Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale G parte 3

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale G parte 3

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale G parte 3

 

geneticaménte, avv. Per quanto riguarda la genetica.

genètico, agg. (pl. m.-ci) 1 Relativo alla genetica. ~ genico. ingegneria genetica. 2 Ereditario. ~ congenito. <> acquisito, indotto. quel male era di origine genetica. 3 Relativo alla genesi.
 agg. genetic.
 franc. genetique, dal greco genetikòs relativo al genere.

genetìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Studioso di genetica.

genetlìaco, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. Attinente alla nascita di qualche cosa.
sm. Anniversario della nascita. ~ compleanno, natalizio.

genétta, sf. Mammifero (Genetta genetta) della famiglia dei Viverridi e dell'ordine dei Carnivori. Di colore giallo-grigiastro, vive nelle zone collinari dell'Europa occidentale. Si apposta in attesa delle prede appiattendosi.

Gènga Comune in provincia di Ancona (1.984 ab., CAP 60040, TEL. 0732).

Gengis Khan (1155 o 1167-1227) Condottiero mongolo il cui vero nome era Temucin. Fondò l'impero mongolo. Figlio di un capo tribù di nomadi della Mongolia orientale. Si unì al clan Kerait ma grazie alla sua crudeltà e astuzia, riuscì a imporre la sua dominazione su tutte le tribù mongole, arrivando a farsi riconoscere capo supremo con il nome di Gengis Khan, dall'assemblea dei khan. Cominciò quindi l'espansione mongola, basata su un'esercito razziatore e invincibile in battaglia. Sconfisse i tartari (1206). Dominò le popolazioni del regno Hsi-Hsia, quelle buriate e kirghise; conquistò la Cina nel 1211 e Pechino nel 1215 dopo un lungo assedio. Si spinse fino al Dnepr per assogettare la Russia; affrontò l'impero turco, esteso dalla Persia all'Afghanistan (1218-1225). Il suo esercito, guidato dai suoi luogotenenti Sübötei e Gebe, riuscì a sconfiggere il principe di Kiev e quelli ucraini. Nel 1225 tornò in Mongolia dove dovette combattere contro l'esercito del regno Hsi-Hsia unito a quelli di Tibet, Cina e Turchia che riuscì a sconfiggere, ma ferito, morì nella provincia di Kansu, lasciando un impero che fu poi diviso fra i suoi figli. Conquistatore leggendario, viene ricordato per la sua ferocia e crudeltà.

gengiva, sf. Parte della mucosa boccale che ricopre le arcate dentarie e circonda i colletti dei denti con un cercine spesso e resistente che non presenta soluzione di continuità con la restante mucosa orale; di colore variabile dal rosa al rosso, è molto ricca di vasi sangugni. Può essere affetta da episodi infiammatori (gengiviti) provocati da cause diverse, per lo più concomitanti, come l'eccesso di tartaro, il tabagismo e l'uso di determinati farmaci. Caratterizzata da arrossamenti e gonfiore, la gengivite può produrre emorragie e difficoltà nella masticazione. Nella fase iniziale può essere curata con la somministrazione di vitamina C e l'uso di adeguati colluttori. Le forme più avanzate possono richiedere l'intervento chirurgico.
 sf. gum.

gengivàle, agg. Della gengiva.

gengivàrio, sm. Medicamento per le cure della gengiva.

genìa, sf. 1 Stirpe, dinastia. ~ genealogia. 2 Tipo, categoria. ~ sorta. 3 Accolta di gente malvagia. ~ gentaglia.

geniàccio, sm. 1 Peggiorativo di genio. 2 Brutta indole. 3 Genio forte ma indisciplinato.

geniàle, agg. 1 Di chi mostra una particolare felicità di ingegno. ~ estroso. <> insignificante. 2 Che si accorda con il proprio carattere. 3 Che si riferisce al genio. 4 Adatto, indovinato. ~ azzeccato.
 agg. 1 clever, ingenious, brilliant. 2 (persona) of genius.
 lat. genialis, deriv. da genius.

genialità, sf. 1 Caratteristica di chi o di ciò che è geniale. ~ talento. <> stupidità. 2 Amabilità, piacevolezza e simpatia. 3 Originalità, creatività. ~ estro. <> piattezza.

genialòide, sm. e sf. Persona dotata di ingegno disorganico e bizzarro.

gènico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a gene.

genière, sm. Soldato del genio.

geniétto, sm. 1 Piccola figura di genio alato e nudo. 2 Ragazzo di ingegno singolare.

Genil Fiume (337 km) della Spagna che nasce dalla Sierra Nevada e confluisce nel Guadalquivir.

Genìna, Augùsto (Roma 1892-1957) Regista cinematografico. Diresse Addio giovinezza! (1918 e 1927), Lo squadrone bianco (1936), L'assedio dell'Alcazar (1940) e Cielo sulla palude (1949).

gènio, sm. 1 Nella mitologia greca e romana spirito tutelare della vita individuale. ~ demone. 2 Entità astratta cui si attribuisce la facoltà di presiedere agli eventi della vita umana. ~ spirito. 3 Talento, estro. ~ inventiva. 4 Peculiarità. 5 Simpatia. 6 Natura, indole. ~ carattere. 7 Cervellone. 8 Arma dell'esercito utilizzata nella progettazione e costruzione di opere pubbliche e militari.
 sm. 1 genius. 2 (idea geniale) brainwave. 3 (andare a genio) to appeal to.
 lat. genius, deriv. da gignere nascere.
Genio aeronautico
Corpo dell'Aeronautica militare che si occupa della costruzione di velivoli.
Genio navale
Insieme di uomini e mezzi per la progettazione, costruzione e riparazione di navi.

Genio del cristianesimo, Il Prosa di F. R. de Chateaubriand (1802).

genioglòsso, agg. Di un muscolo pari facente parte della parte muscolare della lingua.
 dal greco géneion mento e glóssa lingua.

genioioidèo, agg. e sm. Di un muscolo corto posto sull'osso ioide e sul mascellare inferiore.

genitàle, agg. 1 Che ha rapporto con la generazione. ~ generativo. 2 Destinato alla riproduzione.
 agg. genital.
L'apparato genitale è il complesso di organi destinati alla riproduzione sessuale nei Metazoi. È formato dalle gonadi, nelle quali si formano le cellule sessuali o gameti, nella femmina dall'ovaio, nel maschio dal testicolo. Nella specie a fecondazione interna, l'apparato genitale comprende degli organi copulatori, costituiti nel maschio da un organo sporgente detto pene, nella femmina da una cavità, vagina, atta ad accogliere l'organo maschile, in diretto contatto con l'utero dove avviene la fecondazione.
Apparato genitale femminile
È costituito da due ovaie (che producono, in media, un uovo al mese nell'età fertile), dalle tube di Falloppio (che permettono il passaggio dell'uovo nell'utero), dall'utero, organo della gestazione e dai genitali esterni (vulva con piccole e grandi labbra).
Apparato genitale maschile
È costituito da due testicoli che producono gli spermatozoi e gli ormoni per i caratteri sessuali secondari, dalle vie spermatiche che trasportano gli spermatozoi e tutti gli elementi necessari alla loro nutrizione e sviluppo e dal pene.

genitàli, sm. pl. Organi maschili e femminili che partecipano al fenomeno della riproduzione. ~ pudende.

genitìvo, agg. e sm. agg. Caso genitivo.
sm. Caso della declinazione indoeuropea indicante l'appartenenza a una categoria.

gènito, agg. Generato.

genitóre, sm. 1 Che genera o ha generato. ~ procreatore. 2 Il padre e la madre rispetto al figlio.
 sm. 1 parent. 2 (padre) father. 3 (madre) mother.

genitoriàle, agg. Del genitore

genitosurrenàle, agg. Che riguarda i genitali e le ghiandole surrenali.

genitrìce, sf. 1 Colei che genera o che ha generato. 2 Madre.

Genivòlta Comune in provincia di Cremona (1.184 ab., CAP 26020, TEL. 0374).

gennàio, sm. Primo mese dell'anno del calendario gregoriano.
 sm. January.

Gennargèntu Massiccio montuoso della Sardegna, situato nella parte centrorientale dell'isola tra la Barbagia e l'Ogliastra. Comprende la punta La Marmora (1.834 m), il monte più elevato della Sardegna. Costituito di rocce scistose granitiche di origine paleozoica e di origine calcarea a est, in parte è ricoperto di boschi di latifoglie, con relativo sfruttamento forestale, pastorizia e turismo. Vi nasce il fiume Flumendosa. Nelle alte quote si trovano daini, cervi, cinghiali e mufloni. Dalla fine del 1995 è stato istituito il Parco Nazionale del Gennargentu.

Gennàro (Napoli o Benevento 250 ca.-Pozzuoli 305) Santo e martire sotto Diocleziano, fu decapitato mentre era già vescovo di Benevento. È patrono di Napoli, nel cui duomo è conservato il suo teschio e due ampolle di sangue, che si liquefa ogni anno dando luogo a ciò che la tradizione venera come il mircaolo di San Gennaro. Nonostante i tentativi della scienza, tale fenomeno non ha per ora avuto nessuna spiegazione razionale. Per i napoletani è un avvenimento molto importante.

Gènoa Nome della squadra di calcio di Genova, fondata nel 1893, il cui nome ufficiale è Cricket and football club Genoa s.p.a.

genocìdio, sm. Sterminio sistematico di un gruppo etnico, razziale o religioso. Si parlò di genocidio, per la prima volta, al processo di Norimberga (1946), dove furono condannati i responsabili della politica nazista contro ebrei, polacchi e russi. Ma episodi di genocidio si ebbero tra il 1915 e il 1923 con il massacro degli armeni da parte dei turchi. È punito da una convenzione dell'ONU del 1948 e da una legge italiana del 1967. Le nazioni aderenti alla convenzione delle Nazioni Unite, si impegnarono a non considerare il genocidio come delitto politico e a evitare qualsiasi forma di immunità. Nonostante ciò, nel 1975 si assistette al massacro dei cambogiani a opera dei khmer rossi. Ultimi episodi di genocidio sono i recenti massacri dei curdi in Iraq (1986), quelli dell'ex Iugoslavia tra croati, serbi e musulmani di Bosnia (1992) e in Burundi (1993).

Genòla Comune in provincia di Cuneo (2.110 ab., CAP 12040, TEL. 0172).

genòma, sm. Corredo cromosomico base di un individuo.

Genóni Comune in provincia di Nuoro (1.103 ab., CAP 08030, TEL. 0782).

genotèca, sf. Raccolta e schedatura di DNA proveniente da cromosomi di particolare interesse nello studio di determinate malattie.

genotìpico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al genotipo.

genotìpo, sm. Complesso dei caratteri genetici di un individuo.

genouillet, sm. invar. Vitigno di uva nera coltivato in Francia.

Gènova (Liguria) Città (701.000 ab., CAP 16100, TEL. 010) capoluogo della Liguria e della provincia omonima. Al centro del golfo omonimo, chiusa tra la fascia costiera e le colline, si inserisce nelle valli del Polcevera e del Bisagno. Uno dei principali porti italiani, molto importante nel Mediterraneo, a notevole traffico passeggeri (traghetti e navi da crociera): centro industriale, con imprese che operano nel settore siderurgico, cantieristico, meccanico, chimico, petrolchimico, alimentare, depositi e raffinerie di oli minerali e cementifici. Anche notevoli le attività nel terziario, come armatoriali, finanziarie, amministrative e assicurative. Molti i monumenti medievali di interesse storico: la cattedrale di San Lorenzo (XII-XIV sec.), le chiese romaniche dei Santi Cosma e Damiano, di Santa Maria al Castello, di Santo Stefano, di San Donato, di Santa Maria di Carignano, di Sant'Ambrogio, di Sant'Agostino, il palazzo del Banco di San Giorgio (1260), la torre degli Embriaci (XII sec.), il palazzo Spinola (XV), il palazzo Doria, il palazzo reale, l'università (1670), il teatro Carlo Felice, la caratteristica Lanterna del porto, costruita nel 1139 e ricostruita nella forma attuale nel 1543. Importanti musei quali quello di storia navale, a Villa Doria, d'arte antica, d'arte moderna e di storia naturale.
Storia.
Fondata dai liguri nel VI sec. a. C. fu alleata dei romani durante le guerre puniche, e distrutta dai cartaginesi nel 202 a. C. a opera di Magone, fratello di Annibale. Fu il principale porto della Gallia Cisalpina fin dai tempi di Giulio Cesare, divenendo municipio romano con il nome di Genua; sede di vescovato dal III sec., decadde in età imperiale, subendo successivamente i dominatori bizantini, longobardi e francesi. Il re longobardo Rotari la tolse ai bizantini. Occupata da Berengario II nella guerra greco gotica, ottenenne rilevanti privilegi, divenendo capoluogo del ducato di Liguria e, successivamente, contea, con i franchi. Ottenne possedimenti e concessioni per l'aiuto dato durante la prima crociata nel 1099 alle truppe normanne e di Fiandra. Passata dal governo vescovile a libero comune (XI sec.), divenne repubblica marinara con la caratteristica organizzazione marittima delle Compagnie; ebbe come primo doge Simon Boccanegra. La sua storia è caratterizzata all'interno dalle contese nobiliari, all'esterno dalla rivalità con Pisa e Venezia, le due repubbliche marinare antagoniste. La vittoria della Meloria, nel 1284, concluse il conflitto con Pisa, che era iniziato nel 1060: ottenne la Corsica, l'Elba e alcune terre in Sardegna. La vittoria di Curzola, nel 1298, segnata invece sui veneziani, permise di ottenere a Genova l'incontrastato dominio nel mar Tirreno, anche se Venezia non ne venne scalfita in potenza: successivi trattati di pace, dei quali l'ultimo risale al 1381, lasciarono libere le forze in campo. Possesso degli Sforza, poi dei francesi, riconquistò l'autonomia, pur nell'ambito spagnolo, con il governo aristocratico di Andrea Doria (1528). Occupata dagli austriaci (1746) se ne liberò con un moto popolare. Nel 1768 cedette la Corsica alla Francia. Repubblica democratica napoleonica dal 1797, fu annessa all'impero francese nel 1805 e, nel 1815, al Piemonte.
Provincia di Genova
(970.000 ab., 1.834 km2) affacciata sul golfo omonimo, comprende il tratto del versante dell'Appennino Ligure e parte del versante padano (valli del fiume Scrivia e Trebbia). Le principali risorse economiche sono legate alle industrie di Genova, al turismo e alla floricoltura. Centri principali sono Chiavari, Rapallo e Sestri Levante.
Golfo di Genova
Insenatura del mar Ligure, tra la città di La Spezia e Capo Mele.

Gènova (Trentìno) Valle del Trentino-Alto Adige, nelle Alpi Retiche. Sbocca nella Val Rendena.

Genovèffa (Nanterre, Parigi 422?-Parigi 502?) Santa e patrona di Parigi. La sua figura è avvolta dalla leggenda. È venerata come salvatrice della città dall'invasione di Attila (451) e per i numerosi miracoli che le sono stati attribuiti. La sua tomba si trova sulla collina che da lei prende il nome, di Sainte-Geneviéve. Durante la rivoluzione francese, il suo reliquario fu distrutto (1793).

genovése, agg. e sm. agg. Relativo a Genova.
sm. 1 Abitante o nativo di Genova. 2 Dialetto parlato a Genova. 3 Regione attorno a Genova. 4 In marina, vela, usata nelle imbarcazioni da regata, del tipo fiocco. ~ liguria.

Genovési, Antònio (Castiglione 1713-Napoli 1769) Filosofo, economista, sacerdote. Docente di metafisica ed etica, fu seguace di Locke. Nel 1754 si accostò agli studi economici ed ebbe la prima cattedra europea di economia politica presso l'università di Napoli. Tra le sue opere, Metafisica (1743-1747), Discorso sul vero fine delle lettere e delle scienze (1754), Diceosina (1766).

genovìna, sf. Moneta d'oro, emessa a Genova nel 1758.

genovìno, sm. Moneta genovese d'oro coniata a Genova attorno al 1149.

Genserìco (390-477) Re dei vandali dal 428, li guidò dalla Spagna in Africa, dove nel 429 fondò un regno. Famose le sue razzie lungo le coste del Mediterraneo, conquistò Sicilia (440), Corsica, Sardegna e Baleari. Nel 455 saccheggiò Roma.

gentàglia, sf. Gente volgare, ciurmaglia, feccia. ~ marmaglia.
 sf. rabble.

gènte, sf. 1 Moltitudine di persone. ~ calca. stranamente allo stadio non c'era molta gente. 2 Categoria di persone. non voleva avere niente a che fare con quella gente. 3 Popolo. ~ etnia. la gente latina. 4 Ceppo, stirpe, famiglia. ~ dinastia. aveva portato con sé tutte le sue genti.
 sf. 1 people. 2 (popolo) folk.
 lat. gens, gentis.

Gènte Settimanale di attualità e cultura milanese, fondato da Rusconi nel 1955.

Gente di Dublino Racconto di J. Joyce (1914).

Gente di mare Romanzo di G. Comisso (1928).

Gente di Vigevano Raccolta di romanzi di L. Mastronardi (1977).

Gente in Aspromonte Romanzo di C. Alvaro (1930).

Gente nel tempo Romanzo di M. Bontempelli (1937).

gentildònna, sf. Signora di alto rango. ~ dama. <> popolana, plebea.

gentìle, agg. 1 Di chi ha maniere garbate. ~ cortese. <> maleducato. si rendeva conto di non essere stato molto gentile con lei. 2 Dotato di grazia fisica. ~ leggiadro. <> goffo. aveva dei movimenti gentili, nonostante la mole fisica. 3 Dotato di sentimenti elevati. ~ nobile. <> plebeo. aveva un animo gentile. 4 Elevato. ~ sensibile. <> vile.
 agg. 1 kind. 2 (garbato) polite.
 lat. gentilis che appartiene a una gente.

Gentìle da Fabriàno (Fabriano 1370 ca.-Roma 1427) Pittore si colloca, con Pisanello, tra i maggiori esponenti del gotico internazionale in Italia. Lavorò soprattutto a Venezia, Brescia e Firenze. Le principali opere sono Adorazione dei magi (1423) agli Uffizi di Firenze, Madonna col Bambino e santi, alla Galleria Nazionale di Perugia, Polittico Quaratesi (1425).

Gentìle, Giovànni (Castelvetrano 1875-Firenze 1944) Filosofo e politico, amico per oltre vent'anni del Croce, ebbe un ruolo molto importante nella politica culturale italiana durante il regime fascista. Come ministro della pubblica istruzione (1922-1924) attuò la riforma della scuola secondaria, che prese il suo nome. Fu rettore della Normale di Pisa (1932-1943) e presidente dell'Enciclopedia italiana (1925-1944). Aderì nel 1943 alla Repubblica Sociale Italiana accettando la presidenza dell'Accademia d'Italia; fu ucciso dai partigiani a Firenze. La sua filosofia è l'estrema espressione dell'idealismo e della filosofia romantica; in essa viene eliminato ogni residuo oggettivistico, fuori dell'atto del pensiero non esistendo alcuna realtà. La sua dottrina denominata attualismo, risolve tutte le realtà nell'atto pensante del soggetto (atto puro); l'io si sviluppa nell'arte, nella religione e nella filosofia, identificata come storia della filosofia. Le sue principali opere sono La riforma della dialettica hegeliana (1913), Sommario di pedagogia come scienza filosofica (1913-1914), Teoria generale dello spirito come atto puro (1916), Sistema di logica come teoria del conoscere (1917-1923), Filosofia dell'arte (1931) Genesi e struttura della società (pubblicato postumo nel 1946).

Gentiléschi, Artemìsia (Roma 1597-Napoli, ca. 1652) Pittrice. Tra le opere Nascita di San Giovanni Battista (ca. 1635, Madrid, Prado).

Gentiléschi, Oràzio (Pisa 1563-Londra 1639) Pittore. Tra le opere Riposo durante la fuga in Egitto (ca. 1626, Vienna, Kunsthistorisches Museum) e Mosè salvato dalle acque (ca. 1633, Madrid, Prado).

gentilésco, agg. (pl. m.-chi) 1 Gentile. 2 Nobile. 3 Relativo alla nobiltà. 4 Relativo ai gentili.

gentilésimo, sm. Religione pagana.

gentilézza, sf. 1 Caratteristica di chi è gentile. ~ cortesia. <> villania. 2 Atto gentile. ~ premura. <> scorrettezza.
 sf. 1 kindness. 2 (gentilezza) politeness, courtesy.
 deriv. da gentile.

Gentilìni, Frànco (Faenza 1909-Roma 1981) Pittore italiano. Elaborò un suo stile fondato sulla valorizzazione emotiva della superficie pittorica.

gentilità, sf. L'insieme dei gentili.

gentilìzio, agg. 1 Di famiglia nobile. ~ aristocratico. <> popolano. 2 Relativo alla stirpe. ~ dinastico.

gentilménte, avv. In modo gentile. ~ civilmente, cortesemente. <> scortesemente, sgarbatamente.

Gentilóni, Vincènzo Ottorìno (Filottrano 1865-Roma 1916) Conte e uomo politico, dirigente dell'Azione cattolica e presidente dell'Unione elettorale cattolica (1909-1916).
Patto Gentiloni
Accordo segreto, stipulato nel 1913 con i liberali seguaci di Giolitti, con il quale i cattolici condizionavano il proprio appoggio al governo nelle successive elezioni politiche (le prime a sistema maggioritario e suffragio maschile quasi totale) a condizione che venissero sottoscritti alcuni punti programmatici (opposizione al divorzio, insegnamento religioso nelle scuole ecc.) confacenti al movimento cattolico.

gentiluòmo, sm. 1 Uomo di nobili origini. ~ aristocratico. <> plebeo. 2 Cavaliere, signore. ~ gentleman. <> maleducato. 3 Galantuomo. <> mascalzone.
 sm. gentleman.

gentleman, sm. invar. Appartenente al ceto intermedio tra l'alta nobiltà e la borghesia inglese. ~ cavaliere, signore. <> plebeo, popolano.

gentleman's agreement, loc. sost. m. invar. Semplice accordo che non dà luogo a veri e propri obblighi giuridici, ma crea un vincolo morale.

gentry, sf. invar. In Inghilterra, piccola nobiltà non titolata.

Gentz, Friedrich von (Breslavia 1764-Wheinhaus 1832) Diplomatico tedesco. Segretario generale al congresso di Vienna, fu uno stretto collaboratore del Metternich.

Gentz, Heinrich (Breslavia 1766-Berlino 1811) Architetto tedesco. Tra le opere il mausoleo per la Regina Luisa (1810) e il palazzo della Principessa (1811) a Berlino.

Gentzen, Gerhard (Greifswald 1909-Praga 1945) Logico tedesco. Fu allievo di D. Hilbert e H. Weil.

genu valgum, loc. sost. m. invar. Deformazione del ginocchio consistente una sporgenza dello stesso verso l'interno.
 loc. lat. che significa "ginocchio valgo".

genu varum, loc. sost. m. invar. Deformazione del ginocchio consistente una sporgenza dello stesso verso l'esterno.
 loc. lat. che significa "ginocchio varo".

genuflessióne, sf. Effetto del genuflettersi.

genuflèsso, agg. Inginocchiato. ~ inchinato, prono.

genuflèttersi, v. rifl. Piegare le ginocchia in atto di devozione. ~ inginocchiarsi.

genuinità, sf. Caratteristica di chi o che è genuini. ~ autenticità, schiettezza.

genuìno, agg. 1 Non sofisticato. ~ naturale. <> manipolato. 2 Schietto. ~ spontaneo. <> falso. 3 Senza alterazioni. ~ autentico. <> contraffatto.
 agg. 1 genuine. 2 (prodotto naturale) natural, wholesome. 3 (spontaneo) sincere.
 lat. genuinus nativo, deriv. da gignere nascere.

Genùri Comune in provincia di Cagliari (444 ab., CAP 09050, TEL. 070).

Genzàno di Lucània Comune in provincia di Potenza (6.330 ab., CAP 85013, TEL. 0971).

Genzàno di Róma Comune in provincia di Roma (20.570 ab., CAP 00045, TEL. 06). Centro agricolo (coltivazione di fiori, ortaggi e frutta) e turistico sul lago di Nemi. Gli abitanti sono detti Genzanesi.

genziàna, sf. Genere di piante erbacee (Gentiana)della famiglia delle Genzianacee, diffuse nelle regioni alpine e temperate. Ne esistono oltre 500 specie.
 sf. gentian.
Gentiana lutea
Anch'essa comune nei pascoli alpini, ha fiori gialli e grandi foglie. La radice, amara e aromatica, è usata in medicina (stimola la secrezione biliare) e nella preparazione dei liquori.
Gentiana verna e Genziana clusii
Comuni nei pascoli di montagna.

Genzianàcee Famiglia di piante, dell'ordine delle Genzianali, a fiori regolari, per lo più erbacee.

genziobiòsio, sm. Disaccaride amaro, isomero del saccarosio, dotato di potere riducente.

Genzóne Comune in provincia di Pavia (397 ab., CAP 27014, TEL. 0382).

geo- Primo elemento di parole composte.
 dal greco terra.

geobotànica, sf. Fitogeografia.

geocarpìa, sf. Fenomeno per il quale alcune piante maturano i frutti sotto terra.

geocèntrico, agg. (pl. m.-ci) Che ha il suo centro nella Terra.

geocentrìsmo, sm. Il sistema tolemaico, in quanto supponeva la Terra al centro dell'universo

geochìmica, sf. Studio della composizione chimica della crosta terrestre.

geocronologìa, sf. Scienza che studia le suddivisioni temporali della terra e i metodi di datazione dei reperti.

geòde, sm. Aggregato di cristalli che rivestono la superficie interna di una cavità rotondeggiante.

geodesìa, sf. Scienza che studia la forma della Terra.

geodèta, sm. Specialista in geodesia.

geodètica, sf. Su una superficie, linea di lunghezza minima che ha per estremi due punti dati.

geodètico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla geodesia.

geodìmetro, sm. Strumento atto a misurare direttamente le distanze geodetiche.

geodinàmica, sf. Scienza che studia la natura.

geodinàmico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla geodinamica.

geoelettricità, sf. L'insieme delle correnti elettriche che circolano all'interno o sulla superficie della Terra.

Geofilomòrfi Ordine di chilopodi caratterizzati da un corpo vermiforme con numerosi segmenti e zampe corte.

geofìsica, sf. Scienza che studia la Terra dal punto di vista fisico.
Istituto nazionale di geofisica
Organo che promuove rilevamenti, ricerche e studi geofisici in Italia. È sorto nel 1946.

geofìsico, agg. (pl. m.-ci) agg. Relativa alla geofisica.
sm. Studioso di geofisica.

geòfite Piante che hanno gli organi perenni sotterranei.

geòfono, sm. 1 Sismografo che registra le onde sismiche per eseguire una prospezione sismica. 2 Apparecchio usato nelle estrazioni minerarie per rilevare i rumori che provengono dal sottosuolo.

geogonìa, sf. Teoria sull'origine e la formazione della Terra.

geografìa, sf. Scienza che studia, descrive, interpreta e rappresenta il mondo in cui viviamo studiando i fenomeni fisici, biologici e antropici, particolarmente in relazione alla presenza dell'uomo. L'interesse verso problemi geografici, emersa fin dalle prime civiltà, venne concepita dai greci come una descrizione sintetica del mondo, rappresentata da una carta. Già nel IV millennio a. C., l'osservazione di fenomeni astronomici permisie agli egizi di stabilire la divisione dell'anno solare in 365 giorni; i greci e i fenici, per esigenze di navigazione, ricercarono nuove conoscenze geografiche e idrografiche. Nel medioevo la scienza geografica non si sviluppa, anzi le convinzioni religiose riducono le conoscenze e ci si limita alla compilazione di cataloghi di nomi. Solo le opere degli arabi rivelano conoscenze dirette e precise, l'esempio più grande è dato dal Libro del re Ruggiero di Idrisi (XII sec.). Grazie alla scoperta del Nuovo Mondo e ai viaggi commerciali verso oriente si apre l'era delle grandi esplorazioni geografiche, la conoscenza del mondo si allarga e l'interesse per lo studio della Terra si ravviva. Nel XVI sec. compaiono i primi atlanti, nel secolo successivo la geografia è portata a considerare come scopo principale la raccolta di dati sui fenomeni fisici delle superfici terrestri ma anche la distribuzione di razze e popoli, le loro attività, i linguaggi, le religioni. La geografia moderna nasce nel XIX sec., grazie all'opera di due studiosi tedeschi, A. Von Humboldt, creatore dell'indirizzo naturalistico e K. Ritter creatore dell'indirizzo antropico storico. Inizialmente i due indirizzi si contrapposero e solo nel Novecento si sono fusi.
La geografia si suddivide in due rami, la geografia generale e quella regionale. La geografia generale si suddivide in matematica, fisica e umana.
 sf. geography.
Geografia fisica
Studia l'aspetto della Terra e i fenomeni che vi si manifestano, studia le acque marine e continentali, i climi, le forme di vita.
Geografia matematica
Studia la configurazione e le dimensioni del globo terrestre anche mediante carte geografiche.
Geografia umana
Studia la distribuzione sulla superficie terrestre di razze e popoli, le loro attività, i loro linguaggi, la composizione etnica e l'organizzazione economica. Parti della geografia umana sono: la geografia della popolazione che studia la distribuzione degli uomini sulla terra sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo; la geografia economica che studia la localizzazione delle materie prime e dei prodotti importanti per l'uomo, come pure le vie e i mezzi di trasporto e di comunicazione; la geografia politica che studia le unità politico territoriali. Infine la geografia regionale che studia le singole regioni della Terra sia quelle naturali che quelle politiche.

Geografia e storia della letteratura italiana Opera di critica letteraria di C. Dionisotti (1967).

geograficaménte, avv. Dal punto di vista geografico.

geogràfico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla geografia.

geògrafo, sm. Studioso di geografia.

Geògrafo Braccio dell'oceano Indiano, tra la costa dell'Australia e l'isola Bernier.

geòide, sm. Figura assunta in geodesia come forma ideale della la Terra: è la superficie di livello del campo gravitazionale terrestre che passa per un ben preciso punto del porto di Genova; in conseguenza di questa definizione, questa superficie ha la caratteristica di essere sempre perpendicolare alla direzione della forza di gravità; non è descrivibile in termini puramente geometrici (e non corrisponde a una figura geometrica intuitiva) perché dipende dalla densità della Terra nei suoi vari punti. Grossolanamente (trascurando, ad es., il contributo gravitazionale dei rilievi montuosi) può essere immaginata come la forma che avrebbe la terra se fosse tutta coperta dal mare e coincidesse con la vera superficie terrestre nelle zone in cui è effettivamente coperta dal mare. Spesso, nel linguaggio comune, viene confusa, erroneamente, con un elissoide.

geolinguìstica, sf. Geografia linguistica.

geologìa, sf. Scienza che studia l'evoluzione della Terra, i processi naturali che avvengono al suo interno e sulla sua superficie, la struttura e la formazione della crosta terrestre, cercando di stabilire le cause e la scansione cronologica dei fenomeni del passato e di ricostruire la storia e i cambiamenti fisici e geologici del nostro pianeta.
 sf. geology.
Geologia litologica o petrografica
Studia le rocce.
Geologia stratigrafica
Studia i materiali di cui è formata la crosta terrestre per stabilire, cronologicamente, le formazioni rocciose.
Geologia tettonica
Studia i caratteri, la giacitura, le dislocazioni delle masse rocciose.
Paleontologia
Studia i resti fossili di organismi scomparsi, fissando il susseguirsi di fenomeni biologici nel tempo. Queste due ultime branche, pur essendo parte integrante della geologia, sono complementari a essa.

geologicaménte, avv. Dal punto di vista geologico.

geològico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla geologia.
Servizio geologico d'Italia
Istituto statale, fondato nel 1867, che ha il compito di organizzare il rilevamento geologico dell'Italia e di pubblicare le carte geologiche ufficiali.

geòlogo, sm. Studioso di geologia.

geomagnetìsmo, sm. Magnetismo terrestre.

geomànte, sm. e sf. Chi praticava la geomanzia.

geomanzìa, sf. Divinazione mediante l'interpretazione di segni tracciati sul terreno.

geòmetra, sm. (pl.-i) Perito abilitato in agrimensura e nella tecnica delle costruzioni.
 sm. surveyor.

geometrìa, sf. 1 Ramo della matematica che si occupa delle figure di uno spazio. 2 Struttura rigorosa.
 sf. geometry.
Più precisamente, la geometria è intesa come lo studio delle proprietà delle figure che non cambiano in seguito a un gruppo di trasformazioni. Può assumere vari nomi a seconda dell'oggetto delle sue indagini; piana se studia le superfici piane; solida se si dedica ai corpi solidi; descrittiva se esegue graficamente le costruzioni geometriche, tentando di evidenziare le rappresentazioni delle figure su un piano, tramite proiezioni. Può essere anche euclidea o non euclidea a seconda se accetta o meno i postulati di Euclide delle parallele; è analitica se stabilisce una corrispondenza biunivoca tra enti geometrici ed elementi algebrici e riconduce i problemi geometrici a problemi di analisi o algebra. Infine è detta differenziale se studia gli enti geometrici per definire i quali è indispensabile introdurre il calcolo differenziale. Anticamente con il termine geometria (fu adottato per la prima volta da Erodoto e significa misura della Terra) si indicava un complesso di studi e ricerche applicato alla determinazione dei confini dei campi o comunque alla misurazione di entità concrete. In seguito si passò a una visione più astratta della geometria e nel III sec. a. C. apparvero personalità quali Euclide (Elementi), Archimede e Apollonio (Coniche) di Perge. Si dovrà attendere il XVI sec. perché nel mondo occidentale si possa assistere a una rinascita della scienza geometrica, grazie alle scoperte di Tartaglia, Dal Ferro, Cardano, che aprirono le porte alla futura geometria analitica, fondata da Fermat e Cartesio. Il 1800 propose nuovi indirizzi geometrici, quali quello descrittivo (Monge), proiettivo (Möbius, Poncelet), iperspaziale (Grassmann, Jacobi, Sylvester), differenziale (Gauss). Lobacevskij, Riemann e Bolyai effettuarono studi rivoluzionari inerenti alla geometria non euclidea. F. Klein, con la sua opera Programma di Erlangen (1872), stabilì un criterio unitario per classificare le geometrie: propose di ricorrere al concetto di gruppo di trasformazioni, rendendo inattuale il primato della geometria elementare (euclidea) e consentendo uno sviluppo della geometria moderna.

geometricaménte, avv. In modo geometrico.

geometricità, sf. Proprietà di ciò che è geometrico.

geomètrico, agg. (pl. m.-ci) 1 Proprio della geometria. 2 Ineccepibile quanto a esattezza. ~ lineare. <> impreciso.
 agg. geometrical.
 lat. geometricus, dal greco geometrikòs.

Geomètridi Famiglia di Insetti Lepidotteri. Il nome deriva dal modo di camminare dei bruchi a guisa di compasso.

geometrizzàre, v. tr. Rendere geometrico.

geomorfogènesi, sf. Elaborazione delle forme in rilievo della superficie della Terra.

geomorfologìa, sf. Scienza che studia la forma della superficie della terra.

geonàuta, sm. e sf. Navigatore sotterraneo.

geopolìtica, sf. Scienza che studia le basi e le ragioni geografiche dei problemi politici ed economici.

geopolìtico, agg. Relativo alla geopolitica.

geopònica, sf. Il complesso delle cognizioni teorico-pratiche che riguardano la coltivazione della terra.

geopotenziale, agg. Usato nella locuzione altezza geopotenziale di un punto, misura del lavoro necessario per innalzare l'unità di massa dal livello del mare fino all'altezza relativa al punto.

George Town Città (219.000 ab.) della Malaysia, nello stato di Pinang, sull'isola di Pinang.

George, Stefan (Budesheim, Assia 1868-Minusio, Locarno 1933) Poeta tedesco. Tra le opere Eliogabalo (1892) e Il settimo anello (1907).

Georgescu-Roegen, Nicholas (Costanza 1906-1994) Economista rumeno. Applicò le leggi della termodinamica all'economia e scrisse Entropia e processo economico (1971).

Georgetown Città (200.000 ab.) della Guyana, capitale del paese, sull'oceano Atlantico. Importante porto per l'esportazione di prodotti tropicali (frutta, riso, zucchero e legname) e di minerali (bauxite, oro e diamanti). Nella città si trovano anche industrie chimiche, metallurgiche (stagno) e alimentari. Sede di un aeroporto, di un'università e di un grande giardino botanico tropicale. La popolazione comprende gruppi etnici misti. Fondata nel 1781 dagli inglesi, fu capitale coloniale della Guyana britannica fino al 1966, quando divenne la capitale della Guyana indipendente.

Geòrgia (stato) Ex repubblica dell'Unione Sovietica, si rese indipendente nel 1991. È situata nella Transcaucasia, confina a nord con la Russia, a sud-est con l'Azerbaijan, a sud con l'Armenia e la Turchia, mentre si affaccia a ovest sul mar Nero.
Il territorio è prevalentemente montuoso, solcato da due catene, il Grande Caucaso a nord e il Piccolo Caucaso a sud. Tra le due catene di monti si distende a ovest la pianura del fiume Rion (l'antica Colchide) e a est quella del fiume Kura. Altri fiumi sono il Linguri, il Kodori, il Corok.
Esistono tre fasce di clima distinte: sulla costa il clima è prevalentemente subtropicale, più temperato sulle catene montuose e caldo secco nelle steppe orientali.
La capitale è Tbilisi sul fiume Kura, altre città sono Kutaisi, Rustavi, Batumi e Suhumi.
L'economia è prevalentemente agricola, con le coltivazioni di tabacco, agrumi, uva e tè lungo la fascia costiera.
Praticato l'allevamento e lo sfruttamento delle risorse forestali che coprono una cospicua parte del paese.
Il sottosuolo possiede uno dei giacimenti più grandi del mondo di manganese, oltre a carbone, piombo, zinco, bentonite, rame e lignite.
Le industrie principali sono quelle siderurgiche, chimiche e petrolchimiche e meccaniche. Anche il legno e i prodotti alimentari costituiscono materia prima per industrie di trasformazione.
STORIA Dopo essere stata colonizzata dai greci e dai romani (Colchide) e dominata dai Sassanidi (Iberia) la regione viene conquistata dagli arabi nel 650 circa. Nei secoli IX-XIII essa conosce un notevole rinascimento, raggiungendo il proprio apogeo con la regina Thamar (1184-1213), quindi viene devastata dai mongoli. Nei secoli XVI-XVIII, la Georgia perde alcuni territori a vantaggio dell'Iran e dell'impero ottomano e si pone sotto la protezione delle Russia (1783). Nel 1801 è annessa alla Russia. Nel 1918 viene proclamata repubblica indipendente. L'Armata Rossa interviene militarmente nel 1921 e viene instaurato un regime sovietico. Nel 1922 la Georgia, alla quale sono annesse le repubbliche autonome di Abkhazia e di Adjaria oltre alla regione autonoma dell'Ossezia del sud, viene integrata nella Federazione Transcaucasica e nell'URSS. Nel 1936 diventa una repubblica federata.
Nel 1990 gli indipendentisti vincono le prime elezioni repubblicane libere. L'anno successivo il Soviet Supremo proclama l'indipendenza della repubblica (aprile). Nel 1992 E. Shevardnadze assume la guida del nuovo stato, che deve far fronte a movimenti separatisti nell'Ossezia del sud e nell'Abkhazia. Minacciato dai separatisti che prendono il controllo della repubblica di Abkhazia e da altre fazioni armate, Shevardnadze fa ricorso alle forze armate russe e come contropartita accetta di entrare nella CSI. Nel 1995, dopo l'adozione di una nuova costituzione, Shevardnadze viene eletto presidente della repubblica a suffragio universale.
Abitanti-5.457.000
Superficie-69.700
Densità-78,3 ab./km2
Capitale-Tbilisi
Governo-Repubblica presidenziale
Moneta-Lari
Lingua-Georgiano, russo, armeno
Religione-Cristiana ortodossa, musulmana

Geòrgia (stretto) Stretto (250 km) tra l'isola di Vancouver e la costa pacifica del Canada e degli USA.

Geòrgia (USA) Stato degli USA (152.576 km2, 6.400.000 ab.) situato tra la costa atlantica e la zona montana degli Appalachi con la cima Brasstown Bald (1.458 m). Comprende una parte pianeggiante delimitata da una costa ricca di insenature e una zona collinare. L'Altamaha e il Savannah sono i fiumi più importanti. Ricca di foreste nella zona montana, la Georgia è intensamente coltivata nella parte pianeggiante (cotone, mais, tabacco e frutta). Sviluppate le industrie tessili, meccaniche, chimiche e alimentari. Principali città, oltre alla capitale Atlanta, sono Columbus, Savannah, Macon.
Colonia inglese nel 1732, fu tra le prime tredici colonie che fondarono gli USA (1788).

Geòrgia del Sud Isola dipendente dalle Falkland, nell'oceano Atlantico meridionale. Perennemente coperta da ghiacci.

georgiàno, agg. e sm. agg. Della Georgia.
sm. Abitante, nativo della Georgia.

Georgiche (Georgicon libri) Componimento in quattro libri, in versi, di P. Virgilio Marone (37-30 a. C.). Frutto di quasi dieci anni di lavoro, tra composizione e rifinitura, rappresenta un lavoro poetico con intenti didascalici. L'opera rispecchia l'esaltazione delle tradizioni dell'Italia contadina e guerriera e un contributo al mito nazionale dell'unità italica. Gli argomenti dei quattro libri sono: il lavoro dei campi, la coltivazione delle piante, l'allevamento del bestiame, l'apicoltura. Ogni libro contiene una sorta di digressione conclusiva (due argomenti lieti, la lode della vita agreste e la storia di Aristeo, e due argomenti drammatici, le guerre civili e la peste degli animali). La struttura simmetrica e i temi complementari creano un equilibrio dei contrasti che certamente Virgilio ha pianificato accuratamente.

geòrgico, agg. Che si riferisce alla vita e alla coltivazione dei campi.

georgòfilo, agg. e sm. Che, chi ama la campagna e aiuta l'agricoltura.

geosfèra, sf. Sfera terrestre.

geosinclinàle, sf. Fascia mobile della crosta terrestre.

geostazionàrio, agg. Detto di satellite artificiale usato per ritrasmettere programmi televisivi.

geotàssi, sf. Sensibilità del protoplasma all'azione della gravità.

geotècnica, sf. Insieme della questioni tecniche riguardanti il suolo e il sottosuolo.

geotermàle, agg. Detto di acqua sotterranea.

geotermìa, sf. Scienza che studia il calore interno della terra.

geotèrmica, sf. 1 Studio dei fenomeni termici del globo terrestre. 2 Ramo della geofisica che studia le condizioni termiche del globo terrestre.

geotèrmico, agg. Relativo alla temperatura del suolo.

geotèssile, sm. Qualsiasi materiale permeabile per applicazioni a contatto con il terreno.

geotritóne, sm. Nome comune di Anfibi Urodeli del genere Hydromantes, della famiglia dei Pletodontidi.

geotròpico, agg. Relativo al geotropismo.

geotropìsmo, sm. Tropismo dovuto all'influenza della forza di gravità su foglie, radici e fusti.

geotrùpe, sm. Genere di Insetti Coleotteri comprendente scarabei con il corpo dai riflessi metallici.

Gèova Forma occidentale di lettura del nome del Dio degli ebrei. La religione ebraica non consente di pronunciare il nome divino; gli ebrei lo sostituirono con il termine Adonay (che significa "mio signore"). Le quattro consonanti di Yhwn furono scritte sostituendo alle vocali originali quelle di Adonay (con un evidente adattamento fonetico). La cultura occidentale ritenne il vocabolo così ottenuto veramente esistito, finché la filologia non propose Yahweh come lettura del tetragramma. Testimoni di Geova
Setta religiosa fondata a Pittsburg negli Stati Uniti nel 1874 da Charles Taze Russell. Nel 1914 adottarono il nome di Associazione internazionale degli studenti biblici e nel 1931 cominciarono a chiamarsi "testimoni di Geova". I testimoni di Geova credono negli insegnamenti della Bibbia, ma non accettano il dogma della trinità, la divinità di Cristo e l'immortalità dell'anima. Predicano, come gli avventisti, l'imminenza del ritorno di Cristo sulla terra; egli fonderà il regno dei giusti che durerà 1.000 anni e precederà il definitivo regno di Dio. Charles Taze Russel, aveva previsto che l'avvento del regno di Dio sarebbe avvenuto nel 1914. Nel 1916 Russel morì ma la setta proseguì la sua azione grazie a J. F. Rutheford che sosteneva l'avvenuto ritorno di Dio sulla terra in forma invisibile. Loro organi di diffusione su carta stampate sono le riviste "Svegliatevi!" e "La Torre di Guardia", pubblicate in numerose lingue. La loro sede generale è attualmente stabilita nel quartiere Brooklyn di New York.

GEPI Sigla della Società di Gestione E Partecipazioni Industriali, una società per azioni, nata nel 1971, che ha come fine la rilevazione delle aziende in crisi del settore privato.

Gera Città (123.000 ab.) della Germania, capoluogo del distretto omonimo.
Gera
Distretto (742.000 ab.) della Germania, nella Turingia orientale.

Gèra Làrio Comune in provincia di Como (926 ab., CAP 22010, TEL. 0344).

Geràce Comune in provincia di Reggio Calabria (3.065 ab., CAP 89040, TEL. 0964).

Geràce Marìna Antico nome di Locri, in Calabria (fino al 1934).

Geràce, Vincènzo (Cittanova, Reggio Calabria 1876-Roma 1930) Scrittore. Tra le opere, la raccolta di poesie La fontana nella foresta (1928).

Geràci Sìculo Comune in provincia di Palermo (2.282 ab., CAP 90010, TEL. 0921).

Geral de Goi´s, Serra Catena montuosa del Brasile, al confine con gli stati di Goi´s e Bahia.

Geraldton Città canadese situata sull'altopiano a nord della costa del Lake Superior, e del lago Nipigon.

Geraniàcee Famiglia di piante per lo più erbacee aventi fiori regolari.

Geraniàli Ordine di piante Dicotiledoni dialipetale.

gerànio, sm. Angiosperma (Geranium silvaticum) della famiglia delle Geraniacee e dell'ordine delle Gruinali. Pianta erbacea perenne, con fiori a cinque petali, che comprende più di 700 specie. Il geranio comune è coltivato nei giardini e sui balconi, a scopo ornamentale, e diffuso nelle regioni temperate. Ha un fusto spesso e un forte odore pungente.
 sm. geranium.

Geràno Comune in provincia di Roma (1.133 ab., CAP 00025, TEL. 0774).

geràrca, sm. 1 Chi riveste un grado piuttosto elevato in una gerarchia. 2 Nel Fascismo chi occupava le massime cariche nel partito. 2 Persona autoritaria.

gerarchìa, sf. 1 Rapporto specifico di supremazia e subordinazione. ~ ordine. 2 Complesso delle persone ordinate secondo la loro rispettiva prevalenza. ~ graduatoria. 3 Ciascuno dei tre gruppi di ordini in cui sono suddivisi gli angeli, secondo la teologia cattolica.
 sf. hierarchy.
Rapporto tra superiori e inferiori, nella pubblica amministrazione. I funzionari con grado superiore danno direttive a quelli inferiori, ne controllano le attività e, se necessario, si sostituiscono a essi.

gerarchicaménte, avv. In modo gerarchico.

geràrchico, agg. Relativo alla gerarchia.
 agg. hierararchic(al).

gerarchizzàre, v. tr. Organizzare secondo i principi propri della gerarchia.

gerarchizzazióne, sf. Atto del gerarchizzare.

Gérard, François (Roma 1770-Parigi 1837) Pittore francese. Tra le opere La contessa Regnault de Saint-Jean d'Angély (1798, Parigi, Louvre).

Geràrdi, Albèrto (Roma 1889-1965) Scultore. Artista versatile, utilizzò come materiali artistici anche metalli e ferro battuto. Tra le opere San Michele (Roma, chiesa di Sant'Eugenio) e le cancellate del Santo Sepolcro a Gerusalemme.

Gerasimov, Sergej Apollinarevic (Stotouxs 1906-1985) Regista cinematografico russo. Di scuola realista, diresse Il maestro (1939) e Il placido Don (1957-1958).

gerbèra, sf. Genere di piante arbustacee della famiglia delle Composite.

Gèrbi, Giovànni (Asti 1885-1954) Corridore ciclista italiano. Vinse l'Asti-Moncalieri-Asti nel 1900, a soli 15 anni, la Milano-Torino nel 1903 e il giro di Lombardia nel 1905 e nel 1907.

gerbìllo, sm. Genere di Mammiferi Roditori saltatori della famiglia dei Cricetidi. I gerbilli, abitanti delle steppe e dei deserti arabi e africani, sono caratterizzati dall'avere le zampe posteriori più lunghe delle anteriori.

Gerchunoff, Alberto (Proskuroff, Polonia 1884-Buenos Aires 1950) Scrittore argentino. Tra le opere Los gauchos judíos (I gaucho ebrei) sulle vicende dei coloni ebrei emigrati in Argentina.

Gere, Richard (1949-) Attore cinematografico statunitense. Interpretò I pascoli del cielo (1978), American Gigolo (1979), Ufficiale e gentiluomo (1982), Pretty Woman (1990), Sommersby (1992), The Jackal (1997).

Geremìa (Anathot 650-Dafne 580 ca. a. C.) Profeta ebreo, secondo dei quattro profeti maggiori d'Israele. Fu fautore della riforma religiosa che proponeva un ritorno all'ebraismo ortodosso. Sostenitore dell'alleanza con i babilonesi a dispetto dell'opinione comune e di quella reale, preannunciò la distruzione del tempio e l'esilio babilonese. Nel 597 Nabucodonosor invase il territorio israeliano e nel 587 a. C., dopo la distruzione di Gerusalemme, Geremia fu esiliato in Egitto dove subì il martirio e morì. Le sue vicende sono raccontate nell'omonimo libro dell'Antico Testamento. Gli viene attribuita solo la composizione dei primi venticinque capitoli, i restanti vengono attribuiti a Baruc, segretario di Geremia. Il libro raccoglie gli oracoli e le vicissitudini del profeta. I primi venticinque capitoli riportano i responsi sentenziosi del profeta contro Gerusalemme e contro il regno giudeo; i racconti inerenti la sua vocazione e gli sfoghi chiamati "confessioni", in cui esprimeva lo sconforto causatogli dal fatto che le sue profezie non fossero credute. La seconda parte del libro, non propriamente stesa in ordine cronologico, riporta le vicissitudini del profeta. Importante è il Libro della Consolazione raccolto nei capitoli trenta e trentuno; si tratta della visione profetica del ritorno da Babilonia del popolo di Dio. Vanno ricordate anche Le Lamentazioni (o Geremiadi), raccolta di cinque libretti che compaiono nella Bibbia dopo il libro di Geremia. Furono composti dopo la distruzione del tempio da parte dei babilonesi e racchiudono dei canti funebri da recitare in ricordo di tali disastrosi eventi. Esse sono state contestate dalla critica biblica e non più riconosciute come opera di Geremia.

geremìade, sf. Lunga e noiosa sequenza di lamentele. ~ piagnisteo.

gerènte, sm. e sf. Chi amministra e gestisce affari di una società per conto terzi. ~ esercente.
 sm. manager.
 lat. gerens,-entis, p.pres. di gerere condurre.

gerenuk, sm. invar. Denominazione somala dell'antilope giraffa, tipica delle regioni cespugliose dell'Africa orientale.

gerènza, sf. Gestione, amministrazione.

Gerenzàgo Comune in provincia di Pavia (776 ab., CAP 27019, TEL. 0382).

Gerenzàno Comune in provincia di Varese (8.093 ab., CAP 21040, TEL. 02).

gergàle, agg. Che è proprio del gergo.

gergalìsmo, sm. Voce del gergo.

Gergèi Comune in provincia di Nuoro (1.587 ab., CAP 08030, TEL. 0782).

gèrgo, sm. 1 Lingua criptica. ~ idioma. 2 Particolare linguaggio comune a una determinata categoria di persone. ~ dialetto. 3 Linguaggio oscuro e allusivo. ~ vernacolo.
 sm. 1 slang. 2 (professionale) jargon.
Tipo di linguaggio convenzionale adoperato dai componenti di determinate categorie sociali, al fine di non farsi intendere dagli altri. Uno tra i più importanti è il gergo veneto (zerga).

gergonafasìa, sf. Disturbo della parola consistente nell'uso di una parola o di una sillaba per l'altra.

geriàtra, sm. Studioso della geriatria.
 sm. geriatrician.

geriatrìa, sf. Parte della medicina che si occupa delle malattie della vecchiaia. ~ gerontologia.
 geriatrics.

geriàtrico, agg. Relativo alla geriatria.

Géricault, Jean-Louis-Théodore (Rouen 1791-Parigi 1824) Pittore, incisore e scultore francese. Lavorò prevalentemente a Parigi. La sua arte contribuì al rinnovamento della pittura francese in senso romantico. Tra le opere principali, La zattera della Medusa (1819), La corsa dei berberi (1816-17) e La fornace da gesso (1823), tutte esposte al Louvre di Parigi.

Gèrico Città della Giordania (13.000 ab.) nel distretto di El Quds. Appartenente alla Giordania fino al 1967, quando fu occupata da Israele. Con gli accordi tra Israele e OLP del 1993-1994, si è riconosciuta la sua autonomia. Si trova alla destra del Giordano, a monte del mar Morto. La Bibbia racconta che le tribù di Israele la conquistarono, distruggendo le mura con il suono delle trombe. In seguito fu distrutta dai babilonesi. Sono visibili notevoli resti archeologici, le mura (VII millennio a. C.) e i mosaici.

gèrla, sf. Cesta tronco conica con due cinghie per portarla sulle spalle.

Gerla di Papà Martin, La Dramma di E. Grangé e E. Cormon (1858).

Gerlachovsky stít Monte (2.655 m) della repubblica Slovacca. Il più elevato dei Carpazi.

Germagnàno Comune in provincia di Torino (1.302 ab., CAP 10070, TEL. 0123).

Germàgno Comune in provincia di Verbano-Cusio-Ossola (199 ab., CAP 28026, TEL. 0323).

Germàni, Fernàndo (Roma 1906-) Organista e compositore italiano. Autore di composizioni per organo e di revisioni delle musiche di Frescobaldi (1936-1937), ha anche ideato un metodo per l'organo.

Germània Repubblica federale dell'Europa centrale, confina a nord con la Danimarca, a est con la Polonia e la Repubblica Ceca a sud con l'Austria, a sud-ovest con la Svizzera, a ovest con la Francia, a nord-ovest con Lussemburgo e Belgio e con i Paesi Bassi. Si affaccia a nord sul mar del Nord e sul mar Baltico.
La Germania è stata divisa politicamente dal 1949 in due parti: la repubblica federale di Germania a ovest e la repubblica democratica tedesca a est. Le due parti sono state riunificate il 3 ottobre 1990.
La Germania è attraversata dalla parte settentrionale della catena montuosa delle Alpi, comprese tra il lago di Costanza a est e il fiume Salzac a ovest, ove la cima più alta è il monte Zugspitze (2.963 m).
Salendo verso nord le montagne fanno spazio all'altopiano svevo-bavarese, solcato dai fiumi Iller, Lech, Inn e Isar, tutti affluenti di destra del Danubio.
A nord del Danubio il bacino svevo-francone, percorso dai fiumi Neckar (370 km) e Meno (525 km), è delimitato da una serie di massicci disposti a corona (Selva Nera, Giura Svevo, Giura Francone, Selva di Turingia).
La Selva Nera è separata dai Vosgi francesi dalla Fossa Renana (lunga 300 km), ampia valle dove scorre il Reno (che percorre in territorio tedesco 865 km) e naturale via di comunicazione, a nord della quale si estende una serie di pianori (Eiffel, Westerwald, Honsrück, Taunus e Vogelsverg).
Proseguendo verso est si estende il bacino della Turingia, delimitato a ovest dalla Selva di Turingia e dal massiccio Harz (Brocken 1.142 m); ancora più a est lungo il confine con la Repubblica Ceca si estende la Sassonia, delimitata a sud-est dai monti Metalliferi e che digrada verso nord nella pianura settentrionale. Quest'ultima termina sulla costa sabbiosa e ricca di dune, che si affaccia sulle isole Frisone Orientali e Occidentali.
Nella zona nordorientale la pianura è attraversata da una fitta rete di corsi d'acqua, formata dall'Elba e dai suoi affluenti (Saale e Munde da sinistra e Havel da destra).
Il clima ha caratteri intermedi tra il clima oceanico dell'Europa settentrionale e quello continentale, con precipitazioni frequenti e distribuite uniformemente nell'arco dell'anno.
Capitale è Berlino, tristemente famosa per il muro, costruito nel 1961, che l'ha divisa in due parti dal secondo dopoguerra al 9 novembre 1989, quando è stato abbattuto, dando l'avvio alla riunificazione dei due paesi.
Altre città sono: Amburgo, Brema, Hannover, Dortmund, Colonia, Düsseldorf, Lipsia, Francoforte sul Meno, Dresda, Stoccarda e Monaco.
Alla fine del secondo conflitto mondiale l'apparato industriale tedesco, nato nella metà dell'800 e sviluppato sino al '39 era completamente distrutto.
Sorprendente fu la ripresa del paese che grazie anche al supporto esterno (piano Marshall), fece registrare dopo il 1950 una completa inversione di tendenza. Oggi la Germania è la terza potenza industriale del mondo, seconda solo agli Stati Uniti e al Giappone.
L'agricoltura ha un'importanza secondaria nel quadro economico globale, penalizzata storicamente dalla suddivisione in microfondi.
Si coltivano cereali, segale (nei climi più freddi e nei suoli più poveri), frumento, orzo, mais e avena (nelle pianure più fertili del meridione).
Importante è la coltivazione delle patate e delle barbabietole nel bacino dell'Elba.
Interessante la produzione di frutta in particolare della vite che permette la produzione di vini pregiati (nelle vallate della Mosella, del Meno e del Neckar, oltre a quella del Reno).
Lo sfruttamento delle foreste è razionalizzato da un accurato piano di rimboschimento che ne impedisce il depauperamento.
L'agricoltura è largamente al servizio dell'allevamento del bestiame, tradizionalmente molto qualificato e remunerativo.
Si allevano prevalentemente bovini e suini e una discreta quantità di animali da cortile.
Fiorente è l'industria collaterale di conservazione della carne e l'industria casearia.
La pesca costiera è praticata in misura modesta, mentre più rilevante è quella d'alto mare fuori dalle acque territoriali, in particolare di aringhe e merluzzi.
L'economia della Germania può contare su una larga disponibilità di materie prime come il carbone, la lignite, l'uranio, lo zinco e i minerali di ferro. Il principale bacino estrattivo è quello della Ruhr da cui si estraggono antracite e lignite.
Di conseguenza, solidissime sono le industrie siderurgica, metallurgica e meccanica; quest'ultima copre una vastissima gamma di prodotti, a cominciare dalla prestigiosa industria automobilistica (Volkswagen e Mercedes Benz).
Molto attive sono anche le industrie per la produzione di macchine utensili, di materiale ferroviario, di macchine agricole, cicli e motocicli, nonché dell'industria navale.
Si producono macchine tessili e per la lavorazione della carta, molto qualificata è anche la meccanica di precisione, l'industria ottica e delle apparecchiature fotografiche, del materiale elettrico ed elettronico.
Le industrie chimica e petrolchimica rappresentano una branca cospicua dell'economia tedesca; la gamma di prodotti è vastissima, dai coloranti ai prodotti farmaceutici, dagli esplosivi ai fertilizzanti, dalle materie plastiche alle fibre artificiali, alle resine sintetiche.
Molto attiva l'industria della raffinazione del petrolio, che conta sui porti settentrionali e su un'adeguata rete di oleodotti.
Fiorentissima l'industria tessile, cotoniera e laniera anche se totalmente dipendente dall'estero per la fornitura della materia prima.
Minore entità rivestono le attività di lavorazione della seta, del lino e della canapa.
Numerose sono le industrie alimentari, zuccherifici, birrifici, in particolare in Baviera, per i quali la Germania è secondo produttore mondiale dopo gli Stati Uniti. Attive sono le industrie della carta, del cuoio e delle pelli (e pellicce), della gomma, dei pneumatici e del tabacco.
Attività tradizionali sono la produzione di vetro e ceramica e di oggetti artigianali: celebre è Norimberga per i giocattoli, le località della Selva Nera per gli orologi a muro o in legno e Mittenwald e Trossingen per gli strumenti musicali.
La recente unificazione delle due Germanie ha posto dei gravi problemi data la difformità dei due sistemi economici.
STORIA Nel I millennio a. C. i germani si insediano tra il Reno e la Vistola, respingendo i celti nella Gallia. Dopo la sconfitta di Varo (9 d. C.), il dominio di Roma si consolida limitatamente alla riva sinistra del Reno, a seguito della vittoria di Germanico su Arminio. Tra il Limes, che la protegge a partire da Traiano, e i barbari, si estendono i campi decumani. Dopo la caduta dell'impero romano d'occidente, si formano vari regni germanici. Il più importante, quello dei franchi, forma nell'800 l'impero carolingio. Nell'842 dalla divisione di questo impero (trattato di Verdun) nasce il regno di Germania.
Nel 962 il sassone Ottone I il Grande, re di Germania e d'Italia, fonda il Sacro Romano Impero germanico. Nel 1024 la dinastia di Franconia, che succede agli Ottoni, si scontra con il papato: ha inizio la controversia delle investiture, contrassegnata dall'umiliazione di Enrico IV a Canossa (1077). Gli svevi (Hohenstaufen), con Federico I Barbarossa (1152-1190) e Federico II (1220-1250), danno avvio alla lotta tra il papato e l'impero che termina con la vittoria di Roma. Il grande interregno, periodo di anarchia, favorisce l'emancipazione dei principati, ma nel 1273 Rodolfo I di Asburgo viene eletto a capo dell'impero. Nel 1356 Carlo IV, con la cosiddetta Bolla d'Oro, fissa le regole dell'elezione imperiale. L'impero, al suo apogeo con Massimiliano I (1493-1519) e Carlo V (1519-1556), vede disgregarsi la propria unità con la riforma protestante. La guerra dei Trent'anni (1618-1648) travaglia il paese e i trattati di Westfalia confermano la divisione religiosa e politica (350 stati) della Germania. Gli Hohenzollern, che ottengono il titolo di re di Prussia (1701), dominano la Germania sotto Federico II (1740-1786) che protegge gli illuministi (Aufklarung).
Nel 1806 Napoleone sostituisce il Sacro Romano Impero con una Confederazione del Reno che esclude la Prussia. Sostenuto da quest'ultima, il nazionalismo germanico si indirizza contro la Francia. Al congresso di Vienna (1815), la Confederazione del Reno viene sostituita da una confederazione germanica (39 stati autonomi) che comprende Prussia e Austria. L'Austria e la Prussia lottano per costituire a loro vantaggio una Grande o una Piccola Germania. La Prussia, con Bismarck, elimina l'Austria (Sadowa, 1866), vince la Francia (1870), proclama l'impero germanico a Versailles e gli aggrega l'Alsazia-Lorena con il trattato di Francoforte (1871). L'espansione industriale, notevole, va di pari passo con la formazione di un potente partito socialista. La prima guerra mondiale si conclude con la sconfitta della Germania (trattato di Versailles, 28 giugno 1919): essa perde l'Alsazia-Lorena e tutte le colonie e i sovrani dell'impero abdicano.
La repubblica di Weimar (12 stati o lander) reprime il movimento spartachista (1919). L'umiliazione dovuta al diktat di Versailles, l'occupazione della Ruhr da parte della Francia (1923-1925) e la miseria che provoca una terribile inflazione, favoriscono l'ascesa del nazionalsocialismo. Nel 1933 Hitler, fuhrer e cancelliere, instaura il Terzo Reich, uno stato dittatoriale centralizzato, fondato su un partito unico, l'eliminazione degli oppositori (messa fuori legge dei comunisti dopo l'incendio del Reichstag; eliminazione delle SA con la cosiddetta notte dei lunghi coltelli), il razzismo (in particolare contro gli ebrei e gli zingari) e una politica di annessione, portata avanti con il pretesto dello spazio vitale. Dopo la militarizzazione della Renania (1936), l'annessione dell'Austria (Anschluss), dei Sudeti (1938) e quella della Boemia-Moravia (1939), si arriva all'aggressione contro la Polonia (affare del corridoio di Danzica) che avvia la seconda guerra mondiale. La Germania invade e occupa la Francia e la maggior parte dei paesi europei, ma cade di fronte alla resistenza della Gran Bretagna e dell'URSS, alleati con gli Stati Uniti. Essa capitola l'8 maggio 1945.
Occupato dalle armate alleate degli Stati Uniti, della Francia, della Gran Bretagna e dell'URSS, il territorio tedesco è limitato all'est dalla linea Oder-Neisse. Le minoranze tedesche vengono espulse dall'Ungheria, dalla Polonia e dalla Cecoslovacchia. Il tribunale di Norimberga giudica i criminali di guerra nazisti. Nel 1948 gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna, decidono la creazione di uno stato federale nelle loro zone di occupazione. L'URSS blocca gli accessi a Berlino Ovest (fino al maggio 1949). Nel 1949 la spartizione viene di fatto ufficializzata con la creazione della Repubblica Federale Tedesca o RFT (23 maggio) e, nella zona di occupazione sovietica, della Repubblica Democratica Tedesca o RDT (7 ottobre). Questi due stati precisano in ogni caso nelle loro costituzioni che la Germania è una repubblica indivisibile e che il popolo tedesco deve perseguire la propria unità.
La Repubblica Federale Tedesca
A seguito delle elezioni vinte dalla CDU, la RFT è governata dal cancelliere K. Adenauer. Con gli aiuti americani (piano Marshall), essa persegue un rapido sviluppo economico. Dopo l'abrogazione dello stato di occupazione (1952), gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna riconoscono con l'accordo di Parigi (1954) la restaurazione della sovranità della RFT come unica rappresentante del popolo tedesco. La RFT entra nella NATO (1955) e aderisce alla CEE (1958). La crisi di Berlino, provocata dall'URSS nel 1958, termina con la costruzione del muro (1961). Con il cancelliere L. Erhard, cristiano democratico, si consegue il miracolo economico. Il cancelliere K. Kiesinger (1966-1969), cristiano democratico, forma un governo di grande coalizione CDU-SPD, mentre il cancelliere W. Brandt, socialdemocratico, forma un governo di piccola coalizione con il partito liberale. Egli basa la propria politica sull'apertura all'est (Ostpolitik). Dopo aver concluso un trattato con l'URSS e riconosciuta la linea Oder-Neisse come frontiera della Polonia (1970), la RFT firma con la RDT il trattato intergermanico del 1972. Con il cancelliere H. Schmidt, socialdemocratico, la coalizione con i liberali si mantiene al potere. Il cancelliere H. Kohl, cristiano democratico, forma un governo di coalizione (1982-1987) con il partito liberale e i verdi fanno il loro ingresso al Bundestag nel 1983. Nel 1989 la RFT deve affrontare i problemi derivanti da un afflusso massiccio di rifugiati della Germania dell'Est e dalle modifiche intervenute nella RDT. Nel luglio 1990 viene definita l'unione economica e monetaria tra la RFT e la RDT. Il trattato di Mosca (settembre) tra i due stati tedeschi, gli Stati Uniti, la Francia, la Gran Bretagna e l'URSS definisce le frontiere della Germania unita, di cui viene restaurata la completa sovranità. I lander, ricostituiti nella Germania dell'Est, aderiscono all'RFT e il 3 ottobre viene proclamata l'unificazione della Germania. Le prime elezioni della Germania unita (dicembre) sono vinte dalla coalizione CDU-partito liberale guidata da H. Kohl. Nel 1994 le elezioni legislative confermano al potere la coalizione CDU-partito liberale guidata da H. Kohl che si trova per la quarta volta alla guida del governo. Nel settembre del 1998 il leader dei socialdemocratici G. Schroeder, vince le elezioni, mettendo fine dopo 16 anni all'era di H. Kohl.
La Repubblica Democratica Tedesca
Nel 1949 si ha la proclamazione della Repubblica democratica tedesca nella zona di occupazione sovietica: W. Pieck diventa presidente e O. Grotewohl primo ministro. La RDT riconosce la linea Oder-Neisse come frontiera con la Polonia e aderisce al Comecon. Nel 1960 W. Ulbricht succede a Pieck alla guida dello stato (presidente del consiglio di stato), mantenendo anche la direzione del partito comunista. Nel 1961, per impedire la forte emigrazione dei tedeschi dell'est verso la RFT, viene costruito un muro che separa Berlino Est da Berlino Ovest. Nel 1971 E. Honecker diviene primo segretario del partito comunista in sostituzione di Ulbricht che rimane alla guida dello stato e nel 1976 Honecker succede a W. Stoph (divenuto capo dello stato nel 1973), mantenendo in tal modo la direzione del partito e la guida dello stato. Stoph riprende la guida del governo. Nel 1989 un esodo massiccio di cittadini della Germania dell'est verso la RFT e importanti manifestazioni che chiedono la democratizzazione del regime provocano, a partire da ottobre, profondi mutamenti: dimissioni dei principali dirigenti (tra cui Honecker e Stoph), apertura del muro di Berlino e della frontiera tra le due Germanie, abbandono di ogni riferimento al ruolo dirigente del partito comunista. Nel 1990 durante le prime elezioni libere (marzo), l'Alleanza per la Germania, di cui la CDU è la formazione principale, riporta una grande vittoria. Il suo leader, Lothar De Maizière, forma un governo di coalizione. I lander di Brandeburgo, Meclenburgo-Pomerania Occidentale, Sassonia, Sassonia-Anhalt e Turingia vengono ricostituiti (luglio) e, con il land di Berlino, aderiscono alla RFT. Il 3 ottobre viene proclamata l'unificazione della Germania.
Abitanti-81.600.000
Superficie-357.170 km2
Densità-228,4 ab./km2
Capitale-Berlino
Governo-Repubblica parlamentare
Moneta-Marco tedesco
Lingua-Tedesco
Religione-Protestante luterana e cattolica, con minoranze musulmane, ortodosse ed ebree

Germania (letteratura) Opera di storia di C. Tacito (98).

Germania (musica) Dramma lirico in un prologo, due quadri e un epilogo di A. Franchetti, libretto di L. Illica (Milano, 1902).

Germania anno zero Film drammatico, italiano (1948). Regia di Roberto Rossellini. Interpreti: Edmund Moeschke, Franz Kruger, Barbara Hintze.

Germania, fiaba d'inverno Opera di poesia di H. Heine (1844).

germànico, agg. (pl.-m.-ci) Degli antichi germani. ~ alemanno, sassone.
In linguistica si dice di lingua o dialetto che appartiene al gruppo di lingue indoeuropee, parlate originariamente dagli antichi germani. I gruppi sono tre, l'orientale a cui appartiene il gotico; il settentrionale comprendente il norvegese, l'islandese, lo svedese e il danese; l'occidentale rappresentato dal tedesco, l'olandese, il frisone e l'anglosassone.

Germànico, Giùlio Césare (Roma 15 a. C.-Antiochia 19 d. C.) Figlio di Nerone Claudio Druso e di Antonia Minore. Condusse, alla morte di Augusto, una serie di campagne in Germania (14-16 a. C.) che gli diedero grande fama, ristabilendo il prestigio romano dopo la sconfitta di Varo. Richiamato in patria da Tiberio, fu da questi inviato in oriente con poteri straordinari. Tradusse i Fenomeni di Arato.

germànio, sm. Elemento chimico di numero atomico 32, peso atomico 72,60 e simbolo Ge. Metallo di colore bianco grigiastro, facilmente cristallizzabile, che si trova nei minerali di zinco, nel carbone e nella germanite. Per raffinazione, con la tecnica della fusione a zona, si ottiene un germanio purissimo che viene impiegato in elettronica come semiconduttore, nei diodi, detector, transistori e raddrizzatori.

germanìsmo, sm. 1 Parola o locuzione peculiare di una lingua germanica. 2 Usanza tipica della Germania.

germanìsta, sm. e sf. (pl.-m.-i) Studioso della lingua e della cultura germanica.

germanìstica, sf. Studio delle lingue, della cultura e della civiltà dei popoli di lingua tedesca.

germanizzàre, v. tr. Rendere germanico.

germanizzazióne, sf. Atto del germanizzare.

germàno, agg. e sm. agg. 1 Nato dagli stessi genitori. 2 Relativo alla popolazione dei germani.
sm. 1 Chi è nato dagli stessi genitori. 2 Appartenente alla popolazione dei germani. 3 Denominazione comune di Uccelli della famiglia degli Anatidi.
Germano reale (Anas platyrhynchos)
Chiamato anche anatra selvatica, uccello acquatico che presenta un accentuato dimorfismo, il maschio con testa verde, petto fulvo, estremità delle ali blu e la femmina con livrea marrone. Vive in stagni, paludi, laghi cibandosi di insetti e piccoli animali acquatici. Cerca il cibo immergendo il capo nell'acqua. È oggetto di caccia per l'ottima carne.

germanofilìa, sf. Apprezzamento particolare della Germania o della sua cultura.

germanofobìa, sf. Avversione per la Germania, per i suoi usi e costumi.

Germàsino Comune in provincia di Como (260 ab., CAP 22010, TEL. 0344).

gèrme, sm. 1 Germoglio. ~ seme. le piantine erano ancora in germe, non ancora sviluppate. 2 Prima cagione. ~ causa. il germe della guerra era una questione economica irrisolta. 3 Figlio. 4 Batterio. ~ bacillo.
 sm. 1 germ. 2 (fig.) seed.
 lat. germen,-inis, da genmen.

Gèrmi, Piètro (Genova 1914-Roma 1974) Regista e attore cinematografico. Di scuola neorealista, collaborò a In nome della legge (1949), Il cammino della speranza (1950), Il ferroviere (1956), L'uomo di paglia (1957), Divorzio all'italiana (1962) e Signore e signori (1966).

germicìda, sm. (pl.-i) Sostanza capace di distruggere i germi. ~ antisettico.
 sm. germicide.

Germignàga Comune in provincia di Varese (3.356 ab., CAP 21010, TEL. 0332).

germìle, o germinale, sm. Settimo mese del calendario repubblicano francese. Iniziava il 21 o il 22 marzo e terminava il 19 o il 20 aprile. ~ germinale.

germinabilità, sf. La tendenza dei semi a germinare.

Germinal Romanzo di É. Zola contenuto nel ciclo I Rougon-Macquart (1885).

germinàle, agg. e sm. agg. Relativo al germe.
sm. Settimo mese del calendario rivoluzionario francese.

germinàre, v. intr. 1 Germogliare. ~ attecchire. 2 Trarre origini.
 v. intr. to germinate.

germinatìvo, agg. Atto a germinare.

germinazióne, sf. Effetto del germinare. ~ sboccio.

germinòma, sm. Tumore della ghiandola pineale.

Germiston Città (155.000 ab.) della Repubblica Sudafricana, nel Transvaal Settentrionale.

Germogli del bosco di Dio Romanzo di S. Ousmane (1960).

germogliaménto, sm. Germogliazione.

germogliàre, v. intr. 1 Svilupparsi in pianta. 2 Emettere germogli. ~ buttare. <> seccarsi. 3 Nascere, sorgere. ~ svilupparsi. cominciavano a germogliare in lui dei pensieri di vendetta.
 v. intr. 1 to bud. 2 (semi) to sprout. 3 (anche fig.) to germinate.
 lat. germiniare.

germogliazióne, sf. Effetto del germogliare.

germóglio, sm. 1 La piantina all'inizio del suo sviluppo. ~ virgulto. 2 L'insieme delle parti vegetali che si sviluppano dalle gemme. ~ butto. 3 Origine. ~ principio.
 sm. 1 bud. 2 (seme) shoot, sprout.
 deriv. da germogliare.

Geroboàmo Primo re del regno d'Israele, dal 925 ca. al 910 a. C. Fu riconosciuto dalle dieci tribù settentrionali che si staccarono da Roboamo, erede di Salomone sul trono di Gerusalemme.

Gerocàrne Comune in provincia di Vibo Valentia (3.127 ab., CAP 88010, TEL. 0963).

gerocòmio, sm. Luogo di ricovero per persone anziane.

gerodèrma, sm. (pl.-i) Sindrome congenita consistente in ipogenitalismo, invecchiamento precoce e voce euconoide. Colpisce soprattutto i maschi e può essere ereditaria.

geroglìfico, agg. e sm. (pl.-m.-ci) agg. Si dice della scrittura che utilizza i geroglifici e dei suoi caratteri.
sm. 1 Unità fondamentale del sistema ideogrammatico degli antichi egizi. ~ ideogramma. 2 Rebus. ~ enigma. 3 Svolazzo, ghirigoro. ~ arzigogolo.
 sm. hieroglyphic.
Scrittura pittografica in uso negli antichi egizi. I segni, conservando la loro forma originaria di pittogrammi, indicarono in seguito un valore fonetico e ideografico aumentando sempre più di numero fino a divenire circa tremila. La scrittura geroglifica fu decifrata nel 1822 dal francese J. F. Champollion.

Geròla Àlta Comune in provincia di Sondrio (267 ab., CAP 23010, TEL. 0342).

Geròla, Filìppo Marcabrùno (Pergine Valsugana, Trento 1914-) Botanico italiano. Ha effettuato importanti ricerche di citofisiologia, citochimica e studi di virus mediante la microscopia elettronica.

Geròla, Gìno (Terragnolo, Trento 1923-) Scrittore italiano, è stato uno dei promotori della rivista Quartiere. Delle opere si ricordano i romanzi La mandria (1987) e Profili dell'altopiano (1993) e i versi Tempo d'avvento (1953).

Gerona Città (71.000 ab.) della Spagna, nella Catalogna.
Gerona
Provincia (510.000 ab.) della Spagna, al confine con la Francia. Si estende nella Catalogna.

Geróne Nome di due tiranni di Siracusa.
Gerone I
(-Siracusa 466 a. C.) Ottenne dal fratello Gelone la città di Gela (485 a. C.) e gli succedette a Siracusa nel 478 a. C. Dopo aver vinto gli etruschi a Cuma nel 474 a. C. impose il suo controllo su Agrigento (472 a. C.). Presso la sua corte vissero personalità della cultura greca quali Pindaro, Eschilo, Simonide, Bacchilide.
Gerone II
(Siracusa 306 a. C.-215 a. C.) Re di Siracusa, comandante militare. Con Pirro combatté nelle guerre di Sicilia; alleato di Cartagine nella prima guerra punica, fu sconfitto da Valerio Massimo (263). Sviluppò l'agricoltura e il commercio e ospitò Archimede, il quale progettò le fortificazioni della città.

geronimiàno, agg. 1 Relativo a San Girolamo. 2 Attribuito a San Girolamo.

geronimìti Membri di una congregazione religiosa. ~ girolamiti.

Gerònimo (storia) (Arizona 1829-Fort Sill 1909) Capo della tribù apache dei chiricahua. Fu a capo della lotta contro la relegazione nelle riserve, ma venne sconfitto nel 1886 ed esiliato a Oklahoma.

Geronimo (cinema) Film western, americano (1994). Regia di Walter Hill. Interpreti: Wess Studi, Jason Patric, Gene Hackman. Titolo originale: Geronimo

gerónte, sm. Nell'antica Grecia, membro della gerusia di alcune città, tra cui Sparta.

geronto- Primo elemento di parole composte tratto da un termine greco che significa "vecchio".

gerontocòmio, sm. Gerocomio.

gerontocrazìa, sf. Governo degli anziani.

gerontofilìa, sf. Attrazione sessuale per le persone anziane.

gerontoiatrìa, sf. Geriatria.

gerontologìa, sf. Studio dell'invecchiamento.

gerontològico, agg. (pl.-m.-ci) Relativo alla gerontologia.

gerontòlogo, sm. Studioso di gerontologia.

Gerósa Comune in provincia di Bergamo (360 ab., CAP 24010, TEL. 0345).

gerosolimitàno, agg. e sm. agg. 1 Di Gerusalemme. 2 Relativo ai Cavaliere dell'ordine di San Giovanni di Gerusalemme, oggi di Malta. ordine gerosolimitano.
sm. 1 Abitante di Gerusalemme. 2 Cavaliere dell'ordine di San Giovanni di Gerusalemme, oggi di Malta.
 lat. Hierosolymitanus, deriv. da Hierosolyma Gerusalemme.

Gèrre de' Capriòli Comune in provincia di Cremona (912 ab., CAP 26040, TEL. 0372).

Gerrèi Regione pianeggiante della Sardegna che comprende il medio corso del fiume Flumendosa e dei suoi affluenti di destra. Il terreno è costituito da rocce porfiriche e scistose del Paleozoico.

Gers Dipartimento (175.000 ab.) della Francia, capoluogo Auch.

gersdorfìte, sf. Arseniosolfuro di nichel. Si presenta in masse granulari o in cristalli monometrici di colore grigio.

Gershwin, George (New York 1898-Beverly Hills 1937) Compositore statunitense, autore di canzoni, commedie musicali e composizioni per pianoforte e orchestra e di jazz sinfonico, interprete della musica d'intrattenimento e del mondo artistico teatrale di Broadway. Tra le sue opere, Swanee (1919), Oh, Lady, Be Good! (1924), Rhapsody in Blue (1924), The Man I love (1927), Fanny Face (1927), An American in Paris (1928), Second Rhapsody (1932), Cuban Ouverture (1932), Porgy and Bess (1935).

Gertrud Film drammatico, danese (1964). Regia di Theodor Dreyer. Interpreti: Nina Pens Rode, Bendt Rothe, Ebbe Robe. Titolo originale: Gertrud

Gertrude di Helfta (Turingia 1256-Helfta 1302) Santa e mistica tedesca. Fu promotrice della devozione per l'umanità di Cristo e per il Sacro Cuore.

gerùndio, sm. Forma non finita del verbo, con valore causale, modale, ipotetico o temporale. il gerundio semplice di avere è avendo.
 lat. tardo gerundium, deriv. da gerundus, da gerere agire.

gerundìvo, agg. e sm. agg. Relativo al gerundio.
sm. Forma aggettivale passiva del tempo latino.

Gerusalèmme Città della Palestina centrale (470.000 ab.), sulle colline della Giudea. Nel 1948 venne divisa politicamente tra lo stato di Israele e il regno di Giordania; la divisione prevedeva una linea di demarcazione che attribuiva a Israele la parte moderna dell'abitato, mentre il nucleo antico spettava allo stato giordano. Nel 1967, con la guerra dei sei giorni, Israele occupò la parte giordana, annettendola nel 1980 e dichiarando Gerusalemme capitale indivisibile dello stato israeliano.
La città venne fondata prima del II millennio a. C. (è già citata nelle tavolette di Ebla, risalenti al 2300 a. C. ca.) e fu occupata dagli ebrei verso il 1400 a. C. Nel X sec. David la nominò capitale del suo regno, ma dal 925 a. C. (morte di Salomone) iniziò la decadenza e dal VI sec. a. C. subì una serie interminabile di conquiste, saccheggi e relative ricostruzioni, a opera dei babilonesi (598 e 587 a. C.), cui seguì la ricostruzione operata da Ciro che consentì il ritorno agli ebrei deportati (538), di Alessandro (331 a. C.), dei Tolomei e dei Seulicidi di Siria. Fu conquistata anche dai romani (Pompeo) nel 63 a. C., per passare poi ad Antipatro e a Erode il Grande, morto il quale divenne provincia romana retta dal procuratore di Cesarea (6 d. C.). Per le continue rivolte, nel 70 d. C. venne distrutta dalla campagna militare di Tito, per poi diventare nel 132 colonia romana di Aelia Capitolina. Nel 638 passò agli arabi dopo essere stata a lungo contesa da persiani e bizantini. Nel 1099 i crociati la strapparono al califfo d'Egitto, divenendo quindi capitale del regno omonimo. Dopo l'occupazione del Saladino (1187) fu contesa tra cristiani ed egiziani ai quali restò fino al 1517. In seguito fu occupata dai turchi ai quali rimase fino al 1917. Nel 1919, con la pace di Versailles, diventò la capitale della Palestina. Nel 1948 fu divisa in due zone, una annessa alla Giordania e l'altra a Israele; Dopo la guerra dei sei giorni (1967) Israele ha riunificato la città, unificazione non riconosciuta dalla comunità internazionale.

Gerusalemme (letteratura) Opera di poesia di W. Blake (1804).

Gerusalemme Liberata Poema in 20 canti, in ottave, di T. Tasso (1580-1584). L'opera è dedicata ad Alfonso II d'Este, signore di Ferrara, al servizio del quale l'autore era stato dal 1572. Il poema si svolge sullo sfondo della prima crociata (1096-1099). Il Tasso ritiene l'argomento di carattere cristiano ideale per un poema in quanto la fede legittima il meraviglioso: gli interventi soprannaturali, di Dio, degli angeli o anche delle potenze infernali appaiono verosimili perché fanno parte delle verità di fede. La materia scelta era abbastanza lontana nel tempo da consentire la più ampia libertà di invenzione poetica, ma abbastanza vicina agli interessi del pubblico. In effetti, la presenza dei turchi nel Mediterraneo era un motivo di costante preoccupazione e argomento di attualità dopo la battaglia di Lepanto (1571) nella quale la coalizione cristiana aveva battuto la flotta turca.
L'opera inizia con l'arrivo a Gerusalemme dell'esercito crociato agli ordini di Goffredo di Buglione e narra le fasi alterne dell'ultima fase dell'assedio, i duelli, le battaglie, gli incantesimi e le sofferenze affrontate dai crociati per la conquista della città. Protagonista è Goffredo di Buglione, duca di Lorena, capo dell'impresa voluta da Dio (il primo titolo del poema era Goffredo, mentre l'apertura conferma questa posizione: Canto l'armi pietose e il capitano / che il gran sepolcro liberò di Cristo). Ai personaggi storici, come Boemondo di Taranto e Tancredi, eroe fortissimo e tormentato, il poeta aggiunge personaggi di fantasia come Rinaldo, l'eroe destinato a superare le ultime insidie diaboliche che impediscono la conquista di Gerusalemme. Altri personaggi importanti sono: nel campo cristiano: Pier l'Eremita, promotore della crociata; il mago cristiano di Ascalona che aiuta a rintracciare Rinaldo; Carlo e Ubaldo, guerrieri cristiani che recuperano Rinaldo alle isole Fortunate; nel campo pagano: Solimano, valoroso condottiero; Argante, fortissimo eroe; Aladino, re di Gerusalemme; Emireno, il capo dell'esercito egiziano che aiuta i pagani; il mago pagano Ismeno che getta un incantesimo sulla selva di Saron; Armida, la bella maga, strumento dei piani di Satana, la quale cattura con le sue magie i migliori guerrieri cristiani e li trattiene in un castello; Clorinda, valorosa guerriera amata da Tancredi; Erminia, figlia del re di Antiochia spodestato dai crociati, innamorata di Tancredi.
Accanto ai personaggi umani, agisce, inoltre, tutta una folla di personaggi soprannaturali tra i quali lo stesso Dio; l'arcangelo Gabriele; l'arcangelo Michele; Satana, che tenta di contrastare i crociati; la furia Aletto, che mette discordia nel campo cristiano.
La Gerusalemme liberata è un'opera complessa la cui lettura è possibile su diversi piani. Per l'autore doveva essere un esempio di perfetto poema cristiano, che celebrasse la maestà della religione cristiana e delle istituzioni della Chiesa che ne è depositaria.
Al piano religioso, si affianca l'esaltazione della bene ordinata civiltà di corte, con i suoi rituali della scherma e le sue regole della cavalleria, dei quali il Tasso venne ritenuto un maestro, grazie alle impeccabili rappresentazioni di duelli e battaglie.
Su questi due piani principali si innestano la visione idilliaca di un mondo pastorale che occupa il canto VII, nel quale un pastore fa l'elogio della vita naturale e della campagna, come rifugio dallo scenario drammatico della guerra, e l'esaltazione dell'amore come attrazione svincolata da ogni legge, anche se spesso fonte di sofferenza, come dimostrano gli esempi degli amori impossibili di Armida per Rinaldo, di Tancredi per Clorinda e di Erminia per Tancredi. Gli episodi relativi sono altrettante deviazioni dalla meta della conquista di Gerusalemme, ma introducono nell'opera una poesia fortemente sentita dall'autore che si immedesima nei suoi eroi e dà il meglio di sé dal punto di vista poetico.
Di recente sono state avanzate interpretazioni di carattere simbolico, tenuto anche conto della funzione importante che i luoghi simbolici (la selva incantata, il castello di Armida, le isole Fortunate, la campagna pastorale di Erminia) occupano nell'economia dell'opera. Indipendentemente dalle interpretazioni possibili, il libro può essere letto come espressione di una prorompente forza e invenzione poetica che tanta influenza ha esercitato ed esercita sulla poesia italiana.

Gervaise Film drammatico, francese (1956). Regia di René Clement. Interpreti: Maria Schell, François Périer, Suzy Delair. Titolo originale: Gervaise

Gervàsio e Protàsio Santi ravennati. Figli di San Vitale e Santa Valeria, furono martiri a Milano in epoca incerta. Sant'Ambrogio trovò i loro resti nel 386 e venne in seguito con loro sepolto.

Gervinus, Georg Gottfried (Darmstadt 1805-Heidelberg 1871) Critico letterario. Tra le opere Storia della letteratura poetica nazionale dei tedeschi (1835-1842).

GESCAL Sigla di Gestione Case per Lavoratori.

Gésico Comune in provincia di Cagliari (1.020 ab., CAP 09040, TEL. 070).

Gesneriàcee Famiglia di piante erbacee, arboree o arbustacee dell'ordine delle Tubiflore, spontanee nelle regioni tropicali e subtropicali. Hanno foglie opposte e fiori ermafroditi irregolari.

gessàre, v. tr. 1 Spargere gesso. ~ ammendare. 2 Sottoporre il vino in fermentazione a opportuni trattamenti con il gesso.

Gessàte Comune in provincia di Milano (4.693 ab., CAP 20060, TEL. 02).

gessàto, agg. e sm. agg. 1 Impregnato di gesso. 2 Detto di stoffa scura con sottili righe nere.
sm. Abito confezionato con tessuto gessato.

gessatùra, sf. Trattamento con gesso.

gessétto, sm. 1 Bastoncino di gesso bianco o colorato per scrivere sulla lavagna. 2 Piastrina di steatite usata dai sarti.

Gèssi, Ròmolo (Istanbul 1831-Suez 1881) Esploratore. In qualità di governatore della provincia egiziana di Bahr-el-Ghazal, esplorò il lago Alberto e il Sudan.

gessificazióne, sf. Procedimento che trasforma una sostanza in gesso.

gèsso, sm. 1 Solfato di calcio idratato. 2 Polvere ottenuta per macinazione del minerale omonimo. 3 Statua o bassorilievo fatto di gesso. ~ calco. 4 Pezzo di gesso per scrivere sulla lavagna.
 sm. 1 chalk. 2 (ingessatura) plaster cast. 3 (minerale) gypsum.
Minerale, solfato di calcio biidrato, monoclino, limpido, in cristalli incolori, allungati. I cristalli in aggregati facilmente sfaldabili, talvolta a rosetta, formano la rosa del deserto. Comune in Romagna, Emilia, Toscana, Sicilia. In masse compatte il gesso forma rocce chiamate alabastro gessoso. La polvere ricavata dal minerale, aggiunta all'acqua, è usata in edilizia, nella gessatura e per gli stucchi. La selenite (o specchio d'asino) è la varietà a grandi cristalli e sfaldatura perfetta; la sericolite è la varietà fibrosa a lucentezza sericea.

Gessopaléna Comune in provincia di Chieti (1.915 ab., CAP 66010, TEL. 0872).

gessóso, agg. 1 Di gesso. 2 Ricco di gesso. 3 Che è simile al gesso.

gèsta, sf. 1 Famiglia. 2 Impresa. ~ epopea. 3 (nel pl.) Imprese memorabili. ~ azioni.

Gesta del Buddha, Le Opera di poesia di Asvaghosa (II sec.).

Gesta del Cid, Le Dramma di G. de Castro (secc. XVI-XVII). L'opera ha per soggetto la storia di Rodrigo Diaz de Vivar famoso guerriero spagnolo dell'XI secolo, le cui imprese costituirono la base della grande epica nazionale spagnola. Noto ai mori come el Cid (signore), nel 1081 fu esiliato dalla Castiglia da Alfonso VI per l'ostilità di altri nobili. Passato al servizio di altri governatori, rimase sempre leale verso il suo re. Nel 1094 si impadronì della città musulmana di Valencia e la governò fino alla morte avvenuta nel 1099.

Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico Prosa di A. Jarry (postuma, 1911).

Gestalt, psicologìa délla Psicologia della forma, dal tedesco Gestaltpsychologie. Indirizzo psicologico sviluppatosi in Germania alla fine del 1800, con indagini sul processo delle percezioni. Fondata da M. Wertheimer, K. Koffka, W. Koehler e K. Lewin, contrapponendosi all'associazionismo, sosteneva che il processo delle percezioni non è più inteso come l'unione di singoli dati percettivi, ma come organizzazione di questi ultimi secondo forme il più possibile regolari e simmetriche.

gestànte, sf. Donna incinta. ~ gravida.

Gestapo Polizia segreta di stato creata dopo la presa di potere di Hitler. Il termine è l'abbreviazione di Geheime Staats Polizei. Ideata nel 1933 da H. Göring su ordine di Adolf Hitler per reprimere in Prussia l'opposizione interna, passò nel 1936 alle dipendenze di H. Himmler, già comandante delle SS In quello stesso anno, venne istituito l'ufficio supremo per la sicurezza del Reich controllato dalla Gestapo che venne guidata da Reinhard Heydrich. Dal 1944 l'organizzazione svolse compiti di spionaggio militare. Fu condannata dal tribunale di Norimberga per i crimini compiuti contro gli ebrei e gli avversari politici.

gestatòrio, agg. Detto della sedia su cui veniva portato il papa nelle funzioni solenne.

gestazióne, sf. 1 Stato interessante, maternità. ~ gravidanza. 2 Preparazione, progettazione. ~ incubazione.
 lat. gestatio,-onis, deriv. da gestare.

gestìbile, agg. Che può essere gestito.

gesticolaménto, sm. Modo o atto del gesticolare.

gesticolàre, v. intr. Fare gesti con eccitazione.
 v. intr. to gesticulate.
 lat. tardo gesticulari, deriv. da gestus,-us gesto.

gesticolazióne, sf. Gesticolamento.

gesticolìo, sm. Un gesticolare senza interruzione.

gestionàle, agg. Che si riferisce alla gestione di una azienda.
 agg. operational, managerial.

gestióne, sf. Amministrazione di una azienda. ~ conduzione.
 sf. 1 management. 2 (guida) running.
 lat. gestio,-onis, deriv. da gestus, p.p. di gerere portare.

gestìre, v. v. tr. Amministrare. ¤~ dirigere.
 v. tr. 1 to manage. 2 (guidare) to run. 3 (trattative) to conduct.
 deriv. da gestione.
v. intr. Accompagnare le parole con i gesti. ~ gesticolare. per migliorare come attore deve gestire di più con le mani.
 lat. gestire esprimere con gesti, deriv. da gestus,-us gesto.

gèsto, sm. 1 Movimento del corpo dotato di significato. ~ cenno. 2 Azione. ~ comportamento.
[plurale: i gesti (movimenti), le gesta (imprese)]
 sm. 1 sign, gesture. 2 (fatto con la mano) wave.
 lat. gestus,-us, deriv. da gestus, p.p. di gerere compiere.

gestóre, sm. Chi gestisce. ~ esercente.
 sm. director, manager.

gestòsi, sf. Malattie causate dalla gravidanza.

gestuàle, agg. 1 Che si basa sul gesto. 2 Detta di pittura degli anni '50, non figurativa.

gestualità, sf. Il complesso dei gesti di una persona intesi come mezzo espressivo.

Gèsturi Comune in provincia di Cagliari (1.480 ab., CAP 09050, TEL. 070).

Gesù Crìsto Il fondatore del cristianesimo e della sua chiesa, secondo la quale Gesù Cristo è riconosciuto figlio di Dio, il Messia predetto dai profeti, seconda persona della Santissima Trinità, incarnato nella Vergine Maria per opera dello Spirito Santo allo scopo di liberare il mondo dal peccato e dalla morte. In lui sussistono sia la natura umana che quella divina. Le fonti più importanti per la conoscenza della personalità di Gesù sono senza dubbio i quattro Vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca e Giovanni); tuttavia non bisogna dimenticare le fonti pagane, ebraiche o cristiane, le quali confermano in modo univoco che Gesù non è una figura mitica ma una persona realmente esistita. La data di nascita esatta è incerta, ma può essere dedotta da tre indicazioni contenute nei Vangeli di Matteo e di Luca: Gesù aveva circa trent'anni quando fu battezzato da Giovanni Battista, perciò la sua nascita deve essere posta un po' prima dell'inizio dell'era cristiana calcolato nel VI secolo; il censimento di Quirino, legato romano della Siria, coincide con questa nascita e non può essere avvenuto che verso il 4 a. C., nel momento della successione di Erode il Grande; il fenomeno astronomico osservato alla nascita di Gesù, del quale narrano i vangeli, è avvenuto sicuramente nel 5 o 4 a. C., anni nei quali gli astronomi cinesi osservarono alcune comete. Il 4 a. C. è l'unico anno compatibile con queste tre indicazioni. La nascita di Gesù è circondata da mistero, ma i Vangeli sono concordi nell'affermare che Gesù era figlio di Maria e che Giuseppe in seguito sposò Maria e divenne padre legale del piccolo. Secondo Matteo e Luca il luogo della nascita di Gesù fu Betlemme. È fuori discussione il fatto che Gesù trascorresse la sua infanzia e la sua giovinezza a Nazareth, oscura borgata della Galilea. Gesù visse come qualsiasi bambino giudeo e ricevette un nome ebraico, Jeshua, molto comune tra gli ebrei di allora (Gesù in ebraico significa Dio è la salvezza; Cristo significa l'Unto dal Signore, il consacrato e il Messia, Colui che è stato inviato da Dio). Giuseppe era carpentiere e muratore e molto probabilmente insegnò il mestiere al figlio. Giuseppe morì prima che Gesù iniziasse la sua predicazione ed essendo Gesù il maggiore dei figli (aveva alcune sorelle di cui non si conoscono i nomi e quattro fratelli di nome Giacomo, Giuseppe, Giuda e Simone) dovette pensare alla propria famiglia. Questo può anche spiegare il fatto per cui Gesù sia rimasto celibe nonostante l'uso ebraico del matrimonio in giovane età. Anche se artigiano in un villaggio Gesù ebbe una certa istruzione: sapeva leggere e parlava, oltre l'aramaico sua lingua materna, un po' di ebraico e di greco, lingue parlate in alcune regioni della Palestina. Verso i trent'anni la vita di Gesù cambiò completamente. I quattro Vangeli sono concordi nell'indicare che l'inizio di questo nuovo periodo coincise con l'incontro di Giovanni Battista. Come molte altre persone Gesù, conquistato dalla predicazione di Giovanni, si fece battezzare da lui nel Giordano. Questo avvenimento è riferito nei Vangeli in modo sintetico, mentre l'accento viene posto sul miracolo avvenuto subito dopo. Il Vangelo di Marco, che è il più antico e il più chiaro, narra che Gesù ebbe una visione e la percezione di una dichiarazione rivoltagli da Dio. I tre Vangeli sinottici affermano che subito dopo Gesù si ritirò nel deserto, dove fu tentato da Satana. Il fatto non è per nulla strano, in quanto per gli ebrei il deserto era nello stesso tempo il luogo dell'incontro con Dio e con lo spirito del male. È certo che dopo il battesimo Gesù non tornò a casa e rimase presso il Battista come discepolo. Questa fase durò qualche mese, poi i due si separarono e Gesù iniziò a autonomamente a predicare alle folle in Galilea e nelle sinagoghe. Secondo i primi due Vangeli l'arresto di Giovanni Battista fece sì che Gesù tornasse in Galilea e si dedicasse alla predicazione itinerante. Per la fase successiva della vita di Gesù i Vangeli forniscono una documentazione molto più abbondante. Il problema a questo punto è quello di collocare temporalmente la cacciata dei mercanti dal Tempio di Gerusalemme. Secondo i Vangeli sinottici tale avvenimento si sarebbe verificato verso la fine della vita pubblica di Gesù, pochi giorni prima della crocifissione. Ma se così fosse i racconti del processo farebbero cenno a questo avvenimento, per il quale Gesù avrebbe anche potuto essere processato, ma di esso non si trova nessuna traccia. Il vangelo di Giovanni o quarto Vangelo colloca invece questo avvenimento all'inizio della vita pubblica di Gesù, sicuramente in maniera arbitraria, ma forse più veritiera. Quindi questo gesto ebbe sicuramente una grandissima eco nella popolazione palestinese, attribuendo a Gesù un'enorme reputazione e soprattutto l'ostilità di tutte la autorità ebraiche. Dopo la cacciata dei mercanti dal Tempio Gesù si trasformò da oscuro predicatore in una figura carismatica, disprezzata da alcuni ma ammirata da molti. Questo fece sì che Gesù, oltre a doversi nascondere, dovesse anche sopportare vari tipi di pressione da parte della folla o dei suoi partigiani, resi impazienti dalla lentezza della sua azione. Egli cercò in ogni momento di resistere a queste pressioni e nello stesso tempo di fare concessioni. Così acconsentì ad entrare trionfalmente in Gerusalemme tra le acclamazioni della folla, ma in modo pacifico e modesto. La seconda parte della vita di Gesù dopo la cacciata dei mercanti dal Tempio fu sicuramente più movimentata, mentre i suoi insegnamenti continuarono sulla linea precedente. I Vangeli danno a questo periodo una durata variabile da due a tre anni; ciò che si può affermare è che Gesù si recò a Gerusalemme più di una volta e sempre in occasione dei pellegrinaggi per le feste religiose. Bisogna quindi considerare la durata dell'attività pubblica di Gesù in modo tale da includere almeno due feste della pasqua ebraica, una con la cacciata dei mercanti e l'altra conclusasi con l'arresto di Gesù. La vita pubblica di Gesù fu costituita da viaggi continui. Inizialmente si recò in Galilea poi alcuni racconti parlano del suo passaggio a Nazareth, Nain, Betsaida, Corazin, nelle borgate della pianura di Genezaret situate sulle rive del lago di Tiberiade o di Galilea, a Dalmanuta e Magadan. Fece spesso visita al porto di Cafarnao, sulla riva nord del lago, dove sembra avesse a disposizione una casa, forse quella di Simon Pietro. In questo luogo trovò molti dei suoi fedeli compagni e le folle più entusiaste. Si hanno scarse informazioni dell'attività di Gesù in Samaria; molto probabilmente questa regione come anche la Perea furono zone di passaggio nei suoi viaggi. In Giudea Gesù insegnò soprattutto a Gerusalemme in occasione delle sue visite. Qui egli aveva come dimora per la notte il Monte degli Ulivi, a est del Tempio, e alcuni testi precisano il giardino chiamato Getsemani. A Betfage, tre chilometri a est di Gerusalemme, Gesù venne ricevuto da molti amici tra i quali Simone il lebbroso, e secondo il Vangelo di Giovanni dalla famiglia di Lazzaro. I quattro Vangeli presentano sempre Gesù come un predicatore popolare, un eccezionale taumaturgo, un brillante conversatore e polemista e un grande trascinatore di folle.
La predicazione di Gesù si diversificò da quella di Giovanni Battista in quanto Gesù affermava la reale presenza del regno di Dio tra gli uomini, cioè la buona novella. Era sufficiente credere: Dio avrebbe dato a chiunque una vita nuova. Inoltre per farsi comprendere dalla folla Gesù usò sempre un linguaggio molto vario utilizzando spesso parabole tratte dalla vita del popolo, alcune molto semplici altre volutamente avvolte di mistero. I quattro Vangeli canonici presentano Gesù come un predicatore ma anche come autore di miracoli e questo risulta essere un problema molto delicato per chi intende elaborare una biografia di Gesù. Sicuramente per i suoi contemporanei Gesù fu un grande taumaturgo. Il Vangelo di Marco afferma che Gesù, mosso dalla pietà verso coloro che gli chiedevano aiuto, iniziò a guarire, e, sempre per pietà, sedò la tempesta e moltiplicò i pani e i pesci. Gesù compì miracoli solo quando questi gli furono richiesti. Per le sue doti taumaturgiche egli venne accusato di magia. I racconti di questi miracoli ci danno la certezza che Gesù si comportò da guaritore ed esorcista e ricorse alle tecniche terapeutiche del suo tempo: tocchi delle mani, uso della saliva, parole misteriose ecc. Gesù possedeva sicuramente doti speciali che gli permisero di compiere atti inesplicabili agli occhi degli uomini del suo tempo; si deve quindi prestare attenzione a non considerare i vari miracoli come semplici leggende. Gesù non fu solo il guaritore e il profeta del popolo, ma durante la sua vita entrò in contatto con persone di qualsiasi ceto. Non rifiutò mai nessun invito e fu ospitato da persone benestanti come da gente tenuta ai margini della società. Incontrò farisei, dottori della legge e scribi e con tutti ebbe discussioni e polemiche di vario genere. Nella sua attività itinerante non fu mai solo. I Vangeli sono concordi nell'affermare che egli reclutò e formò un certo numero di uomini che divennero suoi compagni. Sicuramente il numero di discepoli variò secondo i vari momenti e tra questi molti erano pescatori. Quando Gesù iniziò a essere ricercato questi uomini cercarono di restargli vicino. Con il tempo si formò un gruppo di dodici discepoli, probabilmente in rappresentanza delle dodici tribù d'Israele. Questi dodici uomini accompagnarono Gesù per servirlo, ma anche per avere da lui un'istruzione. Lo scopo era quello di formare predicatori capaci di presentare il vangelo come faceva il Maestro. Tra questi dodici tre furono particolarmente vicini al Maestro: Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, e Simone Bar-Jona, chiamato Pietro. Dopo due anni di vita di predicazione Gesù venne arrestato. I quattro Vangeli canonici offrono un dettagliato resoconto dei giorni prima della morte, anche se restano alcuni problemi. Il primo riguarda l'atteggiamento di Gesù nei confronti della morte. Il quarto Vangelo ci riferisce che Gesù fin dall'inizio sapeva della sua fine, ma è anche vero che Gesù accettò la sua sorte dopo una drammatica lotta interiore, poco prima del suo arresto. In tutto questo si può vedere un'influenza teologica legata al concetto della pietà cristiana. Il secondo problema riguarda la natura giuridica del processo a Gesù. Forse ci furono due processi: uno davanti al sinedrio di Gerusalemme e l'altro davanti al procuratore romano Ponzio Pilato. Secondo la maggior parte degli storici, davanti al sinedrio non ci fu un vero processo, ma semplicemente un interrogatorio da parte del sommo sacerdote e del suo consiglio. Solo il governatore Ponzio Pilato giudicò Gesù e questo fa supporre che l'accusa fosse quella di turbativa dell'ordine pubblico. Per questi avvenimenti il quarto Vangelo è il più fedele alla realtà storica. Il terzo problema è rappresentato dalla cronologia degli avvenimenti della Passione, per la quale si riscontrano contraddizioni tra il Vangelo di Giovanni e i tre sinottici. L'unica cosa certa è che Gesù morì un venerdì coincidente in quell'anno con il primo giorno della festa ebraica, probabilmente il 7 aprile del 30. Tutto il resto è molto incerto. Con molta probabilità passarono due o tre giorni tra l'arresto di Gesù e la sua esecuzione e non solo dodici ore come riferito nel Vangelo di Marco. La passione fu breve. Gesù sentendosi in pericolo confidò ai suoi discepoli durante una cena la sua certezza di morire. Giuda, uno dei dodici discepoli, facilitò l'arresto del suo maestro durante la notte per evitare qualsiasi sommossa popolare. Gesù, interrogato dal sommo sacerdote, riuscì a discolparsi da qualsiasi accusa e quindi si dovette dare al processo una veste politica. Venne accusato di aver aspirato a regnare sul popolo ebreo. Secondo la tradizione cristiana il procuratore avrebbe avuto qualche esitazione a condannarlo, ma questo sembra inverosimile, visto il carattere violento e autoritario di Pilato. Gesù venne picchiato dalle guardie e portato in uno stato pietoso sulla collina del Golgota, fuori dalle mura, a nord ovest della città, quasi certamente nel punto indicato dalla tradizione. Venne quindi crocefisso; le brevi parole che gli evangelisti gli mettono in bocca in questo momento non sono altro che la traduzione di qualche grido appena articolato; fortunatamente la morte non tardò a venire. La scena della sepoltura di Gesù da parte di Giuseppe d'Arimatea, notabile giudeo simpatizzante di Gesù, va ritenuta reale, come anche il luogo della sua tomba. I quattro Vangeli canonici raccontano come Maria di Magdala, recandosi sulla tomba di Gesù la domenica, la trovò vuota. Secondo gli stessi Vangeli Gesù era risorto e apparve in seguito a Maria di Magdala, ai discepoli sulla strada per Emmaus e a Gerusalemme. Dopo quaranta giorni nei pressi di Gerusalemme Gesù apparve di nuovo ai discepoli e ascese al cielo (festività dell'Ascensione).

Gesù fate luce Racconto di D. Rea (1950).

Gesù, chièsa dél Si tratta della prima chiesa gesuita in Roma. La Compagnia di Gesù fu fondata dallo spagnolo Ignazio di Loyola (1491-1556) nel 1540, tre anni dopo la sua venuta a Roma. Presi i voti nel 1521, dopo aver abbandonato la carriera militare, svolse la sua missione negli anni del Concilio di Trento (1545-1563) che stabilì i canoni della Controriforma. La chiesa del Gesù fu iniziata nel 1568 dall'architetto Vignola, in seguito alla richiesta del cardinale Alessandro Farnese; i lavori si conclusero nel 1584, anno della consacrazione. Tre anni dopo l'inizio della costruzione, Giacomo della Porta cominciò a lavorare al progetto della facciata, il cui stile influenzò poi anche altre chiese: è disposta su due ordini, sovrastati da un doppio timpano e mossi da colonne incassate. La pianta è a croce latina, con un'unica navata centrale ampia e luminosa e ai lati i pulpiti e le cappelle. La cappella di Sant'Ignazio, sul lato sinistro entrando in chiesa, fu realizzata tra il 1696 e il 1700 a opera di Andrea Pozzo, frate gesuita. Raccoglie i resti di Ignazio di Loyola e nella nicchia trova posto una statua del santo in marmo e argento, ornata da preziose colonne in lapislazzuli e da rilievi in bronzo. Di fianco all'altare, le statue allegoriche La Fede che trionfa sull'Idolatria (opera di Giovanni Theodon) e La Religione che abbatte l'Eresia (opera di Pierre Legros) illustrano il chiaro messaggio della Controriforma e della teologia dei Gesuiti. Sulla destra, la cappella di S. Francesco Saverio ricorda un famoso missionario morto in Cina nel 1552. Abbelliscono la chiesa anche notevoli affreschi di diverse epoche: La Madonna della Strada, figura risalente al Quattrocento che proviene dalla facciata di un'altra chiesa poco distante e gli affreschi di Giovanni Battista Gaulli, detto il Baciccia, che ornano la volta e la cupola. In particolare, Il Trionfo del nome di Gesù, sulla volta della navata, forma uno straordinario insieme con i rilievi (opera di Antonio Raggi), mentre sulla cupola sono affrescate anche scene del Vecchio Testamento. Infine, nell'abside, un'altra opera del Baciccia è L'adorazione dell'Agnello. Un'ultima opera degna di nota conservata nella chiesa è il busto di S. Roberto Bellarmino, situato all'ingresso sulla destra. L'opera è del Bernini e ricorda un teologo della Controriforma morto nel 1621.

Gesuàldo Comune in provincia di Avellino (4.061 ab., CAP 83040, TEL. 0825).

Gesuàldo Càrlo, Prìncipe di Venósa (Napoli 1560-1613) Compositore. Autore di madrigali a cinque voci (sei libri, 1594-1611) e mottetti (due libri).

gesuàti Membri di una congregazione religiosa che venne fondata dal beato Giovanni Colombini nel 1360 per porgere assistenza agli infermi e che fu soppressa nel 1668 da Clemente IX.

gesuìta, sm. 1 Religioso dell'ordine di Sant'Ignazio di Loyola. 2 Persona ipocrita. ~ calcolatore.
 sm. Jesuit.
I gesuiti appartengono alla congregazione religiosa (Compagnia di Gesù), fondata da sant'Ignazio di Loyola per svolgere azione di predicazione, catechizzazione e insegnamento, al servizio del papa, per la diffusione del cristianesimo e la difesa della chiesa. Fu approvata da Paolo III nel 1539 e definitivamente nel 1540 con la bolla Regimini militantis. I gesuiti, organizzati secondo una rigida gerarchia facente capo al generale, assumevano insieme ai voti di castità, obbedienza e povertà il voto di completa obbedienza al pontefice. Assunsero ben presto una grande influenza anche in campo politico. Il rigore dell'ordine portò all'espulsione dal Portogallo, dalla Spagna e dalla Francia fino alla definitiva soppressione dell'ordine da parte di Clemente XIV nel 1773. Dopo la rivoluzione francese, venivano ristabiliti da Pio VII nel 1814. Dedicatisi all'insegnamento e all'istruzione dei giovani, hanno aperto scuole, collegi e università.

Gesuita moderno, Il Opera di politica di V. Gioberti (1846-1847).

gesuìtico, agg. (pl. m.-ci) 1 Dei gesuiti. 2 Di persona ipocrita.

gesuitìsmo, sm. 1 Sistema morale e norma di vita dei gesuiti. 2 Arte subdola di governare.

Gèta, Lùcio (Milano 189-212) Figlio di Settimio Severo, fu augusto dal 209 insieme al fratello Caracalla e imperatore romano dal 211. Il fratello lo fece uccidere.

Getaway Film poliziesco, americano (1972). Regia di Sam Peckinpah. Interpreti: Steve McQueen, Ali MacGraw, Ben Johnson. Titolo originale: The Getaway

Getsèmani Giardino situato ai piedi del monte degli Olivi, nella parte orientale di Gerusalemme. Luogo di preghiera prediletto di Gesù, fu qui che egli venne arrestato prima della Passione.

gettacàrte, sm. invar. Cestino per la carta straccia.

gettàre, v. v. tr. 1 Lanciare lontano con forza. ~ scagliare. gettare polvere negli occhi, ingannare qualcuno. 2 Mandare fuori. gettare profumo. 3 Germogliare. ~ germinare. <> seccarsi. 4 Sciupare. ~ sperperare. <> risparmiare. gettare i soldi. 5 Lanciare sul mercato. ogni anno gettano un nuovo prodotto innovativo.
v. rifl. 1 Lasciarsi cadere. ~ precipitare. per la disperazione si è gettato dal balcone. 2 Sfociare. ~ immettersi.
 v. tr. 1 to throw. 2 (scagliare) to hurl, to fling. 3 (edil.) to lay. v. rifl. 1 (sfociare) to flow into.
 lat. iectare, da iacere gettare.

gettàta, sf. 1 Colata di metallo fuso o di calcestruzzo. 2 Germoglio. ~ getto. 3 Diga marittima costruita con pietre accumulate sul fondo. ~ frangiflutti. 4 Tiro. ~ traiettoria.
 sf. 1 (colata) cast. 2 (diga) jetty.

gettàto, agg. 1 Scagliato, buttato. 2 In musica, balzato. 3 Sprecato.

gettatóre, sm. 1 Chi getta. 2 Chi versa nelle forme metallo liquefatto, cera, gesso per lavori di getto.

gèttito, sm. 1 Ciò che si getta al mare, per alleggerire il natante. 2 Resa. ~ rendimento. <> uscite.
 sm. revenue, yield.

gètto, sm. 1 Lancio. ~ tiro. getto del peso, nello sport; arma da getto. 2 Emissione di gas o liquido. ~ flusso. il getto di sangue era continuo. 3 Germoglio. ~ pollone. 4 Colata di metallo fuso o calcestruzzo. ~ fusione.
 sm. 1 throw. 2 (liquido, gas ecc.) spout, jet. 3 (a getto continuo) uninterruptedly, non-stop. 4 (bot.) turion, bud.
 deriv. da gettare.

gettonàre, v. tr. 1 Telefonare a qualcuno da un apparecchio a gettoni. 2 Far suonare una canzone al juke-box.

gettonàto, agg. 1 Detto di cantante o canzone ascoltato molto al juke-box. 2 Che è molto richiesto.

gettóne, sm. 1 Dischetto di materiale vario, con valore monetario convenzionale, usato per far funzionare un apparecchio pubblico. gettone telefonico. 2 Indennità corrisposta ai membri di un consiglio per le presenze nelle riunioni. il gettone di presenza per i parlamentari ha una cospicua entità. 3 Fiche.
 sm. 1 token. 2 (giochi) counter. 3 (roulette) chip. 4 (telefonico) telephone token. 5 (di presenza) appearance money.
 franc. jeton.

gettonièra, sf. Cassetta per gettoni.

gettopropulsióne, sf. Propulsione a getto.

Getty, Jean Paul (Minneapolis 1892-Londra 1976) Industriale petrolifero ed economista statunitense. Collezionista d'arte e mecenate, nel 1974 fondò a Malibu, presso Los Angeles, un importante museo.

geum, sm. invar. Genere di piante erbacee perenni tipiche delle zone temperate e fredde, appartenenti alla famiglia delle Rosacee, comprendente circa cinquanta specie, con foglie e radici dotate di proprietà amare, astringenti e toniche.

GeV Sigla di gigaelettronvolt (unità di misura fisica).

gewere, sf. invar. Nel diritto longobardo era il rapporto tra uomo e beni materiali. Corrispondeva più al possesso che alla proprietà.

Geymonat, Ludovico (Torino 1908-Rho, Milano 1991) Filosofo. Si laureò nel 1930 a Torino in filosofia e in matematica. Nel 1934 fu costretto ad abbandonare l'incarico di assistente, non essendo iscritto al Partito fascista. Trasferitosi a Vienna, entrò in contatto con il Circolo di Vienna. Membro della resistenza, dopo la guerra insegnò matematica a Torino e poi filosofia a Cagliari, Pavia e Milano. A Milano tenne dal 1956 al 1979 la cattedra di filosofia della scienza. La maggior parte degli studi di Geymonat è dedicata all'epistemologia. La sua opera più nota è la Storia del pensiero filosofico e scientifico (1970-1976) in sette volumi, un tentativo di interpretare la storia del pensiero con gli strumenti dell'analisi marxista.

geyser, sm. invar. Manifestazione di vulcanismo rappresentata da emissione di getti di acqua calda mineralizzata.

geyserìte, sf. Deposito siliceo delle sorgenti calde, tipico dei geyser. ~ gaiserite.

Gezabèle (Tiro sec. IX a. C.) Regina d'Israele, principessa di Tiro e moglie del re Acab. Perseguitò il profeta Elia, introdusse il culto di Baal e finì dilaniata dai cani per mano dell'usurpatore Iehu.

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_g.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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