Autori del neorealismo

 

 

 

Autori del neorealismo

 

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Autori del neorealismo

 

VASCO PRATOLINI

è la voce più pura del neorealismo, non scrisse nulla al di fuori di esso. Di umili origini fiorentine, è un autodidatta, e già a 20 anni comincia a scrivere, è un esponente attivo della Resistenza toscana e subito finita la guerra comincia un rapporto stretto con la cultura cinematografica: “Paisà” ha tra i suoi sceneggiatori anche Pratolini. È morto nel 1991. Opere maggiori:

Cronache di poveri amanti e Cronaca familiare 1947

Trilogia “una storia italiana”: Metello, lo Scialo, Allegoria e derisione. È una trilogia perché racconta la storia delle classi subalterne nel corso di diversi periodi storici.

CRONACHE DI POVERI AMANTI: meglio rappresenta il clima e il linguaggio neorealista. Ritroviamo tutti i temi classici del periodo. Tutto il romanzo è percorso dalla speranza della rinascita, l’ambientazione è precedente alla I guerra mondiale (anni ‘20), ma vi si ritrovano molti riferimenti all’attualità. Il tutto si svolge intorno a questa “via del corno”; tutto ciò che invece viene dagli ambienti altolocati è intriso di corruzione. Ovviamente Pratolini, figlio di operaio, sta dalla  parte degli ultimi. È un romanzo corale perché non c’è un protagonista assoluto.

La trilogia allarga la visione alla storia d’Italia, vuole raccontare la storia delle classi povere dall’800 alla Resistenza. L’inizio è folgorante, Metello è un romanzo notevole; gli altri due invece non hanno lasciato traccia perché quando Pratolini sposta il suo punto di vista sulla classe borghese perde di naturalezza e la critica si fa amara, entra in una sorta di polemica personale e il romanzo perde di significato e si perde il senso della storia.

Metello è il nome del protagonista che si chiama appunto Metello Salani che è un operaio che vive tranquillamente la sua vita e il suo amore operaio ed ha l’esperienze che hanno avuto tutti gli operai in quel periodo: le lotte sindacali e le conseguenze dirette, cioè la galera. Ciò che però emerge dal romanzo con pari forza della vita lavorativa è la vita amorosa. Metello, conosce una donna di altra estrazione sociale, per la quale abbandona la sua donna operaia. Ciò provocò delle critiche dalla parte dei marxisti. Fu molto criticato perché amore e politica non potevano coesistere, non potevano stare sullo stesso piano. Il romanzo venne definito “sesso e socialismo”. Un critico importante che difese questo romanzo fu Salinari, un critico marxista, che non cedette a questa stupida polemica, ma esaltò questo romanzo perché è l’espressione più pura del neorealismo ,dato che la vita dell’uomo non è fatto solo di lavoro, e dunque se un romanzo neorealista ha come obiettivo parlare di tutti gli aspetti non può tralasciare la vita amorosa. Salinari esalta anche il linguaggio utilizzato, che è tipico del neorealismo (semplice, asciutto, schietto, vivo, gergale e dialettale a volte). Il periodo storico è sempre presente nel romanzo e il collegamento con la storia reale è sempre vero e corretto.

 

CESARE PAVESE

Molto complesso. Nasce in provincia di Torino nel 1908, ha una vita triste perché rimane orfano molto giovane e passa tutta una vita a cercare la donna della sua vita senza mai trovarla, costantemente abbandonato dalle donne che incontra. Durante il fascismo, lui intellettuale anti – fascista, ha dei guai con la censura perché una rivista sulla quale lui scriveva fu detta non affiliata al regime e lui fu mandato al confino. Quando parte è innamorato e ricambiato da una donna, ma al suo ritorno lei si è sposata. Pavese, anche per il suo spirito non belligerante non ebbe alcun ruolo nella Resistenza e ciò rimase il suo più grande rimorso. Nel 1950 si uccide per l’ennesimo rifiuto amoroso.

Tematiche principali

  • RIMORSO, senso di colpa che porterà sempre dentro di sé.
  • DICOTOMIA TRA POSITIVITÀ (il suo paese natale) e NEGATIVITÀ (la città dove si perdono i veri valori)
  • L’amore e le sue delusioni. Pavese scrisse anche importanti poesie dal verso libero, senza rima, quasi prosastiche ma con un linguaggio molto figurato e asciutto. La poesia dedicata all’ultima donna della sua vita si intitola “verrà la morte e avrà i tuoi occhi
  • Suicidio

 

OPERE PRINCIPALI:

  • Lavorare stanza: raccolta di poesie degli anni ’30. Non ebbe successo perché totalmente opposta all’ermetismo. L’idea della poesia racconto.
  • La casa in collina: un romanzo ambientato durante la Resistenza, narra la storia di Corrado (in cui si può rivedere l’autore stesso) che fugge dalla guerra rifugiandosi nella sua casa in collina. Ciò gli procura il rimorso, pensa di cambiare idea ma quando si ritrova dinnanzi alla guerra civile si tira indietro. Corrado vorrebbe avere un ruolo pratico nelle vicende drammatiche della guerra civile, è un intellettuale comunque antidecadente perché il mondo è dentro di lui.
  • La luna e i falò: ultimo romanzo con altri temi: dicotomia tra mito e realtà, c’è il tema dell’impossibilità del ritorno che resta un desiderio mitico che non si realizza.

 

La critica nei confronti di Pavese.

Pavese ha cercato l’impegno politico e sociale, egli si immerge nella realtà sociale. Ciò farebbe di lui un neorealista puro, ma troviamo dei temi ancora decadenti (solitudine, male di vivere che nasce dal rimorso, tema dell’infanzia, della nostalgia). Abbiamo un neorealismo contaminato, infatti per Pavese i critici parlavano di un neorealismo lirico.

CARLO EMILIO GADDA

Ritenuto il miglior romanziere del 900, una scrittura formidabile e un linguaggio incredibile. Chiamato il gran lombardo perché richiamava Manzoni: lui figlio della borghesia milanese. È giovane quando scoppia la 1° guerra mondiale e parte entusiasta per essa (come Ungaretti), ma rimane molto deluso dall’esperienza in guerra. Scriverà due opere, una postuma, “taccuino e diario di Caporetto” dove racconta del menefreghismo dei comandanti italiani. Esce fuori disilluso da quella guerra. Studia ingegneria, ma contemporaneamente coltiva la sua passione per la letteratura. Nel secondo dopoguerra lavorò per la radio a Roma scrivendo i testi di quei programmi radiofonici. Le ultime opere le ambienterà a Roma e non più a Milano. Morirà nel 1973 solo così come voleva lui, uomo solitario.

 

Lo stile, i suoi 5 punti:

  • logico
  • ironico
  • serio
  • enfatico – tragico (quella che rende unico Gadda, è la più personale ed è piena di neologismo)
  • cretina

 

Le fasi ovviamente si intrecciano e per questo che per Gadda si parla di polilinguismo: linguaggi di origini, derivazione ed effetti espressivi diversi! Venne considerato per anni un autore neo – realista dalla critica superficialmente perché fa parlare i suoi protagonisti nei loro rispettivi dialetti (come Pratolini, Fenoglio). In realtà lui non ha niente del neo – realismo, usa il dialetto solo per fini espressivi.

Le opere:

  • Raccolta di novelle 1931 – La Madonna dei filosofi
  • Racconti 1943 – L’Adalgisa
  • Romanzo 1941 (ultima edizione 1960) – La cognizione del dolore
  • Romanzo “sperimentale” 1957 – Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. Completamente nuovo dal unto di vista linguistico. È un giallo in cui però non si scopre l’assassino.

 

LA SCRITTURA

È una scrittura che sembra esprimere davvero di tutto: sentimenti, situazioni labili e imperscrutabili. Un linguaggio estremamente nuovo, mutevole, pieno di neologismi.

Romanzo “La cognizione del dolore

 Questo romanzo è legato ad esperienze di vita tragiche: la morte della madre. Ha avuto varie stesure, sempre rivisto, lui lo riteneva il romanzo della sua vita. Anche l’ultima versione del 1960 è rimasta comunque incompiuta. Ambientato in luoghi che non esistono, in Maradagal che rappresenterebbe l’Italia borghese del fascismo con tutti i suoi mali. Non usa mezzi termini nel descrivere lo sfacelo di quella borghesia che accompagna l’Italia sempre più in basso solo per convenienza e corruzione. Il tutto è raccontato in termini metaforici e simbolici. Il Maradagal è in Sud America, il protagonista è un ingegnere come Gadda dal nome buffo Gonzalo Pirobutirro d’Eltino, come lui perde un fratello in guerra, vive con la madre, è un misantropo, un asociale ed ha l’ambizione di affermarsi come letterato. Si parla di un istituto che forse si riferisce a qualche gruppo borghese milanese. La madre di Gonzalo rifiuta la protezione del gruppo e dopo che torna da un viaggio di lavoro la trova morta uccisa a botte.

Quer pasticciaccio brutto de via Merulana.

Ambientato a Roma nel 1927, ma alla fine non si scopre né l’assassino né il motivo. L’obiettivo è creare un’altra situazione simbolica: è un’indagine sulla vita dell’uomo, infatti si scopriranno mille difetti e caratteristiche della società, anche i quartieri più popolari. Essendo un’indagine sulla vita essa non può mai avere fine e conclusione. Questo libro ha avuto maggiori riconoscimenti dalla critica per il romanesco utilizzato, credendolo un romanzo neorealistico. NON èun romanzo neorealista: la trama è grottesca, non c’è nulla di reale, il suo solo scopo è rendere più brillante e più espressionistico il romanzo.

 

BEPPE FENOGLIO

Voce pura del Neorealismo. Nasce ad Alba nel 1922, zona fondamentale per la resistenza italiana. Il suo destino fu legato alla Resistenza, di cui fece parte attiva. Fu incoraggiato a scrivere da Vittorini. I suoi romanzi ovviamente parlano di quell’esperienza. Anche lui, come Pavese, era un anglofono e tradusse delle opere poi pubblicate in Italia. Muore molto giovane di tumore.

OPERE PRINCIPALI

  • I ventitré giorni della città di Alba (1952). Episodi sulla guerra partigiana delle Langhe e molti sono stati vissuti da lui personalmente. È l’esordio letterario di Fenoglio.
  • Una questione privata (1963). Scritto nel dopoguerra e pubblicato postumo. Racconta la fine della guerra partigiana. Ebbe ottime critiche quando uscì, e Italo Calvino disse che quello era il romanzo che tutti gli scrittori che avevano vissuto la Resistenza avrebbero voluto scrivere.
  • Il partigiano Johnny. Il più importante. Due versioni del partigiano Johnny. Differenze di linguaggio e modifiche di alcuni personaggi e del loro ruolo. Sembra che la II versione non fosse tutta di Fenoglio.

Fenoglio è un neorealista puro per gli argomenti trattati e per il suo linguaggio che è molto secco, asciutto, fatto di frasi brevi con sintassi semplice, che si adatta alle situazioni dei protagonisti. Questo stile così particolare ricorda Heminguey (per chi suona la campana).

 

Fonte: http://www.polovalboite.it/materiali/appunti/ITALIANO%20-%20GLIA%20AUTORI%20DEL%20NEOREALISMO.doc

Sito web da visitare: http://www.polovalboite.it/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine (tratto da lezione del prof. M.Migliardi)

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