Malattie del melo
Malattie del melo
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Malattie del melo
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Identificazione e sintomi
Sul colletto crea un imbrunimento.
Con una leggera rotazione la corteccia si stacca. Il punto di distacco si presenta viscido.
Il danno sulla parte aerea si evidenzia quando, in estate, la pianta appassisce ed inizia a spogliarsi, c’è uno scarso sviluppo dei germogli, le foglie diventano epinastiche e clorotiche.
Colpisce anche il frutto (si parla di Marciume Bruno) che in un clima umido diventa di consistenza molle e si ricopre di muffa grigia, in un clima secco il frutto mummifica.
Ciclo biologico
E’ una peronosporacea che colpisce anche Fragola, Drupacee, Pero e Actinidia.
Essendo un Mastigomycotina necessita di molta acqua per lo spostamento delle zoospore.
E’ feritadipendente, favorito dalle zone umide, dai terreni asfittici e ben azotati.
Si conserva come micelio o oospora. Può rimanere nel terreno in fase latente o saprofita.
Le spore di origine sessuata sono le zoospore, quelle di origine asessuata sono i conidi.
Lotta
- E’ di tipo preventivo;
- Uso di portainnesti resistenti;
- Buone sistemazioni idrauliche per permettere un veloce sgrondo delle acque;
- Se ci sono piante colpite per evitare che le altre si ammalino si tratta con Metalaxil, antibotritici endoterapici, Iprodione, Procimidone, Benalaxil, Propanocarb e Fosetil d’Alluminio per via radicale o fogliare (ha andamento acropeto e basipeto).
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Identificazione e sintomi
Colpisce tutte le parti erbacee ed il frutto.
Sulla foglia si presenta con macchie vellutate grigie sulla pagina superiore e marroncine su quella inferiore. Causa la filloptosi.
Sul germoglio i danni sono simili a quelli delle foglie ma si forma una tacca depressa che rimane anche quando il rametto è lignificato.
Sul frutto basta che un’ascospora colpisca l’esocarpo per farlo crescere asimmetrico (non si distende in quel punto) rendendolo inadatto al commercio (si usa per marmellate). Il frutto è a rischio dalla fioritura fino a quando raggiunge le dimensioni di una noce e viene colpito sulla parte più esposta al dilavamento dei farmaci.
La Ticchiolatura può colpire anche durante la crioconservazione dando un colore nero con sfumature brunastre alla mela che comunque rimane turgida.
Ciclo biologico
Sverna come pseudotecio sulle foglie cadute a terra.
Colpisce le foglie dallo stadio di “orecchiette di topo” e i frutti fino a quando sono grandi come una noce.
Ha bisogno di molte ore di bagnatura (più della Peronospora) e la gravità dell’attacco dipende da esse:
- A 5° C:
- Infezione leggera: 37 ore di bagnatura fogliare;
- Infezione media: 48 ore di bagnatura fogliare;
- Infezione grave: 73 ore di bagnatura fogliare;
- A 15-18° C:
- Infezione leggera: 9 ore di bagnatura fogliare;
- Infezione media: 12 ore di bagnatura fogliare;
- Infezione grave: 18 ore di bagnatura fogliare;
Ogni anno le infezioni partono da zone del frutteto diverso, quindi il microclima non influisce più di tanto.
Le ascospore si formano in pseudoteci, possono venire trasportate anche molto distante tramite il vento, causano le infezioni primarie.
I conidi si formano sui rami conidiofori presenti sulla pagina inferiore della foglia, possono venire trasportati solo entro un breve raggio (pochi metri), causano le infezioni secondarie.
Le ascospore si presentano contemporaneamente alla fioritura della Forsizia (prima pianta a fiorire, fa fiori gialli su rametti senza foglie, molto vistosa in fioritura).
L’incubazione a parità di bagnatura e temperatura è di:
- A 5° C:
- Infezioni primarie (ascospore): 22 giorni;
- Infezioni secondarie (conidi): 11 giorni.
- A 25° C:
- Infezioni secondarie: 6 giorni;
- Infezioni primarie: non più presenti.
Dopo la prima infezione dell’anno (detta primaria o ascofora) la causa delle infezioni primarie rimane la pioggia ma si deve tenere conto che i conidi che si formano riescono a germinare anche con la sola bagnatura fogliare, quindi non necessitano delle piovosità.
Lotta
Generalità
- Si effettua dal 20 marzo (stadio di “orecchiette di topo”) al 10 giugno circa (frutto grande come una noce);
- Inizialmente si deve porre il massimo dell’attenzione;
- Per vedere se sono presenti le spore si può usare uno captaspore e osservarne il filtro;
- Il problema dei farmaci contro la Ticchiolatura è che sono poco persistenti. Nella Vite si arriva a fare 12-14 interventi all’anno, in un frutteto fino a 35, a volte se ne fanno 3 alla settimana con farmaci che sono costosi, quindi i costi salgono molto;
- La lotta guidata si effettua in base alle ore trascorse dall’inizio dell’infezione;
- Trattamenti invernali:
- Polisolfuri di Calcio: funzionano contro funghi, insetti ed acari;
- Prima dell’ingrossamento delle gemme si interviene con Olio Bianco Attivato (se non si è trattato con Polisolfuri di Calcio) assieme ad un insetticida totale che va bene anche non selettivo perché in inverno non sono ancora presenti i predatori.
- Per i primi trattamenti, si usa l’Idrossido di Rame perché ha un’azione blanda che non ostacola la pianta alla ripresa, poi si passa a Ditiocarbammati e poi ad endoterapici.
- Evitare di trattare in fioritura, se proprio si deve si può farlo solo una volta usando farmaci persistenti che mi coprano tutto il periodo per evitare di danneggiare il fiore, il polline o gli insetti pronubi.
- Nella scelta dei farmaci bisogna porre molta attenzione alla fitotossicità sulle varietà che vengono dichiarate sulla confezione, altrimenti si rischia di avere arrugginimenti delle mele;
- La priorità dei trattamenti è data ai frutti in quanto sono più delicati delle foglie. Non si deve quindi pensare di essere apposto se le foglie non presentano segni di Ticchiolatura;
- I farmaci monosito devono essere abbinati a multisito per evitare l’instaurarsi di ceppi resistenti;
- Contro la Ticchiolatura che colpisce durante la crioconservazione si può fare un trattamento prima della raccolta ma questo comporta che durante la raccolta vengano usati i guanti, quindi si preferisce immergere i cassoni di raccolta delle mele in una soluzione con il farmaco adatto stando molto attenti ai tempi di carenza;
Prodotti di copertura
- Ditiocarbammati: non sono eradicanti, hanno profilassi di circa 4 giorni se non ci sono piovosità, hanno retroattività di 24-48 ore. Tra i più importanti ci sono:
- Mancozeb;
- Metiram;
- Zineb e Ziram sono troppo deboli per venire impiegati.
- Captano:
- Retroattività: 24-36 ore;
- Profilassi: 3 giorni;
- Ha azione cosmetica in quanto lucida il frutto.
- Dithianon:
- Retroattività: 48 ore;
- Profilassi: 5-6 giorni;
- Non è eradicante.
Prodotti endoterapici
- Dodina:
- Retroattività: 60-72 ore;
- Profilassi: 5-6 giorni al massimo;
- Scarsa azione eradicante;
- E’ solo leggermente endoterapico translaminare;
- E’ fitotossico sulla varietà Golden e fa arrugginire la mela rendendola brutta ma in realtà è più saporita e croccante.
- Triforine:
- Retroattività: 80-90 ore;
- Profilassi: 3 giorni;
- Ottimo eradicante.
- Fenarimol:
- Profilassi: 3 giorni;
- Bassa azione eradicante;
- Funge anche da antioidico.
- Pyrimetanil:
- Profilassi: 5 giorni;
- E’ anche un antibotritico per la Vite.
- Triazoli:
- Sono tutti molto simili;
- Profilassi: 5 giorni;
- Retroattività: 80-90 ore;
- Elevata azione eradicante;
- Endoterapici sulla foglia, il frutto tende a sfuggire al trattamento;
- Il più importante è il Bitertanolo (nome commerciale Bycor);
- Sono anche antioidici per il Melo. Vengono impiegati perché alcuni zolfi usati contro l’Oidio potrebbero ustionare i frutti dando rugginosità, quindi bisognerebbe usare quelli più raffinati e costosi.
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Identificazione e sintomi
Può essere presente già in fase primaverile e colpisce germogli, foglie, fiori e frutti.
I germogli colpiti si presentano stentati, contorti e deformi con una leggera polvere biancastra.
Le foglie vengono colpite all’apice e deformate, su di esse si manifesta una polverina biancastra. Se l’infezione è grave ci può essere filloptosi.
I fiori vengono raramente colpiti e nel caso di infezione si verifica una colatura.
Sui frutti provoca rugginosità più o meno grave.
Ciclo biologico
Le infezioni iniziano a 8-10°C e si bloccano a 33°C. Le infezioni primarie sono causate da miceli svernanti, quelle secondarie da conidi, la forma sessuata è rara.
Lotta
- Agronomica: asportazione degli apici colpiti;
- Farmaci usati anche per la Ticchiolatura;
- Polisolfuri di Calcio in inverno che eliminano sia funghi che insetti.
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Identificazione e sintomi
Colpisce le Rosacee, soprattutto le piante lasciate a se stesse. Può colpire tutta la pianta causando la desquamazione della corteccia o la fessurazione con la messa a nudo dei tessuti sottostanti.
- Cancro aperto: il legno sottostante viene messo a nudo, significa che la pianta non reagisce;
- Cancro chiuso: la corteccia presenta delle nodosità e delle collosità senza la messa a nudo dei tessuti sottostati. Significa che la pianta sta reagendo.
Ciclo biologico
E’ un fungo feritadipendente che infetta a fine estate e fuoriesce in primavera.
Lotta
- Agronomica: risanare le parti colpite asportando i tessuti malati altrimenti la pianta muore;
- Rame e Poltiglia Bordolese.
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Identificazione e sintomi
E’ stato importato in Europa dagli scambi commerciali con l’America a fine 1800.
Si presenta in colonie ed è protetta da uno scudetto che nelle femmine si presenta come un follicolo tondeggiante mentre nei maschi è allungato. Spesso si stratificano (colonia crostosa) rendendo difficile la lotta. Colpisce gli organi legnosi, frutti e foglie.
Il danno è dato dagli enzimi presenti nella saliva emessa con le punture trofiche che causano reazioni allergiche che si evidenziano con una chiazza rossa con al centro un puntino bianco che è lo scudetto.
Causa un deprezzamento del frutto.
Ciclo biologico
Sverna come giovane neanide di prima o seconda età sotto i follicoli. Ad aprile compaiono gli adulti che si accoppieranno e ovideporranno, le femmine sono attere mentre i maschi sono alati. I maschi sono presenti in colonie diverse da quelle delle femmine. Compie 3 generazioni all’anno.
Lotta
- Fine inverno: Olio Bianco attivato (con Clorpirifos-Metil, Quinalfos, Metidiaton);
- Febbraio: Polisolfuri di Calcio;
- Contro le prime due generazioni si usano Quinalfos, Clorpirifos-Metil e Dimetoato, contro la terza il Metidiaton;
- Lotta biologica: Encarsia prospatella (=perniciosi) in primavera.
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Identificazione e sintomi
Insetto presente in climi umidi, è uno dei più pericolosi per il Melo, ha un aspetto polverulento ed è di color grigiastro. Vive in colonie sui germogli e sotto le foglie.
Il danno è dato dalle punture trofiche che creano sulle foglie accartocciamenti, sui fiori colatura e sui frutti deformazione che li deprezzano. Inoltre produce melata che provoca asfissia e l’attacco secondario di fumaggini con conseguente filloptosi.
Ciclo biologico
E’ a ciclo dioico, l’ospite primario è il Melo, quello secondario è il Plantago. Sverna come uovo nerastro sui rami. A marzo-aprile nascono le fondatrici che per partenogenesi danno origine a 4-5 generazioni di fondatrigenie le quali partoriscono e a fine giugno compaiono le migranti alate che si portano sull’ospite secondario e danno origine ad alcune generazioni. A fine estate-inizio autunno compaiono le sessupare alate che si riportano sul Melo dove producono soggetti anfigonici che si accoppieranno e deporranno le uova destinate a svernare.
Lotta
- Prevalentemente chimica;
- Da effettuare in pre e post fioritura ma non in fioritura perché per avere frutti di buona pezzatura è necessaria una buona impollinazione incrociata;
- Soglia d’intervento: un insetto su tutto il frutteto, quindi basta vederlo per giustificare il trattamento in quanto è molto pericoloso e le colonie saranno sicuramente presenti;
- Lotta chimica: Vamidotion, Azadiractina (nome commerciale Oikos, sostanza naturale estratta dall’albero del Neem), Imidacloprid, Oxidemeton-Metile, Thiametoxam e Acetamiprid.
- Alternare sempre i principi attivi in quanto come tutti gli afidi installa molto facilmente ceppi resistenti.
- Lotta biologica:
- Coccinelle (Coleotteri Coccinellidi);
- Chrysopa carnea (Neurotteri Crisopidi);
- Ditteri Cecidomidi;
- Ditteri Sirfidi;
- Imenotteri parassitoidi;
- Acari predatori (Allothrombium).
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Identificazione e sintomi
E’ di colore verdastro, vive in colonie sui germogli e sulla pagine inferiore delle foglie.
Il danno è dato dalle punture trofiche che causano accartocciamento delle foglie e deformazione dei germogli. Inoltre viene prodotta melata. Può essere vettore di virosi. Non colpisce il frutto.
Ciclo biologico
E’ a ciclo monoico. Sverna sui rami come uovo di colore nero. Ad aprile-maggio nascono le fondatrici che originano per partenogenesi 15-20 generazioni, in autunno compaiono le sessupare che originano soggetti anfigonici che producono le uova svernanti.
Lotta
- Viene controllato dai trattamenti fatti per l’Afide Grigio;
- Soglia d’intervento: 15-20% dei germogli infettati;
- Lotta biologica: simile a quella all’Afide Grigio.
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Identificazione e sintomi
E’ di colore rossastro ed è ricoperto da una secrezione cerosa che sembra cotone bianco. Vive in colonie su rami, radici e tronco. E’ il tipico afide che si trova su piante abbandonate.
Il danno è dato dalle sue punture trofiche che creano tumori, nodosità e deformazioni predispongono la pianta ad infezioni secondarie quali quelle dovute alla Nectria (Cancro delle Pomacee).
Ciclo biologico
E’ a ciclo monoico. Sverna come femmina giovane sui rametti, in primavera riprende l’attività compiendo 15-20 generazioni fino alla fase autunnale. La diffusione tra le piante è garantita da alcuni individui alati che compaiono in autunno.
Lotta
- Identica a quella contro l’Afide Grigio;
- Soglia d’intervento: 10% di organi colpiti;
- Lotta biologica: Aphelinus mali (Imenottero Afelinide).
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Identificazione e sintomi
E’ un insetto fillominatore.
Il danno è dato dalle gallerie serpentiformi (ofionomi) che crea nel mesofillo. Il raro attacco massiccio comporta la filloptosi.
Ciclo biologico
Sverna come crisalide nel terreno. Compie 4 generazioni all’anno. Gli adulti della prima generazione compaiono ad aprile-maggio. La seconda generazione si ha a giugno, la terza a luglio e la quarta ad agosto-settembre. L’ultima generazione produce le crisalidi svernanti.
Lotta
- Solitamente non è necessaria;
- Simile a quella contro il Cemiostoma.
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Identificazione e sintomi
E’ un insetto fillominatore.
Il danno è dato dalle gallerie circolari irregolari di 5-7 mm (stigmatonomi) che crea nel mesofillo. L’insetto parte da un punto espandendosi in maniera spiralata mentre si nutre del mesofillo fogliare (tessuto a palizzata) provocando filloptosi in seguito.
Le crisalidi rimangono nella parte calicina del frutto pregiudicandone l’esportazione all’estero con conseguente danno economico.
Ciclo biologico
Compie 4-5 generazioni, depone sulla pagina inferiore della foglia.
Sverna come crisalide sul tronco o raramente sui frutti in magazzino.
Ad aprile compaiono gli adulti che danno origine alla prima generazione, a giugno si ha la seconda generazione, a luglio-agosto la terza, a fine estate la quarta che si incrisalida e sverna.
Lotta
- Soglia d’intervento:
- Prima generazione: 20-30% di foglie con uova o di mine con larva;
- Seconda generazione: 15-20% di foglie con uova o di mine con larva;
- Terza generazione: 10% di foglie con uova o di mine con larva;
- In fase di ovideposizione:
- Flufenoxuron;
- Teflubenzuron;
- Diflubenzuron;
- In presenza di mine già formate:
- Metomil;
- Imidacloprid;
- Metidation;
- Si usava il Fenoxycarb ma è stato sospeso perché inibiva la filatura del baco da seta;
- Trappole sessuali: a fine marzo in quantità di 1-2 ad ettaro come indicatrici del picco di sfarfallamento e conseguente picco di massima ovideposizione.
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Identificazione e sintomi
E’ un insetto fillominatore.
Il danno è dato dalle gallerie allungate (pticonomi) che crea nel mesofillo in cui tesse dei fili di seta a zig-zag da un’estremità all’altra parallelamente alle nervature secondarie.
La foglia si accresce ma non si distende in corrispondenza delle mine a causa della seta, conseguentemente c’è un distacco dell’epidermide che causa un rigonfiamento ovoidale con puntinature bianco-giallastre della pagina superiore e un sollevamento dei tessuti su quella inferiore. In seguito ci può essere filloptosi.
Ciclo biologico
Sverna come crisalide sulle foglie cadute sul terreno. Compie 4 generazioni all’anno, la prima ad aprile-maggio, la seconda a fine luglio, la terza ad agosto e la quarta a fine estate con la formazione delle crisalidi svernanti.
E’ un ipermetabolo e quindi ha due tipi di larve, quella di primo tipo è apode, quella di secondo tipo ha zampe e pseudozampe.
Lotta
- Viene controllato con la lotta al Cemiostoma;
- Soglia d’intervento:
- 50% delle foglie infestate;
- 2 mine per foglia per la seconda e terza generazione;
- Trappole sessuali: alla terza decade di marzo in quantità di 1-2 ettaro con una soglia di 100 adulti per trappola per settimana.
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Identificazione e sintomi
E’ l’insetto più dannoso per le Pomacee. Le larve sono carpofaghe e danneggiano direttamente il frutto scavando gallerie nella polpa (il famoso “bruco”).
Ciclo biologico
Compie 2-3 generazioni all’anno. Sverna come larva racchiusa in un bozzolo sulla corteccia. Ad aprile-maggio si sposta nel terreno e si impupa e poi sfarfalla (primo volo). Depone le uova sulla foglia producendo le larve di prima generazione a fine maggio. La seconda generazione si ha alla prima decade di luglio e la terza ad agosto che produrrà le larve svernanti.
Lotta
- Soglia:
- 1-2 individui a settimana a trappola sulle trappole sessuali in quantità di 2-3 per il primo ettaro e 1 per i successivi;
- 1% dei frutti che presentano il foro d’entrata;
- Per la prima generazione si usano chitinoinibitori: Diflubenzuron, Flufenoxuron, Lufenoxuron, Teflubenzuron o con M.A.C. (Tebufenozide, induttore di muta) subito dopo il raggiungimento della soglia o 4-5 giorni dopo l’inizio del volo;
- Per la seconda e terza generazione: Etofenprox, Clorpirifos-Metil e Fenitrotion;
- Lotta biologica:
- Nematodi naturali che comunque non riescono a far molto;
- Confusione sessuale;
- Granulovirus;
- Fungo: Beauveria bassiana.
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Identificazione e sintomi
E’ un insetto ricamatore.
Le larve svernanti creano erosioni sui germogli e sui mazzetti fiorali fino alla loro distruzione. Le erosioni sui frutticini causano la loro cascola.
Le larve successive rodono il parenchima fogliare e sui frutti incidono l’esocarpo facendolo sembrare ricamato creando ferite recettive per infezioni secondarie.
Ciclo biologico
Compie 2 generazioni all’anno. Sverna come giovane nella corteccia.
In primavera si incrisalida con conseguente sfarfallamento.
Gli adulti si accoppiano e depongono le uova da cui a giugno-luglio nascono le larve di prima generazione.
La seconda generazione compare ad agosto e i giovani sono destinati a svernare.
Lotta
- Soglia d’intervento:
- In fioritura: 15-20% dei germogli colpiti;
- Dopo la fioritura: 5% dei germogli colpiti o con presenze;
- Con trappole: 15 individui per trappola a settimana se si considera solo la Pandemis, se si considerano cumulativamente anche gli altri ricamatori la soglia è di 30 individui a settimana in 2 trappole;
- Si tratta con Bacillus thuringiensis, Etofenprox o Quinalfos:
- Per la prima generazione a 2 settimane dalle catture;
- Per la seconda generazione a 1 settimana dalle catture;
- Contro la generazione svernante si usano Quinalfos, Clorpirifos-Metil (prefioritura);
- Contro le altre generazioni si usano Flufenoxuron, Tebufenozide (caduta petali).
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Identificazione e sintomi
E’ un insetto ricamatore.
Il danno è identico a quello della Ricamatrice delle Pomacee.
La prima generazione attacca il germoglio e i mazzetti fiorali, la seconda le foglie ed i frutti.
Ciclo biologico
Compie 3 generazioni all’anno. Sverna come giovane sulla parte aerea della pianta.
Gli adulti sfarfallano a maggio-giugno. La prima generazione si ha a giugno-luglio, la seconda ad agosto e la terza a settembre.
Lotta
- Identica a quella contro la Ricamatrice delle Pomacee;
- Bacillus thuringiensis al picco delle catture, da ripetere dopo 7 giorni;
- Fosforganici, Clorpirifos-Metil ed Etofenprox.
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Identificazione e sintomi
E’ un insetto ricamatore.
Crea erosioni sull’esocarpo producendo ricami. Colpisce germogli e mazzetti fiorali.
Ciclo biologico
Compie 3 generazioni all’anno. Sverna nel terreno come crisalide. Ad aprile compaiono gli adulti.
La prima generazione compare a maggio, la seconda a giugno-luglio e la terza a settembre che darà le larve destinate a svernare.
Lotta
- Soglia d’intervento:
- Con trappole sessuali: 5 catture settimanali;
- Con campionamento: si osserva la quantità di germogli con presenze e la quantità di frutti colpiti;
- I prodotti sono gli stessi usati contro la Ricamatrice delle Pomacee.
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Identificazione e sintomi
E’ un insetto ricamatore.
Il danno è identico a quello degli altri ricamatori.
Ciclo biologico
Compie 2 generazioni all’anno. Sverna come larva giovane sulla pianta. In primavera inizia a nutrirsi dei germogli e delle infiorescenze. A maggio compaiono gli adulti.
La prima generazione si ha a giugno-luglio, la seconda ad agosto-settembre.
Lotta
- Soglia d’intervento: 5 catture settimanali per trappola sessuale;
- I prodotti sono gli stessi usati contro la Ricamatrice delle Pomacee.
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Identificazione e sintomi
Ha una fascia arancione sul dorso e le ali quasi trasparenti, assomiglia più ad un Imenottero che ad un Lepidottero in quanto le squame sono presenti solo in piccole zone.
Il danno è dato dalle larve che scavano gallerie subcorticali provocando ferite recettive per infezioni secondarie. Il danno è maggiore sui giovani impianti o sulle piante abbandonate in quanto diventano meccanicamente deboli e con il vento possono rompersi.
Ciclo biologico
Compie 1 generazione ogni 2 anni. Se il ciclo si compie in 2 anni sverna come larva di ultima età o come crisalide all’interno delle gallerie. Se il ciclo si compie in 1 anno sverna come uovo sulla corteccia.
Il ciclo sarà di 1 anno in un ambiente favorevole, di 2 in un ambiente sfavorevole.
Lotta
- Soglia d’intervento:
- Nei giovani impianti: 20-30 catture settimanali per trappola sessuale;
- Nei vecchi impianti: 5-10 larve per tronco a luglio-agosto;
- Endosulfan in autunno;
- Clorpirifos-Metil in primavera;
- Lotta biologica: Nematodi entomoparassiti che si spostano nelle gallerie grazie ai succhi e raggiungono le larve.
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Identificazione e sintomi
Colpisce tutte le piante arboree, anche quelle ornamentali.
E’ molto facile osservarlo sul noce o su piante giovani o abbandonate.
La larva raggiunge i 10 centimetri di lunghezza ed è di colore rosso. Colpisce i rami principali.
Il danno è dato dalle larve che scavano gallerie indebolendo e danneggiando il legno. Lo si nota in quanto dal foro d’entrata fuoriescono linfa, deiezioni e rosure che macchiano la pianta su un lato.
Ciclo biologico
Compie 1 generazione ogni 3 anni. Gli adulti compaiono nella primavera del terzo anno, si accoppiano e la femmina ovidepone alla base della pianta o all’impalcatura delle grosse branche. Dopo 3 settimane compaiono le larve che per i primi 20 giorni sono gregarie e poi diventano solitarie.
Lotta
- La migliore è quella agronomica e si attua in due metodi:
- Il metodo migliore prevede di infilare un sondino da elettricista nel foro d’entrata infilzando la larva;
- Il secondo metodo prevede di immettere nel foro d’entrata una scheggia di Carburo di Calcio chiudendo la galleria con un po’ di terra. L’Acetilene che si sprigiona a contatto con la linfa intossica la larva;
- Si può effettuare una cattura massale dei maschi con 5-20 trappole sessuali ad ettaro;
- La cattura massale deve essere fatta abbinandola alla confusione sessuale e al monitoraggio delle piante;
- Lotta biologica: si possono impiegare funghi parassiti che però non garantiscono il successo.
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Identificazione e sintomi
Le larve sono gialle sono di 5-6 centimetri con puntini neri. Gli adulti sono bianchi con puntini neri.
Il danno è dato dalle larve che scavano gallerie nei rametti rendendo la pianta meccanicamente debole.
Le larve entrano dai germogli e prima di fermarsi su uno definitivo ne provano vari.
Ciclo biologico
Compie 1 generazione ogni 2 anni. Le larve si impupano verso la primavera del secondo anno. Gli adulti si accoppiano e depongono le uova nelle vecchie gallerie o negli anfratti della scorza e dopo 3 settimane si hanno le larve.
Lotta
- Agronomica: potatura dei rametti con il foro;
- Cattura massale con 10 trappole sessuali ad ettaro;
- Lotta biologica: Nematodi entomoparassiti.
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Identificazione e sintomi
E’ lungo 5 millimetri ed ha il rostro allungato come tutti i Curculionidi.
Il danno è dato dalle larve che si nutrono del fiore che viene rosicchiato dando una forte colatura e compromettendo la fecondità. Gli adulti si nutrono delle foglie.
Ciclo biologico
Compie 1 generazione all’anno. Sverna come adulto nella corteccia o sulle foglie cadute a terra. A marzo riprende la sua attività, si accoppia e la femmina scava un piccolo foro sulle gemme a fiore con il rostro e ovidepone. A maggio-giugno c’è lo sfarfallamento.
Lotta
- Si basa sull’eliminazione della forma svernante;
- Olio Bianco Attivato a fine inverno;
- Polisolfuri a febbraio.
Fonte:
http://bandacerletti.altervista.org/documenti/biologia/melo.doc
http://bandacerletti.altervista.org/download.html
Sito web da visitare: http://bandacerletti.altervista.org
Autore del testo: Righetto A.
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