Età dei totalitarismi riassunto

 

 

 

Età dei totalitarismi riassunto

 

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Età dei totalitarismi riassunto

 

L’età dei totalitarismi

 

Negli anni ’30 la democrazia attraversò la sua crisi peggiore; infatti in molti Stati d’Europa si erano affermati regimi autoritari, soprattutto dopo la grande crisi, i successi del nazismo in Germania e la crescita dei movimenti autoritari.

Nella maggioranza dell’opinione pubblica si diffuse l’idea che i sistemi democratici sarebbero presto crollati perchè troppo deboliper tutelare gli interessi nazionali e inefficientiper garantire il benessere.

Le alternative erano rappresentate dal comunismo sovietico e dai regimi autoritari di destra.

 

Il fascismo

La loro caratteristica era quella di proporsi come artefici di una propria rivoluzione.

Organizzazione politica→ accentramento del potere nelle mani di un capo, struttura gerarchica dello stato, inquadramento delle popolazioni nelle organizzazioni di massa, controllo sull’informazione e la cultura.

Organizzazione economico e sociale→ aveva indicato una terza via fra capitalismo e comunismo; soppressione della dialettica sindacale, maggior intervento statale in economia.

Il fascismo fu appoggiato soprattutto dagli strati sociali intermedi, mentre le classi popolari lo accettarono di malavoglia. Ai ceti medi il fascismo dava la sensazione di appartenere a una comunità e di riconoscersi in un capo, di essere inseriti in una gerarchia basata sul merito e non sui privilegi; li difendeva dai processi di massificazione.

Il fascismo riuscì a capire più di altri la società di massa e sfruttò controllandoli i mezzi di propaganda, i canali di informazione e di istruzione, le strutture associative. Così fecero anche gli altri regimi definiti totalitari, in quanto cercavano di dominare tutta la società, di condizionare i comportamenti e la mentalità dei cittadini.

 

La crisi della Repubblica di Weimar e l’avvento del nazismo

Novembre 1923: Hitler è incarcerato; è ancora semisconosciuto ed è il leader del Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi.

Fino al 1929 il suo partito, definito nazista, rimase un gruppo minoritario; si serviva della violenza contro gli avversari politici e possedeva una forte organizzazione armata, le SA (reparti d’assalto), comandato da Ernst Rohm.

Il suo programma prevedeva: la denuncia del trattato di Versailles, la riunione dei tedeschi in una nuova “grande Germania”, l’adozione di misure discriminatorie contro gli ebrei.

QUESto programma venne esposto nel libro Mein Kampf (La mia battaglia).

Hitler credeva nell’esistenza di una razza superiore e conquistatrice, quella ariana, ormai inquinata dalla commistione con altre razze inferiori; essa doveva diminare sull’Europa e sul mondo→ utopia nazionalista e fascista.

X realizzare ciò era necessario sconfiggere i nemici interni, primi fra tutti gli ebrei, popolo senza patria, considerato portatore di dissoluzione morale, responsabile di misfatti del capitale finanziario e del bolscevismo.

Dopo aver costituito un nuovo stato guidato da un nuovo capo, i tedeschi dovevano respingere le imposizioni di Versailles, recuperare i territori perduti ed espandersi verso est a danno dei popoli slavi, considerati anch’essi inferiori.

QUESto programma trovò dapprima scarsi consensi, e alle lezioni del ’24 e del ’28 i nazisti ottenero pochi voti.

Con lo scoppio della grande crisi però la maggioranza dei tedeschi perse ogni fiducia nella Repubblica e nei suoi partiti.

Settembre 1930: il cancelliere Bruning, sostenuto dal presidente Hindenburg, convoca le nuove elezioni. I nazisti conquistano molti voti

1932: apice della crisi economica.

Si verificano nelle città vari scontri tra nazisti e comunisti, agguati e spedizioni punitive.

Marzo 1932: elezioniper la presidenza della Repubblica; i partiti democratici appoggiano ancora Hindenburg.

Una volta rieletto cede alle pressioni militari e della grande industria: congeda Bruning e chiama alla guida del governo due uomini della destra conservatrice, Franz von Papen e Schleicher.

30 gennaio 1933: Hitler è convocato dal presidente della Repubblica e messo a capo del governo.

 

Il Terzo Reich

27 febbraio 1933: incendio al Reichstagh, il Parlamento nazionale.

Di ciò viene accusato un comunista olandese; nasce un’imponenente operazione di polizia contro i comunisti e vengono varate misure eccezionali che limitavano le libertà di stampa e di riunione.

Hitler, nonostante avesse vinto le elezioni del marzo 1933, e potesseformare un nuovo governo con la destra, mirava ad abolire il Parlamento. Il Reichstagh lo appoggiò e conferì con una legge pieni poteri al governo, tra cui quello di legiferare e modificare la costituzione.

Pian piano tutti i partiti si sciolsero. A luglio Hitler varò una legge in cui il Partito nazionalsocialista era l’unico consentito in Germania.

30 giugno 1934: “notte dei lunghi coltelli”→ reparti delle SS (“squadre di difesa”) assassinano Rohm, capo delle SA, e tutto il suo stato maggiore.

Hitler chiede alle forze armate l’assenso alla sua candidatura alla successione di Hindenburg.

Agosto 1934: Hitler ricopre le cariche di cancelliere e capo dello Stato. Gli ufficiali sono costretti a prestare giuramento di fedeltà ad Hitler e al nazismo→ nasce il Terzo Reich, il terzo Impero (dopo il Sacro Romano Impero).

Nel nuovo regime il capo (Fuhrer) era anche la fonte suprema del diritto, colui che esprimeva le aspirazioni del popolo.

Attorno al partito vi erano una serie di organizzazioni di massa: il Fronte del lavoro, che sostituiva i sindacati; le organizzazioni  giovanili che facevano capo alla Hitlerjugend (gioventù hitleriana), il cui compito era quello di trasformare l’insieme dei cittadini in una comunità del popolo compatta e disciplinata.

Gli ebrei erano concentrati nelle grandi città e occupavano le zone medio-alte della scala sociale; la propaganda nazista riuscì a risvegliare nei loro confronti i sentimenti di ostilità contro la diversità etnica e religiosa e contro il rpivilegio economico.

Settembre 1935: leggi di Norimberga→ tolgono agli ebrei la parità dei diritti e proibiscono i matrimoni tra ebrei e non ebrei.

Novembre 1938: notte dei cristalli→ dopo l’uccisione di un diplomatico tedesco a Parigi per mano di un ebreo, i nazisti organizzano un pogrom in tutta la Germania.

 

La difesa della razza prevedeva anche manifestazioni razziali contro altre minoranze.

 

La Chiesa si adattò al regime, anche in seguito al concordato stipulato dalla chiesa di Roma col governo nazista del luglio 1933.

Marzo 1937: Papa Pio XI interviene con un’enciclica per condannare il nazismo.

Il consenso generele dato al nazismo dipendeva anche dall’apparato repressivo e terroristico, rappresentato dalle molte polizie, tra cui la Gestapo e le SS, e i lager.

Un altro fattore di consenso fu la ripresa economica, grazie all’impulso dato ai lavori pubblici ed alla politica di riarmo. Inoltre il nazismo riuscì ad imporre formule e miti per toccare l’anima popolare, anche grazie alle comunicazioni di massa; l’ideale era la formazione di una società patriarcale lontana dalle metropoli moderno e dalle malattie della civiltà industriale (mito della terra e del sangue).

Per diffondere quest’utopia antimoderna, il regime si servì però di mezzi moderni; istitui un ministero per la Propaganda, affidato a Goebbels; la stampa fu sottopoasta a stretti controlli; gli intellettuali furono inseriti in un’organizzazione nazionale.

 

L’Unione Sovietica

Stalin tra il 27 ed il 28 decise d accellerare lo sviluppo industriale e di porre fine alla Nep. Egli voleva costruire un’economia collettivizzata e industrializzata; l’ostacolo era il ceto dei contadini benestanti, i kulaki.

1929: Stalin vuole la collettivizzazione del settore agricolo; contro di lui si schierò Bucharin, teorico della Nep. La maggioranza del partito si schiero con Stalin.

Milioni di contadini furono deportati in Siberia o nella Russia settentrionale; i kulaki vennero eliminati.

Il vero scopo della collettivizzazione era quello di favorire l’industrializzazione con lo spostamento di risorse economiche ed energie umane.

1928: primo piano quinquennale per l’industria

1937: secondo piano quinquennale.

L’aumento dell’industrializzazione avvenne anche grazie al clima di entusiasmo che Stalin seppe suscitare nella classe operaia intorno agli obbiettivi del piano.

Nacque il mito dell’URSS in occidente.

Stalin riuscì ad assumere in URSS il ruolo di capo assoluto, sorretto da un grande apparato burocratico e poliziesco e dal consenso di milioni di lavoratori; divenne il depositario della dottrina marxista-leninista.

1934: periodo delle “grandi purghe” → viene assassinato Kirov, membro del gruppo dirigente comunista; segue un’imponente ondata di arresti soprattutto tra i quadri del partito, attuata con una repressione poliziesca o con pubblici processi irregolari. Tutti gli antichi oppositori di Stalin vengono eliminati. Trotzkij venne ucciso nel 1940.

 

La crisi della sicurezza collettiva e i fronti popolari

Ottobre 1933: Hitler ritira la Germania dalla Società delle nazioni.

Luglio 1934: in Austria gruppi nazisti tentano di impadronirsi del potere ed uccidono il cancelliere Dollfuss per preparare l’unificazione fra Austria e Germania. Mussolini fa schierare quattro divisioni al confine italo-austriaco e riesce a fermare Hitler.

Aprile 1935: Il governo tedesco reintroduce in Germania la coscrizione obbligatoria, vietata dal trattato di Versailles → conferenza di Stresa: i rappresentanti di Italia, Francia e Gran Bretagna si riuniscono per condannare il riarmo tedesco, per ribadire la validità dei patti di Locarnoe per riaffermare il loro interesse all’indipendenza dell’Austria.

1934: l’Urss entra nella Società delle nazioni e stipula un patto di alleanza con la Francia.

Agosto 1935: settimo congresso del Comintern a Mosca→ viene palesata la lotta al fascismo. I partiti comunisti avevano il compito di riallacciare i rapporti con gli altri partiti operai e con le forze democratico-borghesi, per favorire la nascita dei fronti popolari e appoggiare i governi democratici contro il fascismo.

Ciò non bastò: nel 1935 l’Italia fascista aggredisce l’Etiopia e nel 36 Hitler viola un altra clausola di Versailles e reintroduce truppe tedesche nella Renania.

I fronti popolari ebbero come risultato solo quello di restituire unità al movimento operaio europeo.

Febbraio 1936: una coalizione di fronte popolare vince le elezioni in Spagna.

La stessa cosa avviene in Francia, dove si forma un governo composto da radicali e socialisti, guidato dal socialista Leon Blum. Nel giugno 1936 gli operai ottengono la firma degli accordi di Palazzo Matignon.

I salari vennero aumentati, ma aumentò anche l’inflazione con una successiva svalutazione del franco; a causa dell’ostilità degli ambienti industriali Blum si dimise nel 37.

 

La guerra di Spagna

1936-1939: guerra civile spagnola

Febbraio 1936: le sinistre unite in una coalizione di fronte popolare si affermano nelle elezioni politiche e salgono al governo.

Esplode la tensione: le masse proletarie iniziarono una rivoluzione sociale contro i grandi proprietari e il clero cattolico. La vecchia classe dominante reagì con un nuovo pronunciamento (colpo di Stato) messo in atto dai militari.

Luglio 1936: inizia la ribellione, sostenuta dalla truppe coloniali del Marocco spagnolo e organizzata da 5 generali, tra i quali Francisco Franco, capo degli insorti (franchisti).

I governo repubblicano riesce però a mantenere il controllo della capitale delle regioni ricche del nord-est.

Italia e Germania aiutano i nazionalisti di Franco, nessuna potenza democratica aiuta la Repubblica.

Agosto 1936: il governo francese di Fronte popolare promuove un accordo fra le grandi potenzeper il non intervento nella crisi spagnola; esso viene sottoscritto anche da Italia e Germania, ma viene rispettato solo da Francia e Gran Bretagna.

Solo l’Urss apportò un grosso aiuto alla Repubblica, fornendo materiale bellico e favorendo la formazione di Brigate internazionali→ reparti di volontari comunisti e antifascisti.

I repubblicani però rimasero inferiori agli avversari sul piano militare e indeboliti politicamente dalle loro divisioni interne. La borghesia progressista si allontanò da Fronte popolare; sorse un contrasto fra anarchici ed altri partiti della coalizione.

Franco invece venne nominato caudillo (duce) e realizzò l’unità di tutte le destre in un partito unico, la Falange nazionalista.

Primavera 1938: i franchisti spezzano in due il territorio controllato dai repubblicani.

1939: i nazionalisti fanno cadere Madrid→ fine della guerra civile e sconfitta dei repubblicani.

 

L’Europa verso la guerra

La tensione aumentò a causa della politica di Hitler; Gran Bretagna e Francia mantenevano un comportamento arrendevole, l’Italia appoggiava Hitler.

Egli sperava di poter evitare uno scontro con la Gran Bretagna, a patto che gli avesse lasciato campo liberoper espandersi in Europa centro-orientale.

Maggio 1937: in Gran Bretagna sale al governo Neville Chamberlain, sostenitore della politica dell’appeasement→ basata sul presupposto che fosse possibile controllare Hitler accontentandolo nelle sue rivendicazioni più ragionevoli e risarcendo la Germania dal duro trattamento subito a Versailles.

La Francia era invece attraversata da lacerazioni politiche e da una crisi morale.

QUESti fattori consentirono alla Germania di ottenere grossi successi senza cominciare una guerra.

Marzo 1938: annessione dell’Austria al Reich tedesco (Anschluss) senza reazioni dalle potenze esterne.

Questione dei sudeti: rivendicazione etnica riguardante i sudeti, cioè i milioni di tedeschi che vivevano in Cecoslovacchia. Hitler voleva l’annessione della regione dei Sudeti distruggendo la Cecoslovacchia.

29-30 settembre 1938: a Monaco, su proposta di Mussolini, Hitler incontra i capi delle grandi potenze europee, ad esclusione dell’Urss; Chamberlain e il ministro francese Deladier accettano il progetto presentato dall’Italia che prevedeva l’annessione al Reich tedesco del territorio dei Sudeti.

I cecoslovacchi devono accettare la dissoluzione della loro Repubblica.

La pace stabilita era però fragile.

 

Nazionalisti e comunisti in Cina

1913: regime autoritario imposto dal generale Yuan Shi-kai.

QUESto governo non era abbastanza forte da imporre la sua autorità alle province, comandate da governatori militari, i signori della guerra.

1917: la Cina interviene nella guerra mondiale a fianco dell’Intesa; ne esce però umiliata dalle grandi potenze occidentali, che permettono al Giappone di controllare la regione dello Shantung.

1921: lotta del leader del Kuomintang, Sun Yat-sen, contro il governo. Riesce a formare un proprio governo a Canton, con l’appoggio del Partito comunista cinese, fondato da un gruppo di intellettuali, tra i quali Mao Tse-tung. L’Urss sostiene la causa di Sun Yat-sen.

1925: Chang Kai-shek succede a Sun Yat-sen

1927: a Shangai le truppe di Chang sconfiggono le milizie operaie. Il Partito comunista viene messo fuori legge.

1928: la capitale Pechino viene conquistata dall’esercito di Chang.

Chang cerca di riorganizzare l’economia e l’apparato statale secondo i modelli occidentali.

1931: i giapponesi invadono la Manciuria e vi creano uno stato fasullo, il Manchu-kuo.

Il governo di Chang non reagisce e riprende vigore l’azione dei comunisti.

Mao Tse-tug imposta la strategia contadina→ essa indicava nelle masse rurali le vere protagoniste del processo rivoluzionario.

1931-1934: Chang lancia campagne militari contro le zone controllate dai comunisti.

Con la lunga marcia Mao Tse-tung riuscì a salvare il nucleo dirigente comunista e a riprendere la lotta contro i giapponesi.

1937: accordo fra nazionalisti e comunistiper contrastare l’imperialismo giapponese.

1939: i giapponesi giungono però a controllare le zone più importanti del paese.

 

Giappone

Con la partecipazione alla prima guerra mondiale il Giappone riuscì a consolidare la sua massima potenza asiatica e a rafforzare la sua struttura produttiva. Riuscì ad avviare una politica imperiale, con l’obiettivo di sottomettere vaste zone della Cina.

Il quadro istituzionale rimase di tipo liberale.

Anni ’20: compaiono sulla scena movimenti autoritari di destra, ispirate al fascismo e con una cultura tradizionalista.

Anni ’30: regime autoritario appoggiato dal nuovo imperatore Hiroito.

 

America Latina

Con la grande crisi si ridussero i tradizionali flussi commerciali e crollarono i prezzi delle materie prime e delle derrate alimentari.

I paesi più grandi, come Brasile, Argentina, Cile e Messico, reagirono promuovendo un processo di diversificazione produttiva che sviluppoò alcuni settori di industria manifatturiera.

1930: sommovimenti politici in Argentina→ un colpo di Stato militare rovescia le istituzioni democratiche.

Sommovimenti politici in Brasile→ una rivolta popolare contro le vecchie oligarchie porta al potere Getulio Vargas; egli da vita ad un regime autoritario, basato sul rapporto diretto fra capo e masse, su un acceso nazionalismo, su un intervento statale a sostegno della produzione e sulla concessione di una legislazione socialeper i lavoratori urbani. QUESto regime, diffuso poi in altre politiche ltino-americane, prende il nome di populismo.

Messico→ sotto la presidenza di Cardenas viene praticata una forma di populismo molto avanzata.

Il populismo si sarebbe affermato anche in Argentina con Juan Domingo Peròn e il suo movimento del peronismo.

 

Fonte: http://blog.reteluna.it/comunicazionelecce/wp-content/uploads/2009/03/riassunti-storia-contemporanea.doc

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