Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 3
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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 3
latinaménte, avv. Dal punto di vista latino.
latineggiànte, agg. Che ha forme o modi simili ai latini.
latineggiàre, v. intr. 1 Seguire l'uso latino. 2 Usare locuzioni, parole o costrutti latini.
Latìni, Brunétto (Firenze 1220-Firenze 1294) Letterato e scrittore guelfo ricordato da Dante come maestro (Inferno XV). Scrisse in lingua d'oil il testo enciclopedico Il tesoro e in italiano i componimenti in doppi settenari Tesoretto e Favoletto; volgarizzò in prosa italiana ne La retorica parti dell'opera di Cicerone.
latinìsmo, sm. Elemento linguistico di origine e derivazione latine entrato in un'altra lingua.
latinìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Esperto di lingua, cultura e letteratura latina.
latinità, sf. 1 L'essere latino. 2 Mondo e cultura latina.
latinizzàre, v. v. tr. 1 Rendere latino un popolo per lingua e cultura. 2 Modificare una parola dandone forma o terminazione latina.
v. intr. Latineggiare.
v. intr. pron. Assumere modi, lingua e costumi latini.
latinizzazióne, sf. Atto, effetto del latinizzare.
latìno, agg. e sm. agg. 1 Del Lazio antico. 2 Dei popoli e delle culture neolatine
sm. 1 Nativo, abitante del Lazio antico. 2 Lingua delle antiche popolazioni latine.
agg. e sm. Latin.
lat. Latinus, deriv. da Latium Lazio.
• Lingua parlata dagli antichi romani appartenente al ceppo delle lingue indoeuropee. Presenta numerose affinità e analogie sia con gli idiomi osco-umbri che con quelli ausonico-siculi in seguito ai contatti tenuti fra il 1000 e il 500 a. C. In epoche successive anche gli etruschi lasciarono traccia del loro influsso, anche se le maggiori e più profonde impronte vennero lasciate dai greci (per esempio l'alfabeto ricalca quello di tipo occidentale della colonia calcidese di Cuma). Il greco rappresenta la sorgente di arricchimento della lingua dotta (II sec. a. C.), mentre vanno sempre più assimilandosi forme tipiche del parlato popolare e familiare. Con l'estendersi dell'impero tali forme si presentano in maniera sempre più differente nelle varie aree, tanto da dissolversi sotto l'incalzare delle invasioni barbariche e sfociare nelle prime lingue romanze.
Letteratura latina
Dalla fondazione di Roma fino all'età di Appio Claudio, non esistono altri documenti se non quelli linguistici. I più antichi sono le iscrizioni sulla fibbia d'oro ritrovati a Preneste sul vaso di Dueno sul cippo del Foro romano. Le prime forme di poesia sono segnalate in antichissime preghiere che fanno parte dei frammenti delle leggi delle dodici tavole. I migliori brani delle poesie delle origini si trovano nelle saturae,nei fescennini e nelle atellane. L'inizio vero e proprio della letteratura latina è da datarsi nel periodo in cui vennero tradotti i capolavori della poesia greca da personaggi bilingui: la traduzione dell'Odissea a opera del tarantino Livio Andronico (290-205 a. C.), le prime tragedie e commedie a opera del campano Nevio (275-201 a. C.) e il primo poema epico a cura del calabrese Ennio (239-169 a. C.). La generazione successiva (prima metà del II sec. a. C.) fu contraddistinta dalle palliate di Plauto e dai poeti del circolo degli Scipioni, cui apparteneva Ennio che, sempre sotto l'influsso ellenico, propugnò un genere di cultura aristocratico. Al circolo appartenevano anche lo storico Polibio e il filosofo Oanezio, entrambi greci. Sempre scipionico era Catone il Censore che, al contrario, vedeva nella cultura greca un pericolo per i costumi romani. Alla seconda generazione scipionica appartenevano Terenzio (ricordato come il poeta delle classi colte) e Lucilio (che valorizzò e migliorò la satira). Sempre ai tempi di Ennio risale un genere chiamato annalistica che utilizza le documentazioni precise dei pontefici per risalire alla storia di Roma: mentre queste erano state prevalentemente scritte in greco, con Catone il Censore (234-149 a. C.) nasce una storiografia in lingua latina. L'influsso esercitato dall'estetica alessandrina sulla poesia greca si ripercuote all'inizio del I sec. a. C. portando alla nascita del circolo dei poeti novi o neoteroi tra i quali emerse Catullo. Prestigioso esempio isolato fu Lucrezio che nel De rerum natura dedicò a Epicuro una memorabile testimonianza. In quest'epoca risaltano due importanti figure di storici: Giulio Cesare e Sallustio che descrissero esaurientemente le lotte tra l'aristocrazia e le forze democratiche emergenti. La conseguente fine della repubblica ha in Cicerone (106-43 a. C.) il più rilevante commentatore. Egli sistema la retorica ed elabora il modello del cives romano, attingendo ai valori della tradizione di Roma e alla tradizione greca, completandone l'influsso sulla letteratura latina. Contemporaneamente Cesare (100-44 a. C.) compila i Commentarii autobiografici che si inquadrano nel genere storiografico. Con l'ingresso nell'età augustea con Ottaviano (63 a. C.-14 d. C.) viene fornito nuovo impulso a tutte le forme d'arte; intorno a Mecenate (70?-4 a. C.) si riuniscono poeti e scrittori di indubbia fama come Virgilio (70-19 a. C.) che decantò nell'Eneide la fama romana, Orazio (65-8 a. C.) e lo storico Tito Livio (59 a. C.-17 d. C.). Tibullio (55?-18 a. C.) e Properzio (49-16 a. C.) rinvigoriscono la forma di poesia detta elegia, di cui Ovidio (43 a. C.-17 d. C.) rappresenta l'ultimo esponente di spicco. Nel periodo che va da Tiberio a Nerone non si ha una vera forma di poesia, ma solo le Favole di Fedro (20? a. C.-50? d. C.) e le Satire di Persio Flacco (34-62 d. C.). È invece la prosa che, grazie a Seneca (4 a. C.-65 d. C.) e Petronio (Satyricon), ebbe in questo periodo maggior fortuna. Nel successivo periodo dei Flavi si distinguono Plinio il Vecchio (ricercatore e profondo conoscitore in ogni campo del sapere), il retorico Quintiliano, Plinio il Giovane, i poeti epici Stazio e Valerio Flacco e in campo satirico Marziale (40?-104?): famosi sono i suoi epigrammi. Tra il I e il II sec. le figure di maggiore rilievo sono lo storico Tacito e Giovenale (acuto analizzatore della corruzione nel mondo). Nel periodo degli Antonini la letteratura perde vigore; unico esempio di fulgido talento è Apuleio (125-170 ca) le cui Metamorfosi sono l'unico romanzo che è pervenuto integralmente fino ai giorni nostri. Fino alla letteratura latino cristiana ci si trascina stancamente attraverso i secoli (da ricordare gli storici Svetonio e Ammiano Marcellino e i poeti Ausonio e Rutilio Namaziano). Il principale esponente è Tertulliano, ma il periodo migliore è rappresentato dalla Patristica, che va dalla fine del IV alla prima metà del V sec., con Ambrogio, Girolamo e Agostino (il più fecondo di tutti gli autori dell'ultima latinità). Nei secoli successivi si ha in Spagna, in Francia, in Inghilterra e in Italia un susseguirsi di movimenti che approfondiscono talora la filosofia, a volte la teologia (Bacone, Tommaso d'Aquino, Bonaventura da Bagnorea) fino alla lirica profana. Quando, alla fine del Duecento le forme d'arte sfociano nei primi dialetti volgari, il latino rimarrà solo la lingua dotta degli umanisti, dei documenti ufficiali e della chiesa.
Latìno Personaggio mitologico, eroe eponimo dei latini. Per Virgilio fu figlio di Fauno e padre di Lavinia.
latìno-americàno, agg. e sm. agg. Dell'America Latina.
sm. Nativo, abitante dell'America Latina.
Latisàna Comune in provincia di Udine (11.015 ab., CAP 33053, TEL. 0431). Centro industriale (prodotti dell'edilizia e meccanici) presso il fiume Tagliamento. Nel duomo si trova una Pala d'altare, del 1567, di P. Veronese. Gli abitanti sono detti Latisanesi o Latisanotti.
latitànte, agg., sm. e sf. agg. 1 Che si nasconde; contumace. ~ fuggiasco. 2 Assente, inattivo. ~ disinteressato. <> partecipe.
sm. e sf. Persona che sottrae alla giustizia e si nasconde¤. ¤~ clandestino.
agg. absconding. sm. e sf. absconder, fugitive.
latitànza, sf. 1 Stato, condizione di chi è latitante. ~ clandestinità. 2 Disinteresse, assenza, immobilismo. <> presenza.
latitàre, v. intr. Restare nascosto. ~ nascondersi.
latitudinàle, agg. Relativo alla latitudine.
latitudinalménte, avv. Dal punto di vista latitudinale.
latitudinàrio, agg. e sm. Che, chi professa teorie religiose caratterizzate dalla tendenza a estendere la salvezza per il genere umano.
latitùdine, sf. 1 Nel sistema di coordinate geografiche, rappresenta la distanza angolare (misurata in gradi, minuti, secondi) di un punto dall'equatore (latitudine 0°) lungo il meridiano passante per quel punto. 2 Estensione in larghezza.
sf. latitude.
lat. latitudo,-inis, deriv. da latus largo.
• Si distingue in latitudine nord nell'emisfero settentrionale e latitudine sud in quello meridionale. Determina il clima e le condizioni ambientali.
Latitudine celeste
Una delle coordinate eclittiche, insieme alla longitudine; è anche l'arco di circolo di latitudine di un astro compreso tra l'eclittica e l'astro stesso.
Latitudine galattica
In un sistema di coordinate galattiche è la misura della distanza angolare tra un astro e il piano equatoriale della galassia.
làto, agg. e sm. agg. largo (usato di solito con nomi quali "senso, significato, …) ~ ampio. <> proprio, stretto. • interpretare una regola in senso lato, senza seguire esattamente il significato letterale.
sm. 1 Segmento di retta che unisce due vertici consecutivi di un poligono. 2 Parte destra o sinistra di un corpo; faccia, fianco, parte, sponda. ~ versante. • il lato destro dell'edificio aveva subito molti danni. 3 Punto di vista. ~ aspetto. • non riusciva a vedere la questione da altro lato che non fosse il suo. 4 Faccia di una moneta.
agg. broad, wide. sm. 1 side. 2 (fig.) aspect.
lat. latus,-eris.
lato sensu, loc. avv. Locazione latina che significa "in senso lato".
latomìa, sf. Cava di pietra riutilizzata poi come prigione.
Latòna Personaggio mitologico, dea romana, identificazione della greca Leto.
latóre, sm. (f.-trìce) Chi adempie all'incarico di portare o recapitare qualcosa a qualcuno. ~ messaggero.
sm. bearer.
Latour, Maurice-Quentin de (St-Quentin 1704-1788) Pittore francese. Tra le opere Ritratto di Madame de Pompadour (1755, Parigi, Louvre).
latràre, v. intr. 1 Abbaiare con insistenza. ~ ringhiare. 2 Gridare forte; urlare, sbraitare. ~ strillare.
v. intr. to bark.
lat. latrare.
latràto, sm. L'abbaiare intenso.
latrìa, sf. Forma di culto esterno, in cui il fedele si comporta come il servo del suo dio.
latrìna, sf. 1 Locale fornito di impianti igienici. ~ gabinetto. 2 Apparecchio sanitario destinato all'eliminazione dei rifiuti organici umani mediante sistemi ad acqua. 2 Fogna. ~ cloaca.
sf. public lavatory.
latrocìnio, sm. Furto con inganni e furberia. ~ ruberia.
Latrònico Comune in provincia di Potenza (5.507 ab., CAP 85043, TEL. 0973).
làtta, sf. 1 Sottile lamiera di ferro ricoperta su ambe le facce di uno strato di stagno. 2 Recipiente di latta, barattolo. ~ lattina.
sf. tin, can.
lat. mediev. latta.
lattàio, sm. Venditore di latte.
sm. milkman.
lattàme, sm. Denominazione generica delle ammidi interne cicliche formate da alcuni amminoacidi, caratterizzate dal gruppo-NHCO-collegato alla parte restante della molecola.
lattànte, agg. e sm. agg. 1 Di bambino o piccolo mammifero che ancora prende il latte. 2 Inesperto, esordiente, novellino. ~ pivello. <> esperto.
sm. Il bambino nel primo anno di vita; neonato, bombo. ~ poppante.
agg. unweaned. sm. suckling, unweaned baby.
Lattàri Monti di origine calcarea della Campania, nella Penisola Sorrentina, tra il Golfo di Napoli e di Salerno, collegati all'Appennino dalla sella di Cava dei Tirreni. Vetta più elevata il monte Sant'Angelo (1.444 m).
Lattàrico Comune in provincia di Cosenza (4.160 ab., CAP 87010, TEL. 0984).
lattàrio, sm. Fungo (noto anche come lattario vellutato, Lactarius vellereus) della famiglia delle Russulacee e della classe dei Basidiomiceti. Non commestibile.
lattàsi, sf. Enzima capace di idrolizzare il lattosio in glucosio e galattosio che è presente nella mucosa dell'intestino. ~?-galattossidasi.
lattàto, sm. Sale dell'acido lattico. I lattati sono composti solidi solitamente non cristallizzabili. Il lattato di sodio può essere utilizzato come antidiarroico e come eupeptico. Il lattato di zinco permette di preparare l'acido lattico puro (per decomposizione tramite acido solforico diluito).
lattazióne, sf. 1 Processo di secrezione del latte dalla mammella dopo il parto. 2 Produzione di latte di una mucca in un anno.
làtte, sm. 1 Liquido bianco dolce e nutriente secreto dalle ghiandole mammarie delle femmine dei Mammiferi dopo il parto. 2 Liquido lattiginoso di origine vegetale.
sm. 1 milk. 2 (a lunga conservazione) long-life milk. 3 (detergente) cleansing milk.
lat. lac, lactis.
• Il latte rappresenta l'alimento fondamentale dei neonati nel loro primo periodo di vita. È costituito da un'emulsione di grassi e acqua in cui sono disciolte proteine (caseina, lattoalbumina, lattoglobulina), sali minerali (cloruri, fosfati), vitamine (A, B1, B2, C, D, PP), zuccheri (lattosio, glucosio), enzimi e anticorpi preposti all'immunità del lattante. Il rapporto dei vari componenti varia a seconda della specie del Mammifero, della sua età, del momento della lattazione, del suo stato di salute ecc. La produzione ha inizio dopo il parto quando l'ipofisi stimola la secrezione della prolattina. Poiché mancano il ferro e alcune vitamine, non si può considerare il latte di vacca come alimento completo, nonostante il suo valore alimentare.
Latte fermentato o yogurt
Si ottiene unendo al latte bollito e raffreddato a 45-50 °C colture fermentanti che lo coagulano.
Latte in polvere
Può essere essiccato a caldo o a freddo, a pressione normale o sottovuoto; viene utilizzato per l'industria alimentare e per l'allattamento artificiale.
Latte magro o scremato
Mancante di tutto o parte del grasso, si usa per ottenere formaggi magri e nell'alimentazione di epatici e dispeptici.
Latte omogeneizzato
Trattato per la riduzione dei globuli di grasso.
Lattèa, vìa => "Via Lattea"
lattemièle, sm. 1 Panna montata. 2 Situazione o cosa molto piacevole.
làtteo, agg. 1 A base di latte. 2 Relativo alla febbre che compare durante la montata lattea. 3 Che è simile al latte. ~ lattiginoso. • un liquido latteo cominciò a fuoriuscire. 4 Bianco, candido, immacolato. ~ eburneo. • aveva un colorito latteo.
lat. lacteus.
latterìa, sf. 1 Negozio dove si vendono o si consumano il latte e i suoi derivati. 2 Stabilimento dove si lavora il latte per la produzione del burro o del formaggio. 3 Locale per il deposito del latte usato per la produzione di burro o formaggio.
sf. dairy.
lattescènte, agg. Di aspetto simile al latte.
lattescènza, sf. Caratteristica di ciò che è lattescente.
làttice, sm. Liquido di colore biancastro contenuto nei canali lattiferi di alcune piante (Composite, Euforbiacee, Moracee, Papaveracee ecc.), costituito solitamente da una sospensione di resine e grassi in acqua. Da esso si possono ottenere diversi composti quali caucciù, guttaperca e oppio utilizzati sia in medicina che nell'industria.
latticèllo, sm. Liquido che rimane nella Zangola dopo la sbattitura e l'estrazione della crema di un latte inacidito.
latticìno, sm. Scorzonera.
sm. pl. dairy products.
làttico, agg. (pl. m.-ci) 1 Relativo al latte. 2 Che produce acido lattico.
lattièra, sf. 1 Recipiente per servire a tavola il latte caldo. 2 Recipiente per il latte appena munto. 3 Fabbrica di latta.
sf. milk jug.
lattièro, agg. Che concerne la lavorazione, la produzione e la vendita del latte.
lattìfero, agg. 1 Che ha o produce latte. 2 Che porta il latte. 3 Detto di pianta che geme lattice se recisa.
lattiginóso, agg. 1 Simile al latte per colore; alabastrino, opalescente. ~ latteo. <> trasparente. 2 Che produce lattice. 3 Di cielo, annebbiato, nuvoloso. ~ opaco. <> terso.
agg. milky.
lattìme, sm. Crosta lattea.
làttimo, sm. Tipo di vetro di colore bianco opaco, simile alla porcellana cinese che viene prodotto nelle fabbriche veneziane. Viene ottenuto aggiungendo biossido di stagno, piombo e silicati alla miscela vetrificabile.
lattìna, sf. 1 Piccolo recipiente ermeticamente chiuso destinato a contenere specificamente prodotti alimentari come bibite; contenitore, barattolo, latta. ~ scatoletta. 2 Piccola imbarcazione di alluminio.
sf. tin, can.
dimin. di latta.
lattodensìmetro, sm. Strumento atto ad analizzare la densità del latte e di risalire al suo tenore in sostanze grasse.
lattòne => "lattonzolo"
lattonière, sm. Stagnaio. ~ stagnino.
deriv. da latta.
lattónzolo, o lattònzo, sm. 1 Animale che prende ancore il latte. 2 Giovanetto ingenuo.
lattoscòpio, sm. Apparecchio atto a determinare la percentuale di sostanza grassa contenuta nel latte in base al suo grado di opacità.
lattòsio, sm. Disaccaride costituito da galattosio e glucosio contenuto nel latte, usato come eccipiente ed edulcorante e nell'alimentazione dei bambini.
lattosurìa, sf. Espulsione di lattosio con le urine. Si osserva spesso negli ultimi giorni di gravidanza e durante il puerperio.
Lattre de Tassigny, Jean de (Mouilleron-en-Pareds 1889-Parigi 1952) Generale francese. Aderì alla Francia libera di De Gaulle durante la seconda guerra mondiale e a nome di questa firmò la resa tedesca a Berlino. Dal 1952 fu al comando delle forze francesi in Indocina.
Lattuàda, Albèrto (Milano 1914-) Regista cinematografico. Per i soggetti dei suoi lavori cinematografici, ha attinto frequentemente alla letteratura, come in Giacomo l'idealista (1942, dal romanzo di Emilio De Marchi). Il bandito (1946), Il cappotto (1952, dall'opera omonima di N. Gogol), La steppa (1962, dall'opera di A. Cechov), Cuore di cane (1976, da M. Bulgakov). Il secondo filone della sua ispirazione riguarda episodi di costume, come Il mafioso (1962), Le farò da padre (1974), Oh, Serafina! (1976), La cicala (1980). Per la televisione ha realizzato Cristoforo Colombo (1985).
lattucàrio, sm. Droga avente una debole azione ipnotica e sedativa che si ricava dal lattice di Lectuca vibrosa.
lattùga, sf. Pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Composite. Ha foglie larghe a rosetta ed è coltivata per insalate. Diverse sono le varietà: rossa, cappuccina, romana e crespa.
sf. lettuce.
lat. lactuca, deriv. da lac, lactis.
Lau Isole (16.000 ab.) del gruppo delle Figi, nell'oceano Pacifico.
Laubeuf, Maxime-Alfred (Poissy, Seine-et-Oise 1864-Cannes 1939) Ingegnere francese. Realizzò per primo (1904) un sommergibile speciale, denominato Narval, dotato di doppio scafo e di due motori (un motore tradizionale per la navigazione superficiale e un motore elettrico per la navigazione in immersione)
Làuco Comune in provincia di Udine (1.114 ab., CAP 33020, TEL. 0433).
Laud, William (Reading 1573-Londra 1645) Ecclesiastico anglicano. Dal 1633, quale arcivescovo di Canterbury, si sforzò di restaurare la chiesa anglicana combattendo cattolici, puritani e altri dissidenti. Venne arrestato e condannato a morte durante la rivolta del lungo parlamento.
làuda, sf. (pl.-e o-i) 1 Componimento in lode di Dio o dei santi, usato nel XIII sec., cantato in coro. 2 Lode.
lat. laus, laudis.
• Solitamente anonima, la lauda resse fino al XV sec. quando fu utilizzata da poeti colti come Feo Belcari e Lorenzo il Magnifico. Nella struttura che si sviluppa dal monologo alla forma dialogata si è voluta vedere la nascita del teatro volgare. Differente per originalità e drammaticità da tutto il resto della produzione è da ricordare la famosa lauda di Iacopone da Todi Donna de Paradiso.
Lauda, Niki (Vienna 1949-) Pilota automobilistico austriaco. Fu campione mondiale di Formula 1 nel 1975 e 1977 con la Ferrari e nel 1984 con la MacLaren.
làudano, sm. Termine risalente a Paracelso che indica una preparazione officinale di oppio che contiene l'1% di morfina. Può essere somministrato per via orale con funzioni sedative e antidiarroiche oppure utilizzato come analgesico per applicazioni cutanee.
laudàrio, sm. Raccolta di laudi.
laudatio funebris, loc. sost. f. invar. Nella Roma antica, discorso pronunciato durante i funerali di un cittadino benemerito o nobile solitamente dal parente più prossimo.
espressione latina che significa lode funebre.
laudatìvo, agg. Che serve a lodare. ~ apologetico, elogiativo. <> denigratorio, detrattorio.
laudator temporis acti, loc. avv. Espressione latina usata da Orazio che significa "colui che loda il tempo passato". Indica l'atteggiamento di coloro i quali esaltano acriticamente il passato ritenendolo migliore del presente.
laudatòrio, agg. Di lode.
làude, sf. Elogio, plauso. ~ lode.
Laude Composizioni poetiche di Iacopone da Todi (XIII-XIV). Secondo la tradizione, Iacopo dei Benedetti condusse vita mondana fino alla morte della moglie, avvenuta per il crollo del pavimento durante una festa, e poi entrò nell'ordine dei frati minori francescani. Gli sono attribuite con sicurezza 92 laude. La visione della vita che emerge dalle composizioni è inizialmente ispirata a un pessimismo costante. Con un linguaggio molto forte insiste ossessivamente sull'infelicità della condizione umana, sul rifiuto della vita sociale che richiama precedenti biblici. La liberazione dal mondo si realizza con l'ascesi, il digiuno e le privazioni. Nelle ultime composizioni l'atmosfera si rasserena nel raggiungimento di una realtà superiore fatta di luce e di amore divino.
laudèmio, sm. Tributo medievale simile all'odierna imposta di successione.
laudése, sm. 1 Termine che un tempo veniva utilizzato per indicare un autore o un esecutore di laudi sacre. 2 Membro di confraternite religiose la cui attività principale consisteva nel cantare laudi sacre a Dio.
Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi Opera di poesia di G. D'Annunzio (1903-1912).
Laue, Max von (Pfaffendorf 1879-Berlino 1960) Fisico tedesco. Compì importanti studi sui raggi X e ne elaborò una teoria della diffrazione mediante cristalli. Nel 1914 fu insignito del premio Nobel.
Laughlin, James Laurence (Deerfield, Ohio 1850-Jaffrey, New Hampshire 1933) Economista statunitense. Svolse l'attività di docente alla Cornell University e diresse il Jounal of Political Economy (1892-1930). Tra le opere, Principles of Money (1902) e Money and Prices (1919).
Laughton, Charles (Scarborough 1899-Hollywood 1962) Attore e regista britannico interpretò in teatro ruoli drammatici. Da ricordare, Le sei mogli di Enrico VIII (1933, per cui ricevette l'Oscar), L'ammutinamento del Bounty (1935), Hobson il tiranno (1954), Spartacus (1960); ha diretto La morte corre sul fiume nel 1955.
Lauguedoc-Roussillon Regione (2.115.000 ab.) amministrativa della Francia, al confine con la Spagna e con Andorra. Capoluogo Montpellier.
launèddas, sf. pl. Strumento aerofono sardo formato da tre tubi di canna di bambù muniti di un'ancia battente.
Lauràcee Famiglia di piante aromatiche, arbustacee o arboree, tropicali o subtropicali, in prevalenza sempreverdi, appartenenti all'ordine delle Policarpiche. Le lauracee includono numerose piante utili che forniscono legno, principi chimici oppure frutti commestibili.
Lauràna, Francésco (La Vrana, Zara, ca. 1430-Avignone? ca. 1502) Scultore. Tra le opere Arco di Alfonso I d'Aragona del Maschio Angioino a Napoli (1452-1473) e Madonna con il Bambino (1471, Palermo, Santa Maria della Neve).
Lauràna, Luciàno (La Vrana, Zara, ca. 1420-Pesaro 1479) Architetto. Tra le opere il palazzo Ducale a Urbino(1466-1472).
Lauràno, Rènzo (Sanremo 1909-1986) Poeta italiano, la cui poesia si distingue per il tono quasi discorsivo che non disdegna però richiami alla tradizione classica. Tra le opere si ricordano Chiara ride (1934), La ballata del vecchio colonizzatore (1937) e Gli angeli di Melozzo da Forlì (1939). La raccolta completa delle sue opere poetiche è contenuta in L'opera in versi, postuma (1990).
làurea, sf. 1 In passato, corona di alloro riservata a chi si rendesse autore di grandiose e vittoriose imprese. 2 Titolo di dottore conferito a chi ha compiuto l'intero ciclo di studi universitari previsti per una certa materia. ~ dottorato. • aveva raggiunto la laurea in ingegneria con un anno di anticipo.
sf. 1 degree. 2 (universitaria) university degree.
dal lat. laurea corona di alloro, deriv. da laurus alloro
Laureàna Cilènto Comune in provincia di Salerno (1.105 ab., CAP 84050, TEL. 0974).
Laureàna di Borrèllo Comune in provincia di Reggio Calabria (6.442 ab., CAP 89023, TEL. 0966).
laureàndo, agg. e sm. Che o chi è in procinto di laurearsi.
laureàre, v. v. tr. 1 Conferire la laurea. ~ addottorare. 2 Coronare d'alloro. ~ onorare. 3 Assegnare un titolo di campione. • lo laurearono campione provinciale.
v. intr. pron. 1 Ottenere la laurea. ~ addottorarsi. • cercava di laurearsi nel minore tempo possibile. 2 Ottenere un titolo di campione.
v. tr. to confer a degree on. v. intr. pron. to graduate.
dal lat. laureatus ornato con alloro, deriv. da laurus alloro.
laureàto, agg. e sm. Che o chi si è laureato. ~ dottore.
agg. e sm. graduate.
Laureato, Il Film drammatico, americano (1967). Regia di Mike Nichols. Interpreti: Dustin Hoffman, Anne Bancroft, Katharine Ross. Titolo originale: The Graduate
Laurégno (in ted. Laurein) Comune in provincia di Bolzano (346 ab., CAP 39040, TEL. 0463).
Laurel, Stan (Ulverston 1890-Santa Monica 1965) Nome d'arte di Arthur Stanley Jefferson, attore statunitense di origine britannica. Noto in Italia con il nome di Stanlio, interpretò con Oliver Hardy film comici popolarissimi tra i quali Muraglie (1931), Fra Diavolo (1933), I fanciulli del West (1937), Noi siamo le colonne (1940), Sempre nei guai (1945).
Laurencin, Marie (Parigi 1855-1956) Pittrice francese. Tra le opere Apollinaire con gli amici (1908, Parigi, Musée National d'Art Moderne).
Laurens, Henri (Parigi 1885-1954) Scultore francese. Tra le opere La grande musicista (1938, Parigi, Musée National d'Art Moderne) e Sirena (1944, Parigi, Musée National d'Art Moderne).
Laurent, Paul Hermann (1841-1908) Matematico francese. Fece una generalizzazione della serie di Taylor che permette di rappresentare una funzione analitica di una variabile complessa.
Laurenzàna Comune in provincia di Potenza (2.640 ab., CAP 85014, TEL. 0971). Centro agricolo (cereali, ortaggi, frutta).
laurenziàno, agg. 1 Di San Lorenzo. • biblioteca laurenziana, la biblioteca della chiesa di San Lorenzo a Firenze. 2 Di Lorenzo de' Medici.
deriv. dal lat. Laurentius Lorenzo.
laurènzio, sm. Elemento chimico artificiale, transuranico, con numero atomico 103, numero di massa 260 e simbolo chimico Lr. Caratterizzato da un tempo di dimezzamento di 35 sec., il laurenzio è l'ultimo elemento appartenente al gruppo degli attinidi ed è stato ottenuto bombardando il californio con ioni di boro.
lauretàno, agg. e sm. agg. 1 Relativo a Loreto. 2 Di litania dedicata alla Madonna.
sm. Nativo o abitante di Loreto.
lauréto, sm. Bosco di allori.
Laurìa Comune in provincia di Potenza (13.752 ab., CAP 85044, TEL. 0973). Centro industriale (prodotti alimentari e meccanici) e dell'artigianato (lavorazione del ferro battuto) dell'Appennino lucano. Vi si trovano i resti del castello di origine medievale. Gli abitanti sono detti Laurioti.
Lauriàno Comune in provincia di Torino (1.316 ab., CAP 10020, TEL. 011).
laurìlico, agg. (pl. m.-ci) 1 Di alcool usato nell'industria dei detergenti che fonde a 24°C e bolle a 259°C. 2 Di aldeide usata nell'industria dei profumi.
Laurìno Comune in provincia di Salerno (2.252 ab., CAP 84057, TEL. 0974).
Laurìto Comune in provincia di Salerno (1.066 ab., CAP 84050, TEL. 0974).
Làuri-Vólpi, Giàcomo (Lanuvio, Roma 1892-Valencia 1979) Tenore italiano. Dopo l'esordio nel 1919 nell'opera I puritani, interpretò degnamente ruoli di tenore leggero, lirico e drammatico.
làuro, sm. 1 Alloro. 2 Emblema di gloria. ~ onore.
sm. laurel.
lat. laurus.
Làuro (comune) Comune in provincia di Avellino (3.895 ab., CAP 83023, TEL. 081).
Làuro (monte) Monte (986 m) della Sicilia sudorientale, il più elevato dei monti Iblei.
Làuro, Achìlle (Piana di Sorrento 1887-Napoli 1982) Politico. Di ideologia monarchica, fu sindaco di Napoli dal 1951 al 1954 e nel 1956 e 1958. Nel 1923 fondò l'omonima compagnia di navigazione.
Laut Isola dell'Indonesia, amministrativamente compresa nella provincia di Kalimantan Meridionale.
lautaménte, avv. Abbondantemente, profusamente. ~ copiosamente. <> scarsamente.
Lautari, I Film drammatico, russo (1972). Regia di Emil Lotijanu. Interpreti: Serghei Lunkevic, Dmitri Chebeschesku, Olga Kympianu. Titolo originale: Leutary
lautarìte, sf. Iodato di calcio che si presenta di cristalli prismatici monoclini incolori o giallastri. Deve il suo nome a Lautaro, la località del Cile in cui è stata trovata in depositi di gesso o nitrati.
lautézza, sf. Caratteristica di ciò che è lauto.
làuto, agg. Abbondante e splendido; cospicuo, congruo, sostanzioso, sontuoso, fastoso. ~ copioso. <> misero.
agg. 1 lavish. 2 (lauto pasto) lavish meal. 3 (lauta mancia) generous reward.
lat. lautus, p.p. di lavare lavare.
Lautréamont, cónte di (Montevideo 1846-Parigi 1870) Pseudonimo di Isidore Ducasse. Scrittore francese la cui breve esistenza, peraltro avvolta nel mistero, non gli ha permesso di farsi conoscere al pubblico suo contemporaneo, ma che fu riscoperto postumo e preso come riferimento dai surrealisti che lo ersero come precursore della letteratura onirica. Nei Canti di Maldoror (1869) e nelle Poesie (1870) fornisce una visione singolare a immagini raccapriccianti e macabre tramite l'uso di un linguaggio crudo e spesso scurrile, richiamandosi a temi propri della letteratura satanica e del romanzo nero.
Lautrec, Odette de Foix viscónte di (1485-Napoli 1528) Militare francese. Maresciallo dal 1511, nel 1522 venne battuto dagli imperiali alla Bicocca, quindi abbandonò il ducato di Milano, di cui era governatore. Riuscì a riprenderne possesso solo nel 1527.
Làuzi, Brùno (Asmara 1937-) Cantautore italiano. Al periodo genovese degli anni '60 risalgono canzoni come Ritornerai. Della sua attività più recente si ricordano L'album di Bruno Lauzi (1990) e il recital Il dorso della balena (1995).
làva, sf. Materiale espulso dai vulcani durante le eruzioni a temperature oscillanti attorno ai 1.000 gradi. In base al contenuto di silice (SiO2), le lave si suddividono in acide,ad alto contenuto di silice, di colore chiaro e consistenza viscosa, basiche, piuttosto fluide, povere di silice e di colore più scuro (come i basalti), e neutre, con caratteristiche intermedie e di colore grigio (ardesiti). Le rocce laviche possono avere struttura cristallina, come il basalto o la riolite (derivate, rispettivamente, da lave basiche o acide sottoposte a un raffreddamento piuttosto lento), oppure assumere un aspetto vetroso non cristallizzato, come l'ossidiana (che si forma dal rapido raffreddamento di lave acide). L'aspetto della lava solidificata è strettamente collegato alla fluidità del magma: dalla superficie molto corrugata delle lave più fluide, si può giungere alla forma prismatica delle lave colonnari, derivate dalla lenta estrusione di materiali molto viscosi.
sf. lava.
lat. labes,-is, deriv. da labi scivolare.
lavabiancherìa, sf. invar. Macchina per lavare la biancheria.
lavabicchièri, sm. Arnese terminante a un'estremità con una piccola spazzola rotonda, usato per lavare i bicchieri.
lavàbile, agg. Che si può lavare.
lavàbo, sm. 1 Lavandino, lavello. ~ acquaio. 2 Nella liturgia cattolica, ampolla che contiene l'acqua della quale il celebrante si serve per lavarsi le mani. 3 Lavamano elegante, di solito su treppiede smaltato. 4 Stanza per lavarsi.
sm. washbasin.
lavabottìglie, sm. invar. Arnese per lavare le bottiglie.
lavàcro, sm. 1 Bagno. ~ abluzione. 2 Purificazione. 3 Recipiente per lavarsi. 4 Corso d'acqua.
lat. lavacrum.
lavàggio, sm. 1 Atto, effetto del lavare. ~ lavatura. • lavaggio del cervello, forte pressione psicologica esercitata su un individuo per obbligarlo a pensare secondo certe ideologie. 2 Nell'industria tessile, sgrassatura della lana. 3 Tecnica terapeutica consistente nell'immissione in una cavità mucosa di liquido detersivo o antisettico.
sm. 1 washing. 2 (fig., lavaggio del cervello) brainwashing.
franc. lavage.
lavàgna, sf. 1 Ardesia. 2 Lastra di ardesia utilizzata per scrivere o disegnare. • fu chiamato alla lavagna a completare l'esercizio.
sf. 1 blackboard. 2 (lavagna luminosa) overhead projector. 3 (geol.) slate.
da Lavagna, comune della Liguria in cui si estrae questa roccia.
Lavàgna Comune in provincia di Genova (13.403 ab., CAP 16033, TEL. 0185). Località turistica (balneazione) e dell'attività estrattiva e di lavorazione di ardesia della Riviera di Levante. Vi si trova, nelle vicinanze, la basilica dei Fieschi, del XIII sec. Gli abitanti sono detti Lavagnesi.
Lavàgna
Torrente (38 km) della Liguria. Nasce dal monte Montaldo e sfocia nel mar Ligure.
Lavagnìno, Àngelo Francésco (Genova 1909-Gavi 1987) Compositore italiano. Autore di musica per teatro, ha prodotto più di 200 colonne sonore per film. Tra queste ultime ricordiamo quelle dei film Continente perduto (1955), Venere imperiale (1962) e Otello di Orson Welles (1952) per la quale guadagnò il nastro d'argento.
Lavàgno Comune in provincia di Verona (4.990 ab., CAP 37030, TEL. 045).
Laval (Canada) Città (284.000 ab.) del Canada, nel Québec, sul fiume San Lorenzo.
Laval (Francia) Città (51.000 ab.) della Francia, sul fiume Mayenne. Capoluogo del dipartimento della Mayenne.
Laval, Pierre (Châteldon 1883-Parigi 1945) Politico francese. Di ideologia socialista, fu presidente del consiglio nel 1931 e 1932 e nel 1935 e 1936. Non si oppose al nazifascismo. Dal 1942 al 1945 fu a capo del governo di Vichy; morì fucilato dagli alleati.
Lavalleja Dipartimento (62.000 ab.) dell'Uruguay sudorientale. Capoluogo Minas.
lavamàcchine, sm. e sf. invar. Chi lava le macchine.
lavamàno, sm. invar. Mobile costituito da un treppiede che sorregge un catino e una brocca di acqua per lavarsi mani e viso.
lavànda, sf. 1 L'operazione del lavarsi. 2 Processo di lavaggio a scopo di disinfezione. 3 Soluzione di farmaci disinfettanti. 4 Nella liturgia cattolica e orientale, rito della settimana Santa, nel quale il sacerdote lava i piedi a dodici poveri. 5 Nome volgare di pianta cespugliosa e aromatica delle Labiate (Lavandula spica) detta anche comunemente spigo. I fiori sono utilizzati in profumeria.
sf. 1 wash. 2 (bot.) lavender.
lavandàia, sf. 1 Donna che fa il bucato per mestiere. 2 Donna volgare e rozza.
sf. washerwoman.
lavandàio, sm. 1 Chi lava i panni per mestiere. 2 Candeggiatore di filati e tessuti.
lavanderìa, sf. Locale attrezzato per il lavaggio della biancheria.
sf. 1 laundry. 2 (a gettone) launderette. 3 (a secco) dry-cleaner's.
deriv. da lavanda.
lavandìno, sm. 1 Vaschetta di maiolica bianca o colorata, in genere attaccata al muro, alimentata da uno o più rubinetti di acqua corrente e dotata di conduttura di scarico a sifone. ~ lavabo. 2 Acquaio.
sm. 1 sink. 2 (lavabo) washbasin.
lavapaviménti, sm. Elettrodomestico per il lavaggio dei pavimenti.
lavapiàtti, sm. e sf. sm. e sf. 1 Chi in alberghi o simili è addetto alla pulizia delle stoviglie. ~ sguattero. 2 Chi fa lavori umili.
sf. Lavastoviglie.
sm. e sf. dishwasher.
da lava-+ piatti.
lavàre, v. v. tr. 1 Pulire usando un detergente. ~ detergere. <> sporcare. • lavare il capo a qualcuno, rimproverarlo con durezza. 2 Togliere via; cancellare. ~ riscattare. <> macchiare. • lavare un'offesa, vendicarla. 3 Purificare. ~ purgare.
v. rifl. Pulire il proprio corpo. • si lavava sempre con acqua fredda anche in inverno.
v. tr. 1 to wash. 2 (a secco) to dry-clean. v. rifl. to wash, to have a wash.
lat. lavare.
Lavarédo, cìme di Gruppo montuoso delle Dolomiti orientali. Vetta più elevata la cima Grande di Lavaredo (2.988 m).
lavarèllo, sm. => "coregone"
Lavaróne Comune in provincia di Trento (1.092 ab., CAP 38046, TEL. 0464).
lavasécco, sm. e sf. invar. 1 Lavanderia a secco di abiti o simili. 2 Macchina per il lavaggio a secco.
sm. e sf. invar. dry-cleaner's.
lavastovìglie, sm. e sf. sm. invar. Sguattero.
sf. invar. Macchina per il lavaggio automatico delle stoviglie. ~ lavapiatti.
sf. invar. dishwasher.
lavàta, sf. Atto del lavare. ~ sciacquata.
sf. 1 wash. 2 (di capo) a good telling-off.
Lavater, Johann Kaspar (Zurigo 1741-1801) Teologo svizzero. Tra le opere Frammenti fisiognomici della conoscenza degli uomini e della filantropia (1775-1778) e Visioni dell'eternità (1768-1778).
lavatìvo, sm. 1 Operazione dell'introdurre nell'intestino attraverso l'ano una sostanza lassativa. ~ clistere. 2 Strumento con cui si compie tale operazione ~ clistere. 3 Persona che non ha voglia di lavorare; scansafatiche, fannullone, scioperato, poltrone, negligente. ~ perdigiorno. <> laborioso. 4 Acquisto di poco valore e molto prezzo.
sm. lazybones.
franc. lavatif.
lavàto, agg. Atto, effetto del lavare.
lavatóio, sm. 1 Luogo attrezzato per la lavatura dei panni. 2 Lastra di pietra sulla quale si lavano e si stropicciano i panni. ~ fontanile.
sm. public washhouse.
lavatrìce, sf. Macchina che esegue operazioni industriali di lavaggio. ~ lavabiancheria.
sf. washing machine.
lavatùra, sf. 1 Atto, effetto del lavare. ~ lavaggio. 2 Liquido nel quale si è lavato.
sf. washing.
lavavétri, sm. 1 Addetto alla pulizia dei vetri nelle vetrine dei negozi. 2 Spatola di gomma rigida che si passa sul parabrezza e vetri di autoveicoli, vetrine di negozi e vetri di appartamenti per ripulirne la superficie.
da lava-+ vetri.
lavéggio, sm. 1 Recipiente, soprattutto in pietra ollare, avente forma di pentola. 2 Paiolo.
lavèllo, sm. 1 Lavatoio. ~ lavandino. 2 Vaschetta nella quale i fabbri bagnano il ferro per temprarlo. 3 Tomba.
sm. sink.
lat. labellum, dimin. di labrum catino.
Lavèllo Comune in provincia di Potenza (13.215 ab., CAP 85024, TEL. 0972). Vi si trova un castello di origine sveva. Gli abitanti sono detti Lavellesi.
Lavéna-Pónte Trèsa Comune in provincia di Varese (5.188 ab., CAP 21037, TEL. 0332).
Lavéno-Mombèllo Comune in provincia di Varese (8.883 ab., CAP 21014, TEL. 0332).
Lavenóne Comune in provincia di Brescia (648 ab., CAP 25070, TEL. 0365).
Laver, Rodney (Rockhampton 1938-) Tennista australiano. Vinse quattro volte Wimbledon (1961, 1962, 1964 e 1969) e per cinque anni la Coppa Davis (1959-1962 e 1973).
Laveran, Charles (Parigi 1845-1922) Medico francese. Studiò la malattia del sonno e scoprì il parassita della malaria. Nel 1907 fu insignito del premio Nobel.
laverìa, sf. Nell'estrazione mineraria, officina nella quale sono collocati gli impianti per la concentrazione dei minerali. Attualmente le laverie comprendono reparti per la prefrantumazione, la frantumazione, la classificazione, la macerazione e il lavaggio gravimetrico dei minerali.
Làvia, Gabrièle (Milano 1942-) Attore e regista teatrale e cinematografico. Interpretò e diresse testi di Kleist, Shakespeare e Schiller. Nel 1997 fu nominato direttore del Teatro Stabile di Torino.
Laviàno Comune in provincia di Salerno (1.878 ab., CAP 84020, TEL. 0828).
làvico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla lava.
Lavìgna, Vincènzo (Altamura, Bari 1776-Milano 1836) Compositore italiano. Eccellente contrappuntista e autore di diverse opere teatrali e di due balletti, si ricorda anche per essere stato il maestro privato di Giuseppe Verdi.
lavìna, sf. 1 In alcune regioni, valanga di neve. ~ slavina. 2 In alcune regioni, frana rapida e disastrosa di ghiaia o terra.
Lavìnia Personaggio mitologico, figlia di Latino. La madre l'aveva già destinata a Turno, mentre il padre la promise a Enea. Ne nacque la guerra narrata nell'Eneide.
Lavìno di Sópra Centro della provincia di Bologna, sede del comune di Zola Predosa, nei cui pressi sorge il palazzo Albergati, una delle più belle ville della provincia, risalente al XVII sec.
Lavìs Comune in provincia di Trento (6.657 ab., CAP 38015, TEL. 0461).
Lavoisier, Antoine-Laurent (Parigi 1743-1794) Chimico e scienziato francese, fu membro dell'Accademia delle scienze e titolare di importanti cariche pubbliche. Proprio per questa ragione, nel 1794 il tribunale rivoluzionario lo processò, condannandolo alla ghigliottina. Considerato il padre della chimica moderna, a lui si devono, tra l'altro, la formulazione del principio chimico di conservazione della massa, la distinzione tra corpi semplici e corpi composti, lo studio dei componenti dell'aria e dell'acqua, alcuni studi sulla fermentazione e sulla respirazione. I suoi esperimenti gli permisero di scoprire il ruolo fondamentale dell'ossigeno nelle reazioni di combustione, confutando così la teoria flogistica. Nel Trattato elementare di chimica del 1789 comparve per la prima volta una tabella, contenente trenta elementi, che è ancora alla base della moderna nomenclatura.
lavoràbile, agg. Che si può lavorare.
lavorabilità, sf. L'attitudine di un materiale a essere lavorato mediante una determinata tecnologia. Dipende da precise proprietà fisiche che conseguono dalla tecnologia in considerazione (la duttilità per la trafilatura, la fusibilità per la fonderia ecc.).
lavorànte, sm. e sf. Dipendente che esegue lavori manuali specie presso artigiani; apprendista, operaio. ~ garzone.
sm. e sf. worker.
lavoràre, v. v. tr. 1 Trasformare in un prodotto finito; fabbricare. ~ costruire. • sapeva lavorare con grande arte il ferro. 2 Elaborare, manipolare, plasmare, trattare. ~ rifinire. 3 Coltivare, persuadere. ~ irretire. • non riuscì a lavorarselo per bene, non è riuscito a convincerlo.
v. intr. 1 Avere un lavoro. ~ impiegarsi. • lavorava in proprio, esercitava un'attività autonoma. 2 Impiegare le proprie energie fisiche e intellettuali in un'attività; sgobbare. ~ sfacchinare. 3 Essere in attività, agire. ~ applicarsi. • alcuni esercizi commerciali lavorano solo in estate. 4 Funzionare. ~ andare. <> bloccarsi.
v. tr. e intr. to work.
lat. laborare, deriv. da labor,-oris lavoro.
• Chi non lavora non mangia. Sono parole di San Paolo per ricordare che non si deve mangiare il pane a ufo a discapito di chi lavora.
Lavorare stanca Opera di poesia di C. Pavese (1936).
lavoràta, sf. Il lavorare inteso come azione compiuta in una sola volta.
lavoratìvo, agg. 1 Di periodo di tempo utilizzato nel lavorare. ~ feriale. <> festivo. 2 Che si presta a essere lavorato. 3 Di lavoro.
agg. working.
lavoràto, agg. 1 Che ha subito una lavorazione; elaborato, trattato. ~ rifinito. <> grezzo. 2 Abbellito con disegni. ~ decorato. <> disadorno. 3 Coltivato, detto di terreni. <> incolto.
lavoratóre, agg. e sm. (f.-trìce) agg. Che lavora.
sm. 1 Chi impiega le proprie energie fisiche e intellettuali nell'esercizio di una attività produttrice di beni e di servizi. ~ lavorante. • sindacato dei lavoratori. 2 Chi lavora molto. ~ sgobbone. <> scansafatiche. • era un instancabile lavoratore. 3 Al plurale, manodopera.
agg. working. sm. worker.
Lavoratori Romanzo di A. Kielland (1881).
lavorazióne, sf. Processo di manipolazione o trasformazione di una data materia; elaborazione, fabbricazione, realizzazione, produzione, trattamento. ~ manifattura. • la lavorazione manuale del pezzo comportava grandi costi.
sf. 1 processing, working. 2 (pietra, legno) carving. 3 (fattura) workmanship. 4 (film) making.
lat. tardo laboratio,-onis fatica.
lavorètto, sm. 1 Oggetto lavorato di poco conto. 2 Attività poco pulita.
lavoricchiàre, v. intr. 1 Lavorare poco a cose di scarso valore. 2 Svolgere limitata attività per mancanza di lavoro.
lavorièro, sm. Disposizione di reti, canali, staccionate e opere, fisse o mobili, per la cattura industriale di anguille negli stagni lagunari o nelle valli.
lavorìo, sm. 1 Lavoro continuo e intenso; fervore. ~ attività. 2 Azione compiuta di nascosto; intrigo, manovra. ~ macchinazione.
sm. intense activity.
lavóro, sm. 1 Impiego delle proprie attività fisiche e intellettuali in un'attività produttiva; impiego, mestiere. ~ professione. 2 Il prodotto così ottenuto; opera, prodotto. ~ manufatto. 3 Occupazione. ~ collocazione. <> disoccupazione. 4 Serie di attività svolte da un gruppo di persone che lavorano insieme per un unico fine. ~ studio. 5 Impegno, sforzo, travaglio. ~ fatica. 6 Compito. ~ funzione. 7 Grandezza fisica definita come il prodotto di una forza (più precisamente della sua proiezione nella direzione dello spostamento) per lo spostamento stesso.
sm. 1 work. 2 (occupazione) job. 3 (opera) piece of work. 4 (lavoro autonomo) self-employment. 5 (lavoro nero) concealed labour. 6 (econ.) labour.
deriv. da lavorare.
• In fisica, nel caso in cui forza e spostamento formino un angolo acuto o nullo si parla di lavoro motore, nel caso contrario di lavoro resistente. Si definisce lavoro virtuale di un sistema meccanico statico, il lavoro infinitesimo eseguito da una forza applicata in un punto per fargli subire uno spostamento virtuale infinitesimo compatibile con i vincoli. Il concetto di lavoro virtuale serve per introdurre il principio dei lavori virtuali che,in statica, stabilisce che un sistema sta in equilibrio se e solo se è nulla la somma di tutti i lavori virtuali.
Diritto del lavoro
Il rapporto di lavoro si suddivide in due categorie, autonomo e subordinato. Nel primo caso un prodotto stabilito è l'argomento della prestazione; nel secondo caso un qualsiasi soggetto prestatore d'opera (lavoratore) si impegna verso altri (datore di lavoro) a lavorare in cambio di una retribuzione che può essere calcolata sul tempo (ora, settimana, mese) o sulla quantità (cottimo). Il lavoratore deve rispettare alcune regole ben precise, mentre il datore deve garantire il rispetto delle norme igieniche e di sicurezza. La maggior parte delle convenzioni siglate a livello internazionale è stata resa esecutiva anche nell'ordinamento italiano.
Economia del lavoro
Rappresenta uno dei fattori della produzione. La variazione di domanda e di offerta di lavoro è influenzata sia dalle caratteristiche strutturali che dall'andamento delle singole economie. Il processo di conversione del lavoro con capitale tecnico è stato accelerato sia da un'evoluzione tecnologica sempre più spinta, sia dell'esigenza di incrementare la produttività.
Lavoro culturale, Il Romanzo di L. Bianciardi (1957).
Lavy, Lorènzo (Torino 1720-1789) Medaglista e incisore. Fu l'autore delle numerose medaglie per la casa Savoia classificate come Storia metallica della Reale Casa di Savoia. Il figlio Amedeo fu l'autore del marengo d'oro della Repubblica Subalpina.
Law, Andrew Bonar (Kingston 1858-Londra 1923) Politico britannico. Fu leader conservatore dal 1911 e dal 1922 anche primo ministro.
Law, John (Edimburgo 1671-Venezia 1729) Economista e finanziere scozzese. Inventò e realizzò in Francia un sistema bancario basato sull'emissione di moneta in forma cartacea con la garanzia delle attività di compagnie commerciali. Finanziò così la Compagnia francese delle Indie da lui creata per lo sfruttamento economico delle colonie. Nel 1720 dovette però riparare all'estero in seguito a una bancarotta causata da un'ondata di realizzi che gli azionisti utilizzarono per fare crollare l'intero sistema.
Lawrence d'Aràbia Thomas Edward Lawrence, noto come Lawrence d'Arabia (Tremadoc, Galles, 1888-Bovington Camp, Dorsetshire, 1935) Romanziere e militare inglese. Ufficiale dei servizi segreti inglesi, durante la prima guerra mondiale divenne un personaggio leggendario per aver organizzato la rivolta degli arabi contro i turchi. Deluso per le scelte politiche inglesi, si dimise nel 1922 e si arruolò nella RAF sotto falso nome. Morì nel 1935 in un incidente stradale. Tra le sue opere, I sette pilastri della saggezza (postumo, 1936) che racconta le sue imprese in Arabia e L'aviere Ross (postumo, 1955) nel quale racconta la sua esperienza come aviere della RAF.
Lawrence d'Arabia
Film storico, britannico (1962). Regia di David Lean. Interpreti: Peter O'Toole, Alec Guinness, Anthony Quinn, Jack Hawkins. Titolo originale: Lawrence of Arabia
Lawrence, David Herbert (Eastwood 1885-Vence 1930) Scrittore britannico. L'esaltazione della sessualità, il ritorno a una vita primordiale in cui al centro si trova l'amore fisico, la difficoltà nei rapporti tra uomo e donna sono i temi principali trattati nella sua produzione. La sua fama accrebbe maggiormente in seguito agli interventi della censura. Tra le sue opere, Figli e amanti (1913), Donne in amore (1921), La verga di Aronne (1922), Il serpente piumato (1926) e la famosa Gli amanti di Lady Chatterley (1928).
Lawrence, Ernest Orlando (Canton 1901-Palo Alto 1958) Fisico statunitense. Elaborò il ciclotrone, primo acceleratore ciclico di particelle. Nel 1939 fu insignito del premio Nobel.
Lawrence, Thomas Edward (Bristol 1769-Londra 1830) Pittore britannico, ritrattista ufficiale di corte. Memorabile la serie di ritratti di personaggi famosi della Waterloo Chamber del castello di Windsor. Tra le sue opere, Richard Payne Knight (1794, Manchester, Withworth Art Gallery) e Carlo III di Francia (1818-1819, Windsor, Royal Castle, Waterloo Chamber).
Lawson, Eddie (1958-) Pilota motociclista statunitense. Fu quattro volte campione del mondo nella classe 500, nel 1984, 1986 e 1988 con la Yamaha e nel 1989 con la Honda.
Lawu Vulcano (3.265 m) dell'Indonesia, sull'isola di Giava.
Laxness, Halldór Kiljan (Reykjavik 1902-1998) Pseudonimo di H. K Guôjónsson. Scrittore islandese premio Nobel nel 1955. Di origine contadina, dopo una crisi religiosa ben espressa nel romanzo Il grande tessitore del Kashmir del 1927, passò dal cattolicesimo alle dottrine marxiste e raccontò le tradizioni del popolo islandese in tutta la sua produzione La campana dell'Islanda (1943), Incendio a Copenaghen (1946), Il paradiso riconquistato (1960).
Laye, Camara (Kouroussa 1928-Dakar 1980) Romanziere guineano. Tra le opere Io ero un povero negro (1953) e Il maestro della parola (1978).
lay-out, sm. invar. 1 Disposizione dei vari elementi grafici componenti un bozzetto. ~ assetto. 2 Schema contenente le istruzioni per lo svolgimento di un lavoro. ~ bozzetto. 3 Rappresentazione grafica planimetrica di impianti industriali e di procedimenti produttivi.
Lazarsfeld, Paul Felix (Vienna 1901-New York 1977) Sociologo statunitense. Di origine austriaca, collaborò con M. Horkheimer e studiò la comunicazione di massa. Nel 1970 scrisse Filosofia delle scienze sociali.
laziàle, agg. e sm. agg. Del Lazio.
sm. 1 Abitante, nativo del Lazio. 2 Tifoso della squadra di calcio della Lazio.
Làzio Regione a statuto ordinario dell'Italia centrale; confina con la Toscana a nord, con l'Umbria, l'Abruzzo e il Molise a est e con la Campania a sud; si affaccia a ovest sul mar Tirreno, con coste basse e sabbiose, movimentate da alcuni promontori, in particolare il Circeo e il promontorio di Gaeta.
Il territorio è assai vario e comprende a nord-est una parte dell'Appennino Abruzzese, che culmina nei monti della Laga (2.455 m) e nel monte Terminillo (2.213 m).
A est sorgono i massicci calcarei dei monti Sabini, Simbruini, Ernici e Le Mainarde.
A nord-ovest il Preappennino laziale è separato dall'Appennino dalle valli del Tevere, del Sacco e del Liri ed è formato da una serie di apparati vulcanici (Volsini, Cimini, Sabatini e della Tolfa); nella parte meridionale sorgono i gruppi dei colli Albani, dei monti Lepini, Ausoni e Aurunci, di costituzione calcarea.
Si distinguono infine le zone pianeggianti costiere, da tempo bonificate (Campagna di Roma, Agro Romano e Agro Pontino).
Tra i bacini lacustri vanno ricordati il lago di Bolsena, di Vico, di Bracciano, di Albano e di Nemi che occupano i crateri di vulcani spenti.
Il clima è tipicamente mediterraneo con moderate escursioni termiche stagionali e precipitazioni relativamente abbondanti.
Il capoluogo regionale è Roma; gli altri capoluoghi di provincia sono Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo.
L'agricoltura è praticata soprattutto nelle fertili pianure e sui versanti poco impervi dell'Antiappennino, dove si producono cereali, patate, ortaggi, olive, agrumi e frutta.
Nelle zone collinari e montuose è diffuso l'allevamento, in particolare degli ovini, a carattere transumante, mentre nelle pianure è più diffuso l'allevamento bovino.
Il prodotto della pesca è destinato esclusivamente al consumo locale.
L'attività industriale è piuttosto modesta e fa capo ai settori della trasformazione dei prodotti agricoli, al settore editoriale, dell'abbigliamento, tessile, del legno, cinematografico e chimico farmaceutico.
Una voce importante dell'economia della regione è il turismo, particolarmente intenso a Roma e lungo la costa.
Grandi risorse sono impiegate nel settore terziario legato alle funzioni politiche e amministrative di Roma come capitale italiana.
• Abitanti-5.031.230
Superficie-17.203 km2
Densità-292,4 ab./km2
Capoluogo-Roma
Province (fra parentesi il numero di abitanti del capoluogo espresso in migliaia): Frosinone (46), Latina (105), Rieti (43), Roma (2.693), Viterbo (58)
Làzio (società sportiva) Società di calcio romana, nata nel 1900 come società di atletica leggera. Nel 1974 conquistò lo scudetto; ha vinto due coppe Italia e una coppa delle Coppe nel 1999.
Lazìse Comune in provincia di Verona (5.490 ab., CAP 37017, TEL. 045).
làzo, sm. invar. Lasso.
Lazzarétti, Dàvide (Arcidosso 1834-Monte Labbro, Grosseto 1878) Riformatore religioso e fondatore nel 1872 della chiesa universale giurisdavidica, con la quale proclamò la repubblica di Dio. Ebbe molti proseliti nelle zone rurali e fu sospettato di aver sostenuto alcuni moti popolari che s'ispiravano alla sua dottrina e che ebbero luogo nel 1878. Perì in uno scontro con la forza pubblica. Il suo credo propugnava un ritorno alle radici più primitive del cristianesimo.
lazzarétto, sm. Ospedale per lebbrosi.
Làzzari, Costantìno (Cremona 1857-Roma 1927) Politico. Nel 1892 fu tra i fondatori del PSI e ne fu in seguito segretario dal 1912 al 1919.
Làzzaro di Betània Santo. Fratello di Maria e Marta, fu risuscitato dal Gesù. Secondo leggenda sarebbe stato il primo vescovo di Marsiglia.
làzzaro, o làzzero, sm. 1 Nome che un tempo veniva dato ai plebei napoletani. 2 Lebbroso.
da Lazzaro il nome del mendicante della parabola evangelica del ricco Epulone.
lazzaronàta, sf. Azione del lazzarone. ~ mascalzonata.
lazzaróne, sm. 1 Popolano dell'Italia meridionale. 2 Poveraccio. 3 Poltrone, ozioso. ~ lavativo. 4 Mascalzone, farabutto. ~ canaglia.
sm. lazybones.
Lazzàte Comune in provincia di Milano (5.814 ab., CAP 20020, TEL. 02).
Lazzeróni, Romàno (Pontedera 1930-) Glottologo, specialista di linguistica indoeuropea. Dal 1988 è presidente del comitato di ricerche fisiologiche, filosofiche e storiche del CNR. Tra le opere, Fra glottologia e storia (1970-1980), Contatti di lingue e culture nell'Italia antica (1971-1983), Cultura vedica e cultura indoeuropea (1975) e Indoeuropeo e Indoeuropa: un problema di metodo (1985).
lazzeruòlo, sm. Nome volgare del Crataegus azarolus, un piccolo albero avente foglie dentellate, fiori bianchi o rosati e frutti commestibili, bianchi o gialli, con chiazze rosse.
làzzo, agg. agg. Aspro. ~ acre.
lat. lacteus lattiginoso, relativo a frutta aspra.
sm. Atto o detto spiritoso e pungente. ~ arguzia, frizzo, motto, burla, scherzo, trovata.
lb Sigla di libbra (unità di misura).
LCD In informatica è la sigla di Liquid Crystal Display (visualizzatore a cristalli liquidi). Utilizza le proprietà delle sostanze cristalline. Viene particolarmente usato nei computer portatili.
le, art. e pron. art. determ. f. pl. Forma plurale di la, utilizzato davanti alle parole femminili aventi una consonante o una vocale come iniziale.
pron. pers. f. sing. A lei. • non voleva dirle nulla.
the. pron. 1 them, to her, to it. 2 (forma di cortesia) to you.
lat. illae.
Le Bon, Gustave (Nogent-le-Rotrou, Eure et Loir 1842-Parigi 1931) Psicologo. Tra le opere Psicologia delle folle (1895) e Le leggi psicologiche dell'evoluzione dei popoli (1894).
Le Brun, Charles (Parigi 1619-1690) Pittore francese. Tra le opere Il cancelliere Séguier (ca. 1660, Parigi, Louvre) ed Esaltazione delle vittorie di Luigi XIV (1679-1684, Versailles, Palazzo Reale, Galleria degli Specchi).
Le Brun, Ponce-Denis Ecouchard (Parigi 1729-1807) Poeta. Tra le opere Odi repubblicane al popolo francese (1794) e Odi (postumo, 1811).
Le Carré, John (Poole, Dorsetshire 1931-) Pseudonimo di David J. M. Cornwell. Romanziere inglese. Tra le opere Chiamata per il morto (1960), La spia che venne dal freddo (1963), Tutti gli uomini di Smiley (1980), La tamburina (1982), La casa Russia (1989), Il direttore di notte (1983), La passione del suo tempo (1995).
Le Châtelier, Henry-Louis (Parigi 1850-Miribel-les-Echelles 1936) Chimico francese. Formulò l'omonimo principio dell'equilibrio mobile, o di azione e reazione.
Le Corbusier (La Chaux-de-Fonds 1887-Roquebrune-Cap-Martin 1965) Pseudonimo di Charles-Édouard Jeanneret. Architetto, pittore, trattatista, urbanista francese di origini svizzere. Studiò alla Scuola di arti applicate di La Chaux-de-Fonds (1900-1905). Nei viaggi che compì subito dopo, analizzò l'architettura del passato, facendo poi esperienza presso gli atelier degli architetti J. Hoffman, A. Perret e P. Behrens (1906-1914). Nel 1911 divenne insegnante a La Chaux-de-Fonds. In questo periodo elaborò le case Domino a struttura modulare. Dal 1917 al 1921 svolse a Parigi l'attività di pittore e fondò la rivista L'Esprit Nouveau nella quale propose modelli alternativi delle città e progettò numerosi piani regolatori, conventi e ospedali (tra cui quello di Venezia, mai realizzato). Nel 1922 aprì uno studio insieme al cugino Pierre e nello stesso anno elaborò un piano per una città di tre milioni di abitanti. Nel 1925 espose il primo progetto del piano Voisin per Parigi, che in seguito verrà più volte rielaborato. Successivamente creò numerosi studi e realizzazioni architettoniche che testimoniano una ricerca costante e un'eccezionale fantasia creativa. Viene considerato il maggiore artefice, insieme a W. Gropius, del rinnovamento architettonico internazionale sfociato poi nel movimento moderno. Autore di numerosissimi trattati urbanistici, teorizzò ne La città radiosa del 1935 un'architettura più vicina alle esigenze della vita moderna, cercando di semplificare sia i materiali che l'ambientazione, per aumentare la funzionalità. Gli elementi essenziali che devono costituire un edificio sono indicati da Le Corbusier in cinque punti: 1. la casa deve essere sollevata su piloni in cemento armato e perciò essere lontana dal terreno, con un giardino che si stende al di sotto di essa; 2. il giardino deve trovarsi anche al di sopra dell'edificio. Basta utilizzare il cemento armato: esso permette di costruire un tetto piano e ha bisogno di un'umidità costante; 3. cessando la funzione dei muri portanti, ogni piano può essere strutturato disponendo liberamente le pareti divisorie; 4. le finestre possono correre da un capo all'altro, come una fascia continua, per l'immissione di luce e di aria; 5. poiché anche la facciata è libera, può essere avanzata o arretrata rispetto ai pilastri di sostegno. Queste idee si trovano attuate già nella Villa Stein a Garches e soprattutto nella famosissima Villa Savoye a Poissy, nella quale sono riscontrabili i pilastri, le finestre orizzontali continue, il tetto-giardino e la planimetria interna libera. A testimonianza del suo impegno per una città moderna a misura di uomo, restano le unità abitative, la prima delle quali fu costruita a Marsiglia (1947-1952). Si tratta di un grande edificio, poggiato su pilastri, che lasciano libero il terreno sottostante e sormontato dal tetto-giardino. Contiene circa 400 alloggi e comprende tutti i servizi necessari alla vita della comunità (negozi, parcheggi, asilo per bambini, spazi per gli esercizi fisici, luoghi di svago). Come pittore fu uno dei teorizzatori del purismo.
Lê Duc Tho (Nam Ha 1911-Hanoi 1990) Uomo politico vietnamita. Nel 1973 gli fu conferito, ma rifiutò, il premio Nobel per la pace insieme a Henry Kissinger, con il quale pochi mesi prima aveva firmato gli accordi di Parigi, che posero fine alla guerra del Vietnam e consentirono il ritiro delle truppe statunitensi. Fondatore del Partito comunista indocinese (1930), condusse la guerra di indipendenza al fianco di Hô Chi Minh.
L'è el dì di mort, alegher! Opera di poesia di D. Tessa (1932).
Le Goff, Jacques (Tolone 1924-1997) Storico. Tra le opere Mercanti e banchieri nel Medioevo (1956) e La borsa e la vita. (1987), L'uomo medievale (1987).
Le Havre => "Havre"
Le Maire Stretto marittimo dell'oceano Atlantico, tra la Terra del Fuoco e l'isola degli Stati.
Le Monnier, Felìce (Verdun 1806-Firenze 1884) Tipografo francese. Nel 1843 fondò a Firenze l'omonima casa editrice.
Le Nain, Louis (Laon 1593?-Parigi 1648) Pittore francese. Tra le opere Il carretto (1641, Parigi, Louvre) e Pasto dei contadini (1642, Parigi, Louvre).
Le Nôtre, André (Parigi 1613-1700) Architetto francese. Tra le opere il parco dei castelli di Vaux-le-Vicomte (1655-1661) e di Chantilly (1661-1683).
Le Pen, Jean-Marie (Morbihan 1928-) Politico francese. Nel 1972 fondò il Fronte nazionale, un movimento politico di estrema destra. Dopo venti anni di propaganda, nel 1995 il Fronte ha conquistato per la prima volta una grande città, Tolone.
Le piace Brahams? Romanzo di F. Sagan (1959).
Le Play, Frédéric (La Rivière-Saint-Sauveur 1806-Parigi 1882) Economista e sociologo francese. Invocò la necessità dell'esistenza di un'autorità nella società rappresentata rispettivamente dal padre nella famiglia e dai proprietari nella società. Per avvalorare le sue tesi introdusse il metodo delle rilevazioni sul campo. Nel 1855 scrisse Gli operai europei e nel 1864 La riforma sociale.
Le Roy, Mervyn (San Francisco 1900-Los Angeles 1987) Regista cinematografico statunitense. Diresse Piccolo Cesare (1931), Io sono un evaso (1932) e Vendetta (1937).
Le Sueur, Eustache (Parigi 1617-1655) Pittore francese. Tra le opere Vita di San Bruno (1645-1648, Parigi, Louvre).
Le Vau, Louis (Parigi 1512-1670) Architetto francese. Tra le opere l'hôtel Lambert a Parigi (1640) e il palazzo di Versailles (blocco centrale, 1661).
Le Verrier, Urbain-Jean-Joseph (Saint-Lô, Manche 1811-Parigi 1877) Astronomo francese. Nel 1846 ipotizzò l'esistenza di Nettuno che poi venne osservato da J. G. Galle a Berlino. La scoperta è però rivendicata anche dal giovane astronomo J. C. Adams che osservò il pianeta pochi mesi prima. Nel 1845 analizzò il pianeta Urano stimando la massa, calcolando l'orbita e la posizione sull'eclittica di un oggetto celeste, sconosciuto, che ne perturbava il moto.
Leach, Edmund Ronald (Sidmouth 1910-Cambridge 1989) Antropologo inglese. Accentuò la dimensione storica nella ricerca antropologica. Tra le sue opere, Riflessioni sull'antropologia (1966) e Il mito della genesi (1970).
leacril, sm. invar. Fibra acrilica per tessuti che viene prodotta dalla ditta italiana Acsa (Applicazioni chimiche spa).
leader, sm. e sf. invar. 1 Capo di partito o di uno schieramento politico. ~ guida. 2 Nelle corse, atleta, corridore o cavallo che si pone in testa nella gara e fa l'andatura. ~ primo. 3 Azienda o simile che è all'avanguardia nel settore della tecnica. 4 Persona con grande carisma e capacità di imporsi sugli altri. ~ capo. • era un leader nato.
ingl. leader capo.
leadership, sm. invar. Egemonia, guida esercitata da una persona, da una azienda o da uno stato nei confronti di altri. ~ supremazia.
Leakey, Louis (Kabete 1903-Londra 1972) Paleoantropologo keniota. Di origine inglese, trovò i resti del più antico ominide evoluto nella gola di Oldoway; le sue ricerche furono continuate dal figlio Richard.
leàle, agg. 1 Fedele alla parola data. ~ fidato. <> infedele. 2 Onesto, sincero. ~ schietto. <> sleale.
agg. 1 loyal. 2 (onesto) fair. 3 (sincero) sincere.
lealìsmo, sm. Fedeltà verso forme di governo, autorità o simile.
lealìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Seguace del lealismo.
lealménte, avv. In modo leale. ~ correttamente, onestamente. <> scorrettamente, slealmente.
lealtà, sf. 1 Caratteristica di chi o di ciò che è leale; onestà, sincerità. ~ franchezza. <> falsità. 2 Attaccamento. ~ fedeltà. <> infedeltà.
sf. 1 loyalty. 2 (onestà) fairness. 3 (sincerità) sincerity.
Lealtà, ìsole Arcipelago (13.000 ab.) della Nuova Caledonia, nell'oceano Pacifico sudoccidentale.
Lean, David (Croydon 1908-Londra 1991) Regista cinematografico britannico. Fautore di creazioni spettacolari e fastose, ha prediletto le rivisitazioni storiche e le riedizioni di opere letterarie; vincitore di sette Oscar (tra i quali miglior film e miglior regia) nel 1957 con il film Il ponte sul fiume Kwai e nel 1963 con Lawrence d'Arabia, ha diretto tra l'altro anche Breve incontro (1946), Le avventure di Oliver Twist (1948), Ali del futuro (1952), Hobson il tiranno (1954), Tempo d'estate (1955), Il dottor Zivago (1966), La figlia di Ryan (1970), Passaggio in India (1984).
Leàndro Personaggio mitologico, giovane di Abido da cui, ogni notte, raggiungeva sulla sponda europea l'amata Ero, sacerdotessa di Afrodite, attraversando a nuoto l'Ellesponto. Annegò in una notte di forte tempesta.
Lear, Edward (Highgate, Londra 1812-Sanremo 1888) Poeta inglese. Tra le opere Il libro dei nonsensi (1846, 1861-1863).
Lear, o Leir Leggendario re d'Inghilterra. A esso si ispirò Shakespeare nella sua opera Re Lear.
leàrdo, agg. Detto di un mantello equino grigio.
leasing, sm. invar. Tipologia di contratto proveniente dall'Inghilterra, mediante la quale il concedente si impegna a fornire per un certo periodo (di solito lungo per il leasing finanziario, più propriamente breve per il leasing operativo), l'uso del bene richiesto previa corresponsione di un certo canone annuo. Il richiedente può esercitare alla fine del periodo il diritto di prelazione sull'acquisto del bene stesso a un valore d'acquisto relativamente basso.
Léaud, Jean-Pierre (Parigi 1944-) Attore cinematografico francese. Interpretò I quattrocento colpi (1959), Baci rubati (1967), Weekend (1968), Detective (1985) e Ho affittato un killer (1990).
Leavitt, David (Palo Alto, California 1961-) Narratore statunitense. Tra le opere Ballo di famiglia (1984) e La lingua perduta delle gru (1986).
Leavitt, Henrietta Swan (Lancaster 1868-Cambridge 1921) Astronoma americana, scoprì 2.400 stelle variabili e quattro nove; nel 1913 permise di calcolare le distanze extragalattiche, grazie alla scoperta della relazione tra periodo e luminosità di una particolare classe di stelle variabili: le cefeidi.
Lebbe, Vincent (Gand 1877-Nanchino 1940) Missionario belga. Missionario in Cina, fu strenuo propugnatore dell'evangelizzazione nel rispetto della cultura locale. Fondò la Società degli ausiliari delle missioni (1927), i Piccoli fratelli di San Giovanni Battista (1926) e le Piccole sorelle di Santa Teresa (1929). Tra le opere, Annali della Missione (1912).
lébbra, sf. 1 Malattia infettiva cronica. ~ morbo di Hansen. 2 Male o vergogna morale. 3 Malattie di alcune piante. 4 Qualunque processo consuntivo e disgregativo in atto, specie su opere architettoniche. 5 Flagello, piaga, calamità. ~ rovina.
sf. leprosy.
• Detta anche morbo di Hansen dal nome dello scopritore che per primo isolò nel 1871 il bacillo Mycobacterium leprae (detto appunto di Hansen), è una malattia infettiva cronica che si ritrova ora solo nelle zone tropicali; si trasmette per contagio solo dopo un contatto prolungato tra le persone infette. Può avere un tempo di incubazione che raggiunge anche i cinque anni.
lebbrosàrio, sm. Luogo di ricovero per lebbrosi.
lebbróso, agg. e sm. agg. 1 Che è affetto di lebbra. 2 Scalcinato.
sm. Chi è affetto di lebbra.
lat. tardo leprosus.
Lebesgue, Henri (Beauvais 1875-Parigi 1941) Matematico francese. Diede importanti contributi all'analisi nel campo della misura, dell'integrazione e delle serie trigonometriche.
lebète, sm. Grande recipiente, generalmente di bronzo, con il quale nell'antichità classica si conservava e si scaldava l'acqua, si cuocevano le vivande e si eseguivano abluzioni.
Leblanc, Maurice (Rouen 1864-Perpignan 1941) Romanziere. Tra le opere Arsenio Lupin ladro-gentiluomo (1907).
Lebrun, Albert (Mercy-le-Haut 1871-Parigi 1950) Politico francese. Di ideologia radicale, fu presidente della repubblica dal 1932 al 1940, quando fu dichiarato decaduto dal regime di Vichy.
lecanomanzìa, sf. Metodo di divinazione, il cui uso risale ai babilonesi, che consiste nel mescolare in un recipiente ingredienti diversi (di solito acqua e olio) e nell'interpretare i loro movimenti.
lecànora, sf. Genere di Licheni crostosi della famiglia delle Lecanoracee, ordine delle Lecanorali, che si trovano comunemente su cortecce e pietre. Si ritiene che la manna con la quale si nutrirono gli ebrei nel deserto fosse costituita da pezzi di tallo delle Lecanora esculenta.
leccacùlo, sm. e sf. Chi, allo scopo di trarne vantaggio, mostra servilismo e adulazione nei confronti di qualcuno. ~ leccapiedi.
lécca-lécca, sm. invar. Specie di caramella piatta sostenuta da una stecca.
sm. invar. lollipop.
leccaménto, sm. Modo e atto del leccare.
leccapiàtti, sm. e sf. Ghiottone ingordo e parassita.
leccapièdi, sm. e sf. Adulatore servile; lecchino. ~ ruffiano.
sm. e sf. toady, bootlicker.
leccàrda, sf. Vaschetta di rame o altro materiale posta sotto lo spiedo per raccogliere il grasso dell'arrosto.
leccàre, v. v. tr. 1 Passare ripetutamente la lingua su qualcosa. 2 Toccare e sfiorare leggermente e non a lungo. ~ lambire. <> addentare, mordere. 3 Adulare, lisciare, blandire. ~ lusingare. • non voleva continuare a leccare per ottenere favori. 4 Rifinire qualcosa con cura eccessiva. ~ curare, perfezionare.
v. rifl. 1 Di animali, lisciarsi. • leccarsi le ferite, sopportare il proprio dolore in silenzio. 2 Di persona, lisciarsi per apparire bello. ~ azzimarsi. • leccarsi i baffi, gustare pienamente una pietanza.
v. tr. 1 to lick. 2 (animale) to lap up. 3 (fig.) to flatter.
lat. volg. ligicare, da lingere leccare.
leccàta, sf. Atto di leccare in una volta; adulazione, lusinga, piaggeria. ~ sviolinata.
leccàto, agg. 1 Effetto del leccare. 2 Lisciato, affettato, azzimato, acconciato, smorfioso, lezioso. ~ manierato. <> semplice.
Lécce Città capoluogo di provincia della Puglia (100.000 ab.), altezza 49 m, posta nella fertile pianura del Tavoliere di Lecce nella penisola salentina. Data la posizione, si può intuire l'enorme importanza dell'agricoltura (frutta secca, olio, tabacco, vino) nell'economia della città; sono tuttavia presenti anche molte industrie (alimentari, calzaturiere, del legno, del tabacco, meccaniche, tessili) nonché un raffinato e pregiato artigianato (ferro battuto e statuette di cartapesta). I monumenti riflettono i vari passaggi storici: dai reperti messapici e romani alle varie costruzioni in stile barocco, in particolare la basilica di Santa Croce (1548-1646), il duomo (1659-1670), la chiesa di San Nicolò e Cataldo (1180), il palazzo del Seminario (1709), il teatro, il palazzo del Seggio e la porta Napoli.
Antica città messapica divenne successivamente municipio romano. Saccheggiata e distrutta prima da Totila (542 e 549) e dai greci (547), depredata dai saraceni, passò sotto la dominazione normanna e degli svevi nell'XI sec. e sotto gli Angioini due secoli più tardi per poi essere annessa nel 1463 al regno di Napoli e seguirne lo stesso percorso.
Provincia di Lecce
(2.759 km2, 820.000 ab.) Il territorio si estende tra la costa adriatica e ionica e include la parte meridionale della penisola salentina (le Murge salentine); oltre all'allevamento ovino le maggiori risorse sono rappresentate dal turismo balneare e dalle coltivazioni di olivo, tabacco e vite.
Lécce néi Màrsi Comune in provincia di L'Aquila (1.699 ab., CAP 67050, TEL. 0863).
leccése, agg. e sm. agg. Relativo a Lecce.
sm. Nativo o abitante di Lecce.
leccéto, sm. 1 Bosco di lecci. 2 Intrigo.
lecchìno, sm. Leccapiedi. ~ adulatore.
lèccio, sm. Pianta arborea sempreverde appartenente alla famiglia delle Fagacee, con faggio, quercia, castagno. Ha frutto avvolto da una cupola (ghianda) molto apprezzato dai suini. Raggiunge anche 25 m di altezza e forma boschi estesi lungo le coste tirreniche.
sm. ilex, holm oak.
Lécco Città della Lombardia divenuta capoluogo di provincia nel 1992 (48.000 ab., CAP 22053, TEL. 0341), altezza 214 m, è compresa tra il ramo meridionale del lago di Como, il monte San Martino a nord e il Resegone a est ed è percorsa dal fiume Adda. Sono presenti numerose industrie siderurgiche, chimiche, meccaniche, delle minuterie metalliche, alimentari, edili, del legno, del vetro, della carta, tessili, casearie e della ceramica. Noto centro climatico e turistico. Presso Villa Manzoni visse a lungo lo scrittore che proprio nei dintorni della città ambientò i famosi Promessi Sposi.
Provincia di Lecco
(853 km2, 315.000 ab.) È composta dai comuni del fianco orientale del lago, prima appartenenti alla provincia di Como, e da sei comuni della provincia di Bergamo. Si basa sul turismo e sull'industria meccanica.
leccòne, agg. 1 Ghiottone. 2 Adulatore. ~ lecchino.
leccornìa, sf. 1 Cibo ghiotto. ~ ghiottoneria. 2 Avidità.
sf. delicacy, titbit.
deriv. da leccare.
Lech Fiume (248 km) che nasce in Austria dal Vorarlberg e confluisce nel Danubio.
Lechtal, Àlpi di Catena montuosa dell'Austria, nelle Alpi Centrali Bavaresi. Vetta più elevata il monte Parseier (3.036 m).
lecitaménte, avv. Legittimamente. ~ legalmente.
lecitìna, sf. Detta anche fosfatidilcolina, è un composto chimico appartenente al gruppo dei fosfolipidi formato da acido fosforico, colina e glicerina (di cui due ossidrili si esterificano con acidi grassi e il terzo con una molecola di acido fosforico e una di colina). Presente in quasi tutti gli esseri viventi, riveste particolare importanza nel metabolismo dei grassi. Derivata dall'essiccazione dei residui dell'olio di soia, viene utilizzata nell'industria alimentare, cosmetica, delle vernici e, ulteriormente raffinata, anche in preparati farmaceutici.
lécito, agg. e sm. agg. 1 Ciò che è concesso; consentito, legale. ~ autorizzato <> illecito. 2 Che non è contrario a norme, all'ordine pubblico o al buon costume. ~ scorretto. <> sconveniente.
sm. Ciò che è giusto.
agg. 1 allowed, permitted. 2 (dir.) lawful.
lat. licitus, p.p. di licere.
Leconte de Lisle, Charles-Marie (Saint Paul, Réunion 1818-Louvenciennes 1894) Poeta francese. Tra le opere Poesie antiche (1852), Poesie Barbare (1862) e Poesie tragiche (1884).
Lecouvreur, Adrienne (Damery 1692-Parigi 1730) Attrice francese. Ispirò musicisti e drammaturghi.
Lectidàcee Famiglia di piante legnose tropicali, appartenenti all'ordine delle Mirtali, caratterizzate da foglie semplici e grandi fiori ermafroditi.
lectìna, sf. Proteina che si lega a taluni gruppi specifici di carboidrati.
lectio, sf. invar. Metodo di insegnamento delle scuole e delle università medievali che si accompagnava alla disputatio e alla quaestio. Consisteva nella lettura da parte dell'insegnante di un testo stabilito dagli ordinamenti universitari e nella sua spiegazione letterale (legere cursorie) oppure nello sviluppo personalizzato (legere ordinarie).
lectio brevis, loc. sost. f. invar. Giornata scolastica più breve del solito.
lectorium, sm. invar. Muro che nelle chiese medievali divideva il coro dalla navata.
lectotìpo, sm. Esemplare che viene scelto da uno studioso tra il materiale utilizzato in precedenza per istituire una nuova specie senza indicare l'olotipo.
lecythis, sf. invar. Genere di piante tropicali, arboree o arbustacee, appartenente alla famiglia delle Lacitidiacee.
LED In informatica è la sigla di Light Emitting Diode (diodo a emissione luminosa). Si tratta di un trasduttore elettroottico costruito con semiconduttori.
Led Zeppelin Complesso pop inglese (1968-1980), esponente dell'hard rock. Tra le opere Whole lotta love e Stairway to heaven.
Lèda Satellite di Urano, scoperto da Kowal nel 1974; dato il suo raggio di 5 km, viene collocato al nono posto per grandezza, così come per la distanza (11.110.000 km); il suo periodo orbitale è di 240 giorni.
Leda senza cigno, La Prosa di G. D'Annunzio (1916).
Lédda, Gavìno (Siligo 1938-) Romanziere. Tra le opere Padre padrone (1975).
Lederberg, Joshua (Montclair 1925-) Medico statunitense. Compì importanti studi di genetica batterica e per questo nel 1958 fu insignito del premio Nobel con E. L. Tatum e G. W. Beadle.
lèdere, v. tr. 1 Danneggiare, compromettere, rovinare, intaccare. ~ nuocere. <> giovare. 2 Produrre una lesione. ~ ferire. 3 Di edificio, lesionare. ~ incrinare. 4 Offendere. ~ oltraggiare.
v. tr. to injure, to damage.
lat. laedere.
Ledoux, Claude-Nicolas (Dormans-sur-Marne 1736-Parigi 1806) Architetto francese. Tra le opere il padiglione di Louveciennes (1771) e il castello di Bénauville (1780).
Lédro Valle del Trentino che sbocca nel lago di Garda presso Riva, percorsa dal torrente Massangla, che forma al centro della valle il lago di Ledro le cui acque alimentano la centrale elettrica di Riva.
Ledru-Rollin, Alexandre-Auguste (Parigi 1807-Fontenay-aux-Roses 1874) Politico francese. Repubblicano democratico, fu ministro dell'interno dopo la rivoluzione del febbraio 1848. Luigi Napoleone lo sconfisse alle elezioni presidenziali del luglio 1848. Fu fondatore insieme a Mazzini a Londra del Comitato democratico europeo (1851).
Lee, Ang (Taiwan 1954-) Regista cinematografico. Diresse Il banchetto di nozze (1993), Mangiare bere uomo donna (1994), Ragione e sentimento (1995), The ice storm (1997, premiato a Cannes).
Lee, Bruce (1940-1973) Attore cinese. Interpretò serial televisivi (The Green Hornet, 1966 e 1967) e molti film di karatè o kung fu.
Lee, Christopher (Londra 1922-) Pseudonimo di Christopher Frank Carandini Lee, attore cinematografico inglese. Interpretò La maschera di Frankenstein (1957), Dracula il vampiro (1958), Horror Express (1963), Lo sguardo che uccide (1964), Messaggi da forze sconosciute (1978), Allarme a Hollywood (1979), L'isola della paura (1980), Gremlins 2: la nuova stirpe (1990), Funny man (1994), Mosè. La bibbia (1995), Festa di mezzanotte (1995).
Lee, Mary Ann (Filadelfia 1823-1899) Ballerina classica. Esordì nel 1837 e fu attiva sulle scene fino al 1847. Si esibì nei principali teatri statunitensi presentando opere di successo come La Sylphide, La Bayadère, La fille du Danube e Giselle.
Lee, Robert Edward (Stratford 1807-Lexington 1870) Militare statunitense. Segnalatosi in Messico, fu comandante dell'esercito della Virginia a fianco dei sudisti durante la guerra di secessione. Riportò alcune importanti vittorie, ma nel 1865 fu sconfitto dal generale Grant ad Appomattox.
Lee, Spike (Atlanta 1958-) Regista cinematografico statunitense, le cui opere spesso riflettono il difficile rapporto fra bianchi e neri. Diresse Lola Darling (1986), Fa' la cosa giusta (1988), Mo' better blues (1990), Jungle Fever (1991), Malcolm X (1993) e Clockers (1995).
Lee, Tsung Dao (Shanghai 1926-) Fisico statunitense. Di origine cinese, compì importanti studi sulle particelle elementari e scoprì la non conservazione della parità. Nel 1957 fu insignito del premio Nobel.
Leeds Città (710.000 ab.) della Gran Bretagna, nella contea metropolitana di West Yorkshire in Inghilterra. Situata a nord-est della città di Manchester sul fiume Aire. Al centro di importanti vie di comunicazione stradali, ferroviarie, fluviali, ha numerose industrie: dell'abbigliamento, meccaniche (locomotive, macchine tessili, pezzi per aerei), di materie plastiche, chimiche, metallurgiche, alimentari. Nelle vicinanze si trovano miniere di carbone e ferro. Con i vicini centri di Halifax, Dewsbury, Bradford e altri forma un grande agglomerato, specializzato nella lavorazione della lana. Sede vescovile cattolica, di un'università, di vari musei e di un teatro. Ospita anche edifici di interesse storico come la chiesa del XVII sec. e l'abbazia del XII sec. Villaggio normanno, divenne fiorente mercato nel XVI sec.; nel XIX sec. iniziò a specializzarsi nella lavorazione della lana, ma l'espansione industriale avvenne in seguito all'apertura del canale che la collega a Liverpool (1816).
Leeuwarden Città (87.000 ab.) dei Paesi Bassi, nella provincia della Frisia.
Leeuwenhoek, Antoni van (Delft 1632-1723) Naturalista olandese. Scienziato autodidatta, progettò e costruì un microscopio ottico dotato di una sola lente da lui fabbricata che, a differenza degli altri strumenti dotati di più lenti, consentiva fino a 300 ingrandimenti. Utilizzando la sua invenzione, si impegnò in osservazioni e ricerche sugli organismi animali che, pur essendo frammentarie e prive di metodicità scientifica, gli permisero di scrivere una serie di articoli che vennero pubblicati in lingua inglese nelle Philosophical Transactions della Royal Society di Londra. Le sue scoperte più importanti furono l'esistenza dei vasi capillari, la presenza di globuli rossi nel sangue e la descrizione di esseri unicellulari fino a quel momento sconosciuti.
Note:
Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.
Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate
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<> indica (in genere) un "contrario" |
Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_i.doc
sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm
Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it
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