16-01-02 |
Cos’è il diritto agrario |
2-9-1 |
Il diritto agrario è quella materia che studia le normative la giurisprudenza, ne studia l’applicazione .
I primi esempi di normativi nella storia erano volti all’imperativo: non rubare, non uccidere... Adesso si tende a fare delle leggi all’imperativo, indicando le conseguenze del verificarsi di una vicenda.
Esempi di norme possono essere: la legge 2043 che definisce i danni a confronto di terzi, ed è una legge formulata all’indicativo, per cui non vi è l’obbligo a non danneggiare la proprietà altrui, ma nell’eventualità che questo avvenga si procederà con le conseguenze previste.
Le norme sono indicatorie,. Come la legge 1321 che definisce la regolazione, l’estinzione, per un rapporto giuridico patrimoniale.
Altre leggi possono essere per definire delle cose o delle persone, come ad esempio la legge 2135 in vui si definisce la figura dell’imprenditore agricolo.
Le norme non regolano le singole persone, ma mirano a considerare delle situazioni ipotetiche, esse sono astratte e ipotetiche per garantire la certezza del diritto, per prevenire una determinata controversia e quindi per garantire il principio di uguaglianza.
Più norme della stessa materia si definiscono istituti giuridici, come possono essere i contatti o le imprese.
Le norme sono dei principi prescrittivi e quindi regolano una controversia oppure danno delle regole prima che questi fatti avvengono, al contrario delle materie scientifiche, di tipo descrittivo che quindi danno delle norme su dei fatti che avvengono e si limitano a visualizzarne e a descrivere i fenomeni.
Le norme si possono distinguere in imperative e derogabili, in cui le norme imperative non sono superabili dall’autonomia dei privati cittadini e non sono contrastabili.
Per le norme derogabili è possibile regolare il rapporto in modo diverso da quanto è previsto e la norma a solo fine inidcativo.
Mentre le norme supplttive colmano dei vuoti che le parti hanno lasciato nella disciplina contrattuale. |
17-01-02 |
Cos’è il diritto agrario 2 |
2-9-10 |
Per ribadire un concetto della lezione precedente, a scanso di equivoci si intende per norme un insieme di leggi, al fine di ribadire un concetto che non era stato definito precedentemente.
Un ordinamento giuridico è definto dalle norme di didirtto privato e di diritto pubblico, al diritto pubblico appartengono tutte le norme dello stato e che quindi interessano la collettività, mentre al diritto privato le norme intersoggettive dei singoli cittadini.
Al diritto privato possono appartenere i contratti, di ogni genere, invece un esempio di diritto pubblico è la normativa riguardante la pubblica amministrazione, la quale per il pubblico interesse può provvedere all’espropriazione di un bene privato per la costruzzione di scuole, autostrade, etc…
Questo esmpio, però non può essere valido al contrario, ovvero il privato non si può impossessare di una propriatà per la pubblica utilità. Lo stato può provvedere ad affidare ad un ente delle concessioni, come può essere la gestione della rete telefonica, che in origine era gestita da un ente privatistico (SIP), ne seguì poi la privatizzazione dello stesso e quindi il passaggio alla gestione privata.
Il diritto privato si articola in varie sezioni, tra cui il diritto di proprietà e anche il diritto agrario.
Il diritto privato ha la particolarità di essere meno mutevole nel tempo, a differenza del diritto pubblico che viene modifcato più spesso a seconda degli andamenti politici. A prova di ciò il fatto che il diritto civile è rimasto per la maggior parte immutato dal 1942 e creato nel periodo fascista. È proprio in questi anni che tutti i codici vengono formulati, dal codice civile, a quello giudiziario, a quello penale. Inoltre nel 1948 ci fu anche il passaggio dallo statuto albertino a quello repubblicano e il codice civile e rimasto invariato, prova del fatto che gli interessi privati, che si ritrovano nel codice civile sono stabili nel tempo e sempre garantiti.
Risulta necessario quindi definire che il rapporto di cortesia non ha rilevanza giuridica, e che quindi una prestazione se non compiuta a fine di lucro non è valida, per cui c’è violazione del contratto di compravendita se questo non viene rispettato, al contrario del rapporto prima citato.
Il diritto privato prevede i soggetti sono portatori degli interessi entro la sfera di libertà che compete ai singoli nei confronti della natura delle cose. Ai sensi di questa norma si prevede il diritto dei soggetti sulla base del diritto di proprietà, e quindi la garanzia da parte dei soggetti di godere di tutte le sue proprietà e di decidere del bene, di conseguenza dall’escludere a terzi di godere di questo bene. Tutto questo va fatto nei limiti che la legge impone e qundi nel prevedere che terzi vengano esclusi dal godimento di questo bene non è cincesso arrecargli dei danni, (Es. filo spinato, cocci di vetro..)
Sono anche presenti dei diritti di marchio, come possono essere i simboli (Es. Coca Cola, Melinda, Nike..) e vi è un impedimento legale che altri si approprino indebitamente di un marchio tipico di un’azienda).il diritto d’autore evita che delle cose prodotte dai privati vengano utilizzate senza il consenso di chi le ha prodotte. Il diritto reale è su determinate cose e si suddivide in diritto di garanzia e di godimento.
Esempi del diritto di garanzia è l’usufrutto o di superficie o di servitù previale, la garanzia, il pegno e l’ipoteca sono esempi di diritto di godimento.
Il diritto potestativo è il diritto che viene riconosciuto solo a determinati soggeti, è comprende quindi la possibilità di poter modificare la sfera giuridica di altri soggeti, ne è un esempio il rapporto genitori- figli.
Si ha anche il diritto ad un interesse legittimo, come la possibilità di non subire l’inquinamento di terzi. In questa fattispecie questo è un interesse legittimo che in Italia viene garantito da degli enti atti a difendere la collettività. |
17-01-02 |
Assente |
2-9-20 |
|
18-01-02 |
Il diritto europeo |
2-9-30 |
Il diritto europeo viene formulato sotto due principali tipi di normative regolamenti e le direttive. Il primo ha effetti sia verticale che orizzontale, cioè ha potere non solo tra lo stato e i cittadini (verticale), ma anche nei rapporti intercittadini (orizzontale). Questo tipo di norma è valida per tutti gli stati membri i quali hanno l’obbligo di recepire i regolamenti.
La direttiva è diretta a uno o più stati membri e si limita a definire la finalità che con essa si riesce a perseguire, e quindi spetta agli stati la modalità con cui si recepisce (trasforma in legge), e quindi c’è piena liberta nei mezzi con cui si attua la normativa. Queste hanno un termine e devono essere recepite entro tale data altrimenti s ha una forte inadempienza dello stato e una conseguente inefficacia della comunità sullo stato membro
Un altro tipo di normativa, sono le direttive dettagliate in cui sono contenute delle normative che riducono molto l’interpretazione e quindi la libertà di impiego .e queste anche se non recepite entro la data di scadenza hanno uguale effetto, anche le normative in cui esplicano degli obblighi da parte di un o stato membro hanno rffetto anche se non vengono recepite, oppure nel caso in cui la normativi dia delle precise modalità di svolgimento per il recepimento di una direttiva comunitaria.
Le direttive hanno solo funzione verticale e non come le regole di che hanno sia effetto orizzontale che verticale.
Le decisioni che hanno una limitata applicazione e non hanno efficacia generale e sis rivolgono solo ad alcuni individui individuati ed individuabili e non necessitano un adattamento interno.
All’interno della comunità un organo è preposto alla verifica dell’effettivo recepimento delle norme entro le determinate scadenze la corte giurisdizionale . Inoltre questo organo ha due particolari funzioni:
-giudicare la legittimità di tutti gli atti della comunità, che spiegano effetto nel confronto di terzi.(BCE, parlamento europeo )
-scopo di interpretazione del trattato e e spiega i rapporti tra i cittadini e gli stati, ha potere di supremazia e di diritto comunitario, questi sono principi di diritto comunitario
Le norme UE prevalgono sulla costituzione e i codici statali e garantire ciò è compito della corte giurisdizionale, e quindi per questa posizione delle norme europee si dicono sub-primarie perché sono allocate tra la costituzione e la legge primaria questo modalità è stata spiegata nella legge 170/84, e quindi hanno il diritto di annullare non solo una legge precedente, ma anche una legge successiva alla direttiva o alla regola europea che vada in contrasto essa.
Secondo la legge 86/89 si precisa che entro e non oltre il31 di gennaio il ministro delle direttive comunitarie prepari un disegno di legge da consegnare al parlamento, in cui da attuazione alle direttive comunitarie, e il quale ha la possibilità di approvare le direttive entro il31 di marzo |
18-01-02 |
La legge ordinaria |
2-9-31 |
La legge si può differenziare in civil law e common law, il primo è prodotto dal governo il secondo dalla giurisprudenza, che ha il compito di fare rispettare la legge e crea la common law per per un uso ripetuto nel tempo di certe procedure.
In Italia si tende però ad avere la maggior parte di civil law, e quindi prodotta dal governo.
E quindi è affidato al presidente del consiglio il potere esecutivo, di sottoscrivere quindi ogni legge prodotta.
Nel governo sono presenti due camere una del senato, l’altra è la camera dei deputati , essi possno presentare un disegno di legge, presso la camera di appartenenza, anche i cittadini hanno questo diritto presentando 500.000 firme, e a questo seguira poi la votazione e l’approvazione all’interno della camera, se accettata e quindi si sono ottenuti sia il quorum parlamentare, che prevede la presenza alla votazione di almeno la meta dei parlamentari e il quorum strutturale e l’approvazione da parte di almeno metà dei presenti; si porta il tutto alla visione dell’altra camera che deve approvare, altrimenti, anche per modifiche minime si torna alla camera precedente.
Ai passaggi sopra enunciati segue poi il decorso di 30 giorni e la sottoscrizione del presidente della repubblica, se ciò non avviene si procede riportando il disegno presso le camere precedenti , se per la seconda volta il presidente non accetta si la legge ha l’obbligo di essere approvata, passano ancora 15 giorni affinché il cittadino ne prenda atto, tale periodo è detto vocatio legis, segue pubblicazione sulla gazzetta ufficiale.
Sono presenti inoltre un decreto legge e un decreto legislativo e sono atti che non hanno forma di legge ma hanno forza di legge, ovvero non sembrano delle leggi, ma hanno la stessa funzione delle leggi.
I decreti legislativi sono decreti del governo in forma di decreto del presidente della repubblica e sono dei principi dettati dal parlamento su principi e tempo determinato.
Esiste la possibilità da parte di un decreto di modificare una legge e viceversa.
I decreti legge possono essere emanati e di urgenza e presentati dal governo alle camere entro il giorno stesso il quale ha effetto per 60 giorni per il quale la camera ha possibilità di aderire se ciò non avviene si annulla. |
23-01-02 |
La potesta delle regioni |
2-9-40 |
La potestà legislativa delle regioni è la possibilità e il potere da parte di queste di enucleare delle leggi, in modo indipendente o limitato fallo stato.
Esso comprende quindi il principio di sussidiarietà dell’articolo 5 del trattato di Mastricht che prevede un principio di sussidiarietà:
Sussidiarietà
Il principio di sussidiarietà è volto a garantire che le decisioni prese siano quanto più possibile vicine al cittadino, verificando costantemente che l'azione da intraprendere a livello comunitario sia giustificata rispetto alle possibilità offerte a livello nazionale, regionale o locale. Concretamente ,per le questioni che non sono di sua esclusiva competenza l'Unione interviene soltanto se la propria azione è da considerarsi più efficace rispetto ad un'azione intrapresa a livello nazionale, regionale o locale. Il principio di sussidiarietà è strettamente legato ai principi di proporzionalità e di necessità, secondo cui l'azione dell'Unione non può andare al di là di quanto è necessario per il conseguimento degli obiettivi del trattato.
Il Consiglio europeo di Edimburgo del dicembre 1992 ha stabilito gli elementi fondamentali della nozione di sussidiarietà nonché le linee direttrici per l'interpretazione dell'articolo 5 (ex articolo 3B)che accoglie la sussidiarietà nel trattato sull'Unione europea. Le conclusioni del Consiglio sono state inserite in una dichiarazione che serve da pietra angolare al principio di sussidiarietà. Con l'entrata in vigore del trattato di Amsterdam, l'approccio globale che discende dalla dichiarazione anzi detta è stato accolto in un protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità, allegato al trattato istitutivo della Comunità europea.
La Commissione europea redige annualmente un rapporto ("Meglio legiferare") destinato al Consiglio europeo ed al Parlamento europeo, rapporto che è principalmente dedicato all'applicazione del principio di sussidiarietà.
Questa ha la funzione di essere più vicina ai cittadini degli stati membri.
L’Italia è divisa in 20 regioni di cui 5 a statuto autonomo, queste sono. La Sicilia, il Trentino, il Friuli e la Valle d’Aosta.
E queste hanno la possibilità rispetto alle altre di godere di un maggiore autonomia e quindi di enucleare le ggi autonomamente ad istituto speciale. Questo è stato fatto per motivi etnici di origine, sono escluse da questa possiblità le normative europee o di livello superiore.
L’articolo 117 e 118 prevede la possibilità legislativa su determinate materie enuniciate e ne esclude altre eccone un sunto:
Art. 117
La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato. (**)
Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato. La potestà regolamentare spetta allo Stato nelle materie di legislazione esclusiva, salva delega alle Regioni.
La potestà regolamentare spetta alle Regioni in ogni altra materia.
I Comuni, le Province e le Città metropolitane hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell'organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite. La legge regionale ratifica le intese della Regione con altre Regioni per il migliore esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione di organi comuni.
La legge statale disciplina forme di coordinamento fra Stato e Regioni nelle materie di cui alle lettere b) e h) del secondo comma dell'articolo 117, e disciplina inoltre forme di intesa e coordinamento nella materia della tutela dei beni culturali.
Le regioni a statuto autonomo hanno indipendenza, nel creare enti così come lo stato |
23-01-02 |
I poteri |
2-9-41 |
In Italia i tre poteri sono suddivisi e affidati a settori particolari. Il potere legislativo è affidato al parlamento che ha il potere di formulare delle leggi, il potere esecutivo è affidato al governo e quello giudiziario alla magistratura.
Questi però non hanno potere esclusivo su di essi. Ad esempio il potere giudiziario può essere anche affidato al governo. |
23-01-02 |
I regolamenti |
2-9-42 |
I regolamenti esecuti (propriamente detti) sono affidati al governo o alla pubblica amministrazione che determianno la modalità di attuazione delle leggi.
I regolamenti indipendenti (dalle leggi) disciplinano l’amministrazione delle organizzazioni e il funzionamento dell’organo dello stato o dell’ente, queste non possono contrastare la legge.
Il principio di specialità disciplina ila modalità di azione in caso di non esplicito legislativo. Questa si divide in soggettiva e oggettiva, perché la legge deriva da un’azione ripetuta e costante nel tempo da parte di una pluralità di consociati è soggettiva se c’è convinzione da parte di tutti i consociati del carattere obbligatorio di questa competenza.
Le leggi possono essere derogate se una legge anteriore è incompatibile con la legge successiva, quindi se è indicato esplicitamente dall’articolo successivo si dice esplicito, se si lascia ad intendere è implicito oppure è tacito se una legge successiva determina tutta una determinata materia e quindi abroga tutte le precendeti.
Tra queste è presente anche la possibilità di abrogazione tramite referendum |
24-01-02 |
Il diritto agrario |
2-9-50 |
L’attività agricola comprende l’allevamento di piante ed animali, quest’attivtà è legata ai rischi meteorologici e e biologici, oltre ai rischi economici, che presenti anche nell’imprenditoria industriale, ma qui si è legati ad un ciclo biologico e dipendenti da esso nell’acquisire un profitto.
Questa differenza ha sempre differenziato la normativo in questo settore, il primo civilista a definire l’impreditore agricolo fu il signor Carrozza. Definendo quindi l’agricoltura come quell’attività volta allo svolgimento di un ciclo biologico concernente l’allevamento di animali o vegetali legato direttamente o indirettamente allo sfruttamento delle risorse naturali, e che si risolve economicamente nell’otteniemnto dei frutti.
Questa definizione ha portato ad un eccessivo dilatarsi della visione di imprenditore agricolo, considerando anche il produttore di microrganismi o la micropropagazione, come attività agricole; si volle modificare inserendo la caratteristica che l’imprenditore è colui che è influenzato dall’influenza del clima e dai fattori biologici, ma non tenendo conto dell’allevamento ad esempio di pollame in batteria si aggiunge, coloro che sfruttano il terreno agricolo. Per quest’attivtà dilatare la definizione a seconda dell’obbiettivo che l’imprenditore si prefigge.
La definizione di imprenditore agricolo viene data nell’articolo 2135 che attualemente non è più valida perché sostituita da una nuova elaborata nel maggio del 2001. Qui si equipara l’agricoltore al piccolo imprenditore commerciante, con la caratteristica che a differenza dell’imprenditore industriale quello agricolo non può fallire. |
24-01-02 |
Le riforme agrarie |
2-9-51 |
Ad inizio 900’ erano presenti gli ammassi agricoli, ovvero il ritiro del prodotto da parte dello stato e la conseguente distribuzione da parte di quest’ultimo, mentre erano presenti ancora estese aree non bonificate e al sud erano presenti i latifondi. Con i successivi trattati europei ( Roma, Amsterdam, Mastricht) si incentivò la produzione tramite dei sussidi
Art. 41.
L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
Art. 44.
Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali, la legge impone obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata, fissa limiti alla sua estensione secondo le regioni e le zone agrarie, promuove ed impone la bonifica delle terre, la trasformazione del latifondo e la ricostituzione delle unità produttive; aiuta la piccola e la media proprietà. La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane.
Quindi sono riportati dei limiti e degli obblighi alla proprietà terriera e privata, si inidicano inoltre dei vincoli militari al fine dello sfruttamento massimo possibile dei territori, ma anche per una più equa distribuzione dei rapporti sociali
Nell’articolo 1950 sono riportati le riforme fondiarie che indicano il recupero dei terreni ami o mal coltivati.
Quindi si prevede una redistribuzione delle terre tra piccoli proprietari e piccoli conduttori, che ne apportano delle migliorie e ne creano quindi sistemi di trasporto e servizi vari, queste però devono essere fatte tramite delle cooperative obbligate tra i vari proprietari o conduttori interessati. Il sistema di redistribuzione è organizzato da un ente che ha provvisoriamente la proprietà sul territorio espropriato coloro che desiderano coltivarlo lo comprano tramite quest’ente che ne continua ad avere il possesso per 30 annualità in cui proprietario o conduttore dovrà versare una quota, allo scadere di questo periodo il terreno diventa effettivamente di proprità di chi lo ha coltivato per trent’anni .
Anche i terreni insufficientemente coltivati venivano a fare parte di questa riforma, per i quali prevedeva la cessione a chi ne presentava domanda anche se rimanevano del proprietario, ma di libera coltivazione per chi aveva il diritto di farlo.
I decreti 279/44 e 440/78 inidcano che l’assegnazione anche a piccoli coltivatori di terre con mutui a tassi agevolati ecome è definito nell’articolo 47:si favorisce il risparmio da parte cittadini.
Art. 47.
La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.
L’articolo 1946 prevedeva, ai fini di una eccessiva frammentazione
Nell’articolo 1946 si prevede il rispetto della minima unità colturale, che è l’estensione minima di terreno necessaria e sufficiente per il lavoro di una famiglia agricola, e si prevede che nella cessione e il trasferimento di proprietà, alienazione o cessione si debba rispettare quest’unità; anche se di fatto doveva essere costituito un ente per questo ripetto che non è mai stato creato.
Il diritto di prelazione è una legge che riduce il frazionamento delle terre, dando la possibilità ai confinanti di acquistare il fonodo oppure all’affituario da più di due anni; oppure anche in caso di successione il diritto spetta agli eredi coltivatori. |
25-01-02 |
Le politiche agrarie |
2-9-60 |
Il trattato istitutivo dell’Unione Europea all’articolo 32 titolo secondo prevede la libera circolazione delle merci all’interno della comunità e quindi la competenza esclusiva in campo agricolo della comunità.
Gli stati possono avere o competenza esclusiva o assoluta, per la prima si è esclusi da regolamentazione assoluta, integrativa se presenti degli ordinamenti integrativi, la seconda se comprende tutti gli stati membri.
Per i prodotti agricoli si intende, suolo allevamento e pesca o processi agro industriali di prima trasformazione di questi prodotti, essi sono quindi elencati nell’articolo 32 e nel suo allegato:
Art. 32. - 1. Il mercato comune comprende l'agricoltura e il commercio dei prodotti agricoli. Per prodotti agricoli si intendono i prodotti del suolo, dell'allevamento e della pesca, come pure i prodotti di prima trasformazione che sono in diretta connessione con tali prodotti.
E le regole di produzione per tali prodotti sono tutte indicate negli articoli dal 33 al 38; tra di essi è compreso lino, gli alimentari e i cereali ma non la lana, il legno e il cotone. La scelta di essi è di carattere empirico
I prodotti prima enunciati e quindi inseriti nell’allegato all’articolo 32 sono regolamentati dalla PAC (politiche agrarie comunitarie) che prevede per essi dei sussidi e degli incentivi differenziati per ogni prodotto,
secondo gli articoli sopra indicati si tenta di evitare il monopolio e di favorire il più possibile la concorrenza per migliorare la qualità ad un minore costo, per questo si è previsto un consiglio europeo internazionale che favorisca ciò. Tale consiglio è valido solo per alcuni prodotti indicati nell’allegato 1 , l’articolo 37 prevede l’intervento consuntivo del parlamento europeo e il consiglio è obbligato a ricevere il consiglio ma non a rispettarlo; mentre per altri prodotti ci si attiene alle regole indicate nel trattato.
Nell’articolo 2135 si indica come imprenditore agricolo, “chi esercita un’attività diretta alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura, all’allevamento del bestiame ed attività connesse.
Si reputano connesse le attività dirette alla trasformazione o all’allevamento dei prodotti agricoli, quando rientrano nell’esercizio normale dell’agricoltura.”
Questo quanto previsto dalla normativa e definito l’imprenditore agricolo nel capo secondo intitolato “dell’agricoltura” si segue poi con gli articoli successivi a definire tutte le normative in materia
La legge integrativa 2082 del maggio 2001 va a modificare la normativa sopra citata e prevede l’imprenditore l’agricolo come colui che esercita professionalmente (in modo non saltuario) un attività economica e commerciale e organizza lo scambio di beni e servizi.
Tra quuesti sono compresi anche i piccoli coltivatori diretti, gli artgiani e i piccoli commercianti, con questo il’imprenditore agricolo non è tenuto agli obblighi previsiti per le imprese commerciali, e quindi non ha ne obbligo di iscrizione alla camera di commercio, e neppure di tenere le iscrizioni dei libri contabili
L’iscrizione alla camera di commercio ha funzione di carattere economico dell’azienda e ha funzione di dare e comunicare sussistenza di quest’impresa; quest’obbligo è indicato nell’articolo 2195.
Infine l’imprenditore agricolo non è passibile di fallimento. |
07-02-02 |
La figura dell’imprenditore agricolo |
2-9-70 |
L’imprenditore agricolo non è soggetto al fallimento e neanche al confiscamento dei beni, inoltre non è tenuto a tenere un registro della contabilità.
Facendo riferimento all’articolo 2082 si prevede l’agricoltore come colui che che coltiva il fondo o alleva il bestiame o svolge una qualunque attività citata e connessa all’imprenditorialità agricola e che sia volta alla commercializzazione di detti beni. L’azienda è definita nell’articolo 2555 e la definisce come, insieme di beni per l’esercizio dell’impresa organizzati dall’imprenditore. Quindi si da molta importanza alla centralità organizzativa dell’imprenditore, inoltre l’attività non si può definire tale se chi gestisce l’impresa non svolge quest’attività con professionalità e quindi con continuità e non in modo saltuario; a questa non è associata l’esclusività, tranne per i dipendenti pubblici.
Allo stesso modo l’imprenditore agricolo deve svolgere quest’attività in modo continuativo, non esclusivo, e destinare il prodotto del suo raccolto alla commercializzazione, anche se egli non cessa di essere tale se per un periodo non riesce a vendere il suo prodotto.
Il decreto legge 125/ 25-3-59 ammette i produttori agricoli al mercato all’ingrosso senza richiedere l’iscrizione all’apposito albo, la legge 1959 prevede la vendita diretta stabilmente nonché la ambulante con apposita autorizzazione ad esercitare, previa comunicazione recepimento al comune entro i 30 giorni è ammessa inoltre la vendita di prodotti anche non provenienti dalla propria produzione per un guadagno non superiore agli 80.000.000 L. se prodotti da privati e 2.000.000.000 L. per le società rimanendo prevalente la propria.
L’articolo 1 del decreto legislativo 228 del 18 maggio 2001 fornisce una nuova definizione di imprenditore agricolo, annullando e rafforzando la legge 2135 prima esistente, che aveva portato molte incomprensioni , essa definisce l’imprenditore agricolo come colui che vende i prodotti del proprio operato. Essa non lega più l’attività agricola al fondo e quindi estende l’attività agricola in modo molto maggiore rispetto alla legge precedente, in questo modo si annette a questa attività, anche ciò che non avviene sul terreno agrario, come la coltivazione in serra e l’allevamento su cemento.
Le imposte per questa attività sono previste in base al fondo coltivato e non come nelle attività commerciale, che si calcola in base alla commercializzazione dei prodotti, è proprio per questo che non è necessario registrare un libro contabile., per rientrare in questa categoria però è necessario che un quarto del terreno sia dedicato alla produzione di mangimi per gli animali.
Inoltre questo decreto legge definisce attività agricola come lavoro di chi segue un ciclo biologico o parte di esso, aumentando ancora il confine di questo settore.
È utile anche in questo campo il D.L. 3122/99 che regolariza lo smaltimento dei reflui zootecnici, per ridurre gli inquinamenti.
Il D.L. 315/85 detta anche legge Galasso è volta alla protezione delle risorse faunistiche evitando però la possibilità di raccolta di legna se non provvisti di particolare permesso. Il D.L. 222/01 rende quest’attività possibile |
07-02-02 |
Assente |
2-9-80 |
|
08-02-02 |
L’agriturismo |
2-9-90 |
L’agriturismo è regolamentato dalla legge 730 dell’1985, la quale definisce quest’attività come il favorire un turismo verso i prodotti agricoli, il loro acquisto e il loro consumo.
L’articolo 2 di questa legge definisce l’agriturismo come attività di ricezione ed ospitalità esercitata da imprenditori agricoli singoli o associati attraverso l’utilizzazione della propria azienda in rapporto di connessione e complementarietà rispetto alle attività agricole di coltivazione e selvicoltura che devono rimanere principali.
È possibile inoltre organizzare stagionalmente l’ospitalità, anche degli spazi destinati alla sosta di campeggiatori
La corte di cassazione nell ‘ 89 ha formulato la legge 1793 in cui si distingueva una attività agricola e una commerciale rafforzata poi dall’articolo 3 del D.L. 228/01, e si allarga la possibilità di svolgere agricoltura anche in in caso di allevamento, come per esempio l’ippoturismo, inoltre nello stesso articolo si enuncia la non obbligatorietà di pagamento di tasse su fabbircati di derivazione agricola e destinati al pernottamento di turisti.
Per la commercializzazione dei prodotti valgono le leggi enunciate la socrsa lezione.
Quindi si può fare rientrare in questo tipo di attività anche il pesca turismo solo se con pesci allevati perché l’attività è svolta al fine seguire un ciclo biologico o parte di esso. |
08-02-02 |
Le aziende |
2-9-91 |
Le persone si possono distinguere in persone fisiche o giuridiche se per la prima è l’individuo ad avere ogni responsabilità, mentre per la seconda esiste un’organizzazione o un’associazione di persone che nomina un amministratore delegato, che fa le veci di tutti i soci oppure un socio che viene considerato come persona giuridica.
La società è definita come contratto con cui due o più persone conferiscono beni o servizi per lo svolgimento comune di una delle attività a scopo di lucro.
Esistono vari tipi di società di persone che scaricano differentemente le responsabilità dei soci a seconda che esse siano SpA o Srl, e per la prima è necessario un capitale minomo sociale di 100.000 € mentre per il secondo di 10.000 € in caso di fallimento per le SpA rispondono i soci mentre nelle SrL i soci non rispondono.
Esistono anche le SaS o società accomandita semplice in cui sono presenti due tipi di soci, uno accomandante e uno accomandatario, il primo conferisce il patrimonio e il personale, mentre il secondo solo i capitale, esistono infine le società di capitale che ha una struttura molto complessa e suddivisa in organi .
È da ribadire anche che il fallimento è una procedura concorsuale e che quindi i “meriti “ vengono suddivisi tra tutti colo ro che concorrono, e non è solo uno che ne subisce le conseguenze. |
13-02-02 |
L’imprenditore agricolo a titolo principale (IATP) |
2-9-100 |
L’imprenditore agricola a titolo principale viene generalmente indicato la sigla IATP, sono figure di imprenditore agricolo e quindi sono i soggetti che svolgono quest’attività, essa nasce nell’ambito delle politiche comunitarie riguardanti le strutture agricole, e gli aiuti comunitari. Nella PAC è preferito l’uso del termine strutture agricole, anziché impresa o azienda agricola, al fine di indicare non solo l’attività, ma anche la struttura e l’organizzazione agricola, come insieme di capitale e lavoro. La PAC ha quindi l’obbligo di sostenere tramite degli aiuti economici, quest’attività che è per sua natura più rischiosa di altre.
Il primo programma agricolo venne redatto il giorno 21/12/86 e si chiamava agricoltura 80 di Sicco manscholtt, puntava a incentivare le aziende agricole di vaste dimensioni. L’obbiettivo era di sostenere le aziende in grado di svilupparsi aiutando attraverso delle sovvenzioni le imprese famigliari contadine, previa dimostrazione che queste erano condottoe da un imprenditore agricolo a titolo principale, che nasce dalla direttiva 159/72 e recepita dalla legge 153/75, essa ammette la capacità di introdurre reddito anziché lavoro che le persone possono dedicare all’agricoltura, tramite persone fisiche o giuridiche, in possesso di titolo di studio in materia agricolo di diploma o laurea oppure una pluriennale esperienza, per ricevere i proventi l’azienda deve essere potenzialmente in grado di svilupparsi tramite un piano di sviluppo in sei anni ad un livello di azienda non agricola nella stessa zona. L’imprenditore ha quindi l’obbligo di tenere la contabilità, inoltre sussiste l’obbligo di dedicare all’attività agricola almeno il 50% del proprio reddito e del proprio tempo.
Questa venne poi sostituita dalla direttiva europea 257/99 e la scomparsa dell’imprenditore agricolo a titolo principale, con agricoltori che svolgano quest’attività in modo professionale in aziende con potenziale di sviluppo, con forte inadempienza questa direttiva venne recepita con la 228/01 egli doveva qundi dedicare il505 del tempo e i 2/3 del reddito necessario; escluse le comunità montane che necessitano del 50% di tempo e di denaro.
All’articolo 10 della predetta legge:
Art.10.
Attribuzione della qualifica di imprenditore agricolo a titolo principale
All'articolo 12 della legge 9 maggio 1975, n. 153, e' aggiunto, in fine, il seguente comma:
1 "Le societa' sono considerate imprenditori agricoli a titolo principale qualora lo statuto preveda quale oggetto sociale l'esercizio esclusivo dell'attivita' agricola, ed inoltre:
a) nel caso di societa' di persone qualora almeno la meta' dei soci sia in possesso della qualifica di imprenditore agricolo a titolo principale. Per le societa' in accomandita la percentuale si riferisce ai soci accomandatari;
b) nel caso di societa' cooperative qualora utilizzino prevalentemente prodotti conferiti dai soci ed almeno la meta' dei soci sia in possesso della qualifica di imprenditore agricolo a titolo principale;
c) nel caso di societa' di capitali qualora oltre il 50 per cento del capitale sociale sia sottoscritto da imprenditori agricoli a titolo principale. Tale condizione deve permanere e comunque essere assicurata anche in caso di circolazione delle quote o azioni. A tal fine lo statuto puo' prevedere un diritto di prelazione a favore dei soci che abbiano la qualifica di imprenditore agricolo a titolo principale, nel caso in cui altro socio avente la stessa qualifica intenda trasferire a terzi a titolo oneroso, in tutto o in parte, le proprie azioni o la propria quota, determinando le modalita' e i tempi di esercizio di tale diritto. Il socio che perde la qualifica di imprenditore agricolo a titolo principale e' tenuto a darne comunicazione all'organo di amministrazione della societa' entro quindici giorni.".
2. Restano ferme le disposizioni di cui al testo unico delle imposte dirette approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.
Attualmente si prevede la possibilità di affitto per i coltivatori diretti del fondo anche secondo la legge 203 del 3 maggio del 1982 tramite il lavoro proprio o della propria famiglia
Nell ‘ aticolo 230 bis si definisce l’impresa famiglaire e la protezione del lavoro di chi all’interno della famiglia svolge le attività agricole, eli ha quindi diritto al mantenimento, secondo le condizioni patrimoniali della famiglia ha anche diritto agli utili e conferisce anche poteri decisionali a una parte di essi. Essa è una famiglia allargata, con parenti entro il terzo grqado e affini entro il secondo. |
13-02-02 |
Le sentenze |
2-9-110 |
Distribuzione di sentenze emanate dalla corte di giustizia o di cassazione da leggere ed esporre ai compagni il giorno successivo (14-02-02)
Nella sentenza si possono riconoscere più parti, tra qui un riassunto redatto dal giudice al fine di una più rapida consultazione, segue la risoluzione della controversia.
Sono presenti varie corti, la corte di giustizia, la corte di cassazione alla corte di cassazione si giunge solo dopo la sentenza della corte precedente per una denuncia di errata applicazione della legge.
Le parti presenti in una sentenza sono l’attore, che è colui che convoca la seduta e chiama i convenuti come controparte della controversia, nella corte di cassazione questi due termini prendono il nome di ricorrente e resistente. |
14-02-02 |
Le società |
2-9-120 |
La società è uno strumento di esercizio collettivo di un’attività. Nell’articolo 2247 del codice civile si definiscono le impresa, intesa anche come società semplice o come società per azioni, e definite nei loro modi di essere negli articoli seguenti.
Anche nelle società in cui non è presente un contratto di società si può definire società semplice se venga dimostrato che, i soci denotino nei rapporti sociali un comportamento sociale
Le società occulte in cui i soci si comportano e agiscono come se legati dal vincolo sociale
In tutti questi casi in cui sussiste la società semplice, si intende che i soci in caso di debiti a cui la società non riesce a fare fronte i soci rispondono con il patrimonio personale di fronte ai terzi.
Le associazioni non sono a scopo lucrativo, ma assistenzialistico, a queste si aggiungono le società commerciali, quali le S.p.A., S.A.S., e le S.r.l.; per queste società sussiste il vincolo sociale e i soci non rispondo personalmente con il proprio patrimonio, ma rispondo i terzi creditori.
Forma tipica dell’attività commerciale e rappresentate da tutte quelle società che esercitano un delle attività citate nell’articolo 2135, questi sono intesi come imprenditori agricoli e hanno l’obbligo di iscrizione alla camera di commercio in un albo particolare,, è presente anche l’obbligo di tenere la contabilità, infine esse non sono soggette al fallimento, come attività agricole, come anche la società semplice; previste dal 2135.
I soci devono conferire beni o servizi come enunciato nel 2247
In caso un socio conferisca dei beni di sua proprietà, questi diventeranno secondo l’accordo o di uso della società oppure di possesso di possesso della azienda, nel conferimento egli può anche cedere del lavoro.
Nel caso di un dipendente, non si può considerare socio, anche egli fornisce del lavoro, e quindi verrà retribuito per quanta manodopera ha fornito, ma non farà parte della divisione degli utili. |
14-02-02 |
L’acquisto di un terreno |
2-9-121 |
Per l’acquisizione di un terreno agricolo, si può effettuare l’acquisto a titolo originario, che prevede l’acquisto con intermediazione di un terzo, l’acquisto a titolo derivativo, per successione, oppure tramite un contratto.
I terreni possono anche essere usucapiti se entro un lasso di tempo non interrotto di vent’anni il proprietario non fa valere il suo diritto e il succedente dimostra l’utilizzo durante i vent’anni. Questa pratica è anche abbreviabile a trent’anni se si dimostra alla corte, il possesso, l’acquisto in buona fede e la coltivazione di questo, oppure, per le comunità montane ove il reddito del fondo è inferiore alle 350.000 lire, anche per questo caso il possesso per usucapione avviene dopo dieci anni. |
14-02-02 |
Assente |
2-9-130 |
Analisi delle sentenze, commento ed esposizione |
15-02-02 |
La compravendita |
2-9-140 |
Dall’articolo 1350 del codice codic3e civile risulta, che il contratto di compravendita per beni mobili ed immobili, per essere considerato valido deve essere in forma scritta.
all’articolo 846 del codice civile, si specifica la minima unità colturale, come ampiezza di terreno che nel frazionamento non deve essere infranta, al fine di evitare l’eccessivo frazionamento delle terre, essa consisteva nel considerare l’unità minima di superficie adatta al lavoro di una famiglia agricola. questa legge non venne mai applicata per mancata creazione di enti appositi a mentenre il rispetto di questa superficie.
per ottenere lo stesso scopo vennero concesse delle agevolazioni creditizie dallo stato per chi volesse accorpare dei terreni rustici confinanti, inoltre il proprietario non può alienare il terreno prima di cinque anni dall’acquisto.
la legge 114/48 prevede la presenza di una cassa, con la funzione di vendere tramite agevolazioni i fondi dello stato a coltivatori diretti, essa deve prevedere alla somministrazione di sanzioni, per inosservanza, se i terreni vengono ceduti prima dei cinque anni previsti, come indicato sopra; è consentita solo la vendita prima dei cinque anni solo se a famigliari, se ciò avviene si ha la perdita delle agevolazioni previste. questo venne fatto anche per per la bonifica delle zone paludose tipiche dell’inizio del secolo.
la legge 230/50 prevedeva l’abolizione del latifondo, con l’espropriazione da parte dello stato e l’assegnazione ai richiedenti, per le terre mal coltivate e insufficientemente coltivate; questa si rivelò una legge ingiusta che non teneva conto del proprietario.
il richiedente doveva fare notare la situazione del terreno incolto e presentare un piano di sviluppo, ma poteva anche il proprietario realizzare questo piano. Allora la direttiva 440/48 preveda una per le proposte di messa a coltura delle terre e al vincitore veniva data la possiblità di coltivare le terre tramite il piano di sviluppo proposto.
i beni patrimoniali si distinguono in disponibili e indisponibili, essi sono elencati nell’ articolo 826 del codice civile, i beni indisponibili sono i beni che lo stato ha come qualunque soggetto privato, e possono essere venduti affittati, o usucapiti
le proprietà demaniali nono possono essere ceduti affittati o venduti e neanche usucapiti. |
20-02-02 |
Sui contratti agrari. |
2-9-150 |
Le norme sui contratti agrari sono presenti nella legge del L. 3 maggio 1982, n. 203. Eccone un riassunto .
La morosità del conduttore costituisce grave inadempimento ai fini della pronunzia di risoluzione del contratto ai sensi del secondo comma del presente articolo quando si concreti nel mancato pagamento del canone per almeno una
Regime dei miglioramenti, delle addizioni e trasformazioni
Il locatore che ha eseguito le opere di cui al primo comma dell'articolo 16 può chiedere all'affittuario l'aumento del canone corrispondente alla nuova classificazione del fondo ai sensi dell'articolo 4 della legge 11 febbraio 1971, n. 11, come modificato dall'articolo 18 della presente legge.
Nullità del subaffitto o della subconcessione. La violazione del divieto, ai fini della dichiarazione di nullità del subaffitto o della subconcessione, della risoluzione del contratto di affitto e della restituzione del fondo, può essere fatta valere soltanto dal locatore, entro quattro mesi dalla data in cui ne è venuto a conoscenza. Il terzo comma dell'articolo 1 della legge 22 luglio 1966, n. 606, è abrogato.
Effetti della conversione
La conversione del contratto associativo in contratto di affitto a coltivatore diretto produce effetto dall'inizio dell'annata agraria successiva alla comunicazione del richiedente (7).
In caso di decisione negativa o di mancata risposta, il contratto si risolve alla fine della terza annata agraria successiva alla comunicazione del concedente. L'indennizzo non compete in caso di recessione unilaterale da parte dell'affittuario, del mezzadro, del colono, del compartecipante e del soccidario e di cessazione del rapporto alla naturale scadenza contrattuale.
-Sono state enunciata tutte le possibili variazioni al contratto di locazione, si afferma ugualmete che questo sunto non è completo e che è conveniente consultare l’articolo.
Nel contratto di affitto sussiste l’obbligo da parte dell’affittuario di coltivare il fondo. I soggetti, e quindi le parti che competono in questo contratto si denotano come concedente, il proprietario, e l’affittuario.
All’articolo 7 si parla di coltivatori diretti del fondo ed equiparati, intesi come affittuari del fondo, che si attribuiscono l’onere di coltivare la terra.
Art. 7.
Equiparazione ai coltivatori diretti
Sono equiparati ai coltivatori diretti, ai fini della presente legge, anche le cooperative costituite dai lavoratori agricoli e i gruppi di coltivatori diretti, riuniti in forme associate, che si propongono e attuano la coltivazione diretta dei fondi, anche quando, la costituzione in forma associativa e cooperativa è avvenuta per conferimento da parte dei soci di fondi precedentemente affittati singolarmente.
Sono inoltre equiparati ai coltivatori diretti, ai fini della presente legge, i laureati o diplomati di qualsiasi scuola di indirizzo agrario o forestale e i laureati in veterinaria per le aziende a prevalente indirizzo zootecnico, in età non superiore ai cinquantacinque anni, che si impegnino ad esercitare in proprio la coltivazione dei fondi, per almeno nove anni.
Per la validità del contratto ci si deve appellare a una delle unità sindacali presenti in zona, affinché difendano i diritti delle parti.
Il contratto ha validità per 15 anni e in caso di mancata risoluzione si procede all’aggiunta automatica di altri 15 anni. La disdetta deve essere presentata con raccomandata con ricevuta di ritorno entro un annata agraria precedente, e può essere presentata da entrambe le parti; anche se il condente può presentare disdetta solo allo scadere dei 15 anni mentre il locatario può recedere in qualunque momento.
L’affituario può presentare migliorie al fondo, oppure delle trasformazioni, o delle addizioni. Per le migliori egli ha il diritto di risarcimento, in base al valore che il fondo a acquisito, alla risoluzione del contratto, in caso di mancato pagamento l’ex affituario, può rivalersi ritenendo il fondo senza versamento di canone e con la coltivazione del fondo, al fine di risarcire i costi di coltivazione. |
20-02-02 |
L’usufrutto e l’enfiteusi |
2-9-160 |
L’usufrutto è un diritto che si concede per possedere l’uso di un bene e di goderne dei frutti, è quindi possibile l’affitto, e le le tasse vengono pagate da chi ne possiede la nuda proprietà.
L’enfiteusi è un contratto, che concede l’utilizzo di un terreno da bonificare , previa pagamento di un cano mensile, questo diritto di coltivazione è ereditabile, ma non cedibile.
Gli articoli 1490 e 1497 normano i vizi e le mancate qualità sul contratto di compravendita, e in successione alla scoperta di essi, si dovrà presentare per raccomandata, una denuncia al venditore ed egli avrà l’obbligo di annullamento del contratto o di restituzione di parte del prezzo pattuito
L’enfiteusi prevede inoltre, tramite il pagamento di una somma di capitalizzazione e definita per legge, l’acquisizione allo scadere del contratto. |
21-02-02 |
La mezzadria e la colonia |
2-9-170 |
La mezzadria e la colonia erano metodi utilizzati in passato per la concessione dell’agricoltura, e poi sostituiti dall’affitto e normate dalla legge 203/82. Il proprietario terriero era colui che conferiva il podere, una porzione di terra e con annessa una casa colonica per l’abitazione, mentre il mezzadro la coltivava con cura e ne divideva gli utili con il possedente della terra;era la legge a stabilire come andassero divisi gli utili.
La colònia prevede la presenza di un concedente che conferisce il podere senza obbligo di casa coloniale,, sifferente partecipazione di conferimento delle scorte, mentre nel mezzadro era solo il concedete che conferiva le scorte. nella mezzadria era presente l’obbligo di tenere una sorta di libro contabile, chiamato libretto coloniale .
Tutte queste forme sono state abolite dalla legge precedentemente detta sulla normazione dell’affitto. Con l’articolo 25 si annullavano tutti i contratti precedentemente stipulati che non fossero l’affitto, e con la legge 27 si impedì che in futuro si continuassero a stipularne altri.
Era prevista anche una forma di colonia detta migliorativa, una sorta di enfiteusi, esso aveva la durata di 30 anni, tramite versamento di un canone e il possesso allo scadere del contratto.; anche questo è stato abolito dalla legge
Il comodato è definito con gli articoli 1803 e seguenti, esso prevede che una delle parti utilizzi per concessione la coltivazione di un fondo, senza il pagamento di cauzione.
L’anticresi viene a favore di un creditore, che acquista la possibilità di coltivare il fondo fino a quando i frutti della coltivazione lo ripagavano della cifra prestata. In modo da coprire prima gli interessi e poi il capitale versato.
La legge 1615 del codice civile definisce il contratto di locazione, se non produttivo, nullo. Quidi è valevole per la coltivazione di piante arboree da legno che per un lungo periodo non danno frutti.
La soccida è regolata dalla legge 2171 del codice civile, che prevede la soccida come un cotratto che si distingue in tre possibili forme, semplice, parziale e con conferimento di pascolo. Il proprietario si associa con l’allevatore al fine di dividere gli utili tramite il conferimento degli animali
La forma semplice prevede, che solo il proprietario conferisca il bestiame, la forma parziale, che sia il soccidante che il soccidario confersicano il bestiame, soccidante in parte maggiore, e che gli utili vengano spartiti in base alle quantità conferite. Con il conferimento di pascolo si concede non solo il bestiame, ma anche il pascolo, questo rientra in una sorta di cotratto agrario e quindi illegale, perché abolito dalla legge 203. |
21-02-02 |
Assente |
2-9-180 |
|
22-02-02 |
La legge 203/82 |
2-9-190 |
Il subaffitto è vietato per la legge secondo l’articolo 5 secondo e terzo comma della legge 203/82, ed enunciato qui diseguito.
“La risoluzione del contratto di affitto a coltivatore diretto può essere pronunciata nel caso in cui l'affittuario si sia reso colpevole di grave inadempimento contrattuale, particolarmente in relazione agli obblighi inerenti al pagamento del canone, alla normale e razionale coltivazione del fondo, alla conservazione e manutenzione del fondo medesimo e delle attrezzature relative, alla instaurazione di rapporti di subaffitto o di subconcessione
Prima di ricorrere all'autorità giudiziaria, il locatore è tenuto a contestare all'altra parte, mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento, l'inadempimento e ad illustrare le proprie motivate richieste. Ove il conduttore sani l'inadempienza entro tre mesi dal ricevimento di tale comunicazione, non si dà luogo alla risoluzione del contratto.”
In caso questo avvenga il contratto è nullo, e al fine di mantenere una continuità nel coltivare la terra il sub affittuario ha l’obbligo di permanere sul fondo per tre anni , mentre cessa per l’ex affittuario il contratto precedente.
Il canone va stipulato tramite gli indici moltiplicatori del reddito domenicale attribuiti per ogni regione dall’istat; e normati dall’articolo 9 della legge 203/82, la quale rimanda al secondo capoverso dell’articolo 3 della legge 10 dicembre 1973, n. 814 e sono compresi tra un minimo di cinquanta ed un massimo di centocinquanta volte.
Secindi l’articolo 45 della suddetta si annulla ogni forma di cessione del fondo rustico che non sia l’affitto. “E' fatto comunque divieto di stipulare contratti di mezzadria, colonia parziaria, di compartecipazione agraria, esclusi quelli stagionali e quelli di soccida. E' fatto altresì divieto di corrispondere somme per buona entrata.
In ogni caso le organizzazioni professionali agricole possono stipulare accordi collettivi in materia di contratti agrari.” |
22-02-02 |
La prelazione |
2-9-191 |
La prelazione prevede il favorimento al fine dell’accorpamento delle terre, di dare la priorità in caso di vendità di un fondo, all’affittuario di due anni e al confinante. Si deve quindi procedere con la creazione di un atto di compravendita del fondo con un tezo e inviarlo tramite raccomandata agli aventi diritto, ed essi dovranno rispondere in caso siano interessati all’acquisto.
Se questo diritto non viene rispettato, le parti sono costrette a pagare i danni, |
28-02-02 |
Il trasferimento di un’azienda |
2-9-200 |
Il trasferimento di una società è normato dagli articoli 2556 e 2557 del codice civile, e affermano l’obbligatorietà dell’impiego della forma scritta di qualunque contratto di compravendita di società. |
28-02-02 |
Assente |
2-9-210 |
|