Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale D parte 3
Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale D parte 3
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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale D parte 3
decondizionàre, v. v. tr. Liberare da un condizionamento.
v. rifl. Liberarsi da un condizionamento.
decongelàre, v. tr. Scongelare. <> congelare.
v. tr. to defrost.
decongestionaménto, sm. Il decongestionare, il decongestionarsi, l'essere decongestionato.
decongestionànte, agg. e sm. Di farmaco che riduce o elimina una congestione.
decongestionàre, v. v. tr. Eliminare o attenuare una congestione. • decongestionare i bronchi.
v. intr. pron. 1 Cessare d'essere congestionato. <> congestionarsi. 2 Cessare un ingombro. • l'incrocio si decongestionò con l'arrivo di due vigili.
v. tr. to decongest.
franc. decongestionner, incrociato con l'italiano congestionare.
decontaminàre, v. tr. Eliminare la contaminazione di qualcosa. ~ depurare, risanare, bonificare. <> contaminare.
v. tr. to decontaminate.
decontaminazióne, sf. Il decontaminare, l'essere decontaminato. ~ contaminazione. • la decontaminazione della zona procedette molto lentamente.
deriv. da decontaminare.
decontrazióne, sf. Rilasciamento dei muscoli. <> contrazione.
decoràre, v. tr. 1 Abbellire, adornare. ~ addobbare. <> deturpare. 2 Insignire di una decorazione, di una onorificenza. ~ fregiare. <> degradare.
v. tr. to decorate.
lat. decorare, deriv. da decorus.
decorativìmo, sm. In un'opera d'arte o del pensiero, preponderanza di motivi puramente decorativi.
decoratìvo, agg. 1 Atto a decorare. ~ ornamentale. <> strutturale, funzionale. • arti decorative, arti il cui scopo è quello di ornare e abbellire gli oggetti. 2 Di persona che, anche se intrinsecamente priva di valore, possiede notevoli qualità esteriori. ~ appariscente. <> interiore, reale, vero. • era un personaggio molto decorativo, quindi aveva molte possibilità di essere eletto in quella zona.
agg. ornamental, decorative.
franc. decoratif.
decoràto, agg. e sm. agg. Abbellito da decorazioni. ~ abbellito. <> disadorno.
agg. e sm. Che, chi è stato insignito da una decorazione. ~ fregiato.
decoratóre, sm. (f.-trìce) Chi esegue lavori di decorazione. ~ pittore, affrescatore.
decorazióne, sf. 1 Lavoro di abbellimento con elementi decorativi. ~ ornamento. 2 Ciò che serve a decorare. ~ guarnizione. <> deturpazione. 3 Onorificenza. ~ medaglia.
sf. decoration.
deriv. da decorare.
decòro, sm. 1 Coscienza della propria dignità, che si riflette nel comportamento. ~ decenza. 2 Lustro. ~ splendore. 3 Onore. ~ prestigio. 4 Correttezza. ~ educazione. 5 Contegno. ~ compostezza.
sm. 1 decorum. 2 (contegno) dignity.
lat. decorum.
decoróso, agg. Conforme al decoro. ~ dignitoso. <> indecente.
agg. dignified, decorous, decent, proper.
decorrènza, sf. 1 Il decorrere. 2 Il termine da cui qualcosa comincia ad avere effetto.
decórrere, v. intr. 1 Trascorrere. ~ passare. 2 Cominciare ad avere effetto. <> scadere.
v. intr. 1 to run, to start, to elapse, to pass. 2 (avere effetto) to have effect, to come into force.
lat. decurrere, comp. da de-verso il basso + currere correre.
decórso, agg. e sm. agg. Trascorso, passato. ~ scaduto. <> attuale.
sm. Svolgimento, evoluzione. ~ andamento.
sm. course.
lat. decursus,-us, deriv. da decursus, p.p. di decurrere.
decorticàre, v. tr. Togliere la corteccia.
dal lat. cortix-icis corteccia.
decorticazione, sf. Asportazione chirurgica del rivestimento, fisiologico o neoplastico, di un organo.
decòtto, sm. Bevanda ottenuta facendo bollire a lungo una sostanza vegetale in acqua a scopo medicamentoso. ~ infuso.
sm. decoction.
decozióne, sf. Il fare i decotti.
decreménto, sm. Calo. ~ diminuzione. <> incremento.
decrepitézza, sf. L'essere decrepito. ~ senilità
decrèpito, agg. 1 Estremamente vecchio. ~ vecchio. <> giovane. 2 Logoro. ~ cadente. 3 Sorpassato. ~ antiquato. <> nuovo.
agg. decrepit.
lat. decrepitus, comp. da de-+ deriv. da crepare.
decrescèndo, sm. Diminuendo.
decrescènte, agg. Che decresce. <> crescente.
decrescènza, sf. Il decrescere. ~ diminuzione.
decréscere, v. intr. Calare. ~ diminuire. <> crescere.
v. intr. 1 to diminish, to decrease. 2 (prezzi) to go down.
lat. decrescere, comp. da de-+ crescere.
decresciménto, sm. Modo ed effetto del decrescere. ~ diminuzione.
decretàle, agg. e sf. agg. Decreto pontificio redatto in forma di lettera.
sf. Lettera decretale.
decretàre, v. tr. 1 Ordinare per mezzo di un decreto. ~ deliberare. <> revocare. 2 Stabilire. ~ decidere.
lat. mediev. decretare, deriv. da decretum.
decréto, sm. 1 Deliberazione della volontà. ~ ordine. 2 Ciò che è stabilito da una volontà o da una forza superiore all'uomo. 3 Provvedimento giurisprudenziale di solito non motivato. ~ ordinanza. 4 Atto nominativo del governo. 5 Legge emanata dal potere esecutivo senza previa delegazione dell'autorità legislativa. ~ delibera.
sm. decree.
lat. decretum, deriv. da decretus, p.p. di decernere decidere.
• Nell'ambito giuridico è il risultato dell'attività legislativa del potere esecutivo, sotto forma di legge (soggetto ad approvazione delle due camere e ratificato dal capo dello stato). Tale attività può essere esercitata solo in casi di necessità e urgenza per il Paese, in quanto l'attività legislativa è di esclusiva competenza del parlamento. Il decreto può avere la forma del decreto legge, quando deve essere sottoposto a presentazione al parlamento per la conversione in legge, o di decreto legislativo, quando è emanato dal governo su delega del parlamento.
decretóne, sm. Nel gergo politico indica un decreto che regola sotto un unico titolo numerose materie.
decriptàre, o decrittàre, v. tr. Interpretare un crittogramma, decodificare. ~ decifrare. <> cifrare, crittografare.
Decroux, Étienne (Parigi 1898-1991) Celebre mimo francese.
decùbito, sm. 1 Posizione assunta dal malato a letto. 2 Piaga da decubito, quella che compare durante una lunga degenza a letto nelle parti di cute compresse contro il materasso.
decumàno, sm. 1 Nell'antica Roma, ogni soldato della decima legione. 2 Ciascuna delle vie che attraversano la città o l'accampamento dei romani da oriente a occidente.
decuplicàre, v. tr. Moltiplicare per dieci.
dècuplo, agg. e sm. agg. Dieci volte maggiore.
sm. Quantità dieci volte più grande.
decùria, sf. Ognuna delle dieci divisionidel Senato e della Curia dell'antica Roma. Squadra di dieci soldati.
decurióne, sm. Nell'antica Roma comandante di una decuria di cavalieri. I decurioni venivano scelti in base al censo e costituivano l'organo più importante nel governo della città, con carica ereditaria (Curiales).
Dal medioevo al 1800 fu il membro dell'amministrazione comunale.
decurtàre, v. tr. Ridurre, diminuire. ~ tagliare. <> accrescere.
lat. decurtare, comp. da de-+ curtare accorciare.
decurtazióne, sf. 1 Il decurtare e l'effetto. 2 Diminuzione, riduzione. ~ taglio.
decussàto, agg. In araldica, che ha forma di X.
Chiavi decussate
Stemma della Santa Sede.
Croce decussata
Croce di Sant'Andrea.
decùsse, sf. 1 In araldica indica la forma a X: in decusse, a forma di croce di Sant'Antonio. 2 Moneta romana di bronzo avente il valore di dieci assi, indicato dal segno X.
dedàleo, agg. 1 Relativo a Dedalo. 2 Fatto con abilità. ~ ingegnoso. 3 Molto abile. ~ industrioso.
dèdalo, sm. Labirinto, intrigo (dal leggendario Dedalo). ~ meandro.
sm. maze, labyrinth.
Dédalo Mitico artefice ateniese. Dopo aver ucciso il nipote Talo, per gelosia di mestiere, fuggì a Creta presso il re Minosse e per lui costruì il labirinto di Cnosso, dimora del minotauro. Per aver favorito gli amori di Pasifae, fu rinchiuso nel labirinto da dove riuscì a fuggire in volo con il figlio Icaro, grazie a due paia di ali da lui costruite con cera e penne.
Dedalus Romanzo di J. Joyce (1917).
Dedekind, Richard (Brunswich 1831-1916) Matematico tedesco. Diede importanti contributi alla teoria dei numeri e delle funzioni algebriche. Nel 1872 elaborò la prima definizione rigorosa di numero reale.
dèdica, sf. Dedicatoria; atto e parole con cui si offre qualcosa a qualcuno. ~ epigrafe.
sf. dedication.
deriv. da dedicare.
dedicàre, v. v. tr. 1 Consacrare un tempio, un monumento ecc. a una divinità, a santi o intitolare alla memoria di qualcuno. ~ intitolare. • nella piazza misero un monumento dedicato ai caduti. 2 Offrire in atto di omaggio un libro a qualcuno. ~ donare. 3 Volgere le proprie attività a un determinato fine. ~ rivolgere. • dedicò parte della sua vita al fratello, senza averne riconoscenza.
v. rifl. 1 Consacrarsi a una cosa. ~ votarsi. •: :i dedicò anima e corpo allo studio. 2 Badare. ~ occuparsi. <> disinteressarsi
v. tr. to dedicate. v. rifl. to devote oneself.
lat. dedicare, comp. da de-+ dicare consacrare, da dicere dire.
dedicatàrio, sm. Persona cui si dedica qualcosa.
dedicàto, agg. Consacrato, offerto, votato.
dedicatòria, sf. Lettera di dedica.
dedicatòrio, agg. Che serve a dedicare.
Lettera dedicatoria
Lettera con cui si dedica un'opera del pensiero a qualcuno.
dedicazióne, sf. Atto o cerimonia con cui si consacra una chiesa o un altare.
dedifferenziazióne, sf. Passaggio di ritorno da processi complessi a processi più semplici.
dedìtici Popolazioni antiche che, in seguito alla vittoria su di loro da parte dei romani, si erano sottomesse a Roma in modo volontario tramite una resa a discrezione (deditio).
dèdito, agg. Che si dedica con cura costante a qualcuno. ~ devoto.
agg. devoted, dedicated.
lat. deditus, p.p. di dedere consegnare.
dedizióne, sf. Il dedicarsi completamente a un'attività, a un ideale, a una persona. ~ abnegazione. <> egoismo.
sf. dedication.
lat. deditio,-onis.
dé-doc, sm. invar. Denominazione antica del comandante delle truppe di una provincia nel Tonchino.
dedótto, agg. 1 Derivato. ~ desunto. 2 Sottratto. ~ detratto.
deducìbile, agg. Che si può dedurre. ~ detraibile, sottraibile. <> indeducibile, indetraibile.
dedùrre, v. tr. 1 Desumere, arguire. ~ capire. <> indurre. 2 Sottrarre. ~ detrarre. <> aggiungere.
v. tr. 1 (capire) to deduce. 2 (sottrarre) to deduct.
lat. deducere, comp. da de-+ ducere guidare.
deduttìvo, agg. Di deduzione, che si basa su deduzione.
deduzióne, sf. 1 Il dedurre e l'effetto. ~ inferenza. <> induzione. 2 Procedimento logico attraverso il quale è possibile dedurre affermazioni particolari, partendo da una o più generali. Nella logica aristotelica è sinonimo di sillogismo. ~ desunzione. 3 Sottrazione. ~ detrazione. 4 Ciò che si deduce. ~ conclusione.
sf. deduction.
lat. deductio,-onis.
• In matematica è un procedimento per cui si può ottenere da concetti generali, altri particolari, tramite l'applicazione successiva di regole di trasformazione sintattica. La tesi può essere dedotta da un'ipotesi iniziale attraverso una dimostrazione.
dee-jay, sm. invar. Disk-jockey.
Deep Purple Gruppo hard rock inglese, operante dagli anni '70 (Deep Purple, 1970, Fireball, 1971) fino a oggi (Live at the Olympia, 1997).
deerhound, sm. invar. Cane da corsa inglese appartenente al gruppo dei Levrieri.
deetanizzazióne, sf. Separazione, ottenuta per frazionamento e successivo riassorbimento, dell'etano da un prodotto petrolifero.
défaillance, sf. invar. Improvvisa debolezza. ~ cedimento.
defalcàre, v. tr. Togliere una quantità da un'altra più grande, dedurre. ~ detrarre. <> aggiungere.
v. tr. to deduct.
defalcazióne, sf. Atto ed effetto del defalcare.
defàlco, sm. (pl.-chi) Il modo e l'effetto del defalcare.
defaticàrsi, v. rifl. Alleviare con opportuni esercizi la sensazione di fatica.
defatigànte, agg. Che smaltisce la stanchezza. <> affaticante.
defatigàre, v. tr. Smaltire la stanchezza. <> stancare.
defatigatòrio, agg. Detto di procedura, eccezione, incidente ecc. volti a prolungare la causa giudiziaria per stancare l'avversario.
default, sm. invar. (ingl.) Modalità o valore di un parametro con cui opera automaticamente una macchina o un programma in mancanza di un scelta specifica dell'operatore. • il default del programma è la visualizzazione nel font Times di dimensione 12; • il valore di default delle variabili è 0; • per default i dati sono arrotondati a 3 cifre
defecàre, v. v. tr. Purificare un liquido precipitandone le impurezze.
v. intr. Espellere le feci. ~ evacuare, scaricarsi.
defecazióne, sf. 1 Purificazione di un liquido. 2 Espulsione delle feci.
defenestràre, v. tr. 1 Buttare dalla finestra. 2 Estromettere qualcuno da una carica o da un impiego. ~ cacciare, licenziare. <> nominare, chiamare, insignire.
defenestrazióne, sf. Il defenestrare, l'essere defenestrato.
defensionàle, agg. Della difesa.
deferènte, agg. 1 Che porta fuori, giù. 2 Che si rimette alla volontà degli altri per rispetto. ~ remissivo. <> arrogante. 3. Ossequioso, pieno di riguardo ~ rispettoso. <> impudente.
agg. deferential, respectful.
Circolo deferente
Con riferimento al sistema tolemaico, è il circolo eccentrico sul quale si muove il centro di un circolo minore (epiciclo), rispetto alla Terra; l'epiciclo viene a sua volta descritto con moto uniforme da un pianeta. In questo modo Tolomeo era in grado di spiegare il moto apparente dei pianeti che, diversamente da Sole e Terra, hanno un movimento in senso retrogrado o diretto rispetto alle stelle.
deferènza, sf. L'essere deferente, atteggiamento rispettoso. ~ ossequio, rispetto. <> insolenza.
deriv. da deferente.
deferiménto, sm. Il deferire.
deferìre, v. tr. 1 Sottoporre a esame. ~ rimettere. 2 Rinviare. ~ demandare.
v. tr. 1 (esaminare) to submit. 2 (dir.) to refer. 3 (denunciare) to report.
lat. deferre, comp. da de-+ ferre portare.
defervescènza, sf. Discesa graduale della temperatura che precede la convalescenza, nei malati che hanno malattie acute.
dal lat. defervescere sbollire.
defetàri, sm. pl. In origine denominazione dei registri catastali normanni, ora identifica i registri del catasto in genere.
dal greco diphthéra pergamena.
defettìbile, agg. Che può mancare, venire meno o cadere in colpa. <> indefettibile.
defezionàre, v. intr. Abbandonare l'organizzazione per cui si milita.
defezióne, sf. Abbandono, rinuncia. ~ ritiro.
sf. defection, desertion.
lat. defectio,-onis, deriv. da defectus, p.p. di deficere.
Deffand, Marie de Vichy-Champrond marchesa di (Champrond 1697-Parigi 1780) Autrice di un epistolario pubblicato postumo con il titolo Corrispondenza completa (1865).
defibrillatóre, sm. Apparecchio usato per arrestare la fibrillazione cardiaca.
defibrillazione, sf. Applicazione al cuore di una scarica elettrica in corrente continua allo scopo di depolarizzarne completamente la massa.
defibrinazióne, sf. Estrazione, ottenuta mediante sbattitura, dal sangue travasato durante la coagulazione, della fibrina in esso contenuto.
deficiènte, agg., sm. e sf. agg. Mancante, lacunoso, difettoso. ~ insufficiente. <> sufficiente.
agg., sm. e sf. 1 Individuo con limitazioni mentali. ~ ritardato, subnormale. <> normale, sano. 2 Cretino. ~ imbecille. <> intelligente.
agg. 1 (insufficiente) insufficient. 2 (mancante in) deficient in. sm. e sf. 1 mental defective, mental deficient. 2 (stupido) idiot.
lat. deficiens,-entis, p.pres. di deficere.
deficiènza, sf. 1 Insufficienza, limitatezza. ~ scarsezza. <> sufficienza. 2 Mancanza, difetto. ~ lacuna. <> completezza, sufficienza. 3 Stupidità. ~ inettitudine. <> ingegno.
sf. shortage, deficiency.
deriv. da deficiente.
dèficit, sm. invar. 1 Eccedenza del passivo sull'attivo. ~ disavanzo, ammanco. <> surplus. 2 Perdita. ~ disavanzo. 3 Insufficienza, deficienza, difetto. ~ carenza.
sm. invar. deficit.
Deficit pubblico
Sproporzione eccessiva tra le uscite e le entrate correnti del settore pubblico, causata da una cattiva gestione del denaro pubblico in concomitanza con una eccessiva tendenza inflazionistica. Viene arginato con l'emissione di titoli del debito pubblico o di carta moneta, con ulteriore aggravio dell'inflazione. Quando il deficit pubblico supera notevolmente e costantemente il prodotto interno lordo (PIL), rappresenta un grave pericolo per la stabilità della moneta nazionale.
Deficit spending
Politica di deliberato disavanzo pubblico, operata in fase di recessione; fu teorizzata da J. M. Keynes. Consiste nella sostituzione della domanda privata (carente) con quella pubblica; con tale sistema è possibile fornire nuovo impulso alle attività economiche di una nazione, riducendo drasticamente la disoccupazione.
deficitàrio, agg. 1 Che è in passivo, in perdita. 2 Insufficiente. ~ carente.
defìggere, v. tr. Staccare. <> affiggere.
defilàre, v. v. tr. Sottrarre truppe o mezzi dalla vista del nemico.
v. rifl. Sottrarsi a un impegno, rendersi irreperibile. ~ imboscarsi.
defilàto, agg. Che sta in disparte. ~ appartato.
défilé, sm. invar. Sfilata di moda. ~ passerella.
definìbile, agg. Che si può definire. ~ determinabile. <> indefinibile.
definìre, v. tr. 1 Determinare con le parole la natura e il carattere di qualcosa. ~ precisare. 2 Risolvere una lite. ~ terminare. 3 Determinare segnando dei limiti. ~ delimitare.
v. tr. 1 to define. 2 (terminare) to settle, to determine.
lat. definire, comp. da de-+ finire delimitare.
definitivaménte, avv. In modo definitivo.
definitìvo, agg. 1 Che serve a definire. 2 Che decide in modo conclusivo qualcosa, finale. ~ conclusivo. <> provvisorio. • doveva prendere una decisione definitiva questa volta; in definitiva, in conclusione. 3 Che non consente ulteriori ricorsi o sindacazioni. ~ irrevocabile. <> revocabile. • atto definitivo.
agg. final, definitive.
lat. definitivus limitato, decisivo.
definìto, agg. Determinato, preciso. ~ certo. <> indefinito.
definitóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, chi definisce.
definitòrio, agg. Che definisce, che può definire.
definizióne, sf. 1 Atto del definire. 2 Insieme delle parole che precisa il significato di un vocabolo. ~ spiegazione. 3 Decisione. ~ risoluzione. • giunsero infine a una definizione della lite. 4 Precisione dei particolari in un'immagine fotografica o televisiva. ~ nitidezza. • aveva un obiettivo fotografico ad alta definizione.
sf. 1 definition. 2 (decisione) settlement.
lat. definitio,-onis.
defiscalizzazióne, sf. Abolizione della fiscalizzazione. <> fiscalizzazione.
deflagrànte, agg. Di sostanza esplosiva che presenta una combustione molto rapida e della combustione stessa.
deflagràre, v. intr. 1 Detto degli esplosivi di lancio, bruciare molto rapidamente. ~ esplodere. 2 Manifestarsi all'improvviso e violentemente. ~ scoppiare.
deflagrazióne, sf. 1 Esplosione progressiva. ~ scoppio. 2 Manifestazione improvvisa e violenta di un conflitto.
sf. deflagration.
lat. deflagratio,-onis.
deflazionàre, v. tr. Indurre alla deflazione.
deflazióne, sf. Riduzione della carta moneta in circolazione.
deflazionìstico, agg. (pl. m.-ci) Proprio della deflazione.
agg. deflationary.
deflessióne, sf. Il deflettere.
deflèttere, v. intr. 1 Deviare dalla direzione prefissa, cambiare strada. 2 Recedere da un'opinione. ~ rinunciare.
deflettometrìa, sf. Studio e tecnica della deflessione delle radiazioni elettromagnetiche in materiali aventi indici di rifrazione diversi.
deflettóre, sm. 1 Elemento meccanico o mobile che serve a orientare i flussi di liquidi o gas. 2 Vetro orientabile del finestrino anteriore di un'automobile.
sm. quarter light, quarter vent.
defloràre, v. tr. Privare della verginità. ~ sverginare.
deflorazióne, sf. L'atto del deflorare, l'essere deflorata.
defluìre, v. intr. 1 Scorrere verso il basso (detto di fluidi). ~ scendere. <> affluire. 2 Muoversi verso l'esterno. ~ uscire. <> entrare.
v. intr. to flow.
deflùsso, sm. 1 Il defluire. 2 Uscire come una corrente. 3 Volume d'acqua che passa attraverso una sezione di un canale o di un fiume in un tempo determinato. ~ flusso.
sm. ebb.
lat. defluxus,-us, deriv. da defluere scorrere via.
Defoe, Daniel (Londra 1660-Moorfields 1731) Scrittore inglese. Per nascita e istruzione Defoe fu estraneo alla sfera di gusto raffinato e di cultura classica che dominava la letteratura inglese del suo tempo. Di religione presbiteriana, egli apparteneva al ceto anticonformista del commercio che iniziò ad avere importanza politica verso la fine del secolo. Messosi in affari, si trovò in bancarotta nel 1692. Fu la prima di numerose crisi finanziarie. Si guadagnò la notorietà con i suoi libelli politici e satirici. Per uno di essi, La via più breve con i dissenzienti, fu condannato e imprigionato tre volte. Politicamente si schierò prima con i whig (1700), poi con i tory per seguire il politico R. Harley suo protettore (1710), poi di nuovo con i whig (1714). Fondò The Review (1704), la cui rubrica Scandal Club fu il primo esempio di cronaca giornalistica mondana. A circa sessant'anni lasciò progressivamente l'impegno politico e iniziò una nuova carriera come scrittore. Robinson Crusoe (pubblicato nel 1719) è il primo di una serie di racconti di avventure che hanno reso famoso Defoe anche se suscitano alcune perplessità tra i lettori colti. Le sue narrazioni sono caratterizzate da uno stile vivace e immediato e dalla capacità di osservazione della società e degli esseri umani isolati. Nei suoi protagonisti c'è un po' della vitalità, dell'umanità e talvolta dell'ingegnosità dell'autore.
Altre opere furono Ulteriori avventure di R. Crusoe (1719), Il capitano Singleton (1720), Moll Flanders (1722) e Lady Roxana (1724). Numerosi anche i saggi (Saggio sui progetti, 1697); scritti polemici e satirici (Il vero inglese, 1701; La via più breve con i dissenzienti, 1702) e narrazioni di viaggio (Giro attraverso tutta l'isola di Gran Bretagna, 1724; Nuovo viaggio intorno al mondo).
defogliànte, o defoliànte, agg. e sm. Detto di composto chimico che, versato sulle piante, provoca la caduta delle foglie.
deforestàre, v. tr. Tagliare un bosco. ~ diboscare.
deforestazióne, sf. Diboscamento.
deformàbile, agg. Che si può deformare. ~ sformabile. <> indeformabile.
deformànte, agg. Che deforma. ~ deturpante.
deformàre, v. v. tr. 1 Rendere deforme; deturpare. ~ sformare. <> abbellire. • aveva una grossa cicatrice che gli deformava il viso. 2 Alterare, svisare. ~ falsare. • in quelle condizioni era portato a deformare la realtà.
v. intr. pron. 1 Perdere forma. • gli stivali si deformano con l'umidità. 2 Mutare nei contorni.
v. tr. 1 to deform. 2 (alterare) to put out of shape. 3 (fig.) to distort. v. intr. pron. to lose its shape.
lat. deformare, comp. da de-+ deriv. da forma aspetto.
deformazióne, sf. 1 Il deformare, il deformarsi, l'effetto e la parte deformata. ~ ammaccatura. • aveva una deformazione alla gamba sinistra. 2 Alterazione di una forma. 3 Travisamento. • la deformazione della verità è la sua attività preferita.
sf. deformation.
lat. deformatio,-onis.
defórme, agg. Che si allontana dalla sua forma naturale o normale. ~ malformato. <> normale, sano.
agg. 1 deformed. 2 (sfigurato) disfigured.
deformità, sf. L'essere deforme. ~ deformazione. <> regolarità.
sf. deformity.
defosforazióne, sf. Operazione di eliminazione del fosforo da ghisa o acciaio.
defraudàre, v. tr. Togliere con la frode; non dare ciò che spetta. ~ frodare.
v. tr. to defraud.
defraudatóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che o chi defrauda.
defraudazióne, sf. Atto ed effetto del defraudare.
defùngere, v. intr. Morire. ~ crepare.
defùnto, agg. e sm. Di ottenere da concetti generali, R: vivente.
agg. late, dead. sm. dead person, deceased.
Degas, Edgar Hilaire Germain (Parigi 1834-Saint Valéry-sur-Somme, 1917) Pittore e scultore francese. Nato nell'agiata famiglia di un banchiere, venne principalmente educato dal padre, che lo indirizzò verso i classici. A diciotto anni abbandonò gli studi giuridici per dedicarsi al disegno. Aderì all'impressionismo, grazie all'amicizia con É. Manet e la frequentazione del Café Guerbois, con l'intento di trasmettere l'importanza dell'espressività del disegno rispetto all'insieme dei colori. I suoi soggetti preferiti furono le ballerine, i nudi femminili, le corse ippiche. Partecipò alla prima mostra degli impressionisti nel 1874. Tra le sue opere più importanti, Ballerine alla sbarra, Fantini davanti alle tribune (1869-1872, Parigi, Musée d'Orsay), L'ufficio dei cotoni a New Orleans (1873, Pau, museo), La scuola di danza (1874, Parigi, Louvre), L'assenzio (1876, Parigi, Musée d'Orsay), Caffè concerto, La prova (1877, Glasgow, Art Gallery).
degasolinàggio, sm. Operazione di eliminazione dal gas naturale degli idrocarburi che si liquefano facilmente.
degassàggio, sm. (pl.-gi) 1 In chimica indica la rapida apertura dello stampo di oggetti di materia plastica che viene eseguita all'inizio della fase di indurimento. 2 In petrolchimica, estrazione degli idrocarburi gassosi da petrolio grezzo, benzine ecc. al fine di ridurre la pressione del vapore.
degassaménto, sm. 1 Estrazione dei gas disciolti in un liquido ottenuta mediante assorbimento da parte di una superficie o di un solido. 2 In metallurgia è l'eliminazione del gas presente in un pezzo solido o in un metallo fuso prima della colata.
degassatóre, sm. 1 Apparecchio atto a indicare la presenza di idrocarburi gassosi in detriti di perforazione o fanghi. 2 Apparecchio per estrarre i gas disciolti in un liquido. Viene usato specialmente nelle caldaie.
degeneràre, v. intr. 1 Cambiare in qualcosa di peggiore; pervertirsi, deteriorarsi. ~ degradare. 2 Di malattia che si complica diventando pericolosa. ~ peggiorare. <> migliorare. • il cancro fa degenerare i tessuti. 3 Passare i limiti. • la discussione degenerò rapidamente, sfiorando la rissa. 4 Trasformarsi. • l'indulgenza può degenerare in debolezza
v. intr. to degenerate.
lat. degenerare, comp. da de-+ deriv. da genus,-eris stirpe.
degeneràto, agg. e sm. Di persona il cui comportamento degenera; vizioso, corrotto. ~ depravato. <> retto.
degenerazióne, sf. 1 Degradazione, decadenza. ~ decadimento. 2 Modificazione, alterazione. ~ corruzione.
lat. tardo degeneratio,-onis.
degènere, agg. 1 Che ha perduto le qualità originarie. ~ degenerato. 2 Corrotto, pervertito. ~ indegno.
agg. degenerate.
degènte, sm. Di persona che giace ammalata in ospedale. ~ paziente. <> dimesso, guarito.
sm. 1 (ricoverato) in-patient. 2 (persona) bedridden.
lat. degens,-entis, p.pres. di degere trascorrere.
degènza, sf. Periodo di permanenza di un malato in letto o di ricovero in ospedale. ~ ricovero.
deriv. da degente.
degerminàre, v. tr. 1 Rimuovere i germogli dalle patate che sono conservate al buio. 2 Togliere il germoglio dall'orzo che servirà per preparare il malto utilizzato per fabbricare la birra.
deglabrazióne, sf. Caduta di peli e capelli tale da rendere glabra la parte del corpo interessata.
deglaciazióne, sf. 1 Ritiro dei ghiacciai. 2 Fase tra due glaciazioni.
dégli, prep. art. m. pl. Composta da di e gli.
Degli eroici furori Opera di filosofia di G. Bruno (1585).
Dégli Espòsti, Pièra (Bologna 1939-) Attrice cinematografica e teatrale. Interpretò Storia di Piera (1983).
deglutinàre, v. tr. Eseguire una deglutinazione.
deglutinazióne, sf. Fenomeno del linguaggio popolare che consiste nell'eliminazione di una parte iniziale e variabile di una parola perché scambiata per un articolo o simile.
deglutìre, v. tr. Far passare gli alimenti dalla bocca all'esofago. ~ inghiottire. <> rigettare.
v. tr. to swallow.
deglutizióne, sf. Il deglutire.
degnàre, v. v. tr. Giudicare degno. <> disdegnare.
v. intr. pron. Accondiscendere a fare qualcosa. ~ consentire. <> negare.
v. tr. e intr. pron. to condescend, to deign.
lat. dignare (-ari), deriv. da dignus.
degnazióne, sf. Il degnare e il degnarsi. ~ condiscendenza, sufficienza.
dégno, agg. 1 Che merita qualcosa. ~ meritevole. <> immeritevole. 2 Stimabile, onesto. ~ retto. <> screditato. 3 Idoneo, adeguato. ~ adatto. <> indegno.
agg. 1 dignified. 2 (onesto) trustworthy. 3 (idoneo) to deserve. 4 (lodevole) praiseworthy.
lat. dignus.
Dègo Comune in provincia di Savona (1.938 ab., CAP 17010, TEL. 019).
degradàbile, agg. Che può subire una degradazione.
degradànte, agg. Che degrada.
degradàre, v. v. tr. 1 Privare del rango per indegnità. ~ declassare. <> promuovere. 2 Umiliare, avvilire. ~ mortificare. • è una situazione che degrada l'animo. 3 Svilire. ~ abbassare. <> nobilitare. 4 Erodere. • gli agenti atmosferici degradarono nel tempo quelle formazioni rocciose.
v. intr. Digradare. ~ scendere.
v. intr. pron. Subire un degrado. ~ deteriorarsi. • i campi coltivati si degradano rapidamente se viene a mancare l'acqua.
v. rifl. Abbrutirsi, svilirsi. ~ umiliarsi.
v. tr. 1 to degrade. 2 (mil.) to demote. v. intr. pron. to deteriorate. v. rifl. to demean oneself.
lat. degradare, comp. da de-+ deriv. da gradus scalino.
degradazióne, sf. 1 Il degradare. ~ degrado. 2 Abbrutimento morale. ~ abiezione. 3 Abbassamento. 4 Demolizione delle rocce a opera di agenti atmosferici.
degràdo, sm. Deterioramento, riferito in special modo a fattori ecologici, urbanistici, sociali e simili. ~ degradazione.
sm. decay, deterioration.
deriv. da degradare.
degù, sm. invar. Nome volgare dell'Octodon degus, un mammifero roditore della famiglia degli Octodontidi, diffuso soprattutto nell'America meridionale.
degustàre, v. tr. Assaggiare qualcosa per riconoscerne le qualità o assaggiarne il sapore. ~ assaporare.
v. tr. to taste.
degustatóre, sm. (f.-trìce) Chi assaggia i cibi per professione.
degustazióne, sf. 1 Il degustare. ~ assaggio. 2 Pubblico esercizio con mescita di bevande alcoliche, specialmente vino. ~ enoteca.
sf. tasting, sampling.
lat. tardo degustatio,-onis.
dèh, inter. Esclamazione che esprime desiderio, preghiera, meraviglia, esortazione ecc.
Dehiwala-Mount Lavinia Città (196.000 ab.) dello Sri Lanka, nella Provincia Occidentale.
Dehn, Max (Amburgo 1878-Black Mountain, North Carolina 1952) Matematico tedesco. Studiò con D. Hilbert e fu docente a Francoforte fino al 1935. Nel 1936 riparò negli Stati Uniti d'America. Noto per gli studi di topologia (teoria dei nodi).
Dehra Dun Città (211.000 ab.) dell'India, nello stato dell'Uttar Pradesh. Capoluogo del distretto omonimo.
déi, prep. art. m. pl. Composta da di e i.
Dei delitti e delle pene Saggio filosofico di C. Beccaria (1764). L'opera è uno dei trattati di giustizia penale che hanno avuto più influenza. L'autore sostenne che la pena non deve essere superiore a quella sufficiente per il mantenimento dell'ordine pubblico. Per questo motivo, rifiutò le forme barbariche di violenza e di vendetta gestite dallo stato, come la pena capitale e la tortura, e propose l'irrogazione di pene socialmente utili. Le idee di Beccaria vennero riprese dal riformatore inglese Jeremy Bentham e influenzarono le leggi penali di numerosi paesi europei.
Dei doveri dell'uomo Opera moralista di G. Mazzini (1861).
Dei gratia, loc. avv. Locuzione latina che significa "per grazia di Dio".
Dei hanno sete, Gli Romanzo storico di A. France (1912).
Dei sepolcri Poemetto di U. Foscolo (1807). Opera poetica (chiamato carme dall'autore) composta di 295 endecasillabi sciolti, nata da un'interpretazione negativa dell'editto napoleonico di Saint-Cloud (emanato nel 1804, esteso all'Italia nel 1806) che imponeva la sepoltura fuori delle mura cittadine. Il poeta sostiene che i monumenti non servono tanto ai morti (All'ombra dei cipressi e dentro l'urne / confortate di pianto è forse il sonno / della morte men duro?), ma sono un invito per i vivi (A egregie cose il forte animo accendono / l'urne dei forti) come insegna il culto dei morti delle antiche civiltà (Dal dì che nozze, tribunali ed are / diero alle umane belve esser pietose / di se stesse e d'altrui). Il carme si conclude con l'esaltazione della poesia (... l'armonia / vince di mille secoli il silenzio) che conserva la memoria degli eroi, ripianando le ingiustizie che possano aver sofferto in vita e rendendo onore sia ai vincitori che ai vinti (E tu onore di pianti, Ettore, avrai / ove fia santo e lagrimato il sangue / per la patria versato, e finché il Sole / risplenderà sulle sciagure umane). Composizione unitaria ed equilibrata nella quale si fondono in armonia ispirazioni romantiche, patriottiche e letterarie, è il lavoro poetico più importante dell'autore.
Deianìra Personaggio mitologico, moglie di Eracle, ne causò involontariamente la morte facendogli indossare una veste imbevuta del sangue avvelenato del centauro Nesso, che lei riteneva essere un filtro d'amore. Per questo si suicidò.
deicìda, agg. e sm. 1 Che, chi uccide Dio. 2 Che, chi ha ucciso Gesù.
Deidamìa Personaggio mitologico, figlia di Licomede, re di Sciro. Dall'amore con Achille, nacque Neottolemo.
deidr(o)- Prefisso di termini chimici che serve a indicare l'eliminazione di atomi di idrogeno da un composto chimico.
deidràsi, sf. invar. Gruppo di Enzimi che catalizzano l'addizione o il distacco di una molecola d'acqua da altre molecole, organiche o inorganiche.
deidratàre, v. tr. Disidratare. <> idratare.
deidratazióne, sf. Disidratazione. <> idratazione.
deidrocolesteròlo (7-), sm. Precursore della vitamina D2.
deidrocorticosteróne, sm. Ormone secreto dalla corteccia surrenale dotato di attività corticomimetica.
deidrogenàre, v. tr. Eliminare da un composto l'idrogeno che vi è presente.
deidrogenàsi, sm. Classe di enzimi che intervengono nei processi biologici di ossiriduzione. Hanno un ruolo essenziale negli scambi respiratori della cellula e nei meccanismi di produzione di energia.
deidrogenazióne, sf. Azione del deidrogenare. Consente di ottenere sostanze di base dell'industria chimica. È presente anche negli esseri viventi.
deiezióne, sf. 1 Deposito di materiale trasportato dalle acque o dal vento nei punti in cui la forza di trascinamento diminuisce. • deiezioni fluviali. 2 Attività di un vulcano. 3 Scarica del ventre.
lat. deiectio,-onis, deriv. da deiectus, p.p. di deicere buttare giù.
deificàre, v. tr. Divinizzare. ~ mitizzare.
Deimos Satellite più distante (23.500 km) e più piccolo (raggio di 7,5 km) del pianeta Marte; venne scoperto nel 1877 da A. Hall. Il suo periodo orbitale è di 1,26 giorni.
deindustrializzazióne, sf. Tendenza di un sistema economico a ridurre l'attività industriale. <> industrializzazione.
deinos, sm. invar. Vaso greco risalente ai secc. VII e V a. C. di forma rotonda e privo di piedi e di anse.
deionizzàre, v. tr. 1 Rimuovere gli ioni presenti in un mezzo. 2 Eliminare gli ioni presenti nell'acqua utilizzando una resina scambiatrice di ioni.
deionizzazióne, sf. Eliminazione degli ioni che si originano tra i due elettrodi di un interruttore a corrente alternata per semplificare l'estinzione dell'arco elettrico che si genera all'apertura del circuito e per impedire un nuovo innesco.
deiopèia, sf. Genere di Insetti Lepidotteri Eteroneuri della famiglia degli Arctidi, costituito da farfalle dalle ali bianche con numerose macchie di colore arancione e nero.
Deiòtaro I (115?-40 a. C.) Tetrarca dei galati e alleato dei romani. Nel 63 Pompeo lo incoronò re e in cambio egli lo appoggiò nelle guerre civili. Nel 45 cadde in disgrazia presso Cesare, ma fu difeso da Cicerone.
Dèir-ez-Zor Città (93.000 ab.) della Siria, sul fiume Eufrate. Capoluogo del distretto omonimo.
deiscènte, agg. Di frutto che ha la proprietà della deiscenza. <> indeiscente.
deiscènza, sf. Proprietà di un frutto di aprirsi spontaneamente per lasciare uscire il seme. <> indeiscenza.
deìsmo, sm. Concezione filosofica che ammette solo l'esistenza di un Dio come causa del mondo e una forma di religione fondata sulla ragione, negando la rivelazione, i dogmi e il culto. Per i deisti, infatti, bisogna distinguere fra religione naturale, fondata sulla ragione, e religioni storiche, non prive di errori e di particolari assurdi. Numerosi deisti sottoposero i testi sacri a una critica rigorosa, che mise in evidenza sia la difficoltà di pervenire a un'interpretazione sicura sia le contraddizioni o le assurdità, come per esempio i miracoli. Nato in Inghilterra e poi diffusosi in Francia e Germania, il deismo combatté ogni settarismo, in nome della ragione, a favore di una religione comune a tutti gli uomini. I maggiori esponenti furono J. Locke (La ragionevolezza del cristianesimo, 1695), M. Tindal (Cristianesimo antico come la creazione, 1730), D. Hume (Storia naturale della religione, 1755, e Dialoghi sulla religione naturale, 1779), Voltaire (Lettere inglesi, 1734; Trattato sulla tolleranza, 1763 e Il dizionario filosofico, 1764), G. E. Lessing (Sulla realtà delle cose fuori di Dio, 1760-1765) e C. Wolff (Pensieri razionali).
deìsta, sm. (pl.-i) Fautore del deismo.
deità, sf. invar. 1 Natura, essenza divina. 2 L'essere divino. ~ dio.
deìttico, agg. e sm. (pl. m.-ci) Elemento linguistico che attribuisce alla frase una specifica connotazione di spazio e di tempo.
Dèiva Marìna Comune in provincia di La Spezia (1.546 ab., CAP 19013, TEL. 0187).
dél, prep. art. m. sing. Composta da di e il.
Del Bòn, Àngelo (Milano 1898-Desio, Milano 1952) Pittore italiano. Autore di numerosi paesaggi e nature morte, tra il 1929 e il 1935 aderì all'antinovecentismo lombardo e piemontese. Le sue opere sono esposte alla Galleria d'arte moderna di Milano.
Dél Buòno, Orèste (Isola d'Elba 1923-) Giornalista e scrittore. Tra le opere I peggiori anni della nostra vita (1971), Amori miei (1985), I grandi ladri (1992) e Amici, amici degli amici, maestri... (1994).
Dél Càiro, Francésco (Santo Stefano in Brivio, Varese 1607-Milano 1665) Pittore. Tra le opere Il ritrovamento di Mosè (1645, Torino, Galleria Sabauda).
Del Cónte, Ròsa (Voghera 1907-) Saggista. Docente di lingua e letteratura romena presso le università di Milano (1949) e di Roma (1967-1982). Ha avuto il pregio di divulgare la letteratura e la cultura romena con originali studi e traduzioni degli autori romeni T. Arghezi, L. Blaga, Eminescu e A. E. Bakonski. Tra le traduzioni Mastro Manole di L. Blaga(1974) e Il borgo di cristallo di T. Arghezi (1983). Tra gli studi critici e gli approfondimenti La lirica di L. Blaga (1971), Mihai Eminescu o dell'Assoluto (1962), Eminescu, poeta metafisico (1982) e Invito alla lettura di Arghezi (1967).
Dél Dùca, Jàcopo (Cefalù ca. 1520-Messina ca. 1601) Scultore. Tra le opere Tomba di Elena Savelli (1570, Roma, San Giovanni in Laterano).
Dél Giùdice, Danièle (Roma 1949-) Romanziere. Tra le opere Lo stadio di Wimbledon (1983) e Atlante occidentale (1985).
Dél Giùdice, Vincènzo (Trani 1884-Roma 1970) Giurista. Esperto di diritto ecclesiastico. Tra le opere, La separazione della chiesa dallo stato come concetto giuridico (1913) e Manuale di diritto ecclesiastico (1962).
Del modo di trattare i popoli della Valdichiana ribellati Opera di politica di N. Machiavelli (1503).
Del modo tenuto dal duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli Opera di politica di N. Machiavelli (1503).
Del non essere e della natura Opera di filosofia di Gorgia di Lentini (IV sec. a. C.).
Dél Pòggio, Càrla (Napoli 1925-) Attrice cinematografica. Interpretò Caccia tragica (1948) e Luci del varietà (1951).
Del primato morale e civile degli italiani Opera di politica di V. Gioberti (1843).
Del Rio, Dolores (Durango 1905-Newport Beach 1983) Attrice cinematografica messicana. Interpretò Ramona (1928) e La vergine indiana (1946).
Del romanzo e in genere dei componimenti misti di storia e invenzione Opera di critica letteraria di A. Manzoni (1845).
Del Vaux, Laurent (Gand 1696-Nivelles 1778) Scultore olandese. Amante del classicismo francese che traspose nelle sue opere, lavorò all'abbazia di Westminster e al pulpito della chiesa di Nivelles.
delabializzazióne, sf. Articolazione di un fonema con arrotondamento minore delle labbra.
Delacroix, Eugène (Charenton-Saint-Maurice 1798-Parigi 1863) Pittore francese, uno dei più importanti esponenti della scuola romantica di Francia. Tutto il suo cammino artistico è commentato nel Journal. Tra le altre opere, La morte di Sardanapalo, La libertà che guida il popolo e Donne di Algeri,esposte al Louvre di Parigi.
delanàggio, sm. Asportazione della lana dalle pelli ovine ottenute dallo scuoiamento dell'animale abbattuto, eseguita per utilizzare in modo separato la lana e il cuoio.
Deland, Margaret Wade (Allegheny, Pennsylvania 1857-Boston, Massachusset 1945) Scrittrice americana. Nelle sue opere (John Ward, Preacher, 1888; Sydney, 1890; Filippo e sua moglie, 1894)traspose i temi tipici della vita provinciale americana, legati a esperienze autobiografiche.
delatìvo, agg. Caso proprio di alcune lingue ugrofinniche. Indica un movimento di discesa da.
delatóre, sm. (f.-trìce) Spia. ~ confidente.
sm. 1 police informer. 2 (dir.) delator.
lat. delator,-oris.
Delaunay Terk, Sonia (Ucraina 1885-Parigi 1979) Pittrice russa. Tra le opere Prisma solare simultaneo n. 31 (1914, Parigi, Collezione Delaunay).
Delaunay, Robert (Parigi 1885-Montpellier 1941) Pittore francese. Tra le opere Paesaggio con disco (1906-1907, Parigi, Musée National d'Art Moderne), Città di Parigi (1911-1912, Parigi, Musée National d'Art Moderne) e Una finestra (1912, Parigi, Musée National d'Art Moderne).
Delaware Stato (658.000 ab., 5.295 km2) degli USA nordorientali, che si affaccia sull'oceano Atlantico. Confina con gli Stati più importanti dell'est (Maryland, Pennsylvania), con l'oceano e la baia omonima. Per il territorio molto pianeggiante e il clima umido, molto sviluppate sono le colture di cereali (mais e frumento), di frutta e ortaggi. Praticato anche l'allevamento (pollami e bovini) e la miticultura. Sono presenti industrie chimiche, tessili, meccaniche, cantieristiche. Delle vicende storiche rimane qualche edificio, come la Old Swedes Church di Wilmington. Fu una delle tredici colonie che fondarono gli USA. La capitale è Dover.
Delaware
Fiume (435 km) degli USA. Nasce nello stato di New York e sfocia nella baia omonima.
delazióne, sf. Accusa segreta. ~ denuncia.
sf. information, delation.
Delbrück, Max (Berlino 1906-Pasadena 1981) Fisico e biologo statunitense di origine tedesca. Compì studi approfonditi sulla genetica virale e batterica. Insieme a A. Hershey e S. Luria, nel 1969 fu insignito del premio Nobel per la medicina.
Delcassé, Theophile (Pamiers 1852-Nizza 1923) Politico francese. Ministro degli esteri dal 1898 al 1905, promosse l'intesa cordiale con la Gran Bretagna.
delèbile, agg. Che si può cancellare. ~ cancellabile. <> indelebile.
Delèbio Comune in provincia di Sondrio (2.755 ab., CAP 23014, TEL. 0342).
Delèdda, Gràzia (Nuoro 1871-Roma 1936) I pregiudizi e le remore di un ambiente familiare chiuso fecero sì che, nonostante l'ottimo profitto, la Deledda lasciasse l'educazione scolastica subito dopo la scuola elementare. Scrittrice autodidatta e lettrice disorganica ma di straordinaria assiduità, scrisse molti romanzi e racconti impregnati di suggestioni veriste, decadenti e dannunziane. Nel 1900 si trasferì a Roma, dopo aver sposato un impiegato del ministero delle finanze conosciuto a Cagliari. La sua vastissima produzione ottenne un grande successo di pubblico sia in Italia che fuori. Nel 1926 le fu assegnato il premio Nobel per la letteratura, prima scrittrice italiana a ricevere questo alto riconoscimento. Tra le oltre cinquanta opere pubblicate, si ricordano Elias Portolu (1903), Cenere (1904), L'edera (1906), Colombi e sparvieri (1912), Canne al vento (1913), Marianna Sirca (1915), La madre (1920), Il segreto dell'uomo solitario (1921), Cosima (postumo, 1937). La Deledda ha saputo registrare con straordinaria lucidità drammi che non sono solo quelli dell'isola nativa, ma dell'uomo in cerca di libertà e di affermazione.
dèlega, sf. 1 Il delegare. 2 Procura con cui si affida un incarico ad altri. ~ incarico.
sf. (procura) proxy.
delegànte, agg. sm. e sf. Che, chi delega.
delegàre, v. tr. 1 Autorizzare qualcuno a compiere un atto in propria vece. ~ demandare. 2 Affidare ad altri l'esecuzione di funzioni che di solito sono di propria competenza. ~ incaricare.
v. tr. to delegate.
delegàto, agg. e sm. Che, chi è deputato da altri a svolgere determinate funzioni o a compiere certi atti. ~ inviato. <> delegante.
• rappresentante delegato, delegato apostolico, inviato dal papa in una regione per tutelare gli interessi religiosi.
sm. delegate, representative.
delegazióne, sf. 1 Il delegare. 2 Circoscrizione territoriale e sede in cui un delegato esplica le proprie funzioni. ~ collegio. 3 Commissione di più delegati a cui è stato affidato un incarico di rappresentanza. ~ gruppo.
sf. delegation.
lat. delegatio,-onis.
delegittimàre, v. tr. Privare di legittimità determinati organi o poteri. <> legittimare.
v. tr. to delegitimize.
delegittimazióne, sf. Il delegittimare, l'essere delegittimato.
delenda Carthago, loc. avv. Locuzione latina che significa "bisogna distruggere Cartagine". Deriva dalla frase "Ceterum censeo Carthaginem esse delendam", ossia "Del resto io ritengo che Cartagine debba essere distrutta", con la quale Catone il Vecchio concludeva tutti i suoi discorsi.
deletèrio, agg. Che porta grave danno, rovina fisica o morale. ~ dannoso. <> benefico.
agg. 1 damaging. 2 (salute) harmful.
Deleuze, Gilles (Parigi 1925-1995) Critico letterario. Tra le opere Marcel Proust e i segni (1964), Foucault (1986) e Nietzsche e la filosofia (1992, in collaborazione con Guattari).
delezióne, sf. Perdita di un frammento di un cromosoma. Può essere comunque compatibile con la vita, ma solo se il frammento è piccolo oppure se la perdita di verifica allo stato eterozigote.
Dèlfi Antica città della Grecia (Focide), divenne famosa per la presenza dell'oracolo (VIII sec.), dedicato a Gea e ad Apollo. Subì moltissime dominazioni, saccheggi e distruzioni; anche i romani ne sottrassero le ricchezze, fino a quando il tempio non fu chiuso da Teodosio con l'avvento del cristianesimo. I recenti scavi compiuti dai francesi hanno riportato alla luce i resti del tempio di Apollo, i tesori di molte città, il teatro, lo stadio e il tempio di Atena Pronaia.
dèlfico, agg. (pl. m.-i) 1 Di Delfi, antica città della Grecia. 2 Profetico.
Delfinàto Regione storica della Francia sudorientale, compresa tra le Alpi e il fiume Rodano. È formato dai dipartimenti dell'Isère, della Drômee e delle Hautes Alpes. È diviso in due zone, una settentrionale poco abitata e una meridionale, costituita da un altopiano coltivato a cereali, foraggi e alberi da frutta. Fu abitato in origine dai galli, prima di venire annesso alla Gallia romana. Divenne regione autonoma nell'XI sec. Le città più importanti sono Grenoble, Valence e Vienne.
Delfìni, Antònio (Modena 1908-1963) Scrittore. Tra le opere Il ricordo della Basca (1938).
Delfìnidi Famiglia di Mammiferi Cetacei del sottordine degli Odontoceti comprendente numerose specie carnivore munite di mascelle con denti di forma conica tutti uguali tra di loro.
delfinièra, sf. 1 Fiocina con alette snodate che serve per catturare i delfini. 2 Rinforzo che viene fatto nella parte del sacco della rete tartana che striscia sul fondo utilizzando reti speciali.
Delfìno Piccola costellazione a nord-est dell'Aquila; si trova nell'emisfero celeste boreale ed è osservabile nelle notti estive.
delfìno, sm. 1 Mammifero cetaceo marino 2 Stile di nuoto che cerca di simulare l'andatura del delfino, incarnando il corpo con un movimento ritmico e simultaneo di braccia e gambe. 3 Titolo dato al primogenito dei re di Francia. 4 Chi è considerato il probabile successore di un personaggio in una carica importante.
sm. 1 dolphin. 2 (primogenito) dauphin. 3 (successore) probable successor.
• Cetaceo odontoceto (Delphinus delphis), con corpo allungato e di colore nero verdastro sul dorso, bianco sul ventre. Ha un muso appuntito e pinna dorsale triangolare; vive in mari aperti, in branchi, nutrendosi di pesci e molluschi.
Delfìno, Giusèppe (Torino 1921-) Schermidore. Campione italiano individuale di spada nel 1959, 1960, 1962, 1963 e campione olimpionico a Roma (1960); campione olimpionico a squadre a Helsinki (1952), Melbourne (1956) e Roma (1960) e campione del mondo a squadre nel 1950, 1953, 1954, 1957, 1958.
delgrp In informatica è il nome di un comando del sistema operativo UNIX che permette al superuser di eliminare un gruppo di utenti dal sistema.
Delhi Città dell'India (6.000.000 ab.) nel Punjab, sulla riva sinistra del fiume Yamuna. È divisa in due parti, una antica e una moderna, con funzioni amministrative, detta Nuova Delhi. La ricchezza proviene dall'agricoltura (cereali e cotone), dall'artigianato (ricami e lavorazione dell'oro e argento), da poche industrie alimentari, chimiche e tessili. Fu fondata attorno all'anno 1000 da musulmani turchi che ne fecero la capitale di un impero islamico. Venne conquistata nel 1206 dai mamelucchi; nel 1398 da Tamerlano, prima di iniziare una vertiginosa decadenza, interrotta con Moghul che la fece centro dell'impero con il nome di Shahjahanabad. Nel XIX sec. divenne capitale delle Indie britanniche fino al 1974 quando ottenne l'indipendenza. Sono pochi i resti dell'epoca indù, mentre più numerosi sono quelli moghul, ossia la tomba di Humayun, la Grande Moschea, il Forte Rosso.
Dèlia Comune in provincia di Caltanissetta (4.537 ab., CAP 93010, TEL. 0922).
Delianuòva Comune in provincia di Reggio Calabria (3.718 ab., CAP 89012, TEL. 0966).
delibàre, v. tr. 1 Prendere un piccolo assaggio di cibo o di bevanda assaporandolo con gusto. ~ degustare. 2 Trattare una questione superficialmente. 3 Riconoscere efficace una sentenza pronunciata da un tribunale straniero.
delibazióne, sf. Procedimento con il quale la corte d'appello dichiara, con sentenza, l'efficacia di una sentenza straniera in Italia. La sentenza non deve essere contraria a sentenze pronunciate in Italia.
delìbera, sf. 1 Ponderata decisione presa da persona o da organismo competente. ~ deliberazione. 2 Fermo proposito, decisione. ~ intenzione.
deriv. da deliberare.
deliberànte, agg. Che delibera, atto a deliberare.
deliberàre, v. v. tr. 1 Decidere, stabilire (di organismi collegiali e simili). ~ decretare. • attendevano che il consiglio deliberasse la questione. 2 Aggiudicare, nelle aste pubbliche. • il quadro fu deliberato con un'offerta relativamente bassa rispetto al valore.
v. intr. Prendere una decisione che ha valore esecutivo, stabilire. ~ disporre.
v. tr. to come to a decision on, to deliberate on. v. intr. to decide.
lat. deliberare, comp. da de-+ deriv. da libra bilancia.
deliberataménte, avv. Di proposito. ~ volontariamente.
deliberatìvo, agg. Che vale a deliberare.
deliberàto, agg. e sm. agg. Voluto, volontario. ~ intenzionale. <> involontario.
sm. Deliberazione. ~ decisione.
agg. intentional, deliberate.
deliberazióne, sf. Il deliberare e l'effetto. ~ provvedimento.
lat. deliberatio,-onis.
delicatézza, sf. 1 L'essere delicato. <> indelicatezza. • aveva una delicatezza della pelle molto piacevole. 2 Azione di un animo delicato; finezza. ~ gentilezza. <> sgarbatezza. 3 Fragilità, deteriorabilità. ~ gracilità. <> solidità. 4 Attenzione. ~ prudenza. • serviva delicatezza in quell'affare. 5 Raffinatezza di vita e di modi. ~ squisitezza. • preparava molte delicatezze culinarie.
sf. 1 delicacy. 2 (tatto) tact, tactfulness.
delicàto, agg. 1 Soave, morbido al tatto. ~ gentile. <> indelicato. • aveva una mano molto delicata. 2 Facile a guastarsi. ~ fragile. <> solido. •: : un pacco molto delicato. 3 Difficile, critico. ~ imbarazzante. • certe questioni sono molto delicate. 4 Piacevole. ~ raffinato. 5 Di suono, dolce. 6 Di cibo, facile da digerire. ~ leggero. 7 Di colore, gradevole. 8 Gracile. ~ cagionevole. <> robusto
agg. 1 delicate. 2 (salute) frail. 3 (gentile) considerate, thoughtful.
lat. delicatus, affine a deliciae piaceri.
Delicéto Comune in provincia di Foggia (4.304 ab., CAP 71026, TEL. 0881).
delicious, sm. invar. Nome di varietà pregiate di meli dai frutti abbastanza grossi di colore rosso su sfondo giallo.
delikatessen, sf. pl. Specialità gastronomiche; delicatezze.
delimitàre, v. tr. Chiudere entro limiti precisi; definire. ~ circoscrivere.
delimitatóre, sm. Carattere utilizzato per segnalare l'inizio e la fine di una stringa di caratteri.
delimitazióne, sf. Il delimitare, l'essere delimita, la cosa che si delimita.
lat. tardo delimitatio,-onis.
delineaménto, sm. Il delineare, il delinearsi.
delineàre, v. v. tr. 1 Rappresentare con linee essenziali, abbozzare. ~ schizzare. • con pochi tratti essenziali ne aveva delineato il volto. 2 Descrivere sommariamente. ~ tracciare. • gli delineò rapidamente il programma politico.
v. intr. pron. 1 Essere visibile nelle forme essenziali. 2 Presentarsi in forma ancora indefinita. 3 Prospettarsi. ~ apparire. • si delineava ai suoi occhi una situazione difficile.
v. tr. to outline. v. intr. pron. 1 to show up. 2 (fig.) to appear.
lat. delineare, comp. da de-+ deriv. da linea linea.
delinquènte, agg., sm. e sf. agg. Colpevole. ~ malfattore. <> onesto.
sm. e sf. 1 Chi ha commesso azioni illecite o malvagie. ~ fuorilegge. 2 Persona disonesta. ~ farabutto. <> onestuomo.
sm. e sf. criminal, delinquent.
delinquènza, sf. 1 Atto del delinquere. ~ nefandezza. <> onestà. 2 Criminalità. ~ malavita. <> rettitudine.
sf. delinquency, criminality.
delìnquere, v. intr. Commettere uno o più delitti.
deliquescènte, agg. Detto di sostanza che presenta il fenomeno della deliquescenza.
deliquescènza, sf. Fenomeno per cui certe sostanze solide si sciolgono nel vapore acqueo contenuto nell'aria.
delìquio, sm. Svenimento. ~ mancamento.
delirànte, agg. 1 Che delira. 2 Privo di misura. ~ irragionevole, sfrenato. <> ragionevole, sensato.
agg. delirious.
deliràre, v. intr. Essere fuori di sé, vaneggiare. ~ sragionare. <> ragionare.
v. intr. 1 to be delirious. 2 (fig.) to rave.
delìrio, sm. 1 Esaltazione della mente provocata da malattia o da passione. ~ farneticazione, vaneggiamento. <> lucidità, sanità. 2 Stato di coscienza caratterizzato da convinzioni erronee o illogiche. 3 Entusiasmo collettivo, esaltazione passionale. ~ eccitazione. <> calma.
sm. 1 delirium. 2 (fig.) frenzy.
lat. tardo delirium, deriv. da delirare.
• Sintomo psicotico caratterizzato da contenuti di coscienza fantastici e immaginati. È provocato da incapacità di rielaborare le esperienze quotidiane.
delirium cordis, loc. sost. m. invar. Fibrillazione dell'atrio cardiaco.
in lat. significa "delirio del cuore".
delìrium trèmens, sm. invar. Grave agitazione psicomotoria conseguente ad alcolismo cronico.
Delitàla, Giàcomo (Sassari 1902-Milano 1972) Penalista italiano. Dal 1947 docente di diritto penale all'università di Milano, fu anche autore di varie opere e direttore responsabile della Rivista italiana di diritto o procedura penale.
delìtto, sm. Violazione grave della norma penale, con danno grave ad altra persona, commessa da persona imputabile. ~ crimine, misfatto. I delitti sono la seconda categoria nella quale vengono solitamente distinti i reati (l'altra sono le contravvenzioni). L'appartenenza a questa o a quella categoria dipende dalla gravità del delitto e dalla severità della pena.
sm. 1 offence, crime. 2 (assassinio) murder.
lat. delictum, deriv. da delictum, supino di delinquere.
Delitto dell'accademico Sylvestre Bonnard, Il Romanzo di A. France (1881).
Delitto d'onore, Un Romanzo di G. Arpino (1961).
Delitto e castigo Romanzo di F. M. Dostoevskij (1866). Capolavoro psicologico nel quale il tema della critica alla società contemporanea si mescola ai problemi universali del delitto, del rimorso, della colpa e della redenzione. Raskolnikov, povero studente di San Pietroburgo, uccide una vecchia usuraia e sua sorella, per procurasi denaro e poter continuare gli studi, impedendo che la propria sorella Andotja si sacrifichi sposando un ricco pretendente. Questo tema serve all'autore per esplorare la natura e la giustificazione dell'atto delittuoso e la psicologia dell'uomo. In tutta la vicenda, tre sogni angosciosi del protagonista (uno prima del delitto, uno dopo il delitto e uno alla fine del libro) rivestono importanza cruciale. Alla fine, Raskolnikov, attraverso l'amore per la giovane Sonja, decide di accettare la punizione e si costituisce.
Delitto in bianco Film giallo, britannico (1946). Regia di Sidney Gilliat. Interpreti: Alastair Sim, Sally Gray, Rosamund John. Titolo originale: Green for Danger
Delitto perfetto Film thriller, americano (1998). Regia di A. Davis. Interpreti: M. Douglas, G. Paltrow, V. Mortensen.
Delitto perfetto, Il Film giallo, americano (1954). Regia di Alfred Hitchcock. Interpreti: Ray Milland, Grace Kelly, Robert Cummings. Titolo originale: Dial "M" for Murder
delittuóso, agg. Che costituisce delitto. ~ criminoso. <> innocente.
delìzia, sf. 1 Piacere intenso e raffinato. ~ beatitudine, piacere. 2 Cosa prelibata. ~ leccornia.
sf. delight.
lat. deliciae, deriv. da delicere attrarre.
deliziàre, v. v. tr. Dare piacere, procurare delizia. ~ dilettare. <> addolorare, rattristare. • la sua sola presenza le deliziava l'animo.
v. rifl. Trarre piacere da qualcosa. ~ dilettarsi. <> addolorarsi, rattristarsi. • si deliziava a praticare sport estremi e pericolosi.
deriv. da delizia.
deliziósa, agg. e sf. Adattamento dell'inglese delicious.
deliziosaménte, avv. In modo delizioso. ~ gradevolmente.
delizióso, agg. 1 Che arreca delizia. ~ gustoso. <> disgustoso. 2 Ricco di grazia e attrattiva. ~ incantevole. <> sgradevole.
agg. 1 delightful. 2 (gustoso, squisito) delicious.
lat. tardo deliciosus.
délla, prep. art. f. sing. Composta da di e la.
Délla Bélla, Stéfano (Firenze 1610-1664) Incisore e pittore toscano. Dopo un'iniziale attività come scultore nel laboratorio del padre, si dedicò in seguito all'incisione e alla pittura. Tra le opere Entrata in Roma dell'ambasciatore di Polonia (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica, Gabinetto delle Stampe).
Délla Càsa, Giovànni (Mugello 1503-Montepulciano 1556) Poeta e letterato, di formazione umanista, intraprese la carriera ecclesiastica, divenendo segretario di stato con Paolo IV. Le sue opere più importanti sono le Rime e il trattato Il Galateo, destinato a guidare un giovane nelle vicissitudini della vita quotidiana.
Délla Càsa, Lisa (Burgdorf, Berna 1919-) Soprano, interprete soprattutto di opere di J. Strauss e W. A. Mozart.
Délla Còrte, Andrèa (Napoli 1883-Torino 1968) Critico musicale italiano. Dopo aver collaborato con diverse pubblicazioni del settore, nel 1919 divenne critico musicale del quotidiano La Stampa e dal 1926 si dedicò all'insegnamento. Oltre al Dizionario della musica, pubblicato nel 1925 con la collaborazione di G. M. Gatti, ha lasciato numerosi saggi sulla musica italiana del Settecento. Tra le opere, Paisiello (1922), L'opera comica italiana del '700 (1923), Niccolò Piccinni (1928), Pergolesi (1936), Bellini (1936), Storia della musica (1936) e Gluck (1948).
Della Germania Prosa di Madame de Staël (1810).
Délla Grèca, Vincènzo (Palermo 1600 ca.-Roma 1660) Architetto. Attivo a Roma fino al 1660. Tra le opere, Completamento della facciata dei Santi Domenico e Sisto a Roma, che era stata iniziata da N. Torriani.
Della guerra Trattato di K. von Clausewitz (1832).
Délla Pòrta, Giàcomo (Genova 1533-Roma 1602) Architetto, allievo di Vignola, fu autore di splendide facciate di chiese romane (chiesa del Gesù, Madonna dei Monti, Sant'Atanasio dei Greci, San Giovanni dei Fiorentini) e di palazzi (palazzo dei Conservatori,1564-1568, su progetto di Michelangelo, palazzo Maffei, palazzo Aldobrandini, palazzi di Piazza Campitelli a Roma, Villa Aldobrandini a Frascati); completò il palazzo del Campidoglio (facciata e scalea del palazzo senatorio) e, rielaborando il progetto di Michelangelo, continuò la costruzione della cupola di San Pietro (1588-1589), opera che lo rese famoso. Attraverso la rielaborazione di alcuni tipi edilizi rinascimentali, contribuì con le sue opere a dare un'impronta nobile a numerosi edifici della capitale.
Délla Pòrta, Giambattista (Napoli 1535-1615) Scienziato partenopeo, beneficiò degli studi compiuti alla corte dell'imperatore Carlo V e dopo il 1579 si trasferì prima a Roma e poi a Ferrara, dove fu accolto alla corte di Alfonso II d'Este. Prima di entrare nell'ordine dei gesuiti (1585) fu attivo in molti campi, tra cui la matematica, il magnetismo e l'ottica; scrisse molti trattati, che gli valsero la fama europea e l'accusa di stregoneria. Il suo lavoro più importante (Magia naturalis, 1558) fu infatti posto all'indice dalla Santa Inquisizione. Con l'opera De refractione (1593) spiegò il funzionamento della camera oscura e rivendicò la paternità dell'invenzione del telescopio.
Délla Pòrta, Guglièlmo (1490/1500-Roma 1577) Scultore. Tra le opere Monumento a Paolo III Farnese (1549-1575, Roma, San Pietro).
Délla Quèrcia, Jàcopo (Siena 1371/74-1438) Scultore. Esponente del classicismo rinascimentale, figlio dell'orafo Pietro d'Agnolo, deve il proprio soprannome al Borgo della Quercia Grossa, località nelle vicinanze di Siena dove ebbe origine la sua famiglia. Tra le opere Tomba di Ilaria del Carretto (1406-1407, Lucca, San Martino), Pala d'altare della famiglia Trenta (1416-1422, Lucca, San Frediano, Cappella Trenta) e Storie della Genesi (1425-1438, incompiuto, Bologna, San Petronio, Portale Maggiore).
Della ragion di stato Opera di politica di G. Botero (1589).
Délla Ròbbia, Andrèa (Firenze 1435-1528) Scultore. Nipote e allievo di Luca, capostipite della famosa famiglia di scultori e ceramisti, ne proseguì l'opera, arricchendola con una maggiore ricchezza descrittiva e pittorica. Tra le opere Putti (1463-1466, Firenze, Ospedale degli Innocenti, Portico) e Incontro tra i santi Francesco e Domenico (1490-1495, Firenze, Ospedale di San Paolo, Loggia).
Délla Róbbia, Giovanni (Firenze 1469-1529) Scultore fiorentino. Lavorò nelle chiese di Santa Croce, San Lorenzo e Santa Maria Novella, ove si conserva un suo pregevole lavabo della sacrestia (1497). A Pistoia è conservata una decorazione dell'Ospedale del Ceppo (1525).
Délla Róbbia, Luca (Firenze 1400-1482) Maggiore esponente della famiglia di scultori e ceramisti, fu autore di sculture in marmo a Firenze (prima opera documentata è la Cantoria, 1431-1439, oggi conservata nel museo dell'Opera del duomo) e in bronzo. La sua fama è legata all'uso della terracotta invetriata, di cui gli si attribuisce l'invenzione, ma che certamente fu da lui perfezionata. La possibilità di colorare le superfici con uno smalto lucente aggiungeva alle qualità plastiche, proprie della scultura, quelle cromatiche della pittura. Della Robbia si serve di pochi colori (bianco, azzurro, verde, giallo e viola). L'azzurro funge da sfondo ed esalta le linee delle figure su di esso disposte; il bianco con la riflessione della luce contribuisce all'idealizzazione delle figure. L'equilibrio e la serenità di rappresentazione ottenuti con questa tecnica si adattano perfettamente ai soggetti raffigurati. Famose, tra le sculture in terracotta sono la Madonna della mela,la Madonna del roseto e la Madonna di via dell'Agnolo (tutte conservate a Firenze, nel Museo Nazionale del Bargello).
Délla Róvere, Alessàndro (Casale Monferrato 1815-Torino 1864) Generale italiano. Nominato nel 1861 luogotenente del re in Sicilia, in qualità di ministro della Guerra (1861-1864) contribuì all'organizzazione dell'esercito italiano nei primi anni di unità nazionale.
Délla Séta, Alessàndro (Roma 1879-Castéggio, Pavia 1944) Archeologo. Professore presso le università di Genova e di Roma, fu incaricato nel 1919 della direzione della Scuola archeologica italiana ad Atene. Pubblicò numerose opere, tra le quali Religione e arte figurata (1912), Italia antica (1922) e I monumenti dell'antichità classica (1926).
Délla Vàlle, Federìco (Asti ca. 1560-Milano 1628) Tragediografo. Tra le opere Ester, Judith, La reina di Scotia (tutte del 1627-1628).
Délla Vàlle, Filìppo (Firenze 1697-Roma 1768) Scultore. Fu allievo di C. Rusconi e svolse la propria attività a Roma, dove collaborò con P. Bracci all'esecuzione delle statue della fontana di Trevi. Tra le opere Temperanza (ca. 1734, Roma, San Giovanni in Laterano, Cappella Corsini) e Annunciazione (ca. 1750, Roma, Sant'Ignazio).
Déll'Abàte, Niccolò (1509/12-ca. 1571) Pittore. Tra le opere Ratto di Proserpina (Parigi, Louvre).
Dellannoy, Jean (1908-) Regista cinematografico francese. Diresse Sinfonia pastorale (1946) e Dio ha bisogno degli uomini (1950).
Dell'Àra, Ùgo (Roma 1921-) Famoso coreografo e ballerino.
Dell'arte della guerra Opera di politica di N. Machiavelli (1519-1520).
délle, prep. art. f. pl. Composta da di e le.
Délle Fàve, Umbèrto (San Severo, Foggia 1912-Roma 1986) Politico italiano. Eletto deputato nel 1948, fu ministro del lavoro nel secondo governo Moro e presidente della RAI-TV.
Délle Maségne, Jacobèllo (not. 1383-1409) Scultore. Tra le opere Iconostasi di San Marco a Venezia (1394).
Délle Maségne, Pièr Pàolo (not. 1383-1403) Scultore. Tra le opere Altare di San Francesco a Bologna (1388-1392).
Delle navigazioni et viaggi Prosa di G. Ramusio (1550, 1553, 1559).
Délle Piàne, Càrlo (Roma 1936-) Attore cinematografico e teatrale. Interpretò Una gita scolastica (1983), Festa di laurea (1985), Regalo di Natale (1986), Condominio (1991), Dichiarazioni d'amore (1994) e Io e il re (1995).
Delleàni, Lorènzo (Pollone, Biella 1840-Torino 1908) Pittore. Dopo aver frequentato l'Accademia Albertina di Torino, iniziò a dipingere tele con soggetti storici come l'Assedio di Ancona (1860) e Caterina Cornaro (1880). In seguito si dedicò alla paesaggistica.
Dèlli, Dèllo (Firenze 1404-Valencia? 1470) Pittore. Tra le opere Giudizio finale (1445, Salamanca, cattedrale Vecchia).
Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra Opera di storia di C. Cattaneo (1849).
déllo, prep. art. m. sing. Composta da di e lo.
Dèllo Comune in provincia di Brescia (3.662 ab., CAP 25020, TEL. 030).
Delluc, Louis (Cadouin 1890-Parigi 1924) Cineasta francese. Promosse la critica cinematografica.
Dell'unità della lingua italiana e dei mezzi per diffonderla Opera di critica letteraria di A. Manzoni (1868).
Delmarva Penisola degli USA, tra la baia di Delaware e quella di Chesapeake.
Dèlo Isola della Grecia dell'arcipelago delle Cicladi. Si dice essere stata luogo di nascita di Artemide e Apollo. Divenne centro religioso e ospitò la lega omonima (478-454 a. C.). Fu sottomessa ai greci fino alla morte di Alessandro Magno; tra il III e II sec. a. C. fu città stato indipendente, prima di essere devastata da Mitridate II re del Ponto. Gli scavi hanno portato alla luce resti antichissimi, tanto da farne il centro archeologico più importante della Grecia (tempio di Apollo, tempio dei Deli, portici). Il quartiere del teatro corrispondeva all'antica zona residenziale, con abitazioni signorili decorate da mosaici policromi tra cui la casa di Dioniso, la casa dei Delfini, la casa delle Maschere. Dietro il quartiere del teatro, sulle pendici del monte Cinto, sorgevano i templi dedicati a divinità straniere, tra le quali quelle dei siriani e degli egizi. Oltre il quartiere del teatro, verso il mare sorgeva il porto commerciale e più oltre il porto Sacro, separati dall'Agorà. Da qui la via delle Processioni, portava verso nord fino alla terrazza dei Leoni, che prende il nome dalle nove statue di leoni, scolpiti in marmo di Naxos. A est della terrazza si trova il lago Sacro, oggi prosciugato, dove secondo il mito Latona partorì Apollo. A sud del lago, oltre l'Agorà degli italici, ha inizio l'area sacra ad Apollo, che comprendeva vari edifici dedicati al dio. Tra i meglio conservati la sala della Nave o dei Tori, la sala dei Nassi, i tre templi di Apollo, il tempio di Artemide. Dietro il santuario di Apollo sorge l'attuale museo. L'importanza di Delo come centro religioso iniziò dopo l'anno 1000 a. C. a seguito della conquista degli Ioni che fondarono il tempio di Apollo. Il via vai dei pellegrini e le celebrazioni annuali in onore del dio consentirono un certo sviluppo del commercio. Dal VI sec. Delo cominciò a entrare nell'ambito dell'influenza di Atene e nel suo santuario veniva conservato il tesoro della Lega Attica. Con il trasferimento del tesoro ad Atene, iniziò un'accentuazione del carattere sacro dell'isola che non poté più essere sede di traffici, ospitare tombe, essere luogo di nascite e morti. Di conseguenza, i suoi abitanti si trasferirono nella vicina isola di Rinia, e Delo, dopo un altro breve periodo di fioritura in epoca ellenistica e romana, iniziò un lento declino.
delocalizzàto, agg. Di orbitale molecolare non attribuibile a due soli atomi.
Delon, Alain (Sceaux 1935-) Attore e produttore francese. Interpretò Rocco e i suoi fratelli (1960), L'eclisse (1962), Il Gattopardo (1963) e Mister Klein (1976).
Delors, Jacques (Parigi 1925-) Politico francese. Di ideologia socialista, fu presidente della Commissione CEE dal 1985 al 1994 ed elaborò il piano per l'integrazione monetaria europea.
dèlta, sm. invar. 1 Nome della quarta lettera dell'alfabeto greco. 2 La regione a forma triangolare che un fiume delinea ramificandosi presso la foce. 3 In fisica indica i raggi formati da elettroni secondari prodotti dalla ionizzazione di particelle ad alta energia nella materia.
Delta padano
Denominazione del delta formato dal Po nel litorale adriatico.
Delta Regione dell'Egitto, presso le foci del Nilo.
Delta Amacuro Territorio federale (91.000 ab.) del Venezuela, capoluogo Tucupita.
Delta di Venere, Il Racconto di A. Nin (1977).
deltaplàno, sm. Apparecchio di volo formato da una struttura rigida a forma di tubo che sorregge due ali. Viene pilotato tramite lo spostamento del corpo dell'uomo. Può essere dotato anche di un piccolo motore.
sm. hang-glider.
deltazióne, sf. Ultimo stadio dell'attività di un corso d'acqua consistente nella formazione di una foce a delta.
deltìzio, agg. 1 Riferito a un delta. 2 Avente la forma di un delta.
deltòide, sm. Termine anatomico che designa il muscolo della spalla che ricopre l'articolazione scapolo omerale.
delùbro, sm. Santuario, tempio pagano.
delucidàre, v. tr. Rendere chiaro, comprensibile. ~ spiegare.
delucidazióne, sf. Il delucidare; spiegazione. ~ chiarimento.
sf. clarification, explanation.
delùdere, v. tr. 1 Non essere all'altezza delle attese altrui. ~ disattendere. <> soddisfare. 2 Disilludere. ~ scontentare, ingannare. <> illudere.
v. tr. to disappoint.
lat. deludere beffare.
delurk Nel gergo informatico degli utilizzatori di Internet indica l'azione di un utente che si dichiara apertamente come lettore abituale di un certo gruppo di news (in genere quelle che riguardano stili di comportamento alternativi).
delusióne, sf. 1 Il deludere, l'essere deluso. ~ disinganno. <> illusione. 2 Cosa o persona che delude.
sf. disappointment.
lat. tardo delusio,-onis.
delùso, agg. Che ha subito una delusione. ~ disingannato. <> contento.
Delvaux, André (Heverlee 1926-) Regista cinematografica belga. Diresse Una sera... un treno (1969) e Benvenuta (1983).
Delvaux, Paul (Antheit 1897-Veurne 1994) Pittore belga. Tra le opere La nascita del giorno (1937, Venezia, Collezione Guggenheim) e Donne-alberi (1937, Venezia, Collezione Guggenheim).
demagnetizzàre, v. tr. Smagnetizzare.
demagogìa, sf. (pl.-gìe) 1 Degenerazione della democrazia. 2 L'accattivarsi il favore delle masse con promesse di miglioramenti difficilmente realizzabili.
sf. demagogy.
demagògico, agg. (pl. m.-ci) Proprio della demagogia.
demagògo, sm. (pl.-ghi) Chi si ispira ai metodi e ai fini della demagogia.
Demanda, Sierra de la Massiccio montuoso spagnolo, del Sistema Iberico. Vetta più elevata il Cerro de San Lorenzo (2.265 m).
demandàre, v. tr. Affidare, rimettere. ~ delegare. <> avocare.
demanganizzazióne, sf. Eliminazione dalle acque potabili o industriali dei sali di manganese.
demaniàle, agg. Del demanio.
demanialità, sf. L'essere demaniale.
demànio, sm. Insieme dei beni dello stato e di enti pubblici. Appartengono al demanio statale il lido del mare, i porti, i fiumi, i torrenti, i laghi, le acque pubbliche e le opere per la difesa nazionale. I beni demaniali godono dell'inalienabilità e dell'incommerciabilità.
sm. state property.
franc. antico demaine, dal lat. dominium.
demantòide, sm. Varietà di granato verde usata per fabbricare gioielli.
demarcàre, v. tr. Tracciare. ~ segnare.
demarcazióne, sf. Il demarcare, l'essere demarcato. ~ confine.
sf. demarcation.
demàrco, sm. 1 Nella Grecia antica e in Attica, capo eletto di un demo. 2 Sindaco greco.
dal greco dêmos demo e árchein essere a capo.
demaschiatùra, sf. Operazione consistente nello staccare per la prima volta il sughero dalla quercia da sughero.
d'emblée, loc. avv. Locuzione francese che significa "al primo colpo" e che viene usata per indicare una vittoria ottenuta con facilità in un gioco di carte.
demènte, agg. sm. e sf. 1 Che, chi è effetto da demenza. ~ alienato, folle. <> sano. 2 Scemo, incapace, squilibrato. ~ deficiente. <> lucido.
demènza, sf. 1 Perdita parziale o totale dell'intelligenza che accompagna certe malattie mentali. ~ follia, pazzia. <> sanità. 2 Stupidità, incapacità. ~ imbecillità. <> lucidità.
Demenza senile
Sindrome degenerativa, dovuta a cause sconosciute, che compare molto frequentemente dopo il sesto decennio di vita. I sintomi consistono in perdita di iniziativa, di memoria, di interesse, di coinvolgimento emotivo, ma anche in fenomeni deliranti e allucinatori.
demenziàle, agg. Relativo a demente o a demenza.
demeritàre, v. tr. e intr. 1 Rendersi immeritevole. 2 Non meritare più.
demèrito, sm. Azione che merita biasimo. ~ disonore. <> merito.
Demètra Dea greca della fecondità, della Terra. Figlia di Crono e Rea, ebbe da Zeus la figlia Kore. Il centro più importante per la sua venerazione fu Eleusi. I romani la identificarono con Cerere.
Demètrio Nome di sovrani.
Macedonia Demetrio I Poliorcete
(336?-Apamea sull'Oronte 283 a. C.) Figlio di Antigono Monoftalmo, alla sua morte nel 301, tentò di assumere il controllo della Grecia, allora sotto Cassandro. Alla morte di quest'ultimo nel 297 prese possesso della Macedonia e ne divenne re nel 293. Nel 285 fu sconfitto durante una spedizione in Asia.
Demetrio II Etolico
(275?-229 a. C.) Figlio di Antigono Gonata, gli succedette nel 239 come re di Macedonia. Sconfisse gli etoli.
Russia Demetrio IV Donskoj
(1350-1389) Figlio di Ivan II, divenne gran principe di Mosca dal 1362. Sconfisse i tartari dell'Orda d'Oro sul Don (1380) ed estese i possessi del suo principato sugli altri stati russi.
Siria Demetrio I Sotere
(187-150 a. C.) Figlio di Seleuco IV, fu ostaggio a Roma dal 175 al 162 e in quest'ultimo anno divenne re. Riuscì ad arginare la rivolta giudaica dei Maccabei (161).
Demetrio II Nicatore
(161?-125 a. C.) Figlio di Demetrio I Sotere, cacciato l'usurpatore Bala gli succedette al trono nel 145. Nel 140 venne catturato dai parti; riuscì a rientrare in possesso del regno nel 129, ma nel 126 fu battuto e ucciso da un usurpatore.
Demetrio III Eucairo
(?-88 a. C.) Figlio di Antioco VIII, fu re di Siria dal 95 insieme al fratello Filippo I. Perì prigioniero dei parti.
Demètrio Falerèo (Falero 350 ca.-Egitto 285 a. C.) Politico ateniese. Governatore di Atene dal 317, cercò di instaurare il regime teorizzato dai filosofi. Demetrio Poliorcete lo cacciò nel 307 ed egli morì in Egitto.
Demetrio Pianelli Romanzo di E. De Marchi (1890).
demilitarizzàre, v. tr. Smilitarizzare. <> militarizzare.
demineralizzazióne, sf. Formazione irregolare nel sistema nervoso centrale di aree di distribuzione focale della guaina melica, generalmente seguita da infiammazione.
deminerallizzàre, v. tr. Eliminare sostanze minerali da un liquido o da un materiale.
demiscelatóre, sm. Circuito con funzioni di filtro che viene posto vicino alle prese di un impianto di antenna televisiva allo scopo di separare i segnali VHF da quelli UHF.
demi-sec, agg. invar. Semisecco, detto di vino o liquore.
demistificàre, v. tr. Criticare radicalmente l'immagine ufficiale di qualcuno o qualcosa mettendone in evidenza le caratteristiche reali, dissacrare. ~ demitizzare.
demistificazióne, sf. Il demistificare, l'essere demistificato.
demitizzàre, v. tr. Riconsiderare un evento o un personaggio liberandolo dalle componenti leggendarie. ~ smitizzare. <> mitizzare.
demitizzazióne, sf. Il demitizzare, l'essere demitizzato.
demiurgìa, sf. Attività del demiurgo.
demiùrgico, agg. (pl. m.-ci) Di demiurgo.
demiùrgo, sm. (pl.-ghi o-gi) L'ordinatore o l'artefice dell'universo secondo molte religioni.
Demme, Jonathan (Long Island 1944-) Regista cinematografico statunitense. Diresse Qualcosa di travolgente (1986), Il silenzio degli innocenti (1991) e Philadelphia (1993).
demo- 1 Primo elemento di parole composte. 2 Abbreviazione di democratico.
dal greco dêmos popolo.
democraticaménte, avv. In modo democratico.
democraticità, agg. L'essere democratico.
democràtico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. 1 Della democrazia. ~ popolare, ugualitario. <> antidemocratico, dittatoriale. 2 Di persona che rispetta le persone di grado inferiore. ~ paritario. <> dispotico, tirannico. • aveva un capo dai modi democratici.
sm. 1 Che segue i principi della democrazia. 2 Iscritto a un partito democratico.
agg. democratic. sm. democrat.
greco demokratikòs.
democràtico délla sinìstra, partìto (PDS) Partito sorto nel 1991 dal partito comunista italiano sotto la spinta riformista di A. Occhetto. Una minoranza del PCI non ha aderito all'iniziativa di Occhetto e ha costituito Rifondazione Comunista. La sconfitta elettorale del 1994 ha portato alla segreteria M. D'Alema che ha guidato il partito alla vittoria alle elezioni politiche del 1996 nella coalizione dell'Ulivo guidata da R. Prodi.
democratizzàre, v. v. tr. Rendere democratico.
v. intr. pron. e rifl. Diventare democratico.
democratizzazióne, sf. Il rendere democratico.
democrazìa, sf. 1 Forma di governo, in cui la sovranità appartiene al popolo, in modo diretto oppure tramite i propri rappresentanti eletti. ~ governo popolare. <> monarchia, assolutismo. 2 Governo, paese democratico. 3 Atteggiamento di chi è rispettoso con le persone di condizione inferiore.
sf. democracy.
• Il termine, oggi positivo, originariamente assunse anche sfumature negative, intendendo significare una forma di governo non ottimale, in quanto retta da un popolo ignorante, incapace di promuovere effettivamente il progresso della società. Le prime forme di democrazia risalgono alle colonie greche dell'Asia Minore verso il VII sec. a. C. e alla Grecia, dove il cittadino, intervenuto all'assemblea sovrana, poteva esporre la propria opinione e partecipare alla votazione. Il comune rappresenta la prima forma di autogoverno popolare (medioevo). I padri del concetto attuale di democrazia si possono considerare i giusnaturalisti (Rousseau e Montesquieu in particolare). Le esperienze rivoluzionarie americane e francesi furono le prime espressioni della democrazia moderna.
Democrazìa cristiàna Partito fondato da alcuni membri del Partito popolare antifascista, sorto in Italia nel 1943, ispirato alla dottrina sociale della chiesa. Inizialmente la politica della Democrazia cristiana è sempre stata mirata all'allontanamento della sinistra (PCI, PSI) dal governo; in seguito vi fu l'apertura al PSI (centrosinistra) operata da Aldo Moro. Dopo l'uccisione di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, movimento terroristico di estrema sinistra, la segreteria del partito venne affidata a De Mita e in seguito a Forlani. La Democrazia cristiana è stata ridimensionata in modo significativo nel 1992, investita anche da una serie di inchieste giudiziarie sulla corruzione dei partiti (tangentopoli). Nel gennaio del 1994 il partito si divise e nacquero il Partito popolare italiano e il Centro cristiano democratico.
Democrazia in America, La Opera di storia di Ch. A. M. de Tocqueville (1835-1840).
democristiàno, agg. e sm. agg. Che era della Democrazia Cristiana.
sm. Chi era iscritto alla Democrazia Cristiana o ne condivideva l'ideologia.
agg., sm. e sf. Christian Democrat.
Demòcrito (Abdera 460-370 a. C.) Filosofo greco, fu discepolo di Leucippo, del quale riprese ed elaborò la dottrina. Fondò l'atomismo, con il quale cercava di dare un'interpretazione della realtà in termini meccanicistici e materialisti. La figura di Democrito ha tutti i caratteri del freddo uomo di scienza, sostanzialmente non interessato ai problemi religiosi né ai conflitti sociali o politici. Il mondo di Democrito è un mondo dominato dai meccanismi impersonali della materia, del caso e della necessità. Al di là delle speranze e dei progetti umani, c'è la sola realtà degli atomi e del vuoto. L'unico modo in cui l'uomo può controllare questo mondo sta nel conoscerlo. Per Democrito, l'intera realtà è composta di atomi eterni, immutabili, invisibili e indivisibili. Il mondo si forma in seguito al movimento vorticoso degli atomi. Dalle collisioni e dalle aggregazioni degli atomi prendono forma le cose. La sensazione e la conoscenza avvengono sempre per contatto fisico. Sottili pellicole atomiche colpiscono gli organi di senso e poi gli atomi psichici. Di fronte all'impossibilità di controllare il mondo, l'uomo di Democrito persegue una saggezza priva di desideri e di speranze, di progetti e di miti. Le sue virtù saranno quelle dell'autocontrollo e della libertà interiore. Democrito ha scritto oltre sessanta opere, di cui la più importante fu Il piccolo ordinamento dell'universo. Di questa vasta produzione restano solo i titoli e poco più di 200 frammenti, per di più tutti brevi.
démodé, agg. invar. Passato di moda. ~ disusato. <> moderno.
Demodècidi Famiglia di Aracnidi Acari comprendente specie di piccole dimensioni e dal corpo vermiforme.
demodex, sm. invar. Genere di Aracnidi Acari della famiglia dei Demodecidi che comprende specie di dimensioni microscopiche viventi nei follicoli piliferi di uomini e animali.
demodossologìa, sf. Disciplina che studia gli elementi sociali, tecnici e psicologici che concorrono a formare l'opinione pubblica.
demodulatóre, sm. Circuito elettrico in grado di produrre una demoluzione.
demodulazióne, sf. Nelle telecomunicazioni il procedimento con il quale si divide il segnale a bassa frequenza da un'oscillazione portante ad alta frequenza. Viene effettuata mediante un circuito elettronico, chiamato appunto demodulatore, che può essere di due tipi. Quando la portante è modulata in ampiezza, il segnale viene rivelato mediante un raddrizzatore posto in serie a un gruppo resistenza-condensatore. Se invece il segnale è modulato in frequenza, il demodulatore provvede a trasformarlo in modulazione di ampiezza e, quindi, a rivelarlo con un circuito simile a quello descritto in precedenza.
demografìa, sf. Disciplina che studia lo stato e il movimento numerico della popolazione.
demogràfico, agg. (pl. m.-ci) Riferito alla demografia.
agg. demographic.
demolìre, v. tr. 1 Buttar giù, smantellare edifici. ~ abbattere. <> costruire. 2 Rovinare, screditare. ~ distruggere.
v. tr. to demolish.
lat. demoliri, comp. da de-+ moliri abbattere.
demolitóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, chi demolisce.
demolizióne, sf. Il demolire, l'essere demolito. ~ smantellamento. <> costruzione.
lat. demolitio,-onis.
demologìa, sf. Disciplina che studia le tradizioni popolari.
demoltìplica, sf. Dispositivo o sistema di trasmissione atto a effettuare una riduzione di velocità, generalmente di rotazione. ~ demoltiplicatore.
demoltiplicàre, v. tr. Ridurre una grandezza secondo un determinato rapporto.
demoltiplicatóre, sm. Dispositivo tecnico che cambia il rapporto di velocità. ~ demoltiplica.
Dèmone Valle della Sicilia nordorientale, tra i Monti Nebrodi e la costa tirrenica.
dèmone, sm. 1 Termine derivato dal greco daimon. Già dai tempi antichi, era credenza popolare l'esistenza di forze soprannaturali, capaci di influenzare positivamente o negativamente la vita delle persone. Nelle religioni politeiste, rappresenta un essere intermedio tra la divinità e l'uomo, a volte buono ma il più delle volte cattivo. Nel cristianesimo medievale, i demoni erano considerati degli angeli, sottomessi a Satana, caduti nel peccato. La demonologia, ha portato in molte religioni alla pratica dell'esorcismo (funzioni religiose tendenti a liberare dal maligno l'essere o la cosa invasati) compiuta da religiosi o laici. ~ diavolo. <> angelo. 2 Genio di natura benigna o maligna. 3 Demonio. 4 Passione travolgente. ~ ossessione, impulso.
sm. demon.
lat. daemon,-onis, dal greco dàimon.
Demone meschino, Il Romanzo di F. Sologub (1905).
Demone, Il Opera di poesia di M. J. Lermontov (postuma 1841).
demonetazióne, o demonetizzazióne, sf. Il ritirare una moneta dalla circolazione.
demonetizzàre, v. tr. Privare del valore monetario.
Demoni, I Romanzo di F. M. Dostoevskij (1871-1872). L'opera concentra la propria attenzione sui nichilisti russi, che equivalgono sostanzialmente a contestatori radicali o rivoluzionari. Nel libro l'autore intende rappresentare la distruzione alla quale va incontro la gioventù sradicata che ha perso Dio e con Dio ha perso anche il contatto con il popolo. In realtà, il romanzo è considerato uno dei più complessi e difficili di Dostoevskij, contraddittorio, tormentato, cupo, con l'incarnazione del male di Nikolaj Stavrogin che dopo aver ispirato demonicamente numerosi delitti si uccide.
Demoni, I
Romanzo di H. von Doderer (1956).
demonìaco, agg. (pl. m.-ci) Del demonio. ~ diabolico, infernale. <> celestiale.
demònico, agg. (pl. m.-ci) Del demonio; di un demone.
demònio, sm. 1 Spirito del male e causa del disordine morale e cosmico. ~ diavolo. <> angelo. 2 Di persona, brutta e cattiva, fastidiosa. • era brutto come il demonio! 3 Persona sveglia, abile o molto intelligente. • avevano un attaccante che era un vero demonio.
sm. demon, devil.
lat. daemonium, dal greco daimònion, deriv. da daimòn dio.
demonìsmo, sm. Tendenza di alcune religioni a spiegare i fenomeni della natura come manifestazioni demoniache.
demonizzàre, v. tr. Far apparire demoniaco, animato da cattive intenzioni.
demonologìa, sf. (pl.-gìe) Studio delle credenze religiose sui demoni e sul demonio.
demonomanìa, sf. Delirio a sfondo religioso avente per oggetto il terrore per il diavolo o per l'inferno.
demonstratio, sf. invar. Parte della formula durante la quale, nel processo formulare romano, l'attore esponeva i fatti.
Demónte Comune in provincia di Cuneo (2.134 ab., CAP 12014, TEL. 0171).
demoplutocrazìa, sf. Durante il periodo fascista indicava in senso dispregiativo il governo dei paesi democratici dominati dai ceti ricchi.
demopsicologìa, sf. Scienza che studia la psicologia di un popolo attraverso i suoi usi e le sue tradizioni.
demoralizzànte, agg. Scoraggiante, deprimente. ~ frustrante.
demoralizzàre, v. v. tr. Deprimere il morale di qualcuno; scoraggiare. ~ avvilire, frustrare. <> confortare, incoraggiare.
v. intr. pron. Scoraggiarsi. ~ abbattersi. <> rincuorarsi.
v. tr. to demoralize. v. intr. pron. to lose heart.
franc. démoraliser.
demoralizzàto, agg. Avvilito, scoraggiato. ~ abbattuto. <> rianimato, rincuorato.
demoralizzazióne, sf. Il demoralizzare, il demoralizzarsi, lo stato d'animo di chi è demoralizzato. ~ abbattimento, avvilimento.
demòrdere, v. intr. Rinunciare, cedere. ~ desistere.
demoscopìa, sf. Rilevazione e analisi degli orientamenti dell'opinione pubblica su determinati argomenti.
demoscòpico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla demoscopia.
Demospònge Classe del regno animale, del tipo dei Poriferi, sottoregno dei Metazoi, denominate anche spugne cornee. Vi appartiene la comune spugna da bagno; sono organismi che vivono in colonia e hanno spicole silicee e cornee.
Note:
Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.
Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate
indica l'etimologia | |
~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo" | |
<> indica (in genere) un "contrario" |
Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_d.doc
sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm
Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it
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