Oculistica

 


 

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Oculistica

Anatomia e fisiologia
L'occhio è l'organo della vista, di forma sferica, ospitato e protetto all'interno della cavità orbitaria.
Ogni bulbo oculare è fissato saldamente all'interno della cavità orbitaria e allo stesso tempo può effettuare spostamenti in direzione alto-basso, interno-esterno e di rotazione, mediante l'azione di 6 muscoli oculari (4 retti: superiore, inferiore, laterale, mediale; e 2 obliqui).


  • L'occhio è avvolto da 3 tonache:

    1- sclera o sclerotica, la più esterna e resistente.
    Costituita da un fitto intreccio di fibre collagene che anteriormente forma la cornea (trasparente).

    2- coroide o uvea, tonaca intermedia.
    Ricca di vasi sanguigni. Forma il corpo ciliare, struttura muscolare che regola le variazioni di spessore del cristallino (lente dell'occhio), permettendo la messa a fuoco sulla retina. Anteriormente forma l'iride (anello di tessuto muscolare pigmentato che modifica il diametro dell'apertura anteriore, la pupilla).

    3- retina, tonaca nervosa, più interna.
    Formata da cellule fotosensibili raggiunte dalla luce attraverso la pupilla.
  • La retina è formata da 8 strati:
    - coni e bastoncelli
    - cellule bipolari
    - cellule ganglionari
    - nervo ottico

    Dalle cellule della retina prende origine il nervo ottico che trasmette al cervello l'impulso visivo. Le fibre dei nervi ottici si incrociano in parte a livello del chiasma ottico (sopra l'ipofisi) per raggiungere le aree della corteccia celebrale nella regione occipitale.

    La massa del bulbo oculare è riempita da un fluido, umor vitreo, mentre nello spazio anteriore al cristallino dal fluido detto umor acqueo.



    STRUTTURE ACCESSORIE

    Sopracciglio e ciglia
    Proteggono da eventuali materiali estranei che possono entrare nell'occhio

    Palpebre
    Pieghe cutanee mobili che proteggono l’occhio dalla luce e dai corpi estranei e che con la loro apertura e chiusura diffondono sulla congiuntiva il secreto delle ghiandole lacrimali.

    Apparato lacrimale
    Strutture per la secrezione e il drenaggio delle lacrime (liquido che bagna la cornea):
    Ghiandole lacrimali, Canali lacrimali, Sacco lacrimale, Dotto naso lacrimale.



    MECCANISMI DELL'OCCHIO

    - protettivi
    Protezione da parte degli annessi:
    (orbita, grasso orbitario, sopracciglio, ciglia, palpebre, lacrime)

    - nutritivi e statici
    Circolazione sanguigna: azione nutritiva
    Circolazione acquosa: azione nutritiva di alcune strutture interne e azione tensionale (insieme al corpo vitreo e al flusso ematico coroideale assicura la normale forma e consistenza del bulbo).

    - sensoriali
    Ricezione ed elaborazione dello stimolo luminoso
    La sensazione visiva (luminosa, cromatica e morfoscopica)

    - motori
    Motilità palpebrale
    Motilità bulbare estriseca (duzioni e vergenze)
    Motilità oculare intrinseca (rilessi pupillari e accomodazione: capacità di adattare la messa a fuoco di immagini a seconda della distanza )

    - percettivi
    Localizzazione spaziale
    Percezione dei colori
    Percezione della forma
    Percezione dei movimenti
    Visione binoculare
    Percezione del rilievo



    LA VISTA

    Il sistema diottrico (sistema in grado di modificare la traiettoria dei raggi luminosi) dell’occhio segue le leggi fisiche della refrazione.
    La refrazione è la deviazione, dalla sua traiettoria, di un raggio luminoso che passa da un mezzo trasparente (aria) ad un mezzo trasparente di densità diversa (acqua, vetro).




    I raggi luminosi attraversano la cornea (parte esterna e trasparente), la pupilla posta al centro dell’iride (che si allarga o si restringe a seconda della quantità di luce presente) e il cristallino (lente naturale che, deformandosi, funge da meccanismo di messa a fuoco).

    I raggi mediante questo sistema di lenti (sistema diottrico) raggiungono la retina che come la pellicola di un apparecchio fotografico, riceve i raggi luminosi mediante dei fotorecettori:
    - i bastoncelli, che non forniscono immagini molto definite ma sensibili anche a bassa luminosità.
    - i coni, fotorecettori attivi in condizioni di alta luminosità che forniscono immagini a colori, concentrati nella zona centrale della retina (macula o fovea).

    Grazie a una serie di reazioni chimiche, trasmette gli impulsi al cervello attraverso il nervo ottico. Il cervello, rielaborando questi impulsi e ci permette di visualizzare le immagini.


Difetti e Disturbi della Vista

 

Nell'occhio emmetrope c'è un perfetto equilibrio tra lunghezza del bulbo e potere diottrico.
Ciò permette la corretta messa a fuoco dell'immagine.

Ma se gli assi visivi dei nostri occhi sono più lunghi della norma, l'immagine cade a fuoco anteriormente alla retina, così che la retina riceve solo una immagine confusa.
Tale condizione è conosciuta come MIOPIA (capacità di vedere bene oggetti vicini).
Le cause principali della miopia sono tre:
1. bulbo oculare più lungo del normale: è la causa più comune; 2. curvatura della cornea del cristallino maggiore della norma; 3. aumento del potere refrattivo del cristallino (lente più potente della norma).

Se invece gli assi visivi dei nostri occhi sono più corti della norma, l'immagine cade a fuoco posteriormente alla retina, anche così la retina riceve solo una immagine confusa ma parleremo di IPERMETROPIA (capacità di vedere bene oggetti lontani).


Entrambi questi difetti possono essere corretti con l'uso di lenti:

- Per miopia, lenti concave.

- Per ipermetropia, lenti convesse

Oltre all'uso degli occhiali si può correggere questi difetti con:

  • Lenti a contatto
  • Chirurgia refrattiva mediante laser ad eccimeri (utilizzato in due modi: sulla superficie anteriore della cornea, PRK “fotoablazione corneale di superficie”; oppure in uno strato più profondo della cornea con incisione semicircolare che consente di sollevare un sottile strato di tessuto, LASIK o "cheratomileusi con laser ad eccimeri".
  • Durante un intervento di cataratta


Altre condizioni che impediscono una corretta formazione di immagini retiniche nitide sono:

- La PRESBIOPIA, quale riduzione del potere di accomodazione per la visione distinta da vicino, che si riscontra specialmente in età matura ed è dovuto a perdita di elasticità del cristallino. La perdita graduale della capacità di mettere a fuoco da vicino è progressiva e irreversibile.

- L'ASTIGMATISMO, una difettosa curvatura della cornea o del cristallino per cui l’immagine non si forma in un unico fuoco e la visione è migliore in una direzione piuttosto che in un'altra,
Questo difetto fa percepire immagini sfuocate, dai contorni non ben delineati, richiedendo l'utilizzo costante degli occhiali. Spesso può essere associato ad altri difetti visivi.



DALTONISMO

Un’alterazione ereditaria dei fotorecettori, invece, è la causa del DALTONISMO: anomalia della percezione cromatica, soprattutto dei colori rosso e verde.



DIPLOPIA

Difetti o lesioni dell’occhio o dei muscoli oculomotori può essere la causa di una DIPLOPIA: visione sdoppiata di un oggetto.
Si verifica quando si è in presenza di strabismo: essendo deviati gli assi visivi, un oggetto stimola due punti della retina non corrispondenti nei due occhi, dando luogo alla formazione di due immagini distinte. Questo avviene perché nel cervello le due immagini non si 'fondono'.

Patologie della congiuntiva

La congiuntiva tappezza la faccia posteriore della palpebra (congiuntiva tarsale o palpebrale), si estende nello spazio tra la palpebra e il bulbo oculare (congiuntiva dei fornici) e al di sopra della sclera sino alla cornea (congiuntiva bulbare).




CONGIUNTIVITE
E’ un’infiammazione, acuta o cronica, della congiuntiva (la membrana trasparente che ricopre la parte bianca dell’occhio e la superficie interna delle palpebre).
E’ una malattia oculare molto comune causata frequentemente da infezioni (batteri, virus, funghi o parassiti), allergie, sostanze chimiche (cosmetici, farmaci, fattori ambientali), o anche da agenti fisici (come l’esposizione eccessiva al sole e alle altre radiazioni).

Congiuntivite infettiva
La forma infettiva della congiuntivite può essere accompagnata da lieve febbre, tosse, mal di gola e rigonfiamento delle ghiandole linfatiche ai lati del collo. Il rischio di trasmetterla è elevato come nel caso del comune raffreddore o dell’influenza.

Congiuntivite allergica
Le forme allergiche possono essere stagionali (dove si interviene preventivamente approntando una terapia di profilassi per ridurre i sintomi della fase acuta) o croniche.

Congiuntivite attinica
Si tratta di una forma di congiuntivite provocata dai raggi solari o da altre forme di radiazione. La congiuntivite attinica è più frequente al mare, sulla neve e dopo l’esposizione a lampade abbronzanti: per questa ragione in tutti questi casi è fondamentale proteggere gli occhi adeguatamente, con occhiali scuri e mascherine.

Segni e sintomi
- Lacrimazione.
- Bruciori.
- Secrezione eccessiva.
- Occhi rossi.
- Gonfiore della congiuntiva e delle palpebre.

Terapia
In caso di congiuntivite batterica la terapia è a base di colliri antibiotici, mentre nel caso di quella allergica si ricorre a colliri antistaminici e cortisonici, associati frequentemente all’utilizzo di lacrime artificiali.



TRACOMA
Congiuntivite cronica causata da un batterio: la Chlamydia trachomatis.
I primi sintomi si manifestano con:
- arrossamento,
- sensibilità alla luce,
- forti bruciori,
- lacrimazione e gonfiore delle palpebre.

I segni di questa malattia sono:
- palpebra rivolta all’interno che si salda alla congiuntiva (entropion cicatriziale),
- ciglia rivolte all’interno dell’occhio (ovvero in trichìasi)
- alterata chiusura delle palpebre (lagoftalmo), cui conseguono cicatrici sulla cornea più o meno estese, fino alla sua opacizzazione completa (panno corneale=l'occhio diventa bianco) e alla cecità corneale deriva dalle alterazioni della congiuntiva e delle palpebre.

Epidemiologia
La malattia è ancora endemica nelle zone molto povere del nord Africa, medio Oriente, continente Indiano e Sud-Est asiatico.
È contagiosa soprattutto durante i primi stadi ed è trasmessa dal contatto diretto fra occhio e occhio o fra le mani e gli occhi, da mosche che si posano sugli occhi o dall'uso in comune di oggetti contaminati (p. es., asciugamani, fazzoletti, cosmetici).

Patogenesi
Il tracoma è molto probabilmente dovuto ad una risposta di carattere immunologico in conseguenza di ripetute e continue esposizioni alla Chlamydia Tracomatis.

Un tracoma infettivo acuto è caratterizzato da una congiuntivite a entrambi gli occhi, non purulenta. Generalmente si gonfiano le ghiandole linfatiche del collo e davanti all’orecchio; possono essere presenti iniziali alterazioni della cornea ed erosioni puntate (piccole abrasioni sullo strato esterno dell’occhio).

Nelle fasi successive della malattia l’infiammazione della congiuntiva diviene più marcata (ipertrofia follicolare e ipertrofia papillare), con maggiore coinvolgimento della cornea: questa diventa opaca nella parte superiore e si formano piccole opacità, i cosiddetti infiltrati corneali.

Nello stadio successivo (cicatrizzazione) cominciano a morire i follicoli della congiuntiva; diminuisce il grado d’infiammazione, ma appaiono le iniziali alterazioni delle palpebre (ad esempio, trichiasi ed entropion).

Nella fase finale l’infiammazione è totalmente risolta, ma residuano diversi gradi di cicatrizzazione della congiuntiva. Le deformazioni della palpebra e degli annessi all’origine del danno alla cornea sono i segni caratteristici di questo stadio e della malattia tracomatosa propriamente detta.

Terapia
Nelle forme acute sporadiche il trattamento con antibiotici per via sistemica è sufficiente mentre le deformazioni palpebrali devono essere trattate chirurgicamente.

 

Patologie degli annessi oculari

 
BLEFARITE

Infiammazione dei margini palpebrali con arrossamento, ispessimento e quasi sempre formazione di squame e croste o di ulcere superficiali sui margini palpebrali.

Esistono tre forme di blefarite:

- iperemica
i bordi delle palpebre sono gonfi e arrossati, gli occhi compaiono cerchiati di rosso.

- squamosa
nella zona di impianto delle ciglia si riscontrano delle pellicole sottili, facilmente asportabili, che altrettanto facilmente si riformano.

- ulcerativa
la causa è lo stafilococco . Si formano piccoli ascessi a livello dei follicoli piliferi con croste che tendono ad aprirsi.

Il comparire contemporaneamente delle 3 forme può dare origine a complicanze come la congiuntivite e la cheratite.

Il trattamento della blefarite consiste nell'eliminazione delle probabili cause locali:
- Rimozione delle squame che si vanno a depositare lungo il margine palpebrale e le ciglia.
- Applicazione pomate all'ossido di zinco in associazione ad antibiotici cortisonici.


ORZAIOLO

E’ un’infiammazione comune e acuta di un follicolo ciliare (dotto che contiene le ciglia) e della relativa ghiandola (di Zeiss), generalmente causato da un batterio: lo Staphylococcus aureus.

Quando gli orzaioli si presentano frequentemente e contemporaneamente compaiono foruncoli cutanei in altre zone del corpo, è opportuno sottoporsi ad esami clinici: a volte si può avere contratto il diabete senza saperlo (metabolismo dei glicidi alterato).
Gli orzaioli sono quasi sempre associati a blefarite e secondari ad essa.
Le recidive sono frequenti.

Segni e sintomi
- Gonfiore e arrossamento delle palpebre, dolore.
- Sul bordo delle ciglia generalmente è presente del pus.

Terapia
Pomate, spesso antibiotiche, che andrebbero prescritte sempre da un medico oculista. Generalmente la rottura spontanea del gonfiore, con la conseguente fuoriuscita del pus, allevia i sintomi. Si può ricorrere anche ad impacchi tiepidi ed umidi, ma sempre con molta cautela perché si rischia di irritare ulteriormente le palpebre.



CALAZIO
Il calazio è una flogosi granulomatosa di una ghiandola di Meibomio, il cui dotto escretore risulta ostruito.

Questo tipo di infiammazione è un processo cronico ed i sintomi sono incredibilmente lievi.

Calazio esterno
interessa la cute della palpebra sollevata da un piccolo rilievo tondeggiante.

Calazio interno
sviluppa verso la congiuntiva palpebrale e che è apprezzabile rovesciando la palpebra, dove si riscontra una massa di colorito giallastro.

Calazio del margine palpebrale
A carico del margine palpebrale con la forma di una propaggine appuntita.

Il comparire contemporaneamente di più calazi viene definito calaziosi.
La maggior parte dei calazi scompare dopo pochi mesi, in caso contrario l'unica vera soluzione terapeutica risulta l'asportazione chirurgica.



ENTROPION ED ECTROPION
Introflessione (entropion) ed eversione (ectropion) della palpebra.

Compaiono generalmente nelle persone anziane oppure si verificano in seguito a formazioni di cicatrici.
L'entropion causa irritazione poiché le ciglia sfregano sul bulbo provocando ulcerazioni e cicatrizzazioni corneali. L'ectropion è generalmente la conseguenza del rilassamento dei tessuti che si verifica con l'invecchiamento e comporta uno scarso drenaggio delle lacrime attraverso il sistema naso-lacrimale.
I sintomi possono comprendere arrossamento, irritazione ed epifora.
Entrambe queste condizioni, se persistenti, andrebbero trattate chirurgicamente.



XANTELASMA
E' una neoplasia benigna abbastanza comune, con placche appiattite giallo-biancastre di materiale lipidico, che si presentano nel sottocutaneo delle palpebre superiori e inferiori.

Gli xantelasmi sono associati con l'ipercolesterolemia.
Colpisce prevalentemente le persone al di sopra dei 50 anni, specie di sesso femminile ed è dovuto a degenerazione xantomatosa degli istiociti.
L'evoluzione è lenta, ma progressiva e la loro rimozione non è necessaria, tranne che per motivi estetici.


DACRIOSTENOSI
Restringimento del dotto naso-lacrimale dovuto spesso a una anomalia congenita o a un'infezione.

La dacriostenosi congenita generalmente compare fra le 3 e le 12 sett. di vita con una lacrimazione continua (epifora) di un occhio che scopare entro 6 mesi
La dacriostenosi acquisita con epifora può verificarsi in seguito a ostruzione infiammatoria del dotto causata da infezione cronica del sacco lacrimale oppure in seguito a congiuntivite grave o cronica.



DACRIOCISTITE
E' un'infiammazione del sacco lacrimale che solitamente è di natura secondaria rispetto a Dacriostenosi.

I sintomi si evidenziano con una lacrimazione copiosa ed iperemia congiuntivale.
L'agente batterico delle forme acute è in genere lo stafilococco piogeno, mentre quello delle forme croniche è lo pneumococco.

La terapia spesso richiede un intervento chirurgico o l'asportazione del sacco lacrimale. Per ristabilire semplicemente la pervietà delle vie lacrimali occorre invece eseguire un sondaggio con una piccola sonda metallica nel puntino lacrimale inferiore, associato ad un'irrigazione a base di soluzioni antisettiche.



Patologie della Cornea

Perdita o danneggiamento dell'epitelio dalla superficie corneale di uno o entrambi gli occhi, caratterizzato da piccole erosioni puntiformi e disseminate.



CHERATITI

Infiammazioni della cornea causate da:
- Fattori infettivi (virus, batteri, protozoi, funghi),
- Agenti fisici (come i raggi ultravioletti)
- Malattie sistemiche (artriti reumatoidi o vasculiti disseminate).
Le cheratiti possono manifestarsi con piccole erosioni superficiali (mini affossamenti dell’epitelio) e opacità disseminate all’interno della cornea (infiltrati stromali).
Altra caratteristica è la crescita dei vasi sanguigni all’interno del tessuto corneale a partire dal limbus (zona tra stroma e sclera-congiuntiva), con formazione di tessuto fibroso sotto l’epitelio (questa condizione è definita panno corneale).
Questa malattia oculare è spesso contraddistinta da edema corneale, cioè dalla presenza di un eccesso di contenuto acquoso all’interno della cornea.
Le forme infettive si accompagnano di solito a dolore, secrezione e torbidità dell’umore acqueo (reazione infiammatoria in camera anteriore).
Se non curate, possono compromettere la trasparenza della cornea e quindi la corretta visione. Possono essere complicate da perdita di tessuto, che assume la forma di un cratere (l’ulcera corneale, con rischio di perforazione); l’ulcera può evolvere in cicatrici che, se centrali, compromettono la visione.
Questa condizione ha come terapia il trapianto di cornea o l’impiego di laser ad eccimeri se l’opacità è confinata nello stroma anteriore.
Per l’infezione si usano farmaci antibiotici, sia per via topica (colliri) che per via orale.
Per ridurre o eliminare le cicatrici vengono impiegati antinfiammatori steroidei.
Per la riepitelizzazione si utilizzano dei lubrificanti, con la temporanea chiusura della palpebra e/o applicazione di lenti a contatto terapeutiche.



ONCOCERCHIASI
Conosciuta anche come “cecità dei fiumi”, è causata dall’infezione di un verme (nematode), l’Onchocerca volvulus.
Provoca cecità, generalmente a causa di una malattia della cornea (cheratite sclerosante), che si accompagna spesso ad un’infiammazione interna all’occhio, con danni alla retina (causati da cicatrizzazione e dalla sua degenerazione irreversibile ossia da atrofia).

L’Onchocerca volvulus è endemico in Africa equatoriale e in America centrale e meridionale, specialmente lungo i grandi fiumi e le grandi vie d’acqua, dove sono presenti mosche brune, che trasmettono l’infezione.

L’ulteriore progressione della patologia porta alla comparsa di atrofia corioretinica (morte e perdita di tessuto retinico e cicatrizzazione), accumulo di pigmento, fibrosi e neovascolarizzazione. Le lesioni sono generalmente simmetriche (coinvolgono entrambi gli occhi) e tendono a risparmiare la macula fino agli stadi terminali della malattia.
Il miglior modo di trattare la patologia è quello di prevenirla.



TRAPIANTO DI CORNEA (Innesto corneale; cheratoplastica perforante)

Procedura chirurgica che rimuove la parte alterata della cornea e la sostituisce con una di grandezza simile e di forma uguale ottenuta da un donatore sano.

I trapianti di cornea vengono eseguiti per:
- Migliorare le qualità ottiche della cornea e migliorare quindi la visione.
- Ricostruire la cornea anatomica o sostituendo una cornea perforata.
- Trattare patologie che non rispondono alla terapia medica allo scopo di preservare l'occhio.
Cataratta

La cataratta è la perdita o la diminuzione della trasparenza del cristallino, per invecchiamento, traumi o intossicazioni. E' anche possibile che la causa si l'uso di alcuni farmaci (tra cui i cortisonici) o alcune malattie sistemiche come il diabete, o ancora difetti ereditari o congeniti.

La cataratta più comune è quella senile dovuta al normale processo di invecchiamento che può causare l'indurimento del cristallino e la sua opacizzazione.


Segni e sintomi
I più comuni, durante lo sviluppo della cataratta, sono:
- Visione offuscata o doppia;
- Ipersensibilità alla luce o fotofobia e abbagliamento;
- Percezione dei colori meno vivida.

Trattamento
Quando la visione diventa insufficiente l'unico trattamento è l’asportazione chirurgica con la tecnica della facoemulsificazione, che consiste nella frantumazione del cristallino attraverso l’emissione di ultrasuoni; quindi si procede all’aspirazione dei frammenti di cristallino. A questo punto si impianta la lente artificiale (IOL).
L’intervento dura circa 30 minuti e viene eseguito in regime di DAY-HOSPITAL, in anestesia locale o topica.


Glaucoma

Malattia oculare dovuta ad un aumento della pressione (In condizioni normali, l'umore acqueo viene continuamente prodotto e riassorbito) all'interno dell'occhio che danneggia direttamente il nervo ottico comprimendo le fibre di cui è composto.
Il glaucoma è una delle principali cause di cecità irreversibile nel mondo che causa un progressivo restingimento del campo visivo, spesso asintomatico se non nelle fasi tardive della patologia. Se la malattia viene diagnosticata in tempo e trattata adeguatamente la cecità è facilmente evitabile.


Glaucoma primario ad angolo aperto
Patologia cronica, lentamente progressiva e generalmente bilaterale e asintomatico.
La forma più frequente di glaucoma che si verifica in seguito al restringimento progressivo delle vie di deflusso dell'umor acqueo a causa di materiale che vi si deposita.

Glaucoma primario ad angolo stretto (o chiuso)
Patologia spesso ad esordio acuto caratterizzato da un improvviso aumento della pressione intraoculare. L'occhio diventa rosso ed il paziente accusa un forte dolore, associato a nausea e vomito

Glaucoma congenito
Presente dalla nascita e associato ad anomalie oculari.
L'aumento di pressione è dovuto ad un difettoso sistema di drenaggio che nel bambino può causare un aumento delle dimensioni dell'occhio e l'opacizzazione della cornea.

Glaucoma secondario
In questa condizione l'ostacolo al deflusso è un effetto secondario di alcune malattie (fra cui il diabete e le trombosi retiniche), dell'uso di alcuni farmaci, di emorragie, tumori e stati infiammatori.

Diagnosi
L'unico modo per effettuare una diagnosi precoce del glaucoma è sottoporsi a 3 controlli periodici:
1) La pressione intraoculare mediante tonometro.
2) L'aspetto del nervo ottico mediante l'oftalmoscopio.
3) La perimetria computerizzata (metodo di indagine per la misura della sensibilità in diverse zone della retina).

Trattamento
I farmaci e la chirurgia sono usati per prevenire ulteriori danni e per conservare la funzione visiva esistente.
Il glaucoma si cura di solito con l'istillazione di colliri (diverse volte al giorno) o con l'uso di compresse. Ma se la terapia medica non è efficace nel controllare la pressione intraoculare può rendersi necessario il ricorso alla chirurgia o al laser.
Distacco di Retina
In condizioni normali la retina è aderente alla superficie interna dell'occhio. Se presenta una rottura o un foro può distaccarsi dal tessuto oculare a cui aderisce e accartocciarsi. In tal caso la retina non è più in grado di offrire al cervello un'immagine adeguata e la visione diviene offuscata e ridotta.
Il distacco di retina si verifica più di frequente in soggetti di età media con miopia medio-elevata cioè superiore alle tre diottrie. E' comunque abbastanza raro: si verifica all’incirca in una persona su 10.000. Avviene in occhi di soggetti che presentano degenerazioni retiniche periferiche. Più raramente soggetti giovani possono presentare rotture retiniche spontanee con conseguente distacco. In altri casi può essere la conseguenza di un trauma contusivo oculare, oppure di una trazione vitreoretinica nella retinopatia diabetica proliferante.
Sintomi
Il sintomo più comune è la visione di una "tenda" nel campo visivo. Il paziente può anche percepire flash luminosi o lampi di luce oppure percepire punti neri mobili nel campo visivo. Non è mai presente dolore.
Terapia
Se il problema viene diagnosticato in fase precoce spesso è sufficiente effettuare un trattamento argon laser fotocoagulativo intorno alle degenerazioni retiniche.
Spesso, tuttavia, è necessario un intervento chirurgico (solitamente in anestesia generale).
Se i pazienti non si sottopongono all'intervento o se quest'ultimo risulta inefficace, perdono quasi completamente la vista.

 

Fonte: http://u.jimdo.com/www400/o/s5d0ef10cc4a06ea2/download/m02285ce6c44c5cdf/1281629406/Oculistica.doc

Sito web da visitare: http://infermieriuniti2.jimdo.com/materie/oculistica/

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