Le culture del turismo

 


 

Le culture del turismo

 

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Le culture del turismo

 

PARTE PRIMA POLO DEGLI HOSTS

 

1. IL TURISMO COME FATTO SOCIALE TOTALE

Fatto sociale totale è stata coniata da Mauss partendo dal concetto di fatti sociali di Durkeim ovvero insiemi di azioni che determinano dall’esterno il comportamento dei membri di una società determinando l’adesione degli individui alle regole del corpo sociale di cui fanno parte. Con fatti sociali totali Mauss intende la totalità concreta, possono essere definiti come elementi del sociale che mettono in moto la totalità della società, fatti particolari che consentono di vedere una molteplicità di altri elementi della vita sociale, come quei momenti cruciali della realtà umana che, nel loro accadere, coinvolgevano la pluralità complessiva dei livelli sociali.

2 ESEMPI di fatti sociali totali in quanto in entrambi i casi si rispecchia la totalità della vita sociale e delle istituzioni delle comunità analizzate:

1) POTLACH (F. BOAS): praticato dagli indiani americani della costa del nord occidentale. sono insieme di manifestazioni (danze, feste, discorsi,..) praticate in occasioni particolarmente rilevanti nella vita di un individuo (matrimoni, funerali,..). in cui vengono ostentate pratiche distruttive di beni considerati "di prestigio". Durante la cerimonia vengono stipulate o rinforzate le relazioni gerarchiche tra i vari gruppi grazie allo scambio di doni e altri riti. Attraverso il potlatch individui dello stesso status sociale distribuiscono o fanno a gara a distruggere beni considerevoli per affermare pubblicamente il proprio rango o per riacquistarlo nel caso lo abbiano perso. Il potlatch è un esempio di economia del dono, in cui gli ospitanti mostrano la loro ricchezza e la loro importanza attraverso la distribuzione dei loro possessi, spingendo così i partecipanti a contraccambiare quando terranno il loro potlatch. X MAUSS è fatto sociale totale in quanto riguarda un insieme complesso di fatti correlati ad altri aspetti della vita sociale. Lo definisce religioso, mitologico, sciamanistico ed ha connotazioni estetiche. Teoria reciprocità secondo la quale il dono è generalmente un'istituzione sociale non volontaria ma obbligatoria.

2) KULA (B. MALINOWSKI): diffuso in Malesia, è uno scambio simbolico di doni effettuato nelle isole Trobriand tra le popolazioni di queste isole ed è basato su un rapporto di fiducia. 2 differenti tipologie di prestazione: 1 nei limiti della comunità di residenza o nelle vicinanze e l’altra nelle spedizioni marittime di isola in isola. I partecipanti compivano viaggi per scambiarsi doni che consistono in collane di conchiglie rosse, scambiate in direzione nord e braccialetti di conchiglia bianca, scambiati in direzione sud. Lo scambio può avvenire solo tra oggetti diversi e nelle stesso circuito chiuso ma in senso inverso. Gli oggetti dovevano circolare in continuazione, restando nelle mani del possessore solo per un periodo limitato di tempo e venivano poi barattati nel corso di visite che gli abitanti delle isole si scambiavano periodicamente. Detenzione temporanea ruolo determinante per il prestigio e l’onore del suo possessore. MAUSS definisce Kula “potlach intertribale”  e una forma di commercio nobile riservato ai capi. Kula rappresenta momento solenne che si estende a tutta la vita economica e sociale dei trobriandesi.

 

Alcuni antropologi della corrente francese post-levistraussiana individuano nel turismo una nuova versione di fatto sociale totale, in quanto meccanismi turistici sono in grado di condizionare dall’esterno il comportamento degli individui e lo fa su 2 livelli:

PLANETARIO: turismo fenomeno culturale globale, rappresenta la prima industria mondiale  e preesiste all’individuo imponendosi a lui dall’esterno determinando la partecipazione ad un rito collettivo (uniformazione e stereo tipizzazione della transazione turistica).

MACROSISTEMICO: Dalla comparsa del fenomeno turistico diversi livelli del sociale sono implicati e sia i cambiamenti che l’accesso differenziato dei membri della comunità coinvolgono molteplici elementi del sociale quali rapporti di potere, di genere, acquisizione di status e prestigio sociale,...

Nel processo di trasformazione di una comunità locale in destinazione turistica primo elemento è l’accesso differenziato dei membri della popolazione all’industria turistica x la distribuzione dei profitti inoltre non tutti all’interno delle singole comunità decideranno di investire nell’industria turistica molti continueranno le loro attività. Accesso differenziato all’industria turistica genera attitudini contrastanti x quanto riguarda disagi indotti dall’avvento del turismo quali degrado ambientale, inquinamento, rialzo prezzi ed anche perdita di privacy. Chi è direttamente coinvolto collega disagio a introiti gli altri assumeranno atteggiamento critico. Questo crea vere e proprie fazioni che creano a volte conflitti.

KASTELLORIZO es di come turismo possa essere fattore sociale totale poiché da n° esiguo abitanti, recente

ingresso nel mercato turistico, tante pax coinvolte, e la gestione locale fanno trasparire la molteplicità di

livelli del sociale coinvolti dalle trasformazioni. Kastelloriziani turismo come manna dal cielo/coinvolti/esclusi mediatori internazionali. Si lamentano delle intromissioni da parte dei turisti nella loro vita privata. Residenti, outsiders, non coinvolti e turisti a lungo termine critici nei confronti del turismo che peggiorano condizioni di vita e violano la privacy, degrado ambientale e culturale.  

MODERNIZZAZIONE VS TRADIZIONE

Il modello del turismo di massa (Mediterraneo anni ’50) ha spesso condotto alla distruzione di culture che erano moventi degli spostamenti ponendo i locali di fronte al dilemma della contrapposizione tra modernizzazione e tradizione: da un lato i flussi turistici sono attirati dalla vita rurale semplice, ambiente spoglio, ritmi quotidiani lenti che si oppongono alla vita fernetica dei guests, dall’altro lo sviluppo turistico e i guadagni rappresentano x locali possibilità di avviare processo di modernizzazione che gli consentano di liberarsi dall’arretratezza. Questo innesca progressiva distruzione delle caratteristiche che attraggono i turisti… Necessario prendere in considerazione anche urbanizzazione quando si analizzano gli effetti dell’impatto turistico.

Caso KASTELLORIZO urbanizzazione e turismo hanno prodotto cambiamenti sociali su diversi livelli. Dagli anni ’80 hanno iniziato a sostituire vecchi mobili in legno con formica, cucine tradizionali con componibili, sofà di fattura orientale con moderni divani,… Tante cose poi messe nei rifiuti ora sono in bella mostra nelle case dei residenti. Ora antichi camini murati riportati alla luce, stessa cosa x i balconi … processo d’inversione da parte dei locali dei criteri estetici relativi alle case e all’arredamento conseguenza del contatto con i turisti. Le case vecchie nel mirino dei turisti e quindi sono belle anche x locali che però vogliono casa moderna. Attenzione dei turisti ha trasformato semplici abitazioni in oggetti dotati di valore perché ritenute autentiche.

CAMBIAMENTI DEI VALORI ETICI

Rapporto tra visitatori e visitati innesca reazioni che si iscrivono nella differenza esistente a + livelli tra gli attori sociali: differenza di temporalità, status e cultura.

TEMPORALITA’: mentre i turisti sono in vacanza i locali lavorano, tempo libero vs lavoro determina una maggiore frizione tra visitatori e visitati durante la stagione estiva a causa del coinvolgimento quasi totale della popolazione nell’attività turistica.

STATUS: i turisti in vacanza spesso abbandonano la loro identità assumendo comportamenti spesso contrastanti con la loro condotta abituale: abbigliamento informale a volte poco rispettoso, atteggiamenti disinibiti favoriti dall’anonimato. Disagio dei locali tendono a trasformarsi in strategie di difesa.

CULTURA: presenza dei turisti influito positivamente su autonomia concessa alle ragazze, godono di maggiore libertà. Legato a differenze di genere l’atteggiamento dei locali nei confronti della frequentazione delle pax straniere

 

2. STRATEGIE DI RESISTENZA

I locali ricorrono a strategie x gestire la presenza ingombrante dei turisti e sono: resistenza x mediazione, contrapposizione back e front region, difese segrete, occultamento, recinzione reale o simbolica degli spazi e eventi, incremento dei rituali pubblici, proteste organizzate e aggressioni.

I locali sono costretti ad assecondare richieste dei turisti perché dalla loro soddisfazione deriva la loro prosperità, negli ultimi anni grandi sforzi per produrre un’offerta turistica diversificata che possa soddisfare modelli diversificati di turisti. Siamo di fronte al passaggio da turismo prettamente ludico a quello culturale che porta a tensioni tra hosts e guests in quanto questi ultimi potendo spendere pensano di poter abusare e denigrare i primi che detenendo monopolio della conoscenza locale e dei servizi possono tentare di imbrogliare e sfruttare i turisti.

Due casi etnografici di conflitto tra residenti e autorità promotrici:

1)-SARDEGNA – NURAGHE DI LOSA: fino agli anni ’60 nuraghe di Losa luogo di ritrovo e incontro x gli abitanti di Abbasanta e attrazione da presentare ai turisti. Inizio anni ’70 campagna di restauro che si conclude con recinzione nuraghe e divieto accesso alla popolazione locale ed ai turisti individuali x 2 anni. Locali dunque si disinteressano e nuraghe diviene simbolo nazionale e commerciale. Interesse nel monumento riscoperto nel 1988 in occasione di mostra fotografica in cui nuraghe simbolo della Sardegna rurale. Nuova politica porta alla riscoperta del nuraghe e del patrimonio storico locale. Cambiamento attitudine dei locali negli anni ’90 consente di costatare come i locali fossero disposti a sacrificare le accuse rivolte alle autorità e a rinunciare ai guadagni economici pur di mantenere il controllo delle rappresentazioni del nuraghe. 2 considerazioni: 1. Progressiva attenzione dei locali e tentativo di esercitare controllo; 2. Rappresentazione dell’altro ovvero locali si trovano spesso a dover accettare la rappresentazione di se stessi o della loro cultura fatta da altri il cui sguardo è portatore di aspettative che devono essere soddisfatte. Questo processo genera autorità.

2)-ANDALUSIA – ALMONTE: illustrazione evidente del risentimento degli abitanti nei confronti della mercificazione turistica. Turistificazione della regione ha portato alla creazione       di 3 attrazioni turistiche: pellegrinaggio pentecostale al Santuario della Vergine di El rocio (romeria) diventato evento mediatico, creazione beach Resort a Matalascanas e trasformazione dell’ex riserva di caccia (coto9 in Parco Nazionale di Donana. I poveri sono rimasti marginalizzati e i locali ad es. in ref al parco ritengono di essere stati discriminati in quanto orari apertura Parco e divieto di caccia tarati solo sulle esigenze dei turisti. Risentimento locali si traduce talvolta in pratiche di resistenza come caccia clandestina, pascolo furtivo, proteste organizzate. In + la riduzione delle modalità di accesso ai luoghi sacri che circondano santuario ha inasprito la situazione e dinnanzi a quello che viene percepito come un inarrestabile di processo di mercificazione del pellegrinaggio pentecostale trasformato in evento mediatico per turisti, i locali mettono in atto una strategia di difesa che consiste nella creazione di un insieme di controrituali che hanno luogo in spazi alternativi in cui sguardo turistico è circoscritto, turisti esclusi.

RESISTENZA X MEDIAZIONE: Strategia per mediazione consente agli abitanti di condannare collettivamente il turismo pur partecipandovi individualmente. Consente ai locali di evitare confronto con i turisti e di individuare una valvola di sfogo per il risentimento nei loro confronti e x lamentele in merito alla perdita delle loro tradizioni e x liberarsi dal senso di colpa attraverso la partecipazione a condanne collettive.

Esempio villaggio di Pushkar – Rajastan: turismo ha indotto grandi cambiamenti determinando la trasformazione di rituali tradizionali in performances turistiche e dall’adozione di merci e valori occidentali e di comportamenti + disinibiti per quanto riguarda la sfera della sessualità maschile. Qusti cambiamenti necessitano di griglia interpretativa da parte dei locali per risolvere la contraddizione in atto tra la presenza dei turisti e i precetti della tradizione. A tal fine abitanti fanno ricorso alle categorie locali di Kalyuga (categoria fondata su concezione ciclica del tempo utilizzata x indicare epoca della devoluzione, decadenza morale e politica – permette di spiegare la scelta obbligata della partecipazione locale al turismo in quanto finalizzata alla sopravvivenza)  e governo (istituzione indifferente alla comunità e causa dei mali) x tentare di risolvere ambiguità e distogliere attenzione dalla componente locale direttamente coinvolta nell’impresa turistica. Individuando in fattori esterni la causa delle conseguenze negative si possono evitare responsabilità personali.

BACK E FRONT REGIONS: TEORIA GOFFMAN Una di queste strategie consiste nella contrapposizione tra back regions (regioni retrostanti)e front regions(regioni antistanti), terminologia coniata da E. Goffman e ripresa dall’antropologo del turismo J. Boissevain. Le front regions, rappresentano la dimensione pubblica, lo spazio aperto in cui i locali presentano la rappresentazione della loro cultura mentre le back regions rappresentano il luogo dell’”intimità culturale”: le prime costituiscono il luogo dell’incontro hosts/guests, le seconde sono considerate invece come sinonimo di autenticità, intimità. I processi di mercificazione della cultura e autenticità rappresentata sono elementi di protezione delle back regions e della privacy degli hosts, focalizzando l’attenzione dei turisti sulle front regions commercializzate. L’incontro tra hosts e guests si configura in termini di opposizione tra desiderio dei visitatori di penetrare nell’intimità delle back regions e desiderio dei locali di tutelare la sfera privata. 

DIFESA SEGRETA L’avvento del turismo e confronto con guests inducono dei cambiamenti sui sistemi dei valori, comportamenti, ritmi di vita degli hosts che per difendere i propri valori possono mantenere inalterati i loro ritmi di vita. Diffusa l’adozione delle difese segrete: espedienti finalizzati ad evitare lo scontro diretto, quali broncio, lamentele, insulti, pettegolezzi, ridicolizzazione, stereotipi denigratori, umiliazione sessuale delle donne da parte degli uomini locali strutturalmente subordinati ai turisti.

Kamaki, rituali di pagamento nel kafeneio e le varie attitudini rappresentano esempi di azioni sotterranee di sfide rivolte ai turisti senza giungere ad uno scontro diretto.

OCCULTAMENTO Da parte dei locali di alcuni aspetti della loro cultura (x ex. celebrazioni, feste che hanno luogo all’insaputa dei turisti o in località segrete o differite nella stagione invernale, in cui minore è la presenza dei turisti). Processo di occultamento può comportare anche il ricorso a stratagemmi creativi da parte dei locali (Almonte) pubblicizzando l’evento con nome sagra piuttosto che festa oppure utilizzo di toponimi locali.

RECINZIONE Recinzione di spazi o di eventi, sia reale che simbolica. Confinamento turisti dediti al naturismo in apposite spiagge appartate ne è un esempio, bar a Kastellorizo feste dopo la chiusura.

Alcune volte strategia di recinzione accomunano locali e turisti come ad es. nave cipriota che arriva sull’isola 1 volta alla settimana e sfruttano la zona portuali per pranzare e fare acquisti in questo caso sia locali che turisti si ritirano in zone dell’isola + tranquillo …

INCREMENTO RITUALI PUBBLICI Negli ultimi 30 anni si è verificato un progressivo processo di incremento dei rituali pubblici in Europa, soprattutto eventi interni che celebrano l’identità delle singole comunità. L’antropologo del turismo J. Boissevain, rifacendosi alla definizione di rituale, elaborata da V. Turner, come mezzo di gestione dello stress derivante da situazioni di incertezza causate da malattia, conflitto, cambiamento, interpreta questo aumento di rituali in termini di reazione ai rapidi cambiamenti che hanno investito l’Europa, a partire dagli anni ’50 e che erodono l’identità delle comunità locali. Tra questi il turismo, agente di cambiamento sociale e culturale, rappresenta indubbiamente un elemento di incertezza e conflitto. A questo processo di rivitalizzazione dei rituali pubblici gli emigranti che fanno ritorno in patria hanno contribuito attivamente (es. caso etnografico degli auvergnati di Cantal che tornando in patria portavano con se idee su come doveva essere la loro madre patria contribuendo all’incremento di feste incentrate sula ricreazione di eventi passati e revival di prt legate al mondo agricolo.) – (es Andalusia villaggio di Zahara de los Atunes riscoperta e reinvenzione delle tradizioni ha portato 1 diversificazione tra 3 rituali pubblici: Castana inventata nel 1991pasto in comune con finalità di rafforzamento legami, Carnevale rivitalizzato e oggi supportato da autorità locali e La Feria sospando la data ad agosto diventa dal 1969 un evento commerciale. Castana es di strategia di resistenza fatta da popolazione locale x prendere le distante dall’autenticità rappresentata della Feria ed ha luogo nella back region mentre Feria front region.)

PROTESTA ORGANIZZATA Contro istituzioni pubbliche o privati che promuovono commercializzazione della back region. Esempi Abbasanta e Almonte. Spesso vere e proprie rivolte alcune represse brutalmente ed altre concluse con esiti positivi. Esempi: pescatori Goa conseguentemente all’espropriazione e demolizione di alcuni villaggi situati sulla costa per costruire resort turistici, pescatori invasero apt consegnando fogli ai turisti con frasi intimidatorie, manifestazione repressa brutalmente. Esempio protesta donne villaggio messicano in difesa di un terreno minacciato di espropriazione x costruire un resort, progetto boicottato e abbandonato.

AGGRESSIONE Atti contro turisti, casi limitati rappresentano quasi sempre reazioni a provocazioni o a gravi trasgressioni del codice etico locale da parte dei turisti. Attacchi terroristici tentativo di sabotaggio dell’industria turistica (Bali/Indonesia).

 

3. AUTENTICITA’

Il concetto di autenticità conserva un forte potere suggestivo nell’ambito turistico in termini di ricerca di culture locali autentiche come motivazione al viaggio e un’intensa forza simulativa sotto forma d’illusione dell’autenticità prodotta dall’industria turistica. Autenticità nel turismo collegata all’ambito museale dove pax controllano se oggetti d’arte sono ciò che sembrano e se valgono il loro prezzo e ammirazione, da qui estesa al turismo i cui prodotti sono spesso definiti autentici se sono realizzati o compiuti dai locali seguenti usi e costumi. Autenticità qui connessa a cultura tradizionale e di origine evocando genuinità, realtà ed unicità (autentico è ciò che è naturale). Il concetto di autenticità può essere utilizzato x indicare una qualità percettiva dello sguardo del turista o una caratteristica del sito di destinazione suscettibile di una lettura critico-sociale (ovvero società moderna in autentica quindi realizzazione di autenticità in luoghi lontani ed esotici – locali creano pseudo-eventi x Boorstin; x Mac Cannel è la ricerca dell’autenticità e non di illusioni artefatte il movente fondamentale – autenticità rappresentata perché turisti sono vittime di rappresentazioni) ed estetica (autenticità evoca dibattito sull’autenticità artistica dove sono la natura della produzione  e il loro valore d’uso a definire l’autenticità e a legittimare l’esposizione nei musei). Per quanto riguarda l’analisi dei processi di produzione dell’autenticità dal punto di vista degli hosts si assiste all’emergere di una nuova idea di tradizione, prodotto dal processo di rilettura del passato entro un insieme di immagini e idee perennemente reinterpretate e e rinnovate. Autenticità = distanza e verità.

3 DIFFERENTI APPROCI TEORICI AL TEMA DELL’AUTENTICITA’: oggettivismo, costruttivismo e postmodernismo teorizzano 3 tipologia di autenticità – oggettiva, costruttiva e esistenziale. Approccio oggettivista considera autenticità una qualità intrinseca agli oggetti con criterio assoluto ed oggettivo di misurazione: ricerca dei turisti di esperienze autentiche deriva dal riconoscimento degli oggetti visitati come autentici (pseudo – eventi e autenticità rappresentata presuppongono esistenza di originale).  Limite oggettivismo incapacità di restituire il carattere sfumato del concetto di autenticità, ciò che da esperti è definito autenticità rappresentata può essere percepito come autentico e reale dai soggetti. Wang né individua 4: autenticità come – verosimiglianza storica – come simulazione genuina – sinonimo di originale – come termine di ref all’autorità o al potere. Approccio costruttivista: autenticità risultato di una costruzione sociale che si esprime attraverso punti di vista , credenze, prospettive condivise o rapp di potere. Autenticità è negoziabile, proiezione di un sogno, di immagini stereotipate – percepiti come simboli o segni dell’autenticità. Approccio esistenzialista: autenticità intesa come insieme di sentimenti personali attivati dal processo liminale delle attività turistiche. Es. Disneyland dove non c’è confine assoluto tra reale e falso poiché è prodotto dall’immaginazione ed è assente originale. Implicito di questo approccio è la giustificazione dell’artefatto, della copia e dell’inautentico. L’ autenticità rappresentata funge da elemento di protezione  agendo come sostituto dell’originale. Approccio postmodernista caratterizzato da un processo di decostruzione dell’ autenticità.

Wang individua un’ autenticità esistenziale alludendo allo stato d’animo stato d’animo speciale in cui 1 è vero a sé stesso. Questa autenticità esistenziale è caratterizzata da romanticismo e nostalgia che individua nel turismo 1 stile di vita + libero , spontaneo, autentico e ludico. Wang individua nell’ autenticità esistenziale indotta dal turismo 2 dimensioni: intra-personale e interpersonale. Prima allude alla centralità delle sensazione corporee e al corpo, seconda allude alla ricerca dell’ autenticità sociale ridotta nella modernità dal controllo esercitato dalle istituzioni, in + possibilità x famiglia di rinforzare unione e opportunità d’incontro. Wang sostiene irrilevanza degli oggetti visitati a favore invece dell’ autenticità esistenziale.

AUTENTICITA’ COME PERCEZIONE DEI TURISTI:

Gli hosts tendono ad assecondare le rq dei turisti e cercano di adeguarsi agli elementi che costituiscono l’immaginario turistico dei guests. DOGON del Mali si autorappresentano come una società animista, isolata, autarchica e legata a tradizioni ancestrali a dispetto della loro religione mussulmana – oppure TUAREG  si riappropriano del loro passato nomade e degli abiti tradizionali quando interagiscono con i turisti. Questo processo di adeguamento può includere l’adozione degli stereotipi da essi diffusi. Aimè cita tribù delle colline thailandesi che x assecondare immaginario turistico esaltano loro isolamento e modo di vivere primitivo e selvaggio. Tutti questi sono esempi di una realtà rappresentata , costruita difficilmente riconducibile alla nozione di autenticità.

Concetto di autenticità si fonda sul presupposto di una grado 0 al di là del quale subentra contaminazione responsabile della perdita di autenticità. L’enfatizzazione delle differenze piuttosto che delle somiglianze tra le diverse società promuove l’immagine dell’esotismo, tali immagini si sedimentano nell’immaginario turistico e sono all’origine del sentimento di delusione che accompagna la percezione di una realtà locale fatta di trasformazioni e cambiamenti.

Dinnanzi alle rq dei turisti i nativi possono assecondarle o continuare la loro vita, generalmente tentano mediazione, in questi casi l’inautenticità non riguarda la forma ma il movente  che conduce alla commercializzazione della propria cultura. E’ possibile operare distinzione tra rappresentazioni prodotte x autoconsumo e riprodotte x i turisti e rappresentazioni prodotte apposta x turisti: danze che dogon hanno trasformato in performances turistiche rientrano nel primo e danze organizzate in htl da t.o. nel secondo. Accanto ad adeguamento troviamo risignificazione come le MOLAS dei Kuna delle isole di San Bals ovvero pannelli tessili rettangolari creati dalle donne con sovrapposizione e intarsio tessuti che usano come parte abbigliamento tipico e acquistate dai turisti come souvenir. Inizialmente solo segni, poi fiori e piante fino ad oggi dove troviamo oggetti appartenenti alla modernità. Processo di inclusione di elementi della cultura occidentale implica l’attivazione di meccanismi di selezione e rielaborazione da parte delle donne kuna. Le molas mantengono immutato forte potere comunicativo in quanto veicolo visivo finalizzato alla trasmissione di nuove info e conoscenze, modificati solo i sogg raffigurati. E’ in autentico? No necessario solo modificare nostro concetto di autentico e tradizionale, stiamo acquistando cmq artefatto di una cultura e tradizione turistica. ES: STORYBOARDS tavolette di legno prima incise e poi dipinte raffiguranti leggende mitologiche e scene di vita quotidiana inventate in Nuova guinea a Kambot. Loro produzione finalizzata solo al consumo esterno, come tali subiscono processi di riduzioni delle forme, dei materiali, delle fatture che non avverrebbe a livello locale x restrizioni e sanzioni sociali. Essi rappresentano straordinario esempio di prodotti culturali e un canale di comunicazione interculturale. Gli abitanti di Kambot necessariamente devono ridefinire internamente ed esternamente la loro identità individuando denominatore comune attorno al quale attivare l’identificazione e una sorta di etichetta facilmente riconoscibile: le storyboards assolvono entrambe le funzioni. I turisti non possono dai disegni riconoscerli e questo va a riconferma del fatto che i veri destinatari sono loro non i turisti al fine di rafforzare la loro identità locale. Storyboards mezzo per differenziarsi dalla massa e proclamare la loro identità.

ES CALEBASSE: 1 utilizzate quotidianamente come recipienti, 2 decorate x turisti; 3 in plastica colorata. Quale autentica? Storicamente quella tradizionale di produzione artigianale, anche la seconda artigianale ma con finalità diverse trasformandosi in artefatto turistico. Terza cale bassa diventata di uso quotidiano e molto diffusa tra i locali quindi + autentica anche se tutte e 3 lo sono in quanto risultati di contatti esterni.

AUTENTICITA’ COME CARATTERISTICA DEL SITO:

Analizzando le conseguenze dell’impatto del turismo sulle comunità locali antropologi si trovano di fronte a dicotomia tra 1 definizione di turismo come motore di modernizzazione o come elemento catalizzatore delle differenze sociali e culturali che si traduce in quanti attribuisco al turismo una funzione di mantenimento dei confini culturali (mod AMISH di Buck) e di rafforzamento delle tradizioni (mod BALI Picard) da 1 lato e quanti considerano turismo come strumento di commercializzazione e degradazione delle culture ospitanti (mod ALARDE Greenwood).

Modello AMISH: dalla ricerca di Buck, anni 70 c/o comunità Amish Pennsylvania. Studio rivela come le comunità mantengano loro modo di vita presentando ai turisti la loro esistenza fittiziamente supportati dall’industria turistica locale. Si presentano come comunità chiusa e legata ad antiche tradizioni, parlano dialetto tedesco e rifiutano profitti terreni tutto ciò funge da difesa dal mondo esterno. Es Kastellorizo sirtaki quando ci sono turisti altre danze in loro assenza. Teatro e concerti di agosto non locali ma x turisti. (ma anche modello Alarde con indici di rappresentazione dell’autenticità)

Modello BALI: ricerca a Bali anni 70 da Kean che rivelò come Bali non abbia attraversato il passaggio da una fase precapitalistica a una fase capitalistica, ne abbia subito colonizzazione da parte dell’Occidente. A Bali industria turistica gestita e organizzata dai locali sulla base di legami famigliari che vigilano su qualità prodotti e rispetto tradizioni che non hanno subito con turismo degenerazioni ma riscoperta e preservazione. Denaro ricavato investito nella promozione delle tradizioni. Bali ristudiata da Picard anni 80 che evidenzia come Bali il turismo internazionale si sia trasformato in cultura turistica non intaccando struttura scoietà. Picard evidenzia come confini tra back e front region non siamo rigidi e fissi ma subiscano continui raggiustamenti da parte dei locali stessi attraverso creazione di sfere sacre che non possono essere commercializzate.

Modello ALARDE: Fuenterabbia città basca anni 60 studi di Greenwood sull’Alarde celebrazione annuale sulla commemorazione della vittoria spagnola sui francesi del 1638. Trasformazione della performance imputabili all’avvento del turismo di massa che con il continuo richiedere di partecipare intacca lo statuto di rituale pubblico caratterizzato dalla partecipazione emotiva della pop locale. Inizialmente suo studio su elevato a modello paradigmatico della potenza distruttiva del turismo di massa successivamente riletto le cause della trasformazione sono imputabili a una questione politica in particolare rapporti tra locali e autorità. Alarde si è trasformato nel principale evento politico del conflitto tra baschi e governo locale. Studi recenti confermano rinascita dell’Alarde come fenomeno popolare .

   

 

PARTE SECONDA POLO DEGLI GUESTS

 

1.ANTROPOLOGIA DEI TURISTI

All’inizio degli anni ’90 gli antropologi cominciano ad affiancare all’analisi dei meccanismi culturali e organizzativi del turismo internazionale l’interesse x il contesto di provenienza dei turisti come conseguenza della presa di coscienza della progressiva complessificazione del fenomeno turistico. Turisti non rappresentano una comunità in sé x sé ma individui che attraversano uno stato provvisorio, liminale e temporalmente circoscritto. Il campo non è nemmeno circoscritto a livello spaziale, i turisti non risiedono nei luoghi che visitano ma li percorrono attraverso i ricordi, le foto, i racconti,… E’ necessaria una modalità di ricerca multisituata.

Analogia di esperienza tra antropologi e turisti caratterizzata da una peculiarità di sguardo e da finalità differenti. Turista figura con cui antropologo si deve confrontare per definire la propria identità. Comunanza di fattori quali il desiderio di alterità, il viaggio, la permanenza su un sito e contatto con culture diverse, entrambi viaggiano per mete straniere vi risiedono x un periodo limitato di tempo e poi tornano a casa con racconti e storie vissute.

TURISMO CULTURALE DI GEERTZ

Nel saggio l’autore ripercorre a ritroso nel tempo un suo viaggio in Indonesia (1952) in cui eventualità di sviluppo turistico era utopia. All’epoca distinzione tra antropologo e turista era estremamente vaga. Saggio prosegue con rievocazione della II fase della ricerca ritornando in Indonesia anni ’70 dove trova al posto di una cittadina conosciuta Borobodur, sito archeologico e città del turismo di lusso. Questo porta avversione al turista responsabile del degrado dell’ambiente locale e come tale da evitare, unico pensiero comune il fatto che anche i turisti percepiscano la presenza dei turisti come intrusiva e fastidiosa. Successivamente autore torna lì x convegno in veste di guida ai collegji durante gli spostamenti da un’isola all’altra, questa situazione permette a Geertz di analizzare da vicino i colleghi-turistiche si rivelano interessati a conoscere e vedere. Questo episodio porta studioso a pensare che pur nella loro diversità turisti e antropologi si intersecano e separano continuamente. Consolidamento prospettiva anni ’90 dove autoctono cessa di essere vissuto come soggetto passivo per trasformarsi in agente promotore della rappresentazione turistica e il patrimonio culturale appare come entità dinamica.

1. I TURISTI

Turista è una categoria “relativa” caratterizzata da una connotazione negativa, derivata dalla contrapposizione tra due figure “mitiche”: quella del TURISTA e quella del VIAGGIATORE. Questa contrapposizione si basa su una duplice identificazione. Quella del turista con il turista di massa (pratica turistica sviluppatasi a partire dal 1950 nel Mediterraneo e successivamente esportata in tutto il globo) e quella del giovane aristocratico inglese protagonista del “grand tour” (istituzione diffusa nel XVII e XVIII secolo) con la figura del vagabondo (viaggiatore aperto all’alterità, curioso, disinteressato a fini materiali). In realtà, il protagonista del grand tour risulta essere molto più vicino al turista di massa di quanto non sia al vagabondo: in entrambi i casi infatti la pratica di viaggio è estremamente istituzionalizzata, sia per quanto riguarda il percorso che la modalità di incontro con l’altro (scarso, quando non del tutto assente).

Urbain evidenzia come l’origine storica del disprezzo associato al turista preceda la nascita del turismo di massa collocandosi nella II metà del XIX sec. Attraverso racconti dei suoi viaggi viaggiatore sfrutta immagine negativa del turista.

Urbain preso atto della dissoluzione della contrapposizione tra viaggiatore e turista e della sua trasformazione in competizione intraturistica procede ad elaborare una vera e propria fenomenologia turistica. Il metodo consiste in un’analisi etnologica dei riti, consuetudini, cerimonie, gesti attraverso i quali i turisti tracciano nello spazio itinerari che orientano i nostri sogni collettivi. U: rilegge la trasformazione dell’antagonismo viaggiatore-turista in contrapposizione turista-turista attraverso il ricorso alle categorie antropologiche di tribù e casta. Tribù consente di individuare delle forme di vita collettive periodiche che si costituiscono e si ricostituiscono secondo il ritmo annuale e  o stagionale delle vacanze, la categoria di tribù viene sostituita da quella di casta che evoca invece immagine di una stratificazione verticale introducendo una gerarchia che crea delle fasce di qualità turistica all’interno della popolazione vacanziera.

Urbain individua carriera turistica trifasica: turista, anti-turista e post-turista. Turista: consapevole di essere tale e felice di esserlo. Viaggiatore inesperto non ancora assalito dal desiderio di sfuggire ai luoghi troppo affollati o alle comodità. Antiturista: viaggiatore con maggior esperienza  turista ma non vorrebbe esserlo. Post-turista: consapevole ed esperto, sceglie destinazioni alternative e modalità di sguardo + attenta.

F. Michel inverte percorso di Urbain affermando che il viaggiatore contemporaneo ha raggiunto l’immagine del suo doppio negativo, il turista, divenendo egli stesso turista ostentato. Vero turista odierno assomiglia al viaggiatore di un tempo. Le differenze tra turista-viaggiatore e girovago-vagabondo riguardano: le modalità di vivere il viaggio, fuori dall’ordinario per il primo e ordinario per il secondo, la preparazione al viaggio attraverso letture e raccolta info per il primo e attraverso il caso e l’incontro per il secondo, il rapporto con il tempo, ottimizzato nel caso del primo e dilatato nel caso del secondo.

IL VIAGGIATORE INDIPENDENTE DI CLIFFORD

Dal diario di viaggio di Clifford emerge analisi dei riti turistici, egli sottolinea relatività della categoria di turista. Successivamente analizza processo di rappresentazione dell’autenticità messo in atto dai locali che comporta divieto d’accesso alle donne alla zona archeologica. Dal saggio emergono il tema della nostalgia che si manifesta attraverso il rammarico per i cambiamenti progettati all’interno dell’area archeologica che induce al rimpianto per il passato pre-turistico della località e quello della scoperta che porta con sé il mito della verginità.

DEFINIZIONI DI TURISTA

OMT

Turista = chiunque si trovi fuori dalla sua residenza abituale per una durata minima di 24 ore (o una notte) e massima di 4 mesi per una delle seguenti ragioni: piacere (vacanze e soggiorni di fine settimana); salute (terme, talassoterapia); missioni o riunioni di ogni sorta (congressi, seminari, pellegrinaggi, manifestazioni sportive…); viaggi d’affari; spostamenti professionali; viaggi scolastici.

Questa definizione assume carattere temporale come elemento costitutivo dell’identità di turista in contrapposizione alla figura dell’escursionista e non opera alcuna distinzione sulla natura delle motivazioni che inducono lo spostamento includendo pellegrini, atleti, missionari, antropologi,…

SMITH

“il turista è una persona temporaneamente libera (leisured) che volontariamente visita un luogo lontano da casa con il proposito di sperimentare un cambiamento”.

Questa definizione ci consente di individuare alcune caratteristiche:

• Natura TRANSITORIA del turismo (categoria del ritorno sempre presente nell’orizzonte del turista).

• Opposizione LAVORO/TEMPO LIBERO

• DISUGUAGLIANZA tra visitatori e visitati (vivono 2 temporalità differenti, tempo libero dei primi vs tempo di lavoro dei secondi)

• Desiderio di FUGA DALLA ROUTINE quotidiana (componente ludica, credenza nel valore terapeutico del viaggio, assunzione di una nuova identità temporanea).

COHEN

nega la possibilità di una definizione universale di turista, contrapponendo ad essa una visione processuale. Secondo Cohen, qualsiasi tentativo di articolare il nucleo concettuale del turismo finisce con il sostantivizzare un solo tipo di comportamento turistico, creando false generalizzazioni. La categoria di turista rappresenta invece per Cohen un esempio di Fuzzy set (insieme sfumato): il turista è un “viaggiatore particolare” dotato di alcune caratteristiche:

•Il turista è un viaggiatore TEMPORANEO e VOLONTARIO

•Il viaggio è CIRCOLARE, relativamente LUNGO, NON è RICORRENTE

•Il turista si propone SCOPI NON STRUMENTALI

Cohen elabora una vera e propria fenomenologia delle esperienze turistiche, fondata sul presupposto che l’uomo moderno, vivendo in una situazione di alienazione, cerchi autenticità secondo gradi e consapevolezza di diverso grado e livello. Poiché non tutti gli uomini sono ugualmente alienati, Cohen coniuga l’alienazione e la ricerca dell’autenticità con i concetti di “centro” ed “altro”, distinguendo tra quattro tipologie di turisti, a seconda delle differenti motivazioni al viaggio: turista di massa organizzato, turista individuale di massa, turista esploratore, turista giramondo.

MAC CANNEL

Definisce i turisti in termini di cannibali che consumano beni e le culture stesse con cui vengono a contatto. Metafora del cannibalismo ritorna nel film “Cannibal tour” che narra l’incontro tra turisti di diverse nazionalità e locali della Nuova Guinea

HOST/NON HOST e GUEST/ NON GUESTS

L’interazione tra hosts e guests non sono sempre strumenti utili per prevedere comportamento dei turisti ma evidenziano un allontanamento tra auto percezione dei turisti e percezione dei locali.

ES. ISOLE LOFOTEN:  hosts include locali e pescatori forestieri e guests comprende turisti estivi e invernali, pescatori provenienti da fuori ed emigrati. Economia isola forte correlazione tra turismo e pesca (pesca principale attrattiva turistica). Interdipendenza tra i 2 settori divide anno in intervalli di tanto e poco lavoro e all’alternanza stagionale si accompagna avvicendamento di differenti tipologie di turisti difficilmente riconducibile a categorie fisse. Durante inverno pesca e pescatori alloggiano in rorbu mentre oggi stanno bordo pescherecci. Anni 70 turisti moda vacanza rorbu economica. Durante estate oltre ai soliti turisti ci sono i dayusers, emigrati che ritornano al villaggio x vacanza, quindi turismo ha trasformato stagione morta in viva. Comparando inverno e estate differenze e analogie: durante pesca interazioni si limitano alle relazioni tra pescatori e commercianti di pesce e loro impiegati mentre quando x maltempo non si puo’ pescare essi vanno nei pub ma relazioni non oltrepassano la sfera pubblica. Questo tipo di relazione caratterizza anche i turisti estivi. Differenza invece riguarda mezzo di trasporto e l’uso dello spazio pubblico e privato. Ci sono poi turisti invernali che vengono per assistere alla pesca e qui ci sono relazioni tra turisti e pescatori. Differenza tra turisti estivi ed invernali è la modalità di interazione con locali fondata x primi su uguaglianza e x i secondi le differenze di classe sono + evidenti. Molto difficile operare netta distinzione tra host e guests, spesso stranieri appaiono come rappresentanti della comunità locale agli occhi dei turisti e locali.

NOI E LORO

Tutti i turisti sono assimilabili alla categoria di cliente, questo determina uniformità di comportamento dei locali nei confronti dei turisti che non si rileva esente da costrizioni e doveri nei loro confronti. X kastelloriziani chi parla straniero è straniero non fanno distinzione tra nazionalità lo fanno solo x greci continente, stranieri x locali = occidentale benestante. Stereotipo di benestante rinforzato dalle abitudini dei turisti e amplificato dalla differenza di temporalità (estate x loro lavoro ed inverno si terminano lavori in sospeso – ragazzi giovani quelli che viaggiano meno).

BUON TURISTA E CATTIVO TURISTA

Categorie applicate in modo piuttosto arbitrario ai turisti: i primi sono coloro che si mostrano amichevoli, interessati alla tradizione, disposti a partecipare alla convivialità locale.

 

2. LE MOTIVAZIONI TURISTICHE

Rispetto all’interrogativo relativo ai moventi che inducono ogni anno milioni di persone a recarsi temporaneamente in località lontane psicologi ed antropologi hanno cercato di trovare una risposta.

Teorie psicologiche: elaborano classificazioni basate su tipologie ideali. Per es. la teoria del profilo psicografico di Plog, secondo la quale la popolazione turistica si può distribuire statisticamente lungo una curva gaussiana a seconda delle aree di destinazione. Ad un estremo si situano i turisti “psicocentrici” (inibiti, privi di senso dell’avventura,  prediligono luoghi vicini e familiari, amano e pacchetti turistici); all’estremo opposto gli “allocentrici” (amanti delle destinazioni poco turistiche, viaggi indipendenti e avventurosi). La maggior parte dei turisti si colloca nel mezzo: i “mediocentrici”, che si spostano gradatamente verso le zone già esplorate dagli allocentrici, ma non danno mai inizio per primi a viaggi inusuali. Questa teoria è stata apertamente criticata perché eccessivamente sbilanciata dalla parte della destinazione, le cui caratteristiche determinerebbero anche il tipo di turista.

Teorie antropologiche: individuano nel binomio host/guest il luogo di osservazione privilegiato  dell’agire turistico e assumono come presupposto dell’analisi l’esistenza della dicotomia tra sacro e profano (Durkeim individua nel processo di creazione di cose sacre una costante di tutte le società evidenziando interdipendenza tra sacro e profano e attribuendo ai rituali e alla religione una funzione coesiva della società – applicata al turismo individua esistenza di una duplice dimensione che identifica l’altrove spaziale e temporale nato durante il viaggio con il sacro e la quotidianità con il profano.) Da qui 2 teorie:

A) Teoria del LEISURE che individua nel leisure (modalità organizzativa del rapporto tra tempo di lavoro e tempo di ricreazione ) uno stato mentale, un movente psicologico.

B) Teoria ESPERIENZIALE che individua nella ricerca di una vita più autentica e nel desiderio di fuga i moventi dell’agire turistico.

TEORIA DEL LEISURE

3 differenti approcci alla teoria presupponendo cmq la centralità delle tematiche dell’individualità e della qualità dell’esperienza:

  • Definizionale: individuare i fattori che influenzano gli individui a percepire e a classificare i loro impegni e le esperienze che ne derivano in termini di leisure (Mac Cannel teoria che individua nella ricerca dell’autenticità la molla dell’agire turistico)
  • Soddisfazione post-hoc: equipara leisure alla soddisfazione derivata da un’attività ricreativa , fondata su presupposto della consapevolezza dei bisogni e delle motivazioni delle persone e della loro capacità di formulare giudizi adeguati. Limite il fatto che i motivi indicati dai sogg. mutano al termine dell’esperienza.
  • Flusso di coscienza: attenzione sulla natura dell’esperienza del leisure. Flusso di coscienza = percezione totale del fluire degli stati di coscienza personale caratterizzati da momenti di pienezza e felicità.

FUGA E RICERCA LE 2 COMPONENTI PSICOLOGICHE DELLA MOTIVAZIONE TURISTICA.

Alcuni studiosi del turismo sviluppano la teoria del leisure fondata sul presupposto dell’esistenza oppositiva tra tempo di lavoro e tempo libero.

NASCH individua netta distinzione tra le obbligazioni primarie imposte dalla società e sfera del tempo libero

SMITH: individua nel turismo forma di attività di tempo libero che struttura il corso della vita individuale grazie a periodi alterni di lavoro e relax.

DUMAZEDIER: attribuisce al tempo libero e al turismo carattere liberatorio, disinteressato ed edonistico finalizzato allo sviluppo dell’individuo. Queste finalità consistono nella ricerca del riposo e nella liberazione dalle preoccupazioni e dalle costrizioni della vita quotidiana.

TEORIA ESPERIENZIALE

Si fonda dal presupposto dell’esistenza di un’alternanza tra 2 modalità esistenziali: il lavoro e il viaggio. Autori sottolineano la componente ludica implicita nell’esperienza di viaggio, resa possibile solo dall’abbandono della sfera domestica e dal lavoro. Casa – lavoro vs lontano da casa – relax. Turismo come rottura ritualizzata della vita ordinaria.

Importanza attribuita alla transizione dal profano al sacro e dal sacro al profano e alle componenti emotive che accompagnano il passaggio.

Alcuni autori interpretano il duplice passaggio mediante il ricorso all’istituzione del pellegrinaggio che può essere definito in termini di viaggio compiuto in direzione di un luogo sacro per avere guadagno spirituale o una guarigione oppure come penitenza o ringraziamento. Analogia tra turismo e pellegrinaggio passa dal rito di passaggio.

I RITI DI PASSAGGIO DI GENNEP

L’antropologo Arnold Van Gennep, definisce i riti di passaggio: un insieme di cerimonie e riti che sanzionano pubblicamente il passaggio da una condizione sociale ad un’altra e aventi lo scopo di agevolare e rendere meno traumatici i cambiamenti di condizione. Questi riti, che accompagnano le fasi di transizione nella vita degli individui (nascita, pubertà, fidanzamento, matrimonio, morte, ma anche, in alcune società, l’ingresso nell’accampamento dei nemici o l’ingresso in una città, per esempio) sono caratterizzati da una scansione trifasica – separazione –margine -aggregazione-; ciascuna fase è accompagnata da riti specifici –riti preliminari – liminari - postliminari.

La prima fase (SEPARAZIONE) sancisce la perdita del precedente status di un individuo (per esempio statuto di bambino nel contesto dei riti di iniziazione che sanciscono l’ingresso dei ragazzi in età puberale nell’età adulta, presso alcune popolazioni) e il suo ingresso in una fase liminale, ibrida (MARGINE), particolarmente fragile e pericolosa perché l’individuo ha perso il suo precedente status e non ha ancora acquisito quello nuovo, rimanendo come sospeso (i ragazzi, condotti nella foresta sono sottoposti a prove fisiche e spirituali); la terza fase (AGGREGAZIONE) sancisce l’acquisizione del nuovo status e al tempo stesso la reintegrazione dell’individuo nella comunità di appartenenza (ha luogo il rito di iniziazione vera e propria e i riti che accompagnano il ritorno dei ragazzi, divenuti adulti a tutti gli effetti, nel villaggio).

La scansione trifasica del rito di passaggio, applicata all’analisi del turismo, consente di suddividere l’esperienza turistica in tre fasi: la partenza (partenza, transito, arrivo); il viaggio (esperienza extra-ordinaria); il ritorno (ritorno all’ordinario).

LA COMMUNITAS DI TURNER

Turner parte dall’assunto secondo cui le persone vivono la loro vita in una dimensione profana e attraverso la mediazione dei rituali in generale e dei riti di passaggio in particolare esse siano trasposte dal loro contesto abituale attraverso un processo strutturato in 3 fasi.

Prima fase: separazione spaziale e temporale, individuo condotto in luogo non familiare e separato dal suo grp.

Seconda fase: “liminalità” – individuo attraversa la soglia (limen) che lo separa dal suo mondo ordinario  venendosi a trovare in una situazione di !antistruttura” definita dalla sospensione dei ruoli e degli obblighi sociali. Immersione in una dimensione che attribuisce particolare enfasi ai legami umani. Turner definisce questo passaggio come da struttura ad antistruttura, da societas (presa a prestito dalla modalità gerarchia di corte in cui identità individui è definita da fattori sociali economici e culturali) a communitas (prestito da mod egualitario del pellegrinaggio in cui riconoscimento dei rapporti sociali si concretizza in una socialità fusionale in cui pellegrini si percepiscono uguali.) In questa fase liminale individuo vive esperienza sacrale e sovrannaturale.

Terza fase: “reintegrazione” – individuo reinserito nel suo grp sociale avendo acquisito status sociale + elevato.

Giocosità liminale che caratterizza esperienza turistica consente ai turisti di vivere esperienze esistenziali o sociali compensatorie, liberandoli dallo stress e dai limiti imposti dalle strutture sociali.

TURISMO COME RITO

La fase intermedia dei riti di passaggio (margine o liminalità) si presenta come un momento di sospensione tra 2 status: il vecchio sé e il nuovo sé. Un carattere di indeterminatezza pervade questa sequenza autorizzando la trasgressione dei divieti e l’inversione dei comportamenti che regolane l’esistenza quotidiana degli individui. Pellegrinaggio, turismo e riti d’inversione rappresentano tutti e 3 l’esatto inverso della vita quotidiana. Mentre i riti di passaggio producono una trasformazione culturale, identitaria e sociale dell’individuo, il pellegrinaggio rappresenta una forma di devozione e di pietà dal carattere + intimo e privato. Omologia strutturale tra i due consiste nel comune movimento di separazione dal mondo profano.

Il turismo attraverso la creazione di communitas temporanee svolge un’importante funzione di coesione sociale consentendo agli individui di esperire nuove forme di socialità e di mettere in atto al ritorno riappropriazione individuale dei valori collettivi.

Il viaggio è immaginato, vissuto e raccontato.

SOUVENIR

Esporre souvenir nella propria abitazione rappresenta un atto che rinvia all’esperienza vissuta in un determinato luogo. I souvenir vengono poi dati in dono per chi è rimasto a casa, questo atto si rivela in realtà una strategia densa di significati sociali e culturali. Mauss nel “Saggio sul dono” definisce il dono un esempio di fatto sociale totale fondato su 3 regole: obbligo di dare, di ricevere e di ricambiare sussunti nel principio di reciprocità. Egli riconduce l’obbligatorietà del principio di reciprocità ad una qualità intrinseca degli oggetti scambiati (ricorrendo al termine hau temine maori) che li assimila alla persona che li ha posseduti e che permane in essi anche dopo il loro passaggio nelle mani di un’altra, è qualcosa che partecipa della persona del possessore originario, dello hau di colui che l’ha donata. Donare un oggetto proveniente dalla dimensione sacrale dell’altrove significa renderlo in qualche modo partecipe dell’esperienza vissuta e che ci ha fatto cambiare.

Canestrini distingue tra:

  • Souvenir di prima generazione: oggetti di fattura artigianale i cui stilemi corrispondono ad una tradizione di artigianato tipico del luogo visitato.
  • Souvenir di seconda generazione o globalizzati: oggetti di produzione industriale, commissionati da grandi importatori internazionali e prodotti nella maggior parte in Estremo Oriente, che non si rifanno ad una tradizione locale ma che sono reperibili ovunque e che presentano sembianze analoghe.

Non esiste una sostanziale differenza tra queste due tipologie di souvenir dal punto di vista del significato da essi veicolato: sono entrambi oggetti culturali. In molti casi, le nuove forme di artigianato rispondono a ciò che i turisti si aspettano di trovare in un luogo esotico, anche se quegli oggetti non sono mai stati prodotti prima del loro arrivo. I souvenir moderni sono sempre più autoreferenziali, riflettendo l’immagine del turista stesso. Il souvenir viene acquistato non perché esprime un’identità locale ma perché rappresenta quell’identità passeggera che è l’identità turistica.

L’oggetto-souvenir può essere guardato da due diverse prospettive:

  • dal punto di vista di chi lo produce: in questo caso il souvenir è espressione della cultura materiale e definisce il profilo storico e culturale degli autoctoni. Canestrini a questo proposito definisce i souvenir “piccoli totem dell’identità”.
  • dal  punto di vista di chi lo acquista: il questo caso il souvenir attesta il desiderio di familiarizzare con una realtà attraverso il possesso di un suo condensato. Questa seconda accezione fa anche riferimento alla pratica di ostensione dei souvenir messa in atto dai turisti al ritorno a casa che attesta una componente rituale di certificazione dell’esperienza di viaggio: souvenir, fotografie, video, cartoline attestano che si è andati lontano, che si è esperito un cambiamento che ci ha fatti crescere.

TEORIA DELLA CARRIERA TURISTICA

Il passaggio dalla teoria del leisure a quella esperienziale si inscrive nel contesto del declino del “Turismo a motivazione edonistica” (¬ liberazione routine) e della diffusione di un mercato di viaggi che dà enfasi al contesto socio-ambientale, all’umanizzazione del viaggio e alla soddisfazione come criterio principale della scelta: il TURISMO AD INTERESSI SPECIALI, caratterizzato da un orientamento verso l’esperienza, la fantasia, l’azione, la nostalgia, l’esotismo, l’avventura e nuove forme energetiche di viaggio. Questa nuova tipologia di turismo si fonda sui motivi culturali primari: l’educazione e la novità. Il passaggio dal turismo edonistico al turismo ad interessi speciali deriva in primo luogo dall’affermazione di una nuova unità di vita quotidiana, conseguenza della riduzione della polarità lavoro/tempo libero. Nel contesto della diffusione del turismo ad interessi speciali, sono stati elaborati alcuni tentativi di ripensamento della problematica relativa alle motivazioni turistiche, tentando di rendere conto della molteplicità delle motivazioni e del loro carattere di prodotti culturali.

Un esempio è la teoria della CARRIERA TURISTICA, incentrata sul rapporto tra motivazione soggettiva e cultura moderna del leisure. La novità di questo approccio consiste nell’introduzione della variabile temporale dello sviluppo delle preferenze associata alla differente collocazione di bisogni e motivazioni nel contesto della nuova unità lavoro/tempo libero. L’associazione del concetto di “carriera sociale” elaborato da Goffman (prospettiva in cui una persona vede la propria vita come un tutto e interpreta il significato delle sue caratteristiche, delle azioni e delle cose che gli accadono) e della teoria dei bisogni di Maslow, consente di tracciare una gerarchia di bisogni che va dai bisogni biologici a quelli di realizzazione, lungo la quale gli individui procedono nel corso della loro vita. La teoria della carriera turistica consente di evidenziare due dimensioni:

  • oggettiva: progressione dell’individuo lungo una serie di stadi o posizioni
  • soggettiva: cambiamenti dell’immagine o del concetto del self individuale a partire dai mutamenti nel suo status o nella sua posizione entro le varie gerarchie di appartenenza.

Dalla combinazione di queste due componenti deriva una struttura classificatoria di 5 livelli, esprimenti altrettante dimensioni psicologiche: bisogni fisiologici, di sicurezza, di amore e appartenenza, di autostima e di autoattualizzazione. I 5 livelli sono organizzati per scala ordinale, pertanto, per soddisfare i livelli più alti della motivazione devono essere soddisfatti i livelli più bassi.

TURISMO AD INTERESSI SPECIALI

Definito anche “etico” o “alternativo” esso rappresenta una nuova tipologia di viaggio che implica un COINVOLGIMENTO ATTIVO E CONSAPEVOLE da parte del visitatore che si rapporta all’host secondo una modalità di incontro fondato sul RISPETTO e sulla CONSERVAZIONE DELL’AMBIENTE NATURALE E SOCIO-CULTURALE LOCALE. Esso coincide almeno in parte con le tipologie teorizzate da Smith e Graburn. Turismo ad interessi speciali si compone di 5 tipologie:

TURISMO EDUCATIVO: viaggio a finalità educative che si riallaccia all’istituzione del Grand Tour settecentesco e si caratterizza per essere essenzialmente un movimento di “educazione per gli adulti”. Esso soddisfa curiosità riguardo popolazioni di altre lingue e culture; è stimolato dall’interesse per l’arte, l’architettura, la musica e il folklore; è finalizzato alla fruizione di ambienti naturali, paesaggi, flora, fauna. Moventi principali sono il desiderio di novità e conoscenza. Ruolo centrale della guida nella duplice veste di fonte di informazioni e di insegnante-istruttore.

TURISMO ARTISTICO E DEI PATRIMONI CULTURALI: può essere considerato come un sottosettore del turismo culturale. Esso si configura come un movimento di persone motivate da interessi essenzialmente culturali (viaggi di studio, manifestazioni artistiche, feste, visite a siti e monumenti).

Il turismo dei patrimoni culturali si fonda sulla nostalgia per il passato e sul desiderio di esperienze di paesaggi e forme culturali (tradizioni e artefatti del passato). Due forme di questa tipologia di viaggio sono: il turismo storico (circuito museo-cattedrale) e turismo demologico o “delle tradizioni culturali locali” (folklore, arte, artigianato, etnostoria, celebrazioni culturali e costumi sociali).

Il turismo artistico si orienta verso esperienze finalizzate alla fruizione di manifestazioni pittoriche, scultoree e ogni forma creativa del comportamento umano, in cui centrale è la componente estetica e visuale. Gallerie d’arte e festival artistici sono i luoghi d’elezione di questa tipologia turistica.

Il turismo artistico e il turismo dei patrimoni culturali si fondano su motivazioni culturali simili a quelle del Grand Tour, ma con una differenza sostanziale: nel primo caso si tratta di una forma aristocratica ed elitaria del vedere (scelta di luoghi pittoreschi, scenici, a forte risonanza emotiva), nel secondo caso di una forma democratizzata dell’esperire tout court (coinvolgimento nelle performances artistiche).

TURISMO ETNICO: si caratterizza per il desiderio di incontrare popoli “semplici”; promuove l’idea che il diretto contatto umano abbia un ruolo prioritario rispetto a musei e centri culturali. Non è necessariamente un viaggio migliore, ma solo diverso, poiché la motivazione al viaggio è rappresentata dalla ricerca dell’autenticità e dal desiderio di penetrare nella vita reale di altre popolazioni. Esempi: trekking sulle colline nord-thailandesi, turismo artico, turismo mortuario a Tana Toraja, turismo in Ladakh.

TURISMO NATURISTICO: combina educazione, ricreazione e avventura. Alcuni lo definiscono “ecoturismo” = viaggio in aree naturali relativamente incontaminate, con finalità di studio, contemplazione e fruizione di paesaggi, flora e fauna selvagge, ma anche interesse per ogni forma di manifestazione culturale. Anche definito “turismo verde” o “turismo sostenibile”. Esempi: birdwatching, whalewatching, camping. Principi fondativi: rispetto componente ambientale e sociale dei siti.

TURISMO DI AVVENTURA, SPORT E SALUTE: Motivazione comune consiste nel miglioramento della qualità individuale della vita, con partecipazione attiva in siti extra-familiari.

Il Turismo di avventura ricerca il rischio e si basa sulla sfida in termini di prova di capacità.

Il Turismo sportivo si fonda su una motivazione alla competizione (@ al turismo d’avventura) e sul raffinamento delle capacità fisiche (@ al turismo salutistico).

Il Turismo salutistico affonda le sue radici nell’antica tradizione delle stazioni di cura. miglioramento del benessere fisico (bicicletta, golf, sauna, massaggi, trattamenti medici)

Il Turismo alternativo implica dunque una nuova consapevolezza ecologica e un orientamento attivo che producono turisti desiderosi di impegnarsi in attività culturali, artigiane o di tempo libero o sport per realizzarsi e sviluppare la propria personalità. La ricerca di attività ed esperienze, il desiderio di autenticità e immersione in contesti naturali o culturali, di qualità contribuiscono alla definizione di questo nuovo tempo libero in termini di serious leisure della società post-industriale.

 

3. L’IMMAGINARIO TURISTICO

Immaginario turistico = SPAZIO TRANSIZIONALE (Winnicott) che permette un apprendimento dolce, talvolta stereotipato e codificato dell’alterità e dell’altrove. Questa analogia si fonda sulla similitudine esistente tra turista e bambino. Il  bambino che gioca, tende a configurare l’apprendimento del mondo creando uno spazio simbolico che  media tra il quotidiano e lo sconosciuto spaziale e temporale. Per fare questo, il bambino ricorre a quello che Winnicot definisce un oggetto transizionale  (x ex la copertina di linus), in grado di istituire un’area di gioco che crea una relazione di fiducia con lo spazio e l’entourage immediato, oggetto transizionale = elemento che rende meno traumatizzante transizione tra presenza/assenza della madre. L’area di gioco rappresenta uno spazio di illusione che funge da elemento intermediario tra mondo soggettivo del bambino e mondo esterno.

Immaginario turistico = complesso insieme di immagini, simboli e figure che influiscono direttamente sulla scelta della destinazione turistica creando nei visitatori un orizzonte di attesa, queste immagini proteggono il turista dall’ignoto assoluto. Le immagini turistiche comprendono immagini mentali e produzioni artistiche e pubblicitarie.

Le immagini turistiche collettive sull’altro e sull’altrove sono direttamente connesse all’immaginario turistico contemporaneo, che a sua volta dipende dall’immaginario del viaggio nella storia occidentale, soggetto a mutamenti nel corso dei secoli.

In epoca antica il viaggio rappresentava essenzialmente una prova, una sopportazione, una punizione (x ex Ulisse rappresenta la perfetta incarnazione di questo ideale: il suo viaggio non è volontario, ma voluto dagli dei e la categoria del ritorno non solo è sempre presente nell’orizzonte del protagonista, ma diviene quasi un’ossessione). Il viaggio rappresenta uno strumento per confermare l’ordine del mondo e per dimostrare la posizione che si occupa al suo interno.

Nel Medio Evo si assiste alla nascita del viaggio cavalleresco, individuale, volontario, fondativo dell’identità di chi lo compie. È un viaggio eroico, compiuto per la fama e per la gloria e che consente l’acquisizione di uno status sociale, non semplicemente la sua conferma o estensione.

È dal carattere volontario e liberatorio del viaggio medioevale che derivano il viaggio di scoperta rinascimentale, compiuto solo per “curiosità” e allo scopo di conoscere il mondo e, successivamente, il viaggio moderno, inteso come manifestazione di libertà, fuga e piacere.

All’idea di fuga e di muta identitaria è direttamente connessa la definizione di turismo come rito (istituzione caratterizzata dalla routine, dalla ripetitività e dalla prevedibilità), ovvero passaggio da uno stato mentale o sociale dato, ad un altro, più valorizzante, vissuto come altro, spesso in modo euforico. Il turismo rappresenta il luogo in cui i rapporti con se stessi e con gli altri vengono ridefiniti e rappresenta l’occasione in cui giocare ad essere un altro, assumere temporaneamente un’altra identità.

L’immaginario turistico rappresenta dunque uno spazio transizionale (unisce il qui e l’altrove, l’interno e l’esterno). Le immagini che esso veicola, costruite a partire da elementi oggettivi,  ci proteggono nel contatto con l’ignoto, fungendo da bolla protettiva. Pubblicità, libri di viaggio, fotografie, film ecc. rappresentano degli inviti al viaggio poiché costituiscono un racconto che narra un percorso simbolico dal “profano” (l’ordinario) al “sacro” (l’extra-ordinario).

Amirou individua 5 elementi costanti dell’immaginario turistico:

1.Ritorno alla NATURA, incarnazione dei valori che definiscono una vita più autentica.

2.Fusione nel GRUPPO ® ritorno ad una forma di socialità + spontanea e fusionale (solidarietà che si sviluppa tra le persone che condividono l’esperienza del viaggio)

3.Nascita di gruppi (il NOI, in opposizione agli altri, i “loro”, svolge la funzione di oggetto transizionale)

4.SOCIALITA’ del pellegrinaggio come matrice della socialità comunitaria delle vacanze.  Il pellegrinaggio e l’immaginario turistico evocano l’immagine ideale di quella che dovrebbe essere una “buona società”, fraterna e festiva, svolgono implicitamente una funzione di contestazione della società moderna. L’ideale della communitas (socialità fusionale ed egualitaria), condiviso dal pellegrinaggio e dal turismo svolge una funzione critica della socialità della vita quotidiana (in cui l’identità degli individui è definita dal loro status sociale, dalla loro professione, dal loro prestigio ecc.).

5.SOCIALITA’ LUDICA in cui gli individui giocano ad essere “come se”.

Centralità del tema dell’immagine: immagine del sito influisce direttamente sulle motivazioni al viaggio; rappresenta l’elemento di mediazione.

Il concetto di immagine è riconducibile a 3 significati:

  • STEREOTIPO: ¬ In questa accezione, l’immagine consente di analizzare il processo di costruzione delle immagini turistiche, consentendo l’analisi della Pubblicità, consumo, attitudini, memoria, aspettative dei soggetti. L’immagine come stereotipo è il prodotto della fusione tra gruppo sociale e sito.
  • SCHEMA: enfasi posta su una componente visuale. Prodotto di un’elaborazione di memoria che si consolida in una serie di scene, simboli e popolazioni. In questa accezione, l’immagine può generare un uso schematico e degenerativo (Guide bleu di R. Barthes) o un processo di creazione di un sistema di significati culturali con cui il visitatore interagisce.
  • REALTA’ NON AUTENTICA, in quanto copia della realtà.

Assumendo come presupposto, la centralità del tema dell’immagine, l’analisi si dispiega a tre livelli:

1)  Immagine che il turista ha del sito e della popolazione locale

2)  Immagine che il locale ha del visitatore

3)  Immagine che il locale ha dell’impatto turistico

A questo triplice livello di analisi si accompagna un processo di controllo e analisi dell’impatto e/o dell’incontro che genera dei mutamenti dell’identità degli hosts, sia in termini di rafforzamento dei ruoli tradizionali che in termini di una loro trasformazione.

2 CASI ETNOGRAFICI:

DOGON DEL MALI: rappresentano illustrazione efficace dell’interazione tra l’immaginario dei turisti e le strategie di rappresentazione messe in atto dai locali.

Marcel Griaule (1898-1956):  iniziò la carriera come aviatore. 1931-33: partecipazione alla missione Dakar

Gibuti - 1946: titolare della prima cattedra di etnologia alla Sorbona.

La missione Dakar-Gibuti rappresentava la traversata del continente africano dalla costa atlantica al Mar Rosso. La spedizione, di connotazione museografica, ebbe la durata di 21 mesi e fu finalizzata alla raccolta di oggetti etnografici e di materiale fotografico e sonoro. Furono utilizzati mezzi tecnologici innovativi. Griaule soggiornò per più di 3 anni presso i Dogon, nel corso di 10 spedizioni.

È possibile sintetizzare la pratica etnografica di Griaule distinguendola in due fasi temporali:

  • 1931-1947: paradigma DOCUMENTARIO (collezione, osservazione, interrogazione);
  • 1947-1956: paradigma INIZIATICO (dialogo, esegesi, educazione).

L’elemento che determinò il passaggio dalla prima alla seconda fase fu l’incontro con Ogotemmêli, il cacciatore cieco che iniziò Griaule alla mitologia e alla cosmogonia dogon, fornendogli uno schema per comprendere il mondo dogon come un tutto integrato.

1) Durante la prima fase, Griaule descrisse spesso la ricerca sul campo in termini di antagonismo e di lotta perenne per il controllo dell’incontro con gli autoctoni. Griaule definì i principi teorici finalizzati alla verifica di quanto detto dagli informatori, consigliando di procedere a controlli incrociati, di operare una scelta oculata degli informatori, ricorrendo a strategie quasi militari per l’osservazione di riti e celebrazioni che prevedevano il coinvolgimento di diversi ricercatori nel tentativo di realizzare un ideale di visione panottica.

2) In seguito all’incontro con Ogotemmêli si registrò un mutamento di prospettiva nella ricerca di Griaule, il cui scopo divenne rivelare l’interpretazione della loro stessa cultura a partire dalla rappresentazione di un gruppo di autorevoli dogon. Questo cambiamento di prospettiva si accompagnò al mutamento dello statuto degli informatori e dell’etnografo: i primi non furono più considerati come individui dai quali estrapolare informazioni, ma dotti interlocutori, istruttori; mentre Griaule si autopercepì come l’iniziato.

In seguito all’incontro con Ogotemmêli, Griaule pubblicò Dio d’acqua(1948), resoconto dei 33 giorni durante i quali Ogotemmêli enunciò a Griaule i lineamenti fondamentali del mito cosmogonico dogon. L’opera ebbe ampia diffusione e ancora oggi rappresenta una delle monografie etnografiche più lette, soprattutto da parte di quei turisti che scelgono di compiere un viaggio tra i dogon. In generale, le principali critiche rivolte a Griaule sono: il ricorso a traduttori e a pochi informatori privilegiati; l’assenza di interesse per la vita quotidiana e la politica dei dogon; l’eccesso di ordine e simmetria; l’assenza di info sulla costruzione del dato etnografico; l’assenza della componente indigena della storia.

Marco Aime definisce griaulizzazione dei dogon il processo per cui gli attuali turisti continuano a vedere in questo popoloun mondo fatto di sinboli cosmici, misteriose astronomie ed armonie ancestrali. Il testo ha per oggetto l’evoluzione del triangolo nativo-etnografo-lettore nel triangolo dogon-Griaule-turisti, analizzato a partire da un duplice processo: da un lato Griaule e i suoi seguaci hanno fissato sulla pagina dei loro taccuini l’immagine dei dogon come di un popolo mistico (immagine che si traduce nelle pubblicità turistiche in offerta di stupore); dall’altro i dogon hanno compreso che i turisti cercano presso di loro proprio questo aspetto mistico e magico e di conseguenza tendono ad enfatizzare questa immagine. Questa duplice attitudine innesca un processo di feedback poiché la riproduzione della tradizione messa in atto dai dogon avviene per lo più a partire dall’opera di Griaule.

Alcuni episodi descritti da Aime consentono di focalizzare l’attenzione sull’interazione tra turisti e dogon:

1) l’episodio dell’anziana figlia di Ogotemmêli che, dopo avere indossato l’abito buono chiede di essere fotografata dietro compenso, solleva la questione se sia eticamente corretto pagare i nativi per poterli fotografare. Alcuni antropologi vedono in questa consuetudine una pratica poco etica, istituendo una netta separazione tra monumenti ed opere d’arte, per i quali è lecito pagare per poterli immortalare ed altre espressioni artistiche quali un corpo dipinto o una capanna decorata, per fotografare i quali è immorale pagare. Altri invece non vi vedono nulla di antietico: in fondo alcuni popoli portano stampati sulla pelle i loro tesori artistici ( per esempio i Mursi dell’Etiopia, celebri per i loro tatuaggi)… Altri vedono in questa pratica un’astuzia dei locali.

2) Come riporta un dogon intervistato. “la gente se ha i soldi preferisce costruire le case in cemento, perché durano di più, però talvolta le ricoprono di terra perché sanno che ai turisti piacciono e le fotografano”.

3) Citazioni di frasi contenute in Dio d’acqua e rivendicazione di un grado di parentela con Ogotemmêli rappresentano una strategia pubblicitaria piuttosto diffusa, soprattutto dai venditori di oggetti d’antiquariato.

4) Presenza di oggetti di plastica in un mercato di un villaggio, classificati dai turisti come elementi che “stonano”, non autentici. Il turista che si reca in Mali va in cerca dello stupore. L’immagine dei dogon è legata all’esotismo e alla concezione dei dogon come di un popolo vincolato a tradizioni ancestrali, immutabili. Se non pensassimo che i dogon siano impermeabili ad ogni trasformazione, essi diventerebbero simili a noi e cesserebbe lo stupore. L’altro da noi appare invece come il terreno ideale su cui proiettare l’immagine di una società ideale ed armonica. Affinché questa proiezione risulti efficace è però necessario che gli altri siano molto diversi da noi. In quest’ottica, gli oggetti di plastica del mercato vanno a contaminare l’immagine pulita che sta nella nostra mente e quindi li si nega, considerandoli un incidente di percorso e andando alla ricerca di un mercato più “autentico”, privo della loro presenza. In realtà sono proprio quegli oggetti di plastica a rendere il mercato autentico.

5) In un libro fotografico sui dogon la fotografia di una donna che impasta cipolle ai tempi di Griaule è affiancata da quella di una donna che, in epoca contemporanea, compie lo stesso gesto. In basso la didascalia: “il gesto è immutabile”. L’idea della continuità di una tradizione, veicolata dalle fotografie, è in realtà un falso: le cipolle furono introdotte dai coloni francesi e non rappresentano un elemento tradizionale della cultura dogon.

6) Effetto positivo dell’impatto turistico: aumento del tasso di scolarizzazione. Imparare il francese e Griaule rappresenta una sorta di iniziazione per potere svolgere il lavoro di guide turistiche. Aspetto negativo: i bambini, durante la stagione turistica disertano la scuola per andare a lavorare in qualità di guide o portatori. È inoltre interessante osservare come tanto le guide che i turisti abbiano letto lo stesso libro: ciò consente di affermare che nulla è cambiato.

7) Le danze compiute per i turisti hanno mantenuto inalterati costumi e maschere tradizionali, pur presentando una variazione per quanto riguarda la durata: mezz’ora, invece di diversi giorni. I dogon sottolineano come essi siano consapevoli dell’aspetto di rappresentazione teatrale implicito in queste danze ad uso turistico, nelle quali è del tutto assente la componente sociale e rituale e come, da parte loro, i turisti siano consapevoli che le danze che stanno osservando non sono rituali.

KASTELLORIZZO: analisi dell’immaginario turistico sarà condotta partendo dal presupposto di una pluralità di immagini in gioco nell’incontro turistico. Analisi verrà fatta su 3 livelli essendo l’immaginario turistico il prodotto dell’interazione tra le 2 componenti dell’incontro turistico. Vi è innanzitutto immagine stereotipata che il turista ha del sito, delle attrazioni e delle popolazioni locali, vi è poi l’immagine che il locale ha del visitatore che cmq comporta analoghi processi di stereo tipizzazione da parte dei locali, infine immagine che il locale ha dell’impatto del turismo sull’ambiente fisico sociale e culturale della sua comunità. X Kastellorizo analisi si articola in 2 parti: 1° con analisi dei materiali (brochure, guide, internazionali) si tenterà di far emergere l’identità turistica sulla contrapposizione tra isole greche/Dodecaneso da un lato e Dodecaneso/K dall’altro; 2° analisi degli elementi di produzione locale finalizzati alla rappresentazione della grecità dell’isola. Guide di viaggio strumenti che inducono spettatore a focalizzare lo sguardo su un limitato insieme di caratteristiche. La funzione delle guide consente di aprire uno spazio alla pensabilità dell’immaginario turistico. In merito alle isole greche le guide turistiche sono accomunate dalla tendenza ad operare una classificazione delle isole sulla base di criteri standardizzati quali nazionalità, età turisti e la tipologia di vacanza richiesta: si avranno quindi isole x giovani, x solitari, x gay,… Guide paragonano anche isole a città europee o internazionali o a livello domestico. Le guide straniere alimentano l’immagine di K. come luogo isolato, chiuso, quasi ripiegato su se stesso, le guide italiane giocano sull’identificazione dell’isola con il set cinematografico di Mediterraneo, il film è stato il miglior lancio pubblicitario per l’isola.

 

Fonte: http://www.scienzeturismo.it/wp-content/uploads/2008/09/le-culture-del-turismo-barberani.doc

Sito web da visitare: http://www.scienzeturismo.it/

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