Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale C parte 6

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale C parte 6

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale C parte 6

 

Casèlla Comune in provincia di Genova (2.909 ab., CAP 16015, TEL. 010).

Casèlla, Albèrto (Prato 1891-Castelfusano, Roma 1957) Autore e regista teatrale. Attivo tra il 1923 e il 1954, è ricordato soprattutto per il lavoro teatrale La morte in vacanza (1923), favola grottesca di grandissimo successo.

Casèlla, Alfrédo (Torino 1883-Roma 1947) Musicista neoclassico e impressionistico; influenzato da Schoenberg e Stravinskij, compose, tra le altre opere, La giara (balletto, 1924), La donna serpente (1932), La favola d'Orfeo (atto unico, 1932), Il deserto tentato (1937), oltre a musica sinfonica e vocale strumentale (Serenata, Scarlattiana, Paganiniana).

casellànte, sm. e sf. 1 Sorvegliante di ferrovia o strada che abita nel casello. ~ cantoniere. 2 Addetto a un casello autostradale.

casellàrio, sm. 1 Mobile a caselle per custodire documenti, lettere o altro. ~ scaffalatura. 2 Ufficio in cui vengono raccolti in schede documenti o dati statistici. ~ schedario.
 sm. filing cabinet.
 deriv. da casella.
Casellario giudiziale
Archivio nominativo esistente presso la procura della repubblica di ogni tribunale che raccoglie, registra e conserva le notizie relative ai precedenti giudiziari delle persone nate nel circondario.

Casèlle in Pìttari Comune in provincia di Salerno (2.402 ab., CAP 84030, TEL. 0974).

Casèlle Làndi Comune in provincia di Lodi (1.824 ab., CAP 20070, TEL. 0377).

Casèlle Luràni Comune in provincia di Lodi (1.451 ab., CAP 20080, TEL. 0371).

Casèlle Torinése Comune in provincia di Torino (13.740 ab., CAP 10072, TEL. 011). Centro industriale (prodotti del cuoio, della carta, dell'abbigliamento e tessili). Vi si trova un aeroporto internazionale. Gli abitanti sono detti Casellesi.

Casèlli, Giàn Càrlo (Alessandria 1939-) Magistrato. Dal 1993 fu procuratore capo a Palermo e avviò inchieste sui rapporti tra massoneria e mafia, coinvolgendo anche politici come G. Andreotti.

casellìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi possiede una casella postale.

casèllo, sm. Casa cantoniera.
 sm. (autostradale) toll-house.
 dimin. di casa.

casentinése, agg. Riferito al Casentino.

casentìno, sm. Panno di lana prodotto nel Casentino.

caseóso, agg. Di aspetto simile al formaggio.
Necrosi caseosa
Forma di necrosi tipica della tubercolosi.

caseréccio, agg. (pl. f.-ce) Casalingo. ~ artigianale. <> industriale.

casèrma, sf. Complesso di edifici, terreni, servizi e infrastrutture dove alloggiano i militari o gli appartenenti a organizzazioni analoghe.
 sf. pl. barracks.

casermàggio, sm. Complesso degli arredi di una caserma.

casermésco, agg. (pl. m.-chi) Casermistico in tono dispregiativo.

casermìstico, agg. (pl. m.-ci) Tipico delle caserme.

casermóne, sm. Edificio grande e disadorno.

Casèrta Città della Campania (69.000 ab., 53,83 km2, 68 m, CAP 81100, TEL. 0823), capoluogo della provincia omonima. Le risorse principali sono cereali, olio, vino, tabacco, ortaggi e industrie chimiche, del tabacco, meccaniche, tessili, del vetro. Si è sviluppata attorno alla reggia omonima dei Borboni costruita da Carlo III su progetto del Vanvitelli. È un edificio rettangolare con oltre mille stanze, dotato di un vasto parco, costruito tra il 1751 e il 1774, favolosamente ricco di opere d'arte. La città vecchia (Caserta Vecchia) conserva una bella cattedrale del XII sec.
Provincia di Caserta
(2.639 km2, 833.000 ab.) Il suo territorio comprende una zona montuosa e una pianeggiante (Terra di Lavoro). Le risorse principali sono patate, mais, grano e allevamento; presenti industrie alimentari e meccaniche.

casertàno, agg. 1 Abitante o nativo di Caserta. 2 Relativo a Caserta.

cash, avv. e sm. avv. In contanti.
sm. invar. Denaro liquido. ~ contante.

cash and carry, loc. sost. m. invar. Sistema di vendita all'ingrosso in cui il compratore paga la merce in contanti ed effettua il trasporto a proprie spese.

cash flow, loc. sost. m. invar. (ing. flusso di cassa) Termine utilizzato per indicare la differenza tra entrate e uscite correnti in un'azienda, in un dato periodo di tempo. I cash flow in entrata sono costituiti dai ricavi delle vendite, dall'emissione di azioni a pagamento, obbligazioni e da prestiti. I cash flow in uscita sono costituiti dalle spese per costi di produzione, debiti, imposte, dividendi e da investimenti.

cashmere, sm. invar. Forma inglese di cachemire.

Casièr Comune in provincia di Treviso (6.795 ab., CAP 31030, TEL. 0422).

Casies Valle dell'Alto Adige percorsa dall'omonimo torrente. Sbocca nella Val Pusteria.

casigliàno, sm. Chi occupa uno degli appartamenti affittati in un casamento.

Casìglio, Nìno (San Severo, Foggia 1921-) Scrittore italiano. Rivelatosi nel 1977 col romanzo Acqua e sale, ha scritto anche il più significativo La strada francesca (1980).

Casignàna Comune in provincia di Reggio Calabria (836 ab., CAP 89030, TEL. 0964).

casilìna, sf. Nome dell'antica Casilinum, via che conduce da Roma a Capua. È detta anche labicana.

Casimìro Nome di duchi e sovrani.
Casimiro I
(1016-1058) Duca di Polonia dal 1034. Figlio di Mieszko II, fu autore della nuova organizzazione della chiesa.
Casimiro II
(1138-1194) Duca di Polonia dal 1177. Figlio di Boleslao III.
Casimiro III il Grande
(Kowal 1310-Cracovia 1370) Re di Polonia dal 1333. Figlio di Ladislao I, gli è attribuita la creazione stessa dello stato polacco. Fondò nel 1364 l'università di Cracovia; gli succedette il nipote Luigi I.
Casimiro IV
(Cracovia 1424-Grodno 1492) Re di Polonia dal 1445, succedette al fratello Ladislao III. Figlio di Ladislao II Jagellone, sconfisse l'ordine teutonico nel 1466.

Casìna (comune) Comune in provincia di Reggio Emilia (4.055 ab., CAP 42034, TEL. 0522).

Casina (letteratura) Commedia di T. M. Plauto (205-191 a. C.).

casinàro, sm. Casinista.

Casìni, Pièr Ferdinàndo (Bologna 1955-) Politico. Coordinatore nazionale del Centro cristiano democratico fin dalla fondazione (1995).

casinìsta, sm. Persona confusionaria, disordinata e chiassosa.

casìno, sm. 1 Casa signorile di campagna adibita a luogo di raduno per battute di caccia e di pesca. ~ villino. 2 Luogo di ritrovo, con sale di lettura e da gioco. 3 Casa di malaffare. ~ bordello. 4 Chiasso, confusione, scenata (fare –, piantare un –) ~ bolgia. <> quiete. 5 gran quantità (c'era un – di gente, le voglio un – di bene).
 1 (bordello) brothel. 2 (chiasso) racket, row.

casinó, sm. Casa da gioco.
 sm. casino.

casìpola, sf. Lo stesso che casupola.

Casiquiare, Caño Fiume (220 km) del Venezuela, scorre nel Territorio Federale dell'Amazonas.

Casiràte d'Àdda Comune in provincia di Bergamo (2.919 ab., CAP 24040, TEL. 0363).

casìsta, sm. (pl.-i) Scrittore o studioso di casistica.

casìstica, sf. 1 Il procedimento mediante il quale delle norme di carattere generale vengono rese sempre più precise attraverso un'ampia esemplificazione. 2 Applicazione dei principi della morale teorica ai casi concreti della vita.

Caslìno d'Èrba Comune in provincia di Como (1.575 ab., CAP 22030, TEL. 031).

Casmez Sigla di Cassa per il Mezzogiorno.

casmogamìa, sf. Processo attraverso il quale la fecondazione del pistillo avviene dopo l'apertura dei verticilli fiorali.

casmogàmo, agg. Relativo a un fiore in cui avviene la casmogamia.

Casnàte cón Bernàte Comune in provincia di Como (3.857 ab., CAP 22070, TEL. 031).

Casnìgo Comune in provincia di Bergamo (3.612 ab., CAP 24020, TEL. 035).

càso, sm. 1 Avvenimento imprevisto, circostanza fortuita. ~ combinazione. 2 Causa misteriosa e remota degli avvenimenti umani. ~ fato, sorte. 3 Fatto, vicenda specialmente dolorosa o di vasta risonanza. ~ accidente. 4 Ipotesi, possibilità. ~ eventualità. 5 Opportunità. 6 In statistica è il complesso di cause, singolarmente irrilevanti, ma essenziali se combinate in un determinato evento. 7 In linguistica è la forma di sostantivi, pronomi e aggettivi nelle lingue provviste di declinazioni (greco classico, latino, russo ecc.).
 sm. 1 chance. 2 (vicenda) incident, event. 3 (possibilità) possibility. 4 (situazione) case.
Legge empirica del caso
È il principio in base al quale un evento si verifica con frequenza vicina alla probabilità matematica dell'evento stesso, nell'ambito di un elevato numero di prove replicate in condizioni omogenee.

Caso clinico, Un Dramma di D. Buzzati (1953).

Caso del giurato Morestan, Il Film drammatico, francese (1937). Regia di Marc Allégret. Interpreti: Michèle Morgan, Raimu, Gilbert Gil. Titolo originale: Gribouille

Caso e la necessità, Il Opera scientifica e filosofica di J. Monod (1971).

Caso Oppenheimer, Il Dramma di H. Kipphardt (1964).

Càsola di Nàpoli Comune in provincia di Napoli (3.542 ab., CAP 80050, TEL. 081).

Càsola in Lunigiàna Comune in provincia di Massa Carrara (1.341 ab., CAP 54014, TEL. 0585).

Càsola Valsènio Comune in provincia di Ravenna (2.930 ab., CAP 48010, TEL. 0546).

casolàre, sm. Casa rustica piccola e isolata.
 sm. cottage.
 lat. mediev. casulare.

Càsole Brùzio Comune in provincia di Cosenza (2.099 ab., CAP 87050, TEL. 0984).

Càsole d'Élsa Comune in provincia di Siena (2.568 ab., CAP 53031, TEL. 0577). Centro agricolo (cereali, uva) e di attività estrattive (cave di marmo).

Càsoli Comune in provincia di Chieti (6.116 ab., CAP 66043, TEL. 0872).

casomài, o càso mài, cong. Nel caso che. ~ qualora.

casóne, sm. Grande casa.

Casoràte Prìmo Comune in provincia di Pavia (5.961 ab., CAP 27022, TEL. 02).

Casoràte Sempióne Comune in provincia di Varese (4.510 ab., CAP 21011, TEL. 0331).

Casoràti, Felìce (Novara 1886-Torino 1963) Pittore. Tra le opere L'attesa (1921, Torino, Collezione Casorati) e Ritratto di Silvana (1922, Torino, Collezione Casorati).

Casorézzo Comune in provincia di Milano (4.307 ab., CAP 20010, TEL. 02).

Casòria Comune in provincia di Napoli (79.707 ab., CAP 80026, TEL. 081). Centro industriale (prodotti alimentari, del vetro, chimici, tessili e siderurgici). Gli abitanti sono detti Casoriani.

Casórzo Comune in provincia di Asti (697 ab., CAP 14032, TEL. 0141).

casòtto, sm. Capanno usato come ricovero da guardiani e sentinelle o, sulle spiagge, dai bagnanti per spogliarsi e rivestirsi. ~ baracca, gabbiotto.

Caspèria Comune in provincia di Rieti (1.032 ab., CAP 02041, TEL. 0765).

Càspio, màr Ampio bacino chiuso dell'Europa orientale, è considerato il maggiore lago del mondo. I suoi affluenti sono i fiumi Araks, Kura, Sefid, Terek, Ural, Volga. Le coste orientali e settentrionali sono sabbiose mentre quelle meridionali e occidentali sono alte e ripide. Superficie di circa 371.000 km2, con profondità massima di 995 m. È ricco di giacimenti petroliferi.

càspita, inter. Esclamazione di meraviglia o di impazienza. ~ accidenti.

Caspòggio Comune in provincia di Sondrio (1.603 ab., CAP 23020, TEL. 0432).

casqué, sm. invar. Nel ballo del tango, figura in cui l'uomo si piega in avanti e la donna all'indietro sotto di lui.

casquette, sf. invar. Berretto con visiera.

càssa, sf. 1 Recipiente, per lo più di legno a forma di parallelepipedo, provvisto di coperchio. 2 Qualsiasi cavità in cui è contenuto qualcosa 3 Mobile a più scompartimenti in cui si conservano denari o preziosi. 4 Istituzione che eroga e raccoglie denaro. ~ tesoreria. 5 Cassetto entro cui sono contenuti i caratteri topografici.
 sf. 1 chest, box, case. 2 (banca) bank. 3 (bancone) cash desk. 4 (macchina) cash register.
 lat. capsa.
Cassa armonica
Cavità di risonanza negli strumenti a corda e percussione con funzione di amplificare i suoni prodotti; si chiama anche cassa di risonanza.
Cassa continua
Versamento sul proprio conto corrente bancario oltre il normale orario di apertura della banca.
Cassa di risparmio
Istituto di credito senza scopo di lucro, per la raccolta del piccolo risparmio.
Cassa integrazione guadagni
Deposito gestito dall'INPS (Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale) con la funzione di integrare i salari dei lavoratori in caso di riduzione degli orari lavorativi delle imprese o di licenziamento delle maestranze.
Cassa per il Mezzogiorno
Istituto di diritto pubblico, assai discusso, che finanzia opere pubbliche riguardanti il Mezzogiorno d'Italia. Creato nel 1950, nel 1986 è stata sostituita dall'Agenzia per lo sviluppo del Mezzogiorno.

Càssa di rispàrmio dèlle provìncie lombàrde Banca fondata nel 1823 per far fronte alla carestia del 1816 distribuendo denari di un fondo appositamente costituito. È nota soprattutto col nome di CARIPLO.

Cassàcco Comune in provincia di Udine (2.859 ab., CAP 33010, TEL. 0432).

cassafórma, sf. (pl. cassefórme) Forma di legno o di metallo in cui viene gettato il calcestruzzo.

cassafòrte, sf. (pl. cassefòrti) Cassa o armadio metallico chiuso con serrature di sicurezza. ~ forziere.
 sf. strongbox, safe.
 da cassa + forte.

Cassàgo Briànza Comune in provincia di Lecco (3.870 ab., CAP 22065, TEL. 039).

cassaintegràto, sm. Lavoratore dipendente posto in cassa integrazione.

cassamàdia, sf. (pl. cassemadie) Cassa che ha forma e uso di una madia.

cassàndra, sf. Chi fa previsioni catastrofiche senza essere creduto.

Cassàndra (Grecia) Penisola della Grecia, che si protende dalla penisola Calcidica.

Cassàndra (mitologia) Nella mitologia greca fu figlia di Priamo e di Ecuba. Ricevette il dono della profezia, ma, per non aver corrisposto l'amore di Apollo, fu condannata a non essere mai creduta. Fu ceduta ad Agamennone come schiava e uccisa a Micene da Clitennestra. Ispirò Pindaro, Eschilo, Euripide e Bacchilide.

cassandrìno Maschera del teatro romanesco nata verso la metà dell'ottocento.

Cassàndro (350 ca.-297 a. C.) Generale macedone. Diadoco, cacciò Poliperconte da Macedonia e Grecia (319-316 a. C.), assumendo nel 306 a. C. il titolo di re.

Cassàndro, Giovànni Ìtalo (Barletta 1913-) Giurista italiano. Di estrazione crociana ha scritto Metodologia storica e toria giuridica (1948) e Vicende storiche della lettera di cambio (1955).

Cassàno àllo Iònio Comune in provincia di Cosenza (18.564 ab., CAP 87011, TEL. 0981). Centro agricolo (coltivazione di viti, olivi, agrumi e cereali) e industriale (prodotti alimentari e del legno). Sede di stabilimenti termali di acque solforose. Fu municipio romano con il nome di Cassanum. Vi si trovano i resti di Sibari. Gli abitanti sono detti Cassanesi.

Cassàno d'Àdda Comune in provincia di Milano (16.260 ab., CAP 20062, TEL. 0363). Centro agricolo (coltivazione di cereali e foraggi) e industriale (prodotti alimentari, tessili e del vetro). Sede di varie battaglie tra cui quella del 1158, nella quale Federico Barbarossa venne sconfitto dalla Lega Lombarda, e quella del 1799, nella quale le truppe napoleoniche vennero sconfitte dagli austriaci. Vi si trova il castello che risale al XIII-XV sec. e il palazzo Borromeo, costruito da G. Piermarini nel 1781. Gli abitanti sono detti Cassanesi.

Cassàno délle Mùrge Comune in provincia di Bari (10.460 ab., CAP 70020, TEL. 080).

Cassàno Irpìno Comune in provincia di Avellino (1.004 ab., CAP 83040, TEL. 0827).

Cassàno Magnàgo Comune in provincia di Varese (20.608 ab., CAP 21012, TEL. 0331). Centro industriale (prodotti alimentari, tessili, chimici, meccanici e dell'abbigliamento). Gli abitanti sono detti Cassanesi.

Cassàno Spìnola Comune in provincia di Alessandria (2.047 ab., CAP 15063, TEL. 0143).

Cassàno Valcùvia Comune in provincia di Varese (467 ab., CAP 21030, TEL. 0332).

cassapànca, sf. (pl. cassepànche o cassapànche) Mobile rinascimentale italiano costituito da un cassone munito di dorsale e talvolta di braccioli.
 sf. settle.
 da cassa + panca.

cassàre, v. tr. 1 Annullare uno scritto passandovi sopra un tratto di penna o raschiandolo con un temperino. ~ cancellare. 2 Revocare, abrogare leggi, sentenze e simili. ~ abolire.
 lat. tardo cassare, deriv. da cassus vano.

Cassaria, La Commedia di L. Ariosto (1508).

Càssaro Comune in provincia di Siracusa (989 ab., CAP 96010, TEL. 0931).

cassàta, sf. 1 Torta siciliana a base di ricotta e guarnita di dadini al cioccolato e di frutta candita. 2 Gelato di panna con frutta candita, che presenta forma analoga alla cassata.
 lat. caseus, formaggio.

cassatùra, sf. Azione ed effetto del cassare.

Cassavetes, John (New York 1929-Los Angeles 1989) Attore e regista cinematografico statunitense. Interpretò Ombre (1959), Minnie e Moskowitz (1971), Una moglie (1974) e Gloria (1980).

cassazióne, sf. 1 Annullamento, abolizione. 2 Composizione strumentale.
Corte di Cassazione
Organo giurisdizionale supremo, con sede a Roma, che controlla le sentenze. Giudica in terzo e ultimo grado, con autorità di cassare, o annullare, una sentenza precedente. Garantisce l'osservanza della legge. Regola i conflitti d'attribuzione e di competenza.

cassazionìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Avvocato iscritto all'albo dei patrocinanti dinanzi alle magistrature superiori.

casse, sf. invar. Termine francese che indica un'alterazione dei vini detta rottura.

Cassegrain, Nicholas (1650-1700) Astronomo e fisico francese, ideò un nuovo sistema ottico per telescopi riflettori, ancora largamente utilizzato; in esso, i raggi subiscono una riflessione da uno specchio primario, concavo in direzione di un secondo specchio, piccolo e convesso, e da questo ritornano in un punto focale, posto dietro al primo, passando per un foro centrale.

Cassel, Gustav (Stoccolma 1866-Jönköping 1945) Economista svedese. Diede importanti contributi alla teoria dell'interesse e a quella del cambio estero e scrisse La teoria dell'economia sociale (1918) e Moneta e cambio estero (1922).

càssero, sm. 1 Parte superiore della poppa di una nave. 2 Cassaforma. 3 Struttura per costruire fondazioni subacquee.

casseruòla, sf. Utensile da cucina di alluminio, rame o altro metallo, simile al tegame, ma più fondo, di solito con un solo manico lungo.
 sf. saucepan.
 franc. casserole.

cassétta, sf. 1 Cassa di dimensioni ridotte adibita a contenitore di vari tipi di oggetti. cassetta postale, di sicurezza. 2 Ripostiglio per gli incassi giornalieri nei banchi dei negozi. 3 Sedile per il cocchiere. 4 Caricatore per registrazione di suoni o immagini. film di cassetta, che accoglie facilmente il favore del pubblico.
 sf. 1 box. 2 (nastro per registrazione) cassette. 3 (postale) letterbox.
 dimin. di cassa.

cassettàta, sf. Quantità che può essere contenuta in una cassetta o in un cassetto.

cassettièra, sf. Mobile a cassetti sovrapposti.

cassettìno, sm. Nell'industria grafica era il contenitore utilizzato dal compositore per depositarvi i refusi e le lettere guaste riscontrate durante la composizione.

cassettìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) 1 Chiunque disponga di una cassetta di sicurezza bancaria. 2 Operatore di borsa che investe in titoli che gli garantiscono il massimo reddito ottenibile.

cassétto, sm. 1 Cassetta quadrata o rettangolare fornita di maniglia e incastrata in un mobile ove scorre orizzontalmente. ~ tiretto. 2 Piccola cassetta con maniglia ove il muratore tiene la calcina. 3 Cassetto di distribuzione, nelle locomotive regola il flusso del vapore nel cilindro.
 sm. drawer.
 dimin. di cassa.

cassettonàto, agg. e sm. Relativo a un soffitto a cassettoni.

cassettóne, sm. 1 Mobile con cassetti per conservare biancheria. ~ canterano, comò. 2 Scomparto quadrato o poligonale incavato nel soffitto, a scopo decorativo.
 sm. chest of drawers.
càssia, sf. Genere di Papilionacee tropicali. Sono oltre quattrocento specie, generalmente arbustacee o erbacee con fiori quasi sempre gialli. Le foglie di alcune specie (Cassia angustifolia, Cassia acutifolia, Cassia obovata ecc.) costituiscono una droga con proprietà lassative (sena). I frutti della Cassia fistula sono usati in medicina come lassativo.

Cassiàno, Giovànni (360 ca.-435) Monaco orientale. Sostenne il semipelagianesimo e visse a Marsiglia dal 410.

Cassìdidi Famiglia di Molluschi Gasteropodi prosobranchi cui appartengono i tre generi Cassida, Cassidaria e Lambidum. Appartiene all'ordine dei Mesogasteropodi.

cassière, sm. (f.-a) Chi, in amministrazione, ha in consegna la cassa e ne è responsabile.
 sm. cashier.

Cassìglio Comune in provincia di Bergamo (120 ab., CAP 24010, TEL. 0345).

Cassìn, Riccàrdo (San Vito al Tagliamento 1909-) Alpinista. Scalò il Lavaredo (1935), il Badile (1937) e la punta Walker delle Grandes Jorasses (1938).

Cassìna de' Pécchi Comune in provincia di Milano (12.881 ab., CAP 20060, TEL. 02). Centro industriale (prodotti chimici, elettrotecnici e grafici). Gli abitanti sono detti Cassinesi.

Cassìna Rizzàrdi Comune in provincia di Como (2.095 ab., CAP 22070, TEL. 031).

Cassìna Valsàssina Comune in provincia di Lecco (437 ab., CAP 22040, TEL. 0341).

Cassinàri, Brùno (Piacenza 1912-Milano 1992) Pittore. Tra le opere Ritratto della madre (1936, Milano, proprietà dell'artista) e Il ruscello verde (1941, Firenze, Museo d'Arte Contemporanea).

Cassinàsco Comune in provincia di Asti (610 ab., CAP 14050, TEL. 0141).

Cassìne Comune in provincia di Alessandria (3.130 ab., CAP 15016, TEL. 0144).

Cassinèlle Comune in provincia di Alessandria (798 ab., CAP 15070, TEL. 0143).

cassinènse, agg. e sm. agg. Relativo all'abbazia o all'ordine religioso benedettino di Montecassino.
sm. Monaco benedettino.

cassinése, agg. e sm. Abitante o nativo di Cassino.

Cassinétta di Lugagnàno Comune in provincia di Milano (1.152 ab., CAP 20081, TEL. 02).

Cassìni Nome di una grande famiglia di astronomi e fisici italiani.
Gian Domenico Cassini
(Perinaldo 1625-Parigi 1712) Astronomo e fisico, costruì la meridiana in San Petronio e fu a lungo direttore dell'osservatorio di Parigi; scoprì i quattro anelli di Saturno, oltre alla divisione degli anelli; a lui vanno ricondotte anche le misurazioni relative alla distanza della Terra dal Sole e da Marte, oltre all'identificazione del periodo di rotazione di Venere, Marte e Giove. Iniziò gli studi dell'arco di meridiano di Parigi, completati qualche anno dopo dal figlio Jacques.
Jacques
(Parigi 1677-Beauvaisis 1756) Succedette al padre come direttore dell'Osservatorio di Parigi.
César-François
(Thury 1714-Parigi 1784) Direttore dell'osservatorio di Parigi dopo la morte del figlio Jacques, fu il primo a realizzare una moderna topografia, disegnando la cartina della Francia. L'opera venne completata dal figlio Dominique, ultimo esponente di una grande famiglia di osservatori stellari.
Jacques-Dominique
(Parigi 1747-Thury-sous-Clermont 1845) Astronomo francese; collaborò con il padre alla realizzazione della prima carta topografica di Francia.
Divisione di Cassini
Lacuna, parte priva di materia, presente tra gli anelli di Saturno A e B.

cassìno, sm. Cancellino.

Cassìno Comune in provincia di Frosinone (35.000 ab., 40 m, CAP 03043, TEL. 0776); in prossimità di esso vi è la famosa abbazia benedettina che nel corso della seconda guerra mondiale (1944) fu completamente distrutta dai bombardamenti. Agricoltura e commercio, industrie alimentari, chimiche, meccaniche, del legno.

cassintegràto ved. "cassaintegrato"

Càssio Longìno, Gàio (85-42 a. C.) Politico romano. Nella guerra civile fu fedele a Pompeo, quindi si legò a Cesare, ma partecipò in seguito alla congiura del 44 contro di lui. Sconfitto da Antonio a Filippi nel 42, si suicidò.

Càssio Spùrio (?-485 a. C.) Politico romano, fu eletto console per tre volte. Concluse un trattato di alleanza tra Roma e i latini (foedus Cassianum, 493 a. C.), poi uno con i volsci e gli ernici (486 a. C.). Terminato il mandato, fu condannato a morte con l'accusa di aver ambito alla tirannide.

Cassiodòro, Flàvio Màgno Aurèlio (Squillace ca. 490-583) Prosatore latino. Figlio di un funzionario del re ostrogoto Teodorico, svolse numerosi incarichi politici e, nel 523, divenne segretario di Teodorico (al posto di Boezio) e poi della figlia Amalasunta. Cassiodoro si impegnò per una politica di mediazione. Nel 540, quando i bizantini conquistarono Ravenna, si ritirò dalla vita politica e fondò il monastero di Vivarium, in Calabria, dove si dedicò allo studio e alla scrittura. Tra le opere una raccolta di lettere e documenti sotto il titolo Variae (537), in dodici volumi, scritti mentre era al servizio dei sovrani goti e Institutiones divinarum et humanarum lectionum (Istituzioni delle lettere sacre e profane) in due libri, prontuario enciclopedico dedicato alle lettere sacre e profane, con una bibliografia sui diversi argomenti. Da ricordare anche il trattato De orthographia composto per l'uso dei monaci che trascrivevano i codici antichi nel monastero di Vivarium, che sarebbe servito da modello ai centri scrittorii delle grandi abbazie dei secoli seguenti.

Cassiopèa Costellazione circumpolare, le cui cinque stelle danno luogo a una grande W; osservabile durante tutte le notti dell'anno, soprattutto nell'emisfero celeste boreale.

Cassirer, Ernst (Breslavia 1874-Princeton 1945) Filosofo tedesco. Tra le opere Filosofia delle forme simboliche (1923-1929) e La filosofia dell'illuminismo (1932).

cassiterìte, sm. Minerale costituito da biossido di stagno (SnO2), di colore variante dal giallognolo al nero, con lucentezza metallica e durezza 6,5; cristallizza nel sistema tetragonale. È il principale minerale da cui si estrae stagno. I giacimenti di cassiterite presentano basse concentrazioni di minerale e sono collocati soprattutto nei terreni alluvionali.

càsso, sm. Cavità racchiusa tra le costole. ~ busto.

cassòla, sf. Tipico piatto milanese a base di carne di maiale tagliata a pezzettini e cotta in una casseruola insieme a sedano, cipolla e cavolo. Di solito è servito con la polenta.

Cassòla Comune in provincia di Vicenza (11.050 ab., CAP 36022, TEL. 0424). Centro industriale (mobilifici, calzaturifici e prodotti dell'abbigliamento e della pelletteria). Gli abitanti sono detti Cassolesi.

Cassòla, Càrlo (Roma 1917-Montecarlo, Lucca 1987) Scrittore dallo stile scabro, ha delineato attraverso un crudo realismo i lati più semplici della vita, che ha i suoi luoghi esemplari nei paesaggi della Maremma toscana e in un mondo popolare senza sviluppo e senza ambizioni. La visione idillica di questo mondo contadino sembra per Cassola una sorta di ancora di salvezza dal rovinoso cammino della storia. Negli ultimi anni si è dedicato attivamente alla propaganda antimilitarista. Tra le sue opere, Fausto e Anna (1952), Il taglio del bosco (1959), La ragazza di Bube (1960), Un cuore arido (1961), Il cacciatore (1964), Il ribelle (1980). Il romanzo La Ragazza di Bube, che rappresenta un'interpretazione privata della resistenza antifascista, è stato il maggiore successo di Cassola ed è servito di base anche a un film.

Cassolnòvo Comune in provincia di Pavia (5.571 ab., CAP 27023, TEL. 0381).

cassóne, sm. 1 Cassa molto capace per conservare o trasportare oggetti vari. 2 Piccola costruzione fissa o mobile, per lo più coperta da vetrate, che serve per l'anticipazione e la protezione di colture ortensi e floricole. 3 Mobile basso di forma rettangolare, decorato con intarsi e dipinti, in uso nel '400 e '500 per riporvi biancheria. 4 Grande recipiente metallico di cui si servono gli operai per condurre lavori sott'acqua. 5 Parte della carrozzeria di un autocarro, che serve a contenere la merce trasportata. 6 Vettura adibita al trasporto delle munizioni da artiglieria. 7 Urna.
 accresc. di cassa.
Malattia dei cassoni
Questa patologia si verifica quando un soggetto, dopo un'immersione prolungata, risale troppo rapidamente, incamerando azoto nei propri tessuti corporei. Le manifestazioni di questa situazione patologica si presentano in genere dopo 3 ore dall'immersione, ma possono verificarsi tra 1 ora e 48 ore dalla risalita in superficie. Il soggetto presenta dolori articolari e muscolari, comparsa di chiazze sulla pelle che danno prurito, difficoltà respiratoria e possibilità di tosse, turbe dell'umore, aree con diminuita sensibilità e a volte con paralisi; possibile collasso e stato di incoscienza. Occorre avvertire prontamente un presidio ospedaliero: i soggetti colpiti necessitano di somministrazione di ossigeno e di ricovero in camera iperbarica. Nell'attesa dell'arrivo dei soccorsi, mantenere al caldo l'infortunato e, se non presenta lesioni al collo, posizionarlo sul fianco sinistro, con il corpo leggermente inclinato verso il basso in direzione del capo (cioè con i piedi più in alto della testa), facendo sempre attenzione a mantenere libere le vie respiratorie, tutto ciò allo scopo di prevenire che le bolle di gas presenti nel sangue raggiungano il circolo ematico del cervello provocando gravi lesioni.

cassonétto, sm. 1 Scatola parallelepipeda, sotto l'architrave delle finestre, per contenere le persiane avvolgibili o celare il meccanismo di scorrimento di una tenda. 2 Contenitore mobile di grande capienza collocato nelle strade per la raccolta di rifiuti.
 sm. rubbish skip.
 dimin. di cassone.

cast, sm. invar. L'insieme degli attori che prendono parte alla realizzazione di un film o all'interpretazione di un'opera teatrale.

càsta, sf. 1 Ciascuno dei gruppi sociali che, rigidamente separati tra loro, inquadrano in un sistema sociale fisso i vari strati della popolazione. ~ ceto. 2 Gruppo di persone che hanno e pretendono di avere gli stessi diritti. ~ classe.
 sf. caste.
 spagn. e portog. casta, deriv. dal lat. castus puro.
Gerarchia alla base della società in India che prevede una rigida suddivisione in gruppi (caste) con divieto assoluto di contatti con individui di altre caste; i matrimoni non possono essere celebrati se non nello stesso ambito sociale. Il sistema è antichissimo ed è stato sacralizzato dall'induismo; tali suddivisioni si riscontrano anche in certe zone dell'Africa.

castàgna, sf. 1 Frutto del castagno. ~ marrone. prendere in castagna, cogliere sul fatto. 2 Nel calcio tiro in porta particolarmente secco e violento. 3 Placca cornea, di forma tondeggiante, posta sulla parte interna dell'avambraccio e del garretto degli equini. ETIM: lat. castanea, deriv. dal greco kàstanon castagno.
 sf. chestnut.
 lat. castanea, dal greco kàstanon.

castagnàccio, sm. Schiacciata di farina di castagne al forno.

castagnàio, sm. 1 Chi vende le castagne. 2 Chi raccoglie le castagne. 3 Chi cura un castagneto.

Castagnàro Comune in provincia di Verona (4.319 ab., CAP 37043, TEL. 0442).

castagnéto, sm. Bosco di castagne.

Castagnéto Cardùcci Comune in provincia di Livorno (8.256 ab., CAP 57022, TEL. 0565).

Castagnéto Po Comune in provincia di Torino (1.270 ab., CAP 10090, TEL. 011).

castagnétta, sf. 1 Al plurale, nacchere. 2 Schiocco prodotto stropicciando il medio con il pollice. 3 Petardo.

Castagnìto Comune in provincia di Cuneo (1.519 ab., CAP 12050, TEL. 0173).

castàgno, sm. Albero (Castanea sativa) della famiglia delle Fagacee e dell'ordine delle Fagali. È caratterizzato da: grande mole, foglie ovali, frutti dalla buccia marrone incorporati in una copertura spinosa e dalla particolare longevità. Cresce spontaneo o coltivato per i suoi frutti (castagne) e il suo legno trova impiego per la realizzazione di travature e botti. Può raggiungere un'altezza di 20-30 m e il suo tronco può avere 10 m di diametro. Molto sensibile ai funghi patogeni, il castagno può ammalarsi; nel 1904, negli Stati Uniti, la Castanea dentata a causa del mal d'inchiostro è stata quasi sterminata. Le varietà cinese (Castanea mollissima) e giapponese (Castanea crenata) sono invece molto resistenti agli agenti patogeni.
 sm. chestnut tree.
Castagno d'India
Pianta (Aesculus hippocastanum) appartenente alla famiglia delle Ippocastanacee, meglio conosciuta con il nome di ippocastano. Originario del Caucaso e della penisola balcanica, è soprattutto coltivato in giardini e parchi. Ha frutti non commestibili incapsulati in involucri spinosi. Può raggiungere i 20 m di altezza.

castagnòla, sf. 1 Petardo di carta con polvere pirica per fuoco artificiale. 2 Frittella dolce.

Castagnòle délle Lànze Comune in provincia di Asti (3.486 ab., CAP 14054, TEL. 0141).

Castagnòle Monferràto Comune in provincia di Asti (1.226 ab., CAP 14030, TEL. 0141).

Castagnòle Piemónte Comune in provincia di Torino (1.634 ab., CAP 10060, TEL. 011).

castaldàto, sm. Nell'Italia longobarda era la circoscrizione governata da un castaldo.

Castàldi, Pànfilo (Feltre 1398-Venezia 1479) Medico e stampatore. Nel 1471 Galeazzo Maria Sforza gli concesse il privilegio di stampa a Milano.

castàldo, sm. 1 Presso la corte longobarda, amministratore territoriale, nominato dal re, con poteri civili, militari e giudiziari. 2 Amministratore dei beni di un casato o di una comunità. 3 Lavoratore agricolo.

castàle, agg. 1 Relativo a una casta. 2 Diviso in caste.

castaménte, avv. In modo casto; puramente, innocentemente, onestamente. ~ illibatamente.

Castàna Comune in provincia di Pavia (771 ab., CAP 27040, TEL. 0385).

castanìcolo, agg. Che concerne la coltivazione del castagno.

castanicoltùra, sf. Coltivazione di castagne.

castàno, agg. Che ha il colore della scorza della castagna. ~ marrone.
 agg. chestnut, brown.
 deriv. da castagno.

Càstano Prìmo Comune in provincia di Milano (9.482 ab., CAP 20022, TEL. 0331).

Castéggio Comune in provincia di Pavia (7.276 ab., CAP 27045, TEL. 0383).

Castegnàto Comune in provincia di Brescia (4.980 ab., CAP 25045, TEL. 030).

Castegnèro Comune in provincia di Vicenza (2.169 ab., CAP 36020, TEL. 0444).

Castèl Baronìa Comune in provincia di Avellino (1.258 ab., CAP 83040, TEL. 0827).

Castèl Bogliòne Comune in provincia di Asti (702 ab., CAP 14040, TEL. 0141).

Castèl Bolognése Comune in provincia di Ravenna (7.891 ab., CAP 48014, TEL. 0546).

Castèl Campagnàno Comune in provincia di Caserta (1.642 ab., CAP 81010, TEL. 0823).

Castèl Castàgna Comune in provincia di Teramo (609 ab., CAP 64030, TEL. 0861).

Castèl Colónna Comune in provincia di Ancona (950 ab., CAP 60010, TEL. 071).

Castèl Condìno Comune in provincia di Trento (262 ab., CAP 38082, TEL. 0465).

Castèl d'Aiàno Comune in provincia di Bologna (1.740 ab., CAP 40034, TEL. 051).

Castèl d'Àrio Comune in provincia di Mantova (3.929 ab., CAP 46033, TEL. 0376).

Castèl d'Azzàno Comune in provincia di Verona (9.329 ab., CAP 37060, TEL. 045).

Castèl dél Giùdice Comune in provincia d'Isernia (412 ab., CAP 86080, TEL. 0865).

Castèl dél Mónte Comune in provincia di L'Aquila (707 ab., CAP 67023, TEL. 0862).

Castèl dél Piàno Comune in provincia di Grosseto (4.376 ab., CAP 58033, TEL. 0564).

Castèl dél Rìo Comune in provincia di Bologna (1.095 ab., CAP 40022, TEL. 0542).

Castèl di Càsio Comune in provincia di Bologna (2.833 ab., CAP 40030, TEL. 0534).

Castèl di Ièri Comune in provincia di L'Aquila (437 ab., CAP 67020, TEL. 0864).

Castèl di Iùdica Comune in provincia di Catania (5.219 ab., CAP 95040, TEL. 095).

Castèl di Làma Comune in provincia di Ascoli Piceno (6.475 ab., CAP 63030, TEL. 0736).

Castèl di Lùcio Comune in provincia di Messina (1.751 ab., CAP 98070, TEL. 0921).

Castèl di Sàngro Comune in provincia di L'Aquila (5.475 ab., CAP 67031, TEL. 0864).

Castèl di Sàsso Comune in provincia di Caserta (1.245 ab., CAP 81040, TEL. 0823).

Castèl di Tòra Comune in provincia di Rieti (330 ab., CAP 02020, TEL. 0765).

Castèl Focognàno Comune in provincia di Arezzo (3.343 ab., CAP 52012, TEL. 0575).

Castèl Frentàno Comune in provincia di Chieti (3.917 ab., CAP 66032, TEL. 0872).

Castèl Gabbiàno Comune in provincia di Cremona (310 ab., CAP 24058, TEL. 0373).

Castèl Gandòlfo Comune in provincia di Roma (6.843 ab., CAP 00040, TEL. 06).

Castèl Giórgio Comune in provincia di Terni (2.233 ab., CAP 05013, TEL. 0363).

Castèl Giórgio (Terni) Comune in provincia di Terni (2.233 ab.). Centro agricolo (frumento, patate e foraggi), dell'allevamento (bovini e suini) e di soggiorno estivo.

Castèl Goffrédo Comune in provincia di Mantova (8.476 ab., CAP 46042, TEL. 0376).

Castèl Guèlfo di Bológna Comune in provincia di Bologna (2.789 ab., CAP 40023, TEL. 0542).

Castèl Madàma Comune in provincia di Roma (6.407 ab., CAP 00024, TEL. 0774).

Castèl Maggióre Comune in provincia di Bologna (14.832 ab., CAP 40013, TEL. 051). Centro agricolo (coltivazione di barbabietole e frumento) e industriale (costruzione di impianti frigoriferi, prodotti del legno e del vetro). Gli abitanti sono detti Castelmaggioresi.

Castèl Mèlla Comune in provincia di Brescia (5.786 ab., CAP 25030, TEL. 030).

Castel Mòla Comune in provincia di Messina (1.123 ab., CAP 98030, TEL. 0942).

Castèl Morróne Comune in provincia di Caserta (3.879 ab., CAP 81020, TEL. 0823).

Castèl Ritàldi Comune in provincia di Perugia (2.521 ab., CAP 06044, TEL. 0743).

Castèl Rocchèro Comune in provincia di Asti (464 ab., CAP 14040, TEL. 0141).

Castèl Rozzóne Comune in provincia di Bergamo (2.323 ab., CAP 24047, TEL. 0363).

Castèl San Giórgio (Salerno) Comune in provincia di Salerno (11.347 ab., CAP 84083, TEL. 081). Centro agricolo (coltivazione di cereali) e industriale (prodotti alimentari). Gli abitanti sono detti Sangiorgesi.

Castèl San Giovànni Comune in provincia di Piacenza (11.741 ab., CAP 29015, TEL. 0523). Centro agricolo (uva, cereali, ortaggi) e industriale (fabbricazione di bottoni, prodotti metalmeccanici e tessili). Gli abitanti sono detti Castellani.

Castèl San Lorènzo Comune in provincia di Salerno (3.229 ab., CAP 84049, TEL. 0828). Centro agricolo (uva, cereali e olive) e di attività artigianali.

Castèl San Niccolò Comune in provincia di Arezzo (2.859 ab., CAP 52018, TEL. 0575).

Castèl San Piètro Romàno Comune in provincia di Roma (698 ab., CAP 00030, TEL. 06). Centro agricolo (cereali, olive, uva).

Castèl San Piètro Tèrme Comune in provincia di Bologna (17.922 ab., CAP 40024, TEL. 051). Centro agricolo (coltivazione di frutta, barbabietole e cereali), dell'allevamento (apicoltura) e turistico (stabilimenti per cure idrotermali). Vi si trova la chiesa di Santa Maria Maggiore, del XIV sec., e la torre dell'orologio. Gli abitanti sono detti Castellani.

Castèl San Vincènzo Comune in provincia di Isernia (591 ab., CAP 86071, TEL. 0865). Centro agricolo (frumento, mais, olive), della pastorizia e turistico.

Castèl Sant'Àngelo Comune in provincia di Rieti (1.320 ab., CAP 02010, TEL. 0746).

Castèl Sant'Elìa Comune in provincia di Viterbo (1.935 ab., CAP 01030, TEL. 0761).

Castèl Viscàrdo Comune in provincia di Terni (2.830 ab., CAP 05014, TEL. 0763).

Castèl Vittòrio Comune in provincia di Imperia (458 ab., CAP 18030, TEL. 0184).

Castèl Voltùrno Comune in provincia di Caserta (15.140 ab., CAP 81030, TEL. 0823). Centro industriale (prodotti caseari, mozzarelle di bufala) e turistico (balneazione) alla foce del fiume Volturno. Gli abitanti sono detti Castellani.

Castelbàldo Comune in provincia di Padova (1.813 ab., CAP 35040, TEL. 0425).

Castelbelfòrte Comune in provincia di Mantova (2.542 ab., CAP 46032, TEL. 0376).

Castelbellìno Comune in provincia di Ancona (3.151 ab., CAP 60030, TEL. 0731).

Castelbèllo Ciàrdes (in ted. Kastelbell Tschars) Comune in provincia di Bolzano (2.317 ab., CAP 39020, TEL. 0473).

Castelbiànco Comune in provincia di Savona (265 ab., CAP 17030, TEL. 0182).

Castelbottàccio Comune in provincia di Campobasso (624 ab., CAP 86030, TEL. 0874).

Castelbuòno Comune in provincia di Palermo (10.058 ab., CAP 90013, TEL. 0921). Centro agricolo e turistico (balneazione). Vi si trovano la chiesa Matrice Vecchia, del XIV sec., e il castello del XIV sec. Gli abitanti sono detti Castelbuonesi.

Castelcìvita Comune in provincia di Salerno (2.426 ab., CAP 84020, TEL. 0828).

Castelcovàti Comune in provincia di Brescia (4.995 ab., CAP 25030, TEL. 030).

Castelcùcco Comune in provincia di Treviso (1.693 ab., CAP 31030, TEL. 0423).

Casteldàccia Comune in provincia di Palermo (8.098 ab., CAP 90014, TEL. 091).

Casteldélci Comune in provincia di Pesaro (585 ab., CAP 61010, TEL. 0541).

Casteldelfìno Comune in provincia di Cuneo (296 ab., CAP 12020, TEL. 0175).

Casteldidóne Comune in provincia di Cremona (627 ab., CAP 26030, TEL. 0375).

Castelfidàrdo Comune in provincia di Ancona (15.321 ab., CAP 60022, TEL. 071). Centro industriale (strumenti musicali, calzaturifici e prodotti metalmeccanici). Sede della battaglia che nel 1860 vide i piemontesi sconfiggere le truppe pontificie. Gli abitanti sono detti Castelfidardesi o Castellani.

Castelfiorentìno Comune in provincia di Firenze (17.155 ab., CAP 50051, TEL. 0571). Centro agricolo (coltivazione di frutta, tabacco, viti e barbabietole), dell'allevamento e industriale (prodotti alimentari, del vetro, del mobile e delle calzature). Vi si trova un'importante pinacoteca. Gli abitanti sono detti Castellani.

Castelfóndo Comune in provincia di Trento (632 ab., CAP 38020, TEL. 0463).

Castelfòrte Comune in provincia di Latina (6.344 ab., CAP 04021, TEL. 0771).

Castelfrànci Comune in provincia di Avellino (3.034 ab., CAP 83040, TEL. 0827).

Castelfrànco di Sópra Comune in provincia di Arezzo (2.657 ab., CAP 52022, TEL. 055).

Castelfrànco di Sótto Comune in provincia di Pisa (10.834 ab., CAP 56022, TEL. 0571). Centro industriale (calzaturifici). Vi si trova la collegiata, del XIII sec., e il palazzo Pretorio. Gli abitanti sono detti Castelfranchesi.

Castelfrànco Emìlia Comune in provincia di Modena (21.247 ab., CAP 41013, TEL. 059). Centro agricolo (coltivazione di frutta e uva) e industriale (prodotti alimentari, del legno, di materiali edili e metalmeccanici). Vi si trova la chiesa dell'Assunta, con dipinti del Guercino e di G. Reni. Gli abitanti sono detti Castelfranchesi.

Castelfrànco in Miscàno Comune in provincia di Benevento (1.135 ab., CAP 82022, TEL. 0824).

Castelfrànco Vèneto Comune in provincia di Treviso (29.470 ab., CAP 31033, TEL. 0423). Centro commerciale (mercato agricolo e del bestiame) e industriale (prodotti tessili, meccanici e dell'abbigliamento). Vi si trovano il duomo del XVIII sec., contenente una pala del Giorgione, originario del luogo, e il castello, della fine del XII sec. Gli abitanti sono detti Castellani.

Castelgombèrto Comune in provincia di Vicenza (4.697 ab., CAP 36070, TEL. 0445).

Castelgrànde Comune in provincia di Potenza (1.358 ab., CAP 85050, TEL. 0976).

Castelguglièlmo Comune in provincia di Rovigo (1.965 ab., CAP 45020, TEL. 0425).

Castelguidóne Comune in provincia di Chieti (551 ab., CAP 66040, TEL. 0873).

Castellabàte Comune in provincia di Salerno (7.414 ab., CAP 84048, TEL. 0974).

Castellafiùme Comune in provincia di L'Aquila (987 ab., CAP 67050, TEL. 0863).

Castèll'Alfèro Comune in provincia di Asti (2.580 ab., CAP 14033, TEL. 0141).

Castellàlto Comune in provincia di Teramo (5.866 ab., CAP 64020, TEL. 0861).

Castellammàre dél Gólfo Comune in provincia di Trapani (13.515 ab., CAP 91014, TEL. 0924). Centro agricolo (coltivazione di olivi e viti), della lavorazione del marmo e turistico (balneazione). Anticamente era la sede della città di Segesta. Vi si trova il castello aragonese, edificato tra il XIV e il XV sec. Gli abitanti sono detti Castellammaresi.

Castellammàre di Stàbia Comune in provincia di Napoli (68.500 ab., CAP 80053, TEL. 081). Industrie alimentari, cantieristiche, chimiche, del legno, meccaniche, tessili. Stazione di soggiorno balneare e idrominerale. È l'antica Stabiae, distrutta dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d. C.

Castellamónte Comune in provincia di Torino (8.976 ab., CAP 10081, TEL. 0124).

castellàna, sf. Moglie di un castellano.

Castellàna Gròtte Comune in provincia di Bari (17.585 ab., CAP 70013, TEL. 080). Centro industriale (lavorazione del vetro) delle Murge. Nelle vicinanze si trovano grotte di natura carsica, scavate dal corso di un fiume sotterraneo. Scoperte nel 1938, formano il complesso speleologico più grandioso e affascinante d'Italia per l'estensione delle gallerie e delle grotte e per la bellezza delle formazioni. Gli abitanti sono detti Castellanesi.

Castellàna Sìcula Comune in provincia di Palermo (4.164 ab., CAP 90020, TEL. 0921).

Castellanéta Comune in provincia di Taranto (17.294 ab., CAP 74011, TEL. 099). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi, cereali, mandorle e olive), dell'allevamento, industriale (prodotti caseari) e turistico (balneazione nelle aree sulla costa). Vi si trova la cattedrale dell'Assunta, costruita tra il XIII e il XIV sec. Gli abitanti sono detti Castellanetani.

Castellanéta, Càrlo (Milano 1930-) Romanziere. Tra le opere Viaggio col padre (1958) e Notti e nebbie (1975).

Castellàni, Arrìgo (Livorno 1920-) Filologo e linguista italiano. Membro dell'Accademia della Crusca, profondo conoscitore della lingua italiana delle origini, ha partecipato attivamente al dibattito sul purismo linguistico. Tra le opere: Nuovi testi fiorentini del Dugento (1952) e Saggi di linguistica e filologia italiana e romanza (1980).

Castellàni, Enrìco (Castelmassa, Rovigo 1920-) Pittore italiano. Ispiratosi alle opere di L. Fontana, ha fondata con P. Manzoni la rivista d'avanguardia Azimuth.

Castellàni, Renàto (Varigotti 1913-Roma 1985) Regista cinematografico e televisivo. Diresse Due soldi di speranza (1951) e I sogni nel cassetto. Per la TV Verdi (1982).

Castellani, spirochetòsi di Bronchite infettiva causata da uno spirochete trasmesso per via aerogena.

Castellània Comune in provincia di Alessandria (105 ab., CAP 15051, TEL. 0131).

castellàno, agg. e sm. agg. Che si riferisce a un castello.
sm. 1Signore o comandante di uno o più castelli. ~ feudatario. <> contadino. 2 Abitante di un castello.
 lat. castellanus.

Castellàno, Vittòrio (Napoli 1909-) Statistico italiano. Tra le sue opere: Corso di sociologia generale (1960) e Istituzioni di statistica (1962).

Castellànza Comune in provincia di Varese (15.586 ab., CAP 21053, TEL. 0331). Centro industriale (prodotti meccanici, tessili e chimici). Gli abitanti sono detti Castellanzesi.

Castellàr Comune in provincia di Cuneo (241 ab., CAP 12030, TEL. 0175).

Castellàr Guidobòno Comune in provincia di Alessandria (380 ab., CAP 15050, TEL. 0131).

Castellaràno Comune in provincia di Reggio Emilia (8.894 ab., CAP 42014, TEL. 059).

Castellàro Comune in provincia d'Imperia (860 ab., CAP 18011, TEL. 0184).

Castèll'Arquàto Comune in provincia di Piacenza (4.405 ab., CAP 29014, TEL. 0523).

castellàta, sf. Carro agricolo che porta una grossa botte.

castellatùra, sf. Ossatura in legno posta a rinforzo dei mobili.

Castèll'Azzàra Comune in provincia di Grosseto (2.105 ab., CAP 58034, TEL. 0564).

Castellàzzo Bòrmida Comune in provincia di Alessandria (4.254 ab., CAP 15073, TEL. 0131).

Castellàzzo Novarése Comune in provincia di Novara (272 ab., CAP 28060, TEL. 0321).

Castelleóne Comune in provincia di Cremona (8.755 ab., CAP 26012, TEL. 0374).

Castelleóne di Suàsa Comune in provincia di Ancona (1.641 ab., CAP 60010, TEL. 071).

Castellèro Comune in provincia di Asti (281 ab., CAP 14011, TEL. 0141).

castellétto, sm. 1 Nelle miniere, costruzione in legno, cemento o acciaio che sta sopra i pozzi di estrazione. 2 Nei cantieri edili, il ponte formato da una impalcatura di legname che sale fino al punto in cui si deve eseguire l'opera muraria. 3 Blocchetto con vite d'arresto che, scorrendo lungo il compositoio, determina la lunghezza della riga. 4 Libro riservato, nel quale in passato le banche annotavano i fidi concessi ai loro clienti. 5 Nel gioco del lotto, il registro con cui vengono segnate le somme giocate e le vincite presunte.

Castellétto Cèrvo Comune in provincia di Biella (755 ab., CAP 13040, TEL. 0161).

Castellétto d'Èrro Comune in provincia di Alessandria (167 ab., CAP 15010, TEL. 0144).

Castellétto di Brandùzzo Comune in provincia di Pavia (1.070 ab., CAP 27040, TEL. 0383).

Castellétto d'Òrba Comune in provincia di Alessandria (1.849 ab., CAP 15060, TEL. 0143).

Castellétto Mèrli Comune in provincia di Alessandria (486 ab., CAP 15020, TEL. 0141).

Castellétto Molìna Comune in provincia di Asti (165 ab., CAP 14040, TEL. 0141).

Castellétto Monferràto Comune in provincia di Alessandria (1.289 ab., CAP 15040, TEL. 0131).

Castellétto Sópra Ticìno Comune in provincia di Novara (7.965 ab., CAP 28053, TEL. 0331).

Castellétto Stùra Comune in provincia di Cuneo (1.072 ab., CAP 12040, TEL. 0171).

Castellétto Uzzóne Comune in provincia di Cuneo (395 ab., CAP 12070, TEL. 0173).

Castèlli (comune) Comune in provincia di Teramo (1.600 ab., CAP 64041, TEL. 0861).

Castèlli (Croazia) Baia della Croazia, nella costa dalmata, formata dalle due penisole di Spalato e di Traù.

Castèlli Calèpio Comune in provincia di Bergamo (8.402 ab., CAP 24060, TEL. 035).

Castèlli Romàni Nome con il quale vengono identificati i seguenti quattordici centri laziali: Albano, Ariccia, Castel Gandolfo, Colonna, Frascati, Genzano, Grottaferrata, Marino, Monte Campatri, Monte Porzio Catone, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora, Veleltri.

Castèlli, Benedétto (Brescia 1577-Roma 1643) Fisico. Discepolo di Galileo, collaborò con lui allo studio e alla misura delle acque correnti.

castellière, sm. Tipo di villaggio preistorico fortificato posta sulla sommità di alture, tipico dell'Istria e delle regioni carsiche.

Castèlli-Gattinàra, Enrìco (Torino 1900-Roma 1977) Filosofo italiano. Fu il fondatore dell'Archivio di filosofia. Tra le opere si ricordano Esistenzialismo teologico (1948), Simboli e immagini (1966) e Paradossi del senso comune (1970).

Castellìna in Chiànti Comune in provincia di Siena (2.508 ab., CAP 53011, TEL. 0577).

Castellìna Marìttima Comune in provincia di Pisa (1.816 ab., CAP 56040, TEL. 050).

Castellinàldo Comune in provincia di Cuneo (783 ab., CAP 12050, TEL. 0173).

Castellìno dél Bifèrno Comune in provincia di Campobasso (827 ab., CAP 86020, TEL. 0874).

Castellìno Tànaro Comune in provincia di Cuneo (343 ab., CAP 12060, TEL. 0174).

Castellìri Comune in provincia di Frosinone (3.521 ab., CAP 03030, TEL. 0776).

castèllo, sm. 1 Opera fortificata provvista di mura con torri e bastioni, atta alla difesa, circondata da un fossato; nel medioevo era abitazione e riparo dei signori. 2 Gruppo di case cinto di mura, posto per lo più su un'altura. 3 Macchina di legno a forma di torre che veniva accostata alle mura di una città assediata per colpirne i difensori. 4 Nome dato a vari tipi di impalcature. ~ ponteggio. 5 Ponte sopraelevato nella parte prodiera della nave.
 sm. castle.
 lat. castellum, dimin. di castrum luogo fortificato.

Castèllo Cabiàglio Comune in provincia di Varese (444 ab., CAP 21030, TEL. 0332).

Castèllo d'Agógna Comune in provincia di Pavia (861 ab., CAP 27030, TEL. 0384).

Castèllo d'Àrgile Comune in provincia di Bologna (3.669 ab., CAP 40050, TEL. 051).

Castello dei destini incrociati, Il Opera di narrativa di I. Calvino (1973).

Castèllo dél Matése Comune in provincia di Caserta (1.423 ab., CAP 81010, TEL. 0823).

Castello del Principe Barbablù, Il Opera in un atto di B. Bartók, libretto di B. Balàsz (Budapest, 1918).

Castèllo déll'Àcqua Comune in provincia di Sondrio (740 ab., CAP 23030, TEL. 0342).

Castèllo di Annóne Comune in provincia di Asti (1.713 ab., CAP 14034, TEL. 0141).

Castèllo di Briànza Comune in provincia di Lecco (1.930 ab., CAP 22040, TEL. 039).

Castèllo di Cistèrna Comune in provincia di Napoli (6.416 ab., CAP 80030, TEL. 081).

Castèllo di Gòdego Comune in provincia di Treviso (6.023 ab., CAP 31030, TEL. 0423).

Castèllo di Serravàlle Comune in provincia di Bologna (2.773 ab., CAP 40050, TEL. 051).

Castello di Udine, Il Romanzo di C. E. Gadda (1934).

Castello d'Otranto, Il Romanzo di H. Walpole (1764).

Castello interiore o Le sette dimore Opera mistica di Santa Teresa d'Ávila (1576-1577).

Castèllo Lavàzzo Comune in provincia di Belluno (1.834 ab., CAP 32010, TEL. 0437).

Castèllo Tesìno Comune in provincia di Trento (1.521 ab., CAP 38053, TEL. 0461).

Castèllo, Giovànni Battìsta (Gandino, Bergamo, 1509?-Madrid 1569) detto il Bergamasco. Architetto e pittore. Tra le opere il palazzo Cataldi (ca. 1558) a Genova e gli affreschi della Cappella Lercari in San Lorenzo a Genova (metà del XVI sec.).

Castèllo, Giùlio Cesàre (Genova 1921-) Saggista e critico cinematografico italiano. Autore di numerose piece teatrali e cinematografiche, ha pubblicato l'opera Il divismo, mitologia del cinema (1957).

Castello, Il Romanzo di F. Kafka (1926). Opera, non completata da Kafka (secondo la testimonianza dell'amico ed editore Max Brod, mancherebbe l'ultimo capitolo), pubblicata postuma. La vicenda racconta dell'agrimensore K. (K. come Kafka) che giunge in un villaggio ai piedi di un grande castello con l'intenzione di esercitare il suo mestiere nelle terre di quella contea. Le mille difficoltà e le regole assurde ne faranno il compito di una vita. Come per tutti i lavori dello scrittore, sono state proposte interpretazioni di varia natura: metafora del rapporto di un ebreo (come Kafka) con la popolazione o di quello dell'uomo con la comunità. La suggestione del Castello rimane intatta.

Castèllo-Molìna di Fièmme Comune in provincia di Trento (1.971 ab., CAP 38030, TEL. 0462).

Castellón de la Plana Città (136.000 ab.) della Spagna, nella Comunidad Valenciana, capoluogo della provincia omonima.
Castellón de la Plana
Provincia (447.000 ab.) della Spagna, attraversata dal fiume Mijares.

Castellùcchio Comune in provincia di Mantova (5.047 ab., CAP 46014, TEL. 0376).

Castellùccio déi Sàuri Comune in provincia di Foggia (1.900 ab., CAP 71025, TEL. 0881).

Castellùccio Inferióre Comune in provincia di Potenza (2.617 ab., CAP 85040, TEL. 0973).

Castellùccio Superióre Comune in provincia di Potenza (1.142 ab., CAP 85040, TEL. 0973).

Castellùccio Valmaggióre Comune in provincia di Foggia (1.552 ab., CAP 71020, TEL. 0881).

Castèll'Umbèrto Comune in provincia di Messina (3.915 ab., CAP 98070, TEL. 0941).

Castelmàgno Comune in provincia di Cuneo (163 ab., CAP 12020, TEL. 0171).

Castelmàrte Comune in provincia di Como (1.009 ab., CAP 22030, TEL. 031).

Castelmàssa Comune in provincia di Rovigo (4.724 ab., CAP 45035, TEL. 0425).

Castelmàuro Comune in provincia di Campobasso (2.829 ab., CAP 86031, TEL. 0874).

Castelmezzàno Comune in provincia di Potenza (1.063 ab., CAP 85010, TEL. 0971).

Castelmòla Comune siculo in provincia di Messina sui monti Peloritani (16 Km2, 1.150 ab.).

Castelnovétto Comune in provincia di Pavia (696 ab., CAP 27030, TEL. 0384).

Castelnòvo Bariàno Comune in provincia di Rovigo (3.205 ab., CAP 45030, TEL. 0425).

Castelnòvo dél Friùli Comune in provincia di Pordenone (890 ab., CAP 33091, TEL. 0427).

Castelnòvo di Sótto Comune in provincia di Reggio Emilia (7.154 ab., CAP 42024, TEL. 0522).

Castelnòvo ne' Mónti Comune in provincia di Reggio Emilia (9.635 ab., CAP 42035, TEL. 0522).

Castelnuòvo Comune in provincia di Trento (833 ab., CAP 38050, TEL. 0461).

Castelnuòvo Bèlbo Comune in provincia di Asti (878 ab., CAP 14043, TEL. 0141).

Castelnuòvo Berardènga Comune in provincia di Siena (6.316 ab., CAP 53019, TEL. 0577).

Castelnuòvo Bócca d'Àdda Comune in provincia di Lodi (1.753 ab., CAP 20070, TEL. 0377).

Castelnuòvo Bòrmida Comune in provincia di Alessandria (702 ab., CAP 15017, TEL. 0144).

Castelnuòvo Bozzènte Comune in provincia di Como (633 ab., CAP 22070, TEL. 031).

Castelnuòvo Calcèa Comune in provincia di Asti (795 ab., CAP 14040, TEL. 0141).

Castelnuòvo Cilènto Comune in provincia di Salerno (2.158 ab., CAP 84040, TEL. 0974).

Castelnuòvo dél Gàrda Comune in provincia di Verona (7.911 ab., CAP 37014, TEL. 045).

Castelnuòvo délla Dàunia Comune in provincia di Foggia (1.991 ab., CAP 71034, TEL. 0881).

Castelnuòvo di Céva Comune in provincia di Cuneo (143 ab., CAP 12070, TEL. 0174).

Castelnuòvo di Cónza Comune in provincia di Salerno (1.159 ab., CAP 84020, TEL. 0828).

Castelnuòvo di Fàrfa Comune in provincia di Rieti (823 ab., CAP 02031, TEL. 0765).

Castelnuòvo di Garfagnàna Comune in provincia di Lucca (6.309 ab., CAP 55032, TEL. 0583).

Castelnuòvo di Pòrto Comune in provincia di Roma (5.897 ab., CAP 00060, TEL. 06).

Castelnuòvo Dòn Bòsco Comune in provincia di Asti (2.793 ab., CAP 14022, TEL. 011).

Castelnuòvo Màgra Comune in provincia di La Spezia (7.912 ab., CAP 19030, TEL. 0187).

Castelnuòvo Nìgra Comune in provincia di Torino (492 ab., CAP 10080, TEL. 0124).

Castelnuòvo Paràno Comune in provincia di Frosinone (845 ab., CAP 03040, TEL. 0776).

Castelnuòvo Rangóne Comune in provincia di Modena (9.683 ab., CAP 41051, TEL. 059).

Castelnuòvo Scrìvia Comune in provincia di Alessandria (5.859 ab., CAP 15053, TEL. 0131).

Castelnuòvo Val di Cècina Comune in provincia di Pisa (2.678 ab., CAP 56041, TEL. 0588).

Castelnuòvo, Guìdo (Venezia 1865-Roma 1952) Matematico. Compì studi approfonditi sulla geometria proiettiva.

Castelnuòvo, Nìno (Lecco 1936-) Attore italiano. Dall'esordio televisivo nel 1963 come Renzo Tramaglino nei Promessi Sposi, ha interpretato numerosi film dedicandosi attivamente anche al teatro.

Castelo Branco Distretto (215.000 ab.) del Portogallo. Territorio prevalentemente montuoso.

Castelo Branco, Camilo (Lisbona 1825-São Miguel de Cede 1890) Scrittore portoghese. Tra le opere Calota Angela (1858) ed Eusebio Macario (1879).

Castelpagàno Comune in provincia di Benevento (1.859 ab., CAP 82020, TEL. 0824).

Castelpetróso Comune in provincia d'Isernia (1.722 ab., CAP 86090, TEL. 0865).

Castelpizzùto Comune in provincia d'Isernia (134 ab., CAP 86090, TEL. 0865).

Castelplànio Comune in provincia di Ancona (3.072 ab., CAP 60031, TEL. 0731).

Castelpòto Comune in provincia di Benevento (1.630 ab., CAP 82030, TEL. 0824).

Castelraimóndo Comune in provincia di Macerata (4.243 ab., CAP 62022, TEL. 0737).

Castelrósso Isola della Grecia, nel mar Egeo. Dipende amministrativamente da Rodi.

Castelrótto (in ted. Kastelruth) Comune in provincia di Bolzano (5.600 ab., CAP 39040, TEL. 0471).

Castelsantàngelo sul Néra Comune in provincia di Macerata (368 ab., CAP 62030, TEL. 0737).

Castelsaracèno Comune in provincia di Potenza (2.020 ab., CAP 85031, TEL. 0973).

Castelsàrdo Comune in provincia di Sassari (5.236 ab., CAP 07031, TEL. 079).

Castelsèprio Comune in provincia di Varese (1.097 ab., CAP 21050, TEL. 0331).

Castelsilàno Comune in provincia di Crotone (1.400 ab., CAP 88070, TEL. 0984).

Castelspìna Comune in provincia di Alessandria (371 ab., CAP 15070, TEL. 0131).

Casteltèrmini Comune in provincia di Agrigento (10.132 ab., CAP 92025, TEL. 0922). Centro minerario (estrazione di salgemma e di zolfo) e industriale (prodotti alimentari e di sali di potassio). Gli abitanti sono detti Castelterminesi.

Castelveccàna Comune in provincia di Varese (1.839 ab., CAP 21010, TEL. 0332).

Castelvècchio Calvìsio Comune in provincia di L'Aquila (246 ab., CAP 67020, TEL. 0862).

Castelvècchio di Ròcca Barbéna Comune in provincia di Savona (216 ab., CAP 17034, TEL. 0182).

Castelvècchio Subèquo Comune in provincia di L'Aquila (1.448 ab., CAP 67024, TEL. 0864).

Castelvènere Comune in provincia di Benevento (2.507 ab., CAP 82030, TEL. 0824).

Castelvérde Comune in provincia di Cremona (4.367 ab., CAP 26022, TEL. 0372).

Castelverrìno Comune in provincia di Isernia (177 ab., CAP 86080, TEL. 0865).

Castelvètere in Val Fortóre Comune in provincia di Benevento (2.664 ab., CAP 82023, TEL. 0824).

Castelvètere sul Calóre Comune in provincia di Avellino (1.838 ab., CAP 83040, TEL. 0827).

Castelvetràno Comune in provincia di Trapani (30.272 ab., CAP 91022, TEL. 0924). Centro agricolo (coltivazione di agrumi, olive e uva) e industriale (prodotti alimentari, meccanici e del legno) della Sicilia occidentale. Vi si trova la chiesa di San Domenico, del XV sec. Gli abitanti sono detti Castelvetranesi.

Castelvètro di Mòdena Comune in provincia di Modena (8.081 ab., CAP 41014, TEL. 059).

Castelvètro Piacentìno Comune in provincia di Piacenza (4.874 ab., CAP 29010, TEL. 0523).

Castelviscónti Comune in provincia di Cremona (380 ab., CAP 26010, TEL. 0374).

Castenàso Comune in provincia di Bologna (13.436 ab., CAP 40055, TEL. 051). Centro agricolo e industriale (derivati degli esplosivi, prodotti metalmeccanici e calzaturieri). Gli abitanti sono detti Castenasini o Castenasensi.

Castenédolo Comune in provincia di Brescia (8.259 ab., CAP 25014, TEL. 030).

Castiàdas Comune in provincia di Cagliari (1.226 ab., CAP 09043, TEL. 070).

castigàbile, agg. Che può essere castigato.

castigamàtti, sm. invar. 1 Bastone con cui anticamente si tenevano a bada i pazzi nei manicomi. 2 Arnese per punire chi si ribella alla ragione.

castigàre, v. tr. 1 Dare una punizione, infliggere un castigo. ~ punire. <> premiare. 2 Correggere. ~ emendare. 3 Vincere la durezza di un metallo.
 v. tr. to chastise, to punish.
 lat. castigare punire.

castigat ridendo mores, loc. avv. Espressione latina che significa "ridendo corregge i costumi". La locuzione si riferisce alla commedia o alla satira.

castigatézza, sf. Irreprensibilità e sobrietà di vita.

castigàto, agg. 1 Che ha rispetto della morale, modesto, sobrio. ~ morigerato. <> licenzioso. 2 Corretto, emendato da errori. ~ purgato. <> scorretto.

castigatóre, sm. (f.-trìce) Chi castiga.

Castìglia (in spagnolo Castilla) Regione spagnola, costituita da una vasta meseta (altopiano) arido e brullo, tra la Cordigliera Cantabrica a nord, il Sistema Iberico a est, la Sierra Morena a sud; a ovest si affaccia sull'Atlantico. Divisa in Castiglia León, con le province di Àvila, Burgos, León, Zamora, Palencia, Salamanca, Segovia, Soria e Valladolid, e Castiglia-La Mancha, con le province di Albacete, Ciudad Real, Cuenca, Guadalajara e Toledo. Prevalentemente agricola (cereali); è diffusa la pastorizia. Originariamente celtica, fu poi romana, quindi araba (VIII sec.); dopo alterne vicende nel 1492 fu definitivamente strappata agli arabi.

castigliàno, agg. e sm. agg. e sm. Abitante o nativo o riferito alla Castiglia.
sm. Lingua parlata in Spagna e nei territori da lei colonizzati.

Castiglión Fibòcchi Comune in provincia di Arezzo (1.731 ab., CAP 52029, TEL. 0575).

Castigliòn Fiorentìno Comune in provincia di Arezzo (11.410 ab., CAP 52043, TEL. 0575). Centro agricolo (coltivazione di cereali, produzione di olio e vino) e industriale (prodotti alimentari e calzaturieri) della Valdichiana. Vi si trovano la pinacoteca civica, la chiesa di San Francesco, del XIII sec., e le mura medievali. Gli abitanti sono detti Castiglionesi.

Castiglióne a Casàuria Comune in provincia di Pescara (902 ab., CAP 65020, TEL. 085).

Castiglióne Chiavarése Comune in provincia di Genova (1.386 ab., CAP 16030, TEL. 0185).

Castiglióne Cosentìno Comune in provincia di Cosenza (2.703 ab., CAP 87040, TEL. 0984).

Castiglióne d'Àdda Comune in provincia di Lodi (4.524 ab., CAP 20072, TEL. 0377).

Castiglióne déi Genovési Comune in provincia di Salerno (1.174 ab., CAP 84090, TEL. 089).

Castiglióne déi Pèpoli Comune in provincia di Bologna (6.091 ab., CAP 40035, TEL. 0534).

Castiglióne dél Làgo Comune in provincia di Perugia (13.409 ab., CAP 06061, TEL. 075). Centro industriale (prodotti alimentari, tessili e meccanici) e turistico sul lago Trasimeno. Vi si trovano il castello di origine medievale e il palazzo del Comune, del XVI sec. Gli abitanti sono detti Castiglionesi.

Castiglióne délla Pescàia Comune in provincia di Grosseto (7.195 ab., CAP 58043, TEL. 0564).

Castiglióne délle Stivière Comune in provincia di Mantova (16.647 ab., CAP 46043, TEL. 0376). Centro industriale (prodotti tessili, alimentari, meccanici e chimici). Sede della battaglia che nel 1796 vide Napoleone sconfiggere gli austriaci. Gli abitanti sono detti Castiglionesi.

Castiglióne di Garfagnàna Comune in provincia di Lucca (2.016 ab., CAP 55033, TEL. 0583).

Castiglióne di Sicìlia Comune in provincia di Catania (4.551 ab., CAP 95012, TEL. 0942).

Castiglióne d'Intèlvi Comune in provincia di Como (661 ab., CAP 22023, TEL. 031).

Castiglióne d'Òrcia Comune in provincia di Siena (2.840 ab., CAP 53023, TEL. 0577).

Castiglióne Fallétto Comune in provincia di Cuneo (515 ab., CAP 12060, TEL. 0173).

Castiglióne in Teverìna Comune in provincia di Viterbo (2.321 ab., CAP 01024, TEL. 0761).

Castiglióne Messèr Marìno Comune in provincia di Chieti (2.600 ab., CAP 66033, TEL. 0873).

Castiglióne Messèr Raimóndo Comune in provincia di Teramo (2.590 ab., CAP 64034, TEL. 0861).

Castiglióne Olóna Comune in provincia di Varese (7.434 ab., CAP 21043, TEL. 0331).

Castiglióne Tinèlla Comune in provincia di Cuneo (949 ab., CAP 12053, TEL. 0141).

Castiglióne Torinése Comune in provincia di Torino (4.940 ab., CAP 10090, TEL. 011).

Castiglióne, Baldesàr (Casatico, Mantova, 1478-Toledo 1529) Letterato. Visse alla corte degli Sforza, dei Gonzaga e dei Montefeltro in Urbino. Fu il cortigiano nel senso più alto della parola, il letterato di eccelsi ideali. Espresse tutte queste sue caratteristiche, nelle quali compendiava lo spirito rinascimentale, anche in forma di trattato, scrivendo Il libro del cortigiano perfetto (1528). Fu diplomatico, poi nunzio pontificio alla corte di Carlo V di Spagna.

Castiglióne, Virgìnia Oldoìni contéssa di (Firenze 1837-Parigi 1899) Nobildonna. Nel 1856 Cavour la inviò a Parigi dove esercitò una notevole influenza su Napoleone III.

Castiglióni, Enrìco (Busto Arsizio 1914-) Architetto italiano. Ha studiato a fondo e realizzato strutture a membrana in cemento armato.

Castignàno Comune in provincia di Ascoli Piceno (3.050 ab., CAP 63032, TEL. 0736).

castìgo, sm. (pl.-ghi) 1 Punizione data allo scopo di correggere. ~ lezione. <> ricompensa. mettere in castigo, punire. 2 Persona o cosa nociva o molesta. ~ flagello. <> bendizione, consolazione. è proprio un castigo di Dio.
 sm. punishment.
 deriv. da castigare.

Castilènti Comune in provincia di Teramo (1.635 ab., CAP 64035, TEL. 0861).

Castillo Rilievo montuoso della Spagna, nella provincia di Santander.

casting, sm. invar. Distribuzione delle parti di un film e simili.

Càstino Comune in provincia di Cuneo (549 ab., CAP 12050, TEL. 0173).

Castióne Andevénno Comune in provincia di Sondrio (1.585 ab., CAP 23012, TEL. 0342).

Castióne délla Presolàna Comune in provincia di Bergamo (3.161 ab., CAP 24020, TEL. 0346).

Castiòns di Stràda Comune in provincia di Udine (3.795 ab., CAP 33050, TEL. 0432).

Castiràga Vidàrdo Comune in provincia di Lodi (1.355 ab., CAP 20079, TEL. 0371).

castità, sf. 1 L'essere casto, fisicamente e nello spirito. ~ illibatezza. <> depravazione, lussuria. 2 Purezza e semplicità di lingua, di stile e altro.
 sf. chastity.
 lat. castitas,-atis, deriv. da castus puro.

Castle, Barbara Anne (Chesterfield 1910-) Donna politica britannica. Membro del Comitato nazionale del Labour Party dal 1949. È stata ministro per il commercio estero (1964-1965), ministro per i trasporti (1965-1968) e ministro per l'occupazione (1968-1970). Dal 1979 è stata eletta al parlamento europeo.

Castlereagh Distretto (58.000 ab.) della Gran Bretagna, nell'Irlanda del Nord.

Castlereagh, Robert Stewart viscónte (1769-1822) Politico britannico. Di parte tory, fu ministro degli esteri dal 1812 al 1822; fu tra i protagonisti della coalizione che abbatté Napoleone tra il 1813 e il 1814 e nel 1815 partecipò attivamente al Congresso di Vienna.

càsto, agg. 1 Puro. ~ virtuoso. <> depravato. vita casta, lontana dalla lussuria. 2 Semplice. ~ sobrio.
 lat. castus.

Càsto Comune in provincia di Brescia (1.659 ab., CAP 25070, TEL. 0365).

castóne, sm. Incavo dell'anello in cui è posta la gemma.

Castoràno Comune in provincia di Ascoli Piceno (2.016 ab., CAP 63030, TEL. 0736).

Càstore Stella della costellazione dei Gemelli, di colore bianco, costituita da un insieme di stelle che orbitano attorno al centro di massa comune; per la sua magnitudine (1,6) è al secondo posto nella costellazione.
Castore
Personaggio mitologico. Uno dei Dioscuri.

Càstore e Pollùce Coppia di eroi greci divinizzati dalla leggenda. Considerati figli di Giove dal quale derivano l'epiteto di Dioscuri (dal greco Diós kúros ossia figlio di Zeus).

castòreo, sm. Liquido secreto dalle ghiandole del prepuzio del castoro.

castorìno, sm. Pelliccia fornita dal castoro.

castòro, sm. 1 Genere (Castor) di Mammiferi Roditori della famiglia dei Castoridi. 2 La pelliccia del castoro. 3 Tessuto pesante di lana cardata usato per vestiti da uomo.
 sm. beaver.
Due sono le specie: il Castor fiber (europeo), e il Castor canadensis (nordamericano), assai apprezzati per il loro mantello. Vive lungo i corsi d'acqua, protegge la sua tana che è in genere formata da una galleria, costruendo dighe e sbarramenti con rami o altro materiale.

Castracàni dégli Antelminèlli, Castrùccio (Lucca 1281-1328) Signore di Lucca dal 1316. Appartenente alla fazione dei Bianchi, nel 1300 venne esiliato da Bonturo Dati dei Neri, ma nel 1314, unitosi all'imperatore Enrico VII, fece ritorno. Insieme a Uguccione della Faggiuola, sconfisse i guelfi di Firenze nella battaglia di Montecatini del 1315. L'anno successivo, in seguito a una rivolta popolare, estromise Uguccione dalla signoria di Lucca. Capo e condottiero dei ghibellini di Toscana, vinse i fiorentini ad Altopascio (1325). Nel 1320 Federico III lo nominò vicario imperiale; tale carica gli fu confermata da Ludovico il Bavaro, che nel 1327 lo nominò duca di Lucca. La sua vita ispirò N. Machiavelli che ne scrisse la vita (Vita di Castruccio Castracani da Lucca, 1520).

castràre, v. tr. 1 Evirare. castrare le castagne, farvi un taglio trasversale per evitare che scoppino durante la cottura. 2 Togliere vitalità. ~ reprimere. <> spronare, incoraggiare.
 v. tr. to castrate, to geld.
 lat. castrare.

castràto, agg. e sm. agg. 1 Privato degli organi della riproduzione. 2 Senza carattere, fiacco. ~ effeminato.
sm. 1 Carne che si ricava da animali castrati. 2 Cantante evirato. ~ eunuco.

castratùra, sf. Operazione del castrare.

castrazióne, sf. Estirpazione in un individuo degli organi riproduttivi (testicoli nel maschio, ovaie nella femmina). Viene eseguita a scopo terapeutico per il trattamento di tumori che si sviluppano in presenza di ormoni.

castrènse, agg. Che si riferisce al campo militare e all'esercito.

Castrezzàto Comune in provincia di Brescia (5.042 ab., CAP 25030, TEL. 030).

Càstri di Lécce Comune in provincia di Lecce (3.058 ab., CAP 73020, TEL. 0832).

Càstri, Màssimo (Cortona 1943-) Attore e regista teatrale. Passò alla regia dopo alcune esperienze come interprete. Attivo a Brescia (Teatro La Loggetta, poi Centro Teatrale Bresciano), diresse con successo lavori di L. Pirandello e di H. Ibsen e la tragedia greca.

Castries Saint Lucia Città (54.000 ab.) dell'isola di Saint Lucia, di cui è capitale.

Castrignàno de' Grèci Comune in provincia di Lecce (3.985 ab., CAP 73020, TEL. 0836).

Castrignàno dél Càpo Comune in provincia di Lecce (5.314 ab., CAP 73040, TEL. 0833).

castrìno, sm. Piccolo coltello utilizzato per incidere le castagne. 2 Colui che castra gli animali.

castrìsmo, sm. La politica di Fidel Castro e dei suoi seguaci.

castrìsta, sf. e sm. (pl. m.-i) Fautore del castrismo.

càstro, sm. Italianizzazione del termine latino castrum. Entra nella composizione di alcuni nomi di luoghi.

Càstro (Bergamo) Comune in provincia di Bergamo (1.429 ab., CAP 24063, TEL. 035).

Càstro (Lecce) Comune in provincia di Lecce (2.421 ab., CAP 73030, TEL. 0836).

Càstro déi Vòlsci Comune in provincia di Frosinone (5.178 ab., CAP 03020, TEL. 0775).

Castro Ruz, Fidel (Mayari 1927-) Politico e rivoluzionario cubano. Dopo gli studi di giurisprudenza, intraprese una battaglia contro la dittatura dominicana di Trujillo. All'inizio dei primi anni '50, militò nel Partido Ortodoxo di E. Chibas e organizzò la rivoluzione armata contro la dittatura di F. Batista. Dopo l'attacco fallito del 26 luglio 1953 alla caserma Moncada, fu incarcerato per due anni e costretto all'esilio in Messico. Nel 1956, con un gruppo di uomini, tornò clandestinamente a Cuba e, appoggiato da contadini e intellettuali, costrinse il dittatore a lasciare l'isola (1956-1959). Proclamatosi primo ministro, riorganizzò lo stato su basi nazionalistiche e socialiste (istituzione della previdenza sociale, dell'istruzione popolare, della nazionalizzazione dell'industria e della riforma agraria), facendo di Cuba il primo stato comunista in America. Questa riorganizzazione dello stato, si scontrò con gli interessi economici e politici degli USA, che per reazione annullarono tutti gli accordi commerciali del passato, appoggiando i controrivoluzionari nel tentativo fallito dello sbarco nella Baia dei Porci del 1961. Si avvicinò quindi sempre più all'URSS, ratificando con Mosca una serie di accordi economici e militari. L'Unione Sovietica installò a Cuba nel 1962 una base di missili atomici; gli USA reagirono a questa minaccia nucleare, facendo emergere una delle crisi più gravi del dopoguerra, risoltasi con il ritiro delle testate atomiche, grazie alle trattative condotte da John F. Kennedy e Nikita Kruscev. Dal 1976 è presidente del paese. Nel 1995, con una nuova legge, ha consentito l'ingresso a Cuba dei primi investitori stranieri; ma l'embargo degli USA ha frenato questo sviluppo economico. Nel dicembre del 1996 ha incontrato in Vaticano papa Giovanni Paolo II, a conferma della nuova linea politica di apertura. Nel gennaio 1998 ha ricevuto lo stesso Giovanni Paolo II a Cuba.

Castro, Américo (Rio de Janeiro 1885-Lloret de Mar 1972) Critico letterario spagnolo. Tra le opere Lingua, insegnamento e letteratura (1924) e La Spagna nella sua realtà storica (1954).

Castro, Guillén de (Valenza 1569-Madrid 1631) Drammaturgo spagnolo. Tra le opere Le gesta del Cid e Il conte Alarcos.

Castro, Rosalia de (Santiago de Compostela 1837-Padrón 1885) Poetessa e narratrice spagnola. Dopo un'infanzia difficile, in quanto figlia illegittima, nel 1858 andò sposa allo scrittore M. Murguía. Esordì con La figlia del mare (1859). Seguirono numerosi altri romanzi tra i quali Rovine (1866), Il cavaliere dagli stivali azzurri (1867). A giudizio dei critici, la parte migliore della sua opera è da individuare nelle raccolte di poesia, scritte in parte in lingua gallega, come Canzoni di Galizia (1863) e in parte in castigliano come Sulle rive del Sar (1884).

Castrocàro Tèrme e Tèrra dél Sóle Comune in provincia di Forlì (5.331 ab., CAP 47011, TEL. 0543).

Castrocièlo Comune in provincia di Frosinone (3.710 ab., CAP 03030, TEL. 0776).

Castrofilìppo Comune in provincia di Agrigento (3.581 ab., CAP 92020, TEL. 0922).

Castrolìbero Comune in provincia di Cosenza (10.236 ab., CAP 87040, TEL. 0984).

castronàggine, sf. Balordaggine.

castróne, sm. Persona sciocca.

castronerìa, sf. Atto o detto da castrone, da sciocco. ~ stupidaggine.
 deriv. da castrone.

Castrònno Comune in provincia di Varese (4.593 ab., CAP 21040, TEL. 0332).

Castronuòvo di Sant'Andrèa Comune in provincia di Potenza (1.691 ab., CAP 85030, TEL. 0973). Centro agricolo (frutta, olive) e dell'allevamento (bovini, suini). Vi sitrovano alcune necropoli del IV-III sec. a. C.

Castronuòvo di Sicìlia Comune in provincia di Palermo (3.604 ab., CAP 90030, TEL. 091).

Castropignàno Comune in provincia di Campobasso (1.263 ab., CAP 86010, TEL. 0874).

Castroreàle Comune in provincia di Messina (3.126 ab., CAP 98053, TEL. 090).

Castrorègio Comune in provincia di Cosenza (631 ab., CAP 87070, TEL. 0981).

Castrovìllari Comune in provincia di Cosenza (22.500 ab., 362 m, CAP 87012, TEL. 0981). Centro agricolo e commerciale e sede di industrie alimentari, del legno, meccaniche; castello aragonese (XV sec.):

casual, agg. e sm. invar. Detto di genere di abbigliamento sportivo. ~ informale.

casuàle, agg. Che dipende dal caso, fortuito, occasionale. ~ accidentale. <> calcolato. • variabile casuale: variabile impiegata per descrivere una grandezza che varia casualmente
 agg. chance, fortuitous, random.
 lat. casualis, deriv. da casus,-us caso

casualìsmo, sm. Dottrina che attribuisce al caso gli avvenimenti e la loro successione.

casualità, sf. 1 Qualità di ciò che è casuale. 2 Caso.

casualménte, avv. 1 Accidentalmente, occasionalmente. ~ fortuitamente. <> sistematicamente. 2 Involontariamente. ~ sbadatamente. <> deliberatamente.

Casuarinàcee Famiglia di piante dai tratti primitivi appartenente all'ordine delle Verticillate.

casuàrio, sm. Uccello (Casuarius casuarius) della famiglia dei Casuaridi e dell'ordine dei Casuariformi. Di colore nero lucente, presenta un collo colorato e un casco corneo. Abile nuotatore, vive nelle foreste dell'Australia

casuìsta, sm. (pl. m.-i) Teologo che discute e cerca di risolvere i casi di coscienza. ~ casista.

casuìstica, sf. Branca della teologia morale che tratta dei casi di coscienza.

càsula, sf. Nome delle antiche pianete a forma di ampio mantello con una sola apertura a un'estremità per introdurvi il capo.

casùpola, sf. Casa piccola e povera. ~ catapecchia. <> reggia.

casus belli, loc. sost. m. invar. 1 Atto tale da provocare l'inizio di una guerra tra due Stati. 2 Motivo di contrasto, litigio.

casus foederis, loc. avv. Espressione latina che significa "caso dell'alleanza". Circostanza per la quale diventa obbligatorio l'intervento armato di uno stato legato a un altro da una precedente alleanza militare.

CAT Abbreviazione di Computer Aided Testing, controllo assistito dal calcolatore. Sistema che permette di monitorare la qualità della produzione durante le varie operazioni e di visualizzare i risultati tramite un computer.

cat In informatica è il nome di un comando (concatenate) del sistema operativo UNIX che permette di concatenare due file e di visualizzarne il contenuto sul dispositivo standard di output.

catabàtico, agg. (pl. m.-ci) Riferito a un vento con componente verticale discendente.

catabòlico, agg. (pl. m.-ci) Che concerne il catabolismo.

catabolìsmo, sm. Complesso dei fenomeni attraverso i quali gli organismi disintegrano gli alimenti espellendone le parti residue.

catabolìto, sm. Prodotto ottenuto dal catabolismo di una sostanza.

cataclàsi, sf. Intensa azione di frantumazione delle rocce.

cataclìsma, sm. (pl.-i) 1 Inondazione, diluvio, catastrofe naturale. ~ calamità. 2 Grave sconvolgimento. ~ sconquasso.

catacómba, sf. 1 Luogo sotterraneo dove, durante le persecuzioni dei primi secoli d. C., i cristiani seppellivano i loro morti. 2 Luogo privo di aria e di luce.
 sf. catacomb.
Ve ne sono ovunque nei territori italiani; le più importanti sono quelle rinvenute a Roma e dintorni (Agnese, Callisto, Domitilla, Pretestato ecc.).

catacombàle, agg. Di catacomba.

catacrèsi, o catàcresi, sf. Figura retorica per cui si usa una parola in senso diverso da quello consueto.

catadiòttrico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a un sistema ottico composto da superfici riflettenti e rifrangenti.

catadiòttro, sm. Corpo che, utilizzando i fenomeni di riflessione e rifrazione, permette di rinviare un fascio di raggi luminosi paralleli secondo una determinata direzione.

catafàlco, sm. (pl.-chi) Sorta di palco funebre, coperto di drappi neri, eretto nel mezzo della chiesa.

catafàscio, avv. Sottosopra, alla rinfusa.

catafasìa, sf. Disturbo per cui il paziente, di fronte a una domanda, ripete continuamente la stessa risposta.

catafìllo, sm. Foglia metamorfosata dei bulbi di molte piante.

cataforèsi, sf. Fenomeno di migrazione verso il catodo delle particelle colloidali in sospensione in un liquido dovuto all'azione di un campo elettrico.

catafràtta, sf. Pesante armatura medievale che proteggeva sia il cavallo che il cavaliere e sulla quale vi erano cucite lamine metalliche.

catafràtto, agg. e sm. Ben difeso da un'armatura completa. • Catafratti ordine di pesci dotati di "corazza", a cui appartengono le triglie, gli scorfani, i pesci rondine.

Catài Nome che gli autori occidentali del medioevo attribuivano alla Cina settentrionale.

Catalàni, Alfrédo (Lucca 1854-Milano 1893) Compositore. Autore tra l'altro di Loreley (opera, 1890) e Wally (opera, 1892).

catalàno, agg. e sm. agg. Della Catalogna.
sm. Abitante della Catalogna

catalàsi, sf. Enzima normalmente riscontrabile in natura che decompone l'acqua ossigenata in acqua e ossigeno.

catalèssi, o catalessìa, sf. 1 Stato di rigidità dei muscoli senza temporaneo movimento attivo. ~ apatia. 2 Nella metrica classica assenza di una o più sillabe dall'ultimo piede del verbo.

catalèttico, agg. (pl. m.-ci) 1 Di catalessia. 2 Detto di verso che presenta catalessi.

catalètto, sm. Feretro, bara.

catàlisi, sf. Accelerazione o rallentamento di reazioni chimiche, grazie alla presenza di sostanze particolari dette catalizzatori. È detta positiva se la velocità è aumentata e negativa se viene ritardata. I catalizzatori impiegati di solito sono platino, ossido di vanadio, nichel e cobalto.

catalìtico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla catalisi.

catalizzàre, v. tr. 1 Produrre una catalisi. 2 Accelerare lo studio di un problema. ~ sveltire. <> rallentare. 3 Attirare, polarizzare. ~ monopolizzare.

catalizzatóre, sm. (f.-trìce) 1 Sostanza che è in grado di aumentare la velocità di una reazione chimica senza prendervi apparentemente parte. 2 Ciò che produce mutamenti e reazioni dell'opinione pubblica. 3 Marmitta catalitica.

catalizzazióne, sf. Fenomeno per cui una sostanza modifica con la sua presenza, pur rimanendo inalterata, la velocità di una reazione.

catalogàbile, agg. Che si può catalogare.

catalogàre, v. tr. 1 Disporre in un catalogo. ~ archiviare. 2 Enumerare secondo un determinato ordine. ~ classificare.
 v. tr. to catalogue, to list.
 deriv. da catalogo.

catalogatóre, sm. (f.-trìce) Chi cataloga.

catalogazióne, sf. Compilazione di un catalogo.

catalògico, agg. (pl. m.-ci) Costituito da un catalogo.

Catalógna Regione autonoma e amministrativa della Spagna settentrionale (32.114 km2, 6.099.000 ab., capoluogo Barcellona) suddivisa nelle province di: Barcellona, Gerona, Lérida e Tarragona. Il clima è mediterraneo. Sta tra i Pirenei a nord-ovest e il bacino dell'Ebro a sud, mentre è bagnato dal Mediterraneo a est; fiumi Ebro, Llobregat e Ter. Commercio e industria (industrie cartarie, chimiche, meccaniche e tessili) sono le attività principali. È una delle maggiori regioni turistiche spagnole (Costa Brava). Spagnolo: Cataluña; catalano: Catalunyya.
Occupata da fenici, greci e cartaginesi in seguito fu romana, visigotica e araba. Riconquistata dai cristiani nell'VIII sec. (Marca Hispanica), nel 1137 fece parte del regno d'Aragona. Nel XV sec., dopo la fusione dei regni di Castiglia e Aragona iniziò a manifestare le prime tendenze separatiste, che perdurarono fino a quando fu proclamata repubblica (1931). Autonoma dal 1980.

catàlogo, sm. (pl.-ghi) 1 Elenco ordinato di nomi od oggetti dello stesso genere accompagnato o no da una descrizione. 2 Lunga enumerazione. ~ lista. 3 Elenco di stelle e costellazioni accompagnate dai dati che ne consentono l'individuazione.
 sm. catalogue.
 lat. tardo catalogus, dal greco kàtalogos lista.
Catalogo astronomico
Elenco di oggetti celesti, ciascuno classificato in base al proprio numero d'ordine, coordinate celesti, magnitudine e altre caratteristiche della classe di appartenenza. Solitamente le galassie, gli ammassi e le nebulose vengono indicati con il numero del New General Catalogue (NGC).
Catalogo stellare
Insieme di informazioni relative alle coordinate delle posizioni delle stelle; indicano anche il colore, lo spettro, la parallasse e la velocità radiale.

Catalogo delle donne Poema di Esiodo (VIII-VII sec. a. C.).

catàlpa, sf. Genere di piante arboree dell'Asia orientale e dell'America spesso coltivate a scopo ornamentale. Appartiene alla famiglia delle Bignoniacee.

catamàrano, sm. 1 Piroga polinesiana costituita da due scafi allungati e affiancati, per consentire maggiore stabilità. 2 Barca da diporto a vela, con o senza motore, e dotata di un ponte che collega i due scafi.

Catamarca Città (110.000 ab.) dell'Argentina, capoluogo della provincia omonima.
Catamarca
Provincia (265.000 ab.) dell'Argentina. Territorio prevalentemente montuoso.

Catanduanes Provincia (175.000 ab.) delle Filippine, capoluogo Virac.

catanése, agg. e sm. agg. e sm. Relativo a Catania.
sm. Il territorio di Catania.

Catània Città della Sicilia (180,88 km2, 364.000 ab., CAP 95100, TEL. 095), capoluogo della provincia omonima ai piedi dell'Etna. Distrutta dal disastroso terremoto del 1693; fu ricostruita con un piano urbanistico a scacchiera e un'impronta barocca nei palazzi e nelle chiese. È un mercato agricolo; industrie alimentari, chimiche, meccaniche; esportazione di prodotti agricoli (mandorle, agrumi).
Fondata nel VII sec., fiorì con i romani che la occuparono nel 263 a. C.; caduto l'impero, fu sotto i bizantini, poi arabi, normanni, svevi e aragonesi. Nel corso del XIX sec. fu attiva nella lotta per l'autonomia (1848-1849).
Provincia di Catania
(3.552 km2, 1.087.000 ab.) Comprende a nord l'Etna; a sud gli Iblei. Le risorse principali sono cereali, ortaggi, tabacco, vigneti. Città principali sono Catania, Acireale, Caltagirone, Paternò, Adrano.

catanzarése, agg. e sm. agg. e sm. Relativo a Catanzaro.
sm. Il territorio di Catanzaro.

Catanzàro Città della Calabria (111,34 km2, 104.000 ab., CAP 88100, TEL. 0961), capoluogo della provincia omonima; è su un'altura verso lo Ionio, nel golfo di Squillace. Agricoltura, con distillerie, molini, pastifici, oleifici. Fondata nell'800 dai bizantini; conquistata in seguito dai normanni, poi feudo dei Ruffo per poi passare ai Carafa e ai Soriano. Partecipò ai moti carbonari e a quelli del 1848 e 1860.
Provincia di Catanzaro
(2.392 km2, 380.000 ab.) Il territorio è principalmente montuoso (Sila Piccola, le Serre) ed è ricco di boschi; le principali risorse sono cereali, barbabietole da zucchero, olive e industrie alimentari, meccaniche e chimiche. Città principali sono Crotone, Vibo Valentia e Lamezia Terme.

catapàno, sm. Governatore sovrintendente dei territori bizantini.

catapécchia, sf. Casupola cadente, abitazione povera. ~ stamberga.

cataplasìa, sf. Formazione di tessuti vegetali indifferenziati dovuta a degenerazione dei meristemi.

cataplàsma, sm. (pl.-i) 1 Sostanza medicamentosa ottenuta mescolando farine vegetali con un liquido. 2 Persona inutile e molesta.

catapùlta, sf. 1 Antica macchina da guerra, simile a una grossa balista fissa o montata su piattaforma mobile che lanciava sassi e pietre. 2 Macchina che accelera il moto di un aeroplano o di un missile fino alla velocità di volo e che lo guida durante la fase iniziale.
 lat. catapulta, dal greco katapèltes.
La catapulta era formata da un braccio provvisto di cucchiaio destinato a contenere il proiettile e un meccanismo di carica elastico. In seguito fu soppiantata dalle artiglierie.

catapultaménto, sm. 1 Lancio di un aereo con una catapulta. 2 Atto del catapultare.

catapultàre, v. v. tr. 1 Lanciare con la catapulta. 2 Spingere con forza. ~ scagliare.
v. rifl. Lanciarsi con forza. ~ avventarsi.
 deriv. da catapulta.

cataràtta, sf. In oculistica è l'abbassamento della vista determinato da opacità del cristallino. Può essere congenita o acquisita; quest'ultima può derivare da traumi, diabete, nefrite ecc. o da alterazioni locali. La forma congenita (e quella analoga che si può sviluppare in giovane età) ha carattere ereditario ed è caratterizzata da uno sviluppo inadeguato del cristallino. La cataratta da trauma viene causata da perforazioni della capsula che protegge il cristallino. La cataratta provocata da altre patologie colpisce principalmente soggetti in età matura o avanzata (cinquant'anni o più) e, nel caso di una diagnosi tempestiva, può essere agevolmente curata, soprattutto con la terapia chirurgica. Se non viene curata tempestivamente, la malattia può anche causare la cecità quasi totale del paziente.

catarifrangènte, agg. e sm. agg. Che rimanda nella stessa direzione la luce da cui è colpito.
sm. Gemma di vetro formata da molti catadiottri affiancati, applicata ai veicoli che riflette la luce dei fanali di un veicolo sopraggiungente e avverte il guidatore della presenza di un ostacolo.
 sm. reflector.

catarìsmo, sm. Dottrina eretica che praticava una rigida pratica ascetica.

càtaro, agg. e sm. agg. Relativo al catarismo.
sm. Seguace del catarismo.
I catari (dal greco kataròs, puro) costituivano una setta eretica medievale europea dell'XI sec. con diffusione nel XIII sec. in Francia (albigesi, da Albi, città nel sud della Francia) e in Italia (patarini). Le loro teorie principali erano: la creazione di un'organizzazione ecclesiastica alternativa rispetto a quella della chiesa di Roma; il rifiuto dei sacramenti, dell'inferno e dell'incarnazione; l'ascetismo, la parità e la soppressione della proprietà privata, il dualismo tra il bene e il male. Ritenuti pericolosi per la loro crescente diffusione, i catari furono sterminati nella crociata indetta da papa Innocenzo III nel 1209 e durata fino al 1229.

catarràle, agg. Di catarro.

Catarrìne Primati superiori cui appartengono le scimmie delle famiglie degli Ilobatidi, dei Pongidi e dei Cercopitecidi. Vivono in Africa e Asia e sono caratterizzati da narici girate verso il basso, dal setto nasale stretto, dalla bocca dotata di trentadue denti e, quando presente, la loro coda non è prensile. Le natiche, prive di pelo, sono callose. Alcune specie, trascorrono molto tempo a terra. L'alimentazione, non è esclusivamente di tipo vegetale (frutta e germogli); possono nutrirsi anche di larve, rettili, insetti, piccoli animali e molluschi. Come tutte le altre scimmie, sono dotate di vista cromatica binoculare, che consente loro di valutare con precisione la profondità e la distanza.

catàrro, sm. Liquido essudativo prodotto dalle mucose infiammate.
 sm. catarrh.

catarróso, agg. 1 Sofferente di catarro. 2 Che rivela la presenza di catarro.

catàrsi, sf. 1 Purificazione. 2 Il richiamo alla soglia della coscienza di un'idea o di un ricordo represso, così da renderlo innocuo, avendolo chiarito. 3 Rasserenamento. 4 Termine medico che indica l'evacuazione accelerata di ciò che è contenuto nell'intestino, ottenuta mediante purganti.
 greco kàtharsis, deriv. da kathàirein purificare.
Nell'antica Grecia era il rito di purificazione dal male. La catarsi, come fatto morale, veniva conseguita, per esempio, a teatro dopo la visione degli elementi di una tragedia, i quali suscitavano nello spettatore pietà e terrore, portandolo quindi a rifiutare il male.

catàrtico, agg. (pl. m.-ci) 1 Che è proprio della catarsi, che purifica e rassegna. 2 Che aiuta a liberarsi dalle angosce del subcosciente. 3 Un tempo, si diceva di purgante di media energia.

Catàrtidi Famiglia di Uccelli falconiformi cui appartengono i generi Cathartes, Sarcorhamphus e Vultur.

catàsta, sf. Mucchio di oggetti posti uno sull'altro alla rinfusa. ~ ammasso.
 sf. pile, stack, heap.

catastàle, agg. Del catasto, relativo al catasto.

catàstasi, sf. 1 Indennità che veniva corrisposta nell'antica Atene ai cittadini appartenenti alla classe dei cavalieri per equipaggiare il loro cavallo. 2 Parte dell'orazione in cui venivano esposti i fatti nella retorica classica.

catastazióne, sf. Stima dei beni assoggettati al catasto.

catàsto, sm. 1 Inventario generale dei beni immobili. ~ estimo. 2 Ufficio che cura tale attività.
 sm. 1 cadastre, land register. 2 (ufficio) land registry office.
Operazioni per la registrazione degli immobili, onde appurarne il valore, registrarne i trasferimenti, la rendita ecc. Ogni unità catastale produce una rendita che dipende dalla categoria dell'immobile e delle zone censuali del comune. Gli immobili sono classificati in mappe, tavole e registri.

catàstrofe, sf. 1 Nella tragedia greca, scioglimento della situazione che avveniva di solito in modo luttuoso. 2 Esito inaspettato e disastroso di un'impresa; sventura, lutto, sciagura grave. ~ finimondo.
 sf. disaster, catastrophe.
 greco katastrophè, deriv. da katastrèphein capovolgere.

Catastrofe, La Romanzo di J. Leskovar (1892).

catastroficaménte, avv. 1 In modo catastrofico. ~ disastrosamente. 2 Pessimisticamente.

catastròfico, agg. (pl. m.-ci) 1 Di catastrofe. ~ apocalittico. 2 Che vede sempre l'aspetto peggiore delle cose. ~ pessimista.

catastrofìsmo, sm. 1 Teoria secondo la quale la Terra e gli esseri viventi sarebbero mutati, nel corso delle ere geologiche, attraverso improvvisi cataclismi e conseguente apparire di forme nuove. 2 Estremo pessimismo.
 deriv. da catastrofe.

catastrofìsta, agg., sm. e sf. (pl. m.-i) Di chi ha una visione catastrofica delle cose ed è eccessivamente pessimista.

catatermàle, agg. Riferito ai filoni e ai giacimenti che si formano all'inizio dello stadio idrotermale in presenza di temperature e pressioni relativamente elevate.

catatermòmetro, sf. Strumento ideato da L. Hill utilizzato in climatologia biologica per misurare il valore di raffreddamento.

catatonìa, sf. Disturbo consistente nella conservazione di un determinato atteggiamento per lungo tempo.

catatònico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. Relativo alla catatonia.
sm. Persona affetta da catatonia.

Catatumbo Fiume (360 km) della Colombia. Nasce in Colombia e sfocia nel lago di Maracaibo.

Catbalogan Città (59.000 ab.) delle Filippine, capoluogo della provincia di Samar.

catch, sm. invar. Lotta libera all'americana nella quale sono ammessi tutti i colpi.

Cateau-Cambrésis Località della Francia settentrionale (8.000 ab.) sul fiume Selle. Anticamente denominata Cateau-Cambrésis è nota per l'omonima pace.
Pace di Cateau-Cambrésis
Trattato che Francia e Spagna firmarono il 3 aprile 1559 grazie all'intervento di papa Paolo IV, ponendo fine alla guerra ripresa dopo il trattato di Cambrai del 1529; in base al trattato, la Francia conservava Calais, abbandonando la Savoia, il Lussemburgo e la Corsica. Le terre di Milano, il regno di Napoli e di Sicilia andavano invece al re spagnolo Filippo II.

catechèsi, sf. Istruzione delle dottrine elementari del Cristianesimo.

catechètico, agg. (pl. m.-ci) Riferito alla catechesi.
Scuola catetechica
Scuola cristiana nella quale venivano istruiti i catecumeni.

catechìsmo, sm. 1 Insegnamento della dottrina cristiana. ~ catechesi. 2 L'insieme dei principi fondamentali di una dottrina.
 lat. catechismus, dal greco katechismòs.
Principi e insegnamenti della religione cristiana. Per estensione è anche il libro che li contiene. La chiesa cattolica pubblicò dei propri catechismi e il concilio di Trento promosse la prima compilazione di un testo ufficiale a causa della larga diffusione dei catechismi luterani nel 1529 (Piccolo catechismo, per i ragazzi, e Grande catechismo, per i parroci), e calvinisti nel 1536, nonché del Catechismo di Heidelberg (1563); il Catechismo per l'uso dei parroci, detto Catechismo romano, fu approvato da papa Pio V e pubblicato nel 1566. Nel 1991 la Santa Sede ha redatto una summa in base a cui la conferenza episcopale dovrà produrre catechismi nazionali.

catechìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi insegna la dottrina cristiana.

catechìstico, agg. (pl. m.-ci) 1 Del catechismo, che riguarda il catechismo. 2 Qualsiasi insegnamento che è basato sull'apprendimento mnemonico di nozioni.

catechizzàre, v. tr. 1 Istruire nel catechismo. ~ evangelizzare. 2 Cercare di fare accettare un'opinione. ~ indottrinare.

catechù, o catecù o cattù, sm. invar. Estratto astringente e conciante utilizzato nell'industria del cuoio; è preparato con legno di Acacia catechu, albero che cresce in Birmania e in India.

catecumenàto, sm. Periodo di preparazione al battesimo, durante il quale il catecumeno istruisce sulle verità della religione cristiana.

catecùmeno, sm. Chi sta ricevendo l'istruzione per essere ammesso al battesimo. ~ neofita.

categorìa, sf. 1 Ciascuna delle classi più generali in cui si ordinano e distribuiscono i nostri concetti. ~ tipo. 2 Classe in cui vengono ordinate persone, cose, eventi della medesima natura. ~ ordine. 3 Nello sport, suddivisione degli atleti secondo caratteristiche affini: peso, prestazioni, anni di carriera ecc. ~ gruppo.
 sf. class, category.
 lat. tardo categoria, dal greco kategorìa.
In filosofia, nel pensiero aristotelico, sono le dieci classi che possono definire un oggetto qualsiasi (sostanza, quantità, qualità, relazione, luogo, tempo, situazione, possesso, azione, passività). Kant, invece ne classifica docici suddivise in quattro classi (quantità, qualità, relazione, modalità).
In matematica è un'astrazione che consente di uniformare concetti apparentemente molto differenti, risultanti da un assiomatico. Con questa teoria ideata da S. Eilenberg e S. Mac Lane nel 1945, la matematica assume un aspetto non insiemistico.

categoricaménte, avv. In modo preciso, senza dar luogo a dubbi.

categoricità, sf. L'essere categorico.

categòrico, agg. (pl. m.-ci) 1 Di proposizione o ragionamento non condizionato da altro. 2 Che non lascia dubbi e non ammette discussioni. ~ perentorio. <> possibilista, elastico. 3 Che si riferisce a una determinata categoria di cose o persone.
 agg. categorical.

categorizzàre, v. tr. Ordinare per categorie. ~ classificare.

caténa, sf. 1 Serie di elementi metallici a forma di anelli, variamente articolati e saldati tra di loro, adibita a scopi ornamentali o altri. ~ collana. 2 Oppressione, schiavitù. ~ giogo. <> autonomia. 3 Serie di cose o persone disposte in continuità. ~ successione. 4 Gruppo di imprese o aziende appartenenti allo stesso proprietario. 5 Tirante in ferro posto a sostegno dei due muri su cui poggia un arco. 6 Sottile striscia di abete che si incolla sotto la tavola armonica degli strumenti ad arco. 7 Antica unità di misura di lunghezza equivalente a 12 m ca. 8 Ostacolo. ~ impedimento. <> agio.
 sf. chain.
 lat. catena.
In chimica è costituita da atomi uguali con legami omeopolari; può essere aperta, ramificata, laterale, chiusa, policiclica se con più anelli ed eterociclica se essi sono diversi.
In elettrotecnica la catena di conduttori è rappresentata da conduttori collegati in serie in un circuito elettrico; la catena galvanica è composta da conduttori, di cui uno è un elettrolita.
In meccanica applicata la catena cinematica è costituita da diversi membri collegati con coppie cinematiche.
Catena alimentare
Designa il ciclo di nutrimento di una comunità biologica.
Catena automatica
È rappresentata dalle macchine operatrici dotate di dispositivi che consentono il funzionamento automatico.
Catena di trazione
È costituita da anelli ellittici in serie, per sollevare carichi ecc.
Catena di trasmissione
È costituita da maglie rettangolari accoppiate toroidalmente o perni cilindrici con margini in successione con due serie di piastrine.
Catena gangliare
La successione di gangli che formano il sistema nervoso di Anellidi e Artropodi.
Catena respiratoria
In biologia è l'insieme delle ossidoriduzioni dei mitocondri della maggior parte degli esseri viventi.

Caténa, Vincènzo (Venezia 1480 ca.-1531) Pittore. Esponente della pittura veneta, rivela lo studio attento delle opere di G. Bellini e di altri artisti. Tra le opere, Conversazione (Venezia, Gallerie dell'Accademia) e Adorazione dei pastori (Firenze, Collezione Contini Bonacossi).

catenàccio, agg. e sm. agg. Che blocca, chiude.
sm. 1 Sbarra di ferro che scorre in anelli infitti nei battenti di porte e simili per chiuderli. ~ chiavistello. 2 Nel calcio, tattica rigidamente difensiva. 3 Oggetto in pessime condizioni. ~ rottame.
 sm. bolt.

Catenanuòva Comune in provincia di Enna (5.073 ab., CAP 94010, TEL. 0935).

catenària, agg. e sf. Curva secondo cui si dispone un filo omogeneo, flessibile e inestensibile fissato agli estremi e soggetto soltanto al proprio peso.

catenèlla, sf. Monile, collana.

catenìna, sf. Piccola e sottile catena d'oro o di altro materiale simile che si porta come ornamento al collo, al polso, alla caviglia.

catenòide, sf. Superficie generata da una catenaria ruotandola attorno alla sua base.

catepsìna, sf. Enzima proteolitico che può scindere le proteine in sostanze solubili.

catera, sf. Nome, utilizzato in alcune regioni italiane, della mandorla in formazione, che risulta commestibile verso la data del 29 aprile (deriva dall'abbreviazione familiare del nome proprio Caterina).

cateràtta, sf. 1 Chiusura a saracinesca per regolare la chiusura di un canale. 2 Serie di gradini nel letto del fiume, che provocano salti d'acqua. scorrere a cateratte, in gran quantità. 3 Malattia degli occhi che causa problemi alla vista. ~ cataratta.
 sf. 1 cataract. 2 (chiusa) sluice-gate.
 lat. cataracta, chiusa, dal greco katarrhàktes cascata, da katarrkàssein cadere giù.

Caterìna Nome di sante.
Caterina da Bologna
(Bologna 1413-1463) Caterina Vigri. Santa. Di origini nobili, fu damigella di Margherita d'Este. Lasciò ogni cosa per entrare nel convento delle clarisse di Ferrara. In seguito divenne badessa del convento del Santo Sacramento da lei fondato a Bologna nel 1456. Scrisse Le arme necessarie alla battaglia spirituale e altri trattati mistici. Il suo corpo è rimasto incorrotto. La canonizzazione fu celebrata nel 1712. La sua festa si celebra il 9 marzo.
Caterina da Genova
(Genova 1447-1510) Santa. Figlia del viceré di Napoli Giacomo Fieschi. Nonostante fin da bambina avesse manifestato particolare interesse per una vita austera e contemplativa, le fu imposto di sposare Giuliano Adorno. Alcuni anni dopo, convertì il marito alle sue convinzioni e volse tutte le sue fatiche alla cura e al conforto spirituale degli ammalati poveri dell'ospedale di Genova, particolarmente durante le epidemie di peste del 1497 e del 1501. Tradusse le sue visioni mistiche in opere come: Trattato del Purgatorio e Dialogo tra anima, corpo, amor proprio, spirito, umanità e Dio. La canonizzazione fu celebrata nel 1737. La sua festa si celebra il 22 marzo.
Caterina da Racconigi
(Racconigi 1486-Caramagna, Cuneo 1547) Santa. Fin da giovane scelse una vita di penitenza entrando nel terz'ordine delle domenicane. In Piemonte, dove il suo culto è molto sentito, è la patrona dei fabbricanti di nastri. La sua festa si celebra il 4 settembre.
Caterina da Siena
ved. "Caterina da Siena"
Caterina d'Alessandria
(Alessandria ?-307?) Vergine e martire. Santa. Secondo la narrazione tarda e leggendaria contenuta negli Atti dei martiri (cronache risalenti al VI-VII sec.), Caterina sarebbe stata di profonda cultura filosofica, tanto che riuscì a confondere i dotti della corte di Massimino Daia (imperatore romano d'oriente dal 310 al 313) e a confutare il loro politeismo. Sarebbe riuscita a convertire l'imperatrice Faustina. La sua esistenza appartiene piuttosto alla leggenda, in quanto mancano notizie storiche certe. Si sarebbe opposta con tenace fervore alle persecuzioni scatenate da Massenzio contro i cristiani (307), tanto da essere condannata a morte con la tortura della ruota, ma, per miracolo, lo strumento di tortura si ruppe. Pertanto, sarebbe stata poi decapitata e gli angeli avrebbero trasportato il suo corpo sul monte Sinai. Venerata nel medioevo e festeggiata il 25 novembre, nel 1969, in considerazione dell'incertezza delle notizie storiche che la riguardavano, venne omessa dall'elenco dei santi, contenuto nel Calendario universale della Chiesa.
Caterina de' Ricci
(Firenze 1522-Prato 1590) Santa. Sin dall'età di quattordici anni si dedicò alla vita monacale, entrando nel convento delle domenicane di Prato (monastero di San Vincenzo). In seguito ne divenne la priora. Fu ammirata per le sue sublimi doti umanitarie, tanto da essere consultata dai personaggi più famosi del suo tempo: Pio V, Carlo Borromeo e Filippo Neri. Ha lasciato lettere e composizioni in versi. Fu canonizzata nel 1746. La sua festa si celebra il 13 febbraio.
Caterina di Svezia
(? 1331?-Vadstena, Linköping 1381). Santa. Secondogenita di Santa Brigida. Giovanissima andò sposa a Edgar di Kürner, con il quale fece voto di castità. Dopo la morte della madre (1373), seguì il processo di canonizzazione, che si sarebbe concluso solo nel 1391. Nel 1373, si ritirò nel monastero di Vadstena e organizzò l'ordine religioso delle brigidine fondato dalla madre. Nel 1375 incontrò Santa Caterina da Siena. La sua festa si celebra il 24 marzo.
Caterina Labouré
(Fain-les Moutiers, Côte-d'Or 1806-Parigi 1876) Santa. Nel 1830 entrò a far parte delle suore Figlie della Carità di Parigi. La Madonna le apparve numerose volte e dalle sue visioni nacque il culto della "Medaglia miracolosa" che la Madonna volle recasse la scritta "O Maria concepita senza peccato pregate per noi che ricorriamo a Voi". Fu canonizzata nel 1947. La sua festa si celebra il 31 dicembre.
Caterina Vuk¿¹¿ic
(Erzegovina 1424-Roma 1478) Beata. Divenne regina, sposando il penultimo re di Bosnia, Stefano Tommaso Ostojic. Quando il regno fu invaso dai turchi e i suoi due figli furono fatti prigionieri e trasportati a Costantinopoli, si rifugiò a Roma. Qui si rese degna della grazia santificante nella perfetta vita religiosa fra le terziarie francescane. I francescani la venerano come beata. La sua festa si celebra il 25 ottobre.

Caterìna (sovrane) Nome di duchesse e sovrane.
Castiglia Caterina di Lancaster
(Bayona 1374-Valladolid 1418) Regina di Castiglia. Moglie di Enrico III di Castiglia. Assunse la reggenza per conto del figlio Giovanni II nel 1406, dopo la morte del marito.
Francia Caterina de' Medici
=> "Caterina de' Medici"
Inghilterra Caterina d'Aragona
=> "Caterina d'Aragona"
Caterina di Braganza
(Villa Viçosa 1638-Lisbona 1705). Regina d'Inghilterra. Figlia del re del Portogallo e promessa sposa del re d'Inghilterra Carlo II, divenne regina nel 1662. Il matrimonio sancì l'alleanza tra i due paesi. Nel 1685, dopo la morte del coniuge, depose la corona e visse in un convento per alcuni anni, poi ritornò in Portogallo. Nel 1704, per la malattia del fratello Pedro II, assunse la carica di reggente in sua vece.
Caterina di Valois
(Parigi 1401-Bermondsey 1438) Regina d'Inghilterra. Divenne regina nel 1420 sposando Enrico V a Troyes, dove fu stipulato l'omonimo trattato, per cui la successione al trono di Francia sarebbe spettata al primogenito del suddetto matrimonio. Dopo la morte del padre, il figlio di Caterina diventò Enrico VI re di Francia e d'Inghilterra.
Caterina Howard
(? 1522?-Londra 1542) Regina d'Inghilterra. Nipote di Thomas Howard duca di Norfolk, sposò il re Enrico VIII nel 1540, quinta delle sue mogli, dopo l'annullamento del suo matrimonio con Anna di Clèves. Il matrimonio ebbe breve durata; perché il re, venuto a conoscenza della condotta immorale tenuta da Caterina prima del matrimonio e probabilmente anche dopo, la fece processare con l'accusa di adulterio; venne condannata a morte e decapitata.
Mantova Caterina d'Austria
(1533-1572) Duchessa di Mantova e poi regina di Polonia. Con le nozze con Ferdinando III di Gonzaga diventò duchessa (1549-1550). Rimasta vedova nel 1553, si risposò con Sigismondo II Augusto, re di Polonia.
Caterina de' Medici
(1593-1629) Duchessa di Mantova. Nel 1617, acquisì il titolo nobiliare sposando Ferdinando Gonzaga, duca di Mantova. Non avendo avuto figli, alla morte del marito nel 1626, Ferdinando II le assegnò il governo di Siena.
Milano Caterina Visconti
(?-Monza 1404) Duchessa di Milano. Moglie di Gian Galeazzo suo cugino, il quale rivestì la carica di Duca di Milano nel 1395. Nel 1402, rimasta vedova, fu nominata reggente per conto dei figli Giovanni Maria e Filippo Maria. Nel 1404, privata di ogni autorità, morì in circostanze oscure.
Navarra Caterina di Foix
(1468-1517) Regina di Navarra. Diventò regina nel 1483, dopo la morte del fratello Francesco Febo. L'anno dopo si unì in matrimonio con Giovanni d'Albret. Nel 1512 contrastò, senza successo, l'invasione del nord della Spagna da parte di Ferdinando il Cattolico, a seguito della quale il suo regno rimase limitato alla Navarra francese.
Portogallo Caterina d'Austria
(Torquemada 1507-1578) Regina di Portogallo. Figlia di Filippo il Bello e di Giovanna La Pazza regina di Castiglia, divenne regina sposando Giovanni III re di Portogallo nel 1525. Ebbe nove figli. Rimasta vedova, fu nominata reggente per conto del nipote Sebastiano, poiché anche i suoi figli erano tutti deceduti. Nel 1562, lasciato il regno al nipote, si ritirò a vivere in convento.
Russia Caterina I
=> "Caterina I di Russia"
Caterina II
=> "Caterina II di Russia"
Savoia Caterina d'Asburgo-Spagna
(1567-1597) Duchessa di Savoia. Figlia di Filippo II re di Spagna, assunse il titolo di duchessa sposando nel 1585 Carlo Emanuele, duca di Savoia. Il marito, in virtù di questa unione, perseguì una politica antifrancese.
Svezia Caterina Sforza
(1526-1583) Regina di Svezia. Figlia del re di Polonia Sigismondo I Iagellone. Sposò Giovanni di Finlandia nel 1562 e diventò regina nel 1568, quando il marito fu eletto re di Svezia col nome di Giovanni III. Ebbe notevole influenza sulle decisioni del re e lo convinse a ripristinare la religione cattolica in Svezia.
Vestfalia Caterina di Württemberg
(Pietroburgo 1783-Losanna 1835) Regina di Vestfalia. Acquisì il titolo nel 1807, poiché fu costretta da Napoleone I a sposare Gerolamo Bonaparte, re di Vestfalia.

Caterìna da Sièna (Siena 1347-Roma 1380) Santa e mistica italiana. Ventiquattresima figlia di Jacopo Benincasa, tintore di pelli a Fontebranda. Fin dalla più tenera età dimostrò tendenze mistiche. A sei anni sembra abbia avuto la prima visione soprannaturale. A soli sette anni fece voto di verginità. Fu incoraggiata nei suoi propositi dal frate domenicano Tommaso della Fonte, che le suggerì di tagliarsi i capelli quando nel 1362 i genitori avrebbero desiderato che si accasasse. Nel 1363 entrò a far parte dell'ordine delle mantellate domenicane a Siena. Caterina si dedicò completamente alla vita ascetica e fu molto attiva nell'apostolato e nella penitenza. Quando il papa portò la sua sede ad Avignone (1370), Caterina ebbe una visione nella quale Dio le ordinava di lasciare la sua vita contemplativa per dedicarsi a una missione di pace. Incapace di scrivere correttamente, fu costretta a dettare le sue lettere, animata solo dalla sua fede di dover compiere una missione voluta da Dio. Accusata di essere solo una politicante, nel 1374, fu chiamata a Firenze per essere interrogata dal capitolo generale dei domenicani, riunitosi appositamente per giudicare il suo operato. Caterina riuscì a convincere della propria buona fede. Da quel momento ebbe come direttore spirituale frate Raimondo da Capua. Nel 1375 ricevette le stimmate nella chiesa di Santa Cristina di Pisa. Successivamente, venne inviata ad Avignone per mediare gli attriti sorti nel 1376 tra papa Gregorio XI e Firenze. In quell'occasione, ottenne che il papa affrettasse il suo ritorno a Roma; questo avvenne il 17 gennaio 1377. Con l'elezione dell'antipapa Clemente VII (1378) si aprì lo scisma che travagliò la chiesa per circa quarant'anni (1378-1414). Caterina si adoperò per riformare e riunificare la chiesa, battendosi a favore di papa Urbano VI. Per incarico pontificio proseguì la sua missione, poi tornò a Siena, dove per breve tempo poté tornare alle sue meditazioni e dettare il Dialogo della Divina Provvidenza o Libro della divina dottrina (1378).
È stata canonizzata da papa Pio II nel 1461 e proclamata patrona d'Italia insieme a S. Francesco d'Assisi, da papa Pio XII nel 1939, e dottore della chiesa da papa Paolo VI nel 1970. Tra le opere, oltre al Dialogo citato, si ricordano le 381 Lettere (1370-1380). Le sue spoglie sono conservate a Roma, nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva. La sua festa si celebra il 29 aprile.

Caterìna d'Aragòna (Alcalà de Henares 1485-Kimbolton, Huntingdon 1536) Regina d'Inghilterra dal 1509 al 1533. Figlia del re di Spagna Ferdinando il Cattolico e di Isabella di Castiglia, nel 1501 andò sposa al figlio del re d'Inghilterra Enrico VII, Arturo, principe di Galles ed erede al trono inglese. Morto Arturo nel 1502, Caterina andò sposa nel 1509 al re Enrico VIII, previa dispensa papale necessaria per il fatto che i due sposi erano cognati. Ebbe sei figli, dei quali sopravvisse solo la figlia Maria nata nel 1516 (sarà la futura regina Maria I Tudor, regina dal 1549 al 1558, nota come Maria la Cattolica o Maria la Sanguinaria per le persecuzioni scatenate contro gli eretici). Vittima del capriccio di Enrico VIII per Anna Bolena, Caterina venne allontanata dalla corte nel 1531, anche se papa Clemente VII si rifiutò di annullare il suo matrimonio. L'opposizione papale irritò Enrico VIII, che decise il distacco della chiesa inglese dalla chiesa di Roma e si autonominò capo della chiesa d'Inghilterra, facendo dichiarare nullo il matrimonio (1533) da T. Cranmer, arcivescovo di Canterbury. Caterina rimase in Inghilterra fino alla morte, ospitata nel castello di Kimbolton in una condizione simile agli arresti domiciliari, ma rifiutò qualsiasi trattativa sui propri diritti di regina.

Caterìna de' Medici (Firenze 1519-Blois 1589) Regina di Francia. Figlia di Lorenzo de' Medici duca di Urbino, nel 1533, per interessamento del prozio papa Clemente VII, andò sposa a Enrico di Valois duca di Orléans, secondo figlio di Francesco I, che fu re di Francia col nome di Enrico II. Presto venne però trascurata dal marito che le preferì l'amante Diana di Poitiers. Costei favorì l'affermazione dei duchi di Guisa. Sotto la pressione dei Guisa, vennero perseguitati gli ugonotti (protestanti). Venne, inoltre, dichiarata guerra all'Inghilterra (1548-1550) e organizzata la spedizione in Italia (1548) contro Carlo V. Dopo la breve tregua di Vaucelles, i Guisa spinsero a nuove ostilità per la conquista dell'Italia meridionale, ma gli spagnoli, guidati da Emanuele Filiberto, sconfissero disastrosamente i francesi, guidati da Anne de Montmorency, a San Quintino (1557) e li costrinsero alla pace di Cateau-Cambrésis. Durante le celebrazioni, il re Enrico II venne ferito accidentalmente in un torneo e morì subito dopo (1559). A Enrico II succedettero, uno dopo l'altro, i suoi tre figli: Francesco II, Carlo IX ed Enrico III. Nel 1560, Caterina de' Medici assunse la reggenza per conto del secondogenito minorenne Carlo IX. Per circa vent'anni, esercitò un'influenza sugli affari di stato talvolta giudicata ambigua, in quanto facente leva ora sui cattolici ora sui protestanti, secondo la situazione del momento. In realtà, la sua reggenza coincise con uno dei periodi più travagliati della storia di Francia. Infatti, la diffusione del calvinismo combinata con la tendenza della nobiltà a resistere al potere centralizzatore del re, causò nel 1562 l'inizio di una serie quasi ininterrotta di guerre, dette guerre di religione per la distinzione degli schieramenti in base all'appartenenza a una determinata confessione religiosa. Così, alla vigilia delle nozze della figlia Margherita con il calvinista Enrico di Navarra (futuro re di Francia con il nome di Enrico IV), il 24 agosto 1572 (notte di San Bartolomeo), Caterina ordinò il massacro dei protestanti intervenuti per i festeggiamenti e subito dopo tornò a una politica di equilibrio tra lo schieramento cattolico e quello protestante. Protesse lettere e arti e, in particolare, promosse in Francia gli artisti italiani del tempo.

Caterina di Heilbronn o La prova del fuoco Dramma in cinque atti di H. von Kleist. Scritto in prosa e in giambo di cinque versi non rimato (blank verse) nel 1908. Fu portato sulla scena per la prima volta a Vienna nel 1810. Straordinaria fu la rappresentazione del dramma al Deutsches Theater di Berlino, diretta da Max Reinhardt. La trama è incentrata sulla figura di Caterina, eroina romantica, che sospinta dall'amore per il conte Wetter von Strahl, riesce a conquistarlo superando anche la prova del fuoco. Il dramma si apre con una scena di tribunale, dove compaiono Teobaldo, armaiolo a Heilbronn e il conte Wetter von Strahl, accusato dall'armaiolo di avergli stregato la figlia Caterina, irresistibilmente innamoratasi di lui. Il conte afferma di aver fatto numerosi tentativi per togliersela di torno. Ma essi non sono serviti ad altro che ad avvicinargli la ragazza ancora di più. Del resto, il conte è già passato a una nuova avventura con la nobile Cunegonda. Quando i contendenti sono portati davanti al tribunale dell'imperatore, questi ricorda una lontana avventura e scopre che la giovane è la propria figlia. Il dramma si conclude con lieto fine: Caterina sposa il conte del quale è innamorata. Opera dai caratteri romantici (sono presenti i temi del medioevo, il rapimento, la magia, il salvataggio fortunoso, l'assedio di un castello, predizioni, sogni ecc.) ha goduto rapidamente di un notevole successo di pubblico.

Caterina figlia di Houlihan Dramma in un atto di W. B. Yeats. Fu rappresentato per la prima volta nel 1902. La protagonista è il simbolo dell'Irlanda sventurata invasa dagli stranieri, ridotta in condizioni miserabili, che racconta le sue sventure ed espone le sue speranze di liberazione. Il dramma è ambientato nel 1798, quando l'Irlanda, aiutata dalla Francia, tenta di scuotersi di dosso il giogo inglese.

Caterina Gebel Massiccio (2.637 m) dell'Egitto, nel Sinai.

Caterìna I di Courtenay (? 1274?-? 1308) Erede del titolo di imperatrice latina d'Oriente. Fu la figlia dell'imperatore Filippo I e di Beatrice di Angiò-Sicilia. Durante gli anni della sua giovinezza, visse a Napoli presso lo zio Carlo II, re di Sicilia. Nel 1301, sposò Carlo, conte di Valois, portandogli come dote i diritti ereditati sull'Impero di Costantinopoli. Il marito si adoperò invano nel tentativo di formare una lega per riconquistare Costantinopoli.

Caterìna I di Russia (Jakobstadt, Curlandia 1683-Pietroburgo 1727) Imperatrice di Russia. Marfa Skavronskaja, la futura Caterina I, fu catturata dai russi nel 1702 durante la guerra condotta da Pietro il Grande contro la Lettonia settentrionale (Livonia). Portata in Russia, prestò servizio in casa del principe Aleksandr D. Mensikov, un ministro collaboratore di Pietro il Grande, che perciò ebbe modo di conoscerla. Innamoratosene, Pietro la fece convertire alla religione ortodossa (in quella occasione venne ribattezzata e assunse il nome di Caterina) e nel 1712 la sposò in seconde nozze. Di spirito energico, volle essere accanto al marito anche nelle campagne militari, e fu per lui compagna e collaboratrice impareggiabile. Nel 1714 venne incoronata solennemente imperatrice a Mosca. Dei numerosi figli avuti, sopravvissero solo Anna (madre del futuro effimero imperatore di Russia Pietro III) ed Elisabetta Petrovna (futura imperatrice di Russia dal 1741 al 1761). Alla morte di Pietro il Grande (1725), nonostante l'opposizione della nobiltà e del clero, l'intervento della guardia imperiale portò Caterina sul trono. Ella si appoggiò ai vecchi collaboratori di Pietro il Grande, tra i quali A. Mensikov, che fu anche il suo favorito, e che finì per instaurare un potere dispotico e J. F. Ostermann. Inaugurò l'Accademia delle Scienze di Pietroburgo, fondata da Pietro il Grande.

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_c.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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