CARTA D’IDENTITA’

ARGENTINA

Ordine
Clupeiformi
Famiglia
Argentinidae
Genere
arentina

il genere comprende soltanto dieci specie, di cui una sola presente nel nostro mare

COLORAZIONE
colore argento brunito con fascia laterale argentea brillante

CARATTERISTICHE
Il pesce vivo ha un odore di cetriolo ed è caratterizzato, tra l’altro, dalla presenza di una vescica natatoria fisoclistica, cioè non in comunicazione con l’apparato digerente.

Misure minime consentite:

Lungh. min.:  ns 
Lungh. Max.: 35  cm.
 Tasso di mercurio: 0.5
mg/ k

Nome Inglese:
Argentine

a) Argentina sphjraena

b) Argentina silus

Caratteristiche Morfologiche

Corpo snello, rotondo. Bocca leggermente piccola. Gli occhi sono leggermente più piccoli che nell’argentina maggiore;la pinna dorsale è situata in avanti sul dorso; molto più indietro, vicino alla coda, c’è la pinna adiposa. La pinna caudale è grande, bifida; le pinne ventrali sono situate molto più indietro della pinna dorsale. Le scaglie, abbastanza staccate, sono grande.

Osservazioni sul genere

La Testa è nuda, con occhio grande di diametro circa un terzo della lunghezza del capo. La bocca, che è piccola e priva di denti sulle mascelle. La lingua è armata sul margine frontale e su quelli laterali con denti robusti e ricurvi, che variano in numero tra 5 e 8

curunella
Dove vive
  La specie vive vicino al fondo o sul fondo a profondità tra i 200 e i 600 metri
   
Cosa mangia
Si nutre di piccoli animali di fondo, crostacei, molluschi ma anche pesci come sardina.

La riproduzione
Avviene da Dicembre ad Aprile

Metodi di cattura
le tecniche più impiegate sono:

• Rete a strascico nei fondali sabbiosi
• Reti pelagiche di profondità.

Si pesca in parte nei mesi invernali

Mercato
Possiede carni squisite e delicate  

Incantesimo sullo stretto di Messina
Visto da Piale
A ieri sira la luna dduciva
e a terra comu iornu illuminava,
tantu saziu di gioia mi sentiva
e  nto ma cori Diu ringraziava.
      Du ma barconi affacciatu vardava
                                                                      cantu ci offri lu strittu incantatu
   e, a bucca aperta, mmaliatu, mirava
       tantu splinduri e sembrava mmavatu.

                                                                                                                                      ‘Na lava i luci da Cuntessa o faru