Colibrì
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COLIBRI’
Cinquecento specie, sottospecie e varietà geografiche compongono la
Famiglia dei TROCHILIDI o Famiglia dei COLIBRI’,
Ordine APODIFORMI (= zampe corte e deboli)
Vi sono fra essi uccelletti non più grandi di un calabrone tanto da giustificarne il nome di UCCELLI MOSCA.
I più piccoli, che possono battere le ali al vorticoso ritmo di 75-80 movimenti al secondo, sono capaci di star fermi nell’aria come elicotteri per succhiare il nettare dei fiori e anche di poter volare all’indietro, di lato e verso l’alto o il basso,possono anche cambiare direzione mentre sono in volo senza dover ruotare il corpo.
Tutto ciò è possibile grazie a caratteristiche anatomiche e fisiologiche altamente specializzate.
Le ali ruotano fino a 180° su se stesse e per mantenere il volo stazionario e i colibrì le battono fino a 80 volte al minuto secondo.
MODALITA’ di VOLO
Volo in avanti
I colibrì battono le ali verso l’alto e verso il basso per andare in avanti.
Volo librato o stazionario
I colibrì muovono le ali con un rapido movimento a forma di “8”
Volo verso l’alto
La variazione dell’angolazione di volo permette di cambiare direzione e quindi l’ascensione verticale.
Volo all’indietro
I colibrì battono le ali sopra e dietro il capo per muoversi all’indietro.
Ma ciò che colpisce di più è la loro splendida bellezza, ricca di colori, che viene ammirata e lodata
Questa Famiglia comprende un numeroso gruppo di specie esotiche.
Tranne poche specie che possono raggiungere al massimo le misure di un passero, i COLIBRI’ possono considerarsi i più piccoli uccelli: alcuni di loro arrivano appena alla lunghezza totale di cinque centimetri.
Il più piccolo, fra le numerose specie è:
il COLIBRI’ APE (Mellisuga helenae) - (del genere Calypte) , dal nome dell’ornitologa Elena Booth che lo identificò - : la femmina, con i suoi nidiacei, può stare comodamente in un cucchiaio! - mentre
Sono veri gioielli alati per la bellezza del piumaggio:
riflessi di fuoco,
scintillio di pietre preziose,
lucentezza dei metalli,
tanto che gli antichi popoli del SUDAMERICA, come quelli del MESSICO e quelli del PERU’ – i Maya e gli Aztechi - chiamavano i colibrì con nomi come:
coda di fuoco – occhio di sole - riccioli di stella – e altri ancora.
Alcuni primeggiano per la bellezza dei colori, altri per l’eleganza delle forme, chi esibisce ciuffi o ventagli di piume sul capo, sulla gola, sul petto, altre che mettono in mostra straordinarie e stravaganti code.
Questi uccelletti aggiungono grazia, agilità, sensi vivacemente sviluppati, leggerezza di movenze e una prodigiosa potenza di volo.
Infatti,
i muscoli del petto, che muovono le ali,
lo scheletro delle ali stesse
lo sterno
sono molto robusti e sviluppati e permettono ai colibrì, oltre ad un volo rapido e scattante, di restare sospesi nell’aria, come fanno alcuni insetti, ( api, calabroni, sfingi), mediante rapidissime vibrazioni delle ali, producendo così un singolare ronzio.
In più le PIUME ALARI occupano quasi tutta l’ala e le articolazioni pettorali sono molto grosse e resistenti, articolazioni della spalla uniche nel suo genere che permettono un’ampia libertà di movimento.
Questi Uccelletti Mosca , anch’essi come certi insetti, si librano sui fiori incapaci di sostenere il loro peso, per quanto lieve lo sia, e li sovrastano sostenendosi sulle ali vibranti, mentre penetrano fino in profondità nei calici dei fiori col lungo becco e protendono la lingua forcuta adatta a suggere il nettare e a catturare gli insetti che lì si nascondono e di cui si nutrono.
BECCO e LINGUA sono infatti della forma più adatta per queste esplorazioni:
il BECCO è lunghissimo – può superare la lunghezza dell’intero corpo- sottile, diritto o incurvato talvolta verso il basso,a falcetto, talvolta verso l’alto.
La LINGUA è mobile, protrattile, perfettamente adatta a raccogliere la preda, piccoli insetti, ma soprattutto il nettare dei fiori, nella parte più interna e protetta dei calici e per far ciò la lingua del COLIBRI’ esce ed entra dalla bocca 13 volte al secondo, leccando ripetutamente il nettare che ingerito passa nell’INGLUVIE o GOZZO che impiega circa4 minuti prima di riempirsi.
I contenuti dell’esofago si svuotano confluendo nell’intestino dove vengono digeriti.
Hanno un RAPIDO METABOLISMO in quanto il volo consuma molta energia e hanno una capacità di digerire grandi quantitativi di cibo con rapidità.
Questi uccelli hanno inoltre un CUORE ENORME, rispetto al corpo, che pompa sangue e distribuisce energia ai muscoli delle ali, energia necessaria in particolar modo ad alcune specie che migrano a grandi distanze per trovare nuove fonti di nettare.
Il cuore, in fase di riposo pulsa circa 480 volte al secondo per arrivare fino a 1.200 battiti quando l’uccellino è impegnato nelle sue attività.
Il consumo energetico è molto elevato per cui il COLIBRI ’ deve nutrirsi frequentemente per compensare le perdite. Di fatto mangia una quantità di cibo pari a tre volte il suo peso corporeo, anche se generalmente compie pasti frequenti, - fino a 60 volte al giorno - ingerendo quantitativi di cibo molto scarsi per volta.
Quando cala la notte, il COLIBRI’ si ritira a dormire tra i rami degli alberi e assume una postura caratteristica con il becco abbassato, il collo contratto e le piume gonfiate, aumentando così il volume del corpo ed evitando la perdita di calore.
I COLIBRI’ sono poligami.
Ad eccezione dei COLIBRI’ EREMITI, i maschi sono feroci nel difendere il territorio e competono l’uno contro l’altro per il cibo.
L’accoppiamento è breve e, una volta conclusosi, le femmine si allontanano per cominciare la costruzione del nido e diventano anch’esse aggressive per difenderlo.
Il NIDO
Grazioso, interessante, minuscolo, a forma di coppa o di tazza, costruito su un ramoscello o appeso ad una foglia e intessuto di muschi, licheni e tele di ragno.
Le femmine depongono non più di due uova, bianchissime, di estrema piccolezza e delicatezza, che covano per circa due settimane fino alla loro schiusa.
Il maschio non collabora all’allevamento dei piccoli, continua a corteggiare le altre femmine non ancora accoppiate.
I colibrì vengono ammirati per il loro coraggio e combattività dimostrati in ogni occasione, ma particolarmente quando devono difendere la prole.
Questi minuscoli uccelletti si lanciano infuriati contro il nemico che minaccia il loro nido senza badare alla mole dell’assalitore, ma addirittura sono loro stessi a prendere l’iniziativa dell’attacco.
Questi piccoli guerrieri hanno il coraggio di aggredire un falco, una civetta, un corvo e non si spaventano di fronte neppure ad un grande airone : anzi, questi grandi uccelli temono e cercano di sfuggire alla furia aggressiva di questo piccolo colibrì.
Ciascuno di questi uccelli, molto più grandi loro, potrebbe in un attimo annientare gli uccelletti che hanno anche il coraggio di posarsi sul loro dorso per riposare fra un attacco e l’altro, ma riuscire ad afferrarli è oltremodo difficile perché i COLIBRI’ sono troppo agili e veloci per lasciarsi prendere e il difendersi dalle loro violente beccate riesce impossibile, un po’ come evitare le punture di un’ape infuriata e anche all’uomo non conviene intromettersi tra una coppia di colibrì e il suo nido.
Tutte queste straordinarie qualità non sono però altrettanto straordinarie come il canto, tranne rare eccezioni.
La maggior parte dei COLIBRI’ non riesce ad emettere che suoni rauchi e sgradevoli, oppure ronzii stridenti; solo molto pochi sanno cinguettare e gorgheggiare in modo piacevole.
Sono molto rumorosi e non si riesce a capire come da quei corpicini possano uscire note dal tono così elevato così come la voce.
5OO specie, oltre 1OO generi, simili nei caratteri anatomici e morfologici e, per di più, nelle abitudini di vita, solo diverse nell’abito
Sono COLIBRI’ delle Americhe, dal Labrador alle Isole delle Antille, dalla California alla Terra del Fuoco.
La maggior parte dei COLIBRI’ popola le pianure calde e soleggiate delle Regioni Tropicali, alcune specie si spingono fino al Canadà, alla Penisola di Vancouver, alle Montagne Rocciose e alla catena delle Ande dove raggiungono l’orlo delle nevi perenni a 4000-5000 metri di altitudine, mentre altre vivono sulle spiagge desolate dello Stretto di Magellano.
Tutte le specie di COLIBRI’ sono legate alla presenza di determinati FIORI e sono appunto la ricchezza e la varietà della flora a influire sulla presenza e abbondanza dei COLIBRI’ nelle diverse regioni.
Anche le MIGRAZIONI di quasi tutti i COLIBRI’ dipendono solo subordinatamente dai cambiamenti di stagione, ma in realtà sono legate al succedersi delle fioriture.
Le piccole dimensioni del COLIBRI’ fanno sì che le basse temperature dell’inverno siano un serio problema per la sua sopravvivenza, dato che il corpo non è in grado di mantenere il calore necessario alle sue funzioni vitali.
Per tale motivo, questa specie ha sviluppato uno stile di vita migratorio che può portarla a spostarsi dalle foreste del Nord America, dove trascorre l’estate e la primavera, alle regioni meridionali degli Stati Uniti e del Messico settentrionale, in cui vive nei mesi invernali.
Ciò lo obbliga ad un viaggio di circa 8.000 km ogni anno.
Per la maggior parte i COLIBRI’ sono UCCELLI DIURNI, qualcuna ad abitudini CREPUSCOLARI, le quali durante le ore calde della giornata preferiscono starsene al riparo nell’ombra degli alberi per uscire a caccia soltanto verso sera.
Date le loro abitudini battagliere, i COLIBRI’ sono uccelli assai poco socievoli e vivono per lo più isolatamente: tuttavia, specialmente all’epoca delle migrazioni, è dato, talvolta, vedere piccoli stormi che volano producendo un forte ronzio, simile a quello di un grosso sciame d’api.
I COLIBRI’ si possono tenere in cattività abbastanza facilmente nutrendoli con soluzioni zuccherine che vengono collocate entro recipienti sospesi, davanti ai quali il COLIBRI’ si libra, battendo rapidamente le ali, mentre sugge il dolce alimento.
Fonte:
Autori del testo:
– Scuola Primaria Giacomo Matteotti di Alpignano (To)
cl. 4° B Miranda Giordanino Franco Bertino
Ornella Bortot – A.N.I.S.N. di Torino – Sezione del Piemonte
Laboratorio didattico interdisciplinare di Scienze Naturali – ORNITOLOGIA -
“ L’ uccello più piccolo ”
Parola chiave google : Colibrì tipo file : doc
Colibrì
Altre Specie di COLIBRI’
Il COLIBRI’ APE (Mellisuga helenae) chiamato anche SUNSUN.
“Mellisuga” significa “succhiamele” ed “helenae” deriva da HELENA BOOTH, la benefattrice di Juan Gundlach,che lo identificò.
E’ il più piccolo uccello conosciuto, addirittura più piccolo di alcune specie di LEPIDOTTERI (Farfalle) diurni.
Batte le ali 50-80 volte al minuto secondo per eseguire le sue manovre a mezz’aria.
Si libra davanti ai fiori per succhiarne il nettare in mezzo ai petali.
Il maschio possiede uno spiccato senso del territorio e difende i suoi fiori ricchi di nettare dagli altri colibrì.
E’ una rara specie che si trova nell’Isola di CUBA e nella vicina Isola dei Pini nel Mar dei Caraibi.
Vive soprattutto in parchi, giardini e zone boschive, ovunque sia reperibile il suo cibo preferito, ovvero i fiori ricchi di nettare.
La specie più affine al Colibrì Ape è :
il COLIBRI’ della VERBENA, o COLIBRI’ di VERVAIN (Mellisuga minima) grande come un calabrone, diffuso nelle Isole di GIAMAICA, di HISPANIOLA e di Santo Domingo, nel Mar dei Caraibi.
Il COLIBRI’ dalla gola color RUBINO (Archilocus colubris)
E’ un altro piccolissimo uccellino ( lungo cm 9-9,5) dalle grandi prestazioni, capace di compiere prodezze di volo e resistenza: infatti può librarsi e volare all’indietro, di lato e persino capovolto, decollare velocissimo in verticale.
Lo attirano, in particolare i fiori più colorati e brillanti alla luce del sole.
Batte le ali ad una velocità tale da produrre un ronzio: per corteggiare la femmina, durante il volo di esibizione, arriva a battere le ali sino a 200 volte al secondo.
E’ una SPECIE MIGRATORIA: prima di effettuare però questo lungo percorso annuale accumula grasso ed è capace di immagazzinarne riserve sufficienti - si riproduce ad EST delle Montagne Rocciose dell’America Settentrionale, negli U.S.A. e nel Canadà meridionale, ma trascorre i mesi invernali a SUD, nei più caldi HABITAT del Messico, dell’America Centrale e di Panama.
Nell’800 sono stati uccisi migliaia di COLIBRI a fini commerciali e per la mania di possedere esemplari impagliati. Oggi il commercio degli UCCELLI da VOLIERA è in declino ma molte specie di colibrì, incluso il COLIBRI’ dalla GOLA color RUBINO, conoscono una drastica diminuzione della popolazione.
I motivi non sono chiari, ma è probabile che siano legati alla distruzione degli habitat tropicali in cui l’uccello sverna.
COLIBRI’ Becco di Falco Coda Bronzata ( Eutoxeres aquila)
Utilizza il becco arcuato per raccogliere il nettare, ma caccia anche INSETTI in VOLO , comportamento diverso da tutti i colibrì che sono succhiatori
COLIBRI’ MIRABILE Coda a Spatola (Loddgesia mirabilis)
Questo colibrì dalla gola color verde smeraldo ha la coda formata da appena 4 piume.
Nel maschio, due sono a forma di lesina e le altre due sono “ cordoncini” eccezionalmente lunghi e ondulati, con l’estremità a forma di spatola.
Questa specie di colibrì vive UNICAMENTE ai margini delle foreste e sulle colline di una ristretta zona delle Catena Montuosa delle ANDE PERUVIANE, in Sud America.
COLIBRI’ dall’elmo di GUERIN (Oxypogon guerini)
Chiamato così per il barbetto sotto il becco e la crestina sulla testa che possiede però solo il maschio.
Vive nei boschi e nelle macchie umide, fino al limite delle nevi, sulla Catena Montuosa delle ANDE (la Cordigliera Andina).
I maschi si osservano più frequentemente sui pendii aperti.
Le femmine solitamente vivono in gole profonde e nascondono i nidi uno accanto all’altro, sugli argini rocciosi dei torrenti.
Al fine di raccogliere il nettare dei fiori, questo colibrì si aggancia con il becco alla corolla, allo stesso modo del PICCHIO.
COLIBRI’ COQUETTE FESTIVO ( Lophornis chalybeus)
I maschi hanno una gorgiera variopinta ed erettile ai lati del collo, che viene fatta scampanare durante il corteggiamento.
COLIBRI’ BECCO RICURVO ( Anthracothorax recurvirostris)
La punta del becco, unica nel suo genere, è all’insù e favorisce la raccolta del nettare di alcuni fiori.
La numerosa famiglia dei COLIBRI’ annovera specie dai nomi indicanti forme, colori, come:
Colibrì coda a bandiera – C. marginato di bianco – C. diamante corona verde - C. Ninfa dei boschi corona violetta - C. Stella del Monte Chimborazo (= vulcano delle Ande) – C. del sole dai mustacchi bianchi – C. succhiafiori collo bianco – C. zampe piumose coda di zaffiro) – C. coda a racchetta di Underwood – C. Lesbia coda nera – C. Saffo - C. zampe piumose smagliante - C. becco a spino dorso purpureo – C. angelo del sole tormalina - C. rossiccio - C. scintillante –
C. becco a cuneo - C. capello di sole orecchie nere - C. incappucciato – C.topazio cremisi-
C.di zaffiro – C.gigante –C.Inca dal collare dell’Ecuador – C. becco a spada – C. becco d’aquila -C.fronte stellata ali fulve – C.Mango collo nero – C.Stella dei monti coda cuneata – C. dei Carabi gola purpurea – C.Ninfa dei boschi coda forcuta – C.moquette magnifico – C. rubino-topazio- C. coda a racchetta- C. dei Caraibi sericeo - C. di fiamma dorso verde
Lo STATO di CONSERVAZIONE - Habitat naturali distrutti
8 specie di colibrì sono considerate in PERICOLO CRITICO dall’ I .U .C. N. :
UNIONE MONDIALE per la CONSERVAZIONE della NATURA
Tutte in America Centrale e Sud America Settentrionale dove la distruzione degli habitat è catastrofica per la perdita delle foreste dovute all’opera dell’uomo per fini commerciali (insediamenti umani, antropizzazioni, terreni per coltivazioni di soia e foraggi per bestiame)
Altre 12 specie sono in PERICOLO e 7 sono considerate VULNERABILI .
Fonte: http://www.regione.piemonte.it/parchi/junior/art/2010/dwd/prim_matteotti/Altre%20%20Specie%20%20di%20%20COLIBRI.doc
Autori del testo:
cl.4°B- Scuola Primaria Giacomo Matteotti di ALPIGNANO ( TO)
Miranda Giordanino – Franco Bertino
Ornella Bortot A.N.I.S.N – Torino – sezione del Piemonte
Laboratorio didattico interdisciplinare di Scienze Naturali – ORNITOLOGIA –
“ Gli uccelli più piccoli”
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