Protocollo di Kyoto riassunto breve

 

 

 

Protocollo di Kyoto riassunto breve

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

Protocollo di Kyoto riassunto breve

 

Protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici

Il protocollo di Kyoto è lo strumento più importante per combattere i cambiamenti climatici. Esso contiene l'impegno di gran parte dei paesi industrializzati a ridurre mediamente del 5% le emissioni di alcuni gas ad effetto serra, responsabili del riscaldamento del pianeta.

ATTO

Decisione 2002/358/CE del Consiglio, del 25 aprile 2002, relativa all'approvazione, in nome della Comunità europea, del Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e l'esecuzione congiunta degli impegni che ne derivano.

SINTESI

Il 4 febbraio 1991 il Consiglio ha autorizzato la Commissione a partecipare, a nome della Comunità europea, ai negoziati della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottata a New York il 9 maggio 1992. La convenzione quadro è stata ratificata dalla Comunità europea con decisione 94/96/CE del 15 dicembre 1993 ed è entrata in vigore il 21 marzo 1994.
La convenzione quadro può essere considerata come un successo, tra l'altro perché permette una maggiore sensibilizzazione dei cittadini di tutto il mondo ai problemi collegati con i cambiamenti climatici. L'Unione europea ha rispettato l'impegno assunto nel quadro della Convenzione di riportare nel 2000 le sue emissioni ai livelli del 1990. Tuttavia, un numero importante di paesi industrializzati, compresi gli Stati Uniti, non ha raggiunto l'obiettivo di stabilizzare le concentrazioni dei gas a effetto serra a questi livelli.
Nella quarta conferenza delle parti, svoltasi a Berlino nel marzo 1995, le parti contraenti della convenzione hanno allora deciso di negoziare un protocollo contenente misure atte a ridurre le emissioni nei paesi industrializzati per il periodo successivo all'anno 2000. Dopo lunghi lavori preparatori, l'11 dicembre 1997 è stato adottato a Kyoto il Protocollo di Kyoto.
La Comunità europea ha firmato il protocollo il 29 aprile 1998. Nel dicembre 2001, il Consiglio europeo di Laeken ha confermato che era volontà dell'Unione che il Protocollo di Kyoto entrasse in vigore prima del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg (26 agosto - 4 settembre 2002). Per raggiungere questo obiettivo, la decisione approva il protocollo a nome della Comunità. Gli Stati membri si sono impegnati a depositare i loro strumenti di ratifica contemporaneamente alla Comunità e, per quanto possibile, prima del 1° giugno 2002.
L'allegato II della decisione riporta gli impegni di limitazione e riduzione delle emissioni convenuti dalla Comunità e dai suoi Stati membri per il primo periodo di impegno (2008 - 2012).
Il contenuto del protocollo
Il protocollo di Kyoto concerne le emissioni di sei gas ad effetto serra:

  • biossido di carbonio (CO2);
  • metano (CH4);
  • protossido di azoto (N2O);
  • idrofluorocarburi (HFC);
  • perfluorocarburi (PFC);
  • esafluoro di zolfo (SF6).

Esso rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro il riscaldamento planetario perché contiene obiettivi vincolanti e quantificati di limitazione e riduzione dei gas ad effetto serra.
Globalmente, gli Stati inclusi nell'allegato I della convenzione quadro si impegnano a ridurre le loro emissioni di gas ad effetto serra nel periodo 2008-2012 di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990. L'allegato B del protocollo contiene gli impegni quantificati sottoscritti dagli Stati contraenti.
Tra il 2008 e il 2012 gli Stati membri dell'Unione devono ridurre collettivamente le loro emissioni di gas ad effetto serra dell'8%.
Per il periodo anteriore al 2008, gli Stati contraenti si impegnano ad ottenere entro il 2005 concreti progressi nell'adempimento degli impegni assunti e a fornirne le prove.
Gli Stati contraenti possono utilizzare il 1995 come anno di riferimento per le emissioni di HFC, PFC e SF6.
Per raggiungere questi obiettivi, il Protocollo propone una serie di mezzi di azione:

  • rafforzare o istituire politiche nazionali di riduzione delle emissioni (miglioramento dell'efficienza energetica, promozione di forme di agricoltura sostenibili, sviluppo di fonti di energia rinnovabili, ecc.);
  • cooperare con le altre parti contraenti (scambi di esperienze o di informazioni, coordinamento delle politiche nazionali per migliorarne l'efficacia attraverso meccanismi di cooperazione, quali i diritti di emissione, l'attuazione congiunta e il meccanismo di sviluppo pulito).

Almeno un anno prima del primo periodo di impegno, gli Stati contraenti istituiscono un sistema nazionale di stima delle emissioni antropiche dalle varie fonti e dell'assorbimento dai pozzi di tutti i gas ad effetto serra non inclusi nel Protocollo di Montreal.
Un esame degli impegni è previsto entro il 2005 per il secondo periodo di impegni.
L'Unione europea ha ratificato il protocollo di Kyoto il 31 maggio 2002. Il protocollo è entrato in vigore il 16 febbraio 2005, dopo la ratifica della Russia. Vari paesi industrializzati non hanno voluto ratificare il protocollo, tra cui gli Stati Uniti e l'Australia.

RIFERIMENTI

Atto

Data di entrata in vigore

Termine ultimo per il recepimento negli Stati membri

Gazzetta ufficiale

Decisione 2002/358/CE

02.05.2002

-

GU L 130 del 15.05.2002

ATTI COLLEGATI

Comunicazione della Commissione, del 15 dicembre 2005 - Relazione sui progressi dimostrabili realizzati nell'ambito del protocollo di Kyoto [COM(2005) 615 - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].
La relazione sottolinea che, con la recente entrata in vigore del protocollo di Kyoto, l'UE ha compiuto rilevanti progressi per realizzare gli impegni da essa assunti. I progressi sono in particolare dovuti all'attuazione del programma europeo sui cambiamenti climatici, di misure specifiche a taluni settori (trasporti, industrie, energia, ecc.) e di misure nazionali complementari. L'obiettivo di riduzione dell'8% fissato nel protocollo può essere conseguito se si applicano misure nazionali supplementari e se si utilizzano strumenti flessibili. La relazione, basata su informazioni comunicate alla Commissione nel giugno 2005, è richiesta ai sensi dell'articolo 5, paragrafo 3, della decisione n. 280/2004/CE.
Comunicazione della Commissione, del 9 febbraio 2005 - Vincere la battaglia contro i cambiamenti climatici [COM(2005) 35- Gazzetta ufficiale C 125 del 21 maggio 2005].
Decisione n° 280/2004/CEdel Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 febbraio 2004, relativa ad un meccanismo per monitorare le emissioni di gas a effetto serra nella Comunità e per attuare il protocollo di Kyoto [Gazzetta ufficiale L 49 del 19.2.2004].
Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo, del 19 maggio 1999: preparativi per l'applicazione del protocollo di Kyoto [COM(1999) 230 def. - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].
Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo, del 3 giugno 1998: cambiamento climatico, verso una strategia comunitaria post-Kyoto [COM(98) 353 def. - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].
Decisione 94/69/CE del Consiglio, del 15 dicembre 1993, concernente la conclusione della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici [Gazzetta ufficiale L 33 del 7.2.1994].

 

Fonte: http://www.centrolapira.it/Portals/0/Promozione%20e%20azione%20sociale/Ambiente/Protocollo%20di%20Kyoto%20sui%20cambiamenti%20climatici.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Parola chiave google : Protocollo di Kyoto riassunto breve tipo file : doc

 

Il Protocollo di Kyoto    


Il Protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici è un accordo internazionale che stabilisce precisi obiettivi per i tagli delle emissioni di gas responsabili dell'effetto serra, del riscaldamento del pianeta, da parte dei Paesi industrializzati.

E' l'unico accordo internazionale che sancisce una limitazione delle emissioni ritenute responsabili dell'effetto serra, degli stravolgimenti climatici, del surriscaldamento globale.

Si fonda sul trattato United Nations Framework Convention on Climate Change (Unfccc), firmato a Rio de Janeiro nel 1992 durante lo storico Summit sulla Terra. Per attuare il trattato, nel 1997, durante la Conferenza di Kyoto, in Giappone, è stato studiato un "protocollo" che stabilisce tempi e procedure per realizzare gli obiettivi del trattato sul cambiamento climatico: il Protocollo di Kyoto.

Punti chiave:
• Per i Paesi più industrializzati (quelli inseriti nel c.d. Allegato I) l'obbligo è ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990, nel periodo di adempimento che va dal 2008 al 2012.
• Gli stessi Paesi devono predisporre progetti di protezione di boschi, foreste, terreni agricoli che assorbono anidride carbonica, (perciò sono detti ''carbon sinks', cioè immagazzinatori di CO2). Inoltre possono guadagnare 'carbon credit' aiutando i Paesi in via di sviluppo ad evitare emissioni inquinanti, esportando tecnologie pulite. Ogni paese dell'Allegato I, inoltre, dovrà realizzare un sistema nazionale per la stima delle emissioni gassose. E dovrà essere creato un sistema globale per compensarle.

• I Paesi firmatari andranno incontro a sanzioni se mancheranno di raggiungere gli obiettivi. Più flessibili le regole per i Paesi in via di sviluppo.
Perché il Protocollo diventi obbligatorio a livello internazionale deve essere ratificato da almeno 55 Paesi. Questo sta avvenendo ora: il parlamento russo a novembre '04 ha tradotto in legge quanto deciso (il 30 settembre '04) dal governo di Vladimir Putin. Il protocollo entra in vigore dopo 90 giorni: febbraio 2005.

Nel 2001 gli USA si sono ritirati dal tavolo dell'accordo, dicendo che avrebbe danneggiato l'economia USA e avrebbe ingiustamente favorito i Paesi in via di sviluppo (gli USA riversano in atmosfera il 33,6% delle emissioni di gas serra mondiali). L'Australia sta confermanod il rifiuto ad aderire, la Cina se ne disinteressa.

Ecco i gas serra le cui emissioni dovranno essere limitate: - Anidiride carbonica (Biossido di carbonio - CO2) - Metano (CH4) - Ossido di azoto (N2O) - Idrofluorocarburi (HFC) - Perfluorocarburi (PFC) - Esafluoro di zolfo (SF6) Mos. Il mondo scientifico parla di tutti questi gas in termini di "CO2 equivalenti" con riferimento alle loro capacità climalteranti, e questo criterio è adottato anche dal progetto Impatto Zero di LifeGate.

 

 

Domande e risposte sul Protocollo di Kyoto
BBC

                               

Che cos'è il Protocollo di Kyoto?
Il Protocollo di Kyoto è un accordo internazionale che fissa gli obiettivi per i tagli nelle emissioni dei gas serra nei paesi industrializzati. Questi gas sono considerati almeno in parte responsabili del riscaldamento complessivo - l'innalzamento a livello mondiale della temperatura che può avere conseguenze catastrofiche per la vita sulla Terra.
Il protocollo è stato istituito nel 1997, basato sui principi stabiliti in una struttura d?accordo firmato nel 1992.
Quali sono gli obiettivi?
I paesi industrializzati sono impegnati a tagliare le loro emissioni combinate del 5% sotto i livelli del 1990 entro il 2008 - 2012. Ciascun paese che ha firmato il protocollo accetta il suo specifico obiettivo. Per i paesi dell'Unione Europea è previsto un taglio nelle emissioni dell'8% e per il Giappone del 5%, mentre la Russia ha accettato di mantenere i livelli del 1990. Ad alcuni paesi con poche emissioni è stato permesso di aumentarle.
Gli obiettivi sono stati raggiunti?
I paesi industrializzati hanno ridotto le loro emissioni complessive di circa il 3% dal 1990 al 2000. Ma questo è stato principalmente dovuto ad un rilevante decremento nelle emissioni da parte delle collassate economie dei paesi dell'ex Unione Sovietica, che hanno mascherato un aumento dell'8% tra i paesi ricchi. Le Nazioni Unite affermano che i paesi industrializzati sono adesso ben oltre gli obiettivi previsti per la fine del decennio e prevedono per le emissioni un valore superiore del 10% ai livelli del 1990 per il 2010. Soltanto quattro paesi europei sono in linea per il raggiungimento dei loro obiettivi.
Quindi Kyoto è al suo fallimento?
E' senza dubbio sull'orlo. L'accordo stabilisce che, affinché esso diventi vincolante nella normativa internazionale, deve essere ratificato dai paesi responsabili per almeno il 55% delle emissioni totali di gas serra riferite al 1990. Il trattato ha subito un grave colpo nel 2001, quando gli Stati Uniti, responsabili per un quarto delle emissioni mondiali, si sono tirati fuori. Adesso la soglia del 55% sarà raggiunta soltanto se la Russia ratifica l'accordo - e c'è una grande incertezza circa le intenzioni del paese.
Perchè gli Stati Uniti si sono ritirati?
Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush si è tirato fuori dal Protocollo di Kyoto nel 2001, affermando che metterlo in pratica sarebbe stato seriamente dannoso per l'economia del paese. La sua amministrazione ha definito questo trattato "sbagliato senza rimedi", in parte perchè esso non obbliga i paesi in via di sviluppo ad impegnarsi nella riduzione delle emissioni. Il signor Bush assicura che sosterrà la riduzione delle emissioni attraverso azioni volontarie e tecnologie energetiche innovative.
Che cosa accadrà se non entrerà in vigore?
Qualcuno afferma che l'accordo è già troppo limitato e senza il supporto degli Stati Uniti è virtualmente superato. Altri affermano che il suo fallimento sarebbe un disastro, poiché, nonostante le sue imperfezioni, esso costituisce una base operativa per negoziati futuri che altrimenti occorrerebbe un altro decennio per ricostruire. Gli impegni di Kyoto sono stati ratificati nella legislazione in alcuni paesi, alcuni stati degli Stati Uniti e nell'Unione Europea, e resteranno in piedi indipendentemente dal destino del protocollo stesso. Ma se Kyoto va in pezzi, sia i politici sia le società che lavorano nella direzione di economie compatibili con il rispetto del clima si troveranno di fronte un cammino molto più duro.
Cosa dire riguardo ai paesi poveri?
L'accordo riconosce che i paesi in via di sviluppo contribuiscono meno ai cambiamenti del clima, ma molto verosimilmente subiranno la maggior parte dei suoi effetti. Molti di loro hanno firmato l'accordo. Non devono impegnarsi verso specifici obiettivi, ma devono rendere noti i loro livelli di emissione e dare avvio a programmi nazionali per la riduzione delle alterazioni del clima. Cina ed India, tra i più grossi inquinatori potenziali con enormi popolazioni ed economie in crescita, hanno entrambi sottoscritto l'accordo.
Che cos'è la contrattazione delle emissioni (emission trading)?
La contrattazione delle emissioni (emission trading) agisce in modo da consentire ai paesi di compare e vendere le quote loro attribuite sulle emissioni di gas serra. I paesi fortemente inquinanti possono comprare "crediti" non utilizzati da quei paesi che sono autorizzati ad emettere più di quello che in realtà fanno. Dopo un negoziato molto difficile, i paesi adesso possono anche guadagnare crediti per le attività che incrementano la capacità ambientale di assorbire carbonio. Queste includono la piantagione di alberi e la conservazione del suolo, e possono essere realizzati nel paese stesso, o da quel paese operante in un paese in via di sviluppo.
Quali cambiamenti porterà il trattato?
La maggior parte dei climatologi sostiene che gli obiettivi nel Protocollo di Kyoto sono semplicemente delle scalfitture della superficie del problema. L'accordo punta a ridurre le emissioni dai paesi industrializzati soltanto intorno al 5%, mentre vi è il consenso, tra la maggior parte dei climatologi che, per evitare le peggiori conseguenze del riscaldamento complessivo, sono necessari tagli alle emissioni dell'ordine del 60% complessivamente.
Ci sono alternative?
Un approccio che sta guadagnando un sostegno crescente è basato sul principio che un?eguale quota di emissioni di gas serra dovrebbe essere assegnata a ciascun individuo sul pianeta. La proposta, definita "contrazione e convergenza" afferma che i paesi ricchi dovrebbero "contrarre" le loro emissioni con l'obiettivo che quelle totali "convergano" a livelli equi basati sulla quantità di inquinamento che gli scienziati pensano che il pianeta possa sopportare. Sebbene molti commentatori affermino che non sia realistica, i suoi sostenitori includono l'organizzazione delle Nazioni Unite per il Controllo dell'Ambiente e il Parlamento Europeo.

 

Fonte: http://www.icsummavilla.it/materiale%20didattico/Il%20Protocollo%20di%20Kyoto.doc?MDPROSID=2e0fb9c9b16b1b64be61c364983a765a

Fonte documento originale : http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/3927813.stm

Autore : BBC

Autore del testo: Traduzione di germano

Parola chiave google : Protocollo di Kyoto riassunto breve tipo file : doc

 

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Protocollo di Kyoto riassunto breve

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

Protocollo di Kyoto riassunto breve