Dizionario enciclopedico dal termine apice ad argento
Dizionario enciclopedico dal termine apice ad argento
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Dizionario enciclopedico dal termine apice ad argento
Àpice Comune in provincia di Benevento (5.683 ab., CAP 82021, TEL. 0824).
apicectomìa, sf. Asportazione chirurgica dell'apice di un dente.
apicifìsso, agg. Relativo all'antera il cui connettivo è innestato verso l'apice del filamento.
Apìcio, Màrco Gàvio (sec. I d. C.) Famoso buongustaio romano. Di lui ci pervenne un rifacimento del IV sec. del suo ricettario, il De re coquinaria.
apicìte, sf. Infiammazione localizzata sull'apice di un organo.
apicocardiografìa, sf. Metodo diagnostico che si basa sulla registrazione delle curve di spostamento nella parte superiore del cuore.
apicolisi, sf. Intervento chirurgico che stacca la pleura parietale della fascia endotoracica e riempie con aria la cavità che si è così formata.
apicoltóre, sm. Chi esercita l'apicoltura.
apicoltùra, sf. Allevamento di api.
apigenìna, sf. Sostanza cristallizzata derivata dal flavone. Si isola dall'idrolisi dell'apiina con acido cloridrico bollente.
apiìna, sf. Glucoside dell'apigenina che si trova nel sedano e nel prezzemolo.
apìna, sf. Il veleno delle api.
apiocrinus, sm. invar. Genere di Crinoidi articolati dei terreni giurassici.
dal greco ápios pera e krínon giglio.
apion, sm. invar. Genere di Coleotteri della famiglia dei Curculionidi.
apios, sm. invar. Genere di piante erbacee della famiglia delle Papilionacee, originarie dell'America settentrionale e dell'Asia centrale, caratterizzate da fiori disposti in racemi corti, ma densi.
apiòsio, sm. Pentosio.
apirène, agg. Relativo ai frutti che non hanno semi per mancata fecondazione oppure a causa di fattori esterni o ereditari.
apirèno, agg. e sm. Detto di un frutto senza semi.
apìressìa, sf. Assenza di febbre.
apìrètico, agg. Stato in cui è assente la febbre.
Apìro Comune in provincia di Macerata (2.500 ab., CAP 62021, TEL. 0733).
apirògeno, agg. 1 Che non fa aumentare la temperatura. 2 Che non provoca febbre.
apiscàmpo, sm. Attrezzo apicolo che consente il passaggio delle api in una sola direzione. Viene posto generalmente tra la camera di covata e il melario per semplificare le operazioni di smelatura. ~ fugapi.
apium, sm. invar. Genere di piante erbacee che comprende, tra l'altro, anche il sedano.
APL Sigla di Automatic Programming Language (linguaggio per la programmazione automatica).
aplacentàli Mammiferi inferiori privi di una vera placenta ~ acoriati.
Aplacòfori Classe dei Molluschi, sottoregno dei Metazoi; animali marini senza placche e con corpo a forma di verme dotato di spicole calcaree.
aplanàtico, agg. Termine fisico con il quale si indica qualcosa privo di aberrazioni sferiche.
Sistema aplanatico
Sistema costituito da due o più lenti ottiche, all'interno del quale avviene la compensazione dell'aberrazione sferica.
aplanatìsmo, sm. Proprietà di un insieme ottico non presentante aberrazione sferica.
aplasìa, sf. Mancata formazione di un tessuto.
aplasmocitòsi, sf. Mancata formazione di plasmocellule.
Aplìsidi Famiglia di Molluschi Gasteropodi Opistobranchi marini.
aplìte, sf. Roccia filoniana costituita quasi completamente da quarzo e feldspato di potassio. Ha grana minuta e struttura autallotriomorfa.
aplo- Primo elemento di parole composte.
dal greco haplûs singolo, semplice.
aplobiónte, agg. e sm. Di organismo vivente allo stato aploide.
aplòcero, sm. Nome volgare dell'Oreamnos americanus, un mammifero ruminante dal mantello bianco che vive sulle Montagne Rocciose.
aplodiplobiónte, agg. e sm. Di organismo il cui ciclo riproduttivo comprende un'aplofase e una diplofase.
aplodónte, sm. Genere di Roditori Sciuroformi della famiglia degli Aplodontidi, originari dell'America settentrionale.
aplòfase, sf. 1 Periodo della vita di un organismo in cui esso è aploide. 2 Nei vegetali, fase del ciclo riproduttivo che comincia con la spora e termina con la formazione di gameti.
aplòfito, sm. Individuo vegetale aploide i nuclei delle cui cellule contengono un solo genoma.
Aplògini Gruppo di Aracnidi Araneidi, comprendente ragni con sei occhi e privi di cribello.
aplografìa, sf. Semplificazione grafica di un gruppo di segni uguali o simili.
aplòide, agg. Relativo a un individuo o a una cellula, in particolare un gamete, avente un solo genoma.
aplologìa, sf. Semplificazione di una parola ottenuta eliminando, per dissimilazione, una delle due sillabe consecutive uguali o simili.
aplòma, sf. Tovaglia che viene usata nella chiesa orientale per coprire l'altare.
aplomb, sm. invar. 1 Caduta a piombo del tessuto di un vestito. 2 Sicurezza di sé, disinvoltura.
aplòme, sm. Varietà alluminifera di andradite.
aplomitòsi, sf. Particolare divisione del nucleo i cui caratteri ricordano l'amitosi per strozzamento.
Aplosclèridi Ordine di Spugne d'acqua dolce che comprende il genere Spontilla.
aplysia, sf. Genere di Molluschi Gasteropodi della famiglia degli Aplisidi che vivono tra le rocce delle coste marine.
apnèa, sf. Assenza di atti respiratori. L'apnea può essere volontaria o riflessa. Quest'ultima può essere provocata da diversi stati morbosi, come emorragia cerebrale, uremia e gravi stati tossico-infettivi. Casi particolari sono l'apnea della deglutizione e quella dei neonati, subito dopo la nascita.
sf. (immergersi in apnea) to dive without breathing apparatus.
greco àpnoia, comp. da a-negativo + pnèin respirare.
Apnèumoni 1 Gruppo di Echinodermi della classe delle Oloturie privi di polmoni acquiferi. 2 Anfibi privi di polmoni che respirano per via cutanea.
apnèustico, agg. (pl. m.-ci) Relativo ad apparato respiratorio, tipico di alcuni Insetti, realizzato con la cuticola o con le branchie.
apo- 1Prefisso di parole. 2 In chimica, prefisso che indica che un composto è derivato da un altro per eliminazione di una molecola.
dal greco apó separazione, perdita, allontanamento.
Apo Vulcano attivo (2.954 m) delle Filippine, nell'isola di Mindanao.
apoàstro, sm. Punto dell'orbita ellittica nel quale l'astro secondario si trova alla massima distanza dall'astro principale.
apocalìsse, sf. Sconvolgimento immane, fine del mondo. ~ catastrofe.
Apocalisse Il termine, derivato dal greco (apokalypsis, rivelazione), indica uno scritto profetico attribuito all'evangelista Giovanni (ca. 95). L'opera, secondo la tradizione, sarebbe stata scritta nell'isola di Patmos durante l'esilio al quale Giovanni era stato condannato sotto l'imperatore Domiziano. Nell'area culturale ebraica esisteva una letteratura religiosa di tipo catastrofico come emerge soprattutto nel libro di Isaia (24-27) e in Daniele (7-12). Tuttavia l'Apocalisse per stile, prospettiva e genere letterario si stacca dai quattro vangeli e dalle lettere degli apostoli. L'Apocalisse riflette una situazione straordinaria di persecuzione e di pericolo. Nei capitoli 2 e 3 dell'Apocalisse vengono indirizzate sette lettere a comunità cristiane dell'Asia Minore. I cristiani di quella regione sperimentano un pesante clima di oppressione politica e religiosa da parte del potere romano invasore, il mostro che viene dal mare (Apocalisse cap. 13). Avvenimenti e personaggi sono visti come rappresentanti del Bene o del Male. Con un tono profetico nel quale passato e presente sono drammaticamente connessi e con un linguaggio allegorico e immaginoso, l'Apocalisse descrive il ritorno di Cristo e la sua definitiva vittoria sul Male, anche se l'oscurità sostanziale di numerosi passi può autorizzare interpretazioni diverse.
Apocalisse del nostro tempo L' Prosa di V. V. Rozanov (1918).
Apocalittici e integrati Saggio di U. Eco (1964).
apocalìttico, agg. Catastrofico.
Apocalypse Now Film d'avventura, americano (1979). Regia di Francis Ford Coppola. Interpreti: Marlon Brando, Robert Duvall, Martin Sheen, Dennis Hopper. Titolo originale: Apocalypse Now
apocàrpo, agg. Relativo a un gineceo i cui carpelli non sono saldati tra di loro cosicché il fiore ha tanti pistilli quante sono le foglie dei carpelli.
Apocinàcee Famiglia di piante erbacee o erboree, a volte lianose e rampicanti, dell'ordine delle Contorte, originarie delle zone tropicali. Comprende l'oleandro e la pervinca.
apòcino, sm. Genere di piante erbacee o sublegnose della famiglia delle Apocinacee che possiedono fiori o vasi laticiferi capaci di catturare piccoli insetti.
dal greco apó lontano e kýon, kynós cane.
apocìzio, sm. Cellula a più nuclei che si può considerare come un insieme di cellule non separate da una parete i cui nuclei si formano da un nucleo unico per successive divisioni.
apocodeìna, sf. Alcaloide derivato dalla codeina. Il suo cloridrato viene utilizzato come emetico.
Apocolokyntosis Satira di L. A. Seneca (54).
apòcopare, v. tr. Far subire un'apocope.
apòcope, sf. Figura grammaticale, troncamento in fine parola.
apòcrifo, agg. Non autentico, falso. ~ spurio. <> originale.
apocrisàrio, sm. Ambasciatore o inviato particolare dell'alto medioevo.
Apòcriti Sottordine di Insetti Imenotteri aventi un apparato boccale lambente, succhiante o masticatore.
apocromàtico, agg. Obiettivo soddisfacente alla condizione di aplanatismo per due colori, essendo corretto dall'aberrazione cromatica per tre colori.
apodèma, sm. Propaggine chitinosa rigida dell'esoscheletro degli Insetti posta a livello del torace, a cui si sorreggono o si attaccano i visceri o i muscoli.
apòdero, sm. Genere di Coleotteri della famiglia dei Curculionidi di piccole dimensioni dannosi per le piante sia allo stato larvale sia allo stato adulto.
apodètti Magistrati incaricati di riscuotere le imposte nell'antica Atene.
apodìa, sf. Mancato sviluppo dei piedi.
Apòdidi Famiglia di Uccelli Apodiformi, dalle zampe corte con dita incurvate e becco largo e corto.
Apodifórmi Ordine di Uccelli grandi volatori di medie dimensioni. Sono diffusi in Europa, Asia e Africa.
apodìssi, sf. Nella logica aristotelica, dimostrazione ottenuta mediante procedimento deduttivo a partire da premesse reali.
dal greco apódeixis dimostrazione.
apodìttica, sf. Parte della logica che studia l'apodissi e i suoi fondamenti.
apodìttico, agg. Evidente. ~ irrefutabile, logico. <> contraddittorio.
àpodo, agg. Senza piedi.
apòdosi, sf. Seconda parte del periodo ipotetico o condizionale, contrapposta alla protasi.
apofasìmeni Aderenti alla società segreta fondata dal Carlo Bianco da Saint-Jorioz nel 1830.
dal greco apofasisménos malato inguaribile.
apòfige, sf. Arco di cerchio o linea curva che, in un pilastro o in una colonna, unisce il fusto alla base o al capitello.
apofillìte, sf. Fluorosilicato idrato di calcio e potassio, tetragonale.
apòfisi, sf. In anatomia è così denominata la parte prominente o sporgente di un osso. Tra le numerose apòfisi presenti nello scheletro umano occorre ricordare quelle vertebrali, che sporgono dalle singole vertebre e vengono distinte in tre tipi (apofisi spinose, trasverse o articolari) in base alla loro forma e collocazione. Altrettanto importanti sono le apofisi presenti nel sistema scheletrico del cranio. Si trovano in corrispondenza della sella turcica e delle piccole ali dello sfenoide (apofisi clinoidea e pterigoidea) e dell'osso mastoide temporale (apofisi mastoidea).
apofonìa, sf. Alternanza, nella stessa sillaba radicale o suffissale di una parola, di vocali, diverse per qualità o quantità.
apoftègma, sm. Breve sentenza proverbiale. ~ massima.
apogèo, sm. 1 Posizione di un corpo celeste nel momento in cui viene a trovarsi alla massima distanza dalla Terra. In questo punto il corpo raggiunge la sua minima velocità orbitale. <> ipogeo. 2 Punto culminante. ~ vertice. <> fondo.
sm. apogee.
apògrafo, sm. Copia da un manoscritto autografo.
apòlide, sm. e sf. Chi non ha cittadinanza in nessuno stato.
sm. e sf. stateless person.
apoliticità, sf. L'essere apolitico.
apolìtico, agg. Estraneo alla politica. ~ qualunquista. <> politicizzato.
Apollinaire, Guillaume (Roma 1880-Parigi 1918) Pseudonimo di Wilhelm Apollinaris de Kostrowitzky. Poeta francese. Figlio naturale di un ufficiale italiano e di una nobildonna polacca. Nel 1903 si stabilì a Parigi dove conobbe P. Picasso, G. Braque e H. Matisse. Sostenne i fauves, i cubisti e i futuristi. Combatté nella prima guerra mondiale e fu ferito. Alcool è oggi considerato il capolavoro di Apollinaire, insieme con Calligrammi (1918), raccolta di poesie tra le quali compaiono componimenti con figurazioni tipografiche suggerite dai contenuti del testo poetico. Fra le altre opere in prosa, si ricordano L'eresiarca & C., Il poeta assassinato (1916), ispirato alle esperienze al fronte e il dramma surrealista Le mammelle di Tiresia (1917).
Apollinàre (sec. II-III) Santo, primo vescovo di Ravenna. Morì martire. A lui sono dedicate due stupende basiliche in Ravenna.
Apollinare detto il Giovine
(Laodicea 310 ca.-390 ca.) Vescovo di Laodicea. Anticipò il monofisismo nella controversia antiariana sulle due nature di Cristo, sostenne cioè che in Cristo fosse presente la natura divina, ma non una umanità completa. Compose anche opere in prosa e in versi che sostituirono i testi pagani proibiti dall'imperatore Giuliano.
apollinarìsmo, sm. Dottrina eretica di Apollinare di Laodicea per la quale il Verbo si sarebbe unito direttamente al corpo di Gesù Cristo e non alla sua anima umana.
apollìneo, agg. Di Apollo, degno di Apollo; di forme perfette. ~ armonioso. <> mostruoso.
apòllo, sm. Uomo di grande bellezza.
• Insetto (Parnassius apollo) della famiglia dei Papilionidi e dell'ordine dei Lepidotteri. Raggiunge la lunghezza di 5 cm; ne esistono più di 500 razze differenti.
Apòllo (astronautica) Programma americano di esplorazioni spaziali, creato nel 1960 dalla NASA, con l'obiettivo di far sbarcare l'uomo sulla Luna. Esso prevedeva capsule per il trasporto degli astronauti, due dei quali avrebbero potuto posare il piede sulla crosta lunare, utilizzando un modulo specifico (LEM). L'obiettivo venne raggiunto, dopo vari tentativi, il 21 luglio del 1969 (Apollo 11).
Apòllo (mitologia) Dio greco della bellezza, protettore della medicina e ispiratore della poesia, della danza, della musica e della filosofia. Figlio di Zeus e di Latona, fratello di Artemide, fu identificato con il Sole, da cui il nome di Febo, raggiante. Era particolarmente venerato a Delfi, ove profetizzava per bocca della Pizia. Amò Dafne che fu tramutata in alloro per essergli sfuggita.
Apollo 13 Film drammatico, americano, (1995). Regia di Ron Howard. Interpreti: Tom Hanks, Bill Paxton, Kevin Bacon. Titolo originale: Apollo 13
Apollo Musagete Balletto in un atto, musica e libretto di I. Stravinskij (Washington, 1928).
Apollodòro di Damàsco (Prima metà del II sec. d. C.) Architetto e scultore greco. Originario della Siria, lavorò a Roma come architetto civile e militare alle dipendenze degli imperatori Traiano e Adriano. Tra le opere il foro di Traiano, i mercati traianei (108-117) e la colonna traiana (110-113) a Roma.
Apollònio di Atène (I sec. a. C.) Scultore greco. Tra le opere a lui attribuite Torso del Belvedere (ca. 50, Vaticano, Musei Vaticani) e Pugilatore in riposo (ca. 50, Roma, Museo Nazionale Romano).
Apollònio di Pèrge (Perge 262?-180 a. C.) Matematico greco. Contemporaneo di Archimede, fu autore di un importantissimo trattato geometrico (Le coniche).
Apollònio Ròdio (ca. 295-215 a. C.) Poeta greco. Tra le opere Le argonautiche.
Apollósa Comune in provincia di Benevento (2.563 ab., CAP 82010, TEL. 0824).
apologèta, sm. 1 Autore di apologie. 2 Chi si atteggia a difensore di un personaggio, di una dottrina. ~ sostenitore. <> detrattore.
apologètica, sf. 1 L'attività e l'opera degli apologeti cristiani, a difesa e dimostrazione del carattere divino della Rivelazione. 2 Letteratura volta alla difesa o all'esaltazione di una dottrina, di un personaggio.
lat. apologeticus, dal greco apologetikos, deriv. da apologeisthai parlare a propria difesa.
apologètico, agg. Volto a difendere, a esaltare. ~ elogiativo. <> denigratorio.
agg. apologetic.
Apologeticum Prosa di Q. S. F. Tertulliano (197).
Apologia Opera di oratoria di L. Apuleio (ca. 157).
apologìa, sf. Discorso o scritto in difesa o per esaltazione di sé o di altri. ~ panegirico. <> stroncatura.
sf. apologia.
lat. tardo apologia, dal greco apologìa.
Apologia di Socrate Opera di filosofia di Platone (ca. 399 a. C.).
Apologia di Socrate
Opera di storia di Senofonte (V-IV sec. a. C.)
apologìstico, agg. Che mira a difendere o a esaltare.
apologizzàre, v. intr. Fare un'apologia di una dottrina, una persona o altro.
apòlogo, sm. Narrazione con intenti morali. ~ parabola.
apomorfìna, sf. Sostanza derivata dalla morfina che provoca il vomito.
aponeuròsi, sf. Termine medico che designa organi costituiti da tessuto connettivo fibroso legati all'apparato muscolare.
aponogèton, sm. invar. Denominazione dell'unico genere di Aponogetonacee, piante erbacee acquatiche perenni, caratterizzare da fiori bianchi profumati e da foglie galleggianti o sommerse. Sono originarie di Australia e Africa tropicale.
apoplessìa, sf. Improvvisa disfunzione di un organo, dovuta a un disturbo circolatorio. La forma più pericolosa è l'apoplessia cerebrale, che causa perdita di conoscenza, alterazioni della respirazione e delle pulsazioni cardiache. Mentre nelle sue manifestazioni più lievi si ha un miglioramento quasi immediato, nei casi più gravi può comportare emiparesi o anche la morte. Il soggetto colpito da apoplessia deve essere subito disteso in un ambiente aerato e con capo e spalle leggermente rialzati.
apoplèttico, agg. Che deriva da apoplessia o ne presenta i sintomi.
apoproteìna, sf. La parte proteica di una proteina che, oltre agli amminoacidi, contiene anche altri gruppi chimici.
aporèma, sm. Nella logica di Aristotele, sillogismo che si chiude con due proposizioni di uguale valore in contraddizione.
aporìa, sf. Difficoltà logica di fronte a due argomenti opposti entrambi possibili.
Apòrti, Ferrànte (San Martino dall'Argine 1791-Torino 1858) Pedagogista. Fu fondatore degli asili d'infanzia, nei quali veniva data grande importanza al gioco e al lavoro manuale.
aposiopèsi, sf. Repentina interruzione di una frase che però lascia intendere ciò che non si dire. ~ reticenza.
apostasìa, sf. Ripudio pubblico e solenne della propria religione. ~ abiura. <> fedeltà.
apòstata, sm. e sf. Chi compie apostasia. ~ rinnegato.
apostatàre, v. intr. 1 Rinnegare la propria religione. 2 Discostarsi da una dottrina di pensiero o da un partito.
apostolàto, sm. 1 La missione degli apostoli di Gesù. 2 Opera di propaganda di verità di fede. ~ proselitismo.
apostolicaménte, avv. In modo apostolico.
apostòlici Denominazione di diverse sette religiose medievali che volevano imitare la vita degli apostoli.
apostolicità, sf. 1 Tendenza dell'antichità di far derivare una chiesa dagli apostoli e dai lori diretti discendenti. 2 Qualità di ciò che è apostolico.
apostòlico, agg. 1 Proprio di chi fa opera di apostolo. • virtù apostoliche. 2 Che deriva la sua autorità direttamente dagli apostoli. 3 Papale. • benedizione apostolica.
agg. apostolic.
lat. apostolicus, dal greco apostolikos.
apòstolo, sm. 1 Ognuno dei dodici discepoli scelti da Gesù Cristo. 2 Chi diffonde con ardore un'idea. ~ divulgatore. <> oppositore.
sm. apostle.
lat. apostulus, dal greco apostòlos inviato.
apostrofàre, v. tr. 1 Segnare una parola con l'apostrofo. 2 Interpellare con tono di aspro rimprovero o di sdegno. ~ redarguire.
v. tr. 1 (gramm.) to apostrophize. 2 (rivolgersi) to address.
apòstrofe, sf. Il rivolgersi improvvisamente e in modo concitato a persona o a cosa personificata. ~ invettiva.
apòstrofo, sm. Segno (') che indica la caduta di una vocale.
sm. apostrophe.
apotèca, sf. Locale della casa romana che era adibito a deposito dei viveri.
apotèma, sm. 1 Nei poligoni regolari la distanza del centro dai lati; nella piramide retta, la distanza del vertice da un lato di base; nel cono circolare retto, la distanza del vertice dalla circonferenza di base. 2 deposito di colore scuro che compare in infusioni e decotti dopo esposizione all’aria.
apoteòsi, sf. 1 Assunzione al cielo di un mortale. ~ deificazione. 2 Celebrazione, glorificazione di una persona o di un evento. ~ esaltazione. 3 Splendore, trionfo. ~ tripudio. <> caduta, crollo.
sf. apotheosis.
lat. tardo apotheosis, dal greco apothèosis deificazione.
apotropàico, agg. Che allontana gli influssi malefici.
appaciàre, v. tr. Mettere d'accordo. ~ sedare.
appacificàre, v. tr. Mettere d'accordo, ridurre in pace.
da a-+ pacificare.
appagàbile, agg. Che si può appagare.
appagaménto, sm. L'appagare, l'essere appagato. ~ soddisfazione. <> scontento.
sm. satisfaction, gratification.
appagàre, v. v. tr. Soddisfare, esaudire. ~ accontentare. <> deludere.
v. intr. pron. Accontentarsi, essere soddisfatto.
v. tr. 1 to satisfy, to gratify. v. intr. pron. to be content, to be satisfied.
da a-+ lat. pacare mettere in pace.
appaiàre, v. v. tr. Unire insieme due cose o persone; accoppiare. ~ abbinare. <> separare.
v. rifl. Unirsi in coppia.
v. tr. to pair, to match.
Appalàchi Sistema montuoso nordamericano, che si allunga per circa 2.200 km dalla foce del San Lorenzo fino allo stato dell'Alabama. Si tratta di un sistema molto antico, risalente al Paleozoico, le cui asperità originali sono state erose dagli elementi e che presenta punte massime di circa solo 2.000 m di altezza. La catena, che corre parallela alla costa atlantica, è divisa dal fiume Hudson in due parti: a nord i monti della Nuova Inghilterra, con i massicci arrotondati delle Green Mountains, White Mountains e Berkshire Hills; a sud il complesso sistema dei monti Allegheny e delle Blue Ridge Mountains insieme con altipiani e valli alluvionali colmate di detriti (Great Valley). La regione è ricca di risorse minerarie e coperta da folta vegetazione (foreste latifoglie).
Appalachiàno Sistema montuoso degli Stati Uniti orientali e del Canada sudorientale che si estende dal golfo di San Lorenzo all'Alabama per circa 2.500 km. I principali rilievi sono i massicci delle Green Mountains ove svetta il monte Washington con 1.917 m e le Berkshire Hills. Il sistema più orientale comprende le Blue Ridge Mountains che raggiungono i 2.037 m con il monte Mitchell. Il sottosuolo di questo sistema montuoso è ricco di minerali, come ferro, zinco, piombo, rame e argento; non mancano anche giacimenti di carbone e petrolio.
appallottàre, v. v. tr. Ridurre a forma di pallottola. ~ appallottolare.
v. rifl. Raggomitolarsi, rannicchiarsi. ~ appallottolarsi.
appallottolàre, v. v. tr. Ridurre in pallottola. ~ accartocciare. <> distendere, stirare.
v. intr. pron. o rifl. Avvolgersi formando una pallottola. ~ raggomitolarsi.
appaloosa, sm. Cavallo da sella dal mantello maculato, originario dell'America settentrionale.
appaltànte, agg. e sm. Che, chi dà un appalto.
appaltàre, v. tr. Prendere o dare in appalto.
v. tr. 1 (dare in appalto) to award a contract, to allocate a contract. 2 (prendere in appalto) to contract.
appaltatóre, agg. e sm. Che, chi prende in appalto.
sm. contractor.
appàlto, sm. Contratto con cui l'appaltatore assume a proprio rischio l'esercizio di un'attività o l'esecuzione di un'opera in cambio di un corrispettivo in denaro. ~ concessione.
sm. 1 contract. 2 (dare in appalto) to allocate a contract. 3 (prendere in appalto un lavoro) undertake a job on contract.
lat. mediev. apaltus.
appannàggio, sm. Assegno annuo spettante ai capi di stato. ~ dotazione.
appannaménto, sm. L'appannare, l'appannarsi, l'essere appannato.
appannàre, v. v. tr. Rendere opaca una cosa lucida. ~ velare. <> schiarire. • il vapore appannò i vetri.
v. intr. pron. 1Velarsi per il vapore. • i vetri dell'auto si appannarono. 2 Offuscarsi. • la vista gli si appannò.
v. tr. to mist, to dim. v. intr. pron. to mist up, to mist over, to grow dim.
da a-+ deriv. da panno.
appannàto, agg. Opaco, offuscato. ~ annebbiato. <> cristallino.
apparàto, sm. 1 Preparativo appariscente. ~ sfarzo. • adornare con grandi apparati. 2 Insieme di congegni o di organi che svolgono una funzione. ~ strumentazione. • apparato digerente. 3 L'insieme dei membri dirigenti di un partito.
sm. 1 equipment, machinery. 2 (anat.) apparatus.
lat. apparatus,-us.
apparatóre, sm. 1 Nell'Ottocento, addetto all'apparato scenico teatrale. 2 Tappezziere che attende alla messa in opera di parati.
apparecchiàre, v. tr. Preparare. ~ approntare. <> sparecchiare.
v. tr. to set, to lay the table.
apparecchiatùra, sf. Insieme di apparecchi, impianti e strumenti coordinati per funzioni specifiche. ~ attrezzatura.
sf. 1 (macchina) device, machine. 2 (impianto) equipment.
apparécchio, sm. 1 Complesso di dispositivi destinati a una certa funzione. ~ dispositivo. 2 Aeroplano. ~ velivolo.
sm. 1 piece of apparatus, device. 2 (congegno) device. 3 (radio, TV, telefono) set. 4 (aeroplano) aircraft, (americ.) airplane.
apparentaménto, sm. L'apparentare, l'apparentarsi.
apparentàre, v. v. tr. Legare con vincoli di parentela; collegare, mettere in relazione. ~ equiparare. <> differenziare.
v. rifl. Imparentarsi con qualcuno; collegarsi, associarsi.
apparènte, agg. 1 Manifesto. ~ evidente. <> nascosto. 2 Che sembra e non è. ~ illusorio. <> effettivo.
agg. 1 apparent. 2 (certo, evidente) clear, evident.
Magnitudine apparente
Luminosità di una stella: dipende dalla distanza da cui viene osservata, pertanto essa indica in realtà la sua luminosità assoluta ridotta di un fattore proporzionale alla distanza.
apparenteménte, avv. In modo apparente, a prima vista. ~ in apparenza. <> effettivamente.
apparènza, sf. Manifestazione esteriore di solito non corrispondente alla realtà. ~ parvenza. <> sostanza. • giudicare in base alle apparenze; l'apparenza inganna.
sf. appearance.
lat. apparentia, deriv. da apparere apparire.
apparigliàre, v. tr. Accoppiare, mettere in pariglia.
apparìre, v. intr. 1 Mostrarsi allo sguardo. ~ comparire, emergere. <> sparire. • all'improvviso le apparve la Madonna. 2 Mettersi in vista. 3 Sembrare. ~ parere. • appariva molto sicuro di ciò che faceva. 4 Risultare in modo chiaro. • appare evidente che non possiamo più metterci d'accordo.
v. intr. to look, to appear, to seem.
lat. apparere.
appariscènte, agg. 1 Vistoso, chiassoso. ~ spettacolare. <> discreto, sobrio. 2 Pacchiano. ~ pretenzioso. <> modesto.
agg. 1 showy, ostentatious. 2 (colore) gaudy. 3 (bellezza) striking.
appariscènza, sf. Vistosità. ~ chiassosità.
apparitóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, chi prende in appalto.
apparizióne, sf. L'apparire, soprattutto di cose soprannaturali. ~ comparsa, visione. <> sparizione.
sf. apparition.
lat. apparitio,-onis, deriv. da apparere apparire.
appartaménto, sm. Insieme di stanze che costituiscono un'abitazione all'interno di un edificio. ~ alloggio.
sm. flat, (americ.) apartment.
spagn. apartamiento, deriv. da apartarse appartarsi.
Appartamento, L' Film commedia, americano (1960). Regia di Billy Wilder. Interpreti: Jack Lemmon, Shirley MacLaine, Fred MacMurray. Titolo originale: The Apartment
appartàre, v. v. tr. Mettere in disparte. ~ allontanare.
v. rifl. Mettersi in disparte. ~ appallottolarsi.
appartàrsi, v. rifl. 1 Isolarsi. ~ estraniarsi. 2 Allontanarsi. ~ ritirarsi.
v. rifl. to withdraw.
da a-+ deriv. da parte.
appartàto, agg. 1 Di luogo fuori mano; segreto, nascosto, romito, sperduto. ~ isolato. <> frequentato. 2 Di persona, solitario. ~ introverso. <> socievole.
agg. (luogo) secluded.
appartenènza, sf. L'appartenere, il far parte; attinenza, spettanza, origine. ~ relazione.
appartenére, v. intr. 1 Essere di proprietà di qualcuno. 2 Far parte. 3 Concernere, spettare, toccare. ~ riguardare.
v. intr. to belong to.
lat. tardo adpertinere.
appassiménto, sm. L'appassire, l'appassirsi.
appassionànte, agg. Avvincente, entusiasmante. ~ travolgente.
agg. gripping, riveting.
appassionàre, v. v. tr. Destare passione; interessare, coinvolgere. ~ prendere. <> annoiare.
v. intr. pron. Essere preso da passione; accalorarsi, infervorarsi, infiammarsi. ~ entusiasmarsi.
v. tr. to thrill. v. intr. pron. to develop a passion for.
da a-+ deriv. da passione.
appassionataménte, avv. Con passione, con ardore; devotamente, fervorosamente, entusiasticamente, focosamente. ~ passionalmente.
appassionàto, agg. e sm. agg. Che ha carattere di passione; che esprime una passione. ~ ardente, intenso. <> freddo.
agg. e sm. Chi coltiva un particolare interesse per qualcosa. ~ entusiasta. <> apatico.
agg. 1 passionate. 2 (entusiasta) keen on, fond of.
appassìre, v. v. intr. 1 Detto di fiori, perdere la freschezza, avvizzire. ~ sfiorire. 2 Detto di bellezza, illanguidire. ~ inaridire. <> ringiovanire.
v. intr. pron. Sfiorire. ~ avvizzire.
v. intr. pron. 1 to wither. 2 (fig.) to fade.
da a-+ deriv. da passo vizzo.
appassìto, agg. Sfiorito. ~ avvizzito.
appeal, sm. invar. Richiamo, attrazione. ~ fascino.
appeasement, sm. invar. Politica conciliante che tende a raggiungere accordi e a evitare attriti con l'avversario, anche a prezzo di concessioni.
Appel, Carel (Amsterdam 1921-) Pittore olandese. Tra le opere Personaggio (1958, Colonia, Wallraf-Richartz Museum).
appellàbile, agg. Che ammette il ricorso in appello. ~ impugnabile.
appellabilità, sf. Implicita possibilità di ricorso in appello. ~ impugnabilità.
appellànte, agg., sm. e sf. Che, chi ricorre in appello.
appellàre, v. v. tr. Chiamare. ~ denominare.
v. intr. pron. 1 Fare appello. ~ ricorrere. 2 Impugnare una sentenza mediante appello.
v. intr. pron. to appeal.
appellatìvo, agg. e sm. agg. 1 Relativo ad appello. 2 Nome comune. ~ denominazione.
sm. Soprannome. ~ epiteto.
sm. appellation.
appellatòrio, agg. D'appello.
appèllo, sm. 1 Il chiamare in ordine alfabetico i componenti di un gruppo, turno di una sessione di esami universitari. ~ chiamata. • mancare all'appello, non essere presente. 2 Mezzo di impugnazione contro una sentenza di primo grado. • ricorrere in appello. 3 Invocazione o richiesta di aiuto, di solidarietà. ~ preghiera. • in molti raccolsero quel disperato appello.
sm. 1 roll-call. 2 (implorazione) call, appeal. 3 (fare appello a) to appeal to. 4 (ricorrere in appello) to appeal.
deriv. da appellare.
appéna, avv. e cong. avv. 1 A stento, a malapena. • avevano viveri per appena un giorno. 2 Da poco. ~ ora. • è appena arrivato. 3 Soltanto. ~ solo. • salutò appena l'amico.
cong. Subito dopo che, nel momento in cui. ~ quando. • appena fu visto, inizio la corsa.
avv. 1 (a stento) hardly, scarcely. 2 (da poco) just. cong. as soon as.
da a-+ pena.
appèndere, v. v. tr. 1 Fissare in alto qualcosa in modo che rimanga sospesa. ~ agganciare. <> staccare. 2 Impiccare.
v. rifl. Attaccarsi.
v. tr. to hang up.
appendiàbiti, sm. Attaccapanni, gruccia. ~ ometto.
appendicalgìa, sf. Stato doloroso che interessa l'appendice.
appendìce, sf. 1 Parte aggiunta ma non essenziale. ~ supplemento. 2 Prolungamento dell'intestino cieco. Viene detta anche tonsilla addominale. 3 Parte del giornale, in cui fare pubblicazioni di opere a puntate. • romanzo di appendice.
sf. 1 appendage. 2 (di libro) appendix. 3 (romanzo d'appendice) popular serial.
lat. appendix,-icis, deriv. da ad-+ deriv. da pendere.
appendicectomìa, sf. Asportazione chirurgica dell'appendice vermiforme dell'intestino cieco.
appendicìte, sf. Infiammazione dell'appendice del cieco che, a causa del ridotto diametro interno, si ostruisce facilmente, si ulcera e viene infettata dai batteri intestinali. L'appendicite acuta si manifesta con dolori addominali, che diventano sempre più intensi con il progredire dell'infezione, e può evolvere in flemmonosa e quindi in gangrenosa, caratterizzata da necrosi dell'appendice. In questi due ultimi stadi, esiste anche il rischio di perforazione e conseguente peritonite. L'unica terapia possibile è quella chirurgica.
sf. appendicitis.
appendicolàre, agg. Dell'appendice.
Appendicolàrie Classe dei Cordati, sottotipo degli Urocordati, nel sottoregno animale dei Metazoi, gruppo dei Deuterostomi. Comprende piccoli animaletti diafani, dal corpo tronco ovoidale dotato di coda e due pinne.
appendigònne, sm. Tipo di gruccia per appendere le gonne nell'armadio.
Appendix Virgiliana Opera di poesia attribuita a Virgilio (seconda metà I sec. a. C.).
appennellàre, v. tr. Affondare un'ancora vicino a un'ancora più grande per rinforzare l'ancoraggio di una nave.
Appennìni Catena montuosa della penisola italiana, lunga circa 1.300 km dalla Liguria alla Calabria e che continua in Sicilia con i monti Peloritani. La catena forma l'ossatura della penisola: l'Appennino ligure è a ridosso della costa e si svolge in senso est ovest, prolungandosi nell'emiliano-romagnolo fino all'altezza massima di 2.165 m nel monte Cimone; sulla catena principale si innestano rami secondari digradanti e percorsi da fiumi. L'Appennino toscano conta accanto alla formazione delle Alpi Apuane, molti rilievi preappenninici tra cui i monti del Chianti, il Pratomagno e la Garfagnana. L'Appennino centrale si sviluppa in numerose catene in senso longitudinale, i monti Reatini (Terminillo, 2.213 m), i monti Sibillini (Vettore, 2.478 m), i monti della Laga (Gorzano, 2.455 m), i monti Sabini, il gruppo della Maiella (2.795 m) e del Gran Sasso d'Italia (Corno, 2.914 m). Nella parte meridionale la catena si riavvicina alla costa tirrena a partire dalla Campania con i monti Lattari; imponenti sono il massiccio del Cilento, il Matese e le catene dei monti Picentini. Il massiccio del Pollino in Calabria (2.265 m) segna il termine dell'Appennino peninsulare e dà inizio alla serie di formazioni (la catena Costiera, la Sila, l'Aspromonte e le Serre) che compongono il sistema calabro-peloritano connesso con i rilievi montuosi della Sicilia.
Apennines.
Appennini
Nome, di chiara origine terrestre, di una catena montuosa della superficie lunare; un'altra è denominata Carpazi. Anche la faccia oscura della Luna presenta formazioni montuose e crateri da impatto.
appennìnico, agg. Dell'Appennino.
Appenzell-Ausser Rhoden Semicantone (54.000 ab.) della Svizzera, a sud-ovest di San Gallo, di religione protestante e lingua tedesca, capitale Herisau. Le risorse economiche sono legate principalmente all'allevamento di bestiame, all'industria tessile (manifatture di pizzi e ricami) e al turismo.
appercepìre, v. tr. 1 Apprendere nozioni nuove. ~ assimilare. 2 Percepire consapevolmente. ~ avvertire.
appesantiménto, sm. L'appesantire, l'appesantirsi, l'essere appesantito.
appesantìre, v. v. tr. 1 Rendere pesante. ~ caricare. <> alleggerire. 2 Rendere più difficile. ~ complicare. <> semplificare.
v. intr. pron. 1 Diventare pesante o più pesante. ~ ingrassare. <> dimagrire. 2 Di palpebre, intorpidirsi.
v. tr. to make heavy. v. intr. pron. to grow stout.
da a-+ deriv. da pesante.
appéso, agg. Sospeso. ~ attaccato.
agg. hanging on.
appestàre, v. tr. 1 Riempire di cattivo odore. ~ ammorbare. <> profumare. 2 Corrompere. ~ inquinare. 3 Contagiare. ~ infettare.
appestàto, agg. e sm. 1 Malato di peste. 2 Reietto. ~ emarginato. 3 Puzzolente, repellente. ~ nauseabondo.
appetènte, agg. Desideroso. ~ voglioso.
appetènza, sf. Voglia di mangiare.
appetìbile, agg. Desiderabile. ~ allettante. <> sgradevole.
appetìre, v. tr. Desiderare vivamente. ~ bramare. <> disdegnare.
appetìto, sm. 1 Il desiderio di cibo. ~ fame. 2 Desiderio di soddisfare i sensi. ~ voglia. <> avversione.
sm. appetite.
lat. appetitus,-us deriv. da appetere desiderare.
• L'appetito viene mangiando. Citazione attribuita al vescovo de Hangest da Rabelais nel Gargantua.
appetitóso, agg. 1 Gustoso. ~ stuzzicante. <> insipido, nauseante. 2 Attraente. ~ allettante. <> ripugnate.
agg. 1 appetizing, tasty. 2 (fig.) desirable, attractive.
appezzaménto, sm. Porzione di terreno agricolo o edificabile.
appezzàre, v. tr. Mettere insieme pezzo con pezzo.
appezzatùra, sf. 1 L'appezzare, l'unire più pezzi insieme. 2 Il modo in cui sono congiunti vari pezzi. 3 I punti in cui si uniscono pezzi congiunti.
Appia, Adolphe (Ginevra 1862-Glérolles 1928) Scenografo svizzero. Teorico del teatro, influenzò la scenografia moderna con la sua messa in scena simbolica e antinaturalistica.
Àppia, vìa Antica strada romana voluta dal censore Appio Claudio Cieco e iniziata nel 312 a. C. Secondo il progetto originario misurava 132 miglia e collegava Roma a Capua. Successivamente nel II sec. fu prolungata fino a Benevento raggiungendo infine Taranto e Brindisi.
appianàbile, agg. Che si può appianare.
appianaménto, sm. L'appianare, l'appianarsi, l'essere appianato.
appianàre, v. v. tr. 1 Rendere piano. ~ spianare. 2 Rimuovere un ostacolo. ~ agevolare. <> intralciare. 3 Dirimere. ~ risolvere. <> provocare.
v. intr. pron. Risolversi. ~ accomodarsi.
v. tr. to settle, to level.
Appiàni, Andrèa (Milano 1754-1817) Pittore. Tra le opere Apoteosi di Napoleone (1808, Tremezzo, Villa Carlotta).
Appiàni, Vincènzo (Monza 1850-Milano 1932) Pianista. Svolse un'intensa attività concertistica. Dal 1874 passò all'insegnamento, prima al Collegio Reale delle Fanciulle e dal 1893 al conservatorio di Milano.
Appiàno Gentìle Comune in provincia di Como (6.766 ab., CAP 22070, TEL. 031).
Appiàno sùlla Stràda dél Vìno (in ted. Eppan An Der Weinstrasse) Comune in provincia di Bolzano (10.914 ab., CAP 39057, TEL. 0471). Centro agricolo (coltivazione di frutta e uva). Vi si trovano fortificazioni costruite tra il XII e il XVI sec. Gli abitanti sono detti Appianesi o Eppaner.
appiattare, v. v. tr. Nascondere. ~ celare. <> mostrare.
v. rifl. Nascondersi. ~ occultarsi. <> svelarsi.
appiattàrsi, v. rifl. Nascondersi rannicchiandosi.
v. rifl. to flatten, to squat, to crouch down.
appiattiménto, sm. 1 L'appiattire, l'essere appiattito. 2 Schiacciamento ai poli di un corpo celeste.
sm. flattening.
appiattìre, v. v. tr. 1 Rendere piatto. ~ schiacciare. 2 Livellare. ~ equiparare. <> diversificare.
v. intr. pron. o rifl. 1 Farsi piatto. ~ schiacciarsi. • gli si appiattì il cappello dal colpo ricevuto. 2 Livellarsi, uniformarsi. ~ omogeneizzarsi. <> distinguersi.
v. tr. to flatten, to level.
da a-+ deriv. da piatto.
appiccàgnolo, sm. Cosa a cui si possa appiccare alcunché; pretesto.
appiccàre, v. tr. 1 Attaccare, sospendere. ~ impiccare. 2 Dar fuoco. ~ accendere. <> spegnere.
v. tr. to set on fire, to set fire to.
appiccicàre, v. v. tr. 1 Attaccare con una sostanza vischiosa. ~ incollare. <> scollare. • appiccicare con lo sputo, attaccare in malo modo. 2 Attribuire. ~ affibbiare. • gli appiccicarono allora quel nomignolo.
v. intr. pron. o rifl. Attaccarsi. • gli si appiccicò quel tizio e dovette subirlo per tutta la giornata.
v. tr. to stick. v. intr. to be sticky.
da appicciare.
appiccicatìccio, agg. 1 Viscoso. ~ attaccaticcio. 2 Detto di persona, appiccicoso. ~ fastidioso. <> discreto.
appiccicatùra, sf. L'appiccicare, l'appiccicarsi; ciò che è appiccicato.
appiccicóso, agg. 1 Che appiccica. ~ appiccicaticcio. 2 Detto di persona importuna e molesta. ~ molesto.
agg. 1 sticky. 2 (persona) clinging.
appìcco, sm. Parete di roccia o di ghiaccio perfettamente verticale.
appiè, o a piè, avv. Nella locazione avverbiale appiè di, al piede di. ~ sotto.
appiedàre, v. tr. Ridurre a piedi, far scendere qualcuno da un veicolo.
appiedàto, agg. 1 Smontato da cavallo. 2 Nell'ippica, relativo al fantino che viene squalificato o sospeso per aver commesso scorrettezze durante la corsa.
appièno, avv. Completamente. ~ pienamente. <> parzialmente, limitatamente.
avv. fully.
appigionàre, v. tr. Dar a pigione, affittare. ~ locare.
appigliàrsi, v. rifl. 1 Aggrapparsi. ~ afferrarsi. <> staccarsi. 2 Appoggiarsi. ~ appellarsi.
v. rifl. to take hold of, to cling to.
appìglio, sm. 1 Punto di sostegno. ~ appoggio. 2 Pretesto. ~ scusa.
sm. 1 hold. 2 (pretesto) pretext.
deriv. da appigliare.
Appignàno Comune in provincia di Macerata (3.726 ab., CAP 62010, TEL. 0733).
Appignàno dél Trónto Comune in provincia di Ascoli Piceno (1.962 ab., CAP 63042, TEL. 0736).
appinzàre, v. tr. Pungere, specialmente di insetti.
appinzatùra, sf. Atto ed effetto dell'appinzare; puntura di insetti.
àppio, agg. e sm. agg. Di opere pubbliche dell'antica Roma la cui costruzione risale al periodo in cui fu censore Appio Claudio Ceco.
sm. Denominazione di varie Ombrellifere tra le quali vi è anche il sedano.
Àppio Clàudio Cràsso (sec. V a. C.) Patrizio romano. Fu console nel 471 e 451 a. C. e a capo dei decemviri che redassero le Dodici Tavole; legato all'episodio di Virginia, morì in carcere, forse suicida.
Àppio Clàudio il Cièco (sec. IV-III a. C.) Romano, censore nel 310 ca. e console nel 307 e 296 a. C. Nel 280 si oppose alla pace con Pirro. Fece costruire il primo acquedotto e l'omonima via. Secondo la leggenda venne accecato dagli dei per le sue riforme religiose.
appiòmbo, avv. e sm. avv. Perpendicolarmente.
sm. Direzione verticale, come quella del filo a piombo usato dai muratori.
appioppàre, v. tr. 1 Rifilare, accollare. ~ affibbiare. 2 Dare. ~ mollare. 3 Attribuire. ~ assegnare.
v. tr. to deal, to give, to palm off.
appisolàrsi, v. intr. pron. Assopirsi. ~ addormentarsi. <> svegliarsi.
v. intr. pron. to snooze off, to doze off.
applaudìre, v. tr e intr. 1 Esprimere ammirazione con battimani. <> fischiare. 2 Elogiare. ~ acclamare. <> disapprovare.
v. tr. e intr. to clap, to applaud.
lat. applaudere.
applàuso, sm. 1 Battimani. <> fischio. 2 Plauso. ~ lode. <> biasimo.
sm. applause.
lat. applausus,-us, deriv. da applaudere.
applausòmetro, sm. Apparecchio che misura l'intensità degli applausi.
Apple Computer Inc. Società statunitense specializzata nella produzione di personal computer. Fu fondata nel 1976 da Steve Jobs e Steve Wosniak a Copertino in California.
Appleton, Edward Victor (Bradford 1892-Edimburgo 1965) Fisico inglese. Le sue ricerche sulla ionosfera gli fecero conseguire il premio Nobel nel 1947.
applicàbile, agg. Che si può applicare.
applicabilità, sf. L'essere applicabile.
applicàre, v. v. tr. 1 Far aderire una cosa su un'altra. ~ apporre. <> staccare. 2 Mettere in atto. 3 Assegnare. ~ attribuire.
v. rifl. Dedicarsi intensamente a qualcosa. ~ consacrarsi. <> disinteressarsi.
v. tr. 1 to apply. 2 (legge, regolamento) to enforce. 3 (mettere) to put.
lat. applicare.
applicatìvo, agg. Che concerne l'applicazione.
applicàto, agg. e sm. agg. Detto di scienza utilizzata per la soluzione di problemi di carattere pratico.
sm. Impiegato con mansioni esecutive.
applicatóre, sm. 1 Chi applica. 2 Strumento utilizzato per applicare qualcosa.
applicazióne, sf. 1 L'applicare, l'applicarsi, l'essere applicato. 2 Concentrazione, impegno. ~ cura. <> disinteresse. • per migliorare in questo sport, ci vuole molta applicazione. 3 In matematica, sinonimo di funzione, usato soprattutto quando gli input o gli output non sono numerici. 4 Finalità specifica a cui è dedicato un programma o un sistema di elaborazione. 5 Guarnizione applicata ad abiti o biancheria. 6 Impiego. • questo arnese ha vari campi di applicazione.
sf. 1 application. 2 (legge, regolamento) enforcement.
applique, sf. invar. Portalampada fissato alla parete.
sf. wall lamp.
appoderàre, v. v. tr. 1 Dividere un territorio in poderi. 2 Suddividere un terreno non coltivato in poderi.
v. intr. pron. Stabilirsi in un podere.
appoggiabràccio, sm. invar. Bracciolo mobile posto su sedili di automobili e vetture ferroviarie.
appoggiapièdi, sm. invar. Piccolo sgabello per appoggiare i piedi.
appoggiàre, v. v. tr. 1 Avvicinare una cosa a un'altra per sorreggerla. ~ accostare. • appoggiò la testa sul cuscino. 2 Sostenere. ~ caldeggiare. <> avversare. • la sua candidatura era appoggiata da poteri forti. 3 Favorire. ~ aiutare. <> abbandonare. 4 Posare. ~ deporre. <> alzare.
v. intr. Reggersi.
v. rifl. 1 Sostenersi. ~ reggersi. 2 Basarsi sull'aiuto di qualcuno. ~ contare. • appoggiarsi a dei pezzi grossi.
v. tr. 1 (contro) to lean, (sopra) to put. 2 (sostenere) to support, to back. v. rifl. to lean against, to rely upon.
lat. appodiare, comp. da ad-+ deriv. da podium piedistallo.
appoggiatèsta, sm. invar. Poggiatesta.
appoggiatùra, sf. Nota che viene eseguita sopra un accordo con funzione di abbellimento.
appòggio, sm. 1 Sostegno. ~ supporto. • cercare un punto di appoggio per la leva. 2 Persona influente in grado di sostenere. 3 Favore, aiuto. ~ protezione. LOC: dare appoggio morale.
sm. support.
deriv. da appoggiare.
• Datemi un punto d'appoggio e solleverò il mondo. Frase che esprime la fiducia di Archimede nella potenza della leva.
appollaiàrsi, v. rifl. 1 Detto di uccelli, posarsi su un ramo o su un altro sostegno. 2 Accovacciarsi. ~ accoccolarsi. <> rizzarsi.
v. rifl. to perch.
appollaiàto, agg. Situato su un'altura. ~ abbarbicato.
appontàggio, sm. 1 L'appontare. 2 La manovra di un aereo che viene a posarsi sul ponte di una nave.
dal franc. appontage, deriv. da pont ponte.
appontàre, v. intr. Compiere la manovra di appontaggio.
appórre, v. tr. Porre accanto, mettere sopra o sotto. ~ aggiungere. <> togliere.
v. tr. to affix.
lat. adponere.
apportàre, v. tr. 1 Portare. ~ recare. 2 Provocare. ~ causare. 3 Produrre, presentare. ~ citare.
v. tr. to bring about.
apportatóre, agg. e sm. Che, chi apporta.
appòrto, sm. 1 L'apportare, contributo. ~ aiuto. 2 Contributo di un socio alla costituzione del capitale di una società.
sm. contribution.
appositaménte, avv. 1 Apposta. ~ intenzionalmente. 2 Ad arte, opportunamente. ~ appropriatamente.
avv. on purpose, specially.
appositìvo, agg. 1 Aggiuntivo. ~ supplementare. 2 In grammatica, che ha valore di apposizione. 3 Posticcio. ~ fittizio.
appòsito, agg. Fatto apposta per uno scopo. ~ idoneo. <> inadatto.
agg. special, appropriate.
apposizióne, sf. 1 L'apporre. 2 Sostantivo che si unisce a un nome al fine di determinarlo.
appòsta, avv. e agg. avv. 1 Di proposito. ~ deliberatamente. <> casualmente. • neanche a farlo apposta, detto di una situazione che accade casualmente. 2 Per un fine specifico. 3 Per dispetto.
agg. invar. Idoneo. ~ adatto. • ti ci vuole una moglie apposta.
avv. on purpose, intentionally.
da a posta.
appostaménto, sm. Luogo dove ci si apposta. ~ agguato, postazione.
appostàre, v. v. tr. 1 Spiare una persona o un animale per tendergli un agguato. 2 Mettere in appostamento.
v. rifl. Nascondersi per tendere un agguato. ~ mimetizzarsi.
v. rifl. to lie in wait.
apprèndere, v. tr. 1 Imparare. ~ assimilare. <> disimparare. 2 Venire a sapere. <> ignorare.
v. tr. 1 to learn. 2 (capire) to grasp. 3 (venire a conoscenza) to get to know.
lat. apprehendere.
apprendiménto, sm. L'apprendere, il venire a conoscenza.
apprendìsta, sm. e sf. Chi è all'inizio di un lavoro. ~ praticante, principiante, tirocinante.
sm. e sf. apprentice.
deriv. da apprendere.
apprendistàto, sm. 1 Rapporto di lavoro di tirocinio. 2 Periodo di addestramento di un apprendista. ~ training.
apprensióne, sf. Ansia, timore, preoccupazione. ~ inquietudine. <> tranquillità.
sf. apprehension, anxiety.
apprensìva, sf. Facoltà, capacità di apprendere, conoscere.
apprensìvo, agg. Ansioso, agitato, inquieto. ~ preoccupato. <> calmo.
agg. apprehensive, anxious.
appressàre, v. v. tr. Avvicinare. ~ accostare.
v. intr. pron. Avvicinarsi. ~ approssimarsi. <> allontanarsi.
apprèsso, agg., avv. e prep. agg. invar. Seguente. ~ successivo.
avv. 1 Vicino. ~ accanto. LOC: ci vennero appresso. 2 Di seguito. ~ dietro. 3 In seguito. ~ dopo. • lo seppe appresso cosa stava accadendo.
prep. 1 Vicino. ~ accanto. 2 Al seguito. ~ dietro. • appresso quelle, giunsero delle buone notizie.
avv. 1 (vicino) near, close by. 2 (più tardi) later, after. 3 (dietro) behind.
lat. ad pressum.
apprestàre, v. v. tr. 1 Preparare. ~ allestire. 2 Apportare. ~ porgere.
v. rifl. Accingersi, prepararsi. ~ disporsi.
v. tr. to get ready, to prepare. v. rifl. to prepare oneself.
apprettàre, v. tr. 1 Dare l'appretto. 2 Conciare le pelli da pelliccia.
apprettatùra, sf. La tecnica o l'operazione dell'apprettare tessuti o pelli.
apprètto, sm. Sostanza impiegata per conferire ai tessuti particolari proprietà, per migliorare la durata o la consistenza. Per esempio amido, per indurire oppure la cera per impermeabilizzare.
sm. starch.
franc. appret.
apprezzàbile, agg. 1 Che si può apprezzare; degno di considerazione. ~ pregevole. <> disprezzabile. 2 Notevole, rilevante. ~ interessante. <> insignificante.
agg. significant, valuable, appreciable.
apprezzabilménte, avv. In modo apprezzabile. ~ parecchio, abbastanza.
apprezzaménto, sm. 1 Commento o giudizio. ~ valutazione. 2 Stima. ~ considerazione. 3 Aumento del valore di un bene rispetto ad altri. ~ crescita.
sm. appreciation.
apprezzàre, v. tr. 1 Riconoscere il pregio di una persona o cosa; stimare. ~ ammirare. <> disprezzare. 2 Gradire. <> sdegnare.
v. tr. to appreciate.
lat. tardo appretiare, comp. da ad-+ deriv. da pretium prezzo.
apprezzàto, agg. Stimato. ~ onorato. <> criticato.
approbatività, sf. Stato mentale, che di solito è indice di un profondo disturbo del giudizio, nel quale il soggetto tende ad approvare e a rinforzare una qualsiasi opinione espressa in sua presenza.
approcciàre, v. intr. Avvicinarsi, accostarsi. ~ approssimarsi. <> discostarsi.
appròccio, sm. 1 Primo contatto con una persona per stabilire un rapporto. ~ avvicinamento. 2 Criterio con cui si affronta un problema, un testo. ~ metodo. 3 Inizio. 4 Profferta. ~ avance.
sm. approach.
approdàre, v. intr. 1 Giungere a riva. ~ attraccare. <> imbarcarsi. 2 Arrivare. ~ pervenire. 3 Riuscire.
v. intr. to land.
da a-+ deriv. da proda.
appròdo, sm. 1 L'approdare. ~ attracco. 2 Luogo dove si approda. ~ sbocco.
sm. 1 landing. 2 (posto) landing-place.
deriv. da approdare.
approfittàre, v. v. intr. Valersi di una particolare condizione a proprio vantaggio. ~ giovarsi.
v. intr. pron. Trarre vantaggio, profitto. ~ abusare.
v. intr. 1 to profit by. 2 (abusare di) to take advantage of.
da a-+ deriv. da profitto.
approfittatóre, sm. Profittatore.
approfondiménto, sm. L'approfondire, l'essere approfondito.
approfondìre, v. tr. 1 Rendere profondo. 2 Esaminare a fondo. ~ sviscerare.
v. tr. 1 to deepen, to make deeper. 2 (fig.) to study in depth.
da a-+ deriv. da profondo.
approfonditaménte, avv. In modo approfondito; analiticamente, capillarmente. ~ minuziosamente.
approfondìto, agg. Condotto in profondità; accurato, rigoroso, dettagliato. ~ attento. <> sommario.
agg. careful, thorough, in depth.
approntaménto, sm. L'approntare, l'essere approntato. ~ allestimento.
approntàre, v. tr. Allestire, predisporre. ~ preparare.
appropinquàre, v. v. tr. Accostare. ~ avvicinare. <> allontanare.
v. intr. Accostarsi. ~ approcciare. <> distaccarsi
appropinquàrsi, v. rifl. Avvicinarsi. ~ approssimarsi.
appropriaménto, sm. L'appropriare o l'appropriarsi.
appropriàre, v. v. tr. 1 Fare proprio; attribuirsi in proprietà. 2 Rendere adatto, conveniente. • ha appropriato il comportamento alla situazione.
v. intr. pron. 1 Impadronirsi. ~ impossessarsi. 2 Adattarsi. ~ confarsi. <> stonare. • non è un tipo che si appropria al nostro caso.
lat. appropriare, comp. da ad-+ proprius proprio.
appropriataménte, avv. In modo appropriato; adeguatamente, precisamente. ~ convenientemente.
appropriàto, agg. Adatto. ~ ad hoc. <> disadatto.
agg. suitable, appropriate.
appropriazióne, sf. L'appropriarsi. ~ furto, ladrocinio.
sf. 1 appropriation. 2 (indebita) embezzlement.
approssimàre, v. v. tr. 1 Rendere prossimo. ~ avvicinare 2 Eseguire una approssimazione numerica.
v. rifl. e intr. pron. Avvicinarsi. ~ accostarsi. <> allontanarsi.
v. rifl. to approach, to draw near v.tr. to bring near (1), to round (2) (to round up/down: approssimare per eccesso/difetto)
lat. tardo approximare, comp. da ad-+ deriv. di proximus vicino.
approssimativaménte, avv. 1 A grandi linee, a occhio, a spanne, più o meno; circa, quasi. ~ pressappoco. <> esattamente. 2 Genericamente. ~ indeterminatamente.
approssimatìvo, agg. 1 Che si avvicina all'esatto. ~ vago, generico. <> puntuale. 2 Superficiale. ~ sbrigativo. <> approfondito.
agg. rough, approximate.
approssimàto, agg. Che si avvicina alla misura esatta.
Approssimato per difetto Romanzo di G. Lagorio (1971).
approssimazióne, sf. 1 L'approssimare o l'approssimarsi. 2 Avvicinamento al valore reale di una grandezza, oppure rappresentazione di un numero o di una garndezza con una quantità inferiore di cifre.
sf. approximation.
approvàbile, agg. Che si può approvare.
approvàre, v. tr. 1 Valutare in modo positivo. ~ lodare. <> criticare. 2 Deliberare favorevolmente. ~ annuire. <> dissentire. 3 Riconoscere idoneo. ~ ammettere. <> respingere. 4 Ratificare. ~ convalidare. <> bloccare.
v. tr. 1 to approve of. 2 (legge) to pass, to approve.
lat. approbare, comp. da ad-+ probare provare.
approvazióne, sf. 1 L'approvare, l'essere approvato. ~ consenso. <> divieto. 2 Lode. ~ plauso. <> riprovazione.
sf. 1 approval. 2 (consenso) assent, approvation.
approvvigionaménto, sm. L'approvvigionare, l'approvvigionarsi; insieme di viveri di prima necessità. ~ rifornimento.
approvvigionàre, v. v. tr. 1 Fornire dei viveri di prima necessità. ~ rifornire. 2 Rifornire un esercito di viveri e munizioni. ~ vettovagliare.
v. rifl. Rifornirsi di viveri.
v. tr. to supply.
appruàre, v. intr. e intr. pron. Immergere la prua oltre al limite definito dall'assetto normale di una nave a causa di allagamento dei locali o di disposizione del carico non corretta.
Appulèio Saturnìno, Lùcio (sec. II a. C.-Roma 100 a. C.) Politico romano. Fautore di Mario, fece emanare numerose leggi, tra le quali quella per la riduzione dei prezzi granari, quella per la distribuzione di terre ai veterani mariani (103) e quella per la fondazione di colonie destinate a ex soldati (100).
appuntaménto, sm. Accordo di incontrarsi in un dato luogo e in un dato tempo. ~ incontro.
sm. 1 appointment. 2 (d'amore) date. 3 (darsi appuntamento) to arrange to meet.
franc. appointement.
Appuntamento al km 424 Film drammatico, francese (1955). Regia di Henri Verneuil. Interpreti: Jean Gabin, Françoise Arnoul, Pierre Mondy. Titolo originale: Des gens sans importance
Appuntamento coi tedeschi Opera di poesia di P. Éluard (1944).
appuntàre, v. tr. 1 Fare la punta a qualcosa. ~ aguzzare. 2 Attaccare con un oggetto a punta. ~ fermare. <> staccare. 3 Prendere appunti. ~ annotare. 4 Rivolgere. ~ dirigere. <> distogliere.
da a-+ deriv. da punta.
appuntàta, sf. Nella scherma, colpo d'arresto eseguito stando a fondo sulla risposta di finta dell'avversario.
appuntàto, sm. Carabiniere o guardia di finanza di grado corrispondente a quello di caporal maggiore.
sm. (carabiniere) corporal.
appuntellàre, v. tr. Puntellare.
appuntellatùra, sf. Puntellatura.
appuntìno, o a puntìno, avv. Con meticolosa precisione.
appuntìre, v. tr. Fare la punta. ~ acuminare, affilare. <> arrotondare, smussare.
appuntìto, agg. Fatto o terminante a punta. ~ aguzzo.
agg. pointed, sharp.
appùnto, avv. e sm. avv. 1 Proprio, esattamente. ~ precisamente. <> affatto. 2 Certo. ~ già.
sm. 1 Annotazione rapida e concisa. ~ annotazione. 2 Rimprovero. ~ rimbrotto. <> lode.
avv. exactly, precisely, just. sm. 1 (annotazione) note. 2 (rimprovero) reproach, remark.
appuraménto, sm. Accertamento. ~ verifica.
appuràre, v. tr. Accertare. ~ assodare. <> contraddire, sfatare.
v. tr. to ascertain, to verify, to check.
appuzzàre, v. tr. 1 Riempire di puzza. 2 Rendere puzzolente. 3 Ammorbare. ~ infettare.
aprassìa, sf. Impossibilità di eseguire movimenti.
aprìbile, agg. Che si può aprire.
apribòcca, sm. invar. Strumento chirurgico per aprire o tenere aperta la bocca del paziente.
apribottìglie, sm. invar. Arnese per togliere i tappi a corona dalle bottiglie.
sm. invar. bottle opener.
Aprica Comune in provincia di Sondrio (1.627 ab., CAP 23031, TEL. 0342). Centro turistico (villeggiatura e stazione sciistica) delle Alpi Orobie, tra la Valtellina e la Valcamonica, a 1172 m sul livello del mare.
Apricàle Comune in provincia d'Imperia (558 ab., CAP 18030, TEL. 0184).
Apricéna Comune in provincia di Foggia (13.664 ab., CAP 71011, TEL. 0882).
aprìco, agg. Esposto all'aria e al sole. ~ solatio.
Aprigliàno Comune in provincia di Cosenza (3.031 ab., CAP 87051, TEL. 0984).
aprìle, sm. Quarto mese dell'anno.
sm. April.
Aprìlia Comune in provincia di Latina (47.037 ab., CAP 04011, TEL. 06). Centro agricolo (coltivazione di cereali) e industriale (prodotti alimentari, farmaceutici, tessili, metalmeccanici ed elettrotecnici). Gli abitanti sono detti Apriliani.
aprìno, agg. Del cinghiale.
apriorìsmo, sm. L'atteggiamento di chi giudica in base a schemi precostituiti.
aprioristico, agg. Non verificato, preconcetto. ~ ipotetico. <> comprovato, verificato.
apriorità, sf. Carattere di ciò che è anteriore a ogni esperienza.
apripìsta, sm. invar. 1 Sciatore incaricato di battere la pista prima di una gara. 2 Mezzo cingolato munito di una lama di scavo per lo spianamento del terreno.
apripòrta, sm. invar. Dispositivo elettronico per aprire a distanza la porta d'ingresso.
aprìre, v. v. tr. 1 Schiudere. ~ spalancare. <> chiudere. • aprire gli occhi, guardare la realtà; non aprir bocca, non dire una parola; aprire le braccia sconsolato, rassegnarsi. 2 Istituire una scuola. ~ fondare. <> chiudere. 3 Praticare un'apertura. • aprire un varco. 4 Stappare. ~ sturare. <> tappare. 5 Spaccare. ~ squarciare. 6 Slacciare un vestito. ~ sbottonare. <> allacciare. 7 Iniziare un dialogo. ~ instaurare. 8 Accendere. ~ attaccare. <> spegnere. 9 Allargare. <> stringere.
v. intr. pron. o rifl. 1 Spaccarsi. ~ rompersi. 2 Sbocciare. ~ fiorire. 3 Schiudersi. ~ disserrarsi. • mi si apre il cuore, mi intenerisco. 4 Confidarsi. ~ sfogarsi. <> tacere. 5 Rasserenarsi. <> annuvolarsi.
v. tr. e intr. 1 to open. 2 (luce, gas) to turn on. 3 (confidarsi) to confide in.
lat. aperire.
apriscàtole, sm. invar. Attrezzo per aprire scatole di latta.
sm. invar. can opener, tin opener.
aproctìa, sf. Mancanza congenita dell'ano.
apropos In informatica è il nome di un comando del sistema operativo UNIX che permette di cercare una stringa di testo all'interno dei manuali in linea.
aprosopìa, sf. Grave malformazione delle ossa facciali che determina la mancanza del volto.
apròtico, agg. (pl. m.-ci) Di sostanza che non assume né libera protoni.
àpside, sm. Ognuno dei due estremi dell'asse maggiore di un'ellisse.
apsitirìa, sf. Impossibilità di emettere suoni da parte di soggetti in preda all'isteria.
APT In informatica è la sigla di Automatic Programmed Tool (strumento programmato automatico). È un linguaggio di programmazione creato alla fine degli anni '50 per il controllo numerico.
APT
Sigla di Azienda di Promozione Turistica.
Apterìgidi Famiglia di Uccelli dell'ordine degli Apterigiformi a cui appartiene il solo genere kiwi, comprendente poche specie viventi in Nuova Zelanda.
Apterigòti Sottoclasse di Insetti comprendente le forme più primitive, prive di ali. Hanno apparato boccale pungente o masticatore, capo provvisto di un paio di antenne e sviluppo senza metamorfosi.
aptialìsmo, sm. Assenza o la scarsezza di secrezione salivare.
aptiàno, agg. e sm. Piano del Cretaceo inferiore, compreso tra il barremiano e l'albiano, formato da depositi calcarei e marnosi, ricchi di Cefalopodi calcarei.
dal nome della città di Apt.
aptoglobìna, sf. Glicoprotide del siero sanguigno in grado di legare l'emoglobina.
aptotropìsmo, sm. Movimento di crescita di un organo vegetale secondo una traiettoria curva, causato dal contatto unilaterale con un oggetto solido.
Apuàne Alpi toscane, comprese tra i territori della Versilia e della Garfagnana (valli dell'Aulella e del Serchio), che si allungano parallelamente all'Appennino tosco-emiliano per circa 60 km. Costituiscono il primo tratto dell'antiappennino tirrenico nella Toscana nordoccidentale (province di Massa, Carrara e Lucca). La punta massima è il monte Pisanino di 1.945 m. Prendono il nome dall'antico popolo degli apuani. La struttura delle rocce è di tipo alpino, dove il basamento di rocce metamorfiche paleozoiche è ricoperto da calcari trasformati per metamorfismo in marmi pregiati. Famosi sono il cipollino e il bardiglio, nonché lo statuario bianco, che convergono nei centri di raccolta e commercio di Massa e Carrara. Sul monte Tambura si trovano giacimenti di ematite.
apudòma, sm. Tumore delle cellule del sistema APUD.
Apulèio, Lùcio (Madaura, Algeria, ca. 125-dopo il 170) Scrittore latino. Nato in una famiglia molto benestante, studiò a Cartagine e ad Atene. Nel 158, a Sabrata, in seguito al suo matrimonio con la ricca vedova Pudentilla, madre del suo amico Ponziano, Apuleio si trovò a dover sostenere un processo intentatogli dai parenti della moglie, che lo accusavano di magia. L'Apologia rappresenta la rielaborazione letteraria della sua orazione di difesa, che gli assicurò l'assoluzione. Ciò che più affascina i moderni è l'ombra inquietante, che Apuleio non si cura di fugare, circa le sue vaste competenze proprio in materia di magia. Al di là dell'esito del processo, la fama di Apuleio come mago si è conservata nei secoli. La sua opera più geniale è il romanzo in undici libri intitolato Le metamorfosi (o L'asino d'oro). Insieme al Satyricon di Petronio rappresenta l'unica testimonianza di romanzo antico in lingua latina a noi pervenuta. Vi si narrano le avventure di Lucio che, per la curiosità nei confronti delle pratiche magiche, viene accidentalmente trasformato in asino; come asino viene coinvolto in varie vicende finché la dea Iside lo restituisce a forma umana. All'interno della vicenda principale è inserita la favola di Amore e Psiche. L'opera è simbolica e in gran parte autobiografica. Altre opere, che testimoniano la pluralità di interessi di Apuleio, sono la raccolta Florida di ventitré brani oratori su temi diversi, stralciati dal testo di conferenze e pubbliche letture tenute da Apuleio, i trattati De deo Socratis (Il dio di Socrate), De Platone et eius dogmate (Platone e il suo dogma) e De mundo (Il mondo).
Apùlia Antica regione geografica situata tra Taranto e il Gargano, ai limiti dei monti del Sannio e della Lucania. Fu conquistata dai romani nel 317 a. C. Fu quindi seconda regione augustea assieme al territorio di Benevento. Originariamente fu abitata dai popoli dei dauni, dei peucezi e degli apuli, da cui il nome.
apuliènse, sm. Moneta d'argento del valore di un ducato, in uso a Salerno e a Palermo durante il regno del re normanno Guglielmo II (1166-1189).
Apure Fiume (814 km) del Venezuela.
Apure
Stato federato (305.000 ab.) del Venezuela, capitale San Fernando de Apure.
Apurímac Fiume (885 km) del Perú.
Apurimac
Dipartimento (374.000 ab.) del Perú, capoluogo Abancay.
àpus, sm. invar. Genere di Crostacei, del gruppo degli Entomostraci Brachiopodi, che vivono nelle acque stagnanti, nelle quali si muovono per mezzo delle loro molte appendici toraciche aventi forma di foglia.
da a privo e dal greco püs piede.
Apuseni Massiccio montuoso della Romania, nella Transilvania. Vetta più elevata il monte Curcubata (1.848 m).
Aqaba Città (62.500 ab.) della Giordania, nel distretto di Ma'an. Situata all'estremità settentrionale del paese, si affaccia sul golfo omonimo nel mar Rosso. Centro commerciale e unico porto della Giordania. Le principali risorse sono la pesca e il turismo. È sede di un aeroporto internazionale. La sua ubicazione è stata all'origine di conflitti tra arabi e israeliani.
Aqibah ben Josef (50 ca.-137 d. C.) Dottore ebreo palestinese. Comandò la traduzione orale della Legge ebraica, che costituì poi il materiale più antico della Mishnah; venne martirizzato dai romani.
aquae haustus, loc. sost. f. invar. Nell'antica Roma, diritto di attingere acqua a una fonte altrui. Costituisce una delle più antiche servitù del diritto romano.
loc. lat. che significa "presa d'acqua".
aquaplaning, sm. invar. In automobilismo, slittamento dei pneumatici sul velo d'acqua del fondo stradale bagnato.
Aquàra Comune in provincia di Salerno (1.958 ab., CAP 84020, TEL. 0828).
aquàrio, sm. => "Acquario"
Aquifogliàcee Famiglia di piante arboree o arbustacee dell'ordine delle Celastrali.
Àquila Costellazione attraversata dalla Via Lattea, situata nell'emisfero boreale; facilmente osservabile nel corso delle notti estive e primaverili, a sud del Cigno. Di questa costellazione, la stella più splendente è Altair.
àquila, sf. 1 Nome identificativo di alcune specie di Uccelli rapaci (diurni), dotati di artigli e becco molto robusti e vista acuta. 2 Persona molto intelligente. ~ cima. <> idiota.
sf. 1 eagle. 2 (persona intelligente) genius.
• Le aquile nidificano in zone rocciose e impervie, si nutrono di mammiferi, uccelli, serpenti e in mancanza d'altro anche di carogne. Oltre all'aquila reale, si possono citare l'Aquila audax che vive in Australia, l'Hieraëtus fasciatus che vive in Spagna e in Grecia, l'Haliaëtus leococephalus, dalla caratteristica testa bianca che vive in America, e l'Haliaëtus albicilla o aquila di mare che vive nelle regioni marine e presso fiumi e laghi.
Aquila di mare
Pesce (Myliobatis aquila) della famiglia dei Miliobatidi e dell'ordine dei Rajformi. Di colore marrone e bianco, misura sino a 1,5 m. La coda è dotata di un aculeo velenoso.
Aquila reale
Uccello (Aquila chrysaëtos) della famiglia degli Accipiditri e dell'ordine dei Falconiformi. Di colore bruno, ha le zampe coperte di piume e un'apertura alare che nella femmina può raggiungere i 2 m. Gli esemplari giovani possiedono una coda di colore bianco che nell'adulto diventa marrone. Vive nelle zone montagnose dell'emisfero boreale.
Àquila di Arròscia Comune in provincia d'Imperia (230 ab., CAP 18028, TEL. 0183).
Aquila nera Film d'avventura, americano (1925). Regia di Clarence Brown. Interpreti: Rodolfo Valentino, Vilma Banky. Titolo originale: The Eagle
Àquila, L' Città capoluogo dell'Abruzzo (67.000 ab., CAP 67100, TEL. 0862). Si trova in una conca dell'Appennino abruzzese, sul fiume Aterno. Particolarmente importante è l'agricoltura (cereali, ortaggi, zafferano e vino) supportata anche da industrie alimentari. Tipico l'artigianato (ceramiche e merletti). Fra le altre industrie sono da ricordare quelle meccaniche e quelle tessili. La città, fondata nel 1254 da Federico II, ebbe il suo apogeo sotto gli Angioini e gli Aragonesi. È di questo periodo l'università (1458). Disastrose calamità naturali (i terremoti del 1458, 1646 e 1703 e la pestilenza del 1477) ne provocarono un decadimento economico e culturale. Fra i monumenti si possono ricordare l'antica fontana delle novantanove cannelle (1272), il duomo e il castello spagnolo (ultimato nel 1549).
Provincia dell'Aquila
(5.034 km2, 300.000 ab.) In un territorio particolarmente montuoso (Gran Sasso d'Italia) si aprono diverse conche (da ricordare quella del Fucino) in cui si pratica l'agricoltura (cereali, ortaggi, frutta, tabacco). Industrie tessili, elettroniche e alimentari e un discreto artigianato completano il quadro economico. Crescente interesse riveste il turismo (parco nazionale d'Abruzzo). Centri principali sono Avezzano e Sulmona.
aquilàno, agg. e sm. agg. Relativo alla città dell'Aquila.
sm. 1 Abitante o nativo della città dell'Aquila. 2 Territorio o comune dell'Aquila.
aquilària, sf. Genere di piante arboree o arbustacee della famiglia delle Timeliacee comprendente una decina di specie, alcune delle quali forniscono un legno di aloe aromatico e resinoso.
aquilègia, sf. Angiosperma (Aquilegia vulgaris) della famiglia delle Ranuncolacee e dell'ordine delle Policarpiche. Pianta erbacea perenne.
Aquilèia Comune in provincia di Udine (3.385 ab., CAP 33051, TEL. 0431).
aquiliàna, agg. Responsabilità nata da un fatto illecito. ~ responsabilità extracontrattuale. <> responsabilità contrattuale.
aquilìfero, sm. Soldato che, nelle legioni romane, portava l'insegna dell'aquila.
aquilìno, agg. Da aquila. ~ adunco. <> diritto.
aquilóne, sm. 1 Vento di tramontana, gelido, tagliente. 2 Settentrione. 3 Giocattolo di carta o stoffa leggera, tesa su un telaio; tirato controvento da un filo, si solleva e si libra in aria. 4 Deltaplano.
sm. kite.
deriv. da aquila.
Aquilònia Comune in provincia di Avellino (2.469 ab., CAP 83041, TEL. 0827).
aquilòtto, sm. Il piccolo dell'aquila.
aquinàte, agg. e sm. agg. Relativo ad Aquino.
sm. 1 Abitante o nativo di Aquino. 2 Appellativo di San Tommaso.
Aquìno Comune in provincia di Frosinone (5.386 ab., CAP 03031, TEL. 0776).
Aquino, Benigno Simeón (Manila 1931-1983) Politico filippino. Si oppose a Marcos; al suo rientro a Manila dall'esilio venne assassinato.
Aquino, Corazón (Manila 1933-) Detta Cory, alla morte del marito Benigno Simeón divenne leader dell'opposizione. Di idee di stampo cattolico, venne sostenuta dagli USA; fu presidente delle Filippine dal 1986 al 1992.
Aquisgrana Città (247.000 ab.) della Germania, nello stato della Renania Settentrionale-Westfalia, al confine con il Belgio e i Paesi Bassi, nella valle formata dal fiume Würm. Centro commerciale, industriale (prodotti alimentari, siderurgici, chimici e tessili) e turistico (stazione termale nota già ai romani). Fondata dai romani con il nome di Acquae Granni, Carlo Magno vi trasferì la propria corte, facendola diventare sede culturale dei carolingi e facendovi costruire una cattedrale (dove si trovano il suo sarcofago e il suo trono) e un palazzo sui cui resti nel XIV sec. è stato costruito il municipio. Fu sede dell'incoronazione di re e imperatori. Nel 1688 la pace di Aquisgrana tra Luigi XIV e Carlo II, pose fine al conflitto tra Francia e Spagna; nel 1748, la seconda pace di Aquisgrana sanciva il diritto alla successione al trono austriaco di Maria Teresa e del coniuge Francesco I. Nel 1818, fu sede del congresso tra gli appartenenti alla Santa alleanza che stabilì la fine dell'occupazione della Francia.
Aquitània Regione (2.795.800 ab.) della Francia sudoccidentale, estesa tra l'oceano Atlantico, il Poitou, il Limosino, il Massiccio Centrale e i Pirenei. È costituita dai dipartimenti di Dordogne, Gironde, Landes, Lot-et-Garonne e Pyrénées-Atlantiques. Città più importanti Agen, Pau, Bayonne; capoluogo Bordeaux. Le principali attività economiche sono l'agricoltura (coltivazione di viti, frutta, tabacco e cereali), l'allevamento del bestiame, le industrie (alimentari, cantieri navali) e il turismo. Famosi i vini e il cognac. Importante l'utilizzazione delle risorse idriche dei Pirenei che servono ad alimentare le centrali idroelettriche ed elettrochimiche. Nella regione si estrae anche petrolio e gas naturale.
aquitaniàno, agg. e sm. Piano di passaggio dal sistema oligocenico a quello miocenico.
aquitàno, agg. e sm. agg. Relativo all'Aquitania.
sm. 1 Abitante o nativo dell'Aquitania. 2 Lingua degli antichi aquitani.
AR Sigla di Altezza Reale.
Ar 1 Simbolo chimico dell'argo. 2 Simbolo chimico che serve a indicare un gruppo arile nelle formule dei composti organici.
AR, DEC Coordinate astronomiche (ascensione retta e declinazione) espresse la prima in ore, minuti e secondi, la seconda in gradi a nord e sud dell'equatore.
àra, sf. 1 Altare. 2 Misura di superficie corrispondente a 100 m2 (deriva dal latino ara, ossia "aia": un quadrato con 10 m di lato può essere considerata la misura approssimativa di un'aia). 3 Genere di pappagalli (Ara) di grandi dimensioni con livrea intensamente colorata.
Ara Pacis Augustae Monumento di Roma risalente al 13 a. C., costruito su commissione del Senato, per festeggiare la ritrovata pace che Augusto portò all'Impero Romano dopo anni di guerra civile. L'Ara fu terminata nel 9 a. C.: era collocata nel Campo Marzio (via Flaminia) e venne alla luce in seguito agli scavi nel XVI sec. Parte dei pannelli ritrovati furono inizialmente esposti a Firenze e Parigi e solo in seguito a ulteriori ritrovamenti all'inizio del XIX sec. si capì l'importanza del monumento: si tratta infatti di uno dei più significativi del periodo dell'antica Roma. Nel 1938 iniziarono i lavori di restauro che permisero di assemblare i vari frammenti nella versione che oggi conosciamo. I lavori terminarono nel 1970, anno dell'apertura al pubblico. Non tutte le parti ricostruite sono originali e quelle mancanti sono state sostituite da calchi.
Il monumento è a base quadrata e l'altare centrale è racchiuso da un recinto riccamente decorato. In particolare la parte bassa delle pareti è ornata da fregi d'acanto di notevole delicatezza. Due dei quattro lati si aprono all'esterno mediante due portali, uno riservato ai sacerdoti e l'altro ad assistenti e vittime. Ogni anno, infatti, all'anniversario dell'inaugurazione, si svolgevano riti religiosi e sacrificali. Di questi sono traccia e testimonianza i fregi che ornano la parete nord: il 4 luglio del 13 a. C., giorno dell'inizio dei lavori, partecipò alla cerimonia l'intera famiglia imperiale e nei fregi si possono riconoscere lo stesso Augusto, la cui figura è però incompleta, il genero Agrippa, Livia, moglie di Augusto, Druso, il figliastro di Augusto e sua moglie Antonia. Altri fregi riguardano allegorie che celebrano Roma trionfatrice e la fecondità della sua terra. L'altare, ornato da una coppia di leoni, è ricco di fregi raffiguranti ghirlande, fiori ed elementi del sacrificio. All'esterno dell'edificio si può ammirare una copia dell'incisione del testamento di Augusto, ritrovata in un tempio dedicato all'imperatore romano in Asia Minore.
Arabella Commedia lirica in tre atti di R. Strauss, libretto di H. von Hofmannsthal (Dresda, 1933).
arabescàre, v. tr. Ornare con arabeschi; coprire di ghirigori, di figure bizzarre.
Arabeschi Raccolta di saggi e racconti di N. V. Gogol' (1836).
arabésco, agg. e sm. agg. Di stile arabo.
sm. Decorazione con complessi motivi geometrici o vegetali; fregio, svolazzo. ~ ghirigoro.
àrabi Popolazione del ceppo semitico occidentale, originaria forse della parte meridionale della penisola arabica. La divisione in tribù politeistiche, sia stanziali e agricole che nomadi, fu superata con la venuta di Maometto che con la nuova religione diede anche l'unità politica; ciò contribuì al forte impulso all'espansionismo del periodo fra i il VII e il XIII sec., corrispondenti al dilagare dell'espansione araba a nord in Persia, Siria e Palestina, a ovest in Sicilia, Africa settentrionale e Spagna. In seguito l'impero si scisse in territori autonomi, tra cui Siria ed Egitto, indebolendosi e cedendo alle invasioni mongole e turche: il periodo tra il XII e il XIII sec. vide il califfato o titolo di vicario del profeta al centro delle lotte che ne caratterizzarono i tentativi di acquisizione dalle dinastie degli Omayyadi e degli Abbasidi. In Spagna la fine dell'egemonia araba fu segnata dalla sconfitta di Granada nel 1492. Dopo la prima guerra mondiale si assiste alla formazione degli stati di Egitto, Arabia Saudita, Yemen e Iraq mentre dopo la seconda raggiungono l'indipendenza Siria, Libano e stati nordafricani riuniti nella Lega Araba.
Nella civiltà araba sono confluite sia le culture occidentali che orientali, mediando fra la scienza ellenistica, la matematica indiana e l'astronomia persiana; pensatori quali Averroè, medici e grandi matematici hanno di rimando influenzato l'occidente. La lingua araba è oggi parlata da oltre cento milioni di persone, a testimonianza degli antichi splendori; si scrive da destra a sinistra e l'alfabeto conta ventotto segni. La letteratura vede il Corano o testo sacro come prima opera in prosa, assieme alle prime espressioni della tradizione orale raccolte nei Divani, o canzonieri di alcuni poeti. In seguito l'influsso persiano portò la poesia verso accenti più raffinati, mentre in oriente e in Spagna fioriva sulle orme di al-Hariri una prosa satirico-fantastica. Notevoli le produzioni storico-favolistiche de Le mille e una notte coincidenti con il decadentismo arabo. L'arte islamica è unitaria e determinata da esigenze religiose: non essendo rappresentabile la figura umana, si ricorre ai motivi vegetali stilizzati e intrecciati. Sotto i califfi Omayyadi di Damasco (661-750) sono realizzate le grandiose opere della moschea di Damasco e il tempio della Roccia di Gerusalemme, con richiami alle basiliche classiche e alle opere cristiane. Sotto gli Abbasidi (750-1258) di Baghdad furono invece accolte le soluzioni irano-mesopotamiche: notevoli i palazzi-castello costruiti nel deserto con i motivi a mosaico e in pietra traforata e il minareto a spirale di Samarra. In Spagna si segnala la moschea di Cordoba per il doppio ordine di arcate bicolori e lo stile moresco di cui l'Alhambra è esempio principale. La ceramica, la lavorazione del legno e del cristallo di rocca si affermano al Cairo. Con la dominazione turca prevale la mattonella smaltata policroma come elemento decorativo mentre le moschee vedono aprirsi ai loro lati vaste sale cui si accede da un'arcata monumentale.
Aràbia Saudìta Occupa la maggior parte della penisola arabica, nell'Asia sudoccidentale. Confina a nord con la Giordania e l'Irak, a nord-est con il Kuwait, a est con il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti, a sud con l'Oman e lo Yemen. Si affaccia a est sul golfo Persico e a ovest sul mar Rosso. A ridosso del litorale del mar Rosso si innalza ripidamente una zona montuosa (Higiaz a nord e Asiar a sud) che digrada lentamente verso est in vasti altopiani desertici, deserto sabbioso a nord (Nafud) e pietroso a sud (Neged). L'altopiano scende ulteriormente verso il golfo Persico. A sud-est si estende una delle regioni più aride della terra, il deserto sabbioso Rub'al Khali. Il clima è caratterizzato da temperature elevate e da una forte aridità (precipitazioni sempre inferiori ai 300 mm annui), tranne nelle zone costiere dove il clima è più umido e l'escursione termica più moderata. I fiumi in realtà non esistono, sostituiti dagli uidian, quasi sempre secchi.
Capitale è Riyadh (666.000 ab.), a 577 m di altitudine, in una fertile oasi dei monti Towaiq. È un importante centro amministrativo, commerciale e culturale. Medina (200.000 ab.) e La Mecca (367.000 ab.) sono invece le città più antiche e i principali centri religiosi del culto musulmano. L'economia è quasi interamente legata all'estrazione del petrolio, di cui l'Arabia Saudita possiede enormi giacimenti ed è il più grande esportatore mondiale. Oltre all'industria estrattiva, si è sviluppata l'industria di raffinazione e le attività collaterali. L'attività agricola impegna circa la metà della popolazione, ma offre meno del 5% del reddito interno; è sviluppata solo nelle oasi e lungo le coste.
Saudi Arabia.
STORIA Nel 1932, nasce l'Arabia Saudita dall'unione in un unico regno delle regioni conquistate da Abd al-Az¿Ì¿z III ibn Saud dal 1902. Il re ibn Saud (1932-1953) modernizza il paese grazie ai proventi ottenuti dalla vendita del petrolio, scoperto nel 1930 e sfruttato dal 1945 dagli americani. Nel 1953 il figlio Saud ibn Adb al-Az¿Ì¿z è nominato re; nel 1958 cede la corona reale al fratello Faysal ibn Abd al-Az¿Ì¿z. Faysal diventa promotore del panislamismo e protettore dei regimi conservatori arabi. Dal 1975 al 1982 sul paese regna Khalid ibn Abd al-Az¿Ì¿z. Nel 1982 gli succede Fahd. Nel 1991 una forza multinazionale, spiegata sul territorio saudita, dopo l'invasione del Kuwait da parte degli iracheni, interviene contro l'Iraq (gennaio) e libera il Kuwait (febbraio).
• Abitanti-17.880.000
Superficie-2.149.690 km2
Densità-8,3 ab./km2
Capitale-Riyadh
Governo-Monarchia assoluta
Moneta-Riyal saudita
Lingua-Arabo
Religione-Musulmana sunnita
aràbica, penìsola Penisola asiatica delimitata a sud dall'oceano Indiano, a est dal golfo Persico e dal golfo di Oman, a ovest dal mar Rosso, a nord dal deserto di Siria e dalla piana dell'Eufrate. La superficie è di circa tre milioni di km2 ed è divisa politicamente fra Arabia Saudita, nella parte centrale, Yemen e Oman a sud, Kuwait, Qatar, Bahrein ed Emirati uniti sul golfo Persico, Giordania e in parte Iraq a nord. Il territorio si presenta con un ampio altopiano centrale, il Neged, circondato da un orlo montuoso verso ovest, digradante sul mar Rosso; la catena montuosa è divisa nei monti Higiaz a nord, dell'Asir al centro e dello Yemen a sud, raggiungendo nello Yemen la quota ragguardevole di 3.760 m. Il Neged è arido e accidentato, ed è circondato di deserti quali il Nafud a nord e il deserto sabbioso del Rub al Khali a sud. Altre cime si ergono in Oman fino a 3.017 m di altezza.
aràbico, agg. Dell'Arabia.
aràbile, agg. Che si può arare.
agg. arable, tillable.
arabìsmo, sm. Locuzione o parola araba introdotta in un'altra lingua.
arabìsta, sm. e sf. Studioso della lingua e della civiltà araba.
arabizzàre, v. tr. Convertire agli usi e costumi arabi.
àrabo, agg. e sm. agg. Che si riferisce a una popolazione semitica originaria dell'Arabia. ~ arabico. LOC: araba fenice, uccello leggendario.
sm. 1 Chi è nato, chi abita in Arabia o in uno dei paesi di lingua araba. 2 La lingua degli arabi. • parlare in arabo, parlare in modo incomprensibile.
agg. e sm. 1 Arab. 2 (lingua) Arabic. 3 (usi) Arabian.
lat. Arabus, dal greco Araps.
Aracaju Città (402.000 ab.) del Brasile, capitale dello stato di Sergipe.
Aràcee Famiglia di piante dell'ordine delle Spadiciflore comprendente un centinaio di generi, per lo più tropicali o subtropicali. Presentano un'infiorescenza vistosa per la quale sono coltivate a scopo ornamentale.
aràchide, sf. Semi della pianta erbacea annuale omonima. ~ nocciolina americana.
sf. peanut.
arachidònico, agg. (pl. m.-ci) Di un acido alifatico non saturo presente nel grasso dei Mammiferi in genere (anche dell'uomo), soprattutto nelle capsule surrenali.
Aràcne Nella mitologia, tessitrice lidia che sfidò e vinse Atena, la quale però, irata, la trasformò in ragno.
Aràcnidi Classe del tipo degli Artropodi, sottoregno dei Metazoi. Comprende più di 50.000 specie molto differenziate, aventi struttura comune in cui si riconosce il capo saldato al torace, otto zampe e occhi semplici, addome privo di arti. Gli scorpioni ne sono i rappresentanti più antichi insieme con i ragni, dotati di filiera. Altri Aracnidi sono gli acari e le zecche. Comprende i seguenti ordini: Acari, Araneidi, Opilionidi, Scorpioni, Pseudoscorpioni, Palpigradi, Uropigi, Amblipigi, Ricinulei.
aracnidìsmo, sm. Termine medico che designa gli effetti della puntura di alcuni ragni velenosi.
aracnodattilìa, sf. Malformazione per la quale gli arti e le dita presentano una lunghezza eccessiva.
aracnoidèo, agg. 1 Relativo all'aracnoide. 2 Che appartiene all'aracnoide.
aracnoidìte, sf. Infiammazione della sottile membrana, detta aracnoide, che avvolge l'encefalo e il midollo spinale.
Aracoeli Romanzo di E. Morante (1982).
Arad Città (190.000 ab.) della Romania, nel Banato. Capoluogo del distretto omonimo.
Aradèo Comune in provincia di Lecce (9.688 ab., CAP 73040, TEL. 0836).
Arafat, Yasir (Gerusalemme 1929-) Uomo politico palestinese, tra i fondatori del movimento Al Fatah (1965). Divenne presidente dell'organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) nel 1969 e fu nominato nel 1989 presidente dello stato palestinese. Nel 1993 siglò con Y. Rabin l'accordo di pace israelo-palestinese. Premio Nobel per la pace nel 1994.
Arafura Settore dell'oceano Pacifico, tra l'Australia settentrionale, le isole della Sonda e la Nuova Guinea.
Arago, Êtienne-Vincent (Estagel 1803-Parigi 1892) Scrittore francese. Autore prolifico, scrisse un centinaio di commedie. Fu anche critico teatrale del giornale L'avenir national dal 1865 al 1870. Tra le opere, L'amore e la guerra (1825) e Il demone della notte (1836).
Arago, Jean François Dominique (Estagel 1786-Parigi 1853) Astronomo e fisico francese. Si occupò in particolare di elettromagnetismo e fotografia. Tra le sue opere, Rapporto sulla dagherrotipia.
Aragon, Louis (Parigi 1897-1982) Scrittore. Tra le opere Fuoco di gioia (1920) e Le donne comuniste (1949-1951).
Aragóna Comune in provincia di Agrigento (10.416 ab., CAP 92021, TEL. 0922). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi, mandorle e frumento). Gli abitanti sono detti Aragonesi.
Aragóna, Tùllia d' (Roma 1510-1556) Cortigiana. Tra le sue opere, Dialogo della infinità di amore (1549).
aragonése, agg. e sm. agg. 1 Dell'Aragona, regione della Spagna settentrionale. 2 Del regno, della dinastia d'Aragona.
sm. Chi è nato o abita nell'Aragona.
Aragonèsi I membri della dinastia d'Aragona, che regnarono in Italia sulla Sicilia e sul regno di Napoli dal 1282 al 1502. Pietro III il Grande regnò sulla Sicilia dal 1282; Giacomo II, figlio di Pietro, conquistò la Sardegna nel 1323; Alfonso I il Magnanimo regnò su Napoli dal 1442; suoi successori sul trono furono Ferdinando I (1458-1494), Alfonso II (1494-1495), Ferdinando II (1495-1496) e Federico III (1496-1501).
aragonìte, sf. Modificazione rombica del carbonato di calcio. Fa parte della composizione delle conchiglie dei Molluschi. Il suo nome deriva dal fatto che fu scoperta ad Aragona (1775).
aragósta, agg. invar. e sf. agg. Del colore rosso aranciato dell'aragosta.
sf. lobster, crayfish.
• Crostaceo (Palinurus vulgaris) della famiglia dei Palinuridi e dell'ordine dei Decapodi. Di colore rosso violaceo, vive sulle rive rocciose del mare cibandosi di molluschi. Dotato di grosse chele, è provvisto di antenne che fungono da sensori. L'esemplare femmina è in grado di deporre numerose uova. La sua carne è molto apprezzata. Le specie più comuni sono: l'Homarus gammarus e la Nephrops norvegicus (diffuse soprattutto in Europa) e l'Homarus americanus presente nei mari del Nordamerica.
Aragua Stato (1.195.000 ab.) del Venezuela, capitale Maracay.
Araguaia Fiume (2.200 km) del Brasile.
Araguari Fiume (450 km) del Brasile.
Arakan Catena montuosa del Myanmar, vetta più alta monte Victoria (3.053 m).
Arakan
Stato (2.046.000 ab.) del Myanmar, capoluogo Sittwe.
Araks Fiume (1.071 km) che segna i confini tra Turchia, Armenia, Azerbaigian e Iran.
Aral Lago salato (66.500 km2) nel continente eurasiatico, tra il Kazakistan e l'Uzbekistan. Alimentato dai fiumi Syrdarja e Amadarja, non ha emissari. È largo 275 km e lungo 430 km con una profondità massima di 70 m. Al suo interno vi sono numerose isole.
Araldi neri, Gli Opera di poesia di C. Valléjo (1918).
aràldica, sf. Disciplina che studia gli stemmi e gli emblemi nobiliari.
aràldico, agg. Che si riferisce all'araldica.
araldìsta, sm. e sf. Studioso, esperto di araldica.
aràldo, sm. Messaggero, ambasciatore. ~ banditore.
sm. herald.
aràlia, sf. Genere di piante erbacee o legnose della famiglia delle Araliacee coltivate a scopo ornamentale. Le aralie sono originarie di Asia, Australia e America settentrionale.
aramàico, agg. e sm. agg. Che appartiene agli Aramei.
sm. Lingua semitica degli Aramei.
Araméngo Comune in provincia di Asti (522 ab., CAP 14020, TEL. 0141).
arancèra => "aranciera"
arancéto, sm. Terreno piantato ad aranci.
sm. orange grove.
Arànci Golfo della Sardegna, nel golfo di Olbia.
arancia, sf. Il frutto dell'arancio.
sf. orange.
Arancia a orologeria, Un' Romanzo di A. Burgess (1962).
Arancia meccanica Film drammatico, britannico (1971). Regia di Stanley Kubrick. Interpreti: Malcolm McDowell, Patrick Magee, Adrienne Corri. Titolo originale: A Clockwork Orange
aranciàta, sf. Bevanda a base di succo d'arancia.
sf. orange drink, orangeade.
aranciàto, agg. Che ha il colore dell'arancio. ~ arancione.
arancièra, sf. Serra in cui si conservano le piante di agrumi in vaso durante i mesi freddi.
arancìno, sm. 1 Frutto dell'arancio caduto dalla pianta non ancora maturo e seccato al sole. 2 Supplì di riso a forma d'arancia.
aràncio, sm. 1 Angiosperma (Citrus aurantium) della famiglia delle Rutacee e dell'ordine delle Terebintali. 2 Colore tra il giallo e il rosso.
sm. 1 (albero) orange tree. 2 (colore) orange.
persiano narang.
• L'arancio raggiunge i 10 m di altezza. È una pianta sempreverde, originaria della Cina. Produce frutti in varietà amara, dolce e sanguigna. Viene coltivato in molte aree del Mediterraneo (Spagna, Grecia e Italia, dove gli aranceti da secoli caratterizzano il paesaggio dell'isola di Sicilia) nelle quali è stato diffuso dapprima dagli arabi e in seguito dai mercanti genovesi.
arancióne, agg. e sm. agg. invar. Di colore simile a quello dell'arancia matura.
sm. Il colore arancione.
agg. orange.
Aranda, Pedro Pablo Abarca y Bolea cónte di (Siétamo 1719-Epila 1798) Politico spagnolo. Primo ministro sotto Carlo III dal 1766 al 1773, si oppose al potere dell'Inquisizione espellendo i gesuiti dal paese (1773).
Aranèidi Ordine di Aracnidi che comprende i ragni carnivori.
Aràngi-Lombàrdi, Giannìna (Marigliano 1891-Milano 1951) Soprano italiana. Studiò al Conservatorio di Napoli. Attiva sulle scene dal 1923 al 1935, dal 1936 passò a insegnare al Conservatorio di Milano. Le sue capacità vocali le consentirono di interpretare vari ruoli, soprattutto drammatici, nella tradizione del bel canto.
Aràngio-Ruiz, Vincènzo (Napoli 1884-Roma 1964) Studioso di diritto romano. Fu presidente dell'Accademia dei Lincei e ripetutamente ministro.
Arapiraca Città (131.000 ab.) del Brasile, nello stato di Alagoas.
Araraquara Città (131.000 ab.) del Brasile, nello stato di San Paolo.
Araràt Massiccio montuoso vulcanico (5.165 m) della Turchia orientale, al confine con l'Armenia e l'Iran. Le sue vette sono coperte da nevi perenni. Considerato un Monte sacro dagli Armeni, è descritto nella Bibbia come il monte sul quale approdò l'arca di Noè al termine del diluvio universale.
aràre, v. tr. Rivoltare la terra con l'aratro. ~ dissodare.
v. tr. to plough, (americ.) to plow.
lat. arare.
araròba, sf. Polvere utilizzata nella cura dell'erpete che viene estratta dall'Andira araroba.
araschnia, sf. Genere di Lepidotteri europei della famiglia dei Ninfalidi, di grandi dimensioni, caratterizzati da livree variopinte e vistoso dimorfismo stagionale.
aratìvo, agg. Si dice di terreno che si presta all'aratura.
Aràto di Siciòne (Sicione 271?-213 a. C.) Generale greco. Sconfisse il tiranno Nicocle liberando così la sua città e portandola nella lega achea.
aratóre, agg. e sm. Che, chi ara.
aratrìce, agg. e sf. Macchina per arare.
aràtro, sm. Strumento agricolo atto a dissodare la terra.
sm. plough, (americ.) plow.
lat. aratrum.
aratùra, sf. L'arare, l'essere arato; il periodo in cui si ara.
Arauca Fiume (800 km) dell'america Meridionale.
Araucanía Regione (775.000 ab.) del Cile.
araucària, sf. Gimnosperma (Araucaria araucana) della famiglia delle Araucariacee e della classe delle Conifere. Diffusa nell'America meridionale, vive fino a 1.000 anni.
Aravalli Catena montuosa dell'India, nel Rajasthan. Vetta più elevata il monte Guru Sikhar (1.722 m).
arazzerìa, sf. 1 Arte di fare gli arazzi. 2 Insieme di arazzi.
arazzière, sm. Chi fabbrica o vende arazzi.
aràzzo, sm. Tessuto atto a rivestire pareti, eseguito al telaio con fili di seta, lana, oro e argento.
sm. tapestry, arras.
• Il nome deriva dalla città francese Arras, centro famoso per le lavorazioni su tessuto. Il metodo risale al medioevo e rimase invariato per molti secoli. Dell'XI sec. è noto un arazzo di più di 70 metri che raffigura cinquantotto scene riguardanti la conquista normanna dell'Inghilterra; il Panno di San Gereone di Colonia, di esemplare bellezza fatto con lane di sette colori e raffigurante un grifo che assale un toro, ma ritrovato a pezzi ora custoditi in vari musei.
Del XII sec. è la serie del Duomo di Halberstadt nella Bassa Sassonia che raffigurava episodi della vita di Abramo e dell'Arcangelo Michele, fatto con lana e lino di colore blu, verde e rosso e ritrovato anch'esso a pezzi. Nel XIII e XIV sec. a Parigi si producevano i migliori arazzi che raffiguravano scene araldiche; verso la metà del XIV sec. vennero utilizzati soggetti mitologici e religiosi. Una serie molto nota fu l'Apocalisse, composta da sette arazzi di circa 20 metri, conservati ora ad Angers, del tessitore Nicolas Betaille su modelli preparati su cartone da Hannequin de Bruges su richiesta di Luigi I d'Angiò.
Gli arazzi di Arras raffiguravano scene d'amore, imprese di eroi e storie di santi. Una splendida manifattura (Dame à la Licorne), lavorata nel 1510, detta a millefiori, è custodita al Museo di Cluny a Parigi. Nel XV e XVI sec. grazie alle vendite non più ai soli nobili ma anche ai mercanti e ai borghesi, ci fu un sviluppo notevole nella regione franco-fiamminga. Quelli più richiesti raffiguravano scene di caccia, pastori, fiori. Il centro di maggior lavorazione era Bruxelles, dove fu realizzata dalla bottega di Peter van Aelst la tessitura degli Atti degli Apostoli (in Vaticano), su modello di cartone di Raffaello. Questo arazzo divenne un classico che influenzò la produzione di esperti fiamminghi, su modelli di carta di pittori italiani (Giulio Romano, Garofalo, Dosso Dossi, Andrea Mantegna, Angiolo Bronzino, Cecchino Salviati e Pontormo).
L'arazzo della Cena di Leonardo (in Vaticano), dato in dono da Francesco I a Clemente VII nel 1532, è un esempio creato su cartoni di pittori italiani. In Italia la produzione di arazzi ebbe sviluppo a Mantova, Ferrara e Firenze dove Clemente I aprì l'Arazzeria Medicea, grazie ai cartoni ricevuti da Salviati, Bronzino, Stradano. A Roma nel XVII sec. il Cardinale Barberini favorì la tessitura di arazzi.
Nel XVII sec. Rubens gli diede un aspetto monumentale, usando enormi figure al centro. Un altro famoso tecnico del cartone era Jacques Jordaens, che creò la serie della Vita di Campagna, oggi alla Collezione Nazionale di Vienna. Nel 1662 Luigi XIV acquistò la lavorazione creata dai Gobelins, una manifattura di Parigi. Le richieste della corte francese aumentarono rapidamente, obbligando la corona all'acquisto di altre manifatture come quella di Beauvais, che creò i Divertimenti Campestri e le Commedie di Molière, con l'aiuto dei cartoni di Jean Baptiste Oudry.
In Italia nel XVIII sec. alla manifattura Medicea si aggiunse quella torinese, realizzata con l'aiuto dei cartoni di Claudio Francesco Beaumont e Francesco De Mura, di quella napoletana, sempre con un gusto francese, e di quella romana dell'Ospizio di San Michele a Ripa, raffiguranti soprattutto dipinti sacri. In Spagna la serie di maggior interesse fu realizzata a Madrid con illustrazioni di scene popolari, su cartoni di Goya e Francisco Bayeu. Da qualche decennio in Francia è stata rivalutata la tessitura degli arazzi, con le opere di manifattura dei Gobelins, Beauvais e Aubusson su cartoni di artisti come Mirò, Picasso, Braque, Rouault, Matisse, Sigier, Lucart, Picart e Le Deoux. In Italia la tessitura di arazzi ha luogo a Torino, Nervi, Milano, su cartoni di Prampolini, Cassinari, Magnelli, Paolucci e di molti altri pittori.
Àrba Comune in provincia di Pordenone (1.249 ab., CAP 33090, TEL. 0427).
Arbasìno, Albèrto (Voghera, Pavia 1930-) Scrittore. Fece parte del Gruppo 63. Cronista della società contemporanea curioso e attento, ha lasciato in Fratelli d'Italia (1963) una libera e disinvolta illustrazione della vita sociale dell'Italia del benessere e un percorso di iniziazione intellettuale di un gruppo di giovani, sprofondati in un turbine di nuove esperienze appena sfiorate e abbandonate. Altre opere, considerate dalla critica giochi letterari o divagazioni tra i generi più diversi, Super-Eliogabalo (1969), Il principe costante (1972), La bella di Lodi (1972) e Specchio delle mie brame (1974). Tra i numerosi libri che raccolgono i suoi interventi sulla vita culturale italiana, il più notevole è Fantasmi italiani. Tra le opere recenti, Parigi, o cara (1995).
Arbatàx Porto del comune di Tortolì, in provincia di Nuoro, posto sulla costa sarda orientale.
Arber, Werner (Gränichen 1929-) Biochimico svizzero. Scoprì alcuni enzimi in grado di bloccare la crescita dei virus. In collaborazione con H. O. Smith e D. Nathans fu insignito del premio Nobel nel 1978.
Àrbia Torrente (51 km) della Toscana. Nasce nel Chianti e confluisce nel fiume Ombrone.
Arbil Città (334.000 ab.) dell'Iraq, capoluogo del governatorato omonimo.
arbiter elegantiarum, loc. sost. m. invar. Locuzione latina che significa "arbitro dell'eleganza" e viene usata per indicare una persona raffinata e ricercata nel vestire.
arbitràggio, sm. 1 L'arbitrare. 2 Operazione di acquisto di titoli o valuta ai fini di lucro.
arbitraggìsta, sm. Colui che esegue un arbitraggio.
arbitràle, agg. 1 Dell'arbitro, relativo all'arbitro. 2 Composto da arbitri.
arbitràre, v. v. tr. 1 Dirigere un incontro in qualità di arbitro. 2 Giudicare. ~ decidere.
v. intr. Risolvere una vertenza come arbitro.
v. tr. 1 to arbitrate. 2 (sport) to referee, to umpire.
arbitrariaménte, avv. 1 In modo arbitrario; illegittimamente, illegalmente. ~ irregolarmente. 2 Infondatamente. ~ ingiustificatamente.
arbitrarietà, sf. L'essere arbitrario.
arbitràrio, agg. Fatto o detto ad arbitrio, senza una ragione logica. ~ abusivo, ingiustificato. <> legittimo, imparziale.
agg. arbitrary.
arbitràto, sm. Decisione arbitrale.
sm. arbitration.
Arbitrato, L' Commedia di Menandro (ca. 300 a. C.).
arbìtrio, sm. 1 Facoltà di valutare, scegliere e operare secondo la propria volontà. ~ volere. 2 Sopruso. ~ abuso.
sm. 1 will. 2 (abuso, sopruso) abuse, arbitrary act.
lat. arbitrium giudizio.
àrbitro, sm. 1 Chi è libero di scegliere e operare a suo piacere. ~ padrone. 2 Chi è ufficialmente designato a dirigere una competizione. ~ direttore di gara.
sm. 1 arbitrator. 2 (sport) referee, umpire. 3 (fig.) arbiter.
lat. arbiter,-tri.
Àrbore, Rènzo (Foggia 1937-) Musicista, presentatore e show-man. Appassionato jazzista, approdò alla RAI nel 1964, vincendo un concorso per maestri di musica leggera. Nel 1965 raggiunse la popolarità presentando con Gianni Boncompagni la trasmissione radiofonica Bandiera gialla, culto della musica leggera di quegli anni. Nel 1970 ottenne un nuovo successo con la trasmissione Alto gradimento. Passato al piccolo schermo, con trasmissioni come Speciale per voi e L'altra domenica, nel 1995 raggiunse l'apice della notorietà con la trasmissione Quelli della notte, lanciando anche nuovi personaggi nel mondo televisivo.
Arborèa Comune in provincia di Oristano (3.785 ab., CAP 09092, TEL. 0783).
arbóreo, agg. Di albero, che ha forma o natura di albero.
arborescènte, agg. 1 Che ha l'aspetto di rami d'albero. 2 Si dice di arbusto che prende forma d'albero.
arborescènza, sf. 1 L'essere arborescente. 2 Lo sviluppo complessivo di un albero.
arboréto, sm. Appezzamento contenente numerose specie arboree coltivate allo scopo di studiarne il comportamento.
arborìcolo, agg. e sm. Che, chi vive o abita sugli alberi
Pianta arboricola
Pianta epifita che cresce sugli alberi affondando le radici nel terriccio che si trova nelle cavità del tronco o dei rami.
arboricoltùra, sf. Scienza e tecnica della coltivazione degli alberi.
Arbòrio Comune in provincia di Vercelli (1.007 ab., CAP 13031, TEL. 0161).
arboròfila, sf. Genere di Uccelli Galliformi della famiglia dei Fasianidi, originari delle foreste indomalesi, denominati volgarmente pernici di foresta.
arboscèllo, sm. Albero piccolo o giovane.
arbovìrus, sm. Termine che designa una famiglia di virus a RNA presenti in particolare nelle zone tropicali e subtropicali.
Àrbus Comune in provincia di Cagliari (7.596 ab., CAP 09031, TEL. 070).
Arbus, Diane (New York 1923-1971) Fotografa statunitense. Negli anni '60 si specializzò nei ritratti di emarginati, diversi e gente della strada.
arbustàceo, agg. Si dice di pianta classificata come arbusto; costituito da arbusti.
arbustìvo, agg. Di piante che ha natura e dimensioni di arbusto.
arbùsto, sm. Pianta legnosa, bassa, ramificata fin dalla base. ~ cespuglio.
sm. shrub.
arbutus, sm. Genere di alberi o arbusti della famiglia delle Ericacee, comprendente una dozzina di specie, delle quali la più nota è il corbezzolo.
ARC Sigla di AIDS Related Complex (complesso di sintomi correlati all'AIDS).
àrca, sf. 1 Sarcofago monumentale. ~ tomba. 2 Cassa, scrigno. ~ forziere. • arca dell'alleanza, contenitore delle Tavole della Legge ricevute da Mosè. 3 Genere di Molluschi Lamellibranchi marini della famiglia degli Arcidi che possono raggiungere notevoli dimensioni.
sf. sarcophagus.
lat. arca, da arcere contenere.
àrcade, agg., sm. e sf. agg. Dell'antica Arcadia, regione della Grecia.
sm. e sf. 1 Abitante dell'antica Arcadia. 2 Membro dell'Accademia romana dell'Arcadia. 3 Letterato formalista e lezioso.
Arcàde (comune) Comune in provincia di Treviso (3.119 ab., CAP 31030, TEL. 0422).
Àrcade (mitologia) Nella mitologia, figlio di Zeus e Callisto. Fu mutato nella stella Arturo.
Arcadelt, Jacques (ca. 1504-Parigi 1568) Compositore fiammingo o francese. Autore di madrigali.
arcàdia, sf. Luogo dove si svolge una vita amena, idillica.
Arcàdia (geografia) Regione greca, nel Peloponneso centrale, affacciata al golfo di Nauplia. Dominata da Sparta nel VI sec. a. C. aderì alla lega arcadica comandata da Tebe. Quindi fu sottomessa dai macedoni che la inclusero nella lega achea (276 a. C.). Conquistata dai romani nel II sec. a. C. divenne importante feudo dell'impero d'oriente. I turchi la conquistarono nel 1458. Rinomata e cantata dai poeti greci e omerici per essere regione bucolica per eccellenza.
Arcàdia (letteratura) Accademia letteraria nazionale, fondata a Roma dai poeti del circolo di Cristina di Svezia nel 1690. Mirava alla semplicità nella poesia, in contrapposizione al marinismo, ricco di orpelli e fronzoli inutili nel discorso poetico. Si ispirava alla poesia bucolica e assumendone termini e consuetudini assegnava a ogni socio uno pseudonimo pastorale: il Crescimbeni ne fu primo custode e il Gravina primo legislatore. Influenzò coi suoi temi il gusto poetico fino alla prima metà del Settecento.
Arcadia
Opera di poesia e prosa di Ph. Sidney (postuma 1590).
Arcadia, L' Opera di poesia di I. Sannazaro (1504).
arcàdico, agg. 1 Dell'Arcadia. 2 Idillico, agreste. ~ pastorale. 3 Manierato. ~ lezioso.
Arcàdio (377-408) Imperatore romano d'oriente dal 395 al 408, figlio di Teodosio I il Grande e fratello di Onorio; Durante il suo regno dovette contrastare numerose invasioni dei visigoti (Alarico) e degli unni.
arcaicaménte, avv. In modo arcaico.
arcaicità, sf. L'essere arcaico, carattere arcaico.
arcàico, agg. 1 Di remota antichità. ~ primitivo. <> moderno. 2 Sorpassato. ~ antiquato. <> recente.
arcaìsmo, sm. Elemento linguistico scomparso dall'uso. <> neologismo.
arcaizzànte, agg. Che si ispira a uno stile arcaico.
arcaizzàre, v. intr. Usare volutamente forme o espressioni arcaiche.
arcàle, sm. 1 La parte curva della muratura che delimita un arco. ~ centina. 2 La bocca dello stomaco.
arcàngelo, sm. Spirito celeste di grado più elevato dell'angelo.
sm. archangel.
Arcàngelo Città della Russia (416.000 ab.) capoluogo della provincia omonima (con una superficie di 587.400 km2 e 1.548.000 ab.), situata sulla baia della Dvina (mar Bianco) nel delta della Dvina settentrionale, a nord-est di Mosca. Importante porto della Russia (gelato da novembre a maggio) e base logistica e militare. Sono presenti industrie chimiche e del legno. Fondata nel XII sec. intorno a un convento, fu l'unico porto russo prima della fondazione di San Pietroburgo.
arcàno, agg. e sm. agg. Misterioso. ~ occulto. <> chiaro.
sm. Mistero. ~ enigma.
arcaréccio, sm. Trave orizzontale, di legno o metallo, dell'orditura grossa delle coperture.
arcàta, sf. 1 Apertura ad arco. 2 Formazione disposta ad arco.
sf. 1 arch. 2 (ordine di archi) arcade.
arcatèlla, sf. Piccola decorazione formata da una serie continua di archi che corre parallelamente al cornicione o alla gronda di un muro.
arcàto, agg. 1 Incurvato. ~ inarcato. 2 Di cavallo i cui ginocchi sono spostati in avanti rispetto alla linea di appiombo che scende dal centro dell'articolazione omero-radiale.
arcàvolo, sm. 1 Trisavolo. 2 Antenato. 3 Precursore.
Àrce Comune in provincia di Frosinone (6.174 ab., CAP 03032, TEL. 0776).
àrce, sf. Acropoli. ~ rocca.
arcèlla, sf. 1 Cassone nuziale del Settecento. 2 Vano sottostante l'altare paleocristiano, destinato ad accogliere le reliquie.
Àrcene Comune in provincia di Bergamo (4.145 ab., CAP 24040, TEL. 035).
Arcètri Colle della Toscana che domina Firenze, sede di un osservatorio astronomico.
Arcèvia Comune in provincia di Ancona (5.830 ab., CAP 60011, TEL. 0731).
archaeopteryx, sm. invar. Vertebrato fossile del Giurassico superiore delle dimensioni di un piccione che presenta caratteristiche intermedie tra i Rettili e gli Uccelli. È stato scoperto nel calcare kimmeridgiano di Solnhofen, in Baviera.
archè, sf. Per il filosofo Anassimandro, il principio originario di tutte le cose.
archeàno, agg. e sm. agg. 1 Relativo al periodo geologico omonimo.
sm. Primo periodo dell'era archeozoica. I suoi terreni (scudo baltico e canadese), formati da rocce eruttive e metamorfiche, si prolungano nei continenti al di sotto di formazioni più recenti.
archeggiàre, v. v. tr. Piegare ad arco. ~ incurvare.
v. intr. Far scorrere l'arco sulle corde di uno strumento.
archéggio, sm. La tecnica, lo stile con cui si eseguono i movimenti dell'arco su uno strumento.
archegònio, sm. Organo sessuale femminile delle Archegoniate e delle Gimnosperme.
archegosàuro, sm. Genere di Anfibi Stegocefali preistorici del sottordine dei Rachitomi. Sono stati ritrovati degli scheletri di archegosauro completi nei terreni permiani di Lebach, in Renania.
Archelào Nome di sovrani.
Archelao
(413?-399 a. C.) Re di Macedonia. Nella guerra del Peloponneso fu alleato di Atene. Accolse alla sua corte numerosi artisti greci, tra i quali Euripide.
Archelao
(?-17 d. C.) Re di Cappadocia dal 36 a. C. al 14 d. C. combatté contro Ottaviano ad Azio (31 a. C.) e fu in seguito privato da Tiberio del suo regno, che divenne provincia romana.
Archelao Erode
(23? a. C.-18 d. C.) Re di Giudea. Figlio di Erode il Grande, fu deposto nel 6 d. C. da Augusto per la sua crudeltà.
Archelào di Priène (Attivo nel II-I sec. a. C.) Scultore greco. Tra le opere Apoteosi di Omero (ca. 100, Londra, British Museum).
archeo- Primo elemento di parole composte.
dal greco archâios antico, primitivo.
archeologìa, sf. Scienza che studia le antiche civiltà.
sf. archaeology.
archeologicaménte, avv. Dal punto di vista archeologico.
archeològico, agg. Riguardante l'archeologia.
agg. archaeological.
archeòlogo, sm. Studioso di archeologia.
sm. archaeologist.
Archeozòico, agg. e sm. Si dice dell'era geologica nella quale si sono trovate le prime tracce di forme viventi; ~ protozoico.
archespòrio, sm. Tessuto centrale fertile della nocella degli ovuli di Angiosperme e Gimnosperme.
archetìpico, agg. Che costituisce un archetipo.
archètipo, agg. e sm. agg. Primordiale. ~ originario.
sm. Modello originale che ha valore esemplare. ~ prototipo. <> copia.
archétto, sm. Arco per suonare strumenti a corda.
sm. (musica) bow.
Àrchi Comune in provincia di Chieti (2.392 ab., CAP 66040, TEL. 0872).
archiacùto, agg. Ad arco acuto.
Archianéllidi Classe di Invertebrati appartenenti al tipo degli Anellidi, sottoregno dei Metazoi, in cui sono riuniti anellidi acquatici vermiformi che abitano gli interstizi del fondale marino.
archiàtra, sm. Il medico principale della corte pontificia.
Archibùgi, Francésca (Roma 1961-) Regista. Diresse Mignon è partita (1988), Verso sera (1990), Il grande cocomero (1992) e A occhi chiusi (1996).
archibugiàta, sf. Colpo d'archibugio.
archibugière, sm. Soldato armato di archibugio.
archibùgio, sm. Antica arma da fuoco portatile con canna lunga e accensione a miccia o pietra focaia.
franc. hacquebuche, dall'oland. hake-bus cannone a uncino.
Archìdamo Nome di sovrani.
Archidamo I
(sec. VI a. C.) Re di Sparta della famiglia degli Euripontidi, figlio di Anassidamo.
Archidamo II
(469-427 a. C.) Re di Sparta della famiglia degli Euripontidi. Nella prima fase della guerra del Peloponneso, dal 431 al 428, fu a capo delle invasioni dell'Attica.
Archidamo III
(400 ca.-Mandurio 338 a. C.) Re di Sparta della famiglia degli Euripontidi. Accorse in aiuto dei tarentini contro i lucani, e in Puglia morì, a Manduria.
Archidamo IV
(300-260 ca. a. C.) Re di Sparta della famiglia degli Euripontidi.
Archidamo V
(234?-219? a. C.) Ultimo re di Sparta, della famiglia degli Euripontidi.
archidiòcesi, sf. Diocesi retta da un arcivescovo.
Archie Nel linguaggio informatico è il nome di un programma per la scoperta di risorse in Internet.
archiginnàsio, sm. Denominazione dell'antica università di Bologna, utilizzata a volte anche per indicare l'università di Roma.
archilochèo, agg. e sm. Relativo o conforme alla poesia di Archiloco.
Verso archilocheo
Verso la cui invenzione è attribuita ad Archiloco.
Archìloco (VI sec. a. C.) Poeta greco. Tra le opere Elegie, Carmi, Giambi ed Epodi (frammenti).
archimandrìta, sm. Capo di un ordine religioso o di un monastero di rito cristiano orientale.
Archimède (Siracusa 287-212 a. C.) Matematico e fisico greco. Ad Archimede si devono importanti contributi, come il calcolo del p e lo studio della rappresentazione dei numeri e della geometria infinitesimale. Studiò la geometria, con il calcolo di aree e volumi di solidi di rotazione. In meccanica, inventò la vite senza fine, la carrucola mobile e le ruote dentate. Sempre ad Archimede si devono gli studi che gettarono le basi dell'idrostatica, con il suo Trattato dei corpi galleggianti. Famoso l'aneddoto secondo il quale, scoprendo durante il bagno il principio sui corpi immersi nei fluidi che da lui prende il nome, cominciò a correre nudo per le vie gridando Eureka! (Ho trovato!). Durante l'attacco di Roma a Siracusa fece costruire catapulte e leggendarie macchine da guerra dotate di una sistema di specchi ustori, con i quali poteva incendiare le navi nemiche. Quando i romani occuparono la città, nonostante l'ordine di Marcello di risparmiare lo scienziato, Archimede fu ucciso per sbaglio da un soldato (212 a. C.).
Principio di Archimede
Principio di idrostatica secondo il quale ogni corpo immerso in un liquido riceve una spinta diretta dal basso verso l'alto uguale al peso del liquido spostato. L'interpretazione di questo principio da parte della fluidodinamica permette di spiegare sia il moto ascensionale in un fluido di un corpo con densità inferiore a quella del fluido stesso, sia la corrispondente condizione di equilibrio. In particolare, il galleggiamento di un corpo in un fluido allo stato liquido si ottiene quando il peso della frazione di fluido spostato equivale al peso del corpo stesso o della sua parte immersa.
Postulato di Archimede
Dati tre punti A, B e C, allineati in modo che B sia compreso tra A e C, esiste sempre un multiplo del segmento AB che comprenda tra i suoi estremi anche il punto C.
Spirale di Archimede
Insieme di punti che si ottiene su di un piano sommando il movimento uniforme di un punto su una semiretta e la rotazione uniforme della semiretta stessa attorno alla sua origine.
archipèndolo, sm. Squadra a bracci uguali dal cui vertice pende un filo a piombo, serve a verificare l'orizzontalità di un piano.
Archipenko, Aleksandr (Kiev 1887-New York 1964) Scultore russo. Tra le opere Carrousel Pierrot (1913, New York, Solomon R. Guggenheim Museum), Medrano e Incontro di pugilato (1914, New York, Solomon R. Guggenheim Museum).
architettàre, v. tr. 1 Ideare un progetto. ~ creare. 2 Macchinare, ordire. ~ tramare. <> sventare.
v. tr. 1 to plan, to plat. 2 (ideare) to devise. 3 (macchinare) to concoct.
architétto, sm. 1 Chi progetta costruzioni. 2 Ideatore. ~ costruttore. 3 Artefice. ~ autore.
sm. architect.
lat. architectus, dal greco architèkton, comp. da archi-archi + tèkton costruttore.
architettonicaménte, avv. Dal punto di vista architettonico.
architettònico, agg. 1 Proprio dell'architettura. 2 Armonicamente strutturato.
architettùra, sf. 1 Arte e tecnica del progettare e realizzare edifici. 2 Complesso di opere architettoniche di un periodo. ~ edificio.
sf. architecture.
• Le prime esecuzioni architettoniche si possono individuare nei monumenti megalitici preistorici (dolmen, menhir), mentre l'esordio dell'architettura in senso proprio corrisponde all'epoca in cui il materiale impiegato nelle costruzioni subì prima un processo di lavorazione (pietra, roccia) o di composizione (mattoni in laterizio, terrecotte ecc.), la qual cosa si verificò in Mesopotamia e in Egitto intorno al 3000 a. C. Maestri dell'architettura furono i greci, la cui opera influenzò notevolmente lo sviluppo dell'architettura occidentale. Il modello greco si ripropose in ambiente romano, dove venne liberamente interpretato con aggiunte di elementi originali (volta, arco). L'affermarsi del cristianesimo orientò l'architettura verso l'edificio sacro, prima attraverso lo stile romanico e poi con l'affermazione di quello gotico. Nel rinascimento si assiste al recupero dello stile classico greco e romano e all'incremento dell'architettura civile, con la nascita del palazzo moderno. Successivamente con il barocco si privilegiarono gli effetti scenici in contrapposizione all'armonia rinascimentale. Con l'Ottocento si suole fare iniziare l'arte moderna, caratterizzata da nuove tecniche costruttive, dall'impiego di nuovi materiali (ferro, cemento armato ecc.). L'Art Nouveau, ai primi del Novecento, comprese che con i nuovi materiali si poteva dare anche un'interpretazione nuova alla forma, che si liberò degli schemi fissi per orientarsi verso un deciso decorativismo; il movimento moderno è invece caratterizzato dal funzionalismo, da una concezione dell'arte che cerca di fondere il criterio della bellezza e quello dell'utilità nell'esatta rispondenza allo scopo cui è destinata. L'arte organica vuole integrare le consuete funzioni dell'edificio con altre più complesse, sulla base delle moderne necessità urbanistiche e sociali. Negli anni '80 vengono riproposti eclettismo e ricerca tecnologica (architettura postmoderna).
Architettura, L' Opera di architettura di L. B. Alberti (1452).
architravàto, agg. Munito di architrave.
architràve, sm. Trave orizzontale sostenuta da pilastri.
Archivi del Nord Autobiografia di M. Yourcenar contenuta nell'opera Il labirinto del mondo (1977).
archiviàre, v. tr. 1 Porre in archivio. ~ schedare. • archiviare una pratica. 2 Mettere da parte, abbandonare. ~ accantonare.
v. tr. to record, to register.
deriv. da archivio.
archiviazióne, sf. L'archiviare, l'essere archiviato.
archìvio, sm. 1 Raccolta di documenti pubblici o privati; il luogo ove viene conservata tale raccolta. 2 Insieme di informazioni memorizzate.
sm. 1 archives. 2 (inform.) file.
lat. tardo archivum, dal greco archèion.
• Gli archivi più antichi custodivano copie degli atti ufficiali; sono famosi quelli cinesi di epoca preimperiale e quelli di Ninive; nel IV sec. a. C. in Grecia venne istituito un vero e proprio archivio di stato, il Metroon. A Roma, un importante archivio era collocato nel tempio di Saturno e conteneva raccolte di leggi; ulteriori archivi si trovavano nei templi e in altri edifici del Campidoglio (raccolte di atti internazionali). In Italia, con il sorgere di comuni e signorie, gli archivi iniziarono a contenere anche i documenti ricevuti. Nel 1975 in Italia gli archivi di stato sono passati dal controllo del ministero degli interni a quello dei beni culturali, che ha l'incarico di preservare documenti riguardanti lo stato italiano e gli stati preunitari, oltre a occuparsi della ricerca scientifica del settore e del controllo degli archivi non statali.
archivìsta, sm. e sf. Funzionario addetto all'amministrazione o alla conservazione di un archivio.
archivìstica, sf. Il complesso delle norme per la sistemazione e il funzionamento degli archivi.
archivìstico, agg. Che riguarda il funzionamento degli archivi.
archivòlto, sm. Fascia decorativa tendente a sottolineare, esteticamente, il valore di un arco.
arci- Primo elemento di parole composte. Ha il significato di essere superiore, essere a capo e rafforza gli aggettivi attribuendo loro il valore di superlativo.
ARCI Sigla di Associazione Ricreativa Culturale Italiana.
arciabàte, sm. Titolo del presidente di alcune congregazioni benedettine.
arcibasìlica, sf. Basilica maggiore.
arciconfratèrnita, sf. Confraternita principale alla quale se ne aggregano altre.
arcicontènto, agg. Più che contento; contentissimo.
arcidiaconàto, sm. Dignità, ufficio di arcidiacono.
arcidiàcono, sm. Nel capitolo di una chiesa cattedrale, il primo dei diaconi.
arcidiàvolo, sm. Capo dei diavoli, gran diavolo.
arcidiòcesi => "archidiocesi"
Arcidòsso Comune in provincia di Grosseto (4.135 ab., CAP 58031, TEL. 0564).
arcidùca, sm. Titolo riservato ai principi della casa d'Austria.
arciducàle, agg. Pertinente all'arciduca.
arciducàto, sm. Dignità e dominio di un arciduca.
arcière, sm. Tiratore d'arco; soldato armato d'arco.
sm. archer.
arcìgno, agg. Severo, accigliato, duro. ~ scostante. <> bonario, sereno.
agg. severe, grim.
arciliùto, sm. Varietà di liuto di grandi dimensioni.
Arcimbòldi, Giusèppe (Milano 1527-1593) Pittore. Tra le opere Estate e Inverno (1563, Vienna, Kunsthistorisches Museum).
Arcinàzzo Romàno Comune in provincia di Roma (1.379 ab., CAP 00020, TEL. 0774).
arcióne, sm. Sella.
arcipèlago, sm. 1 Gruppo di isole vicine tra loro. 2 Gruppo, raggruppamento. ~ complesso.
sm. archipelago.
Arcipelago Gulag Romanzo di A. I. Solzenitcyn (1973). Raggiunta la celebrità con il romanzo Una giornata di Ivan Denissovi¿¹¿, incoraggiato da un immenso pubblico di lettori, iniziò a rievocare la dura esperienza delle prigioni sovietiche, nelle quali aveva trascorso gli anni dal 1945 al 1953 per aver messo in discussione, in una lettera intercettata dalla censura, le qualità del più grande stratega di tutti i tempi. Per questo lavoro ricevette materiali da tutti gli ex prigionieri del paese.
Arcipelago in fiamme Film di guerra, americano (1943). Regia di Howard Hawks. Interpreti: John Garfield, Arthur Kennedy, Harry Carey. Titolo originale: Air Force
arciprète, sm. 1 Titolo onorifico di un parroco di una chiesa preminente su altre. 2 Nel capitolo di una chiesa cattedrale, il primo dei preti.
Arcisàte Comune in provincia di Varese (8.954 ab., CAP 21051, TEL. 0332).
arcivescovàdo, o arcivescovàto, sm. Palazzo in cui risiede l'arcivescovo.
arcivescovìle, agg. Dell'arcivescovo.
arcivéscovo, sm. Vescovo titolare di archidiocesi.
sm. archbishop.
Àrco Comune in provincia di Trento (12.855 ab., CAP 38062, TEL. 0464). Centro agricolo (coltivazione di frutta) e industriale (prodotti dell'abbigliamento, meccanici e chimici). Gli abitanti sono detti Arcensi.
àrco, sm. 1 Arma usata fin dai tempi antichi (Paleolitico superiore), costituita da una parte in legno flessa a semicerchio, le cui estremità sono congiunte da una corda tesa che imprime il movimento alla freccia. 2 Bacchetta di legno flessibile usata per far vibrare le corde di strumenti musicali. 3 In geometria parte di curva compresa tra due punti che si dicono estremi dell'arco. ~ curva. 4 Periodo di tempo. ~ durata. 5 In architettura è una componente curvilinea sostenuta da due elementi verticali (in genere stipiti o colonne). ~ volta.
sm. 1 (mus., arma) bow. 2 (mat.) arc. 3 (arch.) arch.
• L'arco architettonico, riguardo alla forma, può essere a tutto sesto (arco di Costantino) o a pieno centro, quando la curva è una semicirconferenza; acuto, quando i due archi di cerchio che si incontrano formano, superiormente, un vertice ad angolo acuto (Notre-Dame a Parigi); rampante, quando si scarica su due elementi di diversa altezza; può essere anche rialzato, a ferro di cavallo e lobato.
Arco di Trionfo
Costruzione monumentale eretta per celebrare le vittorie di condottieri o imperatori romani. I più noti sono quelli di Augusto a Rimini, di Tito, di Settimio Severo e di Costantino a Roma, quello di Traiano a Benevento e quello di Settimio Severo a Leptis Magna. Famosi anche quelli neoclassici di Parigi (arco di Trionfo) e di Milano (arco della Pace).
Tiro con l'arco
Sport di origini antiche che rientra nel programma olimpico; le prove consistono nel lanciare a bersaglio trentasei frecce da 90, 70, 50 e 30 m nel settore maschile, e 70, 60, 50 e 30 m in quello femminile.
Arco di trionfo Romanzo di E. M. Remarque (1946).
arcobaléno, sm. Fenomeno ottico atmosferico dovuto alla rifrazione e alla riflessione dei raggi solari, provocato dalle gocce d'acqua in sospensione nell'atmosfera. Si presenta come uno o più archi concentrici e colorati; i sette colori, chiamati colori dell'iride, sono quelli dello spettro solare, con il violetto all'esterno dell'arco e il rosso al suo interno (arcobaleno primario). Talvolta è possibile osservare anche un arcobaleno secondario, posto accanto alla parte esterna di quello primario e con i colori in disposizione inversa (violetto all'interno e rosso all'esterno). La rifrazione della luce solare e la sua conseguente scomposizione nei colori spettrali è visibile solo quando l'angolo formato dai punti coincidenti con il Sole, la goccia e l'osservatore ha un'ampiezza compresa tra i 40° e i 42°. Per questa ragione, l'arcobaleno compare in alto se il Sole è relativamente vicino all'orizzonte e, viceversa, risulta basso quando il Sole è alto. ~ iride.
sm. rainbow.
da arco + baleno.
arcocèle, sm. Prolasso del retto.
arcocosecànte, sf. Funzione trigonometrica inversa della cosecante.
arcocoséno, sm. Funzione trigonometrica inversa del coseno.
arcocotangènte, sf. Funzione trigonometrica inversa della cotangente.
arco-gètto, sm. Sistema di propulsione per veicoli spaziali. Nell'arco-getto la spinta del veicolo si ottiene scaldando un gas compresso mediante un arco elettrico (anche fino a 20.000°C) e facendolo quindi uscire da un ugello.
Àrcola Comune in provincia di La Spezia (9.579 ab., CAP 19021, TEL. 0187).
arcolàio, sm. Strumento girevole su un perno, serve per dipanare matasse.
Àrcole Comune in provincia di Verona (4.633 ab., CAP 37040, TEL. 045).
Arconàte Comune in provincia di Milano (4.474 ab., CAP 20020, TEL. 0331).
arcontàto, sm. 1 Carica di arconte. 2 Periodo della durata della carica dell'arconte.
arcónte, sm. Il più alto magistrato della Grecia arcaica.
Àrcore Comune in provincia di Milano (15.767 ab., CAP 20043, TEL. 039). Centro industriale (prodotti alimentari, dell'abbigliamento, metalmeccanici e tessili). Gli abitanti sono detti Arcoresi.
arcosecànte, sf. Funzione trigonometrica inversa della secante.
arcoséno, sm. Funzione trigonometrica inversa del seno.
arcosòlio, sm. Nicchia ad arco scavata nel tufo delle catacombe e usata come sepolcro.
arcotangènte, sf. Funzione trigonometrica inversa della tangente.
arctocyon, sm. invar. Genere di Mammiferi fossili dell'ordine dei Carnivori, sottordine dei Creodonti, con caratteristiche affini al cane e all'orso preistorici. Gli arctocyon vissero nell'Eocene-Oligocene.
arcuàre, v. v. tr. Curvare, piegare ad arco; inarcare, piegare. ~ flettere. <> raddrizzare.
v. rifl. Piegarsi ad arco. ~ incurvarsi. <> rizzarsi.
arcuàto, agg. Ricurvo. ~ inarcato. <> ritto.
agg. bent, curved.
Arcugnàno Comune in provincia di Vicenza (6.023 ab., CAP 36057, TEL. 0444).
Arda (Bulgaria) Fiume (241 km) della Bulgaria. Nasce dai monti Rodopi e confluisce nel fiume Marizza.
Àrda (torrente) Torrente (55 km) dell'Emilia. Confluisce nel Po.
Ardabil Città (282.000 ab.) dell'Iran, nella provincia dell'Azerbaigian Orientale.
Ardant, Fanny (1949-) Attrice francese cinematografica. Interpretò per F. Truffaut L'ultimo metrò (1980), La signora della porta accanto (1981) e Finalmente domenica (1983).
Àrdara Comune in provincia di Sassari (939 ab., CAP 07010, TEL. 079).
Ardaùli Comune in provincia di Oristano (1.352 ab., CAP 09081, TEL. 0783).
Ardèa Comune in provincia di Roma (16.854 ab., CAP 00040, TEL. 06). Centro agricolo (coltivazione di cereali e frutta) e industriale (prodotti della plastica). Fu capitale dei rutuli e quindi colonia romana. Vi si trovano resti del tempio di Giunone e dell'acropoli. Gli abitanti sono detti Ardeatini.
Ardeatìne, fòsse Cava alle porte di Roma ove furono trucidati, il 24 marzo 1944, 335 prigionieri da parte dei nazisti; l'eccidio fu la rappresaglia in seguito a un attentato partigiano in cui erano morti, il giorno prima, 33 tedeschi.
ardeatìno, agg. e sm. agg. Relativo ad Ardea, antica città del Lazio.
sm. Che viveva o era nato ad Ardea.
Ardèche Dipartimento (278.000 ab.) della Francia, capoluogo Privas.
Ardèidi Famiglia di Uccelli Ardeiformi comprendente una sessantina di specie.
Ardenne Regione (10.000 km2) compresa fra il Belgio orientale, il Lussemburgo settentrionale e la Francia nordorientale; a nord e a ovest il limite è segnato dal solco Sambre-Mosa, che culmina nel Signal de Botrange (694 m). La zona è costituita da un massiccio ercinico ricoperto da foreste, pascoli e brughiera, con scarso sviluppo agricolo (massima altitudine a 694 m). Sono presenti alcune sorgenti minerali. Storicamente nell'agosto del 1914 i tedeschi sconfissero i francesi durante la prima guerra mondiale. Nella seconda guerra mondiale, dopo lo sbarco in Normandia, le truppe tedesche di Hitler vi sferrarono l'ultima pesante offensiva nel dicembre del 1944; dopo alcuni successi iniziali da parte tedesca, gli alleati al comando del generale Patton riuscirono a contrattaccare vittoriosamente (26 dicembre 1944).
Ardènnes Dipartimento (297.000 ab.) della Francia, capoluogo Charleville-Mézières. Situato nella parte nord-est del paese al confine con il Belgio. Il territorio, caratterizzato dalle alture delle Ardenne e delle Argonne, è attraversato dal fiume Mosa. Industrie metallurgiche e tessili sorgono lungo le rive del fiume Mosa.
ardennìte, sf. Silicato basico idrato di alluminio e manganese, contenente arsenico e vanadio.
Ardènno Comune in provincia di Sondrio (3.018 ab., CAP 23011, TEL. 0342).
ardènte, agg. 1 Infuocato, bruciante. ~ rovente. <> gelido. • camera ardente, stanza in cui viene esposto il cadavere. 2 Impetuoso, appassionato. ~ intenso. <> tiepido. 3 Di sguardo, lucente. ~ espressivo. <> spento. 4 Di tono, accalorato. ~ veemente. 5 Desideroso. • era ardente di conoscere quei segreti.
agg. 1 burning. 2 (fig.) ardent.
ardenteménte, avv. Appassionatamente, fervidamente, violentemente. ~ impetuosamente.
àrdere, v. v. tr. Bruciare, seccare, cuocere. ~ incendiare. <> spegnere.
v. intr. 1 Essere in fiamme. ~ infiammarsi. 2 Provare un forte sentimento; ribollire. ~ struggersi.
v. tr. e intr. to burn.
lat. ardere.
ardèsia, sf. Roccia metamorfica di colore grigio o nero, a struttura scistosa, agevolmente divisibile in lastre sottili dotate di notevole resistenza agli agenti atmosferici. Impiegata nella costruzione di lavagne e, per la sua impermeabilità, nella copertura dei tetti e nelle pavimentazioni. L'ardesia è composta principalmente da quarzo e feldspato, con impurità carboniose, ha normalmente un colore grigio piombo ma può anche assumere tonalità blu, verdi, violette o rosse. La sua estrazione avviene soprattutto nel Regno Unito (Galles), in Germania, in Francia e negli Stati Uniti. L'ardesia nera più nota in Italia viene estratta in Liguria, presso Chiavari, ed è chiamata lavagna.
sf. slate.
Ardèsio Comune in provincia di Bergamo (3.670 ab., CAP 24020, TEL. 0346).
ardiglióne, sm. 1 Il puntale della fibbia. 2 Il dardo che impedisce all'amo di infilarsi nella bocca del pesce.
Ardigò, Robèrto (Casteldidone 1828-Mantova 1920) Filosofo e pedagogista, principale rappresentante del positivismo italiano. Sacerdote, lasciò la chiesa nel 1871, un anno dopo la pubblicazione della sua opera Psicologia come arte positiva (1870) nella quale confuta il dualismo soggetto-oggetto. Su queste basi, nella Formazione naturale nel fatto del sistema solare (1877) vede la realtà come un cammino evolutivo che procede da un indistinto originario verso il distinto dei diversi molteplici, per giungere a un monismo metafisico. Morì suicida.
ardiménto, sm. 1 Coraggio. ~ audacia. <> pavidità, viltà. 2 Atto ardito.
ardimentosaménte, avv. In modo ardimentoso. ~ intrepidamente.
ardimentóso, agg. Che richiede coraggio o ne dà la prova; coraggioso. ~ intrepido.
ardìre, sm. e v. sm. 1 Coraggio. ~ audacia. <> viltà. 2 Sfrontatezza. ~ sfacciataggine. <> timidezza.
v. intr. Aver coraggio, osare. ~ arrischiarsi.
sm. daring. v. intr. to dare.
german. hardjan.
arditaménte, avv. In modo ardito. ~ audacemente.
arditézza, sf. Linea di condotta o comportamento che rivelano ardire.
arditìsmo, sm. 1 Movimento sorto in Italia dopo la prima guerra mondiale per iniziativa dei reduci che avevano militato nel reparto degli arditi. 2 Sprezzo del pericolo che spesso si trasforma in irriverenza, intimidazione nei confronti dei concittadini e degli istituti civili.
ardìto, agg. e sm. agg. 1 Audace, coraggioso. ~ impavido. <> pauroso. • un giovane ardito. 2 Di azione, pericoloso. ~ rischioso. • impresa ardita.
sm. 1 Chi mostra ardimento. 2 Soldato dei reparti d'assalto italiani istituiti durante la prima guerra mondiale.
agg. 1 brave, daring. 2 (sfacciato) bold.
ardòmetro, sm. Tipo di pirometro che viene utilizzato per misurare la temperatura nei forni per ceramica.
ardóre, sm. 1 Calore intenso. 2 Viva passione, entusiasmo. ~ passione. <> indifferenza. 3 Irruenza, furia. ~ impeto. <> pacatezza.
sm. ardour, fervor, passion.
lat. ardor,-oris, deriv. da ardere.
Ardóre Comune in provincia di Reggio Calabria (5.037 ab., CAP 89031, TEL. 0964).
Arduìno (955-Fruttuaria 1014?) Figlio del conte di Pombia Dadone, fu marchese d'Ivrea dal 990 ca. succedendo al cugino Corrado Canone. Fu scomunicato nel 999 e nonostante l'ostilità dell'imperatore Ottone III, con l'appoggio dei signori laici minori e in contrapposizione ai grandi feudatari ecclesiastici e all'imperatore Enrico II, fu incoronato re d'Italia a Pavia (1002). Tradito dalle forze che lo sostenevano e dallo stesso Enrico II, morì nel monastero di Fruttuaria ove si era ritirato a vita monastica.
Arduìno, Giovànni (Caprino Veronese 1714-Venezia 1795) Geologo. Si dedicò allo studio della mineralogia, geologia e agraria. A lui si deve la classificazione delle rocce della crosta terrestre negli ordini (primario, secondario, terziario e quaternario) in base all'origine e all'età. Fondò la stratigrafia. Diresse alcune miniere in Toscana e nel Veneto.
àrduo, agg. 1 Che richiede sforzo; difficile, problematico, ostico. ~ difficoltoso. <> facile. 2 Erto, ripido, impervio. ~ scosceso. <> piano.
agg. difficult, arduous.
àrea, sf. 1 Superficie circoscritta di terreno. ~ zona, territorio. 2 Misura dell'estensione di una superficie. ~ superficie. 3 Settore di un campo di gioco. 4 Schieramento culturale, politico.
sf. 1 area. 2 (edil.) ground, land.
• In fisica è la misura di una superficie espressa in una determinata unità che, nel Sistema Internazionale (SI), è il metro quadrato (m2). La geometria elementare fornisce formule che permettono di calcolare l'area di alcune figure piane. Per esempio, l'area del quadrato si ottiene moltiplicando il suo lato per se stesso (A=l2), quella del rettangolo e del parallelogramma moltiplicando la base per l'altezza (A=b·h), l'area del triangolo si calcola moltiplicando la misura della base per l'altezza e dividendo il risultato per due (A=b·h/2) e quella del cerchio moltiplicando il quadrato del suo raggio per il numero fisso π (A=πr2).
area manager, loc. sost. m. invar. Direttore di una zona di vendita di una casa produttrice avente il compito di dirigere e coordinare le agenzie di vendita e le filiali di tale azienda.
Àrea Sàcra Area archeologica di Roma, detta Sacra perché comprende quattro templi, riportati alla luce dagli scavi iniziati nel 1926. Si tratta di quattro tra i più antichi templi mai scoperti a Roma, dei quali però non è stato possibile attribuire il culto a qualche divinità. Per questo motivo sono indicati convenzionalmente con le lettere A, B, C e D. La zona fu spesso inondata dal Tevere e richiese frequenti opere di bonifica e restauro. Si possono così identificare cinque livelli di costruzione che si succedettero dal V sec. fino alla fine dell'epoca imperiale. Il tempio A risale al IV o III sec. a. C., anche se subì numerose modifiche sostanziali. A nord sono visibili i resti di un vasto portico noto come Hecatostylum, risalente al II sec. a. C. Successivamente, sotto l'impero, dietro al tempio A furono costruiti due lavatoi. Nel medioevo il tempio divenne una chiesa (San Nicola), di cui sono ancora rintracciabili la navata principale e una secondaria. Il tempio B, del II sec. a. C., probabilmente era dedicato a Giunone, come testimonia una statua attribuita alla dea e ritrovata al suo interno. Di forma circolare, il podio di tufo fu ricoperto da stucchi e il suo pavimento da mosaici. Il tempio C è il più antico e risale al II sec. a. C., ma probabilmente si fonda su un edificio precedente, del VI o V sec. a. C. La pianta rivela la sua origine latina e lo differenzia notevolmente rispetto al modello greco: il modello etrusco infatti prevede un podio elevato di fronte a un altare senza colonne. Sotto l'impero il tempio fu rialzato e in parte modificato, con rivestimenti di stucchi e mosaici. Il tempio D si trova in parte sotto la via Florida e ne risulta visibile solo un lato.
L'intera area sacra risulta delimitata a est da un portico e a sud dai resti di un podio di tufo appartenuto alla Curia Pompeiana, a base rettangolare, dove fu ucciso Giulio Cesare alle idi di marzo del 44 a. C.
areàle, agg. agg. Relativo a un'area.
sm. In biogeografia, zona di insediamento e mantenimento di una specie.
areàre e derivati => "aerare e derivati"
arèca, sf. Palma coltivata in India dai cui semi si ricava il betel.
Arèchi Nome di duchi.
Arechi I
(591-Benevento 640 ca.) Duca longobardo di Benevento.
Arechi II
(734-Salerno 787) Duca longobardo di Benevento. Alla caduta del regno di Desiderio assunse la guida della nazione longobarda; nel 787 fu costretto a prestare omaggio e a pagar tributo a Carlo Magno.
arecolìna, sf. Alcaloide presente nelle noci di Areca catechu dalle proprietà vermifughe ed eccitanti dell'apparato secretore. Viene utilizzato in veterinaria.
areflessìa, sf. Assenza di riflessi.
areligiòso, agg. 1 Privo di religiosità. 2 Non religioso. ~ ateo.
arèlla, sf. Graticcio o tavola su cui si allevano i bachi da seta.
àrem => "harem"
arèna, sf. 1 Spazio coperto di sabbia al centro di anfiteatri; l'edificio stesso. 2 Luogo di competizione e spettacolo. ~ stadio. 3 Disputa. ~ competizione.
sf. 1 arena. 2 (sabbia) sand. 3 (per corride) bullring.
Aréna Comune in provincia di Vibo Valentia (2.069 ab., CAP 88012, TEL. 0963).
Aréna Po Comune in provincia di Pavia (1.539 ab., CAP 27040, TEL. 0385).
arenàceo, agg. Che ha natura o è costituito di sabbia.
arenaméntio, sm. L'arenare, l'arenarsi. ~ insabbiamento.
arenàre, v. intr. e intr. pron. 1 Restare incagliato. ~ incagliarsi. 2 Essere impedito. ~ piantarsi.
arenària, sf. 1 Roccia sedimentaria costituta da granuli di sabbia legati da cemento calcareo, argilloso o siliceo. 2 Pianta erbacea dai petali più corti dei sepali e fiorellini bianchi.
• Le più rare sono le arenarie monogeniche, che hanno la stessa composizione chimico mineralogica; le più diffuse sono le arenarie poligeniche, formate da granuli di diversa origine e composizione. Le arenarie cristalline, comuni nelle zone desertiche, hanno granuli accresciuti come cristalli. In Italia è conosciuta con varie denominazioni: pietra simona, molare, pietra serena, macigno.
arenàrio, agg. Di arenaria.
arenàrsi, v. intr. pron. 1 Detto di imbarcazioni, incagliarsi su un fondo sabbioso. ~ insabbiarsi. <> districarsi. 2 Non procedere. <> proseguire.
v. intr. pron. to run aground.
Arend, Max (Deutz, Colonia 1873-Colonia 1944) Musicologo tedesco. È autore di importanti studi su C. W. Gluck. Ha curato l'edizione di alcune opere dello stesso musicista.
Arendt, Hannah (Hannover 1906-New York 1975) Scrittrice statunitense. Tra le opere Le origini del totalitarismo (1951).
arengàrio, sm. Edificio lombardo, risalente al Medioevo, adibito alle adunanze del popolo. Dalla forma generalmente rettangolare, è caratterizzato dalla presenza di un portico aperto occupante tutto il piano terreno.
aréngo, o arèngo, sm. (pl.-ghi) Assemblea dei comuni medievali e luogo in cui si adunava tale assemblea.
arenìcolo, agg. Che vive nella sabbia.
arenìle, sm. Distesa di sabbia sulla riva del mare. ~ litorale, spiaggia.
arenizzazióne, sf. Processo di trasformazione di rocce granitiche o gneissiche causato dall'erosione degli agenti atmosferici e dal quale hanno origine sabbie contenenti quarzo, feldspati e miche.
arenoblastòma, sm. Tumore ovarico che secerne androgeni provocando virilismo.
arenóso, agg. Ricco di arena, sabbioso.
Arenzàno Comune in provincia di Genova (11.181 ab., CAP 16011, TEL. 010). Località climatica e balneare della Riviera di Ponente. Gli abitanti sono detti Arenzanesi.
areocèle, sm. Rigonfiamento di un organo dovuto ad accumulazione di aria.
areografìa, sf. Descrizione della superficie del pianeta Marte.
arèola, sf. 1 Piccola area. 2 Zona circolare di colore bruno che contorna il capezzolo.
areolàre, agg. Relativo a un'areola o a un'area.
areòmetro, sm. Strumento graduato utilizzato per determinare la densità di un liquido.
areopagìta, sm. 1 Ad Atene, membro dell'Areopago. Appellativo di San Dionigi.
Areopagitico, L' Opera di oratoria di Isocrate (357 a. C.).
areòpago, o areopàgo, sm. 1 Il tribunale supremo di Atene antica. 2 Autorevole e importante consesso.
areoplàno => "aeroplano"
Arequipa Città (620.500 ab.) del Perú, capoluogo del dipartimento omonimo.
Ares Nella mitologia, dio greco della guerra, figlio di Zeus ed Era, spesso amante di Afrodite. Possedeva un culto particolare ad Atene, in Laconia e a Tebe. I romani lo identificarono con Marte.
Arése Comune in provincia di Milano (18.612 ab., CAP 20020, TEL. 02). Centro industriale (prodotti meccanici, chimici e sede della casa automobilistica Alfa Romeo). Gli abitanti sono detti Aresini.
aretìno, agg. e sm. agg. Relativo ad Arezzo.
sm. 1 Abitante o nativo di Arezzo. 2 Territorio di Arezzo.
Aretìno, Piètro (Arezzo 1492-Venezia 1556) Scrittore e poeta. Figlio di un calzolaio, Luca del Turo, abbandonò presto la famiglia, ripudiando il padre anche nel nome. Si trasferì a Perugia, dove si applicò alla pittura; fu quindi a Roma, dove fece una rapida ascesa e fu spesso temuto dai potenti per la sua abilità nel comporre pasquinate satiriche e licenziose. Dal 1527 si trasferì a Venezia dove rimase sino alla morte e dove trovò un ambiente più consono alla sua attività di autore di libelli diffamatori. Tra le sue opere vi sono cinque commedie: La Cortigiana (1525) Il Marescalco (1527), L'Ipocrito (1542), La Talanta (1542) e Il filosofo (1546). Inoltre scrisse la tragedia Orazia (1546), le Lettere (1537-1557), opera in sei volumi in cui si oppone al classicismo esaltando la fantasia dell'arte, i Ragionamenti (1536), ritenuti al tempo osceni.
Aretùsa Nella mitologia, ninfa d'Arcadia. Invocò Artemide affinché la aiutasse a sfuggire all'amore del dio fluviale Alfeo: ella la trasformò in fonte e ne condusse le acque fino all'isola Ortigia (Siracusa), ma Alfeo la raggiunse e si unì a lei.
Arézzo Città della Toscana (92.000 ab., CAP 52100, TEL. 0575), capoluogo della provincia omonima, situata in una conca a nord-est della Val di Chiana. È attivo centro commerciale e agricolo, con industrie tessili, calzaturiere e meccaniche; importante l'artigianato orafo; conserva un notevole patrimonio artistico. Le sue origini sono etrusche (Arretium), passò poi ai romani. Nel medioevo fu un comune libero e rigoglioso, nel 1384 passò sotto il dominio di Firenze. Il suo glorioso passato è testimoniato da monumenti romanici, gotici e rinascimentali: La chiesa di San Domenico (1275), la romanica Pieve di Santa Maria, il duomo gotico con crocefisso di Cimabue, Santa Maria delle Grazie con portico di Benedetto da Maiano, palazzo della Fraternità dei laici, San Francesco (1318, con gli affreschi di Piero della Francesca). È sede di un museo archeologico, un museo d'arte medievale e una pinacoteca.
Provincia di Arezzo
(3.232 km2; 314.000 ab.) Fonda la sua economia soprattutto sull'agricoltura coltivando cereali, viti (Chianti), olivi, ortaggi, frutta, barbabietole e tabacco nelle zone collinari di Valdarno, val Tiberina, val di Chiana; le zone montuose (Casentino, alta valle del Tevere) sono invece rivestite da castagneti, faggeti e pascoli. Diffuso l'allevamento dei bovini e dei suini. A San Giovanni Valdarno si estrae la lignite. Sono presenti industrie alimentari, meccaniche, tessili e dell'abbigliamento e insediamenti artigianali (artigianato orafo e del mobile).
argàli, sm. invar. Nome comune dell'Ovis ammon, montone della famiglia dei Bovidi di grosse dimensioni, vivente nelle steppe tibetane allo stato selvaggio.
Argàn, Giùlio Càrlo (Torino 1909-Roma 1992) Storico e critico d'arte, sindaco di Roma dal 1976 al 1979. Tra le sue opere, Gropius e la Bauhaus (1951) e Progetto e destino (1965).
Argand, Emile (Ginevra 1879-Neuchâtel 1940) Geologo svizzero. Condusse importantissime ricerche e formulò teorie basilari sulla tettonica.
arganèllo, sm. Argano manuale utilizzato per sollevare piccoli carichi. ~ arganetto, verricello.
àrgano, sm. Macchina atta al sollevamento o alla trazione di pesi da svolgersi con funi o catene. Consta di un tamburo o di una ruota, sulla quale si avvolge l'elemento di trazione, generalmente un cavo o una catena. La sua rotazione può essere ottenuta a mano o con un motore opportunamente ridotto. È normalmente dotato di un meccanismo di sicurezza che gli impedisce il movimento in direzione contraria a quella di lavoro. La portata di un argano può variare da poche centinaia di chilogrammi, per i piccoli argani ad azionamento manuale, fino a centinaia di tonnellate. ~ carrucola.
sm. winch.
Argano da tonneggio
Strumento impiegato sulle navi per tendere i cavi di tonneggio e salpare le ancore.
argànte, sm. Chi, nell'antico teatro, era incaricato di far scendere il lampadario nella sala e di accenderne i lumi.
argàs, sm. invar. Genere di Aracnidi acari della famiglia degli Argasidi, comprendete zecche che parassitano soprattutto i volatili da cortile.
Argègno Comune in provincia di Como (679 ab., CAP 22010, TEL. 031).
Argelander, Friedrich (Memel 1799-Bonn 1875) Astronomo tedesco. Fu autore di un importantissimo catalogo stellare.
Argelàto Comune in provincia di Bologna (7.727 ab., CAP 40050, TEL. 051).
argèmone, sm. Genere di piante erbacee pelose della famiglia delle Papaveracee, caratterizzate da fiori vistosi e foglie sessili. Originario del Messico, l'argemone viene utilizzato per curare alcune affezioni degli occhi.
dal greco árgemon, malattia dell'occhio.
Argènta Comune in provincia di Ferrara (22.529 ab., CAP 44011, TEL. 0532). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi e frutta e piantagioni di pioppi) e industriale (prodotti alimentari, del legno e meccanici). Gli abitanti sono detti Argentani.
argentàna, sf. Lega di rame, nichel e zinco, di aspetto simile all'argento.
argentàre, v. tr. Rivestire d'argento.
Argentàrio Promontorio di fronte all'isola del Giglio (provincia di Grosseto), sulla costa toscana. Un tempo era un'isola, oggi è unito alla terraferma da due cordoni di sabbia che racchiudono la laguna di Orbetello. Il suolo montuoso culmina nel monte Telegrafo (635 m). Zona agricola (coltivazione di uva e olivi), vi si trovano i centri pescherecci e turistici di Porto Ercole e Porto Santo Stefano.
Argentàrio, Màrco Poeta latino menzionato da Seneca il Vecchio. Della sua produzione ci sono pervenuti quaranta epigrammi conviviali contenuti nell'Antologia palatina.
argentàto, agg. 1 Ricoperto di uno strato d'argento. 2 Simile all'argento per lucentezza e colore.
agg. 1 (ricoperto d'argento) silver-plated. 2 (argenteo) silver, silvery.
argentatùra, sf. 1 Aggiunta a un oggetto metallico o no di un sottile strato di argento; può essere eseguita meccanicamente, chimicamente o elettroliticamente. 2 Rivestimento d'argento.
argentazióne, sf. Impregnazione di un tessuto effettuata con l'argento.
argènteo, agg. e sm. agg. 1 Di puro argento. ~ argentato. 2 Che ha il colore e la brillantezza dell'argento. ~ lucente. <> opaco.
sm. Moneta dell'impero romano in lega di argento e rame.
Argentèra Comune in provincia di Cuneo (97 ab., CAP 12010, TEL. 0171).
Argentera
Monte (3.297 m) più elevato delle Alpi Marittime.
argenterìa, sf. Insieme di oggetti d'argento.
sf. silverware, silver.
Argenteuil Città (95.000 ab.) della Francia, nel dipartimento della Val d'Oise.
argentière, sm. Chi lavora o vende argento.
argentìfero, agg. Che contiene argento; ricco d'argento.
argentìna, sf. Maglia sportiva di lana, cotone o altro filato, con maniche lunghe e senza colletto.
Argentina Repubblica che occupa la parte meridionale dell'America Latina. Confina a ovest con il Cile, a nord con la Bolivia, a nord-est con il Paraguay e il Brasile e a est con l'Uruguay. Si affaccia per un lungo tratto sull'oceano Atlantico. Il territorio è molto vario, partendo dai rilievi montuosi andini lungo il confine con il Cile, per digradare verso est nella grande pianura che conduce all'Atlantico.
Nella parte settentrionale del paese, le montagne racchiudono un grande altopiano desertico (Puna de Atacama oltre 3.000 m). Alle pendici delle montagne (regione di Tucuman) il clima è invece estremamente piovoso (oltre 1.500 mm all'anno).
Nelle Ande centrali le montagne raggiungono le massime altezze (Aconcagua 6.960 m, Tupungato 6.800 m e Mercedario 6.770 m). A causa della scarsità delle piogge il limite delle nevi perenni è molto elevato (fino a 6.000 m).
La punta meridionale è più bassa, ma è ricca di nevi perenni, per la maggior latitudine e la maggiore umidità del clima.
La parte del paese a est della Cordigliera delle Ande è molto varia. Nel nord il Gran Chaco è una vastissima prateria (700.000 km2). La pampa, più a sud, è un'immensa pianura che si può dividere in due zone: quella orientale (con Buenos Aires) umida e quella occidentale più secca. La Mesopotamia Argentina, compresa tra i fiumi Paran´ e Uruguay, è una regione quasi piatta (massima altitudine sui 700 m) e paludosa. Infine la regione Patagonica (oltre 800.000 km2), a sud del Rio Colorado, è stepposa, con precipitazioni molto abbondanti e poco popolata.
Il maggior fiume è il Paran´ (4.400 km), che insieme al suo affluente Paraguay costituisce un'importante via di comunicazione verso l'interno. Il grande estuario del Rio de la Plata è formato oltre che dal Paran´ dai fiumi Pylcomayo e Uruguay (1.600 km2). Ricchi d'acqua (ma non adatti alla navigazione e all'irrigazione poiché scorrono in gole molto profonde e strette) sono i fiumi patagonici, Rio Colorado e Rio Negro.
Data l'ampia estensione del paese, il clima è molto vario: desertico secco nella puna, rigido e arido sui rilievi andini, rigido e desertico in Patagonia, tropicale nel Chaco e subtropicale nella Mesopotamia, temperato nella Pampa.
Capitale dell'Argentina è Buenos Aires, che sorge sulla riva destra del Rio della Plata, importante centro commerciale e amministrativo, la cui area urbana raccoglie più di 11 milioni di abitanti e occupa più di 200 km2.
Altre città sono Cordoba (990.000 ab.), centro industriale, Rosario (1 milione di ab.), porto fluviale sul Paran´, Mendoza, La Plata e San Miguel de Tucuman.
L'agricoltura rappresenta la voce principale dell'economia, in particolare frumento e altri cereali, rilevanti anche le colture di semi di lino e di girasole, cotone e canna da zucchero. Le vaste distese pianeggianti forniscono i pascoli per un'intensa attività di allevamento (bovini e ovini) e fiorente è l'industria della carne e dei latticini a essa collegata.
Territorio ricco di risorse minerarie scarsamente sfruttate, l'Argentina produce discreti quantitativi di petrolio, di carbone e di gas naturale. L'industria è rappresentata da quella siderurgica, meccanica, tessile, chimica e alimentare.
Argentina.
STORIA Nel 1516 lo spagnolo Diaz de Solis penetra nel Rio de la Plata. Nel 1776 la regione, prima compresa nel vicereame di Lima, diventa vicereame de la Plata. Nel 1810 il viceré viene deposto e nel 1816 José de San Martin fa proclamare l'indipendenza dell'Argentina dal congresso di Tucuman.
Fra il 1820 e il 1829 federalisti e centralisti si fanno una lotta accanita, che sfocia nella dittatura del restauratore federalista Juan Manuel de Rosas (1829-1852). Nel 1853 Urquiza dà all'Argentina una Costituzione liberale e federale.
Fino al 1880 si ha l'era del montone, che invade la pampa. Si gettano le basi per le condizioni dello sviluppo economico, contemporaneamente all'eliminazione degli indio con il genocidio contro gli indiani del Paraguay durante la guerra della Triplice Alleanza (Argentina, Brasile, Uruguay, 1865-1870).
Nel 1879 l'Argentina conquista la Patagonia. Fino al 1930 si ha un notevole sviluppo dell'economia, che però è troppo specifica (alimentari) e dipende esclusivamente dai capitali stranieri (soprattutto inglesi). Le crisi che seguono e il carattere dispotico dell'oligarchia dirigente determinano lo sviluppo di un'opposizione popolare (radicalismo). Il presidente Ippolito Yrigoyen (1916-1922 e 1928-1930), radicale, fa adottare una legislazione sociale, ma senza intaccare le strutture agrarie.
La crisi mondiale del 1929 favorisce lo sviluppo di regimi militari conservatori e corrotti. Nel 1943 dopo una serie di crisi, il presidente Ramón Castillo viene deposto da una giunta di ufficiali nazionalisti, di cui fa parte Juan Domingo Perón. Divenuto presidente della repubblica (1946-1955), quest'ultimo applica, con la moglie Eva Duarte, una dottrina detta giustizialismo che mescola nazionalismo, neutralismo e riformismo sociale. Nel 1955 Perón viene deposto da una giunta militare e inizia un periodo di crisi permanente. Nel 1973 Perón diventa di nuovo presidente e alla sua morte gli succede la seconda moglie Isabel. Nel 1976 una giunta militare presieduta dal generale Videla impone un regime eccezionale, ma nel 1982 lo scacco subito dal generale Galtieri con la sconfitta delle Malvine (Falkland) a opera dell'Inghilterra riporta i civili al potere.
Nel 1983 Raul Alfonsín, leader del partito radicale, viene eletto presidente della repubblica. Il paese, che deve far fronte a una grave crisi economica, deve confrontarsi anche con il problema derivante dall'equilibrio precario tra il potere civile e i militari. Nel 1987 le elezioni legislative sono contrassegnate dal ritorno in forze dei peronisti e nel 1989 il peronista Carlos R. Menem è eletto alla presidenza della repubblica. Nel 1995 viene rieletto. Nell'ottobre 1997 l'alleanza di centrosinistra vince le elezioni parlamentari con il 45,6% dei voti.
• Abitanti-34.587.000
Superficie-2.766.889 km2
Densità-12,5 ab./km2
Capitale-Buenos Aires
Governo-Repubblica presidenziale federale
Moneta-Peso argentino
Lingua-Spagnolo
Religione-Cattolica
Argentino Lago (1.415 km2) dell'Argentina, in Patagonia, nella provincia di Santa Cruz.
argentìno, agg. e sm. agg. 1Che ha il timbro limpido e squillante dell'argento percosso. ~ cristallino. <> cupo. 2 Relativo all'Argentina.
sm. Nativo, abitante dell'Argentina.
agg. e sm. Argentinian, Argentine.
argènto, sm. Elemento chimico di simbolo Ag, numero atomico 47, peso atomico 107,87. In natura si trova sia libero che in parecchi minerali (argentite, urargirite). Il sale d'argento più comune è il nitrato d'argento, AgNO3, corrosivo e tossico, usato in fotografia, medicina, nell'industria del vetro, nell'argentatura di specchi, nella preparazione di inchiostri indelebili. Quando è puro, è un metallo morbido, assai malleabile e duttile (si può infatti ridurre in fogli sottilissimi e trasparenti). È tra i migliori conduttori di elettricità e calore ed è molto resistente alla corrosione. Si estrae principalmente per cianurazione e per disargentazione del piombo. La maggior parte dell'argento si ottiene come sottoprodotto della metallurgia del piombo, del rame e dello zinco. Viene usato in lega con il rame; la percentuale dell'argento varia da 800 a 925 millesimi. I principali paesi produttori d'argento sono Canada, Messico, Perú, USA, Cile e Bolivia. Se assorbiti i sali d'argento possono produrre una patologia (argiria) per la quale la pelle e le mucose assumono una colorazione grigiastra.
sm. silver.
lat. argentum.
Argènto, Dàrio (Roma 1943-) Regista cinematografico. Diresse numerosi thrilling, tra cui L'uccello dalle piume di cristallo (1969), Opera (1987) e Trauma (1983).
Note:
Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.
Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate
indica l'etimologia | |
~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo" | |
<> indica (in genere) un "contrario" |
Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/view/dictionario_a.doc/34501403/dictionario_a.doc
sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm
Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it
Significato del termine ?
Cosa vuol dire ?
Come si dice in inglese ?
Dizionario enciclopedico dal termine apice ad argento
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