La forma urbana di Venezia
La forma urbana di Venezia
Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
La forma urbana di Venezia
Venezia è una città che va vista come una concentrazione di positive risposte ai difficili problemi posti da un ambiente insolito e ostile come quello lagunare. Il suo territorio urbano iniziò a svilupparsi intorno al VII secolo quando, per sfuggire alle invasioni degli Ostrogoti, i Veneti, prima stanziati ai margini della laguna, si rifugiarono in questo ambiente difficile da navigare per chi non lo conosceva, e quindi più sicuro.
La laguna è un terreno contraddistinto da solchi profondi lungo i quali si alterna il flusso uscente dei fiumi e quello entrante delle maree: proprio a cavallo di uno di questi solchi (poi chiamato Canal Grande) si sono sviluppati i primi insediamenti.
Il centro abitato è composto da piccole cellule urbanistiche, un insieme di insule abitate e separate da canali tanto stretti da poterle identificare come una unica concentrazione all’interno dell’arcipelago di terre affioranti. Ogni cellula si dota a poco a poco di infrastrutture essenziali come il campo (la piazza) e la chiesa dove convergono le comunità. A differenza delle altre città medievali di terra ferma che posseggono un unico nucleo centrale, Venezia presenta quindi una pluralità di baricentri.
L’intensità delle trasformazioni edilizie della città è dovuta alla scarsità del terreno a disposizione e alla relativa difficoltà di reperimento e trasporto dei materiali da costruzione. Questi elementi hanno favorito il rinnovamento degli edifici piuttosto che il loro abbandono con conseguente riutilizzo dei materiali. Determinante a questo proposito è la maggior convenienza a costruire o riedificare sul già costruito semplicemente perché si sfrutta un terreno già precedentemente consolidato per la fondazione di preesistenti edifici attraverso un procedimento di difficile realizzazione.
Infatti, per rendere il terreno fangoso adeguatamente consistente, si è escogitato un sistema composito a più strati tanto efficace quanto laborioso: lo strato inferiore, tutto immerso è costituito da pali in legno conficcati a forza nel terreno su cui è posto uno zatterone, ossia un tavolato in legno. Sopra questa sorta di palco ligneo viene successivamente collocato un blocco di pietra d’Istria sul quale, in fine, si impostano le murature degli edifici. Col tempo, i pali lignei subiscono un processo di mineralizzazione che ne consolida la struttura.
Le 121 insule di cui è composta la città sono tra loro collegate da 435 ponti a formare un unico corpo dalla caratteristica forma “a pesce”, suddiviso in due comparti dal Canal Grande.
I ponti costituiscono il solo mezzo di comunicazione, a parte le imbarcazioni, tra le due sponde di uncanalee pertanto di essi ci si deve necessariamente avvalere per attraversare un rio e recarsi dallaparte opposta.
I primi ponti di Venezia furono inizialmente di legno, spesso mobili, ma, già nel secolo XIV, accanto a questi ne comparvero taluni costruiti parte in legno, parte in pietra ed altri già tutti in pietra.
Dei ponti è inoltre interessante notare come la disposizione rispetto ai canali sia quasi sempre obliqua o comunque asimmetrica; questo deriva dal fatto che essi sono stati costruiti per collegare le diverse insule dopo che queste avevano già definito la loro viabilità interna. Per tale motivo le calli da collegare fra le due sponde si trovano di rado sullo stesso asse. Questa apparente difficoltà però è stata abilmente sfruttata per dar luogo ad una gamma infinita di differenti e peculiari soluzioni architettoniche.
I sestieri
Dal punto di vista prettamente amministrativo la città di Venezia è suddivisa in sei sestieri.
Il sestiere corrisponde al quartiere delle altre città e questa tipologia di suddivisione cittadina risale alle origini di Venezia.
La presenza e la conoscenza dei Sestieri è molto importante soprattutto perché i numeri civici delle case sono attribuiti in base al sestiere e non alla via.
I nomi dei sestieri di Venezia sono:
- Cannaregio: il nome ha due possibili origini: da Canal Regio, cioè canale principale per il collegamento via acqua con la terraferma, oppure per la grande estensione dei canneti esistenti nei tempi passati, che rimanda al nome regio cannarum. E’ il sestiere in cui si trova la stazione ferroviaria di Santa Lucia a nord ovest della città.
- Castello: Il sestiere di Castello fu uno dei primi nuclei abitativi della città (Quinto-Sesto secolo) e comprende tutta la coda del pesce. Prende nome dal castello che vi sorgeva, con funzione di difesa dagli attacchi dal mare e qui si trova l’imponente edificio dell’Arsenale, per secoli il più grande del mondo.
- Dorsoduro: Si estende nella parte meridionale della città, fino alla Punta della Dogana. Probabilmente il suo nome richiama le compatte dune di sabbia di questa zona.
- San Marco: è l’area attorno all’omonima piazza. Se il Sestiere di San Marco è il cuore di Venezia, Piazza San Marco ne è certo il centro pulsante.
- San Polo: è il sestiere di minor dimensioni proprio nel centro di Venezia a sinistra del Canal Grande. Una caratteristica che lo contraddistingue è la fitta compresenza di “casa e bottega” cioè di abitazione e luogo produttivo.
- Santa Croce: Si trova ad ovest della città sempre a sinistra del Canal Grande e, tramite Piazzale Roma, collega Venezia alla Terraferma. Tutta questa zona ha subito molte demolizioni e trasformazioni, iniziando dal 1810 con l’abbattimento della chiesa e del monastero di santa Croce che davano il nome al Sestiere.
Ponte della Libertà
Il Ponte della Libertà collega Venezia alla terraferma. Progettato nel 1931 dall’ingegnere Eugenio Miozzi ed inaugurato da Benito Mussolini il 25 aprile 1933 con il nome di Ponte Littorio, esso costituisce l’unica via d’accesso per il traffico veicolare al capoluogo veneto.
Il ponte affianca quasi tutto il vecchio ponte ferroviario, realizzato dal Regno Lombardo Veneto sotto dominio dell’Impero Austriaco nel 1842. Al termine della Seconda Guerra Mondiale è stato ribattezzato con il nome di Ponte della Libertà in onore della liberazione dal nazi-fascismo.
Esso è il tratto finale della ex Strada Statale 11 Padana Superiore e misura esattamente 3,850 km.
Isola Nuova del Tronchetto
Il Tronchetto o Isola Nuova è un’isola artificiale della Laguna Veneta all’estremità occidentale di Venezia e a questa collegata.
È stata creata negli anni ‘60 del XX secolo attraverso lo scarico di materiali di riporto e funge ora da terminale della rete stradale assieme a Piazzale Roma.
Vi sorgono parcheggi, un terminal turistico e la sede di vari uffici. Da qui partono i collegamenti con il ferry-boat per il Lido di Venezia.
Stazione Marittima
La Stazione Marittima è il porto di Venezia, uno dei più importanti d’Italia per il volume di traffico commerciale ed uno dei più importanti nel Mediterraneo per quanto riguarda il settore crociere. In questa area sono concentrati 3 terminal (crociere, traghetti e aliscafi).
Canal Grande
Il Canal Grande è il principale canale di Venezia. Lungo circa 3800 metri (larghezza dai 30 ai 70 m, profondità media 5 m), divide in due parti il centro storico tracciando una “S” rovesciata che va dall’innesto del Ponte della Libertà al Bacino di San Marco.
Studi archeologici hanno dimostrato che proprio lungo le sue sponde si sono sviluppati i primi nuclei urbani della città di Venezia. Necessario e funzionale alle attività portuali e mercantili esso era considerato il porto-canale della città; vi confluivano imbarcazioni che trasportavano le merci più preziose che poi venivano raccolte e custodite nelle case-fondaco dei commercianti veneziani più ricchi.
Col tempo, soprattutto a partire dal 1588 quando venne ricostruito il ponte di Rialto non più come ponte levatoio per il passaggio dei velieri, il canale perse la funzione portuale ed iniziò ad assumere quella di “strada” di rappresentanza lungo la quale la parte emergente della nobiltà veneziana collocava le sue sfarzose dimore. Fu così che tra XV e XVIII secolo le antiche case–fondaco bizantine dei commercianti lasciarono il posto a magnifici edifici di fattezze gotiche, rinascimentali e barocche che andarono con tempo a creare una sequenza quasi ininterrotta lungo tutto il canale. Il Canal Grande si presenta oggi come una trafficata arteria percorsa dai più svariati mezzi pubblici e privati, oramai quasi tutti a motore.
Ogni anno poi, il Canal Grande ospita importanti manifestazioni legate alle tradizioni storiche della Serenissima Repubblica di Venezia come la Regata Storica.
I ponti sul Canal Grande
Fino al 1850, il Canal Grande era oltrepassato solamente dal ponte di Rialto: nel giro di dieci anni gli austriaci realizzarono due ponti in ferro, uno davanti alle Gallerie dell’Accademia e uno di fronte alla stazione ferroviaria, che tra il 1934 e il 1938 vennero sostituiti rispettivamente dal ponte provvisorio in legno all’Accademia e dal ponte degli Scalzi realizzato in pietra d’Istria e Trachite.
Attualmente i ponti sul Canal Grande sono quattro e procedendo da sinistra verso destra sono: Ponte della Costituzione, Ponte degli Scalzi, ponte di Rialto e Ponte dell’Accademia.
Ponte della Costituzione
Il Ponte della Costituzione (noto soprattutto come Ponte di Calatrava dal nome dell’architetto che l’ha progettato o Quarto Ponte sul Canal Grande) è il nome ufficiale del ponte che attraversa il Canal Grande di Venezia fra Piazzale Roma e la Stazione Ferroviaria Venezia Santa Lucia.
Si tratta di una delle poche opere contemporanee realizzate nel tessuto urbano di Venezia ed il suo progetto risale al 1997. Esso è un omaggio alla tradizione ed un inno all’innovazione nello stesso tempo. Lo si deduce dalla forma e dalla struttura estremamente moderna che si mette in opera attraverso materiali “tradizionali” e molto usati a Venezia quali la trachite e la pietra d’Istria accostati a materiali moderni come il vetro e l’acciaio.
Il ponte è più largo sulla sommità (9 metri) che non alle testate (5 metri), per fare anche da terrazza e da punto d’osservazione, senza che vi sia intralcio alla viabilità.
Il ponte è stato inaugurato e aperto al traffico pedonale la notte dell’11 settembre 2008.
Ponte degli Scalzi
Il Ponte degli Scalzi è detto anche ponte della stazione o della ferrovia a causa della vicinanza della stazione ferroviaria di Santa Lucia.
Fu eretto per la prima volta nel 1858, sotto la dominazione asburgica, per migliorare l’accesso all’appena costruita stazione ferroviaria. La costruzione originale era un ponte metallico a struttura rettilinea, molto simile a quello eretto pochi anni prima all’Accademia. Negli anni ‘30 dello scorso secolo, questa struttura fu sostituita da un nuovo ponte a singola arcata interamente in pietra d’Istria con gradini in trachite e pietra d’Istria, su progetto dell’ingegnere Eugenio Miozzi (1889-1979). I lavori di costruzione iniziarono il 4 maggio 1932 e il ponte fu inaugurato appena due anni dopo, il 28 ottobre 1934. L’unica arcata misura 40 metri di corda, 6,75 metri di altezza e, nella sommità dell’arco, misura solo 80 centimetri di spessore.
Ponte di Rialto
Il Ponte di Rialto è il più antico e sicuramente il più famoso dei quattro ponti sul Canal Grande.
La tradizione ne fa risalire l’origine ad un primo ponte su chiatte (barche) edificato nel 1181 da Nicolò Barattieri, lo stesso costruttore delle due colonne in Piazza San Marco.
La crescente importanza del mercato di Rialto fece aumentare il traffico sul ponte galleggiante tanto che nel 1264 venne costruito un ponte levatoio in legno: la struttura era costituita da due rampe inclinate che si congiungevano presso una sezione centrale mobile, che poteva essere sollevata per consentire il passaggio delle navi più alte. Nel 1310 il ponte fu solo parzialmente bruciato durante la rivolta guidata da Baiamonte Tiepolo. Restaurato, nel 1444 invece crollò sotto il peso eccessivo della grande folla radunata per assistere ad una sfilata di barche.
Nella prima metà del XV secolo lungo i lati del ponte vennero costruite due file di negozi. I proventi derivanti dagli affitti, riscossi dalla tesoreria di stato, contribuivano alla manutenzione del ponte.
Un altro crollo avvenne nel 1524 dopo il quale la Repubblica bandì un concorso cui parteciparono i più illustri architetti dell’epoca (Sansovino, Palladio, Michelangelo, Vignola, e, in seguito Scamozzi e Da Ponte).
I progetti vennero presentati a partire dal 1554 e, non senza contrasti, fu scelto alla fine quello di Antonio Da Ponte. L’attuale costruzione in pietra ad arcata unica fu iniziata nel 1588 e completata nel 1591. La struttura è molto simile a quella del precedente ponte in legno: due rampe inclinate, con negozi su entrambi i lati, portano a una sezione centrale. Il progetto fu da alcuni considerato fin troppo audace dal punto di vista ingegneristico, al punto che secondo l’architetto Vincenzo Scamozzi il ponte sarebbe crollato. Rialto invece resiste tuttora, ed è diventato uno dei simboli architettonici di Venezia.
Ponte dell’Accademia
Il Ponte dell’Accademia è l’ultimo dei quattro ponti che incontriamo sul Canal Grande muovendoci dalla Stazione Ferroviaria verso San Marco.
Originariamente in ferro, fu inaugurato la prima volta il 20 novembre 1854.
In seguito al deperimento precoce, fu indetto un concorso per l’edificazione di un nuovo ponte in pietra. Il progetto vincitore (Torres e Briazza) non fu tuttavia mai realizzato e si costruì un ponte in legno su progetto dell’ingegnere Eugenio Miozzi (1889-1979) che fu aperto il 15 gennaio 1933.
Piazza San Marco
Piazza San Marco è l’unica piazza di Venezia, in quanto tutti gli altri spazi urbani a forma di piazza sono propriamente definiti campi. Essa è il cuore di Venezia poiché ha sempre seguito la vita e i costumi della città e, nel tempo è diventata la meta privilegiata di ogni turista.
La forma attuale della piazza è esito di successive modifiche ed espansioni che hanno interessato l’area. In origine la zona era destinata ad orto ed attraversata dal rio Batario, congiungente gli attuali rii della Zecca e del Cavalletto. Il Palazzo Ducale, vero castello munito di torri e difese era completamente cinto da un canale e fronteggiato nella zona dell’attuale Piazzetta da un bacino per il carico e scarico delle merci.
Attualmente Piazza San Marco presenta una forma trapezoidale ed una lunghezza di circa 175 metri. Nel punto di larghezza massima misura circa 80 metri.
Tutta chiusa, sì da somigliare piuttosto a un immenso salone marmoreo a cielo aperto, si allunga davanti alla Basilica di San Marco. La cingono sugli altri lati uniformi edifici di proporzionata eleganza: partendo dal lato Nord, sulla destra se diamo le spalle alla facciata della Basilica di San Marco, troviamo la torre dell’Orologio, del 1496 – 1506 e le Procuratie Vecchie del 1514, destinate alla più alta Magistratura della Repubblica dopo quella del Doge; sul lato Ovest (di fronte alla Basilica stessa, dall’altro lato della piazza), le neoclassiche Procuratie Nuovissime o Ala Napoleonica, eretta nel 1856 dallo Scamozzi e ultimata nel 1640 dal Longhena. Nel lato Sud troviamo le Procuratie Nuove e, all’estremità di queste, si leva l’alto campanile di San Marco, poderosa torre coronata da cuspide, anticamente faro di naviganti, prototipo di tutti i campanili lagunari, che mette un’acuta nota di verticalismo nella spazialità dell’ambiente.
Il campanile segna con la sottostante loggetta del Sansovino l’imbocco della Piazzetta San Marco, che si collega ad angolo retto con la piazza. La Piazzetta è dominata dalla monumentale facciata del palazzo Ducale (1442), il cui sottile gioco di pieni e di vuoti, di chiari e di scuri, viene ripreso dalla sansovinesca Libreria Marciana che le sta di fronte.
Arsenale
L’Arsenale di Venezia costituisce una parte molto estesa della città insulare e fu il cuore dell’industria navale veneziana a partire dal XII secolo. Solitamente è considerato la prima fabbrica al mondo, dato che rappresenta l’esempio più importante di grande complesso produttivo a struttura accentrata dell’economia preindustriale. È legato al periodo più florido della vita della Serenissima: grazie alle imponenti navi qui costruite, Venezia riuscì a contrastare i Turchi nel Mar Egeo ed a conquistare le rotte del nord. La superficie si estendeva su un’area di 46 ettari, mentre il numero di lavoratori (gli Arsenalotti) raggiungeva, nei periodi di piena attività produttiva, la quota media giornaliera di 1500-2000 unità (con un picco di 4500-5000 iscritti al Libro delle maestranze), cioè dal 2% fino al 5% dell’intera popolazione cittadina dell’epoca (circa 100.000 abitanti).
Il termine Arsenale, in uso nell’italiano moderno, deriva dall’arabo “daras-sina’ah”, cioè "casa d’industria". Il termine, noto ai Veneziani tramite i loro frequenti contatti commerciali con l’Oriente, sarebbe passato al veneziano darzanà, poi corrotto nel tempo nella forma arzanà, citata anche da Dante nell’Inferno, quindi, attraverso arzanàl e arsenàl, alla forma finale di arsenàle.
È attualmente utilizzato in parte dalla Marina Militare e in parte adibito per lo più a sede espositiva e spazio per convegni e congressi.
Giudecca
La Giudecca è l’isola più estesa delle città di Venezia ed è separata dal centro storico dal grande e profondo canale omonimo. Anticamente era denominata Spina Longa proprio per la sua forma stretta e allungata che ricorda la lisca di un pesce. Successivamente prese il nome di Zuecca da cui Giudecca, forse perché in essa avrebbe trovato posto una primitiva comunità di Zudei (ebrei) o forse, e più probabilmente, perché in essa venivano confinati i zudegai cioè i giudicati dai tribunali dogali. Formata da vari isolotti, collegati tra loro da ponti e ponticelli, è costituita essenzialmente da una fondamenta continua che costeggia il Canale della Giudecca e fronteggia le Zattere, inframmezzata da rii e callette sulle quali rivolgono le loro facciate case, palazzi e chiese. Sul lato opposto, quello che guarda la Laguna, l’aspetto è completamente diverso: giardini, orti, cantieri per il rimessaggio delle imbarcazioni, piccole fabbriche, officine artigianali evidenziano quale sia la parte produttiva dell’isola.
La Giudecca è stata per secoli luogo di villeggiatura per nobili e ricchi borghesi che qui possedevano ville, giardini e orti.
Su questa isola, tra il 1577 e il 1592, venne eretta la chiesa del Redentore su progetto del Palladio. Questo monumento religioso fu un segno di ringraziamento per la fine della terribile pestilenza che nel 1576 causò la morte di un terzo della popolazione cittadina e ancor oggi risulta essere il fulcro della Festa del Redentore.
Isola di San Giorgio Maggiore
L’Isola di San Giorgio Maggiore è una piccola isola situata sulla destra della Giudecca e proprio di fronte a Piazza San Marco a Venezia. Separata dall’isola della Giudecca dal piccolo canale della Grazia, essa fa parte del sestiere di San Marco.
Dalla fondazione della città l’isola era di proprietà della famiglia patrizia dei Memmo.
Nell’VIII-IX sec. vi fu costruita una chiesetta in legno intitolata a San Giorgio a causa della quale l’isola prese il nome di "Maggiore" per distinguerla dall’isola di San Giorgio in Alga. Venne poi donata nel 982 dal doge Tribuno Memmo ad un monaco benedettino, Giovanni Morosini. Questi decise di bonificare l’area adiacente la chiesa per costruire un monastero (il monastero di San Giorgio Maggiore), di cui fu il primo abate.
A testimonianza dell’importanza culturale raggiunta nei secoli dal monastero si erge maestosa la facciata della Basilica di San Giorgio Maggiore, progettata da Andrea Palladio nel XVI secolo.
Isola di San Michele
L’Isola di San Michele è situata tra Venezia e l’isola di Murano ed è conosciuta poiché ospita il cimitero di Venezia. La grande quantità di personaggi illustri ivi sepolti ne fa uno dei luoghi turistici più frequentati della città. Al 1837 risale l’interramento del canale che distingueva i due isolotti di San Michele e San Cristoforo della Pace in modo da ampliare l’estensione del camposanto che, già dal 1807 per volere di Napoleone, sorgeva su quest’ultima. In precedenza le sepolture venivano effettuate nei sagrati o all’interno delle chiese e, quando questi si riempivano, i resti erano trasferiti nelle isole della laguna.
A seconda della religione o della confessione, il cimitero è suddiviso nelle aree israelitica, cattolica, ortodossa ed evangelica. Al suo interno riposano personaggi illustri come Joseph Brodsky, Sergei Diaghilev, Helenio Herrera, Ezra Pound, Igor Stravinsky, Emilio Vedova. Vi sorge tuttora la nota chiesa di San Michele in Isola, realizzata su progetto dell'architetto Mauro Codussi a partire dal 1469 e considerata la prima chiesa rinascimentale di Venezia.
Fonte: http://www.letturagevolata.org/letturagevolata/files/venezia_forma_urbis_approfondimento.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Sito web da visitare: http://www.letturagevolata.org/
Parola chiave google : La forma urbana di Venezia tipo file : doc
Visita la nostra pagina principale
La forma urbana di Venezia
Termini d' uso e privacy