Come scrivere un saggio breve

 

 

 

Come scrivere un saggio breve

 

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Come scrivere un saggio breve

L’ARGOMENTAZIONE E IL SAGGIO BREVE CONSIDERAZIONI PRELIMINARI.
Argomentare vuol dire presentare una propria opinione – una propria tesi – intorno ad un determinato tema o problema, spiegarla e difenderla attraverso opportuni argomenti, allo scopo di persuadere chi legge della validità di quanto si dice. I testi argomentativi più diffusi sono gli articoli di fondo (o editoriali), in cui i giornalisti espongono le opinioni su un determinato evento, le arringhe degli avvocati, i discorsi degli uomini politici, le prediche e i sermoni dei sacerdoti e i saggi che trattano problemi filosofici, sociali, storici, scientifici, morali etc.
La struttura di base di un testo argomentativo potrebbe essere schematizzata in questo modo: 7 passi.
Tema/Introduzione----Tesi----Argomenti a favore della tesi----Antitesi---Argomenti a favore dell’antitesi----- Confutazione degli argomenti a favore dell’antitesi-----Conclusione.
Questa struttura può omettere delle variazioni, con la soppressione di uno degli elementi che la compongono:

  • Spostamento della tesi alla fine del testo: la tesi viene enunciata solo alla fine del testo;
  • L’omissione: la tesi viene lasciata sottintesa, ma è facilmente intuibile dall’insieme dell’argomentazione;
  • L’omissione degli argomenti a favore della tesi: l’argomentazione presenta solamente gli argomenti a favore dell’antitesi e li confuta (argomentazione confutativa);
  • Omissione dell’antitesi: il testo presenta solamente l’opinione dell’autore, senza prendere in considerazione l’antitesi cioè le obiezioni degli avversari (argomentazione affermativa).

In particolare i tipi di argomento che possono essere utilizzati con successo per convincere son fondamentalmente quattro:

  • Argomenti che riportano fatti concreti: per sostenere la validità della sua tesi, chi scrive adduce fatti concreti, esempi tratti dalla realtà o eventi noti a tutti. Così per dimostrare la tesi che il fumo della sigaretta danneggia i polmoni si possono citare le statistiche sull’argomento.
  • Argomenti logici: chi scrive adduce come prova fatti che sono la causa o l’effetto logico di ciò di cui si discute. Così se vuole dimostrare che il fumo fa male, può presentare l’elenco delle sostanze cancerogene contenute nelle sigarette e lasciare dedurre al suo interlocutore le conseguenze del fumo sull’organismo umano.
  • Argomenti di autorità: chi scrive adduce come prova l’autorevole opinione di un esperto della materia o di un personaggio noto per il successo che ha ottenuto. Così per dimostrare che il fumo è nocivo, chi scrive può riportare l’opinione di un famoso oncologo.
  • Argomenti pragmatici: l’emittente fa notare i risultati positivi e concreti derivanti dall’accettazione della tesi.Chi smette prima di fumare, ha meno possibilità d’ammalarsi.

IL SAGGIO BREVE.
Il saggio breve è un testo scritto che consiste nella trattazione di una tematica riguardo alla quale si sia in possesso di una certa documentazione e di cui si sia elaborata una personale interpretazione.
Già da questa sintetica definizione dovrebbe risultare chiaro il capovolgimento di prospettiva che la riforma dell’esame di stato impone ai nuovi candidati. Non si incomincia a scrivere subito, appena letta la traccia, come si faceva e si fa per il tema tradizionale, ma si inizia a scrivere soltanto dopo che si è raccolta la necessaria documentazione.
Per definizione il s.b. non può che essere breve. Nella "consegna" fornita allo studente all’inizio della prova viene di norma precisata una lunghezza standard: max 4-5 colonne di mezza pagina protocollo (si potrebbe anche dire 8.000-10.000 battute di un normale programma di videoscrittura).
La brevità e la sinteticità sono doti supreme per la stesura di un buon elaborato. Non vince chi scrive tanto, ma chi riesce a dire molto in uno spazio breve. Valori e criteri di giudizio sono per molti aspetti capovolti; chi riesce a inserire il maggior numero di informazioni nel più breve spazio possibile è giudicato con maggiore attenzione rispetto a chi si perde in digressioni, in esercizi virtuosi fini a se stessi, seppur ben confezionati. Dunque è auspicabile che il collegamento fra le proprie argomentazioni, fra il proprio personale modo di esporre le cose sia sorretto innanzitutto da cifre, dati statistici, definizioni esili ma chiare di un’idea-guida che costituirà la parte centrale della prova (il riassunto del saggio va a confluire nel tessuto della propria trattazione).
La stesura dovrà essere prevalentemente di tipo argomentativo: si tratterà cioè di descrivere, indicare, esporre e spiegare le ragioni degli altri confrontandole con le proprie.
A differenza di un tema, il s.b. non richiede per forza un’ introduzione. Si potrà entrare subito in medias res, perché si dà per scontato che il lettore medio, cui s’indirizza il nostro testo, conosca l’argomento (non così viene richiesto per l’articolo di giornale):
Si consiglia l’uso del presente storico, cioè della forma verbale assertiva per eccellenza.= (Si tratta di un presente grammaticale, ma riferito a eventi del passato. Si suppone che conferisca immediatezza ed efficacia alla narrazione. Es: In quel tempo Mazzini è a Londra per per diffondere l’idea della Giovane Europa) Meglio se il presente storico è confortato da una terza persona impersonale,(Es. si parla spesso…) sostituita, se proprio si deve,  dal pronome Io soltanto nella parte conclusiva del lavoro, laddove sarà bene mettersi in campo direttamente, con una valutazione personale piuttosto energica.
Il saggio breve non è un esercizio retorico, né un comizio, né una prova di virtuosismo stilistico-letterario: i puntini di sospensione, le esclamazioni, le troppe domande retoriche non avranno molti diritti di cittadinanza nel s.b.; alla fine si conteranno, verrebbe da dire "si peseranno" altri coefficienti nella valutazione: la stringatezza, l’efficacia riassuntiva, la capacità di citare senza dilungarsi e senza offrire il destro all’accusa di plagio (la cosiddetta ars citandi non gode di molta fortuna nelle aule scolastiche, sebbene richiederebbe un laboratorio a sé). Citare due-tre righe dal documento offerto va bene, riportare l’intero brano è pura follia. E così ancora: vi sono autori che per puro senso di buon gusto non si citano (per es. un presentatore di varietà televisivo non è autorevole quanto un uomo politico, nell’economia del s.b); una citazione vaga e indistinta è come non esistesse, anzi diventa controproducente …
Il tipo di scrittura non sarà semplicemente quello giornalistico, divulgativo, anche se la chiarezza espositiva è elemento di primaria importanza. Per una scrittura più brillante e colorita – chi la possiede non abbia timori – meglio però scegliere la forma dell’articolo di giornale. Il s.b. esige un minimo di serietà professionale, ma non esclude, ove necessario, il ricorso agli strumenti della polemica, ai toni accesi del dibattito culturale, se l’argomento lo richiede e soprattutto se si hanno argomenti adeguatamente documentati da mettere sul piatto della bilancia.
Il tono e il registro dovranno essere quelli di un buon manuale o, appunto, di un saggio d’autore. Per questo è fondamentale l’esercizio propedeutico della lettura di s.b. scritti da saggisti di professione e serve poco l’appiattimento al livello del settimanale divulgativo come accade nella maggior parte delle esercitazioni che spesso si leggono nei manuali scolastici sotto forma di esercizi. Uno dei problemi più seri della scuola odierna consiste nella perdita del senso critico, nell’appiattimento dei livelli interpretativi, sicché possono considerarsi alla stessa stregua un pur bravo inviato speciale e uno storico serio.
Non si improvvisa mai, tanto meno un s.b. Se prima di arrivare alla prova non si sono letti un po’ di s.b. "d’autore" non si farà dunque molta strada. Tra l’altro, non sarà male ricordare che i s.b. sono una prerogativa della tradizione culturale novecentesca del nostro paese, una delle non tante cose di cui le nostre "patrie lettere" possono a buon diritto vantarsi: si pensi alle Prose polemiche di Luigi Russo, giù giù fino agli Scritti corsari di Pier P. Pasolini, esiste una nobile tradizione lì pronta a offrire materiali di lavoro.
Come in ogni forma espressiva, nulla s’inventa, ma tutto s’impara osservando. Si individui un saggista che corrisponda ai nostri gusti personali e lo si segua in tutta la sua produzione "breve"; naturalmente non ci si dovrà ispirare osservandolo quando è alle prese con un "saggio specialistico" – che è altra cosa rispetto al "saggio breve" . Il s.b. è un genere a sé: non tutti gli studiosi lo praticano con la stessa maestria.

Istruzioni generali:
Il saggio breve è un testo argomentativo che è definito in questo modo quando la sua funzione prevalente è quella di argomentare, cioè di presentare una questione sostenendo un’opinione, cioè una tesi, e accompagnandola con argomentazioni (ragionamenti, ipotesi, prove) collegate tra loro, che consentano di dimostrarne la validità.
Lo scopo principale del testo argomentativo è dunque quello di persuadere il destinatario ad accettare la propria tesi e influire sul suo comportamento.
Elemento determinante in questo caso nella comunicazione è dunque il destinatario (l’nterlocutore o il pubblico cui si rivolge l’autore), delle cui caratteristiche (psicologiche, sociali culturali..) l’autore deve tener conto.

Parte significativa di un testo argomentativo è rappresentata, dalle argomentazioni, cioè dalle prove che l’autore utilizza per dimostrare la propria tesi. Quali possono essere tali argomentazioni? Esse sono fondamentalmente riconducibili  ad alcune fondamentali metodologie alle quali corrispondono varie tecniche: vediamo quali.

Metodologie e tecniche dell’argomentazione (quattro tipi).

1-Ragionamento deduttivo: parte da principi generali, da premesse presumibilmente condivise o da assiomi definiti, e attraverso una serie di deduzioni, giunge a conclusioni indiscutibili.

2- Ragionamento induttivo: parte da osservazioni di casi particolari e cerca di ricavarne leggi valide in generale. La validità di questo tipo di ragionamento è condizionata dalla quantità e qualità di casi osservati.

3- Ragionamento abdutivo: si basa sull’osservazione di casi, come il metodo induttivo, ma in mancanza di un gran numero di esempi, si affida a pochi indizi.

4-Ragionamento analogico: si basa sul confronto tra una situazione nota e una situazione ignota, che si suppone simile alla prima.

Come scrivere un testo argomentativo?

  • Articola il testo in paragrafi ben distinti corrispondenti ciascuno a un passaggio logico dell’argomentazione. Ogni paragrafo dovrebbe contenere un’informazione nuova, o prendere in esame un argomento nuovo)
  • Ciascun paragrafo dovrebbe contenere, sarebbe meglio ma non è obbligatorio,  una parte di informazione e una di argomentazione.
  • Collega tra di loro i paragrafi per mezzo di connettivi, che hanno la funzione di realizzare la coerenza  del testo e rendono evidenti i passaggi dell’argomentazione.
  • Costruisci periodi complessi e preferisci la subordinazione alla coordinazione, in quanto essa esprime meglio la complessità del ragionamento che vai svolgendo. Utilizza spesso il periodo ipotetico.
  • Usa preferibilmente il tempo presente affinché la tesi e i relativi argomenti risultino validi in generale, indipendentemente dal contesto temporale.
  • Se intendi presentare la tesi in modo oggettivo e marcare una separazione  tra te che scrivi e l’argomento trattato, utilizza i verbi in modo impersonale (si deve, è necessario che, è opportuno affermare che..)
  • NB: sarebbe da evitare.Se invece vuoi evidenziare il tuo ruolo e assumerti la piena responsabilità di ciò che dici, usa verbi in prima persona singolare (credo che, penso di poter sostenere, ritengo giusto, affermo che…) oppure espressioni come a mio parere, secondo il mio punto di vista..
  • Le due possibilità possono convivere anche nello stesso saggio breve, magari la seconda nella parte conclusiva, secondo logicamente l’argomento che si è trattato.
  • Puoi ricercare un coinvolgimento del tuo destinatario, con espressioni come: vi sarete trovati nella situazione di, forse vi domanderete perché, potreste obiettare…
  • Scegliere un registro linguistico adeguato. Usa sempre un registro linguistico piuttosto formale.

QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DEI PARAGRAFI IN CUI SI SVILUPPA L’ARGOMENTAZIONE?

  1. Ogni paragrafo dovrebbe contenere una sola idea.
  2. Un paragrafo può essere costituito da una sola frase oppure da più frasi, tutte comunque che trattino un solo punto dell’argomentazione.
  3. Ogni paragrafo deve avere una relativa autonomia rispetto al resto dello svolgimento, in quanto deve trattare in modo compatto e relativamente esauriente il corrispondente punto di una nostra personale scaletta argomentativa, ma, al tempo stesso, deve essere coerentemente collegato agli altri paragrafi, in particolare a quello che lo precede e a quello che lo segue.
  4. Se vengono nuove idee, aggiungi nuovi punti alla tua personale scaletta di lavoro, ma verifica che non siano ripetitivi, superflui e contraddittori.

 

Consigli per la stesura dei paragrafi:

    • Ogni paragrafo dovrebbe sviluppare un punto della tua scaletta di idee, evidenzia bene l’argomento principale. Se ci sono argomenti secondari non dare loro troppo spazio.
    • Ogni paragrafo deve concludersi con un punto fermo, non bisogna andare a capo all’interno del paragrafo. In linea di massima non bisogna superare mai le cinque righe per frase e le dieci o quindici righe per paragrafo.
    • Se decidi per un organizzazione del periodo in forma ipotattica fai in odo che nel complesso risulti comprensibile. Se decidi invece che ti va meglio un periodare per frasi coordinate, fai in modo che dia l’idea di una serie di pensierini giustapposti. Perciò trasforma qualche proposizione coordinata in subordinata. Nel saggio breve sarebbe preferibile la subordinazione.
    • Vai sempre a capo dopo aver esaurito un punto della scaletta. L’inizio del paragrafo successivo deve essere segnalato con un rientro evidente. Tra un paragrafo e l’altro si può anche saltare una riga per evidenziarne lo stacco.
    • Ogni paragrafo deve essere coeso con gli atri.
    • Adotta uno stile costante in tutti i paragrafi.

Come ottenere la coesione tra i paragrafi:
Presta particolare attenzione ai connettivi, cioè a quegli elementi (congiunzioni, avverbi, preposizioni) che collegano parole o parti del discorso all’interno di una frase o tra una frase e l’altra.

Rapporto

Connettivi

Cronologico

Prima, prima di, precedentemente, dopo, successivamente, nel frattempo, intanto, quando, mentre.

Spaziale

Davanti, dietro, sopra, sotto, dove.

Causa-effetto

Poiché, perché, perciò, conseguentemente, dato che, dal momento che.

Somiglianza-opposizione

Come, analogamente, ma, però, tuttavia, invece, mentre.

Spiegazione

Cioè, infatti, ossia.

Conclusione

Quindi, pertanto, perciò, allora.

 

 

CONSIGLI PER LA STESURA DELL’INTRODUZIONE:
L’introduzione di un testo ha in genere la funzione di presentare in modo globale l’argomento, anticipandone il contenuto e delimitandone al contempo i fini. Ha la funzione di predisporre il lettore alla lettura, è perciò opportuno che sia coinvolgente e chiaramente formulata.
Non è per forza obbligatorio dedicarsi alla presentazione come prima operazione della stesura del saggio; spesso è meglio dedicarsi a questa fase dopo che si è steso il corpo centrale del testo, soprattutto se si ha difficoltà a incominciare.
Niente vieta tuttavia che si cominci proprio dall’introduzione, se si ha qualche idea brillante al riguardo. In ogni caso si consiglia di non scrivere introduzioni troppo ampie, anzi di essere il più possibile stringati.
Ecco alcuni tipi di introduzione e i corrispondenti consigli di stesura.

Tipologia d’introduzione

Consigli per la stesura.

Inquadramento sintetico dell’argomento.

Evidenzia le idee portanti del testo, riformulando la traccia (se ti era stata fornita) oppure anticipando le parti in cui si articolerà la trattazione (per esempio la tesi e le principali argomentazioni, se si tratta di un testo argomentativo, come un saggio), oppure fa una breve presentazione informativa dell’argomento principale.

Domande.

Poni in maniera problematica le principali questioni a cui il testo tenterà di dare risposta.

Affermazioni.

Invece che esprimerti in forma interrogativa , fa delle affermazioni  che anticipino le principali questioni del testo.

Citazione.

Cita un brano letterario o la frase di un personaggio famoso, oppure un proverbio o una massima, che sintetizzi l’argomento principale o dia autorevolezza a quanto segue.

Fatto.

Fa riferimento a un fatto storico, a una vicenda personale o cita un aneddoto a cui il successivo svolgimento si colleghi.

In medias res

Entra direttamente in argomento evitando l’introduzione.

 

CONSIGLI PER LA STESURA DELLA CONCLUSIONE:
La conclusione ha il compito di riassumere il contenuto e gli scopi essenziali del testo congedandosi dal lettore. Come per l’introduzione, anche per la conclusione si consiglia di attendere di aver completato il corpo centrale del testo, prestando attenzione ad essere coerente  con quanto esposto precedentemente. Anche la conclusione presenta varie tipologie.

Tipologia di conclusione

Consigli per la stesura

Riassunto sintetico dell’argomento.

Riprendi molto sinteticamente i passaggi principali dello svolgimento.

Domande.

Riproponi al lettore la problematicità delle principali questioni affrontate, lasciando, in un certo senso, ancora aperta la discussione.

Affermazioni.

Definisci in modo sintetico le conclusioni a cui sei giunto.

Citazione.

Cita un brano letterario o la frase di un personaggio famoso per dare autorevolezza  a quanto esposto.

Fatto.

Fai riferimento a un fatto storico o a un aneddoto o a una vicenda personale che confermano quanto hai detto.

Nessuna conclusione.

Non inserire alcuna conclusione, se ritieni che il discorso sia già sufficientemente chiaro.

 

Il titolo: Il titolo è un nome o un sintagma o una breve frase (verbale o nominale) che indica in forma estremamente sintetica  il contenuto (argomento, soggetto, notizia) di un testo. Il suo scopo è quello di anticipare sinteticamente il contenuto del testo e di attirare l’attenzione del lettore invogliandolo alla lettura integrale del testo.
Il titolo può essere seguito dal sottotitolo , cioè da un titolo secondario che ne spiega e amplia il contenuto.

Come scrivere un titolo:

  • Se scegli per un titolo denotativo, comincia con lo scrivere una frase che riassuma in forma estremamente ridotta il contenuto del testo. Quindi opra successive riduzioni della frase fino ad arrivare a uno o due nomi o un sintagma o una frase brevissima.
  • Se scegli un titolo connotativo , lasciati andare alla fantasia: fai ampio uso di tutte le figure retoriche, i giochi di parole ecc che ti possono venire in mente. Non disdegnare le tecniche pubblicitarie. (frasi a effetto, ellittiche, nominali, citazioni tra virgolette, neologismi, sigle).
  • Valuta l’efficacia del titolo rispetto alla corrispondenza con il contenuto del testo e al rapporto con il lettore.
  • Colloca il titolo sopra il testo, in posizione centrale e scrivilo in caratteri più grandi.
  • Se ti viene richiesto aggiungi anche il sottotitolo (sotto il titolo) e l’occhiello ( sopra il titolo) , in caratteri più piccoli e possibilmente diversi , per approfondire e ampliare il contenuto del titolo.

NB: Nella pratica delle consuetudini scolastiche quando ti viene chiesto di scrivere un saggio breve su un particolare argomento, di solito ti vengono forniti dei documenti. Occorre pertanto leggere con attenzione tutti i documenti, cercare di capire quale tesi o punto di vista si cela dietro le parole dell’autore. Solo dopo aver letto, posso prendere in esame l’idea di abbracciare la tesi fornita da uno degli autori dei documenti forniti. Ma posso anche decidere che nessuna tesi avanzata dai documenti mi convince appieno. Tenendo conto che non sono assolutamente obbligato a utilizzare tutti i documenti che vengono proposti, sceglierò quei passi o quei punti che sono necessari alla mia argomentazione.

 

Fonte: http://www.iiscostaazarasorgono.it/attachments/article/80/Argomentare%20e%20saggio%20breve.docx

Sito web da visitare: http://www.iiscostaazarasorgono.it

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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Come scrivere un saggio breve

Il saggio breve

"Sviluppa l'argomento scelto o in forma di 'saggio breve' o di 'articolo di giornale', utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Se scegli la forma del 'saggio breve', interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Da' al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo. […]. Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo."

Il saggio breve è una trattazione di un tema riguardo al quale si sia in possesso di una documentazione e di cui si sia elaborata una personale interpretazione. Si può fare affidamento su quattro-cinque citazioni, di una decina di righe ciascuna, dove sono proposte tesi spesso contrapposte. A questo punto, il candidato deve difendere una tesi, usando un tono adeguato al destinatario. Siccome c'è un limite di quattro-cinque colonne di protocollo, bisogna essere abili a inserire il maggior numero di informazioni nel più breve spazio possibile.

Scelta dell'argomento


Argomento artistico-letterario

Da quando è iniziata la nuova maturità, tutti i saggi brevi di argomento artistico-letterario sono stati incentrati su un cosiddetto tema e su come esso sia stato affrontato da diversi autori (generalmente) dell'Ottocento e del Novecento.
Il tema di un'opera letteraria è, in sostanza, l'argomento del quale essa si occupa: può essere un problema perenne del comportamento (es. il dubbio tra politica e famiglia), una condizione dell'esistenza (es. l'esilio, la schiavitù), una situazione ricorrente (es. il conflitto tra padre e figlio), un tipo psicologico/ professionale (es. l'intellettuale, il ricco, il geloso), un personaggio del mito e della tradizione letteraria (es. Ulisse, Edipo, Faust, Amleto, Romeo e Giulietta). Alcuni temi sono di breve durata, altri dilunga durata (ad es. il tema del mare, che appare nell'Odissea, nell'Eneide, in Dante, ma anche nella Tempesta di Shakespeare e più recentemente nella poesia ligure di Sbarbaro e Montale).
Ogni tema è realizzato diversamente in ambito letterario: la sua realizzazione concreta è il motivo. Ad es. se la maternità è un tema, sono motivi la madre che allatta il bambino, la madre realizzata in mezzo ai figli, la madre che piange il figlio morto.

Argomento storico-politico

Il saggio breve/ articolo di giornale di ambito storico-politico è, in sostanza, un tema storico, al quale si devono aggiungere citazioni tratte dai testi, quasi sempre famosissimi, citati nel dossier. I suggerimenti che possono essere dati per un tema di attualità o storico valgono dunque anche per questo tipo di componimento.
Nella quasi totalità dei casi, si è trattato, per ora, di indagare un argomento riferibile o al mondo odierno o soprattutto al Novecento, con grande attenzione ai fenomeni della politica, tutti argomenti che in genere non sono affrontati in classe. Rispetto al tema storico, il saggio breve di questo ambito non richiede, perlomeno non sempre, una conoscenza particolarmente approfondita, ricca di date e nomi, della storia del Novecento. Però, rispetto al primo ambito, esso ha meno tracce di sostegno, quasi sempre tratte da grandi opere storiografiche (in particolare, molto citato Hobsbawm, Il secolo breve) oppure da discorsi collegati a precise occasioni. Sarebbe opportuno, dunque, conoscere l'occasione in cui queste orazioni sono state tenute in pubblico: qualche volta sono di aiuto le indicazioni bibliografiche, altre volte invece bisogna far ricorso alla propria memoria.

Argomento socio-economico

Potrebbe essere assimilato al tema di attualità. Il taglio, però, che gli si deve dare è piuttosto sociologico: vi potrebbe riuscire bene un preparato studente del liceo psico-pedagogico. Per evitare una certa sommarietà nell'enucleazione della tesi, occorrerebbe infatti una conoscenza degli argomenti di un manuale liceale di scienze sociali: potrebbero essere scelti argomenti come l'aggressività, media e educazione, le tossicodipendenze, il rapporto tra libertà individuale, cultura e democrazia, i processi di socializzazione, la divisione del lavoro, donna e famiglia, lo stato sociale, la comunicazione politica, i comportamenti elettorali, etnocentrismo e relativismo culturale, la mondializzazione, status e ruoli sociali, la pubblicità e la persuasione attraverso i media.
Se immaginate di impegnarvi su questo versante, attrezzatevi con schemi, appunti e conoscenza della terminologia tecnica della sociologia. Qui trovate alcuni concetti base, ma schemi e terminologia sono stati scritti da studenti, dunque è tutto da prendere con le molle: http://skuola.tiscali.it/sociologia/   http://www.studenti.it/appunti/superiori/sociologia/ (per il secondo sito, occorre la registrazione).

 

Argomento tecnico-scientifico

Scrivere un saggio su questo argomento è in pratica un suicidio: meglio un articolo su un giornale di divulgazione (alla maniera di Focus). Siccome l'argomento è rivolto a tutti e non solo a un liceo scientifico con indirizzo biologico, dovrebbe essere possibile affrontarlo senza essere esperti in materia. D'altra parte, le scelte negli ultimi anni ondeggiano tra un argomento legato alla civiltà informatica e i grandi quesiti della scienza. Se siete appassionati di Piero Angela, forse vi troverete bene.
Per alcuni esempi di argomenti possibili, potete consultare questo sito, dove è raccolta una serie di articoli-saggi su temi specifici: http://www.cosediscienza.it/

 

Operazioni preliminari
In genere si sostiene che fondamentale è la lettura dei documenti allegati: si tratta in genere di testi di vario tipo, a seconda dell'argomento (voci di enciclopedia, testi letterari, opere d'arte, fotografie, tabelle statistiche). Per ogni documento (soprattutto quando non sono molti), occorre estrapolare una idea chiave, da riutilizzare nel saggio breve (o anche nell'articolo). In altri casi, invece, i documenti sono solo informativi e presentano piuttosto che concetti o argomenti dati ai quali si può fare riferimento.
E' importante anche, in questa fase, mettere in rilievo con l'analisi le aree di somiglianza o diversità tra i vari documenti. In questo modo emergono i diversi punti di vista sull'argomento. In questo modo, si dovrebbe individuare un nucleo problematico cui collegare tutti i documenti: questo sarà il filo conduttore del ragionamento.

In teoria, però, chi è in difficoltà nell'interpretazione complessiva dei documenti (può capitare, soprattutto non in campo letterario-artistico, ma negli altri) può scegliere di scrivere, semplicemente, un tema, nel quale utilizzare il materiale del dossier come supporto, senza cioé farsi suggerire il ragionamento sotteso al saggio dal dossier stesso. Questo è un modo di procedere che semplifica di molto l'approccio al saggio: in effetti, lo riduce ad un tema facilitato.

 

Stesura
La stesura di un saggio breve segue, in sostanza, quella di un testo argomentativo. Bisogna stendere una scaletta ed esporre la propria tesi. Qualche volta è necessario, soprattutto se l'argomento è scientifico, che il collegamento fra le proprie argomentazioni sia sorretto da cifre o dati statistici: qualche volta sono informazioni date dal dossier stesso, altre volte si possono inventare percentuali e cifre (senza esagerare) che possano sembrare verosimili. Se, ad es., voglio dimostrare che internet può diventare una trappola, si possono menzionare statistiche del Ministero degli Interni (magari americano, o inglese) attestanti il fatto che le truffe sulla rete sono aumentate del 75% negli ultimi cinque anni, o che l'Università di Manchester ha calcolato che almeno 1 su 2 utenti di facebook ha subito un tentativo di furto d'identità, ma senza conseguenze.
In teoria, il saggio potrebbe anche essere semplicemente espositivo, cioé potrebbe presentare un quadro oggettivo del problema, illustando anche le diverse opinioni in campo, magari con una conclusione più personale, nella quale emerge la propria posizione sull'argomento.
Attenzione, però, a non usare MAI la prima persona, ma la terza persona impersonale, con espressioni come: "La maggioranza degli studiosi del problema è d'accordo nell'affermare che...", "Si sostiene, in genere, che..." e così via. E' vivamente consigliato l'uso del presente storico. E' possibile, tra l'altro, dare un titolo a ciascuno dei paragrafi (perfino numerandoli). E' naturale che il saggio esiga un lessico appropriato, talora specialistico. Non esclude la polemica. Il tono e il registro devono essere (almeno) quelli di un buon manuale.

 

Destinazione
Occorre decidere SEMPRE dove il saggio potrebbe essere pubblicato, cioè qual è la sua destinazione editoriale. Questa dicitura deve essere presente sulla prima pagina della bella all'esame, in modo che sia perfettamente chiaro all'esaminatore qual è il tipo di pubblico al quale ci si rivolge.
Qui di seguito, si elencano tutte le tipologie più sfruttate di destinazione con alcune note di commento:
1. fascicolo scolastico: scritto da un esperto per un pubblico di studenti, è un saggio per modo di dire. La tesi dev'essere semplice, lo stile espositivo, anche se elegante: in genere perfino la paragrafazione è molto evidenziata (per rendere migliore la lettura). Le note a piè di pagina sono quasi sempre evitate: al massimo, in fondo, può essere segnalata una sommaria bibliografia, con l'indicazione di alcuni volumi e/o articoli interessanti sull'argomento. E' una tipologia di scrittura semplificata, ma pericolosa, perchè troppo banale. Ed inoltre sulla definizione di fascicolo scolastico non c'è pieno accordo tra i docenti, anche perché questo non è che un termine (vuoto) dello scolastichese.
2. rassegna di argomento culturale: altro termine dello scolastichese; nuovamente, non c'è accordo tra i docenti sul suo significato. Il vocabolario sostiene che è o un periodico (vedi dopo) o un resoconto ordinato di opere pubblicate su un argomento. Mettiamo caso che l'argomento del saggio breve sia l'interpretazione di un autore della letteratura italiana: in una rassegna potrebbero essere menzionati tutti (o quasi) i libri scritti da critici e studiosi su quest'autore. Naturalmente, una rassegna di questo tipo dovrebbe essere in ordine cronologico, menzionare i rapporti tra gli studiosi (contemporanei o meno, legati da rapporti di docenza, appartenenti alle stesse scuole critiche o meno, in aperta polemica etc.) e soprattutto i titoli dei loro volumi (ed eventualmente i cambiamenti di opinione intervenuti tra un volume e l'altro).
3. raccolta di studi: il termine indica un volume che raccoglie saggi diversi che possono essere collegati dall'argomento (ad es. una raccolta di studi sul Risorgimento, o sul tema della donna-vampiro nell'Ottocento europeo) o solo dalla circostanza della pubblicazione (ad es. una raccolta di studi pubblicata per celebrare un anniversario di un anziano professore, o della morte di un personaggio storico, o della fondazione di una città, di una importante industria, di una banca, di una università). Il pubblico può essere vario, ma in genere il testo dovrà essere dotto, ricco di note a piè pagina, scritto con un linguaggio serio e specialistico, a meno che, ad es., la celebrazione in questione sia rivolta ad una platea più vasta.
Per scrivere un saggio che rientra in una raccolta si può immaginare di redarre, per la raccolta stessa, l'introduzione. Essa, nella maggior parte dei casi, affronta l'argomento nelle sue generalità, dando una lettura anche sommaria delle principali tematiche ad esso inerenti; talora, racconta non solo l'occasione della pubblicazione (eventualmente anche di saggi già proposti precedentemente - i quali potrebbero essere semplicemente quelli menzionati nel dossier, naturalmente), ma anche in breve il senso dei singoli studi raccolti insieme.
4. opuscolo culturale: di carattere piuttosto informativo e oggettivo, è pubblicato a cura di un'associazione privata o di un ente pubblico in alcune occasioni come la presentazione di una rassegna cinematografica, di una mostra di pittura, di un ciclo di letture o conferenze. Ad es., sono opuscoli anche i testi che accompagnano, descrivendoli, gli itinerari turistici.
5. rivista specialistica: si tratta di un periodico specialistico, dedicato cioé a una disciplina. Gli autori sono esperti della materia e si rivolgono a un pubblico di addetti ai lavori. Naturalmente, un saggio di questo tipo è da evitare.
6. rivista divulgativa: si tratta di un periodico che diffonde temi e risultati della ricerca scientifica presso un pubblico più vasto, con rigore, ma usando una lingua accessibile.
7. periodico d'attualità o d'opinione: affronta argomenti della vita sociale, politica e culturale di un paese. Contiene notizie e servizi in grado di soddisfare la curiosità di molti lettori, caratterizzati da lingua semplice e toni talora sensazionalistici. In questo caso, è molto difficile vedere la differenza tra un saggio breve e un articolo di giornale. Ne segue che è decisamente meglio evitare anche questa destinazione.
8. sito internet: classica scorciatoia del maturando in difficoltà, il quale deve limitarsi a scrivere in modo leggibile, dando una lettura anche sintetica degli argomenti. Le note a piè pagina sono sostituibili in questo caso da link, come si chiamano in gergo internautico, o da riferimenti ad altri siti internet sull'argomento. E' auspicabile la costruzione di una bibliografia in fine articolo, con l'indicazione anche dei siti internet consultati (con la data dell'ultima consultazione).

 

Titolo
Il titolo dev'essere breve e sintetizzare l'argomento che verrà sviluppato. Immaginiamo di dover dare un titolo ad un saggio sulla poetica di D'Annunzio:
- dichiarativo: "Essere poeta secondo D'Annunzio"
- dubitativo: "E' davvero un poeta l'esteta dannunziano?"
- catastrofico: "La catastrofica crisi dell'idea di poeta e il nuovo vate D'Annunzio"
- di invito alla riflessione: "A proposito della riflessione dannunziana sull'essere poeta, tra superuomo e inettitudine morale"
- commemorativo: "In occasione dell'anniversario della "Pioggia nel pineto": D'Annunzio e le sue idee di poetica"
- con citazione: "O rinnovarsi o morire: la rivoluzione della figura del poeta dannunziano"
- provocatorio: "Canto (si fa per dire) novo: D'Annunzio "immagina" di cambiare il mondo della poesia"
- fantascientifico: "Torniamo indietro nel tempo per fermare D'Annunzio"

 

Citazioni
Com'è noto, le citazioni letterali (cioé quelle fedeli e trascritte alla lettera dall'originale) vanno sempre tra virgolette con l'indicazione dell'autore e dell'opera dalla quale esse sono state tratte; quest'ultima può entrare nel testo oppure può essere posta tra parentesi:
L'autore così racconta nel romanzo "Febbre d'amore": "Ludovica s'era appena svegliata e già avrebbe voluto tornare a letto..." (Milano 1972, p. 55).
Lo studioso dichiara a questo proposito: "Ascoltare qualcuno che legge ad alta voce è molto diverso che leggere in silenzio" (I. Calvino, "Se una notte d'inverno un viaggiatore", Torino 1979, cap. IV, p. 67).
L'indicazione bibliografica contiene, come sarà stato notato, IN QUESTO ORDINE, il nome dell'autore (con l'iniziale del nome abbreviata), il titolo dell'opera, il luogo d'edizione e l'anno, il numero della/e pagina/e.
Se si tratta di versi, vanno posti tra virgolette e separati da una sbarretta:
Fu significativa, in quel contesto, la mirabolante invenzione ungarettiana: «M'illumino / d'immenso» ("L'allegria", "Mattina" , Milano 1931, pp. 76-77).
Quando, invece, si riassumono con parole proprie brani di autori, va comunque specificata la fonte consultata in una nota a piè pagina, nella quale si potrà usare l'abbreviazione "Cfr." o una precisazione più esplicita:
(livello del testo) Il Malaguti sembrò d'accordo in un primo momento con le tesi del suo collega, ma nel 1904, in un nuovo articolo sul problema, lo attaccò in un modo che sembrò ai più eccessivo, accusandolo di aver travisato il senso di tutta la questione, e di averlo fatto solo per una propria convenienza1.
(a piè del testo) 1. Cfr. C. Malaguti, "Ragioni del mio disaccordo", "Micromega" LXX, 1904, pp. 14-67.
(oppure:) 1. Così si esprimeva Malaguti in "Ragioni del mio disaccordo", "Micromega" LXX, 1904, pp. 14-67.
Le note a piè pagina (o eventualmente alla fine del testo, come succederà probabilmente all'esame di maturità) possono contenere:

  • (come s'è visto) indicazioni editoriali che accompagnano una citazione;
  • notizie accessorie cui non si vuole rinunciare;
  • possibili obiezioni cui è meglio rispondere senza interrompere l'argomentazione;
  • citazioni non usate nel testo, ma in grado di servire come rinforzo.

Abbreviazioni spesso usate nelle note sono le seguenti:
cap./ capp. = capitolo/ capitoli
cfr. = confrontare, vedere anche.
e. g. = ad esempio
fig./ figg. = figura/ figure
ibid./ ibidem = nello stesso luogo, cioè nella stessa opera e nella stessa pagina. Funziona se la nota precedente si riferisce allo stesso testo.
passim = la totalità di un testo si riferisce all'argomento per il quale vorremmo citarlo.
p./pp. = pagina/ pagine
s./ ss. = seguente/ seguenti. Si usa il plurale soprattutto, quando non si vuole stabilire fin dove un testo tratta di un dato argomento.
sic = garantisce che la citazione che si fa è corretta, anche se sembra strana (per ragioni ortografiche, ad es.).
vol./ voll. = volume/ volumi


Qui sono stati segnalati due titoli: quello della raccolta e quello della poesia.  

In questo caso, è citato un articolo tratto da una rivista, dunque si omette il luogo di pubblicazione.

 

Fonte: http://alumniterribiles.files.wordpress.com/2010/07/indicazioni-sulla-stesura-di-un-saggio-breve.docx

Sito web da visitare: http://alumniterribiles.files.wordpress.com

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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