Radiologia

 


 

Radiologia

 

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Radiologia

Raggi X

Wilhelm Conrad Roentgen (1845 - 1923) nel 1895 studiando le proprietà dei raggi catodici intuì, che questi, decelerati bruscamente da un ostacolo, davano origine a radiazioni elettromagnetiche (raggi x).
Capaci di rendere fluorescenti alcuni composti (platino-cianuro di bario, Solfuro di zinco) e di impressionare le pellicole fotografiche.

In medicina i raggi X hanno trovato numerose applicazioni.
La radiologia rappresenta un vero e proprio settore medico, caratterizzato da specifiche tecniche diagnostiche e tarapeutiche.
L'importanza dei raggi X nel campo della diagnostica si deve al loro elevato potere di penetrazione.
Oggi i metodi diagnostici radiologici comprendono indagini estremamente precise, come la tomografia computerizzata (TC) e la risonanza magnetica nucleare (NMR) mentre l'uso dei raggi X a scopo terapeutico rientra nei trattamenti di radioterapia.

L’immagine RX è resa visibile solo quando viene fissata su un mezzo di registrazione.
Oggi, questo può avvenire in 3 modi :
1) come immagine transitoria su uno schermo fluorescente.
2) come immagine permanente su una particolare pellicola fotografica.
3) come immagine digitale (Radiologia digitale = immagine di alta qualità, altissima risoluzione, e immediatamente visibile su monitor).

I raggi x o radiazione elettromagnetica è il movimento dell’energia attraverso lo spazio senza alcun trasferimento o movimento di massa.

I raggi X o di RONTGEN sono considerati secondo la teoria ondulatoria della luce, onde elettromagnetiche ad alta frequenza, e quanti di energia raggiante (Fotoni) che si propagano in direzione rettilinea alla velocità della luce.

Per generare raggi X è necessario accelerare un fascio di elettroni, dirigendolo contro una placca,
(di solito tungsteno), per la brusca decelerazione si producono Raggi X dette anche radiazioni di
frenamento o di Bremsstrahlung.


RADIAZIONE
è il termine descrittivo del trasporto di energia della propagazione di un onda elettromagnetica tra le quali i raggi x , e senza induzione di macroscopica quantità di materia, sono utilizzati a scopi diagnostici e terapeutici.
Viaggiano alla velocita’ della luce, sono inodori, invisibili, penetrano la materia, e rilevabili solo con appositi contatori.

Interagendo con la materia crea l’effetto della ionizzazione.


IONIZZAZIONE
è il processo per il quale l’atomo a seguito della interazione con la radiazione, da origine a coppie di ioni.
La penetrazione delle radiazioni nella materia determina fenomeni di interazione che si risolvono nell’assorbimento dei fotoni incidenti per cessione di energia al mezzo irradiato.
Nell’effetto fotoelettrico il fotone incidente cede tutta la sua energia ad un elettrone che viene accelerato ed espulso dalla sua orbita verificandosi così una ionizzazione, detta anche eccitazione. L’elettrone orbitale con cui impatta il fotone incidente acquista energia pari alla differenza fra l’energia propria del fotone e quella di legame con la sua orbita.
Per effetto fotoelettrico l’elettrone espulso è sostituito nella sua orbita da un elettrone di livello energetico superiore.

A livello organico, la carica elettrica di uno ione può portare a reazioni chimiche anormali dentro le cellule.
Uno degli altri effetti è che la carica può rompere le catene del DNA. Una cellula con un filamento di DNA danneggiato può morire o sviluppare una mutazione.
Se molte cellule del corpo muoiono si possono sviluppare diversi tipi di malattie.
Se il DNA di una cellula viene mutato questa può diventare cancerosa, e questo cancro si può diffondere.
Se la mutazione avviene in uno spermatozoo o in un ovulo, ciò può portare ad anomalie congenite.
Nonostante questi rischi la scansione a raggi X è ancora opzione più sicura nel campo della diagnostica medica.


TUBI A RAGGI X
La radiazione normalmente viene prodotta con tubi a raggi X (tubi di Coolidge), il cui funzionamento si basa su un fascio di elettroni che viene accelerato ad elevato voltaggio contro un anodo metallico. L'energia viene principalmente dissipata come calore e in parte minore utilizzata per l'emissione di radiazioni X.

Il funzionamento del tubo a raggi X si basa su tre elementi: Anodo, Catodo, Filamento.


Schema di un tubo a raggi X. (Fonte: Dipartimento di Fisica - Università di Bologna)

Il numero degli elettroni è controllato dalla temperatura del filamento catodico.
Questo controllo si fa variando la corrente del filamento per mezzo del suo circuito elettrico
a bassa tensione. Più il filamento è caldo più numerosi sono gli elettroni per il flusso all’interno del tubo a raggi X. .
I raggi x si irradiano dalla sorgente in linea retta in tutte le direzioni. Per questo è necessario sistemare il tubo in una cuffia metallica protettiva e diaframmi mobili per poter ulteriormente collimare i raggi x .

 

Sicurezza

I pionieri della radiologia non conoscevano i danni che avrebbero prodotto l’interazione dei raggi x sulle cellule, infatti lavoravano senza alcuna protezione inconsapevoli della loro dannosità.
Oggi, grazie alle conoscenze acquisite le misure di sicurezza sono molte.
Gli stessi apparecchi (tubi a raggi x, portatili, amplificatori di brillanza, acceleratori lineari usati in radioterapia) costituiscono un rischio solo durante l’effettiva emissione di radiazione.
Il tecnico usa questi apparecchi per i fini del risultato, a dosi ragionevolmente basse e con (diaframmi piombati) riduce ulteriormente il fascio RX e li disattiva da fonti di energia onde evitare un uso improprio da personale non autorizzato.

Grazie al D.LGS 230/95 si ha in Italia un classificazione delle aree e dei lavoratori
L’individuazione e la classificazione delle aree e dei lavoratori sono effettuate esclusivamente da un esperto qualificato, sulla base delle informazioni fornite dai direttori e sottoscritte dal lavoratore.


CLASSIFICAZIONE DELLE AREE
uno dei criteri di protezione nell’uso delle sorgenti radiogene prevede il loro confinamento in aree soggette a sorveglianza e ad accesso regolamentato; per questo il d.lgs 230/95 definisce zone classificate gli ambienti sottoposti a regolamentazione per motivi di protezione contro le radiazioni ionizzanti. le zone classificate possono essere zone controllate e zone sorvegliate


FORMAZIONE DEGLI OPERATORI
Medici, tecnici, infermieri e studenti vengono formati un responsabile delle attività di didattica o ricerca della struttura in cui si opera. Al responsabile, di concerto con il direttore della struttura, compete di informare e formare i collaboratori sui rischi specifici e sulle precauzioni da adottare.
L’informazione e formazione degli operatori prima dell’esposizione al rischio da radiazioni ionizzanti e prevede adeguate istruzioni in merito. L’informazione e la formazione vengono ripetute periodicamente e ogni qualvolta si verifichino cambiamenti sul grado del rischio.

Argomenti di formazione:
- generalità sulle radiazioni ionizzanti
- effetti delle radiazioni ionizzanti sull’uomo - sorveglianza medica
- principi fondamentali della radioprotezione e sorveglianza fisica - dosimetria
- dispositivi di sicurezza e mezzi di protezione
- norme interne di radioprotezione e norme specifiche di impianto
- rischi collegati con l’utilizzo delle apparecchiature e delle sorgenti radiogene con particolare riferimento a quelle presenti presso la struttura
- procedure di decontaminazione
- norme di comportamento in caso di emergenza


DOSIMETRI
Un ulteriore sistema di sicurezza è l'uso dei DOSIMETRI PERSONALI
- ciascun operatore è tenuto ad operare nelle zone controllate e sorvegliate, munito dei dosimetri personali prescritti dall’esperto qualificato;
- il dosimetro deve essere portato per tutto il tempo di permanenza nei locali interessati dalla esposizione alle radiazioni ionizzanti;
- il dosimetro è personale e non può essere né ceduto o prestato ad altre persone né utilizzato all’esterno della struttura di appartenenza.

l’operatore deve: portare il dosimetro personale, salvo diversa indicazione da parte dell’esperto qualificato:
- all’altezza del petto sul risvolto del colletto o sul taschino del camice;
- riporre, al termine del lavoro, il dosimetro in luogo ove non sussista possibilità alcuna di esposizione alle radiazioni;
- evitare di esporlo volontariamente a sorgenti di radiazioni ionizzanti;
- conservare accuratamente il dosimetro e non manometterlo in alcun modo;
- consegnare, secondo la periodicità stabilita, il dosimetro al preposto o alla persona incaricata di effettuare regolarmente il cambio;
- segnalare tempestivamente l'eventuale deterioramento o smarrimento del dosimetro, che provvederà alla sua sostituzione, nell’attesa della quale l’operatore non può frequentare la zona
controllata e la zona sorvegliata.
- il personale dotato di dosimetro individuale nel caso cessazione delle attività deve segnalare la stessa al responsabile i quali dovranno notificare l’informazione all’esperto qualificato, al fine di permettere la corretta compilazione delle schede dosimetriche personali.


ESPOSIZIONE INDEBITA
si definisco tali tutte le esposizioni che comportano la ripetizione di esposizione ai Rx, per negligenza, distrazioni, mancata anamnesi, smarrimenti di radiogrammi da parte di tutti gli operatori professionali. Mentre nelle procedure interventistiche vengono definite esposizione indebita la mancata disattivazione dei dispositivi di emissione di RX. Tali esposizioni e’ punibile dal codice di procedura penale per lesioni colpose.

Radiodiagnostica

 

È la branca della radiologia che usa metodi e di mezzi basati sull’emissione di radiazioni per effettuare esami diagnostici.



TECNICHE RADIOGRAFICHE

Radioscopia
Esame diretto mediante raggi X che consente l’indagine immediata della motilità e della funzione di determinati organi (es. polmoni).
Sempre meno usata a causa della notevole dose di radiazioni a cui espone.


Radiografia
Tecnica fotografica basata sui raggi X, che permette di ottenere immagini permanenti della struttura interna di vari organi e apparati del corpo.
Gli esami radiografici vengono eseguiti con due metodi:

1) Esame diretto
organo è esaminato nelle sue condizioni naturali di radiotrasparenza
Esempio:

- Radiografìe dello scheletro
Le ossa, ricche di calcio, assorbono la radiazione apparendo di colore bianco sulla pellicola.

- Radiografie del torace
I polmoni, pieni d’aria, permettono il passaggio dei raggi e appaiono oscuri nel radiogramma.

2) Esame con mezzi di contrasto
Quando le condizioni di radiotrasparenza dell’organo vengono appositamente modificate per poter raggiungere rilievi che non apparirebbero evidenti al solo esame diretto.
I mezzi di contrasto possono essere:

- Opachi
Sono essenzialmente: solfato di bario (per l’apparato digerente) e preparati organici iodati idrosolubili (immessi per via orale o per iniezione, rendendo opache la bile e l’urina, per evidenziare i canali e le cavità in cui questi secreti scorrono e si raccolgono). Preparati analoghi sono usati anche per le esplorazioni dell’apparato cardiovascolare, dei bronchi e degli organi genitali.

- Trasparenti
Sono essenzialmente: ossigeno e azoto e sono utilizzati per l’esame dei vari organi intramediastinici, dei ventricoli cerebrali, del midollo spinale ecc.


Tomografia (o stratigrafia)
Consente di ottenere immagini radiologiche di sottili strati degli organi indagati.
Ottenuta eseguendo tutta una serie di radiografie in condizioni particolari, evidenziando così modificazioni relativamente rapide.


Roentgencinematografia
Registrazione continua di immagini cinematografando l’immagine radioscopica resa altamente luminosa.



APPLICAZIONI DELL'ESAME RADIOLOGICO

Esame del cuore
- Radioscopia
- Radiografia
- Angiografia
- Chimografia
- Roentgencinematografia.

Esame arterie
- Arteriografia
(visualizzazione di un’arteria mediante iniezione di liquido radiopaco nel tronco principale di irrorazione).

Esame vene
- Flebografia
(effettuato mediante somministrazione per via endovenosa di sostanze radiopache)

Esame vasi linfatici
- Linfangiografia
(mediante l’iniezione, attraverso dotti linfatici periferici, di un mezzo di contrasto radiopaco a base di iodio che consente di visualizzare su radiografia i collettori linfatici e i linfonodi satelliti).

Esame in neurologia
- Radiografia delle parti ossee
(cranio, colonna vertebrale, encefalo)
- Pneumografia
(studio dei movimenti respiratori mediante pneumografo)
- Ventricolografia
(visualizzare le cavità dei ventricoli cerebrali, mediante l’iniezione diretta di un mezzo di contrasto, gassoso o iodato, dopo trapanazione cranica).
- Angiografia cerebrale
(radiografia dei vasi sanguigni e linfatici dopo iniezione di un mezzo di contrasto radiopaco).
- Mielografia
(esame radiologico del midollo spinale, effettuato mediante introduzione di un mezzo di contrasto nello spazio epidurale).

Esame in endocrinologia
- Mediante radioisotopi
(per indagini radiologiche di ipofisi, tiroide e timo).
- Radiografia dell’addome
(per individuare calcificazioni delle ghiandole surrenali).

Esame dell'apparato genitale femminile
- Isterosalpingografia.
(cavità uterina e lume delle tube ovariche)

Esame dell'apparato osseo e articolare
- Facilmente esaminati radiologicamente.
- Introduzione intrarticolare di mezzi opachi o di aria (per il sistema articolare).



IMMAGINE COMPUTERIZZATA

Tomografia assiale computerizzata (TAC)
- TAC cerebrale (per il cervello)
- TAC total body (per l’organismo nel suo complesso).

Tomografia a risonanza magnetica nucleare (RMN)
Tecnica diagnostica che frutta gli effetti di un campo magnetico di elevata intensità. Le forze generate dal campo inducono temporanee alterazioni della disposizione dei componenti atomici della materia sottoposta a tale campo. A seconda della natura dei diversi atomi cambia l’emissione di segnali elettromagnetici emessi e registrabili da apposite apparecchiature.
Consente risultati più precisi per le strutture più profonde.



ESAMI RX DELL’APPARATO SCHELETRICO
1) colonna cervicale in 2 proiezioni
2) colonna dorsale in 2 proiezioni
3) colonna lombo-sacrale in 2 proiezioni
4) sacro- coccige in 2 proiezioni
5) studio del cranio
6) arto superiore: studio per segmenti ossei in 2 proiezioni
7) arto inferiore: studio per segmenti ossei in 2 proiezioni
8) studio rx odontoiatrico: ortopanoramica teleradigrafia del cranio, rx endorali
9) mammografia



ESAMI RADIOGRADICI SENZA E CON MEZZO DI CONTRASTO
1) apparato digerente
2) apparato uro-genitale (reni-ureteri-vescica-uretra-utero)
3) apparato respiratorio
4) apparato circolatorio (arterioso e venoso )
5) fegato e vie biliari
6) sistema linfatico

 

Mammografia

La mammografia è una tecnica di immagine radiologica particolare che permette di effettuare una immagine della mammella con un apparecchio radiografico denominato mammografo.


La mammografia è una tecnica che deve consentire di radiografare tessuti molli, infatti in una radiografia convenzionale la differenza di densità e numero atomico tra le diverse strutture anatomiche (osso, muscolo, tessuto adiposo, tessuto polmonare, ecc.) determinano un forte contrasto nel soggetto da radiografare.

In mammografia i tessuti interessati (molli) hanno densità e numero atomico molto vicini tra di loro (strutture muscolari e adipose), di conseguenza con piccole differenze di contrasto dell’oggetto da radiografare cioè la mammella.

La mammografia comporta il posizionamento delle mammelle (una per volta) su un sostegno del mammografo e la loro compressessione mediante un piatto in materiale plastico (la compressione del seno è fondamentale per una buona esecuzione dell'esame).
L'esposizione alle radiazioni dura pochissimi secondi.


Questa tecnica diagnostica radiologica consente di rilevare precocemente eventuali lesioni mammarie. Lo studio accurato delle mammelle permette di individuare anche anomalie di piccole dimensioni, come le microcalcificazioni.

Radiologia Interventistica

La Radiologia Interventistica è una moderna branca della medicina che comprende tutte le procedure invasive o mini-invasive diagnostiche o terapeutiche effettuate mediante la guida e il controllo delle metodiche radiologiche.

La radiologia interventistica si è affiancata alle tecniche di chirurgia tradizionale e in alcuni casi le sostituisce per i numerosi vantaggi che la caratterizzano.
Questi interventi vengono effettuati all'interno del corpo umano con la guida della Radioscopia, dell'Ecografia, della Tomografia Computerizzata e a volte anche associate tra loro.

Vantaggi degli interventi di radiologia interventistica
- eseguiti in anestesia locale.
- tempi di ricovero brevi.
- tecniche mini invasive meno rischiose delle tecniche chirurgiche perchè eseguite per via percutanea, cioè senza bisogno di "scopertura" chirurgica dei distretti corporei su cui si opera.

Svantaggi della radiologia interventistica
- necessità dell’uso di metodiche a raggi X per la guida ed il controllo delle procedure, con l’esposizione di paziente e operatore
- necessità per alcune procedure di somministrare dei mezzi di contrasto iodato “non ionico” per via endovenosa o endoarteriosa.



ALCUNI TRATTAMENTI IN RADIOTERAPIA INTERVENTISTICA
(Procedure eseguite sotto controllo radioscopico e/o ecografico)

- Colangiografia percutanea
Esame radiologico per visualizzare le vie biliari e verificarne eventuali patologie dirette od indirette tramite puntura con catetere della gabbia toracica fino a pervenire nell’albero biliare dall’esterno (colangiogafia percutanea transepatica o PTC).

- Drenaggio biliare e endoprotesi biliare
Intervento per steno-ostruzioni dei vasi biliari che comporta: puntura diretta, attraverso la parete addominale, dei vasi biliari, con visualizzazione degli stessi mediante iniezione di mezzo di contrasto iodato “non ionico”. Eventualmente, successivo posizionamento nella stessa via, di dispositivo atto a drenare la bile.

- Nefrostomia percutanea e nefrostomia con doppio j
Intervento per ostruzioni basse delle vie urinarie non trattabili endoscopicamente che comporta: puntura percutanea di un calice renale con successivo posizionamento di un catetere atto a drenare esternamente l’urina. (mezzo di contrasto iodato “non ionico”)

- Trattamento endovascolare del varicocele
Comporta: introduzione percutanea, da una vena del braccio o dell’inguine, di un catetere nella vena spermatica, con rilascio nella stessa di un farmaco sclerosante o di un prodotto embolizzante, atto a determinare chiusura definitiva del vaso.

- Embolizzazione o Sclerotizzazione di Neoplasie, Angiomi ed Emorragie.
Comporta: introduzione percutanea di un catetere in una arteria per il rilascio di materiale embolizzante (o iniezione di un farmaco sclerosante nei vasi afferenti) allo scopo di escludere temporaneamente o definitivamente dal circolo ematico l’organo bersaglio. Nella chemioembolizzazione iniezione endovascolare selettiva di farmaci chemioterapici.

- Arteriografia.
Indicata per studio del sistema vascolare, preparatorio ad interventi chirirgici e/o endovascolari, per stenosi ed ostruzioni arteriose, aneurismi, fistole e malformazioni artero-venose (MAV),sanguinamenti di organi interni, neoformazioni.

- Impianto/espianto Filtri Cavali.
Per trombosi venose periferiche con rischio di embolia polmonare. Comporta: introduzione percutanea di un catetere in una vena giugulare o brachiale o femorale; impianto nella vena cava inferiore di un filtro metallico, atto ad ostacolare il transito di trombi verso il circolo polmonare.

- Angioplastica (PTA)
Intervento che dilata, rendendo pervi, vasi sanguigni stenosati o occlusi, inserendo dei piccoli palloncino espandibili impiegati nel trattamento delle patologie vascolari periferiche, renali e del distretto carotideo, ecc.

- TIPS (transjugular intrahepatic portosystemic shunt)
Una procedura salvavita nel paziente affetto da ipertensione portale (cirrosi epatica) che diminuisce la pressione portale evitando sanguinamenti da varici esofagee (pazienti in lista d'attesa di trapianto di fegato).

- Catetere venoso centrale (CVC)
Introduzione di un tubo-catetere percutaneo in un vaso venoso centrale (v. cava, v. giugulare, etc) permettendo la somministrazione di farmaci o la nutrizione parenterale.

- Agobiopsia
Esami istologici delle neoplasie di mammella, polmone, e altre. Valida alternative alla biopsia chirurgica.


TAC

La T.A.C. (Tomografia Assiale Computerizzata) ha rappresentato una rivoluzione nel campo della diagnostica per immagini, è un procedimento radiografico digitalizzato che permette di rappresentare sezioni assiali o parassiali di spessore finito del corpo umano tramite immagini, caratterizzate da una elevatissima risoluzione contrastografica.

Il macchinario è dotato un computer che è in grado di ricostruire e di visualizzare su un monitor l'immagine virtuale degli organi interni (per i modelli più elaborati: modelli tridimensionali degli organi interni).
I dati raccolti dall'elaboratore elettronico provengono da sensori che intercettano i sottili fasci di raggi X che attraversano il paziente. (I raggi vengono emessi da un tubo radiogeno che ruota attorno al paziente immobilizzato su un piano per tutta la durata dell'esame).

La TAC può essere eseguita con l'introduzione (mediante iniezione endovenosa) di un mezzo di contrasto che consente una visualizzazione migliore di tessuti molto vascolarizzati.

Con questa metodica si puo’ studiare:

- Cranio
La TAC neurologica è indicata nelle situazioni d'emergenza e nei casi di sospetti traumi cranici, emorragie e lesioni neurologiche in cui non è possibile o sconsigliabile eseguire una Risonanza Magnetica.

- Torace
La TAC toracica è indicata nelle diagnosi di lesioni toraciche per analizzare meglio situazioni già rilevate dalla radiografia del torace.

- Addome
La TAC addominale è indicata per lesioni al fegato, alla milza, al pancreas e ai reni. Si esegue per approfondire situazioni già evidenziate dall'ecografia addominale. Non può essere eseguita in gravidanza.

- Apparato schelettrico
La TAC ossea è indicata per la diagnosi di lesioni, infiammazioni o condizioni degenerative osteoarticolari, patologie discali e tumori ossei.


Risonanza Magnetica Nucleare
La Risonanza Magnetica Nucleare (RM o RMN) è una metodica che ha fatto la sua comparsa nel campo della diagnostica medica nel 1980 e negli ultimi anni ha conosciuto importanti sviluppi tecnologici che hanno aperto la strada ad applicazioni prima impensabili, sia in ambito clinico che di ricerca.

La RM sfrutta le proprietà magnetiche di alcuni atomi che costituiscono i nostri tessuti, in particolare degli atomi di idrogeno, per ottenere immagini altamente informative.

La RM è costituita essenzialmente da un grosso magnete e da bobine che emettono e ricevono onde elettromagnetiche.
Sia il magnete che le bobine sono racchiuse nell’involucro di un grosso cilindro cavo, al cui interno scorre il lettino dove viene posizionato il paziente.


Sia il campo magnetico generato dal magnete che le onde elettromagnetiche emesse dalle bobine non provocano assolutamente nessun disturbo al paziente; l’unico inconveniente è rappresentato da un fastidioso rumore durante l’esecuzione dell’esame e le interferenze che il campo magnetico ha con le protesi metalliche e con l’apparecchiatura del pace-maker.

Il vantaggio principale della RM rispetto ad altre metodiche di immagine risiede nell’alta risoluzione di contrasto e nella possibilità di caratterizzare, entro certi limiti, la composizione tissutale.
E' particolarmente utile per lo studio dei tessuti molli (muscoli, vasi sanguigni, fegato, legamenti, sistema nervoso, cuore e tutti gli organi interni), ricchi di acqua e quindi di atomi di idrogeno, e meno per l'esame delle strutture anatomiche dure, carenti di acqua.


Accanto alle tecniche di RM “convenzionale” esistono tecniche RM “avanzate” che, impiegate in casi selezionati, forniscono informazioni aggiuntive in risposta a specifici quesiti.
Esempi:

- RM-spettroscopica
Consente di caratterizzare specifici metabolici tissutali e di valutare la loro concentrazione; le applicazioni principali riguardano l’ambito cerebrale e prostatico.

- RM di perfusione
Permette lo studio della vascolarizzazione di specifiche lesioni contribuendo alla loro caratterizzazione (natura e grading).

- RM funzionale
Tecnica di recente introduzione in ambito neuroradiologico, impiegata quasi esclusivamente a scopo di ricerca e il cui ruolo clinico è attualmente limitato al planning pre-chirurgico di lesioni cerebrali in sedi critiche.



MEZZI DI CONTRASTO IN RISONANZA MAGNETICA

quando la risonanza magnetica (rm) apparve come tecnica diagnostica, era diffusa l’idea che tale modalità avrebbe reso superfluo l’uso dei mezzi di contrasto (mdc), essendo capace di generare un buon contrasto tra i vari tessuti.
La pratica clinica ha smentito questa idea.
Basti pensare che nel 1993 negli stati uniti il 30% degli esami sono stati eseguiti con (mdc) con una percentuale in crescita a tutt’oggi.

L'uso dei mezzi di contrasto per via endovenosa è a discrezione del radiologo e in relazione al tipo di patologia da studiare.
A differenza di altre indagini diagnostiche (come l'angiografia o la TAC) la quantità di mezzo di contrasto necessaria per la diagnosi è relativamente modesta perciò l'uso del mezzo di contrasto non comporta effetti collaterali, a parte rari casi di reazione allergica.

In RM si utilizzano mezzi di contrasto diversi da quelli usati in TC e in radiologia tradizionale, non contengono iodio ma atomi di un elemento raro, il gadolinio. Questa sostanza è, in genere, ben tollerata ma in alcuni casi può procurare effetti collaterali di tipo allergico.
L'incidenza e la gravità di questi fenomeni è molto più bassa di quella riscontrata coi mezzi di contrasto a base di iodio.

I mezzi di contrasto (MdC) per Risonanza Magnetica includono oggi una varietà di molecole che possono essere ricondotti a due categorie principali:
- MdC paramagnetici
- MdC superparamagnetici
Si tratta in entrambi i casi di ioni metallici legati a strutture chimiche organiche che prendono il nome di chelanti che hanno l’obiettivo di ridurre la tossicità intrinseca.
Tali mezzi di contrasto vengono iniettati per via endovenosa e determinano un mutamento del campo magnetico locale a livello dei tessuti normali e patologici nei quali si distribuiscono.


Ecografia

Tecnica diagnostica basata sull’impiego di ultrasuoni.
Una sonda appoggiata sulla pelle invia un fascio di ultrasuoni verso le strutture corporee da esaminare.
In relazione alla densità dei tessuti attraversati, gli ultrasuoni vengono riflessi, raccolti dalla stessa sonda emettitrice ed elaborati dall’apparecchio in un’immagine su monitor.


Un ecografo è fodamentalmente costituito da quattro parti:

1- un cristallo trasduttote, o sonda.
è la componente periferica del sistema, a contatto con il paziente; genera impulsi ultrasonici li trasmette nelle regione dell’esame riceve gli echi di ritorno.

2- un sistema elettronico che riceve il segnale eco prodotto dalla sonda, amplificandolo ed elaborandolo.

3- lo scan converter.
Un sistema in grado di digitalizzare e memorizzare i dati ottenuti per rappresentare l’immagine.

4- un sistema di visualizzazione che rappresenta (in genere su monitor televisivo) e consente di registrare (su pellicola radiografica, carta termica, pallicola istantanea o vtr) le immagini prodotte.


A seconda della diversa analisi spaziale e temporale offerta dall’apparecchio, si distinguono l’ecografìa “A Mode”, di prevalente impiego in cardiologia, e l’ecografìa bidimensionale o “B Mode”, di più ampia utilizzazione, per esempio, nell’esame degli organi addominali.

L'ecografia addominale esplora il fegato, le vie biliari, i reni, il pancreas e la milza. L'ecografia pelvica l'utero, l'ovaio, le tube uterine e il feto in gravidanza.
L'ecografia cardiaca è indicata nello studio della struttura del cuore e nella rilevazione di eventuali alterazioni strutturali causate da malattie (stenosi, insufficienza valvolare, versamenti nel sacco pericardiaco) o di alterazioni del ritmo cardiaco.

L'ecografia della mammella viene comunemente impiegata nella diagnosi del carcinoma mammario, soprattutto nelle donne giovani.

L'ecografia viene impiegata anche per l'esplorazione della prostata, dei testicoli, della tiroide e del flusso sanguigno (eco-doppler e color-doppler).


Mezzi di Contrasto

Sostanze a radiopacità diversa da quella dei tessuti, che opportunamente somministrate consentono di rendere accessibili alla indagine radiologica cavità reali o virtuali del corpo che altrimenti non potrebbero essere differenziate dalle strutture circostanti.

Per rendere dimostrabili con i raggi x seppure indirettamente, organi o strutture che non sarebbero riconoscibili perchè di densità analoga ai tessuti circostanti, si ricorre ai mezzi di contrasto.
Si tratta di sostanze o composti di peso specifico assai diverso da quello dei tessuti organici. possiamo classificarli in:
- mezzi di contrasto radiotrasparenti (aria e gassosi)
- mezzi di contrasto radiopachi (bario e iodio)

Le caratteristiche generali richieste da un buon m.d.c. radio-opaco sono:

1- elevata radio-opacità
elemento ad alto numero atomico, assorbe elevata quantita’ di raggi x

2- buona tollerabilità
non dovrebbe avere alcuna tossicità o comunque il grado di tollerabilita’ deve essere tale da giustificarne l’impiego senza specifici rischi per il paziente.

3- assenza di attività farmacologica
la funzionalità di organi e apparati non deve essere modificata con m.d.c.

4- rapidità e totale eliminazione
Totalmente e rapidamente eliminabile dall’organismo.



CLASSIFICAZIONE DEI MEZZI DI CONTRASTO


Baritati: Solfato di bario (BaSO4)

Clisma opaco studio per via retrograda del:
-retto
-sigma
-colon discendente, trasverso, ascendente

Per via orale in soluzione:
-cremosa per lo studio dell’esofago
-semi liquida per lo studio di tutto l’apparato digerente.



Iodati

Sono utilizzati in base all’esame in cui sono destinati ( es: urografici per l’apparato urinario, colecistografici per la colecisti, gastrografici per per lo stomaco).
La somministrazione è per via orale o endovenosa a secondo dell’esame da effettuare.
Possono essere:

1-Liposolubili (oli iodati) - solubili in olio
Mezzi di contrasto nei quali lo iodio e’ legato ad acidi grassi insaturi di oli vegetali; fra di essi i piu’ usati sono: l’olio di papavero, di sesamo, di arachidi.
Sono sostanze insolubili in acqua e nei liquidi organici e pertanto non possono essere impiegati endovena ed endoarteria e le loro indicazioni si limitano alle indagini broncografiche, linfografiche,mielografiche ed isterosalpingografiche.

2-Idrosolubili - solubili in h2o
Rappresentano la stragrande maggioranza di tutte le preparazioni contrastografiche contenenti iodio il loro impiego abbraccia la più vasta gamma di possibilità diagnostiche: dallo studio morfologico e funzionale delle vie biliari ed urinarie, all’opacizzazione dei vasi arteriosi e venosi e delle cavità cardiache, alla mielografia, e nella tomografia assiale compiuterizzata (t.a.c.) utilizzato per via endovenosa o arteriosa.

Es:
Gastrografin
Mezzo di contrasto liquido utilizzato per via orale nello studio dell’apparato digerente nel post-intervento. Viene utilizzato diluito 20 cc in un litro di acqua in tutte le t.a.c. dell’addome superiore e inferiore.


Modalità di somministrazione
AGHI CANULA UTILIZZATI

-TAC
Cannula: verde 18 gauges
Quantità mezzo di contrasto: 120 cc infusione
Tempo:3 ml al secondo

Cannula rosa: 20 gauges
Quantità mezzo di contrasto:.: 120 cc infusione
Tempo: 2-2,5 ml al sec.

-RM
Canula: azzurro 22 gauges
Quantità mezzo di contrasto: 15 cc infusione
Tempo: 1-2 ml al sec.


INFUSIONE ELETTRONICA
Iniettore elettronico per infusioni di mezzo di contrasto utilizzato in:
-tomografia-assiale-compiuterizzata
-risonanza magnetica
-radiologia interventistica


Effetti collaterali
-sensazione di calore
-nausea, orticaria, vomito
-difficolta’ nel respirare
-palpitazioni
-tremori

Fonte: http://u.jimdo.com/www400/o/s5d0ef10cc4a06ea2/download/me6fec73ff30a0ef0/1281630505/Radiologia.doc

Sito web da visitare: http://infermieriuniti2.jimdo.com/materie/radiologia/

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