Anguille
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Anguille
CARTA D’IDENTITA’
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Anguilla anguilla
Caratteristiche Morfologiche L’anguilla ha un corpo serpentino, cilindrico, allungato, la pelle è spessa, lubrica, la testa è piccola, le fessure bronchiali strettissime, le pinne sono pettorali, non ha pinne ventrali, la pinna dorsale e l’anale formano una specie di orlo lungo il corpo e si unisce alla pinna caudale, ha il colore verdastro, gialliccio sul ventre. La bocca è ampia e munita di denti piccolissimi, uguali tra loro. Gli occhi sono piccoli, però, al momento della riproduzione il diametro dell’occhio aumenta in maniera assai evidente per poter sfruttare la luce della profondità marina. La pelle, come ho già detto in precedenza, è molto viscida è ricoperta di un’abbondantissima secrezione mucosa. Sembra, apparentemente, senza squame, in realtà sono incluse nella pelle e sono piccolissime. Questo pesce riesce ad assimilare il 40% dell’ossigeno che gli abbisogna con la respirazione attraverso la cute, perciò ha una lunghissima vitalità anche fuori dell’ambiente acquatico. Osservazioni sul genere: E’ un pesce essenzialmente di fondo. È molto resistente è forse il più vitale tra le specie conosciute
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Anghidda, Angina, Capituni,Cirrimibja (Nicotera) Dove viveL’anguilla è una specie di fondo, comune in tutta Europa, si adatta bene tanto alle acque salate e salmastre quanto a quelle dolci, sotterranee (anche caverne e pozzi) e terminali. |
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Caratteristiche organolettiche e consumo
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Caratteristiche organolettiche e consumo |
“(…) Egli solo ha compiuto meraviglie :
Ha creato i cieli con sapienza: perché eterna è la sua misericordia….
(Salmo – 136, 5.6 – 13.14)
sotto, riporto una canzone popolare tramandataci dal Padula, che per la sua ricchezza di contenuti a mio avviso , dovrebbe fare da cappello ad ogni Poeta che si accinge a descrive il creato
Sia benidittu chi fici lu munnu!
Sia benidittu chi lu seppi fari!
Fici lu cielu cu lu giru tunnu,
fici li stilli pé ci accumpagnari,
fici lu mari, e pua ci fici l’unna,
fici la varca pe ci navicari,
E pua facetti a tia, janca palumma,
Chi porti i carti de lu navicari
NEL CARRUGGETTO DELLE POESIE
Da
La bufera e altro
DI EUGENIO MONTALE
L’anguilla, la sirena
dei mari freddi che lascia il Baltico
per giungere ai nostri mari,
ai nostri estuari, ai fiumi
che risale in profondo, sotto la piena avversa,
di ramo in ramo e poi
di capello in capello, assottigliati,
sempre più addentro, sempre più nel cuore
del macigno, filtrando
tra gorielli di melma finché un giorno
una luce scoccata dai castagni
ne accende il guizzo in pozze d’acquamorta,
nei fossi che declinano
dai balzi d’Appennino alla Romagna;
l’anguilla, torcia, frusta,
freccia d’Amore in terra
che solo i nostri botri o i disseccati
ruscelli pirenaici riconducono
a paradisi di fecondazione;
l’anima verde che cerca
vita là dove solo
morde l’arsura e la desolazione,
la scintilla che dicembre
tutto comincia quando tutto pare
incarbonirsi, bronco seppellito;
l’iride breve, gemella
di quella che incastonano i tuoi cigli
e fai brillare intatta in mezzo ai figli
dell’uomo, immersi nel tuo fango, puoi tu
non crederla sorella?
I Greci come pure i Romani, che le pescavano li tabulavano in vasche piene d’acqua dove era allevata, tanto che Plinio notava come le anguille fossero l’unico pesce che quando muore, non viene a galla.
Fonte: http://gold.indire.it/datafiles/BDP-GOLD000000000018BCCC/Carta%20Identita.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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