Insonnie cause sintomi rimedi

 


 

Insonnie cause sintomi rimedi

 

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Insonnie cause sintomi rimedi

 

  • E’ importante dormire bene?

 

   Tutti noi trascorriamo nel sonno circa un terzo della nostra vita. Nel sonno avvengono modificazioni delle funzioni fisiologiche vitali (respiro, pressione arteriosa, attività cardiaca, secrezioni ormonali) che sono essenziali per il corretto funzionamento del nostro organismo durante la veglia. Le alterazioni di tali delicati meccanismi si traducono inevitabilmente, prima o poi, in patologie importanti.

   Non tutti però hanno bisogno dello stesso tempo di sonno. Ci sono esempi storici di brevi dormitori, ai quali bastava dormire due-tre ore per notte, come Napoleone, Edison e Chou-en Lai, ma anchi lunghi dormitori, che avevano necessità di almeno nove ore di sonno, e non per questo meno intelligenti: sembra che un certo Albert Einstein appartenesse a quest’ultima categoria.

   Anche il ritmo sonno-veglia non è uguale per tutti. Alcuni amano far tardi la notte: sono i cosiddetti “gufi”, che costretti ad alzarsi presto al mattino per andare al lavoro, vivono in un perenne stato di debito di sonno e sono meno efficienti nella prima parte della giornata. Altri, le cosiddette “allodole”, non riescono a tenere gli occhi aperti dopo una certa ora; tendono ad andare a letto presto e ad alzarsi presto al mattino. Quando tali tendenze costituzionali si scontrano con le necessità lavorative o sociali, possono essere indicati trattamenti non farmacologici, come la “cronoterapia” (anticipazione o posticipazione controllata dell’inizio del sonno) o la “fototerapia” (esposizione alla luce nelle ore serali per posticipare il sonno).

 

  • Quali sono le conseguenze di un cattivo sonno?

  

   . Un sonno di cattiva qualità determina in ogni caso ripercussioni negative durante lo stato di veglia. Da disturbi minori, come senso di sonnolenza e stanchezza diurna, si può arrivare a sviluppare vere e proprie patologie, tra cui l’ipertensione arteriosa ed una maggior tendenza alle malattie cardio-vascolari, come l’infarto cardiaco e l’ictus cerebrale. Chi dorme male va inoltre incontro a disturbi della memoria e ad uno scadimento delle proprie relazioni sociali.

   Un importante capitolo è quello dei rapporti tra disturbi del sonno ed incidentalità. Una consistente percentuale di incidenti della strada, incidenti sul lavoro ed infortuni domestici è sicuramente correlata ad uno stato di sonnolenza o di ridotta attenzione, derivante da un disturbo del sonno. Negli Stati Uniti il 13% degli incidenti stradali mortali è causato da sonnolenza. In questo contesto va considerato anche il lavoro turnista, responsabile di una alterazione del normale ritmo sonno-veglia. In alcune casistiche l’80% dei turnisti lamentano di non godere di un sonno sufficiente.

 

  • Quali sono i principali disturbi del sonno e come si possono curare?

 

   Un primo importante capitolo è quello delle insonnie. Sottolineo LE INSONNIE, poiché di fronte ad un paziente che riferisce di dormire poco e male è importante una diagnosi corretta della causa dell’insonnia. Dobbiamo distinguere un’insonnia occasionale, transitoria (legata ad eventi stressanti in ambito familiare, sul lavoro o nella scuola) da una insonnia persistente, che dura da più di tre settimane. Non dobbiamo dimenticare a questo proposito che una delle principali cause di insonnia cronica è l’assunzione di farmaci - come i cortisonici, i broncodilatatori usati nella cura dell’asma e della bronchite cronica - o di sostanze voluttuarie, come l’alcool, il caffè, la nicotina. L’insonnia può essere l’unico sintomo (insonnia primaria) o essere secondaria a svariate patologie, specialmente a stati depressivi o d’ansia, a malattie che provocano dolore, come l’artrosi o le varie forme di artrite, a malattie che provocano difficoltà respiratoria; può essere un sintomo di accompagnamento in  numerose malattie neurologiche, come il morbo di Parkinson, le demenze e molte altre patologie degenerative del sistema nervoso. Chi deve assistere un familiare con demenza sa bene quale sconvolgimento determini l’alterazione dei ritmi del sonno e della veglia di questi pazienti.

      E’ chiaro che l’atteggiamento terapeutico dev’essere completamente diverso nei diversi tipi di insonnia.

   In uno studio condotto dalla Clinica Neurologica dell’Università di Bologna oltre il 13% delle persone intervistate ha riferito di dormire abitualmente male. La percentuale sale al 20% nella fascia di età dai 20 ai 45 anni e si impenna bruscamente al 40% nel sesso femminile dopo i 45 anni; è evidente la correlazione tra insonnia e menopausa. Con l’aumentare dell’età l’insonnia aumenta anche nei maschi ed interessa il 30% degli individui dopo i 60 anni. Tra tutte le patologie, l’insonnia si colloca come frequenza al terzo posto, dopo la cefalea ed i disturbi gastro-intestinali.

   Ci sono poi, tra le cause di insonnia, alcune malattie che vengono spesso misconosciute. Una di queste è la “Sindrome delle gambe senza riposo”, che consiste nella impossibilità di prendere sonno dovuta ad una irrequietezza delle gambe al momento dell’addormentamento. Questa sensazione sgradevole costringe spesso il paziente ad alzarsi dal letto più volte per fare qualche passo nella stanza. Tale sindrome interessa dal 5 al 10% della popolazione ed è molto invalidante; viene diagnosticata solo raramente e questo è un peccato, in quanto esistono farmaci efficaci per controllare questo disturbo.

 

  • Oltre alle insonnie, quali sono gli altri disturbi del sonno?

 

   Un capitolo importante è quello dei disturbi respiratori nel sonno, ed in particolare la cosiddetta malattia dei grandi russatori, la Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno (OSAS)*. E’ una malattia che causa un completo sovvertimento della normale organizzazione del sonno e quindi si traduce in una eccessiva sonnolenza nelle ore diurne, pericolosa specie per la guida di autoveicoli; col trascorrere degli anni questa malattia provoca ipertensione arteriosa, scompenso cardiaco, aumentato rischio di infarto cardiaco ed ictus.   Di fronte ad un paziente che lamenta eccessiva sonnolenza diurna è importante diagnosticare se si tratta di sindrome delle apnee notturne o di patologie più rare, come la “narcolessia”, una malattia genetica caratterizzata da improvvisi attacchi di sonno, che spesso viene diagnosticata solo dopo decenni dalla comparsa dei primi sintomi.

   Ma la causa principale di eccessiva sonnolenza diurna è la cosiddetta “privazione di sonno autoimposta”. E’ stato provato che gran parte della popolazione del mondo occidentale ha una durata di sonno insufficiente, imposta dagli stili di vita propri della nostra società. Questo problema riguarda in special modo i giovani che, accumulando un debito di sonno durante la settimana, anziché recuperare nel fine settimana tendono a fare “le ore piccole”, prolungando la veglia fino a tarda ora in ritrovi e discoteche. Purtroppo tutti conosciamo le conseguenze, anche tragiche, di questa privazione di sonno.

 

* Dello studio dei disturbi respiratori nel sonno si occupa l’U.O. di Pneumologia del nostro Ospedale.

 

 

  • Quali sono allora gli scopi di un ambulatorio del sonno?

 

   L’ambulatorio del sonno deve innanzitutto promuovere un’opera di sensibilizzazione sull’importanza di una corretta diagnosi e terapia dei disturbi del sonno; si propone di dare un aiuto concreto in tal senso sia ai pazienti che ai Medici di medicina generale.

   In Italia, e nel mondo occidentale in generale, si fa un uso spesso eccessivo ed improprio di farmaci ipnotici, che talvolta vengono consigliati dall’amico o dal vicino di casa piuttosto che dal medico. Alcuni farmaci, assunti per lungo tempo, possono dare dipendenza e quindi aggravare il problema del’insonnia anziché risolverlo. E’ importante quindi che i cittadini capiscano che una alterazione del sonno dev’essere curata come ogni altra malattia, cioè solo dopo che il medico ha inquadrato correttamente il disturbo ed ha formulato una diagnosi precisa.

   L’ambulatorio del sonno dovrà inoltre costituire un punto di osservazione privilegiato per valutare la prevalenza e la tipologia dei disturbi del sonno nella nostra popolazione. E’ in programma tra l’altro una valutazione dell’impatto del lavoro turnista sulla salute degli addetti.

    All’ambulatorio potranno rivolgersi anche quanti osservano nei famigliari comportamenti anomali nel sonno. Alcuni di questi possono essere importanti, come le apnee nel sonno, le crisi epilettiche, i risvegli improvvisi con sensazione di soffocamento; altri sono disturbi benigni e richiedono solo di tranquillizzare i pazienti o i genitori, trattandosi spesso di bambini o adolescenti; si tratta delle cosiddette “parasonnie”, come il sonnambulismo, gli incubi ed il terrore notturno, i movimenti periodici degli arti nel sonno, l’enuresi notturna.

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   Per concludere, vogliamo qui fornire alcuni suggerimenti utili ad una corretta “igiene del sonno” elaborati dalla Clinica Neurologica dell’Università di Bologna, che possono servire a correggere alcune abitudini errate:

“IGIENE DEL SONNO”

 

  • Vai a letto, ma soprattutto alzati sempre alla stessa ora, sia che tu abbia avuto una notte            riposante o insonne.
  • Se non riesci a prendere sonno, vai in un’altra stanza a fare qualcosa di distensivo  (leggere o ascoltare musica).
  • Non usare la stanza da letto per mangiare, guardare la TV, ma solo per dormire.
  • Non concederti sonnellini pomeridiani nell’intento di recuperare il sonno perso di notte.
  • Evita esercizi fisici faticosi e attività mentale impegnativa prima di andare a letto.
  • Non dormire davanti alla TV prima di andare a letto.
  • Non prolungare le ore di sonno durante il fine-settimana.
  • Evita il caldo eccessivo nella stanza da letto
  • Non andare a letto con lo stomaco completamente vuoto o al contrario troppo pieno.
  • Evita caffè, the, cioccolata in tazza, fumo e bevande contenenti caffeina prima di coricarti.
  • Controlla se stai assumendo farmaci che possono provocare insonnia.
  • L’alcool è un falso ipnotico; nel tempo provoca insonnia

  

 

CLASSIFICAZIONE DELLE INSONNIE *

 

 TIPO DI INSONNIA                                                         C A U S E

INSONNIA OCCASIONALE

  • Dolore occasionale, fisico (come mal di denti, colica addominale) o psichico (l’attesa di un esame o di un evento importante)

 

INSONNIA TRANSITORIA     

(dura da meno di 3 settimane)

 

 

  • Stress da malattia
  • Problemi sul lavoro o in famiglia
  • Sospensione di farmaci

INSONNIE PERSISTENTI

  • INSONNIE PRIMITIVE:
  • distorta percezione dello stato di sonno
  • insonnia idiopatica
  • insonnia psicofisiologica
  • INSONNIE SECONDARIE
  • a malattie psichiche (soprattutto depressione)
  • a malattie somatiche (asma, broncopneumopatie croniche, malattie della tiroide, ulcera e reflusso gastro-esofageo, scompenso cardiaco, emicrania, demenza, morbo di Parkinson, ecc.)
  • all’assunzione di farmaci (specie broncodilatatori, beta-bloccanti, alcuni antidepressivi, antiinfiammatori, L-dopa), alcool e nicotina (fumo di sigaretta)
  • Sindrome delle gambe senza riposo

 

* semplificato da “G. Coccagna: Il sonno e i suoi disturbi”.

 

PRINCIPALI CAUSE DI IPERSONNIA

(O ECCESSIVA SONNOLENZA DIURNA)

 

  • Privazione cronica di sonno (lavoro turnista, abitudini di vita)
  • Assunzione di farmaci (ipnotici, antiistaminici, beta-bloccanti)
  • Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno
  • Narcolessia
  • Malattie neurologiche più rare (ipersonnia idiopatica, sindrome di Kleine-Levin, Tripanosomiasi o malattia del sonno)

 

 

AUTOVALUTAZIONE DELLA SONNOLENZA DIURNA

(Versione italiana della Scala di Epworth)

 

Situazioni:                                                                                                                       Punteggio:

 

  • Seduto mentre leggo                                                                                    0 1 2 3                                                                             
  • Guardando la TV                                                                                         0 1 2 3
  • Seduto, inattivo, in un luogo pubblico (a teatro, ad una conferenza)           0 1 2 3
  • Passeggero in automobile per almeno un’ora                                               0 1 2 3
  • Sdraiato per riposare il pomeriggio, quando ne ho l’occasione                    0 1 2 3
  • Seduto mentre parlo con qualcuno                                                                0 1 2 3
  • Seduto tranquillamente dopo pranzo, senza aver bevuto alcolici                  0 1 2 3
  • In automobile, fermo per pochi minuti nel traffico                                       0 1 2 3

     

0 = non mi addormento mai

1 = ho qualche probabilità di addormentarmi

2 = ho una discreta probabilità di addormentarmi

3 = ho un’alta probabilità di addormentarmi

SOMMA DEI PUNTEGGI: Normale fino a 10; sicuramente patologico oltre 15.

 

 

LE PRINCIPALI PARASONNIE

(PARTICOLARI DISTURBI CHE SI MANIFESTANO NEL SONNO)

 

  • Sonnambulismo
  • Terrore notturno
  • Somniloquio (parlare nel sonno)
  • Crampi notturni alle gambe
  • Sogni terrifici
  • Bruxismo (digrignare i denti)
  • Enuresi notturna
  • Russamento
  • Movimenti periodici delle gambe nel sonno

 

 

 

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:

 

  • G. Coccagna: IL SONNO E I SUOI DISTURBI – Piccin, Padova 2000
  • S. Chokroverty: I DISTURBI DEL SONNO – Time Science, Milano 2000
  • Rechtschaffen A., Kales A.: A manual of standardized terminology, techniques and scoring system for sleep stages of human subjets - Los Angeles, BIS/BRI, UCLA 1968
  • Association of Sleep Disorders Centers: Diagnostic classification of sleep and arousal disorders - Sleep, 2: 1-137, 1979.
  • Lugaresi et al.: Good and poor sleepers: an epidemiological survey of the S. Marino population – Raven Press, N.Y. 1983.

 

 

 

 

Fonte: estratto da http://www.verona1.neurodoc.it/DocumentiNeurologie/823905464/articolo%20ambulatorio%20sonno.doc

Sito web : http://www.verona1.neurodoc.it/documenti

Autore del testo: Dr. A.Bonfante – Dr. M.Silvestri

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IL SONNO

 

Per analizzare nel miglior modo il sonno del bambino bisogna notare come l’avvento del EEG ( Elettro Encefalogramma) abbia facilitato lo studio delle varie fasi del sonno e ci abbia permesso di raffrontarlo con quello dell’adulto.

La registrazione prolungata dell’EEG notturno ha evidenziato sia la somiglianza morfologica dei diversi stadi del sonno riscontrati nell’adulto o nel bambino, sia le differenze sulla suddivisione di questi stadi.

 

Divisione delle fasi del sonno:

 

  • La fase del sonno paradosso (SP): anche detta fase REM ovvero dei movimenti oculari rapidi,  onde elettriche molto rapide molto simili a quelle che ci sono nello stato di veglia. Corrisponde all’esperienza del sogno. Se i bambini vengono svegliati durante questa fase REM ricordano il sogno alla perfezione.
  • La fase del sonno calmo o lento: è privo di attività motoria, è diviso in altre quattro fasi che vanno dal sonno lento quello profondo. (durante il sonno lento l’ormone della crescita ha un picco secretorio).

 

Distinzione tra sonno dell’adulto e sonno del bambino:

 

  • Valore quantitativo: un lattante dorme 16-17 ore al giorno in frazioni di tre ore; a tre mesi dorme sempre 15 ore al giorno ma con ritmi diversi(nella notte fino a 7 ore consecutive). Il sonno di giorno sparisce verso i quattro anni. La quantità di sonno diminuisce in maniera progressiva fino all’età adulta.
  • Suddivisione delle fasi del sonno: alla nascita il sonno paradosso occupa il 50% del tempo dedicato al sonno. Questa percentuale diventa del 20% in età adulta. Il sonno lento si presenta nelle prime ore del sonno, mentre il REM predomina alla fine della notte.

 

Patologia dell’addormentamento:

 

  • Insonnia del primo anno: l’insonnia precoce riflette sempre un disagio relazionale tra il lattante e il suo ambiente. Nell’insonnia comune si verificano delle condizioni inopportune (rigidità eccessive degli orari dei pasti, eccesso da alimentazione, cattivo isolamento acustico), che possono però essere testimoni di difficoltà precoci d’adeguamento tra il bambino e sua madre. L’insonnia, in genere, cede quando migliorano le condizioni sfavorevoli. In situazioni più gravi possiamo parlare di insonnia precoce severa che può essere agitata ( il bambino non smette di urlare, di gridare, di agitarsi, calmandosi solo in brevi attimi di sfinimento per ricominciare ben presto con le sue urla. Talvolta questa insonnia si accompagna a movimenti ritmati, violenti dondolamenti e condotte autoaggressive), o calma (il bambino resta nel suo letto, con gli occhi spalancati, silenzioso sia di giorno che di notte. Sembra non chiedere nulla, non attendersi nulla).
  • Difficoltà di addormentamento del bambino: sono molto più banali e fanno quasi parte dello sviluppo normale di ogni bambino, soprattutto tra i 2 e i 6 anni. Il bambino accetta difficilmente la regressione implicita nell’addormentamento, instaura dei rituali (favola, oggetti transizionali) che permettono di affrontare l’area transizionale tra il risveglio ed il sonno. Alcune difficoltà nell’addormentarsi possono essere causate sia da condizioni esterne carenti (rumore, coabitazione nella camera con i genitori, eccessiva irregolarità nell’ora di andare a letto), sia per una pressione esterna inadeguata. Alle volte basta una semplice riorganizzazione degli spazi per migliorare la situazione.

 

Condotte patologiche durante il sonno:

 

  • Angosce notturne:  sono caratterizzate dal terrore notturno (una condotta allucinatoria notturna. All’improvviso il bambino urla nel suo letto, con gli occhi stravolti, col viso atterrito. Non riconosce chi gli sta attorno, neppure sua madre, sembra inaccessibile a qualsiasi ragionamento. Si nota di solito pallore e tachicardia. La crisi dura qualche minuto. Il bambino si riaddormenta subito non ricordando l’accaduto al suo risveglio. In psicopatologia questo disturbo è associato ad una fase edipica (3-4 anni), e compare nella prima fase del sonno. Oltre al terrore notturno, si può presentare anche il sogno d’angoscia molto frequente nei bambino (oltre il 30%), il bambino piange e chiede aiuto. Talvolta si sveglia altre volte racconterà il brutto sogno solo al mattino.
  • Sonnambulismo: il sonnambulismo è più frequente nei maschi , compare tra i 7 e i 12 anni in un bambino che spesso ha precedenti di sonnambulismo. Durante la prima metà della notte il bambino si alza e cammina. Dopo alcuni minuti si rimette a letto o vi si lascia rimettere. La mattina dopo non ricorda nulla. Il sonnambulismo ha spesso un’evoluzione favorevole e guarisce spontaneamente. In casi più gravi si parla di sonnambulismo terrore dove il bambino ha manifestazioni violente quando si cerca di fermarlo.
  • Enuresi notturna: , o minzione involontaria e ricorrente durante il sonno, colpisce i bambini sopra i 5 anni ed è presente nell'8-10 % dei casi, con netta predilezione per il sesso maschile.

 

Per una lettura meno tecnica vi consiglio questo libro

W. Sears "Genitori di giorno e di notte".( L'autore, scrive come pediatra e padre di otto figli. Spiega perchè i bambini hanno ritmi di sonno diversi da quelli degli adulti, e suggerisce modalità e soluzioni rispettose delle esigenze dei bambini e dei loro genitori.)-

 

 

 

 

Fonte: http://www.lemilio.it/dispense/IL%20SONNO.doc

Sito web : http://www.lemilio.it/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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DISTURBI DEL SONNO

 

Cap.2-3

PROCESSO DIAGNOSTICO:

  • Anamnesi del sonno: descrizione dei sintomi da parte del paziente con l’aiuto di domande specifiche sulla qualità del sonno e della veglia, attraverso colloqui, domande aperte e questionari. (descrizione di problemi clinici, farmaci assunti, storia familiare e sociale)
  • Esame obiettivo: valutazione medica (respiratoria, cardiovascolare ecc..)
  • Diario del sonno: documentazione da parte del paziente di un periodo di 2 settimane, (orari di inizio del sonno, orario di sveglia, risvegli notturni, sonnellini)procura utili e più oggettive informazioni al clinico, e dà più consapevolezza del proprio sonno al paziente.

 

POLISONNOGRAFIA:

 - monitoraggio di un episodio intero di sonno in laboratorio

 - tecniche neurofisiologiche di indagine per i disturbi

 - è indicato per: eccessiva sonnolenza diurna, risvegli notturni, comportamenti inusuali del sonno.

- vengono misurati i parametri del sonno, cardiaci e respiratori.

- registrazione di EEG, EOG, EMG.

- monitorizzazioni aggiuntive del flusso aereo e dello sforzo respiratorio, ECG, monitoraggio del diossido di carbonio, monitoraggio penieno e dei muscoli tibiali delle gambe.

-tutto è video registrato per osservare i movimenti specifici e le posizioni.

Limiti: -effetto “prima notte”, dormire in un ambiente estraneo comporta già di per se modificazioni ipniche

-variabilità inter-notte, i disturbi non sono sempre uguali in tutte le notti, quindi può essere monitorata una notte priva di disturbi.

 

MSLT – Test della latenza multipla del sonno

- per valutare l’eccessiva sonnolenza diurna

-determina la tendenza del paziente ad addormentarsi

-viene data la possibilità di dormire ogni 2 ore per 20 minuti. Si calcola il tempo di latenza di     addormentamento in quei 20 minuti e il tipo di sonno raggiunto.

-se la latenza è <5 min e patologica, 5>10 è borderline, >10 min è normale.

-deve essere segnalato il numero di sonnellini in cui viene raggiunto il sonno REM poiché più di un REM è patologico.

 

MWT – Test del mantenimento della veglia

-uguale al MSLT sono che viene chiesto ai pazienti di rimanere svegli in condizioni favorevoli al sonno.

-latenza>15 min è normale.

-più utile per valutare l’efficacia dei trattamenti che per una diagnosi

-deve essere preceduta da compilazione del diario del sonno e da polisonnofrafia della notte precedente

Limiti: -non può essere utilizzato come unico test per la diagnosi

            -non presenta condizioni rappresentative di un sonno normale.

 

 

Cap. 4

RLS – SINDROME DELLE GAMBE SENZA RIPOSO

Sintomi : fastidio alle gambe, necessità di muoverle, peggiora durante il riposo fisico quindi maggiormente alla sera prima di dormire, il fastidio passa quando ci si muove.

Effetto dannoso sul sonno: difficoltà di addormentarsi, risvegli infraipnici di lunga durata.

Rls primario:

Causa: dato da un deficit del sistema dopaminergico

Terapia: agenti dopaminergici, oppioidi, benzodiazepine, anticonvulsivanti

*gli agenti dopaminergici creano un effetto collaterale chiamato Augmentation che provoca il peggioramento dei sintomi durante il giorno.

Rls secondario:

Causa: dato da anemia, carenza di ferro, insufficienza renale e gravidanza

Terapia: supplementi di ferro

 

PLMD – MOVIMENTI PERIODICI DEGLI ARTI

Sintomi: periodici episodi di movimenti degli arti, stereotipati e ripetitivi, durante la notte

Causa: non ha una diagnosi specifica ma è presente in molti disturbi, ha una diagnosi clinica solo per esclusioni di altri disturbi. Molto spesso correlato a RLS e apnee.

Terapia: agenti dopaminergigi( se si presenta con RLS), gabapentin e clonazepam.

 

 

 

Cap.5

DISTURBI RESPIRATORI

APNEE: episodi di arresto completo del flusso aereo per più di 10 secondi

IPOPNEE: episodi di riduzione del flusso aereo maggiore del 50%

Sintomi: arousal dell’EEG, desaturazione di ossigeno, tachicardia.

  • Ostruttive: ostruzione delle vie aeree superiori(cedimento del palato molle, diminuzione del tono dei muscoli della bocca/gola).

Terapia: non chirurgica (calo ponderale, regolazione dell’igiene del sonno, terapia posizionale..)

Chirurgica(avanzamento maxilomandibolare, tracheotomia)

  • Centrali: cessazione dell’attività dei muscoli inspiratori. Provenienti da: sistema nervoso periferico(muscoli e nervi accessori alla respirazione), sistema nervoso centrale( lesioni dovute a traumi di midollo spinale, tronco encefalico, corteccia cerebrale nelle aree implicate al controllo della respirazione), sistema nervoso autonomo( sindorme di Ondine, compromissione del controllo automatico del respiro).

Terapia: Cpap(ventilazione meccanica orale, appena il flusso aereo diminuisce oltre un certo livello l’apparecchio manda ossigeno e riprende la respirazione normale)

  • Miste: cessazione dell’attività dei muscoli seguita da ostruzione delle vie aeree superiori.

Classificazione: lieve, media, grave

Necessaria PSG con monitorizzazione di pressione endoesofagea, flusso aereo e sforzo respiratorio.

 

 

Cap. 6

NARCOLESSIA

Sintomi: eccessiva sonnolenza diurna(EDS), cataplessia, allucinazioni ipnagogiche e ipnopompiche, paralisi, sintomi addizionali.

Diagnosi:

-MSLT è il criterio diagnostico per la verifica della sonnolenza diurna, è necessaria per diagnosticare narcolessia(soprattutto per i sonnellini in REM).

-La PSG non è necessaria quando compare la cataplessia nei sintomi, ma può essere utile per escludere altri disturbi.

-esame dell’ipocretina nel liquido cefalorachidiano (nella narcolessia c’è una disfunzione dell’ipocretina, ma comunque non è specifico per la diagnosi di narcolessia).

-analisi di antigeni leucocitari umani di istocompatibilità (HLA), c’è una forte relazione ma incompleta con la narcolessia e cataplessia.

CATAPLESSIA

Sintomo: perdita di tono muscolare in risposta a forti emozioni.

ipotesi: è una patologia del sonno REM; non c’è definizione tra confini sonno/veglia; deficit di ipocretina. L’ipotesi verificata è il deficit di ipocretina.

Terapia:

EDS, narcolessia: Modafinil e sodio oxibato (promuovono la veglia), stimolanti tradizionali come metanfetamina, destro anfetamina e metilfenidato( promuovono però tolleranza e rebound).

Cataplessia: sodio oxibato, antidepressivi triciclici e per la ricaptazione della serotonina(SSRI).

 

 

IPERSONNIA IDIOPATICA

Sintomi: eccessiva sonnolenza diurna ma non collegata a narcolessia o altri disturbi.

Diagnosi: per esclusione da altri disturbi, non ha una causa conosciuta.

Somiglianze con narcolessia: età di esordio, persistenza, eds.

Differenze con narcolessia: non c’è cataplessia, non c’è alterazione del sonno notturno.

Terapia: necessari trattamenti con farmaci(stessi per la narcolessia).

 

 

 

Cap. 7

PARASONNIE

Causa: sonno e veglia non sono esclusivi e possono presentarsi in contemporanea o oscillare rapidamente. Infatti compaiono durante gli stati di transizione tra uno stadio e un altro.

NREM – Disturbi dell’arousal

Sono comuni nell’infanzia, diminuiscono o scompaiono con l’avanzare dell’età. Sono scatenati spesso da malattie febbrili, alcol, deprivazione di sonno, stress, farmaci (in individui comunque suscettibili e non casuali.

-Arousal confusionali(movimenti , cadute, pianto senza motivazioni)

-Sonnambulismo

-Terrori del sonno(amnesia completa al risveglio, urla, panico)

 

 

 

REM – disturbo comportamentale (RBD)

Atonia muscolare assente(può essere dovuta a farmaci come antidepressivi triciclici,inibitori delle Mao, SSRI) ; vigorosi comportamenti nel sonno che di solito accompagnano un congruo correlato onirico; maggiore nei maschi.

Può essere: transitorio(spesso dato da astinenza a sostanze);

cronico(dato da disordini neurologici)

patologie extrapiramidali(può essere la prima manifestazione di un processo neurodegenerativo come il Parkinson).

Terapia: farmaci: clonazepam, melatonina, pramipaxolo, levodopa.

 

Cap. 8

CONVULSIONI NOTTURNE

-Sono un sottotipo di epilessia.

-Non vengono riferite e quindi c’è possibilità di sbagliarsi con altri disturbi.

-Alterano profondamente l’architettura del sonno con conseguenze diurne negative .

-Convulsioni diurne e notturne diminuiscono il sonno REM.

-Hanno inizio negli stadi ad onde lente e soprattutto nello stadio 2 e non si presentano mai in REM, anzi si pensa che il Rem inibisca le convulsioni.

-Le crisi provenienti dal lobo frontale sono molto più frequenti durante la notte che le crisi del lobo temporale.

-Deprivazione di sonno, ritmi circadiani e melatonina aumentano le convulsioni notturne.

Analisi differenziale con altri disturbi:

fenomeni normali e patologici possono essere confusi con le convulsioni, soprattutto quelli che presentano movimenti anomali durante il sonno.

Sussulto del sonno; ubriachezza da sonno; EDS (soprattutto i colpi di sonno); apnee (per l’EDS e per la risposta motoria alle apnee); terrore notturno(per movimenti anomali e non spiegabili); sonnambulismo; RLS e PLMD (per i movimenti bruschi); narcolessia (più per i suoi singoli sintomi); cataplessia(è la più soggetta a essere scambiata per convulsioni, ma le forti emozioni provate prima della crisi possono escludere le convulsioni); RBD (per i movimenti e comportamenti anomali ma comunque il correlato onirico esclude le convulsioni).

Sindromi con convulsioni notturne: epilessia mioclonica giovanile, grande male al risveglio, epilessia rolandica benigna, male elettrico del sonno, SLK.

 

 

Cap. 9

EPILESSIA

 

-sonnolenza diurna, difficoltà di addormentamento e mantenimento del sonno.

-Le crisi o lo stato post-critico producono modificazioni patofisiologiche nel SNC che causano frammentazione del sonno e soppressione del REM.

-Il sonno ha una chiara influenza sulle crisi così come le crisi hanno influenza sul sonno: alterano acutamente il ritmo sonno/veglia. Le crisi si presentano quasi sempre vicino ad un arousal o a un risveglio dal sonno, non si sa quindi se le crisi causano l’arousal o è l’arousal a promuovere le crisi.

-la maggior parte delle crisi originano in sonno NREM, soprattutto nello stadio 2 (perché sono attivi meno neuroni e quindi questi neuroni in condizione di riposo sono più soggetti ad essere attivati dalle crisi).

-c’è una frequenza molto bassa di crisi in fase REM

-le crisi del lobo frontale sono le più frequenti durante la notte (5-20 crisi a notte)

-la deprivazione di sonno esacerba le crisi

-il sonno è alterato anche nelle notti senza crisi

Farmaci:

-i farmaci usati non discriminano tra neuroni che contribuiscono alla crisi e neuroni normali, quindi provocano un effetto diffuso.

-anticonvulsivanti provocano sedazione e possono portare a insonnia

-antiepilettici influenzano l’architettura del sonno

Stimolazione del nervo vago: sull’uomo la stimolazione a bassa intensità migliora la vigilanza diurna ed è anche associata ad un aumento di addormentamenti in fase REM durante i sonnellini diurni. Il massimo beneficio non si ha prima dei 2/3 anni, ciò vuol dire che provoca cambiamenti a lungo termine nel SNC.

Epilessia e altri disturbi del sonno:

i disturbi del sonno hanno un significativo impatto sull’epilessia e l’epilessia peggiora alcuni disturbi.

-Apnee: le crisi aumentano le probabilità di disturbi respiratori nel sonno. Nel caso ci siano apnee e epilessia il trattamento dell’apnea ha benefici sull’epilessia mentre i trattamenti per l’epilessia possono incrementare le apnee.

-RLS: erroneamente confusa con l’epilessia per i plmd.

-EDS: scariche intracritiche e crisi provocano frammentazione del sonno che dà sonnolenza diurna. I farmaci per l’epilessia causano EDS.

-Insonnia: dovuta alla tensione e ansia per l’addormentamento e ai frequenti arousal collegati alle crisi.

 

 

Cap.10

DISORDINI DEL RITMO CIRCADIANO

La regolazione del ciclo sonno/veglia è data dall’interazione di diversi fattori:

-processi circadiani endogeni (nucleo soprachiasmatico, melanopsina, melatonina)

-processi omeostatici (bisogno di riposo fisico)

-fattori ambientali (luce/buio)

Ritardata fase del sonno:

le persone con questo disturbo presentano molta più attività nelle ore serali e della prima notte, assonnati invece la mattina. Il sonno si presenta normale. La temperatura corporea e la secrezione di melatonina sono anche essi ritardati. C’è una possibile base genetica. La causa è un’alterazione dei processi endogeni circadiani ma anche omeostatici.

Terapia:

cronoterapia: posticipare l’ora di addormentamento 30 minuti ogni sera finche la spinta omeostatica, il ritmo circadiano e la regolazione luce/buio non coincidano di nuovo.

Fototerapia: Esposizione a luce intensa durante le prime ore della mattina.

Melatonina.

Avanzata fase del sonno:

presentano un inizio del sonno involontario nelle prime ore della sera, conseguentemente hanno un risveglio precoce. Può avere una base ereditaria ed è molto comune negli anziani. I picchi di temperatura e melatonina sono avanzati insieme alla fase di sonno.

Terapia:

cronoterapia, esposizione a luce intensa(la sera), farmaci.

Irregolare ciclo sonno/veglia: assenza di ritmo circadiano, si presentano diversi episodi di sonno che variano per orari e per lunghezza.

 

Cambiamento di lavoro:

discordanza tra attività sociali e fattori circadiani e omeostatici. Provoca insonnia e EDS. Chi lavora di notte(sindrome dei turnisti) diminuisce anche il tempo totale di sonno.

Terapia:

trattamenti per migliorare il sonno (corretta igiene, uso di ipnotici)

trattamenti per riallineare i ritmi circadiani (luce intensa, melatonina) utilizzati già dal primo giorno.

Caffeina e modafinil migliorano la vigilanza.

Jet Lag:

i ritmi circadiani si sfasano quando si compiono lunghi viaggi e si passano diversi fusi orari. I sintomi sono temporanei e variabili, l’adattamento è minore viaggiando verso est.

Terapia:

diverse regole a cui attenersi per diminuire l’effetto jet lag come abituarsi agli orari già prima di arrivare alla destinazione.

Quando persiste il problema si usano luce intensa e melatonina.

 

Fonte: http://www.nemo89.altervista.org/psico/DISTURBI%20DEL%20SONNO%20mio.docx

 

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Estate e sonno: addio Morfeo, arriva l’insonnia

Cadere nelle braccia di Morfeo? Un lontano ricordo per numerose persone soprattutto in estate, stagione in cui il numero di persone che trascorre la notte in bianco, subisce un importante incremento (in Italia si stima che ci siano abitualmente 12 milioni di persone insonni).I principali fattori responsabili dell'insonnia sono, secondo l'Associazione italiana per la medicina del sonno, il caldo e l'uso scorretto dell'aria condizionata, causa quest'ultima , di dolori articolari e cefalee al risveglio. L'insonnia è un problema da tenere sotto controllo in quanto la perdita di sonno si accompagna oltre che a stress, a problemi neurologici e cardiaci.A rischio insonnia sono soprattutto le donne in menopausa, per i sintomi frequenti (es. le vampate di calore soprattutto la notte), e gli anziani, che possiedono anche un sistema di termoregolazione meno efficace e con minori capacità di adattamento alle alte temperature, rispetto alle persone più giovani. Inoltre, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Sleep, gli uomini che soffrono di insonnia cronica e di difficoltà a dormire regolarmente per più di sei ore, per almeno un anno, hanno una aspettativa di vita 4 volte inferiore a chi non accusa tale disturbo. Lo sostiene Alexandros Vgontzas del Penn State College of Medicine. Il campione preso in esame dallo studio è di 741 uomini di mezza età, di cui il 4% colpiti dal grave disturbo del sonno. Inoltre, secondo uno studio pubblicato su Science Express e condotto dai ricercatori della Washington University School of Medicine di St.Louis del Missouri, la prolungata mancanza di sonno causa lo sviluppo di placche tossiche sul cervello con un possibile effetto sulla progressione del morbo di Alzheimer. Far riposare i neuroni, quindi, a parere dei ricercatori, è fondamentale per preservarne la funzionalità: nelle cavie in cui era stato indotto farmacologicamente il sonno, infatti, la formazione delle placche cerebrali procedeva molto più lentamente. Quando si è svegli il cervello è più attivo e produce beta-amiloidi in maggiore quantità. Regolare il ritmo sonno-veglia, governato in particolare da una molecola chiamata orexina, potrebbe essere una strategia di prevenzione contro le malattie neurodegenerative. "I risulati dello studio - afferma David Holtzman, coordinatore della ricerca - suggeriscono che è necessario correggere il disturbo del sonno per i potenziali impatti a lungo termine sulla salute del cervello".Per salvaguardare la nostra salute è utile quindi seguire piccoli consigli

Stile di vita: Promuovere il comfort, cercando di ridurre al minimo i rumori di sottofondo, sconsigliato fare lunghi "riposini" pomeridiani e, se nella settimana non si è dormito molto, è inutile farlo tutto il giorno nei fine settimana: , "il sonno non si recupera", avvisano gli esperti.

Sana alimentazione: Evitare alimenti grassi e/o piccanti, preferendo frutta e verdura, curare una buona idratazione, perché aiuta a controllare gli effetti indotti dal caldo sull'insonnia; evitare l'uso di alcolici. Svolgere regolare attività fisica e, se possibile, prediligere il nuoto, per il suo effetto armonico su tutto il corpo.

In sintesi, chi soffre di insonnia in questa stagione e non solo, può tentare di minimizzarne gli effetti anche attraverso l'adozione dei corretti stili di vita.

 

Fonte: http://www.docvadis.it/antonio-fusciello/document/antonio-fusciello/estate_e_sonno/fr/metadata/files/0/file/Estate%20e%20sonno.doc

 

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MEDICINA DEL SONNO

 

Programma formativo

 

La Medicina del Sonno

La medicina del sonno è la specialità clinica che si occupa della diagnosi e del trattamento di pazienti con disturbi del sonno e della vigilanza. Lo spettro delle patologie di interesse è estremamente ampio, comprendendo sia malattie dovute ad una alterazione primaria dei sistemi neuronali specifici adibiti al controllo del sonno e della veglia, che disturbi del sonno legati a patologie mediche o psichiatriche. Sebbene la medicina del sonno si configuri come una branca multidisciplinare, è di cruciale importanza la figura di un esperto con conoscenze specifiche in neurofisiopatologia del sonno, specialità già riconosciuta, ad esempio, negli Stati Uniti.

 

Evoluzione della medicina del sonno

La medicina del sonno prende origine negli anni 50’ con le scoperte di neurofisiologia che consentirono l’identificazione delle strutture cerebrali e dei meccanismi adibiti al mantenimento del sonno e della veglia. Le scoperte che si succedettero rapidamente negli anni permisero di caratterizzare la struttura del sonno, riconoscendo due diversi stati, sonno REM (da rapid eye movement) e sonno non-REM, ognuno dei quali fisiologicamente distinto dallo stato di veglia. Furono presto identificate diverse alterazioni patologiche del normale sonno fisiologico e, pur in assenza di un riconoscimento formale, si sviluppò una branca specialistica in medicina del sonno che si rese rapidamente indispensabile per riconoscere, prevenire, diagnosticare e trattare le patologie del sonno. Esistono attualmente Associazioni Mediche di medicina del sonno in molte nazioni (in Italia, l’Associazione Italiana di Medicina del Sonno, fondata nel 1990) ma, soltanto negli Stati Uniti, esiste una branca specialistica riconosciuta. 

 

I Disturbi del Sonno.

L’enorme sviluppo della medicina del sonno ha portato alla individuazione di numerosi nuovi disturbi del sonno. Per questo motivo l’American Sleep Disorders Association (ASDA) ha proposto una Classificazione Internazionale dei Disturbi del Sonno che individua 84 disturbi del sonno raggruppati in 4 distinte categorie: dissonnie, parasonnie, disturbi del sonno associati a patologie mediche o psichiatriche e possibili patologie del sonno ancora in via di definizione.Le dissonnie Sotto questo termine vengono inclusi i disturbi caratterizzati dalla difficoltà od impossibilità ad iniziare ed a mantenere il sonno, associata alla sensazione soggettiva di avere dormito poco o male, le sindromi con eccessiva sonnolenza diurna, i disturbi del ritmo circadiano, di sonno. Le dissonnie vengono suddivise, sulla base dei meccanismi fisiopatologici, in tre gruppi: disturbi del sonno intrinseci; disturbi del sonno estrinseci; disturbi del ritmo circadiano di sonno. I disturbi del sonno intrinseci: sono un gruppo eterogeneo di disturbi direttamente correlabili a cause fisiche(endogene); si manifestano con insonnia (l’insonnia psicofisiologica, l’insonnia idiopatica), o con eccessiva sonnolenza( la narcolessia, l’ipersonnia idiopatica, l’ipersonnia ricorrente e l’insonnia post-traumatica). Possono manifestarsi con sonnolenza od insonnia la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno e la sindrome delle gambe senza riposo. I disturbi del sonno estrinseci: dipendono da fattori esogeni, ambientali, la cui rimozione, spesso conduce alla scomparsa del disturbo. I disturbi del ritmo circadiano di sonno ( o disturbi del ritmo sonno-veglia): la caratteristica comune a questo gruppo di disturbi è che il paziente non può dormire quando vorrebbe o lo desidera, o quando il sonno è necessario. Nella classificazione dell’ASDA i disturbi del ritmo sonno-veglia vengono divisi in due categorie: transitori (comprendono il cambiamento di fuso orario e l’occasionale inversione del turno di lavoro) e persistenti( comprendono le sindromi da sonno ritardato, da sonno anticipato, da ritmo sonno-veglia ipernictemerale).

Le parasonnie. Comprendono disturbi insorgenti all’addormentamento o durante il sonno che non si manifestano primariamente con insonnia od eccessiva sonnolenza diurna. Vengono distinte 4 categorie: disturbi dell’arousal, disturbi della transizione sonno-veglia, parasonnie associate al sonno REM ed altre parasonnie.

 Disturbi dell’arousal: sono così definiti episodi con caratteristiche di risvegli parziali insorgenti dalle fasi di sonno 3 e 4. Questo gruppo comprende le parasonnie più comuni: il sonnambulismo, il pavor notturno, l’enuresi. Una nuova entità, i risvegli confusionali del bambino, presenta caratteristiche comuni sia al sonnambulismo che al pavor.

 Disturbi della transizione sonno-veglia: insorgono nella fase di transizione fra la veglia ed il sonno o fra il sonno e la veglia o, più raramente, nella transizione fra le fasi di sonno. Sono episodi relativamente comuni e vengono considerati più varianti fisiologiche che vere e proprie patologie. Possono tuttavia assumere caratteristiche tali da creare disagio o addirittura dolore. Comprendono la jactatio capitis nocturna, i sussulti mioclonici dell’addormentamento (hypnic jerks), il somniloquio. Parasonnie associate al sonno REM: l’insorgenza di questi episodi dal sonno REM ne fa supporre un comune meccanismo fisiopatologico. Comprendono due disordini principali, i sogni terrifici e gli stati di agitazione motoria legati al sogno. Altre parasonnie: in questo gruppo sono  inclusi disturbi che non possono venire classificati nelle altre categorie. I più comuni sono il bruxismo, il russamento e la distonia parossistica diurna.

 

Impatto sociale e medico legale dei Disturbi del Sonno e della Sonnolenza Diurna

 I disturbi del sonno sono di frequente riscontro nella pratica clinica. Recenti studi epidemiologici hanno dimostrato che più del 25% degli adulti presenta occasionalmente o frequentemente, disturbi del sonno e che gli ipnotici sono fra i farmaci più frequentemente prescritti. Alcuni disturbi del sonno sono associati a un più alto rischio di mortalità; è noto inoltre come il numero più elevato di decessi per cause cardiovascolari avvenga nelle prime ore del mattino, sottendendo a qualche associazione sconosciuta col sonno. Oltre che sulla mortalità, i disturbi del sonno hanno anche un impatto significativo sulla qualità della vita. La sonnolenza e l’astenia, i disturbi del ritmo sonno-veglia dei lavoratori turnisti, gli incidenti stradali causati da disturbi della vigilanza, i frequenti disturbi notturni degli anziani e dei bambini, la morte improvvisa del bambino, sono tutte patologie di grande rilevanza ed elevato costo sociale, di pertinenza di specialisti in medicina del sonno. Rilevanti sono poi le implicazioni Medico-Legali della sonnolenza diurna, per quanti ad esempio abbiano il permesso di condurre autoveicoli e macchine utensili, o in generale le conseguenze socio-economiche dei difetti di attenzione e alla ipersonnolenza.Lo scopo del Dottorato di Ricerca in Medicina del Sonno sarà quindi la formazione di una nuova figura di esperto in neurofisiopatologia del sonno, in grado di trasferire conoscenze e metodiche dai campi di ricerca in base alle applicazioni in campo clinico e chirurgico.

 

Fonte: http://www.unibo.it/NR/rdonlyres/90AB1E95-EFD3-4B8C-945E-77297BCAF4D1/44650/MedicinadelSonno.doc

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INSONNIA E BENESSERE: MORFEO, IL DIO DEL BENESSERE?

Quanto è importante per il nostro benessere psico-fisico dormire bene?

Nell'antica Grecia il sonno era rappresentato come un adolescente che corre leggero sulla terra per dare agli uomini il riposo del corpo e della mente, recante nella mano sinistra un papavero e nella mano destra un recipiente colmo del suo succo.

Sonno dunque come quiete, distacco dalle fatiche quotidiane e recupero di energia in funzione di una nuova giornata.

Un terzo della nostra esistenza la passiamo dormendo, si capisce così come il sonno sia indispensabile, sia una necessità istintiva dell’uomo necessaria a completare l’equilibrio di tutto il corpo dopo le attività diurne.

Le lamentele sul sonno sono frequentissime ed anche per ciò che esso comporta: stanchezza, mal di testa, depressione… I disturbi legati al sonno possono condizionare, quindi, il nostro benessere e la nostra felicità.

Cos’è l’insonnia? Con il termine insonnia si indica la sensazione soggettiva di non aver tratto sufficientemente riposo dal proprio sonno, perché non adeguatamente lungo o perché privo di sufficienti capacità ristoratrici.

L’insonnia è molto diffusa… Gran parte delle persone lamenta un qualche disturbo del sonno ed è insoddisfatta del proprio dormire. La percentuale di insonnia aumenta poi con l'età e il sesso femminile sembra essere il più colpito.

Per definire questo disturbo è importante tener conto della soggettività e si può definire insonne chiunque non dorme bene e per questo non si sente in completa efficienza fisica e mentale.

Il fattore "durata" del sonno non è significativo per una diagnosi di insonnia, poiché vi sono notevoli differenze individuali. Vi sono persone che dormono poco più di 3 ore per notte e altre che qualora dormano meno di dieci ore non si sentono in completo benessere.

Ci sono vari tipi di insonnia e possono essere raggruppati in episodi sporadici, spesso legati a stati ansiosi, o cronici disturbi persistenti che incidono sul benessere e sulle prestazioni della persona.

Le cause possono essere tante, sia organiche che psicologiche. L’insonnia può essere causata, infatti, oltre che da disagi psichici e stress anche da malattie organiche che solo uno specialista può diagnosticare.

 


 

Troppo spesso l’insonnia viene considerata fine a se stessa, invece può nascondere situazioni cliniche anche gravi e può costituire un preciso segnale d’allarme!

Per quanto riguarda le cause, in genere si distinguono un’insonnia detta primaria e una secondaria; nella primaria non è riconoscibile nessuna chiara causa, mentre nella secondaria è possibile riconoscere sia cause fisiche che psichiche.

I farmaci per dormire?…. Non è sempre necessario ricorrervi!

Indubbiamente sono i rimedi classici ma, se assunti per lungo tempo e, soprattutto, in dosi eccessive penalizzano da tutti i punti di vista.

Le medicine tradizionali, costituiscono una soluzione rapida ed efficace per insonnie improvvise ed intense, purché usate per brevi periodi.Non dimentichiamoci che farmaco deriva dal greco=veleno…

Spesso vengono prescritti sedativi, antidepressivi e altri farmaci specifici per rilassare il soggetto e conciliare così il sonno. Devono essere assunti sotto stretto controllo medico per gli effetti collaterali e perché paradossalmente possono causare insonnia.

Per quanto riguarda la Medicina Naturale, tre sono le possibilità terapeutiche più efficaci nella cura dell’insonnia: l’agopuntura, l’omeopatia, la fitoterapia.

Agopuntura. Per la medicina tradizionale cinese il giorno e la notte appartengono rispettivamente alle due energie yang e yin, energie che scorrono nell’universo, nella natura e dentro l’uomo. Yang e yin sono sempre compresenti ed in movimento l’uno verso l’altro e il sonno viene causato da una pienezza fisiologica serale dell’energia yin (analoga all’acqua, all’interiorizzazione, alla passività,…) contemporaneamente a un minimo energetico dell’energia yang (il fuoco, l’esteriorizzazione, l’attività). Stati alimentari, situazioni psichiche, fattori climatici per questa medicina sono importanti cause di aumento oppure diminuzione delle due energie che influenzano i vari organi del corpo umano tonificandoli o indebolendoli. L’insonnia viene in agopuntura definita come uno stato di pienezza dello yang serale contemporanea ad un vuoto dell’energia yin (il contrario della situazione fisiologica), in particolare occorre distinguere vari tipi di insonnia causate dalla forza e dalla debolezza di un organo piuttosto che da un altro.

Omeopatia. Nella materia medica omeopatica sono numerosissimi i rimedi che contemplano il sintomo insonnia; uno su tutti merita particolare attenzione ed è "coffea cruda"

Fitoterapia. Il primo ipnotico erboristico usato nell’antichità era il succo di papavero insieme alla mandragora che Galeno, uno dei "padri" della medicina, consigliava con semi d’orzo mescolati a succo di lattuga. Attualmente le erbe più conosciute per la cura dell’insonnia sono le seguenti: la passiflora, il biancospino, l’escoltzia, la camomilla ed infine il tiglio.

Dal nostro punto di vista, quello della Psicologia del Benessere, per migliorare la qualità del nostro sonno, possiamo seguire delle semplicissime regole già durante l’attività diurna, di tipo alimentare e comportamentale per facilitare le attività del giorno dopo e migliorare il rendimento quotidiano.

Per quanto riguarda quello alimentare, un'alimentazione scorretta incide su un cattivo sonno, per esempio facendo pasti serali abbondanti, ricchi di grassi. Vi sono infatti alimenti e bevande che agiscono sull'organismo disturbando il ritmo sonno-veglia. In prima linea si trovano il caffè e l'alcol: il suo effetto rilassante è infatti solo momentaneo.

Sono sconsigliati quelli che contengono tiramina (cioccolato, carne di maiale, insaccati, formaggi stagionati) sostanza che favorisce il rilascio nel cervello di noripinefrina, che stimola il sistema nervoso.

Gli alimenti che, invece, fanno dormire bene, e che quindi vanno consumati di sera, sono tutti quelli che contengono triptofano, (pasta, riso, pane, la carne di tacchino e pollo, il tonno, la bresaola, i legumi, lo yogurt e i formaggi, le noci e le noccioline) un aminoacido che induce la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore cerebrale che favorisce il rilassamento.

Inoltre un grande aiuto può venire dalle tisane, come quella alla camomilla, o un infuso di gelsomino o di biancospino.

Per quanto riguarda l’aspetto comportamentale, è preferibile andare a letto sempre alla stessa ora ed anche se si va a letto tardi, alzarsi sempre alla stessa ora.

Non fare sport la sera prima di andare a letto. L’esercizio fisico e la ginnastica, aiutano a dormire meglio, ma occorre evitare l’attività fisica intensa nelle 3 ore precedenti il sonno.

Altro importante fatto per ottenere un buon sonno ristoratore è aerare bene il locale ove si dorme.

Tutto questo, perché è bene tener presente che l’attività onirica è una funzione assolutamente indispensabile al buon funzionamento della “macchina umana”.

Nella veglia noi utilizziamo la parte analitico-razionale della mente, mentre nella notte, dormendo, diamo sfogo alla parte istintiva emotiva (detta “irrazionale”, anche se non lo è), così facendo le ghiandole del cervello secernono i prodotti indispensabili all’organismo ed alla sua migliore operatività durante il giorno.

Durante il sonno ognuno di noi ha delle fasi di sonno leggero alternate da sonno profondo con sogni, essi sono esperienze e stati interiori della coscienza che per mezzo della mente, che li crea, li evidenzia e possono essere correlati a motivazioni razionali, esperienziali o irrazionali, istintuali, legati agli stati emotivi della personalità.

D’altra parte, al fine di un “buon sonno”, si possono tener presenti le tecniche di rilassamento che vengono dalla tradizione orientale come la Meditazione e lo Yoga.

La Meditazione è una disciplina mentale che consente di raggiungere uno stato di rilassamento totale. La ricerca ha, infatti, dimostrato che la meditazione produce cambiamenti del sistema nervoso, riducendo, in particolare, la produzione di cortisolo, favorendo quindi il rilassamento.

La meditazione ha, così, lo scopo di controllare stati dolorosi e situazioni di stress psicologico, combattere l’insonnia e alleviare ansia e attacchi di panico. Viene integrata alla medicina tradizionale per ridurre l’asma, l’ipertensione arteriosa, l’angina pectoris e altre malattie croniche.

La meditazione può essere praticata in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo; il modo migliore per esercitarla consiste nell’assumere una posizione confortevole, restando con gli occhi chiusi e i muscoli completamente rilassati.

Per quanto riguarda lo Yoga è un’ antichissima dottrina indiana il cui scopo risulta la totale aggregazione di corpo e mente, protratta all'equilibrio dell'armonia fisica e mentale in funzione di quella spirituale.

In Occidente lo Yoga ha cominciato ad avere una certa diffusione come valido supporto al raggiungimento di un benessere psicofisico.

Quando si parla comunemente di yoga, ci si riferisce all'Hatha Yoga, cioè a quello caratterizzato dalle posizioni fisiche (asanas), ma ne esistono tanti altri tipi, peraltro poco diffusi in Europa.

Lo yoga comprende:

- posture che, aumentando il flusso di energia vitale nell'organismo, coinvolgono ogni parte del corpo, distendendo le tensioni ed apportando miglioramenti anche per la salute degli organi interni;

- esercizi fisici che migliorano il tono e l'elasticità muscolare, nonché la percezione ed il controllo del proprio corpo;

- tecniche di rilassamento che aiutano la totale decontrazione fisica e psichica, utilissime contro affaticamenti muscolari e mentali e qualsiasi altro tipo di stress;

- esercizi di respirazione e tecniche di concentrazione che, insegnando a correggere il modo di respirare, spesso superficiale e breve.

 

Fonte: http://www.luigimastronardi.it/doc/Il%20benessere/insonnia%20e%20benessere.doc

Sito web da visitare: http://www.luigimastronardi.it

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Insonnie cause sintomi rimedi

 

C’è qualcosa che non ti fa dormire?

 

Se le notti degli insonni sembrano assomigliarsi tutte, le cause che ci impediscono di scivolare dolcemente tra le braccia di Morfeo sono diverse e vanno ricercate dentro di noi, tra le pieghe delle nostre giornate.

L’insonnia di solito ci coglie nei periodi di cambiamento, quando un evento nuovo si presenta nella nostra vita, scombussolando la sfera emotiva: un nuovo amore, un cambio di lavoro, un trasloco… Ma anche l’eccesso di pensieri non fa dormire.

Questo test ti aiuta a scoprire a quale tipo di insonnia sei predisposto e cosa dovresti cambiare di giorno… per poter dormire di notte!

 

  1.  Un mestiere che non faresti mai

 

A.

Il saltimbanco.

B.

L’inviato speciale.

C.

Il contabile.

 

  1. Quale di questi poteri ti piacerebbe avere?

 

A.

La lettura del pensiero.

B.

Diventare invisibile.

C.

L’ubiquità.

 

  1. Da qualche tempo il tuo migliore amico ti trascura

 

A.

Fai finta di nulla.

B.

Ne soffri e ti senti rifiutato.

C.

Ti allontani anche tu.

 

  1. Quando cucini:

 

A.

Utilizzi ciò che scade per primo.

B.

Segui sempre le stesse ricette.

C.

La fai in modo semplice e veloce.

 

  1. Quale di questi colori ti piace di più?

 

A.

Il verde.

B.

L’azzurro.

C.

Il rosso.

 


 

 

  1. La maggior parte dei tuoi amici…

 

A.

E’ gente che stimi e di cui ti fidi.

B.

Ti assomiglia.

C.

Sono persone con cui ti diverti.

 

  1. Di solito giochi al lotto o la schedina.

 

A.

Spesso.

B.

Quasi mai.

C.

Si, in modo incostante.

 

  1. Devi arredare la tua nuova casa.

 

A.

Privilegi confort e praticità.

B.

Ti affidi a un architetto.

C.

Fai fatica a scegliere lo stile.

 

  1. Secondo te una coppia che non può avere figli:

 

A.

Può provare ad adottarli.

B.

Sarà molto infelice.

C.

Potrà fare altre cose.

 

  1. Ti capita di annoiarti?

 

A.

Quando non hai niente da fare.

B.

Spesso quando sei solo.

C.

Quasi mai.

 


Le risposte:

 

  1. In maggioranza

Sempre sulla corda, non “caschi” mai

 

Sempre in prima linea, in continuo movimento, è difficile che tu ti conceda un attimo di tregua o di relax. Attivo, super-impegnato, hai bisogno di stare in mezzo alla gente, di avere mille interessi che poi non riesci mai a portare a termine o coltivare.

Eppure la sera, nonostante tu sia esausto, appena poggi la testa sul cuscino mille pensieri ti assalgono e un sottile senso di irrequietezza ti impedisce di prendere sonno. Forse la tua difficoltà a fermarti nasconde la paura di rimanere solo con te stesso, e tanti impegni e contatti fungono da anestetico, impedendoti di pensare e sentire l’ansia o l’insoddisfazione.

La tua insonnia nasce dalla difficoltà a prendere contatto con ciò che ti succede dentro.

 

Il consiglio:

prova a rallentare i tuoi ritmi, a stare un po’ da solo, non sfuggire ciò che senti e il cuscino non sarà più un nemico.

 

  1. In maggioranza

Impossibile stancarsi se vivi al minimo

 

Ciò che ti fa paura della vita sono proprio le sue infinite possibilità, il suo essere mutevole e varia, piena di sorprese.

Tu invece sei alla ricerca di sicurezze e di punti fermi, una tranquilla routine è quello di cui pensi di avere bisogno.

Il risultato è una vita vissuta al minimo delle tue possibilità, utilizzando soltanto una piccolissima parte delle tue risorse, il che ti costringe a stare spesso dietro le quinte, ben nascosto.

In realtà hai dentro di te un tesoro, peccato che senza saperlo tu faccia di tutto per seppellirlo.

 

Il consiglio:

concediti un po’ di più alle esperienze, dai alla tua creatività modo di esprimersi.

Stancati, dedicati con tutto te stesso a una cosa che ti appassiona; il motivo per cui stenti ad addormentarti è che a forza di “risparmiarti”, il tuo bisogno non è certo quello di recuperare energie, ma di spenderle vivendo davvero!

 


 

  1. In maggioranza

Ti addossi impegni che sono di altri

 

Efficiente, affidabile, abile a organizzare e programmare, quando di una cosa ti occupi tu si può stare tranquilli.

Le responsabilità non ti spaventano, anzi tendi ad assumerti anche quelle che non ti competono. Sei molto legato al tuo ruolo professionale o familiare, e stai molto attento a dare agli altri una buona immagine di te. Poche cose ti sfuggono, non appena puoi, preferisci fare tutto da solo o essere tu al comando.

Difficilmente scatti o ti lasci prendere dalle emozioni, anzi tendi a mostrarti equilibrato e diplomatico. Insomma sei una persona che ha bisogno di tenere tutto sotto controllo, ecco perché il sonno, che ti costringe a lasciarti andare e separarti d tutto ciò che ti identifichi, può essere per te una vera difficoltà.

 

Il consiglio:

impara a delegare e rilassarti, magari con l’aiuto di opportune tecniche che ti consentano di mettere “a riposo” la mente per risintonizzarti con il corpo e le emozioni.

 

Fonte: http://www.trainingmeta.it/bo/UserFiles/32.%20C%20e%20qualcosa%20che%20non%20ti%20fa%20dormire.doc

Sito web da visitare: http://www.trainingmeta.it/viewdoc.asp?co_id=41

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