Mappe concettuali

 

 

 

Mappe concettuali

 

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Guida alla realizzazione della mappa concettuale

 

MAPPE CONCETTUALI

 

Le mappe concettuali sono rappresentazioni grafiche di “un territorio conoscitivo” in cui sono messi in evidenza i concetti (in genere sono inseriti in caselle ovali) e i collegamenti o relazioni logiche (vengono scritti lungo le linee o frecce di collegamento che connettono i concetti). Possono essere inserite anche delle finestre (caselle rettangolari) contenenti definizioni, enunciati, formule, elenchi, brevi annotazioni ecc., riferite ai concetti.

 

La costruzione di una mappa concettuale avviene segnando su un foglio le idee che man mano vengono in mente su un certo argomento che abbiamo studiato. Si può stimolare questo processo di ricordo ponendosi domande, cercando di recuperare nella mente quello che si conosce in proposito e cercando di collegare le conoscenze nel miglior modo possibile. Ad esempio studiando un argomento di scienza della materia ci possiamo porre le seguenti domande: Che cosa è? Come viene definito? Qual è la sua formula? Quali sono le sue unità di misura? Quali sono le sue applicazioni? Come è possibile utilizzarlo, misurarlo, verificarlo sperimentalmente? E’ presente nella vita quotidiana? Dove? Quando? Come?

 

Fare mappe concettuali ti aiuta a rappresentare insieme i concetti essenziali in un materiale di lettura. Una mappa concettuale ti aiuta anche a comprendere quali significati hanno i concetti perché connessi ad altri concetti. Ad esempio, quando definisci una penna come strumento per scrivere, tu hai associato il concetto o idea di penna al concetto di scrivere e al concetto di strumento.

 

Leggi i seguenti due gruppi di parole:

  1. albero, banco, finestra, bontà, erba, gatto, (parole oggetto che indicano oggetti concreti o astratti)
  2. piovere, scrivere, correre, crescere, studiare, giocare (parole evento che si riferiscono ad azioni o ad avvenimenti)

In entrambi i casi tutte queste parole sono concetti perché determinano una rappresentazione nella tua mente.

Sono concetti anche le seguenti parole? Come, e, il, alla, ha, è, con, che, così, attraverso, per, appare, per esempio, quando.

No. Queste sono parole di collegamento (sono congiunzioni, avverbi, articoli, preposizioni e verbi). Esse connettono o legano insieme concetti e consentono quindi la costruzione di frasi significative.

 

STRUTTURA DI UNA MAPPA CONCETTUALE

 

In una mappa si distingue un nucleo che può essere il titolo dell’argomento considerato oppure il concetto basilare e poi le parole chiave che hai individuato durante lo studio. Le parole chiave naturalmente non sono distribuite in modo casuale; esse devono essere distribuite in modo logico, secondo l’importanza, per cui si parte dai concetti più generali per arrivare a quelli più specifici. Spesso la  struttura di una mappa non sempre risulta simmetrica, in quanto può essere più piccola da una parte o avere più concetti a destra che a sinistra; in genere si distinguono mappe a raggiera, ad albero verticale, ad albero orizzontale.

 

 

COME FARE UNA MAPPA CONCETTUALE

 

- Innanzi tutto, identifica i concetti essenziali facendone un elenco.

- Quindi trascrivi ogni concetto preso dall’elenco su un foglietto a parte. (Non dovrai usare questa tecnica ogni volta  che dovrai fare una mappa, ma è utile farlo la prima volta). Ti consiglio di scrivere le mappe con il lapis così puoi modificarle con facilità e in un secondo tempo se vuoi puoi ripassarle con la penna. Ricorda, il tuo elenco non indica necessariamente l’ordine in cui collegherai i concetti.

- La tappa successiva consiste nel porre i concetti in ordine dal più generale al più specifico. Gli esempi sono più specifici e andranno in fondo.

- Ora incomincia a sistemare i concetti scritti sui foglietti su un tavolo o sul banco. Inizia con il concetto essenziale più generale. Se questo può essere scomposto in due o più concetti uguali, mettili su una stessa linea. Continua così fino a che non hai sistemato tutti i concetti.

  1. Usa delle linee con freccia per collegare i concetti e scrivi su ogni linea parole di collegamento che indicano perché i concetti sono connessi ottenendo così frasi  di significato compiuto.

Non aspettarti che la tua mappa sia uguale a quella di qualcun altro, non esiste una sola mappa concettuale per un argomento. Comunque dato che una mappa concettuale è una scorciatoia per rappresentare informazioni, ricorda di mettere soltanto concetti e collegamenti. Eventuali errori ci possono essere solo se i collegamenti tra i concetti sono sbagliati.

 

TRARRE UNA MAPPA DA UN TESTO

 

Nelle mappe concettuali non è necessario inserire tutte le parole-concetto, è sufficiente mettere in evidenza le parole chiave che corrispondono ai concetti più importanti.

Qui sotto è stata riportata una mappa concettuale costruita dopo aver letto il testo seguente ed aver sottolineato le parole chiave.

 

“Tutti gli animali hanno sistemi. Animali superiori e inferiori usano sistemi per compiere attività vitali. Alcune attività vitali comuni ad animali superiori e inferiori sono: respirazione, circolazione, e digestione. Un sistema presente solo negli animali superiori è il sistema scheletrico interno, gli animali inferiori non hanno ossa”.

 

 

Anche con il testo sottostante lavora sul tuo quaderno procedendo in questo modo:

a. Leggi attentamente il testo che segue e sottolinea le parole chiave.

b. Prova a costruire sul tuo quaderno una mappa concettuale dal testo che hai appena letto.

 

L’Universo

“Osservando con un telescopio lo spazio celeste, esso mostra  numerose macchie biancastre di varie dimensioni. Se il telescopio è abbastanza potente, si può scoprire che le macchie sono giganteschi aggregati  di miliardi stelle: le galassie. Una galassia non rappresenta che un piccolo punto nell’immensità dell’Universo. Anche il sistema solare formato dal Sole, dalla Terra e dagli altri pianeti fa parte di una galassia che è chiamata Via Lattea. Studi recenti suggeriscono che la via Lattea possa avere la forma di una spirale barrata”.

 

Fonte: http://www.itclucca.lu.it/materialedidattico12-13/MAPPE_CONCETTUALI.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

Guida alla realizzazione della mappa concettuale

 

La mappa concettuale è uno strumento di visualizzazione grafica dell’informazione e della conoscenza: ideato negli anni ’70 da Joseph Novak, sviluppa dall’alto verso il basso un’idea centrale, secondo il sistema del passaggio dal generale al particolare e dal sovraordinato al sottordinato. Il suo scopo è quello di fornire una serie di informazioni in modo chiaro e ben strutturato.
La mappa concettuale è sicuramente lo strumento più efficace per la realizzazione di un lavoro di approfondimento o di una tesina e per questo è utilizzata all’interno della didattica e del colloquio di Maturità. Si presenta come una scaletta che raccoglie gli argomenti della tesina, e in cui ogni studente mostrerà le conoscenze acquisite durante l’anno, la propria capacità di analizzarli nei dettagli, la facoltà di riassumerli e di legarli agli altri secondo chiari canali multidisciplinari.
La mappa viene redatta dagli allievi, con l’aiuto degli insegnanti, nel corso dell’anno scolastico. Sarà poi consegnata alla commissione d’esame nei giorni precedenti al colloquio.
Non tutti gli argomenti della mappa concettuale devono essere approfonditi per iscritto: è a discrezione degli studenti realizzare una tesina sull’intero ventaglio di temi presentati, o piuttosto accennarne alcuni e completarne altri.
Ma come realizzare una mappa concettuale?
Il primo passo consiste nella ricerca di tutte le informazioni adeguate all’argomento trattato. Recatevi allora in biblioteca e domandate al bibliotecario una lista della bibliografia sul tema: leggetevi con cura l’indice di ogni opera, scartate i capitoli che non hanno attinenza con la vostra tesina e controllate solo le parti più utili. Utilizzate la risorsa telematica per avere maggiori dettagli: siti enciclopedici come Wikipedia o i portali faranno al caso vostro. Prendete appunti in classe ed evidenziate quelli che potrebbero essere utili alla mappa concettuale: copiateveli al computer e salvateli in una cartella ben in evidenza, così da non potervene scordare.
Il secondo passo consiste nella delineazione di ciò che volete comunicare.
Qual è l’oggetto del vostro ragionamento? Quali sono i concetti da cui parte e che si intende sottolineare? Quali sono le conseguenze delle vostre riflessioni e i legami che intrattengono con altre tematiche? E’ rispondendo a questi interrogativi che la mappa si configura come una risorsa dal grande valore didattico e formativo, dal momento che obbliga l’allievo a riflettere continuamente sulle proprie conoscenze, esortandolo a non perdere di vista il filo del discorso ma a seguirlo fino alla sua conclusione.

 

Fonte: http://sandroarcais.altervista.org/Quinta_GuidaElaborazioneMappaConcettuale.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 


 

Mappe concettuali

 

NOVAK, LE MAPPE CONCETTUALI E L’INSEGNAMENTO SCIENTIFICO

 

Ermanno Niccoli

Riassunto
L'uso delle mappe concettuali di Novak rappresenta una strategia innovativa per promuovere l'acquisizione dei concetti e per indagare sulle strutture cognitive: le mappe concettuali si basano sulle teorie dell'apprendimento di Ausubel ma vengono spesso usate impropriamente come se si trattasse di diagrammi di flusso.  Le mappe concettuali possono essere usate per trovare soluzioni a numerosi problemi didattici.


Summary
The use of concept mapping of Novak is a innovative strategies to promote conceptual change and to explore cognitive structures; this procedure is based on Ausubel learning theories but is often incorrectly used as a flow chart.  With concept mapping is possible to find a solution to many problems in didactic field.


1. Schemi riassuntivi e loro uso in didattica
Negli scritti, aventi carattere didattico e divulgativo, libri di testo compresi, si ricorre spesso a schemi con lo scopo di riassumere in maniera facilmente memorizzabile la materia trattata.  Si tratta spesso di schemi a blocchi, da leggere secondo una determinata sequenza dove ogni concetto, espresso in termini appropriati, è racchiuso in una casella e questa è legata alla successiva da un trattino o da una freccia; esistono di questo schema numerose varianti: si può sostituire le caselle recanti le scritte con piccole figure, vere e proprie icone, o si possono usare i diagrammi di flusso o ancora gli schemi cibernetici con indicati gli effetti di retroazione.  Gli schemi che si ottengono, possono avere una struttura di volta in volta lineare, ramificata o chiusa a formare un ciclo, inoltre più cicli possono a loro volta saldarsi a formare una rete di collegamenti.  All'interno di questi schemi possono essere individuate differenti sequenze che indicano una successione spaziale quale la disposizione degli argomenti all'interno di un capitolo, o una successione temporale quale ad esempio la sequenza delle operazioni che si compiono in laboratorio nell'ambito di una esercitazione.
Da sempre questi schemi costituiscono strumenti didattici di uso corrente, essi fanno leva sulla memoria visiva e richiamano in modo efficace i collegamenti tra le varie parti, favorendo in questo modo il padroneggiamento della materia trattata.  Ovviamente nei libri di testo tali schemi abbondano per la stessa ragione per la quale abbondano i modelli, infatti riassumono e modellizzano strutture e parti del libro.  Nei libri di testo troviamo schemi lineari per illustrare ad esempio le dimensioni crescenti nel passare dalle particene subatomiche agli atomi, alle molecole ed quindi alle macromolecole, oppure schemi ramificati che stanno sempre ad indicare alternative possibili, come negli schemi che riassumono i passaggi dell'analisi qualitativa, o ancora uno schema ciclico come nel caso del ciclo naturale dell'azoto.  Più recentemente, nei libri di testo molti schemi si fregiano del nome di "mappe concettuali", con esplicito riferimento alle teorie didattiche di J. D. Novak [1].  Tenuto conto che la teoria di Novak è molto interessante e che può risultare didatticamente molto efficace, tenuto conto che molti autori di testi scolastici usano con grande disinvoltura le mappe concettuali in ossequio ad una moda corrente, pensiamo che sia utile offrire qualche approfondimento.  J. D. Novak è un pedagogista singolare in. quanto, contrariamente a molti pedagogisti italiani che sono culturalmente legati al settore umanistico, ha operato prevalentemente nel settore scientifico; egli infatti insegna Didattica della Biologia presso il Dipartimento di Scienze dell'Educazione della Cornell University di New York ed alcuni suoi interessanti contributi sono stati pubblicati sul Journal of Chemical Education [2, 3] e sono frutto di collaborazione con colleghi di chimica.  Questi aspetti biografici dovrebbero sollecitare la curiosità dei docenti di chimica e spingerli ad approfondire l'argomento.

 

2. Le mappe concettuali di Novak


In che cosa differiscono le mappe concettuali di Novak dagli altri tipi di schemi sopra citati?  È necessario rispondere a questo interrogativo dal momento che le mappe concettuali, se lette superficialmente, rischiano di apparire banali, identiche ad ogni altro schema e non rendono giustizia al lavoro di ricerca fatto da Novak.  Per comprendere la vera natura delle mappe concettuali dobbiamo considerare che esse si fondano, come precisa lo stesso Novak [1, 2], su di una ben precisa teoria dell'apprendimento, quella di Ausubel [4].  Questa attenzione di Novak per le teorie di Ausubel non è casuale dal momento che egli è stato uno dei suoi collaboratori [5].  Non è possibile in questa sede entrare nel merito di tale teoria ma se ne possono indicare i capisaldi.
Ausubel afferma che l'apprendimento può avvenire in due modi cioè per ricezione e per scoperta, nel primo caso l'informazione perviene al discente direttamente dal docente o mediante un qualche tipo di istruzione programmata nella sua forma definitiva per cui l'atteggiamento del discente è passivo, nel secondo caso l'atteggiamento del discente è più attivo, egli da solo o sotto la guida del docente giunge a scoprire i concetti in questione1.  Ausubel inoltre afferma che le informazioni acquisite nell'uno o nell'altro modo possono essere mentalmente incorporate secondo due differenti modalità: meccanicamente cioè per pura memorizzazione o in modo significativo cioè mettendole in relazione con le conoscenze preesistenti, inglobandole quindi in una rete concettuale.  L'apprendimento significativo è, secondo Novak [2], per certi versi simile al principio di "assimilazione ed accomodamento" di Piaget, nel senso che l'inglobamento del nuovo concetto comporta la riorganizzazione dei concetti e delle relazioni preesistenti.  Tra ricezione e scopetta, così come tra memorizzazione e assimilazione non si può comunque ipotizzare soluzione di continuità, al contrario si deve prevedere tutta una serie di situazioni intermedie.  Le mappe concettuali, costruite dal discente, aprono la strada all'apprendimento significativo in quanto rappresentano la struttura concettuale entro la quale va a collocarsi in modo non puramente sommativo il nuovo concetto e la consapevolezza di questo processo è una forma di metaconoscenza e costruire ed arricchire la propria mappa concettuale è una forma di metapprendimento.  Novak afferma che costruire ed arricchire la mappa dei concetti e delle relazioni che li legano può risultare molto stimolante e favorire la scoperta di nuovi concetti e nuove relazioni, si tratta di imparare ad imparare [1].


Secondo quanto esposto nel precedente paragrafo gli schemi a blocchi e simili rappresentano non di rado la disposizione di determinati contenuti in un testo o la successione di eventi di vario tipo, in altre parole rappresentano delle strutture spaziali o temporali; le mappe concettuali, come suggerisce il termine, sono viceversa rappresentazioni di strutture concettuali.  Un concetto generale è formato da altri concetti più specifici connessi tra loro, può essere rappresentato riportando con termini adatti in apposite caselle i concetti specifici e collegando questi mediante un tratto e specificando i nessi logici (si può trattare di puri e semplici connettivi logici) che pongono in relazione i concetti tra loro.  La struttura di un concetto non è un dato assoluto e varia oltre che in funzione delle conoscenze del soggetto anche al variare del punto di vista secondo cui si guarda al concetto stesso: un concetto di chimica può ad esempio essere esaminato da un punto di vista scientifico oppure da un punto di vista didattico, lo stesso concetto può essere affrontato sotto il profilo del suo sviluppo storico o ancora pur rimanendo nell'ambito storico, si può spostare l'attenzione sugli aspetti epistemologici.  In ognuno di questi casi si approda ad una mappa concettuale differente, caratterizzata da certi contenuti delle caselle, collegate tra loro secondo certi criteri.  A titolo di esempio esaminiamo delle mappe concettuali estremamente elementari dove si collegano tra loro i concetti di insegnante e di studente (fig. 1), come si può vedere le mappe differiscono per la relazione che lega i due concetti, nel primo caso si tratta di una relazione di tipo didattico, nel secondo di tipo affettivo, nel terzo di tipo burocratico.



Tuttavia un esempio così semplice non deve trarre in inganno, facendo sembrare semplicistiche le mappe concettuali, dobbiamo immaginare questi criteri applicati a concetti più articolati: in figura 2 è riportato un esempio, ricavato dal testo di Novak [1], di mappa relativa ad una unità didattica sul trattamento delle acque di rifiuto. 

In base a quanto esposto in un precedente lavoro [6], dove viene definito il modello come rappresentazione di un sistema quindi anche di un sistema concettuale, è facile dimostrare che queste mappe sono veri e propri modelli utili a rappresentare ed a comunicare agli altri, oltre che a se stessi, in modo compiuto un concetto e il suo contesto


3. Caratteristiche delle mappe concettuali


Vediamo ora alcune caratteristiche delle mappe concettuali.  Le mappe concettuali dovrebbero rispecchiare un ordine gerarchico che vede a un livello superiore i concetti a carattere più generale e via via in un sistema a cascata i concetti più specifici; molti insegnanti trovano questo aspetto artificioso, ma Novak ha illustrato questo concetto mediante ... una mappa concettuale (fig. 3)! 
 


Di norma, quando i collegamenti tra i vari concetti procedono dall'alto verso il basso, secondo una sequenza gerarchizzata, il link può essere indicato semplicemente da un segmento o una spezzata mentre se è necessario tracciare un collegamento trasversale o dal basso verso l'alto (in senso antigerarchico) allora è opportuno esplicitare la direzione con una freccia. 
Le figure 4 e 5 contengono la stessa mappa, relativa alle reazioni chimiche ma in un caso si privilegia il punto di vista fenomenologico ed in quell'altro il punto di vista particellare semplicemente cambiando la gerarchizzazione ed alcuni link.  Se un concetto è legato a numerosi altri, facilmente è un concetto centrale e viene definito concetto chiave: maggiore è il numero delle connessioni, più definito e più solidamente assimilato risulta il concetto stesso.  Analogamente agli schemi a blocchi, una mappa può assumere varie configurazioni, mostrando una struttura ciclica, ad albero, a rete ecc. 



Nella struttura ad albero abbiamo una evidente gerarchizzazione mentre nella struttura a ciclo la gerarchia dei concetti va in crisi.  Tra due concetti possono sempre esistere differenti collegamenti: si sceglie quello che evidenzia meglio l'aspetto logico che si vuole illustrare e l'impostazione didattica dell'argomento. 

La mappa può essere arricchita e complicata indefinitamente e tende a riprodurre in una qualche maniera la struttura dell'argomento trattato oltre che l'organizzazione mentale di chi la compila, riassumendo istante per istante, in maniera organizzata ciò che si è imparato.  La mappa, crescendo in complessità oltre un certo limite, diviene didatticamente meno funzionale.


4. Applicazioni delle mappe concettuali


Come è già stato detto le mappe concettuali sono strumenti di apprendimento, la loro costruzione promuove infatti l'analisi dei concetti generali, la loro articolazione in concetti più specifici e addirittura in esem pi, inoltre promuove la consapevolezza dei propri processi mentali, tappa fondamentale per il raggiungimento di un apprendimento autonomo.
L'efficacia delle mappe si fonda molto sulla memoria visiva, ma, se si fa studiare mnemonicamente una mappa, si scade nell'apprendimento meccanico, si vanifica il significato delle mappe e se ne contraddice il principio costitutivo che discende dalle teorie di Ausubel, al contrario, se corretta mente impiegate, queste costruzioni logiche sollecitano, oltre all'analisi dell'argomento, anche l'intuizione cioè la capacità di sintesi che permette a sua volta di scoprire nuovi collegamenti.  Le mappe concettuali possono essere utilizzate per verificare l'apprendimento, anche se l'uso delle mappe concettuali come strumento di accertamento è piuttosto problematico.  Si può ad esempio utilizzare il metodo dell'intervista di tipo piagetiano, usando nel contempo una mappa concettuale previamente costruita per organizzare l'intervista stessa, ancora si può partire da un concetto chiave e fare costruire la corrispondente mappa dallo studente che verrà poi confrontata con una mappa campione dell'insegnante.  Ognuno di questi metodi presenta degli inconvenienti: mentre l'uso delle mappe nell'accertamento permette di cogliere meglio la varietà, la ricchezza e la personalizzazione di quanto è stato appreso, l'uso di questionari permette un accertamento più puntuale ma molto circoscritto di certi concetti.  Novak fornisce suggerimenti su come effettuare la misurazione e quindi la valutazione delle mappe [1] ma il metodo risulta un poco macchinoso; in questa sede non viene affrontato l'argomento in quanto per fare questo bisognerebbe introdurre ulteriori temi quale quello dei legami trasversali, della conciliazione integrativa o della differenziazione concettuale progressiva ecc.
Si possono utilizzare le mappe per esplorare le preconoscenze degli studenti ad inizio di anno scolastico, accertamento indispensabile in quanto le preconoscenze possono condizionare pesantemente l'apprendimento successivo.  Le preconoscenze sono spesso solo in parte prevedibili per cui l'uso dei questionari può lasciare in ombra aspetti importanti e punti di vista inconsueti, mentre una interrogazione (intervista) molto aperta può risultare dispersiva e poco strutturata, al contrario la costruzione delle mappe permettono, una volta fissati i concetti fondamentali, di lasciare liberi gli studenti di individuare i concetti e le relazioni in loro possesso; la costruzione delle mappe è una abilità che viene rapidamente appresa anche da studenti molto giovani.  La mappa così compilata, che potremmo chiamare mappa delle preconoscenze, ci restituiscono una immagine anche visiva del loro sapere, delle loro lacune e delle loro intuizioni.


 

La registrazione di come si modifica per il singolo individuo una mappa concettuale durante un certo percorso didattico può permettere una vantazione analitica dell'apprendimento.  Novak in un suo lavoro [3], svolto in collaborazione con i suoi colleghi del Dipartimento di Chimica, ha controllato mediante mappe concettuali come procedeva l'apprendimento dei concetti relativi ai vari tipi di cromatografia.  Il metodo consisteva nell'introdurre i concetti fondamentali mediante una mappa concettuale di partenza e di confrontare questa con la corrispondente mappa costruita dopo la fase di apprendimento (significativo); nelle figure 6 e 7 sono riportati due esempi (parziali) di mappa iniziale e di mappa finale ricavati dal lavoro di Novak.  Mediante le mappe si può realizzare una analisi disciplinare, creando una vera e propria mappa disciplinare, questa mappa ubbidisce a criteri didattici e non è detto che coincida con la mappa disciplinare tracciata secondo criteri scientifici ed epistemologici.

Per molte operazioni di programmazione didattica può essere utilissimo disporre della mappatura della disciplina insegnata, che ci restituisce la lettura da un punto di vista didattico della medesima e costituisce il punto di partenza per la progettazione di una mappa curricolare.  Questo strumento permette di avviare la programmazione, prevedere e pianificare i possibili itinerari didattici, disponendo di percorsi alternativi.  Essa può essere utile anche agli studenti e a questo scopo può essere appesa in classe in modo che ognuno possa verificare la completezza del proprio apprendimento e capire la natura di certe modificazioni del percorso didattico dettate da situazioni del momento.

Dall' analisi del libro di testo può scaturire una mappa testuale, che ne individua la struttura, il livello di approfondimento dei concetti e può essere molto utile al momento dell'adozione dei libri di testo.  Molto spesso si schematizza il lavoro di laboratorio mediante diagrammi di flusso e questo è indubbiamente utile per l'orga nizzazione dell'attività, può essere tuttavia funzionale affiancare ai diagrammi di flusso, che si limitano a fissare la sequenza temporale delle operazioni, le corrispondenti mappe concettuali che evidenziano il significato logico e scientifico di ogni passaggio.  Tutto ciò ha la funzione di temperare la tendenza di molti studenti, magari attenti e operosi, ad imparare ad eseguire alla perfezione operazioni di cui sfugge loro il significato scientifico.  Gli studenti possono utilizzare molto utilmente una mappa concettuale per pianificare la stesura di una relazione, in luogo della tradizionale "scaletta".  Anche nella creazione di un ipertesto può essere utilizzata una mappa: alla base di un ipertesto come noto c'è sempre uno schema a blocchi che può utilmente essere sostituito con la mappa concettuale dell'argomento; in questo caso i link corrispondono alle frecce ed alle connessioni logiche della mappa che trasformano l'ipertesto da semplice lettura interattiva in potente strumento di apprendimento.

Note
1 È bene a questo punto rinverdire il concetto che nel presente contesto ricerca e scoperta sono termini riferiti all'apprendimento e non alla ricerca scientifica.

 

Bibliografia

1. J. D. Novak, D. B. Gowin, Imparando ad imparare, Torino, SEI Editore, 1995.
2. J. D. Novak, J. Chem. Educ., 1984, 61, 607.
3. B. D. Pendley, R. L. Bretz, J. D. Novak, J. Chem. Educ., 1994, 71, 9.
4. D. P. Ausubel, Educazione e processi cognitivi, Milano,Franco Angeli Ed., 1978
5. D. P.Ausubel, J. D. Novak, H. Hanesian, Educational Psicology: A cognitive view, New York, Ed. Holt, Rinehart and Wiston, 1978.
6. E. Niccoli, La Chimica nella Scuola, 1996,1, 24.
7. E. Niccoli, La Didattica, 1997, III (4), 93.
8. E.Niccoli, La Didattica, 1998, IV (1), (in corso di stampa).

 

Fonte: http://www.personalweb.unito.it/elena.camino/Niccoli%20mappe%20concett%20Novak.doc

Autore del testo: Ermanno Niccoli

 

MAPPA CONCETTUALE

 

a. Che cosa è?

A che cosa serve?


La mappa mostra RELAZIONI tra IDEE

Parole, immagini, fatti e concetti sono rappresentati da proposizioni, da relazioni, da argomenti chiamati nodi e organizzati in una rete semantica in cui ciascun nodo è collegato ad altri da un insieme di elementi.

 

Una mappa concettuale è la visualizzazione in un grafico delle relazioni gerarchiche tra concetti espresse con delle proposizioni e che si propone di riportare aspetti importanti della struttura della conoscenza in un certo dominio.

I concetti racchiusi in ovali o rettangoli sono collegati con frecce, con parole scritte sulle linee per indicare la relazione tra i concetti e POSSONO ESSERE ANCHE disposti in modo gerarchico. I concetti più generali e inclusivi vengono riportati in alto nella mappa, mentre i concetti subordinati seguono, in basso e spesso sono ancorati a esempi specifici. 

Mentre un concetto appare una sola volta nella mappa, esso può essere collegato (con collegamenti appropriati) a qualunque numero di altri concetti. 

Le mappe concettuali rappresentano relazioni significative tra concetti nella forma di proposizioni.  Le proposizioni sono due o più concetti collegati da parole in una unità semantica.  I concetti, disposti in modo gerarchico e racchiusi in cerchi o rettangoli sono collegati tra loro con delle linee, con parole scritte sulle linee, per indicare la relazione tra i concetti. 

La mappa va disegnata DOPO AVER STUDIATO l’argomento.

b. Quali operazioni sono necessarie per redigere una mappa concettuale?

  • Identificare l’argomento/tematica/domanda focale e fare poi la lista dei concetti generali e specifici
  • Mettere in ordine i vari concetti e individuare eventuale gerarchie (concetti più importanti di altri e/o che dipendono da altri)
  • Rivedere la lista e, se necessario, aggiungere altri concetti
  • Iniziare a costruire la mappa dall’alto verso il basso o dal centro verso l’esterno
  • Sistemare i concetti specifici/subordinati sotto ogni concetto generale
  • Creare i legami collegando i concetti con linee
  • Rielaborare la struttura della mappa, aggiungendo, sottraendo o cambiando i concetti
  • Cercare di creare legami trasversali
  • Applicare ai concetti degli esempi specifici
  • Eventualmente realizzare altre mappe in modi diversi, per verificare che l’argomento sia chiaro

Attenzione:

  • Articoli, avverbi, locuzioni avverbiali, aggettivi…sono tutti elementi superflui che non servono nella mappa. Perché? Perché una volta letto un paragrafo, estratti i concetti chiave ed organizzati su una mappa concettuale, il nostro cervello ricorda ciò che era scritto sul libro ed è in grado di costruire proposizioni di senso compiuto partendo dalla sola lettura delle parole chiave.
  • Ricorda: una mappa concettuale è la rappresentazione grafica di concetti espressi sinteticamente (parole - concetto) all'interno di una forma geometrica (nodo) e collegati fra loro da linee (frecce) che esplicitano la relazione attraverso parole-legame.

 

 

 

 

Fonte: http://sezionec.wikispaces.com/file/view/MAPPA+CONCETTUALE_caratteristiche.doc

autore del testo non indicato nel documento di origine del testo

 

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