Giuseppe Ungaretti

 

 

 

Giuseppe Ungaretti

 

 

Giuseppe Ungaretti nacque ad Alessandria d'Egitto, nel 1888 e morì a Milano.
Figlio di genitori toscani trascorse l’infanzia in Africa.
Trasferitosi a Parigi venne a contatto con i maggiori scrittori/poeti del tempo.
Fu un acceso sostenitore dell’intervento nella prima guerra mondiale, a cui partecipò come soldato semplice di fanteria: assistette così al massacro assurdo della guerra e ne espresse lo strazio in tante poesie.
Negli anni seguenti aderì al Fascismo. Visse poi alcuni anni in Brasile, dove perse il figlio Antonello di nove anni. Tornato in Italia insegnò letteratura italiana all’Università di Roma.
Prima di morire raccolse tutti i suoi versi in un unico volume intitolato Vita di un uomo.
Ungaretti fu il rappresentante più significativo della poesia ermetica: una poesia dal linguaggio difficile, a volte misterioso, perché concentra in poche parole molti significati.

 

FRATELLI (da Vita di un uomo)

Commento
Ungaretti scrive questa poesia durante i combattimenti della prima guerra mondiale, nel 1916.
Là dove sembra regnare solo l’odio e la violenza c’è un soldato che nella notte osa rivolgersi ad altri soldati usando la parola fratelli. In quel clima di tensione, la parola fratelli risuona come una parola tremante, pronunciata con timore e trepidazione; è una timida parola d’amore, tra un massacro e l’altro; è una parola bella, fragile e tenera come una foglia appena nata; questa parola fratelli, è salita in modo spontaneo, quasi involontario, alle labbra di un soldato consapevole della propria fragilità, che cerca la salvezza nella solidarietà degli altri: è il segno della sua ribellione della sua rivolta contro l’assurdità della guerra.

  



Di che reggimento siete
fratelli?

Parola tremante
nella notte

Foglia appena nata

Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità

Fratelli

 

Commento
San Michele è un monte del Carso ricordato per le sanguinose battaglie combattute durante la prima guerra mondiale. E' una zona aspra e arida. Formato da rocce porose cosicché  la pioggia non fa in tempo a toccare terra che già viene assorbita dal terreno permeabilissimo. Simile all'acqua che viene immediatamente assorbita dal terreno è il pianto del poeta, un pianto senza lacrime, un dolore che prosciuga l'anima. Nell’esperienza quotidiana della guerra la morte appare come una liberazione desiderabile; l’angoscia è tanto opprimente che si arriva a concepire la vita come un prezzo da pagare per ottenere il premio della morte.

 

 SONO UNA CREATURA (da Vita di un uomo)

Come questa pietra
del San Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
così totalmente
disanimata

Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede

La morte
si sconta
vivendo

 

SAN MARTINO DEL CARSO (da Vita di un uomo)

Commento
L’immagine di un paese distrutto dalla guerra, San Martino del Carso, è per il poeta l’equivalente delle distruzioni che sono celate nel suo cuore, causate dalla dolorosa perdita di tanti amici cari. Ancora una volta il poeta trova nelle immagini esterne una corrispondenza con quanto egli prova nei confronti dell’uomo, annullato dalla guerra. Di San Martino resta qualche brandello di muro, dei morti cari allo scrittore non resta nulla; San Martino è un paese straziato, più straziato è il cuore del poeta. Così, eliminando ogni descrizione e ogni effusione sentimentale, Ungaretti riesce a rendere con il minimo di parole la sua pena e quella di tutto un paese. L’immagine finale del cuore straziato richiama quella iniziale del brandello di muro, racchiudendo il componimento in un cerchio di dolore.

  



Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

E’ il mio cuore
Il paese più straziato

 

 

 

Commento
Questa poesia è stata scritta durante la guerra nel 1918. E' costruita su un paragone tra le foglie e i soldati, che sugli alberi, intesi come trincee, combattono.
Come si sa l'Autunno è per le foglie il momento di cadere e come esse anche i poveri soldati lo fanno.
Con questa poesia Ungaretti vuole mettere in evidenza le sue sensazioni che sicuramente condivide con i suoi compagni.
Esse sono: angoscia, precarietà, che accompagna i soldati al fronte nemico.

 

 SOLDATI

Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie

 

 

Commento
I versi di questa poesia descrivono una notte passata dal poeta al fronte accanto al corpo di un compagno ucciso, con il viso sfigurato dal dolore, le mani irrigidite nella morte.
La reazione del poeta è una ribellione disperata al destino di morte, un prorompente sentimento di attaccamento alla vita: non solo alla propria vita personale, ma a quella che è un bene comune, un diritto fondamentale di tutti gli uomini.
"Con le labbra ritratte in modo da mostrare i denti in una sorta di smorfia feroce",
"Il gonfiore e il colore violaceo delle mani, provocati dalla morte", sono immagini sconvolgenti, penetrate profondamente nell'animo del poeta

 

 VEGLIA

Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore

Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita

 

MATTINA

M'illumino
d'immenso

 

fonte: http://cmapspublic2.ihmc.us/rid=1G81ZZQV7-11Y2LFF-CD3/6)%20Giuseppe%20Ungaretti.doc

 

GIUSEPPE UNGARETTI (1888-1970)

VITA:           

la biografia di Ungaretti la possiamo considerare suddivisa in tre fasi fondamentali, strettamente legati alla sua attività poetica.
- 1 fase: nasce ad Alessandria d'Egitto da genitori toscani, e li vive la sua giovinezza frequentando le scuole superiori- Nel 1912 lascia l'Egitto diretto in Italia, ma va a finire gli studi a Parigi dove frequenta la Sorbina e il College de France.  In questa città frequenta soprattutto pittori (Picasso, Modigliani, ecc.) e scrittori (Apollinare, Palazzeschi, ecc) che insieme rappresentano l'avanguardia letteraria e artistica francese e italiana.  Due anni dopo torna in Italia per prendere parte alla prima guerra mondiale come volontario.  E' in questo momento che nascerà la sua prima raccolta di poesie "L'Allegria" che verrà pubblicata nel 1925.  Sono delle poesie, alle volte brevissime che fissano i suoi dolorosi ricordi della guerra.  Quella di Ungaretti è una poesia nuova, pura che aprirà la strada alla poesia del 1900, in particolare all'ermetismo.

  1. 2 fase: nel 1928 in seguito ad una crisi religiosa si avvicina alla fede cristiana.  Nel 1933 esce una nuova raccolta di poesie "Sentimento del tempo".  Questa è divisa in due parti, nella prima canta l'amore per il paesaggio laziale, mentre nella seconda i temi riguardanti il destino dell'uomo e la civiltà che si spegne.  Molte liriche sono dai contenuti molto difficili, e oltretutto scritte secondo una metrica ben precisa, perciò tornando indietro nel tempo e ricalcando le orme di Dante, Petrarca, ecc.
  2. - 3 fase: nel 1936 Ungaretti ¬ chiamato ad occupare la cattedra di Italiano all'università di San Paolo del Brasile.  Accetta ma dopo tre anni gli muore il figlio di 9 anni Antonietto per un appendicite malcurata, E' un dolore immenso per il poeta che ne rimarrà segnato per il resto della vita scrivendo su questo fatto pagine di immenso dolore.  Nel 1942 torna in Italia martoriata dai bombardamenti, di nuovo anche se indirettamente stavolta rivive il dolore della guerra.  Terminata la guerra pubblica un altra sua raccolta "Il Dolore", dove oltre ad affiorare l'angoscia per la morte del figlio, soffre anche tantissimo per l'immane tragedia bellica appena finita.  In questa raccolta Ungaretti ritorna a scrivere liriche più aperte e semplici, perciò di più facile interpretazione.  Nel 1950 uscirà la raccolta di poesie "La terra promessa", e nel1960 "Il taccuino del vecchio".  Scrisse anche molte prose e curò delletraduzioni dallo spagnolo e dall'inglese.  Morì a Milano all'età di 82 anni il primo giugno 1970.

L'ERMETISMO:   nell'ambito delle avanguardie del primo'900 in Italia si affermò l'ermetismo, una corrente letteraria sorta alla fine degli anni '20 e che modificò profondamente la poesia, 1 poeti cercarono di evadere da uno stile d'annunziano e dai crepuscolari, per avvicinarsi il più possibile al simbolismo e postsimbolismo francese che stava diffondendo in tutta Europa una poesia pura, giusta, scavata nell'anima, Non più una poesia legata a versi, rime e metrica, ma libera, scarna, generata da un continuo colloquio con se stessi.  In queste poesie la parola e' ridotta all'essenziale e si è svicolati dalle regole grammaticali.

 

L'ALLEGRIA (1^fase)

E' la prima raccolta di Ungaretti quella in cui compaiono le liriche più nuove ed originali.  E' divisa in più parti "Prime", "Il porto sepolto", "Naufragi", "Girovago", "Ultime". In questa raccolta troviamo tutte le innovazioni portate dall'Ungaretti alla poesia:
- abolisce la punteggiatura lasciando solo il punto interrogativo, Per far fare al lettore una pausa lascia degli spazi bianchi.
- elimina tutte le parole strettamente poetiche, sostituendole con quelle che vengono parlate e capite da tutti.
- sconvolgela sintassi rompendo i "sintagmi", cioè dei gruppi di parolelegati logicamente tra loro, Facendo questo le parole staccate da ogni contesto logico assumono un suo significato attirando su di esse l'attenzione del lettore come vuole il poeta.
- rifiuta le forme metriche tradizionali, infatti scrive con dei versi liberi.
- va contro allo stile di D'Annunzio, dei crepuscolari e de¡ futuristi, usando frammenti di immagini ed espressioni scarne pero vive nell'anima.
- per le sue poesie prende spunto dalla sua vita di soldato durante la prima guerra mondiale:
- le sofferenze patite in guerra.
- la caducità della vita.
- l'angoscia della morte che incombe
- la fratellanza umana.
- la solitudine.
- il dolore.
- il desiderio di pace , di serenità, di sentirsi in armonia con la natura

SAN MARTINO DEL CARSO

COMMENTO:          in questa poesia come in quasi tutte quelle di Ungaretti ci sono soloparole essenziali per esprimere grazie ad un ritmo spezzato il senso tragico della distruzione, del paese secondo il poeta più distrutto.  Un paesino del Carso, San Martino, viene distrutto dalla furia della battaglia, molti amici sono morti uccisi dalla cannonate, ma ora mentre il poeta ricorda sono ancora tutti vivi nel suo cuore.
ANALISI DEL TESTO: la distruzione di un paesino diventa per il poeta un dolore enorme.  E' una lirica povera di sentimenti, solo con il ricordo il poeta rivive la battaglia, lo strazio e il dolore provato poche ore fa durante la battaglia.  La poesia è basata sul parallelo fra il paese ridotto a brandelli dalle bombe e il cuore del poeta straziato dal dolore.

Di queste case
non ¬ rimasto
che qualche
brandello di muro                                       è una  metafora che richiama l’immagine di un corpo lacerato
Di tanti                                                         di  tante persone
che mi corrispondevano                             che ricambiavano il mio affetto
non è rimasto                                  non è rimasto
neppure tanto                                  neppure i brandelli dei corpi  straziati  dalle canzonate

Ma nel cuore                                    ma nei mi. cuore
nessuna croce manca                     tutti quei morti sono  presenti

E' il mio cuore                                 cuore e paese è un’altra metafora, e vuol dire che ogni croce è presente nella sua mente
il paese più straziato.                     che ogni brandello di muro gli ricorda quelle strazianti e dolorose ore.

SONO UNA CREATURA

COMMENTO: il San Michele (luogo della poesia) è un monte del Carso ricordato per le sanguinose battaglie combattute durante la prima guerra mondiale, E' una zona aspra e arida.  Formato da rocce porose, la pioggia non ha tempo a toccare terra che già viene assorbita dal terreno permeabilissimo.  Simile all'acqua che viene immediatamente assorbita dal terreno è il pianto del poeta, un pianto senza lacrime, un dolore intimo che prosciuga l'anitna.  Quasi come se la pace della morte si debba scontare con le sofferenze della vita.

ANALISI DEL TESTO: è una poesia desolata, quasi a rispecchiare il paesaggio del Carso così arido, freddo. Troppo ha sofferto il poeta e la sua anima brucia ancora ma non ha più lacrime per piangere.  Il suo dolore lo possiamo paragonare a quella pietra così senza vita.  Vivere è uguale a soffrire, la sofferenza è uguale solo con la morte. I versi sono brevi e la immagini ridotte all'essenziale.  Questo è uno stile completamente nuovo.

Come questa pietra        i due conte (fino all'inizio della poesia e l'altro all'inizio della seconda strofa) stabiliscono un rapporto tra il paesaggio
del San Michele             arido e il pianto del poeta che non si vede perché prosciugato dalla sua anima.
così fredda
così dura
così prosciugata             prosciugata sta a significare questa terra arida come gli occhi del poeta oramai senza lacrime
così refrattaria                refrattaria cioè che respinge ogni forma di vita come il poeta respinge ogni conforto
così totalmente
disanimata                       Senza nessuna forma di vita

come questa pietra         la pietra che non lascia acqua in superficie
è il mio pianto                e come il piantodei poeta senza lacrime
che non si vede                  il pianto che non si vede cioè essendo, senza lacrime è chiuso nel suo cuore e perciò è più doloroso

La morte                          la pace che ci aspetta con la morte
si sconta                          deve essere pagata
vivendo                           con le sofferenze della vita

 

SENTIMENTO DEL TEMPO (2^fase)

Nel 1912 a causa di una profonda crisi religiosa Ungaretti si avvicinò alla fede cristiana, questo fatto influì molto su questa II fase.  In "Sentimenti del tempo" al contrario di "Allegria" non ci sono più grossi cambiamenti di tipo sintattico, ma si torna al lessico e alla metrica classica.  Questa è però la piena maturazione poetica dell’Ungaretti.  In questa fase domina l'uomo in pena che si sente sperduto di fronte al mistero dell'esistenza.  Queste poesia sono fondate sulla meditazione del tempo che trascorre veloce , sulla morte, sui miti e sui temi astratti.

 

PAESAGGIO

 

COMMENTO: questa poesia scritta nel 1920 rappresenta la descrizione di un paesaggio in più momenti diversi della giornata.  Però man mano che passa il tempo il paesaggio diventa più triste e questi vengono visti come dei momenti della vita che si consumano in crescente malinconia. Finchè al calare della notte, quando i rumori si allontanano e si rimane soli, l’uomo può mettere a nudo la sua stanchezza e la sua delusione.

Mattina
Ha una corona di freschi pensieri,
splende nell'acqua fiorita.

Meriggio
Le montagne si sono ridotte a deboli fumi e
l'invadente deserto formicola d'impazienze e
anche il sonno turba e anche le statue si turbano.

Sera

Mentre infiammandosi s'avvede ch'è nuda, il
florido carnato nel mare fattosi verde bottiglia,
non è più che madreperla.
Quel moto di vergogna delle cose svela per un momento,
dando ragione all'umana malinconia,
il consumarsi senza fine di tutto.

Notte
Tutto si è esteso, si è attenuato, si è confuso.
Fischi di treni partiti.
Ecco appare, non essendoci più testimoni,
anche il mio vero viso stanco e deluso.

IL DOLORE (3^fase)

Questa fase si ha dopo che il poeta ha perso il figlio di 9 anni in Brasile e in Europa è scoppiata la II guerra mondiale.  Ungaretti torna in Italia per assistere a questa immane tragedia.  Per lui sono momenti di sofferenza, di angoscia, di paura e di rovina.

NON GRIDATE PIU'

COMMENTO: Sacro è il silenzio delle tombe e sacre sono le spoglie dei morti che dall'aldilà ci parlano con una voce impercettibile.  Questa la si può vedere come il fruscio dell'erba che cresce qualora l'uomo non la pesti. Il poeta predica pace tra i vivi e rispetto per i morti.  Questa poesia è stata scritta dopo che era stato bombardato il cimitero di Verano a Roma.

Cessate di uccidere i morti,
non gridate più, non gridate
se li volete ancora udire,
se sperate di non perire,

Hanno l'impercettibile sussurro,
non fanno più rumore
del crescere dell'erba,
lieta dove non passa l'uomo

 

http://web.tiscalinet.it/helpscuola/UNGARETTI.DOC

 

Giuseppe Ungaretti

- Giuseppe Ungaretti -

Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1888 da genitori lucchesi. Nel 1912 va a Parigi; nel 1915 è chiamato in guerra: combatte prima sul Carso e poi sul fronte francese. Dal 1921 vive a Roma, dove lavora come giornalista. Nel 1933 esce Sentimento del Tempo. Dal 1937 al ’42 vive a San Paolo del Brasile , dove insegna Lingua e letteratura italiana all’Università. Tornato in Italia pubblica, in seguito alla morte del figlio, Il dolore (1947 – rappresenta il dolore per la morte del figlio e per l’inizio della seconda guerra mondiale). Altre opere pubblicate sono La terra promessa (1950) e Il taccuino del vecchio (1960). Muore a Milano nel 1970. La formazione culturale è un miscuglio fra avanguardia (soprattutto il Simbolismo) e ritorno al classicismo (i poeti considerati migliori sono Leopardi e Petrarca).
L’allegria
La raccolta più importante di Ungaretti è L’allegria. La composizione della raccolta coincide con la prima guerra mondiale (1914-1919). La prima pubblicazione risale al 1916 con il titolo Il porto sepolto. Una nuova edizione accresciuta, del 1919, è L’allegria di naufragi. Nel 1931 viene pubblicata con il titolo definitivo. Il titolo Il porto sepolto allude a una leggenda diffusa in Egitto sull’esistenza di un antico porto sommerso nei pressi di Alessandria: al poeta spetta il compito di recuperare la parola sommersa ed evocarne il mistero e il valore.
La raccolta è organizzata in 5 sezioni:

  1. Ultime: contiene i testi più antichi, precedenti all’esperienza della guerra; il titolo rimanda alla conclusione della sua fase giovanile.
  2. Il porto sepolto: raccoglie le poesie composte tra il dicembre del 1915 e l’ottobre del 1916.
  3. Naufragi: comprende le poesie composte sul Carso tra il dicembre 1916 e l’agosto 1917.
  4. Girovago: comprende le poesie composte fra il marzo e il luglio del 1918 sul fronte francese.
  5. Prime: raccoglie le poesie composte dopo la guerra nel 1919.

Il tema della guerra è quello dominante. Intorno ad esso se ne aggregano altri: lo sradicamento e l’anonimato del fante in guerra (il soldato perde ogni appiglio e si sente solo); l’affermazione positiva dell’individualità; la rappresentazione della natura in guerra; l’unanimismo. L’unanimismo è una dottrina filosofica-letteraria del ‘900 che afferma l’importanza della soggettività collettiva e non individuale, in seguito alle trasformazioni sociali del secolo. In Ungaretti la condizione collettiva descritta è quella dei soldati in trincea. I versi delle liriche sono molto brevi (in alcuni casi solo una parola), vengono aboliti i nessi grammaticali e sintattici e la punteggiatura. Anche la rima è abolita. La parola assume un valore importante: è considerata il mezzo per evocare un qualcosa di superiore (infatti Ungaretti appartiene al filone del Simbolismo europeo).

Poesie lette de L’allegria
In memoria
Racconta la storia di una arabo, Moammed Sceab, che in seguito ad una crisi di identità si suicida. Il paese dove vive, la Francia, non è sufficiente a dargli una vera patria. La condizione dell’arabo rappresenta anche quella vissuta dal poeta: Ungaretti trascorre l’infanzia in Egitto nonostante abbia entrambi i genitori italiani. La metrica: i versi sono liberi e molto brevi; la punteggiatura è assente. Il tema principale è lo sradicamento.
I fiumi
Il poeta, in un momento di riposo dalla guerra, ha fatto il bagno nel fiume Isonzo. A sera ripensa a quell’esperienza, e  si rende conto che l’acqua dell’Isonzo ha rievocato altri 3 fiumi (Serchio, Nilo, Senna), che rappresentano altri momenti della vita del poeta. La poesia è apparentemente lunga, ma i versi sono molto brevi e liberi.
San Martino del Carso
Descrive in pochi versi il paese distrutto dalla guerra e riflette sulla fine delle persone che gli erano care.
Veglia
Il poeta scrive la poesia accanto al cadavere di un compagno morto sotto la luce della Luna. Nel finale esprime il suo attaccamento sempre più forte alla vita (“Non sono mai stato tanto attaccato alla vita”).
Mattina
“M’illumino d’immenso”. Il titolo è fondamentale per capire il significato: il Sole sorto da poco illumina il poeta.
Soldati
“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. E’ una similitudine della condizione precaria dei soldati in guerra. Anche in questo caso il titolo è fondamentale per capire il significato della poesia.
Commiato
E’ il componimento che chiude la sezione intitolata Il porto sepolto, ed è dedicato all’editore Ettore Serra. E’ una dichiarazione esplicita di poetica (manifesto poetico). La poesia è il mondo, l’umanità, la propria vita. Il valore della parola viene messo in risalto.
Fratelli
Nella poesia Ungaretti esprime la sua sofferenza e amarezza per la sua condizione dei soldati. Infatti, la parola fratelli è un augurio di pace ed esprime la speranza che la guerra finisca.
Sono una creatura
Nella prima strofa il poeta descrive il monte San Michele del Carso. Attraverso questa descrizione introduce gli elementi della similitudine fra sé stesso e il monte. Il monte è freddo, la sua terra è dura e arida, refrattaria, senza anima. Così è anche l’anima del poeta, impietrita dal dolore, svuotata della vita stessa Nella terza e ultima strofa Ungaretti riflette sulla morte, da una parte, e la sofferenza della vita dall’altra. Questa, infatti è il prezzo che si deve pagare per essere scampati alla morte. L’ultima strofa del componimento significa che il prezzo che l’uomo deve pagare per raggiungere una morte liberatrice è la sofferenza della vita. Il poeta guarda la morte con desiderio perché la vede come l’unica soluzione al dolore e alla sofferenza.

 

Fonte: http://www.riassuntibuse.altervista.org/Giuseppe%20Ungaretti.doc

 

UNGARETTI

 

Nasce nel 1888 ad Alessandria d’Egitto da genitori italiani. .Nella città  africana frequenta la scuola ed inizia ad occuparsi intensamente di letteratura, leggendo i maggiori scrittori moderni e contemporanei , da Leopardi a Nietzsche.
Nel 1912 si reca a Parigi dove frequenta la Sorbona e approfondisce la conoscenza della poesia decadente e simbolista.Da Baudelaire, da Mallarmé, dal suo amico Apollinaire, Ungaretti impara l’arte della versificazione sintetica, concentrata attorno a pochi vocaboli, a poche immagini simboliche. Nel 1914 viene in Italia  per partecipare alla guerra (nel ’15 andrà a combattere sul Carso).
Nel 1916 pubblica la sua prima raccolta poetica IL PORTO  SEPOLTO, testimonianza degli orrori e delle sofferenze procurati dal conflitto.
Il poeta continua a lavorare su questi testi e nel 1919 ripubblica queste poesie con l’aggiunta di nuove liriche nella raccolta ALLEGRIA DI NAUFRAGI. Nel 1931 vi è una nuova edizione che contiene le poesie delle prime due oltre a nuove poesie: L’ALLEGRIA.
Nel 1933 pubblica una nuova raccolta poetica: SENTIMENTO DEL TEMPO.
Nel 1936 è chiamato a ricoprire la cattedra di letteratura italiana presso l’università di S.Paolo in Brasile, incarico che occuperà fino al 1942, quando, rientrato in Italia, inizierà ad insegnare letteratura italiana presso l’università di Roma.
L’edizione definitiva dei suoi versi  è  pubblicata nel 1969 con il titolo VITA DI UN UOMO, in cui si definisce “uomo di pena “. Montale parlò di “male di vivere”: pare che non ci possa essere poesia senza dolore.
Muore nel 1970.

 

Il porto sepolto

Le liriche sono tutte datate come se  appartenessero a un diario di guerra. Il componimento che dà il titolo a questa prima raccolta, Il porto sepolto, assume una particolare importanza perché esplicita la poetica ungarettiana.  E’ una dichiarazione  poetica

 

Il porto sepolto
Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti                                (“canti” è sinonimo di poesia)
e li disperde

 

Di questa poesia                                      
mi resta
quel nulla                       (“nulla” = ciò a cui arriva la poesia è un messaggio apparentemente inutile)
d’inesauribile segreto.                             (=il messaggio però rivela il mistero della vita degli uomini)

 

Versi liberi, due strofe senza rima e senza punteggiatura. E’ un fraseggiare conciso, sintetico, senza subordinate.
Nella prima strofa si allude ai tre momenti in cui è racchiuso il segreto della creazione artistica: il viaggio, il ritornola dispersione.
La poesia è un viaggio verso il porto sepolto, cioè sommerso nel profondo La poesia è  un inabissamento.
L’immagine del porto sepolto è dettata dal ricordo dell’antico porto che si trovava dinnanzi ad Alessandria prima della conquista dell’Egitto da parte di Alessandro Magno.
Il poeta  si inabissa nella profondità del suo io alla ricerca di  significati assoluti. (non come Saba che  assegna alla poesia la funzione di far chiarezza dentro di sé).Da lì, da questa profondità, attinge i suoi canti e poi ritorna alla luce. Ma nel momento in cui riporta alla luce la poesia, il poeta avverte la dispersione, avverte cioè che  la parola poetica non può essere comunicativa.
La parola assoluta è come un lampo che il poeta coglie dentro di sé. Per Ungaretti bisogna ritrovare la parola poetica nella profondità abissale dell’io perché essa possa  riacquistare il suo valore essenziale e  primigenio, in quanto l’uso e la comunicazione di secoli ha fatto perdere alla parola il suo valore originario
Trova l’essenzialità attraverso una poesia scombinata, dove riduce all’essenziale il testo poetico. La parola, da sola, in uno spazio bianco emerge come da un abisso ( parola isolata)Rinuncia al verso tradizionale e spezza l’endecasillabo ricostruendolo in verticale, spezza  la sintassi, elimina la punteggiatura, usa costantemente l’analogia come illuminazione che accosta a termini lontanissimi, analogia difficile perché solo il poeta può arrivare alla parola nel suo valore assoluto.
Dà alla parola un valore sacrale: la poesia è infatti un’esperienza che mette in contatto per un attimo con l’Assoluto.
L’esperienza che conduce Ungaretti alla ricerca della parola assoluta,  essenziale, originaria è la GUERRA, in cui l’uomo è posto di fronte a situazioni elementari essenziali: la vita e la  morte. L’esperienza della trincea e della sua essenzialità lo porta alla ricerca della parola scarnificata, originaria, ma si accorge che questa parola si autoesclude dalla comunicazione, non è comunicativa, perché nel momento in cui affiora si disperde.

Nella seconda strofa vi è il contenuto più prezioso che resta della poesia ed è un NULLA d’inesauribile segreto : il poeta ha colto nella profondità l’assoluto e resta il nulla, infatti il “porto sepolto” e ciò che di segreto e di indecifrabile rimane in noi, cioè quel nulla;  è il vissuto profondo del soggetto, è il buio abissale di sé ; è il miracolo, il mistero da cui nasce la poesia.
La sua è, quindi, una poesia sacrale, oracolare, assoluta. Questa è la sua dichiarazione poetica.

    
Allegria di naufragi
VEGLIA. Fa parte della seconda raccolta Allegria di naufragi.
Il naufragio è la guerra e la violenza, la morte, il dramma. L’allegria è il senso della vita, più intenso quando si sente a noi vicina la morte. E’ il desiderio di riprendere a vivere quando siamo stati vicini alla morte. La guerra è un azzeramento della vita. L’esistenza nella guerra è solo biologica, gli uomini sono solo carne da cannoni. Di fronte alla morte

  • l’uomo sente un insopprimibile e disperato vitalismo;
  • sente la solidarietà e la fratellanza con i compagni di trincea  (nemici compresi).

Il testo è in versi liberi, caratterizzati dal predominio del linguaggio espressionistico, cioè crudo, realistico, deformato.
Situazione cruda : la vicinanza con un cadavere durante la notte. Non c’è nessun eroismo nel trattare il tema della guerra; la guerra è presentata come qualcosa di macabro. La crudeltà della guerra è resa da participi passati che sembrano quasi rimare con la parola “nottata”. E questo “silenzio” esterno ed interiore del poeta è anche il luogo da cui esce la parola poetica e di fronte alla morte sgorgano parole piene d’amore e un attaccamento fortissimo alla vita.
Negli ultimi tre versi “tanto” è posto da solo a costituire un verso e mostra appunto la prepotente riaffermazione della vita.
La guerra è denudata da ogni mito ed eroicità ed è presentata nella sua tragicità come pura esperienza esistenziale.
La vita al  fronte diventa  la vita in assoluto e la rivelazione all’uomo della propria fragilità.

 

SAN MARTINO DEL CARSO
Passiamo dalla visione di un paese distrutto dalla guerra alla riflessione sulla fine di persone che il poeta amava. Delle case non c’è più nulla, ma le croci sono tutte nel suo cuore, perché egli è “uomo di pena” e ha fatto esperienza della guerra, del dolore, della morte di coloro con i quali aveva corrispondenza affettiva (“corrispondevano”: contraccambiavano i sentimenti di affetto).
L’Analogia PAESE/CUORE è folgorante, efficacissima: “E’ il mio cuore il paese più straziato”.Il poeta ha  eliminato tutti i passaggi  dispersivi per arrivare a questo passaggio analogico velocissimo.Il cuore del poeta è però, anche il luogo da cui si può ricominciare, perché da esso fiorisce la poesia.
Il linguaggio è concreto (“brandello”, “casa”, “croce”), unito al linguaggio metaforico (“cuore)
La compattezza che caratterizza questa poesia è dovuta alla capacità di collocare le parole secondo calcolate simmetrie:Di queste case/ non è rimasto(vv.1-2) Di tanti/…non è rimasto ( vv.5-6); Di tanti /…neppure tanto (v.8); Ma nel cuore…(v.9)  E’ il mio cuore…(v.!!). La simmetria riguarda anche la misura delle strofe, composte a due a due da un uniforme numero di versi. I distici sono formati rispettivamente da un quaternario e da un settenario, che, letti insieme, possono assumere la cadenza scorrevole dell’endecasillabo.

 Sentimento del tempo
La successiva raccolta è Sentimento del tempo, che rivela una sostanziale differenza a livello stilistico e formale rispetto all’Allegria.
L’Allegria ha un andamento diaristico, mentre qui il tema è quello del tempo e il titolo fa riferimento al sentimento della storia umana, che è percepita come l’espressione della fragilità che si consuma inevitabilmente nella morte.
Ungaretti dice che i suoi modelli sono due:

  • Leopardi, perché aveva sentito che la civiltà era un continuo processo di decadenza e non di

progresso;

  • Petrarca, perché visse in un periodo di transizione tra il Medioevo e l’Umanesimo. In quel

periodo di incertezze, di cui è l’espressione, Petrarca ricercò nella cultura classica le radici per le lingue vive.
Ungaretti riprende questi due poeti perché entrambi si rivolgevano all’antico, alla tradizione.
In questa raccolta  riprende la tradizione e ritorna alla metrica (anche se usa il verso libero), ritorna alla punteggiatura, alla sintassi più ampia rispetto alla sintassi di semplici enunciati lapidari, usa un lessico alto che tende a sostituirsi  al lessico scabro e concreto, quotidiano delle precedenti raccolte, usa insomma un lessico più prezioso.
Ciò che resta, e diventa più enigmistico, è l’uso dell’analogia; il connettivo COME scompare del tutto.
Il poeta vuol rendere il sentimento del tempo attraverso il mutare delle stagioni

     DI LUGLIO

Quando su ci si butta lei,                                         lei :l’estate
si fa d’un triste colore di rosa
il bel fogliame.

Strugge forre, beve fiumi,                                       strugge forre: erode le pareti in cui scorrono i corsi d’acqua
macina scogli,splende,                                             macina : sgretola, corrode
è furia che s’ostina, è l’implacabile,
sparge spazio, acceca mete,                                     aumenta l’estensione dei luoghi     impedisce la visione di limiti o confini
è l’estate e nei secoli
con i suoi occhi calcinanti                                       calcinanti :che riducono a calce per il calore che emanano
va della terra spogliando lo scheletro                      rende più nudo lo scheletro della terra(appunto perché”strugge forre,
beve fiumi, macina scogli…”)

 

Il sentimento del tempo e del suo inevitabile trascorrere riguarda in questa lirica la stagione estiva, vista come momento che, nella pienezza e nell’esplosione della sua vitalità,corrode e distrugge la stessa natura.Tema della distruzione operata dal tempo. L’estate è l’espressione della metamorfosi continua che è la storia.
Il soggetto, posticipato al verso 8, segue la descrizione degli effetti dell’arsura estiva resi più evidenti dall’allitterazione iniziale (“strugge forre”, “sparge spazio”) Il primo verso, che  si traduce nell’uso di un verbo “forte” associato a particelle monosillabiche (“su ci si butta lei”) introduce un ritmo aggressivo e spezzato.Il periodare è breve, basato su rapide sequenze enumerative. Dopo l’introduzione del soggetto il ritmo si placa e si allenta perché il poeta , dopo aver descritto l’azione dirompente dell’estate , riflette sugli effetti prodotti da tale azione .
Questa poesia contiene un esempio significativo di  barocco ungarettiano, come ricerca di uno stile più ricco e ridondante, per l’uso dell’analogia tipica del Barocco e per una maggiore enfasi.Il Barocco ha sbriciolato il Classicismo per ricostruire un nuovo stile. Visti in chiave allegorica questi versi potrebbero rappresentare  una stagione della vita umana, LA MATURITA’,, che , esplodendo si consuma.

 

Fonte: http://digilander.libero.it/quintai2/ita/09/Ungaretti.doc

 

Giuseppe Ungaretti

GIUSEPPE UNGARETTI (1888-1970)

 

VITA:            la biografia di Ungaretti la possiamo considerare suddivisa in tre fasi fondamentali, strettamente legati alla sua attività poetica.

- 1 fase: nasce ad Alessandria d'Egitto da genitori toscani, e li vive la sua giovinezza frequentando le scuole superiori- Nel 1912 lascia l'Egitto diretto in Italia, ma va a finire gli studi a Parigi dove frequenta la Sorbina e il College de France.  In questa città frequenta soprattutto pittori (Picasso, Modigliani, ecc.) e scrittori (Apollinare, Palazzeschi, ecc) che insieme rappresentano l'avanguardia letteraria e artistica francese e italiana.  Due anni dopo torna in Italia per prendere parte alla prima guerra mondiale come volontario.  E' in questo momento che nascerà la sua prima raccolta di poesie "L'Allegria" che verrà pubblicata nel 1925.  Sono delle poesie, alle volte brevissime che fissano i suoi dolorosi ricordi della guerra.  Quella di Ungaretti è una poesia nuova, pura che aprirà la strada alla poesia del 1900, in particolare all'ermetismo.

  1. 2 fase: nel 1928 in seguito ad una crisi religiosa si avvicina alla fede cristiana.  Nel 1933 esce una nuova raccolta di poesie "Sentimento del tempo".  Questa è divisa in due parti, nella prima canta l'amore per il paesaggio laziale, mentre nella seconda i temi riguardanti il destino dell'uomo e la civiltà che si spegne.  Molte liriche sono dai contenuti molto difficili, e oltretutto scritte secondo una metrica ben precisa, perciò tornando indietro nel tempo e ricalcando le orme di Dante, Petrarca, ecc.
  2. - 3 fase: nel 1936 Ungaretti ¬ chiamato ad occupare la cattedra di Italiano all'università di San Paolo del Brasile.  Accetta ma dopo tre anni gli muore il figlio di 9 anni Antonietto per un appendicite malcurata, E' un dolore immenso per il poeta che ne rimarrà segnato per il resto della vita scrivendo su questo fatto pagine di immenso dolore.  Nel 1942 torna in Italia martoriata dai bombardamenti, di nuovo anche se indirettamente stavolta rivive il dolore della guerra.  Terminata la guerra pubblica un altra sua raccolta "Il Dolore", dove oltre ad affiorare l'angoscia per la morte del figlio, soffre anche tantissimo per l'immane tragedia bellica appena finita.  In questa raccolta Ungaretti ritorna a scrivere liriche più aperte e semplici, perciò di più facile interpretazione.  Nel 1950 uscirà la raccolta di poesie "La terra promessa", e nel1960 "Il taccuino del vecchio".  Scrisse anche molte prose e curò delletraduzioni dallo spagnolo e dall'inglese.  Morì a Milano all'età di 82 anni il primo giugno 1970.

 

L'ERMETISMO:   nell'ambito delle avanguardie del primo'900 in Italia si affermò l'ermetismo, una corrente letteraria sorta alla fine degli anni '20 e che modificò profondamente la poesia, 1 poeti cercarono di evadere da uno stile d'annunziano e dai crepuscolari, per avvicinarsi il più possibile al simbolismo e postsimbolismo francese che stava diffondendo in tutta Europa una poesia pura, giusta, scavata nell'anima, Non più una poesia legata a versi, rime e metrica, ma libera, scarna, generata da un continuo colloquio con se stessi.  In queste poesie la parola e' ridotta all'essenziale e si è svicolati dalle regole grammaticali.

 

L'ALLEGRIA (1^fase)

 

E' la prima raccolta di Ungaretti quella in cui compaiono le liriche più nuove ed originali.  E' divisa in più parti "Prime", "Il porto sepolto", "Naufragi", "Girovago", "Ultime". In questa raccolta troviamo tutte le innovazioni portate dall'Ungaretti alla poesia:

- abolisce la punteggiatura lasciando solo il punto interrogativo, Per far fare al lettore una pausa lascia degli spazi bianchi.

- elimina tutte le parole strettamente poetiche, sostituendole con quelle che vengono parlate e capite da tutti.

- sconvolgela sintassi rompendo i "sintagmi", cioè dei gruppi di parolelegati logicamente tra loro, Facendo questo le parole staccate da ogni contesto logico assumono un suo significato attirando su di esse l'attenzione del lettore come vuole il poeta.

- rifiuta le forme metriche tradizionali, infatti scrive con dei versi liberi.

- va contro allo stile di D'Annunzio, dei crepuscolari e de¡ futuristi, usando frammenti di immagini ed espressioni scarne pero vive nell'anima.

- per le sue poesie prende spunto dalla sua vita di soldato durante la prima guerra mondiale:

- le sofferenze patite in guerra.

- la caducità della vita.

- l'angoscia della morte che incombe

- la fratellanza umana.

- la solitudine.

- il dolore.

- il desiderio di pace , di serenità, di sentirsi in armonia con la natura

 

SAN MARTINO DEL CARSO

 

COMMENTO:          in questa poesia come in quasi tutte quelle di Ungaretti ci sono soloparole essenziali per esprimere grazie ad un ritmo spezzato il senso tragico della distruzione, del paese secondo il poeta più distrutto.  Un paesino del Carso, San Martino, viene distrutto dalla furia della battaglia, molti amici sono morti uccisi dalla cannonate, ma ora mentre il poeta ricorda sono ancora tutti vivi nel suo cuore.

ANALISI DEL TESTO: la distruzione di un paesino diventa per il poeta un dolore enorme.  E' una lirica povera di sentimenti, solo con il ricordo il poeta rivive la battaglia, lo strazio e il dolore provato poche ore fa durante la battaglia.  La poesia è basata sul parallelo fra il paese ridotto a brandelli dalle bombe e il cuore del poeta straziato dal dolore.

 

Di queste case

non ¬ rimasto

che qualche

brandello di muro                                       è una  metafora che richiama l’immagine di un corpo lacerato

Di tanti                                                         di  tante persone

che mi corrispondevano                             che ricambiavano il mio affetto

non è rimasto                                  non è rimasto

neppure tanto                                  neppure i brandelli dei corpi  straziati  dalle canzonate

 

Ma nel cuore                                    ma nei mi. cuore

nessuna croce manca                     tutti quei morti sono  presenti

 

E' il mio cuore                                 cuore e paese è un’altra metafora, e vuol dire che ogni croce è presente nella sua mente

il paese più straziato.                     che ogni brandello di muro gli ricorda quelle strazianti e dolorose ore.

 

SONO UNA CREATURA

 

COMMENTO: il San Michele (luogo della poesia) è un monte del Carso ricordato per le sanguinose battaglie combattute durante la prima guerra mondiale, E' una zona aspra e arida.  Formato da rocce porose, la pioggia non ha tempo a toccare terra che già viene assorbita dal terreno permeabilissimo.  Simile all'acqua che viene immediatamente assorbita dal terreno è il pianto del poeta, un pianto senza lacrime, un dolore intimo che prosciuga l'anitna.  Quasi come se la pace della morte si debba scontare con le sofferenze della vita.

 

ANALISI DEL TESTO: è una poesia desolata, quasi a rispecchiare il paesaggio del Carso così arido, freddo. Troppo ha sofferto il poeta e la sua anima brucia ancora ma non ha più lacrime per piangere.  Il suo dolore lo possiamo paragonare a quella pietra così senza vita.  Vivere è uguale a soffrire, la sofferenza è uguale solo con la morte. I versi sono brevi e la immagini ridotte all'essenziale.  Questo è uno stile completamente nuovo.

 

Come questa pietra        i due conte (fino all'inizio della poesia e l'altro all'inizio della seconda strofa) stabiliscono un rapporto tra il paesaggio

del San Michele             arido e il pianto del poeta che non si vede perché prosciugato dalla sua anima.

così fredda

così dura

così prosciugata             prosciugata sta a significare questa terra arida come gli occhi del poeta oramai senza lacrime

così refrattaria                refrattaria cioè che respinge ogni forma di vita come il poeta respinge ogni conforto

così totalmente

disanimata                       Senza nessuna forma di vita

 

come questa pietra         la pietra che non lascia acqua in superficie

è il mio pianto                e come il piantodei poeta senza lacrime

che non si vede                  il pianto che non si vede cioè essendo, senza lacrime è chiuso nel suo cuore e perciò è più doloroso

 

La morte                          la pace che ci aspetta con la morte

si sconta                          deve essere pagata

vivendo                           con le sofferenze della vita

 

 

SENTIMENTO DEL TEMPO (2^fase)

 

Nel 1912 a causa di una profonda crisi religiosa Ungaretti si avvicinò alla fede cristiana, questo fatto influì molto su questa II fase.  In "Sentimenti del tempo" al contrario di "Allegria" non ci sono più grossi cambiamenti di tipo sintattico, ma si torna al lessico e alla metrica classica.  Questa è però la piena maturazione poetica dell’Ungaretti.  In questa fase domina l'uomo in pena che si sente sperduto di fronte al mistero dell'esistenza.  Queste poesia sono fondate sulla meditazione del tempo che trascorre veloce , sulla morte, sui miti e sui temi astratti.

 

PAESAGGIO

 

COMMENTO: questa poesia scritta nel 1920 rappresenta la descrizione di un paesaggio in più momenti diversi della giornata.  Però man mano che passa il tempo il paesaggio diventa più triste e questi vengono visti come dei momenti della vita che si consumano in crescente malinconia. Finchè al calare della notte, quando i rumori si allontanano e si rimane soli, l’uomo può mettere a nudo la sua stanchezza e la sua delusione.

 

Mattina

Ha una corona di freschi pensieri,

splende nell'acqua fiorita.

 

Meriggio

Le montagne si sono ridotte a deboli fumi e

l'invadente deserto formicola d'impazienze e

anche il sonno turba e anche le statue si turbano.

 

Sera

 

Mentre infiammandosi s'avvede ch'è nuda, il

florido carnato nel mare fattosi verde bottiglia,

non è più che madreperla.

Quel moto di vergogna delle cose svela per un momento,

dando ragione all'umana malinconia,

il consumarsi senza fine di tutto.

 

Notte

Tutto si è esteso, si è attenuato, si è confuso.

Fischi di treni partiti.

Ecco appare, non essendoci più testimoni,

anche il mio vero viso stanco e deluso.

 

IL DOLORE (3^fase)

 

Questa fase si ha dopo che il poeta ha perso il figlio di 9 anni in Brasile e in Europa è scoppiata la II guerra mondiale.  Ungaretti torna in Italia per assistere a questa immane tragedia.  Per lui sono momenti di sofferenza, di angoscia, di paura e di rovina.

NON GRIDATE PIU'

 

COMMENTO: Sacro è il silenzio delle tombe e sacre sono le spoglie dei morti che dall'aldilà ci parlano con una voce impercettibile.  Questa la si può vedere come il fruscio dell'erba che cresce qualora l'uomo non la pesti. Il poeta predica pace tra i vivi e rispetto per i morti.  Questa poesia è stata scritta dopo che era stato bombardato il cimitero di Verano a Roma.

 

Cessate di uccidere i morti,

non gridate più, non gridate

se li volete ancora udire,

se sperate di non perire,

 

Hanno l'impercettibile sussurro,

non fanno più rumore

del crescere dell'erba,

lieta dove non passa l'uomo

 

Fonte: http://web.tiscalinet.it/helpscuola/UNGARETTI.DOC

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

Giuseppe Ungaretti riassunto

 

 

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