Decadentismo riassunto

 

 

 

Decadentismo riassunto

 

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DECADENTISMO

a. Definizione
Il Decadentismo può essere definito come un movimento culturale piuttosto vario che trova nella critica al Positivismo e alla morale borghese un punto di coesione, esso caratterizzerà il gusto estetico, la produzione artistica, in parte anche il costume, di alcuni paesi europei tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

 

b. Origine del nome
Il termine “decadente”, coniato a Parigi verso il 1880, ha, originariamente, una valenza negativa. La critica letteraria di fine Ottocento, ispirandosi alla morale borghese allora dominante, definì decadenti quei poeti che esprimevano lo smarrimento della coscienza di fronte ad una civiltà considerata in declino, una civiltà che dimostrava, nonostante l’ottimismo ipocrita, l’illusorietà dell’idea positivista di progresso continuo. Scrittori e pittori che si riconoscevano nelle nuove idee si riunirono attorno ad una rivista letteraria “Le Décadent” fondata nel 1886.  

 

c. Movimenti letterari e autori legati al Decadentismo
Il Decadentismo è un fenomeno complesso, non esiste, come per il Naturalismo o per il Romanticismo, una poetica a cui far riferimento. Abbiamo piuttosto una proliferazione di poetiche che possiamo raccogliere in due distinti movimenti: il Simbolismo e l’Estetismo.


Il Simbolismo fu una vera e propria corrente letteraria che ebbe la sua massima espressione in Francia negli ultimi anni dell’Ottocento. Include poeti quali Baudelaire (considerato il precursore del movimento i suoi Fiori del male sono del 1857), Rimbaud, Verlaine, Mallarmé.


L’Estetismo ha trai suoi maggiori rappresentanti Huysmans in Francia, Oscar Wilde in Inghilterra e Gabriele D’Annunzio in Italia. 
Esistono due romanzi che vengono considerati il manifesto del decadentismo: A Rebours (Controcorrente, 1884) di Joris-Karl Huysmans e The Picture of Dorian Gray (Il ritratto di Dorian Gray, 1891) di Oscar Wilde. Nel primo romanzo il giovane protagonista, Jean Des Esseintes, nobile francese disgustato e quasi estenuato dalla mediocre vita borghese, decide di chiudersi in una splendida solitudine, circondandosi di cose raffinate e uniche. Nella sua sontuosa ed eccentrica dimora, egli comincia ad accumulare freneticamente libri e oggetti rari, mobili dalle più preziose forme delle varie epoche e incroci di fiori e piante sempre più stravaganti, talvolta mostruosi, sintomi di una sensibilità distorta e depravata, che ha bisogno di procedere “controcorrente” e non può trovare né appagamento né freno. Infatti, il tentativo di Des Esseintes di provare nuove attrattive nella vita fallisce: colpito da turbamenti mentali sempre più gravi, egli potrebbe trovare la salvezza solo ritornando tra quelle persone, la gente comune, che aveva abbandonato con disprezzo. Nel romanzo di Oscar Wilde il protagonista è un giovane di eccezionale bellezza, che un amico pittore ritrae in un quadro. Pur ossessionato dall’idea di perdere la sua avvenenza, Dorian, avido di piaceri e del tutto privo di inibizioni morali, non rinuncia a nessuna nefandezza. Per una sorta di magia, il passare del tempo e le abiette esperienze della vita non degradano la sua perfetta bellezza, bensì il ritratto, che si deturpa sempre più. Quando Dorian, colto da rimorsi e incapace di sopportare oltre l’immagine di depravazione che il quadro gli riflette, colpisce il ritratto con una pugnalata, cade morto come se avesse colpito se stesso; così, egli assume l’orrida fisionomia che il tempo e la sua vita sciagurata gli hanno procurato, mentre il quadro torna allo splendore originario.


Sono riconducibili al Decadentismo anche il nascere di quelle che verranno definite “avanguardie”, ossia di quei movimenti artistici che, pur nella profonda diversità di poetiche, mirarono alla sperimentazione di nuove tecniche espressive, caratterizzate dalla rottura radicale con il passato. Sono le cosiddette “avanguardie storiche” che si svilupperanno, nelle diverse forme d’arte fino agli anni ’30: il Futurismo, l’Espressionismo, il Dadaismo, il Surrealismo.

 

d. Gli elementi principali che caratterizzano il pensiero decadente
Il nucleo principale del pensiero decadente può sinteticamente essere individuato nei seguenti elementi:

  • sfiducia nell’agire degli uomini
  • rifiuto e disgusto per i valori borghesi
  • consapevolezza dell’isolamento dell’artista rispetto alla società
  • nessuna fiducia nelle possibilità conoscitive della ragione e della scienza, solo la  poesia può aiutarci a cogliere il senso del reale
  • negazione degli ideali egualitari e democratici, considerati come espressione di un mondo che livella e annulla la personalità, sostituiti da un prepotente individualismo
  • interesse per lo studio dell’animo umano

1. Sfiducia nell’agire degli uomini
In contrapposizione all’ideale positivista, la vita non è più sentita come una creazione progressiva di civiltà, ma come una successione di attimi e di rivelazioni improvvise in cui il poeta sa realizzare la fusione con l’ignoto, il resto è grigiore senza senso.

 

2. Rifiuto e disgusto per i valori borghesi
Il rifiuto dei valori borghesi deriva dalla constatazione che questi, sotto la spinta legata alla necessità dello sviluppo industriale, avevano portato i maggiori stati europei a condurre una politica imperialista di prepotenza e sopraffazione, alimentando pericolose tendenze nazionalistiche (in questo il pensiero decadente aveva ragione, si pensi alla prima guerra mondiale, con i suoi milioni di morti, e ai successivi regimi dittatoriali).

3. Consapevolezza dell’isolamento dell’artista rispetto alla società
Mentre l’individualismo romantico si giustificava nella realizzazione di valori personali e sociali, l’io decadente no ha nobili mete da raggiungere e da far raggiungere; l’individualismo diventa solitudine, smarrimento, il poeta si rifugia in un colloquio esclusivo con se stesso.

4. Nessuna fiducia nelle possibilità conoscitive della ragione e della scienza, solo la  poesia può
    aiutarci a cogliere il senso del reale
Negata alle scienze e alla ragione la possibilità di farci conoscere la realtà, il decadente ritiene che solo la poesia, per il suo procedere grazie all’intuizione, possa avvicinarsi all’essenza della realtà, essa diventa la forma più alta di conoscenza. Il poeta, grazie alla sua sensibilità, è in grado di arrivare in quelle zone, al di là della realtà apparente, dove non possono giungere le categorie razionali. Egli, tuttavia, non rappresenta più immagini concrete, non descrive, non racconta, non propone ideali, la sua parola sarà solo illuminazione momentanea del mistero, rivelazione attraverso la sua capacità evocativa e suggestiva. La parola è come una musica che suggerisce, evoca, senza far ragionare, suscitando indefinite vibrazioni nell’animo. Si rompe in tal modo ogni struttura sintattica, la poesia diventa frammento carico di significati simbolici, il poeta non è più il vate romantico, coscienza e guida dei popoli, ma il veggente.    

5. Negazione degli ideali egualitari e democratici, considerati come espressione di un mondo 
    che livella e annulla la personalità, sostituiti da un prepotente individualismo
In netto contrasto con i processi di democratizzazione che andavano allora diffondendosi (si pensi al socialismo), l’artista decadente ha aspirazioni aristocratiche che si esprimono nel gusto per il bello (estetismo). Sul piano artistico ciò si traduce nella ricerca esasperata ed estenuante della raffinatezza, su un piano biografico, invece, l’artista tenta di trasformare la propria vita in un opera d’arte, dedicandosi al culto della bellezza, in polemica contrapposizione con la volgarità del mondo borghese.
L’individualismo diventa in alcuni casi, anche grazie ad alcune teorie fraintese e distorte del filosofo Friedrich Wilhelm Nietzsche , superomismoossia convinzione della necessità di tralasciare i princìpi morali, e di basare la propria “azione virile” sulla violenza e su uno sfrenato edonismo (si pensi alla morale di D’Annunzio).

6. Interesse per lo studio dell’animo umano
Agli inizi del ventesimo secolo l’ideale conoscitivo proposto dalla filosofia positivista viene  messo in discussione, Henry Bergson, con il riconoscimento del primato conoscitivo dell’intuizione e Sigmund Freud, con le sue analisi della psiche umana e la scoperta dell’inconscio, mettono in crisi un sistema conoscitivo centrato sul mondo da studiare più che sul soggetto conoscente. L’attenzione si sposta ora sul soggetto che conosce, tale nuova prospettiva influenzerà notevolmente il pensiero decadente. L’artista decadente esalta l’io e l’abbandono alla suggestione dei sensi che ci pongono in comunione diretta con l’essenza del reale, egli  è affascinato dalla nuova dimensione dello spirito nella quale troviamo l’inconscio e l’istinto.

e. Il Decadentismo in Italia
Il Decadentismo si diffuse in Italia con un certo ritardo rispetto al resto d’Europa. Esso si espresse in particolare nell’opera di Giovanni Pascoli (la poetica del “fanciullino”) e in quella di Gabriele D’Annunzio (che probabilmente rappresenta il maggior esponente della cultura decadente italiana, se non altro per il suo voler far coincidere arte e vita e per la sua completa adesione ai motivi dell’estetismo e de superomismo)
Il Decadentismo italiano presenterà spesso fenomeni di decisa reazione e di rifiuto dei modelli europei. Tuttavia gli ambienti in cui tale rifiuto nasce hanno in comune con il Decadentismo la cornice generale, vale a dire la sfiducia in qualunque certezza, l’individualismo, l’isolamento dell’artista rispetto alla società. Per questo motivo, le correnti e gli scrittori che si pongono in antitesi alla cultura decadente finiscono, paradossalmente, per assorbire da essa alcune ipotesi culturali e numerose soluzioni espressive. Significativi esempi di ciò sono il Crepuscolarismo, il Futurismo, l’Ermetismo.
Non vanno quindi dimenticate neppure le opere di autori, che non riusciamo a classificare in particolari movimenti artistici, queste, sebbene organizzate secondo principi e meccanismi eterogenei, hanno in comune la stessa dimensione di incertezza e difficoltà nel vivere. Nelle opere di questi scrittori appaiono alcuni elementi che sono caratteristici del pensiero decadente:

  • consapevolezza di quanto sia fragile la condizione umana
  • il senso di solitudine e di alienazione che opprimono l’uomo moderno
  • l’impossibilità di entrare in reale contatto con gli altri
  • denuncia della disperazione, dell’inettitudine e dell’impotenza dell’individuo di fronte alle scelte imposte dalla realtà

L’incertezza e la precarietà vengono allora riconosciute come base della vita, e la “malattia” è accettata come condizione normale, alla quale è possibile contrapporre solo una lucida, virile rassegnazione ad un destino di sconfitta.
Questa “coscienza della crisi”, che rifiuta ogni facile rifugio nei miti velleitari e consolatori del superomismo, ha in Italia i suoi massimi esponenti in Italo Svevo e in Luigi Pirandello, due scrittori la cui penetrante sensibilità umana e culturale precorreva i tempi, e la cui grandezza, non a caso, ebbe proprio per questo un tardivo riconoscimento.

 

f. Uno stile poetico e narrativo del tutto nuovo
I contenuti della nuova proposta poetica e narrativa si esprimono secondo regole e secondo uno stile completamente nuovo, i diverse elementi del testo assumono funzioni prima sconosciute, nel testo poetico si ricorre all’uso di particolari figure, nel testo narrativo la sintassi della frase e del periodo si adeguano alle esigenze espressive (si pensi all’opera La coscienza di Zeno di Italo Svevo), e in alcuni casi diventano quasi incomprensibili (l’Ulisse di James Joyce).
La parola perde la sua funzione logica, strettamente denotativa, viene invece impiegata più per le sue valenze connotative. Essa è usata per la sua capacità di penetrare nelle zone misteriose dell’inconscio, fino a cogliere le sfumature della realtà e delle emozioni (per Giovanni Pascoli la parola deve essere usata per consentire l’espressione di tutti i tumulti dell’anima).


La sintassi della frase e del periodo deve essere liberata da quelle rigide intelaiature che la condizionano, solo allora potrà liberare tutte le proprie potenzialità.
Spesso si usa la sinestesia (associazione di due parole appartenenti a campi sensoriali diversi) accostando sensazioni completamente diverse (Baudelaire: profumi verdi come praterie; Pascoli: un pigolio di stelle); si ricorre anche all’analogia accostando immagini non tanto per la loro somiglianza manifesta, quanto per la loro comune appartenenza a nascoste significanze simboliche (nella poesia l’Albatro, di Baudelaire, il poeta viene accostato, per analogia simbolica, al grande uccello marino). Per cogliere il senso profondo è necessario ricorrere al simbolo, gli oggetti, le parole, le immagini diventano simboli che richiamano sentimenti, stati d’animo, idee, attraverso un misterioso legame di analogia.
La poesia diventa illuminazione, formata da immagini intense e brevi senza il supporto di una adeguata trama narrativa (per questo aspetto l’Ermetismo deve molto alla poesia decadente).

 


Il suo ideale “superuomo”, animato da un’incontenibile energia vitale e da un forte istinto aggressivo, viene visto come disposto a calpestare ogni scrupolo etico pur di appagare la sua voglia di dominio.

 

Autore: Marino Martignon
Fonte: http://www.mlbianchi.altervista.org/decadentismo_2008.doc

 

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