Acne professionale
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Acne professionale
ACNE PROFESSIONALE
L’Acne professionale è una varietà che può insorgere in seguito all’esposizione sia a sostanze chimiche, sia a fattori ambientali meccanici e fisici.
L’eruzione può essere di medio grado, da esposizioni locali, o severa, disseminata su tutto l’ambito cutaneo. Inoltrela forma denominata cloracne quasi sempre rappresenta un segno cutaneo di esposizione sistemica a sostanze chimiche altamente tossiche.
Le forme di acne professionale di più frequente riscontro sono:
- Acne da oli lubrificanti
- Cloracne
- Acne da catrame minerale
Acne da oli lubrificanti
E’ la forma più comune di acne professionale frequentemente osservata in individui impiegati nel settore metalmeccanico. I lubrificanti acnigeni sono essenzialmente gli oli da taglio, specialmente i semi sintetici utilizzati nell’industria pesante, ma anche i comuni lubrificanti motoristici (per automobili, aerei, navi etc.) ed il kerosene possono fare insorgere il quadro clinico acneico. Altri lavoratori potenzialmente soggetti a tale rischio sono quelli impiegati nelle perforazioni, nell’industria meccano-tessile, negli impianti petroliferi e di raffinazione e nei lavoratori del settore gomma. L’esposizione prolungata a tali sostanze produce una ipercheratosi follicolare reattiva che porta a ritenzione sebacea; ciò si manifesta clinicamente con la comparsa di comedoni aperti, di follicolite e di lesioni microcistiche causate dai lubrificanti stessi. Tali lesioni sono in genere primitivamente localizzate su aree esposte come le superfici dorsali delle mani e quelle estensorie degli avambracci. I vestiti da lavoro intrisi di lubrificante possono far insorgere le lesioni alle cosce, basso addome e glutei così come il gesto di asciugarsi il sudore con le maniche della tuta da lavoro può portare all’insorgere di lesioni al volto. Foruncoli veri e propri sono talvolta presenti (a differenza della cloracne) e possono mimare un acne cistica conglobata.
Il fattore chiave per la risoluzione del quadro, oltre la terapia sintomatica, è una corretta igiene nelle procedure di lavoro che impedisca il contatto degli oli con la cute e l’adozione di procedure che prevedano cambi giornalieri degli indumenti di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale eventualmente contaminati.
Cloracne
E’ causata dall’esposizione professionale ad alcuni idrocarburi aromatici alogenati ed è considerato l’indicatore più sensibile di una intossicazione professionale sistemica.
I composti cloracnigeni sono di solito similari strutturalmente, planari dal p.d.v. molecolare contenenti due anelli benzenici con gruppi alogeni in almeno tre delle posizioni laterali degli anelli.
La maggior parte dei casi di cloracne sono di origine professionale negli addetti agli impianti di produzione e più raramente negli utilizzatori dei prodotti finiti (ad es. erbicidi).
Clinicamente la cloracne è caratterizzata da multipli comedoni chiusi e cisti giallastre distribuite al volto, a livello delle regioni malare e retroauricolare con tipica assenza delle lesioni a livello del naso. All’aumentare del livello di intossicazione tali lesioni possono estendersi alla regione posteriore del collo, al tronco, alle estremità, natiche, scroto e pene. Alcuni rilievi cutanei associati possono far sospettare l’agente causale (vedi tabella seguente):
- iperpigmentazioni cutanee (PCP e TCDD)
- iperpigmentazioni ungueali e delle mucose (PCB)
- ipercheratosi follicolare (PCB e TCDD)
- congiuntivite e alterazioni ghiandole di Moebio (PCB)
- eritema ed edema facciale (Triclorofenolo)
- ipertricosi (TCDD)
- iperidrosi palmare e plantare (TCDD e PCB)
- follicoliti e xerosi (TCAB e TCAOB).
Principali sostanze cloracnigene
Naftaleni polialogenati policloronafteleni polibromonaftaleni (in alcuni PBB) |
Bifenili polialogenati |
Dibenzofurani polialogenati (in alcuni PBB) |
Contaminanti di policlorofenoli (erbicidi) |
Contaminanti di dicloroaniline (erbicidi) |
Principali cloracnigeni e sorgenti di esposizione
COMPOSTO |
SORGENTE |
Policloronaftaleni (fino al 1950) |
in isolanti elettrici, materiali ignifughi, conservanti del legno, rivestimenti di scafi, come additivi nei lubrificanti |
Policlorobifenili (PCB) (accumulo nel tessuto adiposo per lungo tempo) |
in sistemi elettrici chiusi come i trasformatori e, in piccole quantità, come plasticizzanti nella cellulosa, resine viniliche e gomma e in fluidi idraulici. senico |
Policlorodibenzofurani (PCDF) |
contaminanti dei PCB e di fenoli clorinati (erbicidi) |
Fenoli policlorinati |
conservanti del legno e pelle,erbicidi, fungicidi, insetticidi e disinfettanti |
Diossine |
si formano nella produzione di solventi organici clorinati (esaclorofene e alcuni erbicidi) |
Azo- e azossibenzeni |
intermedi nella produzione di erbicidi |
etc.)
Aspetti di diagnosi differenziale tra acne volgare e cloracne
ASPETTI CLINICI
|
ACNE VOLGARE |
CLORACNE |
Età’ |
adolescenza |
tutte le età |
Comedoni |
presenti |
>3 (se assenti si esclude la diagnosi) |
Cisti giallastre |
raramente |
patognomoniche |
Comedoni temporanei |
raramente |
diagnostiche |
Papule e cisti infiammate |
> 3 |
presenti |
Coinvolgimento retroauricolare |
non comune |
comune |
Coinvolgimento del naso |
spesso risparmiato |
spesso risparmiato |
Segni sistemici associati |
rari |
comuni (epatiti, neuriti) |
- Fotodermatiti croche
Per porre diagnosi di cloracne professionale è necessaria la presenza di un quadro clinico caratterizzato da:
- comedoni e cisti non infiammatorie in sedi non tipiche dell’acne volgare
- documentata esposizione a sostanze cloracnigene
- assenza do altre cause esterne
Le differenze tra cloracne e altre forme di acne professionale è segnalate nella tabella seguente.
ACNE |
Etiologia |
Sedi |
Lesioni |
Cloracne |
alogenati aromatici |
malare, retroauricolare, subpalpebrale, mandibolare |
Comedoni, cisti giallastre (0.1-1 cm) |
Da oli |
oli da taglio aromatici e grassi |
braccia, cosce, natiche |
eritema, papule, pustole |
Da catrame/pece |
catrame/pece |
volto, regione malare |
comedoni aperti |
Tropicale |
caldo/umidità |
dorso, collo, natiche |
noduli, cisti |
La cloracne tende lentamente a risolvere dopo la cessazione dell’esposizione, ma la sua durata dipende dalla severità dell’interessamento cutaneo in più o meno sedi.
Le misure preventive più efficaci quando si tratta di questo tipo di sostanze è la lavorazione a ciclo chiuso perché non vi sia alcuna possibilità né di contatto diretto né di inalazioneda parte del lavoratore.
Fonte: http://www.medicocompetente.it/files/documenti/67-Dermatosi-Professionali.doc
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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