Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 4
Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 4
Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 4
Leeward Islands Gruppo di isole delle Piccole Antille, di cui le più importanti sono: Antigua, Saint Christopher, Nevis, Anguilla, Montserrat e le isole Vergini Britanniche.
Lefebvre, Marcel (Tourcoing, Lilla 1905-Écône, Svizzera 1991) Vescovo francese, dal 1955 al 1962 a Dakar. Di ritorno in Francia fondò nel 1970 un movimento deominato Pro fide cattolica con cui contrastò l'indirizzo riformatore del Vaticano II; nel 1976 venne sospeso a divinis e nel 1988 scomunicato in seguito alla sua consacrazione di quattro vescovi a lui fedeli. Fondò la Fraternità sacerdotale di San Pio X.
Lefevre, Georges (Lilla 1875-Boulogne Billancourt, Parigi 1959) Storico. Tra le opere La rivoluzione francese (1930-1950).
Lèffe Comune in provincia di Bergamo (5.106 ab., CAP 24026, TEL. 035).
Leffler, Anne Charlotte, duchéssa di Caianéllo (Stoccolma 1849-Napoli 1892) Scrittrice svedese. Dopo una prima esperienza matrimoniale fallita, andò sposa al duca di Caianello, P. Del Pezzo. È autrice di novelle (Dalla vita, 1886), lavori teatrali (Donne vere, 1883; Come si fa il bene, 1885; Lotta per la felicità, 1887) e di un romanzo (Femminilità ed erotismo, 1890).
léga, sf. (pl.-ghe) 1 Associazione tra più gruppi sociali o persone private per il conseguimento di determinati scopi comuni; alleanza, coalizione, federazione, unione. ~ società. 2 Accordo di più persone che agiscono per conseguire il proprio utile; combriccola. ~ combutta. 3 Federazione che regola e tutela il regolare svolgimento dei campionati di vari sport. 4 Indole di una persona o di una cosa. ~ qualità. 5 Presa di malta e di cemento. 6 Piastra di ferro per collegare insieme due o più pezzi. 7 Di metalli, miscela. ~ amalgama. 8 Tipo, sorta, stampo. ~ categoria. 9. Unità di misura di lunghezza di valore variabile a seconda del paese in cui è utilizzata. In Francia equivale a 4,445 km, in Spagna a 5,556 km. Quest'ultimo è anche il valore più comunemente usato in marina.
sf. 1 alliance, league. 2 (associazione) union, association. 3 (di metalli) alloy.
• Soluzione solida di due o più elementi, di cui il predominante è sempre un metallo, avente proprietà meccaniche e tecnologiche differenti rispetto a quelle degli elementi che la compongono. Il termine viene utilizzato solo per quei composti in cui le aggiunte di altri elementi al metallo risultano intenzionali per poterne aumentare o modificare alcune qualità. Le leghe vengono classificate a seconda delle loro proprietà specifiche (leghe antifrizione, leghe fusibili), del metallo base (leghe del rame, del nichel, del ferro-carbonio, dell'alluminio) o dell'impiego (leghe per cuscinetti, per saldature).
Léga Nòrd Movimento politico federale sorto nel 1989 dall'accorpamento di formazioni regionali (Lega lombarda, Liga veneta, Piemont autonomista). Il suo leader U. Bossi ha portato la formazione a un significativo 8, 6% nelle elezioni del 1992 e a un 8,4% a quelle del 1994, dopo le quali la Lega, presentatasi in un cartello di centro-destra, andò al governo. Successivi contrasti fra S. Berlusconi e U. Bossi fecero franare l'alleanza e alle elezioni del 1996 la Lega si presentò da sola con un programma federale e autonomista, spesso permeato di idee secessioniste.
Léga, Silvèstro (Modigliana, Forlì 1826-Firenze 1895) Pittore. Tra le opere Il canto dello stornello (1867, Firenze, Collezione privata) e La visita (1868, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna).
legàccio, sm. Striscia di corda o pelle; laccio. ~ stringa.
sm. lace, string.
legàle, agg. e sm. agg. 1 Relativo alla legge. ~ giuridico. •: :e disposizioni legali lo attestavano come unico beneficiario. 2 Che è o è stato stabilito dalla legge, lecito. ~ legittimo. <> illegale. • un simile atto era del tutto legale nonostante l'evidenza dei fatti
sm. Professionista esperto di diritto; avvocato. ~ procuratore. • decise di passare la questione direttamente al suo legale.
agg. 1 (relativo alla legge) lawful, legal. 2 (medicina legale) forensic medicine. sm. lawyer.
lat. legalis.
legalìsmo, sm. Stretta osservanza della legge.
legalìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Sostenitore del legalismo.
legalìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al legalismo.
legalità, sf. Qualità di ciò che è conforme alla legge. ~ liceità. <> illegalità.
legalitàrio, agg. Che agisce solo con mezzi conformi alla legge.
legalizzàre, v. tr. Rendere ufficiale un atto o un documento; convalidare, autorizzare, regolarizzare. ~ legittimare.
v. tr. 1 (autenticare) to authenticate. 2 (legalizzare) to legalize.
franc. légaliser.
legalizzazióne, sf. Atto, effetto del legalizzare.
franc. légalisation.
legalménte, avv. 1 In modo legale. ~ lecitamente. <> illegalmente. 2 Secondo la legge. ~ giuridicamente.
Legambiente Sigla di Lega per l'Ambiente.
legàme, sm. 1 Tutto ciò che serve a legare. ~ laccio, catena, capestro. 2 Relazione, rapporto. ~ affetto. 3 Nesso, relazione. ~ collegamento.
sm. 1 bond. 2 (vincolo affettivo) tie. 3 (relazione, nesso) link. 4 (collegamento) connection.
lat. ligamen,-inis, incrociato con l'italiano legare.
• Interazione atomica di natura elettrica con formazione di molecole o aggregati atomici o strutture molecolari generalmente stabili. Dal punto di vista fisico il legame è costituito da una distanza di equilibrio tra le forze attrattive e repulsive in gioco, da un'energia di legame ed eventualmente da alcuni parametri che caratterizzano l'orientamento spaziale. Si può avere un legame ionico in cui vengono trasferiti elettroni tra atomi che tendono ad acquisirne e atomi che tendono a perderne; si parla di legame covalente quando esiste condivisione di elettroni; se gli atomi sono uguali il legame covalente si dice omeopolare, nel caso contrario polarizzato o eteropolare; si ha poi il legame (covalente) dativo quando la coppia di elettroni in comune viene fornita da un solo atomo (detto donatore).
legaménto, sm. 1 Atto, effetto del legare. 2 L'inserzione tra due suoni vocalici di un elemento consonantico di sostegno. 3 Nella scherma il contatto della propria lama con quella dell'avversario per farla deviare dal bersaglio. 4 Legatura. ~ allacciatura. 5 Tendine.
lat. ligamentum, incrociato con l'italiano legare.
Legami di famiglia Racconto di C. Lispector (1960).
legànte, agg. e sm. 1 Di sostanza quale cemento, mastice o simile, atta a saldare tenacemente due corpi diversi. ~ addensante. <> fluidificante. 2 Che o chi fa un legato dal testamento.
legàre, v. v. tr. 1 Cingere una persona, una o più cose con funi; stringere, avvincere. ~ avvolgere. <> sciogliere. • legare le mani a qualcuno, impedirgli di prendere decisioni autonome. 2 Attaccare a qualcosa con una fune; annodare, allacciare. ~ fermare. <> slegare. 3 Unire metalli a formare leghe. ~ fondere. <> scindere. 4 Rendere più densi sughi o salse con l'aggiunta di farina o panna. ~ amalgamare. <> suddividere. 5 Di elementi o colori, amalgamare, fondere. ~ miscelare. <> separare. 6 Tenere insieme; unire, congiungere. ~ saldare. <> scollegare. • legare in matrimonio, sposare. 7 Riunire le segnature di un'opera per costituire il volume. ~ rilegare. 8 Di concetti, connettere. ~ collegare. 9 Di pietre preziose, incastonare. ~ montare. <> smontare. 10 Obbligare. ~ costringere. 11 Lasciare in eredità, come legato in testamento. 12 Inviare come legato.
v. intr. 1 Far lega; socializzare, familiarizzare. ~ intendersi. • purtroppo non aveva legato con i colleghi, non andava d'accordo. 2 Congiungersi. ~ dividersi. 3 Allegare. 4 Accordarsi. ~ armonizzarsi.
v. rifl. Unirsi, stringersi in un vincolo.
v. tr. 1 to bind, to tie up. 2 (chim.) to alloy. 3 (a qualcuno) to fasten. 4 (unire) to join. v. intr. 1 to get on well. 2 (far lega) to unite.
lat. ligare.
legatàrio, sm. Successore a causa di morte a titolo particolare.
sm. legatee.
legàto, agg. e sm. agg. 1 Impacciato, impedito. ~ goffo. <> disinvolto. 2 Avvolto con una fune. 3 Affezionato. ~ devoto. 4 Unito. ~ fuso. 5 Obbligato, impegnato. ~ liso.
sm. 1 Indicazione espressiva che richiede un'esecuzione delle note senza alcuna interruzione di suono. 2 Nell'antica Roma, ambasciatore. 3 Ambasciatore, inviato. ~ rappresentante. 4 Disposizione testamentaria a titolo particolare che conferisce un bene a persona diversa dall'erede. ~ lascito, eredità.
sm. 1 (dir.) bequest, legacy. 2 (devoto) legacy.
legatóre, sm. (f.-trìce) 1 Chi effettua lavori di legatoria. ~ rilegatore. 2 Legatrice. 3 Attrezzo usato per legare i tralci.
legatorìa, sf. 1 Industria della legatura di libri. ~ rilegatoria. 2 Legatura.
legatrìce, sf. Macchina per la legatura di più oggetti in un unico collo.
legatùra, sf. 1 Atto, effetto del legare; allacciatura, legamento. ~ nodo. 2 Arte e tecnica nel riunire insieme le varie segnatura di un'opera. ~ rilegatura. 3 Simbolo grafico costituito da una linea arcuata sopra il pentagramma per indicare il legato.
sf. 1 binding. 2 (mus.) ligature.
• Procedimento che permette di mettere insieme, dotandole di una copertina, le varie pagine di cui è composta un'opera stampata, per formare il volume finale. Si può distinguere la legatura in brossura, che prima cuce il dorso delle segnature e poi le incolla a una copertina non rigida, la legatura cartonata, che prevede invece una copertina rigida ricoperta da vari materiali (pelle, tela) o da carta stampata, o legature più semplici (a punto metallico o a spirale). Preziose e di elevato contenuto storico sono le legature dei codici medievali che potevano essere miniate o decorate a smalto e cesellate con metalli preziosi.
legazióne, sf. 1 Ambasceria, rappresentanza, delegazione. ~ ambasciata. 2 Missione diplomatica retta da un ministro plenipotenziario. 3 Ufficio, carica o sede di un legato.
Legazpi Città (100.000 ab.) delle Filippine, sull'isola di Luzon. Capoluogo della provincia di Albay.
legénda, sf. Testo di spiegazioni; indicazione, scritta, avvertenza. ~ didascalia.
Legenda Sancti Francisci Prosa di San Bonaventura da Bagnoregio (1261).
Legendre, Adrien-Marie (Parigi 1752-1833) Matematico francese. Ricercatore puro, si interessò di meccanica celeste, di geometrie non euclidee e di trigonometria; contribuì alla formulazione della teoria dei numeri e alla teoria degli integrali delle funzioni algebriche ed ellittiche e introdusse l'equazione differenziale lineare omogenea di secondo ordine che da lui prese il nome.
Léger, Fernand (Argentan 1881-Gif-sur-Yvette 1955) Pittore francese. Seguì dapprima i postimpressionisti per poi aderire al cubismo del quale è considerato uno dei maggiori esponenti. Gli argomenti principali della sua pittura sono rappresentati dagli oggetti in movimento nello spazio che, dopo il contatto con il gruppo dell'Esprit Nouveau, presero la forma di elementi meccanici (bielle, eliche, ruote).
leges, sf. pl. Leggi e costituzioni dell'impero romano. Nell'ultimo periodo le leges vennero sostituendo gradualmente le normative antiche, fino a soppiantarle del tutto.
légge, sf. 1 Norma, insieme di norme che regolano la vita di una comunità; regola, codice, disposizione, regolamento. ~ direttiva. 2 L'insieme di tali norme; ordinamento. ~ legislazione. 3 L'autorità giudiziaria. ~ magistratura. 4 Giurisprudenza. ~ diritto. 5 Principio generale dedotto dall'osservazione della realtà sensibile nel suo evolversi.
sf. 1 law. 2 (disegno di legge) bill. 3 (proposta di legge) draft bill.
lat. lex, legis.
• Nelle scienze, norma costante che regola fatti o accadimenti naturali e che spiega come opera la natura. Anche espressione matematica o descrittiva di una relazione di causa ed effetto o di dipendenza evidenziata nel campo delle scienze sperimentali: può essere espressa in forma qualitativa o in modo quantitativo. Normalmente è accompagnata dall'indicazione dei limiti di validità e del campo di applicabilità.
In diritto la legge è una norma che stabilisce in genere il comportamento, i diritti e i doveri del cittadino. Secondo la costituzione italiana le leggi possono essere emanate dagli organi preposti al potere legislativo e cioè sia dal parlamento che dai consigli regionali a statuto speciale od ordinario. L'unica eccezione a questa regola è data dalla regione del Trentino Alto Adige che consente alle singole province, Bolzano e Trento, di promulgare norme legislative. In generale si possono avere leggi statali o regionali, nonché leggi ordinarie o speciali, leggi generali e costituzionali, civili e penali. A seconda della materia legiferata, si hanno leggi agrarie, fiscali, elettorali, finanziarie. La legge impone, prescrive, ordina e vieta: è la corte costituzionale che si prefigge di risolvere gli eventuali contenziosi o contrasti di competenza. In relazione al tempo, la decorrenza della legge è di norma rivolta al futuro senza perciò avere un effetto retroattivo.
Legge del Signore, La (L'uomo senza fucile) Film western, americano (1956). Regia di William Wyler. Interpreti: Gary Cooper, Dorothy McGuire, Anthony Perkins. Titolo originale: Friendly Persuasion
leggènda, sf. 1 Racconto tradizionale di avvenimenti fantastici o molto lontani nel tempo, alterati dalla fantasia popolare; mito, epopea, saga. ~ favola. 2 Nelle religioni, narrazione di natura mitologica, spesso ispirata dalla pietà popolare. 3 Fandonia, fantasia, invenzione. ~ frottola. <> verità. 4 Legenda.
sf. legend.
• Fiorente nel periodo medievale e usate per arricchire in particolare la vita dei santi con episodi inventati dalla fantasia popolare, la leggenda si sviluppa nella tradizione orale cercando di trasmettere il carattere esemplare dei suoi contenuti.
Leggenda dei secoli, La Opera di poesia di V. Hugo (1883).
Leggenda del pianista sull'oceano, La Film drammatico, italiano (1998). Regia di G. Tornatore. Interpreti: T. Roth, M. Thierry.
Leggenda del re pescatore, La Film drammatico, americano (1991). Regia di Terry Gilliam. Interpreti: Robin Williams, Jeff Bridges, Amanda Plummer. Titolo originale: The Fisher King
Leggenda del santo bevitore, La Romanzo di J. Roth (1939).
Leggenda dell'arciere di fuoco, La (L'arciere di fuoco) Film d'avventura, americano (1950). Regia di Jacques Tourneur. Interpreti: Burt Lancaster, Virginia Mayo, Robert Douglas. Titolo originale: The Flame and the Arrow
Leggenda della città invisibile di Kitez e della vergine Fevronia, La Opera in quattro atti e sei quadri di N. Rimskij-Korsakov, libretto di N. Belskij (San Pietroburgo, 1907).
Leggenda della fortezza di Suram, La Film d'avventura, russo (1984). Regia di Serghei Paradjanov e Dodo Abascidze. Interpreti: Dodo Abascidze. Titolo originale: Legenda o Suramskoy kreposti
leggendàrio, agg. 1 Che concerne la leggenda; epico, fiabesco, favoloso, fantastico, mitologico. ~ mitico. <> storico. • eroe leggendario. 2 Straordinario, grandioso. ~ eccezionale. • in futuro avrebbero ricordato quell'impresa leggendaria. 3 Immortale, indimenticabile. ~ imperituro.
Leggende Opera di poesia di Rosvita di Gandersheim (955-970).
leggèra, sf. 1 L'insieme degli emarginati sociali (vagabondi e simili). 2 Emarginato sociale. ~ vagabondo.
lèggere, v. tr. 1 Riconoscere dai segni della scrittura le parole e comprenderne il significato. ~ compitare. • leggere una notizia dal giornale. 2 Recitare. ~ declamare. 3 Interpretare certi segni convenzionali. ~ decifrare. • non era in grado di leggere un pentagramma. 4 Intendere, intuire. ~ percepire. 5 Intuire i pensieri e le intenzioni di qualcuno. ~ interpretare. • gli leggeva la gioia negli occhi. 6 Prelevare i dati da un certo di tipo di supporto o di memoria per trasferirli a un altro.
v. tr. to read.
lat. legere raccogliere.
leggerézza, sf. 1 Caratteristica di chi o di ciò che è leggero. ~ levità. <> pesantezza. 2 Volubilità, faciloneria, noncuranza, superficialità, incostanza. ~ frivolezza. <> serietà. • aveva agito con troppa leggerezza. 3 Facilità. ~ agio. <> fatica. 4 Scioltezza, eleganza. ~ agilità. <> pesantezza. • la sua leggerezza nei movimenti era fantastica.
sf. 1 lightness. 2 (fig.) thoughtlessness, fickleness.
leggerménte, avv. 1 In modo leggero. ~ lievemente. <> pesantemente. 2 Imprudentemente. ~ sconsideratamente. 3 Un po', scarsamente. ~ appena. <> molto.
leggèro, agg. e avv. agg. 1 Che ha poco peso; tenue, sottile. ~ inconsistente. <> pesante. • imbarcazione leggera, che permette agilità nelle manovre. 2 Non grave. ~ lieve. <> grave. 3 Piccolo. ~ modesto. <> grande. 4 Poco carico. 5 Agile. ~ destro. <> impacciato. 6 Di poco giudizio; superficiale, avventato. ~ fatuo. <> accorto. • una ragazza leggera, frivola. 7 Detto di musica di svago e di evasione. 8 Di suono, fievole. ~ fioco. <> forte. 9 Di pasto, frugale, digeribile. <> indigesto. • preferiva pasti leggeri a pranzo. 10 Di compito, facile. ~ agevole. <> faticoso. 11 Di bevanda, diluito. ~ lungo. <> concentrato. 12 Di malattia, lieve. ~ passeggero. <> serio. 13 Aggraziato, dolce. • aveva una mano leggera nei massaggi.
avv. In modo leggero.
agg. 1 light. 2 (agile) agile, nimble. 3 (bevanda) weak. 4 (lieve) slight. 5 (spensierato) thoughtless.
franc. legier, deriv. dal lat. levis lieve.
Leggi Opera di filosofia di Platone (prima metà IV sec. a. C.).
leggiadraménte, avv. In modo leggiadro. ~ aggraziatamente.
leggiadrìa, sf. Caratteristica di chi e di ciò che è leggiadro. ~ grazia.
leggiàdro, agg. 1 Che è al tempo stesso, bello, elegante e gentile. ~ grazioso. <> sgraziato. 2 Splendido. ~ avvenente. <> goffo, brutto.
agg. 1 lovely, pretty. 2 (aggraziato) graceful.
leggìbile, agg. Che si può leggere. ~ comprensibile. <> illeggibile.
agg. legible.
lat. tardo legibilis.
leggibilità, sf. Condizione di ciò che è leggibile.
leggibilménte, avv. In modo leggibile.
leggicchiàre, v. tr. Leggere a stento.
leggìna, sf. Legge di pochi articoli.
leggìo, sm. 1 Tappo sul fondo delle imbarcazioni. 2 Mobile di varia forma e dimensione, fornito di sostegno a piano inclinato per sostenere un libro.
sm. lectern.
Leggio, Il Opera di poesia di N. Boileau (1674-1683).
leggiucchiàre, v. tr. Leggicchiare.
Leggiùno-Sangiano Comune in provincia di Varese (2.878 ab., CAP 21038, TEL. 0332).
leghìsmo, sm. Fenomeno politico e sociale diffuso specie nell'Italia settentrionale, consistente nell'associarsi in leghe.
leghìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) 1 Un tempo operaio o contadino iscritto a una lega. 2 Militante o sostenitore di una lega.
legiferàre, v. intr. 1 Emanare leggi; decretare, deliberare, emanare, promulgare. ~ statuire. 2 Dettar legge. ~ disporre.
legiferatóre, sm. (f.-trìce) Chi legifera.
legionàrio, sm. 1 Soldato di una legione. ~ militare. 2 Membro della legione d'onore francese.
lat. legionarius.
Malattia dei legionari
Tipo di polmonite provocata dalla Legionella pneumophila.
legióne, sf. 1 Unità tattica fondamentale dell'esercito romano. 2 Corpo militare che non fa parte dell'esercito regolare. ~ truppa. 3 Unità organica dell'arma dei carabinieri. 4 Schiera foltissima. ~ stuolo.
lat. legio,-onis, deriv. da legere arrotolare.
• Dallo schieramento a falange tipico del IV sec. a. C. si passò gradatamente a una disposizione in manipoli disposti su tre file ognuno avente un compito diverso. In prima linea si schieravano gli astati, soldati più giovani che avevano il compito di sferrare il primo attacco; i principes, soldati di mezza età con il compito di aiutare gli astati, si trovavano in seconda fila; in terza fila i triari, soldati veterani, entravano in azione solo se l'evoluzione del combattimento lo richiedeva. Originariamente comprendeva 3.000 uomini, l'80% dei quali equamente suddiviso tra prima e seconda fila, mentre i rimanenti 600 erano i veterani. Attorno e in mezzo ai manipoli si disponevano poi circa 1.200 veliti, equipaggiati con armamento leggero con l'obiettivo di tenere impegnati i fanti nemici. Con Caio Mario l'arruolamento, prima censitario, divenne volontario, la legione fu riconfigurata in dieci coorti e raggiunse il suo massimo numero di effettivi (fino a 6.200) che si attestarono in seguito intorno alle 4.000 unità. Con Augusto l'esercito fu strutturato in venticinque legioni con una leva prima di sedici e poi di vent'anni.
legislativaménte, avv. Dal punto di vista legislativo.
legislatìvo, agg. Che concerne la legislazione. ~ normativo.
agg. legislative.
franc. législatif.
legislatóre, sm. (f.-trìce) Chi formula leggi.
legislatùra, sf. 1 Attività e facoltà di emanare o preparare leggi. 2 Dignità e ufficio del legislatore. 3 Periodo per il quale è eletta o rimane in carica un'assemblea legislativa.
sf. legislature.
franc. législature.
legislazióne, sf. 1 Formazione di leggi. • legislazione italiana. 2 Ordinamento giuridico. ~ normativa. • la legislazione vigente non permetteva simili decisioni.
sf. legislation.
lat. legislatio,-onis, comp. da legis, da lex legge + latio,-onis presentazione.
legìsta, sm. (pl.-i) 1 Nel medioevo, colui che insegnava diritto civile nelle università. ~ canonista. 2 Giureconsulto, giurista. 3 Legislatore.
legìttima, sf. Parte del patrimonio ereditario di cui il testatore non può liberamente disporre.
sf. legitim.
Legittima difesa Film poliziesco, francese (1947). Regia di Henri-Georges Clouzot. Interpreti: Louis Jouvet, Suzy Delair, Bernard Blier. Titolo originale: Quai des Orfèvres
legittimaménte, avv. 1 In modo legittimo. ~ legalmente. <> illegittimamente. 2 A ragione, a buon diritto. ~ giustamente.
legittimàre, v. tr. 1 Rendere qualcuno idoneo a compiere lecitamente un'attività giuridica. ~ formalizzare. <> invalidare. • finì così con legittimare quell'atto di successione. 2 Giustificare. ~ motivare. • non sei legittimato a comportarti in modo così sgarbato. 3 Di un figlio, riconoscere. <> disconoscere.
legittimàrio, sm. Erede necessario.
legittimazióne, sf. 1 Atto, effetto del legittimare. 2 Giustificazione.
legittimìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi sostiene il legittimista.
legittimìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al legittimismo.
legittimità, sf. 1 Caratteristica di ciò che è legittimo. 2 Conformità alla dottrina del legittimismo.
legìttimo, agg. 1 Che è conforme alla legge. ~ legale. <> illegale. 2 Che risulta conforme alle consuetudini. ~ consentito. <> proibito. 3 Genuino. ~ autentico. 4 Ragionevole, fondato. ~ motivato. <> infondato.
agg. 1 legitimate. 2 (giustificato) justified. 3 (legittima difesa) self-defence.
lat. legitimus.
Legittima difesa
Causa di non punibilità per cui chi commette un reato causato dalla necessità di difendere un diritto contro un pericolo reale non viene riconosciuto colpevole dal codice penale. Per l'applicabilità di tale principio devono essere verificate le condizioni che la difesa sia commisurata all'offesa e che il pericolo non sia stato causato volontariamente da chi lo assurge a proprio discapito.
Legittima suspicione
Definita nel nuovo codice di procedura penale del 1988 anche come remissione del procedimento, è caratterizzata dal trasferimento del processo a un altro giudice in quanto esiste il sospetto che il titolare al quale era stato assegnato il processo non possa avere la giusta serenità nel giudicare un imputato.
légna, sf. (pl. légna o légne) Legname da ardere.
sf. firewood.
legnàceo, agg. 1 Che ha aspetto simile a quello del legno. 2 Che ha la natura del legno.
Legnàgo Comune in provincia di Verona (26.271 ab., CAP 37045, TEL. 0442). Centro industriale (prodotti alimentari, della carta, meccanici, termomeccanici, tessili e chimici). Fortificata nel 1815 dagli austriaci, con Mantova, Peschiera e Verona fece parte del Quadrilatero. Gli abitanti sono detti Legnaghesi.
legnàia, sf. Deposito per la legna.
legnaiòlo, sm. Artigiano che fa lavori grossolani di falegnameria.
legnàme, sm. Legno da lavoro.
sm. wood, timber.
Legnàni, Pierìna (Milano 1863-1923) Ballerina. Nel 1885 fu la prima interprete del Lago dei cigni.
Legnàno Comune in provincia di Milano (50.018 ab., CAP 20025, TEL. 0331). Centro industriale (prodotti dell'abbigliamento, calzaturieri, metallurgici, siderurgici, chimici, tessili e meccanici). Il 29 maggio 1176 vi fu combattuta la battaglia tra i comuni della Lega Lombarda e Federico I Barbarossa, che, sconfitto, dovette trattare la pace di Costanza. Vi si trova la basilica di San Magno, del XVI sec. Gli abitanti sono detti Legnanesi.
legnàre, v. v. tr. Colpire con un legno ~ bastonare.
v. intr. Raccogliere legna.
Legnàro Comune in provincia di Padova (6.567 ab., CAP 35020, TEL. 049).
legnàta, sf. Colpo dato con un legno. ~ bastonata, percossa.
legnàtico, agg. (pl. m.-ci) Uso civico di far legna in un bosco di proprietà comunale.
Legnica Città (107.000 ab.) della Polonia, nella Bassa Slesia. Capoluogo del voivodato omonimo.
légno, sm. 1 Materia prima fornita dagli alberi. 2 Pezzo di legno; bastone. ~ mazza. 3 Nell'orchestra moderna gruppo di strumenti a fiato, originariamente di legno, come flauto, ottavino, oboe, corno inglese, clarinetto ecc. ~ strumentini. 4 Carrozza signorile. 5 Nave. ~ barca.
sm. 1 wood. 2 (di legno) wooden. 3 (legno compensato) plywood.
• Detto anche xilema o adroma è il tessuto vascolare del fusto e della radice con la duplice funzione di sostegno della pianta e di conduttore della linfa greggia dalle radici alla periferia dell'albero. È formato dalle trachee o tracheidi (che rappresentano gli elementi conduttori), dalle fibre (elementi meccanici e di sostegno) e da cellule parenchimatiche; tale composizione classifica le varie famiglie; si hanno legni molli o dolci se prevalgono gli elementi conduttori, legni duri se sono le fibre a essere in maggioranza. Oltre a essere usato come materiale da combustione, è utilizzato come materia prima nell'industria cartaria e in quella chimica per l'estrazione di acido acetico e metilico.
legnòlo, sm. L'insieme dei cavi vegetali di più filacce che sono avvolte a spirale in senso contrario a quello delle filacce stesse.
legnosaménte, avv. In modo legnoso.
legnosità, sf. Caratteristica di ciò che è legnoso.
legnóso, agg. 1 Di legno. 2 Che ha la durezza del legno. ~ duro. <> tenero. • questa consistenza legnosa non corrisponde ai requisiti del materiale cercato. 3 Privo di scioltezza. ~ rigido.
<> spigliato. • aveva movimenti legnosi, sgradevoli da osservare.
agg. woody, wooden.
Legrènzi, Giovànni (Clusone 1626-Venezia 1690) Compositore. Tra le opere, sonate a due e a tre voci, messe e il Te deum.
legulèio, sm. Legale cavilloso. ~ azzeccagarbugli.
legùme, sm. 1 Baccello. 2 Semi contenuti nel baccello, come fagioli, piselli e simili.
sm. pl. pulses.
lat. legumen,-inis.
legumièra, sf. Piatto di portata per legumi.
legumìna, sf. Proteina vegetale presente nei semi delle leguminose.
Leguminóse Famiglia di piante erbacee e arboree delle Dicotiledoni diffuse in tutto il mondo. Hanno foglie pennate, infiorescenze a grappoli, legumi per frutti e le loro radici contengono batteri azotofissatori utili per il sovescio. Vengono utilizzate come foraggio (erba medica), come ortaggi (fagioli, fave, lenticchie, piselli), come fornitrici di materie prime (gomme, sostanze coloranti, droghe) o come piante ornamentali.
Lehar, Franz (Kom´rom 1870-Bad Ischl, Austria Superiore 1948) Compositore austriaco. Scrisse numerose operette, tra le quali Il conte di Lussemburgo (1909), La danza delle libellule (1922), Paganini (1925), Il paese del sorriso (1929) e Giuditta (1934).
Lehmbruck, Wilhelm (Duisburg-Meiderich 1881-Berlino 1919) Scultore tedesco. Tra le opere Donna inginocchiata (1911, Duisburg, Lehmbruck Museum).
lèi, pron., sf. e sm. pron. pers. f. sing. 1Indica la persona di cui si parla. ~ ella. 2 Pronome di cortesia, utilizzato con persone con cui si ha poca confidenza. • lei, dottore, cosa mi consiglia?
sf. Amata, bella, innamorata. ~ ragazza. • finalmente sentiva di avere trovato la sua lei.
sm. La terza persona.
pron. 1 (complemento) her. 2 (soggetto) she. 3 (formula di cortesia) you. sm. (lei stessa) she herself, you yourself.
lat. illaei.
Lèi Comune in provincia di Nuoro (696 ab., CAP 08010, TEL. 0785).
Leibniz, Gottfried Wilhelm von (Lipsia 1646-Hannover 1716) Filosofo e matematico tedesco. A lui si deve la creazione del calcolo differenziale (1684) con la simbologia tuttora in uso e la definizione, poi approfondita da Dirichlet, del concetto di funzione. Il suo pensiero filosofico tentò di dirimere, negandolo, il dualismo tra sostanza pensante e sostanza estesa. Definì così la monade, una sostanza individuale, inestesa e indivisibile con un centro di forza e di rappresentazione contenente in sé tutti i suoi predicati; le monadi, numericamente infinite e autosufficienti, hanno una propria visione dell'universo elaborata tramite l'intelletto, facoltà innata data loro direttamente da Dio, monade suprema, che regola tutti i loro movimenti in un mondo che, seguendo la teoria dell'armonia prestabilita, è il migliore tra tutti quelli possibili. Fra le sue opere si ricordano, Nuovi saggi sull'intelletto umano (1704), Teodicea (1710) e Monadologia (1714).
Leicester Città della Gran Bretagna (280.000 ab.), capoluogo della contea omonima (910.000 ab.). Sorge sul fiume Soar, 150 km a nord-ovest di Londra. Industria dell'abbigliamento, della gomma, tessile, conciaria e metallurgica. Edificata in epoca romana, fu colonizzata successivamente dagli scandinavi e diventò una delle cinque città danesi. Dopo un lieve declino, nel corso del XVII sec. ebbe un notevole sviluppo dovuto alla nascita delle industrie delle maglierie. Sede vescovile e di un museo, conserva importanti monumenti storici come le mura fortificate, resti di chiese romaniche e gotiche, la chiesa normanna di Saint Nicholas, la cattedrale di Saint Martin e le rovine dell'abbazia del XII sec.
Leicester, Robert Dudley cónte di (1533-Cornbury 1588) Politico inglese. Avversario di Cecil, fu il favorito della regina Elisabetta e capeggiò una spedizione inglese in aiuto dei ribelli dei Paesi Bassi (1585).
Lèida Città dell'Olanda meridionale (110.000 ab.) sul fiume Reno. Presenti numerose industrie tessili, metalmeccaniche, cartarie, chimiche ed editoriali. Vi sorse la prima università olandese nel 1575 nella quale insegnarono Cartesio e Grozio. Celebre nel medioevo per la fiorente industria tessile, sostenne nel 1574 un'eroica resistenza contro gli spagnoli. Oltre a famose chiese gotiche, da ricordare il Museo Nazionale delle Antichità con preziose collezioni d'arte greca, egizia e romana e il Museo Municipale Lakenthal dedicato alla pittura fiamminga.
Leigh, Vivien (Darjeeling 1913-Londra 1967) Pseudonimo di Vivian Mary Hartley. Attrice britannica vincitrice dell'Oscar nel 1939 per Via col vento e nel 1951 per Un tram che si chiama desiderio. Diva di Hollywood recitò anche in Cesare e Cleopatra (1946), La primavera romana della signora Stone (1961) e La nave dei folli (1965).
Leinì Comune in provincia di Torino (12.159 ab., CAP 10040, TEL. 011). Centro industriale (prodotti del legno, chimici e meccanici). Gli abitanti sono detti Leinicesi.
Leinster Regione (1.853.000 ab.) dell'Irlanda centro-orientale, sul mar d'Irlanda.
leiomiòma, sm. (pl.-i) Tumore benigno che si sviluppa da fibre muscolari lisce.
Leira Distretto (428.000 ab.) del Portogallo centro-occidentale. Capoluogo l'omonima città.
Leishman, William Boog (Glasgow 1865-Millbank 1926) Medico scozzese. Scoprì l'agente patogeno della kala-azar (febbre nera), una leishmaniosi.
leishmaniòsi, sf. Malattie infettive causate da Protozoi del genere Leishmania trasmesse all'uomo da cani e roditori tramite pulci, zecche e zanzare. Diffuse nelle zone tropicali, ma non in Australia, sono note particolarmente due forme chiamate bottone d'oriente e kala-azar; la prima tende a ulcerare un nodulo precedentemente inoculato, mentre la seconda porta febbre, colpisce il fegato, la milza, l'intestino, e può essere anche mortale.
leitmotiv, sm. invar. 1 Tema melodico ricorrente che caratterizza fatti o momenti. ~ ritornello. 2 Concetto o fatto a cui si fa costante riferimento. ~ tema, idea.
Lèivi Comune in provincia di Genova (2.050 ab., CAP 16040, TEL. 0185).
Leivick, Halper (Igumen, Bielorussia 1886-New York 1962) Drammaturgo russo. Tra le opere Il Golem (1921).
lek, sm. e sf. sm. Unità monetaria fondamentale dell'Albania. È divisa in 100 qintar.
sf. Termine dell'etologia usato anche in italiano col significato di arena.
lekythos, sf. invar. Vaso utilizzato in origine per contenere oli e profumi e che venne in seguito adibito a uso funerario. Aveva forma allungata e collo stretto. Dal V sec. a. C. in Attica si sviluppò una produzione di vasi decorati di alto valore artistico.
Lèlio Maggióre, Gàio (235?-160 a. C. ca.) Generale romano. Tra il 210 e il 106 combatté in Spagna e in Africa. Fu amico di Scipione Africano.
Lèlio Minóre, Gàio (190 ca.-129? a. C.) Fu amico di Scipione Emiliano e protagonista del Laelius de amicitia, di Cicerone.
Leloir, Luis Federìco (Parigi 1906-Buenos Aires 1987) Biochimico argentino. Di origine francese, compì importanti studi sulla biochimica dei carboidrati. Nel 1970 fu insignito del premio Nobel.
Lelouch, Claude (Parigi 1937-) Regista cinematografico francese. Diresse Un uomo, una donna (1966), Tutta una vita (1974), Una vita non basta (1988) e Ci sono dei giorni e delle lune (1990).
Lelystad Città (61.000 ab.) dei Paesi Bassi, capoluogo della provincia di Flevoland.
LEM Navicella per le escursioni spaziali (Lunar Excursion Module, modulo di escursione lunare), nel 1969 consentì agli astronauti N. Armstrong ed E. Aldrin di toccare il suolo lunare, nel corso della missione Apollo 11. Venne progettata per consentire alla navicella di separarsi dalla sezione principale e scendere sulla Luna.
Lemaître, Frédérick (Le Havre 1800-Parigi 1876) Attore francese. Fu protagonista di una grandissima carriera dal 1830 al 1870 a Parigi, creando una caratteristica figura di malvivente fanfarone.
Lemaìtre, Georges Edouard (Charleroi 1894-Lovanio 1966) Astronomo belga, gesuita, padre della teoria del big bang; questa sua sorprendente elaborazione venne resa pubblica nella Discussione sull'evoluzione dell'universo (1933) e in Ipotesi dell'atomo primitivo (1946).
lemànico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al lago di Lemano e a Ginevra.
Lemàno Altro nome del lago di Ginevra, in Svizzera.
lémbo, sm. 1 Parte estrema dell'abito. ~ orlo. • gli si impigliò il lembo del cappotto nell'ascensore. 2 Zona, frammento, pezzo. ~ porzione. • possedeva un lembo di terra arida, da cui otteneva raccolti scarsi. 3 Nome generico di antiche imbarcazioni a remi di varie dimensioni.
sm. 1 edge. 2 (striscia di terra) strip.
lat. limbus.
Lèmie Comune in provincia di Torino (271 ab., CAP 10070, TEL. 0123).
lèmma, sm. (pl.-i) 1 Proposizione che funge da premessa. 2 Teorema di importanza secondaria. 3 Vocabolo registrato in un dizionario, stampato in grassetto e posto all'inizio della definizione. ~ voce. 4 Sommario.
sm. headword.
lat. lemma,-atis argomento, dal greco lèmma.
lemmàrio, sm. Complesso di lemmi in un dizionario.
lemmatizzàre, v. tr. Registrare come lemma una parola.
lemmatizzaziòne, sf. Atto, effetto del lemmatizzare.
lèmme lèmme, loc. avv. Piano, senza fretta, lentamente. ~ adagio. <> affrettatamente.
loc. avv. very very slowly.
lemming, sm. invar. (Lemmus lemmus) Piccolo roditore della famiglia dei Cricetidi dalla folta pelliccia. Presente nelle zone settentrionali dell'emisfero boreale (Scandinavia e America), si ciba di muschi e licheni. Periodicamente, in seguito alla talora smisurata capacità di proliferazione, compie enormi migrazioni di massa che portano a una drastica riduzione della popolazione ripristinando l'equilibrio biologico nell'ecosistema che lo ospita.
Lemmon, Jack (Boston 1925) Nome d'arte di John Ulmer Lemmon. Attore teatrale e cinematografico statunitense. Interprete della commedia brillante con i più famosi registi (B. Edwards, B. Wilder) non ha disdegnato neppure il genere drammatico; ha vinto l'Oscar nel 1955 con Mister Roberts e nel 1973 con Salvate la tigre e la Palma d'Oro con La sindrome cinese (1980) e Missing (1982). Ha interpretato anche A qualcuno piace caldo (1959), Non per soldi ma per denaro (1965), Prima pagina (1974), Così è la vita (1986), Papà (1989) e Americani (1992).
Lemnàcee Famiglia di piante acquatiche galleggianti, aventi forma lenticolare, appartenenti all'ordine delle Spadiciflore, comprendente una ventina di specie dal ciclo biologico estremamente veloce.
lemniscàta, sf. Denominazione di alcune curve algebriche, in particolare di quelle del Cassini.
Lemniscata di Bernoulli
Curva del Cassini definita come luogo dei punti tali che il prodotto delle loro distanze da due punti fissi F1 e F2 è costante e pari al quadrato della semidistanza tra F1 e F2.
lemnìsco, sm. 1 Nastro con cui si adornavano le corone militari. 2 Piccolo fascio di fibre nervose. 3 Segno costituito da una lineetta obliqua od orizzontale fra due punti con il quale i testi medioevali indicavano citazioni non letterali di testi biblici.
Lemno Isola (17.000 ab.) della Grecia, nel mar Egeo, tra la penisola del monte Santo e l'Anatolia. Fa parte del nomo di Lesbo.
Lemond, Greg (1961-) Corridore ciclista statunitense. Vinse tre volte il Giro di Francia (1986, 1989 e 1990) e fu campione del mondo su strada nel 1983 e nel 1989.
Lempa, Río Fiume (325 km) dell'America Centrale. Nasce in Guatemala e sfocia nell'oceano Pacifico.
lempìra, sf. Dal 1933 unità monetaria dell'Honduras, pari a 100 centavos.
Lempira Dipartimento (180.000 ab.) dell'Honduras occidentale.
lèmure, sm. Nelle credenze dell'antica Roma, anima o spettro vagante di defunto che tornava sulla terra per molestare i vivi. ETIM: lat. lemures.
• Proscimmie con muso aguzzo, coda lunga, occhi grandi e sporgenti. Tipiche del Madagascar, dell'Africa e della Malesia, vivono sugli alberi nutrendosi di vegetali. Molti, come l'ayè-ayè, hanno abitudini notturne.
lèmuri, sm. pl. 1 Nell'antica Roma, erano gli spiriti dei defunti sia buoni (lari) che malvagi (larve). 2 Nelle credenze popolari, erano gli spiriti dei malvagi che perseguitavano i viventi. ~ spettro.
Lemùridi Famiglia di Proscimmie, per lo più notturne, aventi dimensioni medio-piccole e pelliccia folta e soffice, che comprende i lemuri, i lemuri donnola e i lemuri nani.
lemùrie, sf. pl. Ciclo di feste romane celebrate il 9, l'11 e il 13 maggio per placare e tenere lontani dalla casa i lemuri.
lat. lemuria.
léna, sf. 1 Vigoria di spirito e di volontà. ~ impegno. <> svogliatezza. 2 Forza, vigore. ~ energia. <> debolezza.
sf. stamina, energy.
Lena Fiume (4.400 km) della Russia, nella Siberia orientale. Nasce dai monti che dominano la riva occidentale del lago Bajkal e sfocia con un grande delta sabbioso a 455 bocche nel mare di Laptev. Principali affluenti sono i fiumi Vitim, Olekma, Aldan, Viljuj e Linde. È scarsamente navigabile a causa del gelo che persiste per gran parte dell'anno.
Lena, La Commedia di L. Ariosto (1529). Il personaggio che dà il titolo alla commedia è una ruffiana. Ambientata a Ferrara, l'opera ha per tema conduttore l'amore contrastato fra due giovani, ma presenta un quadro realistico, disincantato e complessivamente pessimista della realtà contemporanea all'autore, nella quale la disonestà, la corruzione e l'interesse sono le molle che muovono i personaggi.
Lenard, Philipp Eduard Anton von (Bratislava 1862-Messelhausen 1947) Fisico tedesco. Compì importanti studi sul comportamento dei raggi catodici, individuandone la natura e nel 1905 fu insignito del premio Nobel.
Lenbach, Franz von (Scrobenhausen 1836-Monaco 1904) Pittore tedesco. Tra le opere Bismarck (ca. 1880, Monaco, Neue Pinakothek).
lènci, sm. Nome commerciale di un panno leggero molto compatto in una vasta gamma di colori per la fabbricazione di bambole.
Lenclos, Anne de (Parigi 1620-1705) Gentildonna francese, protagonista di un celebre salotto letterario.
Lendinàra Comune in provincia di Rovigo (12.520 ab., CAP 45026, TEL. 0425). Centro industriale (prodotti alimentari, tessili, dell'abbigliamento, calzaturieri e meccanici). Vi si trova il santuario della Madonna del Pilastrello, costruito tra il XVI e il XVIII sec. Gli abitanti sono detti Lendinaresi.
lèndine, sm. Uovo di pidocchio.
lendinóso, agg. Che ha le lendini.
Lendl, Ivan (Ostrava 1960-) Tennista ceco. Vinse numerosissimi titoli tra cui gli Internazionali di Francia (1984, 1986 e 1987), gli Open USA (1985, 1986 e 1987), gli Internazionali d'Australia (1989 e 1990) e il Master (1981, 1982, 1985, 1986 e 1987). Si ritirò nel 1995.
lène, agg. 1 Lieve. ~ delicato. 2 Soave. ~ carezzevole.
Spirito lene
In grammatica greca, spirito dolce.
Lèni Comune in provincia di Messina (682 ab., CAP 98050, TEL. 090).
Leni, Paul (Stoccarda 1885-Hollywood 1929) Scenografo e regista tedesco. Diresse La scala di servizio (1921), Il gabinetto delle figure di cera (1924), Il castello degli spettri (1927) e Il teatro maledetto (1929).
leniménto, sm. Modo o atto del lenire ~ alleviamento. <> inasprimento.
Lenin Picco (7.134 m) dell'Asia centrale, tra il Tagikistan e il Kirghizistan, nella catena del Transalaj.
Lenin, Nikolaj (Ul'janovsk 1870-Gor'kij 1924) Pseudonimo di Vladimir Ilic Ulianov. Politico e statista russo. Nacque il 22 aprile 1870 a Simbirsk una città sul medio Volga. Il padre Ilya Uljanov era insegnante di matematica e fisica e poi ispettore e direttore scolastico nella provincia di Simbirsk; la madre Maria Aleksandrovna Blank, figlia di un medico, era una donna coltissima, conosceva parecchie lingue e amava particolarmente la musica. La famiglia Uljanov fu la tipica famiglia dell'intelligencija russa di fine '800. Attraverso il padre penetrarono nella famiglia gli ideali dei democratici degli anni '60: come tanti altri della sua generazione egli aveva rinunciato a una carriera più brillante per dedicarsi alle necessità dell'istruzione popolare. Il 1° settembre 1879 Vladimir indossò per la prima volta la divisa liceale che porterà per otto anni durante la sua brillante carriera scolastica. Il 12 gennaio 1886 all'età di 55 anni il padre morì e questo periodo coincise con il cambiamento nella vita spirituale del giovane Vladimir. A sedici anni perse la propria fede e decise di non partecipare più a cerimonie religiose. In questo periodo il fratello Alessandro, maggiore di cinque anni, mentre frequentava l'università a Pietroburgo, aderì al movimento rivoluzionario della Volontà del popolo. Nel marzo 1887 Alessandro venne arrestato a Pietroburgo per aver partecipato a una congiura che si proponeva di uccidere lo Zar Alessandro II. Insieme a lui venne anche arrestata la sorella Anna che non apparteneva al gruppo rivoluzionario, ma si trovava con il fratello al momento dell'arresto. L'8 maggio Alessandro e altri cospiratori vennero impiccati. In giugno Vladimir superò brillantemente gli esami e venne premiato con una medaglia d'oro. Nell'ottobre entrò all'Università di Kazan alla Facoltà di Diritto. Dopo gli avvenimenti di maggio, l'ambiente universitario si trovava in agitazione e il 5 dicembre, durante una riunione studentesca, che aveva come unico scopo quello di manifestare le proprie idee politiche, Vladimir venne arrestato. Rilasciato dopo due giorni fu invitato a vivere in residenza sorvegliata fuori Kazan ed espulso dall'Università. La famiglia Uljanov si trasferì quindi a Kokusckino dove già si trovava Anna per lo stesso motivo. Nel maggio 1888 la signora Uljanov inviò una supplica al Ministro della Pubblica Istruzione. Solo in settembre, grazie alle relazioni che ancora le restavano negli ambienti amministrativi, ottenne per il figlio l'annullamento dell'interdizione di soggiorno e nell'ottobre la famiglia rientrò a Kazan. Vladimir riprese contatto con i vecchi compagni di università. Poco dopo la famiglia si trasferì a Samara. Nel 1889 Vladimir iniziò la propaganda marxista tra i populisti. Nel 1890 sostenne a Pietroburgo gli esami di Diritto con esito brillante e l'anno dopo iniziò la professione di avvocato a Samara. Nel 1893 si stabilì a Pietroburgo dove si impegnò nella propaganda marxista negli ambienti operai. Due anni dopo Lenin fece il suo primo viaggio all'estero ed entrò in rapporto con il gruppo socialdemocratico La liberazione del lavoro. Fu a Parigi, in Svizzera e a Berlino, quindi tornò a Pietroburgo e fondò una sezione del gruppo. Il 21 dicembre venne arrestato. In prigione iniziò il suo libro Lo sviluppo del capitalismo in Russia (1896); nel 1894 aveva già scritto Chi sono gli "Amici del popolo" e come lottano contro i socialdemocratici. In questi due libri con uno stile chiaro e incisivo, Lenin sostenne che nelle Russia feudale lo sviluppo del capitalismo era un fenomeno progressivo e che proprio lo sviluppo del capitalismo, e quindi della classe operaia urbana, avrebbe aperto alla Russia la possibilità di una rivoluzione socialista. Nel 1897 iniziò per Vladimir l'esilio in Siberia dove si sposò con Nadezda Krupskaia. In questo periodo pubblicò Compiti dei socialdemocratici russi (1897) e Lo sviluppo del capitalismo (1899). Nel frattempo a Minsk si era svolto il 1° Congresso delle Organizzazioni Socialiste della Russia (1898). Terminato il periodo di esilio nel 1890 Lenin si stabilì inizialmente a Pskov ma partì quasi subito per l'estero. Il 24 dicembre a Monaco di Baviera iniziò la pubblicazione del giornale Iskra (Scintilla), in accordo con G. Plechanov, P. Akselrod, V. Zasulic, del gruppo La liberazione del lavoro. Nel 1901 partecipò attivamente al giornale Zaja (Aurora), organo teorico della socialdemocrazia rivoluzionaria. In questo periodo assunse lo pseudonimo di Lenin. Nel 1902 pubblicò l'opuscolo Che fare? nel quale volgendo la propria polemica contro gli economisti, affermava che lo strumento della rivoluzione avrebbe potuto essere solo un partito politico della classe operaia. Nel marzo dello stesso anno si trasferì a Londra con tutta la redazione dell'Iskra. Nel 1903 Lenin pubblicò l'articolo La questione nazionale, documento molto importante per la politica bolscevica dopo la vittoria del 1917. Nello stesso anno si svolse il 2° Congresso delle Organizzazioni Socialiste in Russia (POSDR) che portò alla netta separazione tra bolscevichi e menscevichi, anche se la separazione formale avverrà solo nel 1912. In questo periodo Lenin lasciò il giornale e si dedicò a un'aspra lotta contro la fazione menscevica. Nel 1904 pubblicò Un passo avanti, due passi indietro. Nel dicembre di questo anno ci fu uno sciopero a Baku e nei mesi successivi uno sciopero generale a Pietroburgo. In quest'ultimo il corteo venne fermato dal fuoco dei fucili e delle mitragliatrici e circa mille persone vennero uccise. Seguirono scioperi in tutte le grandi città e nell'estate scoppiarono numerose rivolte contadine. Il 30 ottobre lo Zar emanò un manifesto che garantiva una Duma legislativa, nonché l'inviolabilità della persona, la libertà di coscienza, di parola, di riunione e di associazione. Intanto nel 1905 Lenin pubblicò L'esercito rivoluzionario e il governo rivoluzionario e Le due tattiche della socialdemocrazia nella rivoluzione democratica. Il 26 aprile dello stesso anno si svolse a Londra il 3° Congresso del POSDR e l'anno dopo il 4°. In questo periodo venne fondato il giornale bolscevico Volna (L'onda). Nel 1907, sempre a Londra, si svolse il 5° Congresso POSDR nel quale Lenin ottenne la maggioranza. In questi anni visse a Ginevra. Nel 1908 si trasferì a Parigi e scrisse Materialismo ed empiriocriticismo. Nel gennaio 1909 si tenne una conferenza nella quale fu nominato un comitato di direzione costituito da Lenin, Martov, Zinoviev, Kamenov e Markhlevski. L'anno dopo il comitato centrale realizzò l'unione delle fazioni con un comitato di direzione formato da Lenin, Zinoviev (bolscevichi), Martov, Dan (menscevichi). Nel 1911 Lenin seguì l'esempio di Bogdanov a Capri e fondò nei dintorni di Parigi, una scuola di formazione marxista. Nel gennaio del 1912 si tenne a Praga il 6° Congresso del POSDR e l'anno successivo in una conferenza a Poronino avvenne la scissione tra le due fazioni, con Malinivski presidente del gruppo bolscevico. Nel settembre 1914, data l'imminenza della guerra, Lenin convocò un'assemblea per impostare l'atteggiamento verso la guerra; l'anno dopo venne fondata la Commissione Socialista Internazionale con lo scopo di garantire i collegamenti tra i membri sparsi in Europa. Nel 1916 Lenin pubblicò L'imperialismo, fase suprema del capitalismo.
Nel febbraio del 1917 scoppiò la rivoluzione borghese in Russia. Lenin proclamò che, avvenuta la rivoluzione borghese, era arrivato il tempo di far passare il potere nelle mani del proletariato e degli strati poveri della classe contadina. Già durante le sommosse del 1905 si erano formati i Soviet, assemblee di delegati dei soldati e delle organizzazioni operaie. Queste erano le uniche istituzioni democratiche spontanee esistenti nel paese. Lenin sostenne che i Soviet avrebbero potuto essere la base del governo russo. Così espose la sua teoria sullo stato e sulla funzione dei Soviet nel saggio Stato e rivoluzione (1917): i Soviet dei soldati, dei contadini, degli operai sarebbero stati lo strumento politico della dittatura del proletariato. Solo quando le classi fossero scomparse sarebbe stata possibile una vera democrazia, cioè l'autogoverno dei lavoratori. Nel luglio un'ondata di manifestazioni popolari chiese ai Soviet di impossessarsi del potere supremo. Il Governo Provvisorio reagì con la forza e dichiarò illegale il partito bolscevico: molti dirigenti furono arrestati e Lenin fu costretto a nascondersi. Nel frattempo il potere passava gradualmente nelle mani dei Soviet locali. Lenin iniziò una battaglia per convincere il Comitato centrale del suo partito che era giunto il momento di prendere il potere e finalmente il 29 ottobre venne costituito un piccolo gruppo, presieduto da Trotsky, con il compito di organizzare l'insurrezione dal punto di vista militare. Il 7 e 8 novembre il Comitato militare rivoluzionario assunse i pieni poteri. In tutta la Russia seguirono grandi movimenti delle masse popolari. Lenin al Congresso dei Soviet di Pietrogrado annunciò le prime misure del governo sovietico: proposta di pace a tutte le nazioni belligeranti, passaggio delle terre ai contadini, controllo degli operai sulla produzione e distribuzione dei beni, nazionalizzazione delle banche. Vennero subito approvate leggi sull'abolizione di tutte le diseguaglianze di classe, sesso, nazionalità e religione, sulla nazionalizzazione delle banche, delle ferrovie e del commercio estero. Nel 1918 Lenin subì due attentati e nel secondo venne ferito gravemente. Nell'ottobre scrisse La rivoluzione proletaria e il rinnegato Kautski. L'anno seguente in occasione della fondazione dell'Internazionale Comunista scrisse La terza Internazionale e il suo posto nella storia. L'edificazione del socialismo in un paese arretrato come la Russia sarebbe costato molti sacrifici. Inoltre l'Europa non aveva seguito l'esempio della Russia e questa rimase isolata e stremata dagli avvenimenti interni e dalla guerra contro la Germania. Lenin decise che l'unica soluzione era firmare la pace, anche alle condizioni più dure e svantaggiose. Dopo la rivoluzione Trotsky fu inviato a Brest-Litòvsk, apparentemente per iniziare le trattative di pace con la Germania, ma anche per fare appello a tutti i paesi belligeranti perché rovesciassero i loro governi e concludessero una pace generale. Tutto questo però non avvenne e la Russia dovette rassegnarsi a una pace separata. Con la pace di Brest-Litòvsk la Repubblica sovietica fu costretta a cedere un quarto del territorio dell'Impero russo, un terzo della sua popolazione e i tre quarti del suo acciaio e del suo carbone. Ma lo sviluppo economico e l'organizzazione del paese dovettero aspettare ancora per l'intervento militare dell'Inghilterra, della Francia, degli Stati Uniti e del Giappone a sostegno dei generali bianchi zaristi, con una guerra civile protrattasi sino al 1922. L'armata rossa poté contare sull'appoggio delle masse contadine, ma tale guerra devastò ulteriormente un paese già pesantemente provato. Nel maggio 1920 Lenin, impegnato nella ricostruzione dello Stato e nello studio dello sviluppo economico, pubblicò L'estremismo, malattia infantile del comunismo. L'anno successivo ebbe i primi attacchi apoplettici. Nel 1922 venne invitato alla conferenza di Genova per la risoluzione del problema dell'equilibrio economico europeo, ma le sue condizioni fisiche non glielo permisero. In seguito ebbe una paralisi e perse l'uso delle gambe e del braccio destro. Nel 1923 Lenin scrisse la sua ultima opera Meglio meno, ma meglio nella quale affermava che era ormai inutile aspettare la rivoluzione europea e si doveva procedere verso l'industrializzazione del paese. Intanto già dal 1922 per una grave forma di arteriosclerosi Lenin si era ritirato a Gorkj e aveva sempre più ridotto la sua partecipazione alla vita politica. La sera del 21 gennaio 1924 a seguito di un nuovo attacco morì. La sua salma venne imbalsamata e deposta in un mausoleo costruito sulla Piazza Rossa sotto le mura del Cremlino.
Leningràdo => "San Pietroburgo"
leninìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Seguace del leninismo.
lenìre, v. tr. Mitigare, attenuare, alleviare, blandire, calmare. ~ placare. <> inasprire, acuire.
v. tr. to soothe.
lat. lenire, deriv. da lenis lene.
lenitìvo, agg. e sm. agg. Che calma il dolore. ~ anestetico. <> irritante.
sm. 1 Farmaco che calma il dolore. ~ calmante, sedativo. 2 Lenimento, mitigazione. ~ sollievo.
lenizióne, sf. Passaggio di una consonante sorda a sonora o a spirante.
Lènna Comune in provincia di Bergamo (696 ab., CAP 24010, TEL. 0345).
Lenngren, Anna Maria (Uppsala 1754-Stoccolma 1817) Poetessa svedese. Autrice di composizioni poetiche satiriche, pubblicò, anonimi, i suoi lavori sul giornale Stockholmpost, di proprietà del marito. Tra le opere La festa allegra e La signorina Giuliana.
Lènno Comune in provincia di Como (1.611 ab., CAP 22016, TEL. 0344).
Lennon, John Winston (Liverpool 1940-New York 1980) Cantante e autore di musica pop britannico. Componente del celebre gruppo pop dei Beatles, nel quale suonava chitarra e tastiere, ne fu autore, insieme a Paul Mc-Cartney, della maggior parte dei pezzi. Con la moglie Yoko Ono e con la Plastic Ono distribuì le sue canzoni di tendenza pacifista. Venne assassinato da uno squilibrato.
Lèno Comune in provincia di Brescia (11.504 ab., CAP 25024, TEL. 030). Centro industriale (prodotti alimentari, dei giocattoli, tessili e meccanici). Gli abitanti sono detti Lenesi.
lenocìnio, sm. 1 Attività di chi induce o costringe alla prostituzione. ~ ruffianeria. 2 Adescamento, lusinga. ~ seduzione.
lat. lenoncinium, deriv. da leno,-onis lenone.
Lènola Comune in provincia di Latina (4.087 ab., CAP 04025, TEL. 0771).
lenóne, sm. 1 Nell'antica Roma, mercante di schiave. 2 Ruffiano. ~ protettore.
Lènta Comune in provincia di Vercelli (890 ab., CAP 13035, TEL. 0163).
lentaménte, avv. In modo lento; adagio, piano, flemmaticamente. ~ tranquillamente. <> velocemente.
lentàre, v. tr. 1 Allentare. ~ mollare. 2 In marina, lascare, mollare. ~ allascare.
Lentàte sul Sèveso Comune in provincia di Milano (14.257 ab., CAP 20030, TEL. 0362). Centro industriale (prodotti della carta, tessili, del legno e meccanici) della Brianza. Gli abitanti sono detti Lentatesi.
lènte, sf. 1 Sistema ottico costituito da un corpo rifrangente di materiale trasparente e omogeneo (vetro, quarzo) limitato da due superfici di cui almeno una curva. 2 Al plurale, occhiali. 3 Estremità inferiore del pendolo degli orologi.
sf. 1 lens. 2 (lente d'ingrandimento) magnifying glass.
lat. lens, lentis lenticchia.
Lenti a contatto
Per correggere difetti visivi in luogo degli occhiali, vengono poste direttamente sulla cornea (per questo vengono anche dette lenti corneali) e possono essere rigide, morbide o semirigide. I primi modelli in vetro furono inventati nel 1898 dallo svizzero Eugen Fick.
Lenti elettroniche
Sono apparecchi che permettono di deviare fasci di particelle cariche, di solito elettroni, mediante campi generati da un sistema di elettromagneti, analogamente alle rifrazioni ottenute con le lenti ottiche per i raggi luminosi.
Lenti ottiche
Sono caratterizzate dai centri della superficie (solitamente sferica) detti di curvatura e dalla retta passante per essi, detta asse principale. Si hanno lenti convergenti quando i raggi rifratti si incontrano in un punto reale F detto fuoco, divergenti quando il punto non esiste, ma è virtuale. Le prime, con spessore massimo al centro, si differenziano in biconvesse, piano convesse e menisco convergenti; le seconde, che invece hanno spessore minimo al centro, in biconcave, piano concave e menisco divergenti. La distanza tra il punto F e il centro della lente si chiama distanza focale e la si può determinare in base allo spessore, alla curvatura e all'indice di rifrazione.
lenteggiàre, v. intr. 1 Stare lento. 2 Muoversi lentamente.
Lentèlla Comune in provincia di Chieti (773 ab., CAP 66050, TEL. 0873).
lentézza, sf. Caratteristica di chi o di ciò che è lento. ~ flemma. <> rapidità.
sf. slowness.
Lentiài Comune in provincia di Belluno (2.801 ab., CAP 32020, TEL. 0437).
Lentibulariàcee Famiglia di piante erbacee, carnivore, appartenenti all'ordine delle Tubiflore, che vivono nell'acqua o in luoghi molto umidi.
lentìcchia, sf. 1 Pianta annua delle Leguminose. 2 Seme di tale pianta. 3 Pasta da minestra a forma di lenticchia. • si venderebbe per un piatto di lenticchie, sarebbe disposto a tutto per miseri guadagni. 4 Lentiggine.
sf. lentil.
lat. lenticula, lenticchia, dimin. di lens, lentis.
Lenticchia d'acqua
Genere di piante acquatiche galleggiante di dimensioni minuscole appartenenti alla famiglia delle Lemnacee che formano spesso sull'acqua una specie di tappeto verde.
lenticèlla, sf. Formazione puntiforme o allungata sulla corteccia dei rami di varie piante formata da gruppi di cellule a forma di lente attraversata da una fessura che permette gli scambi gassosi con l'esterno.
lenticolàre, agg. 1 Che ha forma simile a quella di una lente. 2 Di forma appiattita.
lat. lenticularis.
lenticòno, sm. Anomalia congenita del cristallino consistente nella presenza sulla superficie anteriore dello stesso di una prominenza conica.
lentìggine, sf. Efelide.
sf. freckle.
lat. lentigo,-inis, deriv. da lens, lentis lenticchia.
lentigginóso, agg. Che ha lentiggini.
Lentìni Comune in provincia di Siracusa (30.000 ab., CAP 96016, TEL. 095) situato nella parte meridionale della piana di Catania. L'agricoltura con agrumi, frutta e ortaggi, l'industria meccanica, alimentare, del cemento, del vetro e del legno sono le maggiori attività economiche. Fondata nel 729 a. C. con il nome di Leontinoi dai calcidesi di Nasso, fu una delle prime colonie greche.
lentìsco, sm. Arbusto (Pistacia lentiscus) delle Anacardiacee con foglie pennate, drupe con semi oleosi e racemi di fiori. Si ricava dal fusto una sostanza aromatizzante e adesiva detta mastice di Chio. È diffusa nella regione mediterranea.
lènto, agg. e sm. agg. 1 Privo di sollecitudine. ~ pigro. <> rapido. 2 Di lunga durata e poca intensità. • morte lenta. 3 Molle. ~ allentato. <> teso. 4 Di chiome che scendono libere. 5 Poco veloce. ~ flemmatico. <> svelto, veloce. • voleva invitarla per un ballo lento. 6 Tardo, poco reattivo. • era lento nell'apprendere.
sm. 1 Didascalia che prescrive un'esecuzione molto adagio. 2 Ballo a ritmo lento.
agg. 1 slow. 2 (molle) slack. 3 (allentato) loose. sm. (ballo) slow dance.
lat. lentus.
lentocrazìa, sf. Termine che indica, in senso ironico, la lentezza caratteristica della burocrazia nel disbrigo delle pratiche che le competono.
Lenya, Lotte (1900-1981) Attrice austriaca. Moglie del compositore K. Weill, fu celebre interprete di Brecht.
Lenz Novella di G. Büchner (1836).
Lenz, Emilij Christianovic (Dorpat 1804-Roma 1865) Fisico russo. Diede il nome alla legge dell'induzione elettromagnetica, da lui enunciata.
Lenz, Jakob Michael Reinhold (Sesswegen 1751-Mosca 1792) Poeta, scrittore e drammaturgo tedesco. Conobbe nel 1771 Goethe e appartenne allo Sturm und Drang, il movimento precursore del romanticismo. Teorizzò la sua poetica nel saggio Note sul teatro (1774). Scrisse alcuni drammi, in particolare Il precettore (1774) e I soldati (1776), in cui analizzò con ironia e lucidità la società contemporanea.
Lenz, Siegfried (Lych, Prussia Orientale 1926-) Scrittore tedesco. Tra le opere Lezione di tedesco (1968) e Museo di storia patria (1978).
lènza, sf. 1 Filo sottile, alla cui estremità sono fissati uno o più ami per pescare. 2 Striscia di terreno coltivata ricavata per terrazzamento dei fianchi di una collina. 3 Persona furba. ~ dritto. <> ingenuo.
sf. fishing line.
lenzatóre, sm. Pescatore alla lenza.
lenzuòlo, sm. Ciascuno dei due grandi teli che si stendono sul letto e fra i quali si giace.
[plurale: i lenzuoli (presi uno per uno), le lenzuola (a paia)]
sm. sheet.
lat. linteolum, dimin. di linteum tela di lino.
Lèo, Leonàrdo (San Vito dei Normanni 1694-Napoli 1744) Compositore. Autore tra l'altro di Demofoonte (opera, 1735) e L'Olimpiade (opera, 1737).
Leòcare (VI sec. a. C.) Scultore greco. Tra le opere Apollo del Belvedere (350 ca., Vaticano, Musei Vaticani, copia romana).
Lèogra Torrente (21 km) che nasce dal gruppo montuoso del Pasubio e sfocia nel fiume Bacchiglione.
Leon Film drammatico, francese (1994). Regia di Luc Besson. Interpreti: Jean Reno, Gary Oldman, Danny Aiello. Titolo originale: Leon (The Professional)
León (Messico) Città (872.000 ab.) del Messico, nello stato di Guanajuato. Mercato agricolo e zootecnico. Le principali industrie sono quelle metallurgiche, alimentari, tessili, conciarie, delle calzature, del cemento e della carta. Fu fondata nel 1576. Vi si trova una cattedrale costruita nel XVI sec.
León (Nicaragua) Città (101.000 ab.) del Nicaragua occidentale, capoluogo del dipartimento omonimo.
León (Spagna) Città (138.000 ab.) della Spagna, sul fiume Bernesga. Capoluogo della provincia omonima (526.000 ab.), nella Cordigliera Cantabrica.
Leonard, Ray "Sugar" (Wilmington 1956-) Pugile statunitense. Nel 1976 fu campione olimpico dei superleggeri, quindi conquistò numerosi titoli mondiali: welter (1979-1982), superwelter (1981-1982), medi (1987), mediomassimi (1988-1989) e supermedi (1988-1990).
leonardésco, agg. (pl. m.-chi) Relativo a Leonardo da Vinci.
Leonàrdo da Vìnci (Vinci 1452-castello di Cloux, Amboise 1519) Artista poliedrico, architetto e scienziato. Massimo esponente della cultura rinascimentale, ne definì nel contempo i limiti e il superamento. Fuse in sé l'estro creativo e la ricerca sperimentale tipiche della modernità, precorrendo in molti casi il suo tempo. Nacque nel 1452 ad Anchiano nel comune di Vinci, vicino a Firenze, figlio naturale del notaio ser Piero da Vinci e di Caterina. Nel 1469 la sua famiglia si trasferì a Firenze ed il padre lo fece lavorare come apprendista nella bottega di Andrea di Cione, detto il Verrocchio, il quale, orefice, pittore, scultore e musicista appariva il maestro più adatto a stimolare la complessa personalità del giovane. Si ritiene che il primo dipinto di Leonardo fu l'angelo che eseguì per il Battesimo di Cristo: questa testa è già, in tutta la sua perfezione, la prima maniera di Leonardo. Da notare la qualità dei drappeggi, il cui modellato è raggiunto attraverso una serie di esercitazioni di studio. Collaborò anche al paesaggio dipingendone lo sfondo, con l'ampia e romantica prospettiva di laghi e di colline. Sin dalla giovinezza, seppe produrre intorno a un ritratto, di tipo ancora convenzionale, una ricchezza d'espressione tutta nuova, un richiamo a emozioni singolari. Dopo l'apprendistato si iscrisse alla Compagnia dei pittori di Firenze (1472), ma rimase ancora qualche tempo nella bottega del suo maestro prima di diventare del tutto indipendente. Il 10 gennaio del 1478 ricevette la prima commissione personale, un quadro da altare destinato alla cappella San Bernardo in Palazzo Vecchio, che tuttavia non fu mai eseguito. Sempre nello stesso anno cominciò due dipinti della Vergine, uno dei quali è la Madonna di Benois. Tra i disegni preparatori a questi due quadri il più bello, oggi conservato al Louvre (Madonna del fiore), è una Vergine che tende al bambino un piatto di frutti, con atteggiamento molto simile a quello della Madonna di Benois. Nel 1481 ricevette dai monaci di San Donato a Scopeto l'incarico di dipingere un quadro da altare, L'adorazione dei Magi, opera non finita e conservata alla galleria degli Uffizi.
Leonardo non frequentò gli studi superiori. La Scuola d'abbaco del suo paese non gli aveva insegnato il latino, di cui aveva forse imparato qualche rudimento dal padre notaio. In diversi momenti egli si adoperò a completare la sua scarsa conoscenza di questa lingua di cultura. Va detto che Leonardo non poté non attingere, sia pure per vie non ortodosse, alla cultura così ricca della Firenze del Quattrocento, e le sue capacità di osservatore della natura fisica non faranno che ornare, animare, approfondire e confermare certe grandi forme di visione, certe nozioni sintetiche fornite dal pensiero contemporaneo.
Nel 1482 Leonardo lasciò Firenze per trasferirsi a Milano alla corte di Ludovico il Moro. Aveva appena trent'anni e lo accompagnarono Atalante Miglioretti, musico e assistente per i lavori edili e Zoroastro da Peretola, pittore, orefice, e addetto a macinare i colori. Fu questa la tappa più lunga della sua esistenza, quella in cui egli si affermò in tutta il suo sconcertante eclettismo. Qui ricevette l'incarico di progettare la statua equestre di Francesco Sforza. Numerosi disegni di Leonardo ci attestano il suo interesse per l'arte militare. Due erano i problemi principali che occupavano gli ingegneri militari: l'armamento e la fortificazione e ogni altra sorta di invenzioni tattiche. I suoi Quaderni si limitano a riproporre il materiale ripreso e inventato dai suoi colleghi. Il solo contributo sostanziale di Leonardo alle tecniche d'armamento fu l'esposizione dei procedimenti di fusione rivelati in alcune pagine dei Quaderni. È quasi certo il suo contributo alla realizzazione del Castello di Milano, alle sue difese come pure alla costruzione della residenza estiva degli Sforza presso Vigevano. Cinque anni dopo il suo arrivo a Milano, dal 1487 al 1490, si dedicò a studi architettonici e tecnici su un tema controverso: la copertura del Duomo. È lecito tuttavia pensare che le soluzioni proposte da Leonardo per sostenere la massa della cupola influissero sul progetto definitivo. Partecipò ai lavori di sistemazione del duomo di Pavia assieme a Francesco di Giorgio. Venne qui qualificato Ingeniarius ducalis. Nel 1493 il modello in creta del Gran Cavallo (il monumento equestre di Francesco Sforza)venne esposto nel castello di Milano, sotto un arco di trionfo, in occasione del matrimonio di Bianca Sforza con l'imperatore Massimiliano. Il modello fu terminato l'anno successivo. Nel 1495 iniziò a dipingere nel refettorio di Santa Maria delle Grazie, su richiesta di Ludovico il Moro; l'affresco dell'Ultima Cena, portato a termine nella primavera del 1498. Vi lavorò con grandissima cura e lentezza, sforzandosi di osservare i tipi e i caratteri attorno a sé per ricavarne i volti degli apostoli. Si dice che percorse anche per mesi i quartieri bassi di Milano alla ricerca di un modello per Giuda. Utilizzò delle misture di olio e di vernice, facili a deteriorarsi, tanto che già nel 1517, Antonio de Beatis si lamentò delle alterazioni e verso la metà del secolo la Cena sembrò votata alla rovina. Frequentemente e malamente restaurata, all'inizio del XIX sec. essa conservava solo l'ombra del primitivo splendore. Il 5 ottobre del 1499 i francesi di Luigi XII occuparono Milano. Ludovico il Moro vi rientrò in forze nella sua capitale, ma venne definitivamente battuto a Novara, il 10 aprile del 1500. Leonardo si era tenuto prudentemente in disparte e si adoperò ad allacciare rapporti con de Ligny, luogotenente del Trivulzio, allora comandante dell'esercito francese e governatore di Milano. Tuttavia nel dicembre del 1499, lasciò la città, in compagnia di fra Luca Pacioli, alla ricerca di una protezione soddisfacente. In febbraio era a Mantova ove soggiornò per poco tempo, ma ebbe modo di farsi apprezzare da Isabella d'Este, di cui disegnò un ritratto curioso inciso in un profilo. Dopo la breve parentesi mantovana, per qualche tempo rimase a Venezia. Infatti all'anno 1500 si fa classicamente risalire l'influenza attribuitagli sul Giorgione e la pittura veneziana. Qui fu anche impiegato come ingegnere militare per approntare le difese contro un eventuale assalto turco. In aprile si recò a Firenze dopo aver rifiutato un invito alla corte di Isabella d'Este. Nel 1501 Leonardo si dedicò nuovamente alla pittura ed espose a Firenze il primo cartone, oggi perduto, di Sant'Anna. Successivamente riprese servizio come ingegnere militare, ma questa volta l'impegno fu più avventuroso: il suo nuovo signore era il condottiero Cesare Borgia. All'inizio del 1502 Leonardo si recò a Roma per un breve e discreto soggiorno. In giugno, con Vitellozzo Vitelli, uno dei luogotenenti del Valentino, partecipò alla difesa di Arezzo attaccata dai fiorentini e il 20 giugno fu con lui all'assedio di Urbino assistendo al saccheggio della magnifica biblioteca ducale. Rimase in questa città per circa un mese e qui s'incontrò con Machiavelli col quale poi mantenne dei buoni rapporti. Cesare Borgia, gli conferì tutti i poteri e l'ordine di restaurare le fortezze e i castelli dello Stato di Romagna. Con questo incarico andò a Rimini, Cesena, Cesenatico, disegnò il progetto di un porto collegato al mare a mezzo di un canale. A testimonianza della loro collaborazione ci restano le carte delle diverse regioni dell'Italia centrale e le carte topografiche. Questo periodo avventuroso della vita di Leonardo fu ben presto rattristato dalla tragica morte di Vitellozzo Vitelli, strangolato per ordine del Borgia il 31 dicembre. Due mesi più tardi ritornò a Firenze e i tre anni che seguirono furono senza dubbio i più fecondi di tutta la sua carriera di pittore. La produzione del suo studio andò quasi completamente perduta. La sola opera di quest'epoca attribuibile con certezza a lui è il ritratto della Monna Lisa. L'opera rappresenta il ritratto ideale di Leonardo dove si evidenziano gli assi del viso, del busto e delle mani calcolati per imprimere senza sforzo il movimento continuo della figura. Le affinità della Gioconda con l'opera di Leonardo si evidenziano attraverso tre moduli essenziali: il chiaroscuro, il sorriso e il paesaggio. Monna Lisa presenta i contrasti di chiaroscuro che nelle teorie di Leonardo indicano l'una l'aspetto corporeo e l'altra quello spirituale. Lo sfumato è una soluzione tecnica che confonde i contorni e la massa plastica in una nuova realtà conferendo una qualità levigata e continua di cui il ritratto di Monna Lisa rappresenta un modello delicato e ambiguo nel rapporto intimo della luce e dell'ombra. Nel 1503 a Firenze, Leonardo ritrovò Niccolò Machiavelli, il quale incoraggiò ufficialmente uno dei progetti più arditi di Leonardo, il deviamento dell'Arno, concepito per arrecare danno al nemico pisano. A questo programma si aggiunse un progetto di canale da Firenze al mare, che avrebbe permesso di regolare le piene dell'Arno, mediante il prosciugamento delle parti basse della valle e l'installazione di motori idraulici. Nell'agosto del 1504, dopo un lungo dibattito durato circa un anno, il progetto del canale venne approvato. Alla realizzazione parteciparono circa duemila uomini; però l'opera non fu terminata a causa di errori di livellamento. Più tardi fu commissionato a Leonardo un grande affresco storico per la sala del Consiglio del Palazzo della Signoria. Leonardo scelse come soggetto la vittoria riportata contro Pisa alla battaglia d'Anghiari nel 1441. Confluisce in questa composizione tutta l'esperienza di Leonardo, il progetto si alimenta dei suoi temi favoriti, l'anatomia del cavallo, la caricatura, l'analogia degli organismi umani ed animali. Contemporaneamente Michelangelo fu chiamato a decorare il muro opposto, così i due più grandi artisti fiorentini si trovarono rivali in un'aperta contesa. Purtroppo nessuno dei due terminò il proprio lavoro. Michelangelo non andò oltre la fase del cartone; mentre Leonardo si intestardì a sperimentare una nuova tecnica per dipingere il muro che portò a risultati disastrosi. Nonostante tutto, i due cartoni resteranno oggetto della curiosità degli artisti e quest'insieme unico di talenti rimarrà a lungo la scuola del mondo.
Nel frattempo Leonardo si dedicò con passione ai suoi lavori di fisica, con frequenti ricorsi all'esperienza; si interessò sia di matematica che di anatomia. Nel 1505 raccolse in un trattato inedito le sue speculazioni sul volo umano che lo condussero a uno studio sistematico del volo degli uccelli. Costruì dei modelli per esaminare le condizioni meccaniche del volo e si dice abbia effettuato degli esperimenti a Fiesole. Nella primavera del 1506, accettò le proposte di Carlo d'Amboise, luogotenente generale del re di Francia, che lo chiamò a Milano. La Signoria di Firenze gli accordò un permesso di tre mesi, ma il governatore del ducato di Milano non aveva nessuna intenzione di separarsi così rapidamente da Leonardo e, con una richiesta piena di elogi per il genio dell'artista e scienziato, ottenne il prolungamento del soggiorno. Leonardo rimase a Milano dal 1506 al 1513 e riprese quelle funzioni di ingegnere e consigliere artistico, realizzò progetti della chiesa di Santa Maria alla Fontana, piccolo edificio molto originale, la cui costruzione fu ordinata da Carlo d'Amboise. Ritornò a far parte della commissione incaricata di sorvegliare il compimento del duomo di Milano e fu ingegnere militare nella campagna contro Venezia. Nel 1507 fu incaricato di organizzare i festeggiamenti per l'entrata di Luigi XII in Milano. È proprio in quest'epoca che egli fece la conoscenza di Francesco Melzi che diverrà suo allievo e fu l'erede dei suoi manoscritti. Nel 1508 tornò per qualche tempo a Firenze, mantenne costanti i contatti con Milano, ove fece ritorno nel luglio dello stesso anno. Carlo d'Amboise, suo amico e protettore morì il 10 marzo 1511. Leonardo affrontò i problemi della statua equestre col monumento al condottiero Trivulzio, il vincitore di Ludovico il Moro. I disegni preparatori ripresero il tema del cavallo caracollante su un nemico caduto; prendendo in considerazione l'aspetto architettonico della composizione, cosa che non aveva fatto nel progetto al monumento degli Sforza. Nel giugno del 1512, i veneziani alleati agli spagnoli e ai mercenari del papa, si impadronirono di Milano e Leonardo, in compagnia di Salai e del Melzi, raggiunse Roma in dicembre. Qui fu al servizio di Giuliano de' Medici e progettò la bonifica delle paludi pontine. È di questo periodo ì il ritratto della duchessa di Avalos. Per il suo protettore compì inoltre lavori di ingegneria, costruzione di scuderie, realizzazione di un apparecchio per battere moneta e infine un piano di fortificazioni a Piacenza e a Parma. La parte più significativa della sua opera furono gli studi di anatomia. Nel 1513 dedicò molto tempo allo studio del sistema cardiovascolare per il quale utilizzò cuori di bue. La grande originalità della sua opera anatomica sta nelle sintesi grafiche, per Leonardo chi non disegnava non osservava, il concetto era schema. La sintesi grafica e la sua abilità di disegnatore, compensarono le deficienze del suo vocabolario verbale. Dopo aver sposato una principessa francese, Giuliano de' Medici si ammalò, ritiratosi nell'Abbazia di Fiesole vi morì il 17 marzo del 1516. Privato del suo protettore e trattato con freddezza dal papa, Leonardo si ricordò della sua appartenenza alla casa del re di Francia e anche se Luigi XII morì nel gennaio del 1515, il suo successore Francesco I gli conservò il favore reale invitandolo in Francia. Leonardo accettò e nell'autunno del 1516 in compagnia di Salai e di Melzi, si stabilì nel maniero di Cloux, vicino al castello reale d'Amboise. Gli venne conferito il titolo ufficiale di primo pittore, architetto e ingegnere del re. In effetti, durante i due anni del periodo francese, dal 1517 al 1519, svolgerà per Francesco I il ruolo di consigliere artistico di cui era incaricato presso Carlo d'Ambrosi e inventando decorazioni e costumi e organizzando giostre e raffinati spettacoli. Durante il suo nuovo soggiorno si dedicò a progetti di grandi lavori, in particolare la bonifica della Sologna prosciugata e al collegamento per mezzo di canali delle residenze reali della valle della Loira. A Romorantin, in mezzo a questa rete di acque, sognò una specie di città ideale tutt'intorno al maniero reale esistente. I sogni di Leonardo e Francesco I non si conclusero anche se ebbero un inizio di realizzazione. Non si conoscono nuove opere pittoriche realizzate in Francia. Si sa per certo che aveva con sé alcuni suoi quadri, probabilmente la Gioconda, una delle versioni della Sant'Anna e il San Giovanni Battista. Il 2 maggio del 1519, nella dimora di Cloux, Leonardo da Vinci morì, assistito dall'allievo prediletto, Francesco Melzi, che aveva fatto suo esecutore testamentario. Soltanto il 12 agosto ebbe luogo l'inumazione nel chiostro della chiesa di Saint Florentin ad Amboise.
leonberg Originario della Germania, è un cane da guardia adatto in particolare alla montagna.
Leoncavàllo, Ruggèro (Napoli 1857-Montecatini 1919) Compositore e musicista. Studiò al conservatorio di Napoli, poi a Bologna, dove seguì i corsi di letteratura italiana tenuti da G. Carducci. È noto soprattutto per aver composto (anche il libretto è suo) l'opera I pagliacci (1892), primo esempio di verismo musicale. Le opere successive, Bohème (rappresentata nel 1897, un anno dopo l'omonimo lavoro teatrale di G. Puccini del quale non poté reggere il confronto) e Zazà (1900), pur di buona fattura, non hanno più riscontrato lo stesso successo della prima. Tale successo è essenzialmente legato alla stringatezza del libretto e all'espressività serrata del linguaggio musicale, che hanno un impatto immediato sullo spettatore.
Leonce e Lena Commedia di G. Büchner (Leonce und Lena, 1835). Il principe Leonce del regno Popo è fidanzato per motivi di ragion di stato con la principessa Lena del regno Pipi. I due non si sono mai visti, perciò non si possono amare e fuggono entrambi dal matrimonio: Leonce accompagnato da un domestico, Valerio, e Lena accompagnata da una governante. Senza conoscersi, si incontrano, si innamorano e si fidanzano. Deciso a sposare la sconosciuta, il principe ritorna in patria e il re, resosi conto del fatto di non poter rinviare il matrimonio, accconsente al fidanzamento ufficiale. Quando Leonce assume il potere, la saggezza e la prosperità fanno il loro ingresso nel regno. Tema dell'opera di Büchner sembra essere il fatalismo della storia. In realtà, l'autore de La morte di Danton (Dantons Tod, 1835) e di Woyzeck (Woyzeck, 1836) dimostra leggerezza, vivacità e forse una certa stanchezza dell'impegno politico e civile, che aveva caratterizzato la sua opera fino a quel momento.
Leoncìllo (Spoleto 1915-Roma 1968) Nome d'arte di Leoncillo Leonardi. Scultore. Tra le opere Il cervo e i cani (1939, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna) e Madre romana uccisa dai tedeschi (1944, Roma, Collezione privata).
Leoncìno Costellazione scoperta da J. Hevelius nel 1690, facilmente visibile nelle notti invernali e primaverili; è costituita da stelle poco luminose e si trova nell'emisfero celeste boreale, tra il Leone e l'Orsa Maggiore.
leoncìno, sm. Cucciolo di leone.
leóne, sm. 1 Mammifero carnivoro (Panthera leo o Felis leo) della famiglia dei Felidi. 2 Uomo di eccezionale audacia. ~ audace. 3 Costellazione dello zodiaco. 4 Quinto segno dello zodiaco.
sm. lion.
• È meglio vivere un giorno da leone che cent'anni da pecora. Frase di Francesco Domenico Guerrazzi in uno scritto a Nicolò Puccini.
• Lungo circa 2 m e pesante 200 kg, il leone ha il corpo ricoperto di pelo liscio e fulvo, coda di circa 1 m con un caratteristico ciuffo di crini all'apice, corpo agile e forte, zampe con robusti artigli e nell'esemplare maschio è presente un'abbondante criniera sul capo. Caccia Mammiferi di media e grossa taglia preferibilmente al tramonto. Presente diffusamente nell'Africa centrale; in alcune zone dell'India vive la rarissima specie Panthera Leo Persica.
Leóne (costellazione) Quinta costellazione dello zodiaco, osservabile nel corso delle notti invernali e primaverili, situata nell'emisfero celeste boreale; il Sole si trova nel suo segno dal 22 luglio al 23 agosto, mentre è nella sua costellazione dal 10 agosto al 16 settembre.
Leóne (golfo) Golfo della Francia sudorientale, nel mar Mediterraneo. Vi sboccano i fiumi Rodano e Aude.
Leóne (monte) La vetta (3.552 m) più elevata delle Alpi Lepontine, al confine italo-svizzero.
Leòne (papi e sovrani) Papi Leone I Magno(Volterra ?-Roma 461) Fu consacrato papa nel 440 succedendo a Sisto III di cui era stato consigliere. Energico sostenitore della supremazia del vescovo di Roma sugli altri, ottenne tale riconoscimento dall'imperatore Valentiniano III. Nel 452 convinse Attila a rinunciare all'invasione della penisola, ma nulla poté tre anni più tardi contro i vandali di Genserico. Nel concilio di Calcedonia tenutosi nel 451, ottenne la condanna di Eutiche per eresia.
Leone II
(Sicilia?-Roma 683) Santo e papa dal 682. Lottò contro i monoteliti.
Leone III
(?-Roma 816) Santo e papa dal 795. Per difendersi dalla nobiltà romana si appoggiò a Carlo Magno, incoronandolo imperatore a Roma (800).
Leone IV
(?-Roma 855) Santo e papa dall'847. Creò la città leonina facendo fortificare Roma in previsione dell'attacco saraceno.
Leone V
(?-Ardea 904) Fu papa nel 903, solo per pochi mesi.
Leone VI
(?-Roma 928) Fu papa nel 928, solo per pochi mesi.
Leone VII
(?-Roma 939) Fu papa dal 936.
Leone VIII
(?-Roma 965) Fu papa dal 963, in opposizione a Giovanni XII, per volere di Ottone I.
Leone IX
(Egisheim 1002-Roma 1054) Santo e papa dal 1049, eletto dal cugino Enrico III. Promosse attivamente la riforma cluniacense.
Leone X
(Firenze 1475-Roma 1521) Figlio di Lorenzo il Magnifico e di Clarice Orsini, Giovanni de' Medici divenne papa nel 1513. Nepotista convinto, favorì la sua famiglia assegnandole il ducato di Urbino strappandolo a Francesco Maria della Rovere; dopo aver sottovalutato i successi della riforma protestante, scomunicò Lutero nel 1520 con le bolle Exsurge Domine e Decet romanum ponteficem. Protesse tramite un oneroso mecenatismo letterati come Guicciardini ed Erasmo e artisti come Michelangelo e Raffaello.
Leone XI
(Firenze 1535-Roma 1605) Alessandro de' Medici, fu papa nel 1605, ma solo per pochi giorni.
Leone XII
(Genga, Spoleto 1760-Roma 1829) Annibale Sermattei della Genga, fu papa dal 1823. Condannò il liberismo e la repressione dei movimenti settari in Romagna e difese strenuamente l'ortodossia.
Leone XIII
(Carpineto Romano 1810-Roma 1903) Vincenzo Gioacchino dei conti Pecci divenne papa nel 1878 dopo una lunga esperienza come diplomatico del Vaticano. Sostenne il carattere spirituale della chiesa nei confronti della società. Il suo impegno per i movimenti sociali culminò con l'enciclica Rerum novarum del 1891 in cui condannò il socialismo e riconobbe il diritto degli operai di opporsi a un sistema basato esclusivamente sul profitto.
Bisanzio Leone I il Trace
(Tracia 411?-Costantinopoli 474) Imperatore bizantino dal 457. Lottò contro vandali e goti.
Leone II di Bisanzio
(468-474) Nipote di Leone I, fu associato al trono nel 473.
Leone III l'Isaurico
(Germanicea 680 ca.-Costantinopoli 741) Imperatore bizantino dal 717. Nel 718 liberò Costantinopoli dall'assedio arabo, riuscendo nel 740 a respingere questi dall'Asia Minore. Vietò il culto delle immagini sacre (730).
Leone IV il Chazaro
(750-780) Imperatore bizantino dal 775.
Leone V l'Armeno
(?-Costantinopoli 820) Imperatore bizantino dall'813, anno in cui sconfisse i bulgari. Fu sostenitore dell'iconoclastia.
Leone VI il Filosofo
(866-911) Succedette al padre Basilio I come imperatore bizantino dall'886, proseguendone la politica e la riforma del diritto. Fu autore della più grande raccolta di leggi dell'impero bizantino medievale, i Libri basilici.
Note:
Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.
Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate
indica l'etimologia | |
~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo" | |
<> indica (in genere) un "contrario" |
Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_i.doc
sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm
Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it
Significato del termine ?
Cosa vuol dire ?
Come si dice in inglese ?
Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 4
Visita la nostra pagina principale
Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 4
Termini d' uso e privacy
Significato del termine ?
Come si dice in inglese ?
Cosa vuol dire ?
Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 4