Grammatica analisi grammaticale e analisi logica

 


 

Grammatica analisi grammaticale e analisi logica

 

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Analisi grammaticale

 

La grammatica (studio normativo della lingua) si divide in fonologia, morfologia e sintassi.
La morfologia (dal greco morfé, forma, e logos, studio) è la disciplina che descrive e analizza le forme delle parole e i loro mutamenti in rapporto alla funzione che svolgono nelle frasi, senza però considerare il pensiero, facendo cioè astrazione dal resto della frase stessa. Si esamina la forma di ogni «singolo mattone» linguistico.

L’analisi grammaticale consiste nel:
1) classificare le varie parole assegnando ciascuna di esse a una delle nove parti del discorso;
2) indicare, per ciascuna parola così classificata, tutte le caratteristiche morfologiche, cioè genere, numero, tipo, ecc.
Tradizionalmente, nella lingua italiana, si distinguono nove categorie grammaticali o parti del discorso, suddivise in due gruppi:
a) parti variabili e b) parti invariabili.
Parti variabili (parole che hanno più forme) sono: articolo, nome, aggettivo, pronome e verbo.
Parti invariabili sono: avverbio, preposizione, congiunzione, interiezione.


L’articolo
L’articolo è un «piccolo elemento» variabile del discorso che si inserisce prima del nome per introdurlo e individuarlo. Marca genere e numero del nome, oltre al carattere di precisione o genericità.

Fare l’analisi grammaticale dell’articolo significa stabilire:
1) la funzione: determinativo, indeterminativo o partitivo;
2) il genere: maschile o femminile;
3) il numero: singolare o plurale.
Esempi:
-  i è articolo determinativo, maschile, plurale; una è articolo indeterminativo, femm., sing.


Il nome o sostantivo
La funzione fondamentale del nome nel processo linguistico è di tipo semantico (relativo al significato): serve a «denominare», cioè designare, indicare, chiamare un oggetto di riferimento, una «sostanza» di tipo materiale o immateriale. Esso è variabile.
Sul piano sintattico è il costituente fondamentale di ogni sintagma nominale, cioè di un gruppo nominale, cui possono essere congiunti articoli o aggettivi.
Fare l’analisi grammaticale del nome significa stabilire:
1) la specie in rapporto al significato: nome comune o proprio di persona, animale o cosa; concreto o astratto; individuale o collettivo;
2) il genere: maschile o femminile;
3) il numero: singolare o plurale; eventualmente anche invariabile (es. specie), difettivo (es. burro; libertà) o sovrabbondante (es. dito/ i diti/ le dita);
4) la struttura morfologica: primitivo, derivato, composto o alterato.
Esempi:
-  lettino è nome comune di cosa, concreto, maschile, singolare, alterato diminutivo;
-  virtù è nome comune di cosa, astratto, femminile, singolare, primitivo;
-  Normandia è nome proprio di regione, femminile.


L’aggettivo
L’aggettivo si «aggiunge» a un nome per attribuirgli una qualità o per determinarlo; quindi non ha esistenza autonoma e deve essere sempre usato assieme al nome cui si riferisce e da cui dipende grammaticalmente (con cui si accorda in genere e numero), a meno che non sia sostantivato, ma in questo caso svolge la funzione di nome. L’aggettivo è quindi una parte variabile del discorso.
Gli aggettivi possono essere classificati in due gruppi fondamentali: gli aggettivi qualificativi, che si aggiungono al nome per segnalarne una qualità, e gli aggettivi determinativi, che invece servono a meglio specificare il nome e si dividono in possessivi, dimostrativi, indefiniti e numerali.
L’aggettivo, in rapporto al nome, ha due funzioni: attributiva, se si unisce direttamente al nome, e predicativa, se costituisce la parte nominale di un predicato nominale congiunto al nome dalla copula.
Fare l’analisi grammaticale dell'aggettivo significa stabilire:
1) la specie: qualificativo, dimostrativo, possessivo, indefinito, numerale, interrogativo/esclamativo;
2) il genere: maschile o femminile;
3) il numero: singolare o plurale;
4) la struttura morfologica (solo per l’agg. qualificat.): primitivo o derivato; composto o alterato;
5) il grado (solo per l’aggettivo qualificativo): positivo, comparativo (di uguaglianza, minoranza o maggioranza), superlativo (relativo o assoluto).
Esempi:
-  buono è aggettivo qualificativo, maschile, singolare, primitivo, di grado positivo;
-  quelli è aggettivo dimostrativo, maschile, plurale.


Il pronome o sostituente
Il pronome si usa «al posto del nome» e ne fa le veci. Il pronome, però, può sostituire anche altri elementi del discorso, come un aggettivo, un verbo, un altro pronome o un’intera frase, perciò è corretto chiamarlo sostituente. Esso è una parte variabile.
Il pronome può anche svolgere una funzione designativa, come nei pronomi personali.
Fare l’analisi grammaticale del pronome significa stabilire:
1) il tipo: personale (cfr. sotto), possessivo, dimostrativo, indefinito, relativo, misto, interrogativo o esclamativo;
2) il genere: maschile o femminile;
3) il numero: singolare o plurale;
4) la funzione logica: soggetto, complemento oggetto (diretto), complemento indiretto (per i pronomi relativi o misti).
Esempi:
-  «Il ragazzo che sta parlando è mio fratello» che è pronome relativo, masch., sing., soggetto;
-  «Sono i miei» miei è pronome possessivo, maschile, plurale, parte nominale.
In particolare, fare l’analisi grammaticale del pronome personale significa stabilire:
1) il tipo: pronome personale;
2) la persona: prima, seconda o terza
3) il numero: singolare o plurale;
4) il genere: maschile o femminile;
5) la funzione logica: soggetto, complemento oggetto, complemento indiretto ;
6) la forma: tonica o atona (se ha funzione di pronome complemento);
7) il valore: riflessivo o no (se ha funzione di pronome complemento).
Esempi:
-  egli è pronome personale di terza persona singolare, maschile, soggetto;
-  me è pronome personale di prima persona singolare, complemento, tonico.


Il verbo
Il verbo designa una azione (o uno stato), quindi fornisce la collocazione nel tempo e informazioni sul soggetto. E’ la parte più importante di una frase, potendola costituire da solo e senza la quale non è possibile esprimere un pensiero; è pertanto la «parola» per eccellenza. E’ una parte variabile.
Quando fungono da copula, anche se morfologicamente sono verbi, essi non hanno il compito di esprimere alcuna azione e, quindi, non danno luogo a un predicato verbale, ma a un predicato nominale (ad esempio: Il cielo è nuvoloso. Il cielo sembra sereno).
Fare l’analisi grammaticale del verbo significa stabilire:
1) la coniugazione cui la voce verbale appartiene: voce del verbo... della I, II, III coniugazione;
2) il modo: indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo, infinito, participio, gerundio;
3) il tempo: presente, imperfetto, passato-trapassato: prossimo o remoto, futuro semplice, anteriore;
4) la persona: prima, seconda, terza;
5) il numero: singolare o plurale;
6) il genere: transitivo o intransitivo;
7) la forma: attiva, passiva, riflessiva (sono le 3 forme personali), pronominale, impersonale;
8) l’eventuale funzione: ausiliare, servile, causativo (o fattivo), fraseologico (o aspettuale);
9) l’eventuale caratteristica formale: coniugazione regolare o irregolare, difettivo (urgere non ha i tempi composti), sovrabbondante (adempiere/adempire).
Esempi:
-  piove è voce del verbo piovere, II coniug, modo indicativo, tempo presente, impersonale;
-  (che tu) sia stato interpellato è voce del verbo interpellare, I coniugazione, modo     congiuntivo, -  -  tempo passato, seconda persona singolare, forma passiva;
-  mi sveglierò è voce del verbo svegliarsi, I coniugazione, modo indicativo, futuro semplice, prima persona singolare, intransitivo pronominale;
-  ferveva è voce del verbo fervere, II coniug, modo indicat, tempo imperfetto, III pers. sing.


L’avverbio o modificante
L’avverbio si «aggiunge a un’altra parola» per modificarne il significato, qualificandolo o precisandolo. A differenza degli aggettivi, gli avverbi sono invariabili e non si aggiungono solo ai nomi, ma anche ad aggettivi, altri avverbi o a un’intera frase per modificarne il significato.
Fare l’analisi grammaticale dell’avverbio significa stabilire:
1) la categoria: avverbio o locuzione avverbiale;
2) il tipo: di modo, di tempo, di luogo, di quantità, di affermazione, di negoziazione, di dubbio, interrogativo o relativo;
3) la struttura morfologica: semplice o alterato;
4) il grado: positivo, comparativo o superlativo.
Esempi:
-   talvolta è avverbio di tempo; all’antica è locuzione avverbiale;
-  meno è avverbio di quantità, di grado comparativo.


La preposizione o funzionale subordinante
La preposizione si «pone davanti» a una parola della frase per porla in relazione con un’altra parola della stessa frase (esempio: Il libro di Giovanni è rimasto sul tavolo in cucina). E’ invariabile.
La preposizione è dunque un segno funzionale, che cioè è usato per stabilire una relazione, per collegare, due elementi di una frase. La relazione che viene stabilita è di tipo subordinante.
Fare l’analisi grammaticale della preposizione significa stabilire:
1) la categoria: propria, impropria o locuzione prepositiva;
2) la struttura morfologica: semplice o articolata.
Esempi:
-  in è preposizione propria, semplice; nel è preposizione propria articolata (in + il);
-  in base a è locuzione prepositiva semplice.


La congiunzione o funzionale coordinante e subordinante
La congiunzione serve a collegare, cioè «unire assieme», due parole di una proposizione o due proposizione in un periodo. E’ una parte invariabile.
Quindi anche la congiunzione è un segno funzionale che serve a stabilire una relazione che può essere coordinante, se le due parti unite sono sullo stesso piano logico, o subordinante, se la parte introdotta dalla congiunzione risulta su un piano logico dipendente. Il tipo di relazione che viene stabilito rappresenta il tipo della congiunzione stessa.
Fare l’analisi grammaticale della congiunzione significa stabilire:
1) la forma: semplice, composta, locuzione congiuntiva;
2) la funzione: coordinate o subordinate;
3) il tipo: copulativa, avversativa, disgiuntiva, dichiarativa, conclusiva, correlativa, finale, causale, consecutiva, temporale, concessiva, condizionale, modale, comparativa, limitativa, dubitativa e interrogativa, esclusiva o limitativa.
Esempi:
-  e è congiunzione semplice coordinante, copulativa;
-  ma è congiunzione semplice coordinante, avversativa;
-  perché è congiunzione composta subordinate, finale o causale (a seconda del contesto).


L'interiezione o esclamazione
L’esclamazione serve a esprimere sensazioni, emozioni o stati d’animo: ha intensità espressiva, ma dal punto di vista sintattico non ha nessuna funzione ed è paragonabile a un brevissimo inciso. E’ anch’essa una parte invariabile del discorso.
Il tipo di emozione che esprime rappresenta il tipo dell’interiezione stessa.
Fare l’analisi grammaticale dell’interiezione significa stabilire:
1) la forma: propria, impropria, locuzione interiettiva;
2) il tipo: di stupore, di dolore, di gioia, di paura, ecc.
Esempi:
-  ahi! è interiezione propria di dolore; santo cielo! è locuzione interiettiva di stupore.

 

Fonte: http://www.francesca.larosamazza.com/wp-content/uploads/2009/03/analisi-grammaticale.doc
Fonte: http://www.francesca.larosamazza.com/?page_id=298
Autore: Prof. Francesca La Rosa Mazza

 

ANALISI GRAMMATICALE

Grammatica parti del discorso

 

Nome
Parte del discorso variabile con la funzione di denotare individui (= qualcosa che può avere esistenza nel mondo esterno o che sia concepibile come essere unitario con stabilità nel tempo e non sottoposto a variazioni). Presente in tutte le lingue di tutti i tempi, così come la distinzione tra nomi comuni e nomi propri.

Caratteristiche semantiche del nome:
-
Nomi propri: hanno referente rigido, si riferiscono ad un solo individuo, del quale non descrivono nessuna qualità. Sono di più dei nomi comuni ma si usano meno;
- Nomi comuni: denotano una classe di individui, dei quali rappresentano una costellazione non fissa. Se ne creano di nuovi per denominare tutte le nuove acquisizioni/invenzioni/scoperte;
- Nomi collettivi: nomi singolari che si riferiscono ad un concetto plurale;
- Nomi concreti: denotano persone, animali, cose con referenza esterna nel mondo;
- Nomi astratti: individui mentali. Alcuni nomi astratti molto generali (fatto, idea, cosa) possono reggere una frase subordinata (clausola completiva: rappresenta il 50% della subordinazione);
- Nomi numerabili: nella loro forma plurale hanno molti referenti individuali;
- Nomi massa: referente indefinito, non numerabile. Non possono fare il plurale ed hanno bisogno di un quantificatore o dell’articolo “del” o articolo zero (esempio: dello zucchero);
- Nomi argomentali: nomi astratti di ruolo o deverbali (derivano da verbi che denotano azioni; esempio: spiegazione, caccia). Per avere pieno significato devono essere completati da argomenti. In base al numero di argomenti che reggono si distinguono in: monovalenti, bivalenti e trivalenti (esempi: 1) il padre di qualcuno, 2) la telefonata di qualcuno a qualcun altro, 3) il dono di qualcosa da qualcuno a qualcun altro). L’uso più comune è la monovalenza. I nomi astratti tendono ad essere argomentali, mentre i nomi massa non lo sono mai.

 

Caratteristiche morfologiche dei nomi:
- non c'è una declinazione casuale;
- il genere nella maggior parte dei casi è fisso;
- possono essere utilizzati nella forma singolare e plurale;
- sono possibili alterazione.


Verbo
Parte del discorso variabile che indica se un’azione è compiuta o subita dal soggetto, l’esistenza o lo stato del soggetto, il rapporto tra il soggetto e l’eventuale parte nominale.

Caratteristiche morfologiche:
Persone: 1a - soggetto parlante;
2a – interlocutore;
3a - esterna ai due che parlano.

Tempi
Indicano quando si colloca una certa azione (nel passato, nel presente, nel futuro) e mettono le frasi in un rapporto di contemporaneità/posteriorità/anteriorità. I tempi composti hanno l’ausiliare.

Modi:
- 3 modi finiti: indicativo, congiuntivo, condizionale; hanno coniugazione personale e una maggiore articolazione nei tempi;
- 3 modi indefiniti: infinito, participio, gerundio; sono nominali, non hanno coniugazione secondo le persone;
- 1 modo a metà: imperativo; ha solo due persone ed è sempre un ordine.

 

Diatesi del verbo:
- Forma attiva;
- Forma passiva (solo verbi transitivi; aux essere o venire);
- Forma riflessiva (solo alcuni verbi transitivi; aux essere);
- Forma media (solo verbi transitivi; aux essere; pronome atono o clitico con valore benefattivo).

Nei verbi transitivi l’azione transita su un altro ente. Questi verbi ammettono il complemento oggetto e prendono tutti l’aux avere.
I verbi intransitivi non ammettono un complemento oggetto. Alcuni verbi intransitivi prendono l’aux essere, mentre altri avere. I veri intransitivi:
- permettono la post-posizione del soggetto;
- permettono l’uso del pronome atono clitico ne;
- permettono l’accordo col soggetto;
- formano participio passato di tipo aggettivale (esempio: nato);
- non permettono la formazione di un nome deverbale di mestiere (esempi: telefonatore, moritore).
Si parla di ergatività nei verbi che, pur rimanendo di forma attiva, scambiano i ruoli da soggetto a oggetto (es: aumentare).

Caratteristiche sintattiche:
-
Verbi ausiliari (avere e essere), servono a costruire i verbi composti;
- Verbi modali o servili (potere, volere, sapere, dovere), esprimono l’atteggiamento soggettivo del parlante rispetto all’evento che vuole comunicare;
- Verbi percettivi (credere, sentire, guardare, udire, ascoltare), esprimono la percezione del soggetto;
- Verbi aspettuali, indicano la modalità in cui un certo evento si realizza (stare, andare, venire + gerundio/infinito);
- Verbi fattitivi (fare, lasciare, permettere);
- Verbi fraseologici, indicano a che livello è l’azione (cominciare, finire, continuare, smettere);
- Valenza, sono avalenti i verbi che non hanno né soggetto né complemento oggetto. Esempio, i verbi atmosferici; sono monovalenti la maggior parte degli intransitivi. Esempi: crescere, dormire; bisogna/sembra + verbo; sono bivalenti i verbi transitivi e di movimento; sono trivalenti: dare, ordinare, promettere.

Caratteristiche semantiche:
-
Verbi di stato: essere;
- Verbi di evento: portano ad un risultato;
- Verbi di processo o di azione: costruire, leggere. Possono essere generali (possono corrispondere ad un’infinità di azioni diverse, hanno significati molto astratti; esempi: aprire, mettere. Sono predominanti nelle lingue romanze) o tipologici (hanno significati specifici e ben determinati, spesso sono verbi denominali; esempio: pettinare. Sono più diffusi nelle lingue germaniche).


Aggettivo

Parte del discorso variabile che denota una proprietà. Può modificare semanticamente un nome (funzione attributiva) o un verbo (funzione predicativa). Si accorda in genere e numero con il sostantivo a cui si riferisce. Può essere qualificativo o determinativo.

Gli aggettivi qualificativi esprimono una qualità particolare del nome a cui si riferiscono. Sono una categoria aperta.
Gli aggettivi denominali sono aggettivi che hanno cambiato categoria grammaticale tramite l’aggiunta di suffissi; spesso la trasformazione comporta differenze di significato rispetto alla parola di partenza.
Gli aggettivi determinativi non danno informazioni qualitative ma circa l’appartenenza (possessivi), la quantità numerica (numerali) o indefinita (indefiniti), la posizione nello spazio (dimostrativi) o introdurre domande o esclamazioni (interrogativi o esclamativi). Sono una categoria chiusa.

Classificazione semantica:
- Aggettivi di relazione: denominali; è chiaro il legame col nome da cui derivano; spesso sono modificatori di nomi; non ammettono gradazione;
- Aggettivi deittici e anaforici assumono significato in base al contesto in cui si trovano.

Aggettivi qualificativi

Distribuzione degli aggettivi qualificativi:
- Prenominale: valutazione soggettiva; tipico dei patronimici;
- Postnominale: valore restrittivo, identificativo, descrizione oggettiva. Normalmente gli aggettivi sono in questa posizione, anche se preceduti da avverbi.
Alcuni aggettivi possono essere collocati sia prima sia dopo il nome a cui si riferiscono, ma la diversa posizione influisce sul significato.

Rapporti tra due o più aggettivi:
- subordinazione di un aggettivo ad una altro; non può essere in posizione prenominale;
- endiadi aggettivale (coordinazione); può andare in posizione prenominale se non coordina un aggettivo di senso opposto.

Morfologia:
- Declinazione piena e significativa: si accorda in genere e numero col nome a cui si riferisce;
- Gradazione: grado zero, comparativo, superlativo relativo, superlativo assoluto.

Hanno valenza:

  • Gli aggettivi di gradazione
  • Gli aggettivi di misura
  • Alcuni colori (es: rosso di vergogna)
  • Aggettivi di probabilità (certo, sicuro, chiaro che + F)


Aggettivi e pronomi determinativi

-
Aggettivi e pronomi personali (tonici soggetto e complemento; atoni clitici)
- Aggettivi e pronomi possessivi
- Aggettivi e pronomi dimostrativi o deittici
- Aggettivi e pronomi indefiniti (singolativi, collettivi, negativi, quantitativi)
- Aggettivi e pronomi numerali (cardinali, ordinali, moltiplicativi)
- Aggettivi e pronomi relativi (+ relativi assoluti e doppi)
- Aggettivi e pronomi interrogativi ed esclamativi


Pronomi

Espressioni che stanno al posto del nome. Concordabile in genere e numero. Lista chiusa.

Pronomi con molteplici usi e valori:
- CI / VI: - clitici atoni di 1a e 2a persona plurale con valore dativo;
- avverbio di luogo.
- NE: - moto da luogo;
- specificazione;
- partitivo.
- SI: - pronome atono clitico riflessivo 3a pers. sing. e plur.;
- medio;
- impersonale;
- passivante;
- lessicalizzato (es: arrabbiarsi);
- solo in Toscana: si + 3a pers.sing. = 1a pers.plur.


Articolo

Parte del discorso variabile che si associa al nome, con cui concorda in genere e numero, per qualificarlo in vario modo. Può combinarsi con una preposizione semplice per dare luogo ad una preposizione articolata.
Articoli determinativi: individuano una classe o qualcosa di già noto. Derivano dal latino ille, perciò non possono essere seguiti da deittico.
Articoli indeterminativi: individuano un membro o qualcosa di nuovo. Possono avere valore specifico o non specifico. Derivano dal latino unus-una-unum.

 

Avverbio

Parte del discorso invariabile che denota una proprietà che modifica o determina l’evento (verbo). Può riferirsi anche a un nome, a un aggettivo o a un’intera frase. Possono essere semplici, composti o derivati.

Classificazione semantica: avverbi di modo, tempo, giudizio (negazione e affermazione), luogo, quantità, interrogativi, presentativi.

Tipi di formazione: - avverbi lessicali
- avverbi derivati
- locuzioni avverbiali

Funzioni sintattiche:

  • Specificare un verbo, dando la gradualità di un’azione (avv. di quantità)
  • Riempire uno degli argomenti di un verbo (avv. di luogo, tempo, maniera)
  • Avverbi focalizzatori
  • Rafforzativi negativi e affermativi
  • Valore circostanziale di luogo o tempo
  • Modali: valutazione che il parlante dà all’intera frase
  • Connettivi (a volte congiunzioni subordinanti: quindi, dunque, tuttavia…)

Posizione degli avverbi:

    • Postverbale: dopo verbo flesso/ infinito/oggetto diretto o indiretto.
    • Tra ausiliare e part.pass. (solo avv. di modo e focalizzatori)
    • Inizio/fine di frase (solo avv. circostanziali o di modo)
    • Non sta sempre prima del verbo.



Preposizioni

Parti del discorso invariabili che servono ad esprimere e determinare i rapporti sintattici tra le varie componenti della frase. Svolgono la funzione che in latino era affidata ai casi (tranne sogg., c.ogg. e alcuni compl.temporali). Repertorio chiuso. Anche se molto astratto, ogni preposizione ha un suo valore semantico. Possono essere semplici (monosillabiche) o polisillabiche (con funzione anche avverbiale). Il nome prima della preposizione si dice reggente o determinato, quello dopo retto o determinatore.

 

Congiunzioni

Parti del discorso invariabili con la funzione di collegare sintatticamente due sintagmi o due frasi. Sono operatori logici. Repertorio chiuso. Possono essere coordinanti (copulative, avversative, disgiuntive/alternative) o subordinanti (semplici o composte,); a queste si aggiungono le locuzioni congiuntive.


Interiezione

Parte del discorso invariabile che esprime una reazione improvvisa dell’animo, un ordine , una preghiera, un saluto, un richiamo. Tutte le vocali possono essere interiezioni, se pronunciate o scritte in maniera appropriata; lo stesso vale per i dittonghi. Ci sono nuove interiezioni derivate dalle lingue straniere. Sono interiezioni anche alcune forme apocopate.

  • Interiezioni primarie
  • Interiezioni secondarie

 

Affini alle interiezioni sono le onomatopee, sequenze foniche che tendono a riprodurre o a evocare un suono.

 

Sintagma

Gruppo di parole con una certa ricorrenza di costituzione che può essere composto dalle espressioni più diverse. Ha sempre una testa, che è la parte del discorso che lo caratterizza. Tutta la struttura del sintagma si comporta come se fosse un’espressione sola, perciò si può spostare in blocco all’interno della frase, come se avessimo solo la testa.

 

Fonte: http://www.studenti.it/download/scuole_medie/Grammatica%20-%20Parti%20del%20discorso.doc

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

Piccola guida grammaticale

 

Lista di errori comuni

 

Errori concernenti fatti ortografici, come l'indicazione dell'accento grafico e dell'apostrofo, l'inserzione o l'eliminazione di una 'i' avente valore puramente grafico.

Forma errata

Forma corretta

conoscienza

conoscenza

coscenza

coscienza

ingegniere

ingegnere

scenza

scienza

é, cioé

è, cioè

caffé, té

caffè, tè

sè, nè, ventitrè

sé, né, ventitré

perchè, benchè, affinchè

perché, benché, affinché

potè, dovè

poté, dové

egli da

egli dà

egli fà, stà, và

egli fa, sta, va

un di

un dì

si (affermazione)

ré, tré

re, tre

vicere, ventrire

viceré, ventritré

blù, sù

blu, su

rossoblu, lassu

rossoblù, lassù

un pò

un po'

a mò di

a mo' di

qual’è

qual è

un'altro, un'amico, buon'amico

un altro, un amico, buon amico

un altra, un amica, buon amica

un'altra, un'amica, buon'amica

Errori riguardanti fenomeni di raddoppiamento o scempiamento consonantico, a livello grafico e/o fonetico:

Forma errata

Forma corretta

accellerare

accelerare

avvallo

avallo

biricchino

birichino

Caltanisetta

Caltanissetta

collutazione

colluttazione

eccezzionale

eccezionale

esterefatto

esterrefatto

Macchiaveli

Machiavelli

Missisipi

Mississippi

pressocché

pressoché

scorazzare

scorrazzare

Errori morfologici e/o sintattici:

Forma errata

Forma corretta

che essi vadino, venghino

che essi vadano, vengano

che egli dasse, stasse

che egli desse, stesse

non mi oso dire

non oso dire

vorrei che tu vieni

vorrei che tu venissi

inerente il

inerente al

redarre

redigere

transare

transigere

un murales

un murale

un silos

un silo

un vigilantes

un vigilante

le speci

le specie

Errori lessicali:

Forma errata

Forma corretta

al lato pratico

all'atto pratico

Errori connessi a fenomeni di dissimilazione o metatesi:

Forma errata

Forma corretta

appropiato

appropriato

areoporto

aeroporto

metereologia

meteorologia

peronospera

peronospora

Errori relativi alla collocazione dell'accento tonico (pronuncia):

Forma errata

Forma corretta

io abrògo

io àbrogo

àmaca

amàca

autodròmo

autòdromo

bàule

baùle

bolscèvico

bolscevìco

callifùgo, febbrifùgo

callìfugo, febbrìfugo

io centèllino

io centellìno

cosmopòlita

cosmopolìta

io dévio

io devìo

èdile

edìle

èdule

edùle

elettròdo

elèttrodo

eurèka

èureka

Frìuli

Friùli

giàcere

giacére

ilàre

ìlare

impàri [non pari]

ìmpari

l'ìncavo

l'incàvo

leccòrnia

leccornìa

mòllica

mollìca

Nuòro

Nùoro

persuàdere

persuadére

règime

regìme

rùbrica

rubrìca

sartìa

sàrtia

serotìno

seròtino

termìte

tèrmite

tràlice

tralìce

Più diffuso, non scorretto:

Più diffuso; non scorretto

Più corretto o più ricercato

io àdulo

io adùlo

alchimìa

alchìmia

io arrògo

io àrrogo

diatrìba

diàtriba

io evàporo

io evapóro

guàina

guaìna

Íslam (accento sulla i)

Islàm

karakiri

harakiri

lubrìco

lùbrico

Nòbel

Nobèl

pignòro

pìgnoro

pitòsforo

pittòsporo

sàlubre

salùbre

mi sbèllico

mi sbellìco

scandìnavo

scandinàvo

le steli

le stele

le superfici

le superficie

io vàluto, svàluto

io valùto, svalùto

Casi di doppia grafia:

Ammesso

Preferito

cosidetto, cosifatto

cosiddetto, cosiffatto

denuncie

denunce

efficenza

efficienza

leggiero

leggero

obbiettivo

obiettivo

provincie

province

sopratutto

soprattutto

sufficenza

sufficienza

the

Per quanto riguarda se stesso e sé stesso (con il pronome riflessivo accentato), le due possibilità sono entrambe legittimate dall'uso attuale della lingua scritta.

 

Un occhio più approfondito agli accenti

 

L'accento deve essere scritto:

  1. nelle parole dove l'accento cade nella seconda sillaba (tronche)
    città, andò, lunedì.
  2. nei seguenti monosillabi, tutti gli altri invece non lo vogliono:
    ciò, può, già, più, giù, piè.
  3. su alcuni monosillabi per non confonderli con altre parole uguali nella pronuncia:
    dà (verbo dare) <- da (preposizione)
    dì (giorno) <- di (preposizione) <- di' (imperativo del verbo dire, è un troncamento, per questo vuole l'apostrofo)
    è (verbo) <- e (congiunzione)
    ché (perché, congiunzione) <- che (pronome relativo o congiunzione)
    là (avverbio) <- la (articolo)
    lì (avverbio) stai lì <- li (pronome) li avrei liberati
    né (congiunzione) né caldo né freddo <- ne (pronome o avverbio) me ne passeresti un po'?
    sé (pronome) fa tutto da sé <- se (congiunzione)
    se quella cosa fosse accaduta sì (avverbio) sì, lo conosco <- si (pronome) si alza sempre tardi
    tè (nome) gradisci un tè? <- te (pronome) vengo con te
  • Sulle voci do, dai danno si può segnare l'accento, dò, dài, dànno per non confonderle con do (nota musicale), dai (prep. art.) e danno (nome). Non è sbagliato ma non necessario poiché in un discorso compiuto il senso della frase riesce a distinguere il significato di tali parole.
  • L'accento NON si mette nelle note musicali.
  • L’accento NON si usa sui monosillabi (con l’eccezione di quelli indicati in precedenza). In particolare non si mette l’accento sui qui, qua, so, sa, sto, sta, va, tra, fra, fu, fa, tre, blu, no, re.
  • ATTENZIONE: i composti vanno sempre accentati. Perciò viceré, ventitré, trentatré, rossoblù, gialloblù, lassù, quassù, ristò, ristà, rifà, strafà.
  • ATTENZIONE: come di’ (imperativo di dire, di cui abbiamo parlato sopra), anche da’, sta’, va’ e fa’ (imperativi di dare, stare, andare e fare) vogliono non l’accento ma l’apostrofo, così come po’ (= poco) e mo’ (= modo: a mo’ di), in quanto si tratta di particolari forme di troncamento.

 

fonte: http://xoomer.virgilio.it/maximilian/piccola_guida_grammaticale.doc

autore: non indicato nel documento di origine del testo

 


 

Grammatica analisi grammaticale e analisi logica

Analisi logica

 

ANALISI LOGICA: LE PROPOSIZIONI E I COMPLEMENTI

 

Con preposizione A:

 

TERMINE

Indica la persona o la cosa a cui si rivolge o sulle quali a termine l’azione espressa dal verbo

A chi?a che cosa?

Il figlio è uguale al padre

VANTAGGIO O SVANTAGGIO

La persona o la cosa a vantaggio o svantaggio della quale si verifica qualcosa

Per chi?per che cosa?a vantaggio/a danno di chi?

Il padre provvede al figlio

CAUSA

Indica il motivo per cui viene compiuta l’azione o si verificano le condizioni espresse dal predicato.

A causa di chi?a causa di che cosa? Per quale motivo?

Alla notizia tutti piansero

ETÀ

L’età di qualcuno; a che età una persona ha compiuto un’azione?

Di quanti anni?a che età?

A nove anni entrai in collegio

LIMITAZIONE

Limita l’ambito di qualcosa

Limitamente a che cosa?

Fai tutto tu, a parole

MEZZO

Indica l’essere animato o la cosa mediante i quali si compie l’azione espressa dal verbo.

Per mezzo di chi? Per mezzo di che cosa?

La lettera fu scritta a macchina

MODO O MANIERA

Indica il modo in cui viene compiuta l’azione espressa dal predicato o si verifica una circostanza.

Come? In che modo?

Cesare fu ucciso a tradimento

MOTO A LUOGO

Indica il luogo verso il quale si muove qualcuno o qualcosa o verso il quale è diretta un’azione?

Dove?verso dove?

Andiamo alla spiaggia

PENA

La pena, il castigo a cui si è condannati

Condannato a quale pena?

Il reo fu condannato a morte

PREZZO

Indica il prezzo di qualcosa.

Quanto costa?

Comprai le pesche a cento lire il chilo

STATO IN LUOGO

Indica il luogo nel quale o dentro al quale si verifica un fatto, si determina una situazione, si trovano persone,
animali,oggetti.

Dove?in quale luogo?

Siamo a scuola

TEMPO DETERM.

Indica il momento o l’epoca in cui si colloca l’azione o la situazione espressa dal predicato.

Quando?in quale momento?

A primavera gli alberi rinverdiscono

PREDICATIVO DEL SOGGETTO

È costituito da un nome o da un aggettivo che si riferisce al soggetto.

 

Sei scelto a guida della comitiva

PREDICATIVO DELL'OGGETTO

È costituito da un nome o da un aggettivo che si riferisce al complemento oggetto, indicandone una caratteristica o una funzione.

 

Ti ho scelto a guida della comitiva

 

Con preposizione CON:


MODO O MANIERA

Indica il modo in cui viene compiuta l’azione espressa dal predicato o si verifica una circostanza.

Come? In che modo?

I soldati combatterono con valore

MEZZO

Indica l’essere animato o la cosa mediante i quali si compie l’azione espressa dal verbo.

Per mezzo di chi? Per mezzo di che cosa?

Il contadino ara con l'aratro

COMPAGNIA

La persona(compagnia)o la cosa(unione insieme alla quale si compie l’azione espressa dal verbo.

In compagnia di?Unitamente a che cosa?

Uscii col babbo

UNIONE

La persona(compagnia)o la cosa(unione insieme alla quale si compie l’azione espressa dal verbo.

In compagnia di?Unitamente a che cosa?

Esco col mantello

QUALITÀ

Qualità e caratteristiche materiali o morali di qualcuno o qualcosa.

Di che qualità?di che tipo?

Un uomo con lunga barba

MATERIA

La sostanza di cui è fatto un oggetto

Di quale sostanza?

Nido fatto con fango

CAUSA

Indica il motivo per cui viene compiuta l’azione o si verificano le condizioni espresse dal predicato.

A causa di chi?a causa di che cosa? Per quale motivo?

Col freddo le foglie ingialliscono

CONCESSIVO

La persona o la cosa nonostante la quale si verifica una circostanza.

Nonostante/malgrado chi?che cosa?

Con tanta premura, si ferma a chiacchierare

TEMPO DETERMINATO

Indica il momento o l’epoca in cui si colloca l’azione o la situazione espressa dal predicato.

Quando?in quale momento?

Con la primavera tornano le rondini

 

Con preposizione DA:

AGENTE

Indica l’essere animato da cui è compiuta l’azione espressa da un verbo passivo.

Da chi? Da che cosa? Ad opera di chi?

L'agnello è divorato dal lupo

CAUSA EFFICIENTE

Indica l’essere inanimato da cui è compiuta l’azione espressa da un verbo passivo.

Da chi? Da che cosa? Ad opera di chi?

Pierino è roso dalla rabbia

FINE O SCOPO

Indica lo scopo dell’azione o della condizione espresse dal predicato.

Per, con quale fine? Per, con quale scopo?

Carte da gioco

LIMITAZIONE

Limita l’ambito di qualcosa

Limitamente a che cosa?

Questo bambino è cieco da un occhio

QUALITÀ

Qualità e caratteristiche materiali o morali di qualcuno o qualcosa.

Di che qualità?di che tipo?

Donna dai capelli biondi

ORIGINE E PROVENIENZA

Indica l’origine ola provenienza (luogo,famiglia,condizione sociale o economica)di qualcuno o di qualcosa.Può avere senso proprio o figurato.

Originato,nato da chi?da che cosa?

Siamo nati dai genitori

SEPARAZ. E ALLONTANAMENTO

Indica da chi o da che cosa ci si allontana, ci si separa, ci si libera o ci si distingue; può avere senso compiuto o figurato.

Da chi?da che cosa?da dove?

Le Alpi dividono l'Italia dalla Francia, Svizzera, Austria

TEMPO DETERMINATO

Indica il momento o l’epoca in cui si colloca l’azione o la situazione espressa dal predicato.

Quando?in quale momento?

Da molti mesi non vedo i nonni

TEMPO CONTINUATO

Indica per quanto tempo dura l’azione o la situazione espressa dal predicato.

Per quanto tempo?

Dall'anno scorso abito qui

APPOSIZIONE

È un nome che si aggiunge ad un altro elemento nominale della frase per meglio precisarlo.

 

Egli, da guida, è pratico

PREDICATIVO DEL SOGGETTO

È costituito da un nome o da un aggettivo che si riferisce al soggetto.

 

Sei stato scelto da guida

PREDICATIVO DELL'OGGETTO

È costituito da un nome o da un aggettivo che si riferisce al complemento oggetto, indicandone una caratteristica o una funzione.

 

Ti ho scelto da guida

 

Con preposizione DI:

SPECIFICAZIONE

Precisa o spiega il significato generico del termine da cui dipende.

Di chi? Di che cosa?

L'albero del melo è fiorito

PARTITIVO

Il tutto di cui un termine reggente indica una parte.

Tra chi?tra che cosa?di chi, di che cosa?

Qualcuno di voi ha sentito?

DENOMINAZIONE

Unisce un nome specifico o proprio ad un nome generico

Di quale nome?

Vado nella città di Roma

QUALITÀ

Qualità e caratteristiche materiali o morali di qualcuno o qualcosa.

Di che qualità?di che tipo?

Il Direttore è uomo di grande ingegno e di bella presenza

ABBONDANZA E PRIVAZIONE

ciò di cui qualcuno o qualcosa è fornito oppure privo. Risponde alla domanda: ricco/pieno di che cosa?,povero/carente di che cosa?

È introdotto da verbi ed aggettivi significanti abbondanza o scarsità

I vecchi sono ricchi di senno, ma privi di forze

ARGOMENTO

L’argomento di cui si parla o si scrive

Intorno a quale argomento?di che argomento?

Il maestro parla di astronomia

CAUSA

Indica il motivo per cui viene compiuta l’azione o si verificano le condizioni espresse dal predicato.

A causa di chi?a causa di che cosa? Per quale motivo?

Il ragazzo tremava di freddo

LIMITAZIONE

Limita l’ambito di qualcosa

Limitatamente a che cosa?

Siamo molti di numero

MATERIA

La sostanza di cui è fatto un oggetto

Di quale sostanza?

Possiedo un anello d'oro

MEZZO

Indica l’essere animato o la cosa mediante i quali si compie l’azione espressa dal verbo.

Per mezzo di chi? Per mezzo di che cosa?

Orniamo di fiori gli altari

MODO O MANIERA

Indica il modo in cui viene compiuta l’azione espressa dal predicato o si verifica una circostanza.

Come? In che modo?

Essi studiano di buona voglia

ORIGINE E PROVENIENZA

Indica l’origine ola provenienza (luogo,famiglia,condizione sociale o economica)di qualcuno o di qualcosa.Può avere senso proprio o figurato.

Originato,nato da chi?da che cosa?

Siamo di Genova

PARAGONE

Il secondo termine di paragone all’interno di un confronto

Più o meno di che cosa?come chi?come che cosa?

Il ferro è più utile dell'oro

STIMA

Indica una valutazione di tipo materiale o morale

Stimato,valutato da chi?

Ora ti considero di più

PENA

La pena, il castigo a cui si è condannati

Condannato a quale pena?

L'automobilista disattento fu multato di centomila lire

MOTO DA LUOGO

Indica il luogo dal quale si muove qualcuno o qualcosa, o da cui prende avvio un’azione.

Da dove? Da quale luogo?

Esco volentieri di città

TEMPO DETERMINATO

Indica il momento o l’epoca in cui si colloca l’azione o la situazione espressa dal predicato.

Quando?in quale momento?

Di primavera fioriscono le viole

COLPA

La colpa di cui si è accusati o per la quale si è condannati

Accusato di quale colpa?condannato per quale colpa?

Il reo di furto fu condannato

ETÀ

L’età di qualcuno; a che età una persona ha compiuto un’azione?

Di quanti anni?a che età?

Cominciai a lavorare di dieci anni

PREDICATIVO DEL SOGGETTO

È costituito da un nome o da un aggettivo che si riferisce al soggetto.

 

Carlo fu messo di guida agli altri

PREDICATIVO DELL'OGGETTO

È costituito da un nome o da un aggettivo che si riferisce al complemento oggetto, indicandone una caratteristica o una funzione.

 

Misi Carlo di guida

 

Con preposizione FRA/TRA

 

PARTITIVO

Il tutto di cui un termine reggente indica una parte.

Tra chi?tra che cosa?di chi, di che cosa?

Pochi tra noi hanno compreso

MODO O MANIERA

Indica il modo in cui viene compiuta l’azione espressa dal predicato o si verifica una circostanza.

Come? In che modo?

Egli parla tra i denti

CAUSA

Indica il motivo per cui viene compiuta l’azione o si verificano le condizioni espresse dal predicato.

A causa di chi?a causa di che cosa? Per quale motivo?

Tra la malattia e il dolore non poté sopravvivere

MOTO A LUOGO

Indica il luogo verso il quale si muove qualcuno o qualcosa o verso il quale è diretta un’azione?

Dove?verso dove?

Vado tra gli amici

MOTO PER LUOGO

Indica il luogo attraverso il quale si passa o attraverso il quale viene compiuta un’azione in movimento.

Per dove? Attraverso quale luogo?

Passo fra le spine

STATO IN LUOGO

Indica il luogo nel quale o dentro al quale si verifica un fatto, si determina una situazione, si trovano persone,
animali,oggetti.

Dove?in quale luogo?

Tra l'erba fioriscono le viole

TEMPO DETERMINATO

Indica il momento o l’epoca in cui si colloca l’azione o la situazione espressa dal predicato.

Quando?in quale momento?

Verrò fra due ore

TEMPO CONTINUATO

Indica per quanto tempo dura l’azione o la situazione espressa dal predicato.

Per quanto tempo?

Arriverò tra la primavera e l'estate

MEZZO

Indica l’essere animato o la cosa mediante i quali si compie l’azione espressa dal verbo.

Per mezzo di chi? Per mezzo di che cosa?

Tengo fra le mani la preziosa coppa

 

Con preposizione IN

STATO IN LUOGO

Indica il luogo nel quale o dentro al quale si verifica un fatto, si determina una situazione, si trovano persone,
animali,oggetti.

Dove?in quale luogo?

Sono in città

MOTO A LUOGO

Indica il luogo verso il quale si muove qualcuno o qualcosa o verso il quale è diretta un’azione?

Dove?verso dove?

Vado in città.

MOTO PER LUOGO

Indica il luogo attraverso il quale si passa o attraverso il quale viene compiuta un’azione in movimento.

Per dove? Attraverso quale luogo?

Passai in piazza Roma

TEMPO DETERMINATO

Indica il momento o l’epoca in cui si colloca l’azione o la situazione espressa dal predicato.

Quando?in quale momento?

In primavera ritornano le speranze

TEMPO CONTINUATO

Indica per quanto tempo dura l’azione o la situazione espressa dal predicato.

Per quanto tempo?

In tre ore ho fatto tutto

MODO O MANIERA

Indica il modo in cui viene compiuta l’azione espressa dal predicato o si verifica una circostanza.

Come? In che modo?

Il babbo parla in tono pacato

MEZZO

Indica l’essere animato o la cosa mediante i quali si compie l’azione espressa dal verbo.

Per mezzo di chi? Per mezzo di che cosa?

Andammo in battello all'isola di Favignana

MATERIA

La sostanza di cui è fatto un oggetto

Di quale sostanza?

La statua fu scolpita nel marmo

DISTRIBUTIVO

Un rapporto numerico o la distribuzione tra persone o cose o numeri.

Ogni quanto?in che ordine?

Divisero la preda in tre parti

LIMITAZIONE

Limita l’ambito di qualcosa

Limitatamente a che cosa?

Il maestro è dotto in astronomia

STIMA

Indica una valutazione di tipo materiale o morale

Stimato,valutato da chi?

La prosa del Manzoni è tenuta in grande considerazione

PREDICATIVO DELL'OGGETTO

È costituito da un nome o da un aggettivo che si riferisce al complemento oggetto, indicandone una caratteristica o una funzione.

 

Il nostro vicino ha in moglie una brava donna

PREDICATIVO DEL SOGGETTO

È costituito da un nome o da un aggettivo che si riferisce al soggetto.

 

Questa brava fanciulla sarà data in sposa a mio cugino

 

Con preposizione PER

FINE O SCOPO

Indica lo scopo dell’azione o della condizione espresse dal predicato.

Per, con quale fine? Per, con quale scopo?

Combatteremo per la vittoria

CAUSA

Indica il motivo per cui viene compiuta l’azione o si verificano le condizioni espresse dal predicato.

A causa di chi?a causa di che cosa? Per quale motivo?

Tremiamo per il freddo

COLPA

La colpa di cui si è accusati o per la quale si è condannati

Accusato di quale colpa?condannato per quale colpa?

Il comandante fu condannato per tradimento

MOTO A LUOGO

Indica il luogo verso il quale si muove qualcuno o qualcosa o verso il quale è diretta un’azione?

Dove?verso dove?

Parto per la città

MOTO PER LUOGO

Indica il luogo attraverso il quale si passa o attraverso il quale viene compiuta un’azione in movimento.

Per dove? Attraverso quale luogo?

Passo per la città

TEMPO CONTINUATO

Indica per quanto tempo dura l’azione o la situazione espressa dal predicato.

Per quanto tempo?

Troia fu assediata per dieci anni

MEZZO

Indica l’essere animato o la cosa mediante i quali si compie l’azione espressa dal verbo.

Per mezzo di chi? Per mezzo di che cosa?

Ti avvertirò per lettera

MODO O MANIERA

Indica il modo in cui viene compiuta l’azione espressa dal predicato o si verifica una circostanza.

Come? In che modo?

Parlo per scherzo

LIMITAZIONE

Limita l’ambito di qualcosa

Limitatamente a che cosa?

Per il numero, siamo pochi

PREZZO

Indica il prezzo di qualcosa.

Quanto costa?

Comperammo il libro per pochi soldi

APPOSIZIONE

È un nome che si aggiunge ad un altro elemento nominale della frase per meglio precisarlo.

 

Tu, per guida, sei prezioso

PREDICATIVO DEL SOGGETTO

È costituito da un nome o da un aggettivo che si riferisce al soggetto.

 

Sei stato scelto per giudice

PREDICATIVO DELL'OGGETTO

È costituito da un nome o da un aggettivo che si riferisce al complemento oggetto, indicandone una caratteristica o una funzione.

 

Ho eletto te per giudice

           

Con preposizione IMPROPRIA SECONDO

LIMITAZIONE

Indica entro quali limiti o in quali ambiti è valido ciò che viene affermato.

Limitatamente a che cosa?

Secondo noi, sbagli

MODO O MANIERA

Indica il modo in cui viene compiuta l’azione espressa dal predicato o si verifica una circostanza.

Come? In che modo?

Agii secondo la consuetudine

 

Con preposizione IMPROPRIA SOTTO

MOTO A LUOGO

Indica il luogo verso il quale si muove qualcuno o qualcosa o verso il quale è diretta un’azione?

Dove?verso dove?

Il gatto fugge sotto il tetto

MOTO PER LUOGO

Indica il luogo attraverso il quale si passa o attraverso il quale viene compiuta un’azione in movimento.

Per dove? Attraverso quale luogo?

Passo sotto l'arco

STATO IN LUOGO

Indica il luogo nel quale o dentro al quale si verifica un fatto, si determina una situazione, si trovano persone,
animali,oggetti.

Dove?in quale luogo?

La rondine è sotto il tetto

CAUSA

Indica il motivo per cui viene compiuta l’azione o si verificano le condizioni espresse dal predicato.

A causa di chi?a causa di che cosa? Per quale motivo?

Sotto accusa di furto fu imprigionato (neanche sotto è qui

MODO

Indica il modo in cui viene compiuta l’azione espressa dal predicato o si verifica una circostanza.

Come? In che modo?

Andammo sotto vento

 

Con preposizione IMPROPRIA SU

 

ARGOMENTO

L’argomento di cui si parla o si scrive

Intorno a quale argomento?di che argomento?

Libro sulla vita di Dante

CAUSA

Indica il motivo per cui viene compiuta l’azione o si verificano le condizioni espresse dal predicato.

A causa di chi?a causa di che cosa? Per quale motivo?

Su denuncia il reo fu scoperto (però non è un buon uso, è meglio dire: per denuncia)

ETÀ

L’età di qualcuno; a che età una persona ha compiuto un’azione?

Di quanti anni?a che età?

Pierino è un ragazzo sui dieci anni

MEZZO

Indica l’essere animato o la cosa mediante i quali si compie l’azione espressa dal verbo.

Per mezzo di chi? Per mezzo di che cosa?

Andammo in mare sulla barca

MODO O MANIERA

Indica il modo in cui viene compiuta l’azione espressa dal predicato o si verifica una circostanza.

Come? In che modo?

Abito fatto su misura

LUOGO (MOTO A)

Indica il luogo verso il quale si muove qualcuno o qualcosa o verso il quale è diretta un’azione?

Dove?verso dove?

Vado sui monti

Moto per luogo

Indica il luogo attraverso il quale si passa o attraverso il quale viene compiuta un’azione in movimento.

Per dove? Attraverso quale luogo?

Passo sul prato

 

Con preposizione IMPROPRIA VERSO

MOTO A LUOGO

Indica il luogo verso il quale si muove qualcuno o qualcosa o verso il quale è diretta un’azione?

Dove?verso dove?

Vado verso la piazza

ETÀ

L’età di qualcuno; a che età una persona ha compiuto un’azione?

Di quanti anni?a che età?

Verso i vent'anni lasciai la casa paterna

 

Fonte: http://www.studenti.it/download/scuole_medie/Analisi%20logica%20-%20Preposizioni%20e%20complementi.doc

autore del testo non indicato nel documento di origine del testo

 

Apposizione
L'apposizione è un sostantivo che si pone immediatamente prima o dopo di un altro sostantivo, per meglio qualificarlo, specificandone una qualità, una condizione, una caratteristica. Essa può accompagnare:
- il soggetto (apposizione del soggetto): lo zio Ernesto è un biologo;
- un complemento (apposizione del complemento): ho mangiato le lasagne al forno, un piatto squisito.
L’apposizione può precedere o seguire il nome a cui si riferisce. Quando lo segue, può essere introdotta da preposizioni, locuzioni o espressioni come: "da, per, come, in qualità di".
Esempi: Il filosofo Socrate non lasciò scritti - Adone, giovane splendido, fu amato da Venere - Cicerone, da fanciullo, giocava molto - Mio zio, in qualità di ambasciatore, viaggia spesso.

Attributo

L'attributo è un aggettivo che si unisce direttamente al nome al quale è riferito. Serve ad attribuire al nome una qualità o una caratteristica. Esso può riferirsi:
- al soggetto (attributo del soggetto): scoppiò un violento temporale;
- a un complemento (attributo del complemento): sto leggendo un libro interessante;
- alla parte nominale del predicato (attributo del predicato): Marco è un ragazzino simpatico.
Esempi: Il mulo è un animale ostinato - Il mio cane è un cocker.

Complemento di abbondanza e privazione

Il complemento di abbondanza indica ciò di cui una persona animale o cosa abbonda.
Il complemento di privazione indica ciò di cui una persona animale o cosa è priva, manca.
Esempi: L’isola abbonda d’oro - Era fornito di singolari virtù - La sua vita era priva di soddisfazioni - Il poverello aveva bisogno di pane.

Complemento di agente e di causa efficiente
Il complemento di agente indica l'essere animato (persona o animale) da cui viene compiuta l'azione in frasi di forma passiva.
Il complemento di causa efficiente indica l'essere animato, la cosa da cui viene compiuta l'azione in frasi di forma passiva.
Questi due complementi sono introdotti dalla preposizione "da" e rispondono alla domanda: "da chi?" (agente) - “da che cosa?"(causa efficiente).
Esempi: Il corvo fu ucciso dal cacciatore (agente) - Un toro fu sbranato dal leone (agente) – Mio cugino fu colpito da una tegola (causa efficiente).

Complemento di allontanamento o di privazione
Il complemento di allontanamento o di privazione indica la persona, l'animale o la cosa da cui ci si allontana, ci si distacca, ci si differenzia. Si ha in dipendenza di verbi che significano allontanare, cacciare, allontanarsi, astenersi, liberare, separare, dividere ecc. Può dipendere anche da sostantivi e aggettivi derivati dagli stessi verbi, come allontanamento, separazione, divisione ecc. Risponde alle domande: “da chi? da che cosa? Da dove?”. Questo complemento è preceduto dalle proposizioni "da, dal, dalle, dagli".
Esempi: Tieniti lontano dalle cattive compagnie - È difficile distinguere il vero dal falso - Astenetevi dal bere.

Complemento di argomento
Il complemento di argomento serve ad indicare di quale animale, persona o cosa si scrive o si parla. È preceduto dalle preposizioni "di, su" o dalle locuzioni "intorno a, riguardo a, a proposito di, circa". Risponde alla domanda: "a proposito di chi? A proposito di che cosa? Su quale argomento?".
Esempi: Discutevamo di letteratura - Scrisse un libro sugli animali - Non ho deciso nulla circa la partenza - Riguardo alla villeggiatura non so che fare.

Complemento di causa
Il complemento di causa serve a indicare la ragione o il motivo per cui si compie o si subisce l'azione. È introdotto dalle preposizioni "per, a, di, da, con" e dalle locuzioni "a causa di, a motivo di". Risponde alla domanda: "a causa di che cosa? A causa di chi? Per quale motivo?".
Esempi: La morte per fame è atroce - L'animo del padrone ardeva d'ira - Scoppio dalla curiosità di sapere tutto - Con questo rumore non si riesce a dormire - A causa della malattia era pallidissimo - Alla mia domanda ammutolì.

Complemento di compagnia e di unione
Il complemento di compagnia serve a indicare la persona o animale "insieme - con" cui si compie o si riceve l'azione espressa dal verbo. È è introdotto dalla preposizione "con" o dalle locuzioni
"insieme - con, insieme a, in compagnia di". Risponde alla domanda "in compagnia di chi? Insieme a chi? Con chi?".
Il complemento di unione serva indicare la cosa "insieme - con" cui si compie o si riceve l'azione espressa dal verbo.
Esempi: Piero passeggia col babbo - Esce sempre insieme al cane - Esco con lo zaino - Passeggia con un vestito nero.

Complemento di denominazione
È rappresentato da un nome solo che specifica o il nome geografico precedente (come città, villaggio, isola, penisola, monte, lago ecc.) o i sostantivi (mese, nome, soprannome ecc.). È preceduto dalla preposizione "di". Risponde alla domanda “di quale nome?”.
Esempi: L'isola di Lesbo fu patria di Saffo - Il mese di febbraio è freddo - La città di Roma è bella.
Attenzione: il complemento di denominazione non va confuso col complemento di specificazione.

Complemento di fine o scopo
Il complemento di fine o scopo indica il fine o lo scopo per il quale si compie un’azione. Risponde alle domande “per quale fine? Con quale scopo?”. È introdotto dalle preposizioni “per, a” o dalle locuzioni preposizionali “allo scopo di, al fine di, in vista di”.
Esempi: Organizzeremo una festa per il tuo compleanno - Ha agito a fin di bene - In vista dello spettacolo provano tutte le sere.

Complementi di luogo
I complementi di luogo sono 4 e sono definiti dal significato del verbo o del sostantivo da cui dipendono. Essi sono:
- stato in luogo;
- moto a luogo;
- moto da luogo;
- moto per luogo.

Complemento di stato in luogo
Il complemento di stato in luogo indica il luogo reale o figurato entro cui una persona, un animale o una cosa si trova, compie o subisce l'azione. È rappresentato da un sostantivo preceduto dalle preposizioni "in, a, su, sopra, tra, dentro" o dalle locuzioni preposizionali “accanto a, vicino a, all’interno di”. Dipende da verbi o sostantivi che indicano quiete (come "stare, essere") domicilio, sede. Risponde alla domanda: "dove? In quale luogo?".
Esempi: Un candido cigno sta nella vasca del giardino - Giovanni Pascoli visse a Bologna - Sulla torre è stato acceso il fuoco - Si trovò in grave imbarazzo.
Quando il luogo in cui si svolge l’azione non è reale, ma figurato (un concetto, una persona considerati come luogo) abbiamo il complemento di stato in luogo figurato.

Complemento di moto a luogo
Il complemento di moto a luogo indica il luogo reale o figurato verso cui si va o ci si dirige. È rappresentato da un sostantivo preceduto da preposizioni come "a, in, per, da, verso" o dalle locuzioni preposizionali “in direzione di, dalle parti di”. Dipende da verbi o sostantivi che indicano un movimento, come "andare, venire, partire, andata, partenza, arrivo". Risponde alla domanda: "Dove? Verso quale luogo?".
Esempi: Giovanni precipitò in mare - Arrivarono tardi a casa - Verremo tutti da te - Partì per l'Africa orientale.

Complemento di moto da luogo
Il complemento di moto da luogo indica il luogo reale o figurato dal quale ci si muove o ci si allontana. È rappresentato da un sostantivo preceduto dalle preposizioni "da, di"o dalle locuzioni preposizionali “fuori da, via da, giù da”. Dipende da verbi o sostantivi che indicano movimento e partenza come "partire, uscire, ritornare, fuga, partenza, uscita". Risponde alla domanda: "Da dove? Da quale luogo?".
Esempi: Una volpe sbucò fuori dalla tana - Mi è caduto il bicchiere di mano.

Complemento di moto per luogo
Il complemento di moto per luogo indica il luogo reale o figurato attraverso il quale avviene il passaggio o il movimento. È costituito da un sostantivo preceduto dalle preposizioni "per, attraverso, da" o dalla locuzione preposizionale: “in mezzo a”. Dipende da verbi o sostantivi che indicano movimento e partenza come "partire, uscire, tornare, ritornare, fuga, partenza, uscita”. Risponde alla domanda: "Per dove? Attraverso quale luogo?".
Esempi: Tornò a casa per la via più breve - Annibale scese in Italia attraverso le Alpi - Sono passato da Porta Orientale.

Complemento di materia
Il complemento di materia serve a indicare di quale sostanza è composto o fabbricato un determinato oggetto. Risponde alla domanda: "di quale materia? In quale materia?". È preceduto dalle preposizioni "di, in".
Esempi: Il falegname costruisce armadi di noce - Ammirate la statuetta di Nettuno in bronzo.
Il complemento di materia può essere anche figurato.
Esempio: I capelli d'oro - Il cuore di pietra-

Complemento di mezzo o strumento
Il complemento di mezzo o strumento indica la persona, l'animale o la cosa mediante la quale si compie una determinata azione. Risponde alla domanda: "per mezzo di chi? Per mezzo di che cosa?". È introdotto dalle preposizioni "con, per, di, a, in" o dalle locuzioni "mediante, per mezzo di”.
Esempi: Il cocchiere incita i cavalli con la frusta - Il serpente fu ucciso a bastonate - Certi popoli si nutrono di carne e di latte - Sono arrivato in treno - Il pacco è stato spedito per posta - Gli antichi spedivano le lettere per mezzo di corrieri.
Sono da considerare complementi di mezzo quelli introdotti:
- dalla preposizione "a" nelle espressioni come barca a motore, sedia a rotelle, lampada a gas, barca a vela, lavoro a mano;
- da locuzioni come "grazie a" nelle espressioni come grazie alla dieta ho perso peso.

Complemento di modo o maniera
Il complemento di modo o maniera indica in quale maniera si compie l'azione espressa dal verbo. Risponde alla domanda: "in che modo?". È preceduto dalle preposizioni "con, a, di, in".
Esempi: Giovanni pregava a mani giunte - Mi accolsero con cortesia - Partirono in fretta - Arrivò di corsa - Cammina a testa alta.

Complemento oggetto
Il complemento oggetto è l'elemento della proposizione destinatario diretto dell'azione compiuta dal soggetto. Per tale motivo è detto anche "complemento diretto" perché unisce la parola direttamente al verbo senza l’aiuto di alcuna preposizione. Risponde alla domanda: “chi? Che cosa?”.
Esempi: La guardia insegue il ladro - Il contadino ara la terra.
Ha due caratteristiche:
- non è mai preceduto da preposizione (a volte però può essere preceduto dal partitivo, che non ha funzione di preposizione. Esempio: Ho comprato dei giornali = alcuni giornali);
- può diventare il soggetto della frase resa passivo. Eesempio: Mario (soggetto) incontra la maestra (complemento oggetto). La maestra (soggetto) viene incontrata da Mario.

Complemento di origine o provenienza
Il complemento di origine o provenienza indica, in senso reale o figurato, da chi o da che cosa una persona, animale o cosa trae la sua origine. Dipende da verbi che indicano origine, provenienza come "nascere, derivare, discendere, provenire" oppure da sostantivi come "nascita, origine, discendenza" preceduti dalle preposizioni "da, di". Risponde alla domanda: "di che origine? Di che provenienza? Da chi? Da che cosa? Da dove?”.
Esempi: Era nato da ottima famiglia - Il Po nasce dal Monviso - Dall'ira provengono molti mali.

Complemento di paragone
Il complemento di paragone indica la persona, la cosa, l'animale con cui un'altra è messa a confronto. Il confronto può essere:
- di maggioranza;
- di minoranza;
- di uguaglianza.
Il primo elemento è detto primo termine di paragone, il secondo viene detto secondo termine di paragone.
Esempio: Il pino (soggetto e I termine di paragone) è più alto (predicato nominale con aggettivo di maggioranza) del ciliegio (complemento di paragone, II termine di paragone).
Risponde alla domanda "di chi? di che cosa", per cui ci può sembrare di essere di fronte ad un complemento di specificazione. Per capire se si tratta di un secondo termine di confronto bisogna farsi la domanda: "in confronto a chi? In confronto a cosa?".
Esempi: Il topo è meno furbo del gatto - Luigi è tanto goloso quanto Antonio - Il cervo è veloce come il cavallo - L'oro è più prezioso dell'argento.

Complemento partitivo
Il complemento partitivo è una forma particolare del complemento di specificazione. È espresso da un sostantivo che indica un insieme di persone, animali o cose, di cui l'aggettivo e il pronome che lo regge indica una parte. Precisa il tutto di cui il nome reggente indica una parte. È rappresentato da un sostantivo preceduto dalle preposizioni "di, tra, fra". Risponde alla domanda: "tra chi? tra che cosa?". Si ha in dipendenza da:
- aggettivi numerali come "1, 2, 100, molti, parecchi, diversi". Esempio: Delle pecore, tre si erano allontanate (delle pecore = fra le pecore - complemento partitivo) - Molti di questi alberi furono piantati da me;
- pronomi (indefiniti, interrogativi) come "nessuno, qualcuno, chi?". Esempi: Qualcuno dei ragazzi ha rotto il vetro - Chi di voi ha parlato?;
- Aggettivi di grado superlativo relativo, come "i più grandi dei, il più bello dei". Esempio: Il più caro degli amici, vale un tesoro.

Complemento predicativo del soggetto
Il complemento predicativo del soggetto è un sostantivo o un aggettivo che si riferisce al soggetto e precisa il senso del predicato verbale.
Esempio: Il re tornò cieco - Dante morì esule.
Spesso il complemento predicativo del soggetto è preceduto da "a, da, per, in, come, quale, in conto di, in qualità di". I verbi che reggono il predicativo del soggetto sono:
- i verbi copulativi (sembrare, diventare, riuscire, stare);
- i verbi appellativi passivi (essere chiamato, essere soprannominato, essere detto);
- i verbi elettivi passivi (essere eletto, essere nominato);
- i verbi estimativi passivi (essere stimato, essere giudicato);
- i verbi effettivi passivi (essere fatto, essere reso).
Esempi: Tu fosti scelto come mediatore - Mio fratello è stato assunto in qualità d'ispettore - Socrate fu giudicato sapiente.
Bisogna fare attenzione a non confondere il complemento predicativo con l'attributo.
Esempio: Il figlio malato tornò a casa: in questo caso “malato” è attributo, perché specifica la condizione del figlio, ovvero del nome a cui è unito. Il figlio tornò a casa malato: in questo caso “malato” è complemento predicativo del soggetto perché specifica il verbo tornare, risponde cioè alla domanda "come tornò?".

Complemento predicativo dell'oggetto
Il complemento predicativo dell'oggetto è un aggettivo o sostantivo che grammaticalmente si riferisce al complemento oggetto, ma logicamente modifica o completa il senso del predicato verbale, cioè del verbo transitivo attivo che regge tale complemento oggetto.
Esempi: I romani soprannominarono Scipione l'Africano - L'oracolo giudicò Socrate sapiente - L'occasione fa l'uomo ladro.
Il complemento predicativo dell'oggetto si ha con:
- i verbi appellativi: chiamare, dire, denominare;
- i verbi elettivi: eleggere, proclamare;
- i verbi estimativi: stimare ritenere;
- i verbi effettivi: fare, ridurre, rendere.
Questi verbi se attivi reggono il complemento predicativo dell'oggetto, se passivi il complemento predicativo del soggetto.
Esempio: I romani elessero Cincinnato dittatore (complemento predicativo dell'oggetto) - Cincinnato fu eletto dittatore dai romani (complemento predicativo del soggetto).

Complemento di qualità
Il complemento di qualità è una delle forme particolari del complemento di specificazione. Indica le qualità fisiche o morali, le proprietà caratteristiche di una persona, animale o cosa. È rappresentato da un sostantivo accompagnato solitamente da un aggettivo e preceduto dalle preposizioni “di, da, con”.
Esempi: Era un uomo di grande ingegno - Era un bel ragazzo con gli occhi celesti - Era un vecchio dalla barba lunga.
Si considerano complementi di qualità anche le determinazioni di peso, misura, età, numero.
Esempi: Una flotta di ventisette navi - Un giovane di diciotto anni - Un masso di settanta chili.

Complemento di reciprocità
Il complemento di reciprocità indica il rapporto o la relazione di reciprocità che intercorre tra persone, animali, cose. È rappresentato da un sostantivo o un pronome preceduto dalle preposizioni “tra, fra”. Non va confuso col complemento partitivo.
Esempi: Tra Anna e Alberto non scorre buon sangue - Tra i romani e i cartaginesi nacque la guerra.

Complemento di specificazione
Il complemento di specificazione è rappresentato da un sostantivo o da qualsiasi parte del discorso sostantivata e serve a determinare o specificare il concetto del nome da cui dipende. È un complemento indiretto che specifica, precisa il significato del nome a cui si riferisce. Viene usato anche per indicare l’appartenenza. Risponde alla domanda: "di chi? Di che cosa?".
Esempi: Ho una gran voglia di viaggiare - Ho scoperto una nidiata di uccellini - Quell'uomo è avido di denaro - Mi rivolse una sfilza di perché - La lingua è spesso causa di discordie

Complementi di tempo
Ogni azione o avvenimento può essere considerato nel tempo sotto un duplice aspetto:
- l'epoca, il momento, la data del suo compimento, in risposta alla domanda "quando?". Tale aspetto si rende con il complemento di tempo determinato;
- la durata del suo svolgimento, in risposta alla domanda "per quanto tempo?". Questo secondo aspetto si esprime con il complemento di tempo continuato o indeterminato.

Complementi di tempo determinato
Il complementi di tempo determinato indica l'epoca, il momento o la data in cui è accaduto, accade o accadrà un fatto. Risponde alla domanda "quando?". È introdotto dalle preposizioni “in, a, di, per, verso, circa” oppure dall’articolo.
Esempi: In autunno i contadini raccolgono l'uva - Le messi maturano d'estate - Mi svegliai alle 5 - La sera cessa ogni lavoro - Il mese prossimo cambieremo casa.

Complemento di tempo continuato (o indeterminato)
Il complemento di tempo continuato (o indeterminato) indica per quanto tempo è durata, dura o durerà un'azione. In italiano è costituito da un sostantivo o un verbo preceduti dalla preposizione "per". Risponde alla domanda: "per quanto tempo? In quanto tempo? Da quanto tempo?". È introdotto dalle preposizioni e locuzioni preposizionali “per, da, in, durante, fino a, fin da”.
Esempi: Per vent'anni non si ebbero più notizie di lui - Febbraio dura 28 giorni - Combatterono per molte ore.

Complemento di termine
Il complemento di termine indica la persona, animale o cosa verso cui va a terminare l'azione espressa dal verbo. È introdotto dalla preposizione "a" semplice o articolata. Risponde alla domanda: "a chi?, a che cosa?". Il complemento di termine può essere rappresentato non solo da un nome, ma anche da un pronome e dalle particelle pronominali mi (a me), ti (a te), si (a sé), ci (a noi), vi (a voi), loro (a loro).
Esempi: Il fattore dà la biada al cavallo - Non recare molestie alle persone - La morte è simile al sonno - Mi ha telefonato ieri sera.

Complemento di vocazione
Il complemento di vocazione non è un vero e proprio complemento: serve per indicare la persona, la cosa, l'animale a cui rivolgiamo discorso. Risulta spesso compreso tra due virgole, può essere o non essere preceduto dalla preposizione "o".
Esempi: Oggi, amici, ho perduto un giorno - O romani, onorate gli dei - O auriga, incita i cavalli.

Complemento di esclamazione
Il complemento di esclamazione è rappresentato dalla cosa, animale o persona per cui si prova un moto di pietà, sdegno, meraviglia.
Esempi: Povero me! Se avessi usato maggiore prudenza! - Che ridere, non riesco a trattenermi.

 

Fonte: http://www.studenti.it/download/scuole_medie/Analisi%20logica%20-%20Complementi.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

 

Analisi logica: riepilogo

 

  1. predicati:
    • verbale: l’azione si conclude nel verbo, risulta immediatamente comprensibile, senza altre indicazioni > ad es. io mangio
    • nominale: il verbo (spesso, ma non sempre, il verbo essere) si appoggia su un nome o un aggettivo che si riferiscono al soggetto: solo così l’azione risulta chiara > ad es. io sono uno studente / io diventerò famoso
  1. soggetto: è la persona o la cosa a cui si riferisce l’azione espressa dal verbo: l’azione può essere compiuta, nei verbi attivi, o subita, nei veri passivi > ad es. Claudia ( sogg.) ama Lucio / Lucio (sogg.) è amato da Claudia.
  2. attributi: sono quelli che in  analisi grammaticale si chiamano aggettivi e danno informazioni sul soggetto o sui complementi, mai sul predicato > ad es. Questo mio splendido libro mi è molto caro = Questo/ mio/ splendido sono 3 attributi del termine libro
  3. apposizioni: hanno la stessa funzione degli attributi, ma non sono aggettivi, bensì nomi > ad es. Il dottor Franchi è in vacanza = dottor è apposizione di Franchi / Carlo, studente liceale, ha vinto un concorso letterario = studente è apposizione e liceale è attributo di Carlo
  4. complementi:
    • oggetto : indica persone/cose su cui si scarica direttamente l’azione > ad es. Fabio legge un libro = l’azione compiuta da Fabio si riferisce direttamente, cioè senza preposizioni, al libro
    • predicativi: sono introdotti dal predicato e consistono in un nome o un aggettivo che danno informazioni sul soggetto (predicativo del soggetto) o sul complemento oggetto( predicativo dell’oggetto) > ad es.:
        • Paolo è considerato un genio > un genio è un nome introdotto dal predicato e si riferisce al sogg. = pred.sogg
        • Luca ti considera un amico > un amico è un nome introdotto dal predicato e riferito al compl.ogg = pred.ogg.
    • abbondanza/privazione: indica l’abbondanza o la mancanza di qualcosa e segue un termine che indica, appunto, queste condizioni > ad es. Sono pieno di rabbia=abb.

                                                                                                    Manca di pazienza=priv.

  • allontanamento/separazione: indica una distanza da un elemento della frase> ad es. Abito lontano da qui = allon.
    • agente/causa efficiente: in presenza di un verbo passivo indicano la persona/l’animale o la cosa che effettivamente compie l’azione > ad es. Vera è amata da Marco = ag. / la casa è coperta dagli alberi = causa eff.
    • argomento: indica ciò di cui si parla > ad es. Mi piace la tua ricerca su Roma = arg.
    • causa: indica il motivo per cui avviene un’azione e si riferisce a un tempo che precede l’azione stessa > ad es. Arriverò tardi per il traffico = causa
    • colpa/pena: indicano rispettivamente ciò di cui si è accusati e la punizione prevista > ad es. Sono stato accusato di furto (= colpa)  e condannato a 2 anni (= pena) di carcere
    • compagnia/unione: indicano rispettivamente la persona/l’animale o la cosa che accompagnano un soggetto o un complemento > ad es. Con i miei fratelli (comp.) ho ereditato uno stabile con un paio(unione) di negozi
    • denominazione: indica il nome di una località geografica o di una determinazione di tempo, come i giorni, i mesi … > ad es. Nel mese di Agosto ( = den.) affitterò una casa sul Lago di Garda (=den.)
    • età: indica l’età di persone/animali/cose > ad es. Ecco la foto del mio bambino di un anno = età
    • fine: indica l’obiettivo a cui tende l’0azione e si riferisce a un tempo che segue l’azione > ad es. Studio per la promozione = fine
    • limitazione: indica l’ambito di riferimento di un’azione o di un modo di essere > ad es. Sono bravo in matematica = limit.
    • luogo: si tratt di 4 compl. che indicano luoghi: stato in luogo + moto da, a, per luogo > ad es. Abito a Roma(= stato in), ma oggi ho viaggiato da Milano (= moto da) a Napoli (= moto a), passando per Bologna (= moto per)
    • materia: indica ciò di cui è fatto un oggetto > ad es. Amo i dolci alla crema = mat.
    • mezzo: indica lo strumento che serve per un’azione > ad es. scrivo col PC = mezzo
    • modo: dà indicazioni su come si verifica un’azione: non è mai un aggettivo da solo > ad es. Piove a dirotto = modo
    • origine/provenienza: indica il luogo da cui nasce, in genere, una famiglia, una stirpe o il luogo di origine di una persona/animale o cosa: ad es. La mia famiglia è di Modena = orig.
    • paragone: indica il secondo termine di un confronto > ad es. Aldo è più dolce di Francesco = parag.
    • partitivo: indica l’insieme da cui si prende una parte > ad es. Uno dei miei amici (= part.) è partito
    • qualità: indica le caratteristiche fisiche o psicologiche di una persona/animale o quelle fisiche di una cosa > ad es. Ho conosciuto un uomo di grande fascino = qual.
    • quantità: indica qualunque tipo di misura: peso, profondità, lunghezza etc > ad es. Il lago è profondo 5 metri = quant.
    • specificazione: indica a chi/cosa appartiene l’elemento che lo precede > ad es. la casa di Anna ( = spec.) è grande
    • tempo: si tratta di 2 complementi:
        • tempo determinato, rispondente alla domanda quando? > ad es. Parto ora = t.det.
        • tempo continuato, rispondente alla domanda per quando tempo? > ad es Parto per un mese= t.contin.
    • termine: indica l’elemento in cui termina l’azione e risponde alla domanda a chi?a che cosa? > ad es. Regalerò un libro a Giuseppe = term.
    • vantaggio/svantaggio: indica un elemento a favore o a sfavore del quale si compie l’azione > ad es. Lavoro per la famiglia = vant.

 

Fonte: http://www.itgguarini.com/cms_rc/allegati/197__1115_ANALISI_LOGICA_-_teoria.doc

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

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