Bioenergetica

 


 

Bioenergetica

 

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Bioenergetica

 

Introduzione.

 

L'analisi bioenergetica è un metodo, unico nel suo genere, che combina terapia corporea e psicoterapia verbale. Il concetto di integrazione è basato sul fatto che mente e corpo formano un'unità. Noi siamo i nostri pensieri, emozioni, sensazioni, impulsi ed azioni.

Essa affonda le sue radici nell'opera di Sigmund Freud che fu il fondatore della psicoanalisi. Egli nacque nel 1856 a Vienna, dove studiò medicina e neurologia e sperimentò nuovi modi di porsi in relazione con i pazienti.

All'epoca di Freud le persone soffrivano di un gran numero di malattie per le quali la scienza non aveva rimedi: paralisi, cecità, attacchi epilettici, perdita della memoria e perdita di sensibilità in varie parti del corpo. Freud scoprì che tali sintomi altro non erano che l'espressione corporea di esperienze infantili di dolore e di paura, che la mente aveva rimosso. Aiutando questi pazienti a ricordare e rivivere tali esperienze negative, Freud riuscì a curare i loro sintomi corporei e chiamò questo metodo psicoanalisi. Una volta che il paziente era diventato consapevole di quello che gli era accaduto da bambino, non aveva più bisogno di esprimere questi ricordi mediante sintomi corporei. Per far emergere tali ricordi dalla loro repressione Freud utilizzava i sogni dei pazienti, gli errori verbali (lapsus), le associazioni libere, il transfert.

Il transfert rappresenta una condizione nella quale una persona vede alcune delle sue relazioni interpersonali attraverso le lenti delle sue esperienze infantili. In altre parole, gli individui vedono i loro amici, i loro bambini, i loro superiori sul lavoro o il loro terapeuta non come questi sono realmente, bensì come se questi fossero il genitore che li ha, ad esempio, rifiutati, ignorati, criticati o umiliati. Essi trasferiscono i ricordi repressi di quello che è stato loro fatto nel passato sulle persone che fanno parte della loro vita presente.

Wilhelm Reich, vissuto dal 1897 al 1957, fu paziente ed allievo di Freud. Mentre Freud poneva attenzione soltanto alla produzione verbale dei pazienti, Reich introdusse nella psicoanalisi anche l'osservazione del corpo, come l'espressione degli occhi e del viso, la qualità della voce e i vari tipi di tensioni muscolari. Descrisse per primo quello che noi oggi chiamiamo linguaggio del corpo. Nello stesso modo in cui Freud notò una spaccatura fra memoria conscia ed inconscia, Reich notò una scissione fra le varie espressioni del corpo. Per esempio, una persona può ridere ma non essere consapevole che l'espressione del suo viso è triste. Può dire parole gentili, ma non rendersi conto che i suoi occhi sono pieni di risentimento o che la sua bocca ha una espressione negativa.

Reich osservò che, appena questi pazienti iniziavano la terapia, le tensioni muscolari cambiavano. Le spalle e le braccia della persona depressa si rilassavano, le mascelle diventavano meno contratte e i denti meno serrati. La ragione per cui il paziente frenava gli impulsi e reprimeva i ricordi dolorosi era, in primo luogo, per evitare di mostrarsi vulnerabile. Quindi, allentando le tensioni muscolari croniche, il paziente sperimentava la propria vulnerabilità. Serrando la bocca e i denti egli assumeva un'espressione corporea che diceva: "Non voglio aprirmi per non essere ferito di nuovo".

Reich sperimentò come rilassare i muscoli cronicamente tesi mediante la pressione diretta su di loro e scoprì che funzionava. In questo modo il paziente poteva entrare in contatto con emozioni forti e a lungo dimenticate e con ricordi dolorosi. L'unità di mente, corpo ed emozioni divenne più chiara.

Egli notò anche che, a questo punto, il paziente cominciava a sembrare più vivo, la sua pelle più rosea, i movimenti più spontanei, gli occhi più luminosi. Era come se avesse più energia. Era proprio così e Reich la chiamo energia "organismica" o "orgone".

 

Alexander Lowen e l'Analisi Bioenergetica

 

Alexander Lowen, paziente ed allievo di Reich, coniò per essa il termine di "bioenergia". Lowen, ancora attivo tutt'oggi all'età di quasi 95 anni, allargò gli scopi del lavoro sul corpo ed introdusse il lavoro bioenergetico a casa. Anziché limitarsi alla sola pressione e manipolazione delle tensioni muscolari croniche, egli fece uso di alcune posizioni di stress che potevano aiutare queste tensioni a rilasciarsi. La prova evidente di questo ammorbidimento delle tensioni era l'insorgere, nei muscoli, di una fine vibrazione. Lowen poté quindi osservare come i blocchi muscolari impedivano il libero scorrere dell'energia. Per esempio, un diaframma cronicamente contratto, come una strettoia, interrompeva l'onda respiratoria, provocando una respirazione superficiale. Come risultato diminuiva l'apporto di ossigeno ed il livello energetico calava. Questo modo superficiale di respirare è uno dei sistemi che noi usiamo per controllare le nostre emozioni. Per aiutare i pazienti a respirare meglio Lowen inventò il cavalletto bioenergetico.

E' di grande importanza la sua osservazione che una persona il cui flusso energetico è bloccato, ha perso una parte della sua vitalità e della sua personalità. Questa perdita fa sì che questa persona si senta depressa, sia sempre il lotta e usi costantemente la forza di volontà per eseguire i compiti quotidiani. Diventa difficile mettersi in relazione con gli altri o provare piacere. La vita perde i suoi colori e diventa grigia, tetra.

 

Concetti di base

Il radicamento (grounding), altro concetto introdotto da Lowen, descrive il contatto energetico con la realtà. Allo scopo di avere un buon contatto energetico, è indispensabile che l'energia scorra liberamente verso quelle parti del corpo che sono a contatto diretto con il mondo esterno: organi di senso, braccia e mani, gambe e piedi, pelle e organi sessuali. Guardiamo un bambino quando piange, quando è arrabbiato o felice, oppure quando vuole qualcosa. Tutto il corpo partecipa in modo armonioso. Di una persona ben radicata si dice che "ha i piedi per terra". Questa persona sente la connessione fra i suoi piedi ed il terreno sul quale appoggiano.

Appena cominciamo a crescere, di solito facciamo esperienza di come la libera espressione delle nostre emozioni si scontra con il rifiuto, la disapprovazione, l'umiliazione, la punizione. Impariamo presto, perciò, a controllare le nostre emozioni, e questo ha delle conseguenze. Blocchiamo permanentemente i muscoli coinvolti in queste espressioni medianti tensioni croniche, che sono inconsce.

I blocchi nella gola e nelle mascelle ci impediscono di piangere o di gridare; ma ci impediscono anche di cantare o di gridare di gioia. I blocchi nelle spalle e nelle braccia frenano non soltanto il nostro desiderio di aggredire e di colpire, ma anche il nostro desiderio di abbracciare. I blocchi nella vita ci impediscono di piangere e gridare, altrettanto bene di quanto ci limitano il respirare e il sospirare. La contrattura dei muscoli delle gambe e dei piedi blocca la spinta alla ribellione, ma diminuisce anche la nostra capacità di stare in piedi e di essere indipendenti.

Ci sono molti muscoli che uniscono il bacino al tronco e alle gambe, come quelli della parte bassa della schiena, delle natiche, delle cosce, del pavimento pelvico. Tutti questi muscoli sono coinvolti nel controllo della sessualità e delle funzioni escretorie. Le loro tensioni croniche intorpidiscono la nostra sessualità e spesso sono causa di dolori lombari e di stimolo ad urinare frequentemente.

Lowen ha fatto ancora un'altra scoperta, forse la più importante: fintanto che abbiamo l'illusione di poter ottenere, da adulti, quello che ci è mancato da bambini, e che questo ci farà uscire dalla depressione, siamo predestinati a fallire. Nessun amore, nessuna accettazione da parte del terapeuta, o del compagno, ci potrà restituire l'esperienza perduta di essere accettati e amati per quello che eravamo da bambini. Poiché abbiamo permanentemente bloccato alcune inaccettabili autoespressioni non potremo mai fare l'esperienza di essere accettati per quello che siamo. Perché i nostri genitori ci hanno negato il sentirci accettati quando noi eravamo pieni di amore per loro? Questo ci procura una rabbia profonda ed inconscia. Ma è anche una rabbia giustificata.

Allentare questi blocchi non è mai facile. Noi crediamo che essi ci salvino dall'essere abbandonati e dalla terribile solitudine che ne conseguirebbe. Attraverso il lavoro con il corpo possiamo ammorbidire le tensioni e rivivere il desiderio di essere accettati e amati e la tremenda tristezza di aver desiderato invano. Essendo ben radicati ed avendo un corpo pieno di energia possiamo vivere nella nostra realtà adulta e perciò sentire che la ricerca tesa a recuperare quanto perduto da bambini è un'illusione. In terapia questo viene spesso percepito come una scelta fra essere sé stessi - liberi e soli - e tenersi stretti al terapeuta e al suo amore.

 

Il metodo

Il metodo operativo su cui si basa l'Analisi Bioenergetica comprende una serie di tecniche utilizzabili nella psicoterapia, tali da consentire un approccio non solo sistematico e coerente, ma anche più profondo e completo, alla persona e a i suoi problemi.

Gli interventi in Analisi Bioenergetica sono infatti definibili come interventi complessi, nel senso che prevedono l'analisi del profondo secondo un approccio che procede partendo sia dal versante psichico, sia da quello corporeo: i temi emergenti, infatti, vengono affrontati ed evocati utilizzando sia il canale che, partendo dal piano mentale ed affettivo conduce al coinvolgimento corporeo, sia il canale opposto: ovvero quello che partendo dalla respirazione, dal movimento e dall'espressione corporea permette l'emergere di vissuti emotivi inconsci consentendone quindi anche il recupero e l'elaborazione a livello mentale ed affettivo. In entrambi i casi, comunque, il processo regressivo e il successivo processo di consapevolizzazione, vengono fortemente stimolati e favoriti proprio dal coinvolgimento unitario dell'organismo, ovvero a livello sia psichico che somatico.

Rispetto alla metodologia dell'intervento bisogna sottolineare che l'obiettivo primario è quello di ristabilire il libero movimento dell'energia del corpo, intervenendo in modo mirato sui blocchi energetico / emozionali presenti nel paziente riscontrabili a tre livelli: a livello psichico, a livello emozionale e a livello fisico.

A livello psichico, infatti, l'Io funge da mediatore tra il mondo interno e quello esterno, fra se stessi e gli altri: in questa mediazione è proprio l'Io che controlla l'immagine di se da offrire al mondo esterno, e quali sentimenti e impulsi possono essere espressi. L'interazione tra l'Io e il corpo si attua in un processo dialettico, in cui l'Io plasma il corpo attraverso il controllo che esercita sulla muscolatura volontaria. Come già accennato quando l'espressione di un sentimento non è accettata nel mondo del bambino, questo è costretto ad inibire l'emozione mediante, ad esempio, la contrazione dei muscoli atti all'espressione dell'emozione stessa. Quando tale inibizione è lungamente protratta nel tempo l'Io abbandona il controllo sull'azione proibita e ritira l'energia dall'impulso. Il controllo dell'impulso diventa allora inconscio e il muscolo rimane in questo caso contratto.

In tali casi l'intervento psicoterapeutico mira proprio a risolvere tale tematica inconscia, a livello sia psichico che corporeo: questa complessa combinazione di lavoro sul corpo e lavoro psicoanalitico costituisce l'essenza dell'Analisi Bioenergetica.

 

Fonte: http://www.marcantogninisammy.net/analisibioenergetica.doc

Sito web da visitare: http://www.marcantogninisammy.net

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Bioenergetica

 

IL LINGUAGGIO DEL CORP0

 

Per effettuare l’analisi del profilo individuale e della struttura corporea di ogni bambino/a  è stata fondamentale la lettura di alcune opere di Alexander Lowen e di Stefania Guerra Lisi.

Queste  si sono rivelate preziose anche per la formulazione delle due schede dell’analisi della mappa corporea personale, mirate all’individuazione delle caratteristiche fisiche, muscolari, motorie, espressive che, globalmente, costituiscono l’atteggiamento corporeo tipico di ogni bambino/a.

 Si è trattato cioè  di effettuare, per mezzo delle due schede, una lettura dei comportamenti sensomotori, tenendo conto delle particolari espressività corporee di ognuno, attraverso la proposta di giochi multisensoriali e attività psicomotorie.

Dai testi sono state estrapolate alcune parti e presentate qui sinteticamente, perché adatte a spiegare le teorie e i principi basilari che hanno ispirato e orientato il lavoro delle insegnanti. Nello stesso tempo esse, insieme alle due schede di analisi individuale, hanno costituito per i genitori dei/delle bambini/e una preziosa chiave di lettura per interpretare l’espressione corporea dei propri figli e un’occasione insospettata per riflettere sul proprio atteggiamento corporeo.   

Nelle pose, nelle posizioni e nell’atteggiamento che assume, in ogni gesto,  l’organismo parla, infatti, un linguaggio che anticipa e trascende l’espressione verbale. Nessuna parola è chiara quanto il linguaggio del corpo, quando si impara a leggerlo.“...Nella sua espressione emotiva l’individuo è un’unità. Non è la mente che va in collera né il corpo che colpisce ; è l’individuo che si esprime. Il carattere dell’individuo, quale si manifesta nel suo modello tipico di comportamento, si configura anche a livello somatico con la forma e il movimento del corpo. La somma totale delle tensioni muscolari viste come gestaltiche, cioè come unità, il modo di muoversi  e di agire, costituiscono “l’espressione corporea” dello organismo. L’espressione   del  corpo  è  il   complesso  somatico dell’espressione emozionale tipica che a livello psichico si definisce come “carattere”.”

 

DINAMICA ENERGETICA DELL’ORGANISMO

 

“..Nel corpo umano è presente un’energia vitale, che può manifestarsi attraverso fenomeni psichici o in movimenti somatici. Definiamo tale energia “bioenergia” e suo principio basilare l’interrelazione tra i processi corporei e mentali.

Secondo la legge fondamentale del funzionamento biologico teorizzata da Wilhelm  Reich due funzioni dominano la vita vegetativa dell’organismo : l’espansione e la contrazione.

L’espansione biologica è percepita come piacere, la contrazione come dispiacere. Da ciò deriva un’ulteriore correlazione tra la sensazione psichica e il movimento dell’energia. Il movimento dell’energia dal centro di un organismo verso la periferia è funzionalmente identico all’espansione biologica e alla percezione del piacere. Per contro, il movimento dell’energia dalla periferia verso il centro è funzionalmente identico alla contrazione biologica  e alla percezione del dispiacere o dell’angoscia. Il movimento di energia dal centro alla periferia ha due fini  : uno è collegato alla funzione di carica - l’alimentazione, la respirazione, l’eccitazione sessuale, ecc. ; l’altro è collegato alla funzione di scarica energetica, la cui più importante espressione è la scarica sessuale e la riproduzione.

Tutte le attività si possono classificare secondo questo semplice criterio, se cioè adempiono alla funzione di carica o scarica dell’energia. L’obiettivo di queste attività non è un livello costante di tensione o di carica energetica ; piuttosto, la carica e la scarica sono parte del processo vitale...”

 

“..La crescita individuale e l’evoluzione della specie seguono una via di sviluppo in cui il semplice principio del piacere viene modificato per fornire mezzi più efficaci di interazione con la realtà esterna. Questa modifica del principio del piacere è nota come principio della realtà, e ha origine nella separazione delle funzioni basilari di carica e scarica.

La prima specializzazione della struttura è, dunque, la differenziazione dell’organismo in termini di scarica e di carica energetica.

La separazione  di queste funzioni fondamentali crea una polarità interna, che determinerà la futura organizzazione di tutte le forme superiori di vita. In concomitanza con lo sviluppo della realtà e della sua espressione interna nella maggiore differenziazione e specializzazione, troviamo livelli sempre più alti della funzione energetica.

Differenziazione, specializzazione e crescente organizzazione, da una parte, sono le manifestazioni funzionali dei più alti livelli di energia.

Paragonati a tutte le altre forme di vita, i mammiferi, come classe, mostrano il più alto grado di motilità.

Una maggiore motilità è il risultato di un maggior livello energetico di funzionamento che spesso si manifesta nella capacità dell’organismo di sollevarsi da terra. (L’arto del mammifero rappresenta certamente un grande miglioramento rispetto all’arto del rettile.)

Questa maggiore motilità, che è così evidente nell’uomo, è il risultato diretto della sua posizione eretta, che  ha liberato  gli  arti  anteriori  dalla  loro

subordinazione alle funzioni di supporto e di locomozione.

La differenziazione della struttura corporea in base alla funzione  di scarica e carica fa sì che  tutta la metà superiore del corpo sia destinata alla funzione di carica dell’energia, mentre la scarica energetica divenga  funzione della metà inferiore del corpo, avendo questa metà l’importante funzione del movimento dell’organismo nello spazio..”

 

“..Un’energia fondamentale motiva tutte le azioni.

Quando si carica e scorre attraverso la muscolatura, specialmente attraverso i muscoli volontari, produce un movimento nello spazio che eguagliamo all’aggressività (muoversi verso qualcosa). Poiché il maggior sviluppo muscolare è situato nella schiena, ci aspettiamo che il flusso energetico in questa regione fornisca la forza motrice dell’organismo nello spazio.

Quando l’energia carica le strutture morbide, quali il sangue e la pelle, produce sensazioni erotiche e sentimenti teneri (compassione, pietà, carità.., il cui scopo è l’identificazione dell’individuo con altre persone e cose).

Possiamo affermare, dunque, che i sentimenti teneri hanno una qualità spirituale e sono strettamente correlati alla funzione respiratoria e all’inspirazione d’aria, viceversa i sentimenti della schiena hanno un orientamento materialistico e sono connessi al sistema digestivo attraverso la ricerca del cibo.

Ognuno di questi aspetti della vita emotiva dell’individuo tende a situarsi topograficamente : la componente motoria nella schiena e nelle gambe, la componente sensoria nella parte anteriore del corpo e nelle mani.

In un organismo non nevrotico, questa energia unica è distribuita nei due percorsi per produrre un’azione che è razionale ed appropriata alla situazione. Gli impulsi dei due percorsi si fondono e si sovrappongono in un’azione che, vista in superficie, è un’espressione unitaria...”

 

ALCUNI PRINCIPI FONDAMENTALI

 

Ogni disturbo emozionale è una riduzione di motilità.

La stessa parola emozione significa un movimento verso l’esterno, e “verso l’esterno” negli organismi superiori è sinonimo di scarica. Ogni disturbo emozionale implica un blocco nel flusso di energia verso gli organi di scarica, tra cui i genitali sono di primaria importanza. Più  periferico è il blocco, meno grave è il disturbo ; quando i blocchi si situano in zone più centrali, essi tendono ad essere più gravi.

Una terapia che incoraggia il movimento espressivo accresce la motilità dell’organismo, ne migliora l’aggressività e crea un senso di forza sia a livello fisico che psichico.

Ogni cambiamento bioenergetico agisce simultaneamente a due livelli : a livello somatico avviene un aumento di motilità, coordinamento e controllo ; a livello psichico c’è una riorganizzazione del pensiero e degli atteggiamenti.

Le interpretazioni bioenergetiche non si fanno mai su tratti strutturali isolati, e la diagnosi clinica viene fatta dopo uno studio approfondito della storia e dei problemi e della loro integrazione con l’aspetto strutturale. Ogni aspetto dell’individuo è visto come espressione di una personalità unitaria ; solo quando tutte le sfaccettature della personalità sono note e sono definite le loro interrelazioni siamo in grado di descrivere il carattere specifico del paziente.

 

MAPPA BIOENERGETICA

 

La struttura del corpo

Lo schema del corpo presenta tre segmenti principali : testa, torace e bacino, e due restringimenti, collo  e vita. Questi restringimenti servono come fulcri intorno ai quali può prodursi una certa quantità di movimento rotatorio. Patologicamente possono diventare le zone dove più facilmente possono verificarsi l’arresto e la riduzione del flusso di energia. In contrasto con queste strettoie, i due segmenti terminali sono allargature che servono come riserve, dove un rallentamento e un’accumulazione di energia si producono prima del deflusso attraverso le aperture naturali di questi segmenti.

Il grande bacino comprende il ventre, le natiche e gli organi genito-urinari. Possiamo anche aggiungere le appendici inferiori, le gambe, le quali, come primi motori dell’organismo nel suo complesso, sono organi di scarica energetica. L’apparato genitale funziona come un condensatore elettrico che automaticamente si scarica non appena la carica raggiunge il livello di capacità.

La testa è differenziata per mangiare, bere, respirare e per le impressioni sensoriali. E’ al servizio  di questi impulsi istintuali, la cui funzione è di caricare l’organismo, in contrasto con quelli diretti verso il basso, che mirano alla scarica. Nell’uomo e nelle scimmie antropoidi gli arti superiori si associano alle funzioni della testa, mentre gli arti inferiori si specializzano ancor più per sostenere il corpo e per la locomozione.

Nella parte superiore del corpo, l’organo che frena gli impulsi è il cervello. Anche il cervello funziona come un condensatore, uguale per capacità alla funzione condensatrice dell’apparato genitale.

La teoria e l’osservazione clinica affermano concordemente che la funzione della realtà è quantitativamente uguale alle due estremità. Le azioni alle estremità differiscono qualitativamente. L’individuo mostrerà un atteggiamento identico verso la realtà sia nel pensiero che nella sessualità.

 

  • Analisi bioenergetica della spina dorsale

Quale importante elemento strutturale del corpo, la debolezza della spina dorsale deve riflettersi in un grave disturbo della personalità. L’individuo con la spina dorsale curva non può avere la forza dell’Io  di una persona la cui spina dorsale è dritta. D’altro canto, la rigidità della spina dorsale, mentre aumenta la forza per sorreggersi, diminuisce la flessibilità.. La rigidità non è evidente soltanto nella perdita di flessibilità nel movimento, ma anche nella tensione dei muscoli lombari.

 

 

Analisi bioenergetica delle spalle

La posizione e la motilità delle spalle sono significative per le funzioni dell’Io quanto le gambe e il bacino lo sono per le funzioni sessuali. Le spalle retratte rappresentano la collera repressa, il trattenersi dall’impulso di colpire ; le spalle rialzate sono connesse alla paura ; le spalle quadrate esprimono principalmente un atteggiamento virile nell’assumersi le proprie responsabilità ; le spalle ricurve comunicano il senso di un peso, di un fardello.

Le spalle hanno un ruolo importante nella motilità del torace, tanto è vero che i disturbi del cingolo scapolare (che si estende dalla colonna vertebrale fino allo sterno) influenzano la funzione respiratoria.

Poiché nei primati  la funzione fondamentale delle braccia è di allungarsi per prendere e dare, per afferrare o colpire, si può comprendere, allora, perché  la portata e la qualità dell’estensione delle spalle siano una misura dell’Io.

 

Analisi bioenergetica delle gambe e dei piedi

Le gambe e i piedi sono le fondamenta e il supporto della struttura dell’Io. E’ attraverso le gambe e i piedi che prendiamo contatto con la sola realtà invariabile della nostra vita, la terra e il suolo. Diciamo di un individuo che ha “i piedi piantati per terra” per significare che ha un buon senso della realtà ; il contrario, “essere con la testa fra le nuvole”, denota una mancanza di contatto con la realtà.

La mancanza di contatto con i piedi e con il suolo è collegata ad un altro sintomo comune : l’ansia di cadere. Questo sintomo si manifesta quando si sogna di cadere, nella paura delle grandi altezze, e nella paura di innamorarsi. Quando c’è un’insicurezza di base nella metà inferiore del corpo, l’individuo la compensa aggrappandosi con le braccia e con gli occhi alla realtà oggettiva.

Oltre alle funzioni di supporto, di equilibrio e di radicamento, le gambe sono le strutture più importanti nella funzione del movimento del corpo . Quando la funzione di supporto è debole, possiamo anche aspettarci un disturbo nella motilità.

Le condizioni che ostacolano questa motilità fondamentale sono :

la debolezza (gli individui con i muscoli delle gambe sottosviluppati, le caviglie deboli e i piedi piatti risentono della mancanza di controllo su queste parti e si stancano troppo facilmente),

la solidità (la coscia pesante, grassa e solida causa le cosiddette “gambe di piombo”. L’accumulo di grasso intorno alle natiche e alle cosce deve essere interpretato bioenergeticamente  come il risultato di un’energia stagnante in questa regione dovuta a motilità inibita)

la rigidità (nella gamba rigida i muscoli sono così contratti e spastici che l’equilibrio è spesso danneggiato. La rigidità deve essere considerata una compensazione a sottostanti sentimenti di debolezza.)

I piedi possono essere stretti o larghi, le dita ravvicinate o allargate, i piedi piatti, o rilassati o fortemente contratti ; i muscoli del polpaccio possono essere informi o accavallati. La posizione dei piedi, nell’atteggiamento fisico naturale di una persona, può essere diritta o parallela, volta all’esterno come risultato di muscoli gluteali spastici, o  caratterizzata dal piede varo. Ogni disturbo è interpretato in rapporto ai suoi effetti sulle funzioni di supporto e di movimento.

 

Analisi bioenergetica della testa

Il portamento della testa è in rapporto diretto con la qualità e la forza dell’Io. Quando la testa è ripiegata ad angolo si ha l’impressione che essa sia un peso eccessivo per il corpo, e così le si consente di ripiegarsi ; essa rappresenta l’atteggiamento della persona verso la realtà.

L’espressione del viso

Il volto comunica emozioni tramite i mutamenti mimici nella posizione degli occhi, delle sopracciglia, della bocca.

Le emozioni, infatti, possono essere riconosciute in base anche alle sole espressioni del volto, che ci forniscono informazioni piuttosto precise su ciò che una persona sta pensando e sostenendo.

Ad esempio le sopracciglia forniscono un commento continuo secondo la scala che va da quelle :

completamente inarcate         :  incredulità

semi inarcate                     :  sorpresa

normali                            :  nessun commento

semi abbassate                   :  perplessità

completamente abbassate       :  collera.

Anche la zona intorno alla bocca - variando dall’estremo in cui viene piegata in su (piacere) all’altro in cui viene piegata in giù (dispiacere) - fornisce informazioni circa le emozioni provate dall’individuo (Argyle).

Gli occhi partecipano all’espressione del volto, manifestando le emozioni sentite dall’individuo. Gli occhi possono essere lucidi e scintillanti, alcuni spenti, altri ancora vuoti. Certi occhi sono duri e freddi, altri dolci e attraenti, certi tristi, altri in collera.

Non di rado lo stesso volto mostra due espressioni contrastanti : gli occhi possono apparire deboli e timidi, mentre le mascelle sono forti e pronunciate, oppure le mascelle sono deboli e gli occhi forti.

Se i muscoli mascellari sono ipertrofizzati, si produce un blocco nel flusso energetico verso gli occhi. La mascella è una struttura mobile  che può essere immobilizzata sia in una posizione ritratta che in posizione protesa . Entrambe le posizioni rappresentano una diminuzione di motilità. Le mascelle che non possono spostarsi in avanti con aggressività o rilassarsi nelle tenerezza sono considerate patologiche in termini funzionali.

Molte espressioni sono collegate alla posizione delle mascelle. Se si spostano in  avanti esprimono determinazione ; un ulteriore spostamento in avanti conferisce loro un’espressione combattiva o di sfida.

Una buona capacità mimica è spesso assente, o quasi, in individui con scarsa abilità sociale, i quali tendono facilmente ad avere un’espressione piuttosto statica, “fissata” in un’espressione monotematica, denotante passività o aggressività. Questi individui difficilmente mutano espressione, creando così un’ambiguità tra l’espressione del volto e l’eventuale contenuto di una conversazione.

L’espressione del volto ha lo scopo, infatti, di sottolineare, dare risalto e vigore alle emozioni, sentimenti, sensazioni e pensieri espressi o ascoltati.

Le espressioni che possono apparire sul volto di un individuo hanno un numero e una varietà enormi. Esistono, pure, espressioni inconsce che sono congelate nell’aspetto esteriore, tanto che le diamo per scontate come parte della personalità : quando un’espressione è come intessuta nei lineamenti se ne perde la consapevolezza.

 

Atteggiamento corporeo

Si tratta di un segnale non verbale, in larga misura involontario, che può comunicare precisi messaggi sociali. Esistono atteggiamenti corporei che indicano chiaramente superiorità o inferiorità ; altri che indicano amicizia od ostilità, oppure uno status sociale.

L’atteggiamento corporeo sembra essere meno controllabile del volto o del tono di voce (Ekman e Friesen). Mehrabian ha analizzato il variare dell’atteggiamento corporeo con lo stato emotivo, lungo la dimensione rilassamento-tensione. Una posizione asimmetrica degli arti, un’inclinazione obliqua o reclinata, un chiaro rilassamento delle mani e del collo sono indizi di un atteggiamento corporeo rilassato. Al contrario, una posizione simmetrica, rigida, esprime tensione emotiva attraverso la contrazione corporea.

Con l’atteggiamento corporeo generale, quindi, una persona segnala agli altri il proprio stato d’animo e il proprio atteggiamento teso o rilassato nel corso dell’interazione sociale.

 

Tono e volume della voce

Le parole possono venir dette in modi diversi, trasmettendo diversi stati d’animo ed emozioni. Il timbro, l’intonazione, la velocità del parlare sono correlati con gli stati emotivi : ad esempio una persona ansiosa parla più velocemente del normale e con un tono più alto, mentre un individuo depresso parla lentamente e con un tono di voce basso, un aggressivo, infine, parla a voce alta.

Ciò che è rilevante nell’uso della voce è che il tono sia adeguato al discorso che si sta facendo e al contesto generale e che esprima le emozioni opportunamente. Una persona passiva, con un tono di voce sempre basso e monotono, non esprime il mutare dei significati del discorso, ma esprime esclusivamente il proprio stato d’animo dominante.

 

Tratto grafico

L’esame grafologico rappresenta un altro “elemento” della personalità, elemento che va poi inserito nell’insieme della dinamica psicologica individuale.

L’atto dello scrivere costituisce un atto motorio e, come tale, è sotto il diretto controllo delle aree motorie corticali. Inoltre, la serie di movimenti che rendono possibile la scrittura è legata ad una rigorosa coordinazione fra sistema nervoso centrale, periferico e muscoli. Proprio a livello corticale fra corteccia (centro delle operazioni razionali) ed elementi sottocorticali (particolarmente del diencefalo, dove sono situati i più importanti centri della vita vegetativa) esistono delle correlazioni, che possono spiegare come mai nella scrittura si possono anche “affermare” alcuni elementi della nostra personalità inconscia, quindi più immediata e istintiva.

Attraverso, poi, le strutture diencefaliche avviene il controllo del sistema endocrino : abbiamo così la testimonianza più diretta di come, attraverso alcuni segni grafici, sia possibile risalire ad alcuni nuclei essenziali della nostra personalità.

 

  • La pressione nella grafia

La pressione, cioè il modo di “premere” sulla penna mentre si scrive, esprime la potenza fisica e psichica di un individuo.

Quando noi scriviamo, inviamo tutta una serie di impulsi che riguardano il sistema nervoso e muscolare.

Quest’ultimo è, in fondo, soltanto un “esecutore” che traduce con una serie di movimenti quelle che sono le nostre tendenze istintive.

Un individuo in piena salute, con una muscolatura ben sviluppata, una carica istintiva ben organizzata e ben motivata tenderà a scrivere con piena naturalezza ed eserciterà sulla matita una pressione piuttosto intensa, che si tradurrà in una calligrafia con tratti pieni, marcati, decisi.

In relazione al tipo di pressione esercitata sulla grafia, questa può essere marcata o lieve, uguale o disuguale, intensa o pastosa.

La pressione marcata è un segno generico di buona salute, di attività, di capacità organizzativa, di entusiasmo e curiosità.

La pressione leggera è segno di delicatezza di sentimenti, scarsa capacità di affrontare i problemi della vita, debolezza di volontà, facile suggestionabilità, dolcezza. Spesso il tratto leggero si riscontra in individui con salute malferma.

 

  • Analisi delle produzioni grafiche infantili

Fornito di uno strumento per tracciare, il/la bambino/a percorre sempre le stesse fasi di ricerca e organizzazione dello spazio ( per altro rapportabili a quelle compiute dal corpo) riproducenti, inconsciamente, le fasi cosmiche  dell’organizzazione dell’energia vitale ( dalla nascita dell’universo fino alla condensazione dei “corpi celesti” ; dalla nascita dei primi organismi  fino alla condensazione del “corpo umano” e la differenziazione sempre più specifica  e progressiva di quest’ultimo nelle sue parti).

In un primo momento il/la bambino/a esplora lo spazio in tutte le direzioni, lasciando una traccia continua ed aggrovigliata ed in genere molto ampia (traccia casuale con inversioni, oscillazioni e traiettorie vibranti). In essa si può riconoscere il caos iniziale.

Successivamente le linee intrecciate del primo scarabocchio cominciano ad incrociarsi intorno ad un centro o più centri, così come l’energia si è concentrata in un punto fino ad esplodere nel grande Big Bang iniziale, da cui si è originata la vita.

Questa traccia, poi, comincia a trovare una direzione, così come l’energia si incanala nell’avvolgimento. E’ il periodo delle spirali circolari, quadrate, irregolari nelle quali è facilmente riconoscibile  la formazione delle galassie.

Nelle fasi successive il/la bambino/a comincia a chiudere la spirale disegnando come grandi cellule che riempie di altre più piccole. Instancabilmente, poi, riempirà di queste cellule ciottoliformi tutte le superfici che abbia a disposizione, completandole spesso con filamenti irradiati, che le fanno somigliare

ai primi radiolari.

Ricapitolando, il cosiddetto scarabocchio in apparenza casuale ripercorre ancestralmente tutti i passaggi dell’organizzazione dell’energia in materia : caos, accentramento, big bang, avvolgimento in una sola direzione, macromolecola madre, gemmazione, comparsa dei primi cigliati.

E’ a questo punto che il/la bambino/a comincia a disegnare, dando dopo un’interpretazione al disegno fatto, condizionata dalle conoscenze acquisite. Gradualmente comincia a prendere coscienza di sé  disegnando “tondi”(la testa, il corpo) contenenti altri “tondini”(occhi e bocca) e tentacoli (braccia e gambe).

Questa è la fase in cui inizia a parlarci di sé e, attraverso le sue produzioni grafiche, possiamo individuare ciò che egli/lei non vuole o non può dirci.

La fase dello scarabocchio (organizzazione del movimento della mano nello spazio) è inoltre strettamente legata al movimento del corpo nello spazio : quindi il linguaggio motorio e grafico si dimostrano paralleli e contemporanei.

 

 

MAPPA CORPOREA DELLE MEMORIE PRIMARIE

Di STEFANIA GUERRA LISI

 

Il nostro corpo è un “emocorpo”, cioè si muove interiormente secondo le emozioni connesse alle memorie primarie.

Queste memorie, registrate  al momento della nascita, appartengono al vissuto della nostra storia corporea e rappresentano il substrato comune che unisce tutti gli esseri umani.

Esse rivelano lo stato emotivo dell’individuo, le sue angosce e ansie, così come la sua voglia di vivere e la volontà di andare avanti. Sono dislocate in punti precisi del corpo : la base della schiena, le clavicole, i piedi, la testa, il collo.

Chiamiamo il punto alla base della schiena “Io sono”. 

E’ proprio alla base della schiena che  il nascituro avverte la spinta decisiva del distacco dal corpo materno.

E’ un punto fondamentale dell’energia vitale. Infatti quando si verifica un insaccamento del corpo (incurvamento della colonna vertebrale) ne deriva, dal punto di vista psichico, una riduzione o rinuncia del  piacere di vivere, rinuncia alla voglia di prendere dal mondo esterno.

La base della schiena è il centro funzionale dell’identità. Quando, ad esempio, percepiamo una brutta notizia reagiamo involontariamente in questa zona, abbassando proprio questo punto ; lo stesso capita quando non abbiamo voglia di affrontare una situazione in mancanza di una promessa di piacere. Dunque, una situazione psicologica spiacevole ci porta all’abbassamento dell’ “Io sono”.

Dopo il “primo distacco” il corpo del nascituro ha reagito non solo con il raddrizzamento alla base della schiena, ma anche con il primo “direzionamento” del campo anteriore.

Le clavicole, o chiavi del movimento, vengono percepite per la prima volta nel capovolgimento per entrare nel canale vaginale e rappresentano il direzionamento   della volontà. 

Esse sono il punto dell’ “Io voglio” .

Per questo entrare in una situazione significa impostare questo punto, mentre il diniego è fisicamente la chiusura delle clavicole ed è tipico della persona demotivata.

 

L’impulso dell’energia passa ai piedi, perché il bambino incomincia ad essere un organismo orientato in avanti. Nella spinta dei piedi c’è il rifiuto del passato e la percezione del futuro. Molte volte ci troviamo nella situazione di decidere, di lasciare indietro  le abitudini per modificare il presente “puntando i piedi”, proprio come abbiamo fatto in quel momento in cui abbiamo avuto il coraggio di avanzare.    Chiamiamo i piedi il punto dell’ “Io impaziente”.

 

L’uomo è destinato ad avanzare, poiché tutti gli organi sensoriali sono orientati in avanti e tutta la   struttura psico-fisica manda questo messaggio.                      Nel corso del parto il bambino incontra una sella ossea, sotto la quale deve riuscire a passare. Andando dritto continua a battere contro di essa con la testa.

Noi parliamo di “testardo” riferendoci al bambino piccolo che picchia la testa contro qualcosa, quando non vuol cedere. Anche noi adulti nei momenti di disperazione ci tocchiamo o ci picchiamo la fronte e di nuovo ci tocchiamo e ci accigliamo in questo punto nei momenti di studio, di concentrazione, di ricerca di una soluzione, come per raccogliere tutta l’energia che ci occorre.                                               

Questo punto si chiama “Io testardo”.

 

Il   bambino   cerca  altre  vie  d’uscita,  sentendo che non    riesce    a  superare   l’ostacolo,  incomincia   ad articolare il collo con un movimento di diniego.                              La disperata ricerca di liberazione si esprime universalmente ( dal punto di vista psicofisico) in questo atteggiamento di scuotimento del collo in ogni situazione soffocante. Così nel delirio, quando il nostro organismo combatte inconsciamente per venirne fuori, ripristiniamo lo stesso movimento.

Questo ci dimostra quanto sia incancellabile ciò che è stato vissuto dal corpo.

In virtù di queste memorie psicofisiche, l’ansia, l’angustia, l’angoscia sono percepibili nella zona del collo (rivelatrice è la voce ingollata della persona con forte tensione emotiva).

Chiamiamo questo punto “Io esco”.

 

 

 

Alexander Lowen, “Il linguaggio del corpo”, Feltrinelli, 1978.

Stefania Guerra Lisi , “Il metodo della Globalità dei linguaggi”, Borla 1987.

 

Fonte: http://www.evan60.net/uploads/6/3/2/5/6325749/bioenergetica.doc

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Bioenergetica

 

Alexander Lowen

Considerazioni sull’analisi bioenergetica

Un sostegno teorico all'analisi bioenergetica è il concetto di Reich dell'unità e antitesi di tutti i processi viventi. L'unità si riferisce al fatto che l'organismo funziona come un tutto unico. Ogni disturbo coinvolge l'intera persona, cosicché non ci può essere distinzione tra malattia fisica e mentale, o tra dolore fisico e mentale. Se una persona ha una malattia di cuore, la persona è malata, non solo il cuore. Allo stesso modo se una persona soffre d'ansia, depressione, fobia o compulsione, il corpo ne viene coinvolto così come la mente. Un trauma fisico coinvolge la psiche così come un trauma psichico coinvolge il corpo. Il dolore del desiderio ardente insoddisfatto che un bambino prova nei confronti della madre non è soltanto un dolore mentale, è strutturato fisicamente nella tensione e costrizione della gola e della bocca tramite le quali quel desiderio sarebbe espresso in pianto o nel protendersi per succhiare o baciare. La presenza di questa tensione e costrizione è la prova del trauma primario e della sua persistenza nel presente.

Il principio di unità stabilisce anche che l'intero corpo è coinvolto nel trauma. Il desiderio insoddisfatto del bambino disturba la sua respirazione, il suo senso di sicurezza nelle gambe e il suo senso di fiducia in se stesso. Ogni trauma disturba i movimenti pulsatori di base del corpo. Queste sono le complessive espansioni e contrazioni dell'organismo (che, a questo livello, funziona come una cellula singola) e i movimenti ondulatori longitudinali che fluiscono in su e giù lungo il corpo.

La pulsazione è una qualità di ogni cellula nel corpo. Quando la pulsazione è forte, la vita è forte. Alla morte cessa tutta l'attività pulsatoria. Quando la pulsazione è piena e libera la persona sperimenta una sensazione di gioia e piacere nel corpo, qualsiasi disturbo di questi naturali movimenti pulsatori causa una perdita di sensazioni piacevoli e, se intenso, produce dolore.

La qualità della pulsazione del corpo si manifesta maggiormente nella respirazione che combina i movimenti di espansione e contrazione con quelli dell'onda longitudinale. Il respiro non è limitato ai polmoni, al contrario tutto il corpo partecipa ai movimenti respiratori. Il respiro è accompagnato da un'onda che inizia in profondità nella pelvi e si muove su verso la bocca. Durante l'espirazione l'onda si muove al contrario. Dato che il respiro è disturbato in tutti i problemi emozionali o nevrotici, si può determinare l'esistenza di questi problemi dalla natura del disturbo respiratorio. Quando si va risolvendo il problema del paziente il respiro diventa completamente libero, il problema scompare.

L'aspetto antitetico del processo vivente viene al meglio riflesso nella relazione tra mente e corpo. L'unità tra di loro non altera il fatto che ciascuno influenza l'altro e che a livello superficiale c'è dualità nella natura umana. Rispettare queste dualità da la possibilità di riconoscere che l'attitudine conscia di una persona ha una influenza considerevole sul suo funzionamento totale. L'analisi bioenergetica aggiunge una dimensione assolutamente nuova alla psicoterapia: il lavoro con il corpo. L'espressione corporea del paziente viene studiata per determinare quali sono i problemi e conflitti nella sua personalità.

C'è sempre accordo tra quello che rivela il corpo e quello che dice il paziente. Così, se il paziente si lamenta di essere depresso, quella lagnanza può essere messa in relazione al livello di funzionamento energetico depresso del paziente. Al paziente il cui respiro è superficiale può essere mostrato che non sta permettendo che venga espresso nessun sentimento. Al paziente che si lamenta di problemi sessuali può essere dimostrato che ha gravi tensioni nella pelvi, il che riduce la potenza sessuale. La maggior parte dei pazienti non sono consapevoli che i loro problemi sono manifesti nel corpo fino a che non viene loro fatto vedere ciò. Una volta che viene stabilita questa comprensione diviene possibile lavorare bioenergeticamente col paziente.

Vi sono quattro dimensioni dell'analisi bioenergetica :

  1. comprensione e lavoro con le tensioni muscolari
  2. analisi delle associazioni, del comportamento e del transfert
  3. comprensione delle dinamiche energetiche
  4. focalizzazione sul ruolo della sessualità.

Tutti i terapisti bioenergetici conoscono queste quattro dimensioni, ma la loro enfasi su ciascuna di essa varia secondo il loro retroterra culturale ed esperienza: molti si focalizzano fortemente sull'aspetto psicologico, con una certa attenzione al corpo perché è la fonte del sentire. Altri fanno più lavoro sul corpo, largamente indirizzato all'espressione delle sensazioni. Comunque tutti gli analisti bioenergetici notano aree di contrazione e tensione, interpretano la contrazione e poi mobilizzano il corpo tramite il respiro ed il movimento per rilasciare le contrazioni. Ogni contrattura blocca un flusso di eccitazione all'insù fin dentro la testa e gli occhi, o all'ingiù fin dentro la pelvi, i genitali e le gambe. In questi blocchi troviamo sempre dolore. Da un certo punto di vista il trattenimento o la contrazione sono manovre per alleviare il dolore, il dolore di una ferita o di un'umiliazione o il dolore di una perdita o di una frustrazione. La contrazione diminuisce il dolore riducendo la sensazione e rendendo insensibile al dolore la persona. Si rende la parte insensibile. Rilasciare ciò che si trattiene è dapprima sperimentato, perciò, come doloroso. Il passaggio di una forza energetica (sangue) attraverso un'area compressa è doloroso. Ma dopo che è avvenuto, il rilascio viene sperimentato come piacere. Nessuno può raggiungere alcun cambiamento caratterologico significativo senza sperimentare il dolore del cambiamento.

La terapia bioenergetica, sebbene il suo centro di attenzione primario sia il corpo, è un approccio combinato che lavora sia con il corpo che con la mente. Durante il colloquio iniziale il terapeuta dedicherà del tempo ad ascoltare i disturbi e la storia del paziente, ponendo domande sulla sua situazione attuale e passata e studiando le espressioni facciali, l'atteggiamento corporeo e la voce, tutte cose che forniscono informazioni sulla personalità del paziente. Si possono ricavare ulteriori informazioni dallo studio della forma e motilità del corpo stesso. Il modo in cui ci si siede, si sta in piedi, si respira e ci si muove, tutto ciò è in grado di rivelare problemi e conflitti.
Una volta che la relazione tra lo psicologico e il fisico viene stabilita, il paziente sa che il suo corpo dovrà cambiare se la personalità deve cambiare in modo significativo. Se il corpo è troppo rigido, cioè, se si trattengono le sensazioni, il corpo dovrà ammorbidirsi. Se le sensazioni sono trattenute da tensioni muscolari che tendono a comprimere il corpo e chiuderne gli sbocchi, queste tensioni dovranno essere ridotte per permettere l'espressione del sentire. Ma cambiare il corpo in modo significativo è un'impresa ardua. In quasi tutti i casi, cambiamenti positivi ma superficiali accadono piuttosto rapidamente con la terapia bioenergetica. La mobilizzazione iniziale del corpo per mezzo di una respirazione più profonda e di esercizi bioenergetici evoca spesso sensazioni a lungo soppresse. Il paziente può sperimentare tristezza che può a sua volta trasformarsi in pianto o rabbia, che può essere espressa colpendo il letto. Il paziente può sentire una certa quantità di paura che veniva in precedenza negata e può sperimentare vibrazioni che forniscono nuove sensazioni corporee. La risposta iniziale alla terapia bioenergetica è come l'apertura di una porta verso un eccitante mondo nuovo di sentire ed essere. Produce spesso dei benvenuti cambiamenti nel comportamento. Al meglio fornisce una base di comprensione e fiducia per il compito più difficoltoso che ci sta davanti. Lavorando con il corpo vi sono due principi di somma importanza.

  1. Qualsiasi limitazione della motilità è sia un risultato che la causa di difficoltà emozionali. I limiti si creano in quanto risultato di conflitti infantili irrisolti, ma la persistenza della tensione crea difficoltà emozionali nel presente che si scontrano con le richieste della realtà adulta. Ogni rigidità fisica interferisce ed impedisce una risposta unitaria alle situazioni.
  2. Qualsiasi restrizione della respirazione naturale è sia il risultato che la causa dell'ansia. L'ansia nelle situazioni infantili disturba la respirazione naturale. Se la situazione che produce ansia persiste ed è prolungata, il disturbo della respirazione si struttura in tensioni toraciche e addominali. L'incapacità di respirare liberamente sotto stress emozionale è la base fisiologica dell'esperienza di ansia in tali situazioni stressanti. L'unità e coordinazione delle risposte fisiche dipende dall'integrazione dei movimenti respiratori con i movimenti aggressivi del corpo. Al punto che la respirazione e la motilità sono liberate dalle restrizioni delle tensioni croniche, il funzionamento fisico del paziente migliorerà. A quel punto il contatto con la realtà a livello fisico si espanderà e approfondirà, ma ciò accadrà soltanto a condizione che vi sia un miglioramento concomitante e corrispondente della comprensione della realtà da parte del paziente sia sul piano psichico che su quello interpersonale. Non ci si dovrebbe, però, farsi fuorviare dagli apparenti miglioramenti nel funzionamento del paziente sul piano psichico ed interpersonale che non sono accompagnati da un miglioramento analogo del funzionamento fisico.

Per mezzo di movimenti particolari e posizioni del corpo i pazienti in terapia bioenergetica ottengono un contatto più profondo col corpo ed un sentire migliore nei suoi confronti. Da questo contatto e sentire iniziano a capire la relazione tra il loro stato fisico attuale e le esperienze della prima e seconda infanzia che lo hanno determinato. I clienti imparano che la negazione del corpo è un rifiuto del bisogno di amore, questa negazione viene usata per evitare di essere feriti e disillusi. Imparano ad interpretare le rigidità come difese contro varie emozioni. Data l'opportunità di dar voce alla negatività i pazienti scoprono che non verranno abbandonati o distrutti per avere espresso il loro sentire; tramite l'accettazione dei loro corpi e dei loro sentimenti gli individui ampliano il contatto con tutti gli altri aspetti della realtà.

Poiché il corpo è la base di tutte le funzioni di realtà, qualsiasi accrescimento nel contatto di una persona con il corpo produrrà un miglioramento significativo nell'immagine di sè (immagine corporea), nelle relazioni interpersonali, nella qualità del pensare e sentire e nella gioia di vivere.

Con questa comprensione energetica si procede ad interpretare il trattenere o la contrazione in termini di sentimenti soppressi. Poiché il sentire è stato soppresso, il paziente ne è inconsapevole. Ad ogni modo, la natura del trattenimento (linguaggio del corpo) ne identificherà il sentimento. Generalmente la sensazione può essere portata alla coscienza attivando il movimento espressivo. Per esempio una mascella che viene rigidamente trattenuta da muscoli tesi può trattenere impulsi o mordere. Far mordere un asciugamano, a qualcuno può attivare questi impulsi cosicché il desiderio soppresso di mordere diventa conscio. Una gola rigidamente contratta inibisce l'espressione del pianto o delle urla, ma la persona può non essere conscia di questa inibizione fino a che non cerca di piangere o urlare. Spalle rigide possono bloccare impulsi a colpire con rabbia. Spesso far si che la persona colpisca il letto con i pugni evoca una sensazione di rabbia. Allo stesso modo si può identificare la mancanza di aggressività sessuale in un individuo dalla immobilità della pelvi. Comunque la capacità di leggere il linguaggio del corpo non viene acquisita facilmente o rapidamente. Sono necessari un considerevole training ed esperienza per sviluppare questa abilità ad un alto livello di competenza.

Interpretare schemi diversi di tensione in parti del corpo separate (bocca, occhi, spalle, pelvi, piedi ecc. ) è molto simile a leggere le parole. Anche se si riescono a leggere le parole correttamente non ne consegue che si riesca a trarne un senso compiuto.

Per avere un senso compiuto le parole devono essere interpretate nel contesto di una frase, un paragrafo, persino un capitolo. Ciascun corpo ha un'espressione unica che rivela la personalità ed il carattere dell'individuo.

La struttura del carattere può essere vista come una tipologia che facilita la comprensione e la comunicazione, ma non si può fare terapia con una tipologia. La terapia ha a che fare con un individuo molto specifico, ed è quella specificità che si deve capire dalla lettura del corpo. Le parti hanno senso rapportate al tutto, ma il tutto non può essere determinato dalle parti. Solo quando capiamo un individuo in questi termini abbiamo comprensione dei suoi problemi e soltanto entro quello schema di riferimento il lavoro sulle parti o segmenti diventa pienamente produttivo.

Se la terapia è un viaggio alla scoperta di sè dovrebbe essere condotta da una guida che ha fatto quel viaggio personalmente. Un terapeuta non può aiutare i pazienti ad avanzare oltre il punto in cui egli è arrivato. Ma troppi terapisti hanno mancato di confrontarsi con la loro struttura caratteriale a livello corporeo. Ciò deriva dalla osservazione che essi non hanno compiuto cambiamenti significativi nella loro struttura corporea. Di conseguenza la loro conoscenza della struttura del carattere è più teorica che esperienziale. Il risultato è che essi contano soltanto sulla consapevolezza per modificare la personalità. Infatti la consapevolezza e l'insight possono far ciò in grado limitato e a livello superficiale. Ad ogni modo l'insight è solo una finestra attraverso la quale si può vedere la ragione di un qualche aspetto del comportamento. Sapere il perché del comportamento non influenza fortemente il come del comportamento. Credere altrimenti è ignorare il fattore energetico. Considerazioni di carattere energetico impongono che un cambiamento profondo implichi un lavoro continuo di scoperta. Questo è il livello in cui si incontrano dolore e paura. La paura proviene dal fatto che la scoperta accade spesso assieme allo sconvolgimento. La vecchia struttura deve rompersi e crollare perché si possa sviluppare un modo più libero di essere. Terapisti di successo hanno sperimentato alcuni di questi sconvolgimenti nel corso della loro crescita e possono essere testimoni del dolore e paura che accompagnano questo processo. Si può apprezzare la riluttanza di molti terapeuti a portare i pazienti al punto di rottura e di scoperta perché temono il possibile sconvolgimento che può succedere.

Tuttavia questo processo, sebbene doloroso, può essere necessario se si vuole che accada un vero cambiamento terapeutico.

Tratto da "Bioenergetic Analysis"

 

Fonte: http://www.biosofia.it/doc/Lowen_considerazioni.doc

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