Igiene materiale didattico e appunti
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Igiene materiale didattico e appunti
Definizioni
IGIENE
Questa disciplina ha come interesse le cause dei fenomeni salute/malattia.
L'oggetto di studio è quindi la salute e il suo campo di attività sono le popolazioni.
Il metodo di osservazione usato è quello dell'epidemiologia descrittiva (descrizione dei fenomeni salute/malattia) e per l'analisi il metodo d'epidemiologia costruttiva (inferenza sulle cause del fenomeno), mediante strumenti di indagine statistici.
Il criterio culturale è quello della ricomposizione.
Lo stile formativo è multidisciplinare e quello operativo è Interdisciplinare.
Modello e finalità di intervento sono la Sanità Pubblica e la prevenzione.
Definizioni illustri di Igiene
Proust, 1877
…Tutto ciò che può portare a migliorare l’ uomo, aumentare il suo benessere fisico e morale, la sua
attività somatica e psicologica, interessa e riguarda direttamente l’Igiene, così da superare i limiti definiti dalla medicina. Biologia, antropologia, legislazione, storia dell’ umanità diventano insieme le basi e il campo specifico del l’ Igiene…
Bertarelli, 1938
…La scienza che si preoccupa di difendere la salute e di promuovere il buon sviluppo e la buona esistenza
del l'individuo…
Puntoni, 1948
…La branca del la medicina che mira a mantenere lo stato di salute…
Mazzetti, 1948
…Il ramo del la scienza medica che studia le malattie nelle loro cause e nella loro incidenza e ricerca i metodi per prevenirle; ...si interessa anche di rendere salubre l'ambiente di vita dell' uomo, rende la vita più sicura, più sana e pi ù bella... L' Igiene tende alla promozione della salute…
Vanini, 1996
…Disciplina che ha come obiettivo la sicurezza sanitaria del le popolazioni. Si realizza attraverso la identificazione e la misura dei fattori di rischio, la progettazione e la realizzazione di interventi di prevenzione, l’ organizzazione e la gestione delle strutture sanitarie...
Definizione di sanità pubblica
C.E.A. Winslow, 1920 e 1951
...E' la scienza e l' arte di prevenire la malattia, di prolungare la vita e di promuovere la salute e l’ efficienza fisica tramite sforzi comunitari organizzati per:
• L' igiene dell' ambiente
• Il controllo delle infezioni comunitarie
• L' organizzazione dei servizi medici ed infermieristici per la diagnosi precoce e ed il trattamento preventivo delle malattie
• L' educazione del singolo sui principi dell' Igiene personale
• Lo sviluppo della struttura sociale che assicuri a ciascuno nella collettività uno standard di vita adeguato per il mantenimento della salute
Definizione di Salute
Lo stato di salute o di malattia è dovuto a uno o più dei seguenti fattori:
- genetici
- comportamentali (personali)
- ambientali (ambiente fisico, sociale e biologico).
La salute secondo un approccio percettivo può essere considerata:
"Uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale, e non semplicemente l’assenza di infermità"
Mediante approccio funzionale:
"Capacità dell'organismo di esplicare le funzioni che gli sono richieste nel suo contesto biologico e sociale"
Attraverso un approccio adattativo:
"Capacità di adattamento omeostatico dell'individuo al suo ambiente"
Prevenzione
La prevenzione ha come finalità quella di impedire l’insorgenza di nuovi casi di malattia nelle persone sane.
Viene suddivisa in PRIMARIA, SECONDARIA e TERZIARIA.
•PRIMARIA:
impedire l ’insorgenza di nuovi casi di malattia nelle persone sane
Ridurre il rischio individuale:
- Rimuovere definitivamente la causa della malattia
- Impedire che la malattia continui ad agire sulla popolazione
Metodi di intervento
Potenziamento delle capacità di difesa dell ’organismo
Rimozione dei comportamenti nocivi e induzione di comportamenti positivi
Interventi su ambienti di vita e di lavoro
Eugenetica
La prevenzione primaria è l’unica vera prevenzione efficace se attuata durante la fase libera della storia naturale di una malattia infettiva.
•SECONDARIA:
scoprire e guarire i casi di malattia prima che essi si manifestino clinicamente
Requisiti che una malattia deve avere per poter essere passibile di prevenzione secondaria:
• Storia naturale ben conosciuta
• Periodo di latenza in fase asintomatica abbastanza lungo da poter permettere la scoperta dei casi
• Vi sia disponibile un test in grado di differenziare le persone sane dalle malate
• Vi siano terapie efficaci
Metodi di intervento
Inizio di terapia in fase preclinica e screening
•TERZIARIA:
impedisce l’ invalidità in persone già ammalate di malattie cronico-degenerative e favorire il recupero in persone portatrici di handicap mediante riabilitazione.
Fasi nella storia naturale e nella prevenzione di una malattia
Nelle malattie cronico degenerative riconosciamo:
1- La FASE LIBERA e la FASE DI LATENZA in cui possono agire i FATTORI DI RISCHIO e nelle quali si può prevenire la malattia mediante PREVENZIONE PRIMARIA.
2- La FASE PRECLINICA dove mediante PREVENZIONE SECONDARIA è possibile effettuare DIAGNOSI PRECOCE.
3- La MALATTIA CLINICA è la fase della DIAGNOSI CONSUETA seguita da CRONICIZZAZIONE nella quale è possibile attuare solo una PREVENZIONE TERZIARIA.
Nelle malattie infettive riconosciamo invece:
1- una FASE LIBERA in cui è possibile applicare PREVENZIONE PRIMARIA
2- L’azione dell’AGENTE ETIOLOGICO a cui può seguire l’INCUBAZIONE
3- La MALATTIA CLINICA che può condurre alla GUARIGIONE, alla CRONICIZZAZIONE o alla MORTE.
OBIETTIVI STRATEGICI DELLA PREVENZIONE
- Proteggere il singolo dalle malattie
- Controllare le malattie nella popolazione
- Eliminare le malattie
- Eradicare le malattie
Proteggere il singolo dalle malattie
OTTICA INDIVIDUALE:
Coinvolgimento delle singole persone per gli interventi di prevenzione:
- primaria (es. vaccino rifiutato o rifiuto di smettere di fumare).
- secondaria (necessità che il singolo si sottoponga a campagne diagnostiche/screening).
OTTICA DI SANITA' PUBBLICA:
Coinvolgimento della maggior parte della popolazione
Controllare le malattie nella popolazione
OTTICA DI SANITA' PUBBLICA:
Riduzione dei casi di malattia in una popolazione in conseguenza di uno specifico intervento di prevenzione.
La riduzione può tende a rimanere stabile nel tempo o ad accentuarsi progressivamente fino all’eradicazione della malattia.
Eliminare le malattie
Assenza di nuovi casi per effetto di specifici interventi di prevenzione in una popolazione.
Programmi di prevenzione (ben progettati e ben condotti) portano alla diminuzione (controllo) dei casi di malattia con l’aspettativa di una scomparsa (eliminazione) dei casi di malattia.
La riduzione delle norme e delle pratiche preventive è logicamente causa della ricomparsa di nuovi casi della malattia.
Eradicare le malattie
Rimozione definitiva dell’agente causale della malattia che non presenta più casi presenti e futuri.
IL VAIOLO è L’UNICO CASO DI MALATTIA ERADICATA.
Il Vaiolo è una malattia virale ad altissima contagiosità (contatto interumano diretto o per via respiratoria e attraverso oggetti contaminati) con Incubazione da 7 a 14 giorni e Letalità 25-50%.
Il virus è resistente:
- in materiale biologico (croste) per 3 settimane.
- a 36°C per 8 settimane.
- in ambiente secco per 12 settimane.
Il Vaiolo causa: Febbre elevata, cefalea, prostrazione, rachialgie intense e dopo 3 giorni esantema vescicolare.
Epidemia di Vaiolo colpì l'Italia tra il 1897-1920 con oltre il 30% di decessi.
La vaccinazione in Italia fù sospesa nel 1977 e abrogata nel 1981.
Gli ultimi casi riscontrati nel mondo:
Nel 1977 in SOMALIA e nel 1978 a BIRMINGHAM (infezione di laboratorio).
Nel 1980 l’O.M.S. ha dichiarato eradicata la malattia.
Virus del vaiolo è attualmente conservato “ufficialmente” in 2 laboratori:
- in U.S.A (C.D.C. di Atlanta)
- in Russia (Russian State Centre for Research on Virology and Biotechnology di Koltsovo - Novosibirisk Region - Mosca)
Ma è probabile ci sia detenzione non autorizzata anche in altri paesi.
Screening
Procedura che consente la “presuntiva” identificazione di una malattia in fase iniziale o di una condizione particolarmente a rischio mediante l’applicazione di un test, di un esame o di un’altra procedura.
Tale procedura può essere attuata per:
- Malattia già in corso (es. k colon-retto, diabete)
- Condizione predisponente o fortemente a rischio per lo sviluppo di malattia (poliposi colon, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia)
Lo SCREENING può risultare negativo o positivo.
Nel caso di risultato positivo si deve procedere ad ulteriori accertamenti mediante un TEST DI CONFERMA che porterà ad un ulteriore risultato negativo (nessun intervento) o positivo (intervento terapeutico)
Condizioni che possono verificarsi in seguito all’effettuazione di uno screening sono:
- VERI POSITIVI: SCREENING e TEST DI CONFERMA positivi
- VERI NEGATIVI: SCREENING e TEST DI CONFERMA negativi
- FALSI POSITIVI: SCREENING positivo e TEST DI CONFERMA negativo
- FALSI NEGATIVI: SCREENING negativo e TEST DI CONFERMA positivo
Per programmare un intervento di screening bisogna considerare:
• L’importanza della malattia (frequenza, popolazione, gravità)
• L’evoluzione della malattia
• L’esistenza di cure
• Le caratteristiche degli esami da effettuare (Esame singolo, In grado di riconoscere lo stato di malattia, Rapido e sicuro, Poco costoso, Ben accetto dal paziente, Sensibile e specifico (Efficace))
Uno screening inappropriato può creare problemi nelle persone sane e sprecare risorse preziose.
L’efficacia di una campagna di screeninig si valuta in base alla riduzione della malattia in termini di:
- Incidenza (per condizioni predisponenti)
- Mortalità (per malattia già in corso)
IMPLICAZIONI ETICHE
Lo screening arruola persone in apparente buona salute che non hanno richiesto un intervento medico quindi qualsiasi effetto avverso derivante dalla pratica dello screening è considerato completamente evitabile.
In più lo screening può essere: problematico (screening per il diabete gestazionale), poco piacevole (colonscopia) e molto costoso (mammografia)
CRITERI
La disponibiltà di un test non implica che debba essere necessariamente usato
Per individuare se e quando usare un test di screening si dovrebbe usare una checklist di criteri:
ESIGENZE LEGATE ALLA MALATTIA
Dovrebbe essere importante sotto il punto di vista sanitario e chiaramente definita nei suoi aspetti di prevalenza, storia naturale e disponibilità di effettivo intervento
ESIGENZE DI POLITICA SANITARIA
Un programma di screening dovrebbe essere efficace sotto il punto di vista dei costi, dovrebbero essere presenti sul territorio strutture per la diagnosi e facilmente raggiungibili dagli utenti, e l’eventuale trattamento dovrebbe essere disponibile in tempi brevi e senza grossi problemi. Inoltre le conseguenze terapeutiche derivanti dalla positività al test dovrebbero essere ben conosciute dal soggetto in esame.
PROBLEMI LEGATI AL TEST
Dovrebbe essere sicuro, avere un livello di cut-off definito ed essere valido (VALIDITA’: capacità di un test di misurare ciò che si propone di misurare, con precisione) e affidabile (AFFIDABILITA’: si riferisce alla ripetibilità del test)
VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA DI UN TEST
Tradizionalmente sono utilizzati come indicatori di validità di un test 4 indici:
1- Sensibilità
capacità di un test di scoprire coloro che hanno una specifica condizione
2- Specificità
capacità di un test di scoprire coloro che non hanno una specifica condizione
3- Valore predittivo positivo
l’ODDS di essere effettivamente malati avendo un test positivo
4- Valore predittivo negativo
l’ODDS di essere effettivamente sani avendo un test negativo
Il valore predittivo (positivo e negativo), utile in ambito di sanità pubblica, inquadra tutti i soggetti come malati o sani, spesso invece, chi si sottopone ad un test può risultare:
• probabilmente malato
• recentemente malato
• probabilmente sano o altre varianti.
Il test ideale dovrebbe discriminare tra coloro con la malattia e coloro senza senza sovrapporre la distribuzione dei risultati per i due gruppi.
Vaccini
Un vaccino è un prodotto costituito da una piccolissima quantità di microrganismi (virus o batteri) uccisi o attenuati, o da una parte di essi.
E' progettato in modo da stimolare nel corpo la naturale reazione immunitaria.
Questa difesa immunitaria, simile a quella che è provocata dalla malattia, protegge dall’attacco dei microrganismi presenti nell’ambiente e nelle persone della nostra comunità senza che si sviluppino i sintomi e le complicanze della malattia.
I vaccini sono prodotti in diverse maniere, ma in tutti sono presenti gli antigeni che sono in grado di stimolare i meccanismi naturali di difesa del nostro corpo.
I vaccini contengono anche piccole quantità di conservanti e antibiotici.
Alcuni, inoltre, contengono sali di alluminio per aiutare a produrre la risposta immune.
Attenuazione dei virus
I virus vengono indeboliti così che si riproducono con molta difficoltà all’interno dell’organismo (massimo 20 repliche).
Vantaggi: una o due dosi di vaccino determinano una immunità che dura tutta la vita.
Svantaggi: non possono essere somministrati a persone con difetti del sistema immunitario (come persone affette da cancro o AIDS).
I vaccini attenuati sono quelli contro: - morbillo - parotite - rosolia - varicella
Inattivazione dei virus
i virus sono completamente inattivati (o uccisi) con sistemi chimici, di conseguenza il virus non può moltiplicarsi o causare la malattia.
Vantaggi: il vaccino non può causare la malattia che previene e può essere dato anche alle persone con il sistema immunitario compromesso.
Svantaggi: per assicurare l’immunizzazione occorre somministrare più dosi di vaccino .
Sono fatti in questo modo: - vaccini polio-inattivato (IPV Salk) - vaccini anti-epatite A - un tipo di vaccino contro l’influenza - vaccino contro la rabbia.
Usare parti di virus
Uno specifico componente del virus viene rimosso o sintetizzato e usato come vaccino.
Vantaggi: può essere somministrato anche alla persone con sistema immunitario compromesso e il vaccino sembra indurre protezione per tutta la vita dopo tre dosi.
Sono:
- il vaccino contro l ’Epatite B
- i vaccini contro l’ influenza split.
Il vaccino contro l’ epatite B è composto da una proteina che si trova sulla superficie del virus che viene prodotto per sintesi usando la tecnica del DNA ricombinante.
Usare parti di batteri
Tossine e rivestimento glucidico - polisaccarido dei batteri.
Vantaggi: possono essere somministrati alle persone con il sistema immunitario compromesso.
Vaccini contro:
- Difterite.
- Tetano. (anatossina tetanica - forma inalterata della tossina tetanica)
- Pertosse (vaccini acellulari).
- Haemophilus influenze.
- Pneumococco (nuovo vaccino).
ADIUVANTI DEI VACCINI
Nei vaccini sono presenti anche piccolissime quantità di sostanze necessarie per:
- prevenire contaminazioni batteriche.
- evitare la perdita di efficacia nel tempo.
- potenziare la risposta immunitaria.
Gli adiuvanti utilizzati più frequentemente sono:
- Antibiotici
Per prevenire la crescita batterica nelle culture vaccinali. (es: Neomicina)
- Sali di Alluminio
Per aumentare la stimolazione immunitaria e la produzione di anticorpi.
- Formaldeide
Per uccidere virus e batteri che possono trovarsi nelle colture usate per produrre vaccini.
- Monossido di glutammato (MSG)
Stabilizzante per alcuni vaccini; utilizzato molto spesso nei cibi.
- Solfato (sodio metabisolfito)
Stabilizzante. Si trova anche in alcuni cibi e bevande alcoliche.
- Thimerosal
Conservante che contiene mercurio. Si trova anche nei liquidi di pulizia delle lenti a contatto e negli spray orali.
VACCINAZIONI OBBLIGATORIE
Le vaccinazioni obbligatorie sono problemi di sanità pubblica, regolati in Italia da leggi e circolari dal 1939.
In Italia, i nuovi nati sono obbligati alle vaccinazioni:
- ANTIDIFTERICA
- ANTITETANICA
- ANTIPOLIOMELITICA
- ANTIEPATITE VIRALE TIPO B
E si consiglia la vaccinazione:
- ANTIPERTOSSE
- ANTIMORBILLO
- ANTIROSOLIA
- ANTI HEMOPHILUS INFLUENZAE B
Gli Adulti sono obbligati alle vaccinazioni:
- ANTITETANICA
(per sportivi agonisti e lavoratori a rischio) 3 somministrazioni in 1 anno (0-1-6/12 mesi)
- ANTIMENIGOCOCCICA, ANTI DT E ANTI MORBILLO-PAROTITE-ROSOLIA
(per reclute al momento dell’ arruolamento)
- ANTITUBERCOLARE
(personale sanitario e chiunque, con test tubercolinico negativo si trovi ad operare in ambiti ad alto rischio)
ALTRE VACCINAZIONI RACCOMANDATE
Contro l'influenza
- Per persone di età superiore a 65 anni.
- Per affetti da malattie croniche e debilitanti.
- Per addetti a servizi di pubblica utilità.
Contro le infezioni da pneumococco
- Per persone di età superiore a 65 anni.
- Per affetti da malattie croniche e debilitanti.
- Per asplenia (mancanza della milza)
Per i viaggiatori che si rechino in zone endemiche o considerate a rischio
Si consiglia vaccinazione:
- Antitifica,
- Antiepatite virale A e B,
- Antipoliomielitica,
- Antitetanica,
- Antimeningococcica,
- Antirabbica,
- Contro la Febbre Gialla
CONTROINDICAZIONI FALSE E VERE AL VACCINO
Non vaccinare in corso di malattie febbrili acute e in caso di gravidanza
In generale, i vaccini a base di microrganismi viventi attenuati non debbono essere somministrati a persone con alterazione del sistema immunitario.
La vaccinazione dovrebbe essere evitata durante trattamenti radianti o con chemioterapici.
I vaccini allestiti su uova embrionate di pollo o di anatra non debbono essere somministrati a persone con allergia alle proteine delle uova; anche l'ipersensibilità accertata nei confronti di antibiotici costituisce una controindicazione all'uso di vaccini che ne contengano anche minime quantità come conservanti.
Affezioni minori, quali raffreddori ed altre infezioni delle vie aeree superiori, non costituiscono
controindicazioni, anche temporanee, alle vaccinazioni.
Non è necessario rimandare le vaccinazioni in caso di trattamenti con cortisonici per uso locale o per uso sistemico a basso dosaggio, e in caso di affezioni cutanee quali dermatosi, eczemi, infezioni cutanee localizzate.
La terapia steroidea per aerosol non controindica la somministrazione di vaccini.
Ambiente
L'ambiente è:
1. Tutto ciò che ci circonda e con il quale veniamo direttamente o indirettamente in contatto
2. Insieme dei fattori ecologici capaci di esercitare una influenza significativa sulla vita di tutti gli organismi viventi
3. Insieme di quei fattori e di quelle influenze esterne (fisiche, chimiche, biologiche e sociali) che esercitano un effetto significativo ed apprezzabile sulla salute umana (OMS 1972).
Fattori attinenti l'ambiente:
- fisico/chimico: aria, acqua, suolo, clima, radiazioni ionizzanti.
- biologico: microrganismi, alimenti.
- sociale: abitazioni e ambienti di vita confinati, dinamiche demografiche.
Eliminare totalmente qualsiasi sostanza inquinante è impossibile. Quindi per ridurre il rischio è necessario agire sulla diminuzione, al massimo grado possibile, del livello di esposizione mediante il contenimento, entro limiti di sicurezza, della presenza di sostanze tossiche e/o dannose nelle matrici ambientali con le quali l'uomo viene quotidianamente a contatto, e cioè: aria, acqua e alimenti.
Le difficoltà maggiori nella dimostrazione dei rapporti ambiente/salute sono date dalla:
- Difficoltà nel montare ricerche epidemiologiche caso/controllo
- Lungo periodo di induzione degli inquinanti
- Aspecificità della risposta
- Imperfette conoscenze sul grado di tossicità dei prodotti inquinanti
- Possibilità di trasformazione e/o interrelazione tra i vari inquinanti (derivazione di sostanze diverse) effetti sinergici e/o antagonisti
GLI STUDI DI TOSSICITA'
I COMPOSTI CHIMICI CON CUI POTENZIALMENTE L’ UOMO VIENE A CONTATTO SONO INNUMEREVOLI: Oltre 60.000 prodotti di sintesi.
Gli studi di tossicità su questi composti seguono due fondamentali filoni:
- gli studi tossicologici su animali
(inquadrabili come studi di epidemiologia sperimentale)
- gli studi epidemiologici su popolazioni umane
(casi di intossicazione acuta o casi di esposizione cronica nel lavoratori)
LA PREVENZIONE NEL CAMPO DEGLI INQUINANTI AMBIENTALI DEVE ESSERE TEMPESTIVA ED EFFICACE
Ricorso a degli indicatori
Tali indicatori si ricavano dalle sperimentazioni su animali che consentono di lavorare su gruppi omogenei di individui esposti a quantità scalari e note di uno xenobiotico:
- per brevi periodi, quando si studia la tossicità acuta
- per tutta la vita dell'animale, quando si voglia valutare la tossicità cronica
I parametri fondamentali che si ricavano sono:
- Il NOEL (Not Observed Effect Level)
LIVELLO SENZA EFFETTI OSSERVABILI, espresso in mg/kg di peso corporeo. QUANTITA' MEDIA CHE NON DETERMINA ALCUN EFFETTO OSSERVABILE.
- ADI (Admissible Daily Intake)
DOSE GIORNALIERA AMMISSIBILE.
Dose giornaliera accettabile (o concentrazione massima ammissibile)
Quantità della sostanza in esame che può essere giornalmente assunta, da un uomo medio, per l’intera durata della vita, senza che si manifestino danni e/o alterazioni obiettivamente rilevabili. Questi limiti non sono assoluti ma possono variare anche frequentemente.
Bisogna ricordare che:
a) Non esiste la certezza che il dato ricavato dall'animale sia estrapolabile ad intere popolazioni umane specie per quanto riguarda patologie a lunga o lunghissima latenza come i tumori.
b) La qualità dei dati ricavati, inoltre è funzione delle conoscenze e delle tecniche disponibili nel periodo in cui sono condotti gli studi.
c) Le evidenze epidemiologiche finora raccolte depongono tuttavia per la sostanziale bontà dello strumento specie quando questo sia integrato da una validazione di tipo epidemiologico.
INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Ogni modificazione della composizione o stato fisico dell'aria atmosferica dovuta alla presenza nella stessa di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da:
- alterare le normali condizioni ambientali e di salubrità dell'aria;
- costituire pericolo ovvero pregiudizio diretto o indiretto per la salute dell'uomo;
- compromettere le attività ricreative e gli altri usi legittimi dell'ambiente;
- da alterare le risorse biologiche e gli ecosistemi ed i beni materiali pubblici e privati.
(D.P. R. 203/88, che recepisce 4 diverse direttive CEE)
L'inquinamento amosferico può essere determinato da:
- Sorgenti naturali
(Eruzioni vulcaniche, Movimentazione di sabbia, Trasporto di Sali marini dalle superfici acquatiche, Sostanza derivate da combustione di foreste)
- Sorgenti artificiali
(Traffico, Riscaldamenti domestici, Impianti industriali o di produzione industriali, Lavorazioni agricole)
Principali inquinanti atmosferici
BIOSSIDO DI ZOLFO (SO2)
Effetto irritante sulle prime vie aeree e può causare costrizione dei bronchi in soggetti predisposti.
Altri effetti: Naso-faringiti, alterazione del senso del gusto e del l'olfatto, alta acidità urinaria e senso di stanchezza. L'esposizione cronica determina: polmonite, bronchiti, tracheiti, incremento di istamina nei polmoni, etc.
BIOSSIDO DI AZOTO (NO2)
Può provocare un'irritazione del compartimento profondo dell'apparato respiratorio.
Decremento nella funzione polmonare in persone asmatiche sottoposte a sforzo.
MONOSSIDO DI CARBONIO (CO)
Nel sangue compete con l'ossigeno nella formazione dell'emoglobina, formando carbossiemoglobina (HbCO).
In base alle raccomandazioni della Commissione Tossicologica Nazionale, non dovrebbe essere superata una concentrazione di HbCO del 4%, corrispondente ad una concentrazione di CO di 35 mg/m3 per un'esposizione di 8 ore. Anche esposizioni minori possono essere considerate influenti per particolari soggetti a rischio, quali individui con malattie cardiovascolari e donne in gravidanza.
POLVERI SOSPESE
Effetti sulla respirazione, alterazioni del sistema immunitario, il danno al tessuto polmonare, l'aumento dell'incidenza di patologie tumorali e la morte prematura.
BENZENE
Composto cancerogeno ad elevata tossicità.
Viene facilmente inalato ed assorbito e trasferito a tutti gli organi e tessuti ricchi di lipidi.
In particolar modo esso colpisce il sistema nervoso centrale, con effetti di tipo inebriante e anestetico .
GLOSSARIO
Obiettivi di qualità
Indicano valori verso i qual i tendere progressivamente nel tempo in modo da migliorare la qualità dell'aria .
Livelli di attenzione e di allarme
Per situazioni acute di inquinamento.
Valore limite e valore guida
Livello fissato sulla base delle conoscenze scientifiche, allo scopo di evitare, prevenire o ridurre effetti dannosi per la salute umana e/o per l’ ambiente nel suo complesso.
Malattie Infettive
Sotto l ’aspetto eziologico le malattie infettive sono caratterizzate dal fatto di essere determinate da cause microbiche. Questa caratteristica le accomuna alle infezioni opportunistiche.
Le classiche Malattie Infettive sono determinate ognuna da uno specifico agente microbico che spesso prende il nome dalla malattia stessa (es. p oliovirus dalla poliomelite, Salmonella typhi dal tifo addominale, bordetella pertussis dalla pertosse, neisseria menigitidis dalla meningite). Le infezioni opportunistiche presentano una minore specificità eziologica.
La stessa manifestazione clinica può essere determina da varie specie microbiche (es. cistite causata da vari microrganismi come pure polmoniti).
I MICRORGANISMI FANNO PARTE DELL’EQUILIBRIO ECO-BIOLOGICO
TIPI DI BATTERI (DAL PUNTO DI VISTA ANTROPOCENTRICO):
- AMBIENTALI (quando vivono nell’ambiente)
- COMMENSALI (quando vivono sui tegumenti)
- PARASSITI (quando sono in grado di aggredire l’ospite causandogli un danno)
- SIMBIONTI (quando vivono sulle superfici muco-cutanee dell’ospite realizzando un reciproco vantaggio)
PATOGENICITA’
E' la capacità propria dei microrganismi parassiti di causare un danno all’ospite, che si esprime in uno stato di malattia. E’ UNA CARATTERISTICA GENETICAMENTE DETERMINATA ED E’ PROPRIA DI ALCUNE SPECIE.
La patogenicità dipende da:
- INVASIVITA' (totale, parziale o limitata)
- TOSSIGENICITA'
Con il termine VIRULENZA si identifica il diverso grado con cui si esprime la patogenicità, a seconda dello stipite microbico in causa (può essere valutata in rapporto alla gravità del decorso clinico della malattia).
L'INFETTIVITA' di un microrganismo patogeno è data dalla capacità di penetrare, attecchire e moltiplicarsi nell’ospite.
Per dare inizio ad una infezione, i microrganismi patogeni (in base alla specie) necessitano di un numero minimo (CARICA INFETTIVA) e per passare da un soggetto ricettivo ad un altro (CONTAGIOSITA'), necessitano di essere eliminati all’esterno dell’ospite nel corso del processo infettivo.
Le malattie infettive possono essere:
- CONTAGIOSE
Causate da agenti patogeni che vengono eliminati per vie diverse dall’ospite e che in modo diretto o indiretto giungono ad altri soggetti recettivi.
- NON CONTAGIOSE
Causate da agenti patogeni che non vengono elimina ti nell’ambiente e la loro trasmissione richiede l’intervento di appositi vettori o particolari evenienze.
PATOGENI OPPORTUNISTI
Gli agenti patogeni sono quelli capaci di penetrare e di moltiplicarsi nell'ospite, anche se questo si trova in condizioni apparentemente normali.
Oltre a questi, bisogna considerare altri microrganismi appartenenti a specie ambientali o commensali che possono essere responsabili di processi infettivi quando vengono meno le normali barriere difensive che impediscono loro di penetrare nell'ospite in condizioni ordinarie.
Questi microrganismi sono chiamati patogeni opportunisti, volendo intendere che essi possono aggredire l'ospite soltanto quando si determinano circostanze tali da consentire il loro arrivo ed il loro impianto in distretti o in tessuti normalmente sterili o quando i poteri di difesa sono notevolmente abbassati.
Le infezioni da microrganismi patogeni opportunisti sono oggi un grave problema in ambiente ospedaliero per una serie di fattori:
- possibilità di far sopravvivere soggetti in gravi condizioni che in passato morivano rapidamente (ustionati, politraumatizzati, traumatizzati cranici, immaturi, ecc.),
- l'uso di trattamenti immunosoppressori, all'imp iego di strumenti che raggiungono organi o cavità normalmente ster il i (cateterismo cardiaco, cateterismo vescicale, in tubazione tracheale. ecc.).
- sviluppo di tecniche per l'impianto di protesi in cardiochirurgia, neurochirurgia . ecc.
Molti microrganismi patogeni possono aggredire allo stesso modo sia l'uomo, sia gli animali, con spettro d'ospite esteso a tutti i mammiferi e spesso anche agli uccelli.
Alcuni microrganismi, invece, si sono adattati al parassitismo verso poche o una sola specie animale.
Rispetto alla distribuzione geografica, alcuni agenti di infezioni sono ubiquitari e circolano attivamente nelle popolazioni di tutti i continenti (ad esempio virus influenzali), altri hanno più ristrette localizzazioni geografiche (ad esempio il virus della febbre gialla), in rapporto all'esistenza di particolari vettori o di condizioni ambientali proprie di determinate regioni dove le relative malattie persistono allo stato endemico.
RAPPORTI OSPITE-PARASSITA
I poteri di difesa dell'ospite possono rapidamente avere ragione del parassita senza che resti alcuna traccia dell'evento. Soltanto nel caso in cui il parassita riesce ad impiantarsi ed a moltiplicarsi si realizza un processo che chiamiamo infezione.
Questa può svolgersi in modo asintomatico (infezione asintomatica) o con una sintomatologia più o meno grave (malattia infettiva) in rapporto alla virulenza del parassita ed alle capacità di difesa dell'ospite.
Alla maggior parte delle infezioni si accompagna una risposta immunitaria dell'ospite, che può essere dimostrata anche a distanza di tempo.
Il periodo di tempo intercorrente tra la penetrazione dell'agente patogeno e l'inizio della sintomatologia clinica (periodo d'incubazione) è diverso a seconda della malattia infettiva.
PERIODO DI INCUBAZIONE
In genere il periodo d'incubazione è breve nelle infezioni che si svolgono in superficie con
lesioni localizzate (ad esempio infezioni respiratorie acute, infezioni diarroiche), mentre è più lungo quando l'agente patogeno deve penetrare, moltiplicarsi, raggiungere gli organi bersaglio e produrvi un danno.
Per una determinata malattia infettiva l'incubazione può essere più o meno lunga in rapporto alla carica infettante ed alla resistenza opposta dall'ospite all'infezione.
La proporzione dei casi di malattia in rapporto al numero di infetti molto variabile a seconda del microrganismo in causa e spesso in rapporto con l'età (alcune infezioni decorrono più spesso asintomatiche negli adulti mentre altre causano più spesso casi gravi nell'adulto come la poliomielite).
DIFESE DELL'OSPITE
L'ospite oppone tutta una serie di difese fin dal primo contatto con il parassita.
La prima barriera è costituita dalla cute e dalle mucose, che si oppongono all'impianto ed alla penetrazione dei microrganismi grazie alla loro struttura, alle loro secrezioni ed ai microrganismi commensali che le colonizzano.
L'azione antimicrobica delle secrezioni è di natura:
- meccanica (allontanamento mediante le lacrime, la saliva, le urine; invischiamento nelle secrezioni mucose)
- chimico-fisica (effetto dei bassi valori di pH per la presenza di acido cloridrico nella secrezione gastrica)
- imputabile a particolari sostanze antibatteriche e antimicotiche (lattoferrina e lisozima presenti in molte secrezioni, acidi grassi del sudore).
La protezione svolta dai microrganismi residenti sulla cute e sulle mucose è dovuta sia ad azione competitiva, sia a produzione di sostanze antibiotiche o alla creazione di un ambiente particolare e sfavorevole ad altre specie (ad esempio, ambiente acido determinato nella mucosa vaginale dal bacillo di Dòderlein).
Qualora i microrganismi riescano a superare la prima barriera, interviene un secondo sistema di difesa costituito dai fagociti, la cui azione antimicrobica è facilitata dall'intervento di anticorpi umorali che mascherano antigeni di superficie (ad esempio antigeni capsulari).
L'intervento di anticorpi e di meccanismi propri dell'immunità cellulo-mediata si ha negli individui che hanno già subito una precedente infezione da parte dello stesso microrganismo o che sono stati vaccinati e che possiedono uno stato di immunità:
- Attiva, acquisita:
naturalmente (malattia superata).
artificialmente (vaccinazione).
- Passiva, acquisita:
naturalmente (da anticorpi materni).
artificialmente (inoculazione di immunoglobuline).
La refrattarietà, invece, è dovuta a fattori propri dell'ospite, geneticamente determinati, che impediscono la penetrazione, l'attecchimento o la moltiplicazione del parassita. Lo spettro d'ospite dei microrganismi patogeni dipende, infatti, dalla refrattarietà che le varie specie animali presentano nei riguardi di essi per fattori anatomici, metabolici, enzimatici, ecc.. solo in parte conosciuti.
L'INFEZIONE LATENTE E LO STATO DI PORTATORE CRONICO.
Nel caso dell'infezione latente si arriva ad uno stato di equilibrio per cui un microrganismo può persistere nei tessuti dell'ospite e moltiplicarvisi, dando segno della sua presenza solo occasionalmente per fattori intercorrenti (esempio: Herpesvirus che può persistere a livello del ganglio del trigemino e provocare le note manifestazioni ricorrenti a livello delle labbra in occasione di episodi febbrili).
Nel portatore cronico , invece, la malattia infettiva si è conclusa con la guarigione. Il microrganismo patogeno, tuttavia, ha potuto localizzarsi in un particolare sito anatomico, al riparo dalla reazione immunitaria, dove si moltiplica e da dove raggiunge l'ambiente esterno con gli escreti (I portatori cronici di S. typhi, ad esempio, ospitano il batterio nella colecisti o, più raramente, nelle vie urinarie: la localizzazione ha luogo quando preesistono calcoli o un processo infiammatorio).
MENINGITI
Patologia provocata da batteri, virus e funghi.
Differenziate per evoluzione e forme anatomopatologiche:
- subacute: tbc, sifilide
- non purulente: virus
- purulente: batteriche (neisseria, haemophilus, str . pneumoniae)
Meningiti batteriche da neisseria meningitidis – epidemie
Microrganismo: Diploocco – chicco di caffè – gram negativo – vari sierogruppi (A,B,C, Y).
Diffusione: Attraverso contatti stretti, via aerea o attraverso oggetti contaminati. Penetra nell’organismo attraverso il rinofaringe.
Periodo di incubazione: 2-10 gg.
Fase setticemica: Formazione di petecchie.
Disseminazione: A vari organi – interessamento meningeo.
Sintomi: Cefalea, vomito, rigidità nucale.
Forme fulminanti: Evoluzione in poche ore di ecchimosi, ipotensione, trombocitopenia, leucopenia.
Frequenza per età: Massima incidenza tra 6 mesi e 2 anni di vita decresce col crescere dell’età.
Vaccino: Presente.
Tubercolosi - Mycobacterium tuberculosis (bacillo di Koch)
Batterio alcool- acido resistente - Gram positivo
Un soggetto che presenta una forma infettante durante colpi di tosse elimina nell’ambiente droplets (goccioline) contenenti bacilli. Le goccioline evaporando danno luogo a particelle residue di piccolo diametro chiamate droplets nuclei che possono rimanere nell’aria di ambienti confinati e con scarsa ventil azione per molti giorni. Sono pericolosi perchè contengono numerosissimi batteri in forma infettante.
Un colpo di tosse o 5 minuti di fonazione possono produrre circa 3000 droplets nuclei da parte di un soggetto infettante.
Test: Intradermoreazione secondo Mantoux
Test ancora utilizzato per lo screening (oggi sta prendendo piede il QuantiFERON(QF) TB-test, un test in vitro sull’immunità celllulo mediata – valuta infezioni tbc attive o latenti).
La mantoux viene utiizzata per screening:
a. Prevaccinale – si vaccina chi ha una M., nei 30 giorni precedenti il vaccino, negativa.
b. Post- vaccinale – eseguita dopo 3 mesi dal vaccino.
c. Metodica di sorveglianza dei contatti di caso (oggi si va verso il QF).
NOTIFICA DELLE MALATTIE INFETTIVE
L'obbligo della notificazione (o denuncia) dei casi di malattie infettive e diffusive è stato istituito sia, a fini statistico-epidemiologici, sia per consentire l'intervento delle autorità sanitarie.
La notificazione è il primo atto di una serie di interventi di profilassi che si svolge attraverso:
- l'isolamento
Separazione del soggetto da tutte le altre persone, ad eccezione del personale sanitario di assistenza.
- la contumacia
Obbligo di permanere in un determinato luogo (ospedale o domicilio proprio) per il periodo prescritto, osservando le prescrizioni igienico-sanitarie imposte dall'autorità sanitaria.
- la disinfezione
Distruzione dei microbi agenti di malattie infettive, per impedirne la persistenza e la diffusione
nell'ambiente e l 'arrivo f ino a soggetti recettivi. Viene attuata mediante mezzi fisici o chimici opportunamente scelti a seconda del microrganismo patogeno che si vuole distruggere e del substrato in cui esso si trova (feci, espettorato, biancheria, acqua, aria. superfici di pavimenti, pareti, ecc.).
La disinfezione periodica degli ambienti è prescritta-almeno una volta all'anno per le scuole, asili, convitti, ospedali e case di cura, alberghi ma essa non trova alcuna giustif icazione, se non come occasione per una pulizia a fondo di tutti gli ambienti.
In tutti gli ambienti comunitari è assai più utile la quotidiana e scrupolosa pulizia con l'eventuale impiego di sostanze disinfettanti (varechina. detergenti. ecc.). Quando, però, si scoprisse che un'aula o un altro ambiente comunitario è stato frequentato da un eliminatore di germi patogeni persistenti nell'ambiente (ad esempio, ammalato di tubercolosi polmonare aperta), allora sarebbe indicato un intervento di disinfezione apposito (disinfezione occasionale).
- la sterilizzazione
Distruzione di ogni forma vivente, comprese le spore, rendendo assolutamente privo di microrganismi, sia patogeni sia commensali o saprofiti, l'oggetto o l'ambiente da sterilizzare.
In campo chirurgico. per evitare infezioni esogene da microrganismi opportunisti, si opera in asepsi. cioè in ambiente o con materiale sterili; inoltre si usa ogni accorgimento per evitare di introdurre microrganismi nell'ambiente sterile (asepsi).
- la disinfestazione
Un efficace intervento di prevenzione nei riguardi delle malattie infettive trasmesse da artropodi è rappresentato dalla lotta contro i rispettivi vettori, contro gli ectoparassiti e contro
tutti gli insetti e altri piccoli animali nocivi o fastidiosi.
Per la disinfestazione si usano diversi agenti fisici e chimici tenendo conto della biologia del parassita che si vuole distruggere.
Fonte: http://u.jimdo.com/www400/o/s5d0ef10cc4a06ea2/download/me4ee0b43c27a1504/1281311051/Igiene.docx
Sito web da visitare: http://infermieriuniti2.jimdo.com/materie/igiene/
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