salumi nomi e definizioni

 

 

 

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Da gennaio i nuovi nomi dei salumi
Dal 1° gennaio è entrato in vigore il decreto ministeriale 21 settembre 2005 che ha disciplinato le denominazioni di alcuni salumi ai fini della quali­tà. Il consumatore avrà quindi non solo la possibilità di capire meglio la qualità dei prodotti, ma anche di rendersi conto se il rapporto qualità/prezzo è giusto.

 

Queste le nuove denominazioni del prosciutto.
Prosciutto crudo stagiona­to. Questa denominazione è riser­vata al prosciutto crudo stagio­nato  almeno   7  mesi,  oppure almeno 9 mesi se il peso finale è supcriore a 8 chili. Non è ammessa la stufatura, cioè la stagionatura    "accelerata" con  aria  calda.  L'umidità deve   essere   inferiore   al 64% (valore che indica il periodo di stagionatura) e il contenuto  proteico  supe­riore al 24% (se l'umidità fosse più alta, il valore pro­teico    diminuirebbe).    E' anche noto che nel prodot­to con alta umidità, stagio­nato poco e male, le fette si "appiccicano" e il sapore è più di carne che di pro­sciutto.
Prosciutto      crudo. Questa denominazione iden­tifica il prodotto meno quali­tativo che non ha i requisiti del precedente, quindi il periodo di stagionatura è discrezionale e può essere usata la stufatura.
Prosciutto   cotto   di   alta qualità. Questa denominazione identifica il prosciutto cotto più qualitativo. Il tasso di umidità non deve superare il 75,5%. Non possono essere aggiunti amidi, fecole, proteine del latte, protei ne di soia e gelatine alimentari. Non possono essere impiegati neanche i polifosfati, che servo­no a trattenere l'acqua (prima di essere cotto il prosciutto sub­isce una iniezione di acqua, e sale aromatizzata) e il glutam­mato monosodico (che rafforza artificialmente il sapore).
Prosciutto cotto scelto. E' di qualità inferiore, poi­ché l'umidità può arrivare fino al 78,5% e possono essere aggiunte le sostanze che non sono permesse nel precedente.
Prosciutto cotto.E' quel­lo meno qualitativo, poiché l'umidità può arrivare all'81%.

Salame.Non può essere ottenuto da carni separate meccanicamente, cioè da scarti, né può contenere coloranti. Però non è previ­sto il rapporto grasso/pro­teine.
Sono invece già in vigore, dal 2003, le norme che hanno reso più trasparente l'indicazione degli ingredienti. Per quanto riguarda i prodotti contenenti carne suina, le norme hanno stabilito che, se in un salume il grasso supera il 30 per cento oppure se il tessuto connettivo (parti di scarto come cotenne, tendini e nervetti) supera il 25 per cento, devono essere dichiarati in etichetta, mentre prima era dichiarato soltanto "suino".
Questa semplice regola permette al consumatore di capire che, se in un salume è dichiarata soltanto "carne suina" (cioè la vera carne di parti magre), significa che gli ingredien­ti scadenti sono meno del 30 per cento per quanto riguarda il grasso e meno del 25 per cento per quan­to riguarda il tessuto connettivo. Viceversa, se sono dichiarati anche questi ultimi (o uno solo di essi), significa che superano le sud­dette percentuali (ma non si sa di quanto) e il prodotto e più scadente, quindi deve costare di meno.
Ancora più scadente sarebbe un salume nel cui elenco degli ingredienti, che deve essere in ordine decrescente di peso, la carne suina occupa il secondo o, peggio, il terzo posto, dopo il grasso e il tessuto connettivo. Inoltre, in alcuni salumi viene aggiunta acqua, un ingrediente a costo zero. Se questa supera il 5 per cento, deve essere dichia­rata nell'elenco degli ingredien­ti e, inoltre, il termine "carne suina" deve essere accompagna­to dalla percentuale di carne. Da tale percentuale, quindi, si può capire se è stata aggiunta più o meno acqua. Un consiglio è di controllare bene l'etichetta, soprattutto quando certi salumi vengono venduti in offerta promozionale, in quanto ad un prezzo basso si accompagna una qualità infima.

 

Fonte: il GIORNALE DEL CONSUMATORE- Gennaio/febbraio 2006

 

Fonte: http://www.consumatori.regione.umbria.it/resources/Tematiche_tutela_consumatori/Alimentazione/Da%20gennaio%20i%20nuovi%20nomi%20dei%20salumi.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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