Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale C parte 7

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale C parte 7

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale C parte 7

 

Caterìna II di Courtenay-Valois (? 1301-Napoli 1346) Erede del titolo di imperatrice latina d'Oriente. Fu la figlia di Caterina I di Courtenay. Col matrimonio celebrato nel 1313, il marito Filippo I di Angiò-Sicilia, principe di Taranto e d'Acacia, acquisì anche il titolo di imperatore latino d'Oriente. Dopo la sua morte, Caterina si dedicò ai possessi del Peloponneso, e il figlio Roberto divenne l'erede.

Caterìna II di Russia (Stettino 1729-Pietroburgo 1796) Imperatrice di Russia, conosciuta anche come Caterina la Grande. Nel 1742 l'imperatrice Elisabetta designò quale suo successore al trono di Russia il giovane Pietro duca di Holstein, figlio della sorella Anna (il futuro Pietro III). Qualche anno dopo pensò di dare in moglie al giovane la figlia del principe tedesco Cristiano Augusto di Anhalt-Zerbst e di Giovanna di Holstein-Gottorp, Sofia Federica Amalia. Accompagnata in Russia dalla madre, la giovane, convertitasi alla religione ortodossa, fu ribattezzata col nome di Caterina Alekseevna e nel 1745 andò sposa al cugino Pietro di Holstein-Gottorp. Benché il matrimonio fosse stato combinato per motivi politici, Caterina si comportò con abilità, così da accattivarsi le simpatie di tutta la corte e della stessa imperatrice. La sua cultura, formatasi sulle opere degli enciclopedisti francesi, e la sua intelligenza la ponevano molto al di sopra del marito. Appena salito al potere (gennaio 1762), Pietro III promulgò una serie di provvedimenti, che provocarono un malcontento generalizzato delle classi dirigenti. Nell'estate del 1762, una congiura organizzata da due ufficiali della guardia imperiale, Aleksej e Grigorij Orlov, portò Caterina sul trono. Venne condotta a Pietroburgo e proclamata imperatrice al posto di Pietro III. Pietro preferì abdicare e rimase ucciso poco tempo dopo in circostanze oscure. Caterina volle avere un controllo diretto sull'attività di governo. Si preoccupò di acquisire una conoscenza diretta delle condizioni del paese e a questo scopo compì numerosi viaggi (Rostov, Saratov, Simbirsk, Crimea). Accentrò i poteri; promosse una nuova raccolta generale delle leggi che costituisse un sistema rinnovato e coerente. Ispirandosi soprattutto ai principi teorizzati da Montesquieu (1689-1755) e da C. Beccaria (1738-1794), elaborò nel 1767 un piano di riforme in senso liberale e istituì una commissione per la redazione di un nuovo codice. Di fatto, le divergenze in seno alla commissione legislativa fecero concludere i lavori con un nulla di fatto. Nel 1775 attuò la riforma dell'organizzazione amministrativa, parzialmente ispirata al principio della divisione dei poteri amministrativo, giudiziario e finanziario, istituendo cinquanta governatorati (circoscrizioni territoriali suddivise a loro volta in province, in circoli e in distretti) controllati direttamente dall'imperatrice attraverso i governatorati generali. Nel 1785 promulgò la Carta della nobiltà che stabiliva i privilegi accordati ai nobili (esenzione dalle imposte; inapplicabilità delle pene corporali nei loro confronti; prestazione volontaria del servizio; diritto di possedere terre abitate da contadini, che venivano riconosciuti proprietà personale del nobile). In realtà, questi privilegi fissati per legge ebbero per effetto di annullare di fatto i principi liberali e di aggravare addirittura il peso della servitù della gleba e le condizioni dei contadini. Ne derivò una delusione delle aspettative di quanti avevano riposto grandi speranze nello spirito liberale manifestato dall'imperatrice. Il malcontento popolare e la consapevolezza, sorta nei contadini, che fossero loro ingiustamente negate le più elementari libertà determinarono la rivolta di cosacchi, baskiri e servi della gleba, guidata da E. Pugacev (1773-1774). La pubblicazione del libro di A. N. Radiscev (1749-1802), Viaggio da Pietroburgo a Mosca (1790), violento atto di accusa contro la servitù della gleba, evidenziò la posizione autoritaria assunta ormai dall'imperatrice: Radiscev fu condannato all'esilio in Siberia. Le vicende della rivoluzione francese non fecero che rafforzare le misure repressive nei confronti degli intellettuali e dei dissidenti. Oltre all'attività politica, Caterina svolse, soprattutto nei primi anni, una notevole attività letteraria, dalla quale scaturirono vari lavori (favole, opere storiche, opere pedagogiche, commedie). Tra i suoi lavori teatrali, che costituiscono una testimonianza della vita e dei costumi dell'epoca, si ricordano le commedie O tempo! e L'onomastico della signora Volcalkinaja. Frutto della sua sensibilità per la cultura fu l'istituzione dell'università di Niznij Novgorod e di altre scuole speciali. La mancanza di personale docente ostacolò l'attuazione di numerosi progetti. È anche da ricordare la fondazione dell'Accademia russa di belle arti di Pietroburgo (1765). All'accademia venne affiancata una pinacoteca, che fu allestita nel palazzo dell'Ermitage appositamente costruito e che venne cospicuamente arricchita. Inoltre l'imperatrice tenne una fitta corrispondenza con filosofi e uomini di cultura, quali Voltaire e Diderot, che invitò a Pietroburgo. Quest'attività fece in modo che durante il suo regno si mantenessero vivi i rapporti con la cultura europea e che continuasse la modernizzazione della Russia intrapresa dallo zar Pietro il Grande, anche se non si verificò alcun progresso sul piano sociale. Sul piano territoriale, l'impero russo si estese a sud a spese dell'impero ottomano con l'annessione della Crimea (1783) e a nord ovest con l'inclusione del territorio lituano (1772) e di parte della Polonia. In questo modo, alla fine del regno di Caterina II, i territori russi si trovarono riuniti sotto un'unica sovranità.

caterinàti Nato come gruppo di discepoli di Santa Caterina da Siena, tra i quali ecclesiastici, letterati, artisti, ai giorni nostri rappresenta la congregazione di studiosi delle opere della santa, che si propone di diffonderne la conoscenza del pensiero e dell'opera. Operando d'accordo con la Società internazionale di studi cateriniani, la congregazione ottenne l'istituzione di una cattedra di studi all'università di Siena nel 1926. Successivamente riuscì a ottenere la proclamazione della santa patrona d'Italia.

caterinétta, sf. Termine di origine francese (catherinette). Nome attribuito alla giovane lavorante della casa di moda. Sartina. Prende origine da Santa Caterina d'Alessandria, patrona delle sarte e giovani modiste.

catering, sm. invar. Servizio di approvvigionamento di cibi, bevande e altro a grandi comunità, navi, aerei, treni, alberghi ecc. compiuto da apposite organizzazioni di vendita.

caterpillar, sm. invar. Autoveicolo cingolato capace di tenere l'aderenza a qualsiasi tipo di terreno.

catèrva, sf. Moltitudine di animali, persone, cose. ~ mucchio. <> scarsità.

catetère, sm. Cannula, in materiale plastico o metallico, che viene introdotta asetticamente in una cavità (vescica, intestino, stomaco, pleura) o in un vaso sanguigno al fine di drenarne il contenuto o prelevare campioni.

cateterìsmo, sm. In medicina è l'introduzione in un vaso sanguigno, a scopo terapeutico, di un catetere. Il cateterismo cardiaco prevede l'introduzione di cannule che arrivano sino al cuore per rilevare parametri fisiologici o effettuare biopsie.

catèto, sm. Ciascuno dei due lati che, nel triangolo rettangolo, comprendono l'angolo retto.

catetòmetro, sm. Strumento che permette di misurare la distanza verticale tra due punti.

catgut, sm. invar. Tipo di filo preparato dalle viscere di montone o di gatto utilizzato in chirurgia per legare i vasi sanguigni o suturare le ferite.
 dall'inglese cat gatto e gut viscere.

Cather, Willa (Winchester, Virginia 1876-New York 1947) Scrittrice. Tra le opere O pionieri! (1913) e La morte viene per l'arcivescovo (1927).

cathode-follower, sm. invar. Circuito amplificatore in cui il collegamento con lo stadio successivo viene effettuato prelevando una tensione dall'impedenza di carico che si trova nel circuito catodico del tubo.

Catignàno Comune in provincia di Pescara (1.595 ab., CAP 65011, TEL. 085).

Catilìna, Lùcio Sèrgio (Roma 108?-Pistoia 62 a. C.) Politico romano. Ordì una congiura che avrebbe dovuto restaurare il vecchio potere poiché tutti i posti consolari erano stati occupati dai plebei; ottenne l'appoggio di Giulio Cesare e delle popolazioni italiche. Cicerone, pronunciò contro di lui le quattro orazioni dette Catilinarie. Catilina, formò un esercito e marciò su Roma, ma morì presso Pistoia.

catilinària, sf. Forma di invettiva violenta sul modello delle orazioni di Cicerone e Catilina.

Catilinarie Opera di oratoria di M. T. Cicerone (63 a. C.).

Catinàccio Massiccio (2.981 m) montuoso delle Dolomiti, nella Val di Fassa.

catinèlla, sf. In abbondanza.
 sf. 1 basin. 2 (piovere a catinelle) to pour.

catìno, sm. 1 Recipiente tondo piuttosto largo, usato per lavarsi o per lavare stoviglie. ~ bacinella. 2 Quantità di liquido che può essere contenuta in un catino. 3 Piccola pianura circondata da alture, conca. 4 Cupola a quarto di sfera che copre l'abside.
 sm. basin.
 lat. catinus (-um).

catióne, sm. Ione con carica positiva generato dalla cessione di un elettrone da parte di un atomo o di una molecola. I cationi si formano nei processi elettrolitici di acidi, basi e sali in soluzione. Nel corso dell'elettrolisi si spostano verso il catodo o elettrodo negativo. In natura, vengono prodotti da radiazioni con frequenza molto elevata (raggi X o anche luce visibile molto intensa) che vengono chiamate ionizzanti.

catocàla, sf. Genere di Insetti Lepidotteri eteroneuri che vivono nell'emisfero settentrionale. Appartiene alla famiglia delle Nottuidi.

Catoche Promontorio del Messico, nella penisola dello Yucatán.

catòdico, agg. (pl. m.-ci) Del catodo, annesso al catodo. raggi catodici, flusso costituito da elettroni che scorrono dal catodo all'anodo, in un tubo contenente gas rarefatto.
 deriv. da catodo.

càtodo, sm. In un generatore chimico (pila) è il polo positivo, sul quale si verifica la riduzione, mentre costituisce l'elettrodo negativo degli accumulatori a celle elettrolitiche (batterie) e di tutte le apparecchiature funzionanti a corrente continua. Nelle celle galvaniche è costituito da un sostegno metallico coperto da ossido (bario) che rilascia elettroni (effetto termoionico). Anche i tubi elettronici (valvole termoioniche) contengono un catodo che, opportunamente riscaldato, svolge il compito di emettere elettroni.

catodòfono, sm. Strumento per la misurazione della pressione sonora.

catóne, sm. Personaggio rigoroso e inflessibile con se stesso e con gli altri.

Catóne, Màrco Pòrcio il Censóre (Tuscolo 234-Roma 149 a. C.) Politico romano, Marcus Porcius Cato, fu un apprezzato scrittore e oratore. Di origini plebee, nel 207 a. C. prese parte alla battaglia di Metauro e all'età di trent'anni fu nominato questore. Rivestì in Sardegna nel 199 a. C. la carica di pretore e nel 195 a. C. fu nominato console, nella cui veste sedò una rivolta in Spagna. Impegnato nella difesa dell'integrità dei costumi nazionali, passò alla storia in qualità di censore (184 a. C.) contro gli Scipioni e a favore dei tribuni della plebe; giurò odio eterno nei confronti di Cartagine e si oppose energicamente alla cultura ellenistica. Tra le opere da lui scritte, si ricordano la storia di Roma da Enea al 151 a. C., nota come le Origines e l'opera enciclopedica di cui si ricorda il trattato latino in prosa sull'agricoltura romana De Agricultura.

Catóne, Màrco Pòrcio l'Uticènse (Roma 95-Utica 46 a. C.) Politico romano, pronipote di Catone il Censore. Fu rappresentante della virtus romana e fervido sostenitore del conservatorismo politico e morale, nonché difensore dell'ideologia repubblicana e oppositore della tirannia. Nominato questore nel 64 a. C., fu un accanito difensore della repubblica e venne nominato nel 63 a. C. tribuno della plebe. Si schierò contro Giulio Cesare durante la guerra civile e fu favorevole a Pompeo. Nel 48 a. C., fu nominato comandante del presidio africano di Utica e quando, a seguito della disfatta di Tapso del 46 a. C., Cesare fu capo di Roma, Catone si suicidò per non dover assistere alla fine della repubblica. Dei suoi scritti è stata ritrovata solo una lettera indirizzata a Cicerone.

catoniàno, agg. 1 Riferito a Catone. 2 Rigorosamente severo, di indubbia moralità.

catòrcio, sm. 1 Chiavistello. 2 Cosa di poco conto, persona di salute cagionevole. ~ ferrovecchio, macinino.

catòrzolo, sm. 1 Tralcio secco della vite. 2 Sporgenza nodosa che si trova sulla superficie di un corpo, soprattutto di legno.

catòttrica, sf. Branca dell'ottica che studia i fenomeni di riflessione della luce.

catòttrico, agg. Dicesi di sistema ottico, formato da superfici riflettenti, ossia che svolgono una funzione di riflessione.

catramàre, v. tr. Impregnare o ricoprire con catrame.

catramatóre, sm. Operaio adibito alla catramatura delle strade.

catramatrìce, sf. Macchina per stendere il catrame su una superficie stradale.

catramatùra, sf. L'operazione, l'effetto del catramare.

catràme, sm. Sottoprodotto della distillazione del carbon fossile, dalla distillazione del legno o di altri combustibili. Il catrame di carbon fossile è formato soprattutto da composti ossigenati, composti azotati e idrocarburi aromatici. Il catrame di legno contiene molti costituenti fenolici. Il catrame greggio è impiegato in special modo come impermeabilizzante, ma anche per gli elementi che provengono dalla sua distillazione frazionata (benzene, toluene ecc.).
 sm. tar.
 arabo qatran.

catramìsta, sm. (pl.-i) Chi è addetto alla catramatura.

catramóso, agg. Che contiene catrame.

càtta, sf. Nome con cui è noto il lemure del Madagascar Lemur catta. Appartiene alla famiglia dei Lemuridi.

Cattàneo, Càrlo (Milano 1801-Castagnola di Lugano 1869) Politico, storico ed economista. Fu federalista e repubblicano e affermò l'importanza delle autonomie locali; attivo durante le Cinque Giornate di Milano. Fondò e diresse Il Politecnico (1839) occupandosi di critica letteraria, economia, filosofia, linguistica, scienza, storia. Tra le sue opere, Notizie naturali e civili sulla Lombardia (1844), L'insurrezione di Milano (1849), Un invito agli amatori della filosofia (1857), Psicologia delle menti associate (1859-1863).

Cattàni, Leóne (Rieti 1906-Roma 1980) Politico italiano. Segretario del PLI dopo la liberazione, componente del CLN, ministro dei lavori pubblici tra il 1945 e il 1946 fu segretario del partito radicale nel 1963.

càttedra, sf. 1 Seggio, sedile. 2 Seggio riservato all'insegnante nelle scuole. 3 Il posto, l'ufficio del professore di ruolo. 4 Seggio con baldacchino usato dal pontefice, durante le funzioni religiose in chiesa. ~ pulpito. 5 Insegnamento. ~ disciplina.
 sf. 1 desk. 2 (posto del professore) teacher's desk, teaching post. 3 (universitaria) chair, professorship.
 lat. cathedra, dal greco kathèdra sedia.

Cattedrale Racconto di R. Carver (1983).

cattedràle, agg. e sf. agg. Di una cattedrale.
sm. Chiesa principale di una diocesi, in cui ha sede la cattedra vescovile e dove il vescovo solitamente presiede le celebrazioni liturgiche. ~ duomo.
 sf. cathedral.
 lat. tardo cathedralis.

cattedràtico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. 1 Proprio di chi occupa una cattedra. ~ accademico. 2 Presuntuoso, saccente. ~ sentenzioso. <> dimesso.
sm. Chi ha una cattedra, professore universitario.

Cattel, James (Easton 1860-Lancaster 1944) Psicologo statunitense, ideatore di test mentali, scrisse Concetti e metodi della psicologia (1904).

cattiàno, agg. e sm. Piano superiore dell'Oligocene compreso tra il Ruperiano e l'Aquitaniano.

cattivàre, v. tr. Conquistarsi l'amicizia di qualcuno.

cattivèria, sf. 1 L'essere cattivo. ~ malignità, malvagità. <> bontà. 2 Azione cattiva, dispettosa. ~ canagliata.
 sf. 1 spite, malice, wickedness. 2 (parole) spiteful remark. 3 (atto) spiteful act. 4 (azione) wicked action.
 deriv. da cattivo.

Cattivi pensieri Saggio di P. Valéry (1943).

cattività, sf. Schiavitù, prigionia. ~ servaggio. <> libertà.
 sf. captivity.

cattività avignonése Periodo di resistenza del papato ad Avignone tra il 1309 e il 1376 causato dalle diatribe feudali che agitavano l'Italia.

cattività babilonése Periodo in cui i babilonesi di Nabucodonosor II tennero in esilio gli israeliti a partire dal 587 a. C.

cattìvo, agg. e sm. agg. 1Contrario alla legge morale. ~ perverso. <> pio. è un cattivo soggetto, disonesto. 2 Che ha tendenza al male. ~ crudele. <> buono. 3 Maldisposto verso gli altri. ~ egoista, gretto. <> altruista. 4 Indocile, indisciplinato. ~ irrequieto. <> ubbidiente. 5 Vile, codardo, ignavo. 6 Di costumi corrotti, depravato, turpe. ~ immorale. <> morale. 7 Di qualità scadente, di poco valore. ~ dozzinale. si tratta solo di un cattivo rimedio. 8 Piovoso, malsano. ~ opprimente. <> salubre. il cattivo tempo non accennava a smettere. 9 Disonorevole, meschino. 10 Inabile, incapace. ~ mediocre. <> bravo. 11 Inutile, insufficiente, che non adempie al compito cui è stato destinato. ~ insoddisfacente. <> accurato. 12 Che è sintomo di malattia. 13 Che procura sensazioni spiacevoli. 144 Doloroso, infausto, triste. 15 Dannoso, svantaggioso. ~ pericoloso. <> favorevole. la cattiva sorte lo perseguitava.
sm. 1 Persona cattiva. i cattivi non la passano mai franca. 2 La parte cattiva o guasta di qualcosa 3 Sapore cattivo.
 agg. 1 bad. 2 (malvagio) wicked. 3 (spiacevole) harsh, bitter. 4 (sapore) bad, nasty.
 lat. captivus (diaboli), prigioniero (del diavolo).

cattlèya, sf. invar. Genere di orchidee epifite spontanee in America centrale e nelle zone tropicali in genere.

Cattòlica Comune in provincia di Rimini (15.115 ab., CAP 47033, TEL. 0541). Centro turistico e balneare della riviera adriatica. Gli abitanti sono detti Cattolicesi o Cattolichini.

Cattòlica Eraclèa Comune in provincia di Agrigento (6.188 ab., CAP 92011, TEL. 0922).

cattolicaménte, avv. In modo consono alla religione cattolica.

cattolicésimo, sm. Confessione del cristianesimo. La comunità cattolica si differenzia per la funzione guida del papa, o vescovo di Roma, capo della chiesa per mandato e potere conferito da Gesù Cristo a Pietro, con giurisdizione sui vescovi locali, successori degli apostoli e guide delle diocesi. Le sacre funzioni sono compiute dai sacerdoti che hanno ricevuto il sacramento dell'ordine. Il termine "cattolico" deriva dal greco katholikós ("universale") e, attraverso il battesimo, testimonia l'estensione del sacerdozio di Cristo a tutta la comunità senza distinzioni di alcun tipo. Si basa sulla lettura dell'Antico e Nuovo Testamento (potere dottrinale o di magistero), e sul complesso di dogmi e fede determinati nei concili generali e che ogni cattolico deve seguire (il mistero della trinità, il peccato originale, la verginità della Madonna, la natura umana e divina di Cristo, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo ecc.). Il cattolicesimo riconosce sette sacramenti che Gesù Cristo istituì per dare all'uomo la grazia sovrannaturale: il battesimo, la cresima, l'eucarestia, la penitenza, l'estrema unzione, l'ordine e il matrimonio. Con circa un miliardo di fedeli, è la confessione cristiana a carattere universalistico e missionario più diffusa. Storicamente si è sviluppato non solo come organizzazione spirituale, ma anche come organizzazione temporale con un proprio diritto canonico (ordinamento giuridico). Nella storia del cattolicesimo, hanno rivestito una notevole importanza i ventuno concili ecumenici; da quello del 325 tenutosi a Nicea, fino al concilio Vaticano II che si tenne dal 1962 al 1965. Queste assemblee riuniscono i vescovi di tutto il mondo al fine di emanare disposizioni e definizioni di fede vincolanti per tutta la chiesa.

cattolicità, sf. 1 Proprietà dell'essere cattolico. 2 I cattolici considerati nel loro insieme. 3 Fedeltà, conformità ai principi cattolici.

cattòlico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. 1 Universale, con riferimento alla chiesa cristiana di Roma. 2 Che è proprio della chiesa di Roma. professa la fede cattolica. 3 Che si ispira ai principi religiosi, morali e sociali propugnati dalla chiesa cattolica. il partito cattolico era molto forte all'epoca.
sm. Chi professa la religione cattolica.
 agg. catholic. sm. roman catholic.
 lat. catholicus, comune a tutti i cristiani, dal greco katholikòs universale.

cattosocialìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Socialista cattolico.

cattùra, sf. 1 L'impossessarsi di una persona o di una cosa per atto ostile o in forza della legge. ~ fermo. <> scarcerazione. infine ci fu la cattura dei fuggiaschi. 2 Fenomeno per cui un fiume, arretrando le sue sorgenti per effetto dell'erosione, raggiunge il corso di un altro fiume che si riversa nel primo.
 sf. 1 capture. 2 (arresto) arrest.
 lat. captura, deriv. da captus, p.p. di capere prendere.

catturàre, v. tr. 1 Far prigioniero. ~ acciuffare. <> rilasciare. 2 Accrescere il proprio bacino erodendo il bacino di altro corso d'acqua, detto di fiume. 3 Impadronirsi di qualcosa. ~ acchiappare, acciuffare. catturò una volpe utilizzando quella trappola.
 v. tr. 1 to catch, to capture. 2 (arrestare) to arrest.
 deriv. da cattura.

Catùllo, Gàio Valèrio (Verona 84 o 87-forse Roma 54 a. C.) Poeta lirico latino. Fu membro del gruppo dei neòteroi, o poetae novi, che si rifacevano alla lirica greca. A Roma conobbe e frequentò personaggi di spicco dell'ambiente politico e letterario ed ebbe una relazione con Clodia, quasi certamente sorella del tribuno P. Clodio Pulcro. Cantò l'amore per la sua donna che celebrò con il nome di Lesbia, il dolore, l'infedeltà. Le note biografiche che lo riguardano sono tratte dai suoi carmi e quindi piuttosto sfuggenti e incerte. È considerato il creatore dell'elegia romana. Il suo Liber Catulli Veronensis, comprende 116 carmi, ripartiti in nugae (carmi facili), carmina docta (canti eruditi), poemetti mitologici, tra cui l'Attis e la Chioma di Berenice, ed elegie. I carmi di Catullo rispecchiano la crisi della repubblica: sono assenti i valori politici della civitas romana mentre come alternativa emerge il privato, con le sue piccole gioie e i suoi drammi che sembrano costituire tutta la sostanza dell'esistenza.

Càtulo, Quìnto Lutàzio (150 ca.-87 a. C.) Console romano dal 102 a. C., nel 101 a. C. sconfisse Cimbri ai campi Raudii in collaborazione con Mario. Passato in seguito dalla parte di Silla, venne condannato dai mariani e per questo si uccise.

CATV Sigla di Cable Television (televisione via cavo) e di Community Antenna Television (televisione ad antenna centralizzata).

Cauca Dipartimento (796.000 ab.) della Colombia, capoluogo Popayán.
Cauca
Fiume (1.015 km) della Colombia, affluente del Río Magdalena.

Caucàsia (russo Kavkasje) Regione situata tra il mar Nero e il mar Caspio. La catena del Caucaso attraversa la regione da nord-ovest a sud-est dividendola in Ciscaucasia e Transcaucasia. Le principali risorse sono tè, girasole, frumento, cotone, petrolio (a Baku e a Majkop).
Occupata dai greci già dal VII sec. a. C., nel III sec. venne invasa dagli asiatici poi dei bizantini, che cristianizzarono armeni e georgiani, e infine dai turchi. Nel 1801, iniziò la conquista russa a partire dalla Georgia cui seguì una ferma resistenza da parte delle popolazioni locali. Nel 1936 fu fondata la Repubblica socialista caucasica che alla caduta dell'Unione Sovietica fu ripartita tra Russia, Armenia, Azerbaigian e Georgia.

caucàsico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. Del Caucaso, della Caucasia.
sm. Chi appartiene a un popolo autoctono del Caucaso.

Càucaso Catena montuosa asiatica, di età alpina, lunga 1.150 km che occupa Georgia, Armenia, Azerbaigian e Russia. La catena principale si allunga da nord-ovest a sud-est dal mar Nero al mar Caspio. La cima più elevata è quella del monte Elbrus (5.642 m). Risorse minerarie: carbone, manganese, petrolio, piombo, zinco.

caucciù, sm. invar. Gomma elastica naturale, idrocarburo contenuto nel latice di piante equatoriali e simili.
 sm. rubber, India rubber.

Cauchy, Augustin-Louis (Parigi 1789-Sceaux 1857) Matematico francese. Tra i precursori dell'analisi moderna. Ha formulato il concetto di limite, ha enunciato il criterio di convergenza della serie omonima ed elaborato la teoria delle funzioni di una variabile complessa. In ottica ha formulato una teoria sulla dispersione della luce, nonché vari criteri sull'elasticità.

caudàle, agg. Della coda o che è dalla parte della coda.

caudatàrio, sm. 1 Chi regge lo strascico. 2 Chi fa parte del seguito di un personaggio importante e lo ossequia servilmente.

Caudàti => "Urodeli"

caudàto, agg. Sprovvisto di coda.

caudillìsmo, sm. Termine che indica un tipo di regime dittatoriale militare tipico delle regioni ispane-americane.

caudìllo, sm. invar. Titolo attribuito a capi politici e militari in Spagna e nell'America latina.

caudìne, fórche Giogo imposto come segno di umiliazione all'esercito romano dei consoli Postumio e Calvino sconfitto dai sanniti capeggiati da Telesino nel 321 a. C. Il giogo era formato da una lancia posta orizzontalmente su altre due piantate in terra.

caudìno, agg. Di Caudio, antica città del Sannio presso la quale nel 321 a. C. i romani furono accerchiati dai sanniti e costretti a passare sotto le cosiddette forche caudine.

caùle, sm. Equivalente di fusto per le piante erbacee.

caulescènte, agg. Provvisto di caule. <> acaule.

caulìcolo, sm. Ciascuno degli steli che sbocciano dalle foglie d'acanto e si incurvano in volute sotto l'abaco nel capitello corinzio.

cauliflòria, sf. Caratteristica di alcune piante di portare i fiori e i frutti direttamente sui rami o sul tronco.

cauliflòro, agg. Relativo a una pianta con caulifloria.

caulinàre, agg. Che è inserito direttamente sul fusto.

Caulobacteràcee Famiglia di Batteri che comprende alcune specie che possono convertire i composti ferrosi dell'acqua in composti ferrici.

caulòide, sm. Porzione del tallo di alcune Alghe paragonabile al caule delle piante superiori.

Caulònia Comune in provincia di Reggio Calabria (8.259 ab., CAP 89041, TEL. 0964).

Caura Fiume (570 km) del Venezuela. Scorre nello stato di Bolívar e sfocia nel fiume Orinoco.

càusa, sf. 1 Ciò che è origine, motivo determinante, di qualche avvenimento. ~ cagione. <> conseguenza. 2 Materia sostanziale del contendere, e quindi materia del provvedere per il giudice. ~ denuncia, imputazione. 3 Complesso di progetti ideali, politici, economici connessi all'azione di un'organizzazione o di un gruppo sociale.
 sf. 1 cause. 2 (dir.) action, lawsuit. 3 (motivo) reason.
 lat. causa.
In filosofia l'idea di causa, o di causalità, è un legame tra due fatti naturali, in cui il primo genera sistematicamente il secondo. Aristotele interpretò il concetto in senso metafisico, enunciando quattro cause: materiale, formale, efficiente e finale. La critica empiristica (Hume) ha constatato che la relazione di causalità naturale è ricavabile solo dall'esperienza, perciò ha valore solo come di ipotesi; Kant vide nella causa una forma dell'esperienza, di valore universale.

causàle, agg. e sf. agg. Che costituisce, che riguarda la causa di qualcosa. il principio causale, relazione di causa ed effetto.
sf. 1 Causa. ~ motivo. 2 Motivo di un pagamento.
 lat. causalis, deriv. da causa.

causalgìa, sf. Bruciore doloroso e localizzato che si riscontra in presenza di lesioni a carico dei nervi.

causalità, sf. Relazione di causa ed effetto. Nella fisica classica viene detta determinismo, cioè due sistemi giungono alle stesse situazioni finali, partendo da situazioni iniziali identiche ed essendo sottoposti a cambiamenti uguali. Questa regola soprattutto nel campo atomico e subatomico, trova difficoltà di applicazione per la quasi impossibilità di stabilire con precisione la coincidenza degli elementi che pertengono ai sistemi.

causalménte, avv. In modo causale.

causàre, v. tr. Fare accadere qualche cosa. ~ provocare. <> impedire.
 v. tr. to cause.
 lat. tardo causare, deriv. da causa.

causatìvo, agg. 1 Atto del causare, che è causa. 2 Si dice di verbi che esprimono un'azione fatta compiere ad altri.

causerie, sf. invar. Discorso senza pretese.

causeur, sm. invar. Piacevole conversatore.

causìdico, sm. (pl.-ci) 1 Nel medioevo era colui che agiva in giudizio in rappresentanza dei litiganti. 2 Avvocato di scarso valore.

Càusio, Frànco (Lecce 1949-) Calciatore italiano. Esordì in serie A nelle file della Juventus nel 1968 e in nazionale nel 1972 divenendo campione del mondo nel 1982 dopo aver vestito 60 volte la casacca azzurra.

causse, sm. invar. Altopiano calcareo intagliato da profonde valli e da alcune forme di rilievo carsico come doline e campi carreggiati.

Causses, Les Regione della Francia. Territorio calcareo, di tipo carsico.

càustica, sf. Dato un fascio di raggi paralleli che si riflette su uno specchio curvo o si rifrange attraverso una lente, è la figura prodotta dall'aberrazione sferica.

causticazióne, sf. Lesioni ai tessuti dovuta all'azione di sostanze chimiche che ne alterano l'organizzazione.

causticità, sf. 1 Qualità di ciò che è caustico. 2 Spirito pungente, mordacità.

càustico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. 1 Detto di composto altamente corrosivo per i tessuti organici. ~ acido. 2 Aspro e mordace. ~ sferzante. <> bonario.
sm. Composto o sostanza caustica.

caustificàre, v. tr. Trasformare in idrossido.

caustificatóre, sm. Dispositivo utilizzato per caustificare.

caustificazióne, sf. Trasformazione per idrossido di calcio di una soluzione acquosa di carbonato alcalino in una soluzione acquosa dell'idrossido corrispondente.

Cautàno Comune in provincia di Benevento (2.138 ab., CAP 82030, TEL. 0824).

cautèla, sf. 1 L'essere cauto. ~ circospezione. <> leggerezza. 2 Atto di persona cauta. 3 Clausola apposta a un atto che mira a prevenirne la nullità o l'inadempimento.
 sf. prudence, caution, precaution.
 lat. cautela, deriv. da cautus.

cautelàre, agg. e v. agg. Che tende a evitare il danno. sequestro cautelare, realizzato per ottenere una garanzia materiale.
v. tr. Difendere, assicurare secondo cautela. ~ salvaguardare. <> esporre. cautelare i propri interessi.
v. rifl. Difendersi da qualcosa. ~ premunirsi. <> arrischiarsi. cautelarsi contro i rischi.
 v. tr. to protect. v. rifl. to take precautions.
 deriv. da cautela.

cautelarménte, avv. In modo prudente.

cautelatìvo, agg. Che tende a cautelare, a proteggere.

cautèrio, sm. Strumento per eseguire bruciature terapeutiche.

cauterizzàre, v. tr. Fare una cauterizzazione.

cauterizzazione, sf. Intervento effettuato sull'organismo da strumenti che, tramite azione termica, provocano necrosi dei tessuti.

càuto, agg. Che agisce con cautela. ~ guardingo. <> imprudente.
 agg. prudent, cautious.
 lat. cautus, deriv. da cavere guardarsi.

Cauvery Fiume (760 km) dell'India. Scorre nel Deccan meridionale. Nasce dai Ghati Occidentali e sfocia nel Golfo del Bengala.

cauzionàle, agg. Che concerne la cauzione.

cauzióne, sf. Deposito di una somma di denaro di titoli e simili a garanzia di un determinato comportamento. ~ caparra.
 sf. 1 deposit, caution money, security. 2 (dir.) bail.
 lat. cautio,-onis, deriv. da cavere.

Cav Sigla di Cavaliere.

CAV In telecomunicazioni è l'abbreviazione di controllo automatico del volume.

Cav. di Gr. Cr. Sigla di Cavaliere di Gran Croce.

Cav. Uff. Sigla di Cavaliere Ufficiale.

càva, sf. 1 Fossa, bolgia, tana. 2 Scavo a cielo aperto per estrarre materiali rocciosi. ~ miniera. 3 Grande abbondanza, fonte, sorgente. 4 Scanalatura praticata nell'indotto delle macchine elettriche rotanti per alloggiarvi i conduttori elettrici costituenti l'avvolgimento indotto.
 sf. quarry.
 lat. volg. cava.

Càva de' Tirrèni Comune in provincia di Salerno (52.502 ab., CAP 84013, TEL. 089). Centro commerciale (mercato di frutta e tabacco) e industriale (prodotti della ceramica, poligrafici, tessili e alimentari). Vi si trovano il monastero benedettino, costruito tra l'XI e il XV sec., e l'abbazia della SS. Trinità, dell'XI sec. Gli abitanti sono detti Cavesi.

Càva Manàra Comune in provincia di Pavia (4.718 ab., CAP 27051, TEL. 0382).

Cavacùrta Comune in provincia di Lodi (738 ab., CAP 20070, TEL. 0377).

cavadènti, sm. 1 Chi, un tempo, esercitava il mestiere di estrarre e curare i denti. 2 Dentista di scarso valore.

cavafàngo, sm. (pl. invar. o cavafànghi) Draga galleggiante attrezzata per liberare dal fango e dalla melma.

Cavaglià Comune in provincia di Biella (3.612 ab., CAP 13042, TEL. 0161).

Cavagliétto Comune in provincia di Novara (407 ab., CAP 28010, TEL. 0322).

Cavàglio d'Agógna Comune in provincia di Novara (1.277 ab., CAP 28010, TEL. 0322).

Cavàglio-Spòccia Comune in provincia di Verbano-Cusio-Ossola (320 ab., CAP 28052, TEL. 0323).

Cavagnòlo Comune in provincia di Torino (3.281 ab., CAP 10020, TEL. 011).

Cavaignac, Louis-Eugène (Parigi 1802-Ourne 1857) Generale francese. Quale ministro della guerra, nel giugno 1848 represse l'insurrezione popolare parigina.

cavaiòla, sf. Forma drammatica popolare sorta in Italia nel XVI sec. Sembra derivare il nome dalla città di Cava de' Tirreni, i cui abitanti erano portati come esempi di dabbenaggine dagli anonimi autori.

cavaiòlo, agg. Riferito a Cava de' Tirreni.

Cavaión Veronése Comune in provincia di Verona (3.414 ab., CAP 37010, TEL. 045).

Cavàlca, Doménico (Vico Pisano 1270 ca.-Pisa 1342) Predicatore domenicano. Tradusse in volgare alcuni scritti ascetici latini tra cui Vite dei santi padri, modello di stile secondo i puristi.

cavalcàbile, agg. Che può essere cavalcato o percorso a cavallo.

Cavalcanti, Alberto (Rio de Janeiro 1897-Parigi 1982) Regista cinematografico brasiliano. Attivo in Europa dal 1925 al 1945, fu anche scenografo e produttore; diresse film d'avanguardia come Rien que les heures (1926) e En rade (1928). Tornato in Brasile, vi diresse O canto do mar (1952).

Cavalcànti, Guìdo (Firenze 1250 ca.-1300) Poeta. Uno dei più illustri e suggestivi rappresentanti del dolce stil novo. I suoi temi sono l'amore idealizzato e drammatico. Guelfo bianco, fu esiliato a Sarzana. Intimo amico di Dante, a lui l'Alighieri dedicò la Vita Nova. Fu autore di canzoni (tra cui Donna me prega perch'io voglia dire), ballate (famosa quella dell'esilio Perch'i' no spero di tornar giammai), sonetti. Restano di lui in tutto cinquantadue opere.

cavalcàre, v. v. tr. 1Stare a cavalcioni sopra a qualcosa. ~ montare. 2 Attraversare passando sopra. il ponte che cavalca la statale. 3 Percorrere con la cavalleria un paese nemico saccheggiandolo e devastandolo.
v. intr. Andare a cavallo. cavalcare all'amazzone, con le gambe rivolte solo da una parte.
 v. tr. to ride.
 lat. caballicare, deriv. da caballus cavallo.

Cavalcarono insieme Film western, americano (1961). Regia di John Ford. Interpreti: James Stewart, Richard Widmark, Linda Cristal. Titolo originale: Two Rode Together

Cavalcasèlle, Giovàn Battìsta (Legnano 1819-1897) Storico dell'arte. Fu molto attivo nella salvaguardia del patrimonio artistico.

cavalcàta, sf. 1 Passeggiata, viaggio a cavallo. 2 Gruppo di persone a cavallo.
 sf. 1 ride. 2 (gruppo) riding party.

Cavalcata Film commedia, americano (1933). Regia di Frank Lloyd. Interpreti: Clive Brook, Diana Wynyard, Ursula Jeans. Titolo originale: Cavalcade

Cavalcata a mare Dramma di J. M. Synge (1904).

cavalcatóre, sm. (f.-trìce) Chi cavalca, soprattutto chi è esperto nell'arte del cavalcare.

cavalcatùra, sf. Bestia che si cavalca.

cavalcavìa, sm. invar. 1 Costruzione ad arco che serve a collegare due edifici o due corpi di un edificio sopra una strada. 2 Ponte che passa sopra una strada, negli incroci con altre strade o con una ferrovia. ~ viadotto.
 sm. invar. flyover.

cavalcióni, avv. Nella posizione di chi va a cavallo.

Cavalése Comune in provincia di Trento (3.553 ab., CAP 38033, TEL. 0462).

Cavalfirio Comune in provincia di Novara (1.012 ab., CAP 28010, TEL. 0163).

Cavalièr d'Arpìno (Arpino, Frosinone 1568-Roma 1640) Giuseppe Cesari detto il Cavalier d'Arpino. Pittore. Tra le opere Affreschi nella Cappella Olgiati (1592, Roma, Santa Prassede) e Affreschi nel Salone del Palazzo dei Conservatori a Roma(1596).

cavalieràto, sm. Titolo e dignità di cavaliere.

cavalière, sm. 1 Chi va a cavallo. ~ cavallerizzo. 2 Soldato dell'arma della cavalleria. 3 Membro della cavalleria medievale. 4 L'uomo che accompagna una donna in luoghi pubblici e in eventi mondani. ~ accompagnatore. gli feci da cavaliere in quell'occasione. 5 Chi è stato decorato di un'insegna cavalleresca. 6 Elemento dell'antica fortificazione costituito da una sopraelevazione di terra o di muro. 7 Paladino. ~ difensore.
 sm. 1 horseman, rider. 2 (titolo) knight. 3 (accompagnatore) partner. 4 (gentiluomo) gentleman. 5 (soldato) cavalryman.
 provenz. cavalier, dal lat. caballarius soldato a cavallo.
Cavaliere senza macchia e senza paura. Appellativo con cui era conosciuto il condottiero francese Pierre Bayard (1476-1524).

Cavaliere dal cavallo bianco, Il Romanzo di H. T. Storm (1888).

Cavaliere della rosa, Il Opera musicale in tre atti di R. Strauss, libretto di H. von Hofmannsthal (Dresda, 1911). La storia d'amore tra Sofia e Ottavio fornisce al musicista il pretesto per ricreare l'atmosfera della vecchia Vienna.
Cavaliere della rosa, Il
Dramma di H. von Hofmannsthal (1911), noto per aver fornito il soggetto per l'opera teatrale in tre atti musicata da Richard Strauss, rappresentata per la prima volta nel Teatro Reale di Dresda nel 1911.

Cavaliere della valle solitaria, Il Film western, americano (1953). Regia di George Stevens. Interpreti: Alan Ladd, Van Heflin, Jean Arthur. Titolo originale: Shane

Cavaliere di Olmedo, Il Commedia di L. de Vega (1620-1625).

cavalière d'Itàlia, sm. Uccello (Himantopus himantopus) della famiglia dei Recurvirostridi e dell'ordine dei Caradriformi. Di colore bianco con ali nere, è dotato di lunghe zampe e di un becco rosa. Vive ovunque, presso stagni e paludi.

Cavaliere inesistente, Il Romanzo di I. Calvino (1959) che fa parte della trilogia I nostri antenati (costituita da Il visconte dimezzato, Il barone rampante, Il cavaliere inesistente). Al servizio di Carlo Magno, nell'epoca classica dei cavalieri, il cavaliere cristiano Agilulfo dalla bianca armatura è il protagonista dell'opera, nella quale si snodano anche le avventure del giovane Rambaldo che vendica il padre e s'innamora di Bradamante, la guerriera bionda dagli occhi di smeraldo vestita di colore pervinca, a sua volta innamorata del cavaliere inesistente. Seguendo con leggerezza e ironia le peripezie degli eroi, il lettore e l'autore si interrogano su sé stessi, sugli altri e sull'esistenza.

Cavalieri Commedia di Aristofane (424 a. C.).

Cavalieri del Nord-Ovest, I Film western, americano (1949). Regia di John Ford. Interpreti: John Wayne, Joanne Dru, Victor McLaglen. Titolo originale: She Wore a Yellow Ribbon

Cavalièri, Bonaventùra (Milano 1598?-Bologna 1647) Matematico. Allievo di Galileo, fu tra i primi a elaborare i concetti del calcolo infinitesimale; scrisse Geometria degli indivisibili.

Cavalièri, Emìlio De' (Roma 1550-1602) Compositore. Tra le opere La rappresentazione di anima e corpo (allegoria drammatica, ca. 1600).

cavàlla, sf. 1 In falegnameria è l'asse verticale con funzione divisoria o di sostegno utilizzata nelle scaffalature. 2 Femmina del cavallo.

cavallàio, sm. 1 Custode di un branco di cavalli. 2 Mercante di cavalli.

cavallànte, agg. e sm. Che o chi si occupa dell'allevamento e della custodi degli equini.

cavallàro, o cavallàio, sm. 1 Chi commercia cavalli. 2 Chi ha in custodia cavalli. 3 Chi guida cavalli da tiro.

Cavallàsca Comune in provincia di Como (2.520 ab., CAP 22020, TEL. 031).

cavalleggèro, sm. 1 Anticamente, soldato a cavallo armato alla leggera. 2 Oggi, soldato di cavalleria.

cavallerésco, agg. (pl. m.-chi) 1 Della cavalleria, relativo all'istituzione medievale della cavalleria. 2 Di cavalieri, proprio dei cavalieri. 3 Degno di un cavaliere, leale, generoso, nobile. ~ galante. <> scortese.
 agg. chivalrous.
Produzione in versi o in prosa del periodo che va dall'XI al XIII sec. che ha come oggetto le gesta dei cavalieri carolingi e bretoni; ebbe origine in Francia. L'amore è ciò che muove il cavaliere all'azione ed è la giusta ricompensa del suo valore. Le canzoni di gesta, iniziate con la Canzone di Rolando, elogiano le imprese guerresche dei singoli e fanno parte del più antico ciclo carolingio. Successivamente si sviluppò il ciclo bretone (come Tristano e Isotta), il canto dei troubadors e il cosiddetto ciclo antico, con protagonisti gli eroi descritti in veste di cavalieri medievali; tra i più famosi narratori si ricorda Chrétien de Troyes.

cavallerìa, sf. 1 Milizia a cavallo. 2 Una delle armi costitutiva del nostro esercito montata su mezzi corazzati. 3 Istituzione medievale che si prefiggeva la lotta in difesa dei deboli, della donna e della chiesa cristiana. 4 Garbatezza, galanteria. ~ educazione. <> villania.
 sf. cavalry, chivalry.
Nata nel medioevo in modo spontaneo, grazie all'impegno dei cadetti delle nobili famiglie, impegnati nelle arti militaresche, si sviluppò tra il XII e il XIII sec. ed ebbe tra i suoi ideali la difesa della cristianità e dei deboli; già nel XV sec. aveva perso il suo significato precipuo e restò solo come istituto nobiliare feudale, simbolo di signorilità e di decoro.

Cavalleria leggera Operetta in tre atti di F. Von Suppé, libretto di K. Costa (Vienna, 1866).

Cavalleria rusticana Melodramma in un atto di P. Mascagni, libretto di G. Targioni-Tozzetti e G. Menasci (Roma, 1890).
La vicenda si svolge in Sicilia, nel XIX sec., il giorno di Pasqua. Turiddu apprende che Lola, sua amata, si è sposata con Alfio. Tenta di consolarsi con Santuzza, ma lei, per gelosia, dice ad Alfio che Lola gli è infedele. Alfio e Turiddu arrivano al duello e quest'ultimo viene ucciso.
Cavalleria rusticana
Dramma di G. Verga (1884).

cavallerìzza, sf. 1 Luogo adibito all'addestramento dei cavalli e all'equitazione. 2 Arte di ammaestrare o cavalcare i cavalli.

cavallerìzzo, sm. 1 Chi abitualmente cavalca. 2 Chi insegna a cavalcare. 3 Chi presenta i cavalli ammaestrati in un circo.
 sm. 1 riding instructor. 2 (circo) circus rider.
 spagn. caballerizo.

Cavallerleóne Comune in provincia di Cuneo (570 ab., CAP 12030, TEL. 0172).

Cavallermaggióre Comune in provincia di Cuneo (4.542 ab., CAP 12030, TEL. 0172).

Cavallèro, Ùgo (Casale Monferrato 1880-Frascati 1943) Militare. Dal 1937 al 1939 fu a capo delle forze italiane in Africa e dal 1940 al 1943 fu capo di stato maggiore generale.

cavallétta, sf. 1 Insetto. 2 Scialacquatore, avido, divoratore. ~ dissipatore. 3 Vela di stallo tra gli alberi di mezzana e maestra.
 sf. grasshopper.
Nome comune con cui si designano gli Insetti Ortotteri alati e muniti di arti posteriori adatti al salto, ascritti alla famiglia dei Tettigonidi; in Italia è molto comune la cavalletta verde (Tettigonia viridissima). Tra le varietà più note la locusta, la cavalletta nana e la cavalletta egizia (Anacridium aegypticum). Quest'ultima può arrecare danni gravissimi alle colture quando si riunisce in sciami di milioni di individui. La sua lunghezza può variare dai 4 ai 10 cm e la colorazione può cambiare in alcuni periodi dell'anno. Gli organi dell'udito sono posizionati sugli arti posteriori o sull'addome. Gli esemplari maschi e alcune femmine producono con lo sfregamento degli arti o delle ali un caratteristico suono.

cavallétto, sm. 1 Arnese di legno con tre o quattro gambe e traverse per sostenere pesi e carichi. ~ trespolo. 2 Antico strumento di tortura. 3 Struttura in ferro, o altro, atta a reggere gru, teleferiche e simili. 4 Supporto in funzione di affusto per armi da getto e da fuoco. 5 Supporto di legno o metallo atto a sorreggere le tele dei pittori.
 sm. 1 trestle. 2 (pittore) easel. 3 (fotog.) tripod.
 dimin. di cavallo.

Cavallétto del Pittóre Costellazione scoperta nel 1752 da N. L. Lacaille, la cui parte settentrionale è visibile dall'Italia nelle notti invernali, sul confine con l'orizzonte; si trova nell'emisfero celeste australe.

Cavàlli Sfòrza, Luìgi Lùca (Genova 1922-) Scienziato e ricercatore. Fu direttore del dipartimento di genetica della Stanford University (USA). Si occupò di biometria e in seguito dell'origine e dell'evoluzione dell'uomo attraverso l'analisi genetica.

Cavàlli, Francésco (Crema 1602-Venezia 1676) Compositore. Tra le opere Egisto (melodramma, 1643), La Didone (melodramma, 1641) e Missa pro defunctis (1675).

Cavàlli, Giovànni (Novara 1808-Torino 1879) Generale e ideatore del cannone rigato a retrocarica.

cavallìna, sf. 1 Gioco tra ragazzi in cui uno si china in modo che gli altri possano saltarlo. 2 Ragazza vivace. correre la cavallina, abbandonarsi ai piaceri. 3 Attrezzo ginnico.
 dimin. di cavalla.

cavallìni Speciali fogli di carta postale bollata emessi dagli stati sardi tra il 1818 e il 1836. Raffiguravano un genio che suona il corno di posta su un cavallo al galoppo.

Cavallìni, Piètro (not. 1273-ca. 1321) Pittore. Tra le opere Storie della vita di Maria (1291, Roma, Santa Maria in Trastevere) e Giudizio universale (ca. 1293, Roma, Santa Cecilia).

cavallìno, agg. Equino.

Cavallìno (comune) Comune in provincia di Lecce (9.314 ab., CAP 73020, TEL. 0832).

Cavallìno (costellazione) Piccola costellazione che si trova nell'emisfero celeste boreale; particolarmente visibile nelle notti estive o autunnali, guardando tra Pegaso e il Delfino.

Cavallino bianco, Al Operetta in tre atti di R. Benatzky, libretto di H. Müller (Berlino, 1930).

Cavallìno, Bernàrdo (Napoli 1616-1654) Pittore. Tra le opere Santa Cecilia (Napoli, Museo e Galleria Nazionale di Capodimonte).

Cavallìrio Comune piemontese in provincia di Novara (8 Km2, 1.050 ab.).

cavàllo, sm. 1 Grosso mammifero erbivoro. 2 Unità di misura della potenza di un motore. 3 Mezzo di difesa campale costituito da un cavalletto a croce avvolto da filo spinato. 4 Attrezzo usato in ginnastica per fare volteggi. 5 Nel gioco degli scacchi pezzo a forma di testa di cavallo. 6 Una delle figure delle carte napoletane. 7 L'inforcatura dei pantaloni in cui le gambe si uniscono.
 sm. 1 horse; (essere a cavallo) to be safe. 2 (pantaloni) crotch, crutch. 3 (scacchi) knight. 4 (cavallo vapore) horsepower.
 lat. caballus.
Il mio regno per un cavallo! Frase tratta dal Riccardo III di Shakespeare.
Genere (Equus) di Mammiferi Perissodattili della famiglia degli Equidi. Grande mammifero erbivoro, ha testa allungata e collo diritto su cui poggia una folta criniera, coda corta con lunghissimi peli, orecchie corte e diritte, arti lunghi e terminati da un solo dito coperto dallo zoccolo. Il cavallo domestico, di origine assai antica, risale all'Eocene inferiore quando l'Eohippus, progenitore di stazza molto piccola, si evolvette aumentando di mole e originando l'estinto Tarpan. In seguito, la linea evolutiva giunse al Caballus fossilis, scomparso dalle regioni dell'America e passato in Europa, dove ha assunto l'aspetto attuale. Il cavallo ha capo di forma triangolare, dentatura composta da molari e canini a crescita continua, corpo snello e muscoloso, quattro arti che ne lasciano capire la natura di dotato corridore della steppa. Il mantello può essere semplice (bianco, nero, sauro) o composto, come il roano, il baio ecc. Grandemente utilizzato nelle epoche passate negli eserciti, nel lavoro dei campi, nelle comunicazioni e nelle spedizioni, il cavallo ha ceduto il passo nell'era moderna alla meccanizzazione, essendo oggi allevato solo per diletto: l'unico attuale esemplare ancora allo stato selvatico è l'Equus Caballus Przewalskii, abitante le steppe della Siberia.
Cavallo andaluso
Cavallo da sella dal mantello grigio, originario della Spagna.
Cavallo anglo-arabo
Cavallo da sella di diverso colore, originario della Francia.
Cavallo anglo-arabo-sardo
Cavallo da sella di diverso colore, originario dell'Italia.
Cavallo arabo
Cavallo da sella di diverso colore, originario dell'Arabia.
Cavallo berbero
Cavallo da sella dotato di grande resistenza, originario dell'Africa nordoccidentale.
Cavallo del Don
Cavallo da sella di diverso colore originario della Russia.
Cavallo criollo
Cavallo da sella adatto al gioco del polo, originario dell'Argentina.
Cavallo maremmano
Cavallo da sella dotato di grande resistenza, originario dell'Italia.
Cavallo przewalskii
Cavallo di colore giallastro. Vive in gruppi sulla catena dell'Altai.
Cavallo salernitano
Cavallo da sella adatto alle competizioni, originario dell'Italia.
Cavallo da tiro pesante rapido
Cavallo particolarmente diffuso nella pianura padana, originario dell'Italia.

Cavàllo (Alpi Ampezzane) Monte (2.251 m) italiano nelle Alpi Ampezzane.

Cavàllo (Alpi Carniche) Monte (2.239 m) italiano nelle Alpi Carniche.

Cavàllo (Appennini) Monte (1.500 m) italiano nell'Appennino Umbro-Marchigiano.

Cavàllo (Maiella) Monte (2.478 m) italiano nel Massiccio della Maiella.

cavallóna, sf. 1 Accrescitivo di cavallo. 2 Donna alta e robusta che si muove senza grazia.

cavallóne, sm. 1 Persona irruente dai movimenti continui, sfrenati, incomposti. 2 Grossa onda marina che si accavalla alle altre e si frange con particolare violenza. ~ maroso.

Cavallòtti, Felìce (Milano 1842-Roma 1898) Politico, giornalista e letterato. Dal 1843 fu deputato e leader dell'estrema sinistra radicale, e si oppose al trasformismo di Crispi. Morì in duello.

Cavallùccio Costellazione (Equuleus) di piccole dimensioni, visibile in estate e in autunno e posta tra il Delfino e Pegaso.

cavallùccio, sm. 1 Posizione di chi sta seduto sulle spalle di un altro, con le gambe appoggiate una sulla sua spalla destra, e l'altra sulla sua spalla sinistra. 2 Diminutivo di cavallo. 3 Dolce tipico della Toscana, prodotto a Siena, fatto con il miele e di forma ovale e schiacciata.
Cavalluccio di mare
Pesce (Hippocampus) di piccole dimensioni appartenente all'ordine dei Gasterosteiformi. Di colore marrone, misura dai 10 ai 15 cm. La parte superiore, fornita di mascelle allungate, assomiglia al profilo del cavallo. Ha corpo schiacciato e rivestito da un tessuto formato da placche ossee e numerose spine. Nella specie fillotterige (Phyllopterix eques), la particolare forma delle pinne separate e delle spine, fanno sì che possa mimetizzarsi tra le alghe. Vive prevalentemente nelle acque calde e le uova sono portate dagli esemplari maschi, fino alla schiusura, in una borsa incubatrice posta sull'addome. Nel mar Mediterraneo è presente la specie Hippocampus guttulatus e nelle coste nordamericane dell'oceano Atlantico vive la specie di più grandi dimensioni Hippocampus hudsonius.

Cavally Fiume (515 km) dell'Africa Occidentale. Nasce dal monte Nimba in Guinea e sfocia nel golfo di Guinea.

cavalòcchi, o cavalòcchio, sm. Nomignolo assegnato un tempo agli esattori.

cavaménto, sm. Azione ed effetto dello scavare.

Cavan Contea (53.000 ab.) dell'Irlanda. Territorio in prevalenza collinoso.

Cavàni, Liliàna (Carpi 1933-) Regista cinematografica. Diresse Francesco d'Assisi (1966), Il portiere di notte (1974), Interno berlinese (1985) e Francesco (1989).

cavapiètre, sm. invar. Operaio che lavora nelle cave di pietra.

cavàre, v. tr. 1 Trarre fuori in modo più o meno violento. ~ estirpare. <> infilare. cavare sangue da un sasso, fare una cosa impossibile. 2 Togliere. ~ asportare. <> collocare. il dentista gli cavò due denti. 3 Estrarre dal sottosuolo. 4 Sbrigare. sei in grado di cavartela da solo. 6 Ottenere. cavare denari e favori con espedienti.
 v. tr. 1 (togliere) to remove, to draw out, to extract. 2 (giacca) to take off. 3 (fame, sete) to satisfy. 4 (cavarsela) to manage, to get on all right.
 lat. cavare, deriv. da cavus, cavo.

Cavarèno Comune in provincia di Trento (854 ab., CAP 38011, TEL. 0463).

Cavàrgna Comune in provincia di Como (382 ab., CAP 22010, TEL. 0344).

Cavària cón Premézzo Comune in provincia di Varese (4.632 ab., CAP 21044, TEL. 0331).

Cavàrzere Comune in provincia di Venezia (16.806 ab., CAP 33014, TEL. 0426). Centro commerciale (mercato di ortaggi e frutta) e industriale (prodotti tessili, alimentari e meccanici). Gli abitanti sono detti Cavarzerani.

Cavàso dél Tòmba Comune in provincia di Treviso (2.390 ab., CAP 31034, TEL. 0423).

Cavàsso Nuòvo Comune in provincia di Pordenone (1.423 ab., CAP 33090, TEL. 0427).

cavastivàli, sm. Arnese per lo più di legno in cui si conficca il calcagno in modo da esercitare con la gamba la forza necessaria a togliersi lo stivale.

cavàta, sf. 1 Estrazione. 2 Forza e limpidezza dei suoni che l'esecutore trae dagli strumenti o dalla voce.

cavatàppi, sm. Utensile di varia foggia munito di una punta a spirale con cui si estraggono i tappi di sughero dalle bottiglie. ~ apribottiglie.
 sm. corkscrew.

cavatìna, sf. 1 In un melodramma, grande aria in due parti che introduce un nuovo personaggio. 2 Espediente ingegnoso per togliersi da un impiccio.

cavatóre, sm. 1 Chi lavora in una cava di marmo o altro materiale. 2 Chi scava valli, fosse o trincee.

Cavatóre Comune in provincia di Alessandria (320 ab., CAP 15010, TEL. 0144).

cavatùberi, sm. Macchina che esegue l'estrazione dei tuberi dal suolo.

cavatùra, sf. 1 Azione del cavare. 2 Incavatura. ~ scavo.

cavaturàccioli, sm. Cavatappi.

cavazióne, sf. Nella scherma, azione che serve a svincolare la propria arma da quella dell'avversario.

Cavàzzo Càrnico Comune in provincia di Udine (1.097 ab., CAP 33020, TEL. 0433).

Cavazzóni, Màrco Antònio (Bologna ca. 1490-Venezia ca. 1570) Compositore. Tra le opere Ricercari per organo e clavicembalo.

cave, sf. (pl. caves) Cantina adibita a locale tipico per spettacoli musicali o di cabaret.

Càve Comune in provincia di Roma (8.584 ab., CAP 00033, TEL. 06).

càvea, sf. Nel teatro classico, l'area destinata al pubblico e costituita da gradinate semicircolari.

caveau, sm. invar. Luogo in cui la banca custodisce valori.

Cavedàgo Comune in provincia di Trento (442 ab., CAP 38010, TEL. 0461).

cavédano, sm. Pesce (Leuciscus cephalus) d'acqua dolce della famiglia dei Ciprinidi e dell'ordine dei Cipriniformi. Simile alla carpa, ha pinne rossicce e scaglie dorate. La sua lunghezza arriva a circa 50 cm e può raggiungere il peso di 5 kg. Vive nei fiumi e nei laghi dell'Europa e dell'Asia minore; pregiato in gastronomia.

Cavédine Comune in provincia di Trento (2.467 ab., CAP 38073, TEL. 0461).

cavèdio, sm. 1 Cortile interno della casa romana. 2 Cortile coperto da un lucernario.

Cavenàgo d'Àdda Comune in provincia di Lodi (1.861 ab., CAP 20070, TEL. 0371).

Cavenàgo di Briànza Comune in provincia di Milano (5.020 ab., CAP 20040, TEL. 02).

Cavendish, Henry (Nizza 1731-Clapham, Londra 1810) Scienziato inglese. Nel 1766 isolò e studiò l'idrogeno e in seguito precisò la composizione dell'aria (1783). Inoltre sintetizzò l'acqua e utilizzò una scarica elettrica per far reagire, combinandoli, azoto e ossigeno. Misurò l'attrazione gravitazionale con una bilancia di torsione, che da lui prende il nome, calcolando di conseguenza la densità media della Terra.

cavèrna, sf. 1 Grotta formata da una grande cavità sotterranea. ~ antro. uomo delle caverne, uomo preistorico. 2 Casa sudicia e malsana. ~ spelonca. 3 Cavità formata in un organo da un processo morboso. caverna polmonare, lesione polmonare causata da necrosi dei tessuti.
 sf. cave.
 lat. caverna, deriv. da cavus cavo.

Cavernàgo Comune in provincia di Bergamo (1.268 ab., CAP 24050, TEL. 035).

cavernìcolo, agg. e sm. 1 Che, chi abita nelle caverne, troglodita. ~ primitivo. 2 Si dice di animali che vivono preferibilmente in luoghi bui e umidi.

cavernìte, sf. Infiammazione dei corpi cavernosi del pene.

cavernosità, sf. L'essere cavernoso.

cavernóso, agg. 1 Ricco di caverne. 2 Simile a caverna. 3 Cupo, roco. ~ profondo. <> squillante.

cavétto, sm. Conduttore elettrico di solito formato da due fili metallici isolati tra loro e con un involucro in comune.

cavézza, sf. 1 Fune o correggia con cui si tiene legata la testa del cavallo o di un altro animale. 2 Tutto ciò che frena o impedisce la libertà della persona.
 lat. capitium, deriv. da caput,-itis testa.

cavezzàle, sm. Sinonimo di cavedano.

Cavézzo Comune in provincia di Modena (6.351 ab., CAP 41032, TEL. 0535).

càvia, agg. e sf. agg. Sperimentale.
sf. Persona o animale sottoposto a esperimenti scientifici, indagini sociologiche, e imprese difficili. ~ vittima.
 sf. guinea pig.
Genere di Mammiferi Roditori (Cavia) della famiglia dei Cavidi, le cavie sono usate in laboratorio a scopo sperimentale; hanno capo piccolo e allungato, corpo tozzo di taglia media, pelo raso e senza coda.

caviàle, sm. Alimento costituito da uova di storione o altri pesci, salate o lavorate.
 sm. caviar.

cavìcchia, sf. 1 Chiavarda. 2 Grosso cavicchio.

cavìcchio, sm. 1 Legno corto e appuntito piantato nel terreno allo scopo di trapiantarvi piante. 2 Sporgenza dell'osso frontale dei ruminanti.

cavicòrni Gruppo di Mammiferi Ruminanti cui appartengono le antilopi, i buoi, i montoni e le capre. Sia i maschi posseggono corna cave ricoperte da un astuccio corneo.

cavicòrno, agg. Detto di corno costituito da un rivestimento che copre come un astuccio le protuberanze dell'osso frontale caratteristico di alcuni animali ruminanti.

cavìglia, sf. 1 Parte della gamba al di sopra del tarso. 2 Cavicchio di legno o di metallo destinato a vari usi.
 sf. ankle.
 provenz. cavilha, dal lat. clavicula chiave piccola.
In nautica, nelle imbarcazioni a vela, è il cavicchio metallico o di legno impiegato, per esempio, per fissare le manopole della ruota del timone.
Un altro massiccio utilizzo di caviglie è stato fatto in passato nella costruzione delle strade ferrate. Infatti l'elemento di giunzione delle rotaie alle traversine è stato per anni una caviglia costituita da una grossa vite da legno con testa quadrata, filettatura triangolare e punta tronco-conica. Attualmente, le traversine in cemento stanno soppiantando quelle in legno, rendendo così obsolete anche le relative caviglie.

Cavìglia, Enrìco (Finale Ligure 1862-1945) Generale. Durante al prima guerra mondiale fu al comando dell'VIII armata e nel 1919 fu eletto ministro della guerra. Nel 1920 fu al comando delle truppe che terminarono l'occupazione dannunziana di Fiume.

caviglièra, sf. 1 Fascia elastica protettrice delle caviglie. 2 Rastrelliera di caviglie ai piedi degli alberi.

caviglière, sm. Parte terminale superiore degli strumenti ad arco che contiene le corde tese dai piroli.

Cavìidi Famiglia di Mammiferi Roditori Istricomorfi cui appartiene la cavia.

cavillàre, v. intr. Sottilizzare con argomentazioni cavillose ed esageratamente pignole. ~ sofisticare.

cavillatóre, sm. (f.-trìce) Chi usa cavilli.

cavìllo, sm. Argomento sottile, falso, ma con qualche apparenza di verità. ~ sottigliezza.
 sm. cavil, quibble.
 lat. cavillus (-um) scherzo.

cavillosaménte, avv. In modo cavilloso.

cavillosità, sf. Qualità di cavilloso.

cavillóso, agg. 1 Che usa cavilli. ~ pignolo. 2 Che è fondato su cavilli. ~ capzioso. <> lineare.

cavità, sf. 1 Parte incavata di qualcosa. ~ incavo. 2 Spazio cavo. ~ alveo. <> protuberanza.
 sf. cavity.
 lat. tardo cavitas,-atis.

cavitàrio, agg. Che presenta o appartiene a una cavità.

cavitazióne, sf. Fenomeno per il quale la pressione di un liquido diventa inferiore alla sua tensione di vapore a causa del rapido movimento.

Cavite Provincia (771.000 ab.) delle Filippine, capoluogo Trece Martires.

Cavizzàna Comune in provincia di Trento (199 ab., CAP 38022, TEL. 0463).

Càvo Monte (949 m) italiano, nei Colli Albani del Lazio.

càvo, agg. e sm. agg. Incavato, fondo, vuoto. ~ scavato. <> sporgente.
sm. 1 Cavità, incavatura. 2 Grossa fune usata specialmente in marineria. ~ corda. 3 Conduttore elettrico rivestito di materiale isolante.
 agg. hollow. sm. 1 (anat.) cavity. 2 (corda) cable, rope. 3 (telefonico, elettrico) cable.
Cavi elettrici
Possono essere impiegati per il trasporto di energia e per le telecomunicazioni. Sono costituiti da un conduttore, generalmente in rame, una guaina esterna detta isolante e un rivestimento, che può essere un tubo coassiale di materiale vario e ricoperto di gomma ecc.
Cavo coassiale
Cavo per attraversamentisottomarini, lunghi centinaia di chilometri impiegati per telefonia e telegrafia, che comprende due conduttori (un filo e un tubo), isolati tra loro.
Vena cava
Ognuna delle due vene (inferiore e superiore) che portano il sangue all'atrio destro del cuore.

 

cavolàia, sf. Insetto lepidottero (Pieris brassicae) della famiglia dei Pieridi con ali bianche o giallastre e una macchia nera; è assai diffusa in Italia; le larve si sviluppano sulle foglie di cavolo di cui si nutre.

cavolàta, sf. 1 Minestra di cavoli. 2 Stupidaggine. ~ sciocchezza.

cavolfióre, sm. Varietà commestibile di cavolo.
 sm. cauliflower.

càvolo, sm. 1 Ortaggio simile alla verza. 2 Nell'espressione Non me ne importa un cavolo: nulla ~ niente.
 sm. 1 cabbage. 2 (non me ne importa un cavolo) I don't give a damn.
Erbacea mediterranea commestibile (Brassica oleracea) della famiglia delle Crucifere e dell'ordine delle Readali; ha grosse foglie sessili, fiori bianchi o gialli. Ne esistono oltre 150 specie, tra cui il cavolo verzotto, o verza, e il cavolo di Bruxelles a forma di piccole bolle globose.

Cavour (canale) Canale d'irrigazione del Piemonte, tra il Po e il Ticino.

Cavour (comune) Comune in provincia di Torino (5.226 ab., CAP 10061, TEL. 0121).

Cavour, Camìllo Bènso (Torino 1810-1861) Statista, economista e uomo politico. Nacque il 10 agosto 1810 a Torino dal marchese Michele Benso di Cavour e da Adele De Sellon, della nobiltà protestante ginevrina. Nel 1820, nel rispetto della consuetudine riservata al primogenito, per il piccolo Camillo fu scelta la carriera militare e fu iscritto alla Regia Accademia Militare di Torino. Il contatto con i figli delle altre casate del regno, la vita fuori dall'ovattata atmosfera familiare, la disciplina e gli studi aprirono la mente al giovane Cavour. Si applicò discretamente agli studi, fu abbastanza disciplinato, ma la sua vanità, il carattere allegro ed estroverso gli fecero preferire la realtà della vita esterna all'accademia militare. Cavour dimostrò ben presto una forte personalità indipendente. Nel 1824 Carlo Alberto gli concesse l'ambito onore di vestire la rossa livrea di paggio di corte che offriva, oltre a un cospicuo appannaggio, notevoli agevolazioni e distinzioni sociali. Dimostrò comunque insofferenza, sino a quando il re Carlo Alberto venuto a conoscenza di quell'atteggiamento non esitò a togliergli quell'onore. Dopo questo episodio, a diciassette anni, nel 1826 Camillo lasciò l'Accademia con il grado di luogotenente del Genio e una carriera già compromessa. Durante il tirocinio militare soggiornò a Torino, Ventimiglia, Exilles, Lesseillon e a Genova, dove acquisì il senso di apertura della città alle nuove tendenze europee. Già precedentemente si era nutrito dell'atmosfera di ragione illuminata della città di Ginevra, attraverso la corrispondenza con la zia De Sellon, con il cugino De La Rive e la lettura di Bentham, Guizot e Constant. In quel periodo nella società era in atto un processo evolutivo che il Cavour ebbe la possibilità di cogliere nella casa genovese dei banchieri ginevrini De La Rue. Per comprendere meglio l'uomo Cavour, lo sviluppo della sua personalità e i concetti morali e sociali che avrebbero ispirato la sua futura azione politica è importante tenere a mente la sua formazione nel Piemonte conservatore del 1820. Il regno di Sardegna, steso sui due versanti delle Alpi con l'appendice isolana, inserito tra il lago Lemano, Ginevra e i cantoni elvetici, faceva da cuscinetto fra la Lombardia austriaca e la Francia, con l'arco ligure-nizzardo proiettato sul Mediterraneo, e i suoi capoluoghi regionali erano Torino, Genova, Chambery, Annecy, Cagliari. Si trattava di un paese bilingue, gravitante nell'orbita culturale francese e che doveva la propria esistenza alla secolare politica tra la Francia e Austria, sempre in pericolo di essere schiacciato da parte di uno de due potenti vicini. L'influenza inglese attraverso Genova e le controversie politico-religiose dalle valli svizzere animavano la vita culturale dello Stato. L'Italia vista da Torino era rappresentata dalle valli lombarde oltre il Ticino, dalla pianura padana e dalla lingua che Roma e gli Stati regionali della penisola avevano elaborato nei secoli passati. Oltre la corona degli Appennini la visuale politica dei piemontesi non giungeva: Milano era lontana da Torino più di Lione, Ginevra o Marsiglia; con due giorni di diligenza si poteva raggiungere Parigi dalla Savoia, mentre un viaggio a Napoli non rientrava solo nei programmi di qualche poeta o di qualche avventuroso giramondo. Queste precisazioni di carattere geografico evidenziano come per le persone che nutrivano sentimenti liberali i grandi poli di attrazione non potevano che essere Parigi e l'Inghilterra.
Cavour in questo contesto si sentì fratello dei liberali francesi nel loro odio verso tutte le aristocrazie e le potenze della Santa Alleanza, gendarme vigile del privilegio nobiliare e di casta. I mesi di Genova furono un periodo febbrile nella vita del Cavour; l'esuberanza dei vent'anni e lo scontento della propria condizione lo portarono all'indisciplina, alla ricerca di evasioni esaltanti, lo attirarono i tavoli da gioco e le belle donne; queste ultime passioni non lo abbandoneranno, formandone un carattere che anche in politica utilizzò con improvvisi azzardi e sottili calcoli di seduzione. A Genova s'innamorò della contessa Anna Corvetto Giustiniani, relazione tanto sofferta da indurlo a pensare al suicidio. La famiglia lo fece allontanare da Genova riportandolo nella più tranquilla Torino; successivamente fu mandato, per alcuni mesi, a meditare nel forte di Bard nel cuore delle Alpi. Si dimise dal Genio nel 1831 dopo essere stato punito per i suoi entusiasmi verso la rivoluzione scoppiata in Francia nel 1830. Entrò in contatto con l'ambasciata di Francia dove poteva discorrere pacificamente di politica con il barone de Barante, con Sesmaison, con d'Haussonville che gli offrivano una ricca esperienza umana. Si sviluppò in lui un costante interesse per i fenomeni sociali, le cose del mondo, la storia degli uomini. Superò nel 1834 una profonda crisi personale dovuta alla ripresa dei rapporti con la Giustiniani. Nel 1835 uscì il suo primo libro, anonimo, riguardante uno studio sull'amministrazione dei fondi provenienti dalla tassa dei poveri in Inghilterra. Il 1835 fu un anno decisivo; Cavour soggiornò lungamente a Parigi, a Londra, dove conobbe Tocqueville e Senior, in molte altre città inglesi e a Bruxelles dove incontrò l'esule Gioberti. Successivamente ritornò a Torino dove il padre era stato nominato vicario di polizia. Si dedicò all'amministrazione della vasta tenuta di Leri per conto del padre e sembrò destinato a condurre una tranquilla vita di signore di campagna. I viaggi nell'Europa occidentale, le numerose persone conosciute, le cose studiate crearono in Cavour un acuto interesse verso lo sviluppo capitalistico moderno. Ebbe occasione di fare frequenti visite in Savoia e Francia, essendo stato nominato curatore dell'eredità della zia sposata con Jules Gaspar de Clermont-Tonnerre, pari di Francia. Ricercò costantemente la propria indipendenza economica, in quanto sentiva l'oppressione di una vita senza sbocchi di libertà personale. Speculò in borsa sulla crisi della Siria e perse una notevole somma. Ritornò a Torino e diventò sempre più un agente subordinato del padre e un diligente esecutore degli affari di famiglia. La sua passione politica fu esercitata nel sindacato di Grinzane, nella Commissione superiore di statistica di cui era membro dal 1836. Nel 1841 fondò a Torino la Societé du Whist, sul modello dei club londinesi. Questo suo associazionismo creò diffidenza nella polizia austriaca. Fece altri viaggi in Svizzera e a Parigi, dove conobbe Sainte-Beuve, Pellegrino Rossi, Quinet, Michelet, Philarète, Chasles, Jules Simon, Ney e Cousin. Il conte Cavour, ormai ultratrentenne, era molto conosciuto e popolare presso i liberali che in lui vedevano un uomo capace di esprimere esperienze progressiste. I conservatori non gradirono che in pubblici consessi, al di fuori della corte e dei consiglieri di Sua Maestà, si discutessero questioni, come quelle agrarie, che investivano da vicino le basi stesse dell'economia (e quindi della politica generale) del paese, fondato principalmente sull'agricoltura. Essi vedevano nell'Associazione Agraria quasi un anticipazione del parlamento. Si formarono i partiti che raggrupparono i partigiani delle diverse tendenze evidenziando la divisione fra moderati e radicali. Nel 1841 pubblicò una memoria Sull'economia rurale del Piemonte e specialmente sull'allevamento dei bachi da seta a domicilio. Nel 1844 scrisse le Considèrations sur l'ètat actuel de l'Irlande et sur son avenir e, nel 1845, il saggio De la question relative à la législation anglaise sur le commerce de céréales. Nel 1846 pubblicò il saggio De chemins de fer en Italie dove esprimeva apertamente concetti politici anti-austriaci. Gli scritti sulla Bibliotèque universelle di Ginevra e sulla Revue nouvelle di Parigi contribuirono a far conoscere Cavour quale economista. Il 6 marzo 1844 i due partiti si scontrarono per l'elezione del presidente dell'Associazione Agraria. Cavour e i suoi favorirono l'elezione del conte Ruggero di Salmour. Cavour scrisse a Gioanetti spiegandogli che il nuovo presidente doveva rappresentare, contro ogni intrigo, le opinioni liberali e progressiste. Contrario a Cavour si manifestò Colobiano che nel 1846, nominato presidente d'autorità regia, lo estromise dal consiglio direttivo. L'Associazione contava tremila membri ed aveva nel paese notevole importanza; si era formata con l'approvazione governativa con lo scopo di perfezionare lo stato dell'agricoltura. Cavour rappresentò il partito moderato nell'Associazione Agraria, fu un saggio agricoltore, uno spericolato uomo d'affari con l'ideologia di un liberalismo nutrito di mentalità europea moderna, fondata sullo sviluppo capitalistico in rapporto con lo Stato. Fu uno scrittore di cose economiche e sociali, un Tocqueville subalpino, meno sistematico nell'esposizione del suo pensiero e più aderente alle situazioni concrete. Nel 1847 pubblicò il saggio Dell'influenza che la nuova politica commerciale inglese deve esercitare sul mondo economico e sull'Italia in particolare. A dicembre uscì la rivista Risorgimento nella quale il Cavour, con una teoria mutuata da Guizot, insistette sulla politica moderata delle riforme, del giusto mezzo e dell'idea nazionale. Il 23 marzo 1848 il Piemonte dichiarò guerra all'Austria: truppe toscane, napoletane e dello Stato Pontificio si unirono a Carlo Alberto. L'8 maggio fu inaugurata la Camera dei deputati subalpina. Cavour non risultò eletto nei quattro collegi nei quali aveva presentato la sua candidatura, ma ebbe successo nelle suppletive di giugno. Appoggiò le leggi Siccardi che abolivano il diritto d'asilo e il Foro Ecclesiastico e spinse D'Azeglio verso un programma di riforme per vincere l'opposizione democratica. Morto Santarosa, ministro dell'Agricoltura, Cavour ne assunse il dicastero in aggiunta a quello della Marina. Dimessosi nel 1851 il Nigra, Cavour ottenne anche le Finanze.
Cavour rappresentava una nuova figura di aristocratico liberale aperto alle esigenze di progresso civile e sociale della borghesia moderna. Il 10 aprile 1854 Francia e Inghilterra entrarono in guerra contro la Russia dello Zar Nicola I che si era insediato nel mediterraneo meridionale a spese della Turchia. L'Austria apparentemente neutrale entrò in guerra alleata agli occidentali. Cavour si fece invitare nell'alleanza inglese, mandò un comando autonomo piemontese in Crimea che prese parte alla Battaglia della Cernaia (1855). Sebastopoli fu presa e la caduta della fortezza segnò la fine della guerra. La partecipazione alla guerra consentì a Cavour la presenza al Congresso di Parigi del 1856 con parità di diritti dei ministri delle grandi potenze; ottenne di discutere sulla questione italiana e il consenso francese e inglese contro la politica austriaca. Con l'Accordo di Plombières (1858) Cavour ebbe contatti diretti con Napoleone III; escludendo le normali vie diplomatiche, concluse un patto segreto di alleanza franco-piemontese in funzione anti-austriaca. Solo in caso di attacco dell'Austria il Piemonte avrebbe avuto aiuti dalla Francia. Fu concordato un nuovo assetto politico dell'Italia in caso di vittoria. La rottura diplomatica tra Napoleone III e l'Austria portò nel 1859 alla firma del trattato di alleanza militare tra Piemonte e Francia. L'Austria diede un ultimatum al Piemonte chiedendo l'immediato disarmo e il congedo dei volontari. Alla risposta negativa di Cavour Giulay passò il Ticino. Ebbe inizio la seconda guerra d'indipendenza. Con le battaglie di Solferino e San Martino. gli Austriaci furono duramente sconfitti. A Villafranca Francesco Giuseppe e Napoleone III si incontrarono per trattare la pace e Vittorio Emanuele III sottoscrisse l'armistizio (1859) impegnandosi solo per il Piemonte. Cavour sorpreso dall'armistizio fu costretto a dare le dimissioni; gli succedette il ministero Lamarmora-Rattazzi. Nel frattempo in Toscana, a Modena, a Bologna e nelle Legazioni pontificie i governi provvisori chiedevano l'annessione al Piemonte. Napoleone III si oppose alla designazione di Eugenio di Carignano alla guida dei quattro Stati centrali; governatore delle provincie collegate fu nominato Boncompagni. Nel 1860 caduto il ministero Lamarmora-Rattazzi, Cavour formò un nuovo governo assicurandosi oltre alla Presidenza, gli Interni e gli Esteri. Convinto della possibilità di annettersi l'Italia centrale dietro la cessione della Savoia e Nizza alla Francia, fece indire i plebisciti in Emilia e Toscana. Queste due regioni votarono l'annessione al Piemonte; Nizza e Savoia passarono alla Francia. Nonostante le preoccupazioni di Cavour, venne organizzata la spedizione dei Mille capeggiata da Garibaldi e caldeggiata da Vittorio Emanuele II. Con il Proclama di Salemi Garibaldi assunse la dittatura della Sicilia in nome del Re del Piemonte. Garibaldi raggiunse Napoli. Mazzini si adoperò affinché l'assetto della futura Italia fosse affidato a una Costituente italiana. Nonostante la repressione dei moti contadini operata da Bixio, Cavour era preoccupato di un'eventuale rivoluzione repubblicana e sociale e otteneva da Napoleone III il consenso a un intervento piemontese. Truppe piemontesi occuparono Ancona. Con la vittoria del Volturno Garibaldi indisse il plebiscito in Sicilia e a Napoli rimettendo i poteri dittatoriali a Vittorio Emanuele II. L'ex regno delle Due Sicilie fu annesso al Piemonte; successivamente anche l'Umbria e le Marche votarono per l'annessione. Il primo parlamento nazionale, il 17 marzo 1861, proclamò Vittorio Emanuele II re d'Italia. Dopo alcuni giorni Roma veniva proclamata capitale d'Italia. Invano Cavour cercò d'indurre Pio IX a rinunciare al potere temporale. Cavour morì improvvisamente il 6 giugno 1861.

Cavriàgo Comune in provincia di Reggio Emilia (8.369 ab., CAP 42025, TEL. 0522).

Cavriàna Comune in provincia di Mantova (3.484 ab., CAP 46040, TEL. 0376).

Cavrìglia Comune in provincia di Arezzo (6.740 ab., CAP 52022, TEL. 055).

Caxias do Sul Città (291.000 ab.) del Brasile, nello stato di Rio Grande do Sul.

Cayatte, André (Carcassonne 1909-Parigi 1989) Regista cinematografico francese. Diresse Giustizia è fatta (1950) e Siamo tutti assassini (1952).

Cayenne (Caienna) Città della Guayana Francese (41.000 ab.), capoluogo del paese e porto principale sull'isola omonima. È sede di un aeroporto internazionale. Esportazione di prodotti tropicali e oro. Fu sede di colonia penale dal 1854 al 1946.

Cayley, Arthur (Richmond 1821-Cambridge 1895) Matematico inglese. Lasciò importanti studi sui gruppi finiti e sulle funzioni ellittiche.

Cayman Arcipelago del mar delle Antille a sud di Cuba (259 km2, 25.400 ab.).
Si compone di tre isole: Grand Cayman, Little Cayman e Cayman Brac.
Vi si parla la lingua inglese e le principali risorse sono il turismo, l'agricoltura, l'allevamento e la pesca.
Cayman, fossa delle
Depressione marina (-7.680 m) del mar delle Antille.

Cayo Grande Isola venezuelana, nel mar delle Antille, appartenente all'arcipelago di Los Roques.

Cayo Sal Isola venezuelana, nel mar delle Antille, appartenente all'arcipelago di Los Roques.

cazuela, sf. Termine con cui il teatro gergale spagnolo identificava la galleria riservata alle donne del popolo.

càzza, sf. 1 Recipiente, per lo più di ferro, nel quale si fondono i metalli. 2 Mestolo.
 lat. tardo cattia.

Cazzàgo Bràbbia Comune in provincia di Varese (730 ab., CAP 21020, TEL. 0332).

Cazzàgo San Martìno Comune in provincia di Brescia (8.863 ab., CAP 25046, TEL. 030).

Cazzàn di Tramìgna Comune in provincia di Verona (1.241 ab., CAP 37030, TEL. 045).

Cazzàno Sant'Andrèa Comune in provincia di Bergamo (1.216 ab., CAP 24024, TEL. 035). Centro agricolo (granoturco, patate) e industriale (tappeti).

cazzàre, v. tr. Tesare al massimo un cavo.
 spagn. cazar (las velas).

cazzàta, sf. Stupidaggine. ~ balordaggine, cretinata.

Cazzàti, Maurìzio (Guastalla 1620-Mantova 1677) Compositore. Tra le opere tre Sonate con tromba (1655).

cazzéggio, sm. Discorso grave, o leggero e rarefatto, che si fa usando la parola cazzo.

càzzo, sm. Pene pronunciato in modo volgare. ~ asta, fallo, pene, verga.

cazzòla, sf. Utensile del muratore a forma di grossa spatola per prendere la malta e distribuirla su una superficie.

cazzóne, sm. Sciocco individuo.

cazzottàre, v. tr. Prendere a cazzotti, a pugni.

cazzottàta, sf. Scambio violento di cazzotti.

cazzòtto, sm. 1 Colpo violento dato col pugno chiuso. 2 Tipo di tabacco da masticare formato da foglie attorcigliate e aromatizzata.
 deriv. da cazza.

cazzuòla, sf. Arnese del muratore, di forma triangolare per distendere e costipare la calcina.
 sf. trowel.
 dimin. di cazza.

CBC Sigla di Canadian Broadcasting Corporation (ente radiotelevisivo canadese).

CBS Sigla di Columbia Broadcasting System (rete radiotelevisiva della Columbia).

CBT In informatica sigla di Computer Based Training (addestramento basato sul calcolatore). Insieme di programmi finalizzato all'apprendimento di determinate tecniche o capacità.

CC Sigla di Carabinieri.
CC
Sigla di Corte Costituzionale, di Corte di Cassazione, di Corte dei Conti e di Codice Civile.
cc
Sigla di centimetro cubo.
cc
Sigla di corrente continua.

CCD Sigla di Centro Cristiano Democratico.

CCI Sigla di Camera di Commercio Internazionale.

CCIAA Sigla di Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato.

CCL Sigla di Contratto Collettivo di Lavoro.

CCOOPP Sigla di Consorzio di Credito per le Opere Pubbliche.

ccp Sigla di conto corrente postale.

CCT Sigla di Certificato di Credito del Tesoro.

CCTV Sigla di Closed Circuit Television (televisione a circuito chiuso).

Cd Simbolo chimico del cadmio.
CD
Sigla di Compact Disc.
CD
Sigla di Corpo Diplomatico e di Consigliere Delegato.
cd
In informatica è il nome di un comando (change directory) del sistema operativo UNIX che permette di cambiare la directory corrente.
Sigla di candela (unità di misura fisica).

CdA Sigla di corte d'Appello e di Consiglio d'Amministrazione.

CDC Sigla di Cooperativa Doppiatori Cinematografici.

cdd Sigla di come dovevasi dimostrare.

CdF Sigla di Consiglio di Fabbrica.

CdI Sigla di Consiglio d'Istituto.

CdL Sigla di Camera del Lavoro.

CdM Sigla di Cassa del Mezzogiorno.

CDP Sigla di Cassa Depositi e Prestiti.

CdR Sigla di Cassa di Risparmio

CD-ROM, sm. invar. Supporto di memorizzazione a sola lettura di informazioni digitali (Compact Disc-Read Only Memory), utilizzato tipicamente nei personal computer. Attualmente la capacità standard è di circa 650 megabyte. La registrazione dei dati sull'anima metallica di un CD-ROM deve avvenire in una camera bianca e viene effettuata con sofisticate apparecchiature laser. Quando i dati sono stati trasformati in una lunga traccia a spirale, costituita da una serie interminabile di microscopici forellini, la lamina viene incapsulata con il vinile. A questo punto il CD-ROM può essere utilizzato mediante appositi lettori (drive), nei quali un altro laser rileva la sequenza di forellini e la converte nuovamente nei dati originali. La praticità di questo supporto, unita alla sua relativa affidabilità, ne hanno decretato un successo tale da convincere le industrie del settore a investire ingenti capitali nella ricerca in questo campo. Il risultato più recente è la nascita di dischi ottici registrabili (CD-R), che possono essere incisi una sola volta con apparecchiature laser (masterizzatori) caratterizzate da dimensioni analoghe a quelle dei lettori, costi abbastanza ridotti ed estrema facilità d'uso, e dei dischi riscrivibili (CD-RW), che consentono fino a un migliaio di operazioni di scrittura e cancellazione dei dati. Tutto questo mentre il mercato sta per essere invaso da nuovi CD-ROM (DVD) che, nella versione ad altissima densità e doppia faccia, raggiungono una capacità massima di 17 gigabyte.

CdS Sigla di Codice della Strada, di Consiglio di Stato e di Consiglio di Sicurezza.

ce, avv. e pron. avv. Qui, in questo luogo, lì in quel luogo. ce ne erano parecchie.
pron. pers. A noi. ce le ha date.
 avv. there.
 lat. hice qui.

Ce Simbolo chimico del cerio.
CE
Sigla di Consiglio Europeo.

Cear´ Stato (6.636.000 ab.) del Brasile affacciato all'oceano Atlantico.

Ceausescu, Nicolae (Scornicesti 1918-Tirgoviste 1989) Dittatore romeno. Incarcerato da re Carol II, nominato segretario del Partito comunista nel 1965, divenne anche capo dello stato nel 1967 iniziando un regime dittatoriale personale e familiare, politicamente vicino alla Cina, determinando lo sfacelo economico e sociale del paese. Nel corso della sommossa popolare del 1989 venne giustiziato insieme alla moglie Elena.

Cèbidi Famiglia di Mammiferi Primati cui appartengono le scimmie americane. Appartiene al sottordine dei Platirrini.

cèbo, sm. Mammifero (noto anche come cebo cappuccino, Cebus capucinus) della famiglia dei Cebidi e dell'ordine dei Primati. Di colore nero con le parti superiori bianche, presenta un ciuffo sul capo. Vive nella foresta della Guyana e si nutre di vegetali.

Ceboksary Città (420.000 ab.) della Russia, capoluogo della Repubblica autonoma dei Ciuvasci.

Cebollatí Fiume (235 km) dell'Uruguay, nasce nei monti Cuchilla Grande e sfocia nella Laguna Merin.

Cebriònidi Famiglia di Insetti Coleotteri diversicorni le cui larve vivono sotto terra cibandosi di radici.

Cebu Isola delle Filippine (4.422 km2) che fa parte del gruppo centro meridionale delle Visayas; cereali e tabacco, giacimenti di carbone, manganese, petrolio e piombo sono le principali risorse. La città più importante è Cebu (500.000 ab.).

CECA Sigla di Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio.

cèca, sf. Stadio giovanile dell'anguilla.

Cèca, Repùbblica Stato dell'Europa centrale sorto dalla scissione della Cecoslovacchia in Repubblica Ceca (Boemia e Moravia) e Repubblica Slovacca (Slovacchia)
Confina a nord-est con la Polonia, a nord-ovest e a ovest con la Germania, a sud con l'Austria e a est con la Repubblica Slovacca.
Il territorio comprende due regioni distinte: la Boemia e la Moravia-Slesia. La prima occupa il territorio interessato dal bacino superiore del fiume Elba, delimitato dai monti Metalliferi (Ezgebirge), dalla Selva Boema, dai Sudeti (monte Sniezka, 1.602 m) e dalle Alture Morave.
La parte orientale del paese è occupata dalla Moravia delimitata dal versante orientale delle Alture Morave e dai Carpazi (Piccoli Carpazi, Carpazi Bianchi e monti Javornik).
La regione costituisce una specie di zona di passaggio tra le basse terre del Danubio a sud e quelle dell'Oder e della Vistola a nord, anche se il territorio è mosso da gruppi collinari e dalla dorsale di Chriby.
Le acque fluviali della Repubblica Ceca tributano nel mare del Nord attraverso l'Elba e al mar Nero attraverso il Danubio; la Boemia è attraversata da est a ovest dal fiume Elba e da sud a nord dal suo affluente Moldava che bagna Praga, la capitale, e che è il fiume boemo per eccellenza. Numerosi gli affluenti della Moldava o direttamente dell'Elba.
Il fiume Moravia invece è un affluente di sinistra del Danubio e dà il nome alla regione.
Il clima è continentale con notevoli escursioni annue, con inverni rigidi secchi ed estati più temperate e piovose. La capitale è Praga (1.250.000 ab.), città ricca di storia e arte, metropoli politica ed economica. Altre città sono Brno (400.000 ab.), Ostrava (350.000 ab.) e Plzen (180.000 ab.).
Assai estese sono le colture cerealicole di frumento, orzo, segale, mais e avena; pregiata la produzione di luppolo, che alimenta una fiorente produzione di birra, di patate e barbabietole da zucchero. Minore importanza hanno tabacco, canapa e lino e piante da seme (colza e girasole); discretamente diffusa anche la produzione di frutta.
La Repubblica Ceca è tra i paesi europei più ricchi di foreste (circa il 35% della superficie) che, sfruttate razionalmente, offrono un quantitativo annuo di legname ragguardevole, dando impulso alle industrie dei mobili e della carta.
L'allevamento ha carattere intensivo, prevalentemente bovini, ma anche suini e animali da cortile. Diffusa anche l'apicoltura.
Tra le risorse minerarie si trovano carbone e lignite; notevole la produzione di magnesite di cui il paese è il massimo esportatore mondiale. In quantità modeste si estraggono altri minerali quali ferro, grafite, oro, rame, piombo, minerali radioattivi.
Scarsa è la produzione di petrolio, ma fiorente è l'industria di raffinazione che lavora il greggio proveniente dall'URSS mediante oleodotto.
Il paese dispone di una solida industria di base, specie nel settore siderurgico e metalmeccanico; diffusa in tutto il paese è l'industria tessile, in particolare per filati e tessuti di cotone e lana; in espansione è l'industria chimica (fertilizzanti, materie plastiche, resine ecc.); attiva è anche la lavorazione del cuoio e della gomma.
L'industria alimentare produce: zucchero, insaccati e birra.
Prodotti tipici ben conosciuti anche all'estero sono i cristalli e le porcellane (Boemia) e gli strumenti musicali.
Il turismo ha ricevuto negli ultimi anni un notevole impulso e continua a essere in forte espansione.
STORIA La Repubblica di Cecoslovacchia, che riunisce i cechi e gli slovacchi dell'antica Austria-Ungheria, viene creata nel 1918. Nel 1919-1920 viene unita a essa anche la Rutenia subcarpatica; i trattati di Saint Germain e Trianon fissano le frontiere dello stato cecoslovacco, presieduto dal 1918 al 1935 da T. Masaryk. Dal 1935 al 1938 è presidente della repubblica E. Benes.
Nel 1938 il paese deve accettare le decisioni della conferenza di Monaco e cedere i Sudeti alla Germania. Nel 1939 la Germania occupa la Boemia-Moravia e vi instaura il suo protettorato; la Slovacchia forma uno stato separato. Nel 1940 Benes costituisce a Londra un governo in esilio, che nel 1943 firma un trattato di amicizia con l'URSS. Nel 1945 Praga viene liberata dall'armata sovietica. L'URSS si fa cedere la Rutenia subcarpatica. Benes diventa di nuovo presidente della repubblica.
Nel 1946 il comunista K. Gottwald diventa presidente del consiglio. L'anno successivo l'URSS obbliga la Cecoslovacchia a rinunciare al piano Marshall. Nel febbraio 1948 i comunisti si impadroniscono del potere (colpo di Praga). Tra il 1948 e 1953 Gottwald allinea il paese all'URSS. Alcuni processi (1952-1954) condannano Sl´nský e i nazionalisti slovacchi. Tra il 1953 e 1957 A. Novotný assume la direzione del partito e A. Z´potocký quella dello stato. Negli anni successivi Novotný riunisce in se stesso le due cariche.
La fronda degli intellettuali e il malcontento slovacco si sviluppa a partire dal 1962-1963. Nel 1968, durante la cosiddetta primavera di Praga, il partito, guidato da Dubcek, tenta di orientarsi verso un socialismo dal volto umano. L'intervento sovietico in agosto pone termine al corso innovatore. L'anno successivo la Cecoslovacchia diventa uno stato federale formato dalle repubbliche Ceca e Slovacca. Hus´k sostituisce Dubcek alla guida del partito. È l'inizio della cosiddetta normalizzazione.
Nel 1975 Hus´k succede a Svoboda alla presidenza della repubblica. Nel 1987 Milos Jakes succede a Hus´k alla guida del partito. Importanti manifestazioni contro il regime (novembre '89) portano alle dimissioni dei principali dirigenti (M. Jakes, G. Hus´k), all'abolizione del ruolo dirigente del partito e alla formazione di un governo di intenti nazionali, guidato da Marian Calfa, nel quale i comunisti sono minoritari. Il dissidente V´clav Havel viene eletto alla presidenza della repubblica.
Nel 1990 il paese prende ufficialmente il nome di Repubblica Federativa Ceca e Slovacca. Le prime elezioni libere (giugno) sono vinte da movimenti democratici (tra cui il Forum civico). L'anno successivo le truppe sovietiche iniziano la ritirata dal paese. Nel 1992, Havel presenta le dimissioni. Le autorità federali accettano il processo di spartizione della Cecoslovacchia in due stati indipendenti, negoziata dal governo ceco di V. Klaus e il governo slovacco di V. Meciar. Nel 1993 la Cecoslovacchia viene divisa in due stati indipendenti, la Slovacchia e la Repubblica Ceca (1o gennaio). Diventa presidente V. Havel, rieletto nel 1998. Nel 1998 i socialdemocratici vincono le elezioni di giugno e il loro leader M. Zeman diviene primo ministro.
Abitanti-10.330.000
Superficie-78.864 km2
Densità-131 ab./km2
Capitale-Praga
Governo-Repubblica parlamentare
Moneta-Corona ceca
Lingua-Ceco, moravo, slovacco
Religione-Cattolica

cecàggine, sf. 1 L'indebolimento della vista, anche la pesantezza agli occhi dovuta alla sonnolenza. 2 Balordaggine, mancanza di avvedutezza.

cécca, sf. Usato solo nella locuzione far cecca, ossia fare una stecca.

Ceccàno Comune in provincia di Frosinone (22.121 ab., CAP 03023, TEL. 0775). Centro agricolo (coltivazione di cereali) e industriale (prodotti del legno, del tabacco, alimentari e chimici). Vi si trovano la chiesa cistercense di San Nicola, del XIII sec., e il castello dei conti di Ceccano, costruito tra l'XI e il XII sec. Gli abitanti sono detti Ceccanesi.

Ceccàto, Àldo (Milano 1934-) Direttore d'orchestra italiano. Esordì al Teatro Nuovo di Milano nel 1964 col Don Giovanni di Mozart. Direttore dell'orchestra della RAI fino al 1992, è stato anche direttore dell'orchestra nazionale spagnola tra il 1991 e il 1994.

Ceccherèlli, Albèrto (Firenze 1885-1960) Economista. Insegnò all'università di Firenze. Tra le opere I libri di mercatura della banca Medici e l'applicazione della partita doppia a Firenze nel sec. XIV (1913), Il linguaggio dei bilanci (1939) ed Economia aziendale e amministrazione delle imprese (1948).

Cecchétti, Enrìco (Roma 1850-Milano 1928) Maestro di ballo. Dal 1887 al 1902 lavorò in Russia e dal 1910 al 1918 nei Ballets Russes di Diaghilev. Fu tra i fondatori della tecnica del balletto moderno.

Cécchi d'Amìco, Sùso (Roma 1914-) Sceneggiatrice cinematografica. Collaborò con Visconti.

Cécchi Gòri, Màrio (Brescia 1920-Roma 1993) Produttore cinematografico.

Cécchi Gòri, Vittòrio (Firenze 1945-) Figlio di Mario, produttore cinematografico. Possessore inoltre di alcune reti televisive.

Cécchi, Albèrto (Roma 1895-1933) Scrittore e critico teatrale. Tra le opere La stella sul pozzo (commedia, 1928) e Cuore d'una volta (prose, pubblicato postumo nel 1935).

Cécchi, Càrlo (Firenze 1942-) Regista e attore. Interpretò Morte di un matematico napoletano (1992), La scorta (1993) e Io ballo da sola (1995).

Cécchi, Emìlio (Firenze 1884-Roma 1966) Prosatore. Tra le opere Pesci rossi (1920) e Ritratti e profili (1956).

Cecchignòla Sobborgo di Roma teatro dei combattimenti tra i tedeschi e gli italiani nel 1943.

Cecchina, La (ossia La buona figliola) Opera in tre atti di N. Piccinni, libretto di C. Goldoni (Roma, 1760).

cecchìno, sm. Tiratore scelto che, di sorpresa, spara su civili e militari.

céce, sf. 1 Frutto di una pianta leguminacea, originaria dell'Abissinia. 2 Escrescenza di carne simile al seme. 3 Si dice di persona vanesia e impertinente, in tono vezzeggiativo anche di bambino.
 sf. chickpea.
 lat. cicer,-eris.

cecèno, sm. Lingua del gruppo caucasico parlati dai ceceni.

Ceceno-Inguscèzia Repubblica autonoma (1.225.000 ab.) della Russia, capoluogo Grozny. Situata tra la valle del fiume Terek e i monti del Caucaso. Nelle regioni montane è abitata da pastori ceceni e ingusci, nelle regioni più basse e coltivabili, da agricoltori ucraini. Altre risorse economiche sono rappresentate dalle industrie alimentari, meccaniche e petrolchimiche (nella regione si trovano giacimenti di petrolio). Dal 1992 è divisa nelle repubbliche di Cecenia e di Inguscezia.

Cechov, Anton Pavlovic (Taganrog 1860-Badenweiler 1904) Narratore e drammaturgo russo. Dopo aver esercitato la professione di medico si diede alla letteratura. I suoi primi racconti furono umoristici. Nel 1890, scrisse una celebre relazione dopo aver visitato i deportati sull'isola di Sahalin. Si dedicò alla causa sociale, ma morì in giovane età affetto da tubercolosi. I suoi racconti e drammi sono pervasi da un'atmosfera di depressione, inettitudine, frustrazione, incomunicabilità. Visione che si ripropone anche nei drammi teatrali. Fanno parte della sua produzioni i Racconti variopinti (1886), La steppa (1888), La corsia n. 6 (1892), La mia vita (1895), Una storia noiosa (1889) e La signora con cagnolino (1898) e i drammi Ivanov (1888), Il gabbiano (1895), Zio Vanja (1899), Le tre sorelle (1901), Il giardino dei ciliegi (1904).

cecìdio, sm. Termine generico con cui vengono denominate le galle prodotte sugli organi vegetali da parassiti animali o vegetali. Si formano per reazione della pianta agli stimoli esercitati.

Cecidomìidi Famiglia di Insetti Ditteri Nematoceri cui appartengono i moscerini molto piccoli e fragili. Le loro larve sono le responsabili della formazione delle galle o cecidi sulle piante di cui sono parassite.

Cecil, William lord Burghley (Bourne 1520-Londra 1598) Politico inglese. Dal 1558 fu segretario di stato e consigliere della regina Elisabetta. Avviò una legislazione sociale per i poveri e favorì il commercio.

Cecìlia (?-Roma 232) Santa e martire cristiana. Romana di origine nobile, si fece cristiana e morì decapitata assieme al marito Valeriano e al cognato Tiburzio, che era riuscita a convertire. È considerata la patrona dei musicisti. Venne ritratta da molti artisti di tutte le epoche, dalle catacombe di San Callisto ai mosaici di Sant'Apollinare Nuovo (Ravenna) al dipinto Santa Cecilia di Raffaello (Pinacoteca di Bologna).

Cecìlia Metèlla (I sec. a. C.) Figlia di Q. Metello Cretico.

Cècima Comune in provincia di Pavia (303 ab., CAP 27050, TEL. 0383).

Cècina Comune in provincia di Livorno (25.000 ab., 155 m, CAP 57023, TEL. 0586) sulle rive del fiume omonimo; grano, olive, uva, industrie alimentari, del legno, meccaniche sono le principali risorse. Turismo balneare nella vicina località Marina di Cecina.
Cecina
Fiume (74 km) della Toscana. Nasce sulle Colline Metallifere e sfocia nel mar Tirreno.

Ceciòni, Adriàno (Firenze 1836-1886) Scultore verista, pittore e scrittore, è considerato il teorico del movimento macchiaiolo. Terminati gli studi all'Accademia di Firenze, nel 1859 partecipò attivamente alla lotta per l'indipendenza italiana. A Napoli, fu tra i fondatori della Scuola di Resina. Dopo il suo ritorno a Firenze, dove partecipò al gruppo dei macchiaioli del Caffè Michelangelo, si recò prima a Parigi e poi a Londra. Nel 1884 tornò definitivamente a Firenze, dove ottenne una cattedra di disegno. Tra le opere Il bambino col gallo (1868, Firenze, Galleria d'Arte Moderna) e La madre (1880, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna).

Cecita Lago (13 km2) artificiale della Sila Grande, in provincia di Cosenza.

cecità, sf. 1 Perdita completa della facoltà visiva. 2 Ignoranza, incapacità di comprendere. ~ ottusità. <> perspicacia.
 sf. blindness.
 lat. caecitas,-atis, deriv. da caecus cieco.
Mancanza di percezione visiva, può essere totale o parziale, congenita o acquisita e colpire uno o entrambi gli occhi. Si ha cecità sensoriale quando la lesione si trova a livello della retina, cecità corticale quando la lesione interessa il centro corticale della visione.

cèco, agg. e sm. (pl. m.-chi) Della Boemia, boemo, usato impropriamente per cecoslovacco.
 sm. Czech.

Cecoslovàcchia Repubblica federale europea dal 1918 al 1992. Dal 1° gennaio 1993 la Repubblica Ceca ha assorbito circa i due terzi del territorio, la Slovacchia il rimanente. L'agricoltura, specialmente sviluppata nella valle dell'Elba, produce grano, mais, barbabietole da zucchero e frutta ed è ancora praticata all'interno di grandi aziende statali e cooperative. Caratteristiche della zona intorno a Plzen sono le coltivazioni di luppolo, impiegato per la produzione di birra. L'allevamento (suini e bovini), favorito dalla presenza di vaste aree di pascolo, è praticato nelle zone montuose del paese. Nelle aree degli altipiani si coltivano la segale e le patate. Boschi e foreste forniscono materie prime all'industria della carta e del legname. Nella Boemia settentrionale sono presenti depositi di lignite, utilizzata come combustibile nelle centrali termoelettriche; nel sottosuolo slovacco si trovano giacimenti di ferro, carbone e rame. Le principali industrie sono: siderurgiche, meccaniche (industria automobilistica Skoda ora Volkswagen), tessili e delle armi. Attività di antiche tradizioni sono la produzione di cristalli (cristalli di Boemia), porcellane, pianoforti e matite. Praga (ex capitale della Cecoslovacchia), ora capitale della Repubblica Ceca, è ricca di testimonianze storiche e artistiche. Bratislava, capitale della Slovacchia, è situata sulla riva sinistra del Danubio. Altre città importanti sono: Brno, Ostrava e Kosice. La religione prevalente è quella cattolica.
L'attuale territorio dei due stati (Repubblica Ceca e Slovacchia) fu occupato nell'antichità da tribù celtiche e germaniche e, a partire dal V sec. d. C., dai cechi e dagli slovacchi (da cui deriva il nome Cecoslovacchia) che nel IX sec. costituirono il regno della grande Moravia. Nel XV sec. la regione divenne il centro del movimento hussita con l'obbiettivo di riformare la chiesa cattolica. Verso la metà del XIV sec. le regioni della Boemia e Moravia passarono sotto il dominio degli Asburgo, mentre la Slovacchia passò prima sotto il dominio polacco e in seguito al regno d'Ungheria. A questo periodo storico risale la differenziazione degli slovacchi dai cechi che doveva accentuarsi attraverso i secoli. Nel 1515 anche la Slovacchia entrò a far parte dell'impero Asburgico. Nel 1919, caduto l'impero austroungarico, nacque la repubblica di Cecoslovacchia comprendente Boemia, Moravia, Slovacchia, Rutenia subcarpatica e Territorio dei Sudeti. Dopo il secondo conflitto mondiale, il partito comunista prese il potere e proclamò la repubblica popolare (1948); la Cecoslovacchia entrò così nell'aria di influenza sovietica. Nel 1968 Alexander Dubcek, segretario del partito comunista cecoslovacco, diede inizio a un processo di liberalizzazione della vita politica, culturale ed economica del paese (primavera di Praga) ma venne destituito dai russi che intervennero militarmente e ristabilirono il vecchio regime. Nel 1989, dopo una serie di grandi manifestazioni popolari, il governo comunista fu costretto a dimettersi ed ebbe inizio il processo di transizione verso la democrazia. Nel 1990 si svolsero le prime elezioni libere e la Cecoslovacchia si diede una nuova costituzione mutando il proprio nome in Repubblica Federativa Ceca e Slovacca. Da questo momento le differenze di carattere economico, sociale e culturale fra le due regioni del paese emersero in modo sempre più evidente, dando origine a contrasti fra cechi e slovacchi. In seguito all'accordo raggiunto dai due governi nazionali ratificato dal parlamento federale, il 1° gennaio 1993 le due repubbliche si divisero in modo pacifico.

cecoslovàcco, agg. e sm. (f.-a; pl. m.-chi) Della ex repubblica della Cecoslovacchia.

Cecòtto, Albèrto détto Johnny (Caracas 1956-) Pilota motociclistico venezuelano. Campione mondiale della classe 350 nel 1975. Ha lasciato l'attività sportiva nel 1980.

Cècrope Personaggio mitologico, progenitore degli ateniesi, mostro mezzo serpente e mezzo uomo. Sulla sua tomba situata sull'Acropoli di Atene, fu costruito l'Eretteo.

cècubo, sm. Vino del Lazio celebre nell'antichità.

CED Sigla di Centro Elaborazione Dati e di Capacitance Electronic Disk (videodisco).

cedant arma togae, loc. avv. Espressione latina che significa "le armi cedano alla toga". L'espressione di Cicerone afferma il principio che l'autorità militare (le armi) doveva sottostare a quella civile (la toga).

Cedégolo Comune in provincia di Brescia (1.334 ab., CAP 25051, TEL. 0364).

cedènte, agg. e sm. agg. Che non si oppone. ~ arrendevole.
sm. Colui che compie una cessione.

cèdere, v. v. tr. 1 Mettere qualcosa a disposizione di qualcuno. ~ concedere. <> mantenere, serbare. cedere le armi, arrendersi. 2 Trasferire a qualcuno diritti, titoli, e simili mediante negozi giuridici. ~ accordare. cedere i diritti di sfruttamento del terreno.
v. intr. 1 Arretrare, desistere, capitolare, non opporsi. ~ arrendersi. <> resistere. ha ceduto dopo parecchi tentativi. 2 Crollare, rompersi, abbassarsi. ~ franare. <> reggere. 3 Dare luogo, lasciare posto.
 v. tr. 1 to give up, to make over. 2 (vendere) to sell. 3 (dir.) to transfer. v. intr. 1 (cadere) to subside, to give way. 2 (arrendersi) to surrender.
 lat. cedere.

Cedèrna, Antònio (Milano 1921-Sondrio 1996) Urbanista e studioso dell'ambiente. Scrisse La distruzione della natura in Italia (1975) e Mussolini urbanista (1980).

Cedèrna, Camìlla (Milano 1921-1997) Giornalista e scrittrice. Tra le opere Signore e Signori (1966) e Pinelli, una finestra sulla strage (1971).

cedévole, agg. 1 Che cede con facilità. ~ duttile. <> resistente. 2 Che si piega facilmente alla volontà altrui. ~ arrendevole. <> inflessibile.
 agg. soft, yielding.

cedevolézza, sf. 1 Qualità di ciò che è cedevole. 2 Docilità.

cedìbile, agg. Che può essere venduto o ceduto.

cedibilità, sf. Qualità di ciò che può cedere.

cedìglia, sf. Segno ortografico che nella lingua francese e in alcune altre, si pone sotto la lettera c quando si deve pronunciare come una s sorda.

cediménto, sm. Crollo, rottura abbassamento di terreno e simili. ~ sprofondamento.
 sm. 1 sinking. 2 (struttura) collapse.

ceditóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che o chi compie una cessione.

cèdola, sf. 1 Piccola polizza, scontrino. 2 Tagliando staccabile da titoli obbligazionari per la riscossione dell'interesse. ~ coupon. 3 Contratto con cui si assumeva un'obbligazione.
 sf. voucher, coupon.

cedolàre, agg. e sf. agg. Di cedola.
sf. Imposta cedolare.

cedràia, sf. Pergolato che serve per proteggere gli agrumi d'inverno.

Cedràsco Comune in provincia di Sondrio (497 ab., CAP 23010, TEL. 0342).

cedràta, sf. 1 Bibita di sciroppo di cedro. 2 Dolce siciliano aromatizzato con buccia di cedro.

cedràto, agg. Che ha sapore di cedro; che è stato aromatizzato con buccia di cedro.

cedrène, sm. Idrocarburo sesquiterpenico ricavato dal cedro della Virginia.

cedréto, sm. Piantagione di cedri.

cedrina, sf. Arbusto (anche detto erba Luisa) della famiglia delle Verbenacee, tipico dell'America meridionale, alto da uno a tre metri, con foglie lanceolate, fiori azzurrini in pannocchia. Viene coltivata nei giardini, ma è particolarmente sensibile al freddo. Le foglie sono usate come condimento o in profumeria perché contengono un'essenza che ricorda la melissa.

cédro, sm. 1 Genere (Cedrus) di Conifere della famiglia delle Pinacee. Cresce specialmente in Sicilia, sull'Himalaya, sull'Atlante e sull'isola di Cipro. 2 Angiosperma (Citrus medica) della famiglia delle Rutacee e dell'ordine delle Terebintali. Dalla scorza del suo frutto si ottiene l'essenza di cedro, usata in profumeria, liquoreria, medicina. 3 Il frutto della pianta omonima.
 sm. 1 cedar. 2 (albero) citron tree. 3 (frutto) citron.
Cedro dell'Atlante
Gimnosperma (Cedrus Atlantica) della famiglia delle Pinacee e della classe delle Conifere. Cresce spontaneamente nell'Africa nordoccidentale.
Cedro del Libano
Gimnosperma (Cedrus Libani) della famiglia delle Pinacee e della classe delle Conifere. Utilizzato anticamente come materiale da costruzione.

cedróne, sm. ved. "gallo cedrone"

cedronèlla, sf. Nome comune della Melissa officinalis.

cedrus, sm. invar. Genere della famiglia delle Pinacee che comprende quattro specie di cui tre mediterranee.

cèduo, agg. e sm. agg. Si dice di pianta o bosco soggetti a taglio periodico.
sm. Bosco ceduo.

CEE Sigla della Comunità Economica Europea. Originariamente era formata da Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi in base al trattato di Roma del 25 marzo 1957. In seguito si aggiunsero anche Danimarca, Irlanda e Gran Bretagna (1973), Grecia (1981), Spagna e Portogallo (1986). Prevede un parlamento, eletto a suffragio universale, un consiglio dei ministri degli stati membri, la Commissione europea, e un Comitato economico sociale, nonché la Corte di giustizia. Dal 1993, è entrato in funzione il Mercato Unico Europeo.

CEEA Sigla di Comunità Europea dell'Energia Atomica.

Ceéda Passo (1.369 m) delle Alpi Orientali, tra i torrenti Cismon e Cordevole.

Cefalà Diàna Comune in provincia di Palermo (1.031 ab., CAP 90030, TEL. 091).

cefalalgìa, sf. Sinonimo di cefalea.

cefalèa, sf. Mal di capo. ~ emicrania.
Vena cefalica
Termine anatomico che designa una vena presente sul margine esterno del braccio.

cefalematocèle, sf. Neoplasia cranica costituita prevalentemente da sangue.

cefàlico, agg. (pl. m.-ci) Del capo, che concerne il capo.
Vena cefalica
Termine anatomico che designa una vena presente sul margine esterno del braccio.

Cèfalo Personaggio mitologico. Figlio di Ermes, fu un mitico cacciatore. Venne rapito da Aurora e con lei concepì Fetonte. In seguito sposò Procri, ma la uccise per errore durante una partita di caccia.

cèfalo, sm. Pesce (Mugil cephalus) della famiglia dei Mugilidi e dell'ordine dei Perciformi. Di colore grigio azzurro, misura sino a 90 cm. Vive in tutti i mari caldi e temperati, solitamente nei pressi dei porti e vicino alle isole. Si nutre di microrganismi. Tutte le specie (circa 90) sono commestibili.

Cefalocordàti Sottotipo della classificazione animale, tipo dei Cordati, gruppo dei Deuterostomi, sottoregno dei Metazoi. Comprende circa 30 specie, dal corpo diafano, compresso e a forma affusolata.

cefaloematòma, o cefalematòma, sm. Tumefazione che compare sul cranio dei neonati in seguito a traumi ostetrici; di solito scompare in un periodo tra gli otto e i dieci giorni.

cefalòfo, sm. Genere di piccole antilopi delle foreste dell'Africa equatoriale con corna corte ricurve all'indietro e un piccolo ciuffo di peli erettili sulla fronte per il quale vengono anche denominate antilopi dal ciuffo.

cefalometrìa, sf. Misurazione della testa tramite uno strumento opportuno.

Cefalònia Cefalonia è il nome italiano di Kefalonia. È la più grande delle isole Ionie, caratterizzata dalla presenza di rilievi, che raggiungono l'altezza massima di 1.628 m (monte Enos). È coperta da boschi di cipressi e olivi e da una particolare varietà d'abete sulle maggiori sommità, ma non presenta una ricchezza di vegetazione pari a quella di Corfù. Ha un'estensione di 781 km2 e conta circa 27.700 abitanti. Gran parte del suo patrimonio architettonico è andato distrutto nei terremoti del 1864 e del 1953, cui non ha fatto seguito una valida opera di ricostruzione. Le principali attività dell'isola sono l'agricoltura, la pastorizia, la pesca, l'artigianato e, solo di recente, il turismo. Argostoli è il capoluogo odierno dell'isola; sorge sulla costa sudoccidentale. La ricostruzione seguita al terremoto del 1953 ha uniformato gli edifici e non ha lasciato tracce dell'origine veneziana della città. Ospita un museo archeologico e uno storico, con i resti delle vecchie case e chiese. Inoltre, è sede della Biblioteca Korghialenos, dove sono conservati tre antichi vangeli e una rara edizione delle opere di Ippocrate. Nelle vicinanze della città si trovano anche le belle spiagge di Makris Gialos (3 km a nord) e di Platis Gialos (4 km a sud). L'isola, citata da Omero, era già popolata in epoca micenea. Entrò prima nella sfera di dominio di Corinto, poi in quella di Atene e al periodo di influsso ateniese risale la fondazione delle sue principali città. Successivamente fu conquistata dai romani. Nel 1085 fu presa dal condottiero normanno Roberto il Guiscardo, che vi morì. Subì quindi il dominio turco, quello veneziano e infine quello inglese. Fu riunita alla Grecia nel 1864. Durante la seconda guerra mondiale fu occupata dalle truppe italiane e fu teatro di un tragico attacco da parte dei tedeschi che costò la vita a migliaia di militari italiani.

Cefalòpodi Classe di Molluschi predatori, esclusivamente marini, dotati di sistema nervoso e organi molto sviluppati. Hanno un corpo composto da capo, tronco e tentacoli provvisti di ventose. Si distinguono in Dibranchiati (seppie, calamari, polpi e moscardini) e Tetrabranchiati (Nautilus). Il loro movimento è dovuto all'espulsione dell'acqua da cavità a imbuto. Si conoscono circa 650 specie di Cefalopodi ed esistono alcune specie di calamari giganti che possono raggiungere le due tonnellate di peso. Tracce di Cefalopodi sono presenti già 600 milioni di anni fa. Si nutrono di pesci che afferrano con i tentacoli. Si difendono dagli attacchi dei predatori fuggendo, mimetizzandosi cambiando colore oppure emettendo un liquido nero opaco. La riproduzione avviene per deposizione di uova che vengono protette dalla femmina.

cefalorachidiàno, lìquido Detto anche liquor, si trova attorno al cervello e al midollo spinale, tra le due meningi più interne. Si tratta di un liquido prodotto dai ventricoli cerebrali, i quali provvedono anche a riassorbirlo con l'ausilio delle vene della pia madre, delle granulazioni e dei villi aracnoidei. Le disfunzioni dell'equilibrio tra i due processi di formazione e riassorbimento possono creare patologie note con il nome di idrocefalo. Nell'organismo di una persona adulta si trovano circa 150 cm3 di liquido cefalorachidiano, che vengono rinnovati completamente ogni sei ore. Il liquor è trasparente, incolore e non contiene grassi o proteine, essendo essenzialmente costituito da acqua, glucosio, sali minerali, creatina, acido urico e urea. Nella diagnosi di molte patologie (meningite, tumori ecc.) è possibile procedere al prelievo del liquor per mezzo di punture lombari, allo scopo di determinare l'eventuale presenza al suo interno di batteri, cellule ematiche o tumorali.

Cefalosporìne Famiglia di beta-lattamine utilizzate come antibiotico ad ampio spettro d'azione.

cefalosporiòsi, sf. Micosi provocata da funghi del genere Cephalosporum che colpisce la pelle e le mucose.

cefalotomìa, sf. Incisione della scatola cranica.

cefalotoràce, sm. Fusione dei segmenti de capo e del torace caratteristica degli Aracnidi e dei Crostacei. ~ prosoma.

cefalòttera, sf. Nome volgare dei Pesci selaci raiformi del genere Mobula detti anche diavoli di mare o vacchie marine.

cefalòttero, sm. Uccello passeriforme simile al corvo che vive nell'America tropicale. Appartiene alla famiglia dei Cotingidi.

Cefalù Comune in provincia di Palermo (14.500 ab., 16 m, CAP 90015, TEL. 0921). Centro dalle risorse agricole, artigianali, commerciali, con industrie alimentari e turismo. L'antica Kephaloídion, sorge nel periodo preellenico su un rilievo. Annessa nel 254 all'impero romano, venne in seguito occupata dai bizantini e dagli arabi. Nel 1063 venne conquistata dal normanno Ruggero d'Altavilla che la rilanciò economicamente e artisticamente. Vi si trovano resti di mura e ruderi di un tempio megalitico, una cattedrale normanna costruita da Ruggero II nel XII sec., contenente mosaici bizantini, i resti del tempio di Diana, un santuario del IX sec. a. C. e il museo Mandralisca, nel quale sono esposti reperti archeologici e il dipinto di Antonello da Messina Ritratto di ignoto.

cefèidi Tipo di stelle, il cui nome deriva da quello di  Cephei, caratterizzate da una luminosità variabile, dovuta a cambiamenti di raggio, densità e temperatura; hanno un periodo di variabilità oscillante tra uno e cinquanta giorni, a seconda delle varie pulsazioni che la stella compie. Sono regolate da una legge di proporzionalità scoperta da H. Leavitt nel 1913, che consente di misurare la distanza di queste stelle e delle loro galassie; è sufficiente misurare il loro periodo e la loro magnitudine apparente. Si tratta di stelle giganti o supergiganti di popolazione stellare I e II.

Cefèo Costellazione circumpolare, solcata dalla Via Lattea, che si trova nell'emisfero celeste boreale; visibile tutte le notti dell'anno.

cèffo, sm. 1 Volto animale. 2 Volto umano brutto e deforme. ~ grugno.
 sm. 1 (muso) muzzle. 2 (grugno) snout. 3 (fig., brutto, deforme) ugly mug.
 franc. antico chief capo.

ceffóne, sm. Violento schiaffo dato con la mano aperta. ~ manrovescio. <> carezza.
 sm. smack, slap.
 deriv. da ceffo.

Cèfidi Famiglia di Insetti Imenotteri Sinfiti.

Cèfis, Eugènio (Cividale del Friuli 1921-) Imprenditore. Dal 1967 al 1971 fu presidente dell'Eni e dal 1971 al 1977 della Montedison.

Cegàni, Elìsa (Torino 1911-) Attrice cinematografica e teatrale specializzata in ruoli pirandelliani. Tra le interpretazioni, La rosa rossa di F. Giraldi del 1973, Al di là del bene e del male di L. Cavani del 1977 e Domani si balla di M. Nichetti del 1982.

Cèggia Comune in provincia di Venezia (5.024 ab., CAP 30022, TEL. 0421).

Cèglie Messàpico Comune in provincia di Brindisi (20.805 ab., CAP 72013, TEL. 0831). Centro agricolo (coltivazione di fichi, olive, mandorle e cereali). Vi si trovano tombe e mura di origine messapiche, costruite tra il IV e il III sec. a. C. Gli abitanti sono detti Cegliesi.

CEI Sigla di Conferenza Episcopale Italiana, la maggiore istituzione ecclesiastica italiana che raduna tutti i vescovi per deliberazioni a carattere nazionale.

cèiba, sf. Genere di piante alte fino a 50 m. della famiglia delle Bombacacee. I frutti di alcune piante forniscono il kapok. ~ eriodendron.

Cela, Camilo José (Iria Flavia, Galizia 1916-) Romanziere spagnolo. Tra le opere La famiglia di Pascual Duarte (1942), L'alveare (1951) e La dama passera (1994). Premio Nobel nel 1989.

cèlabro, sm. Cervello.

céladon, sm. invar. Tipo di terracotta o porcellana rivestita da una coperta a base di ossido ferroso, cotta in ambiente riducente.

Celan, Paul (Czernowitz, Bucovina 1920-Parigi 1970) Pseudonimo di Paul Antschel. Poeta tedesco. Tra le opere Papavero e memoria (1952), La rosa di nessuno (1963).

Celàno Comune in provincia di L'Aquila (10.893 ab., CAP 67043, TEL. 0863). Centro agricolo (coltivazione di barbabietole e grano) e industriale (prodotti alimentari). Vi si trovano il castello Piccolomini, del XIV sec., la chiesa di San Giovanni Battista, con affreschi del XIII sec. e scavi archeologici risalenti al XVI e X sec. a. C. Gli abitanti sono detti Celanesi.

celàre, v. v. tr. Tenere nascosto o segreto. ~ occultare. <> mostrare.
v. rifl. Nascondersi.
 v. tr. to conceal. v. rifl. to hide.
 lat. celare.

celàta, sf. Elmo senza cimiero e con visiera abbassabile che proteggeva il viso.

Celàti, Giànni (Sondrio 1937-) Scrittore. Tra le opere Le avventure di Guizzardi (1973) e Narratori delle pianure (1985).

celàto, agg. Che è tenuto nascosto. ~ dissimulato.

Celaya Città (316.000 ab.) del Messico, nello stato di Guanajuato.

Celaya, Gabriel (Hernani, Guipúzcoa 1911-) Pseudonimo di Rafael Múgica. Poeta spagnolo. Tra le opere Canti iberici (1955) e Iberia sommersa (1978).

celebèrrimo, agg. Universalmente noto.

Celebes Grande isola dell'arcipelago indonesiano (194.441 km2, 10.508.000 ab.), a est del Borneo e separata dallo stretto di Makasar. La popolazione, in maggioranza di razza malese, è prevalentemente distribuita lungo le zone costiere. Il territorio è montuoso e attraversato da parecchi laghi. Il clima è equatoriale; caffè, cereali, cacao, canna da zucchero, copra, arachidi, sfruttamento forestale e del sottosuolo (ferro) rappresentano le principali risorse.
Celebes, mare di
Mare (435.000 km2) dell'oceano Pacifico, situato tra l'isola di Celebes, il Borneo, il gruppo di Sulu e Mindanao.

celebràbile, agg. Che può essere celebrato.

celebrànte, agg. e sm. agg. Che celebra.
sm. Sacerdote che celebra la messa o altra funzione sacra.

celebràre, v. tr. 1 Rendere celebre, esaltare. ~ incensare. <> vituperare. la giornata celebrò quel grand'uomo. 2 Festeggiare con solenni cerimonie un avvenimento. ~ commemorare. 3 Compiere una cerimonia religiosa secondo rito. ~ officiare. celebrare la messa. 4 Eseguire certi atti secondo una procedura ben definita. celebrare un processo.
 v. tr. to celebrate.
 lat. celebrare frequentare, deriv. da celeber frequentato.

celebratìvo, agg. Atto a celebrare.

celebratóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che o chi celebra.

celebrazióne, sf. Atto, effetto del celebrare.
 sf. celebration.
 lat. celebratio,-onis.

cèlebre, agg. Che è molto conosciuto, rinomato. ~ illustre. <> sconosciuto.
 agg. famous, renowned, celebrated.
 lat. celeber,-bris.

celebrità, sf. 1 L'essere celebre. ~ notorietà. <> sconosciuto. 2 Persona celebre. ~ vip. <> nullità.
 sf. 1 fame. 2 (persona) celebrity.
 lat. celebritas,-atis.

Celentàno, Adriàno (Milano 1938-) Cantante e cantautore. Tra le opere Il tuo bacio è come un rock, Il ragazzo della via Gluck e Azzurro. Ha lavorato anche come attore cinematografico e regista.

Celenteràti Metazoi di cui fanno parte attinie, idre, meduse e coralli. Il loro sistema muscolare e quello nervoso sono molto elementari; sono costituiti da cellule mioepiteliali e nervose. Animali essenzialmente marini, possono anche unirsi in colonie. Sono suddivisi in Idrozoi, Scifozoi e Antozoi. Strutturalmente sono organismi pluricellulari. A scopo difensivo sono caratterizzati dalla presenza di cellule urticanti (cnidoblasti) sul corpo.

celènteron, o celentèrio, sm. invar. Altro nome della cavità gastrovascolare dei Celenterati. Corrisponde alle diverse cavità interne dei metazoi.

Celènza sul Trìgno Comune in provincia di Chieti (1.246 ab., CAP 66050, TEL. 0873).

Celènza Valfortóre Comune in provincia di Foggia (2.299 ab., CAP 71035, TEL. 0881).

cèlere, agg. e sf. agg. 1 Rapido, svelto, immediato. ~ veloce. <> lento. andarono con passo celere. 2 Che ha breve durata.
sf. Nome dei reparti celeri autotrasportati del corpo degli agenti di polizia di stato.
 agg. swift, fast.
 lat. celer,-is,-e.

celerìfero, sm. Veicolo a due ruote da cui derivarono la draisina e la bicicletta. La persona posizionata sul telaio (sul quale sono imperniate due ruote di ugual diametro) procede puntando i piedi per terra.

celerìmetro, sm. Strumento atto alla misurazione istantanea della velocità di un corpo, simile ma meno complesso del tachimetro.

celerìno, sm. Agente della celere.

celerità, sf. L'essere celere, velocità, prontezza di movimento.
 lat. celeritas,-atis.

celerménte, avv. In modo veloce, immediato. ~ rapidamente, sollecitamente. <> flemmaticamente, lentamente.

celèrrimo, agg. Superlativo di celere.

celèsta, sf. Strumento a tastiera costituito da lamine di metallo percosse da martelli.

celèste, agg. e sm. agg. 1Del cielo. i corpi celesti, le stelle. 2 Che ha il colore del cielo sereno. ~ turchino. occhi celesti. 3 Del cielo in quanto sede di Dio o dei beati. ~ ultraterreno.
sm. 1 Il colore azzurro. ~ blu, turchino. 2 Nell'uso plurale, gli spiriti che sono in cielo.
 agg. e sm. 1 celestial, heavenly. 2 (colore) light blue, sky-blue.
 lat. caelestis.

Celèsti, Andrèa (Venezia 1637-Toscolano, Brescia 1712?) Pittore italiano. Tra le opere, Consegna delle chiavi a San Pietro (1688, duomo di Toscolano) e Battesimo di Cristo (1695, duomo di Desenzano).

celestìàle, agg. Degno del cielo. ~ paradisiaco.

celestìna, sf. Minerale in cristalli tabulari costituito da solfato di stronzio.

Celestina Dramma di F. de Rojas (?) (1499).

celestìno, agg. e sm. agg. Celeste tenue.
sm. 1 Il colore celestino. 2 Monaco benedettino della regola di Pietro di Isernia, poi Celestino V.

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_c.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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