Piante da casa e da giardino
Piante da casa e da giardino
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La branca della scienza che si occupa dello studio delle piante è la botanica.
Il regno delle piante comprende circa 350.000 specie di organismi viventi, distinti comunemente con nomi di:
- alberi,
- arbusti,
- cespugli,
- erbe,
- rampicanti,
- succulente,
- felci,
- muschi
- e molti altri ancora.
Le piante a “seme” si suddividono in Gimnosperme ed Angiosperme. La parola Gimnosperma deriva dal greco gymnós, che significa nudo, e spermos , seme. Il termine allude a piante a "seme nudo" poiché i semi delle Gimnosperme non sono racchiusi nell’ovario, ma esposti fra le scaglie di strutture fiorifere chiamate strobili, coni o pigne.
La maggior parte delle piante esistenti e conosciute sono incluse nel gruppo delle Angiosperme . Il nome Angiosperme deriva dalle parole greche aengeion, “involucro”, e sperma, “seme”, e allude al fatto che il seme di queste piante non è nudo come quello delle gimnosperme, ma protetto da un’apposita struttura detta ovario.
http://www.atuttascuola.it/viale/scienze/le_piante.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Piante da casa e da giardino
REGNO DELLE PIANTE(vegetale)
Tutte le piante sono organismi eucarioti, pluricellulari ed autotrofi.
Sulla terra sono presenti quasi 350.000 specie di organismi vegetali. Sono dei laboratori viventi in grado di fabbricare da se il nutrimento,grazie alla fotosintesi, mediante la quale producono anche grandi quantità di ossigeno un gas indispensabile alla vita sulla terra.
I vegetali non si spostano, hanno le cellule avvolte oltre alla membrana cellulare anche da una membrana molto resistente,la parete cellulare, inoltre sono presenti speciali corpuscoli verdi, i cloroplasti che contengono una sostanza verde la clorofilla la quale mediante un processo chimico chiamato fotosintesi clorofilliana rende possibile la sintesi di carboidrati( zuccheri che costituisce la linfa elaborata)a partire da anidride carbonica, acqua +Sali minerali presenti nel terreno (linfa grezza) mediante l’utilizzazione dell’energia luminosa, cioè le pianti verdi sono capaci di fabbricare da sole il proprio nutrimento(autotrofe).Questa capacità dipende dalla presenza nella cellula vegetale di una sostanza verde la clorofilla( a, b, c)
Pigmenti fotosintetici: clorofilla, carotenoidi, ficobiline
EQUAZIONE CHIMICA DELLA FOTOSINTESI
SISTEMATICA DI LINNEO ERANO 2 SOTTOREGNI
SOTTOREGNO CRITTOGAME Piante prive di fiori che si riproducono per mezzo di spore |
DIVISIONE :SCHIZOFITE(batteri, alghe azzurre) TALLOFITE(funghi ,alghe) ACHEGONIATE (muschi, epatiche,felci) |
SOTTOREGNO FANEROGAME |
Divisione : GIMNOSPERME (ES conifere, pino, abete, cipresso) ANGIOSPERME sono le piante piu’ evolute distinte in Monocotiledoni (grano,mais,il papiro, il tulipano, il giglio le orchidee) e Dicotiledoni (il fagiolo, il castagno, la quercia, il noce, il salice, il gelso, la margherita, la carota , il pero , il melo, sedano, prezzemolo, finocchio, patate, peperoni,pomodoro, fave, piselli, melanzane) |
CLASSIFICAZIONE DEL REGNO DELLE PIANTE ATTUALMENTE IN USO, IL REGNO DELLE PIANTE SI SUDDIVIDE IN 3 PHILA
1)ALGHE 2) BRIOFITE 3)TRACHEOFITE
- ALGHE (TALLOFITE) SI SUDDIVIDONO IN TRE CLASSI, RODOFITE( ALGHE ROSSE)CROMOFITE( ALGHE BRUNE)CLOROFITE (ALGHE VERDI)
Sono tallofite cioè con corpo non differenziato in radice, fusto e foglia. Non hanno un sistema vascolare, si riproducono sia per riproduzione asessuata o agamica, sia per riproduzione sessuata o gamica (cioè tramite cellule specializzate chiamate gameti) Contengono i pigmenti fotosintetici clorofilla a, b, carotenoidi e xantofille. Sono molto adattabile cioè vivono in diversi ambienti, e vengono coltivate anche a scopo alimentare. Es la lattuga di mare (verde) quella che vedi nelle pescherie sul pesce
- BRIOFITE( ARCHEGONIATE) SI SUDDIVIDONO IN 2 CLASSI MUSCHI ED EPATICHE
Hanno radice , fusto e foglie rudimentali, mancano i fasci conduttori cioe’ non hanno un sistema vascolare. Si riproducono sia asessualmente mediante spore agamiche sia sessualmente mediante gameti (cellule riproduttive), nel caso dei muschi quelli maschili detti anterozoidi, quelli femminili detti oosfere (Presentano alternanza di generazione , lo Sporofito che produce le spore , si alterna con uno stadio che produce gameti Gametofito )
- TRACHEOFITE (CORMOFITE)
TRACHEOFITE
(Cormofite perché il cormo o corpo vegetale e’ differenziato in radice, fusto e foglia)
Termine che raggruppa tutte le piante vascolari cioè dotate di vasi conduttori xilema o legno per il trasporto della linfa grezza (dalle radici alle foglie) floema o libro per il trasporto della linfa elaborata (dalle foglie a tutta la pianta)Hanno il corpo organizzato in radice, fusto e foglie
SI SUDDIVIDONO IN DUE CLASSI
1)PTERIDOFITE O CRITTOGAME VASCOLARI
ES. LE FELCI SONO PIANTE SIA IN FORMA ERBACEE CHE ARBOREE, SONOCARATTERIZZATE DA FOGLIE GRANDI CON MOLTE NERVATURE .SULLA PAGINA INFERIORE SI TOVANO GLI SPORANGI TAVOLTA RIUNITI IN GRUPPI CHIAMTI SORI I QUALI CONTENGONO LE SPORE. VIVONO IN AMBIENTI UMIDI E OMBROSI. SI RIPRODUCONO SIA PER VIA SESSUATA , SIA PER VIA ASESSUATA..PRESENTANO ALTERNANZA DÌ GENERAZIONE IN CUI LO SPOROFITO E’ PREDOMINANTE E DA ORIGINE ALLE SPORE(SORI)
2) SPERMATOFITE DETTE PIANTE SUPERIORI VASCOLARI O PIANTE CON SEME SI DIVIDONO IN 2 GRANDI CLASSI GIMNOSPERME E ANGIOSPERME
- GIMNOSPERME
SONO PIU’ PRIMITIVE A OVULI NUDI QUINDI A SEMI NUDI, INFATTI GLI OVULI NON SONO CONTENUTI NELL’OVARIO QUINDI NON PROTETTI DA UN FRUTTO(RICORDA LOVULO FECONDATO SI TRASFORMA IN SEME, E L’OVARIO NELLE ANGIOSPERME SI TRASFORMA IN FRUTTO)
L’OVULO FECONDATO SI TRASFORMA IN SEME CONTENUTO ALL’INTERNO DI UNA PARTICOLARE STRUTTURA DETTA CONO O PIGNA O STROBILO.( PERCIO’ DETTE CONIFERE) I CONI NON SONO DEI VERI FIORI , MA UN GRUPPO DI FOGLIE MODIFICATE DA CUI PENDONO STAMI E PISTILLI. CI SONO SIA CONI FEMMINILI CHE MASCHILI. DI RADO SI TROVANO NELLO STESSO CONO SIAORGANI MASCHILI CHE FEMMINILI.
SONO PROVVISTE DÌ FUSTO ARBOREO DÌ NOTEVOLI DIMENSIONIE QUASI 100 METRI DI ALTEZZA(CALIFORNIA) COSTITUISCONO LA PRINCIPALE RISORSA DEL’INDUSTRIA DEL LEGNAME,LE FOGLIE SONO AGHIFORME, NON FANNO FRUTTI, I VASI CONDUTTORI SONO DISPOSTI IN MODO DISORDINATO. L’IMPOLLINAZIONE E FAVORITA DAL VENTO ED I SUOI SEMI SONO MUNITI DA ESPANSIONI ALARI. SONO GIMNOSPERME: pino, abete, cipressi, cedri
- ANGIOSPERME
SONO LE PIANTE PIU’ EVOLUTE E RECENTI CARATTERIZZATE DALLA PRESENZA DEL FIORE ORGANO FATTO APPOSTA PER LA RIPRODUZIONE, L’OVULO E’ RACCHIUSO NELL’OVARIO(VEDI STRUTTURA DEL FIORE)CIOE’ IL SEME E’ PROTETTO DAL FRUTTO (RICORDA; L’OVULO FECONDATO SI TRASFORMA IN SEME E TUTTO L’OVARIO CONTENENTE IL SEME SI TRASFORMA IN FRUTTO)
SONO PIANTE LEGNOSE ED ERBACEE CON FOGLIE DI FORMA E DIMENSIONI VARIE, HANNO I VASI CODUTTOR( (XILEMA E FLOEMA) DISTRIBUITI IN MODO ORDINATO NEL FUSTO E RAPPRESENTANO LA MAGGIOR PARTE DELLE SPECIE VEGETALI OGGI ESISTENTI, SONO COMPARSE SULLA TERRAA CIRA 100 MILIONI DI ANNI FA. LE ANGIOSPERME SONO CLASSIFICATE IN 2 GRANDI GRUPPI :Monocotiledoni e Dicotiledoni
1)MONOCOTILEDONI (grano,mais,il papiro, il tulipano, il giglio le orchidee)
2) DICOTILEDONI ( il fagiolo, il castagno, la quercia, il noce, il salice, il gelso, la margherita, la carota , il pero , il melo, sedano, prezzemolo, finocchio, patate, peperoni,pomodoro, fave, piselli, melanzane)
ANGIOSPERME PIANTE VASCOLARI SUPERIORI CON FIORE ,CON SEME PROTETTO CIOE’ IL FRUTTO PROTEGGE IL SEME. IL SEME E’ L ORGANO CHE RACCHIUDE L’EMBRIONE DELLA PIANTA CHE CONTIENE SOSTANZE NUTRITIVE DI RISERVA: ENDOSPERMA E COTILEDONI . (I COTILEDONI SONO BEN VISIBILI NEI SEMI DELLE LEGUMINOSE COME I FAGIOLI , LENTICCHIE) LE ANGOSPERME SONO DISTINTE IN MONOCOTILEDONI E DICOTILEDONI IN BASE ALLA PRESENZA NEL SEME DI FOGLIOLINE EMBRIONALI (COTILEDONI) CHE CONTENGONO SOSTANZE NUTRITIVE DI RISERVA |
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MONOCOTILEDONI 1 SOLA FOGLIOLINA O COTILEDONE CIOE’ IL SEME HA UN SOLO COTILEDONE |
GRAMINACEE ( ERBE E CEREALI) ES. FRUMENTO, MAIS, IL GIGLIO, L’ANANAS, L’AGLIO, CANNE DA ZUCCHERO, BAMBU’ |
DICOTILEDONI 2 FOGLIOLINE CIOE’ IL SEME HA 2 COTILEDONI |
PIANTE ERBACEE, PIANTE RAMPICANTI, ALBERI DA FRUTTA, LEGUMI (FAGIOLI, PISELLI, FAVE) ORTAGGI ( PATATA, POMODORO, CAROTE, FINOCCHIO, MELANZANE, SEDANO) |
Fonte: http://bouzoki.files.wordpress.com/2011/05/tracheofite.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Vivaio ALPINIA
Nel giardino delle perenni….Maggio
Perenni tappezzanti o coprisuolo…?
La definizione è controversa, sono molti i giardinieri, anche professionisti che utilizzano un termine piuttosto che l’altro. Tappezzare sarebbe meglio indicato al mondo della decorazione murale, dove rotoli di carta più o meno pregiata finisce incollata con le maledizioni di chi un giorno dovrà toglierla. Tappezzante è comunque usato e abusato e dovrebbe indicare anche un insieme di piante utili a coprire il terreno con vigoria, facendo risparmiare tempo soprattutto al professionista che poi terrà la manutenzione del giardino. Coprire il terreno appunto è il mestiere che talune piante sanno fare benissimo, quindi sarebbe più indicato definirle “copri suolo”. D'altronde in quasi tutti i cataloghi francesi e anglosassoni le piante che coprono vengono indicate come “groundcovers”, quindi coprisuolo mi sembra il termine più adatto. L’elenco delle piante coprisuolo è lunghissimo e va dalle semplici e conosciute erbacee perenni come la Pachysandra terminalis o l’Hypericum calycinum alle più ricercate Cornus canadensis, strisciante e rizomatosa, dalle intriganti infiorescenze a 4-6 brattee, oppure la Gaultheria procumbens, bellissima sempreverde dall’aspetto di piccolo arbusto che produce una profusione di bacche rosse invernali. La prima indicazione sull’uso delle coprisuolo è proprio sulla loro diffusione, nel senso di reperibilità. Quando si tratta di ricoprire una vasta superficie di terreno soleggiato, inframmezzato di arbusti o alberelli viene spontaneo raccomandare le varietà di Hypericum, non solo per la rusticità ma anche per il fatto che il suo costo è inferiore a quello delle altre perenni e lo si trova praticamente in ogni garden center e in ogni vivaio anche poco fornito. Stesso discorso vale per la Pachysandra terminalis, ma questa meglio utilizzabile nella mezz’ombra o anche in piena ombra. Molto diffuse sono anche tutte le edere, che oltre a salire sui muri possono in alcune varietà fornire un’ottima copertura del suolo, in posizioni ombrose e mediamente umide, soprattutto l’Hedera helix hibernica, dal bel fogliame lucido e verde scuro. Comunissima è anche la Vinca minor e major, reperibili ormai nelle colorazioni blu, lilla, bianca, porpora e gialla, addirittura con interessanti variegature fogliari bianche e gialle, così come la Waldsteinia ternata e geoides, adattabili ad ogni situazione di luce e terreno e dai numerosissimi fiorellini gialli. Quando invece desideriamo qualcosa di ricercato e meno comune si può indagare nei vivai più specializzati in perenni e piante da collezione dove sono reperibili, ma non sempre in buone quantità, alcune piante di sicuro effetto come il Cornus canadensis o le molte varietà di Oxalis. Del primo abbiamo già detto ma della seconda si potrebbe raccontare molto. Non tutti la considerano una vera coprisuolo, ma l’esperienza dice che nelle situazioni favorevoli, cioè in pieno sole (mezz’ombra per O. acetosella) e con substrato fertile e fresco, il suo sviluppo non desta dubbi. Molte varietà sono infatti rizomatose e striscianti, producendo bulbini minuti ma numerosissimi che in un paio di stagioni coprono lo spazio attribuitogli. Il fogliame assomiglia a quello del comune trifoglio ma i fiori sono numerosi e in molti colori, dal bianco puro di O. enneaphylla all’arancio aragosta dell’O. tetraphylla “Iron Cross”, per passare a tutte le sfumature di rosa delle Oxalis obtusa, depressa, tetraphylla e adenophylla. Un’altra coprisuolo poco usata è la Veronica prostrata nelle varietà “Blue Sheen” e “Trehane”. Sono vere e proprie veroniche in miniatura che si allargano sul terreno con una buona velocità, donando una fioritura blu-azzurra e blu-genziana all’inizio dell’estate, veramente strepitosa, anche se di breve durata. Ugualmente rustica e sempreverde ma dai fiori ancora più blu scuri è la Veronica austriaca subsp. Teucrium, che non cresce più di 25 cm di altezza e ogni pianta si espande fino al diametro di 50 cm.
Althaea rosea e Linum
Dell’Althaea si è scritto che è una pianta di sicuro effetto e da utilizzare con parsimonia per l’altezza che raggiunge, magari mettendola nei giardini di campagna rustici e un po’ disordinati. Vi propongo invece di farne delle lunghe e voluminose siepi in compagnia di un’unica pianta ai suo piedi che potrebbe essere il Linum perenne “Album”. Se avete lo spazio adeguato, un bordo così composto sarà una profusione di fiori da maggio a ottobre, con una vera esplosione di colore in luglio e agosto. La “base”, ovvero un primo piano costituito dalle piante di lino bianco sarà come una nuvola candida che coprirà gli steli alti e non sempre estetici dei malvoni. Questi invece svetteranno da dietro con una scelta di colori a nostro piacimento, in un insieme che sarà adatto al cottage garden come al giardino di città più rigoroso, sempre che il proprietario ami i colori vivaci ma non opprimenti. Il bianco dei fiori di lino “terranno” la fioritura molto a lungo ma non tanto da superare quella delle altee, però anche il loro portamento farà la sua parte. Il Linum perenne è costituito da una vegetazione verde chiara sufficientemente fitta, alta 40-50 cm, al cui vertice si aprono delle delicate corolle bianche, che si chiudono la notte e dalla vita breve, ma continuamente sostituite dalla pianta. L’Althaea rosea che consiglio nelle tonalità del rosa, anche se sono reperibili delle varietà rosse, porpora, gialle e addirittura quasi nere, produrranno le numerose e fitte corolle ad iniziare dalle gemme a fiore più basse per risalire verso il vertice con il passare della stagione. Sarebbe meglio sostenere la malvacea con alcune canne di bambù; purtroppo la bellissima biennale teme i temporali estivi e tende a coricarsi facilmente se priva di tutori. I semi che produrrà forniranno altre piante per infittire e ripristinare la bordura, anche se i colori delle piante madri non verranno mantenuti. Forniranno però nuove sfumature, anche molto belle, dei colori iniziali. Il lino farà lo stesso e sarà compito dell’attento giardiniere appassionato giungere al momento giusto per cogliere i numerosi semi.
Fiori da essiccare
L’inverno è considerato generalmente la stagione per i lavori al calduccio, nel senso che giammai si penserebbe di frequentare per lavoro il giardino, mentre più facilmente si trova il tempo per riassettare gli attrezzi o fare composizioni di fiori secchi. Sono proprio questi che da qualche anno a questa parte hanno letteralmente invaso ogni abitazione offrendoci il colore dell’estate e sotto forma di pout-pourri anche il profumo della bella stagione. Ma se si vorrà cogliere dei bei fiori da far essiccare il momento propizio alla loro coltivazione inizia proprio adesso. Con maggio si può considerare chiusa la stagione dei trapianti, ma se ci siamo autoprodotti le specie necessarie in marzo e aprile negli appositi vasetti, il trapianto si protrarrà anche fino ai caldi di giugno. In caso di dimenticanza si potrà sempre reperire qualche specie nei vivai, ma ovviamente i costi lievitano un po’. Molti fiori da essiccare sono ricavati da piante perenni e allora si riusciranno ad avere in quantità solo se la piantagione è stata fatta nell’autunno precedente. Comunque si può sempre tentare. Le annuali invece sono velocissime e seguendole con un taglio continuo dei fiori queste saranno stimolate a produrre sempre di più. E’ il caso dello Statice sinuata, dall’esuberante fioritura e con una gamma di colori che soddisferà ogni esigenza, dal bianco al violetto scuro. Non meno fioriferi sono lo Xeranthemum annuum detto dai francesi immortelle, perché già al tatto sembra essiccato, e poi l’Helipterum roseum o Acroclinio, una margheritina fitta fitta dai colori vivacissimi; decisamente più grosso è l’Helichrysum bracteatum o elicriso mostruoso, dall’aspetto del fiore compatto o chiuso centralmente ma con due o tre corone di petali esterni completamente aperti, vivacemente colorati di rosso, giallo, arancio e rosa; ben più mostruoso è il fiore della Celosia cristata, piumoso e compattissimo da sembrare l’enorme cresta di un gallo da incubo, reperibile nelle sfumature del rosso e talvolta del giallo; piccoli invece sono i numerosi fiori della Gonfrena globosa o immortale a gemma, proprio per l’aspetto compatto del fiore che produce in continuazione da giugno ad ottobre nelle tinte del rosa e del bianco. Passando invece alle perenni, sono facilissime da essiccare alcune specie di Achillea, come l’A. filipendulina “Cloth of Gold” dalle grosse infiorescenze giallo pastello e l’A. millefolium “Cherry” o “Colorado” nelle tonalità del rosa e dell’arancio. Seguono gli Eryngium, parenti del rinomato Eryngium alpinum, selvatico e protetto, dall’aspetto di fiore metallico dai bellissimi riflessi blu. Di questi i più facili da coltivare sono l’E. superbum, l’E. alpinum “Blu Star” simile a quello di montagna, l’E. amethystinum blu brillante, l’E. planum che ramifica in tantissimi fiori nelle tonalità dell’azzurro e l’E. giganteum dai fiori bianco metallici. Sono facili da coltivare e da essiccare, ma non sopportano i ristagni d’acqua, quindi è bene riservare loro delle posizioni soleggiate e magari in lieve pendenza. Della lavanda come fiore da essiccare ormai lo sanno tutti, ma se provassero la piccola Lavandula angustifolia “Hidcote” rimarrebbero sbalorditi. Non cresce più di quaranta centimetri, ma è una grande produttrice di fiori, anzi quando la comune lavanda officinale interrompe la fioritura, così come le varie cultivar di lavandino più o meno grigio (nella foglia), la Hidcote riparte e procede spedita fino all’autunno. La tonalità dei suoi fiori è poi trionfale, un blu scuro vellutato molto intenso che anche da secco non perde il suo fascino. Oltretutto è intensamente profumata. Meno conosciuto come fiore da essiccare è il Delphinium, nelle varietà compatte e abbondanti come quelli della serie “Pacific”: Astolat (rosa), Galahad (bianco) e Black Knight (viola scuro). Quando sono al massimo della fioritura si recidono con tutto lo stelo e si fanno essiccare a testa in giù in un luogo ombroso e ventilato, così manterranno i colori brillanti dati loro dalla natura.
A cura di Zarpellon Maurizio
http://digilander.libero.it/alpinia/download/i%20consigli%20di%20maggio%2002.doc
sito web: http://digilander.libero.it/alpinia/
Iris per le rocce.
Quando ancora la passione per il giardino era un optional per pochi, le iris godevano già di una buona fama, addirittura tra le piramidi egizie e in Asia, molti anni prima della nascita di Cristo. Strabiliante è che queste bulbose-rizomatose hanno poi saputo mantenersi un ruolo di primo piano, fino ai giorni nostri. Sono molti infatti gli appassionati che collezionano le innumerevoli varietà e gli ibridi presenti sul mercato. Per il giardino roccioso, ma anche per i vasi del terrazzo sono facilmente reperibili le Iris barbate nane, ma anche le sibirica e le reticulata. Le Iris barbate adatte al giardino roccioso sono riconoscibili per la peluria sui petali esterni, non sono più alte di 25-30 e presentano un’ampia scelta di colori, dal bianco al porpora quasi nero, con tutta la gamma intermedia, rosa, giallo, blu, rosso. Per utilizzarle al meglio è bene piantarle in folti gruppi che poi con le stagioni formano vere e proprie macchie che si insinuano tra le rocce, anche su forti pendenze. I loro rizomi striscianti e forti riescono spesso a diventare un reticolato talmente fitto da impedire la crescita delle infestanti. Fioriscono in marzo-aprile, ma nelle posizioni fredde anche agli inizi di maggio. Dal fogliame più folto e appariscente anche quando la pianta non è in fioritura sono le Iris sibirrica, soprattutto gli ibridi “Pacific Coast”, alte non più di 30 cm sono indicate anche per il roccioso in mezz’ombra, anche se la posizione migliore è in pieno sole. Le Iris più precoci sono invece le reticulata, distinguibili dalle altre per le tuniche del bulbo a rete. Molto profumate, i bulbi sono talvolta reperibili in pratici sacchetti nei garden center o nei negozi di agraria e giardinaggio. Altre Iris molto adatte a formare gruppi di colore nel giardino roccioso anche se meno comuni sono: l’Iris bucharica (Juno) bianco con sfumature gialle e il fogliame verde brillante alto al max 30 cm, l’I. chamaeiris (lutescens) veramente minuta (20 cm) ma dall’abbondante fioritura violetta e bianca, l’I. pumila (20 cm) di un bel blu intenso tendente al violetto, l’I. setosa ssp. canadensis porpora o violetto, l’I. sintenisii (20 cm) dal fogliame molto resistente all’inverno con il fiore violetto e bianco.
Ghiaia per i sentieri
Frequentando i giardini più disparati mi tocca spesso di calpestare ogni tipo di suolo e pavimentazione. Dalla terra battuta al porfido, dai fitti tappeti erbosi ai sassi di fiume, dai cocci vecchi al cemento armato, posso dire come molti di voi di aver sperimentato ogni tipo di massaggio plantare. L’eleganza di un giardino dipende innanzitutto dalle piante, ma subito dopo ci metterei le forme e i materiali che costituiscono i sentieri, le scale, i viali, e le pavimentazioni in genere; la ghiaia in particolare mi ha sempre affascinato. Sarà per lo scricchiolio e l’apparente inconsistenza che si avverte calpestandola, ma un vialetto o sentiero che si snoda candido e uniforme tra le bordure fiorite o nell’ombra di aceri e faggi, mi culla malinconicamente e mi infonde una calma serena. Non è dura pietra o anonimo cemento, ma nemmeno impegnativo prato; non si falcia periodicamente, non si concima, ma non è nemmeno costosa o impegnativa da installare come le lastre di Luserna* o gli autobloccanti. Certo una rastrellata di tanto in tanto è necessaria, sia per uniformare la superficie sia per radunare foglie morte e ramoscelli che l’andrebbero a ricoprire. Insomma una ramazzata di tanto in tanto e il sentiero tornerà nuovo. Se il lavoro iniziale di spargimento della ghiaia è stato fatto accuratamente e se il fondo lo si è preparato a dovere, il vialetto o sentiero potrà garantirvi lunghe passeggiate per decenni, al limite riportando ogni quattro o cinque anni del materiale di ripristino. Dopo avere “disegnato” il sentiero sul terreno vergine (con del gesso) è quindi molto importante operare come segue. Scavare il sentiero ad una profondità di 20 cm, anche meno se il substrato è duro o pietroso, spianando all’occorrenza il fondo per averlo il più possibile uniforme. Sui bordi del sentiero si possono posare dei cordoli di pietra, tufo o legno, osservando prima l’ambiente circostante per non discostarsene troppo con materiali “esotici”. Questi serviranno a non far sbordare la ghiaia sulle aiuole o sul prato intorno. Il passaggio successivo è quello di spargere un buon strato, diciamo di 6-7 cm di grossa ghiaia spezzata mescolata con argilla; questo tipo di materiale è il risultato dello scavo di molte cave in tutta Italia, grezzo e di poco costo viene venduto in Piemonte con il nome di “tuenan”. Per essere più precisi è ciò che si utilizza nei fondi stradali prima della catramatura. Lascia passare l’acqua in eccesso e tende a diventare molto stabile e duro con il tempo. Un rullo pesante aiuterà l’immediato compattamento prima dello spargimento della ghiaia vera e propria. Questa è da preferirsi di dimensioni simili a quelle di un pisello, magari arrotondata, perché molto più bella e pulita di quella frantumata, anche se meno stabile. La ghiaia completerà i rimanenti 10-12 cm, da rifinire con un rastrello con i denti non troppo larghi (non quello per ammucchiare il fieno, per intenderci) o una tavola di legno inserita su un manico.
*Luserna: tipica pietra pregiata cavata all’imbocco della Val Pellice.
Le piante adatte alla ghiaia
Se invece di un semplice vialetto si vorrà creare con la ghiaia un’area più vasta, simile ad una piazzola, per accogliere un gazebo o una panchina, si potrà rendere più interessante l’area con delle piante adatte a crescere in un tale substrato, che anzi ne risalterà le forme e i colori. Il metodo più semplice è quello di spostare parte della ghiaia fino a giungere sul terreno sottostante e quindi posare un vaso in plastica senza fondo (tagliato da uniformarsi all’altezza della ghiaia) da riempire quasi completamente di buon terriccio, nel quale si pianterà la pianta desiderata. Un lieve strato di ghiaia occulterà sia il vaso che il terriccio, permettendo alla pianta di affondare facilmente le sue radici in profondità evitando il rimescolamento dei vari materiali. Non tutte le piante sono indicate per questo ambiente, e sono preferibili quelle di bassa statura e dai colori brillanti. E’ il caso delle viole cornute, lasciate crescere in macchie compatte di viola, rosso o giallo, colori che si distingueranno perfettamente dal fondo chiaro e uniforme e dalla fioritura particolarmente prolungata, talvolta perfino decente in pieno inverno. Anche il rosso-arancio dei nasturzi risulterà particolarmente decorativo su un fondo ghiaioso, anzi si tratta di un esempio classico di parterre fiorito adatto a tale ambiente, riportato in molti giardini anglosassoni e francesi. Sempre più utilizzati sono anche i timi, soprattutto il T. serpyllum aureum (viola), il T. serpyllum coccineus (rosso), il T. serpyllum Pink Chintz (rosa), che formano dei “cuscini” sempreverdi e molto resistenti all’eventuale calpestio. Più delicate ma di grand’effetto se piantate in folti gruppi sono le armerie, da preferirsi nelle tonalità rosa, come l’Armeria marittima “Splendens” (rosa) o l’Armeria caespitosa (rosa-lilla) ma anche la rossa Armeria marittima “Dusseldorf Stoltz”. Interessanti per questo uso sono anche tutte le Aubrieta, che mal sopportando i terreni dove ristagna l’acqua e nella ghiaia non potranno che fiorire precocemente e abbondantemente di rosa, lilla, viola, blu o rosso, a seconda della varietà, formando vistosi “cuscini”. Da prendersi in ottima considerazione sono: l’Alchemilla mollis “Thriller” (gialla) da far allargare sotto e intorno alle panchine, le Euphorbia, soprattutto la E. myrsinites (giallo-rossa), la Gypsophila repens (rosa) e l’Iberis aurosica “Sweetheart” (rosa).
Un prato di armeria.
L’Armeria marittima è senz’altro conosciuta come una delle piante più rustiche ed eclettiche nell’immenso panorama delle erbacee perenni. Viene generalmente piantata in vaso o in primo piano nei giardini rocciosi. La sua resistenza alle intemperie, al freddo e al sole più cocente è proverbiale. Perfino lunghi periodi senz’acqua non minano la vitalità di questa simpaticissima sempreverde. Già perché oltre alla lunga fioritura, che tolto un breve periodo di stasi nel pieno dell’estate, va da aprile a ottobre-novembre, riesce a formare veri e propri “cuscini” di sottili foglie sempreverdi, dall’aspetto esile ma ingannevole perché estremamente coriacee. I fiori sono piccoli e portati in capolini rotondi e compatti, larghi anche 2,5-3 cm, nelle diverse tonalità del rosa o bianco puro. Oltre agli usi già descritti, la pianta si presta benissimo per formare veri e propri “prati”, cioè delle aree sempreverdi dall’aspetto molto compatto, anche se non completamente levigato come potrebbe esserlo un vero prato d’erba rasato. La tipica forma a cuscino o a mezza sfera della specie non può essere variata, infatti un tale prato viene potato solo una volta all’anno, cioè alla completa sfiorita autunnale. Comunque è possibile ottenere una certa uniformità disponendo le piante molto ravvicinate, con un sesto d’impianto di 20x20, se si tratta di vasi da 9-10 di diametro oppure 25x25 con vasi da 13 di diametro. Vista dall’alto la disposizione deve essere romboidale, ovvero con le piante alternate. La strepitosa fioritura che inizia in aprile maggio, regalerà un prato colorato di sicuro effetto, anche se il costo delle piante impedisce di coprire con questo sistema aree molto vaste, ovviamente non calpestabili. Per ovviare all’inconveniente si potranno riprodurre personalmente altre piante con talee basali in luglio agosto o per divisione in primavera.
Quattro piante da scarpata
L’Italia è per due terzi formata da terreni montagnosi o collinari, e la maggior parte dei giardini presenta pendenze o declivi, talvolta anche molto pronunciati, anzi in qualche caso si tratta di scarpate, pareti o muraglioni che non sono assolutamente evitabili e spesso poco estetici. A volte però possono diventare una caratteristica saliente del giardino, anzi non è raro che chi non possieda simili formazioni le ricerchi in tutti i modi: sopraelevando il terreno, ammucchiando sassi o massi e formando terrazzamenti anche quando non necessari. A queste situazioni è possibile dedicarvi delle piante arbustive che fioriscano e offrano per lunghi periodi una profusione di colore e profumo. Dimenticando per un attimo le classiche piante da roccioso e le rampicanti, vediamo cosa reperire di insolito per un simile impiego. La Santolina chamaecyparissus è senz’altro un’essenza eclettica che si adatta a quasi tutte le situazioni del giardino, bellissima per il colore grigio argenteo del fogliame, ma anche per la fioritura caratteristica formata da tanti piccoli “bottoni” gialli privi di petali. Il profumo di questo piccolo arbusto è inconfondibile e riporta la mente alle scogliere battute dal vento salmastro. La sua caparbia resistenza la rende adatta ai muraglioni e alle verticali più esposte alle intemperie e al sole. Con il tempo acquisterà una forma a cuscino, anche di buone dimensioni e molto compatta, soprattutto se supportata da un’adeguata potatura. Meno rustica della precedente ma comunque ancora notevolmente adattabile è Lespedeza thumbergii. Si tratta di una arbustiva dall’aspetto morbido e ricadente che ben si accomoda sulla parte superiore della scarpata, da cui lascia scendere dei lunghi e flessibili ramoscelli con la particolarità rara per un arbusto di fiorire molto a lungo e in un periodo difficile come l’autunno. Il rosa scuro dei suoi fiori ricordano quelli di molte altre leguminose a cui la specie appartiene e ne produce a profusione ricoprendosi quasi completamente di essi. Siccome i rami possono comodamente raggiungere i due metri di lunghezza riesce in poco tempo a coprire quegli angoli poco estetici o danneggiati altrimenti impossibili da occultare. La drastica potatura da effettuare nell’inverno stimola la produzione dei veloci “ricacci” primaverili che da erbacei diventano in pochi mesi legnosi e robusti. Per gli amanti delle rose sono senz’altro utili in queste situazioni le varietà tappezzanti che velocemente ricoprono con una infinita gamma di colori. I lunghi sarmenti che producono trovando il vuoto della struttura si lasciano morbidamente ricadere verso terra. Insomma mentre i rampicanti salgono queste, se poste in alto, tendono a scendere. Il caso ideale per queste piante sono i terreni terrazzati e le lunghe palizzate (o cestinate) di contenimento per i versanti troppo in declivio. Le varietà di rose tappezzanti della NIRP, Meilland, Kordes e Antologia sono generalmente eccellenti produttrici di fiori e per lunghi periodi. Talvolta mostrano ancora dei petali colorati anche al di là dei primi geli autunnali che poi sanno convertirsi in arbusti colmi di bacche (cinorrodi) rosse o arancio per rallegrare l’inverno. Niente di meglio quindi di una bella cascata di rose NIRP nelle varietà: “Camargue” rosa salmone, ”Austriana” rosso, “Canicule” giallo, “Rodi” rosso, “Bijou d’Or” giallo, “Mirato” rosa intenso, “Satina” rosa e “Snow Ballet” bianco puro ecc. Conosciutissime per la lunghissima fioritura e la lunghezza dei sarmenti anche le varietà “Heidetraum” rosa fucsia e “Schneefloche” bianco, prodotte da Antologia. Meno comuni ma decisamente interessanti oltre che molto belle e fiorifere sono le varietà della Kordes tedesca, e precisamente la “Knirps” rosa scuro, molto bassa ma dai rami lunghissimi e la “Bassino” dai fiori rossi oltreché grande produttrice di appariscenti bacche rosse invernali. Non possiamo poi dimenticare le rose Meilland, nelle varietà “Bingo” dai fiori rosa scuro e chiaro sulla stessa pianta, “Magic” rosa, “Doucer Normande” rosa salmone a fiore semplice ma molto elegante e “Red” decisamente rossa. Un’attenzione in più che possiamo dedicare al momento dell’acquisto a queste rose particolari e moderne è il fatto che siano prodotte da talea piuttosto che con la tecnica dell’innesto. Infatti se prodotte con la semplice talea acquisteranno la forma ricadente e/o comunque sarmentoso strisciante più bella di quelle “da innesto”.
Se il muro presenta grosse crepe o nella scarpata rocciosa si possano ricavare delle nicchie abbondanti, si potrà tentare l’attecchimento di Genista pilosa, un arbusto deciduo dal portamento mediamente tappezzante e ricadente. Sui luoghi completamente assolati e talvolta aridi, non più alta di 70-80 cm, diventa insuperabile per offrire abbondanti fioriture giallo oro e giallo brillante in primavera estate. Simile, ma con la fioritura ancora più compatta sono la Genista lydia e la Genistia tinctoria “Royal Gold”. Possono vivere abbarbicate nei luoghi più inclementi per molti anni senza nessuna cura, con l’unica attenzione di piantarle in una miscela sufficientemente ricca di terriccio torboso e buon humus.
Fonte: http://digilander.libero.it/alpinia/download/I%20consigli%20di%20aprile%2002.doc
Autore: Zarpellon Maurizio
http://digilander.iol.it/alpinia
L’Eco-giardino
Molti di noi hanno un giardino, un orto o più semplicemente delle piante ornamentali in casa. Spesso i prodotti che utilizziamo o alcune cattive abitudini comportano piccoli ma significativi impatti ambientali. Nel caso di piante d’appartamento l’uso di sostante non corrette può contribuire alla creazione di inquinamento indoor, cioè l’accumulo di sostanze nocive all’interno della casa, che poi vengono respirate. Una non corretta gestione dell’orto o del giardino può provocare sprechi di acqua, immissioni di inquinati in atmosfera o nelle falde attraverso concimi o trattamenti inadeguati. I pesticidi sono le sostanze più pericolose perché, essendo poco biodegradabili, si depositano e si concentrano nei corsi d'acqua sino a distruggere le varie forme di vita. È necessario quindi impegnarsi a ridurre questa forma di inquinamento che spesso interessa anche le falde acquifere che servono all'approvvigionamento dell'acqua.
COSA POSSO FARE?
Vi proponiamo alcuni criteri e consigli che crediamo possano consentire di curare piante e giardini senza sprechi e senza l’utilizzo di sostanze dannose per noi e per l’ambiente.
…e luce fu
Utilizzare lampade fotovoltaiche da giardino costituisce una soluzione intelligente ed efficiente per illuminare il giardino. Direttamente collegate ad una piccola cella fotovoltaica, possono essere applicate a pareti o fissate al suolo: la cella trasforma la luce del sole in energia che viene accumulata durante il giorno e poi ceduta durante la notte alimentando la lampada. L’autonomia di queste lampade varia dalle 15 alle 30 ore. Con questo sistema si può anche evitare la realizzare un impianto elettrico esterno, rispetto al quale il costo sarà notevolmente inferiore.
L’irrigazione intelligente
L’acqua per annaffiare orti e giardini è una parte consistente di quella utilizzata dai privati cittadini. Per questo è importante usare metodi di irrigazione intelligenti, che ne comportino il minor consumo possibile. La prima accortezza è di annaffiare la sera o il mattino presto, evitando le ore più calde durante le quali la maggior parte dell’acqua non arriva alle piante ma evapora. Raccomandabili sono i sistemi a goccia stesi sul terreno: quelli aerei bagnano soprattutto le foglie delle piante e non le radici. Va considerato inoltre che l’acqua che spesso viene utilizzata per annaffiare è quella del rubinetto, quindi potabile; ciò costituisce un ulteriore spreco considerando che le piante non hanno bisogno di acqua così pura. Perciò è buona norma cercare di raccogliere l’acqua piovana ed utilizzarla per annaffiare. Per le piante di casa si può cercare di raccogliere l’acqua utilizzata per lavare frutta e verdure “riciclandola” per annaffiare le piante ornamentali. Quando l’approvvigionamento avviene tramite acquedotto dobbiamo ricordare che il servizio di potabilizzazione è costato molte risorse ed energie.
Un piccolo stratagemma è quello di non tagliare l'erba del giardino troppo corta, perchè quella più alta necessita di meno acqua e non inaridisce il suolo. È meglio un prato più selvatico. Mettere uno strato di foglie secche o altro materiale biodegradabile alla base delle piante da giardino per evitare che la terra si asciughi troppo presto, così da mantenere l'umidità del suolo e la freschezza delle radici, evitando in questo modo anche l'attecchimento di piante parassite.
Scegli piante autoctone
Le tipologie di piante locali sono il frutto di milioni di anni di selezione naturale, perciò sono senza dubbio le più adatte a quel tipo di clima, di terreno e capaci di difendersi da parassiti e malattie. Scegliere piante autoctone per l’arredo del proprio giardino può significare notevoli riduzioni di acqua consumata, di fertilizzanti, diserbanti e pesticidi chimici, garantendo, allo stesso tempo, una buona riuscita estetica. Inoltre l’introduzione di piante esotiche può comportare dei disequilibri negli ecosistemi locali.
LA NOSTRA GUERRA AGLI INSETTI
“Quando scompariranno le api, sarà la fine dell’umanità”
ALBERT EINSTEIN
Stando alle ultime notizie le api stanno scomparendo con gravi ripercussioni sui raccolti; sulle schede degli insetticidi chimici (piretroidi, esteri fosforici, ecc.) è proprio dichiarato che tali prodotti uccidono questi utili insetti.
Per tentare di eliminare le zanzare ed altri insetti ritenuti dannosi e nocivi sono stati irrorate enormi quantità di insetticidi di sintesi, di cui ancora non si conoscono del tutto le conseguenze.
Vecchie ricette e metodi naturali possono aiutarci e possiamo imparare a mettere in pratica nella nostra casa, nel nostro orto e nel nostro giardino azioni che ci aiuteranno a vivere meglio, a partire dalla Lotta alle fastidiosissime zanzare.(link)
Birra contro le lumache
L'utilizzo di pesticidi ha determinato una serie d'effetti negativi: le conseguenze più rilevanti riguardano la riduzione della biodiversità, l'incremento dei processi d'eutrofizzazione delle acque e l'alterazione della composizione chimico-fisica e biologica dei suoli. Se le lumache disturbano le tue colture invece di ricorrere a pesticidi metti della birra in un recipiente, ne saranno attratte e potrai quindi allontanarle dalle tue piante senza ucciderle e senza immettere sostanze inquinanti.
Sapone contro gli afidi
Per scacciare i fastidiosi afidi dalle tue piante possiamo non ricorrere a pesticidi: un po’ di sapone da bucato è molto meno inquinante! Basta far sciogliere nell’acqua alcune scaglie di sapone da bucato, bagnando poi le foglie attaccate dagli afidi con questo miscela; in pochi giorni ci saremo liberati dai parassiti indesiderati.
Attenzione ai concimi
Per fertilizzare meglio utilizzare concimi naturali, possibilmente quelli che hanno il marchio Europeo di Qualità Ecologica la margherita “Ecolabel”. I concimi chimici sono infatti tra i principali responsabili dell’inquinamento delle acque ed dell’eutrofizzazione (carenza di ossigeno e conseguenza morte degli ecosistemi) di laghi e mari. Un ottimo concime può essere prodotto con una compostiera, uno strumento semplice ed economico che trasforma (senza cattivi odori o richiamo di animali) gli sfalci, le potature del giardino, i rifiuti e gli scarti organici della cucina in ottimo ammendante tramite un processo totalmente naturale. Contribuirai così anche alla riduzione dei rifiuti urbani prodotti, risparmiando sui costi del concime.
NEL COMUNE DI RONCOFERRARO SI PUÒ CHIEDERE LA COMPOSTIERA IN USO GRATUITO (link)
Per saperne di più…
- www.lagricolturachevogliamo.it
- www.legambiente.org
- www.corpoforestale.it
fonte: http://www.roncoferraroambiente.it/sito/images/stories/SPECIALI/ECO-GIARDINO.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Consigli del mese di Marzo
Piante da appartamento
Marzo, mese di piccoli Lavori per le piante d'appartamento
E già possibile effettuare il rinvaso di alcune specie, questo perché il terriccio può essersi impoverito oppure le dimensioni dei vasi non sono più sufficienti a contenere l'apparato radicale. Pertanto dopo esservi procurati un nuovo vaso con un diametro superiore di qualche centimetro a quello da sostituire, procedete all'operazione. Utilizzate del terriccio universale, va bene per la stragrande maggioranza delle piante d'appartamento, e durante il rinvaso potete togliere un poco di terra che sta sulla parte esterna del corpo radicale, questo favorirà ed accelererà le funzioni delle radici nel nuovo vaso. Ricordatevi di mantenere il livello della terra al di sotto di un paio di centimetri dal bordo del vaso, eviterete di far tracimare la terra e l'acqua durante le future annaffiature. In questo mese, nelle regioni con un clima mite e dove la temperatura è già stabilizzata, si possono portare all'esterno le piante, avranno modo di ricevere luce ed aria migliore di quella che hanno ricevuto durante il periodo invernale.
Evitate comunque i ristagni di acqua nei sottovasi, potrebbero far sorgere dei marciumi radicali e compromettere la ripresa vegetativa.
Potete, verso metà mese, procedere alla concimazione dei vostri fiori, utilizzando un prodotto liquido di tipo universale, rispettando le dosi indicate sulla confezione, servirà a riequilibrare il contenuto di sostanze minerali indispensabile per una buona ripresa vegetativa. A partire da questo mese ricominciate con le concimazioni periodiche, che continueranno fino all'autunno.
Spruzzare le piante d'appartamento settimanalmente. Questa operazione è di fondamentale importanza per alcune piante. Una nebulizzazione costante consente ad esempio di limitare la caduta dei boccioli della Gardenia.
Bonsai
Molte specie di piante da bonsai necessitano di essere rinvasate prima della ripresa vegetativa, approfittate delle settimane di marzo per questa operazione, congiunta alla potatura delle radici e delle piante stesse. In molti casi potrete ricominciare con il posizionamento del filo metallico, la cimatura dei germogli e la concimazione. Controllate le temperature esterne, poichè, nel caso in cui comincino a salire, potrete considerare l'eventualità di levare dai propri ripari i bonsai da esterno.
Succulente
Anche se le giornate si stanno allungando e le temperature salgono, gran parte delle succulente sono ancora in riposo invernale, quindi per la gran parte delle specie non è ancora il caso di riprendere con concimazioni ed annaffiature. Approfittate di questi giorni per i trattamenti antiparassitari, soprattutto per gli esemplari coltivati in serra fredda o temperata. Ricordatevi inoltre di controllare le temperature nelle serre, talvolta nelle giornate molto limpide l'insolazione può causare aumenti improvvisi e significativi, con conseguenti danni alle piante, in questi casi cercate di arieggiare i locali, contenendo le temperature al di sotto dei 20°C. Continuate invece con annaffiature sporadiche la cura degli esemplari coltivati in appartamento e per quanto riguarda le specie a sviluppo invernale ed autunnale.
Semine
Marzo e Aprile sono i mesi ideali per la semina del tappeto erboso. Ricordiamoci di spargere sul terreno del concime organico, o un fertilizzante a lenta cessione, e di lavorare a fondo il substrato, per permettere una perfetta radicazione delle giovani piantine.
Nell'orto e nel giardino cominciamo a seminare molte delle piante che utilizzeremo nei prossimi mesi, la gran parte delle quali vanno però seminate ancora in luogo protetto.
Nell'orto semine in letti caldi o sottovetro: Basilico, Cavoli estivi, Melanzane, Peperoni, Pomodori, Sedano, Zucchini.
Semine in piena terra: Barbabietole da orto, Bietole, Carote, Cicorie, Cipolle, Lattughe, Piselli, Pomodori, Porri, Prezzemoli, Rape, Ravanelli, Rucola, Scorzobianca, Scorzonera, Spinaci, Valeriana, Zucche (Angurie, Cetrioli, Fagioli, Meloni).
In giardino semine in letti caldi o sottovetro: Agerato, Amaranto, Asparago Plumoso e Sprengeri, Balsamina, Bella di notte, Bocca di Leone, Calendula, Celosia, Clarkia, Coleus, Cosmea, Dalla, Digitale, Gaillardia, Garofano, Lavatera, Lobelia, Lunaria, Kochia, Mesembriantemo, Nasturzio, Petunia, Portulaca, Primula, Salvia Splendens, Senecio, Statice, Tagete, Verbena, Zinnia.
Semine in piena terra: Astro, Bella di giorno, Calendula, Campanella, Cipresso annuale, Coreopsis, Cosmea, Crisantemo, Elicriso, Escholtzia, Fiordaliso, Garofano, Gypsophila, Godezia, Lino, Nasturzio, Nigella, Papavero, Petunia, Phlox, Pisello odoroso, Zinnia, Zucchetta ornamentale.
Fonte: http://www.catenella58.it/download//CONSIGLI%20DEL%20MESE%20DI%20MARZO.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Luigi Carcone
Esperto di Botanica
Scrittore
Autore e Conduttore, su Rai uno, di rubriche televisive
sulla botanica applicata
Consulenza Paesaggistica
Progetti fotografici e computerizzati di
parchi, giardini, terrazze
Citazione da "La coltivazione delle piante e delle erbe aromatiche"
“ Sul balcone e nei giardini non solo fiori…..” Pomodori, melanzane, ma soprattutto erbe aromatiche,….. coltivarle è facile e divertente e con poca fatica avrete sempre a portata di mano ciò che vi serve in cucina.
Quanta soddisfazione abbiamo se, uscendo in balcone, o nel nostro giardino possiamo raccogliere un pomodoro, mettere in tavola la nostra insalatina da taglio, raccogliere un frutto, utilizzare le nostre erbe aromatiche…
Vivere in città avendo l’illusione di trovarsi in campagna non è difficile, ci sono tanti piccoli segreti per seminare, coltivare, raccogliere e conservare i nostri ortaggi e le erbe aromatiche che possiamo mettere in pratica.
Una condizione importante per avere al meglio il nostro spazio ad orto, è che deve essere sufficientemente soleggiato: se non è proprio al sole, cioè rivolto verso sud, che almeno sia orientato a sud-est o sud-ovest, in modo che il sole ci sia almeno per mezza giornata.
Ultima cosa……. “L’orto” dovrà essere rigorosamente Biologico!
Per capire meglio le nostre piante, occorre conoscere alcune nozioni base di morfologia vegetale:
Ogni parte che compone una pianta assolve a una funzione con dei compiti ben precisi e tutte concorrono alla riproduzione e alla salvaguardia della specie. Nel momento in cui ci cimentiamo provetti giardinieri abbiamo il compito di verificare, controllare e avere cura della pianta in modo da mantenerla in perfetta salute, affinché possa svolgere correttamente ogni sua funzione, per questo è fondamentale che tutti gli organi siano integri e possano operare in condizioni ideali; solo cosi potremo ottenere produzioni sane e abbondanti.
Vediamo quali sono le parti più importanti della pianta:
La radice svolge funzione di: ancoraggio al terreno, assorbimento delle sostanze nutritive presenti nel terreno attraverso i peli radicali e immagazzinamento di riserve nutritive utili al momento di particolari carenze vegetali.
Il fusto svolge funzione di: sostegno della parte aerea della pianta e consente il passaggio della linfa grezza proveniente dalle radici fino alle foglie
La foglia svolge funzione di: elaborazione, attraverso una complessa serie di processi ,della linfa grezza proveniente dalle radici, in linfa elaborata, diventando cosi l’alimento della pianta. Questo complesso processo, che racchiude al suo interno un vero e proprio laboratorio chimico, va sotto il nome di fotosintesi clorofilliana e si verifica solo in presenza di luce. La foglia ha inoltre la funzione della traspirazione e della respirazione, processo essenziale per la vita, nel periodo vegetativo, della pianta.
Il fiore svolge la funzione di organo per la riproduzione. Attraverso la fecondazione (naturale o artificiale), da origine ai semi che, spargendosi sul terreno, germineranno dando vita a nuove piantine.
Le piante e le erbe aromatiche, sono spesso utilizzate in cucina per aromatizzare, dando alle pietanze sapori e aromi molto particolari.. Sono molto decorative e quasi tutte persistenti (sempreverdi), con il profumo rallegrano l’ambiente e, in alcuni casi, risultano essere piante che hanno un’azione repellente contro gli insetti nocivi del balcone.
Vediamo quali sono le più importanti erbe aromatiche
Il Basilico: pianta erbacea, annuale molto rustica e di facile coltivazione. Esistono tante specie di basilico: Genovese, Napoletano, Greco, Comune, Siciliano, Purpureo, a foglia di lattuga, Mammouth, tutte ottime per essere coltivate in vaso
Appartiene alla famiglia delle Labiate
Originaria dell’Asia tropicale e Africa
Raggiunge un’altezza di 30/40 centimetri con fusto molto ramificato e un bel fogliame verde, lucido e brillante.
Esposizione: Sole, anche se sopporta condizioni diverse da quelle ottimali, naturalmente dando risultati più modesti. Al sole la pianta, aumentando la traspirazione e di conseguenza le esigenze idriche, aumenta l’intensità del suo profumo.
Periodo di trapianto: Di norma si semina in primavera direttamente in piena terra o nel vaso definitivo, diradando le piantine se troppo fitte. Se si acquistano i vasetti già pronti di piantine di Basilico, occorre, nel trapiantarli, dividerle in 2 o in 4, in modo da distribuire meglio le piantine.
Se sono coltivate in vaso, la grandezza del contenitore deve essere di 25 centimetri di diametro con 3-5 piantine al massimo.
Irrigazione: normale, appena il terriccio è asciutto irrigare nuovamente
Periodo di raccolta: dalla primavera inoltrata all’autunno
Potatura: nessuna, tranne le cimature per la raccolta per uso familiare, è bene staccare le foglie poco per volta e quando sono ben sviluppate, per stimolare i nuovi getti laterali, che prolungheranno la fase vegetativa della pianta fino a tardo autunno.
Consigli generali: Il Basilico produce più foglie tagliando le cime per evitare la fioritura. Quando la pianta è diventata sufficientemente grande e la produzione di foglie sarà abbondante, prelevate i rami più lunghi, staccate le foglie e mettetele a seccare all’ombra. Riponetele, ben secche, in un vasetto di vetro, le potrete cosi usare quando la produzione di foglie fresche sarà ormai esaurita. Fate attenzione alle gelate tardive dell’inizio primavera, proteggete eventualmente le piantine giovani, potreste vanificare lo sforzo fatto inizialmente della semina e del trapianto.
L’Erba Cipollina: pianta perenne e rustica molto simile alla cipolla, la si può trovare anche allo stato spontaneo nelle zone costiere del mediterraneo, forma ciuffi folti e bassi di foglie sottili. I fiori, di colore rosa violetto, iniziano a sbocciare alla fine della primavera o all’inizio dell’estate e sono molto decorativi. L’Erba Cipollina può vivere per 3 – 4 anni, se coltivata nel modo giusto
Famiglia: Gigliacee
Origine: Europa e Asia Settentrionale
Altezza della pianta: dai 20 ai 25 centimetri di altezza
Esposizione: Sole e mezzo sole. Nei periodi più caldi proteggere la pianta, spostandola in un angolino del balcone più fresco, specie nelle ore più calde della giornata.
Periodo di trapianto: Si semina in gennaio febbraio in vasetto e si trapianta ad aprile
Irrigazione: regolare senza far seccare troppo il terriccio, specie in piena estate
Periodo di raccolta: dalla primavera all’autunno, cogliete le foglie tagliandole con una forbice a 2-3 centimetri dal suolo.
Potatura: Non si effettuano potature, ma cimature delle foglie destinate in cucina. Questi tagli servono anche alla pianta per rigenerarsi e per evitare un eccessivo disseccamento delle foglie.
Consigli generali: L’erba Cipollina si riproduce per divisione dei cespi (ceppi) ogni due tre anni.
Anche se è una pianta perenne teme il freddo.
La Maggiorana Origanum Majorana: pianta perenne, se le condizioni climatiche lo permettono. In coltivazione, se sottoposta a continui tagli per la raccolta delle cime, di solito non dura più di 4-5 anni. La Maggiorana è una pianta arbustiva coltivata in tutto il mediterraneo. In erboristeria è ricercata per le sue proprietà digestive.
Famiglia: Labiate
Origine:Zone temperate dell’Asia e naturalizzata in molte aree del Mediterraneo
Altezza della pianta: da 20 a 40 centimetri di altezza
Esposizione: Sole e, nelle zone dove la temperatura scendo sotto zero, è consigliabile proteggerla con un piccolo strato di pacciamatura a protezione delle radici(paglia, foglie, torba, ecc).
Periodo di trapianto: Si semina in vaso, a fine gennaio, e si effettua il trapianto a marzo aprile. In piena terra si semina in febbraio/marzo.
Irrigazione: Richiede terreni freschi e ben drenati e soffre i ristagni di acqua. Irrigare solo a terriccio ben asciutto.
Periodo di raccolta: Utilizzata in cucina, si raccolgono foglie e fiori freschi, si può essiccare.
Potatura: Non si effettuano potature, se non le cimature.
Consigli generali: La Maggiorana si riproduce per divisione dei cespi (ceppi) ogni anno. Come l’Origano, di cui e parente molto stretta, è utilizzata per aromatizzare molte pietanze.
Il Prezzemolo: pianta biennale, particolarmente ricca di vitamina B e ferro. Sopporta bene il freddo.
Famiglia: Ombrellifere
Origine: Bacino del Mediterraneo
Altezza della pianta: da 20 a 40 centimetri
Esposizione: Sole, ma nei periodi più caldi, proteggere le piantine all’ombra di altri cespugli
Periodo di trapianto: Si può seminare a scalare, da fine febbraio a settembre, diradando qualche piantina se sono troppo fitte. La germinazione dei semi avviene in 3 – 6 settimane a seconda del periodo e zona climatica.
Irrigazione: Non fate seccare troppo il terriccio tra un’irrigazione e l’altra.
Periodo di raccolta: Si effettua per molti mesi dell’anno, tagliando alla base le foglioline, iniziando sempre dalle più grandi.
Potatura: Non si effettuano potature, ma se occorre, si recidono i rametti con una forbice, a 3 – 5 centimetri dalla base,effettuando più tagli nel corso dell’anno.
Consigli generali: Il Prezzemolo comune è sicuramente il più saporito, mentre la varietà riccia risulta essere più decorativa. Ponete molta attenzione alla semina, perché i semi del Prezzemolo sono molto piccoli e difficili da maneggiare. Ricordatevi, in questo caso, di miscelarli con della sabbia e di spargerli con un cartoncino piegato a metà.
Il Rosmarino: pianta perenne, sempreverde, arbustiva e molto rustica. Cresce bene in tutto il bacino del Mediterraneo e sopporta bene il freddo. Se si effettua una pacciamatura sul terreno, può resistere fino a meno 5 – 7 gradi. Fin dall’antichità, per le sue qualità medicamentose, è stata utilizzata in erboristeria. Come pianta ha un ottimo valore ornamentale e viene utilizzata per abbellire giardini, terrazze e balconi. Esistono molte varietà di Rosmarino, una in particolare, il prostrato, che viene spesso utilizzato per abbellire giardini rocciosi.
Famiglia: Labiate
Origine:Bacino del Mediterraneo
Altezza della pianta:Fino a 2 metri, ma in vaso non supera gli 80 –100 centimetri
Esposizione: Sole
Periodo di trapianto: E’ preferibile acquistare in vivaio giovani piante in vaso, per poi trapiantarle, con del terriccio leggero e ben drenato. Se volete, potete eseguire delle talee apicali sempre in questo periodo
Irrigazione: Moderate le irrigazioni perché tollera bene la siccità e l’aridità del terreno.
Periodo di raccolta: Si asportano i rametti laterali ogni volta che occorre aspettando, se possibile, che la pianta sia un po’ cresciuta.
Potatura: Lasciato crescere libero, il Rosmarino assume un bellissimo portamento e una notevole struttura ben ramificata. E’ possibile però eseguire delle potature di forma, tagliando i rami subito dopo la fioritura di aprile maggio, per rendere la pianta più compatta e arrotondata
Consigli generali: Il Rosmarino è un arbusto che sopporta benissimo il vento e la salsedine, infatti cresce benissimo su tutte le rive del Mediterraneo: Sardegna, Corsica, Sicilia, Calabria, Liguria, Toscana, ecc. Non posizionatela, quindi sul balcone, in un angolino troppo riparato e poco ventoso, protetto sotto un muretto, ma fate di tutto per far avere a questa pianta sole e aria.
Il Rosmarino, secondo alcuni deriva da ROS (rugiada) e MARIS (mare), quindi la parola Rosmarino significa RUGIADA DI MARE. Nel linguaggio dell’amore evoca un cuore felice e se lo si regala significa “Sono felice quando ti vedo”. Al Rosmarino , nell’antichita’, si attribuivano molte virtu’ magiche: portare i suoi fiori all’altezza del cuore donava felicità, mettere le foglie sotto il letto, per le donne, scongiurava brutti sogni. Nella simbologia cristiana pare abbia celato, fra’ i suoi rami, la Madonna e Gesu’ Bambino nella loro fuga in Egitto. I primi biglietti amorosi dell’antichita’ erano decorati con mazzetti di Rosmarino appuntati su di un cuore.
La Salvia: Pianta perenne, si trova molto spesso nelle zone sassose e aride dell’Italia centrale, della Toscana, della Sardegna fino ad arrivare a Malta. Da sempre considerata e relegata nella zona adibita a orto, ritengo invece che questa bellissima pianta possa trovare sempre un maggior impiego nelle aiuole e nei balconi, anche come pianta ornamentale. Alla Salvia, fin dall’antichità, si attribuiscono molte virtù curative, infatti la pianta contiene sostanze taniche, che agiscono in vari modi nell’organismo. I contadini, in mancanza del dentifricio, erano soliti strofinare una foglia di Salvia per pulire e sbiancare i denti.
Famiglia: Labiate
Origine:Europa Meridionale
Altezza della pianta: da 30 a 80 centimetri
Esposizione: Sole, in zone particolarmente fredde, è preferibile eseguire la pacciamatura, coprendola alla base, con foglie o paglia.
Periodo di trapianto: Si eseguono delle talee apicali all’inizio della primavera, interrandole con del terriccio sabbioso, posizionando il tutto all’ombra. A fine aprile, si possono trapiantare le giovani piantine.
Irrigazione: Ama terreni asciutti e ben drenati, di conseguenza lasciate asciugare bene prima di bagnare nuovamente.
Periodo di raccolta: Le foglie si raccolgono prima della fioritura, in estate, e in autunno. In estate si possono far seccare le foglie, adagiandole su di una retina al sole. Girate spesso le foglie e riponetele in un barattolo solo quando saranno completamente essiccate.
Potatura: Dato il suo portamento naturalmente sferico, occorre eseguire solo potature di forma.
Consigli generali: Ogni 2 – 3 anni, per rinnovare la pianta, tagliate in primavera i rami a 3 – 5 centimetri dalla base oppure dividete i cespi per fare nuove piante. Con le parti apicali della potatura, potete fare altre piantine tramite le talee.
Il Timo: genere che comprende circa 400 specie di piante perenni erbacee, rustiche e di taglia modesta.
Famiglia: Labiate
Origine: Bacino del Mediterraneo e penisola Balcanica.
Altezza della pianta: tutte le specie non raggiungono i 30 centimetri di altezza
Esposizione: pieno sole, dove, tra l’altro, sviluppa maggiori qualità aromatiche
Periodo di trapianto: E’ preferibile acquistare in vivaio giovani piante in vaso, per poi trapiantarle, con del terriccio leggero e ben drenato.
Irrigazione: Con moderazione perché il Timo vive bene in terreni aridi e sassosi e di conseguenza sopporta bene la siccità
Periodo di raccolta: Potete staccare i rametti in base alle vostre necessità culinarie, per tutto l’anno, aspettando che la pianta sia un po’ cresciuta
Potatura: Non si effettuano potature e si possono riprodurre per divisione dei cespi.
Consigli generali: Il Timo viene venduto nei vivai in vasetto, prendete esemplari con fogliame e aroma diverso, e divertitevi a creare un angolino con solo tante varietà di Timo,sarà molto gradevole alla vista e all’olfatto.
La Menta: pianta rustica, perenne erbacea, rizomatosa, molto utilizzata in cucina. Esistono diverse varietà: menta piperita, glaciale, bergamotto, pulegium (mentuccia) rotundifolia, spicata, ecc. Sono tutte varietà con foglie profumatissime e dalle proprietà toniche e antisettiche.
Famiglia: Labiate
Origine: Bacino del Mediterraneo e Corsica
Altezza della pianta: quasi tutte copri suolo di 15-20 centimetri.
Esposizione: Sole mezzo sole
Periodo di trapianto: E’ preferibile acquistare in vivaio giovani piante in vaso, per poi trapiantarle, con del terriccio leggero e ben drenato.
Irrigazione: Pur richiedendo abbondanti irrigazioni, specie nei periodi più caldi dell’anno, non vegeta bene in terreni che trattengono molto l’umidità, fatta eccezione per la Menta acquatica.
Periodo di raccolta: Le foglie si raccolgono dalla primavera all’autunno. In estate si possono far seccare le foglie, adagiandole su di una retina al sole. Girate spesso le foglie e riponetele in un barattolo solo quando saranno completamente essiccate.
Potatura: Non SI effettuano potature, ma in primavera e in autunno, si possono dividere e trapiantare i rizomi. In primavera, dopo che la pianta ha emesso sufficienti radici, è possibile trapiantarla.
Consigli generali: La Menta si può riprodurre, oltre che da seme e per talea, anche per propaggine, interrando uno dei rametti laterali, che emetterà le radici. A quel punto è possibile tagliare il rametto interrato, dalla pianta madre, e farne una nuova piantina. La Menta, é una pianta molto invasiva e occorre sempre tenerla isolata dalle altre piante. Se si decide di coltivarla in una fioriera insieme alle altre piante, allora è consigliabile creare dei divisori invalicabili, in modo da circoscrivere l’espandersi della pianta.
Laurus Nobilis Alloro
Cespugli/arbusti sempreverdi
Origine Tutto il bacino del Mediterraneo Macchia Mediterranea
Temperatura minima –15/20 gradi
con un’altezza che varia da 2/4 e + metri
Esposizione soleggiata, ma si adatta bene anche alle altre esposizioni
L’Alloro è sempreverde molto fitto e compatto di facile manutenzione. E’ una pianta molto rustica utilizzata già nell’antichità per realizzare i famosi giardini all’Italiana. La potatura si effettua, mantenendo l’altezza desiderata, a febbraio/marzo e, in stagione, si effettuano delle cimature di forma in modo da mantenere la siepe ordinata e ben curata.
Utilizzata come pianta aromatica in cucina e come pianta ornamentale da siepe per giardini, balconi e terrazze.
La Lavandula (Lavanda): sempreverde, cespuglio compatto, resistente al freddo e di colore argenteo. Esposizione soleggiata. Ci sono molte varietà di Lavanda ma, la più utilizzata, è la Lavandula Spica . La fioritura, composta di splendide spighe color lilla, è da maggio a luglio e, se volete, potete recidere i fiori, farli seccare, riunirli in un sacchetto di cotone per profumare l’ambiente o creare pout pourry. Per riuscire ad avere una pianta ben accestita e compatta, consiglio di effettuare 2/4 cimature durante il periodo vegetativo. In Febbraio, alla ripresa, potare la pianta se occorre, di un terzo circa, specie se molto legnosa alla base.
Anche se non viene quasi mai utilizzata come pianta aromatica, è sempre considerata tale, perché pianta di macchia mediterranea, come quasi tutte le aromatiche, e per l’utilizzo dei fiori.
Ci sono ancora tantissime piante aromatiche che possono essere coltivate in balcone come: Aneto, Artemisia, Cerfoglio, Coriandolo, Dragoncello, Issopo, Levistico, la Melissa, ecc. Restano naturalmente validi i consigli riportati inerenti la semina, il trapianto e tutte le tecniche colturali, anche per queste aromatiche. Lascio a voi la scelta delle varietà, che penso saranno subordinate all’ambiente, alla zona climatica, al gusto e al piacere personale.
Come si effettua una buona semina
Fra le diverse fasi della coltivazione, la semina non rappresenta più una delle fasi più importanti, anche perché in commercio la facile reperibilità delle piantine già pronte ad essere trapiantate è assicurata; ma sicuramente è uno dei momenti più belli e ricco di emozioni. Per chi vuole cimentarsi nella tecnica della semina, la germinazione del seme (cioè la nascita della piantina), deve essere seguita con molta attenzione perché è un momento critico e non sempre viene superato felicemente. I requisiti essenziali per una buona germinazione, di qualsiasi seme si tratti, sono: umidità, aria, caldo e, quando ormai dal seme iniziano a spuntare le prime foglioline, la luce. Un altro importante requisito che occorre per una buona riuscita della semina è ovviamente la buona qualità del seme stesso. A questo punto bisogna distinguere quali semi e quali piantine si prestano ad essere seminati direttamente nello stesso posto dove poi cresceranno e verranno raccolte le piantine, da quelle invece che necessitano di una fase intermedia, “Il Semenzaio”, un apposito contenitore dove vengono seminate e da dove saranno trasferite a dimora solo dopo aver superato le prime fasi di sviluppo. L’utilizzazione del semenzaio è molto conveniente nel caso di semi estremamente piccoli che rende difficile la distribuzione uniforme direttamente sul terreno, perché permette di anticipare la semina, perché un successivo trapianto permette di distanziare opportunamente le piantine rendendo la crescita delle stesse ottimale, per far superare alle piantine un periodo critico per il loro ciclo biologico e poter scegliere solo le migliori piantine per il trapianto.
Come si prepara un buon semenzaio:
Il semenzaio è il contenitore ideale dove far germogliare i semi e le dimensioni, anche se sono molto ridotte, permettono di allevarli in modo intensivo. Anche se fitti, bisogna stare attenti che la distribuzione del seme sia omogenea, per evitare che le piantine nascano troppo vicine e tendano a filare, crescendo verso l’alto e diventando deboli. Si può utilizzare allo scopo anche una semplice cassetta in legno, in plastica, in polistirolo o in terracotta. Le misure possono variare in funzione della quantità dei semi allevati, ma di norma il contenitore deve essere più lungo che largo e non superare gli 80 centimetri di lunghezza, i 50 di larghezza e i 30 di altezza, in modo da poter seminare comodamente, senza sforzo, e con la possibilità di proteggere il tutto in veranda o in un luogo al chiuso, in caso di freddo improvviso. Mettete del materiale drenante sul fondo: argilla espansa, ghiaia, cocci (vasi vecchi in terracotta) ben triturati, in modo da migliorare al massimo la fuoriuscita dell’acqua in eccesso. Distribuite in modo uniforme il terriccio, appositamente preparato per la semina e composto da torba e sabbia di fiume finemente sminuzzato e ben miscelato, e pressatelo leggermente fino ad arrivare a due centimetri dal bordo.
Distribuite i semi piccoli, che avete precedentemente miscelato con della sabbia molto fine e asciutta, omogeneamente, in modo da ottenere una semina più rada, aiutandovi anche con un cartoncino piegato a metà e ricopriteli con del terriccio misto a sabbia, distribuendolo con un setaccio. Lo spessore di terra che occorre a ricoprire i semi è pari allo spessore del seme stesso. Una volta ricoperti i semi, il terriccio deve essere nuovamente pressato leggermente, utilizzando un’assicella liscia o un disco di legno. Le irrigazioni vanno
eseguite spesso e con uno spruzzatore, in modo da non scoprire i semi e compromettere cosi la riuscita della semina, cercando anche di mantenere il terriccio sempre umido ma non zuppo. Fino a quando non compaiono le prime foglioline, potete coprire il semenzaio con del giornale tenendo i semi al buio, poi occorre fargli prendere luce. Se avete la possibilità, collocate solo per la notte una lastra di plastica trasparente sopra il semenzaio, aumenterà il grado di umidità e calore all’interno, accelerando cosi la germinazione dei semi. Posizionate il tutto in un luogo all’aperto, riparato dal vento e dal sole e attendete che i semi siano completamente germinati. Vi ricordo che le piantine non nasceranno tutte nello stesso momento e, per effettuare l’operazione di picchettatura, occorre aspettare che tutti i semi, o quasi, abbiano germinato.
Una volta che nel semenzaio le piantine avranno emesso tre quattro foglioline, possono essere trapiantate in piccoli contenitori (vasetti in plastica o torba) di quattro/cinque centimetri di diametro. Questo tipo di operazione si chiama “picchettatura” e deve essere eseguita con pazienza, delicatezza e attenzione per non rischiare di rovinare i piccoli e teneri germogli.
Il terriccio utilizzato per la picchettatura dovrà essere idoneo allo sviluppo delle radici (in commercio si possono scegliere tra diversi tipi), ma è consigliabile uno che consente di mantenere più a lungo l’umidità e quindi ricco di torba, e, per favorire allo stesso tempo un’ottima porosità del terreno, che abbia anche una piccola percentuale di pomice e sabbia.
Non appena le piantine si saranno riprese dalle operazioni di trapianto, dovremo poco a poco abituarle alle condizioni che poi diventeranno naturali nella loro vita all’aria aperta: cominceremo con far loro sopportare una leggera ventilazione, le annaffieremo meno intensamente di prima e solo quando il terriccio si dimostrerà asciutto per evitare anche sgradevoli episodi di marciume, e le esporremo gradualmente a temperatura ambiente, sempre però proteggendole dal sole diretto. Una volta che le piantine, che abbiamo trapiantato in vasetto, avranno raggiunto una sufficiente robustezza e con un buon apparato radicale, si potranno trasferire in piena terra o in vaso.
SCEGLIERE UN BUON TERRICCIO
Oltre all’acqua, l’aria e la luce, le piante per potersi sviluppare hanno bisogno del terriccio che ha un ruolo importante per la crescita, da esso assimila elementi principali come l’Azoto, il Fosforo, il Potassio, Calcio, Magnesio, Zolfo, secondari come: Ferro, Boro, Manganese, Zinco, Rame, Molibdeno. Esistono in commercio tanti tipi di terriccio già pronto per le esigenze delle diverse piante, ma l’importante, per le nostre piantine aromatiche, è che sia ben concimato e arricchito con sostanze organiche naturali come lo Stallatico Naturale (Letame), argilla e pomice.
Questa é una indicazione di massima per la scelta del terriccio da acquistare in relazione alle vostre piante. Una volta che la pianta é in vaso con il nuovo terriccio, non pensate che, oltre all’acqua, non dovete dare più nulla. Ad ogni irrigazione che fate, viene portata via dal terriccio una serie di sostanze nutritive che bisogna poi reintegrare. Prima di seminare, piantare e invasare le aromatiche, in febbraio/marzo cercate di cambiare più terriccio possibile dai vasi e aggiungete sostanze organiche utili per una buona partenza vegetativa come: Stallatico, Guano, Corna/unghia, Lupini, Ferro, si trovano facilmente nei Garden Center. Ogni 30 giorni circa, da aprile in poi, apportate, tranne nei periodi troppo caldi e quelli piovosi, un po’ di concime naturale, ma senza esagerare. Ogni due mesi circa, durante il periodo vegetativo, togliete una parte superficiale di terriccio, circa due centimetri, e aggiungetene del nuovo. Questo serve a non far compattare il terriccio, ad assorbire meglio l’acqua e a far respirare le radici.
Se occorre rendere il terriccio un po’ più drenante, potete utilizzare l’argilla espansa per evitare ristagni di acqua all’interno (ne occorrono tra i 5 e i 7 centimetri di altezza dal fondo del vaso) e miscelate una parte di sabbia al terriccio in percentuali di 80% di terriccio e 20% di sabbia.
LA CONCIMAZIONE
Una nutrizione equilibrata, completa e sufficiente, è alla base della salute di tutti gli esseri viventi compresi i vegetali, ed è per questo che le piante da orto hanno bisogno di una buona concimazione organica.
Per le piante aromatiche in vaso, il primo ed il secondo anno dalla messa a dimora, si interviene con: l’asporto di una parte superficiale di terriccio, leggera zappettatura di quello che rimane, aggiunta del concime organico naturale e si ricopre con nuovo terriccio.
Dal secondo anno in poi, o comunque quando si notano le radici in superficie, bisogna tagliarne il più possibile intorno. (Attenzione a quelle che sono troppo vicino alla pianta, non vanno toccate). Asportate le radici tagliate dal vaso, aggiungete un po’ di terriccio e di concime organico naturale, avendo l’accortezza di miscelare il tutto e ricoprite con uno strato di terriccio nuovo sufficiente a portare tutto a livello. Importante é capire che se si tagliano tante radici, non si può pretendere di trascurare la potatura. La pianta non riuscirebbe a compensare le poche radici con la tanta vegetazione. Quindi un lavoro subordina l’altro.
I concimi organici naturali utilizzati per la coltivazione delle piante sono facilmente reperibili nei vivai.
Contengono elementi importanti come:AZOTO FOSFORO POTASSIO
Vediamo nel dettaglio quali sono.
I CONCIMI ORGANICI NATURALI ESSENZIALI PER COLTIVARE LE AROMATICHE IN MODO NATURALE E BIOLOGICO
STALLATICO:
concime naturale chiamato anche Letame. Solito essere di Bovino, Equino, Ovino. In commercio si trova sottoforma di piccoli granuli (pellettato) o già miscelato. Oltre ad apportare gli elementi nutritivi primari come: Azoto, Fosforo, Potassio, migliora le proprietà fisiche del terreno. Un’enorme quantità di microrganismi utili per le varie trasformazioni che nel suolo operano a vantaggio delle piante, viene dal Letame. Deve essere impiegato di almeno un anno, c’é il rischio, se non é adeguatamente maturo, di liberare ammoniaca, nociva per le piante. Lo Stallatico và usato con moderazione ( rispettate le dosi delle confezioni) e solo nei periodi più freddi dell’anno.
GUANO: concime composto dagli escrementi di uccelli marini. Viene raccolto sulle coste e sulle isole disabitate di varie parti del mondo, tra cui il Perù, l’Africa e il Golfo Persico. Sottoforma di polvere grossolana color caffellatte, ( in commercio si trova in sacchetti o scatole da 1 Kg.) ha un’azione rapida e duratura, e’ sicuramente un ottimo concime .
CORNA/UNGHIA: preparato con corna e unghia di animali, contiene dal 7 al 15 % di Azoto e anche acido fosforico e fosfato di calcio. Si presenta sottoforma di polvere grigia e ha un’azione lenta. E’ uno dei migliori fertilizzanti organici ad azione lenta (lenta cessione).
SANGUE IN POLVERE: contiene dal 7 al 14 % di Azoto, é il più attivo di tutti i concimi organici. E’ stato dimostrato sperimentalmente che i suoi effetti cominciano a farsi sentire sul terreno 4 o 5 giorni dopo la sua applicazione. Si presenta sotto forma di polvere rosso scuro, molto solubile in acqua, ed e’ ottimo per preparare fertilizzanti liquidi. E’ particolarmente indicato per le piante in vaso.
Ci sono altri concimi organici: Farina di Pesce, Letame Pollino, Alghe Marine, Cuoio Torrefatto, ma sono più difficili da reperire in commercio.
Potremmo dire ancora molte cose sulle erbe aromatiche, ma solo l’esperienza e una corretta informazione possono aiutarci ad avere cura delle nostre “amiche” piante.
Autore: Luigi Carcone
Fonte: http://www.sevicol.it/resource/LuigiCarcone.doc
Per ulteriori informazioni : http://www.deastore.com/autore/Luigi%20Carcone.html
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