Riscaldamento globale global warming
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Il riscaldamento globale – global warming
Con minime eccezioni tutta la vita sulla superficie terrestre dipende dall’energia solare.
Il sole ci invia uno vasto “spettro”, cioè tipo, di radiazioni, di cui solo una piccola parte riesce ad attraversare la barriera dell’atmosfera.
In particolare entra la cosiddetta luce bianca o visibile, formata da radiazioni tra i 400 e i 700 nm di lunghezza d’onda λ (o 4000 e 7000 Angstrom)
Ai “lati” dello spettro visibile arrivano fino al suolo due strette ma fasce di radiazioni invisibili, l’infrarossa (I.R.) e la ultravioletta “vicina” (U.V.A. e U.V.B.), mentre la rimanente parte dello spettro solare (raggi X e gamma γ e ultravioletta lontana vengono bloccati.
Anche l’I.R. “lontano” e le microonde vengono bloccate mentre, oltre alla “finestra del visibile” esiste anche la “finestra radio”, ovvero l’atmosfera lascia passare anche alcuni tipi di onde radio, che poi sono quelle che ci servono per “dialogare” con i satelliti artificiali e i cosmonauti.
L’energia delle radiazioni decresce con la lunghezza d’onda, quindi le radiazioni UV sono le più energetiche, talmente energetiche che nessun organismo è in grado di assorbirle completamente senza danni, quindi nelle zone dove tale radiazione è ai livelli massimi (zone intertropicali, alte quote) tutti hanno cercato in vario modo di difendersi (es. le piante con strati di cera o “peli”, gli animali con peli o colori assorbenti (la melanina epidermica) oppure evitando il “sole” nelle ore centrali della giornata.
Buco nell’ozono:
Un primo problema è venuto da alcuni gas, in particolare i CFC (clorofluorocarburi) impiegati nelle bombolette spray, frigoriferi, lavorazioni industriali.., che salgono lentamente alle quote stratosferiche (attorno ai 30 km di altezza) e danneggiano (riducono) la fascia di molecole di ozono (O3) normalmente presente che ha l’importantissima funzione di assorbire una gran quota di radiazione U.V. che ricordo essere circa il doppio più energetica dell’I.R.
E questo, oltre al problema specifico dell’effetto delle radiazioni sui singoli organismi, ha fatto leggermente aumentare la quota di radiazione che arriva al suolo.
Effetto serra
Solo il 50% circa della radiazione solare nelle migliori condizioni (perpendicolare al suolo, assenza di nuvole) arriva fino al suolo.
Mediamente il 30% viene riflesso verso lo spazio (albedo: massimo nella neve, minimo nei suoli neri vulcanici) mentre il rimanente viene assorbito e riscalda più o meno i terreno e l’acqua che, a loro volta, riemetttono verso il cielo tale calore non sotto forma di radiazione solare visibile, cioè luce, ma di radiazione infrarossa invisibile I.R..
Tale radiazione viene assorbita dall’aria, in particolare dalle molecole di CO2 e H2O andando a scaldare l’aria stessa: più molecole di CO2 e H2O ci sono nell’aria più la temperatura aumenta.
Dato che negli ultimi 100 anni l’uomo ha bruciato in modo massiccio carbone, legna e petrolio, la quantità di CO2 prodotto è diventata superiore a quella che, ogni anno, viene tolta dall’atmosfera dalla formazione del nuovo legno delle foreste o, nel mare, di nuovi coralli (che costruiscono uno scheletro duro usando CO2 e Calcio.
La foresta pluviale (rainforest) calda delle zone intertropicali
Si trova soprattutto nell’America Centrale e del Sud (specie Brasile e Venezuela), Africa CentroOccidentale (ex. Congo), Nuova Guinea e Arcipelago Malese (Borneo in particolare).
È caratterizzata da alte temperature e altissima e continua piovosità pomeridiana, oltre 10000 mm/anno (Sacile meno di 1000 mm).
Cos’è: è l’ambiente terrestre più antico e più ricco di vita sia come numero di organismi animali e vegetali per kmq sia come numero di specie, ovvero come biodiversità.
Ha una importantissima funzione di contribuire, mediante la fotosintesi, alla produzione globale di ossigeno ma soprattutto, mediante la traspirazione delle foglie, libera nell’atmosfera enormi quantità di vapore acqueo che vanno a formare tante nuvole (molte di più che in qualunque altro ambiente terrestre).
Le nuvole riflettono verso lo spazio buona parte dei raggi solari contribuendo all’abbassamento della temperatura.
Inoltre, come tutti sanno, più nuvole significa più pioggia.
Le sue piante sono anche importanti come produttori di nuovi medicinali, sia come antibiotici prodotti da muffe e batteri sia come altri farmaci prodotti da alberi e arbusti, pensiamo solo al “chinino”, il farmaco antimalarico classico, prodotto dalla corteccia di un albero peruviano.
Ogni anno decine di migliaia di ettari sono abbattuti per:
- Fornire terreno agricolo per la coltivazione di alimenti per il forte aumento della popolazione tipico di queste zone
- Produzione di legna da ardere per le esigenze locali
- Produzione di legname pregiato per l’esportazione.
Peccato che, proprio per l’alta piovosità, nel giro di pochi anni (meno di 10), tutto il primo strato di terreno fertile, non più protetto dalle foglie degli alberi (sia quelle attaccate ai rami sia quelle cadute) venga eroso e vada a finire nei fiumi intasandone le foci.
Così il suolo diventa un duro strato roccioso dove non si può più coltivare niente e occorre tagliare altra foresta e ricominciare da capo.
Fonte: http://bellalavita.altervista.org/seconda/globwarming.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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