Giosuè Carducci vita e opere riassunto biografia
Giosuè Carducci vita e opere riassunto biografia
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Giosuè Carducci nasce il 27 luglio 1835 a Valdicastello, in provincia di Lucca, da Michele Carducci, medico e rivoluzionario, e Ildegonda Celli, di origini volterrane. Nel 1838 la famiglia Carducci, a causa del concorso vinto dal padre per diventare medico di zona, si trasferisce a Bolgheri, sperduto paesello della Toscana che grazie al poeta diventerà famoso in tutto il mondo. La permanenza nella Maremma è testimoniata e rievocata con affettuosa nostalgia nel sonetto "Traversando la Maremma toscana" (1885) e in molti altri luoghi della sua poesia. Del nucleo familiare fa anche parte la celeberrima Nonna Lucia, una figura determinante nell'educazione e formazione del piccolo Giosuè, tanto che il poeta la ricorda con grande affetto nella poesia "Davanti San Guido". Pochi anni dopo però (nel 1842) questa figura per noi ormai nobilmente letteraria muore, gettando Giosuè nella disperazione.
I moti rivoluzionari intanto prendono piede, moti nei quali è coinvolto il passionale e irrequieto padre Michele. La situazione si complica al punto tale che vengono sparate fucilate contro la casa della famiglia Carducci, in seguito all'acuirsi del conflitto tra Michele Carducci e la parte più conservatrice della popolazione bolgherese; l'evento li costringe al trasferimento nella vicina Castagneto, dove rimangono per quasi un anno.
Nel 1849 i Carducci giungono a Firenze. Giosuè frequenta l'Istituto degli Scolopi e conosce la futura moglie Elvira Menicucci. Nel 1853 il futuro poeta entra alla Scuola Normale di Pisa; i requisiti per l'ammissione non collimano perfettamente, ma è determinante una dichiarazione di padre Geremia, suo maestro, in cui garantisce: "È dotato di bell'ingegno e di ricchissima immaginazione, è colto per molte ed eccellenti cognizioni, si distinse persino tra i migliori. Buono per indole si condusse sempre da giovine cristianamente e civilmente educato". Giosuè sostiene gli esami svolgendo brillantemente il tema "Dante e il suo secolo" e vince il concorso. Negli stessi anni costituì, insieme con tre compagni di studi, il gruppo degli "Amici Pedanti", impegnato nella difesa del classicismo contro i manzoniani. Dopo la laurea, conseguita con il massimo dei voti, insegna retorica al liceo di San Miniato al Tedesco.
È il 1857, anno in cui compone le "Rime di San Miniato", il cui successo è quasi nullo, salvo una citazione su una rivista contemporanea. La sera del 4 novembre si uccide il fratello Dante squarciandosi il petto con un bisturi affilatissimo del padre; mille le congetture: si dice perché stanco dei rimbrotti familiari, specialmente del padre, che era diventato intollerante e duro anche con i figli. L'anno dopo, a ogni modo, muore anche il padre del poeta.
Dopo un anno di lutto il poeta finalmente si sposa con Elvira. In seguito, dopo la nascita delle figlie Beatrice e Laura, si trasferisce a Bologna, un ambiente assai colto e stimolante, dove insegna eloquenza italiana all'università. Ha così inizio un lunghissimo periodo di insegnamento (durato fino al 1904), caratterizzato da una fervida e appassionata attività filologica e critica. Nasce anche il figlio Dante, che però muore in giovanissima età. Carducci è duramente colpito dalla sua morte: torvo, lo sguardo fisso nel vuoto, si porta dietro il suo dolore ovunque, in casa, all'università, a passeggio. Nel giugno 1871 ripensando al figlio perduto compone "Pianto antico".
Negli anni '60 lo scontento provocato in lui dalla debolezza dimostrata, a suo giudizio, in più occasioni dal governo post-unitario (la questione romana, l'arresto di Garibaldi, ecc.) sfocia in un atteggiamento filo-repubblicano e addirittura giacobino: ne risente anche la sua attività poetica, caratterizzata in quest'epoca da una ricca tematica sociale e politica. Negli anni successivi, con il mutare della realtà storica italiana, Carducci passa da un atteggiamento violentemente polemico e rivoluzionario a un ben più tranquillo rapporto con lo Stato e la monarchia, che finisce per l'apparirgli la migliore garante dello spirito laico del risorgimento e di un progresso sociale non sovversivo (contro il pensiero socialista). La nuova simpatia monarchica culmina nel 1890 con la nomina a Senatore del Regno.
Tornato a Castagneto nel 1879 dà vita, insieme ai suoi amici e compaesani, alle celebri "ribotte", durante le quali ci si intrattiene degustando piatti tipici locali, bevendo vino rosso, chiacchierando e recitando i numerosi brindisi composti per quelle occasioni conviviali.
Nel 1906 al poeta viene assegnato il Premio Nobel per la Letteratura. Le condizioni di salute non gli consentono di recarsi a Stoccolma per ritirare il premio, che gli viene consegnato nella sua casa di Bologna. Il 16 febbraio 1907 Giosuè Carducci muore nella sua casa di Bologna; viene seppellito alla Certosa di Bologna dopo varie polemiche relative al luogo di inumazione.
Fonte: http://www.itcgdonlazzeri.it/premiocarducci/doc_carducci/Biografia%201.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Giosuè Carducci vita e opere riassunto biografia
Giosuè Carducci dalla A alla Z |
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lunedì 12 febbraio 2007 |
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Dopo le commemorazioni per il centenario dall'assegnazione del Premio Nobel per la letteratura, la figura di Giosue Carducci viene ricordata, a cento anni dalla morte, con un francobollo commemorativo, una mostra, un convegno ed alcune giornate di studio.
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Giosuè Carducci, biografia |
lunedì 18 dicembre 2006 |
Nasce il 27 luglio 1835 a Valdicastello (Lu) in Versilia e muore nella notte tra il 16 ed il 17 febbraio 1907 a Bologna. |
Ultimo aggiornamento ( venerdì 19 settembre 2008 ) |
Giosuè Carducci, ribelle antiromantico |
venerdì 15 dicembre 2006 |
Quest’anno il centenario dell’assegnazione del Nobel per la letteratura al poeta di Valdicastello. A Sanremo una mostra dedicata a lui ed a Grazia Deledda, altro nostro Nobel per la letteratura. autori indicati nel testo sopra riportato |
Giosuè Carducci riassunto breve sintesi
La Vita
Prima fase (1835-1853)= nasce nel ’35 in Versilia da padre medico; trascorre l’infanzia nella Maremma Toscana. Nel ’53 entra nella Scuola Normale Superiore di Pisa.
Seconda fase (1853-1860)= si definisce “scudiero dei classici”. Dopo essersi trasferito a Firenze nel ’56 con un gruppo di amici la società degli “Amici Pedanti”, che volevano italianizzare la lirica italiana con il classicismo (erano antiromantici e antimanzoniani).
Terza fase (1860-1871)= ottiene la cattedra di letteratura all’Università di Bologna, dove si trasferisce nel ’60. E’ la fase giacobina-repubblicana; si avvicina al socialismo, mentre è polemico nei confronti della Chiesa e della Monarchia. Nel ’70 muore il figlio Dante. Sul piano poetico, critica il manzonismo, per lo stile basso, gli Scapigliati e i Veristi per l’uso della prosa e di un linguaggio basso.
Quarta fase (1872-1889)= da un punto di vista politico, in questa fase abbandona gli ideali giacobini per avvicinarsi alla monarchia, a causa della delusione per la politica della sinistra e all’incontro con la regina Margherita. Sul piano poetico, è caratterizzata da poesie ispirate da temi più intimi e autobiografici (es: l’amore per Carolina PivaàLina, Piva) e l’utilizzo della metrica barbara nelle Odi.
Quinta fase (1890-1907)= Nel 1907 muore a Bologna, un anno dopo aver ricevuto il Nobel per la letteratura.
Temi della poesia
Carducci reagì alla tendenza irrazionale proponendo il ritorno alla realtà, con l’uso di termin crudi e di un linguaggio giornalistico. Il tema della fugacità della vita, essendo non credente, assume un ruolo importante.
Opere
Juvenilia e Levia Gravia sono le sue prime opere. Rime nuove è la prima raccolta importante di Carducci; riunisce 105 poesie scritte fra il 1861 e il 1887. I temi di Rime nuove sono: i ricordi d’infanzia, l’amore, la morte, il paesaggio maremmano; gli scenari storici preferiti sono l’Italia comunale con gli invasori tedeschi in lotta e la rivoluzione francese. Le Odi barbare raccolgono 50 liriche fra il 1873 e il 1889; i temi sono i soliti di Rime nuove, in uno scenario classico di Roma, che rinvia al tema della fugacità del tempo. Viene usata la metrica barbara. L’ultima raccolta, Rime e Ritmi, comprende 29 poesie composte fra il 1887 e il 1899; il titolo è dovuto la fatto che vi si susseguono liriche scritte con la metrica tradizionale (Rime) e in metrica barbara (Ritmi). I temi sono due: quello celebrativo e quello intimo e malinconico.
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San Martino – Rime Nuove
E’ un bozzetto, dove viene descritto un borgo maremmano nel giorno di San Martino (11 Novembre).
Nella piazza di San Petronio – Odi barbare
Vi è una similitudine: come il Sole morente di un nevoso giorno invernale illumina la chiesa di San Petronio a Bologna restituendogli l’antico splendore, così la Musa del poeta, sorridendogli fuggevolmente, sembra concedergli per un attimo la bellezza antica.
Nevicata – Odi barbare
Descrive una città innevata, che rappresenta la morte. Gli uccelli che sbattono contro i vetri evocano gli amici morti del poeta
Fonte: http://www.riassuntibuse.altervista.org/Giosue%20Carducci.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Giosuè Carducci riassunto breve sintesi
Trascorse l'infanzia a Bolgheri e Castagneto nella Maremma toscana, ove giunse con la famiglia nel 1838 dal momento che il padre era stato nominato medico condotto. Nel 1848 i Carducci si trasferirono a Castagneto, ma l'anno dopo lasciarono definitivamente la Maremma per tentare maggior fortuna altrove: Firenze, Santa Maria a Monte. Giosuè laureatosi intanto alla Scuola Normale di Pisa, fu chiamato a venticinque anni a tenere la cattedra di letteratura italiana nell'Università' di Bologna, ove rimase per tutta la vita.
La personalità di Giosuè Carducci - poeta, prosatore, storico della letteratura - è tra le più vigorose della storia letteraria italiana. Carducci si impone per la compattezza della ricerca storica e filologica, per il sentimento innovatore della classicità, per l'ampio e articolato mondo della sua lirica.
In sede critica egli fu di certo il più alto esponente della scuola storica. Pensare al Carducci, anche per il più comune dei lettori, significa risentire il baleno di uno sdegno, significa avvertire nella propria memoria un verso d'epopea o di esultanza, o di pianto. Un arco di voci e di risentimenti e di evocazioni che dà alla poesia un timbro inconfondibile. Ma proprio per la varietà di ispirazioni e di accenti che stanno tra la leggenda epica e l'intimità di una nota familiare, la poesia carducciana chiede al lettore un'intelligenza unificatrice e insieme semplificatrice: capace di avvertire la vicinanza di regioni dello spirito apparentemente remote e di filtrare una certa vastità di strutture e di suoni fino alla nota autentica e genuina.
"Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto solo se stesso, ma anche il prossimo" (Momigliano).
Carducci si formò nell'ambiente toscano, a contatto con una realtà dove il Romanticismo era penetrato in modo indiretto. Egli, ancora giovanissimo, intrecciò una forte polemica contro questo movimento, che gli sembrava estraneo alla spiritualità ed alla cultura italiana, presentandosi come il sostenitore dei classici. In nome del decoro stilistico e formale, alla letteratura popolare sostenuta dal Romanticismo egli oppose l'esigenza di una letteratura dignitosa e profonda sul piano del contenuto e della forma. Lottò anche contro il Verismo e contro il Decadentismo.
Alla polemica contro la moda romantica si aggiunge in lui con analogo vigore ed impegno la condanna dell'Italia del suo tempo, che egli giudicava priva di ideali, di slanci, insensibile verso la grandezza e gli eroismi, indegna della gloria del passato e degenere nei confronti della generazione precedente, che aveva realizzato l'unità nazionale. Contro gli atteggiamenti mediocri e prosaici degli italiani rivolse le sue invettive assumendo spesso toni retorici e non accorgendosi del fatto che in quegli anni, completato il Risorgimento, non c'era più spazio per gli eroismi e iniziava un periodo di assestamento laborioso ed impegnativo per l'urgenza di problemi enormi e di difficile soluzione. Va anche detto però che l'atteggiamento degli italiani contrastava decisamente con il temperamento del poeta, che ebbe profondi sentimenti e coltivò ideali eroici, fra i quali l'importanza e la dignità della vita umana ed il ruolo fondamentale assegnato alla poesia.
La vita è per lui qualcosa di grande, perché è illuminata dalla azione, dalla volontà, che sono ì mezzi che permettono all'uomo di costruire, di raggiungere la gloria, di consolidare la sua fama presso i posteri. Carducci ebbe una visione della vita simile al modo di sentire dei classici; di essa infatti celebra gli aspetti più belli, come la luce del sole, il calore, i profumi e le bellezze della natura. La sua spiritualità classica e pagana si nota anche nel modo come egli vede la morte, che è simboleggiata dal freddo, dall'umido (che sono le caratteristiche del Tartaro dei Greci e dei Romani), dal buio, dalla mancanza di amore, dal putrido, dal senso di disfacimento. La vita è invece considerata come una fiaccola, che la generazione dei viventi ha in consegna per un breve periodo e che passerà fino alla fine dell'universo, di generazione in generazione.
Un ruolo fondamentale è svolto nella vita dalla poesia, che celebra ciò che è splendido sul piano estetico e morale tramandandone il ricordo ai posteri. Per il Carducci il poeta ha inoltre il compito di educare gli uomini, è poeta vate, ossia conserva e diffonde ideali. Questo compito è stato svolto dai grandi poeti, dei quali è necessario riscoprire e rivalutare il messaggio. Il Carducci propone infatti un ritorno a quelli che egli considera i grandi maestri, ossia alla tradizione segnata dall’Alfieri e dal Foscolo. In questo ambito è fondamentale il messaggio dei classici, che gli appare l'unico mezzo in grado di rendere possibile la rigenerazione degli italiani sul piano morale e letterario.
Per quanto riguarda le concezioni politiche, va detto che Carducci presenta un approfondimento ed una revisione costante delle sue idee, per cui dall'acceso giacobinismo e mazzinianesimo che caratterizza la sua giovinezza, approda gradualmente ad una visione sempre più pacata e conservatrice, che in alcuni casi appare reazionaria. In ciò, egli seguì la parabola percorsa dalla classe dirigente italiana, dalla sinistra in particolare, simboleggiata in primo luogo dall’atteggiamento del Crispi, che dal mazzinianesimo giovanile passa ad un atteggiamento intransigente in politica interna e megalomane ed imperialistico in politica estera.
Per quanto riguarda la poetica, va detto che il Carducci rappresenta, insieme ad altri autori minori, una ferma reazione al Romanticismo ma che, diversamente dagli Scapigliati, la sua opposizione è equilibrata, consapevole e sistematica. Nel ritorno ai classici egli individua la possibilità di creare una poesia profonda e costruttiva e più ricca, rispetto al Romanticismo, di valori morali e civili. La sua poetica trova il motivo centrale nella necessità di salvaguardare e di arricchire la tradizione letteraria italiana. Egli svolge temi nuovi ed interpreta in modo originale temi che appartengono alla tradizione; tra questi i più importanti sono la storia, il paesaggio, la vita, le memorie. La storia è vista non, come avviene nel Vico o come volevano i Romantici, come una vicenda complessa e sofferta e determinata dagli slanci, dalle sofferenze, dagli ideali, come un processo guidato da leggi precise, bensì come scontro, spesso epico, di forze pure e generose, come una serie di svolte, di momenti splendidi per la nobiltà di ideali da cui furono caratterizzati.
Perciò egli approfondì la sua analisi a proposito di precisi momenti storici, come l'età comunale in Italia, il mondo classico, che gli apparve come un'isola ideale di bellezza, di armonia e di forza, come il frutto di ideali generosi e di concezioni eroiche. Nello studio della storia egli non seppe formulare vaste sintesi e riuscì solo a creare concetti e ad elaborare teorie come la "nemesi storica", caratterizzate da schematicità e debolezza. Il tema del paesaggio, svolto anche dalla poesia romantica, acquista nel Carducci un significato nuovo. La natura è descritta come qualcosa di vivo, di ricco, di intenso per i colori e i profumi e riflette gli stati d'animo dei personaggi a cui fa da sfondo. Ad essa, il più delle volte, sono legati i sentimenti del poeta.
Le meditazioni sulla vita e sul destino dell'uomo offrono al Carducci spunti significativi per la creazione di concetti e di immagini spesso classicamente delineati, a volte malinconici, ma di una malinconia contenuta e virile. Il tema delle memorie è frequente nella poesia carducciana e dimostra la profondità e la sensibilità del poeta che, accanto ai temi ufficiali e solenni, seppe trattare con ricca sensibilità i motivi più umani e commossi. Egli evita i toni propriamente romantici del rimpianto e della malinconia e supera in modo armonioso i pensieri tristi quando ricorda, per esempio, le persone care defunte, o quando rievoca la sua infanzia, giungendo a conclusioni dignitose e composte.
Spesso, dal ricordo trae conforto e dolcezza, come vediamo in Davanti San Guido, in Traversando la Maremma toscana, in Sogno d'estate e in Idillio maremmano. Tutti questi temi non sono isolati l'uno dall'altro, ma a volte sono compresenti. Dopo la raccolta Iuvenilia, nella quale prevale l'intento di svolgere la funzione di "scudiero dei classici", la raccolta Levia Gravia testimoniano il nuovo orientamento del Carducci (‘61 ‘71) verso temi politici e sociali. L'Inno a Satana (‘63), pur con ingenuità e intemperanze retoriche, testimonia una precisa svolta nell’opera carducciana e rappresenta un esempio della personalità vigorosa e risentita dell'autore. La raccolta Giambi ed epodi (‘67 ‘87) è dominata dalla polemica politica e letteraria, ma contiene esempi di profonda poesia.
La parte migliore della produzione carducciana è raccolta nelle Rime nuove (‘61 ‘87), nelle Odi barbare (‘77 ‘93) ed in parte in Rime e Ritmi. Nelle Rime nuove appaiono i grandi temi carducciani, rappresentati dalle reminiscenze storiche e dai ricordi personali. Nelle Odi barbare, che egli definì così perché in esse volle riprodurre la metrica greca e latina raggiungendo effetti ed espressioni che, secondo lui, i Greci definirebbero barbari, il poeta volle rivivere lo spirito della classicità, che per lui consisteva in una intima armonia tra uomo e natura, in un'armonica fusione di grazia, di vigore, di eroismo, di bellezza, in un'accettazione serena e virile della vita, dei suoi doveri, delle sue responsabilità, delle sue amarezze. Le parti migliori di questa raccolta si ispirano in effetti alla romanità ed alla grecità, ossia al mondo in cui questi ideali si sono realizzati. Roma però non è per lui qualcosa di morto, ma una presenza viva e operante nello spirito italico, ossia del popolo per il quale egli vagheggia una nuova grandezza.
Rime e Ritmi è la raccolta in cui più si sente la stanchezza del poeta. Vi troviamo le sintesi storiche, le grandi rievocazioni, ma avvertiamo anche il peso della retorica. È notevole comunque il tono malinconico che la caratterizza.
Carducci svolse un'intensa attività critica, di cui i frutti maggiori sono i discorsi Dello svolgimento della letteratura nazionale, i saggi L'opera di Dante, Il Parini maggiore, Il Parini minore, gli studi su L. Ariosto e T. Tasso, le pagine sul Petrarca e sul Boccaccio. Avverso al De Sanctis, egli aderì alla scuola storica, che alle sintesi romantiche e desanctisiane sostituisce l'indagine meticolosa circa la cultura degli autori ed il tempo in cui operarono e l'analisi diligente del testo. Pertanto giunge alla piena intelligenza della poesia, anche perché come poeta è in grado di risalire alle motivazioni, ai sentimenti ed ai travagli da cui essa nasce.
Nel Carducci è inoltre importante il vigore del linguaggio; la sua prosa si contrappone nettamente a quella manzoniana e si ricollega alla più dotta tradizione italiana. Se si prescinde dagli eccessi polemici e dalla retorica che dominano una parte della sua produzione, si può affermare che il Carducci svolge un ruolo importante nel rinnovamento della letteratura, con la sua lezione di impegno e di profondità, evidente soprattutto nel modo di approfondire e di attualizzare i classici.
ODI BARBARE
Composta tra il 1877 e il 1887, questa raccolta di poesie, non aliena dai temi di Rime Nuove, vuole riaffermare, anche tramite l'uso della metrica antica, un ideale di composta classicità. "Barbare" queste odi raccolte in due libri, perché, nonostante l'imitazione dei metri latini e greci, sarebbero suonate agli orecchi degli antichi come estranee, 'barbare' appunto.
RIME E RITMI
Per rispettare la volontà dell'autore in questo archivio è presente anche "Il parlamento", che nell'edizione del 1901 venne collocato, come parte integrante, dopo "Rime e ritmi". Scritto nel settimo centenario della battaglia di Legnano, "Il parlamento" doveva far parte di un poemetto che voleva celebrare quel momento della storia italiana, e che si sarebbe dovuto sviluppare in tre parti ("Il parlamento", "La battaglia" e "La fuga dell'imperatore"). Carducci non riuscì mai a terminare il poemetto, benché vi avesse lavorato a più riprese fino agli ultimi anni della sua vita.
POESIE MAREMMANE
"Idillio Maremmano"(da Rime Nuove), 1867/1872
Nel contrasto tra natura e storia,tra ragione e sogno, si percepisce il contrasto tra un lontano e piacevole passato,intatto,genuino e l'attualità di allora triste e mediocre. Emerge in piena luce la figura bella e concreta della "bionda Maria"(Maria Banchini).
"Il bove" (da Rime Nuove), fine 1872
Osservazioni della vita georgica dei campi di Bolgheri.
"Nostalgia"(da Rime Nuove), 1874
Il desiderio di ritornare in Maremma e' affidato a un temporale che sale verso Appennino
"Pe'l Chiarone da Civitavecchia"(da Odi Barbare), 1879
Il Carducci aveva da tempo programmato la sua prima visita ufficiale a Castagneto per i giorni 25 e 25 aprile. Partì da Roma alle prime luci dell'alba e scese a Civitavecchia; qui noleggiò una carrozza e si fece portare al Chiarone, sul confine fra Lazio e Toscana. Era quella la Maremma più orrida e inoltre fu attraversata sotto un acquazzone continuo. Per rendere ancor più lugubre l'atmosfera, il Carducci lesse Marlowe, un tragico drammaturgo del cupo Cinquecento inglese. Giunto al Chiarone, vide nello sfondo un po' di sole sull'argentario e il cuore gli si aprì; così buttò nel fiume Marlowe e compose questa ode.
"Sogno d' Estate"(da Odi Barbare), 1880
Mentre legge l'Iliade si addormenta e sogna di ritrovarsi a Bolgheri : rivede la sua fanciullezza, la madre, il fratello Dante, il sole di luglio, i carri rotolanti sul selciato, i cari selvaggi colli, i meli e quattro candide vele sul mare.
"San Martino" (da Rime Nuove), 1883
Anche se il ricordo della Maremma era spesso legato al sole, tuttavia la stagione preferita per venire a Castagneto era l'autunno. L'11 novembre 1883, San Martino, il poeta si trovo' a Castagneto. L'8 dicembre successivo compose questo bel quadretto macchiaiolo del borgo castagnetano.
"Traversando la Maremma Toscana" (da Rime Nuove), 1885
Il 10 aprile partì da Livorno per Roma, passò davanti alla sua Maremma, vide Castagneto e si commosse. Tornato a Bologna, compose questo famoso sonetto. Uno sguardo profondamente nostalgico al paese dove visse fanciullo, alla cara, selvaggia, Maremma toscana; i sogni non sono diventati realtà e restano irraggiungibili. La visione della morte si stempera in un sentimento di dolcezza e di pace, che si diffonde dalle note colline e dal verde piano.
"Davanti a San Guido" (da Rime Nuove), 1885/1886
Lo stradone di Bolgheri cominciò a vedere i cipressi nel 1832, intorno al 1855 fu ultimato fino alle Capanne, e solo nel 1907, dopo la morte del poeta, fu proseguito fino a Bolgheri, ultimato nel 1911. I cipressi sono circa 2540. Delle poesie che rievocano il dolce paese e la dolce età, nessuna raggiunge la pienezza significativa e suggestiva di questa che ha due momenti distinti:
l'impressione fresca e improvvisa alla vista dei cipressi, che si traduce in un dialogo familiare e brioso e l'apparizione della nonna, che fa traboccare il patetico.
Fonte: http://www.studenti.it/download/scuole_medie/Carducci.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Produzione carducciana: BIBLIOGRAFIA
La Secchia rapita e l'Oceano di Alessandro Tassoni, con note, Firenze, Barbèra, 1858 ("Diamante")
Poesie di Giuseppe Parini, Firenze, Barbèra, 1858 ("Diamante")
Le poesie liriche di Vincenzo Monti, Firenze, Barbèra, 1858 ("Diamante")
Del principe e delle lettere, con altre prose di Vittorio Alfieri, Firenze, Barbèra, 1859 ("Diamante")
Poesie di Lorenzo de' Medici, Firenze, Barbèra, 1859 ("Diamante")
Le poesie di Giuseppe Giusti con un discorso sulla vita e sulle opere dell'autore, Firenze, Barbèra, 1859 ("Diamante")
Le poesie di Giuseppe Giusti con un discorso sulla vita e sulle opere dell'autore. Seconda edizione accresciuta, Firenze, Barbèra, 1860 ("Diamante")
Satire, odi e lettere di Salvator Rosa, illustrate da G. Carducci, Firenze, Barbèra, 1860 ("Diamante")
1861-1871
Poesie di Gabriele Rossetti, ordinate da G. Carducci, Firenze, Barbèra, 1861 ("Diamante")
La Secchia rapita e altre poesie, Firenze, Barbèra, 1861 ("Diamante")
Le poesie liriche di Vincenzo Monti. Seconda edizione con aggiunta di cose inedite o rare, Firenze, Barbèra, 1862 ("Diamante")
Le poesie di Giuseppe Giusti con un discorso sulla vita e sulle opere dell'autore. Terza edizione con Avvertenza, Firenze, Barbèra, 1862 ("Diamante")
Rime di m. Cino da Pistoia e d'altri del secolo XIV, ordinate da G. Carducci, Firenze, Barbèra, 1862 ("Diamante")
Canti e poemi di Vincenzo Monti, a cura di G. Carducci, Firenze, Barbèra, 1862 ("Diamante"
Pensieri e giudizii di letteratura e di critica estratti dalle lettere familiari di Pietro Giordani, in Opere di Pietro Giordani pubblicate da A. Gussalli, t. XIV (Appendice), Milano, Sanvito, 1862
Le Stanze, l'Orfeo e le Rime di messer Angelo Ambrogini Poliziano, rivedute su i codici e su le antiche stampe e illustrate con annotazioni di varii e nuove da G. Carducci, Firenze, Barbèra, 1863
Di T. Lucrezio Caro Della natura delle cose, libri VI volgarizzati da Alessandro Marchetti, aggiunte alcune rime e lettere del volgarizzatore, a cura di G. Carducci, Firenze, Barbèra, 1864 ("Diamante")
Tragedie, drammi e cantate di Vincenzo Monti, con appendice di versi inediti orari, a cura di G. Carducci, Firenze, Barbèra, 1865 ("Diamante")
Rime di Matteo di Dino Frescobaldi, ora nuovamente raccolte e riscontrate su i codici da G. Carducci, Pistoia, Società Tipografica Pistoiese, Carducci, Bongiovanni e C., 186
Poeti erotici del secolo XVIII, a cura di G. Carducci, Firenze, Barbèra, 1868 ("Diamante")
Levia gravia di Enotrio Romano, Pistoia, Tipografia Niccolai e Quarteroni, 1868
Versioni poetiche di Vincenzo Monti, con giunta di cose rare o inedite, a cura di G. Carducci, Firenze, Barbèra, 1869 ("Diamante")
Cantilene e ballate, strambotti e madrigali nei secoli XIII e XIV, a cura di G. Carducci, Pisa, Nistri, 1871
Lirici del secolo XVIII, a cura di G. Carducci, Firenze, Barbèra, 1871 ("Diamante")
Poesie di Giosuè Carducci (Enotrio Romano), Firenze, Barbèra, 1871
1872-1882
Primavere elleniche di Enotrio Romano, Firenze, Barbèra, 1872
Nuove poesie di Enotrio Romano (Giosuè Carducci), Imola, Galeati, 1873 Studi letterari di Giosuè Carducci, Livorno, Vigo, 1874
Studi letterari di Giosuè Carducci, Livorno, Vigo, 1874
Satire, rime e lettere scelte di Benedetto Menzini, Firenze, Barbèra, 1874 ("Diamante")
Poesie di Giosuè Carducci (Enotrio Romano), seconda edizione con giunte e correzioni dell'autore, Firenze, Barbèra, 1875
Nuove poesie di Giosuè Carducci (Enotrio Romano), seconda edizioRime di Francesco Petrarca sopra argomenti storici, morali e diversi. Saggio di un testo e commento nuovo col raffronto dei migliori testi e di tutti i commenti a cura di G. Carducci, Livorno, Vigo, 1876.
Intorno ad alcune rime dei secoli XIII e XIV ritrovate nei Memoriali dell'Archivio notarile di Bologna, studi di Giosuè Carducci, Imola, Galeati, 1876
Bozzetti critici e discorsi letterari di Giosuè Carducci, Livorno, Vigo, 1877
Strambotti e rispetti dei secoli XIV, XV, XVI raccolti da G. Carducci per nozze Teza-Perlasca, Bologna, Zanichelli, 1877
Odi barbare di Giosuè Carducci (Enotrio Romano), Bologna, Zanichelli, 1877
Poesie di Giosuè Carducci (Enotrio Romano), terza edizione preceduta da una biografia del poeta [di A. Borgognoni], Firenze,Barbèra, 1878ne con emendazioni ed aggiunte, Bologna, Zanichelli, 1875
Delle poesie latine edite ed inedite di Ludovico Ariosto, studi e ricerche di Giosuè Carducci, Bologna, Zanichelli, 1876
Odi barbare di Giosuè Carducci (Enotrio Romano), seconda edizione con prefazione di G. Chiarini, Bologna, Zanichelli, 1878
Nuove poesie di Giosuè Carducci (Enotrio Romano), edizione terza con prefazione di E. Panzacchi, Bologna, Zanichelli, 1879
Odi barbare di Giosuè Carducci (Enotrio Romano), terza edizione col ritratto dell'autore [dopo l'Indice, Bibliografia di alcune opere di Giosuè Carducci di U. Brilli], Bologna, Zanichelli, 1880
Juvenilia di Giosuè Carducci, edizione definitiva, Bologna, Zanichelli, 1880
Lettere di Francesco Domenico Guerrazzi, a cura di G. Carducci. Prima serie (1827-1833) e Seconda serie (1820-1859), Livorno, Vigo, 1880-1882
La poesia barbara nei secoli XV e XVI, a cura di G. Carducci, Bologna, Zanichelli, 1881 ("Collezione di classici italiani", 1)
Bologna, Zanichelli, 1881
Nuove odi barbare di Giosuè Carducci, Bologna, Zanichelli, 1882
Giambi ed epodi di Giosuè Carducci (1867-1872), nuovamente raccolti e corretti con prefazione, Bologna, Zanichelli, 1882
G. Carducci, Confessioni e battaglie, Roma, Sommaruga, 1882
G. Carducci, Confessioni e battaglie. Serie seconda, Roma, Sommaruga, 1883 [ma 1882]
1883 - 1893
G. Carducci, Confessioni e battaglie. Serie prima, Roma, Sommaruga, 1883
G. Carducci, Ca ira. Settembre 1792, Roma, Sommaruga, 18
ritratto dell'autore [con in fine Bibliografia delle principali opere di Giosuè Carducci a cura di U. Brilli], Bologna, Zanichelli, 1883
Lettere disperse e inedite di Pietro Metastasio, a cura di G. Carducci, vol. I [unico] (1716-1750), Bologna, Zanichelli, 1883
("Biblioteca di scrittori italiani")
Letture italiane scelte e ordinate a uso delle Scuole del Ginnasio inferiore da G. Carducci e dal dott. U. Brilli. Libri I-II-III, Bologna, Zanichelli, 1883
G. Carducci, Confessioni e battaglie. Serie terza, Roma, Sommaruga, 1884
G. Carducci, Conversazioni critiche, Roma, Sommaruga, 1884
Scritti di Alberto Mario scelti e curati da G. Carducci, vol. I, Bologna, Zanichelli, 1884
Letture italiane scelte e ordinate a uso del Ginnasio superiore da G. Carducci e dal dott- Ugo Brilli, libri I, II, III, Bologna, Zanichelli, 1884
Letture italiane scelte e ordinate a uso delle Scuole del Ginnasio inferiore da G. Carducci e dal dott. Ugo Brilli, seconda edizione accresciuta e annotata, Bologna, Zanichelli, 1885
Letture italiane scelte e ordinate a uso del Ginnasio superiore da G. Carducci e dal dott. U. Brilli, libri IV, V, Bologna, Zanichelli, 1885
Scelte poesie di Vincenzo Monti con le varie lezioni a cura di G. Carducci, Livorno, Vigo, 1885
Letture italiane scelte e ordinate a uso delle Scuole secondarie inferiori da G. Carducci e dal dott. Ugo Brilli, quinta edizione rifatta e con più annotazioni, Bologna, Zanichelli, 1886
Letture italiane scelte e ordinate a uso delle Scuole secondarie suBologna, Zanichelli, 1886
Nuove odi barbare di Giosuè Carducci, seconda edizione con emendazioni ed aggiunte, Bologna, Zanichelli, 1886
Rime nuove di Giosuè Carducci, Bologna, Zanichelli, 1887
Odi barbare di Giosuè Carducci (Enotrio Romano), quinta edizione col ritratto dell'autore [con la Bibliografia di U. Brilli], Bologna, Zanichelli, 1888 [ma 1887]
Letture italiane scelte e ordinate a uso delle Scuole secondarie superiori, terza edizione rifatta per intiero con molte emendazioni e annotata [i libri IV e V in tomi separati], Bologna, Zanichelli, 1887-1888
Il libro delle prefazioni di Giosuè Carducci, Città di Castello, Lapi, 1888 Rime nuove di Giosuè Carducci, seconda edizione riveduta, Bologna, Zanichelli, 1889
Bologna, Zanichelli, 1889
Terze odi barbare di Giosuè Carducci, Bologna, Zanichelli, 1889
G. Carducci, Discorsi letterari e storici, Bologna, Zanichelli, 1889 ("Opere di G. Carducci", I)
G. Carducci, Primi saggi, Bologna, Zanichelli, 1889 ("Opere di G. Carducci", II) G. Carducci, Bozzetti e scherme, Bologna, Zanichelli, 1889 ("Opere di G. Carducci", III)
G. Carducci, Confessioni e battaglie. Serie prima, Bologna, Zanichelli, 1890 ("Opere di G. Carducci", IV)
G. Carducci, Ceneri e faville. Serie prima (1859-1870), Bologna, Zanichelli, 1891 ("Opere di G. Carducci", V)
G. Carducci, Juvenilia e Levia gravia, Bologna, Zanichelli, 1891 ("Opere di G. Carducci", VI)
G. Carducci, Storia del "Giorno" di Giuseppe Parini, Bologna
Rime nuove di Giosuè Carducci, seconda edizione riveduta,periori da G. Carducci e dal dott. U. Brilli, seconda edizione
Zanichelli, 1892
G. Carducci, Antiche laudi cadorine, Pieve di Cadore, Tipografia Berengan, 1892
Delle odi barbare di Giosuè Carducci, libri II ordinati e corretti, Bologna, Zanichelli, 1893
G. Carducci, Ceneri e faville. Serie seconda (1871-1876), Bologna, Zanichelli, 1893 ("Opere di G. Carducci", VII)
G. Carducci, Studi letterari, Bologna, Zanichelli, 1893 ("Opere di G. Carducci", VIII)
1894-1907
G. Carducci, Giambi ed epodi e Rime nuove, Bologna, Zanichelli, 1894 ("Opere di G. Carducci", IX)
Su l'Aminta di T. Tasso, saggi tre di Giosue Carducci, con una
pastorale inedita di G. B. Giraldi Cinthio, Bologna, Zanichelli, 1896
Cacce in rima dei secoli XIV e XV raccolte da G. Carducci per nozze Morpurgo-Franchetti, Bologna, Zanichelli, 1896
Letture del Risorgimento italiano scelte e ordinate da G. Carducci, 2 voll.: I (1749-1830), II (1831-1870), Bologna, Zanichelli, 1896-1897
Le prime vittime di Francesco IV Duca di Modena. Notizie di Antonio Panizzi pubblicate da G. Carducci, Roma, Società editrice Dante Alighieri, 1897
Degli spiriti e delle forme nella poesia di Giacomo Leopardi, considerazioni di Giosue Carducci, Bologna, Zanichelli, 1898
G. Carducci, Studi, saggi e discorsi, Bologna, Zanichelli, 1898 ("Opere di G. Carducci", X)
G. Carducci, Rime e ritmi, Bologna, Zanichelli, 1899
Le Rime di Francesco Petrarca di su gli originali commentate da G. Carducci e S. Ferrari, Firenze, Sansoni, 1899 ("Biblioteca scolastica di classici italiani", diretta da G. Carducci)
G. Carducci, Poesie MDCCCL-MCM, Bologna, Zanichelli, 1901
G. Carducci, Confessioni e battaglie. Serie seconda, Bologna, Zanichelli, 1901 ("Opere di G. Carducci", XII)
G. Carducci, Ceneri e faville. Serie terza e ultima (1877-1901), Bologna, Zanichelli, 1902 ("Opere di G. Carducci", XI)
G. Carducci, Poesie MDCCCL-MCM, seconda edizione, Bologna, Zanichelli, 1902 . Carducci, Poesia e storia, Bologna, Zanichelli, 1905 ("Opere di G. Carducci", XVI)
G. Carducci, Prose MDCCCLIX-MCMIII, Bologna, Zanichelli, 1905
G. Carducci, Studi su Giuseppe Parini. Il Parini maggiore, Bologna, Zanichelli, 1907 ("Opere di G. Carducci", XIV)
G. Carducci, Odi barbare e Rime e ritmi, con un'appendice, Bologna, Zanichelli, 1907 ("Opere di G. Carducci", XVII)
G. Carducci, Studi su Giuseppe Parini. Il Parini minore, Bologna, Zanichelli, 1903 ("Opere di G. Carducci", XIII)
G. Carducci, Su Ludovico Ariosto e Torquato Tasso, Bologna, Zanichelli, 1904 ("Opere di G. Carducci", XV)
L'edizione nazionale
Nel 1935, nell'ambito delle celebrazioni del centenario della nascita di Giosue Carducci, l'editore Zanichelli ha avviato la stampa dell'Edizione Nazionale delle Opere che si è conclusa nel 1940 in trenta volumi.
Dal 1938 al 1960 l'editore bolognese ha pubblicato l'Edizione Nazionale delle Lettere di Carducci, in ventuno volumi, comprendente lettere spedite da Carducci a illustri corrispondenti dalLe prime edizioni delle poesie
Consultando questa rassegna bibliografica, scoprirai che la maggior parte dei testi poetici carducciani, prima di apparire in volume, sono stati stampati ora su riviste e giornali, ora in miscellanee ed opuscoli. Torquato Barbieri, conservatore dell’istituto dal 1950 al 1978, ne ha censito le prime edizioni in questo saggio pubblicato ne “L’Archiginnasio”, XCI, 1996. Le poesie sono elencate seguendo l’organizzazione del volume Poesie MDCCCL-MCM, curato da Carducci presso Zanichelli nel 1902. Dunque le composizioni sono ordinate nelle sei raccolte canoniche: Juvenilia, Levia gravia, Giambi ed epodi, Rime nuove, Odi Barbare e Rime e ritmi. 1850 al 1907. Nel 1968 è stato pubblicato il vol. XXII che raccoglie aggiunte e correzioni ai volumi precedenti.
Una nuova Edizione Nazionale delle Opere di Giosue Carducci è stata promossa con Decreto del Presidente della Repubblica, in data 25 giugno 1987, su proposta del Ministro per i Beni culturali e ambientali. L'editore Mucchi di Modena ne cura la stampa dal 2000.
Fonte: http://www.itcgdonlazzeri.it/premiocarducci/doc_carducci/Produzione%20carducciana.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Giosuè Carducci vita in breve e opere riassunto biografia
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Giosuè Carducci vita e opere riassunto biografia
Giosuè carducci opere : San Martino, pianto antico, riassunti e commenti
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1865 - Inno a Satana
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1873 - Pianto antico, in Nuove poesie.
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1873 - Idillio maremmano, in «Monitore di Bologna», 12 settembre.
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1876 - Alle fonti del Clitumno
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1877 -Alla stazione in una mattina d'autunno, in Odi barbare.
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1878 - Davanti a San Guido
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1878 - Alla Regina d'Italia
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1899 - Jaufré Raudel, in Rime e ritmi.
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