – filosofici, e nella Critica al programma di Gotha.

Nei Manoscritti Marx fa una distinzione fra comunismo rozzo e un comunismo superiore. Il comunismo rozzo non abolisce la propietà ma tenta di  universalizzarla. Tipica espressione di questo comunismo è la proposta della comunione delle donne. Il matrimonio borghese è una sorta di proprietà esclusiva sulla donna per cui l’abolizione della proprietà porta alla comunanza delle donne, che è il corrispettivo della generalizzazione della proprietà. Questo ragionamento ha la sua radice nell’invidia.Il comunismo superiore è quello in cui l’uomo ha superato l’orizzonte antropologico della proprietà, l’uomo cessa di avere nei confronti del mondo, esclusivi rapporti di possesso, all’homo economicus si sostituisce un uomo nuovo, un essere omnilaterale, capace di esercitare in modo creativo l’insieme delle sue potenzialità.

Nella Critica al programma di Gotha, scritto da Marx e da Engels per criticare il programma del nuovo partito SPD , nato dalla fusione del partito di ispirazione marxista con l'Unione dei lavoratori tedeschi lassalliana. Qui Marx distingue fra due fasi della società futura. Una prima fase che emerge dalla società capitalistica ed in cui ancora gli uomini non sono liberati dai condizionamenti che questa esercita ( società socialista o di transizione). In questa fase abbiamo la promozione dei mezzi di socializzazione e di scambio, cioè si afferma un unico datore di lavoro e tutti diventano salariati, la proprietà viene collettivizzata. Questa fase è dominata dal principio secondo cui ognuno riceve sulla base del proprio lavoro, ognuno riceve una quantità di beni pari al lavoro prestato. Questa è la regola che domina ancora lo scambio delle merci, che avviene solo tra quantità uguali.

Nella fase del comunismo, quella successiva, vige il principio "a ciascuno secondo i propri bisogni". Ciò presuppone che si abbia uno sviluppo così forte delle forze produttive che vi siano risorse illimitate per tutti. Questa società ha abolito la distinzione fra lavoro manuale ed intellettuale . Il lavoro non è qualcosa di costrittivo, ma di creativo in cui l’uomo si realizza e fa volentieri, e ciò è il momento in cui si può realizzare una umanità omnilaterale, una umanità nuova, si fa un salto nella storia. Il problema visto in Hegel della fine della storia viene da Marx affrontato , nel senso che esaurita la società di classe non scompare la storia , ma assume un valore diverso. Non è più la storia dominata dalle varie forme di proprietà attraverso cui si è sviluppato l’apparato produttivo.

 

DOMANDE SULLA FILOSOFIA DI MARX

1. Presenta le principali tappe della vita di Marx , elenca gli scritti pi— significativi , chiarisci i rapporti di collaborazione intellettuale con F. Engels.Marx oltre che un teorico fu anche un rivoluzionario , quali furono i suoi impegni più importanti nel movimento operaio rivoluzionario ?

2. Quali autori ebbero una influenza rilevante nella formazione filosofica e politica di Marx?

3. Chiarisci il rapporto Hegel -Marx ,a partire da Per la critica della filosofia hegeliana del diritto. Perchè esso ha un ruolo così rilevante nella interpretazione del pensiero di Marx ?

4. Quali grandi influenze culturali Engels pone alla base del marxismo ? Quali aspetti generali caratterizzano il marxismo e lo differenziano da altre concezioni filosofiche ? Vuoi precisare il significato dei due termini marxiano e marxista ?

5. Per criticare la società moderna Marx usa il concetto di scissione , tratto da Hegel : vuoi spiegarlo ? Presenta in sintesi la critica filosofico-politica dello stato borghese fatto da Marx ?

6. Perchè Marx inizia a studiare l'economia politica nei Manoscritti economico-filosofici del '44 ?Quale critica metodologica rivolge agli economisti borghesi ?

7. Presenta il significato del termine alienazione in Hegel , Feuerbach e Marx : che cosa caratterizza il concetto di alienazione in Marx e quali critiche egli rivolge ad Hegel e Fuerbach ? Presenta in breve la posizione di Marx sulla religione.

8.Quali critiche portarono Marx a staccarsi da Feuerbach ? In quali opere fece i conti con Feuerbach e la sinistra hegeliana ?

9. Chiarisci il concetto di scienza e ideologia in Marx . Enuncia in sintesi i concetti che stanno alla base del materialismo storico . Quali sono le grandi formazioni economico-sociali ? Indica in successione quelle individuate da Marx . Come intende il materialismo

nella concezione materialistica della storia ? Evidenzia il mantenimento della dialettica nel materialismo storico e la differenziazione dalla dialettica hegeliana . Perchè Marx ritiene che

le Ideologie sono delle necessità sociali ? Come nasce l'ideologia ? Come Š possibile liberarsi dell'ideologia ? Chi e perchè rappresenta l'Ideologia tedesca ?

10. Quando e perché' fu scritto Il Manifesto ? Come Presenta Marx la funzione storica della borghesia nel Manifesto ? Che cos'è la storia per Marx ? Fai un confronto con la concezione di Hegel ? Presenta in breve il quadro della letteratura socialista : perchè Engels qualificò come utopistico il socialismo premarxista e scientifico quello marxista ?

11. Evidenzia le indicazioni metodiche per qualificare lo studio della economia politica di Marx , che emergono da Per la critica della economia politica .

12. Come viene caratterizzata l'economia capitalistica ? Spiega il concetto di merce ; che cos'è il feticismo delle merci ? Come si collega alla tematica della alienazione ?

Spiega come nasce - secondo Marx - il profitto nella società capitalistica . Spiega la caduta tendenziale del saggio di profitto . Perchè la società capitalistica è destinata a scomparire ?

13. Spiega il concetto di rivoluzione in Marx e il ruolo in essa del proletariato . In quali testi Marx parla della società comunista ? Attraverso quali aspetti la caratterizza ?

 

Fonte: http://digilander.libero.it/terzacmanzoni/Filosofia/filosofia.zip

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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