Prove invalsi test italiano

 


 

Prove invalsi test italiano

 

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Prove invalsi test italiano

 

PROVA DI ITALIANO

LEGGI IL SEGUENTE TESTO E RISPONDI ALLE DOMANDE

 

Lo specchio magico

 

C’era una volta un califfo di Ispahan che dopo vent’anni di felicità coniugale s’andava tristemente disamorando della regina. Col cuore in pezzi, la vedeva perdere di giorno in giorno il fascino che aveva conservato tanto a lungo. Il viso della regina stava diventando scialbo, appariva grigio, cupo e mesto. Gli angoli delle labbra mostravano una piega amara e delle rughe violacee le appesantivano lo sguardo spento. Pareva soprattutto che avesse rinunciato a sedurre e che deliberatamente venisse meno al dovere di essere bella a cui ogni donna, e una regina più d’ogni altra, è tenuta.
Così, il califfo si stava allontanando da lei. Tutti i pretesti erano buoni per andarsene in guerra, a caccia o in missione diplomatica. Anche il suo interesse verso le damigelle di corte appariva sempre più insistente.
Un giorno però, uscendo dalle sue stanze per andare nella sala del Consiglio, gli accadde di passare dietro alla regina che s’acconciava la capigliatura davanti a uno specchietto. Guardò di sfuggita nello specchio e si fermò sbalordito. Il viso che vi aveva appena scorto risplendeva di radiosa bellezza. Quegli occhi brillavano di gioia. Gli angoli delle labbra si rialzavano in un sorriso pieno di gaia ironia. Colto da stupore, il califfo restò fermo, e, poggiando le mani sulle spalle della regina, la fece voltare verso di lui. Che mistero! Il viso che adesso stava fissando era, come al solito, grigio, cupo e mesto. Gli angoli delle labbra ricadevano in una piega amara. Delle rughe violacee le appesantivano lo sguardo spento. Il califfo alzò le spalle e si recò al Consiglio.
Tuttavia la fugace illuminazione che aveva colto al mattino seguitava a occupare la sua mente. Cosicché l’indomani fece in modo che si ripetesse la scena del giorno prima. Mentre la regina stava di fronte al suo specchietto, le passò dietro osservandone la sua immagine riflessa. Il miracolo si ripeté: vi si rifletteva una donna che risplendeva di gioia. Di nuovo il califfo la fece voltare verso di lui. Di nuovo, il volto che scoprì era solo una maschera di lutto e malinconia. S’allontanò ancora più inquieto del giorno prima.
La sera, si recò presso il saggio Ibn Al Houdaïda. Era un vecchio infarcito di filosofia che un tempo era stato suo precettore e che non dimenticava mai di consultare nei casi difficili. Gli raccontò del disamore che si stava instaurando tra lui e la regina, del velo di infelicità che abitualmente le copriva il volto, ma anche della scoperta di una donna trasfigurata nel piccolo specchio, come per due volte aveva constatato, e gli raccontò pure della sua delusione quando poi l’aveva guardata dritto in volto.
Ibn Al Houdaïda meditò a lungo in seguito a questo racconto. Lui che viveva da tanto tempo senza moglie e senza specchio, cosa ne poteva capire? Interrogò il suo discepolo d’un tempo.
-  Cosa vedevi esattamente, nello specchio che osservavi da sopra la spalla della regina?
-  Ve l’ho già detto – rispose il califfo – vedevo la regina radiosa di bellezza.
Il saggio seguitò a riflettere.

  • Ricordati bene. Davvero vedevi soltanto il volto della regina?
  • Sì, insomma…credo. Forse vedevo anche il muro della stanza, o una parte del soffitto.
  • Domani mattina riprova di nuovo e guarda meglio – gli ordinò Ibn Al Houdaïda.

L’indomani sera, il califfo si presentava di nuovo a casa sua.

  • Allora? – gli chiese il saggio. – Che hai visto nello specchio, oltre alla regina trasfigurata?
  • Ho scoperto la mia testa in secondo piano e un po’ sfocata nella penombra – rispose il califfo.
  • Ebbene, - disse il saggio – ecco la chiave del mistero! Quando affronti la regina di fronte, con durezza, senza amore, come un giudice, quando la squadri come se volessi contare le sue rughe o i suoi capelli grigi, allora la getti in una solitudine che l’addolora e l’imbruttisce. Invece, quando il tuo viso è accanto al suo essa irradia bellezza e gioia. Ti ama, ecco, e si illumina solo quando le vostre due teste sono unite nella stessa cornice con lo sguardo rivolto allo stesso paesaggio, allo stesso avvenire, proprio come su un ritratto di nozze.

(da Michel Tournier, Racconti d’amore del ‘900, trad. di P. Dècina Lombardi, Mondadori, Milano)


A1   Individua nel racconto i personaggi principali:

1……………………………………………
2……………………………………………


3……………………………………………

 

A2   Tra i personaggi, possiamo includere anche un oggetto, che riveste una funzione importante. Questo oggetto è:

  • Lo specchio
  • La maschera
  • Le labbra

 

A3   Il racconto si svolge:

  • In un paese d’Europa
  • Nel favoloso Oriente
  • In America

 
A4   L’epoca in cui si svolgono i fatti è:

  • Un’epoca non definita del passato
  • Un’epoca  definita del passato
  • L’epoca di oggi

 

A5  Riprendi ora  il testo del racconto e rispondi: qual è il soggetto della frase : “ Pareva soprattutto che avesse rinunciato a sedurre….”

  • La regina
  • Il califfo
  • Il vecchio saggio

  
A6   Cosa vuol dire esattamente  l’aggettivo “scialbo” ?

  • Senza amore
  • Insignificante
  • Senza forza

 

A7   Cosa significa  “sguardo spento” ?

  • Sguardo rabbioso
  • Sguardo allegro
  • Sguardo triste

 

A8   Cosa significa  “lutto” ?

  • Dolore per la perdita di una persona cara
  • Festa segnata sul calendario
  • Lieto evento, ad esempio una nascita

____________________________________________________________

A9   Cosa significa  “deliberatamente” ?

  • Di proposito
  • Con calma
  • Con tristezza

­­­­­­­­­­­­
A10   Cosa significa  “fugace” ?

  • Duraturo, che dura a lungo
  • Fisso
  • Momentaneo, fuggevole

­­­­­­­­­­­­
A11   Cosa significa esattamente l’espressione “il viso risplendeva di radiosa bellezza”?

  • Il viso era molto triste e malinconico
  • Il viso era raggiante di felicità
  • Il viso era illuminato da una lampada

 

A12   Cosa significa esattamente l’espressione “era un vecchio infarcito di filosofia”?

  • Era un vecchio molto saggio e molto istruito
  • Era un vecchio a cui piaceva molto mangiare
  • Era un vecchio molto solo e triste

­­­­­­­­­­­­___________________________________________________________

A13   Cosa significa esattamente l’espressione “si andava tristemente disamorando della regina”?

  • Si era innamorato di nuovo della regina
  • Aveva smesso di amare la regina
  • Aveva lasciato la regina per un’altra donna più giovane

___________________________________________________________

A14   Cosa significa esattamente l’espressione “trasfigurata nel piccolo specchio”?

  • Imbruttita dallo specchio
  • Invecchiata dallo specchio
  • Riflessa con un’immagine più bella di quella reale

____________________________________________________________

A15   Cosa significa esattamente l’espressione “ecco la chiave del mistero”?

  • Questa è la spiegazione del problema
  • Questa è la chiave che apre il passaggio segreto
  • Questo è il lieto fine della storia

____________________________________________________________

Fonte: http://www.proveinvalsi.net/prove_invalsi_disabili/3_superiore/Italiano/Ritardo%20mentale%20di%20grado%20lieve/proveinvalsi.net_588.doc

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PROVA DI ITALIANO
LA VITA DEI POPOLI

 

 

 

La Grande Muraglia della Cina è alta dai cinque ai dieci metri ed è lunga 6000 chilometri. Questa fortificazione separava le terre

3         agricole cinesi dalle steppe desertiche  della Mongolia.

 

Da una parte c’era il paesaggio coltivato di una grande civiltà che si era formata sulle terre fertili del fiume Giallo, quindi una civiltà sedentaria (cioè di gente che viveva sempre nello stesso posto) e che allora era organizzata in modo che l’imperatore e i suoi amministratori, i mandarini, potessero sfruttare bene il lavoro

9       dei contadini.

 

Dall’altra parte della muraglia, invece, c’erano le steppe sconfinate dell’Asia, dove vivevano i Mongoli nomadi, sempre in movimento con le loro tende, i loro cavalli, i loro greggi e sempre pronti a portar via tutto quello che trovavano nei campi dei contadini.

 

14     Ecco perché, fra le terre coltivate fu costruito quell’enorme muro che divideva due paesaggi diversi e, di conseguenza, anche due modi diversi di organizzare la vita.


Le domande che seguono si riferiscono al racconto che hai appena letto. Cerca di rispondere a tutte le domande e di fare del tuo meglio.

 

 

 

Quale delle frasi seguenti descrive in modo completo l’altezza della Grande Muraglia?

 

  • A. L’altezza massima della Grande Muraglia cinese è di dieci metri.
  • B. La Grande Muraglia può raggiungere l’altezza di dieci metri.
  • C. L’altezza della Grande Muraglia è compresa fra i cinque e i dieci metri.
  • D. L’altezza della Grande Muraglia cinese è superiore ai cinque metri.

 

 

Quali paesaggi separava la Grande Muraglia?

 

  • A. Terre coltivate da una parte, steppe dall’altra.
  • B. La Mongolia da una parte, l’Asia dall’altra.
  • C. Terre coltivate da un lato, boschi dall’altro.
  • D. Il fiume Giallo da un lato, l’Asia dall’altro.

 

 

Qual è il soggetto nella frase: “La lunga fortificazione separava il territorio della Cina da quello della montagna”?

 

  • A. La Mongolia.
  • B. La Cina.
  • C. Il territorio.
  • D. La fortificazione.

 


Che cosa significa l’espressione: “le steppe sconfinate” (riga 10)?

 

  • A. Le steppe non erano recintate.
  • B. Sulle steppe l’uomo aveva cancellato i confini.
  • C. Il territorio delle steppe era molto ampio.
  • D. Le steppe non erano divise in regioni.

 

 

Con quale espressione dello stesso significato puoi sostituire “di conseguenza” (riga 15)

 

  • A. Quindi.
  • B. Però.
  • C. Infatti.
  • D. Poi.

 

 

Per quale scopo fu costruita la Grande Muraglia?

 

  • A. Per difendere i territori coltivati dei mongoli dagli assalti dei cinesi.
  • B. Per proteggere soltanto le terre coltivate dai cinesi vicino al fiume Giallo.
  • C. Per difendere i territori coltivati dei cinesi dagli assalti dei mongoli.
  • D. Per recintare con un’opera d’arte, che durasse nei secoli, il territorio abitato dai cinesi.

 

 

Qual è la frase con tutte le parole scritte in modo corretto?

 

  • A. I mongoli non hanno scielto di vivere da nomadi.
  • B. I mongoli non  hano scelto di vivere da nomadi.
  • C. I mongoli non anno scelto di vivere da nomadi.
  • D. I mongoli non hanno scelto di vivere da nomadi.

 

 

 


CE L’HANNO FATTA

 

Una squadra di boscaioli, sorpresi dal temporale, cerca riparo sotto un albero. Da lì sotto, il più giovane esce per andare a ricoprire la motosega, perché non si bagni. Ma al ritorno …

 

 

  • Venite! Venite a vedere: lì in quello spiazzo c’è un capriolo

2      appena nato. Venite ad aiutarmi!

Uscirono nel temporale anche gli altri tre e lo seguirono di corsa. Quando giunsero nella radura videro tra le felci l’animaletto quasi senza vita: aveva gli occhi spalancati e certo non si rendeva conto che il mondo dov’era venuto alla luce non

7      era fatto solamente di temporali.

 

Un boscaiolo si chinò a raccoglierlo e portarlo all’asciutto, ma quello che lo aveva visto per primo lo fermò:

  • Non toccarlo! – gli urlò, - se sente il tuo odore la madre lo

11    abbandona. Non lo riconosce più.

 

Incominciò a grandinare; il boscaiolo cacciatore si levò la giacca e la tenne stesa sopra il capriolo:

  • Andate a prendere delle scorze e dei rami, - disse ai compagni, - dobbiamo fargli un riparo.
  • -Ma dove sarà andata la madre? E come ha pensato di

17    partorirlo qui vicino a noi? – chiese uno.

  • Avrà cercato aiuto. Gli animali capiscono certe cose … Adesso sarà spaventata dalle saette e magari è poco lontana, - riprese il più anziano dei quattro.

 

Ormai erano tutti bagnati; velocemente pulirono e spuntarono quattro grossi rami, li ficcarono nel terreno attorno al capriolo e posarono le cortecce a fare il tetto.

  • Chissà se la madre lo ritroverà, - disse uno.

25    - Sono forti, loro, sono madri … - lo tranquillizzò il più anziano.

Ora le saette erano cessate ma continuava a piovere.

  • Qui, ormai, ci conviene raccogliere su e andare a casa.

 

La mattina venne limpidissima; il guardacaccia salì con i quattro boscaioli al ricovero del capriolo. Levarono le cortecce messe a tetto sopra i rami, ma il capriolo non c’era più.

  • Sarà venuta la madre a prenderselo, - disse il cacciatore.

Stettero un poco in silenzio e sentirono un breve scalpiccio e

33    frusciare di rami. Poi belare.

- Sono loro, - disse il guardacaccia. - È venuta a prenderselo: ce l’hanno fatta.

 

 


Le domande che seguono si riferiscono al racconto che hai appena letto. Cerca di rispondere a tutte le domande e di fare del tuo meglio.

 

 

All’inizio del racconto un boscaiolo dice ai compagni: “Venite ad aiutarmi!” (riga2). Perché serve aiuto al boscaiolo?

 

  • A. Sta portando all’asciutto un capriolo.
  • B. Da solo non può mettere in salvo il capriolo appena nato.
  • C. Il capriolo è troppo pesante.
  • D. Deve andare a ricoprire la motosega perché non si bagni.

 

 

Qual è il corretto singolare della parola felci (riga 4)?

 

  • A. Felcia.
  • B. Felcio.
  • C. Felcie.
  • D. Felce.

 

 

Quale significato ha nel testo la frase: “Un boscaiolo si chinò a raccoglierlo e portarlo all’asciutto” (riga 8)?

 

  • A. Il boscaiolo ha raccolto il capriolo appena nato e l’ha portato all’asciutto.
  • B. Il boscaiolo si è chinato con l’intenzione di raccogliere il capriolo e portarlo all’asciutto.
  • C. Il boscaiolo ha raccolto il capriolo e si prepara a portarlo all’asciutto.
  • D. Il boscaiolo fa fatica a raccogliere il capriolo per portarlo all’asciutto.

Secondo uno dei boscaioli, quando la mamma potrebbe abbandonare il proprio capriolo – cucciolo?

 

  • A. Se il cucciolo è ormai senza vita.
  • B. Se lei stessa deve cercare un rifugio.
  • C. Se il cucciolo porta addosso l’odore di una persona.
  • D. Se la mamma sta male, dopo la nascita del capriolo.

 

 

Con quale sentimento i boscaioli e il guardacaccia seguono la vicenda del capriolo?

 

  • A. Fiducia nella natura.
  • B. Tranquillità e distacco.
  • C. Nervosismo.
  • D. Agitazione.

 

 

I boscaioli, con le loro azioni, fanno capire come deve comportarsi chi desidera aiutare gli animali. Quale comportamento suggeriscono?

 

  • A. Nutrire e curare gli animali.
  • B. Affidare gli animali in pericolo ai guardacaccia.
  • C. Non avvicinarsi agli animali.
  • D. Agire rispettando le regole di vita degli animali.

 

 

Quale fra i messaggi seguenti ritrovi nel racconto letto?

 

  • A. I cacciatori non hanno rispetto degli animali.
  • B. Essere cacciatori non impedisce di aver cura per gli animali.
  • C. Chi vuole rispettare la natura deve rinunciare alla caccia.
  • D. Tutti i cacciatori rispettano la vita degli animali.

 

PROVA  DI  ITALIANO

 

ISTRUZIONI GENERALI

 

 

Fai la massima attenzione a queste istruzioni.

Nel fascicolo ci sono due testi da leggere. Il primo è seguito da 12 domande, il secondo da 16 domande . Leggi con attenzione ogni testo perché poi dovrai rispondere alle domande. Stai attento: a lato del testo ci sono dei numeri (5, 10, 15, ecc.). Ti aiuteranno a contare le righe.

Quando rispondi non devi coprire il testo, se vuoi puoi rileggerlo. In alcune domande è riportato tra parentesi quali righe del testo dovrai rileggere per rispondere. Ad esempio: (righe 5-9) significa che dovrai rileggere da riga 5 a riga 9.

Per rispondere metti una crocetta nel quadratino a sinistra della risposta che ritieni giusta, come nell’esempio seguente.

 

 

Esempio 1

 

     1.     Qual è la capitale dell’Italia?

 

  □   A.  Venezia.

  □   B.   Napoli.

   C.   Roma.

       D.  Torino.

 

 

 

 

È stata messa una crocetta nel quadratino corrispondente alla lettera ‘C’ perché Roma è la capitale dell’Italia.

Se non sei sicura/o di una risposta, segna la risposta che ti sembra giusta e continua con la domanda successiva.

Se ti accorgi di aver sbagliato, puoi correggere scrivendo NO vicino alla risposta sbagliata e mettendo una crocetta nel quadratino della risposta che ti sembra giusta, come nell’esempio seguente.

 

 

Esempio 2

 

      2.      Dove si trova l’Italia?

 

X NO    A.     Asia.

          B.     Africa.

X         C.     Europa.

           D.     Australia.

 

 

 

In questo esempio la prima risposta ‘A’ (sbagliata) è stata corretta con la risposta ‘C’ (che è quella giusta).

Deve comunque essere chiaro qual è la risposta che intendi dare. Non scrivere con la matita, usa soltanto una penna nera o blu.

 

Hai a disposizione 45 minuti per rispondere alle domande. L’insegnante ti dirà quando cominciare a lavorare. Quando l’insegnante ti comunicherà che il tempo è finito posa la penna e chiudi il fascicolo.

Se finisci prima, puoi chiudere il fascicolo e aspettare la fine, oppure puoi controllare le risposte che hai dato.

 

       Non iniziare a lavorare finché l’insegnante non te lo dirà.

 

FATIMA

Sono una bambina zingara, il mio nome è Fatima.

La mia tribù viene dalla Serbia.

Con la mia famiglia ho girato tutta l’Europa e l’Italia e ora vivo in un campo-sosta non autorizzato alla periferia di Milano.

Il Comune dovrebbe darci un luogo attrezzato dove sostare.

Per il momento abbiamo soltanto dei cassonetti dove buttare l’immondizia e un’autobotte tutti i giorni ci porta l’acqua.

Un pullman ci porta a scuola ogni mattina.

La gente che vive in questo quartiere non è contenta di averci come vicini… non ci saluta mai, si sposta quando passiamo… anche a scuola è difficile farsi degli amici…

Noi li chiamiamo “gagiò” quelli che non sono zingari come noi… forse anche con un po’ di  disprezzo… ma certamente siamo ricambiati.

 

Da L. Ciotti, Chi ha paura delle mele marce, Sei

 

1.

Qual è l’argomento principale trattato nel testo?

A. I viaggi degli zingari

B. Le case degli zingari

C. La vita in un quartiere di Milano

D. La vita di una bambina zingara

 

2.

Dopo aver letto i primi quattro righi del brano hai capito che…

A. Fatima dopo tanti viaggi finalmente vive a Milano

B. Fatima è a Milano in gita

C. Fatima è abituata a cambiare spesso città

D. Fatima vive in una bella casa nella periferia di Milano

3.

Dalla frase “…e ora vivo in un campo-sosta” (3° rigo) capisci che…

A. la casa di Fatima è immersa nel verde

B. la casa di Fatima è in campagna

C. la casa di Fatima è una roulotte ferma in un campo

D. la casa di Fatima è in un garage

 

4.

Nel campo-sosta il Comune di Milano ha  messo…

A. fontane

B. cassonetti per l’immondizia

C. panchine

D. giochi per i bambini

 

5.

Dove prende l’acqua Fatima?

A. dal rubinetto della cucina

B. dalle fontane nel campo

C. da una autobotte

D. dal naviglio

 

6.

Nella frase “Con la mia famiglia ho girato tutta l’Europa…”, il verbo HO GIRATO è:

A. indicativo presente

B. indicativo futuro

C. indicativo passato prossimo

D. indicativo passato remoto

 

7.

E il termine EUROPA è…

A. nome comune

B. aggettivo

C. nome proprio

D. pronome

 

8.

La gente del quartiere…

A. si ferma sempre a salutare gli zingari

B. porta l’acqua agli zingari

C. non saluta mai e si sposta quando passano gli zingari

D. è contenta di avere gli zingari come vicini.

 

9.

La gente del quartiere non è contenta di avere gli zingari come vicini. Perché?

A. perché gli zingari vestono in modo strano

B. perché gli zingari parlano un’altra lingua

C. perché vivono nelle roulotte

D. perché hanno paura

 

10.

Il termine “gagiò” (rigo n.12) indica:

A. tutti gli zingari

B. tutti quelli che non sono zingari

C. tutti i bambini

D. tutti i compagni di scuola di Fatima

 

11.

Nella frase “…forse anche con un po’ di disprezzo” il termine DISPREZZO si può sostituire con:

A. amicizia

B. odio

C. simpatia

D. piacere

 

12.

Che cosa significa l’espressione “… ma certamente siamo ricambiati” (ultimo rigo)

A. che anche i vicini aiutano gli zingari

B. che anche i vicini hanno simpatia per gli zingari

C. che anche i vicini disprezzano gli zingari

D. che anche i vicini chiamano gagiò gli zingari

 

 

L’ASINO E IL LUPO

 

Un asino che pascolava in un prato vide un lupo e si mise a fare lo zoppo.

Il lupo si avvicinò: Perché zoppichi?

  • Un momento fa, attraversando la siepe, ho messo il piede su una spina. Tu mi vuoi mangiare, lo so; ma prima faresti bene a levarmi la spina, anche nel tuo interesse, perché non ti si infili in bocca nel masticare.

Il lupo ne fu persuaso. Sollevò la zampa dell’asino e si mise ad osservare con la massima attenzione lo zoccolo; e l’asino, intanto, con un calcio in bocca gli spezzò tutti i denti.

Malconcio com’era: - Mio padre mi insegnò l’arte del macellaio ed io, pezzo d’animale, ho voluto tentare quella del medico! -

Cambiare il proprio mestiere porta disgrazia, spesso.

 

Esopo – Favole esopiche – a cura di C. Marchesi, Feltrinelli

 

1.

Il brano che hai letto è…

A. Una favola

B. Un racconto

C. L’articolo di un giornale

D. Un fumetto

 

2.

Quali sono i personaggi della favola?

A. Il lupo e il prato

B. Il lupo e la siepe

C. Il lupo e l’asino

D. Il lupo, l’asino e la spina.

3.

In quale ambiente si svolge la storia?

A. In città

B. Nel deserto

C. In campagna

D. Sul lago

 

4.

Qual è  il significato del termine pascolare?

A. mangiare

B. dormire

C.  passeggiare

D. giocare

 

5.

All’inizio della storia cosa fa l’asino?

A. mangia tranquillo in un prato

B. salta la siepe

C. prende a calci il lupo

D. piange perché ha una spina nello zoccolo

 

6.

All’inizio della storia cosa vuole fare il lupo?

A. parlare con l’asino

B. divorare l’asino

C. pascolare con l’asino

D. giocare con l’asino

 

7.

Quale tra i significati indicati corrisponde al verbo “zoppicare”?

A. parlare velocemente

B. camminare curvo

C. camminare zoppo

D. saltare

 

8.

Perché l’asino comincia a zoppicare?

A. perché ha una spina nello zoccolo

B. perché si è fatto male saltando la siepe

C.  perché ha visto il lupo

D. perché ha preso a calci il lupo.

 

9.

Nella frase “Un asino che pascolava in un prato” la parola ASINO è…

A. un nome comune

B. un nome proprio

C. un aggettivo

D. un pronome

 

10.

Perché l’asino chiede al lupo di togliergli la spina dal piede?

A. perché gli fa molto male

B. perché gli fa il solletico

C. perché teme che possa ficcarsi nella gola del lupo

D. perché vuole spezzare con un calcio i denti del lupo

 

11.

Nella frase “il lupo ne fu persuaso”, con che cosa si può sostituire il termine “persuaso”?

A. ingannato

B. convinto

C. lieto

D. commosso

 

12.

L’asino risolve il suo problema?

A. Si, perché il lupo gli toglie la spina

B. No, perché il lupo non l’aiuta

C. Si, perché riesce a rompere tutti i denti del lupo

D. No, perché il lupo non riesce a togliergli la spina

 

13.

La  frase “Mio padre mi insegnò l’arte del macellaio” significa che:

A. il lupo lavora in una macelleria

B. il lupo alleva animali

C. il lupo è un animale cattivo che mangia gli altri animali

D. al lupo non piace mangiare gli altri animali

 

 

14.

Di solito l’asino è immaginato come un animale ubbidiente e poco intelligente. In questa storia come ti è sembrato?

A. ubbidiente e poco intelligente

B. furbo e intelligente

C. dispettoso e bugiardo

D. bugiardo e furbo

 

15.

Di solito il lupo viene rappresentato come un animale malvagio.

In questa storia come ti è sembrato?

A. malvagio

B. buono

C. poco intelligente

D. molto furbo

 

16.

Qual è lo scopo della favola?

A. Insegnare che non bisogna mai fidarsi delle apparenze

B. Insegnare che non bisogna mai cambiare il proprio mestiere

C. Insegnare che non bisogna mai approfittare delle persone.

D. Insegnare che bisogna aiutare gli altri

 

 

 

Fonte:

http://www.proveinvalsi.net/prove_invalsi_disabili/4_elementare/Italiano/Disprassia/proveinvalsi.net_240.doc

http://www.proveinvalsi.net/prove_invalsi_disabili/1_media/Italiano/Disturbo%20attenzione/proveinvalsi.net_388.doc

Sito web da visitare: http://www.proveinvalsi.net/

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