Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale F parte 8

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale F parte 8

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale F parte 8

 

fosfìto, sm. Sale dell'acido fosforoso.

fosfoprotìde, sm. Sostanza proteica la cui molecola contiene acido fosforico (es. la caseina del latte).

fosforeggiàre, v. intr. Emanare luce fosforica.

fosforescènte, agg. Dotato di fosforescenza.

fosforescènza, sf. 1 L'essere fosforescente. 2 Proprietà di emettere luce nelle tenebre. 3 Luce fosforica.
 deriv. da fosforo.
Proprietà di alcune sostanze che consiste nell'emissione di radiazioni luminose per un certo lasso di tempo, in seguito alla loro esposizione all'azione di radiazioni elettromagnetiche e corpuscolari. Il fenomeno avviene in quanto l'eccitazione causata dalla radiazione sugli atomi che compongono la sostanza stessa provoca l'emissione di fotoni. La luminescenza può avere una durata variabile che tende ad aumentare in corrispondenza di una diminuzione della temperatura (nel caso di tempi inferiori al secondo, è più corretto parlare di fluorescenza), mentre se alla sostanza si aggiunge materiale radioattivo, l'emissione può essere stabile.

fosforilàsi, sf. Enzima vegetale e animale che catalizza la polimerizzazione del glucosio-1-fosfato in glicogeno.

fosforìle, sm. Radicale trivalente PO derivato dall'acido ortofosforico mediante soppressione di tre ossidrili.

fosforìte, sf. Roccia sedimentaria ricca di fosfati.

fòsforo, sm. Elemento non metallico di simbolo P. Ha peso atomico 130,973 e numero atomico 15; può assumere tre forme, bianco con caratteri fosforescenti e molto velenoso, che brucia spontaneamente all'aria, rosso che si ottiene dal riscaldamento di quello bianco, in assenza di aria, nero che si ottiene riscaldando il bianco o il rosso sotto pressioni molto elevate. Fa parte della costituzione di molte sostanze proteiche e dei lipidi; si trova sciolto nel plasma sanguineo, nella linfa delle piante e fissato nelle ossa; entra negli acidi nucleici, fondamentali per la sintesi proteica, nell'ATP e ADP, indispensabili per la catena respiratoria. Indispensabile è anche il ruolo che svolge nelle piante, partecipando interamente alla fotosintesi clorofilliana.
Per estensione il termine può indicare anche una sostanza fosforescente ottenuta artificialmente.
 sm. phosphorous.
 franc. phosphore, deriv. dal greco phosphòros portatore di luce.

fosforoscòpio, sm. Apparecchio atto a stabilire la fosforescenza di un corpo e a misurarne l'intensità.

fosforóso, agg. Di composto contenete fosforo trivalente.

fosfùro, sm. Composto ottenuto combinando il fosforo con i metalli o con l'idrogeno.

fosgenìe, sf. Clorocarbonato di piombo dai cristalli tetragonali prismatici, di colore bruno o grigio.

Foshan Città (303.000 ab.) della Cina, nella provincia di Guangdong.

fòssa, sf. 1 Scavo praticato nel terreno. ~ buco. 2 Depressione. ~ cavità. 3 Buca in cui si seppellisce un cadavere. scavare la fossa a uno, preparargli la morte. 4 Depressione del terreno. ~ incavo, avvallamento. 5 Incavatura nel viso di una persona molto magra. 6 Divario. la fossa che ci separa è ormai incolmabile.
 sf. 1 hole, pit. 2 (tomba) grave. 3 (biologica) septic tank.
 lat. fossa, dal p.p. di fodere scavare.

Fòssa Comune in provincia di L'Aquila (630 ab., CAP 67020, TEL. 0862).

Fossa dei serpenti, La Film drammatico, americano (1948). Regia di Anatole Litvak. Interpreti Olivia de Havilland, Mark Stevens, Leo Genn. Titolo originale: The Snake Pit

Fossacèsia Comune in provincia di Chieti (4.843 ab., CAP 66022, TEL. 0872).

Fossàlta di Piàve Comune in provincia di Venezia (3.832 ab., CAP 30020, TEL. 0421).

Fossàlta di Portogruàro Comune in provincia di Venezia (5.681 ab., CAP 30025, TEL. 0421).

Fossàlto Comune in provincia di Campobasso (1.707 ab., CAP 86020, TEL. 0874).

Fossàno Comune in provincia di Cuneo (23.436 ab., CAP 12045, TEL. 0172). Centro agricolo e commerciale (coltivazione e mercato di mais, foraggi, frumento), della zootecnica (mercato di bovini) e industriale (prodotti alimentari, chimici, della carta, del legno, dell'abbigliamento, meccanici e siderurgici). Vi si trovano la chiesa in stile barocco della SS. Trinità, del XVIII sec., e il castello dei principi di Acaia, del XIV sec. Gli abitanti sono detti Fossanesi.

fossàto, sm. 1 Lunga fossa in cui scorrono le acque. 2 Grande fossa che circonda una fortificazione. 3 Separazione, incomunicabilità.
 sm. 1 ditch. 2 (fossa di fortificazione) moat.
 lat. fossatum, p.p. di fossare scavare.

Fossàto di Vìco Comune in provincia di Perugia (2.368 ab., CAP 06022, TEL. 075).

Fossàto Serràlta Comune in provincia di Catanzaro (607 ab., CAP 88050, TEL. 0961).

Fosse, Bob (Chicago 1925-Washington 1987) Regista teatrale e cinematografico statunitense. Fu autore di importanti musical, che diresse, quali Cabaret (1972), Lenny (1975) e All that Jazz (1979).

fossétta, sf. 1 Piccola fossa. 2 Piccola depressione del mento o che si forma nelle guance di una persona quando ride.
 sf. dimple.

fòssile, agg. e sm. agg. 1 Di sostanza che viene estratta dalla terra dopo esservi stata sepolta per lungo tempo. 2 Di cosa o persona antiquata. ~ superato. <> moderno.
sm. 1 Sostanza fossile. 2 Persona culturalmente e intellettualmente molto arretrata.
 agg. e sm. fossil.
 lat. fossilis, deriv. da fossus, p.p. di fodere scavare.
Resto o impronta di organismo vissuto in epoche lontanissime e conservato intatto negli strati della crosta terrestre fino ai nostri giorni. I fossili svolgono una funzione importante nella datazione dei sedimenti rocciosi (fossili guida). Il processo di fossilizzazione avviene per mineralizzazione delle parti dure dell'organismo, dopo inglobamento da parte dei sedimenti o dopo riempimento. Raramente sono ritrovati fossili inclusi in ambra. Altri processi di formazione dei fossili sono la mummificazione (totale assenza di aria) e la carbonizzazione. Lo studio dei fossili ha permesso di ricostruire l'evoluzione della vita sul pianeta e la successiva sua diffusione a partire dalle acque degli oceani fino a conquistare tutti i continenti emersi.
Fossile di facies
Resti di organismi legati a un preciso ambiente, importanti indicatori per ricostruire i paleoambienti (coralli).

fossilìfero, agg. Che racchiude fossili.

fossilizzàre, v. v. tr. Ridurre allo stato fossile.
v. intr. pron. 1 Diventare fossile. ~ sclerotizzarsi. 2 Ostinarsi in idee arretrate. ~ mummificarsi. <> rinnovarsi.
 v. intr. pron. to fossilize.

fossilizzàrsi, v. intr. pron. 1 Ridursi a fossile. 2 Essere o diventare incapace di rinnovarsi.

fossilizzazióne, sf. Il fossilizzare, il fossilizzarsi e l'effetto.

fòsso, sm. 1 Scavo del terreno che si estende in lunghezza. ~ canale. 2 Scavo intorno a un'opera fortificata. ~ fossato.
 sm. 1 ditch. 2 (trincea) trench.
 lat. fossus, dal p.p. di fodere scavare.

Fossò Comune in provincia di Venezia (5.331 ab., CAP 30030, TEL. 041).

Fossombróne Comune in provincia di Pesaro (9.558 ab., CAP 61034, TEL. 0721).

Fossombróni, Vittòrio (Arezzo 1754-Firenze 1844) Politico. Fu primo ministro del granducato di Toscana dal 1815 e contribuì al suo sviluppo con una politica cautamente riformatrice.

Foster, Jodie (Los Angeles 1962-) Attrice cinematografica statunitense. Interpretò Alice non abita più qui (1974), Taxi driver (1976), A donne con gli amici (1980), Il sangue degli altri (1984), Dentro la grande mela (1986), Sotto accusa (1988), Il silenzio degli innocenti (1991, Oscar), Nell (1994), A casa per le vacanze (1995).

Fothergill Tipo di nevralgia (malattia di Fothergill) al trigemino dal quale sono particolarmente affette le donne dopo i cinquant'anni.

Fotìno Vescovo della Pannonia e seguace del monarchianismo, che negava la distinzione reale delle tre persone divine. Venne condannato dal sinodo di Antiochia nel 344.

fòto, sf. Abbreviazione di fotografia.
 sf. snapshot, photo.

foto- Primo elemento di parole composte. Deriva da un vocabolo greco che significa "luce".

Foto di gruppo con signora Romanzo di H. Böll (1971).

fotoaccoppiatóre, sm. Componente elettronico che mette insieme in una sola cassa un fotodiodo e un diodo fotoemittente, in modo da permettere la completa separazione di due circuiti elettrici.

fotoallergìa, sf. Allergia alla luce solare.

fotoamatóre, sm. (f.-trìce) Appassionato di fotografia.

fotobatterìa, sf. Generatore elettrico alimentato da cellule fotovoltaiche.

fotocàmera, sf. Corpo della macchina fotografica senza obiettivo.

fotocèllula, sf. Dispositivo che trasforma un segnale luminoso in uno elettrico, per un effetto fotoelettrico. Ne esistono di due tipi, ossia le cellule fotoemissive, formate da un'ampolla a vuoto nella quale tra anodo e catodo si genera un flusso di elettroni, dopo essere state colpite dalla luce; cellule fotoconduttrici, formate da elementi semiconduttori tra i quali si stabilisce una corrente proporzionale all'intensità della luce.

fotochìmica, sf. Branca della chimica che studia le reazioni chimiche provocate o influenzate dalla luce.

fotochìmico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla fotochimica.

fotocìclo, sm. Il numero di giorni necessari affinché una pianta, mantenuta in una determinata lunghezza di luce giornaliera, possa essere in grado di passare il fotostadio così da poter successivamente raggiungere la fioritura.

fotocollografìa, sf. Ogni processo di riproduzione fotomeccanica ottenuta utilizzando colloidi stesi su metallo, vetro o pietra.

fotocòlor, sm. invar. Procedimento per ottenere fotografie a colori.

fotocompórre, v. tr. Comporre in fotocomposizione.

fotocompositóre, agg. (f.-trìce) Che serve a fotocomporre.

fotocompositrìce, sf. Macchina per la fotocomposizione.

fotocomposizióne, sf. Procedimento usato nella composizione, giustificazione e presentazione di testi su materiali fotografici. Nella fotocomposizione classica, i vari caratteri vengono contenuti in matrici e trasferiti sul supporto con un procedimento ottico; in quella elettronica, la forma dei caratteri è descritta da istruzioni grafiche, dimensionate da programmi appositi e disposta su appropriati supporti; con questo sistema le bozze intermedie vengono prodotte a mezzo di stampante laser. Queste tecniche nuove hanno sostituito i precedenti processi di composizione tipografica (linotipia, monotipia).

fotoconduttività, sf. Aumento della conduttività elettrica in un semiconduttore colpito da una radiazione elettromagnetica.

fotoconduzióne, sf. Fenomeno per cui in alcune sostanze isolanti o semiconduttori, gli elettroni di valenza, stimolati da una radiazione elettromagnetica incidente, restano all'interno del corpo, disponibili a fenomeni di conduzione, elevando la capacità di conduzione della sostanza.
Soglia fotoelettrica
Valore di una frequenza della radiazione incidente, sotto la quale il fenomeno non si verifica; tale soglia è più bassa di quella della fotoemissione.

fotocòpia, sf. 1 Copia fotografica ottenuta da un negativo. 2 Copia di uno scritto o di un'immagine mediante fotografia. 3 Persona o cosa quasi identica a un'altra.
 sf. photocopy.
 da foto-+ copia.

fotocopiàre, v. tr. Riprodurre tramite fotocopia.
 v. tr. to photocopy.

fotocopiatrìce, sf. Macchina per fotocopiare.
 sf. photocopier.

fotocromàtico, agg. (pl. m.-ci) Si dice di lente che modifica la propria intensità di colorazione al variare dell'intensità della luce.

fotocrònaca, sf. Resoconto giornalistico realizzato soprattutto usando fotografie. ~ fotoreportage.

fotocronìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi realizza fotocronache. ~ fotoreporter.

fotodegradàbile, agg. Di sostanza che può essere alterata o distrutta dalla luce solare.

fotodermatòsi, sf. Gruppo di malattie della pelle provocate dal sole.

fotodisintegrazióne, sf. Reazione nucleare indotta da fotoni e seguita dall'emissione di particelle subatomiche.

fotoelasticità, sf. Proprietà di alcune sostanze isotrope trasparenti che, sottoposte a sollecitazioni meccaniche, diventano birifrangenti. Scoperta nel 1815 da Brewster, questa proprietà è alla base della fotoelasticimetria.

fotoelèttrica, sf. Potente faro montato su un automezzo per scopi di illuminazione mobile.

fotoelettricità, sf. Proprietà di certi corpi che, sotto l'azione della luce, emettono elettroni.

fotoelèttrico, agg. (pl. m.-ci) Di fotoelettricità.

fotoelettrònica, sf. Parte dell'elettronica che si occupa dell'effetto fotoelettrico e delle sue applicazioni pratiche.

fotoemettitóre, agg. Fotoemissivo.

fotoemissióne, sf. Effetto fotoelettrico.

fotofinish, sm. invar. Fotogramma tratto dalla ripresa automatica della fase finale di una gara di velocità che serve a stabilire con esattezza il vincitore.

fotofìt, sm. invar. Adattamento dell'inglese photofit.

fotofobìa, sf. Dolorosa sensibilità dell'occhio alla luce accompagnata da arrossamento e lacrimazione.

fotoformatùra, sf. Insieme dei metodi fotomeccanici necessari per preparare matrici per la stampa mediante la luce.

fotòforo, sm. Organo fotogeno.

fotogeneratóre, agg. e sm. (f.-trìce) agg. Che genera elettricità per effetto della luce.
sm. Cellula fotogeneratrice. ~ cellula fotovoltaica.

fotogènesi, sf. invar. Produzione di fenomeni luminosi negli animali e nelle piante.

fotogenìa, sf. Disegno ottenuto sensibilizzando alla luce una particolare carta pigmentata.

fotogenicità, sf. L'essere fotogenico.

fotogènico, agg. Di persona o cosa che ha una buona resa in fotografia o cinematografia.

fotògeno, agg. 1 Che emette luce. 2 Causato dalla luce.

fotogeologìa, sf. Metodo per realizzare carte geologiche sulla base di fotografie aeree, integrate da alcuni rilevamenti effettuati sul terreno.

fotografàre, v. tr. 1 Riprendere l'immagine di qualcosa o qualcuno mediante un apparecchio fotografico. ~ riprendere. 2 Descrivere, ritrarre con precisione.
 v. tr. to photograph.

fotografìa, sf. 1 Procedimento chimico fisico che consente la fissazione permanente su un opportuno supporto di sostanze, sensibili alle radiazioni visibili o invisibili (fotografia all'ultrarosso), di un'immagine prodotta in una camera oscura. 2 L'arte di fare fotografie. 3 Ogni immagine ottenuta fotografando. 4 Rappresentazione esatta ed efficace.
 sf. 1 photography. 2 (immagine) photograph.
 da foto-+ grafia.
Le prime immagini durevoli nel tempo risalgono al 1813 (Niepce) e al 1839 (Daguerre); si trattava di un'immagine positiva e non consentiva di ottenere più copie di una stessa fotografia. Il procedimento negativo-positivo risale al 1840, grazie alle scoperte di Fox-Talbot, che usò una carta impregnata di sali d'argento; l'emulsione fotografica è un sottile strato di alogenuro d'argento sensibile alla luce disperso in gelatina, che ricopre una lastra o un film trasparente (supporto dell'emulsione). Nel momento in cui la radiazione luminosa colpisce tale strato, essa dà origine a un'immagine latente che ricrea esattamente l'oggetto fotografato; con lo sviluppo e il fissaggio si ottiene il negativo. Solo proiettando la luce attraverso quest'ultimo su carta sensibilizzata con analoga emulsione, si ottiene infine il positivo, ossia l'immagine reale dell'oggetto. Nella fotografia a colori, i procedimenti si basano sulla sintesi sottrattiva e sulla selezione tricromica, in quanto tutti i colori sono scomponibili in tre colori fondamentali, ossia il giallo, il rosso porpora e il blu verde; viene usato un solo negativo con tre livelli sovrapposti di gelatina, ognuno dei quali è sensibile a un colore fondamentale.
Macchina fotografica
Apparecchio per la ripresa di una fotografia; è formata da una camera oscura, su una delle cui facce è montato l'obiettivo, mentre sull'altra è applicato il telaio, che contiene al suo interno la pellicola impressionabile. L'otturatore consente alle radiazioni luminose emesse dall'oggetto di impressionare per un certo tempo l'emulsione; caratteristiche precipue dell'obiettivo sono la distanza focale, l'angolo di campo, l'apertura relativa, da cui dipende la luminosità dell'ottica. Altro elemento importante è il diaframma, ossia un dispositivo formato da più lamelle metalliche concentriche, collocate in modo da lasciare un foro centrale e che vengono regolate a seconda della necessità. Il mirino permette di inquadrare il soggetto; nelle macchine reflex monoculare, l'immagine di controllo è prodotta dall'obiettivo e inviata, mediante uno specchio inclinato di 45° che si alza, al momento dello scatto. Per effettuare correttamente una fotografia occorre stabilire con oculatezza la velocità di otturazione e dell'apertura del diaframma; per fare ciò ci si avvale dell'esposimetro, che può anche essere interno. La macchina fotografica fu inventata nel 1840 dall'inglese William Henry Fox.

fotograficaménte, avv. 1 Per mezzo della fotografia. 2 In modo attinente alla realtà.

fotogràfico, agg. 1 Che concerne la fotografia. l'arte fotografica. 2 Ottenuto per mezzo della fotografia. una riproduzione fotografica del dipinto può essere utile per studiarlo senza produrre danni. 3 Fedele alla realtà; preciso. ~ esatto. descrivere con precisione fotografica.

fotògrafo, sm. Chi esercita la tecnica e l'arte del fotografare.
 sm. photographer.

fotogràmma, sm. (pl.-i) Ciascuna delle immagine, negative o positive, che compongono una pellicola fotografica o cinematografica.

fotogrammetrìa, sf. Rilevamento planimetrico e altimetrico di una zona mediante fotografie.

fotogrammètrico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla fotogrammetria.

fotoincisióne, sf. Processo di preparazione delle lastre per la stampa e l'immagine incisa e riprodotta.

fotoincisóre, sm. Tecnico addetto alla fotoincisione.

fotokit, sm. invar. Metodo che consente l'identificazione di una persona mediante l'accostamento di particolari fotografici di altre persone.

fotolìbro, sm. Libro composto prevalentemente da fotografie.

fotolìsi, sf. invar. Decomposizione chimica per mezzo della luce.

fotolìtico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla fotolisi.

fotolitografìa, sf. Procedimento per cui un disegno è riprodotto su un foglio metallico o su pietra mediante metodi fotografici.

fotoluminescènza, sf. Emissione di luce da parte di un corpo illuminato.

fotomeccànica, sf. Tecnica relativa alla riproduzione di immagini per mezzo della luce.

fotomeccànico, agg. (pl. m.-ci) Che riguarda la fotomeccanica.

fotometrìa, sf. Ramo dell'ottica che studia le grandezze fisiche delle radiazioni luminose.

fotomètrico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla fotometria.

fotòmetro, sm. Strumento per misurare l'intensità della luce.

fotomodèllo, sm. Persona che posa professionalmente per fotografie, servizi di moda o campagne pubblicitarie.

fotomontàggio, sm. Composizione fotografica ottenuta riunendo insieme a mosaico pezzi presi da fotografie diverse.

fotóne, sm. Quantità indivisibile di energia elettromagnetica, venne scoperto da Einstein nel 1905 e introdotto per spiegare l'effetto fotoelettrico. Ha un'energia di E = hv, dove h è la costante di Planck e v la frequenza della radiazione. È un bosone di spin unitario e massa nulla, descritto dalla statistica di Bose-Einstein ed è stato molto importante nella spiegazione di vari fenomeni. Il termine fu coniato da G. N. Lewis nel 1926.

fotoperìodo, sm. Durata della illuminazione giornaliera delle piante.

fotopsìa, sf. Allucinazione visiva costituita da sensazioni luminose. Può colpire sia occhi malati che occhi sani.

fotoreazióne, sf. Reazione provocata o catalizzata dall'azione della luce.

fotorecettóre, agg. e sm. Di cellula o gruppo di cellule recettore di stimoli luminosi.

fotoreportage, sm. invar. Cronaca di un avvenimento realizzata in prevalenza con fotografie.

fotorepórter, sm. e sf. invar. Fotografo di attualità per giornali o agenzie.
 sm. press photographer.

fotoriproduzióne, sf. Riproduzione fotografica.

fotoromànzo, sm. Romanzo narrato utilizzando una serie di fotografie con fumetti e didascalie.
 sm. picture story.

fotosensìbile, agg. Di corpo o sostanza chimicamente sensibile alla luce.

fotosensibilità, sf. Proprietà di ciò che è fotosensibile.

fotosetter, sf. invar. Tipo di macchina fotocompositrice.

fotosfèra, sf. L'atmosfera luminosa che circonda una stella.

fotosìntesi, sf. 1Sintesi chimica che avviene sotto l'azione della luce. 2 Narrazione di un fatto di cronaca mediante sintesi fotografica.
Fotosintesi clorofilliana
Funzione principale delle piante verdi che consiste nella trasformazione in composti organici dell'acqua e dell'anidride carbonica (CO2) presente nell'aria o sciolta nell'acqua. Tale processo avviene quando la clorofilla è esposta alla luce; la formula chimica complessiva è la seguente, 6CO2+12H2O= C6H12O6+12O+6H2O. Questa attività è fondamentale per la vita delle piante e degli animali, in quanto consente la trasformazione delle sostanze inorganiche semplici (CO2) in sostanze organiche ricche di acqua, unica loro forma di sostentamento. La fotosintesi rappresenta il primo gradino del complesso ciclo del carbonio che, con quello dell'azoto, consente un'ininterrotta circolazione di elementi chimici dal mondo minerale a quello vivente e viceversa.

fotostàtico, agg. (pl. m.-ci) Di sistema di riproduzione diretto su carta fotosensibile che si usa per documenti e manoscritti.

fototattìsmo, sm. Reazione di movimento di organismi vegetali e animali provocata da una radiazione luminosa.

fototèca, sf. Luogo in cui si conservano fotografie; archivio fotografico.

fototelegrafìa, sf. Trasmissione a distanza di immagini. ~ telefotografia.

fototeodolìte, sm. Apparecchio costituito da una macchina fotografica speciale che si muove assieme al visore del teodolite, utilizzato in fotogrammetria terrestre.

fototerapìa, sf. Cura delle malattie per mezzo di luce artificiale.

fototerapìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Terapista di fototerapia.

fototipìa, sf. Riproduzione fotomeccanica con inchiostri da stampa.

fototipìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi esegue riproduzioni tramite fototipia.

fototransistor, sm. invar. Transistor nel quale una giunzione viene sottoposta a un flusso luminoso così da avere un'emissione di elettroni.

fototropìsmo, sm. Particolare orientamento assunto da organi vegetali per effetto di stimoli luminosi.

fotovoltàico, agg. (pl. m.-ci) Che genera una forza elettromotrice per effetto di una radiazione luminosa.

fotozincografìa, sf. Procedimento di fotoriduzione fotomeccanica che serve a ottenere una matrice litografica. ~ fotolitografia.

fóttere, v. tr. 1 Possedere sessualmente una donna. ~ scopare. 2 Imbrogliare. ~ raggirare. 3 Sottrarre, rubare. ~ carpire.

fóttersene, v. intr. pron. Infischiarsi di qualcosa o di qualcuno. ~ fregarsene.

fottìo, sm. Gran quantità, numero esuberante. ~ mucchio.

fottùto, agg. 1 Maledetto. ~ terribile. 2 Fregato. ~ bidonato.

Foucault, Léon (Parigi 1819-1868) Fisico francese. Inventore del giroscopio nel 1852, ne stabilì la teoria; calcolò con precisione la velocità della luce nel 1850 grazie alla tecnica degli specchi rotanti, misurandola nel vuoto e nell'aria. Da lui prendono il nome le correnti di Foucault, correnti indotte da masse metalliche immerse in un campo magnetico variabile associate a fenomeni di dissipazione di energia e riscaldamento. Tali correnti furono applicate in forni a induzione. Nel 1851 realizzò una spettacolare dimostrazione sulla cupola del Pantheon volta a dimostrare il movimento di rotazione della Terra con un pendolo. Nel 1857 progettò l'interruttore a mercurio e realizzò un telescopio a riflessione totale. Una paralisi interruppe il suo lavoro.
Pendolo di Foucault
Pendolo lungo 67 m, dotato di una sfera di 28 kg, che fu appeso nel 1851 al soffitto del Pantheon a Parigi; tramite lo studio delle tracce lasciate sul pavimento, sfasate di un angolo costante, ottenne le prove della rotazione della Terra.
Correnti di Foucault
Correnti parassite indotte nei conduttori da campi magnetici esterni; causano un riscaldamento del conduttore stesso e perdite di potenziale. Sono direttamente proporzionali al diametro del conduttore e possono essere utilizzate da particolari apparecchi elettrici come forza frenante di un moto, oppure quasi annullate mediante la sostituzione dei nuclei in ferro massiccio con sottili lamine isolate tra loro.

Foucault, Michel (Poitiers 1926-Parigi 1984) Filosofo e intellettuale francese. Storico della cultura e docente di storia dei sistemi di pensiero, ha confutato tutte le teorie umanistiche dell'uomo e della storia; ha basato il suo studio sul diverso, l'irrazionale e il deviante, nascosti dalla concezione lineare della storia, cui ha contrapposto un metodo detto archeologia del sapere, capace di esplicare la rete concettuale, alla base della produzione intellettuale di un'epoca e consistente in molte fratture epistemologiche. Tra le sue opere, non facili, La storia della follia, Le parole e le cose, Storia della sessualità.

Fouché, Joseph (Le Pellerin 1759-Trieste 1820) Uomo politico francese, duca d'Otranto. Membro della convenzione, poi del direttorio. Nemico di Robespierre, fu tra gli organizzatori della sua caduta. Divenne ministro di polizia su incarico di Napoleone e durante i cento giorni. Dopo la sconfitta di Waterloo favorì il ritorno di Luigi XVIII, rimanendo ministro di polizia fino al 1816 quando fu esiliato con l'accusa di regicidio.

Fougez, Ànna (Taranto 1894-Santa Marinella 1966) Nome d'arte dell'attrice e cantante Anna Pappacena. Raggiunse la notorietà negli anni Venti, interpretando canzoni popolari come Vipera di E. A. Mario. Dal 1918 al 1920 lavorò anche nel cinema. Nel 1928 costituì la compagnia di rivista denominata Grande Rivista Italiana.

Foujita, Tsugouhara (Tokyo 1886-Parigi 1968) Pittore giapponese. Tra le opere Testa di fanciulla (1947, Parigi, Collezione privata).

foulard, sm. invar. 1 Tessuto leggerissimo, soprattutto di seta. 2 Fazzoletto da collo fatto con tale tessuto.
 sm. scarf.

Foumban Città (60.000 ab.) del Camerun, capoluogo del dipartimento di Noun.

Fouquet, Jean (Tours 1420 ca.-1480 ca.) Pittore e miniatore francese. Tra i maestri della pittura francese del XV sec., soggiornò a lungo in Italia dove acquisì una grande conoscenza dell'arte rinascimentale; grazie a questa esperienza elaborò un'originale concezione pittorica dove i modi francesi e fiamminghi s'inseriscono in un chiaro rigore volumetrico e compositivo. Tra le sue opere, Madonna con bambino e angeli (1450 ca.), Étienne Chevalier con Santo Stefano; la grande opera di miniatura Libro d'ore di Étienne Chevalier.

Fouquet, Nicolas (Parigi 1615-Pinerolo 1680) Finanziere francese. Dal 1653, lavorando come sovrintendente generale delle finanze statali, accumulò una grande fortuna personale. Fu accusato da Colbert di malversazione e per questo fu arrestato, processato nel 1661, e imprigionato a vita nella fortezza di Pinerolo.

Fouquier-Tinville, Antoine-Quentin (Hérouël 1746-Parigi 1795) Politico francese. Avvocato, fu procuratore e acceso sostenitore della rivoluzione. Nel tribunale rivoluzionario dal 1793 fu pubblico accusatore e dopo la reazione di Termidoro, venne arrestato e ghigliottinato. Per il suo accanimento contro coloro che considerava nemici della rivoluzione francese, è ricordato come uomo spietato e implacabile, che non risparmiò neppure i suoi parenti.

Fourier, Charles (Besançon 1772-Parigi 1837) Filosofo ed economista francese. Di idee socialiste e utopistiche, elaborò la teoria sociale, in relazione al raggiungimento della felicità umana, secondo la quale l'uomo si deve realizzare svolgendo un lavoro interessante, libero da ogni vincolo, soddisfacendo tutte le necessità e prendendo parte agli investimenti del capitale. Tutto ciò deve svolgersi in piccole comunità chiamate falansteri, a struttura prevalentemente agricola, nelle quali si sarebbe realizzata la parità dei sessi e la piena esplicazione del talento e inclinazione individuale. Tra le sue opere, Teoria dei quattro movimenti e dei destini generali (1808) e Trattato dell'associazione domestica agricola (1822).

Fourier, Jean-Baptiste-Joseph (Auxerre 1768-Parigi 1830) Matematico e fisico francese. Studiò la propagazione del calore introducendo particolari sviluppi in serie, che portano il suo nome, poi applicati in generale allo studio dei fenomeni periodici (la serie di Fourier di una funzione periodica F di periodo 2π è una particolare serie di funzioni i cui termini sono del tipo ancos(n·x)+bnsin(n·x) che converge a F(x) per gli x in cui F è continua).

fòvea, sf. Depressione della zona centrale della retina, nella parte posteriore del globo oculare che corrisponde all'estremità posteriore dell'asse ottico, inoltre è sede della visione distinta.

Fowler, William (1911-1995) Astrofisico teorico statunitense. Insieme a S. Chandrasekhar nel 1983 fu insignito del premio Nobel.

Fox Isole degli USA, al largo della penisola dell'Alaska.

Fox, Charles James (Londra 1749-Chiswick 1806) Statista liberale britannico fu un irriducibile avversario del conservatore W. Pitt, denunciando gli scandali della compagnia delle Indie e sostenendo l'opportunità di un accordo con le colonie del Nordamerica. Si mostrò favorevole alla rivoluzione francese, ma aderì successivamente al fronte antifrancese opponendosi al regime espansionista di Napoleone.

Fox, George (1624-1691) Predicatore inglese. Aspirava a un Cristianesimo senza strutture ecclesiali e fondato sull'illuminazione interiore. Fondò i gruppi dei Figli della Luce, poi Società religiosa degli amici e l'ordine dei quaccheri.

Foxe Basin Sezione del mar Glaciale Artico, in Canada, tra l'isola di Baffin, l'isola di Southampton e la penisola di Melville.

fox-terrier, sm. invar. Razza di cani da caccia inglesi. Ha mantello bianco chiazzato di marrone o nero, coda diritta di solito tagliata, olfatto molto sviluppato, agile e vivace. Usato per la caccia alla volpe o per compagnia. Esistono due varietà di fox-terrier: a pelo liscio e a pelo ruvido. Ha caratteristica testa e muso allungati. L'esemplare maschio può raggiungere i 10 kg di peso.

fox-trot, sm. invar. Ballo di origine americana, dal ritmo sincopato derivato dal ragtime, diffusosi in particolare dopo la prima guerra mondiale.
Slow-fox
Ritmo meno sostenuto.

foyer, sm. invar. Ambiente di attesa e intrattenimento in teatri e cinematografi. ~ hall.

Fòza Comune in provincia di Vicenza (793 ab., CAP 36010, TEL. 0424).

Fòzio (Costantinopoli 820-891) Patriarca di Costantinopoli, divenne famoso per il suo rifiuto di inserire nel Credo il Filoque, che gli costò denuncie e deposizioni; quella definitiva avvenne per opera di Leone VI nell'886. Aristocratico di origine, è stato un grande uomo di cultura; scrisse però anche opere dottrinali, polemiche e teologiche, tra cui la più importante è stata la Biblioteca, compendio di 279 opere di letteratura greca, inesauribile fonte di notizie.

FPI Sigla di Fondo Previdenza Impiegati.

Fr Simbolo chimico del francio.

fra' => "frate"

fra, prep. 1 Indica una posizione intermedia tra un punto e un altro. sulla strada fra quelle due città, si trova la centrale nucleare. 2 Indica il tempo che deve trascorrere. posso arrivare fra due ore, appena terminato questo lavoro. 3 Introduce una quantità. 4 Introduce una distanza. 5 Si riferisce ad avvenimenti, luoghi e persone. 6 Indica relazioni diverse. fra loro due c'era solo amore, indica intimità.
between, amongst, among. 2 (tempo) within, in. 3 (uno fra mille) one in a thousand.
lat. infra sotto.

Fra' Bevignàte (not. 1277-1305) Architetto e scultore. Tra le opere il duomo di Orvieto(1295 e 1300).

Fra diavolo Film commedia, americano (1933). Regia di Hal Roach e Charles Rogers. Interpreti: Stan Laurel, Oliver Hardy, Dennis King. Titolo originale: The Devil's Brother

Fra' Diàvolo, Michèle Pèzza détto (Itri 1771-Napoli 1806) Brigante. Nel 1799 partecipò alla guerriglia antifrancese del cardinale Ruffo. Nel 1806, nuovamente in combattimento contro i francesi, venne catturato e giustiziato.

Fra' Galgàrio (Bergamo 1655-1743) Vittore Ghislandi detto Fra' Galgario. Pittore. Tra le opere Ritratto di gentiluomo (Milano, Museo Poldi Pezzoli) e Ritratto del conte Gerolamo Secco Suardo (1710, Bergamo, Accademia Carrara).

Fra' Gherardo Dramma in tre atti di I. Pizzetti, libretto proprio (Milano, 1928).

Fra' Giocóndo (Verona 1433-Roma 1515) Giovanni Monsignori detto Fra' Giocondo. Architetto. Tra le opere la loggia del Consiglio a Verona (1474-1488).

Frabósa Sopràna Comune in provincia di Cuneo (1.038 ab., CAP 12082, TEL. 0174).

Frabósa Sottàna Comune in provincia di Cuneo (1.197 ab., CAP 12083, TEL. 0174).

frac, sm. invar. Coda di rondine. ~ marsina.
 sm. tailcoat, pl. tails.

fracassaménto, sm. Il fracassare, il fracassarsi e l'effetto.

fracassàre, v. v. tr. Infrangere con violenza e rumore, ridurre in pezzi. ~ sconquassare.
v. intr. pron. Ridursi in pezzi. ~ rompersi.
 v. tr. e intr. pron. 1 to smash, to shatter. 2 (automezzo) to crash.
 dal lat. frangere, rompere, con il lat. quassare,scuotere.

fracassìo, sm. 1 Il fracassare, il fracassarsi. 2 Rumore molesto. ~ chiasso. 3 Rovina, scempio. ~ strage.

fracàsso, sm. 1 Rumore prodotto da una cosa che si fracassa. ~ chiasso, frastuono. 2 Rumore intenso. ~ baccano. 3 Gran quantità di cose. ~ abbondanza. <> penuria. 4 Distruzione. ~ rovina.
 sm. 1 din, racket. 2 (rumore di cose rotte) crash, smash.
 deriv. da fracassare.

fracassóne, sm. (f.-a) Persona maldestra che spesso provoca danni.

Fracastòro, Giròlamo (Verona 1478-Incaffi 1533) Medico, filosofo e letterato. È considerato uno dei fondatori della moderna patologia. Fu tra i primi a scoprire che le infezioni sono dovute a germi portatori di malattia, con la capacità di moltiplicarsi nell'organismo e di contagiare altri con la respirazione e gli umori. Fra i trattati scientifici, Sifilide o del morbo gallico, Del contagio e delle malattie contagiose.

Fraccàro, Plìnio (Bassano del Grappa 1883-Pavia 1959) Storico italiano. Studioso della civiltà romana, ha lasciato importanti lavori di storia della repubblica romana, di topografia antica e di geografia storica.

Fràcci, Càrla (Milano 1936-) Ballerina. Interprete ideale del repertorio classico, ha collaborato con le maggiori compagnie ed è stata partner di ballerini del calibro di Nureiev, Bortoluzzi, Vassiliev ecc. Dal 1988 è stata direttrice del corpo e scuola di ballo del San Carlo di Napoli e dal 1995 al 1997 del corpo di ballo dell'Arena di Verona. Nel 1996 ha pubblicato la sua autobiografia.

fràcco, sm. Grande quantità.

fràcido, agg. Impregnato di umidità. ~ fradicio.

Fraconàlto Comune in provincia di Alessandria (292 ab., CAP 15060, TEL. 010).

fracòsta, sm. Costata. ~ bistecca.

fràdicio, agg. e sm. (pl. f.-cie o-ce) agg. 1 Intriso d'acqua; umido, inzuppato. ~ bagnato. <> asciutto. era tutto fradicio, aveva i vestiti bagnati. 2 Sudato. 3 Andato a male, guasto, marcio. ~ putrefatto. <> fresco. aveva solo mele fradice in casa.
sm. 1 La parte andata a male di qualcosa. 2 Terreno bagnato. ~ fangosità. 3 Corruzione.
 agg. 1 soaking wet, wet through. 2 (marcio) rotten. 3 (ubriaco fradicio) blind drunk.
 lat. fradicius, sudicio.

fradiciùme, sm. 1 Molta roba fradicia, putrida. 2 Luogo molto bagnato. 3 Corruzione. 4 Umidità.

Fraele Passo (1.952 m) della Alpi Retiche, all'ingresso della valle omonima, percorsa per un tratto dal fiume Adda.

Fraenkel, Abraham (Monaco di Baviera 1891-Gerusalemme 1965) Matematico israeliano. Di origine tedesca, compì importanti studi sulla teoria degli insiemi e sviluppò l'assiomatizzazione della teoria di Zermelo.

Fragagnàno Comune in provincia di Taranto (5.482 ab., CAP 74022, TEL. 099).

fràgile, agg. 1 Che si rompe facilmente. ~ delicato. <> infrangibile. 2 Che soccombe alle tentazioni. ~ debole. <> forte. 3 Di persona cagionevole. ~ gracile. <> robusto. 4 Inconsistente. ~ labile. 5 Caduco. ~ effimero.
 agg. 1 fragile. 2 (gracile, debole) weak.
 lat. fragilis, deriv. da frangere spezzare.

fragilità, sf. L'essere fragile. ~ delicatezza, esilità, instabilità.
 lat. fragilitas,-atis.

fragilménte, avv. Con fragilità. ~ debolmente.

Fragmobasidiomicèti Sottordine di Funghi Basidiomiceti aventi basidi pluricellulari settati.

Fragnéto l'Abàte Comune in provincia di Benevento (1.454 ab., CAP 82020, TEL. 0824).

Fragnéto Monfòrte Comune in provincia di Benevento (2.088 ab., CAP 82020, TEL. 0824).

fràgola, agg. e sf. agg. invar. Simile alla fragola.
sf. 1 Angiosperma (Fragaria vesca) della famiglia delle Rosacee e dell'ordine delle Rosali. 2 Frutto di colore rosso della pianta omonima.
 sf. strawberry.
Comune in luoghi ombrosi e nei boschi delle zone temperate, ha foglie trifolate con fiori bianchi e piccoli acheni neri sul ricettacolo commestibile, rosa e carnoso. Ne esistono varie specie a frutto piccolo e a frutto grosso. Tipica specie europea la Fragaria vesca o fragola di bosco.

fragolàia, sf. Terreno coltivato a fragole. ~ fragoleto.

fragoléto, sm. Fragolaia.

fragolìno, sm. 1 Specie di pagello dal dorso rosso diffuso nel Mediterraneo. 2 Liquore dal sapore di fragola.

Fragonard, Jean-Honoré (Grasse 1732-Parigi 1806) Pittore francese. Tra le opere Lavandaie in un giardino patrizio (1761-1765, Amiens, Musée de la Picardie) e La camicia tolta (1765-1772, Parigi, Louvre).

fragóre, sm. 1 Rumore forte e rimbombante. ~ fracasso. 2 Fragranza, odore. ~ profumo.
 sm. roar.
 lat. fragor,-oris, deriv. da frangere spezzare.

fragorìo, sm. Fragore continuato.

fragorosaménte, avv. In modo fragoroso. ~ rumorosamente.

fragoróso, agg. Che fa gran rumore, chiassoso. ~ assordante. <> silenzioso.
 agg. deafening.

fragrànte, agg. Che emana odore intenso e delicato. ~ profumato. <> maleodorante.
 agg. fragrant.

fragrànza, sf. Profumo intenso, piacevole. ~ aroma. <> puzza.
 lat. fragrantia.

fragràre, v. intr. Sprigionare fragranza. ~ profumare.

Fraigneau, André (Nîmes 1907-Parigi 1991) Scrittore francese. Dopo un esordio deludente con il romanzo Val de Grâce (1930), riuscì a imporsi all'attenzione di pubblico e critica nel 1956, pubblicando L'amour vagabond e Les étonnements de Guillaume Francoeur. Degni di nota anche i saggi Les voyageurs transfigurés (1933), Florence e Venise (1951) e l'autobiografia André Fraigneau ou la liberté de l'esprit (1991).

Fraìne Comune in provincia di Chieti (527 ab., CAP 66050, TEL. 0873).

fraintèndere, v. tr. Intendere a rovescio, il contrario di quanto è detto o scritto. ~ equivocare. <> capire.
 v. tr. to misunderstand.

fraintendiménto, sm. Il fraintendere. ~ equivoco, malinteso. <> intesa.

fraise, sf. invar. Gorgiera, catena. ~ collare.

fràle, agg. e sm. agg. Fragile. ~ delicato.
sm. Corpo umano.

fralézza, sf. L'essere frale. ~ fragilità.

framboèsia, sf. Malattia tropicale infettiva cronica, caratterizzata dalla presenza di pustole che assomigliano a lamponi.
 dal francese framboise lampone.

Frame, Janet (Dunedin 1924-) Scrittrice neozelandese. Profondamente impressionata da una degenza in un ospedale psichiatrico a soli otto anni, in seguito a una diagnosi errata, ha scandagliato nella sua narrativa i temi della pazzia e della morte. Tra le opere, Il margine dell'alfabeto (1962), I gufi piangono (1960), Trattamento intensivo (1971), Un angelo alla mia tavola (1984), State entrando nel cuore umano (racconti, 1983). Nel 1990 ha pubblicato l'autobiografia.

frammassóne, sm. Chi appartiene alla frammassoneria. ~ massone.

frammassonerìa, sf. Massoneria.

frammentàre, v. v. tr. Suddividere in frammenti, ridurre in frammenti. ~ spezzettare.
v. intr. pron. Suddividersi, ridursi in frammenti. ~ frantumarsi.
 deriv. da frammento.

frammentariaménte, avv. In modo frammentario, non integralmente. ~ parzialmente.

frammentarietà, sf. L'essere frammentario.

frammentàrio, agg. 1 Diviso in frammenti, composto da frammenti. ~ incompleto. <> integro. 2 Privo di unità, di organicità. ~ incoerente. <> organico.
 agg. fragmentary.

frammentazióne, sf. Il frammentare e l'effetto. ~ spezzettamento. <> accorpamento.

Frammenti Opera di filosofia di Novalis (1800).

Frammenti lirici Opera di poesia di C. Rebora (1913).

frammentìsmo, sm. Indirizzo letterario del primo Novecento che coltivava il gusto del frammento.

framménto, sm. 1 Pezzo di cosa rotta. ~ brandello. : :veva una collezione comprendente diversi frammenti di capitelli. 2 Detrito. ~ residuo. 3 Brano di un'opera. vi citerò solo alcuni frammenti della sua opera. 4 Brano di un'opera letteraria incompiuta o perduta
 sm. fragment.
 lat. fragmentum, deriv. da frangere.

frammescolàre, v. tr. Mescolare tra loro cose o persone. ~ mescolare.

framméttere, v. v. tr. Mettere in mezzo. ~ frapporre.
v. rifl. Mettersi in mezzo, intromettersi. ~ immischiarsi.

frammezzàre, v. Mettere in mezzo. ~ alternare.

frammèzzo, sm. 1 In mezzo. ~ tra. 2 Nella locazione frammezzo a, in mezzo a.

frammischiàre, v. v. tr. Mischiare insieme. ~ frammescolare. <> distinguere.
v. intr. pron. 1 Mescolarsi. ~ unirsi. 2 Intromettersi. ~ immischiarsi.

frammìsto, agg. Mescolato. ~ mischiato.
 agg. mixed, mingled.

Framùra Comune in provincia di La Spezia (839 ab., CAP 19014, TEL. 0187).

fràna, sf. 1 Discesa a valle di un'imponente massa di detriti rocciosi, staccatisi da un versante montuoso o da sponde di fiumi, mari o laghi, sotto l'azione erosiva di agenti fisici. ~ smottamento. 2 Il cumulo di materiale così formato. 3 Rovina, fallimento. ~ insuccesso. <> trionfo. 4 Di persona, del tutto incapace. ~ inetto. 5 Crollo. ~ disfacimento.
 sf. 1 landslide. 2 (fig., essere una frana) to be useless.
 lat. fragina, deriv. da frangere spezzare.
A seconda delle cause che l'hanno generata, può essere di scalzamento, provocata da erosione; di ammollimento, causata da un lungo periodo di pioggia; di smottamento, dovuta a una rapida discesa di materiali incoerenti e mista, qualora sia dovuta a cause concomitanti.

franàbile, agg. Che può franare.

franaménto, sm. Il franare. ~ smottamento.

franàre, v. tr. 1 Venire giù per frana. ~ smottare. 2 Crollare. ~ precipitare. 3 Andare in rovina. ~ sfumare.
 v. tr. 1 to slide down, to slip. 2 (crollare) to collapse.
 deriv. da frana.

Frànca Contèa (1.097.000 ab.) Regione storica della Francia il cui capoluogo è Besançon. Situata nella Francia orientale, confina con la Svizzera. È divisa nei dipartimenti di Doubs, Jura, Haute-Saône e di Belfort. Le principali risorse provengono dall'agricoltura (cereali, ortaggi), dall'allevamento di bovini, dallo sfruttamento dei boschi, dalle industrie meccaniche, tessili, alimentari e del legno. Abitata fin dal Paleolitico, fu conquistata nel IV sec. a. C. dai sequani, nel 52 a. C. da Cesare e divenne poi contea burgunda. Passò successivamente al regno di Borgogna, alla Francia, al ducato di Borgogna, alla Fiandra, all'Austria e infine alla Spagna. Conquistata da Luigi XIV nel 1674, fu annessa definitivamente alla Francia, nel 1678, con il trattato di Nimega.

francaménte, avv. 1 Con franchezza, apertamente. ~ sinceramente. <> ambiguamente. 2 Decisamente. ~ risolutamente.

francàre, v. tr. 1 Liberare da un vincolo. ~ affrancare. 2 Rendere solido. 3 Applicare i francobolli. ~ affrancare. 4 Liberare qualcuno dal costo del trasporto di un oggetto ricevuto.

francatùra, sf. Affrancatura.

Francavìlla al Màre Comune in provincia di Chieti (21.675 ab., CAP 66023, TEL. 085). Centro agricolo (coltivazione di uva e pomodori), industriale (prodotti chimici e metalmeccanici) e turistico (balneazione). Vi si trovano la casa Tinozzi, del XIV sec., e il nucleo medievale, con mura di fortificazione. Gli abitanti sono detti Francavillesi.

Francavìlla Angìtola Comune in provincia di Vibo Valentia (3.018 ab., CAP 88020, TEL. 0968).

Francavìlla Bìsio Comune in provincia di Alessandria (414 ab., CAP 15060, TEL. 0143).

Francavìlla d'Ète Comune in provincia di Ascoli Piceno (937 ab., CAP 63020, TEL. 0734).

Francavìlla di Sicìlia Comune in provincia di Messina (5.096 ab., CAP 98034, TEL. 0942).

Francavìlla Fontàna Comune in provincia di Brindisi (33.995 ab., CAP 72021, TEL. 0831). Centro agricolo (coltivazione di olive, uva e tabacco) e industriale (prodotti alimentari). Vi si trovano il duomo in stile barocco e il palazzo Imperiale, costruito tra il XV e il XVIII sec. Gli abitanti sono detti Francavillesi.

Francavìlla in Sìnni Comune in provincia di Potenza (4.044 ab., CAP 85034, TEL. 0973).

Francavìlla Marìttima Comune in provincia di Cosenza (3.258 ab., CAP 87072, TEL. 0981).

France, Anatole (Parigi 1844-Saint-Cyr-sur-Loire 1924) Pseudonimo di François Anatole Thibault, scrittore francese, premio Nobel per la letteratura nel 1921. Esponente di primo piano della cultura estetizzante e spregiudicata di fine secolo, con atteggiamento di tollerante distacco dalle vicende politiche. Il suo impegno politico si andò approfondendo nel periodo dello scandalo Dreyfus, fino ad arrivare a un impegno politico concreto aderendo al comunismo. Le opere Il delitto di Sylvestre Bonnard (1881), Taide (1890), Il giglio rosso (1894), Storia contemporanea, Vita di Giovanna d'Arco (1908), Gli dei hanno sete (1912), La rivolta degli angeli (1914).

France-Presse La maggiore agenzia di stampa pubblica francese. È nata nel 1944.

Francesca da Rimini Tragedia di S. Pellico (1815).
Francesca da Rimini
Opera in quattro atti di R. Zandonai, libretto di T. Ricordi (Torino, 1914).

Francésca Romàna (Roma 1384-1440) Franceschella di Paolo de Buscis, santa e religiosa. Si dedicò originariamente agli infermi, quindi si ritirò nella comunità di ablate benedettine, che fondò lei stessa nel 1425.

Francésca Savèrio Cabrìni (Sant'Angelo Lodigiano 1850-Chicago 1917) Santa, missionaria e fondatrice delle missionarie del Sacro Cuore di Gesù, che assistono gli emigrati in USA e Sudamerica.

francescanésimo, sm. Movimento religioso fondato da San Francesco d'Assisi.

francescàno, agg. e sm. agg. 1 Di San Francesco d'Assisi, dei suoi seguaci. 2 Che si ispira al francescanesimo. 3 Di appartenente a un ordine fondato da San Francesco (terziari, clarisse, frati minori). 4 Sobrio. ~ frugale. <> sfarzoso.
sm. Appartenente a un ordine fondato da San Francesco.

Francescàto, Giusèppe (Udine 1922-) Linguista italiano, esperto di dialettologia friulana.

francésco, agg. (pl. m.-chi) Francese.

Francésco (santi) Nome di santi.
Francesco Borgia
(Gandia 1510-Roma 1572) Generale dei gesuiti. Entrato nella Compagnia di Gesù, dopo essere stato viceré di Catalogna, organizzò e rafforzò l'ordine, emanando le Regulae communes e fondando, a Roma, il Collegio Romano e il Seminario Romano. La sua festa si celebra il 12 aprile.
Francesco Caracciolo
(Villa Santa Maria 1563-Agnone 1608) Fondatore dell'ordine dei chierici regolari minimi, si impegnò nella diffusione della SS. Eucarestia. La sua festa si celebra il 4 giugno.
Francesco d'Assisi
=> "Francesco d'Assisi"
Francesco di Paola
(Paola 1416-Plessis-les-Tours 1507) Religioso francescano santificato da Leone X nel 1519. Ritiratosi per sei anni a vita eremitica, fu poi il fondatore, nel 1435, dell'ordine eremitico dei minimi, basato su regole di penitenza e astinenza molto rigide. Nel 1483, per volere di papa Sisto IV, si recò alla corte di Luigi XI dove rimase per molti anni come consigliere di Carlo VIII e diffondendo il suo ordine eremitico in tutta Europa.
Francesco di Sales
(Thorens 1567-Lione 1622) Religioso francese, santificato nel 1665 (la sua festa ricorre il 24 gennaio), uno dei maggiori scrittori mistici della controriforma. Dopo aver studiato a Parigi e a Padova, fu vescovo di Ginevra nel 1602. Nel 1610, con Giovanna Francesca de Chantal, fondò la congregazione della visitazione della Signora. Nel 1877 Pio IX lo insignì del titolo di dottore della chiesa. Opere principali, Introduzione alla vita devota (1609), Trattato dell'amor di Dio (1616), Conferenze spirituali (1629).
Francesco Saverio
(Castello di Xavier 1506-Sangchuan 1552) Religioso spagnolo, il cui vero nome era Francisco de Jaso, missionario, si distinse come protettore delle missioni cattoliche. Conosciuto Ignazio di Loyola, a Parigi, ne divenne uno dei più fervidi seguaci e partecipò alla fondazione, a Roma, della compagnia di Gesù nel 1939. Canonizzò l'India e il Giappone. Morì in Cina. Nel 1622 fu santificato da Gregorio XV.

Francésco (sovrani) Nome di sovrani e duchi.
Francia Francesco I
=> "Francesco I di Valois"
Francesco II di Valois
(Fontainebleau 1544-Orléans 1560) Figlio di Enrico II e Caterina de' Medici, fu re di Francia dal 1559. Dopo aver sposato Maria Stuarda nel 1558, assecondò la politica dei duchi di Guisa.
Mantova e Monferrato Francesco II Gonzaga
(Mantova 1466-1519) Succedette al padre Federico nel 1484 come marchese di Mantova, ed ebbe il comando dell'esercito della lega dei principi italiani che contrastò Carlo VIII di Francia a Fornovo nel 1495.
Francesco III Gonzaga
(Mantova 1533-1550) Succedette alla lunga reggenza della madre nel 1549 come duca di Mantova e marchese del Monferrato, ma morì poco dopo.
Modena e Reggio Francesco I d'Este
(Modena 1610-Santhià 1658) Duca di Modena e Reggio dal 1629. Si impadronì di Correggio approfittando dei contrasti tra Spagna e Francia, e cercò invano di riconquistare Ferrara.
Francesco II d'Este
(Modena 1660-Sassuolo 1694) Succedette al padre Alfonso IV a soli due anni come duca di Modena e Reggio, e rimase fino al 1674 sotto la reggenza materna.
Francesco III d'Este
(Modena 1698-Varese 1780) Duca di Modena e Reggio dal 1737, fu tra gli artefici del Codice estense. Nel 1753 acconsentendo al matrimonio della nipote Maria Beatrice con Ferdinando d'Asburgo, fu nominato governatore della Lombardia.
Francesco IV d'Austria-Este
(Milano 1779-Modena 1846) Duca di Modena e Reggio dal 1814. Nel 1831 fece giustiziare Ciro Menotti.
Francesco V d'Austria-Este
(Modena 1819-Vienna 1875) Figlio di Francesco IV e di Maria Beatrice di Savoia, fu l'ultimo duca di Modena e Reggio, dal 1846 al 1859.
Parma e Piacenza Francesco Farnese
(Parma 1678-1727) Duca di Parma e Piacenza dal 1694. Poiché privo di eredi diretti, permise che il ducato passasse a un figlio di Elisabetta Farnese e Filippo V di Spagna.
Sicilia Francesco I di Borbone
(Napoli 1777-1830) Figlio di Ferdinando I, fu re delle Due Sicilie dal 1825, e mantenne i medesimi metodi polizieschi del padre.
Francesco II di Borbone
(Napoli 1836-Arco 1894) Figlio di Ferdinando II, fu l'ultimo re delle Due Sicilie nel 1859 e 1860. Ostacolò l'opera di rinnovamento del ministro Filangieri. Venne detronizzato dai Mille.
Toscana Francesco I de' Medici
(Firenze 1541-1587) Figlio di Cosimo I, fu granduca di Toscana dal 1574. Sposò l'avventuriera veneziana Bianca Capello nel 1579.
Urbino Francesco Maria I della Rovere
(1490-1538) Succedette allo zio Guidobaldo I da Montefeltro come duca di Urbino dal 1508. In qualità di capitano generale della chiesa, combatté al servizio di Giulio II.
Francesco Maria II della Rovere
(1548-Urbania 1631) Duca di Urbino dal 1574. Alla morte del figlio nel 1623, non avendo discendenza, cedette alle pressioni di Urbano VIII e accettò che il proprio ducato, alla sua morte, passasse alla chiesa.

Francésco da Barberìno (Barberino 1264-Firenze 1348) Soprannome di Filippo Neri di Ranuccio. Poeta, di professione notaio a Firenze, città alla cui vita politica partecipò attivamente. Della sua opera ci sono arrivati i Documenti d'amore (1314) e il Reggimento e costumi di donna (1320), un galateo femminile.

Francésco da Milàno (Monza 1497-Roma ca. 1547) Compositore. Autore di chanson per liuto (composizioni e trascrizioni).

Francésco d'Assìsi (Assisi 1181 o 1182-1226) Santo e protettore d'Italia. La sua festività cade il 4 di ottobre. Francesco Bernardone nacque nel 1181 o nel 1182 ad Assisi e venne fatto battezzare dalla madre con il nome di Giovanni Battista, il santo del deserto, della predicazione e della annunciazione. Non si conoscono i motivi per cui fu chiamato Francesco, restano solo delle ipotesi: il cambiamento del nome da parte del padre al ritorno dalla Francia, l'omaggio reso alla madre in quanto francese, la persistenza di un soprannome dato a Francesco in giovinezza a causa del suo attaccamento alla lingua francese. Francesco figlio di un ricco mercante di stoffe cercò di condurre un tenore di vita cavalleresca, imitando il comportamento dei nobili. Era grande ammiratore della poesia cortese e fu attratto dalla guerra e dal mestiere delle armi. Nel 1200 il popolo di Assisi cacciò la guarnigione tedesca dalla Rocca, si rifiutò di consegnare la fortezza ai legati papali e per maggior sicurezza la distrusse, abbattendo e incendiando i palazzi dei nobili all'interno della città. Francesco partecipò a queste lotte e prese parte ai lavori per la costruzione dei bastioni. Le famiglie nobili cacciate si rifugiarono a Perugia, antica città rivale di Assisi. I perugini dichiararono guerra e Francesco nel 1202 partecipò alla battaglia tra le due città a Ponte San Giovanni sul Tevere. Venne imprigionato dai perugini e trascorse un anno in carcere a Perugia. Liberato nel novembre 1203 si ammalò gravemente tanto da restare immobilizzato per gran parte del 1204. Durante la malattia iniziò ad avvicinarsi alla religione; Francesco non aveva molta fiducia nei medici: anche se si lasciò consigliare da frate Elia ad affidarsi alle cure dei dottori pontifici a Rieti, ritenne che la guarigione fosse merito della sua fede. L'anno successivo (1205) accompagnò in Puglia un nobile di Assisi che prestò servizio nelle armate pontificie contro le truppe imperiali. Proprio aella partenza per la guerra in Puglia si verificò il celeberrimo incontro di Francesco con un povero cavaliere vestito di stracci a cui donò il suo mantello. In questo periodo Francesco iniziò ad avere delle visioni; le interpretò come l'annuncio di futuri successi militari in Puglia, senza rendersi ancora conto che le visioni erano simboliche e che sarebbe stato chiamato a un altro importante impegno, quello spirituale. Sulla strada per la Puglia, a Spoleto, ebbe un'altra visione che può essere considerata l'inizio della conversione. Al suo ritorno ad Assisi (1206) fu eletto dai compagni capo o re della gioventù, ma Francesco iniziò ad allontanarsi dalla mondanità e si recò a meditare in una grotta in compagnia di un solo amico, preparandosi a una nuova vita. Francesco rivelò all'amico che il tesoro nascosto che stava cercando era la saggezza divina e la vita religiosa e incominciò ad avvicinarsi alla povertà. Colpito dallo stato di abbandono in cui versava la chiesetta di San Damiano, prese una partita di preziose stoffe del padre, le caricò sul cavallo e raggiunse Foligno per venderle. Ritornato a piedi ad Assisi, si recò dal povero prete donandogli tutto il suo guadagno. Il padre di Francesco si era accorto della scomparsa delle stoffe e fece ricercare il figlio che nel frattempo si era nascosto in una cantina di una casa abbandonata; aiutato soltanto dal fedele amico che gli portava il cibo per sfamarsi. Deciso ad assumersi le proprie responsabilità, ritornò tra suoi concittadini i quali esterrefatti di questo cambiamento lo trattarono da folle e si scagliarono contro di lui. Il padre decise di rinchiuderlo in catene in una segreta della casa, ma la madre, mossa a compassione, lo liberò dopo qualche giorno. Francesco si rifugiò presso il vescovo e di fronte al padre compì l'atto solenne, rinunciò a tutti i suoi beni, si svestì e nudo manifestò la sua completa spogliazione. A San Damiano Francesco interrogò Dio che gli rispose attraverso il crocifisso, dicendogli di riparare la sua casa; non avendo ancora Francesco compreso la simbologia del verbo divino prese la cazzuola e fece il muratore: il tema del lavoro manuale era così entrato nella vita di Francesco; egli ricostruì San Damiano, lavorò a San Pietro presso i bastioni e infine si dedicò alla sistemazione dell'oratorio della Porziuncola sperduto nei boschi ma vicino ai due lebbrosari di Santa Maddalena e di San Salvatore. La Porziuncola fu il luogo più amato da Francesco, qui si compì l'ultimo atto della sua conversione quando Dio parlò nuovamente a Francesco, attraverso la voce del prete della Porziuncola che stava leggendo un testo del Vangelo. Francesco aveva ventisei o ventisette anni, era il 12 ottobre 1208 o presumibilmente il 24 febbraio 1209. Francesco si convertì definitivamente e divenne missionario.
Francesco incominciò a predicare ad Assisi; il primo che si convertì fu nel 1209 un uomo semplice di cui non si conosce nulla; poi fu la volta del ricco Bernardo da Quintavalle che si spogliò di tutti i suoi averi, li donò ai poveri e si unì a San Francesco. Il terzo fu il giurista e canonico Pietro Cattani che fu nel 1220 successore di Francesco nell'Ordine; il quarto fu frate Egidio. Iniziò da questo momento la predicazione itinerante; salvo brevi ritiri Francesco e i suoi compagni furono sempre in cammino a predicare in città e villaggi. La prima missione la compì secondo La leggenda dei tre compagni nella Marca di Ancona, centro del francescanesimo, la culla dei Fioretti. Successivamente i compagni divennero otto e San Francesco li inviava sempre in coppia. Mandò per esempio frate Bernardo e frate Egidio a Sant'Jacopo di Compostella mentre lui con un altro frate si recò nella valle di Rieti. Fece ritorno ad Assisi con nuovi seguaci: frate Angelo, frate Leone, frate Rufino. Così nell'inverno del 1209 si ritrovarono in dodici alla Porziuncola. Si alternarono successi e sconfitte; anche Guido, vescovo d'Assisi, che aveva protetto Francesco al momento della conversione, diventò diffidente nei suoi confronti e Francesco faticò per convincerlo della legittimità della sua azione e del modo di vivere. Nel 1210 Francesco decise di recarsi a Roma da papa Innocenzo III con i suoi dodici discepoli. Il primo colloquio con il papa fu burrascoso, tanto che Innocenzo III scambiò Francesco, miseramente vestito, per un guardiano dei porci. Successivamente Francesco con l'aiuto del vescovo d'Assisi Guido e del cardinale Giovanni da San Paolo riuscì ad avere un nuovo colloquio con il papa. Francesco presentò il testo della sua Regola al papa il quale si spaventò per l'eccessiva severità, ma il cardinale Giovanni trovò l'argomento adatto a sensibilizzare il pontefice che in sogno aveva visto la basilica del Laterano inclinarsi come se stesse per cadere e un religioso piccolo e laido sostenerla con il suo dorso. Dopo questo episodio papa Innocenzo III approvò la Regola; fece questo atto usando tutte le precauzioni del caso, dando un'approvazione verbale e non scritta. Al suo ritorno ad Assisi Francesco e i suoi compagni abitarono una capanna abbandonata nei pressi di un ruscello, il Rivo Torto. Più tardi l'abate del monastero del monte Subasio concesse a Francesco la cappella della Porziuncola con annesso un pezzo di terra. Nel 1212 Chiara, una nobile giovane di Assisi, colpita dai sermoni di Francesco, la domenica delle Palme scappò di casa con un'amica e si rifugiò alla Porziuncola. Francesco vestì le due giovani con abito simile al suo e le portò al monastero delle benedettine di San Paolo di Bastia. Dopo qualche giorno le due giovani si recarono in un luogo più sicuro, il monastero di Sant'Angelo sul monte Subasio. A Chiara e Pacifica si unì Agnese, giovane sorella di Chiara; dopo un po' di tempo il vescovo Guido donò alle giovani la cappella di San Damiano. Il 1212 fu per la cristianità un anno di speranza; i re cristiani della penisola iberica combatterono contro i musulmani e il 14 luglio del 1212 sconfissero i nemici a Las Navas de Tolosa. Tra giugno e settembre, dalla Francia e dalla Germania, irruppero nell'Italia del nord molti giovani desiderosi di recarsi in Terra Santa. Seguendo quest'esempio, Francesco e uno dei suoi frati si imbarcarono su una nave in partenza per la Siria; purtroppo il vento contrario spinse l'imbarcazione sulla costa dalmata e faticosamente riuscirono a ritornare ad Ancona. Senza denaro salirono clandestinamente su un'altra nave e rischiarono di essere malmenati dall'equipaggio, ma Francesco placò una tempesta, sfamò i marinai ed evitò così il pestaggio. Nel 1213 il conte Orlando da Chiusi donò a Francesco il monte della Verna, affinché fondasse un eremo. L'anno successivo Francesco si recò in Marocco per predicare ai saraceni; raggiunta la Spagna si ammalò e dovette abbandonare il viaggio e ritornò in Italia. L'impresa gli riuscì nel 1219 in Egitto. Il numero dei seguaci di San Francesco continuò ad aumentare, anche grazie ai miracoli che si diceva avesse compiuto: ad Ascoli guarì alcuni malati, ad Arezzo salvò una puerpera moribonda con le redini di un cavallo, a Toscanella guarì uno zoppo, a Narni un paralitico. Così facendo Francesco suscitò nella gente venerazione e entusiasmo.
Nel 1215 papa Innocenzo III radunò un concilio a San Giovanni in Laterano e si decise per una nuova crociata e vennero poste le basi per la riforma della chiesa. L'anno dopo papa Innocenzo III morì a Perugia; nello stesso anno il nuovo papa Onorio III concesse l'indulgenza della Porziuncola, cioè l'indulgenza plenaria per tutti coloro che visitassero il santuario nel giorno anniversario della sua consacrazione. Questo episodio fu dubbio in quanto nessun documento attestò l'esistenza di questa indulgenza prima del 1277. Nel 1217 durante una riunione alla Porziuncola Francesco decise di estendere oltre confine la predicazione dei frati e lui stesso partì per la Francia in compagnia di frate Masseo; durante il viaggio si fermò a Firenze dal cardinale Ugolino che cercò di convincere Francesco a restare in Italia. Le parole di Ugolino erano sensate; infatti missionari che lasciarono l'Italia ricevettero una brutta accoglienza, soprattutto in Germania. Nel 1219 Francesco decise di recarsi presso gli infedeli per convertirli e si imbarcò ad Ancona il 24 giugno. Il 5 novembre assistette alla presa di Damietta da parte dei crociati. Successivamente incontrò il sultano Malik-al Kamil, però non ottenne il risultato sperato; si recò poi in Palestina dove visitò il Santo Sepolcro. Nel 1220 Francesco apprese ad Accra la notizia del martirio di parecchi suoi compagni recatisi in Marocco e dei contrasti scoppiati all'interno del suo Ordine in Italia e decise di fare ritorno in patria. Francesco cedette la direzione amministrativa della comunità a Pietro Cattani alla cui morte, avvenuta il 10 marzo del 1221, successe frate Elia. Francesco capo spirituale della confraternita la trasformò in Ordine dotato di Regola che sostituì la formula del 1210. La nuova Regola non venne approvata né dalla curia romana né dai frati e che decisero di sottoporla al cardinale protettore. In attesa fu istituito la Regola del Terzo Ordine su suggerimento di Ugolino. Questo Terzo Ordine rappresentava il desiderio della Santa Sede di arginare il flusso francescano e deviarlo a suo favore, creando una milizia laico-religiosa al servizio dei propri interessi spirituali e temporali. Infatti dal dicembre del 1221 papa Onorio III utilizzò i numerosi terziari francescani di Faenza contro il partito imperiale. La Regola del Terzo Ordine fu redatta nel 1221 approvata dal papa e portò il sigillo personale di Francesco. Più tardi il papa e il cardinale Ugolino domandarono a Francesco di ritoccare il progetto di Regola del 1221; Francesco si ritirò nell'eremo di Fonte Colombo vicino a Rieti con frate Leone e frate Bonizzo. Le modifiche apportate non furono sufficienti a frate Elia che ricevuto il testo da Francesco, lo smarrì. Francesco si mise nuovamente all'opera e la nuova Regola fu terminata nella primavera dell'anno 1223, venne inviata a Roma dove fu ritoccata dal cardinale Ugolino e fu approvata da papa Onorio III con la bolla datata 29 novembre 1223, Solet annuere, da cui il nome Regula Bullata. La nuova Regola, che Francesco accettò con grande dispiacere, non insisteva più sul lavoro manuale né proibiva ai frati di possedere dei libri. Il 25 dicembre del 1223 Francesco celebrò il Natale dal nobile Giovanni Velita signore di Greccio, in mezzo a grotte ed eremi su una montagna scoscesa. Dopo aver trascorso l'inverno e la primavera a Greccio, si recò alla Porziuncola; più tardi si trasferì nell'eremo della Verna in compagnia dei frati più cari. Qui si ritirò spesso in solitudine e in contemplazione e un giorno ebbe l'ultima visione e ricevette le stigmate. Dopo questo avvenimento Francesco riprese nell'autunno del 1224 il suo pellegrinaggio in sella a un asino; purtroppo i suoi malanni aumentarono. Forti mal di testa e la cecità lo costrinsero a trascorrere due mesi presso santa Chiara nella chiesa di San Damiano; qui compose il Cantico di frate Sole, il cantico di tutte le creature. Successivamente frate Elia riuscì a convincere Francesco a consultare i medici del papa a Rieti; fu alloggiato sia a palazzo episcopale sia nella casa di Tebaldo il Saraceno. Purtroppo le sue condizioni continuarono a peggiorare e arrivò sino al punto di dettare testamento (1226). Qualche tempo dopo ristabilitosi lasciò Siena con frate Elia e si recò nell'eremo di Celle presso Cortona; qui il male riprese violentemente e Francesco chiese di essere trasportato a Assisi presso la Porziuncola. Per paura di attacchi da parte del nemico perugino, Francesco venne trasportato all'interno dei bastioni nel palazzo episcopale dove però il santo non si sentì a suo agio tanto che ottenne di farsi ritrasportare alla Porziuncola. Il 2 ottobre del 1226 celebrò l'ultima cena; il giorno dopo si fece cantare il Cantico di frate Sole, si fece leggere la Passione nel Vangelo di Giovanni e a quarantasei anni morì. I funerali vennero celebrati il 4 ottobre; ci fu una sosta al convento di San Damiano e poi venne sepolto provvisoriamente a San Giorgio. Papa Gregorio IX canonizzò Francesco nel 1228; due anni più tardi il suo corpo venne posto nella basilica di Assisi.

Francésco Enrìco di Montmorency-Boutheville (1628-1695) Militare francese, duca di Lussemburgo. In qualità di generale, al servizio di Luigi XIV, si distinse nella guerra d'Olanda contro Guglielmo d'Orange nel 1672 e nei primi anni della guera della lega di Augusta (1690-1693).

Francésco Giusèppe I (Vienna 1830-1916) Figlio dell'arciduca Francesco Carlo d'Asburgo-Lorena e di Sofia di Baviera, divenne imperatore d'Austria nel 1848. Impose subito una politica reazionaria reprimendo i vari moti nazionali che scossero le province dell'impero e soprattutto il Lombardo-Veneto. Perduta la Lombardia, il Veneto e dopo il 1866 ogni influenza in Germania, fu costretto a ridimensionare le proprie mire egemoniche. Nel 1867 riconobbe la piena autonomia di Austria e Ungheria (Ausgleich) divenendo re d'Ungheria. Successivamente le sue ambizioni espansionistiche si spostarono verso i Balcani ottenendo nel 1878 il protettorato sulla Bosnia Erzegovina (annessa nel 1908). Nel 1882 aderì alla Triplice Alleanza con Italia e Germania. Nel 1914 in seguito all'uccisione del nipote, erede al trono, Francesco Ferdinando a Sarajevo, dichiarò guerra alla Serbia, dando inizio alla prima guerra mondiale. Morì durante la prima guerra mondiale, lasciando il trono al pronipote Carlo.

Francésco Giusèppe, tèrra di Arcipelago della Russia, nel mar Glaciale Artico, costituito da 70 isole quasi completamente ricoperte di ghiacci.

Francésco I di Valois (Cognac 1494-Rambouillet 1547) Figlio di Carlo di Orléans, divenne re di Francia nel 1515, succedendo a Luigi XII. Le mire espansionistiche della sua politica estera lo spinsero a conquistare Milano (1516), concludendo con papa Leone X un vantaggioso concordato che gli consentiva il completo controllo sul clero francese (gallicanesimo). Salito al trono Carlo V, unificata la corona austriaca e spagnola, con l'aggiunta delle Fiandre e del regno di Napoli, Francesco I fu costretto a combattere gli Asburgo per evitare di essere accerchiato. Combatté in Italia, sul Reno, nelle Fiandre e sui Pirenei, e subì la sconfitta più pesante a Pavia (1525) dove fu fatto prigioniero e costretto a una pace onerosa. Liberato, riprese la guerra contro Carlo V alleandosi con la Lega Santa, con i turchi, con Venezia e con papa Clemente VII. Combatté fino alla sua morte nel tentativo di strappare a Carlo V l'egemonia europea. All'interno, malgrado le enormi spese militari, riuscì a fronteggiare la situazione economica del Paese, con adeguate riforme fiscali e amministrative. Fu un grande mecenate sia degli artisti francesi sia di quelli stranieri (Leonardo, Benvenuto Cellini).

Francésco II (Firenze 1768-Vienna 1835) Succeduto al padre Leopoldo II nel 1792, dovette firmare, su pressione di Napoleone, il trattato di Campoformio (1797) e a rinunciare al titolo di imperatore nel 1806. A seguito del congresso di Vienna (1815) riuscì a recuperare i territori ceduti, annettendo anche Tirolo e Lombardo Veneto; grazie all'abile guida del Metternich e all'adesione alla Santa Alleanza, conquistò la testa della reazione europea, azione che diede avvio a numerosi moti rivoltosi nei territori non germanici da lui controllati (moti di Napoli e Piemonte del 1821).

Francèsco Stéfano III (Lunéville 1708-Innsbruck 1765) Imperatore. Figlio di Leopoldo di Lorena, gli succedette nel 1729. Nel 1736 sposò Maria Teresa, figlia dell'imperatore Carlo VI che gli impose di rinunciare alla Lorena in cambio del Granducato di Toscana. Quando Maria Teresa divenne imperatrice a seguito della Prammatica Sanzione, durante la guerra di successione austriaca durata dal 1740 al 1748, associò all'impero il coniuge con il nome di Francesco I.

francése, agg. e sm. agg. Della Francia. ~ transalpino.
sm. 1 Nato o abitante in Francia. 2 Lingua parlata in Francia.
 agg. e sm. French.

francesìsmo, sm. Parola o locuzione derivata dal francese. ~ gallicismo.

francesìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Studioso della lingua, della letteratura e della cultura francese.

francesizzàre, v. v. tr. Dar forma, tono francese.
v. intr. pron. Assumere atteggiamenti tipici dei francesi.

France-soir Quotidiano francese della sera, nato nel 1941 come mensile della resistenza dal titolo Défense de la France. Divenuto quotidiano a seguito della liberazione, ha assunto il nome attuale nel gennaio 1945.

Franceville Città (75.000 ab.) del Gabon, capoluogo dell'Alto Ogooué.

francheggiàre, v. tr. 1 Affrancare. ~ emancipare. 2 Rendere sicuro.

Franchétti, Albèrto (Torino 1860-Viareggio 1942) Compositore. Direttore del conservatorio di Firenze dal 1926 al 1928, fu autore di opere liriche, tra le quali Cristoforo Colombo.

Franchétti, Leopòldo (Firenze 1847-Roma 1917) Politico e studioso della questione meridionale. Tra il 1876 e il 1877 realizzò in collaborazione con S. Sonnino un'inchiesta sulle condizioni della Sicilia.

franchézza, sf. 1 Carattere di ciò che è aperto, leale. ~ schiettezza. <> doppiezza. 2 Libertà. 3 Disinvoltura. ~ scioltezza. 4 Audacia eccessiva e sfrontata. ~ sfacciataggine.
 sf. frankness, openness.

frànchi Denominazione che raggruppa le tribù germaniche del III sec. stabilitesi lungo il corso del Reno. Sono suddivisi in salii e ripuarii, rispettivamente gli uni con stanza lungo il basso corso del fiume fino al mare e gli altri tra Treviri e Colonia. Quando tentarono di penetrare in Gallia dapprima furono respinti dai romani; in seguito ne furono federati. Alla fine del V sec., Clodoveo I, re dei franchi salii, li portò all'unificazione e alla conversione: egli stabilì la capitale del regno a Parigi e diede inizio al processo di fusione con le popolazioni galliche che porteranno alla creazione della Francia. Clodoveo I, convertitosi al cristianesimo, fu fautore dell'integrazione tra i franchi e i romani; i franchi apportarono la concezione del potere ereditario. I funzionari statali vennero sostituiti dai comites, che sostanzialmente governavano per conto del re. Contribuirono in modo determinante alla nascita del feudalesimo. Il regno dei franchi si smembrò in Austrasia e Neustria e i re che succedettero a Clodoveo I, furono denominati "re fannulloni". Intenti a mantenere i propri diritti dinastici, destinarono ai maestri di palazzo il compito di esercitare il potere regale. Tra i maior domus emerse Carlo Martello della famiglia dei Pipinidi. Egli riuscì a fermare i musulmani nel 733 a Poitiers. Appoggiata dal papato, la famiglia dei Pipinidi ebbe una notevole ascesa tanto che nel 752 con Pipino il Breve (figlio di Carlo Martello) ottenne il titolo regale. Egli diede il via al predominio politico e religioso dei franchi; massimo esponente fu il figlio di Pipino il Breve, Carlo Magno.

franchìgia, sf. (pl.-gie) 1 Privilegio con cui veniva concessa un'autonomia. ~ dispensa. 2 Assunzione da parte di chi si è assicurato di una percentuale sul danno. 3 Prima quota di un importo con trattamento differenziato. 4 Esenzione, specie dai tributi. ~ esonero. 5 Permesso di scendere a terra concesso ai marinai di una nave ancorata in porto.

Franchìna, Nìno (Palmanova 1912-Roma 1987) Scultore. Tra le opere Spoleto 1962 (1962, Spoleto, Piazza del Municipio).

franchising, sm. invar. Accordo di cooperazione nel quale un'azienda concede a un'altra azienda il diritto di impiego di una sua iniziativa commerciale, fornendole anche servizi e appoggio, in cambio del pagamento di un canone.

franchìsmo, sm. Movimento politico spagnolo fondato dal generale Franco.

franchìsta, agg., sm. e sf. (pl. m.-i) agg. Proprio del franchismo.
sm. e sf. Aderente al franchismo.

Frància Repubblica dell'Europa Occidentale, confina con Belgio, Lussemburgo e Germania a nord-est, con Germania, Svizzera e Italia a est, con la Spagna a sud e si affaccia a ovest sull'oceano Atlantico, a nord-ovest sulla Manica e a sud sul mar Mediterraneo.
Il territorio francese è piuttosto variegato; si possono distinguere le regioni settentrionali e occidentali pianeggianti, di origine alluvionale digradanti verso l'Atlantico con coste basse e sabbiose a sud o alte e rocciose a nord e una regione occidentale e meridionale montuosa di rilievi di origine sia antica, quindi dai profili addolciti dall'erosione, sia più recente, più elevati e impervi.
Il cuore della Francia si può identificare nel bacino parigino, area pianeggiante sedimentaria che si affaccia sull'atlantico e sull'Europa centrale (in particolare il bacino del Reno).
La circoscrivono a est le colline dello Champagne che culminano nei rilievi dei Vosgi in Alsazia, montagne antiche e di scarsa elevazione. La regione sudorientale è caratterizzata dalla valle del Rodano, che è separata dal bacino parigino a nord dalle alture di Borgogna, mentre a sud separa con un ampio solco il Massiccio Centrale dal versante alpino.
Quest'ultimo, articolato in valli e grandi massicci granitici, culmina nel Monte Bianco (4.810 m).
Il confine con la Spagna è montuoso (versante francese dei Pirenei) e digrada verso nord nella pianura attraversata dalla Garonna, un'ampia area depressionaria confinata dal Massiccio Centrale, dalla Bretagna e dalla penisola del Cotentin.
La Normandia traccia lo spartiacque con rilievi di scarsa entità tra il bacino della Senna a nord e il bacino della Loira a sud.
Alla Francia appartiene anche la Corsica, isola del Mediterraneo settentrionale, a nord della Sardegna da cui è divisa dalle bocche di Bonifacio.
Il territorio dell'isola è prevalentemente montuoso specialmente nella parte occidentale con altitudini superiori ai 2.000 m (monte Cinto 2.710 m). I rilievi digradano verso sud e verso est, dove si allargano anche zone di pianura alluvionale. Le coste sono più aspre e caratterizzate da grandi insenature sul versante occidentale, mentre su quello orientale sono basse e regolari, ricche di stagni costieri.
Il clima è tipicamente oceanico in Normandia e Bretagna a nord-ovest, piovoso e con basse temperature.
Più a sud lungo la costa atlantica il clima si fa meno rigido, con piogge concentrate in primavera.
L'area parigina presenta un clima assai instabile, dovuto all'incontro tra l'influsso atlantico e l'influsso continentale. Ne risultano forti sbalzi di temperatura e una piovosità mediamente elevata concentrata nella tarda estate e in autunno.
Il clima delle regioni orientali è tipicamente continentale con brevi estati calde e inverni rigidi.
Il clima mediterraneo della costa meridionale ha inverni miti, spesso battuti dal vento (Mistral), estati calde, piogge più abbondanti in autunno.
Infine nelle zone montuose la temperatura si abbassa verso le alte quote e le precipitazioni sono spesso nevose, con inverni lunghi e rigidi.
I regimi fluviali sono riconducibili a tre tipi diversi: quello atlantico, il più diffuso, caratterizzato da piene invernali, quello alpino, con portata ridotta durante l'inverno e piene primaverili dovute al disgelo, e quello mediterraneo, con piene autunnali legate alle piogge più abbondanti.
La maggior parte dei fiumi francesi interessa i bacini di quattro fiumi principali: la Senna (776 km), la Loira (1.020 km) e la Garonna (650 km), che sfociano nell'Atlantico, e il Rodano (812 km) nel Mediterraneo. La Senna e la Loira sono inoltre legate da una rete di canali in gran parte navigabili.
Un altro grande fiume europeo, il Reno, interessa il territorio francese per un breve tratto.
La distribuzione della popolazione sul territorio è assai ineguale, determinata dai fenomeni di urbanizzazione e industrializzazione del paese, con la concentrazione massima nell'area parigina.
La capitale ospita nella sua area urbana più di 10 milioni di persone pari a un quinto della popolazione totale.
Parigi, sorta alla confluenza tra la Senna e la Marna, resta a tutt'oggi il centro politico, economico e culturale del paese.
Altri centri rilevanti sono: Lione, Grenoble, Marsiglia e Nizza tra il Rodano e le Alpi; Tolosa e Bordeaux nel Bacino Aquitanico; Nantes, Brest e Le Havre sulla costa atlantica; Lilla, Rouen, Nancy e Metz nel nord; Strasburgo nella zona del Reno.
La Francia è uno dei paesi economicamente più avanzati del mondo.
Favorita anche dalla struttura territoriale (ben il 34,6% del territorio è destinato alle coltivazioni), il paese è il massimo produttore agricolo europeo, dopo l'ex URSS.
Il principale prodotto cerealicolo è il frumento seguito dall'orzo, ampiamente impiegato nell'industria della birra.
Praticate le colture dell'avena e del mais, quest'ultimo ampiamente utilizzato nell'attività zootecnica.
Si producono inoltre riso, sorgo e segale.
Le regioni settentrionali producono patate e barbabietole che alimentano una forte industria dello zucchero.
La tradizione viticola e frutticola è molto antica. Rinomata infatti e prestigiosa è l'industria dei liquori e dei vini; basti ricordare la produzione dello Champagne.
Significativa la produzione di oleaginose e nel sud delle colture frutticole e orticole.
La Costa azzurra è rinomata, oltre che per l'attività turistica, anche per la floricoltura, che alimenta la rinomata industria dei profumi francesi. Inoltre si producono tabacco, canapa e luppolo.
Le foreste permettono una discreta produzione di legname che tuttavia non copre il fabbisogno interno.
Il patrimonio zootecnico è notevolissimo in particolare quello bovino, che alimenta una fiorente industria delle carni e lattiero-casearia (i formaggi francesi sono conosciuti in tutto il mondo).
Una certa diffusione hanno anche l'allevamento di ovini, suini e animali da cortile.
La pesca riveste un ruolo secondario nel panorama economico francese, ma rappresenta pur sempre un'attività di antica tradizione, ora modernamente attrezzata con una notevole flotta e con numerosi porti in particolare sulla costa atlantica e della Manica, dove oltre alle attrezzature portuali hanno sede le principali industrie conserviere.
Le risorse minerarie non sono particolarmente cospicue, discreti i giacimenti di carbone e di ferro che sono stati alla base dell'industrializzazione francese del secolo scorso. La disponibilità di carbone e una buona rete di vie d'acque interne hanno anche determinato la distribuzione dell'industria siderurgica in particolare nella Lorena e nel nord.
Discreta l'estrazione di gas naturale, in particolare nella zona dei Pirenei, segnatamente dal giacimento di Lacq dove si estrae anche un discreto quantitativo di petrolio.
Buone le produzioni di bauxite e di uranio (di cui la Francia è tra i maggiori produttori mondiali).
Si producono inoltre potassa, zolfo, oro, argento, antimonio, piombo, tungsteno, vanadio, zinco e manganese.
L'energia elettrica viene prodotta per un quinto dai fiumi alpini, pirenaici e del Massiccio Centrale e per un altro 60% è invece di origine nucleare; numerose infatti sono le centrali di questo tipo sul territorio francese. Il rimanente 20% è rappresentato dalle tradizionali centrali termiche.
Ormai ampiamente consolidate sono le industrie siderurgiche e metallurgiche.
La produzione di acciaio, ghisa e leghe di ferro è prevalentemente concentrata nei bacini ferriferi settentrionali, mentre il settore metallurgico comprende una gamma di prodotti molto vasta a partire dalla produzione di alluminio, basata sulla trasformazione della bauxite nazionale, ma anche importata. Importante l'industria del rame, del piombo e dello zinco. Evoluta anche l'industria di raffinazione del petrolio.
Le industrie meccaniche ed elettromeccaniche sono tecnologicamente molto avanzate, l'industria automobilistica in particolare è contraddistinta dalla presenza di grandi gruppi societari (Renault e Matra). Fiorente l'industria della gomma, della meccanica di precisione e degli elettrodomestici.
Molto importante anche il settore navale in cui è il massimo costruttore europeo e temibile concorrente del Giappone e degli Stati Uniti.
Tecnologicamente avanzata anche l'industria aeronautica, sia per l'aviazione civile (Concorde) sia militare (Mirage).
Di antica tradizione è l'industria tessile rinomata per la produzione di lino e lana, ma anche del cotone e della seta.
L'industria chimica francese è nel suo complesso seconda in Europa solo a quella tedesca (acido solforico, fertilizzanti, materie plastiche, resine sintetiche, coloranti e prodotti farmaceutici)
Vasta è la gamma dell'industria di trasformazione alimentare, zuccherifici, caseifici, oleifici, complessi molitori, i cui prodotti sono destinati anche all'esportazione; molto consistente è la produzione di vino, birra e tabacco.
Rinomata l'industria del cuoio, della carta, dei giocattoli e dei prodotti per l'edilizia.
Rinomanza internazionale hanno inoltre alcuni settori particolari: l'abbigliamento, in particolare l'alta moda, i profumi e le porcellane artistiche.
La poderosa rete di comunicazioni permette un imponente traffico commerciale che garantisce alla Francia il quarto posto nel mondo per gli scambi internazionali.
STORIA Un milione di anni fa arrivano i primi abitanti e si sviluppano le prime attività di lavorazione della pietra (acheuleano, abbevilliano). Nel Paleolitico medio (90.000-40.000 anni fa) le attività si diversificano (levalloisiano, musteriano) e all'Homo Erectus succede l'uomo di Neandhertal, il cui habitat è organizzato e che pratica il culto dei morti. I principali insediamenti sono quelli di La Chapelle-Aux-Saints, di Moustier, della Ferrassie, d'Arcy-sur-Cure e di Biache-Saint-Vaast. Nel Paleolitico superiore (40.000-8.000 a. C.) fa la sua comparsa l'Homo Sapiens; l'industria di lavorazione della pietra comporta i primi scambi commerciali (perigordiano, aurignaziano, solutreano, magdaleniano) e la nascita dell'industria dell'attività della lavorazione delle ossa; forme di arte sono attestate in varie zone (pitture rupestri di Lascaux, Font-de-Gaume, Niaux, costruzione di suppellettili della Madeleine ecc.). Nel Mesolitico (o Epipaleolitico, 8.000-V millennio a. C.) a seguito dell'addolcimento del clima (fine della glaciazione di Wurm), i cacciatori-raccoglitori evolvono verso un'economia di produzione. L'attività di lavorazione della pietra è rinnovata con la creazione di attività microlitiche. Nel Neolitico comunità raccolte in villaggi praticano l'agricoltura, la caccia con l'arco e le frecce, inventano nuove forme di pesca e moltiplicano le innovazioni tecniche: è l'epoca del megalitismo. Nell'Eneolitico (III millennio a. C.) si hanno i primi esempi di lavorazione dei metalli, con l'uso del rame. In questo periodo la Francia ha probabilmente due milioni di abitanti. Nell'età del bronzo (II millennio a. C.) si sviluppa una civiltà con funzioni più diversificate, costituita da guerrieri e mercanti, agenti di commercio alla ricerca di metalli (rame e soprattutto stagno, provenienti dalla Bretagna e dalla Gran Bretagna). Nell'età del ferro (II millennio a. C.) le civiltà di Hallstatt e di La Tène testimoniano una metallurgia di ottima qualità e un'arte funeraria evoluta per quanto riguarda le sepolture dei capi (suppellettili funerarie molto belle attestate in particolare a Vix). Quest'epoca, che coincide con quella dell'ingresso nella storia, è contrassegnata anche dall'insediamento dei celti, la cui civiltà si organizza attorno a oppida contenenti santuari (Entremont, Roquepertuse).
Nel 51 a. C. la Francia (Gallia) viene conquistata da Giulio Cesare e dopo le resistenze iniziali (Vercingetorige), si sviluppa una brillante cultura gallo-romana.
Nel V sec. le grandi invasioni mettono fine alla dominazione romana: vandali e visigoti attraversano il paese, gli unni vengono fermati ai Campi catalaunici e i franchi, con Clodoveo, occupano gran parte del territorio. Nel 511 alla morte di Clodoveo si formano i tre regni merovingi di Austrasia, Neustria e Borgogna, che si combattono tra loro e ritrovano una sembianza di unità solo effimera. Pipino de Herastal, si impadronisce dei tre regni (687) e suo figlio, Carlo Martello, sconfigge gli arabi a Poitiers (733). Nel 751 Pipino il Breve elimina l'ultimo merovingio, si fa incoronare re e fonda la dinastia carolingia.
Carlo Magno, protettore del papato, incoronato imperatore a Roma da Leone III (800), crea un impero che si estende dall'Ebro all'Elba e favorisce un rinnovamento culturale e artistico. Con il trattato di Verdun (843), l'impero viene suddiviso in tre regni. Carlo il Calvo, primo re di Francia (Francia Occidentalis, fino all'877), e i suoi successori non sanno resistere alle pretese dell'aristocrazia feudale né ostacolare le invasioni vichinghe in Normandia (particolarmente nel 911).
Ugo Capeto, eletto re (987), fonda la dinastia capetingia. Fa consacrare suo figlio durante la propria vita, per garantire il principio dinastico. Un potente risveglio religioso (abbazia di Cluny, cavalleria, crociate), economico e urbano (comuni), la costituzione di una borghesia, lo sviluppo culturale e artistico (passaggio dall'arte romana all'arte gotica) contrassegnano i regni capetingi, malgrado la minaccia che pesa sulla Francia da parte dei re d'Inghilterra (Plantageneti). Filippo Augusto (1180-1223) dà alla monarchia il suo carattere nazionale con la lotta contro la coalizione formata dall'Inghilterra, dalla Fiandra e dall'impero tedesco (vittoria di Bouvines, 1214). Facendo riferimento al diritto romano, Filippo IV il Bello (1285-1314) rinforza l'apparato amministrativo del regno e afferma la propria indipendenza rispetto al potere temporale della chiesa. Nel 1328 Carlo IV il Bello muore senza figli e la corona passa a un principe Valois, Filippo VI.
La guerra dei Cento Anni (1337-1453) travaglia il regno dei primi Valois. Sotto Filippo VI e Giovanni II, si accumulano le disfatte (Crécy, 1346; Poitiers, 1356): l'Inghilterra si insedia nel sud-ovest. Contemporaneamente, la peste nera devasta il paese (1347-1349). Carlo V ristabilisce la situazione (1364-1380). Questa si deteriora di nuovo durante il regno di Carlo VI, il re Folle (1380-1422): la monarchia non può resistere all'alleanza del ducato di Borgogna e dell'Inghilterra e, dopo la sconfitta di Azincourt (1415), il trattato di Troyes (1420) rende l'Inghilterra padrona del paese. Carlo VII, il re di Bourges, ha maggior successo (1422-1461), grazie, tra l'altro, all'aiuto di Giovanna d'Arco (assedio di Orléans nel 1429). Gli inglesi vengono respinti fuori dalla Francia, le finanze sono restaurate (Jacques Coeur), viene organizzato un esercito permanente; l'autorità reale si estende anche alla chiesa nazionale (sanzione pragmatica di Bourges, 1438). La tendenza viene confermata sotto Luigi XI, che trionfa sui feudatari, raccoglie l'eredità della casa di Angiò e, con la vittoria su Carlo il Temerario, conquista il ducato di Borgogna (1482); nel frattempo si sta costituendo la formidabile potenza degli Asburgo. Carlo VIII (che sposa l'ereditiera della Bretagna) e Luigi XII danno inizio alle guerre d'Italia. Francesco I persegue la politica di interesse verso l'Italia, conquista Milano (Melegnano 1515), firma la pace perpetua con i cantoni svizzeri (1516), si allea con il papa e i turchi contro gli Asburgo, ma non può evitare l'alleanza di questi ultimi con l'Inghilterra; egli rafforza la monarchia all'interno e favorisce il rinascimento. Sotto Enrico II (1547-1559), continua la lotta contro gli Asburgo e l'Inghilterra; lo sviluppo del calvinismo provoca le guerre di religione che culminano nel 1572 con la notte di San Bartolomeo, gettando nella rovina il paese e riducendo l'autorità reale, sotto i suoi successori Francesco II, Carlo IX ed Enrico III.
Enrico di Navarra (Enrico IV), genero di Enrico II, eredita la corona. Egli pacifica e ricostituisce la Francia, garantisce la libertà di culto ai protestanti (editto di Nantes, 1598), ristabilisce, con Sully, le finanze e l'economia. Dopo la crisi dell'autorità monarchica con la reggenza di Maria de' Medici (1610-1624), Luigi XIII, appoggiandosi a Richelieu, elimina il pericolo protestante di stato nello stato, riduce il potere delle oligarchie feudali, sviluppa l'assolutismo e il centralismo monarchici (intendenti), crea il primo impero coloniale (Canada), ma impoverisce il paese facendolo partecipare alla guerra dei Trent'anni contro gli Asburgo. Il regno di Luigi XIV comincia con alcuni torbidi, dovuti alla minorità del re; la rivolta dei Grandi (Fronda, 1648-1652) viene tuttavia repressa, grazie all'autorità di Mazzarino. La riforma cattolica si rafforza, rispetto al protestantesimo; la Francia trionfa sulla Spagna, con il trattato dei Pirenei (1659), con il quale ottiene l'Artois e il Roussillon. Dopo il 1661, il monarca (Re Sole), costruttore di Versailles, incarna l'assolutismo reale, imponendolo anche alla chiesa (lotta contro i giansenisti, Port-Royal, difesa del gallicanismo, condanna del quietismo) e ai protestanti (revoca dell'editto di Nantes, 1685). Il classicismo trionfa nelle arti e nelle lettere. All'estero, alle vittorie e alle conquiste dell'inizio (Fiandre, Franca Contea, Alsazia; guerra di devoluzione, 1667-1668 e di Olanda 1672-1678) seguono alcune sconfitte (Lega d'Asburgo, 1686-1697; guerra di successione di Spagna, 1701-1714). Il regno di Luigi XV comincia con la reggenza di Filippo d'Orléans (1715-1723) che rovescia la politica di Luigi XIV, nel settore delle alleanze (l'avvicinamento all'Inghilterra) e in quella dei costumi. Alla maggiore età, Luigi XV affida il governo dello stato al cardinale Fleury e inizia a occuparsi degli affari solo dopo il 1743. L'espansione demografica e commerciale non compensano le difficoltà finanziarie crescenti, mentre il nuovo spirito filosofico minaccia l'autorità della chiesa e del re. Alle vittorie della guerra di successione d'Austria (Fontenoy, 1745) seguono i disastri della guerra dei Sette Anni e la perdita della maggior parte dell'impero coloniale a vantaggio dell'Inghilterra (trattato di Parigi, 1763). Luigi XVI è impotente a risolvere i problemi finanziari e la crisi economica degli anni '80; i riformatori (Turgot, Necker) si scontrano con i privilegi dei nobili. La politica estera ha più successo e l'intervento francese garantisce l'indipendenza americana (trattato di Versailles, 1783).
Gli Stati Generali convocati nel maggio 1789 si proclamano a partire da giugno assemblea nazionale costituente. Privilegi e diritti feudali vengono aboliti, viene pubblicata una Dichiarazione dei Diritti dell'uomo (agosto); i beni del clero, dichiarati beni nazionali, vengono venduti (novembre). Nel 1790 la proclamazione di una costituzione civile del clero avvia uno scisma all'interno della chiesa francese; la Francia viene suddivisa in dipartimenti. Nel 1791 la costituzione di settembre instaura una monarchia costituzionale basata sul censo, con assemblea unica. L'assemblea costituente (ottobre 1791-settembre 1792) è sostituita da quella legislativa e in contrapposizione all'idea monarchica si sviluppa quella repubblicana. Le nazioni straniere intervengono contro la rivoluzione a partire da aprile; i disastri all'estero, gli errori del re (fuga a Varennes) provocano la caduta della monarchia (10 agosto). Le vittorie si moltiplicano (Valmy, Jemmapes): sono annessi la Savoia e il Belgio e il 22 settembre 1792 viene proclamata la prima repubblica; il 21 gennaio 1793 il re è decapitato. Viene costituito un governo rivoluzionario (giugno 1793-luglio 1794): questo instaura un regime di terrore e respinge la coalizione nemica. La caduta del suo capo, Robespierre, è seguita dalla reazione termidoriana (luglio 1794-ottobre 1795). Viene annessa la riva sinistra del Reno; è quindi proclamata una nuova costituzione (costituzione dell'anno III). Il nuovo regime, il Direttorio, è debole e corrotto, combattuto all'interno (colpi di stato, anarchia, miseria) e all'esterno, malgrado le brillanti campagne di Bonaparte in Italia (1796-1797) e successivamente in Egitto. Di ritorno in Francia, Bonaparte si libera del Direttorio (colpo di stato del 18 brumaio anno VIII).
Primo console e padrone assoluto, Bonaparte pacifica il paese (concordato, 1801; pace di Amiens, 1802) e getta le basi di uno stato forte e centralizzato (prefetti, corti di appello, Banca di Francia, licei, codice civile ecc.). L'impero succede al consolato e Bonaparte, divenuto Napoleone I, instaura un regime sempre più autoritario. Le vittorie del 1805 (Austerliz), 1806 (Iena), 1807 (Eylau), 1809 (Wagram) gli consentono di formare un vasto impero; ma la potenza marittima britannica, intatta dopo Trafalgar (1805), la costosa guerra di Spagna, il risveglio tedesco dopo Tilsit (1807), una politica religiosa impopolare (cattività di Pio VII), la gravosità delle imposte e della coscrizione e i disastri in Russia (1812) e in Germania (1813) hanno infine ragione di lui. Nel 1814 Napoleone abdica una prima volta e i Borboni vengono rimessi sul trono (Luigi XVIII). La Francia è ridotta alle sue frontiere del 1792. Nel 1815 il ritorno di Napoleone (marzo) contrassegna l'inizio dei Cento giorni, che si chiudono con la sconfitta di Waterloo (18 giugno). Napoleone abdica una seconda volta (22 giugno). Il paese viene invaso e occupato.
La seconda restaurazione (1815-1830) ha per sovrano Luigi XVIII, che si sforza di conciliare gli elementi rivoluzionari e il ritorno alla monarchia (la Carta), e, quindi, a partire dal 1824, Carlo X, che favorendo l'ultrarealismo, provoca la rivoluzione del luglio 1830 e la propria caduta. All'estero, la Francia si impegna in una politica coloniale con la presa di Algeri (luglio 1830). Nel luglio 1830 Luigi Filippo I diventa re dei francesi, ma un potere forte (Guizot) favorisce l'ascesa della borghesia possidente, mentre la rivoluzione industriale provoca la formazione di un proletariato operaio. Di fronte alla preponderanza inglese, la politica estera rimane prudente. La crisi economica e morale degli anni 1846-1848 porta alla caduta del regime (febbraio 1848). Viene proclamata la Seconda repubblica. Inizialmente a carattere democratico (suffragio universale, libertà di stampa e di riunione), evolve, dopo l'insurrezione operaia del giugno 1848, verso la reazione, che favorisce l'ambizione di Luigi Napoleone Bonaparte, eletto trionfalmente presidente il 10 dicembre 1848. Il 2 dicembre 1851, con un colpo di stato, quest'ultimo istituisce un regime presidenziale autoritario.
Divenuto l'imperatore Napoleone III (2 dicembre 1852), Luigi Napoleone consolida il proprio potere. Il suo prestigio nazionale è garantito dalla vittoria franco-inglese in Crimea (1856). Una politica economica ambiziosa, ispirata a Saint-Simon, e lo sviluppo di grandi lavori (ferrovie, porti) trasformano l'aspetto del paese e della capitale; ma le ambiguità del suo sostegno alla realizzazione dell'unità italiana (campagna del 1858-1859) e l'opposizione della sua politica di libero scambio (1860) obbligano Napoleone III a concessioni politiche. La sfortunata spedizione nel Messico (1862-1867) non sembra tuttavia avere particolare influenza su un regime (plebiscito dell'8 maggio 1870) che si avvia verso uno sviluppo di tipo parlamentare quando la guerra franco-tedesca, dichiarata in modo superficiale, ne provoca la caduta (Sedan, 2 settembre).
Il 4 settembre 1870 viene proclamata la repubblica e formato un governo provvisorio. Questo diventa rapidamente governo di difesa nazionale. La guerra si risolve con la sconfitta francese e termina con l'armistizio firmato con la Germania. Thiers, capo del potere esecutivo quindi presidente della repubblica, lavora per risollevare le sorti della Francia e ottenere in anticipo la sua liberazione. Il 24 maggio 1873 viene sconfitto dalla maggioranza monarchica dell'assemblea che gli sostituisce il legittimista Mac-Mahon. Questi applica una politica di ordine morale. Nel gennaio 1879 le elezioni senatoriali assegnano la maggioranza ai repubblicani: Mac-Mahon si dimette; gli succede Jules Grévy. Riprende la conquista coloniale in Africa e in Asia mentre all'interno si sviluppa una depressione economica. Una serie di crisi e di scandali minaccia la repubblica (boulangismo, 1885-1889; Panam´ 1888-1893; attentati anarchici, 1894). L'affare Dreyfus (1894-1899) rinsalda i rapporti tra il blocco delle sinistre e i radicali. Ai moderati si oppongono gli estremisti, nazionalisti di destra ossessionati dall'idea di rivincita e socialisti. Cattolicesimo sociale e sindacalismo rivoluzionario diventano forze politiche. Le difficoltà economiche provocano un'agitazione sociale endemica, mentre la crescita demografica rallenta. All'estero, cresce la minaccia tedesca, a seguito delle due crisi del Marocco (1905-1911); il nazionalismo francese ne risulta rinforzato; R. Poincaré è eletto presidente della repubblica (1913). Campo di battaglia della prima guerra mondiale, la Francia esce vittoriosa dal conflitto, ma molto indebolita (ha perduto il dieci per cento della popolazione attiva e un sesto del suo reddito nazionale). Nel 1919 con il trattato di Versailles (28 giugno), la Francia ottiene l'Alsazia-Lorena. Nei confronti della Germania sconfitta, la Francia applica una politica di forza, ma non è seguita dagli altri alleati. Lo sviluppo economico effettivo è gravato dall'inflazione (fino alla stabilizzazione del franco nel 1928) e dalla crescita del debito pubblico. Il socialismo progredisce (creazione del partito comunista francese, 1920). Viene costituito un cartello delle sinistre (1924-1926) al quale succede il governo di unità nazionale di Poincaré (1926-1929) che deve svalutare il franco (24 giugno 1928). La Francia è toccata dalla crisi economica, alla quale si aggiungono instabilità di governo e scandali finanziari e politici (affare Stavinsky). Rivolte (6 febbraio 1934) e scioperi si moltiplicano. Si costituisce una coalizione di sinistra contro la lega di destra, che prepara la vittoria elettorale del fronte popolare. L. Blum, alla guida di due dei governi del fronte popolare, attua importanti riforme sociali. Il governo Daladier tenta invano di evitare il pericolo di guerra (accordi di Monaco con la Germania nazista); la beffa della guerra termina con i disastri di maggio-giugno e l'occupazione tedesca.
Il 18 giugno 1940, da Londra, il generale De Gaulle lancia un appello per la continuazione della guerra. Il 22 giugno viene firmato l'armistizio che stabilisce l'occupazione da parte della Germania di tre quinti del territorio, lasciando il governo francese padrone della zona libera. Il maresciallo Pétain instaura il regime di Vichy. Nel 1944 gli Alleati sbarcano in Normandia e il Governo provvisorio della repubblica francese formato ad Algeri sotto la presidenza di De Gaulle, si insedia a Parigi (agosto).
La quarta repubblica avvia la ricostruzione economica, favorita dagli aiuti americani (piano Marshall) e adotta un'importante legislazione sociale. Essa partecipa alla creazione delle Comunità Europee. Ma le difficoltà della decolonizzazione (guerre d'Indocina e di Algeria) e l'instabilità dei governi minano il regime.
Nel 1958 la crisi algerina porta Charles De Gaulle al potere. Egli forma la quinta repubblica, la cui costituzione rinforza i poteri dell'esecutivo. Presidente della repubblica, Charles De Gaulle ridona fiducia al paese, che avvia una grande trasformazione economica. Ma, liquidato il contenzioso algerino (1959-1962), si ricostituisce una forte opposizione di sinistra (1963-1967). La crisi che scoppia nel maggio 1968 non interessa solo il regime, ma anche le basi di una società che non sembra più in grado di soddisfare i bisogni dei giovani. L'unione del movimento operaio e del movimento degli studenti si sviluppa nella sua ampiezza e gravità. De Gaulle riesce tuttavia a controllare la situazione. Il 28 aprile 1969 il generale De Gaulle presenta le proprie dimissioni, dopo la sconfitta nel referendum sulle regioni e il senato. Georges Pompidou, secondo presidente della quinta repubblica, si pone come obiettivo prioritario l'espansione industriale e commerciale, ma la malattia abbrevia il suo settennato. Valery Giscard d'Estaing porta avanti una politica più apertamente europea di quella dei suoi predecessori; egli si scontra con le reticenze dei gollisti di stretta obbedienza e con un'opposizione di sinistra raccolta a partire dal 1972 attorno a un programma comune di governo. Nel 1981 F. Mitterrand viene eletto presidente della repubblica. La sinistra ritorna al potere dopo un quarto di secolo e ministri comunisti partecipano al governo. Viene attuato un programma di riforme (abolizione della pena di morte, decentramento regionale, nazionalizzazioni). Nel 1986 la vittoria dell'opposizione alle elezioni legislative e regionali (16 marzo 1986) crea una situazione inedita nella storia della quinta repubblica, la coabitazione di un presidente di sinistra e di un primo ministro di destra (J. Chirac). Il nuovo governo attua una politica di ispirazione liberale (privatizzazione delle banche e dei grandi gruppi industriali e di informazione). Nel 1988 François Mitterrand viene rieletto alla presidenza della repubblica. I socialisti ritrovano la direzione del governo. La vittoria consistente dell'opposizione alle elezioni legislative (28 marzo 1993) è seguita da un secondo periodo di coabitazione, con E. Balladur al posto di primo ministro. Il governo attua un programma centrato sul risanamento economico (privatizzazioni), la sicurezza e il controllo dell'immigrazione (riforma del codice della nazionalità e del diritto d'asilo). Nel 1995 Jacques Chirac viene eletto presidente della repubblica. L'annuncio dell'avvio di una politica di rigore e il piano di riforma della previdenza sociale presentato dal governo in novembre suscitano (in particolare nel settore pubblico) un vasto movimento di protesta, rivelatore di una crisi sociale più profonda. Il 1° giugno 1997 la destra del presidente francese in carica Jacques Chirac viene sconfitta al ballottaggio dalla sinistra guidata dal socialista Lionel Jospin.
Abitanti-58.000.000
Superficie-547.026 km2
Densità-106 ab./km2
Capitale-Parigi
Governo-Repubblica presidenziale
Moneta-Franco francese
Lingua-Francese
Religione-Cattolica, minoranze musulmane, ebraiche

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_f.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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