Compiti a casa scuola elementare e medie

 


 

Compiti a casa scuola elementare e medie

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

 

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

 

Compiti a casa scuola elementare e medie

“...Ed ora riflettiamo”

Parte seconda

(Compiti a casa)

 

 Quello dei compiti a casa risulta dunque essere un problema di difficile soluzione…ma su una cosa siamo d’accordo : un impegno serve….allora, più che una soluzione, sarebbe più facile trovare una mediazione tra le varie esigenze.

Quali sono le esigenze delle parti in gioco?

 

I genitori ne hanno varie:

  • la buona riuscita scolastica dei figli (non sanno dire se legata o no ai compiti a casa)
  • la necessità di trascorrere l’ormai poco tempo disponibile con loro, liberi dall’assillo di compiti da svolgere
  • la necessità di far frequentare ai figli attività diverse (sport, musica ….)
  • la richiesta di sapere se e come seguire i propri figli durante lo svolgimento dei compiti a casa.

Spesso ci sono affermazioni contrastanti tra i genitori di un gruppo classe:

  • chi si lamenta dei troppi compiti spesso mal distribuiti durante i giorni della settimana (soprattutto sabato e domenica)
  • chi ne chiede molti, giudicando la scuola dalla “quantità” di lavoro che propone.

 

Gli alunni manifestano con i loro comportamenti:

  • la necessità di “staccare”  dopo un certo numero di ore trascorse a scuola.
  • la necessità di far fronte a compiti in quantità e difficoltà non elevata.
  • la necessità di non “guastare” i rapporti con i genitori a causa dei compiti.
  • la necessità di vedere riconosciuto il lavoro svolto ( spesso dicono “per cosa lo faccio se poi non viene corretto”).

 

Gli insegnanti hanno ovviamente altre esigenze:

  • offrire spunti di ripensamento sugli argomenti svolti in classe
  • far esercitare gli alunni
  • fornire materiale utile alla creazione di una autonoma  organizzazione di studio
  • dare l’occasione di un impegno personale da portare avanti con serietà.

     Forse allora sarebbe opportuno  scegliere quale obiettivo, in una certa fase del           percorso di insegnamento, sia necessario cogliere :

  • se lo scopo è far esercitare per far diventare più sicuri, più veloci in vista di verifiche scritte.
  • se lo scopo è far studiare e ripetere in vista di verifiche orali.
  • se lo scopo è favorire il processo di autonomia.
  • se lo scopo è far riutilizzare schemi organizzativi di lavoro proposti a scuola.
  • se lo scopo è far collaborare gruppetti di bambini per favorirne la frequentazione.
  • se lo scopo è avviare all’assunzione progressiva di un impegno personale.

Dopodiché decidere il genere e la quantità di lavoro da assegnare riflettendo sui seguenti punti :

 

  • Il giudizio sul concetto di “troppo”, relativo alla quantità del lavoro richiesto a casa, nella scuola primaria e secondaria di primo grado, è strettamente individuale. Legato cioè alle competenze, ai ritmi del singolo alunno, al suo rendimento in classe. Se un bambino lento non è in grado di terminare il lavoro a scuola, come potrà a casa, da solo, svolgere una notevole mole di  compiti e magari anche il lavoro di classe non finito? ( sarà sempre più convinto di non essere capace….rincorrerà sempre il tempo ..andrà in ansia….i genitori lo brontoleranno per non essere efficiente a scuola…la sua autostima inizierà a scendere ). Un bambino veloce e sicuro potrà viceversa, svolgere quello stesso carico di compiti, rapidamente e bene ed avere tempo per soffermarsi magari a leggere qualcosa che gli piace, o a sfogliare un libro (diventerà sempre più organizzato e capace, avrà cose in più da dire, sarà lodato e ammirato ….crescerà la sua autostima).   Possiamo rimanere a lamentarne la  lentezza oppure si rende necessario fare qualcosa per il primo bambino? (Quel qualcosa è assegnargli un carico di lavoro basso, fattibile, che comunque possa svolgere in tranquillità, riconoscergli gli sforzi e piano piano incrementare l’impegno).

 

  • In generale i troppi compiti non facilitano la capacità di organizzazione e la strutturazione di un “metodo”: si impara ad organizzarsi con poco e semplice materiale aumentando poi gradatamente. Inoltre  i bambini più piccoli non sono in grado di organizzarsi da soli (spesso neanche quelli più grandicelli) e spetta ai genitori dar loro le coordinate necessarie per dividere la giornata stabilendo orari più o meno flessibili per i compiti, la merenda, i giochi… Non sempre e non tutti i genitori sono capaci di assolvere a questo compito. In tal modo i bambini con genitori organizzati diventeranno sempre più capaci, avranno buoni risultati e saranno più motivati…gli altri dureranno molta fatica dovendo svolgere i compiti in fretta, in orari improbabili, con minacce e rimproveri ..coglieranno solo l’aspetto “doveristico” della questione, impareranno ben poco, la motivazione calerà e così tutto il resto…

 

  •  I troppi compiti non servono neanche a far riflettere sugli argomenti poiché  occorre tempo per riflettere, trovare soluzioni, organizzare il lavoro in forma ordinata, leggere, capire, ripetere ecc.ecc…. meglio un solo lavoro svolto molto bene che tanti svolti in maniera affrettata.

 

  • I compiti puramente esecutivi (compiti di ordine, precisione, scrittura ordinata, copiatura.) che a noi sembrerebbero noiosi, piacciono invece molto ai bambini perché riescono a farli da soli e sanno organizzarli; amano meno i compiti di approfondimento teorico perché richiedono un metodo di ricerca che non possiedono e devono chiedere aiuto ai grandi.

 

  • Assegnare lavori da svolgere a casa, mirati, calibrati sulle possibilità effettive di svolgimento, tali da poter essere svolti in autonomia, consente all’insegnante di essere esigente nei confronti del lavoro svolto. Consente  di superare la tradizionale modalità di “correzione” che implica un concetto di passività dell’alunno, per avviare piuttosto una revisione non legata ad un voto segnato velocemente sul quaderno,  ma alla possibilità di far capire l’utilità dell’esercizio fatto ( “ siete riusciti a fare da soli?”“per quali difficoltà avete avuto bisogno di aiuto?” “ Avete qualche domanda da fare sull’argomento studiato?” “E’ necessario che riparliamo dell’argomento?”…ecc ) dando considerazione ovviamente a chi chiede, a chi ha individuato una difficoltà, perché significa che ci ha pensato. E’ importante  far sì che il bambino sia orgoglioso di ciò che ha fatto, ne veda l’utilità, si confronti con il lavoro dei compagni…e i più svogliati saranno spinti a cimentarsi, per partecipare a quel momento di scambio di idee ed esperienze che, con qualche “sortilegio” potrebbe essere reso persino divertente. Un momento di assenza di giudizio da parte dell’insegnante perché è importante capire che mentre si impara o si fanno tentativi per organizzarsi al fare, non si può essere giudicati .
  • Spesso per  i genitori soprattutto all’inizio della scuola primaria, aiutare i propri figli è una “missione”, un dovere, ma spesso non lo fanno nella giusta maniera, sostituendosi a loro e creando insicurezza e dipendenza. Perciò sarebbe opportuno all’inizio spiegare ai genitori quale sia la giusta maniera di affiancare i bambini senza creare problemi.

 

 

..Infine occorre riflettere tutti sulla considerazione delle ore trascorse a scuola  in base alle quali modulare il tempo da trascorrere a casa per svolgere un ulteriore lavoro scolastico e riflettere sul necessario accordo tra gli insegnanti della classe nell’assegnazione dei vari compiti.

Su questi punti più pratici e facilmente definibili, un collegio potrebbe darsi delle regole precise, spiegate e condivise poi con genitori ed alunni.

 

Fonte: http://www.scuolecarducci.livorno.it/circolari/compiti%20a%20casa%202.doc

Sito web da visitare: http://www.scuolecarducci.livorno.it/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Nota : se siete l'autore del testo sopra indicato inviateci un e-mail con i vostri dati , dopo le opportune verifiche inseriremo i vostri dati o in base alla vostra eventuale richiesta rimuoveremo il testo.

Parola chiave google : Compiti a casa scuola elementare e medie tipo file : doc

 

Compiti a casa scuola elementare e medie

LINEE COMUNI DI INDIRIZZO SUI “COMPITI A CASA”

 

Il tema dei compiti a casa è sempre stato oggetto di discussione fra i genitori e gli insegnanti. Spesso i genitori sottolineano l’eccessivo carico di lavoro dei figli al rientro da scuola o durante il fine settimana, d’altra parte non mancano genitori che sollecitano i docenti ad assegnare ulteriori compiti per consolidare apprendimenti, per abituarli ad un impegno che si farà più pesante negli ordini scolastici successivi, per sviluppare nei bambini ulteriori competenze.
In una scuola a tempo pieno o a tempo lungo gli alunni sono impegnati per circa 6 ore ogni giorno in attività formative, per un totale di 30 ore settimanali. Gli insegnanti sono consapevoli del bisogno di ogni bambino, al termine della giornata scolastica o durante il fine settimana, di avere momenti da trascorrere liberamente con i familiari o di svolgere autonomamente attività ludiche, rilassanti, motorie… Riconoscono, inoltre, la valenza formativa delle varie esperienze extrascolastiche, essendo consci di “non esaurire tutte le funzioni educative”.
Proprio per l’importanza dell’argomento “Compiti a casa” e per la sua delicatezza, la Direzione ha voluto avviare un confronto fra gli insegnanti per verificare le scelte operate da ogni docente e da ogni plesso su questa materia. Dal dibattito avvenuto nel Consiglio di Direzione del 30 novembre 2004 e dalle documentazioni scritte pervenute a questa Direzione sul tema dei compiti a casa è emerso che le posizioni dei Consigli di Plesso sono pressoché omogenee.
E’ risultato facile, quindi, predisporre delle linee comuni di indirizzo per i docenti nel momento dell’assegnazione dei compi a casa e del recupero dopo un periodo di assenza.
Tali scelte andranno a far parte della programmazione educativa ed organizzativa della scuola elementare sammarinese.
Sarebbe bene che esse fossero anche oggetto di informazione, confronto con i genitori, per favorire un loro coinvolgimento attivo nel lavoro a casa dei figli.

Compiti per il fine settimana
I docenti ritengono opportuna l’assegnazione di compiti da svolgere a casa durante il fine settimana:

  • per favorire un consolidamento degli apprendimenti,
  •  per incentivare atteggiamenti di responsabilità e di autonomia,
  •  per l’acquisizione di un efficace metodo di studio,
  • per coinvolgere le famiglie nel lavoro scolastico. Per i genitori i compiti a casa sono un’occasione per seguire i lavori svolti nelle scuole, per verificare i progressi del figlio e per trasmettergli il valore del suo impegno scolastico.

Risulta difficoltoso quantificare il tempo da dedicare durante il fine settimana ai compiti, perché dipende anche dai ritmi e dalle modalità del loro svolgimento tipiche di ogni alunno, però si può affermare che tale impegno non dovrebbe limitare pesantemente le esperienze familiari e la conduzione di altre attività extrascolastiche. Comunque il tempo da dedicare ai compiti a casa è consigliabile che non superi un’ora - un’ora e mezzo per i bambini delle prime classi della scuola elementare e le due ore per gli alunni del secondo ciclo.
E’ opportuno un confronto fra i colleghi prima dell’assegnazione dei compiti, per evitare un eccessivo carico di lavoro; è possibile dare i compiti in modo alternato oppure, previo accordo, anche da parte di vari insegnanti della classe.
Le attività assegnate devono essere chiare nella consegna, fattibili da tutti gli alunni, diversificate in caso dell’esistenza di programmazioni individualizzate, devono vertere su apprendimenti già affrontati, costituire un’occasione di partecipazione e di condivisione con la famiglia del lavoro svolto durante la settimana e non essere un momento di tensione fra il bambino e i suoi genitori.
Le attività didattiche da privilegiare nell’assegnazione dei compiti sono la lettura, verifiche sulla comprensione dei testi, produzioni grafico-pittoriche, esercizi di consolidamento e, per il secondo ciclo, lo studio individuale e lo svolgimento di ricerche su argomenti specifici.

 

Attività possibili durante la settimana
Gli insegnanti ritengono che durante la settimana gli alunni delle prime classi non debbano essere occupati dopo l’impegno scolastico in ulteriori lavori didattici, ad eccezione di brevi attività di lettura, mirate a consolidare l’apprendimento strumentale della lettoscrittura.
I docenti considerano un obiettivo fondamentale della scuola elementare  favorire negli alunni il bisogno ed il piacere della lettura, pertanto ritengono opportuno abituarli a leggere un libro preso in prestito dalla biblioteca del plesso o altri testi narrativi forniti dall’insegnante; naturalmente tale attività per avere caratteristiche ludiche, “hobbistiche”, piacevoli, non dovrà essere accompagnata da esercitazioni di tipo didattico.
Nelle ultime classi (soprattutto IV e V) uno degli obiettivi della programmazione didattica è l’avvio all’apprendimento di un efficace metodo di studio e ciò comporta l’analisi approfondita di testi informativi di tipo storico, geografico, scientifico, l’individuazione delle parole-chiave e delle informazioni essenziali, l’elaborazione di schemi, la memorizzazione dei contenuti fondamentali, la loro esposizione chiara, coerente, utilizzando un linguaggio specifico. Per raggiungere tali obiettivi sono previsti ampi tempi appositamente programmati a scuola, momenti in cui gli alunni, aiutati inizialmente dall’insegnante, svolgono, individualmente o in piccolo gruppo, attività di analisi e di studio del testo informativo.
Ferma restando la necessità di continuare a prevedere nelle ore scolastiche momenti per lo studio personale, è auspicabile prevedere, in un unico giorno infrasettimanale, un momento di elaborazione personale a casa su un testo già esaminato a scuola e assegnato con anticipo. Va evitato che ogni docente della classe assegni, seppure con un largo anticipo, un argomento da studiare per più giorni della settimana, poiché l’alunno si ritroverebbe ad avere ogni giorno al termine delle lezioni un impegno scolastico: se l’obiettivo è l’acquisizione del metodo di studio non hanno rilevanza l’argomento e la disciplina, ma la correttezza delle varie fasi per addivenire ad un apprendimento significativo e ad una sua coerente esposizione. Queste attività finalizzate al conseguimento di un efficace metodo di studio devono essere graduate nel tempo e nelle difficoltà, affinché non diventino per il bambino fonte di ansia e di preoccupazione, ma occasione di crescita e di soddisfazione. Un coinvolgimento dei genitori è opportuno per offrire al bambino, almeno inizialmente, aiuto, sostegno, incoraggiamento, apprezzamento del suo impegno e delle sue prestazioni, e per le opportune verifiche.
Lo studio individuale va favorito anche per fornire agli alunni competenze utili per affrontare positivamente il percorso scolastico nella scuola media.

 

 

 

Il recupero
Il recupero delle attività svolte dalla classe durante giornate di assenza del bambino deve riguardare in modo particolare le spiegazioni dei nuovi argomenti affrontati. A livello individuale, sfruttando momenti di compresenza, o anche coinvolgendo tutta la classe (per gli altri alunni può essere un’occasione di rinforzo o di verifica degli apprendimenti raggiunti) l’insegnante promuove interventi per far acquisire anche all’alunno assente nei giorni precedenti le nuove conoscenze/competenze, utilizzando anche strategie diversificate rispetto alle lezioni già effettuate. L’insegnante fra le varie attività di consolidamento già svolte con gli altri alunni potrà sceglierne alcune fra le più efficaci da proporre all’allievo assente, altrimenti potrà presentare a tutta la classe esercitazioni simili a quelle svolte precedentemente e mirate sempre al perseguimento dei medesimi obiettivi, cogliendo l’occasione per rinforzare tali apprendimenti agli altri alunni.
Comunque non è necessario e sarebbe eccessivamente pesante e gravoso il recupero di tutte le attività svolte dai compagni durante i giorni di assenza.
Si verifica sempre più spesso che alunni si assentino per un’intera settimana o addirittura per periodi maggiori per trascorrere periodi di vacanza insieme alla famiglia.
Tali assenze creano, soprattutto se frequenti e se coinvolgono più alunni in periodi diversi, disagi frenando lo svolgimento delle attività programmate. In questo caso è opportuno sensibilizzare le famiglie facendo presente le difficoltà che si possono creare e la necessità di una loro collaborazione per il recupero degli apprendimenti anche in momenti extrascolastici.
Nel caso in cui un alunno non completi il lavoro assegnato durante le lezioni, occorre verificare se ciò avviene occasionalmente o con una certa frequenza, indagare sulle probabili cause e valutare con i colleghi e con la famiglia una strategia idonea.

 

Fonte: http://web.educazione.sm/elementare/Informazioni/Compiti%20a%20casa.doc

Sito web da visitare: http://web.educazione.sm/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Nota : se siete l'autore del testo sopra indicato inviateci un e-mail con i vostri dati , dopo le opportune verifiche inseriremo i vostri dati o in base alla vostra eventuale richiesta rimuoveremo il testo.

Parola chiave google : Compiti a casa scuola elementare e medie tipo file : doc

 

Compiti a casa scuola elementare e medie

 

 

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Compiti a casa scuola elementare e medie

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

 

Compiti a casa scuola elementare e medie