Scheda del film
I cavalieri che fecero l'impresa
Cinema
I cavalieri che fecero l'impresa
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Cinema scheda del film :
I cavalieri che fecero l'impresa
Titolo : I cavalieri che fecero l'impresa
Regia : Warhol Andy
Anno : 1966
Genere : drammatico
Formato : DVD
Lingua : inglese
Nazione : USA
Attori : Nico, Ondine, Brigid Polk, Ingrid Superstar, Ari, Eric Emerson
Trama :
Come nacque “The Chelsea Girls”Jonas Mekas aveva bisogno di qualcosa di nuovo per la sua “Cineteca” e commissionò il lavoro che poi divenne The Chelsea Girls. L’idea, come al solito, doveva trovarla Paul, ma non avendo egli mai lavorato né prima né dopo in realtà su commissione, partì assai svogliatamente dal fatto che Merle Oberon aveva appena interpretato a Broadway una duchessa nel famoso “Hotel” e noi tutti chiamavamo Bridget Polk, un po’ affettuosamente e molto per dileggio, la Duchessa… Insomma, per farla breve, si fece strada l’idea di girare degli episodi che si svolgessero in diverse stanze dello stesso albergo, il Chelsea Hotel per l’appunto.Nacquero così i primi screzi tra Warhol e Morrissey. Ci furono un bel po’ di discussioni per il titolo. Paul infatti più logico lo voleva chiamare appunto «Chelsea Hotel», ma un artista, anche se “pop”, non poteva essere banalmente “logico” ed alla fine la spuntò Andy ed il film divenne The Chelsea Girls, abbastanza impropriamente, per la verità, visto che solo alcuni dei dodici episodi nelle dodici stanze del Chelsea vede come protagoniste delle girls. Anzi!Visto lo scarso entusiasmo iniziale, i vari episodi furono filmati abbastanza rapidamente da Andy, che era noto per essere eufemisticamente poco loquace, e gli attori si ritrovarono praticamente senza direzione, copione e/o suggerimenti per cui più o meno inventarono ed improvvisarono cosa fare nella mezz’ora dedicata ad ogni singolo episodio.
Titolo originale : The Chelsea Girls
Note : interpreti che, senza aiuto di sceneggiatura e in pratica senza direzione artistica, portano sullo schermo il coraggio e la disperazione della loro stessa vita. Uno degli attori della Factory, Taylor Mead, descrive con queste parole l’esperienza di recitare senza alcuna direzione: «Un mélange molto umano, improvvisato in maniera pazzescamente vera, superspontaneo. Warhol è così diffidente dietro la cinepresa e così furiosamente silenzioso che uno ci si tuffa come se ti stesse ad ascoltare uno psicanalista che stai strapagando».
Fonte: www.itsos.gpa.it/storia/siti/dvd.xls
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