Dislessia esercizi e strumenti compensativi

 

 

 

Dislessia esercizi e strumenti compensativi

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione)

 

Come orientarsi nel mondo della dislessia.

Documento introduttivo

            La dislessia è una disabilità specifica dell’apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà a effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarsa abilità nella scrittura e nella decodifica. Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio, che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un’adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura, che può impedire la crescita del vocabolario e della conoscenza generale.
I Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), secondo i dati dell’Associazione Italiana Dislessia, interessano circa il 4% al 6% della popolazione scolastica che, se non affrontati adeguatamente, possono provocare conseguenze sul piano psicologico, sociale e lavorativo.
I DSA comprendono la dislessia (difficoltà di lettura), la disortografia (difficoltà nella correttezza ortografica), e la discalculia (difficoltà nell’area del calcolo).
E’ importante sottolineare che i DSA sono disturbi neuropsicologici e non sono causati da deficit cognitivi né da problemi ambientali o psicologici o sensoriali e neurologici.
Il nucleo del disturbo è la difficoltà a rendere automatico e facile il processo di lettura di scrittura e di calcolo, la mancanza di automatismo obbliga l’alunno con DSA ad impiegare molto tempo ed attenzione per leggere scrivere e calcolare.
Molte ricerche condotte negli ultimi anni hanno evidenziato l’esistenza di due fattori di rischio : la presenza di un ritardo o di un deficit di linguaggio e la familiarità.

 

COME SI MANIFESTA

L’alunno dislessico  ha difficoltà scolastiche che di solito compaiono già nei primi anni di scuola e persistono negli anni seguenti.
Le prime difficoltà osservabili riguardano l’incapacità a mantenere la stabilità delle acquisizioni come l’associazione fra fonema e grafema che deve essere spesso ripresa. Può persistere una lettura sillabata con difficoltà a raggiungere la modalità lessicale, quando questa è conquistata sono frequenti errori per anticipazioni errate.
Nella scrittura sono frequenti gli errori che tendono a permanere numerosi nell’arco della scolarità.
In matematica è difficile l’esecuzione anche di semplici calcoli e l’acquisizione delle procedure.
Spesso oltre a queste difficoltà c’è una limitazione della memoria sequenziale (non vengono ricordati mesi, alfabeto, tabelline, date…).
Col tempo il disturbo si modifica senza scomparire, diminuiscono  gli errori e la lettura diventa più fluente, ma nonostante il miglioramento l’alunno mantiene una differenza di velocità a di accuratezza di lettura che si discosta dalla media della classe.
Se non sostenuto con adeguate misure il bambino può mostrare disturbi psicologici, può perdere la fiducia in se stesso o avere alterazioni del comportamento.
Queste sono conseguenze dei DSA e non cause.

 

COME AFFRONTARE LA DISLESSIA A SCUOLA

 

L’insegnante può essere la prima persona che si accorge del problema e quindi il suo intervento è determinante.
Di fronte alla discrepanza fra potenzialità intellettive adeguate e notevoli difficoltà nella letto scrittura, l’insegnate deve indirizzare i genitori ad avviare un corretto iter diagnostico.

La diagnosi permette di evitare l’errore più comune che è la colpevolizzione del bambino (“Non impara perché non si impegna”), errore che determina sofferenza e frustrazione.
La diagnosi, la riabilitazione e gli interventi mirati permettono una certa riduzione del disturbo e apportano  i maggiori benefici.
E’ utile porre attenzione lungo tutto il corso della scolarità obbligatoria ma soprattutto nei primi anni della scuola primaria al fine di identificare i bambini e le bambine con dislessia e mettere inatto tutti gli interventi di recupero.

 

CONSIGLI DIDATTICI  

Nel processo di insegnamento/apprendimento :

  1. valorizzare le capacità

La valorizzazione delle capacità integre è molto importante quanto quella dell’intervento sul disturbo.
Proprio perché si tratta di disturbi di apprendimento specifici e relativi quindi solo ad alcune limitate, anche se importanti competenze, è fondamentale aiutare l'alunno a sviluppare strategie idonee a raggiungere con altri mezzi risultati comunque soddisfacenti e, soprattutto, evitare che un problema settoriale influisca negativamente su tutti gli apprendimenti nonché sulla motivazione e l'autostima.
L’alunno dislessico presenta un’adeguata comprensione del linguaggio e in genere un’adeguata comunicazione orale.

  1. adattare la didattica

L’adattamento della didattica è fondamentale perché chi lavora con alunni con dislessia deve sapere
che l’obiettivo non può essere quello di eliminare gli esiti del deficit ma quello di cercare di arrivare alla migliore prestazione possibile. Gli adattamenti riguardano le strategie didattiche (con le misure dispensative), gli strumenti compensativi ed il processo valutativo ( nota MIUR Prot. N: 4099/A del 5 ottobre 2004,nota MIUR Prot. N. 26/A del 5 gennaio 2005).

a) Strategie didattiche e misure dispensative
Nei confronti degli alunni dislessico è necessario che gli insegnanti valutino con attenzione le consegne didattiche e le rapportino sempre alle difficoltà degli alunni stessi. C'è il rischio che il problema specifico, se non adeguatamente affrontato, investa anche le aree dell'apprendimento che non sono assolutamente compromesse con effetti nefasti anche sulla personalità di questi alunni e, in generale, sul loro rapporto con la scuola.
L'atteggiamento attento e responsabile dell'insegnante rappresenta sempre la migliore garanzia per ridurre gli esiti del disturbo.

E’ necessario : 

  • organizzare e valorizzare nei primi anni di scolarizzazione l’intervento didattico coniugandolo con l’intervento riabilitativo ;
  • mantenere lo stampato maiuscolo finché l’alunno non abbia acquisito la sicurezza in tutti i gruppi consonantici (il passaggio al corsivo non deve essere obbligatorio);
  • evitare la lettura ad voce alta in classe o organizzarla in modo che non venga vissuta con frustrazione
  • evitare la sottolineatura degli errori per il rischio che questi permangano a causa del rinforzo visivo
  • evitare la copiatura di lunghi testi dalla lavagna;
  • svolgere costantemente il controllo dei compiti scritti dal bambino sul diario;
  • evitare la dettatura di testi che dovranno poi essere usati come materiale di studio; consegnare piuttosto delle schede, chiare e ben strutturate, sul quale l’alunno possa studiare dato che non potrà farlo sui propri appunti o su dettati;
  • aiutare l'alunno a organizzare il proprio studio: selezionare i contenuti del testo da studiare, individuare pochi "concetti chiave" in relazione tra loro;
  • utilizzare mappe concettuali e associare mediatori visivi sia nella fase di comprensione degli argomenti sia per lo studio individuale;
  • personalizzare il lavoro da svolgere a casa considerando che per l'alunno con DSA certe attività richiedono tempi di gran lunga maggiori;
  • dispensare, ove è necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta e adottare una didattica di tipo orale  con supporti visivi e uditivi.

b) Gli strumenti compensativi
Sono costituiti da quegli strumenti che permettono di ridurre la difficoltà funzionale derivante dal disturbo.
Per gli alunni dislessici, il computer è oggi uno strumento compensativo tra i più importanti ed efficaci, utilizzabile in modo flessibile per rispondere a diverse situazioni problematiche.
E’ quindi utile e necessario che questi alunni vengano avviati precocemente all’uso di questo strumento.

  • Con un normale programma di videoscrittura, dotato di correzione ortografica, si offre all'alunno con problemi di disortografia  la possibilità di individuare rapidamente molti errori ortografici.
  • I problemi  relativi alla qualità grafica del testo (disgrafia) possono essere superati con un normale programma di videoscrittura che permette di rileggere il testo prodotto.
  • L'uso della sintesi vocale applicata al computer: usata come "eco di scrittura" (il computer pronuncia le parole man mano che vengono scritte) permette agli alunni con disortografia di ricevere un feedback  di controllo particolarmente potente perché sfrutta contemporaneamente più canali sensoriali differenti (vista e udito).
  •  La sintesi vocale può essere usata anche come supporto alla lettura per migliorare la comprensione del testo scritto; anche in questo caso i risultati sono migliori se l'informazione sonora è associata ad un controllo visivo (ad esempio, appare sul video la parola evidenziata che in quel momento viene pronunciata dalla sintesi).

Inoltre, si ottengono risultati positivi favorendo :

  • registrazioni  audio degli argomenti di studio; l'alunno dovrà essere opportunamente stimolato a registrare le lezioni e aiutato nello studio con schemi e grafici
  • l’utilizzo di audiolibri di narrativa. I ragazzi dislessici possono accedere gratuitamente ai servizi di "libro parlato" organizzati per gli utenti non vedenti che offrono una scelta di titoli di letteratura per ragazzi, compresi i più recenti best seller, con registrazioni di ottima qualità.

 In caso di difficoltà di calcolo (discalculia) si possono superare molti problemi esecutivi con l'uso di una semplice

  • tavola pitagorica
  • calcolatrice

L’utilizzo di questi strumenti varia per età, scolarità e gravità; l’obiettivo non è solo quello di compensare il deficit, ma più in generale di promuovere l'autonomia cognitiva, personale e soprattutto l’apprendimento.

 

La valutazione
E' fondamentale che nella valutazione si sappiano sempre separare  gli obiettivi oggetto della singola verifica dalle competenze strumentali di tipo generico.
L'alunno dislessico non ha bisogno di sconti, ma di una valutazione formativa che sappia davvero verificare le competenze acquisite e far emergere gli apprendimenti che, nonostante le difficoltà, vengono  raggiunti..
Si consiglia di:

  •  preferire in generale le prove orali al posto di quelle scritte;
  • nelle prove scritte accertarsi, con un breve colloquio iniziale, che tutte le consegne siamo state davvero comprese. Può essere utile anche un analogo colloquio finale per capire se le risposte date sono davvero consapevoli;
  • predisporre verifiche scalari, con il testo chiaro graficamente ;
  • valutare in modo costruttivo, separando l’errore dal contenuto. Anche visivamente, segnare in modo diverso gli errori effettivamente legati all'oggetto della verifica da quelli di tipo strumentale (che possono essere ignorati o comunque sempre considerati in rapporto all'impegno e ai possibili miglioramenti in corso)

Gli strumenti compensativi usati abitualmente nelle attività didattiche verranno impiegati senza restrizioni anche nelle verifiche e negli esami ( nota MIUR Prot. N. 1787 del 1 marzo 2005).

 

A cura della Sezione A.I.D. Vi.- Pd.
in collaborazione con :
autore: prof. Flavio Fogarolo, C.S.A Vicenza
autore: prof. Concetta Pacifico, Presidente Comitato Scuola A.I.D.

Articolo tratto dalla pubblicazione : la dislessia evolutiva. Buone pratiche ed esperienze nella scuola del Veneto.
autore: A cura dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto in collaborazione con l’Associazione Italiana Dislessia, ottobre 2006, pag. 35/40.

 

Fonte: http://www.aiditalia.org/upload/documento_introduttivo_1.doc

 

 

Documento realizzato da Associazione Italiana Dislessia (AID)

 

La Dislessia: introduzione

La Dislessia è un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA). Con questo termine ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche ed in particolare a: DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA E DISCALCULIA.

La principale caratteristica di questa categoria è le sue specificità, ovvero il disturbo interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura, calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Ciò significa che per avere una diagnosi di dislessia, il bambino NON deve presentare: deficit di intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali o neurologici. Tale disturbo è determinato da un'alterazione neurobiologica che caratterizza i DSA (disfunzione nel funzionamento di alcuni gruppi di cellule deputate al riconoscimento delle lettere-parole e il loro significato).
La dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Leggere e scrivere sono considerati atti così semplici e automatici che risulta difficile comprendere la fatica di un bambino dislessico.
Purtroppo in Italia la dislessia è poco conosciuta, benché si calcoli che riguardi il 3-4% della popolazione scolastica (fascia della Scuola Primaria e Ssecondaria di primo grado). La dislessia non è causata da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali o neurologici.
Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacita e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica e perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. La dislessa si presenta in quasi costante associazione ad altri disturbi (comorbidità); questo fatto determina la marcata eterogeneità dei profili e l'espressività con cui i DSA si manifestano, e che comporta significative ricadute sulle indagini diagnostiche. La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura: disortografia (cioè una difficoltà di tipo ortografico, nel 60% dei casi) e disgrafia (difficoltà nel movimento fino-motorio della scrittura, cioè una cattiva resa formale, nel 43% dei casi), nel calcolo (44% dei casi) e, talvolta, anche in altre attività mentali. Tuttavia questi bambini sono intelligenti e,di solito,vivaci e creativi.

Come si manifesta
Si manifesta con una lettura scorretta (numero di errori commessi durante la lettura) e/o lenta (tempo impiegato per la lettura) e può manifestarsi anche con una difficoltà di comprensione del testo scritto indipendente sia dai disturbi di comprensione in ascolto che dai disturbi di decodifica (correttezza e rapidità) del testo scritto. La Consensus Conference ha ribadito l'importanza di promuovere la ricerca per identificare il disturbo di comprensione del testo come separato da quello di decodifica (correttezza e rapidità).
Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura errori caratteristici come l'inversione di lettere e di numeri (es. 21 - 12) e la sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d). A volte non riesce ad imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell'alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell'anno. Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni;lettura dell'orologio) e può avere difficoltà a esprimere verbalmente ciò che pensa. In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in alcune abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe), nella capacità di attenzione e di concentrazione. Spesso il bambino finisce con l'avere problemi psicologici, quale demotivazione, scarsa autostima, ma questi sono una conseguenza, non la causa della dislessia.
Il bambino appare disorganizzato nelle sue attività, sia a casa che a scuola. Ha difficoltà a copiare dalla lavagna e a prendere nota delle istruzioni impartite oralmente.
Il disturbo specifico comporta un impatto significativo e negativo per l'adattamento scolastico e /o per le attività della vita quotidiana  

Come si riconosce
Già nella scuola dell'infanzia bambini che presentano uno sviluppo linguistico (sia in produzione e/o comprensione) atipico, come parole storpiate, scarso vocabolario, dovrebbero consultare il pediatra che nel bilancio di salute annuale deve monitorare le situazioni a rischio valutando anche l'anamnesi familiare (presenza di disturbo specifico del linguaggio, dislessia) ed inviando il bambino alle strutture competenti.
Se al termine del primo anno della scuola primaria di primo grado il bambino presenta una delle seguenti caratteristiche:
1)difficoltà nell'associazione grafema-fonema e/o fonema grafema;
2)mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura
3)eccessiva lentezza nella lettura e scrittura
4)incapacità a produrre le lettere in stampato maiuscolo in modo riconoscibile
è opportuno consultare le strutture competenti rivolgendosi ad uno specialista (neuropsichiatra, psicologo) per avere una diagnosi; l'Associazione Italiana Dislessia offre al riguardo una consulenza gratuita indicando i Centri competenti a cui riferirsi a seconda della Regione.

Quando si fa la diagnosi
La diagnosi viene posta alla fine del II anno della scuola primaria. Già alla fine del I° anno della scuola primaria, tuttavia, profili funzionali compromessi e presenza di altri specifici indicatori diagnostici (ritardo del linguaggio e anamnesi familiare positiva per DSA) possono anticipare i termini della formulazione diagnostica. Un'ulteriore strumento per la rilevazione di queste difficoltà è lo screening, inteso come ricerca-azione da condurre direttamente nelle scuole, da parte di insegnanti formati con la consulenza di professionisti sanitari. Esso andrebbe condotto all'inizio dell'ultimo anno della scuola dell'infanzia con l'obiettivo di realizzare attività didattiche-pedagogiche mirate a potenziare le abilità deficitarie. Nel caso in cui alla fine dell'anno permangano significativi segnali di rischio è opportuna la segnalazione ai servizi sanitari per l'età evolutiva.

La diagnosi viene effettuata da un equipe multidisciplinare composta da Neuropsichiatria Infantile, Psicologo e Logopedista. Come si comporta nello studio
Un dislessico si stanca più facilmente ed ha perciò bisogno di molta più concentrazione

  • Può leggere un brano correttamente e non cogliere il significato
  • Può avere grosse difficoltà con le cifre (tabelline), la notazione musicale o qualsiasi cosa che necessita di simboli da interpretare
  • Può avere difficoltà nella lettura e/o scrittura di lingue straniere (es. inglese, latino, greco, ecc..)
  • Può scrivere una parola due volte o non scriverla
  • Può avere difficoltà nel memorizzare termini specifici, non di uso comune
  • Può avere difficoltà nello studio (storia, geografia, scienze, letteratura, problemi aritmetici) quando questo è veicolato dalla lettura e si giova invece dell'ascolto (es. registratori, adulto che legge, libri digitali)
  • Non prende bene gli appunti perché non riesce ad ascoltare e scrivere contemporaneamente
  • Quando si distrae da ciò che sta leggendo o scrivendo ha grosse difficoltà a ritrovare il punto

Un dislessico lavora lentamente a causa delle sue difficoltà, perciò è sempre pressato dal tempo.

Come si affronta
Quando qualcuno (genitore o insegnante) sospetta di trovarsi di fronte ad un bambino dislessico è importante che venga fatta, al più presto una valutazione diagnostica.
La diagnosi deve essere fatta da specialisti esperti, mediante specifici test. La diagnosi permette di capire finalmente che cosa sta succedendo ed evitare gli errori più comuni come colpevolizzare il bambino ("non impara perché non si impegna") e l'attribuire la causa a problemi psicologici, errori che determinano sofferenze, frustrazioni.
Il professionista dovrebbe redigere un referto scritto indicando il motivo dell'invio, i test utilizzati e la diagnosi conclusiva.
Ottenuta la diagnosi si possono mettere in atto aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compenso, nonché alcuni semplici provvedimenti della modifica della didattica a favore dei ragazzi dislessici e contenute nelle direttive Ministeriali (Prot. n. 4099/A/4), come ad esempio la concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento di compiti, l'uso della calcolatrice e/o del computer. Tali provvedimenti devono poter essere utilizzati anche nei momenti di valutazione, compresi gli Esami di Stato.
I dislessici hanno un diverso modo di imparare ma comunque imparano.

Cosa fare dopo la diagnosi
Dopo la diagnosi il percorso è differenziato a seconda dell'età del soggetto dislessico, della specificità del disturbo (correttezza, rapidità, comprensione del testo), e dal grado di gravità.
Alcuni elementi importanti dopo aver ottenuto la diagnosi sono:
- il professionista deve comunicare la diagnosi in maniera chiara e precisa specificando anche gli aspetti psicologici secondari (demotivazione, bassa autostima, ) e redigere un referto scritto
- indicare la possibilità dell'utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi
- comunicare con la scuola per creare una rete di condivisione di obiettivi e contattare il referente scolastico per la dislessia
- programmare dei controlli a breve scadenza (minimo 6 mesi, massimo 1 anno)
- la famiglia deve prendere coscienza del problema ricordando che la strada per il recupero del dislessico è difficile in quanto il carico dei compiti scolastici resta il problema più gravoso per la famiglia stessa. Per alleggerire questa situazione si può affidare il lavoro scolastico a casa ad una persona estranea alla famiglia, in questo modo si ottengono diversi risultati: migliorare il clima familiare , riappropriarsi del ruolo di madre e non di insegnante, al fine di ridurre l'ansia della prestazione nel bambino e aumentare l'autostima e la motivazione.
- se il bambino è nel primo ciclo della scuola primaria si consiglia una terapia logopedica o una terapia neuropsicologica
- nelle fasi successive è consigliato un intervento metacognitivo che chiarisca gli scopi della lettura a seconda del materiale da studiare al fine di incrementare la consapevolezza dei processi che intervengono nella lettura
- l'ambiente, soprattutto quello familiare, deve appoggiare il bambino, aiutandolo nelle strategie di compenso e nella costruzione di un'immagine positiva di sé
I ragazzi dislessici possono imparare anche se in maniera un po' diversa dagli altri.
 
Cosa devono fare i genitori
I genitori devono:
- informarsi sul problema
- cercare una appropriata valutazione diagnostica
- discutere del problema con gli insegnanti
- aiutare il bambino nelle attività scolastiche (leggere ad alta voce)
- utilizzare strumenti alternativi alla pura lettura (cassette, cd, video, computer)
 
Cosa devono fare gli insegnanti
L'insegnante deve:
- riconoscere e accogliere realmente la "diversità";
- parlare alla classe e non nascondere il problema;
- spiegare alla classe le diverse necessità dell'alunno dislessico e il perché del diverso trattamento;
- collaborare attivamente con i colleghi per garantire risposte coerenti al problema;
- comunicare con i genitori

Le cose da non fare:
- far leggere il bambino a voce alta
- ridicolizzarlo
- correggere tutti gli errori nei testi scritti
- dare liste di parole da imparare
- farlo copiare dalla lavagna
- farlo ricopiare il lavoro già svolto, perché scorretto o disordinato
- paragonarlo ad altri
 
Diagnosi versus certificazione (104 - sostegno)
La panoramica in Italia sulla certificazione e il sostegno è molto disomogenea, a seconda delle regioni e delle province possono venir concessi o meno la certificazione e di conseguenza l'insegnante di sostegno.
Indipendentemente dalla possibilità di ricevere l'insegnante di sostegno, è importante che il bambino riceva un adeguato supporto nel percorso scolastico che tenga conto delle sue difficoltà e che può derivare soprattutto da una efficace collaborazione tra scuola, famiglia e operatore sanitario.

Dislessici adulti
Ci sono ancora pochi studi sull'evoluzione del disturbo dislessico in età adulta.
A livello internazionale ci sono studi che dimostrano che il disturbo permane nella lettura, nella scrittura, ma anche nelle prove linguistiche e di analisi metafonologica. Studi su dislessici italiani adulti evidenziano un miglioramento nella correttezza della lettura, mentre permane una difficoltà nei tempi di lettura, dove il dislessico adulto necessita di tempo aggiuntivo rispetto al normolettore. I cambiamenti osservati in velocità ed accuratezza dipendono però dal livello di gravità iniziale.
Gli strumenti dispensativi e compensativi sono misure necessarie per gli esami di Stato, accesso all'Università, patente di guida.
 
Interventi riabilitativi e/o trattamento logopedico
Chi si occupa del bambino/ragazzo dislessico deve effettuare una "presa in carico", un processo cioè integrato e continuativo con cui si garantisce una coordinazione di interventi che favoriscono la riduzione del disturbo, l'inserimento scolastico, sociale e lavorativo e il più completo sviluppo delle potenzialità dei singoli individui.
Dopo la diagnosi, fatta da un centro specializzato (o anche da una qualunque ASL), si può intervenire con programmi riabilitativi, fatti presso i centri stessi che hanno diagnosticato il disturbo, o presso centri riabilitativi adeguati, tramite software riabilitativi e/o trattamenti logopedici.
Recentemente in Italia si stanno accumulando dati relativi all'efficacia dei trattamenti abilitativi dando indicazioni nella pratica clinica .
Si ritiene che i criteri per stabilire un miglioramento siano:
a)autonomia raggiunta nella lettura
b)autovalutazione positiva della propria abilità di lettura
c)giudizio di miglioramento da parte dell'insegnante
Inoltre:
1)i trattamenti più efficaci sono quelli che utilizzano procedure informatizzate per automatizzare il processo di riconoscimento lessicale e sublessicale;
2)il trattamento abilitativo raggiunge risultati migliori nella correttezza rispetto alla velocità, riducendo il numero di errori di almeno il 50%. Nella velocità di lettura (sillabe lette al secondo) si riscontra, in quattro mesi, un miglioramento pari a quello atteso per evoluzione naturale in un anno;
3)il trattamento abilitativo permette un miglioramento sia con sedute ambulatoriali sia con attività domiciliari supervisionate da un professionista;
4)il livello di miglioramento non dipende dal livello di gravità iniziale; ogni ciclo di trattamento ottiene in media un cambiamento simile;
5)dai dati finora raccolti non si evidenzia nessuna differenza negli esiti tra alunni con e senza comorbidità ;
6)nel periodo di non trattamento, l'evoluzione spontanea è quasi nulla, ma non c'è regressione;
7)il trattamento abilitativo ha effetto dalla terza elementare alla terza media
 
Software
L'uso di software specifici permette al dislessico di affrontare più serenamente le richieste scolastiche e di riabilitare, divertendosi, le competenze deficitarie. Sul mercato si possono trovare svariati programmi atti ad automatizzare il processo di lettura per quanto riguarda le abilità strumentali (correttezza e rapidità) oppure programmi che permettono di migliorare gli aspetti metacognitivi per una miglior comprensione del testo scritto.
Esistono poi software che fungono da strumenti compensativi: l'editor di testi, una tipologia di software che consente di scrivere dei testi e può essere usato in abbinamento o in sostituzione al tradizionale quaderno; la sintesi vocale, che trasforma in audio il testo digitale, importato o scritto; il traduttore automatico, programma in grado di tradurre testi in diverse lingue; i libri digitali, che sono libri scolastici forniti dalle case editrici direttamente in formato digitale.

 

Fonte: http://www.icgramscidicamponogara.it/moduli%20H/La%20Dislessia.doc

Documento realizzato da Associazione Italiana Dislessia (AID)

 

DISPENSA FORMATIVA/INFORMATIVA
“LA DISLESSIA”

1. COS’E’ LA DISLESSIA?
La dislessia è una sindrome (non una malattia o un problema mentale!), classificata tra i
Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).
La definizione più recente, approvata dall'International Dyslexia Association è la seguente:
"La dislessia è una disabilità dell'apprendimento di origine neurobiologica. Essa è
caratterizzata dalla difficoltà a effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità
nella scrittura (ortografia). Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella
componente fonologica del linguaggio, che è spesso inatteso in rapporto alle altre abilità
cognitive e alla garanzia di una adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie
possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica nella
lettura che può impedire una crescita del vocabolario e della conoscenza generale".
E’ una difficoltà quindi che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e
fluente. Leggere e scrivere sono atti così semplici e automatici che risulta difficile
comprendere la fatica di un ragazzo dislessico. Purtroppo in Italia la dislessia è poco
conosciuta, benché si calcoli che riguardi almeno 1.500.000 persone.
La dislessia non è causata da un deficit di intelligenza nè da problemi ambientali o
psicologici o da deficit sensoriali o neurologici.
Il ragazzo dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al
massimo le sue capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica;
perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. La difficoltà di
lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura,
nel calcolo e, talvolta, anche in altre attività mentali. Tuttavia i ragazzi dislessici sono
intelligenti e, di solito, vivaci e creativi.
Dalla dislessia non si può guarire, perché la dislessia non può essere curata: non dipende
da deficit intellettivi, non è associata a patologie neurologiche e sensoriali, non è causata
da problemi psicologici o ambientali. Ha un’origine costituzionale, una base
neurobiologica, probabilmente connessa ai meccanismi di apprendimento legati alla
cosiddetta memoria inconsapevole. Come tale, è una realtà permanente: dislessici si
nasce e si resta per tutta la vita.

 

2. COME SI MANIFESTA?
Il ragazzo dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al
massimo le sue capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica;
perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara.
È come se i ragazzi dislessici vedessero sempre le parole per la prima volta e pertanto
siano costretti a procedere tramite una lettura lettera per lettera, senza automatizzare il
riconoscimento visivo. Questo causa un gran dispendio di energie attentive e porta il
ragazzo a una lettura corretta per le prime righe del testo scritto e a commettere molti
errori nel prosieguo, perché le sue risorse attentive si esauriscono o diventano più labili.
La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi
nella scrittura, nel calcolo e, talvolta, anche in altre attività mentali. Tuttavia i ragazzi
dislessici sono intelligenti e, di solito, vivaci e creativi.
Le difficoltà scolastiche compaiono nei primi anni di scuola primaria e persistono negli anni
seguenti. Errori caratteristici della lettura e della scrittura sono:
· Scarsa discriminazione di grafemi diversamente orientati nello spazio:
Il soggetto mostra chiare difficoltà nel discriminare grafemi uguali o simili, ma
diversamente orientati. Egli, ad esempio, confonde la “p” e la “b”; la “d” e la “q”; la
“u” e la “n”; la “a” e la “e”; la "b" e la "d"... Nell'alfabeto italiano sono molte le coppie
di grafemi che differiscono rispetto al loro orientamento nello spazio, per cui le
incertezze e le difficoltà di discriminazione possono rappresentare un vero e proprio
impedimento alla lettura.
· Scarso discriminazione di grafemi che differiscono per piccoli particolari:
Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi che presentano somiglianze.
Egli, ad esempio può confondere la “m” con la “n”; la “c” con la “e”; la “f” con la “t”...
· Scarsa discriminazione di grafemi che corrispondono a fonemi sordi e fonemi
sonori:
5
Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi relativi a fonemi con
somiglianze percettivo – uditive. L’alfabeto è composto di due gruppi di fonemi: i
fonemi sordi e i fonemi sonori che, tra loro risultano somiglianti, per cui, anche in
questo caso l’incertezza percettiva può rappresentare un vero e proprio ostacolo
alla lettura. Le coppie di fonemi simili sono le seguenti:
F V
T D
P B
C G
L R
M N
S Z
· Difficoltà di decodifica sequenziale:
Leggere richiede al lettore di procedere con lo sguardo in direzione sinistra - destra
e dall'alto in basso; tale processo appare complesso per tutti gli individui nelle fasi
iniziali di apprendimento della lettura, ma, con l’affinarsi della tecnica e con l'uso
della componente intuitiva la difficoltà diminuisce gradualmente fino a scomparire.
Nel soggetto dislessico talvolta ci troviamo di fronte, invece a un vero e proprio
ostacolo nella decodifica sequenziale, per cui si manifestano con elevata frequenza
gli errori di seguito descritti:
o Omissione di grafemi e di sillabe:
Il soggetto omette la lettura di parti della parola; può tralasciare la decodifica
di consonanti (ad esempio può leggere “fote” anziché “fonte”; oppure “capo”
anziché “campo”...) oppure di vocali (può leggere, ad esempio, “fume”
anziché “fiume”; “puma” anziché piuma” ...) e, spesso, anche di sillabe (può
leggere “talo” anziché “tavolo”; “paro” anziché “papavero”)
o Salti di parole e salti da un rigo all’altro:
Il soggetto dislessico presenta evidenti difficoltà a procedere sul rigo e ad
andare a capo, per cui sono frequenti anche “salti” di intere parole o di intere
righe di lettura.
o Inversioni di sillabe:
Spesso la sequenza dei grafemi viene invertita provocando errori particolari
di decodifica della sillaba (il soggetto può, ad esempio, leggere “li” al posto di

“il”; “la” al posto di “al”, “ni” al posto di “in”...) e della parola (può leggere, ad
esempio, “talovo” al posto di “tavolo”...).
o Aggiunte e ripetizioni
La difficoltà a procedere con lo sguardo nella direzione sinistra - destra può
dare origine anche ad errori di decodifica caratterizzati dall'aggiunta di un
grafema o di una sillaba ( ad esempio “tavovolo” al posto di “tavolo”...).
· Prevalenza della componente intuitiva:
Il soggetto che presenta chiare difficoltà di lettura privilegia, indubbiamente, l’uso
del processo intuitivo rispetto a quello di decodifica; l’intuizione della parola scritta
rappresenta un valido strumento, ma, al tempo stesso, è fonte di errori, definiti di
anticipazione. Non di rado, infatti, il soggetto esegue la decodifica della prima parte
della parola, talvolta anche solo del primo grafema o della prima sillaba e procede
“inventando” l’altra parte. La parola contenuta nel testo viene così ad essere spesso
trasformata in un’altra, il cui significato può essere affine o completamente diverso.
Altre difficoltà riguardano:
· difficoltà nel calcolo e nell’utilizzare le linea dei numeri
· difficoltà ad imparare informazioni in sequenza come le tabelline, i giorni della
settimana, i mesi dell’anno, le stagioni, le lettere dell’alfabeto……
· difficoltà nell’imparare a memoria formule, regole, linguaggi specifici……….
· difficoltà nei rapporti spaziali e temporali: lateralizzazione destra-sinistra, alto-basso
e le varie combinazioni (in alto a destra, in basso a sinistra……);ieri, oggi, domani;
collocare le proprie esperienze ed altrui esperienze nel tempo (individuando il
giorno, il mese e l’anno)
· difficoltà ad esprimere verbalmente ciò che si pensa in modo chiaro e corretto
· difficoltà di coordinazione oculo-motoria come l’allacciarsi le scarpe, ripassare una
figura andando sopra le linee; lanciare la palla nel canestro……
· difficoltà di attenzione e concentrazione
I compiti scritti vengono vissuti dallo studente dislessico come fonte di ansia, dovuta ad un
rapporto molto modesto tra grandezza dello sforzo cognitivo con un notevole dispendio di
tempo e risultati scarsi o modesti.

Spesso lo studente appare disorganizzato nelle sue attività sia a casa che a scuola.
Presenta difficoltà a copiare dalla lavagna e a prendere appunti di quanto detto oralmente,
riuscendo poco a svolgere più azioni contemporaneamente come l’ascoltare e lo scrivere
(o fa una cosa o l’altra).

 

2.1. Problemi psicologici legati alla dislessia
La dislessia, in una società come la nostra, fortemente permeata dalla presenza della
scrittura e della lettura, incide pesantemente sulla vita scolastica e relazionale dello
studente. Il ragazzo dislessico, consapevole delle proprie difficoltà di lettura, tende ad
evitare le situazioni che richiedono una decodifica del testo scritto; questo comprensibile
atteggiamento di evitamento della lettura viene spesso attribuito a svogliatezza e a scarso
impegno e gli errori spesso sono definiti come “distrazione”, “sbadataggine”, “poca voglia
di impegnarsi”.
Questa difficoltà a decodificare il testo scritto porta lo studente ad avere frequenti
insuccessi a scuola (a scuola i saperi si veicolano in gran parte attraverso i libri di testo;
inoltre anche altre modalità di accesso alle informazioni, quali ad esempio internet,
richiedono la lettura di testi scritti). Questo susseguirsi di risultati negativi è
psicologicamente devastante: lo studente si percepisce inadeguato ad affrontare il mondo,
si sente non bravo come gli altri, più svogliato, più rinunciatario, in ultima analisi si
percepisce inferiore ai compagni. Questa situazione lo porta a sentirsi colpevole, poco
amato dagli altri, a volte compatito perché “poveretto non ce la fa”, “se non è capace non è
colpa sua”, “è nato così”, “è un pò handicappato”, “non ha voglia di fare niente”, “chissà
cosa diventerà da grande”,… Anche queste aspettative negative nei suoi confronti minano
la sua autostima e la sua visione del mondo e causano ansia da prestazione,
atteggiamenti rinunciatari e perdita di fiducia in se stesso. Questo a volte più sfociare in
depressione o in atteggiamenti aggressivi.

 

5. NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Nota MIUR 4099/A4 del 5.10.04
Applicazione degli strumenti compensativi e misure dispensative.
Nota MIUR 26/A4 del 5.01.05
Precisazione sull’utilizzo delle note in tutte le fasi del percorso scolastico, compresi i
momenti di valutazione.
“si ritiene di dover precisare che per l'utilizzazione dei provvedimenti
dispensativi e compensativi possa essere sufficiente la diagnosi specialistica di
disturbo specifico di apprendimento (o dislessia) e che tali strumenti debbano essere
applicati in tutte le fasi del percorso scolastico, compresi i momenti di valutazione
finale”.
Nota MIUR 1787 del 1.03.05
Riguarda gli esami di Stato: invito ad adottare, in particolare per la terza prova, ogni
iniziativa per ridurre le difficoltà.
“Le Commissioni, in particolare, terranno in debita considerazione le specifiche situazioni
soggettive sia in sede di predisposizione della terza prova scritta, che in sede di
valutazione delle altre due prove, valutando anche la possibilità di riservare alle stesse
tempi più lunghi di quelli ordinari.”
Nota MIUR 4798 del 27.07.05
Coinvolgimento della famiglia
“Si coglie l’occasione per richiamare l’attenzione sui disturbi specifici d’apprendimento, in
relazione ai quali possono essere utilizzati strumenti compensativi e dispensativi, come da
nota di questa Direzione n. 4099/A/4a, del 05.10.2004”
Ordinanza Ministeriale n. 26 del 15 marzo 2007
Istruzioni e modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami
Pag 3:
15
VISTA la C.M. prot. n.1787 (allegato in formato DOC o PDF) dell’1-3-2005, relativa agli
alunni affetti da dislessia;
Pag 21
Art 12 - comma 7
La Commissione terrà in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, relative
ai candidati affetti da dislessia, sia in sede di predisposizione della terza prova scritta, che
in sede di valutazione delle altre due prove scritte, prevedendo anche la possibilità di
riservare alle stesse tempi più lunghi di quelli ordinari. Al candidato sarà consentita la
utilizzazione di apparecchiature e strumenti informatici nel caso in cui siano stati impiegati
per le verifiche in corso d’anno.
Ordinanza ministeriale N.30/2008
Istruzioni e modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami di Stato
conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore nelle scuole statali e non
statali. Anno scolastico 2007/2008.
ART. 6
DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DI CLASSE
1. I consigli di classe dell'ultimo anno di corso elaborano, entro il 15 maggio, per la
commissione d'esame, un apposito documento relativo all'azione educativa e didattica
realizzata nell'ultimo anno di corso.
2. Tale documento indica i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi e i tempi del percorso
formativo, i criteri, gli strumenti di valutazione adottati, gli obiettivi raggiunti, nonché ogni
altro elemento che i consigli di classe ritengano significativo ai fini dello svolgimento degli
esami.*
Art 12 .7
La Commissione terrà in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, relative
ai candidati affetti da dislessia, sia in sede di predisposizione della terza prova scritta, che
in sede di valutazione delle altre due prove scritte, prevedendo anche la possibilità di
riservare alle stesse tempi più lunghi di quelli ordinari. Al candidato sarà consentita la
utilizzazione di apparecchiature e strumenti informatici nel caso in cui siano stati impiegati
per le verifiche in corso d’anno.

* Si richiama l’attenzione al punto 2. ricordando che i ragazzi segnalati per D.S.A, hanno
diritto ad avere un allegato riservato relativo al loro percorso educativo personalizzato
comprensivo degli strumenti di valutazione adottati in corso d’anno.
Per quanto riguarda l’uso degli strumenti informatici si fa presente che le prove vengono
inviate in cartaceo e potranno essere scannerizzate a scuola dopo l’apertura dei plichi.

6. BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
BIANCARDI A. e Milano G. (1999), Quando un bambino non sa leggere. Rizzoli, Milano.
CORNOLDI C., MIATO L., MOLIN A. e POLI S. (1985): La prevenzione ed il trattamento
delle difficoltà di lettura e scrittura, Organizzazioni Speciali , Firenze.
CORNOLDI C. (1989),I disturbi dell' apprendimento, Il Mulino, Bologna FRISO G., MOLIN
A. e POLI S. (1998), Difficoltà di lettura nella scuola media, Erickson, Trento.
Girolami-Boulinier A. (1990), trad. it., Prevenzione della dislessia e della disortografia,
Omega, Torino.
SARTORI G. (1984), La lettura. Processi normali e dislessia, Il Mulino, Bologna.
STELLA G. (1996), La dislessia Aspetti clinici, psicologici e riabilitativi, Franco Angeli,
Milano.
STELLA G. e PIPPO J. (1987), Le difficoltà di apprendimento della lettura e della scrittura
Ed. Moderne, Padova
STELLA G. (1989), Le difficoltà di apprendimento della lettura e della scrittura. L'avvio di
un processo riabilitativo. Del Cerro, Tirrenia (Pisa)
www.aiditalia.org
www.dislessia.it/sezioni/treviso.htm

 

fonte: http://www.agrariopriverno.it/LinkDocumenti/Dispensa_formativa.doc

autore non indicato nel documento di origine del testo

 

FONOLOGIA GLOBALE

RICONOSCIMENTO DI FILASTROCCHE O RIME (SILLABA FINALE)

 ●   RIFLESSIONE: CERTE PAROLE SI ASSOMIGLIANO (SILLABA FINALE)

BURATTI…NO     FAGIOLI…NO
Gruppo omogeneo, età 5 anni (7 bambini). I bambini sono seduti in semicerchio nell’aula*. L’insegnante presenta ai bambini il burattino di nome Fagiolino che parla così: “Ciao, mi chiamo Fagioli-no e dico solo pani-no, treni-no, cioccolati-no, paperi-no”. Ad ogni parola pronunciata, l’insegnante accompagna un movimento (alza il braccio). Il burattino chiede ai bambini: “Perché io che mi chiamo Fagioli-no dico solo pani-no, treni-no, cioccolati-no e paperi-no?” L’insegnante lascia un po’ di tempo ai bambini per rispondere. Fagiolino poi presenta un’amica: “Questa è la mia amica Gialla.” “Salve, sono Gial-la e dico solo pal-la, stal-la, caval-la, farfal-la” accompagnando con un altro movimento (batte un piede). “Perché parlo così?”…..il gioco prosegue fino a quando l’insegnante comprende che lo scopo del gioco proposto è stato raggiunto.

 

 

 

 

● COMPLETAMENTO DI RIME E FILASTROCCHE

FILASTROCCA DEI NOMI
L’insegnante propone una filastrocca lasciando ai bambini il completamento della sillaba finale del secondo verso.

Es: A scuola ci sono tanti bambini simpatici e cari..
C’è Gabriele che è dolce come il mie..
C’è Renata che mangia pane e marmella..
C’è Federico che di tutti è grande ami..
Filastrocca dei nomi ( Infanzia San Feliciano)
A scuola c’è Leonardo con lo sguardo da         LEOPARDO
Rachele che mangia le                                      MELE
Ludovica che di Giorgia è grande                     AMICA
Mariagioia che mai si                                       ANNOIA
Gessica che sta qui e non sta                         LÁ
Maria Giulia che mangia un’                            ANGURIA
Alice che mangia una                                    RADICE
Laura è una bimba dolce e                            CARA
Samuele che mangia il                                 MIELE
Francesco è italiano no                               TEDESCO
Angelo che gioca con                                MICHELANGELO
Alessio la giacca ha                                    MESSO
Riccardo ha un dolce                                SGUARDO
Dominic ha un cagnolino che si chiama      FLIC
Giovanni stende i                                      PANNI
Flavio è un bambino molto                       SAVIO
Rebecca sta mangiando una                    BISTECCA
Chiara con Mariagioia fa una                 GARA
Luigi va in                                               BICI
Giorgia, sul tavolo, il foglio                  APPOGGIA
Sofia è grande amica                           MIA
Claudio è fratello di                              FLAVIO
Caterina  è                                            CARINA
Cristiana mangia una                            BANANA
Glauco ha la tosse ed è un po'             RAUCO
Mariagioia è seduta su una                   STUOIA
Alison che ci canta una                         CANZON

 

*L’insegnante di volta in volta individuerà il contesto all’interno del quale svolgere i giochi proposti

 

 

● RAGGRUPPARE LE PAROLE CON LA STESSA SILLABA FINALE

CENTRA LA RIMA
L’insegnante prepara due cesti ed alcune palle; su un cesto attacca l’immagine di una BICICLETTA, sull’altro l’immagine di una COLLANA. L’insegnante mostra una carta ed il primo bambino denomina l’oggetto raffigurato, gli chiede poi con quale parole tra le due scelte fa rima e lo invita a lanciare la palla nel cesto corrispondente.

Esempio di parole da utilizzare:
Lana – rana- banana- tana-campana-forchetta-cavalletta-bicicletta-trombetta-molletta-violetta.

Il gioco verrà riproposto usando di volta in volta altri due target diversi.

 

 

TROVARE PAROLE CHE FACCIANO RIMA COL TARGET TRA 2 ALTERNATIVE (OGGETTI/FIGURE/PAROLE)

CARTE IN RIMA
L’insegnante presenta un’immagine/ oggetto e chiede di denominarla. Successivamente presenta due alternative di carte, il bambino dovrà prendere la carta il cui nome dell’oggetto raffigurato fa rima con il target presentato dall’insegnante.

Esempio di parole da utilizzare:
parole corte ad alta frequenza: naso-vaso-mare; mela-vela-pera; drago-mago-capra; viso-riso-pasta; pane-cane-gatto.

parole lunghe ad alta frequenza: gallina-pallina-matita; ballerina-patatina-pappagallo; anello-bidello-colore; occhiali-maiali-disegno; folletto-galletto-bottone.

 parole corte a bassa frequenza: falco-palco-masso; osso-fosso-pozzo; coscia-fascia-ciglia; guancia-lancia-seppia; tacco-pacco-molla.

parole lunghe a bassa frequenza: rossetto-merletto-tombino; righello-ruscello-imbuto; pastore-motore-tacchino; gioiello-vitello-cascata; pidocchio-ginocchio-denaro.

 

 

A DEI BURATTINI PIACCIONO PAROLE CHE FANNO RIMA COL LORO NOME
TOC…TOC, POSSO ENTRARE?
I bambini sono disposti a semicerchio, l’insegnante consegna ad ognuno una carta con un’immagine e prepara al centro un cerchio che rappresenta il castello. I bambini a turno denominano ad alta voce l’oggetto raffigurato, se fa rima con “castello” si alzano ed entrano dentro il cerchio-castello.
Es:    ombrelLO può entrare nel castelLO?
Cancello; anello; pennarello; uccello; secchiello; mantello; coltello; cammello; mago; cavaliere; fantasma…..

●  INVENTARE RIME O FILASTROCCHE (PAROLE ASSONANTI DATE/INVENTATE)

CREARPESCANDO
I bambini sono seduti intorno al tavolo, l’insegnante predispone all’interno di un sacco coppie di immagini unite tra di loro i cui nomi sono in rima. Invita i bambini a pescare una coppia e a creare una piccola rima. Successivamente ogni bambino rappresenterà graficamente le rime prodotte.
L’insegnante prepara poi un percorso costituito dagli elaborati grafici realizzati dai bambini e li guida a costruire una filastrocca con le rime trovate.



Esempi di parole da utilizzare:
parole corte ad alta frequenza: secchio-vecchio; letto-tetto; mano-nano; campo-lampo; treno-freno.

parole lunghe ad alta frequenza: limone-marrone; castagna-montagna; minestra-finestra; panettone-arancione, tamburo-canguro.

parole corte a bassa frequenza: zanna-canna; piume-fiume; pelo-telo;tacco-scacco; biglia-triglia.

parole lunghe a bassa frequenza: canottiera-bandiera; sentinella-bacinella; bigiotteria-cartoleria; pastiglia-vaniglia; galeotto-giavellotto.
RICONOSCIMENTO DELLA SILLABA INIZIALE DI PAROLA

SCEGLIERE TRA 2/3 PAROLE QUELLA CHE INIZIA COME IL TARGET

●SCEGLIERE TRA 3 PAROLE QUELLE CHE INIZIANO COME IL TARGET

L’insegnante predispone delle carte con immagini e parole. Ne mostra una e la denomina. Successivamente ne farà vedere ai bambini altre due denominandole. Inviterà poi i bambini a individuare quale delle due INIZIA come il target.
Questo gioco si può proporre anche con schede predisposte:
Esempio:
COLORA L’IMMAGINE IL CUI NOME INIZIA CON LA  STESSA SILLABA DI..”

 

Esempi di parole da utilizzare:
parole ad alta frequenza: cuore-cuoco; luna-lumaca; mozzarella-mosca; telefono-termosifone; bastone-bacio; giraffa-girandola; giostra-giocattolo; pera-peperone; quadro quaderno.

Parole a bassa frequenza: giradischi-girino; trave-tramezzino; bisonte-bisaccia; basilico-bastimento; focaccia-focolare; siepe-siero; cespuglio-cetriolo; erbario-ermellino; diamante-diavolina; polenta-posate.

Si riutilizzano le carte precedentemente predisposte.

 

TROVARE L’INTRUSO
CHI E’ L’INTRUSO?
L’insegnante presenta degli oggetti (almeno 6) che hanno la stessa sillaba e li denomina insieme ai bambini, poi li invita a trovare ed a togliere l’intruso.

Esempio di oggetti da utilizzare:- coperta-costruzioni-cono-colori-coperchio-coniglio-bambola.
……………“Chi è l’intruso?”
-Birilli-biscotto-biglia-bicicletta-bibita-biberon-costruzioni.

…..………”Chi è l’intruso?”

 

INDIVIDUARE OGGETTI/FIGURE CHE INIZIANO CON LA STESSA SILLABA (STESSO COLORE/STESSA SILLABA)

RAGGRUPPARE PAROLE CHE INIZIANO CON LA STESSA SILLABA
AL POSTO GIUSTO
1° parte: L’insegnante predispone su un tappeto alcuni oggetti (si utilizzano gli oggetti individuati per il gioco “CHI E’ L’INTRUSO?”) ed invita i bambini a raggruppare tra di loro, all’interno dei cerchi precedentemente predisposti, gli oggetti il cui nome inizia con la stessa sillaba.
2° parte: Successivamente l’insegnante, dopo aver predisposto una scheda raffigurante alcune immagini, chiede ai bambini di cerchiare ogni sillaba iniziale uguale con lo stesso colore.

Esempio:                             RO                                                        MA
Rospo, rosa,rotolo, robot, rotaie               maschera,mano,maiale,mare,maniglia

Cerchiare RO con il giallo e MA con il blu

PRODURRE PAROLE CON STESSA SILLABA INIZIALE IN UNA CATEGORIA SEMANTICA DATA
DIMMI TU
I bambini sono seduti a semicerchio, l’insegnante propone di produrre parole che hanno la stessa sillaba iniziale in una categoria semantica data.
L’insegnante prepara un simbolo che rappresenta varie categorie semantiche ( burattino a forma di animale, un piatto, una bottiglia, una palla…). Tenendo in mano il simbolo scelto, l’insegnante pronuncia una parola e passando il simbolo chiede ai bambini di continuare a produrre parole con la stessa sillaba iniziale e che appartengano alla stessa categoria.
Esempio:  cose che si mangiano che iniziano con la sillaba CA:
caramella-carota-cacao-caciotta-cachi-cavolo-castagna

DOMINO SU SILLABA INIZIALE

DOMINO
Piccolo gruppo omogeneo (5 anni). L’insegnante predispone delle tessere che  i bambini possono indossare come una collana nelle quali è scritta una parola con evidenziata  la prima e l’ultima sillaba. I bambini si trovano nel salone o nell’aula di motoria; l’insegnante fa indossare ad ogni bambino una tessera e legge più volte le parole contenute in tutte le tessere. Successivamente invita un bambino ad allontanarsi dal gruppo; legge la parola sottolineando la sillaba finale e chiede quale parola inizia con quella sillaba. Il bambino che avrà la parola giusta si avvicina al bambino precedentemente chiamato. Si procede fino a quando tutti i bambini sono allineati.

Esempio:

CASA  SAPONETTA   TASCA  SCALA  LAMA   MARE   REGINA   NASO 

 

SOLE  LETTO  TOPO   POSTINO NOCE  CENERENTOLA  LATTE 

 

TEGOLE  LECCALECCA    

● FLUENZA FONEMICA SU SILLABA INIZIALE (BASTIMENTO)

TUTTI A BORDOOOOO!

Su una barca di carta, precedentemente costruita, i bambini sono invitati a collocare delle immagini ritagliate da riviste i cui nomi iniziano con una sillaba data.


 

SINTESI SILLABICA

SCEGLIERE LA PAROLA SILLABATA DALL’ADULTO TRA DUE/TRE ALTERNATIVE
FA-GIO-LI-NO

I bambini sono seduti a semicerchio quando l’insegnante mostra il burattino Fagiolino che dice: “Oggi parlo così!”e contemporaneamente mostra tre immagini e ne sillaba una. Il bambino deve scegliere quella sillabata.

Esempi di gruppi di parole da utilizzare:

Corte ad alta frequenza: sale-mela-sole
Corte a bassa frequenza: gambo-lente-rovo
Lunghe ad alta frequenza: lumaca-cioccolata-bambino
Lunghe a bassa frequenza: corallo-metallo-bretelle

 

DENOMINARE LA PAROLA SILLABATA DALL’ADULTO

●REBUS DI PAROLE (RE/MARE)

 

SEGMENTAZIONE SILLABICA
 (CLASSIFICAZIONE PER LUNGHEZZA)

L’ADULTO PRONUNCIA 3 PAROLE E METTE IN FILA UN CUBO PER OGNI SILLABA, IL BAMBINO IDENTIFICA LA PAROLA IN BASE AL NUMERO DEI CUBI

INDOVINA LA PAROLA

L’insegnante pronuncia tre parole sillabandole e ad ogni sillaba mette in fila un cubo. Invita poi un bambino ad individuare una parola tra quelle pronunciate in base al numero dei cubi.

 

Esempio:     CA     SA

                    LU      MA     CA

                   CIOC   CO     LA     TA

IL BAMBINO SILLABA UNA PAROLA E L’ADULTO INDOVINA TRA PIU’ ALTERNATIVE
COSA HO DETTO?

I bambini sono a coppie ed hanno a disposizione degli oggetti/immagini; uno dei due deve indovinare la parola sillabata dal compagno tra gli oggetti/immagini che si trovano sopra il tavolo.

IL BAMBINO SILLABA UNA PAROLA BATTENDO LE MANI (DICE IL NUMERO DEI SUONI CHE LA COMPONGONO)

SAL-TA  SAL-TA
I bambini si trovano nel salone o nell’aula di motoria dove l’insegnante avrà predisposto dei cerchi in fila. L’insegnante pronuncia una parola e al suono di un campanellino invita un bambino a sillabarla saltando dentro i cerchi (ad ogni cerchio corrisponde una sillaba). Contando i cerchi il bambino individua il numero delle sillabe che compongono la parola.●METTERE IN FILA UN CUBO PER OGNI SUONO DELLA PAROLA DATA
(qual è più lungo?)
                                                               O
                                                               O O
O O O
L’insegnante precedentemente procura delle palline della stessa dimensione da far dipingere ai bambini per realizzare un bruco*. L’insegnante invita i bambini a disporsi seduti a semicerchio e pronuncia una parola sillabandola. I bambini a turno devono mettere in fila una pallina per ogni sillaba. Ogni 5 parole un bambino dovrà individuare la più lunga.

* Le palline possono anche essere dotate di velcro in modo tale da poterle attaccare ad un tappeto (o altra superficie)

DENOMINARE OGGETTI/FIGURE/PAROLE E CLASSIFICARLE PER LUNGHEZZA

                                    IL
NOME
                                    PIU’
 LUNGO

L’insegnante predispone tanti fogli quanti sono i bambini partecipanti al gioco, in ogni foglio vengono scritti i nomi dei bambini in modo tale che ogni lettera sia collocata in un quadretto. Successivamente invita i bambini a ritagliare il proprio foglio in modo tale da eliminare le parti non scritte e ad individuare i nomi più lunghi e i nomi più corti. Ogni bambino dovrà poi ritagliare i nomi e sistemarli in ordine di lunghezza.

 

 

DELEZIONE SILLABA INIZIALE

PRONUNCIARE I SUONI CHE RESTANO DA UNA PAROLA/NON PAROLA TOGLIENDO LA PRIMA SILLABA

IL MANGIA SILLABE

I bambini sono seduti a semicerchio e l’insegnante distribuisce ad ogni bambino dei cartoncini precedentemente predisposti*; mostra il burattino Fagiolino che esclama: “ Ho fame! Vediamo cosa posso mangiare….” Si dirige verso un bambino e dice: “Oh! Qui c’è…(legge la parla) mangerò … (prima sillaba). Ora cosa resta?”

Esempi di:
parole:  cavalle, capelli, mare, remare, profumo, casacca, collana, fragola
non parole: capala, fadente, tamano, foluna

*I cartoncini verranno realizzati in modo tale da staccare realmente la sillaba che si intende togliere. Si può tenere unito il cartoncino utilizzando il velcro.

TRENI DI PAROLE DALLA SILLABA FINALE DELLA PAROLA PRECEDENTE

 (vedi gioco del domino)

http://www.circolodidatticomagione.it/corso%20dislessia.doc

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 


 

Dislessia esercizi e strumenti compensativi

 

DISLESSIA E DISTURBI

SPECIFICI DI

APPRENDIMENTO
( DSA)

 

(Scuola primaria / Scuola Secondaria di primo grado)

QUADRO NORMATIVO
NORMATIVA DI RIFERIMENTO DI CARATTERE GENERALE

  • Costituzione art.3 e art.34
  • DPR 249/98”Regolamento recante lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria”.
  • DPR 275/99 “Regolamento recante norme in materia di autonomia delle Istituzioni Scolastiche”.
  • L.53/03 “Delega al governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale”.
  • D.L.vo n°59/04”Definizione delle norme generali relative alla scuola dell’Infanzia e al primo ciclo d’istruzione, a norma dell’art.1 della legge 28 marzo 2003, n°53.”
  • Ministro P.I.”Nota di indirizzo per l’avvio dell’anno ponte 2006-07”.
  • D.M. 31/07/2007”Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’Infanzia e per il primo ciclo dell’istruzione”.

NORMATIVA SPECIFICA PER I DSA
NAZIONALE

  • Nota MIUR prot.4099/A4 del 5.10.04 “Iniziative relative alla dislessia”
  • Nota MIUR prot.26/A4 del 5.01.05 “Iniziative relative alla dislessia”
  • Nota MIUR prot.1787 del 1.03.05” Esami di stato 2004/05. Alunni affetti da dislessia”.
  • Nota MIUR prot.4798 del 27.07.05” Attività di programmazione scolastica degli alunni disabili da parte delle istituzioni scolastiche- Anno scolastico 2005-06”.
  • OM n° 22 del 20.02.06” Istruzioni e modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami di stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore nelle scuole statali e non statali. Anno scolastico 2005-06”.
  • OM n° 26 del 15.03.2007” Istruzioni e modalità organizzative e operative per lo svolgimento degli esami di stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore nelle scuole statali e non statali. Anno scolastico 2006-07”.
  • CM n°28 del 15.03.2007” Esame di stato conclusivo del primo ciclo di istruzione nelle scuole statali e paritarie per l’anno scolastico 2006-07”.
  • Nota MPI 4600 del 10.05.2007” Circolare n° 28 del 15 marzo 2007 sull’esame di Stato conclusivo del primo ciclo d’istruzione nelle scuole statali e paritarie per l’anno scolastico 2006-07- precisazioni”.
  • Nota MPI 4674 DEL 10.05.2007 “Disturbi di apprendimento- Indicazioni Operative”.
  • OM n° 30 del 10.03.08 “ Istruzioni e modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore nelle scuole statali e non statali. Anno scolastico 2007-08”.
  • CM n° 32 del 14.03.08 “ Scrutini ed esami di stato a conclusione del primo ciclo di istruzione . Anno scolastico 2007-08”.

REGIONALE

  • Nota USRL prot. 13987 del 3.11.2004 “Dislessia e DSA: strumenti compensativi e misure dispensative”.
  • Nota USRL prot. 10705 del 13.06.2006 “Esame alunni affetti da dislessia”

PROVINCIALE

  • USP di Sondrio 2005 “Linee guida DSA”.
  • Protocollo d’intesa per l’individuazione precoce e l’intervento sui disturbi specifici di apprendimento” tra il Dirigente dell’USP di Brescia- i Direttori Generali delle ASL di Brescia e Vallecamonica Sebino- I Direttori Generali delle AO di Brescia, Chiari, Desenzano 31.10.07

 

DISLESSIA E DSA

La percentuale dei bambini dislessici si attesta al 5% di tutta la popolazione scolastica.
I bambini affetti da DSA hanno un disturbo che impedisce loro di automatizzare un processo.
In generale la decodifica delle parole è un apprendimento procedurale come il nuotare o l’andare in bicicletta. Per i bambini affetti da DSA ciò non avviene.

Esistono disabilità visibili e disabilità invisibili.
Le disabilità visibili sono evidenti ( sindrome di Down … ) e colpiscono lo 0,6% della popolazione scolastica. Le disabilità di apprendimento invece sono disabilità invisibili, esse prendono il nome di dislessia, disgrafia, discalculia, disortografia, disprassia.

La dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente.
La dislessia non è causata da deficit intellettivi né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali, ma dalla mancanza di un pensiero logico-consequenziale.
Il bambino dislessico è privo di prerequisiti quali:


per lettura e scrittura

  • Memorizzazione visiva
  • Memorizzazione uditiva
  • Integrazione visivo-uditiva.
  • Riferimenti spaziali
  • Riferimenti temporali
  • Coordinazione oculo-motoria (ritmo)

      Per matematica

  • Capacità attentive
  • Memorizzazione
  • Discriminazioni spaziali
  • Concetti verbali quantificatori
  • Concetti di misura
  • Capacità di seriazione
  • Inclusione in classi
  •  Corrispondenza biunivoca
  • Capacità logiche
  • Capacità linguistiche

Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica. Perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara.
La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura, nel calcolo e talvolta in altre attività mentali.
Tuttavia questi bambini sono intelligenti, vivaci, creativi.

 

Come si manifesta
Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura degli errori caratteristici come:

  • l’inversione di lettere e di numeri ( es. pre -per; 21-12)
  • la sostituzione di lettere con suoni e grafia simile (m-n; v-f;b-d;p-b; a-o; e-a).

      Molti dislessici hanno difficoltà :

  • ad imparare l’ordine alfabetico;
  • i giorni della settimana;
  • i mesi dell’anno in ordine;
  • a memorizzare termini difficili e a bassa frequenza.

Hanno spesso un lessico povero, faticano a riconoscere le caratteristiche morfologiche della lingua italiana; quasi sempre le prestazioni grammaticali sono inadeguate.
Tutti i dislessici hanno grosse difficoltà ad apprendere le lingue straniere, in particolare scritte, e la difficoltà maggiore è rappresentata dalla lingua inglese a causa delle differenze molto accentuate tra la scrittura e la pronuncia delle lettere e tra la pronuncia e la scrittura di una stessa lettera in parole diverse.( Non a caso in Inghilterra i dislessici rappresentano il 7/8% della popolazione scolastica).

Molti dislessici sono anche disgrafici, ossia hanno una grafia illeggibile. Questo disturbo rivela un problema di motricità fine.

E’ auspicabile fare accertamenti al fine di rilevare la dislessia alla fine del secondo anno della scuola primaria e non prima, in quanto questo disturbo può essere confuso con un semplice ritardo nell’acquisizione delle diverse abilità.

 

Come operare
LETTURA

  • Decodifica decifrativa = L’alunno non ha un’immagine chiara.

                                  Scambio di lettere con grafia e suoni simili.
                                  Inversione,sovrapposizione, omissione.              
Caratteri poco chiari.
Problemi 

  • Decodifica semantica = L’alunno non sente il pensiero internamente 

                                             quindi non capisce ciò che legge.

 

  • Lavorare in modo graduato, rispettando i tempi.

Puntare sulle sillabe, non sulle lettere.
Non saltare passaggi.
In caso di difficoltà svelare, poco per volta, la parola, poi farla ripetere.
Far leggere una frase per volta. Se non è stata letta in modo scorrevole, rileggerla, poi farla ripetere più volte.
Far rileggere il giorno dopo.

  • Rispetto alla frase, o al brano, domande con risposte SI’/NO

Risposte multiple
Domande con risposte aperte ( orali)
Far ripetere la frase( poi più frasi)
Letture semplicissime, via via più complicate.

 

SCRITTURA

 

  • Puntare sulle sillabe ( stesso percorso della lettura- dettati di parole/ brani)
  • Parole con immagine
  • Brevi frasi (farle dire oralmente, evidenziando lo stacco tra una parola e l’altra)
  • Dare un’immagine ( scrivere il nome di ciò che è illustrato; ogni parola una frase)
  • Schemi di : narrazione, descrizione, dialogo ( prima alcune volte insieme, poi da soli)
  • Pretendere prima solo una , poi poche frasi corrette
  • Evitare correzioni sulle frasi spontanee
  • Lavorare molto sull’ortografia ( una difficoltà per volta da riverificare)
  • Lavorare molto sulla punteggiatura
  • Partire dall’analisi logica.

 

ANALISI LOGICA E GRAMMATICALE

  • Far dividere in sintagmi
  • Far trovare il soggetto               Di chi si parla ?

 

  • Far trovare il predicato              Che cosa si dice del soggetto?
  • Far scrivere sugli altri sintagmi la domanda                    Cosa devi chiedere per avere                                                                                      risposta? ( dare lista domande)

 

  • Dare lista complementi con domande

Analizzare sint.( per analisi grammaticale)

 

  • Parole immagine               Nome
  • Parole suono              Articoli/preposizioni

 

 

MATERIE DI STUDIO

 

 

PROBLEMI                     

Difficoltà di comprensione
 

Difficoltà di lessico
 
Difficoltà di esposizione orale

 

Memoria

 

  • Lavorare  sui prerequisiti spazio-temporali
  • Esercitare l’attenzione
  • Esercitare la memoria
  • Esercitare il ragionamento logico
  • Insegnare l’uso degli schemi
  • Aumentare il patrimonio lessicale
  • Aiutare a organizzare il pensiero
  • Ripetere semplici frasi( prima una, poi più frasi consequenziali, che abbiano un nesso logico, aiutandosi con immagini o parole-chiave)

 

LINGUA STRANIERA

 

Il dislessico può imparare la lingua straniera soprattutto se orale.

 

Sarebbe opportuno che, prima di intraprendere lo studio di una lingua straniera, abbia una buona sicurezza sia nella lettura sia nella scrittura della lingua madre.

 

  • Puntare sulla lingua parlata
  • Tenere presente le sue difficoltà di apprendimento e memorizzazione
  • Prima far memorizzare il vocabolo con pronuncia orale, solo successivamente memorizzare eventualmente come la parola si scrive.
  • Puntare sulla qualità e non sulla quantità ( il rischio è che non impari nulla)

 

 

LA DISCALCULIA

 

La discalculia è una disabilità di origine congenita e di natura neuropsicologica che impedisce a soggetti intellettivamente normodotati di raggiungere adeguati livelli di rapidità e di correttezza in operazioni di calcolo( calcolo a mente,anche molto semplice, algoritmo delle operazioni in colonna, memorizzazione delle tabellone, numerazioni regressive e progressive, lettura e scrittura di numeri, giudizi di grandezza tra numeri.)
Tale disabilità dunque riguarda la parte esecutiva della matematica e ostacola quelle operazioni che normalmente dopo un certo periodo di esercizio tutti i bambini svolgono automaticamente( senza la necessità di particolari livelli attentivi).
Tutti noi possediamo nella nostra mente dei “serbatoi”, dei “magazzini”, dove è possibile codificare il risultato di semplici calcoli numerici; ciò consente di recuperare questi risultati in tempi brevissimi e soprattutto senza dover ogni volta eseguire operazioni di conteggio.
Bambini normalmente efficienti risolvono il calcolo 3x4 in tempi inferiori al secondo e senza dover ricorrere a forme di conteggio ( 3x1=3, 3x2=6 ecc.; oppure 3+3+3+3).
Naturalmente questa abilità, che manca alla maggioranza dei bambini discalculici, consente di svolgere il calcolo in automatico, senza il dispendio di energia attentava, e quindi libera potenzialità a disposizione della parte concettuale e del problem solving.
I portatori di tale disturbo sono circa il 4% della popolazione scolastica.
Come altri disturbi specifici dell’apprendimento ha elevate cause di origine eredo-familiare.
Spesso molti discalculici sono anche dislessici.

 

Come riconoscere la discalculia
E’ soprattutto verso la fine della terza classe della scuola primaria che può essere più facile fare l’ipotesi che un bambino inefficiente nella parte esecutiva della matematica possa essere affetto da discalculia.
Infatti è a questo punto del cammino scolastico che normalmente le operazioni di calcolo e di processamento numerico più elementari vengono svolte da tutti i bambini con elevati livelli di automatizzazione.
Si tratta di cogliere delle discrepanze: a fronte di una intelligenza adeguata in molte materie scolastiche( spesso adeguata anche nel saper cogliere l’operazione necessaria alla soluzione del problema), si nota grande difficoltà nell’immagazzinare le tabellone o nell’eseguire semplici operazioni a mente senza l’uso delle dita o nell’enumerare correttamente all’indietro.
Spesso la discalculia si manifesta solo con elevati livelli di lentezza nell’esecuzione di calcoli o di operazioni, il cui risultato è spesso corretto.
Nel secondo anno della scuola primaria, sintomi precoci  di un possibile disturbo discalculico possono essere:

  • significativa difficoltà nella numerazione regressiva da 20 a 0;
  • difficoltà nella lettura e scrittura dei numeri ad una cifra;
  • difficoltà ad eseguire l’addizione dei numeri in coppia(2+2, 3+3, 4+4,…) ricorrendo al fatto aritmetico ( senza dover calcolare).

            In relazione all’elevato livello di comorbidità con la dislessia a scuola l’individuazione di un rischio di discalculia può essere facilitata dalla compresenza dei fenomeni sopra descritti con lentezza e scorrettezza nella lettura, con la presenza di numerosi errori ortografici nella scrittura (disortografia) e con la presenza di disturbi nella grafia ( disgrafia: grafia molto brutta o significativa lentezza nell’esecuzione del segno).

 

 

Come operare

La matematica è strutturata gerarchicamente
Quindi:

  • Lavorare molto sui prerequisiti
  • Procedere con gradualità ( senza saltare passaggi, passando al successivo solo quando l’alunno ha automatizzato il precedente)
  • Scomporre ogni” operazione” complessa ( che richiede più abilità o competenze) in “operazioni” semplici.
  • Lavorare il più possibile concretamente o con riferimenti concreti.
  • Uso della tavola pitagorica, della calcolatrice, delle tabelle o quaderni con regole
  • Problemi: lavorare molto sulla comprensione del testo.

 

 

DISORTOGRAFIA
Si tratta di una disabilità che impedisce a soggetti normodotati di scrivere senza errori ortografici.
In particolare il bambino disortografico non riesce a sentire le doppie e gli accenti perché non ha il senso del ritmo.

DISPRASSIA
E’ un disturbo della funzione motoria che si evidenzia nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria  e consiste nella difficoltà da parte del bambino di punteggiare, ritagliare, allacciarsi le scarpe, abbottonarsi la camicia.

 

 

Chi fa le diagnosi
Le diagnosi dei DSA spettano alle strutture sanitarie di psicologia e di neuropsichiatria infantile che devono somministrare protocolli neuropsicologici adeguati all’individuazione ed alla diagnosi di queste disabilità.

 

RUOLO DELL’INSEGNANTE
I docenti devono indirizzare le famiglie dei bambini per i quali suppongono la presenza di disturbi specifici di apprendimento presso le strutture competenti.
Se si è in presenza di alunni con DSA:

  • favorire occasioni nelle quali i bambini interessati possano parlare delle loro difficoltà.
  • Spiegare ai compagni le motivazioni delle “richieste”diverse.
  • Partire dalle conoscenze e dalle abilità dell’alunno.
  • Esercitare i  prerequisiti( attenzione, memoria, logica, concetti spazio-temporali…)
  • Tendere ad ottenere un giusto equilibrio tra rispetto delle difficoltà e giuste pretese.
  • Puntare sulla qualità, più che sulla quantità.
  • Cercare di fornire strumenti di base elementari( lettura/ scrittura/ calcolo/ espressione verbale/ concetti di base…) commisurati alle loro effettive possibilità.
  • Far partecipare, comunque, l’alunno a tutte le attività scolastiche.
  • Partire il più possibile dall’esperienza concreta per raggiungere le varie abilità in quanto questi alunni hanno difficoltà di astrazione.
  • Scomporre il processo cognitivo in passaggi semplici ( verificare un’abilità per volta).
  • Lavorare in modo sistematico.
  • Diminuire gradatamente gli aiuti ( per aiutare ad automatizzare e a generalizzare).
  • Evitare esercitazioni complesse; concentrarsi su esercizi semplici e graduali.
  • Aiutare l’alunno ad accettare di sbagliare.
  • Far riflettere sull”errore”.
  • Dare schemi per aiutare l’alunno a ordinarsi.
  • Offrire punti di riferimento e di consultazione(es. quadernetto con regole)
  • Favorire i lavori di gruppo.
  • Scrivere in  stampato maiuscolo e in stampato minuscolo( il corsivo è molto difficile)
  • Controllare che i compiti siano copiati e scritti correttamente( stimolo all’ordine e alla precisione)
  • Aiutare l’alunno a rafforzare l’autostima, sottolineando gli aspetti positivi e creando situazioni di successo.

                                                         

 

STRUMENTI COMPENSATIVI

  • Tabella dei mesi, dell’alfabeto
  • Tavola pitagorica
  • Tabella delle misure e delle formule
  • Calcolatrice
  • Registratore
  • Cartine geografiche e storiche
  • Computer con programmi di videoscrittura con correttore ortografico e sintesi vocale
  • Cassette registrate
  • Dizionari di lingua straniera computerizzati, tabelle, traduttori
  • Testi corredati da cd-rom
  • Testi informatizzati

 

 

STRUMENTI DISPENSATIVI

  • Lettura a voce alta
  • Scrittura veloce sotto dettatura
  • Lettura di consegne
  • Uso del vocabolario
  • Studio mnemonico delle tabellone
  • Compiti a casa in misura ridotta
  • Tempi più lunghi per prove scritte
  • Interrogazioni programmate
  • Tempi più lunghi per lo studio
  • Utilizzo di testi ridotti
  • Dispensa dallo studio delle lingue straniere scritte.

 

LA VALUTAZIONE DELLO STUDENTE CON DSA NELLA SCUOLA PRIMARIA

 

La valutazione è lo strumento utile che permette di conoscere le capacità di ogni singolo alunno e di verificarne i miglioramenti.
Occorre valutare gli alunni con DSA  tenendo conto:

  • delle loro difficoltà;
  • delle loro capacità;
  • dei loro progressi ( discostandosi dalla valutazione della classe).

E’ fondamentale aiutare l’alunno ad

  • accettare gli errori;
  • analizzarli;
  • capire che sono migliorabili.

La valutazione deve essere quindi personalizzata e deve prevedere lunghezza e tempi di esecuzione adeguati. L’utilizzo di misure compensative e dispensative, strumentali all’apprendimento, non deve incidere sulla valutazione.
L’insegnante deve:

  • predisporre prove graduali( con una parte iniziale più semplice, possibilmente scritta in stampato maiuscolo)
  • Leggere le consegne, se l’alunno non riesce a decodificarle.
  • Permettere di usare gli strumenti compensativi;
  • Verificare oralmente tutte quelle prove scritte che sono risultate particolarmente difficoltose.

In particolare, come per tutti gli studenti, risulta essere efficace evidenziare gli aspetti positivi rispetto a quelli negativi e sottolineare i progressi.
E’ quindi necessario tener presente il punto di partenza e premiare/ valorizzare il percorso svolto, poiché le difficoltà sono assolutamente indipendenti dalla volontà, dall’impegno e dalla motivazione all’apprendimento.

 

La circolare 5/05 del MIUR sottolinea che gli strumenti dispensativi e compensativi “ debbano essere applicati in tutte le fasi del percorso didattico, compresi i momenti di valutazione finale”.

 

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

 

CLASSE INIZIALE

 

PROVE D’INGRESSO
Utilità dei test d’ingresso?
Attenzione al compito!

 

PROBLEMI IN ENTRATA

1.Per gli studenti con disturbi di dislessia e disgrafia il test d’ingresso scritto rappresenta un grosso ostacolo.
2.Nel passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo grado è di fondamentale importanza l’attività di raccordo per “indagare” sulla situazione degli alunni con difficoltà.

 

PASSAGGIO SUCCESSIVO

Informazione a tutto il Consiglio di Classe su alunni con DSA attraverso:

  • Insegnanti del ciclo scolastico precedente
  • Famiglia
  • Diagnostica
  • Terapeuta

Per conoscere le strategie ( già adottate dai docenti della scuola primaria) ostacolanti e vincenti e i punti di forza al fine di raggiungere l’obiettivo fondamentale: l’APPRENDIMENTO.

 

L’ostacolo principale negli alunni con DSA è la decodifica in quanto impedisce la comprensione.
In alunni senza DSA la decodifica avviene in automatico.
Se invece la decodifica è difficoltosa tutta l’attenzione del soggetto si sposta su questa e la comprensione avviene in un secondo tempo con grande dispendio di energia.
Questo fatto demotiva ovviamente lo studente e lo induce, alcune volte, ad assumere reazioni oppositive nei confronti della scuola.

 

 

IL DISTURBO DELLA DISLESSIA NELLA SCUOLA SECONDARIA PUO’ ESSERE:

 

 

Medio/lieve: quando l’alunno, nonostante alcune difficoltà, riesce ad affrontare una lettura.

 

Grave: quando l’alunno legge in modo stentato. In questo caso si consiglia di fare una lettura prevalentemente a bassa voce, per agevolare la comprensione del testo.

 

E’ importante inoltre creare, all’interno del gruppo classe, un clima favorevole per un buon apprendimento attraverso:

  • L’instaurazione di relazioni positive con i docenti
  • Incremento dell’autostima
  • Attuazione di misure compensative e dispensative ( vedi scuola primaria)
  • Utilizzo di strumenti diversi per l’apprendimento della lingua inglese ( es. privilegiare l’attività orale)
  • Attuazione di un metodo di studio personalizzato con mappe, schemi, collegamenti fra i vari argomenti
  • La contestualizzazione ( iniziare un racconto per es. con “C’era una volta”…)

 

L’esposizione orale può essere resa ancora più difficile, in questi alunni, a causa di due variabili:
1. tempi lunghi per memorizzare e/o recuperare parole nuove, a bassa frequenza o di tipo tecnico.
2.Disnomia ( incapacità di trovare il termine giusto al momento giusto).

 

Si consiglia di utilizzare, per le prove orali, due canali di accesso:

  • canale visivo: attraverso l’utilizzo di colori, della sottolineatura, di mappe, di schemi,…
  • canale uditivo : attraverso la registrazione di quanto l’alunno deve imparare.

 

LA VALUTAZIONE NELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

 

Valgono gli stessi principi della scuola primaria.

 

In particolare deve essere personalizzata alle necessità dell’alunno con DSA.
Non si dovranno mai valutare le seguenti conoscenze/abilità:

  • memorizza gli argomenti trattati
  • Colloca i concetti nello spazio
  • Colloca i concetti nel tempo
  • Stabilisce relazioni di tempo e di causa
  • Ricava informazioni da grafici
  • Conosce e usa la terminologia specifica
  • Sa esporre con schema autoprodotto

Si potranno invece valutare le seguenti conoscenze/ abilità:

  • Conosce gli elementi essenziali
  • Riconosce dati e concetti
  • Utilizza dati e concetti
  • Riferisce informazioni

La valutazione deve prevedere:

  • lunghezza e tempi adeguati
  • valutazione della comprensione e produzione in tempi diversi
  • evidenziazione dei progressi.

 

In un alunno con DSA la valutazione contribuisce a far aumentare o diminuire l’autostima.
La poca stima di sé porta immancabilmente all’insuccesso scolastico.
L’insuccesso scolastico rappresenta il primo passo verso la dispersione scolastica che si verifica nella scuola secondaria di secondo grado.

 

 

MATERIALI PER L’INTERVENTO

  • Materiali IPDA per la prevenzione delle difficoltà di apprendimento(Ed. Erickson- autori: Tretti-Terreni- Corcella) per la scuola dell’infanzia da somministrare nel mese di ottobre.
  • GIOCARE CON LE PAROLE ( Ed.Erickson-autori:Perrotta-Brignola) 1^ classe scuola primaria
  • LE DIFFICOLTA’ DI LETTO-SCRITTURA ( Ed.Erickson-autore:Riccardo Ripamonti) per tutte le classi della scuola primaria
  • LA SCRITTURA SPONTANEA COLLETTIVA ( Ed.Erickson) 1^classe scuola primaria
  • RECUPERO IN ORTOGRAFIA. Esercizi per il controllo consapevole dell’errore( Ed.Erickson)
  • DIVERTIRSI CON L’ORTOGRAFIA ( Ed:Erickson)
  • IL CORSIVO DALLA A ALLA Z                 “

 

 

MATERIALE PER LA VALUTAZIONE

  • PROVE DI LETTURA MT ( Ed.Erickson) per tutte le classi della scuola primaria.

 

 

MATERIALE PER ALUNNI DISCALCULICI

  • ACMT- Test di valutazione delle abilità di calcolo ( Ed. Erickson-Autori : Cornoldi-Lucangeli) per tutti gli alunni
  • IL GENERATORE DI NUMERI- CD per l’insegnante- La discalculia evolutiva (Ed.Erickson autore: Angelo)

 

 

MATERIALE PER IL COMPUTER

  • ProgrammaCARLO MOBILE ( Erickson)
  • Programma CARLO 2                   “

 

 

Besnate,20.05.2008                                                        

 

autore :

La Referente dei DSA
F.to Mariagrazia Lattuada

 

Fonte: http://www.ictoscanini.it/aggiornamento/dislessia_disturbi.doc

 

 

Dislessia esercizi e strumenti compensativi

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Dislessia esercizi e strumenti compensativi

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

Dislessia esercizi e strumenti compensativi