Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale N parte 1
Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale N parte 1
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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale N parte 1
n, N Dodicesima lettera dell'alfabeto italiano, consonante, sonora, deriva dalla lettera greca (pronuncia ni). La lettera n è una componente del diagramma gn, che rappresenta il suono nasale palatale (per esempio gnomo, rogna).
Come simbolo ha diversi significati nelle varie discipline: in fisica N è il simbolo del Newton (unità di misura della forza) e del numero di Avogadro; in chimica N è il simbolo dell'azoto; in metrologia, n è il simbolo del sottomultiplo nano-, ovvero 10-9.
In astronomia N contraddistingue una delle dieci classi spettrali in cui possono essere classificate le stelle; quelle presenti in tale gruppo sono caratterizzate da un colore rosso, una temperatura di circa 2.000 °K e da bande di assorbimento dei composti del carbonio: per tale ultima ragione, vengono definite stelle al carbonio e, con le stelle della classe R, vengono indicate anche con la lettera C.
Na Simbolo chimico del sodio.
nabàbbo, sm. 1 Principe indiano. 2 Persona ricca che conduce una vita lussuosa.
arabo nawwab.
nabatèi Popolo nordarabico che anticamente (IV sec. a. C.) si stanziò a sud-est del mar Morto, nella regione di Edom. Erano principalmente dediti al commercio e raggiunsero il massimo splendore nel II e I sec. a. C. Furono conquistati da Traiano (109) e divennero la provincia d'Arabia di Roma. Interessanti i resti archeologici e le tombe rupestri della città di Petra.
Nàbide (?-192 a. C.) Re di Sparta. Salì al trono nel 207 a. C. e favorì le classi più povere, rendendo liberi molti iloti. Si alleò con Filippo V di Macedonia contro la lega achea alleata di Roma ma fu sconfitto da T. Q. Flaminino. Morì assassinato da Allessameno.
nabis Gruppo di artisti che operò in Francia dal 1888 al 1899. Furono chiamati così dal poeta H. Cazalis. Riconobbero loro maestro P. Gauguin e si opposero al naturalismo impressionista, basando la loro estetica sulla stilizzazione bidimensionale e sulla semplificazione della forma. I principali esponenti furono P. Sérusier, M. Denis, P. Bonnard, E. Vuillard P. Ranson e A. Maillol.
Nabokov, Vladimir Vladimirovic (San Pietroburgo 1899-Montreux 1977) Scrittore russo naturalizzato statunitense nel 1945. Scrisse le opere prima della seconda guerra mondiale in russo, mentre la produzione di romanzi seguente fu scritta in inglese. Trattò il disagio dell'individuo oppresso dalla società moderna, con grande attenzione agli aspetti filosofici e sperimentando nuove forme. Le opere principali sono La vera vita di Sebastiano Knight (1941), Lolita (1955), Pnin (1957), I dodici di Nabokov (1958), Fuoco pallido (1962) e Ada (1969).
Nabonga Film d'avventura, americano (1944). Regia di Sam Newfield. Interpreti: Julie London, Barton MacLane, Buster Crabbe. Titolo originale: Nabonga
Nàbonide Ultimo re babilonese dal 555 al 538 a. C., tentò di restaurare le tradizioni nazionali, ma l'ostilità del clero di Marduk, che passò dalla parte dei persiani dopo l'invasione di Ciro, lo travolse.
Nabopolàssar Re babilonese dal 625 al 605 a. C. e fondatore dell'impero neobabilonese. Lottò contro gli assiri in collaborazione con i medi, e nel 612 conquistò Ninive, unificando così la Mesopotamia.
Nabucco Dramma lirico in quattro parti di G. Verdi, libretto di T. Solera (Milano, 1842).
Nabucco, re di Babilonia sta per entrare a Gerusalemme dove è imprigionata la figlia Fenena, innamorata di Ismaele. Mentre i due stanno per fuggire nascono disordini provocati da Abigaille presunta figlia di Nabucco e a sua volta innamorata di Ismaele. Pur essendo venuta a conoscenza della sua vera origine di schiava, Abigaille approfitta di un'occasione opportuna e si pone in testa la corona regale. Condanna quindi a morte gli ebrei nemici. Nabucco però riconquista il potere e si associa agli ebrei nella ritrovata libertà, mentre Abigaille si avvelena, avendo prima chiesto perdono e auspicato le nozze tra Ismaele e Fenena.
Nabucodònosor (?-562 a. C.) Imperatore neobabilonese. Figlio di Nabopolassar, salì al trono nel 604 a. C. Sotto il suo regno l'impero raggiunse il massimo splendore. Conquistò Gerusalemme (597 a. C.) e la distrusse dopo una ribellione, deportandone tutta la popolazione (587 a. C.). Dotò Babilonia di monumenti, palazzi e di un importante sistema difensivo.
nàcchera, sf. Strumento musicale formato da due pezzi di legno che percossi l'uno contro l'altro, provocano un suono ritmico.
sf. pl. castanets.
arabo naqqara timpano.
Nachimov, Pavel Stefanovic (Smolensk 1802-Sebastopoli 1855) Ammiraglio sovietico. Si distinse durante la guerra contro la Turchia nella battaglia nel porto di Sinope (1853), nella quale la flotta russa distrusse quella ottomana.
nacrìte, sf. Silicato d'alluminio simile alla caolinite, ma con struttura e proprietà ottiche differenti.
na-dené, sm. invar. Famiglia linguistica indigena dell'America del Nord.
NADGE Sigla di Nato Air Defence Ground Environnement (difesa aerea dei territori NATO).
Nadine (Un amore a prova di proiettile) Film commedia, americano (1987). Regia di Robert Benton. Interpreti: Jeff Bridges, Kim Basinger, Rip Torn. Titolo originale: Nadine
nadìr, sm. invar. Punto di intersezione tra il prolungamento agli antipodi della verticale che passa per la posizione di un osservatore e la sfera celeste; è l'opposto dello zenit.
Nador Città (62.000 ab.) del Marocco, sul mar Mediterraneo. Capoluogo della provincia omonimo.
nàfta, sf. Miscela di idrocarburi prodotta dalla distillazione del petrolio.
sf. 1 fuel oil, naphtha. 2 (per motori diesel) Diesel oil.
naftalencarbossìlico, agg. (pl. m.-ci) Sinonimo di naftoico.
naftàlico, agg. (pl. m.-ci) Riferito all'acido peridicarbossilico del naftalene con comportamento simile a quello dell'acido ftalico.
naftalìna, sf. Nome commerciale del naftalene, è un idrocarburo aromatico costituito dalla fusione di due anelli benzenici (C10H8). È ottenuto dal catrame di carbon fossile ed è utilizzato come tarmicida, oltre che nella preparazione di molti composti chimici coloranti, medicinali ed esplosivi.
sf. 1 naphthalene. 2 (tarmicida) pl. moth-balls.
naftazarìna, sf. Nome generico del 5,8-diidrossi--naftochinone, colorante simile all'alizarina.
naftenàto, sm. Sale di un acido naftenico utilizzato come essiccativo per pitture e vernici e come additivo per lubrificanti.
naftèni Nome con cui erano noti gli idrocarburi ciclanici.
naftènico, agg. (pl. m.-ci) In passato erano noti con questo termine i composti derivanti dai nafteni.
naftìle, sm. Gruppo monovalente C10H7 ottenuto dal naftalene per eliminazione formale di un atomo di idrogeno.
naftiridìna, sf. Generici composti eterociclici biciclici derivati dal naftalene in cui due atomi di azoto sostituiscono i due gruppi CH di due anelli diversi.
naftochinóne, sm. Chinone derivato dal naftalene.
naftolsolfònico, agg. (pl. m.-ci) Riferito agli acidi ottenuti per solfonazione dai naftoli.
naga, sm. invar. Nome dato ai geni con corpo di serpente e busto umano che nelle mitologie indiane abitano le regioni sotterranee.
nagajka, sf. invar. Frustino di cuoio utilizzato dai cosacchi per incitare i cavalli.
Nagaland Stato (1.216.000 ab.) federato dell'India nordorientale, capitale Kohima.
nagàna, sf. Tripanosomiasi cui vanno soggetti gli animali domestici dell'Africa.
Nagano Città (347.000 ab.) del Giappone, capoluogo della prefettura omonima (2.165.000 ab.).
Nagaoka Città (186.000 ab.) del Giappone, sull'isola di Honshu, nella prefettura di Niigata.
Nagasaki Città (450.000 ab.) del Giappone e capoluogo della prefettura omonima. Si trova sull'isola Kyushu ed è un importante porto commerciale. Le risorse economiche principali sono rappresentate dall'industria petrolchimica, cantieristica, siderurgica, chimica, del cemento e della carta. Il 9 agosto 1945 fu bombardata dagli Stati Uniti d'America, con la seconda bomba atomica che causò più di 40.000 morti, 40.000 feriti e la distruzione di più di un terzo degli edifici della città.
Nagasaki
Prefettura (1.552.000 ab.) del Giappone, che comprende anche il gruppo delle isole Goto. Capoluogo la città omonima.
Nagdong Fiume (525 km) della Corea del Sud. Nasce dai monti Taebaeg e sfocia nello stretto di Corea.
Nagib, Muhammad (Karthum 1901-Cairo 1984) Militare egiziano. Tra gli autori del colpo di stato che detronizzò re Faruk nel 1952, l'anno successivo fu eletto presidente della repubblica. Nel novembre 1954 i giovani ufficiali capeggiati da Nasser lo destituirono.
Nagorno-Karabah Provincia autonoma dell'Azerbaigian (188.000 ab., capoluogo Stepanakert). Il territorio è compreso tra i fiumi Arasse e Kura, vicino al confine con l'Iran. Le principali risorse economiche sono date dall'agricoltura, dalle foreste e dall'artigianato (tappeti). Nel 1923 fu costituito territorio autonomo e dal 1988 è travagliato dalla guerra civile tra gli armeni, che costituiscono la maggioranza della popolazione, che chiede l'annessione all'Armenia, e la minoranza azera che vi si oppone.
Nàgo-Tórbole Comune in provincia di Trento (2.236 ab., CAP 38060, TEL. 0464).
Nagoya Città (2.116.000 ab.) del Giappone e capoluogo della prefettura di Aichi. Si trova sull'isola Honshu ed è uno dei principali porti giapponesi. È ricca di importanti industrie cantieristiche, siderurgiche, meccaniche, petrolchimiche, tessili e della ceramica, settore nel quale soddisfa quasi i tre quarti del fabbisogno nazionale. I principali monumenti sono il monastero buddhista di Nanatsu (1611) e il castello del XVII sec., ricostruito nel 1959.
Nagpur Città (1.622.000 ab.) dell'India, nel Maharashtra.
nagualìsmo, sm. Credenza in uso presso gli indios messicani in epoca postcolombiana per cui ogni persona avrebbe come protettore un determinato animale.
Nagy, Imre (Kaposv´r 1896-Budapest 1958) Uomo politico ungherese. Comunista, fu primo ministro nel 1953, instaurando un regime più liberale. Fu destituito nel 1955, ma dopo la rivolta antisovietica del 14 ottobre 1956 riebbe l'incarico. Proclamò la neutralità dell'Ungheria e l'uscita dal patto di Varsavia. Dopo l'intervento sovietico del 19 novembre 1956, fu arrestato e condannato a morte. Nel 1989 è stato nominato eroe nazionale.
Nagy, Käte von (Sz´tmany 1909-1974) Attrice. Interpretò ruoli drammatici in film come Rotaie (1929) di M. Camerini e Fuggiaschi (1933) di G. Ucicky, ma raggiunse il successo interpretando ruoli brillanti e piccanti della commedia e dell'operetta viennese.
Naha Città (304.000 ab.) del Giappone, sulla costa sudoccidentale dell'isola di Okinawa. Capoluogo della prefettura di Okinawa.
Nahicevan Città (37.000 ab.) dell'Azerbaigian e capoluogo della Repubblica autonoma omonima. Le principali risorse sono date dal mercato agricolo e dalle industrie alimentari e tessili.
Repubblica autonoma
(295.0000 ab., 5.500 km2) Il territorio è prevalentemente montuoso ed è compreso tra la Repubblica armena e l'Iran. La popolazione è in maggioranza costituita da azeri. Le principali risorse sono l'agricoltura, con la coltivazione di tabacco, cotone, cereali, prodotti ortofrutticoli, la bachicoltura, l'apicoltura e la pastorizia. Importanti i giacimenti di salgemma, zolfo e zinco. Divenne Repubblica autonoma dell'Unione Sovietica nel 1924 e attualmente è interessata nella guerra civile tra armeni e azeri.
Nahodka Città (165.000 ab.) della Russia, nel Territorio del Litorale.
Nahouri Provincia (105.000 ab.) del Burkina Faso, capoluogo Pô.
Nahuel Huapi Lago (545 km2) dell'Argentina, sul versante orientale delle Ande.
Nahum (sec. VII a. C.) Personaggio biblico, uno dei dodici profeti minori. Predisse la caduta dell'impero assiro.
nàia, sf. 1 Serpente velenoso chiamato anche cobra. 2 Servizio militare. ~ Leva.
(mil.) slang term for national service.
nàiade, sf. 1 Ninfa delle fonti nella mitologia classica. 2 Giovane e bella nuotatrice.
Nàiadi Personaggi mitologici, ninfe dei fiumi e delle sorgenti.
naibi, sm. pl. Nome di due giochi di carte: quello con carte numerali è stato introdotto dagli Arabi, mentre quello formato da carte con figurazioni istruttive era in uso nel XVI sec.
naïf, agg. invar. Tendenza artistica propria di artisti autodidatti, istintivamente portati alla pittura dai colori vivaci e dallo stile semplice. I temi sono spesso frutto della visione della vita come una favola. Il capostipite è considerato H. Rousseau che espose i suoi dipinti nel 1886 e tra i principali esponenti vi sono i francesi C. Bombois, e A. Bauchant, gli italiani O. Metelli e A. Ligabue, gli iugoslavi I. Generalic e I. Rabuzin e gli statunitensi Grandma Moses e M. Hirshfield.
nàilon, sm. invar. Prodotto sintetico, da cui si ricavano tessuti molto resistenti simili alla seta.
sm. invar. nylon.
Naipaul, Vidiadhur Surajprasad (Trinidad 1932-) Romanziere inglese di origine indiana. Tra le opere Il massaggiatore mistico (1957) e Alla curva del fiume (1979).
Nair, Mira (1957-) Regista cinematografica indiana. Diresse Salaam Bombay (1988) e Mississipi Masala (1991).
Nairobi Capitale del Kenya, centro amministrativo, commerciale, industriale (metallurgia di acciaio e ferro, settore alimentare e tessile) e culturale del paese. Fiorente anche le industrie per la conservazione di carne e frutta e del tabacco. Conta 1.504.900 abitanti e ha come fonte economica predominante il turismo. Domina l'altopiano a 1.660 m d'altitudine. Ha sede in questa città l'Organizzazione dei servizi comuni dell'Africa orientale (EACSO). Fondata nel 1900, fu ammodernata venti anni dopo ed è capitale dall'indipendenza dello stato dal 1963. Nel 1975 fu la sede del consiglio mondiale delle chiese, mentre fu scelta dall'organizzazione dell'OUA come sede per una conferenza internazionale.
naìsco, sm. Edicola in cui era posta la statua di una divinità.
Najaf Città (243.000 ab.) dell'Iraq, sul fiume Eufrate. Capoluogo del governatorato omonimo.
Najibullah, Mohammad (1947-Kabul 1996) Militare e politico afghano. Nel 1978 e 1979 fu capo dei servizi segreti. Nella sua carriera fu anche maggiore generale dell'esercito, leader del Partito democratico popolare e presidente dello stato dal 1987 al 1992. Nel 1996 venne deposto e ucciso dalla rivolta dei talebani.
Nakasone, Yasuhiro (Takasaki 1917-) Politico giapponese. Membro del Partito liberaldemocratico, dal 1982 al 1987 fu primo ministro.
Nakhon Pathom Città (80.000 ab.) della Thailandia, nella Regione Occidentale. Capoluogo della provincia omonima.
Nakhon Ratchasima Città (191.000 ab.) della Thailandia, nella regione Nordorientale, sul fiume Menam. Capoluogo della provincia omonima.
Nakhon Sawan Città (97.000 ab.) della Thailandia, nella Regione Settentrionale, sul fiume Menam. Capoluogo della provincia omonima.
Nakhon Si Thammarat Città (80.000 ab.) della Thailandia, nella Regione Meridionale della penisola di Malacca. Capoluogo della provincia omonima.
Nakuru Città (93.000 ab.) del Kenya, capoluogo della provincia di Rift Valley, sul lago omonimo. Le principali risorse economiche provengono dall'agricoltura e dal bestiame. Le industrie presenti sono quelle alimentari e chimiche.
Nalcik Città (235.000 ab.) della Russia, sul versante settentrionale del Caucaso. Capoluogo della repubblica autonoma di Cabardino-Balcaria.
Nalgonda Città (63.000 ab.) dell'India, nello stato dell'Andhra Pradesh. Capoluogo del distretto omonimo.
Nàlles (in ted. Nals) Comune in provincia di Bolzano (1.413 ab., CAP 39010, TEL. 0471).
Nallìno, Càrlo Alfonso (Torino 1872-Roma 1938) Orientalista. Nel 1921 fondò la rivista Oriente moderno.
naloxóne, sm. Farmaco utilizzato nella depressione respiratoria dei neonati di madre tossicodipendente.
Nam Co Lago (1.800 km2) della Cina, nel Tibet centrale.
Namangan Città (319.000 ab.) dell'Uzbekistan, capoluogo della provincia omonima.
Namcha Barwa Cima che si erge a 7.758 m, nella parte orientale della catena dell'Himalaia (Tibet).
Namentenga Provincia (199.000 ab.) del Burkina Faso, capoluogo Boulsa.
Namib, desèrto dél Regione desertica della Namibia, lungo la fascia costiera dell'oceano Atlantico, tra le foci dei fiumi Cunene e Orange.
Namibe Città dell'Angola (12.000 ab.), capoluogo della provincia omonima, posta in un'insenatura dell'oceano Atlantico. Industrie conserviere e del tabacco, mercato agricolo, porto peschereccio. Aeroporto. Già Mocâmedes.
Namìbia Repubblica dell'Africa meridionale, confina a nord con l'Angola, a nord-est con lo Zambia e lo Zimbabwe, a est con il Botswana, a sud-est e a sud con la repubblica Sudafricana, a ovest si affaccia sull'oceano Atlantico.
Il territorio si può distinguere in tre regioni, procedendo dalla costa verso l'interno; la fascia litoranea, occupata dal deserto del Namib, si estende dal Cunene a nord all'Orange a sud, con una costa rettilinea, bassa e sabbiosa; la seconda fascia si eleva in terre alte che superano in alcuni punti i 2.000 m (monte Brandberg-2.606 m); la terza fascia è una successione di tabulati, gradualmente digradanti verso la depressione del Etosha Pan a nord e verso il deserto del Kalahari a est.
I fiumi risentono dell'estrema aridità del clima e solo alcuni (Cunene, Orange e Okavango) hanno una portata relativamente regolare. Gli altri (tra cui lo Swakop e il Kuiseb) hanno un regime stagionale e rimangono asciutti per molti mesi l'anno.
Il clima è arido, condizionato anche dalla corrente fredda del Bengala, e con precipitazioni prevalentemente estive, che aumentano dalla costa verso l'interno.
La popolazione formata per circa l'80% da bantu, e da esigue minoranze di boscimani e ottentotti, a rischio di estinzione.
La capitale è Windhoek, dove si accentrano attività industriali e commerciali, oltre a quelle amministrative. Altre cittadine sono Lüderitz, Walvisbaai e Swakopmund sulla costa, Tsumeb, Grootfontein, Okahandja, Keetmanshoop nell'interno.
L'economia rimane sotto il controllo di un'esigua comunità bianca, che gestisce la produzione agricola destinata al mercato internazionale, le industrie e le risorse minerarie.
L'agricoltura di sostentamento produce granoturco, miglio, sorgo, frumento.
Più significativi sono l'allevamento, particolarmente quello ovino, e la pesca, per la quale il paese è tra i principali produttori del continente africano.
La principale risorsa resta tuttavia lo sfruttamento minerario, specie dei diamanti; ingenti sono anche i giacimenti di rame, stagno, piombo, zinco, manganese, vanadio, ferro, tungsteno, argento e fosfati.
L'industria manifatturiera, nel complesso modesta, annovera soprattutto impianti per la lavorazione dei prodotti dell'allevamento (caseifici e concerie), della pesca (conservifici e produzione di farina di pesce) e minerari.
STORIA Tra la fine del XV e il XVIII sec. rare spedizioni europee, portoghesi e successivamente olandesi, s'avventurano sulle coste. Nel frattempo i bantu occupano il paese, respingendo i boscimani e i namaqua. Nel 1892 la Germania si assicura la dominazione della regione (con la sola eccezione di un'area ristretta divenuta colonia britannica nel 1878), che la chiama Africa del Sud-ovest. Nel 1904-1906 la Germania deve far fronte alla ribellione degli herero. Nel 1914-1915 l'Unione Sudafricana conquista la regione. Nel 1920 essa riceve il mandato dalla Società delle Nazioni. Due anni dopo la regione britannica viene unita all'Africa del Sud-ovest.
Nel 1949 l'ONU rifiuta l'annessione della regione all'Unione Sudafricana, che conserva il suo mandato sull'area e vi estende il sistema dell'apartheid. Nel 1966 l'ONU revoca il mandato dell'Africa del Sud. Due anni dopo l'ONU cambia il nome di Africa del Sud-ovest in Namibia. L'Africa del Sud ignora questa decisione, ma non può impedire la formazione di un partito indipendentista, lo SWAPO (South West Africa People's Organization). Nel 1974 lo SWAPO inizia operazioni di guerriglia contro l'Africa del Sud. Nel 1988 vengono firmati accordi tra l'Africa del Sud, l'Angola e Cuba per il cessate il fuoco nel nord della Namibia. Questi accordi aprono la via all'indipendenza del territorio. Nel 1990 la Namibia diventa indipendente. Il leader dello SWAPO, Sam Nujoma diventa presidente della repubblica.
• Abitanti-1.540.000
Superficie-824.290 km2
Densità-1,87 ab./km2
Capitale-Windhoek
Governo-Repubblica parlamentare
Moneta-Dollaro namibiano
Lingua-Inglese, afrikaans tra i bianchi; dialetti bantu fra gli indigeni
Religione-Protestante luterana, altre conf. cristiane, animista
Nampo Città (241.000 ab.) della Corea del Sud, sul mar Giallo. Capoluogo della provincia di Pyeongan Meridionale.
Nampula Città (126.000 ab.) del Mozambico, capoluogo della provincia omonima.
Namsen Fiume (210 km) della Norvegia. Nasce presso il confine con la Svezia e sfocia nel fiume Namsfjord.
Namur Città (105.000 ab.) del Belgio, capoluogo della provincia omonima (419.000 ab.), attraversata dai fiumi Mosa, Sambre e Lesse.
Nan Fiume (627 km) della Thailandia, ramo sorgentifero del Menam.
Nanà Romanzo di É. Zola contenuto nel ciclo I Rougon-Macquart (1880).
Nançay Centro francese nel dipartimento di Cher, noto per avere la sede di un importante osservatorio radioastronomico.
Nanchang Città (1.086.000 ab.) della Cina, nella regione del Centro-Sud, sul fiume Gan. Capoluogo della provincia di Jiangxi.
Nanchìno Città (2.290.000 ab.) della Cina e capoluogo della provincia dello Jiangsu. Porto fluviale sul Chang Jiang è un importante centro culturale (università, biblioteche, musei), industriale (metallurgica, meccanica, chimica e petrolchimica, elettronica, alimentare e cementiera) e dell'artigianato (tessuti di seta, cotone, canapa, tappeti, porcellana). Fu capitale dei regni Wu, Qin e Tand e gli imperatori Ming vi stabilirono la corte imperiale (1368), chiamandola Ying-tien (eletta dal cielo). Quando la capitale fu spostata a Pechino (1409), assunse il nome attuale che vuol dire "capitale del sud". Fu di nuovo capitale dal 1928 al 1937.
Trattato di Nanchino
Firmato il 29 agosto 1842 tra Gran Bretagna e Cina al termine della guerra dell'oppio, il trattato ha sancito l'apertura di cinque porti al commercio inglese con la contemporanea chiusura del porto di Hong Kong.
Nanchong Città (200.000 ab.) della Cina, nella provincia di Sichuan, sul fiume Jialing Jiang.
Nancy Città (96.000 ab.) della Francia e capoluogo del dipartimento di Meurthe-et-Moselle nella Lorena. È sede di industrie meccaniche e metallurgiche, tessili, vetrarie e della ceramica. Fu fondata nel XII sec. intorno a un nucleo probabilmente di origine celtica e fece parte del ducato di Lorena. Ebbe un notevole sviluppo durante il rinascimento e poi nel XVIII sec. sotto Stanislao Leszczy¿Õ¿ski, ex re di Polonia, alla cui morte (1766) passò alla Francia. I principali monumenti sono la cattedrale, l'arco di trionfo di Luigi XV, il palazzo Ducale, il palazzo del Governo (XVIII sec.), la piazza Stanislao, il Museo di Belle Arti.
Nanda Devi Monte (7.817 m) dell'India, nella parte centrale dell'Himalaya.
Nanded Città (191.000 ab.) dell'India, nello stato di Maharashtra. Capoluogo del distretto omonimo.
nandù, sm. Uccello (Rhea americana) della famiglia dei Reidi e dell'ordine dei Reiformi. Di colore brunastro, presenta un collo lungo, una testa piccola rispetto al corpo e zampe atte alla corsa. Vive nelle pampas dell'America meridionale.
Nanga Parbat Monte (8.125 m) del Pakistan, nel settore occidentale dell'Himalaya. Fu scalato nel 1953 da H. Bull.
Nangarhar Provincia (782.000 ab.) dell'Afghanistan nordorientale. Capoluogo Jalalabad.
nanìsmo, sm. 1 Scarso sviluppo del corpo 2 Scarso sviluppo di animali o piante.
nanizzàre, v. tr. Ritardare lo sviluppo naturale di una pianta.
nànna, sf. Dormire, nel linguaggio infantile.
sf. bye-bye(s).
Nànni di Bànco (Firenze 1384?-1421) Scultore. Tra le opere San Luca (1408-1413, Firenze, Museo dell'Opera del Duomo) e Quattro santi coronati (1412-1416, Firenze, Orsanmichele).
Nanning Città (722.000 ab.) della Cina, sul fiume Yü. Capoluogo della regione autonoma Guangxi Zhuangru.
Nannìni, Giànna (Siena 1956-) Cantante italiana. Pianista, chitarrista e compositrice di musica pop, è giunta alla ribalta con il suo tipico rock aggressivo. Tra le canzoni di maggiore successo Latin lover (1982), Scandalo (1990), Dispetto (1995) e l'album Cuore (1998).
Nànno Comune in provincia di Trento (571 ab., CAP 38010, TEL. 0463).
nano- Prefisso che divide l'unità di misura per il valore di 109.
nàno, agg. e sm. agg. Molto piccolo, di altezza inferiore alla norma.
sm. Affetto da nanismo. ~ Bassotto, piccoletto. <> Gigante.
agg. e sm. dwarf.
lat. nanus, dal greco nànos.
Nana bianca
Fase finale del processo evolutivo di una stella, la cui massa è di 1,3 volte inferiore a quella del Sole. In seguito al collasso gravitazionale, la materia della stella raggiunge un equilibrio idrostatico sotto forma di gas degenere con vapori di densità, pressioni e temperature elevatissime. In tale stato rimarrà a lungo, prima di trasformarsi in una nana nera.
Nansen, Fridtjof (Store-Frön 1861-Lysaker 1930) Esploratore e scienziato norvegese. Attraversò la Groenlandia giovanissimo e organizzò la spedizione polare norvegese con la nave Fram, per l'esplorazione del Polo nord, riuscendo ad arrivare alla latitudine 86° 14' (1895). Nel 1896 diventò professore di zoologia e oceanografia all'università di Oslo. Dopo la prima guerra mondiale si occupò del problema degli apolidi e degli esuli, per i quali ottenne l'istituzione del passaporto N. Si occupò attivamente anche della nascita della Società delle Nazioni nella quale rappresentò la Norvegia. Nel 1922 ricevette il premio Nobel per la pace.
Nanterre Città (85.000 ab.) della Francia, alla periferia occidentale di Parigi. Capoluogo del dipartimento di Hauts-de-Seine.
Nantes Città (241.000 ab.) della Francia e capoluogo del dipartimento della Loira-Atlantique. Sulla Loira, a 50 km dalla foce, è porto commerciale e sede di industrie chimiche metallurgiche, meccaniche, cantieristiche, tessili, alimentari e conciarie. Il porto esisteva già in epoca romana. Nel medioevo divenne capitale della Bretagna. I principali monumenti sono la cattedrale del XV sec. e il castello (XIV-XVI sec.).
Editto di Nantes
Fu emanato nel 1598 da Enrico IV e mise fine alle guerre di religione, definendo i diritti dei protestanti, stabilendo la libertà di culto. Fu revocato da Luigi XIV nel 1685.
Nànto Comune in provincia di Vicenza (2.034 ab., CAP 36024, TEL. 0444).
Nantong Città (260.000 ab.) della Cina, nella regione dell'Est, provincia di Jiangsu.
Nantou Contea (542.000 ab.) dell'isola di Taiwan, capoluogo la città omonima.
Nanyang Città (282.000 ab.) della Cina, nella provincia di Henan.
naòforo, agg. Riferito a quelle statue egizie che recano nelle mani l'immagine di un piccolo tempio.
naos, sm. invar. Parte interna del tempio greco dove era posta la statua della divinità.
nàpalm, o napàlm, sm. invar. Miscela usata per fabbricare bombe incendiarie e come combustibile per lanciafiamme.
Napier Città (53.000 ab.) della Nuova Zelanda, sull'isola del Nord. Capoluogo della regione di Hawke's Bay.
Napier, John (Castello di Merchiston, Edimburgo 1550-1617) Matematico scozzese, barone di Merchiston. Italianizzato in Nepero. Ideò un metodo veloce per semplificare i calcoli ed eseguire moltiplicazioni e divisioni utilizzando aste numerate note come bastoncini di Nepero. Rendendosi conto però che tale metodo era inadeguato per i complessi calcoli astronomici, cercò un'altra soluzione e pervenne così alla scoperta dei logaritmi naturali, cui diede il nome. Annunciò l'importante scoperta nell'opera Mirifici logarithmorum canonis descriptio (1614). Ideò anche una macchina calcolatrice e la descrisse nell'opera Rabdologiae seu numerationis per virgulas libri duo (1617).
Napo Fiume (885 km) dell'America Meridionale. Nasce in Ecuador dal vulcano andino Cotopaxi e confluisce nel Rio delle Amazzoni.
Napo
Provincia (103.000 ab.) dell'Ecuador, nella regione di Oriente. Capoluogo Tena.
Napoleon Film storico, francese (1927). Regia di Abel Gance. Interpreti: Albert Dieudonné, Vladimir Roudenko, Gina Manés. Titolo originale: Napoleon vupar Abel Gance
napoleóne, sm. 1 Moneta d'oro del valore di venti franchi. 2 Solitario con le carte da gioco. 3 Bicchiere panciuto e con stelo.
Napoleóne Nome di sovrani.
Napoleone I
=> "Napoleone (I)"
Napoleone II
(Parigi 1811-Vienna 1832) Figlio di Napoleone I e di Maria Luisa d'Austria, fu erede del padre con il titolo di re di Roma. Nel 1814 la madre lo portò a Vienna e dopo Waterloo, nel 1815 venne proclamato imperatore dei francesi, senza però mai regnare. Visse alla corte austriaca con il titolo di duca di Reichstadt.
Napoleone Bonaparte Carlo Luigi
=> "Napoleone III"
Napoleóne (I) (Ajaccio 1769-Sant'Elena 1821) Imperatore francese. Nacque ad Ajaccio il 15 agosto 1769. Fu un bambino difficile, taciturno, introverso, ostinato e molto ambizioso. A dieci anni imparò il francese ad Autun. Dal 1779 al 1785 ottenne un posto gratuito all'Accademia militare di Brienne; fu un allievo di media capacità ma molto abile in matematica, storia e geografia, estremamente puntiglioso e aggressivo verso gli individui più forti fisicamente. Il suo passatempo preferito erano i giochi tattici. A sedici anni divenne portabandiera, sottotenente nel reggimento di artiglieria La Fère e fece tirocinio nelle guarnigioni di provincia come Auxonne e Valence. Amante della lettura, oltre a Plutarco, Voltaire e Rousseau, lesse molti scritti militari e numerose altre opere. In questo periodo, non fu particolarmente attratto dalla Francia e dai suoi avvenimenti; il suo mondo fu la famiglia della quale si prese carico dopo la morte del padre nel 1775. Nel 1789 dopo la presa della Bastiglia cercò di portare le idee della rivoluzione in Corsica per risollevare l'isola e renderla libera. Due anni dopo entrò a far parte come tenente del club giacobino di Valence. Nel 1792 divenne capitano e nel febbraio 1793 prese parte a un colpo di mano contro la Sardegna. Nel frattempo a Parigi i girondini furono sconfitti dai giacobini e per questo motivo in giugno i Bonaparte abbandonarono la Corsica. Il 17 dicembre Napoleone divenne tenente colonnello di artiglieria, il 19 costrinse Tolone alla resa e il 22 venne promosso generale di brigata; infine, il 7 febbraio 1794, divenne comandante dell'armata d'Italia. Diventato amico di Robespierre, dopo la sua caduta il 27 luglio 1794, fu arrestato per alcune settimane e dopo la liberazione congedato; il 5 ottobre 1795 venne comunque ripreso in servizio e sconfisse la rivolta realista del mese di Vendemmiaio. Il 26 ottobre fu nominato comandante supremo dell'armata interna. Il 9 marzo 1796 Napoleone sposò Joséphine Beauharnais e il 27 assunse il comando a Nizza. Nell'aprile dello stesso anno condusse la campagna-lampo contro il Piemonte, riportando la vittorie di Montenotte (12 aprile), Millesimo (13 aprile), Dego (15 aprile), Mondovì (21 aprile) e concludendo con l'armistizio di Cherasco (28 aprile). Quindi, il 10 maggio, sconfisse gli austriaci a Lodi e cinque giorni più tardi entrò a Milano. Pose l'assedio di Mantova e dopo varie battaglie nel gennaio 1797 sconfisse definitivamente gli austriaci a Rivoli; il 2 febbraio Mantova si arrese. Nello stesso mese il papa si vide costretto a scendere a patti e firmò la pace di Tolentino che costò allo Stato della Chiesa le Legazioni. Napoleone non perse tempo e con una marcia forzata attraversò le Alpi, dirigendosi verso Vienna. Il 18 aprile concluse con l'Austria i preliminari di pace; il 2 maggio dichiarò guerra a Venezia. Uomo senza paura, resistente alla fatica e molto vicino ai suoi soldati, passava intere notti a studiare i piani di battaglia. Nelle sue campagne, in particolare in Italia, spogliò chiese e musei dei loro beni artistici e culturali, ammassando numerosi capolavori che fecero dell Louvre il centro della pittura mondiale. Il 17 ottobre 1797 venne firmata la pace di Campoformio con la quale Venezia veniva assegnata agli Asburgo a titolo di compenso per il Belgio e la Lombardia. Nel dicembre Napoleone tornò a Parigi dove venne festeggiato e ricompensato con un seggio all'Istituto di Francia. L'anno dopo ebbe modo di manifestare le proprie doti diplomatiche al congresso di Rastatt. Tornò quindi all'azione, colpendo l'Inghilterra attraverso l'Egitto. Il 19 maggio 1798 si imbarcò per l'Egitto con un esercito, messogli a disposizione dal Direttorio nella speranza di liberarsi di lui. Napoleone occupò Malta, dove spodestò l'Ordine dei Cavalieri, sbarcò ad Alessandria e il 21 luglio sconfisse i mamelucchi a Giza. Il 1° agosto l'ammiraglio Nelson gli distrusse la flotta ad Abukir e gli sbarrò la via del ritorno. Napoleone si diresse quindi verso la Siria contro i Turchi, ma dopo otto vani tentativi di conquistare San Giovanni d'Acri nel maggio 1799 decise di ritirarsi. Il 23 agosto lasciò l'Egitto, sbarcò a St. Raphaël e si diresse verso Parigi. Qui il 18 Brumaio, appoggiato da senatori, deputati ed esponenti della finanza, mise in atto un colpo di stato con il quale abbatté il Direttorio. Il 24 dicembre entrò in vigore l'istituzione del Consolato e Napoleone assunse la carica di Primo Console. Il suo programma era molto semplice ed egli poté contare sull'esercito. Favorì la produzione delle merci e l'impresa industriale e garantì una certa sicurezza all'agricoltura. I vagabondi vennero spediti alla forca con i pretesti più futili; ai propri collaboratori perdonò gli errori commessi in passato. Il 13 febbraio 1800 venne fondata la Banca di Francia e un'amministrazione semplificata delle imposte assicurò il pagamento più rapido dei tributi. Il 17 febbraio una legge creò il sistema amministrativo dei prefetti, sottoprefetti e sindaci. Napoleone intervenne anche nei dibattiti per il codice civile che venne terminato solo il 27 marzo 1804.
La nuova repubblica doveva però ancora combattere. Gli austriaci avevano concentrato la proprie forze in Italia e Napoleone, valicato il San Bernardo, li prese alle spalle e li sconfisse a Marengo. Nel 1801 l'imperatore Francesco si arrese e firmò la pace di Lunèville. Bonaparte restituì Roma e Napoli, conquistate nel 1798-1799, e lasciò le isole Ionie alla Russia. Lo zar Paolo fece progetti di alleanza franco-russa, falliti a seguito del suo assassinio. Il successore Alessandro I scelse la neutralità e le truppe di Napoleone in Egitto si arresero agli inglesi. Tutto si concluse il 25 marzo con la pace di Amiens: per il Primo Console fu un successo ed egli si fece prorogare a vita la carica mediante un plebiscito. In questo stesso anno divenne anche presidente della Repubblica Cisalpina, ribattezzata Repubblica Italiana, che associò alla Francia. Annesse Parma, l'Elba, il Piemonte, Lucca e l'Etruria. All'interno Napoleone si preoccupò del sistema economico francese, della realizzazione di un progetto per la costruzione di strade e canali, della ricostruzione dell'industria manifatturiera e dei pagamenti. Intanto la situazione con l'Inghilterra precipitò e il 20 maggio 1803 scoppiò nuovamente la guerra. Il 15 febbraio 1804 fallì il tentativo di Moreau-Pichegru-Cadoudal per assassinare Napoleone. Il 18 maggio Napoleone venne proclamato imperatore e il 2 dicembre in Nôtre-Dame, alla presenza del papa, Napoleone I si incoronò con le proprie mani. Sostenuto dall'esercito, Napoleone venne accettato dalla maggioranza, anche se senza entusiasmo; da altri venne definito l'imperatore dei borghesi, dei soldati e dei contadini; dai sovrani d'Europa venne considerato un profanatore del trono. In questo periodo Napoleone, per sconfiggere l'Inghilterra, concentrò alcune truppe scelte a Boulogne e le addestrò con estremo rigore; nell'agosto 1805 intanto l'Inghilterra aveva formato la terza coalizione con la Russia e l'Austria. Napoleone decise di agire e il 14 ottobre dello stesso anno vinse a Elchingen e costrinse gli austriaci alla resa a Ulm. Il 2 dicembre sconfisse l'armata dello zar ad Austerlitz in Moravia e il 26 dicembre venne firmata la pace di Presburgo con la quale Francesco II perdette Venezia e il Tirolo. La confederazione del Reno, formata dai principi tedeschi, chiese la protezione di Napoleone. L'ammiraglio Nelson, che nell'ottobre aveva battuto un'imponente squadra navale franco-spagnola a Trafalgar, cadde nello scontro e Napoli, che in precedenza aveva aderito alla coalizione, fu occupata dai francesi; ma la battaglia di Trafalgar aveva precluso alla Francia il predominio del mare. L'8 ottobre 1806 scoppiò di nuovo la guerra contro la quarta coalizione formata da Russia, Prussia, Inghilterra e Svezia. L'imperatore fu ancora più rapido e sconfisse gli avversari, il 14 ottobre, nella doppia battaglia di Jena e Auerstädt. Nel novembre Napoleone avviò contro l'Inghilterra il blocco continentale per colpire i profitti commerciali del regno. Nel febbraio 1807 la Russia costrinse Napoleone alla fuga dai quartieri invernali e a una sanguinosa battaglia a Eylau; nella primavera fu Napoleone a sconfiggere Alessandro a Friedland. Lo zar, ormai stanco della guerra, venne facilmente convinto ad allearsi con la Francia. Napoleone aveva in tal modo sconfitto due coalizioni e i Bonaparte dominavano ovunque: Giuseppe era re di Napoli, Luigi re d'Olanda, Girolamo re di Westfalia, Elisa governava a Firenze, Paolina a Lucca e il figliastro Eugenio Beauharnais era vicerè a Milano. Nel 1808 a Baiona Napoleone ottenne dai Borboni di Spagna, in lite tra loro, la rinuncia al trono, ma alla nomina di Giuseppe Bonaparte a re di Spagna, seguirono insurrezioni popolari e il 6 giugno la Junta di Siviglia dichiarò guerra alla Francia. Il 5 novembre Napoleone iniziò la campagna in Spagna e il 4 dicembre Madrid si arrese. Nel 1809 l'Austria iniziò dichiarò di nuovo guerra ma con la pace di Vienna del 14 ottobre dovette cedere l'Illiria alla Francia. Gli anni 1810-1811 segnarono l'apogeo dell'Impero: Napoleone aveva annesso anche la Toscana e lo Stato della Chiesa. Il 2 aprile 1810 sposò la figlia dell'imperatore d'Austria, Maria Luisa, nella speranza di avere un erede riconosciuto e il 26 marzo 1811 nacque loro un figlio, Napoleone II, che morirà nel 1832. Alla fine del 1811 per l'attenuazione del blocco continentale da parte della Russia si alterarono i rapporti con questa e nel 1812 Napoleone iniziò i preparativi per la campagna in Russia. La Francia si alleò con la Prussia e l'Austria, la Russia con la Svezia. Il piano di guerra della Russia consisteva nell'evitare la battaglia e attirare il nemico all'interno del paese. Quando Napoleone occupò Mosca, il suo esercito era ormai sfinito e la sua consistenza notevolmente diminuita. Il 19 ottobre 1812 iniziò la ritirata, ma la grande armata non riuscì a resistere al freddo e alla mancanza di approvvigionamenti. Furono numerosi a disertare e Napoleone riuscì a portare in salvo a Vilna solo poche unità. Il 5 dicembre Napoleone abbandonò quanto restava dell'esercito e si precipitò a Parigi, dove, fallito il colpo di stato del generale Malet del 23 ottobre, arruolò uomini della guardia nazionale e reclute. Nella primavera del 1813 un'armata prussiana affiancò l'esercito russo. Dopo varie battaglie e dopo essere stato sconfitto nella battaglia delle Nazioni, Napoleone lasciò la Germania. Murat prese contatti con la Gran Bretagna e Napoleone rimase senza alleati. Seguirono ancora una serie di battaglie più o meno fortunate, fino a quando a Parigi il ministro Tayllerand indusse il senato a proclamare la destituzione. Napoleone avviò trattative per conservare il diritto di successione per il proprio figlio, ma ormai era troppo tardi; il 13 aprile 1814 si sottomise alle decisioni delle potenze che gli riconobbero una rendita vitalizia e la sovranità sull'isola d'Elba. Il 4 maggio egli giunse a Portoferraio. Tutto questo durò ben poco perché il 1° marzo Napoleone sbarcò nel golfo di St. Juan e si diresse verso Parigi. Il 20 fece il suo rientro alle Tuileries. Le grandi potenze formarono una quadruplice alleanza e Napoleone trovò come unica soluzione quella di affrontarle separatamente. Il 16 giugno 1815 sconfisse i prussiani, ma il 18 giugno venne sconfitto a Waterloo da Wellington e Blücher. Il 22 giugno, non avendo trovato la morte sul campo di battaglia, Napoleone abdicò. Il 15 luglio si imbarcò a Rochefort diretto verso l'Inghilterra, ma qui venne dichiarato prigioniero di guerra e il 26 ottobre venne relegato nell'isola di Sant'Elena ove morì il 5 maggio 1821 a Longwood.
Napoleóne III (Parigi 1808-Chislehurst 1873) Imperatore francese. Figlio di Luigi Bonaparte, fratello di Napoleone I, e di Ortensia Beauharnais crebbe in esilio dopo il 1815. Nella costituente del 1848 fu eletto deputato e quindi presidente della seconda repubblica il 10 dicembre 1848. Appoggiato dagli ambienti conservatori e militari nel 1851, assunse plebiscitariamente i poteri imperiali nel 1852, con il nome di Napoleone III. Sostenne una politica di espansione dei possedimenti coloniali francesi in Africa e in Indocina e nel 1854 si schierò con Inghilterra e Piemonte contro la Russia, intervenendo in Crimea in difesa dell'impero ottomano. Intervenne anche nella seconda guerra d'Indipendenza, appoggiando il Piemonte in cambio di Nizza e della Savoia. Per non perdere l'appoggio dei cattolici, si oppose però all'annesione di Roma. Dichiarò guerra alla Prussia ma fu sconfitto a Sedan (1870) e fatto prigioniero. Liberato nel 1871, andò in esilio in Inghilterra dove morì.
Napoleone il piccolo Prosa di V. Hugo (1852).
napoleònico, agg. Relativo all'imperatore Napoleone.
napoletàna, sf. 1 Tipo di caffettiera. 2 Nei giochi di carte, serie di carte dello stesso seme. • napoletana di coppe.
lat. Neapolitanus, incrociato con l'italiano Napoli.
napoletàna, Repùbblica Repubblica proclamata dai napoletani all'arrivo dell'esercito francese il 23 gennaio 1799. Sconfitta dalle truppe del cardinale Ruffo di Bagnara, capitolò il 22 giugno. Su pressioni dell'ammiraglio inglese H. Nelson, il re di Napoli Ferdinando IV sconfessò gli accordi di capitolazione e fece imprigionare o mettere a morte i patrioti.
napoletàno, agg. e sm. agg. Relativo alla città di Napoli. ~ partenopeo.
sm. Abitante o nativo di Napoli.
agg. e sm. Neapolitan.
Nàpoli Città (1.054.600 ab., CAP 80100, TEL. 081) e capoluogo della Campania. È la terza città d'Italia per popolazione e la prima dell'Italia meridionale. È situata tra il Vesuvio a est e i Campi Flegrei a ovest, sul golfo omonimo, centro di una vasta area metropolitana, la cui densità di popolazione raggiunge valori di 10.000-50.000 ab./km2. Il clima e le attrattive naturali e artistiche ne fanno una meta tra le più interessanti dal punto di vista turistico. Le condizioni ambientali quali l'elevata densità della popolazione, il traffico caotico e il degrado economico limitano però le possibilità di sfruttamento economico del turismo. Le principali risorse economiche derivano dal terziario, che opera nei settori del commercio, del turismo, amministrativo, del credito e assicurativo. Le industrie principali sono le siderurgiche, cantieristiche, meccaniche (costruzioni navali e ferroviarie), petrolchimiche ed elettroniche. Importante il porto, che è il principale dell'Italia meridionale sia per le merci che per i passeggeri. Fu fondata probabilmente nel V sec. a. C. da coloni calcidesi e fu nota con il nome di Neapolis. Nel 326 si alleò con Roma e nel 90 a. C. divenne municipio romano, in competizione con Pozzuoli, e fu distrutta dai seguaci di Silla nel 82 a. C. Nel corso della guerra greco-gotica, malgrado assedi e saccheggi, si mantenne autonoma grazie all'autorità vescovile che la protesse dai longobardi. Seguì alterne vicissitudini durante l'epoca imperiale e fu saccheggiata più volte. Nel 1139 entrò a far parte dei domini normanni, per passare nel 1187 agli svevi; risale al 1224 la fondazione dell'università (Studio) sotto Federico II e il suo fiorire come centro intellettuale: dopo la rivolta contro gli svevi, fu occupata dagli Angioini nel 1267 e, nel 1282, divenne capitale del regno di Napoli con Carlo d'Angiò. Nel 1441 passò agli Aragonesi e nel 1530 agli spagnoli, con considerevoli problemi di crisi economiche, che generarono rivolte (Masaniello, 1647); subì anche una forte epidemia di peste (1656). Nel XVIII sec., dopo un periodo di dominazione austriaca, passò a Carlo III di Borbone di Spagna. Nel 1799 fu proclamata la Repubblica partenopea, frutto del diffondersi dell'influenza illuministica e degli ideali della rivoluzione: questa durò soltanto alcuni mesi per la dura reazione borbonica. Nel 1806 il trono di Napoli fu affidato prima a Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, e quindi a G. Murat. Dopo la sconfitta di Napoleone, (1815) Murat fu detronizzato e vennero ripristinati i Borboni che nel 1816 formarono il regno delle Due Sicilie. La spinta liberale restò comunque attiva, dando vita ai moti insurrezionali del 1820-1821 e del 1848. Nel 1860 fu occupata dall'esercito di G. Garibaldi ed entrò a far parte del regno d'Italia. Durante la seconda guerra mondiale i napoletani riuscirono a liberarsi del dominio nazifascista dopo quattro giorni di rivolta popolare (le quattro giornate di Napoli) e infine il 1° ottobre gli anglo-americani entrarono in città. I più antichi siti di interesse risalgono all'epoca romana, con resti del foro e dei templi di Cerere, Giove e Apollo. Di epoca paleocristiana le catacombe di San Gennaro (II sec.), i mosaici del battistero di San Giovanni in Fonte (V sec.) e la basilica di San Giorgio Maggiore IV (sec.). Durante la dominazione angioina furono costruite, in stile gotico, le chiese di San Lorenzo Maggiore (XIII sec.), San Domenico Maggiore (XIII sec.), Santa Chiara con affresco di Giotto (1310-1328) e Santa Maria Donnaregina (1316). Di epoca rinascimentale l'arco trionfale per Alfonso d'Aragona, Porta Capuana (1484), la tomba del cardinale Brancaccio di Donatello e Michelozzo (1426-1428), il palazzo Carafa (1466). L'arte barocca del XVII e XVIII sec. fiorì a Napoli, con espressioni particolari come i presepi. Nel XVIII sec. iniziò anche a diventare famosa la produzione di porcellana di Capodimonte. Dal punto di vista culturale Napoli vanta il teatro San Carlo, l'università del 1224, l'osservatorio astronomico, l'osservatorio vesuviano e numerosi musei.
Provincia di Napoli
(2.996.0071 ab., 1.171 km2) Il territorio è prevalentemente collinare e comprende il Vesuvio, i Campi Flegrei, parte della penisola sorrentina e le isole di Capri, Ischia e Procida. Di estensione ridotta, la densità di popolazione raggiunge valori elevatissimi grazie al capoluogo e ad altri centri assai notevoli: Pozzuoli, Portici, Afragola, Castellammare, Giugliano, Ercolano, Torre Annunziata, Torre del Greco, Sorrento, Acerra. Le principali risorse sono l'agricoltura, con le coltivazioni di agrumi, viti e olivo, e il turismo.
Golfo di Napoli
Una delle maggiori insenature della costa tirrenica, in Campania, posta tra capo Miseno e la penisola sorrentina.
Nàpoli (associazione calcio) Società di calcio napoletana nata dalla fusione del Naples (1904) e dell'Internazionale Napoli (1912), avvenuta nel 1922 (Internaples). La denominazione attuale risale al 1926. Ha vinto due campionati italiani (1987 e 1989), tre coppe Italia, una coppa UEFA (1989).
Napoli milionaria Commedia di E. De Filippo (1945).
Napoli milionaria
Film commedia, italiano (1950). Regia di Eduardo De Filippo. Interpreti: Eduardo De Filippo, Titina De Filippo, Totò, Delia Scala.
Nàpoli-Barra Comune in provincia di Napoli (CAP 80100, TEL. 081).
Napolitàno, Giórgio (Napoli 1925-) Politico. Dal 1956 fu membro del comitato centrale del PCI e quindi leader della corrente migliorista. Sostenne il processo di rifondazione che nel 1991 portò alla fondazione del PDS. Dal 1992 al 1994 fu presidente della camera dei deputati. Nel 1996 fu nominato ministro degli interni del governo Prodi.
nàppa, sf. 1 Ornamento di più fili uniti insieme. ~ Fiocchetto, fiocco. 2 Tipo di pelle molto morbida. 3 Naso grosso.
sf. tassel.
nappìna, sf. 1 Piccolo fiocco formato con nastri o fili e usato come ornamento. 2 Guarnizione del copricapo militare.
nàppo, sm. Coppa, bicchiere.
Nara Città (349.000 ab.) del Giappone, sull'isola di Honshu, capoluogo della prefettura omonima.
Narayan, Rasipuram Krishnaswami (Madras 1906-) Romanziere indiano. Tra le opere Swami e i suoi amici (1935), Attendendo il Mahatma (1955) e Il pittore di insegne (1976).
Narayanganj Città (271.000 ab.) del Bangladesh, sul delta del fiume Gange.
Narbada Fiume (1.310 km) dell'India. Nasce nello stato di Madhya Pradesh e sfocia nel mar Arabico.
Narbolìa Comune in provincia di Oristano (1.691 ab., CAP 09070, TEL. 0783).
Narbóna Città (40.000 ab.) della Francia, nel dipartimento dell'Aude. È un importante centro vinicolo e sede di industrie alimentari, chimiche, dell'abbigliamento e del vasellame, oltre che di uno stabilimento per la produzione di uranio arricchito. Fu la prima colonia romana in Gallia, fondata nel 118 a. C. con il nome di Narbo Martius e dal VI sec. fu capitale di un regno dei visigoti, che l'occuparono nel 413. Pipino il Breve la liberò dalla dominazione araba nel 759. Vi si tennero tre concili nel 589, nel 1227 e nel 1551. Il monumento principale è la cattedrale gotica di San Giusto del XIII-XIV sec.
narbonése, agg. e sm. agg. Relativo a Narbona.
sm. 1 Abitante o nativo di Narbona. 2 Denominazione della regione intorno a Narbona.
Narcào Comune in provincia di Cagliari (3.579 ab., CAP 09010, TEL. 0781).
narceìna, sf. Uno degli alcaloidi dell'oppio. Limitatamente tossico, viene utilizzato come sedativo della tosse.
narcisìsmo, sm. 1 Culto della propria persona. ~ fatuità. 2 Eccessiva considerazione delle proprie qualità. ~ egocentrismo, vanità.
• Tendenza psichica definita da Freud come investimento solo su se stessi della propria libido. Freud distinse il narcisismo primario, ovvero lo stadio infantile nel quale il bambino scopre il proprio corpo, e il narcisismo secondario, in età adulta, che può assumere carattere psicopatologico. Successivamente la definizione di Freud fu contestata da J. Lacan e M. Klein, i quali definirono il narcisismo come un processo di interiorizzazione di ogni relazione, anziché di assenza di relazioni con l'esterno.
narcisìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Affetto da narcisismo.
narcisisticaménte, avv. In modo narcisistico.
narcisìstico, agg. (pl. m.-i) Che denota narcisismo.
narcìso, sm. 1 Angiosperma (Narcissus poeticum) della famiglia delle Amarillidacee e dell'ordine delle Liliiflore. Pianta erbacea originaria delle regioni calde dell'Europa e dell'Asia, coltivata ovunque a scopo ornamentale; cresce spontaneamente in Italia. È caratterizzata da fiori solitari (sei petali uniti in un'unica corolla a corona) e da foglie lunghe e strette. La radice bulbosa contiene sostanze nocive che, ingerite, possono provocare gravi danni allo stomaco. 2 Persona vanitosa.
sm. narcissus.
Narcìso Personaggio mitologico, giovane bellissimo che rifiutò l'amore delle ninfe. Gli dei lo punirono facendolo innamorare della propria immagine riflessa in una fonte, nella quale morì. Venne trasformato nell'omonimo fiore.
Narciso e Boccadoro Romanzo di H. Hesse (1930).
narco- Primo elemento di parole composte che nella terminologia scientifica viene usato in riferimento ai narcotici, alle sostanze stupefacenti.
dal greco nárk¿Â¿ assopimento, torpore.
narcoanàlisi, sf. invar. Psicoterapia praticata con l'aiuto di farmaci che inducono narcosi.
narcodòllaro, sm. Denaro proveniente dal traffico di stupefacenti.
narcolessìa, sf. Condizione morbosa caratterizzata da improvvisi attacchi di sonno imperioso che generalmente durano pochi minuti, ma possono protrarsi fino a un paio d'ore, ed è possibile che siano associati a fenomeni di cataplessia. È detta anche sindrome di Gélineau.
narcòsi, sf. invar. 1 Anestesia generale. 2 Stato di torpore provocato da farmaci.
sf. invar. narcosis.
greco nàrkosis torpore.
narcoterapìa, sf. Terapia del sonno.
narcoterrorìsmo, sm. Movimento sovversivo o insieme di azioni terroristiche che sono finanziate con capitali ricavati dal traffico illegale di droga.
narcotèst, sm. Esame effettuato per accertare la presenza di eventuali sostanze stupefacenti nel sangue.
narcòtico, agg. e sm. agg. Sonnifero. ~ soporifero, sedativo.
sm. Sostanza che produce sopore. ~ ipnotico, tranquillante.
sm. narcotic.
narcotìna, sf. Alcaloide dell'oppio che ha un'azione simile a quella della morfina.
narcotizzàre, v. tr. Sottoporre a narcosi. ~ anestetizzare. <> svegliare.
narcotizzazióne, sf. L'atto di narcotizzare, sottoporre ad anestesia.
narcotrafficànte, sm. e sf. Trafficante di stupefacenti.
sm. e sf. drug dealer.
narcotràffico, sm. Commercio illegale di sostanze stupefacenti.
Nardèlla, Giusèppe (Milano 1938-) Editore. Nel 1960 ha fondato la casa editrice Tecniche Nuove, specializzata nella pubblicazione di riviste, di libri tecnici e di CD-ROM e nell'organizzazione di fiere e convegni.
nardéto, sm. Pascolo naturale in cui prevale il nardo.
Nardìni, Brùno (Scarperia, Firenze 1921-1990) Poeta italiano. Nelle sue opere, di ispirazione religiosa, partì da esperienze autobiografiche per poi proiettarsi nell'espressione di concetti universali. Si ricordano Variazione nel sangue (1950), Via San Leonardo (1959), Ballata (1967) e Il dono degli dei (1971).
nàrdo, sm. Nome di varie piante profumate, tra cui la lavanda.
Nardò Comune (30.500 ab., CAP 73048, TEL. 0833) in provincia di Lecce. Le principali risorse sono l'agricoltura (prodotti ortofrutticoli, tabacco, olive, vite) e l'artigianato (ferro battuto). Fu città romana e quindi bizantina e divenne poi ducato nel XVI sec. Di interesse il duomo (XIII sec.)
Nàrdo di Cióne (Morto a Firenze 1366) Pittore. Tra le opere Giudizio, Inferno e Paradiso (1350-1355, Firenze, Santa Maria Novella, Cappella Strozzi).
Nardodipàce Comune in provincia di Vibo Valentia (1.610 ab., CAP 88020, TEL. 0963).
Narenta Fiume (218 km) della Bosnia Erzegovina. Nasce dalle Alpi Dinariche e sfocia nel mar Adriatico.
Narew Fiume (476 km) dell'Europa orientale. Nasce in Bielorussia e confluisce nel fiume Bug in Polonia.
narghilè, sm. Pipa orientale nella quale il fumo aspirato passa prima all'interno di un recipiente con acqua profumata.
nàri, sf. pl. Narici.
narìce, sf. Ciascuna delle due aperture del naso attraverso le quali l'aria penetra nelle vie respiratorie.
sf. nostril.
lat. tardo naricae.
Nariño Dipartimento (1.178.000 ab.) della Colombia, capoluogo San Juan de Pasto.
Nàrni Comune in provincia di Terni (20.439 ab., CAP 05035, TEL. 0744). Centro agricolo (coltivazione di viti, olivi e cereali) e industriale (prodotti della gomma, metalmeccanici, elettrochimici e cartari) e presenza di impianti per la produzione di energia idroelettrica. Vi si trovano la chiesa di San Domenico, del XII sec., il duomo, costruito tra l'XI e il XII sec., la rocca del Gattamelata, del XIV sec., il palazzo del Podestà, edificato tra il XIII e il XVI sec., e la loggia dei Priori, del XIV sec. Gli abitanti sono detti Narnesi.
Nàro Comune in provincia di Agrigento (10.071 ab., CAP 92028, TEL. 0922). Centro agricolo (coltivazione di mandorle, olive e cereali) e industriale (prodotti dell'abbigliamento, chimici, alimentari e del legno). Vi si trovano la chiesa di Santa Caterina, del XIV sec., il castello dei Chiaromonte, costruito tra il XIII e il XIV sec., e resti di mura risalenti al XIII sec. Gli abitanti sono detti Naresi.
Narodnaja Gora Vetta della Russia (1.895 m) il cui nome significa "montagna del popolo". È la più alta degli Urali.
narodnicestvo, sm. invar. Termine russo che indica un movimento intellettuale e politico russo. ~ populismo.
narràbile, agg. Che si può narrare.
narràre, v. tr. Raccontare come avvenne un fatto. ~ relazionare, riferire.
v. tr. to tell, to recount.
lat. narrare, deriv. da (g)narus esperto.
Narrate, uomini, la vostra storia Prosa di A. Savinio (1943).
narratìva, sf. 1 L'insieme delle opere letterarie di carattere narrativo. 2 Parte di un atto processuale.
sf. fiction.
narrativaménte, avv. In forma narrativa.
narratìvo, agg. 1 Che narra. 2 Relativo a opera letteraria in cui l'autore racconta avvenimenti reali o immaginari. • poema narrativo. 3 Che riguarda il narrare. • seguiva uno stile narrativo.
agg. narrative.
lat. tardo narrativus.
narratologìa, sf. Analisi del complesso delle forme narrative.
narratóre, sm. (f.-trìce) 1 Chi narra. ~ lettore, oratore. 2 Novelliere, romanziere. ~ relatore, scrittore.
sm. narrator.
lat. narrator,-oris.
Narratori delle pianure Racconto di G. Celati (1985).
narrazióne, sf. 1 Il narrare. 2 Discorso o scritto con cui si narra qualcosa. ~ esposizione. 3 Cronaca, racconto, novella, romanzo. ~ descrizione.
sf. 1 narration. 2 (racconto) tale, story.
lat. narratio,-onis.
Narsète (478?-Roma 568) Generale di Giustiniano. Nel 551 fu al comando della guerra contro i goti in Italia, sostituendo Belisario. Nel 552 sconfisse Totila presso Gualdo Tadino e nell'anno successivo, Teia presso i monti Lattari. Gli fu quindi dato il governo della penisola, ma nel 567 venne destituito da Giustino II.
nartèce, sm. Portico con colonne delle chiese paleocristiane, riservato ai catecumeni e ai penitenti.
Narv´ez, Ramón María (Loja 1800-Madrid 1868) Militare e politico spagnolo. Tra il 1833 e il 1839, durante la prima guerra carlista, sostenne Isabella. In seguito fu più volte presidente del consiglio.
nàrvalo, sm. Mammifero (Monodon monoceros) della famiglia dei Monodontidi e dell'ordine dei Cetacei. Il maschio è dotato di un dente sporgente, è lungo fino a 2,5 m, ha il corpo sgraziato, pinne pettorali corte, occhi molto piccoli e uno sfiatatoio a forma di semiluna nel mezzo della fronte. Le femmine partoriscono generalmente un piccolo (raramente due) lungo già 1,50 m circa. Vive abitualmente, in branchi nei mari artici, cibandosi di pesci e crostacei e viene cacciato dagli eschimesi per la carne usata come alimento, per il grasso che utilizzano come combustibile e per le ossa utilizzate per la fabbricazione di arnesi vari.
Narvik Città della Norvegia settentrionale (19.000 ab.), a una latitudine di 68° nord. Porto sull'Ofotfjord. Esportazione di ferro.
Narzòle Comune in provincia di Cuneo (3.081 ab., CAP 12068, TEL. 0173).
NAS Sigla di Nucleo Anti-Sofisticazioni.
NASA Ente americano che amministra tutto ciò che riguarda la ricerca spaziale e aeronautica (National Aeronautics and Space Administration); venne fondata da Eisenhower nel 1958; ha sede a Washington e controlla le attività del Kennedy Space Center in Florida, del Jet Propulsion Laboratory in California e del Goddard Space Flight nel Maryland.
nasàle, agg. 1 Relativo al naso. 2 Suono con risonanza nasale.
agg. nasal.
nasalità, sf. Risonanza nasale nell'articolazione di una vocale o consonante.
nasalizzàre, v. tr. Pronunciare con suono nasale.
nasalizzàto, agg. Fonema articolato con risonanza nasale.
nasalizzazióne, sf. Trasformazione di un fonema orale nel corrispondente fonema nasale.
nasàta, sf. Colpo inferto o ricevuto col naso.
nascènte, agg. Che nasce, sta nascendo. • luna nascente.
nàscere, v. intr. 1 Venire al mondo, alla vita. • nascere sotto una buona stella, essere fortunato. 2 Avere origine. ~ iniziare. • cominciavano a nascergli dei sospetti. 3 Crescere. • quando gli nasceranno i denti?
v. intr. 1 to be born. 2 (fiume, sole) to rise. 3 (piante) to come up, to sprout. 4 (derivare) to arise. 5 (causare) to cause.
lat. volg. nascere.
Nascimbèni, Giùlio (Sanguinetto, Verona 1923-) Giornalista e saggista. Tra le opere Montale (1975) e Potere, violenza e famiglia (1977).
nasciménto, sm. Nascita.
nàscita, sf. 1 Il nascere. 2 Famiglia, stirpe. 3 Origine di qualcosa. ~ origine. <> morte.
sf. 1 birth. 2 (luogo di nascita) birthplace.
Nascita della tragedia dallo spirito della musica, La Opera di filosofia di F. W. Nietzsche (1872).
Nascita di una nazione Film storico, americano (1915). Regia di David Wark Griffith. Interpreti: Henry B. Walthall, Violet Wilkey, Mae Marsh. Titolo originale: The Birth of a Nation
nascitùro, agg. e sm. agg. Che dovrà nascere.
sm. Chi sta per nascere.
nascondarèllo, sm. => "nascondìno"
nascóndere, v. v. tr. 1 Mettere qualcosa in un luogo difficile da trovare. 2 Togliere alla vista. 3 Tenere dentro di sé. 4 Celare, occultare. <> evidenziare, mostrare. • si rendeva conto che gli stava nascondendo qualcosa.
v. intr. pron. Celarsi. • sotto quel sorriso si nascondeva una tristezza infinita.
v. tr. to conceal, to hide. v. intr. pron. to hide.
lat. nabscondere, comp. da in-+ abscondere.
nascondìglio, sm. 1 Luogo segreto per nascondere. 2 Ripostiglio.
sm. hiding place.
deriv. da nascondere.
nascondìno, sm. Gioco infantile in cui un bambino cerca i compagni che si sono nascosti. SIN: nascondarello.
sm. hide-and-seek.
nascostaménte, avv. In modo che gli altri non vedano o non sappiano.
nascósto, agg. 1 Sottratto alla vista. ~ celato, occultato. • di nascosto, in modo furtivo. 2 Appartato, remoto. 3 Che non si rivela. • covava una passione nascosta per lei. 4 Recondito, occulto. <> esplicito, evidente.
agg. concealed, hidden.
lat. nabsconditus, p.p. di inabscondere nascondere, incrociato con positus posto.
nascuntur poetae, fiunt oratores, loc. avv. Locuzione latina che significa "poeti si nasce, oratori si diventa".
nasèllo, sm. 1 Pesce (Merluccius merluccius) della famiglia dei Gadidi e dell'ordine dei Gadiformi. Dotato di denti aguzzi, misura 1 m. Vive in tutti i mari. È un pesce carnivoro. Una specie che vive nell'oceano Atlantico è caratterizzata da barbigli sul mento. Molto apprezzato per la sua carne, è utilizzato nella produzione della colla di pesce. 2 Organo meccanico generalmente cilindrico e sporgente, con funzioni di arresto o di accoppiamento temporaneo.
sm. hake.
Nash, John (Londra 1752-East Cowes 1835) Architetto. Discepolo di R. Taylor, abbracciò poi lo stile pittoresco e, dopo aver conosciuto l'architetto H. Repton, iniziò un periodo di intensa produzione di residenze di campagna. Introdotto a corte, dal 1812 al 1827 realizzò il progetto del complesso di Park Crescent a Londra. Tra le opere la ristrutturazione del centro di Londra: sistemazione di Regent's Park e apertura di Regent Street (1812-1827) e il Royal Pavillon a Brighton (1815-1825).
Nash, John Forbes jr. (Bluefield, USA 1928) Matematico, che si è occupato di teoria dei giochi, applicandola in particolare all'economia, e di vari altri argomenti di matematica, sia applicata che pura. Nel 1994 ha vinto il premio Nobel per l'economia per la scoperta degli equilibri non cooperativi, oggi noti come "equilibri di Nash". Come altri matematici, fisici e ingegneri, ha lavorato per il governo statunitense alle strategie politiche e militari della guerra fredda. È in questo periodo che si sono evidenziati disturbi di natura schizofrenica (legati per lo più alla tematica dello spionaggio). Con essi ha convissuto tra alti e bassi per lunghi anni; negli ultimi anni è riuscito a controllare le allucinazioni con la "ragione" e a farle parzialmente regredire. La sua storia è stata raccontata da Sylvia Nasar nel libro "A beautiful mind", su cui si basa (con molti tagli e adattamenti "hollywoodiani") la sceneggiatura dell'omonimo film di Ron Howard, con Russel Crowe nel ruolo di Nash.
Nashville Film drammatico, americano (1974). Regia di Robert Altman. Interpreti: Barbara Baxley, Karen Black, Keith Carradine. Titolo originale: Nashville
Nashville-Davidson Città (488.000 ab.) degli USA, sul fiume Cumberland. Capitale dello stato del Tennessee.
nàsica, sm. o sf. (pl.-i) sm. Genere di Uccelli Passeriformi sudamericani appartenenti alla famiglia dei Dendrocolaptidi dal becco lungo e dritto.
(pl.-che) sf. Nome volgare del Nasalis larvatus, una scimmia catarrina originaria del Borneo appartenente alla famiglia dei Cercopitecidi i cui individui maschili presentano un grosso naso, allungato e dalle narici evidenti.
nasièra, sf. Tenaglia che si mette alle narici dei buoi.
Nasik Città (647.000 ab.) dell'India, sul fiume Gidavari, nel Maharashtra.
Nasìno Comune in provincia di Savona (249 ab., CAP 17030, TEL. 0182).
nasion, sm. invar. In antropologia e medicina, punto alla radice del naso che serve per determinare l'indice nasale. ~ punto nasale.
Nasir al-Din al-Tusi, Muhammad (Tus 1201-Baghdad 1274) Matematico, astronomno e fisico arabo. Diresse l'osservatorio di Maraghe. Compose fondamentali tavole astronomiche per il calcolo del moto dei pianeti. Per primo si occupò di trigonometria sferica. Compì importanti studi di geometria, in particolare sul problema del postulato delle parallele di Euclide.
Nasiriya Città (139.000 ab.) dell'Iraq, nella Mesopotamia, sul fiume Eufrate. Capoluogo del governatorato di Thi-Qar.
Nàso Comune in provincia di Messina (4.741 ab., CAP 98074, TEL. 0941).
nàso, sm. 1 Parte prominente del viso, posta in posizione mediana sotto la fronte. 2 Fiuto, intuito, sagacia. ~ perspicacia.
sm. nose.
lat. nasus.
• È l'organo dell'olfatto e fa parte delle prime vie aeree, dove l'aria inspirata viene riscaldata a contatto con la mucosa vascolarizzata delle fosse nasali. Fa anche da cassa di risonanza per la fonazione. È sostenuto dalle ossa nasali e diviso internamente dal setto cartilagineo.
Naso, Il Racconto di N. V. Gogol' contenuto nell'opera I racconti di Pietroburgo (1836).
Naso, Il
Opera in tre atti e un epilogo di Sostakovic, libretto di E. Zamjatin (Leningrado, 1930).
nasociliàre, agg. Relativo al naso e alle ciglia.
nasofrontàle, agg. Relativo al naso e alla fronte.
nasogenièno, agg. Relativo al naso e alle guance.
nasolabiàle, agg. Relativo al naso e alle labbra.
nasolacrimàle, agg. Del naso e dei condotti lacrimali.
nasóne, sm. Accrescitivo di naso.
nasopalatìno, agg. Relativo al naso e al palato.
nasospinàle, agg. Relativo al punto più basso dell'apertura piriforme del cranio proiettata sul piano sagittale mediano.
nàssa, sf. Cesta di vimini usata per la pesca con apertura a imbuto che non consente l'uscita del pesce.
Nassàridi, o Nassarìidi Famiglia di Molluschi Gasteropodi Prosobranchi predatori, diffusi soprattutto nei mari caldi e temperati, provvisti di una robusta conchiglia.
Nassau Territorio tedesco che prese il nome dal castello di Nassau, costruito nel 1125 ca. Nel 1225 la casata si divise in due rami, detti valeranico e ottoniano, dai nomi dei capostipiti Valerano II e Ottone I. Nel 1806 Federico Guglielmo, del ramo valeranico, ottenne il titolo ducale ma il ducato fu annesso alla Prussia nel 1866, salvo il Lussemburgo che diventò granducato e fu retto dai discendenti della famiglia fino al 1912. Del ramo ottoniano fece parte Enrico III il Grande, capostipite del ramo Orange-Nassau, che ebbe tra i suoi componenti Guglielmo VI, re dei Paesi Bassi dopo il congresso di Vienna (1815), dal quale discende l'attuale regina Beatrice.
Nasser (lago) Denominazione della parte egiziana del bacino formato dalla diga Sadd al'Al¿Ì¿ di Assuan detta anche Diga Alta.
Nasser, Gamal Abdel (Beni Mor 1918-Il Cairo 1970) Uomo politico egiziano. Partecipò alla guerra contro Israele del 1948 e fu tra i membri del Comitato degli ufficiali liberiche rovesciò la monarchia di re Faruk. Nel 1954 divenne primo ministro e fece destituire il presidente M. Neguib, diventando dittatore dell'Egitto, a capo di un partito unico che escludeva comunisti e militanti islamici. Si schierò con i paesi non allineati e cercò di dare impulso all'economia del Paese, nazionalizzando le industrie e avviando grandi opere pubbliche, come la costruzione della diga di Assuan. La nazionalizzazione del canale di Suez (26 luglio 1956) provocò la reazione di Francia e Inghilterra, che, con l'aiuto militare di Israele, occuparono il canale. La crisi fu risolta con l'intervento dell'ONU e Nasser continuò la propria politica di non allineamento e guida del socialismo arabo, promuovendo una serie di inziative panarabe, destinate tuttavia a fallire, per formare stati arabi sovranazionali come la RAU (1958-1961). Fu sconfitto nella guerra di Israele detta dei sei giorni (giugno 1967), si dimise, ma fu plebiscitariamente rinominato capo dello stato. Negli ultimi anni la sua politica fu caratterizzata dall'apertura alle prospettive di pace con Israele.
Nàsso Isola (14.000 ab.) della Grecia, la maggiore delle Cicladi, nel mar Egeo. Il capoluogo omonimo posto nella parte nordoccidentale, è il porto principale dell'isola. Il territorio prevalentemente montuoso (la cima più elevata supera appena i 1.000 m), presenta coste frastagliate. L'economia si basa principalmente sulla coltivazione di prodotti agricoli (olive, agrumi, fichi e uva), Importanti cave di marmo. L'isola è importante meta turistica. Dopo essere stata indipendente (VI sec. a. C.) passò sotto il dominio macedone, fu conquistata dai romani, divenne successivamente bizantina e, nel XIII sec., possedimento veneziano. Dopo la conquista dell'isola da parte dei turchi (1566) passò, nel 1832 definitivamente alla Grecia.
nastìa, sf. Movimento di un organo vegetale determinato da uno stimolo esterno ma dipendente dalla struttura interna dell'organo e non dalla direzione da cui arriva lo stimolo. <> tropismo.
greco nastós premuto.
nastrifórme, agg. A forma di nastro.
nastrìno, sm. 1 Piccolo nastro. 2 Segno di decorazione che si porta all'occhiello o sul petto.
nàstro, sm. 1 Sottile striscia di tessuto o altro materiale, usata per molteplici scopi. 2 Banda, fettuccia.
sm. 1 ribbon. 2 (magnetico) recording tape. 3 (trasportatore) conveyer belt. 4 (adesivo) adhesive tape.
Nastro adesivo
Sottile nastro plastico, generalmente di cellophane, una delle cui facce è rivestita di collante.
Nastro magnetico
Sottile nastro di materiali plastici (per esempio acetato di cellulosa) su un lato del quale è steso uno strato di ossido di ferro o di cromo che, per le caratteristiche ferromagnetiche, permette la registrazione di segnali analogici (suono, video) o digitali (dati per calcolatori elettronici). Lo spessore del nastro varia dai 10 ai 20 m. La maggior quantità di dati da registrare nel caso delle registrazioni video ha portato all'uso di nastri di altezza maggiore e allo sviluppo di testine elicoidali in grado di scandire le informazioni su buona parte della superficie del nastro magnetico stesso.
Nastro trasportatore
Dispositivo costituito da un supporto scorrevole, in genere rivestito di gomma e destinato al trasporto di oggetti in ambito industriale o di persone e oggetti nei trasporti (per esempio negli aeroporti).
Nàstro Azzùrro Trofeo simbolico che viene aggiudicato alla nave passeggeri che abbia attraversato l'Atlantico in meno tempo. In inglese corrisponde al blue ribbon.
nastrotèca, sf. 1 Raccolta di nastri magnetici. 2. L'ambiente nel quale vengono conservati i nastri.
nastùrzio, sm. Pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Crocifere con fiori gialli.
sm. nasturtium.
nasùto, agg. Che ha un naso lungo o grosso.
Nata ieri Commedia di G. Kanin (1946).
Nata ieri
Film commedia, americano (1951). Regia di George Cukor. Interpreti: Broderick Crawford, Judy Holliday, William Holden. Titolo originale: Born Yesterday
Nata libera Film d'avventura, britannico (1965). Regia di James Hill. Interpreti: Virginia McKenna, Bill Travers, Geoffrey Keen. Titolo originale: Born Free
Natal Città (607.000 ab.) del Brasile, capitale dello stato di Río Grande do Norte.
natàle, agg. e sm. agg. Relativo alla nascita, al periodo o al luogo. ~ genetliaco, natalizio. • paese natale.
sm. 1 Il giorno della nascita. ~ compleanno. 2 Il giorno della nascita di Gesù Cristo.
agg. of one's birth. sm. 1 birthday. 2 (rel.) Christmas.
lat. natalis, deriv. da natus, p.p. di nasci nascere.
• Solennità liturgica nella quale si ricorda la nascita di Gesù Cristo. In occidente è celebrato il 25 dicembre, mentre in oriente il 6 gennaio. L'origine risale all'epoca romana (330 circa), come contrapposizione alle festività pagane del solstizio d'inverno e della divinità della luce Mitra (di origine indoiranica). È caratterizzato da manifestazioni popolari come il presepio, l'albero di Natale e Babbo Natale, con doni ai bambini.
Natale in casa Cupiello Commedia di E. De Filippo (1931).
Natàlidi Famiglia di Mammiferi Chirotteri Microchirotteri a cui appartengono i pipistrelli del solo genere Natalus diffusi nell'America tropicale.
natalità, sf. Complesso delle nascite in un dato paese e periodo.
sf. birth rate.
natalìzio, agg. e sm. agg. 1 Relativo al Natale. 2 Che riguarda il giorno in cui una persona è nata.
sm. Compleanno.
agg. Christmas.
lat. natalicius, deriv. da natalis.
natànte, agg. e sm. agg. Che nuota.
sm. Costruzione galleggiante. ~ barca, imbarcazione.
sm. boat, craft.
natatòrio, agg. 1 Che serve per il nuoto. 2 Dove si può nuotare.
lat. natatorius, deriv. da natare nuotare.
Nathan (sec. X a. C.) Personaggio biblico, profeta ebreo. Rinfacciò a Davide l'adulterio con Betsabea.
Nathan il saggio Dramma di G. E. Lessing (1779).
Nathans, Daniel (Wilmington 1928-) Microbiologo statunitense. Introdusse nuove tecniche di ingegneria genetica e nel 1978, con W. Arber e H. Smith, fu insignito del premio Nobel.
Nati sotto Saturno Opera di storia dell'arte di R. Wittkover (1963).
nàtica, sf. 1 Ciascuna delle due parti carnose formate dai glutei. ~ chiappa, gluteo. 2 Genere di Molluschi gasteropodi, carnivori e dotati di conchiglia, che vivono nella sabbia.
sf. buttock.
Natìcidi Famiglia di Molluschi Gasteropodi Prosobranchi, diffusi soprattutto nei mari caldi e temperati, appartenenti alla famiglia dei Mesogasteropodi. Sono provvisti di una conchiglia liscia e solitamente globosa la cui ultima cavità contiene il mollusco il quale presenta un grosso piede con cui esso scava la sabbia per poi infossarsi.
natimortalità, sf. Il numero dei nati morti in un determinato intervallo di tempo.
Tasso, quoziente o indice di natimortalità
Il rapporto tra il numero dei nati morti in un intervallo di tempo e il totale dei nati nello stesso periodo.
natìo, agg. Nativo. ~ natale, patrio.
agg. native.
Natisóne Fiume (50 km) del Friuli. Nasce dalle Prealpi Venete e confluisce nel fiume Torre.
Natitingou Città (57.000 ab.) del Benin, nel versante sudoccidentale dei monti Atacora. Capoluogo della provincia di Atacora.
nativìsmo, sm. 1 Ogni teoria filosofica secondo la quale attitudini, idee, capacità o qualità sono innate e non acquisite. 2 Teoria psicologica per la quale la rappresentazione spaziale è innata e non deriva dall'elaborazione mentale dei dati correlati agli stimoli sensoriali.
natività, sf. Nascita, di Maria Vergine, di Gesù o dei Santi.
natìvo, agg. e sm. agg. 1 Relativo alla nascita. ~ natale. 2 Del luogo di nascita. ~ patrio. • ritornò al paese nativo. 3 Che si ha dalla nascita.
sm. Persona originaria di un determinato luogo. ~ originario, autoctono. <> immigrato, trapiantato. • i nativi dell'isola si mostrarono fin da subito molto ostili.
agg. e sm. native.
lat. nativus.
Nativo, Marga (Sfax, Tunisia 1943-) Ballerina. Nel 1954 debuttò con la compagnia del Maggio Musicale Fiorentino. Dal 1966 al 1987 fu la prima ballerina del Teatro Comunale di Firenze. Nel 1988 fondò, assieme al ballerino e coreografo Keith Ferrone, il Florence Dance Theatre.
nàto, agg. e sm. agg. Venuto alla vita. • è un musicista nato, che ha predisposizione per la musica.
sm. 1 Figlio. 2 Persona nata in un determinato anno. •: : nati nel 1978 saranno chiamati alla leva.
agg. born.
lat. natus, p.p. di nasci nascere.
NATO Sigla del North Atlantic Treaty Organization (Organizzazione del patto del Nord Atlantico). Organizzazione politico militare fondata a Washington il 4 aprile 1949 tra Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Inghilterra, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Portogallo e Stati Uniti d'America. Nel 1952 aderirono anche Grecia e Turchia, nel 1955 la Repubblica federale tedesca, nel 1982 la Spagna, nel 1997 la Polonia, la Repubblica Ceca e l'Ungheria. Nel 1966 la Francia svincolò le proprie truppe dal comando integrato. L'organizzazione è coordinata dal Consiglio atlantico che ha sede a Bruxelles.
Nato il 4 luglio Film drammatico, americano (1989). Regia di Oliver Stone. Interpreti: Tom Cruise, Kyra Sedgwich, Willem Dafoe. Titolo originale: Born on the Fourth of July
nàtola, sf. Apertura a forma di U dello scalmo su cui si appoggia il remo.
Natòli, Glàuco (Teramo 1908-Firenze 1965) Critico letterario. Tra le opere Stendhal (1933) e Risveglio e altri versi (poesia, 1934).
natrìce, sf. Rettile (noto anche come natrice dal collare, Natrix natrix) della famiglia dei Colubridi e dell'ordine degli Squamati. Di colore grigio maculato di nero, raggiunge i 2 m di lunghezza. Nuota con grande abilità.
natrix, sf. invar. Genere di Rettili ofidi della famiglia dei Colubridi a cui appartengono serpenti che vivono in Europa, Asia, Africa e America del nord vicino ai corsi d'acqua.
natrolìte, sf. Alluminosilicato idrato di sodio che si trova in cristalli prismatici rombici bianchi o incolori. Appartiene al gruppo delle zeoliti.
Natron Lago (800 km2) della Tanzania, al confine con il Kenya.
nàtta, sf. Cisti sebacea del cuoio capelluto.
Nàtta, Alessàndro (Imperia 1918-) Politico. Tra i protagonisti della Resistenza, dal 1948 al 1991 fu deputato del PCI, di cui fu segretario dal 1984 al 1988.
Nàtta, Giùlio (Imperia 1903-Milano 1979) Chimico. Nel 1954 realizzò polimeri con struttura geometrica prestabilita. Scoprì i catalizzatori stereospecifici e depositò più di mille brevetti nella sintesi di alti polimeri. I suoi studi consentirono la realizzazione e lo sfruttamento industriale di materie plastiche altamente resistenti come il moplen e dalle caratteristiche selettive. Nel 1963 fu insignito del premio Nobel per la chimica con K. Ziegler.
Nattier, Jean-Marc (Parigi 1685-1766) Pittore francese. Tra le opere M.lle de Lambesc in veste di Minerva con il fratello (1732, Parigi, Louvre).
natùra, sf. 1 Il complesso delle cose e degli esseri dell'universo. ~ cosmo, creato, mondo. • le leggi della natura non sono ancora completamente note. 2 Tutto ciò che non è prodotto dall'uomo. 3 Aspetti e caratteristiche proprie, innate. • la natura umana. 4 Carattere. ~ istinto, indole. • essere di natura vivace.
sf. 1 nature. 2 (pagare in natura) to pay in kind. 3 (natura morta) still life.
lat. natura, deriv. da natus, p.p. di nasci, nascere.
natura non facit saltus, loc. avv. Aforisma latino che significa "la natura non fa salti" e che venne usato a partire dal medioevo per indicare il concetto secondo il quale la natura procede per passi successivi.
naturàle, agg., avv. e sm. agg. 1 Relativo alla natura. ~ universale. <> innaturale, artificiale. • vita natural durante, il tempo che una persona vive. 2 Che è secondo natura. • morte naturale. 3 Che si ha per natura. ~ indole. • non riusciva a vincere la sua naturale timidezza. 4 Non contraffatto o artificiale. ~ sintetico.
• cascata naturale.
avv. Certamente. ~ normale, regolare. <> particolare.
sm. Indole naturale.
agg. natural.
lat. naturalis.
naturalézza, sf. L'essere naturale, spontaneo. ~ spontaneità, schiettezza. <> innaturalezza.
sf. naturalness.
Naturalis historia Opera di erudizione di Plinio il Vecchio (I sec.).
naturalìsmo, sm. Corrente di pensiero che fa risalire alla natura e alle leggi naturali tutti i fenomeni della vita e dello spirito, negandone l'origine trascendente. Storicamente le principali scuole filosofiche naturalistiche furono la presocratica e la stoica, la filosofia rinascimentale e il positivismo.
In letteratura fu l'indirizzo letterario sviluppatosi in Francia nella seconda metà del XIX sec. e diffuso poi in tutta Europa. In Italia assunse il nome di verismo. Si basò sulla filosofia positivista e applicò la metodologia sperimentale alla letteratura, ponendo l'attenzione sull'analisi della società come ambiente nel quale si determina il comportamento dell'uomo. Il romanzo diventò quindi il genere letterario di elezione e i principali esponenti furono É. Zola, A. Daudet, G. de Maupassant e in Italia G. Verga.
naturalìsta, sm. e sf. (pl.-i) 1 Studioso di scienze naturali. 2 Seguace del naturalismo.
sm. e sf. naturalist.
naturalìstico, agg. (pl. m-ci) Relativo al naturalismo.
naturalità, sf. 1 L'essere naturale. 2 Qualità di ciò che avviene secondo natura. 3 Naturalizzazione.
naturalizzàre, v. v. tr. Concedere il diritto di cittadinanza a uno straniero. •: :on era ancora stato naturalizzato italiano
v. rifl. Chiedere e ottenere il diritto di cittadinanza.
v. tr. to naturalize.
deriv. da naturalità.
naturalizzazióne, sf. Il naturalizzare.
naturalménte, avv. 1 Secondo natura. ~ spontaneamente. <> innaturalmente. 2 Certamente sì. ~ ovviamente.
avv. 1 naturally. 2 (sicuramente) of course.
naturàre, v. v. tr. Della natura, creare. ~ generare.
v. rifl. Connaturarsi.
nature, invar. Al naturale.
naturìsmo, sm. Movimento che sostiene l'idea di vivere in armonia con la natura e di praticare la nudità integrale collettiva a diretto contatto della natura stessa.
naturìsta, agg., sm. e sf. agg. Naturistico.
sm. e sf. Seguace del naturismo.
naturìstico, agg. Relativo al naturismo.
Natùrno (in ted. Naturns) Comune in provincia di Bolzano (4.535 ab., CAP 39025, TEL. 0473).
naufragàre, v. intr. 1 Fare naufragio. ~ colare a picco. <> galleggiare. 2 Fallire. ~ rovinarsi. <> affermarsi.
v. intr. 1 to be ship wrecked. 2 (fallire) to fall through, to fail.
lat. tardo naufragare.
naufràgio, sm. 1 Perdita di una nave, per affondamento. 2 Rovina, fallimento.
sm. 1 shipwreck. 2 (fallimento) failure, ruin.
Naufragio del Deutschland, Il Opera di poesia di G. M. Hopkins (1876).
nàufrago, sm. 1 Chi ha naufragato. 2 Superstite di un naufragio.
sm. shipwreck victim.
lat. naufragus.
naumachìa, sf. Spettacolo di combattimento navale, in uso fra gli antichi Romani.
Nauman, Bruce (Fort Wayne 1941-) Pittore statunitense. Tra le opere Studi per ologramma (1970, New York, Leo Castelli Gallery).
nàuplio, o nauplius, sm. o sm. invar. Denominazione della larva della maggior parte dei Crostacei con tre paia di arti e un occhio semplice.
Nauru Repubblica presidenziale dell'oceano Pacifico, costituita da una sola isola (21,2 km2, circa 11.000 ab.), a ovest delle isole Gilbert.
Nauru è di forma circolare, circondata da una scogliera corallina, che fronteggia una costa bassa e sabbiosa. Verso l'interno si trova una stretta fascia pianeggiante e fertile, dove si raccoglie la maggior parte della popolazione. La parte centrale dell'isola è occupata da un altopiano di altezze intorno ai 60 m, costituito da depositi fosfatici.
Il clima è equatoriale, costantemente caldo e umido.
Sulla costa crescono palme da cocco, manghi, banani e altre piante da frutto.
La grande ricchezza di Nauru sono i fosfati, di cui è tra i primi produttori del mondo.
L'economia, pur piuttosto vivace, risulta fortemente squilibrata, esportando un solo prodotto, e dipendendo dall'estero per ogni altro approvvigionamento. La bilancia dei pagamenti risulta in attivo, ma l'esaurimento dei giacimenti di fosfati è prevista già per la fine del secolo. In tale ottica, notevoli sforzi si stanno facendo per preparare la riconversione dell'economia, per fare dell'isola un paradiso fiscale, creando forti investimenti all'estero, potenziandone le comunicazioni, e le infrastrutture.
• Abitanti-11.000
Superficie-21,2 km2
Densità-518,8 ab./km2
Capitale-Yaren
Governo-Repubblica parlamentare
Moneta-Dollaro australiano
Lingua-Nauruano, gilbertese, inglese
Religione-Protestante, cattolica
nàusea, sf. 1 Sensazione di ripugnanza. 2 Avversione, disgusto.
sf. nausea.
lat. nausea mal di mare, dal greco nausìe.
Nausea, La Romanzo di J. P. Sartre (1938). Primo romanzo di Sartre, presenta la sua visione della vita: l'universo non ha alcun senso, mentre l'esistenza individuale è senza scopo.
Roquentin, il protagonista del romanzo che vive solitario a Bouville, è colpito dalla nausea, dall'angoscia e da un senso di alienazione. Costretto a interrogarsi sulla propria identità, all'ultima pagina del romanzo, scopre, attraverso la musica, di essere libero e di poter controllare completamente la propria vita e le proprie azioni e decide di scrivere un libro che registri la sua esperienza. Roquentin, tuttavia, dà l'impressione di essere incapace di sfruttare positivamente questa rivelazione. Come tema secondario, il romanzo mette in ridicolo la vita della provincia che si manifesta particolarmente nell'evento della domenica e nelle raccolte del museo.
nauseabóndo, agg. Che dà nausea.
agg. sickening, nauseating.
nauseànte, agg. Che dà nausea, ripugnante, disgustoso. ~ vomitevole. <> appetibile, piacevole.
nauseàre, v. tr. e intr. 1 Procurare nausea. 2 Disgustare.
v. tr. to sicken, to nauseate.
lat. nauseare.
nauseàto, agg. Preso da nausea.
Nausìcaa Personaggio mitologico, figlia di Alcinoo, re dei feaci. Ospitò Ulisse naufrago.
nàuta, sm. Marinaio, nocchiero.
nàutica, sf. Arte della navigazione.
sf. 1 art of navigation. 2 (negozio) marine shop.
nàutico, agg. Che concerne la nautica. ~ navale, marino.
agg. nautical.
Nautìlidi Famiglia di Molluschi Cefalopodi tetrabranchiati a cui appartiene il solo genere Nautilus.
nàutilo, sm. 1 Mollusco (Nautilus pompilius) della famiglia dei Nautilidi e della classe dei Cefalopodi. Vive nel Pacifico orientale fino a 700 m di profondità. Misura 20 cm ca. 2 Vaso prezioso realizzato con conchiglie risalente ai secc. XVI-XVII.
Nautilus 1 Nome del sommergibile del romanzo Ventimila leghe sotto i mari di J. Verne. 2 Nome del primo sommergibile costruito per il governo francese (1798) attribuitogli da Robert Fulton.
Nàva, còl di Passo (930 m) delle Alpi Marittime, tra le valli dei fiumi Tanaro e Arroscia.
Navagèro, Andrèa (Venezia 1483-Blois 1529) Storiografo veneziano.
Navagèro, Bernàrdo (Venezia 1507-Verona 1565) Cardinale veneziano, legato pontificio al concilio di Trento.
navaho, sm. e sf. invar. Appartenente al gruppo etnico amerindio di stirpe e lingua athabaska che occupava i territori sudoccidentali degli Stati Uniti d'America. Nel XIX sec. si opposero, insieme al gruppo apache, alla colonizzazione bianca e furono sottomessi definitivamente nel 1868. Vivono in riserve in Arizona e Nuovo Messico, mantenendo parte delle tradizioni e dedicandosi all'artigianato (tappeti, manufatti d'argento).
navaja, sf. invar. Termine spagnolo con cui si indicava un coltello dalla lama affilata e incurvata dalla punta aguzza che veniva usato in Spagna, Portogallo e America del sud.
navàle, agg. 1 Che concerne le navi. 2 Attinente alla navigazione.
agg. naval.
lat. navalis, deriv. da navis nave.
navàrca, o navàrco, sm. (pl.-chi) 1 Nell'antica Grecia, comandante di una flotta, di una nave o di un battello. 2 In alcuni stati greci dei secc. V e IV a. C. e nei regni ellenistici, capo della flotta da guerra. 3 Comandante di una nave.
greco náuarchos.
Navarìno Località (8.000 ab.) della Grecia meridionale sulla costa ionica del Peloponneso. La principale risorsa è la pesca, con il porto peschereccio. Si trova nei pressi dell'antica città di Pilo, importante centro culturale in epoca micenea e negli scavi archeologici sono stati trovati resti del palazzo di Nestore (1300 a. C.).
Battaglia di Navarino
Nelle acque antistanti Navarino si svolse nel 1827 una grande battaglia navale tra la flotta egiziana e turca comandata da Ibrahim Pascià e quella inglese, francese e russa comandata dall'ammiraglio inglese E. Codrington, che fu il vincitore.
Navarra Regione storica al confine tra Spagna e Francia e abitata da popolazioni basche. Il regno di Navarra risale al X sec. e raggiunse la massima estensione con Sancio III il Grande. Passò poi nelle mani degli Aragonesi (XI sec.) e dei Capetingi (XIII sec.) e nel 1512 fu conquistata da Ferdinando il Cattolico e quindi incorporata nel regno di Castiglia. L'attuale provincia spagnola (524.900 ab., capitale Pamplona) confina a ovest con le province basche, a nord con la Francia, a est con l'Aragona a sud con la Rioja. Il territorio è prevalentemente montuoso e ricco di foreste a nord, mentre a sud il clima si fa caldo e secco e l'agricoltura ha potuto svilupparsi solo dopo le opere di irrigazione. I principali centri sono Estella, Tafalla e Tudela.
navarrése, agg., sm. e sf. agg. Relativo alla Navarra.
sm. e sf. Abitante o nativo della Navarra.
navarrìno, agg. e sm. agg. Relativo alla Navarra.
sm. Abitante o nativo della Navarra.
navàta, sf. Ciascuno degli spazi compresi tra file di colonne longitudinali di una chiesa.
sf. 1 (centrale) nave. 2 (laterale) aisle.
Nàve Comune in provincia di Brescia (9.838 ab., CAP 25075, TEL. 030).
nàve, sf. Costruzione semovente per il trasporto di persone e cose in acqua, sia galleggiante, sia subacquea. Le più antiche notizie di navi risalgono al III millennio a. C. La civiltà minoica e la civiltà fenicia contribuirono in modo sostanziale allo sviluppo dei metodi costruttivi, ripresi poi dai greci e dai romani che per primi diedero vita alle prime flotte mercantili e militari. Importanti contributi furono portati anche dagli arabi con l'introduzione della vela latina e dai vichinghi, le cui navi erano pensate soprattutto per la propulsione a remi. Le crociate prima e l'aumento dei traffici marittimi extramediterranei poi fecero aumentare le dimensioni delle navi (galeone) e sviluppare le qualità nautiche (caravella). La diffusione dei traffici oceanici portò alla nascita del vascello militare, grossa nave a tre alberi a vele quadro con tre o quattro ponti e della nave mercantile, di solito più corta e con due soli ponti. A queste costruzioni si affiancarono in campo militare la fregata e la corvetta e in campo mercantile il brigantino e la goletta, finché alla fine del XIX sec. comparve il clipper, l'ultimo dei bastimenti a vela a dominare il traffico oceanico. Il XIX sec. vide la comparsa delle navi a motore e degli scafi in ferro. Nel XX sec. i motori a combustione interna hanno ormai soppiantato quasi completamente i motori a vapore. Tecnicamente la parte principale della nave è lo scafo, costituito da una trave longitudinale, detta chiglia, sulla quale si innestano trasversalmente i madieri che terminano con le coste. In senso longitudinale corrono i paramezzali e i correnti, che danno solidità alla nave e costituiscono la struttura di sostegno del fasciame esterno. Le fiancate sono poi unite una all'altra da travi trasversali dette bagli, sulle quali si appoggiano i ponti. Lo scafo termina a prua e a poppa con sezioni decrescenti che facilitano il moto nell'acqua. L'intero scafo è diviso dalla linea di galleggiamento in due parti: l'opera viva o carena è la parte sottostante la linea di galleggiamento, a contatto con l'acqua, mentre l'opera morta è la parte emersa della nave. Nelle navi mercantili, lo spazio destinato al carico è detto sentina. ~ piroscafo, transatlantico.
sf. ship.
lat. navis.
Nàve d'Àrgo Antica denominazione di una costellazione dell'emisfero australe che oggi è suddivisa nelle tre costellazioni Carena, Poppa e Vela.
Nave degli stolti, La Poema di A. Barclay (1509).
Nave dei folli, La Poema di S. Brant (1494).
Nave dei folli, La
Film drammatico, americano (1965). Regia di Stanley Kramer. Interpreti: Vivien Leigh, Simone Signoret, José Ferrer, Lee Marvin. Titolo originale: Ship of Fools
Nàve San Ròcco Comune in provincia di Trento (932 ab., CAP 38010, TEL. 0461).
Nave, La Tragedia di G. D'Annunzio (1908).
Navèlli Comune in provincia di L'Aquila (700 ab., CAP 67020, TEL. 0862).
navétta, sf. 1 Spola, mezzo di trasporto che compie corse frequenti fra due località poco distanti. • treno navetta. 2 Pietra preziosa di forma ovale appuntita all'estremità. 3 Parte del telaio per tessitura contenente la spola col filato di trama.
sf. shuttle.
franc. navette, dimin. di nef nave.
navicèlla, sf. 1 Piccola nave. 2 Parte dei veicoli spaziali che contiene l'equipaggio. • navicella spaziale. 3 Recipiente a forma di piccola nave che contiene l'incenso nelle chiese. 4 Recipiente utilizzato per contenere le sostanze da analizzare chimicamente.
dimin. di nave.
navicèllo, sm. Nella marina toscana, piccola nave da traffico.
navicert, sm. invar. Certificato di navigazione che viene rilasciato dal console di un paese in guerra a una nave di uno stato neutrale attestante che questa non trasporta materiale bellico.
comp. dall'inglese navi[gation] + cert[ificate].
navicolàre, agg. Relativo a formazioni che assomigliano a piccole navi.
Fossetta navicolare
Denominazione di depressioni che si trovano sulla parte posteriore della vulva, tra il frenulo delle piccole labbra e l'orifizio vaginale, sulla faccia esocranica dell'osso occipitale e infine sulla dilatazione dell'uretra maschile all'interno del glande.
lat. navicula navicella.
navigàbile, agg. Che si può navigare.
agg. navigable.
navigabilità, sf. 1 Che si può navigare. 2 Insieme di requisiti necessari ad aerei o navi per volare o navigare.
navigànte, agg. e sm. Chi, o che, naviga.
navigàre, v. intr. 1 Viaggiare per acqua su mezzi galleggianti. • navigare con il vento in poppa, procedere speditamente. 2 Viaggiare in aria. • l'aereo navigava ad alta quota per evitare la tempesta. 3 Essere trasportato per nave, detto di merci. 4 Esplorare la rete Internet in cerca di informazioni o servizi di vario genere.
v. intr. to navigate, to sail.
lat. navigare, deriv. da navis nave.
navigare necesse est, vivere non (est) necesse, loc. avv. Locuzione latina che significa "navigare è necessario, vivere no". Rappresenta la risposta che, secondo Plutarco, Pompeo diede a coloro che lo volevano dissuadere dall'imbarcarsi per l'Italia a causa del cattivo tempo. Venne ripresa dalla Lega anseatica, della quale divenne il motto e da G. D'Annunzio che la prese come simbolo di vita eroica.
navigàto, agg. 1 Percorso da navi. 2 Di persona che ha grande esperienza. ~ esperto. <> inesperto.
navigatóre, agg. e sm. agg. Dedito alla navigazione. • popolo navigatore.
sm. 1 Chi fa lunghi viaggi per mare. • i fenici erano un popolo di abili navigatori. 2 Nei rally automobilistici, chi dà indicazioni al pilota sul percorso.
lat. navigator,-oris.
Navigatore, Il Film comico, americano (1924). Regia di Buster Keaton e Donald Crisp. Interpreti: Buster Keaton, Katryn McGuire, Frederic Vroom. Titolo originale: The Navigator
navigatòrio, agg. Relativo alla navigazione.
navigazióne, sf. Complesso di conoscenze e tecniche atte alla definizione e al mantenimento di rotte di navi e aerei. I primi a definire i concetti della navigazione furono i fenici, ma solo gli arabi studiarono efficacemente il problema sviluppando nuove conoscenze. L'uso di strumenti sempre più sofisticati (bussola giroscopica, sestante, cronometro, radar ecc.) portarono la navigazione al livello di sofisticazione odierno. Nel XX sec. sorse il bisogno di creare i sistemi e le strutture di supporto per la navigazione aerea.
sf. 1 navigation. 2 (a vela) sailing.
lat. navigatio,-onis.
Navigazione aerea
I concetti essenziali della navigazione aerea sono gli stessi della navigazione marittima, ma occorre ovviamente aggiungere una nuova coordinata rappresentata dall'altezza rispetto alla Terra (detta quota). I sistemi di navigazione aerea fanno largo uso di strumenti appositi (radioaltimetro, orizzonte giroscopico, indicatori di virata e sbandamento ecc.) che permettono la navigazione strumentale. Per il rilevamento della posizione si ricorre ai radiofari, utili soprattutto nelle fasi di avvicinamento all'atterraggio, in condizioni di scarsa visibilità.
Navigazione marittima
I problemi principali della navigazione marittima sono rappresentati dalla determinazione della posizione della nave (detta punto, su una carta nautica e definita mediante l'intersezione di due riferimenti come longitudine e latitudine), della direzione da seguire (detta rotta), della distanza e della velocità. La rotta può essere lossodromica (se l'angolo formato tra la prua e l'ago della bussola è costante), oppure ortodromica se si percorre l'arco del cerchio massimo che passa per i punti di partenza e arrivo. La rotta ortodromica permette di minimizzare il percorso da seguire.
navìglio, sm. 1 Gruppo di navi dello stesso tipo. 2 Nave. 3 Canale navigabile.
sm. 1 pl. ships. 2 (canale) canal.
Navòna, piàzza È considerata la piazza barocca più bella di Roma ed è anche una delle più famose in assoluto. Il luogo in cui sorge era, in antichità, occupato dalle tribune dello stadio di Diocleziano (del I sec.), di cui rimangono ancora alcuni resti sotto la chiesa di Sant'Agnese in Agone. Il nome stesso della chiesa deriva da agones, le gare d'atletica e di pugilato che si tenevano nello stadio. Lo stadio fu poi abbandonato alla rovina del tempo per molti secoli e solo nel Rinascimento recuperò parte della sua importanza, quando il mercato che si teneva sul Campidoglio fu trasferito nella piazza. Ma è nel XVII sec. che la piazza assume splendore con la costruzione della fontana dei Quattro Fiumi (opera disegnata dal Bernini) che si aggiunse alle altre fontane (di Nettuno e del Moro) del secolo precedente. Sulla piazza si affacciano la chiesa di Santa Maria in Agone e Palazzo Pamphili. L'usanza di chiudere la piazza e riempirla d'acqua in agosto sopravvisse fino al secolo scorso; la piazza diveniva così lo scenario di divertenti giochi d'acqua in carrozza. Oggi piazza Navona rimane un luogo di ritrovo preferito per i romani e si anima particolarmente sotto il periodo natalizio; per la festa della Befana diventa il paradiso dei bambini, con bancarelle ricche di giochi e dolci.
Navratilova, Martina (Praga 1956-) Tennista statunitense. Di origine ceca, vinse nove volte Wimbledon tra il 1978 e il 1990 e fu protagonista di una splendida carriera conclusasi nel 1994 con 158 vittorie in tornei internazionali.
Nayarit Stato (825.000 ab.) del Messico centro-occidentale, capitale Tepic.
Naz Sciàves (in ted. Natz Schabs) Comune in provincia di Bolzano (2.051 ab., CAP 39040, TEL. 0472).
nazarèno, agg. Abitante di Nazaret, città della Galilea.
Nazareth Città (51.000 ab.) di Israele e capoluogo del distretto settentrionale. È citata nei Vangeli come residenza di Gesù Cristo in gioventù e divenne centro sacro del cristianesimo. Fu conquistata dagli arabi che ne distrussero chiese e monasteri.
Nazàri di Calabiàna, Luìgi (Savigliano 1808-Milano 1893) Religioso e politico. Vescovo di casale Monferrato, senatore del regno dal 1848 e arcivescovo di Milano dal 1867. Nel 1855 si oppose a Cavour che aveva presentato una legge sulla soppressione di alcune corporazioni religiose e sull'abolizione della manomorta. La crisi politica che provocò (crisi Calabiana) costrinse Cavour a rassegnare le dimissioni.
Nazàrio e Cèlso Santi e martiri a Milano sotto Nerone. I loro corpi vennero rinvenuti da Sant'Ambrogio nel 393.
nàzi, agg., sm. e sf. Forma abbreviata di nazista.
nazifascìsmo, sm. Unione del nazismo tedesco e del fascismo italiano nell'ultimo periodo della seconda guerra mondiale.
nazifascìsta, sm. e sf., agg. Seguace, o fautore, del nazifascismo.
Nazilli Città (81.000 ab.) della Turchia, nella provincia di Aydin, sul fiume Meandro.
nazionàle, agg., sm. e sf. agg. 1 Appartenente alla nazione. ~ statale. <> extranazionale. • le industrie nazionali erano in crisi. 2 Che riguarda tutta la nazione. • lutto nazionale.
sm. e sf. 1 Squadra sportiva rappresentante una nazione. • la nazionale di calcio è molto seguita. 2 Atleta appartenente a tale squadra.
agg. home, national. sf. national team.
deriv. da nazione.
nazionalìsmo Movimento affermatosi in Europa, a sostegno della conquista dei possedimenti coloniali da parte delle potenze europee. Il movimento contrastò la diffusione dell'internazionalismo democratico e pose l'accento sul concetto di nazione come suprema entità politica, esaltando la funzione delle forze armate e della guerra. In Francia il movimento nazionalista ebbe come capi M. Barrès e C. Maurras e come organo il giornale Action Français (1899). In Italia il nazionalismo si aggregò per merito di E. Corradini, L. Federzoni, G, Papini e G. Prezzolini e si espresse attraverso la rivista Il Regno (1903) e poi L'idea nazionale (1911). Illustri personalità aderirono al movimento a titolo personale, come G. D'Annunzio, o come intero movimento (futurismo). Nel 1914 sorse il Partito Nazionalista che nel 1923 confluì nel Partito fascista. In Germania comparve il movimento che fu alla base dello sviluppo successivo del nazionalsocialismo. ~ patriottismo, sciovinismo.
sf. invar. nationalism.
deriv. da nazionale.
nazionalìsta, sm. e sf. Seguace e fautore del nazionalismo.
nazionalìstico, agg. Relativo al nazionalismo o ai nazionalisti.
nazionalità, sf. 1 L'essere nazionale. 2 L'essere cittadino di una nazione.
sf. nationality.
nazionalizzàre, v. tr. Rendere di proprietà statale aziende, industrie e ricchezze private.
v. tr. to nationalize.
nazionalizzazióne, sf. Trasferimento della proprietà di un bene o servizio dalla proprietà di privati allo stato. Generalmente si ricorre alla nazionalizzazione per servizi o produzioni di interesse nazionale (banche, telecomunicazioni, energia elettrica) e può accadere che l'ente nazionalizzato sia posto in condizioni di monopolio. I privati i cui beni sono nazionalizzati ricevono dallo stato un indennizzo, a compensarne il valore. In Italia si è fatto ricorso alla nazionalizzazione nel 1962, trasferendo all'ENEL le imprese di produzione e distribuzione di energia elettrica del Paese.
nazionalpopolàre, agg. Che è insieme nazionale e popolare.
nazionalsocialìsmo, sm. Movimento politico totalitario costituitosi in Germania nel 1919 con ideologia totalitaria, nazionalista, militarista e razzista. Con l'adesione di A. Hitler divenne il Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi e le componenti socialiste furono emarginate, esasperando gli aspetti nazionalisti e l'indicazione della superiorità della razza ariana e l'identificazione degli ebrei come i nemici da sconfiggere. Dopo il tentativo fallito di impossessarsi del potere nel 1923 con il putsch di Monaco, il partito abbandonò i metodi rivoluzionari e diventò il più forte partito tedesco, conquistando il potere nel 1933. Hitler diventò così cancelliere del Reich e, nel 1934 alla morte di Hindenburg, anche capo dello stato. La dittatura imposta e la forte azione di propaganda che spingeva al fanatismo portò all'inizio del genocidio degli ebrei, secondo un vero e proprio piano di sterminio in campi di concentramento. Il sentimento di rivincita della sconfitta subita nella prima guerra mondiale, che aveva portato alla formazione della debole Repubblica di Weimar spinse la Germania di Hitler all'aggressione contro le altre nazioni europee confinanti, per l'acquisizione del cosiddetto Lebensraum (spazio vitale). Inizialmente sottovalutata da Francia e Inghilterra, la politica espansionistica di Hitler portò in breve allo scoppio della seconda guerra mondiale, conclusasi nel 1945 con la sconfitta della Germania. Sciolto il Partito nazionalsocialista, alcuni dei suoi esponenti più in vista furono giudicati e condannati nel processo di Norimberga.
nazionalsocialìsta, agg., sm. e sf. agg. Relativo al nazionalsocialismo.
sm. e sf. Seguace del nazionalsocialismo.
nazióne, sf. 1 Insieme degli individui che hanno origine, lingua, costumi e tradizioni comuni. • la nazione italiana. 2 Stato. ~ paese, patria. • salvaguardare i diritti delle nazioni più povere.
sf. country, nation.
lat. natio,-onis, deriv. da natus, p.p. di nasci nascere.
Nazióni Unìte => "ONU"
nazir, sm. invar. 1 In India, dono che i cortigiani facevano ogni mattina al sovrano e che è usanza offrire agli ospiti a cui si fa visita. 2 Nell'impero ottomano, ministro o capo servizio.
nazireàto, sm. 1 Voto di consacrazione a Dio di alcuni ebrei con cui essi si impegnavano a vivere secondo certe regole e a rispettare determinate astinenze. 2 La condizione del nazireo e il periodo durante il quale si era in tale stato.
nazirèo, sm. Nell'antico Israele, chi si consacrava a Dio con un nazireato.
naziskin, agg. e sm. invar. 1 Di aderente a un movimento di ispirazione nazista che, per dimostrare tale adesione, si rasa il cranio. 2 Di una forma di nazionalismo esasperato, razzista e violento e dell'insieme delle sue caratteristiche.
nazìsmo, sm. Abbreviazione di nazionalsocialismo.
sm. nazism.
nazìsta, agg., sm. e sf. Seguace del nazionalsocialismo.
agg., sm. e sf. nazi.
nazìstico, agg. Relativo al nazismo.
Nazzàno Comune in provincia di Roma (1.135 ab., CAP 00060, TEL. 0765).
nazzaréno => "nazareno"
Nazzàri, Amedèo (Cagliari 1907-Roma 1979) Attore cinematografico. Interpretò Luciano Serra pilota (1938), La cena delle beffe (1941) e Catene (1950).
Nb Simbolo chimico del niobio.
NB
Sigla di Nota Bene.
NBA Sigla di National Basketball Association (associazione nazionale di basket).
NCT Sigla di Nuovo Catasto Territoriale.
Nd Simbolo chimico del neodimio.
ND
Sigla di Nobilis Domina (nobildonna).
NdA Sigla di Nota dell'Autore.
NdE Sigla di Nota dell'Editore.
Ndé Dipartimento (68.000 ab.) del Camerun, nella Regione dell'Ovest. Capoluogo Bangangté.
Ndebele Territorio autonomo bantu (156.000 ab.) della repubblica Sudafricana, nel Transvaal meridionale. Capoluogo Siyabuswa.
N'Djamena Città (594.000 ab.), capitale del Ciad, alla confluenza dei fiumi Chari e Logone. Capoluogo della prefettura di Chari-Baguirmi, al confine con il Camerun. Porto sul fiume Chari è mercato di prodotti agricoli e bestiame. Le industrie presenti nella città sono quelle alimentari. Sede di un aeroporto e di un'università. Venne fondata dai francesi e, fino al 1973, si chiamò Fort-Lamy.
Ndola Città (282.000 ab.) dello Zambia, presso il confine con lo Zaire. Capoluogo della provincia di Copperbelt.
NdR Sigla di Nota del Redattore.
'ndràngheta, sf. Organizzazione calabrese di tipo mafioso.
NdT Sigla di Nota del Traduttore.
ne, avv. e prep. avv. Indica allontanamento da un luogo; da qua, da là. • se ne fuggì in tutta fretta da quel luogo.
prep. Parte iniziale delle preposizioni articolate nel, nello, ecc.
avv. out of there, from there. prep. 1 about him, about her, about them, of. 2 (da ciò) out of it, from it.
né, cong. Si usa per coordinare due membri di una proposizione negativa o due proposizioni negative. • non lo conosceva, né voleva conoscerlo; non gli faceva né caldo né freddo, gli era indifferente.
cong. 1 nor, neither. 2 (insieme ad altra negazione) or, either. 3 (né l'uno né l'altro) neither.
Ne Simbolo chimico del neon.
Nè Comune in provincia di Genova (2.446 ab., CAP 16040, TEL. 0185).
ne bis in idem, loc. avv. Locuzione latina che significa "non due volte nello stesso fatto" e rappresenta il principio giuridico corrispondente alla regola del diritto processuale secondo il quale a un giudice non si può porre una domanda relativa a qualcosa del quale si sia già formato un giudicato.
ne quid nimis Espressione latina che significa "nulla di troppo". È un monito alla moderazione inciso sul tempio di Delfi e costituisce un precetto di sobrietà da applicare in ogni situazione.
ne sutor ultra crepidam, loc. avv. Locuzione latina che significa "che il calzolaio non [giudichi] al di là della scarpa" e viene usata in riferimento a chi parla di un qualcosa che non conosce. L'espressione è stata attribuita al pittore greco Apelle un quadro del quale venne criticato da un calzolaio per le scarpe che esso raffigurava.
Neagh Lago (380 km2) della Gran Bretagna, nell'Irlanda del Nord. Il più esteso delle Isole Britanniche.
Neamt Distretto (578.000 ab.) della Romania, nella Moldavia occidentale. Capoluogo Piatra Neamt.
neànche, avv. e cong. 1 Nemmeno, neppure, serve a rafforzare la negazione. • non lo pensava neanche lei. 2 Nemmeno, per rafforzare l'esclusione. • neanche lui ti accetterebbe in queste condizioni.
avv. 1 nor, neither. 2 (insieme ad altra negazione) or, either. 3 (rafforzativo nelle negazioni) even. 4 (neanche per idea) not on your life. 5 (neanche uno) not a single one. cong. even if.
da né + anche.
neandertaliàno, agg. e sm. Relativo al tipo umano di Neandertal e alla sua cultura.
neandertalòide, agg. Di tipo umano che presenta caratteristiche simili a quelle dell'uomo di Neandertal.
Neanderthal Valle della Germania nella Renania settentrionale-Westfalia, a est di Düsseldorf.
Uomo di Neanderthal
Tipo umano (Homo sapiens neandertalensis) rappresentato da fossili del Pleistocene medio. I primi fossili furono trovati nel 1856 nella grotta di Feldhofer a Neanderthal. Aveva capacità cranica già sviluppata, statura bassa ed eretta e corporatura massiccia. La cultura dell'uomo di Neanderthal è testimoniata dai resti delle prime sepolture e di pratiche funerarie. In particolare, presso Chapelle-aux-Saints (Francia) sono stati ritrovati resti di un corpo deposto in una fossa, ornata da oggetti di devozione (ossa di animali, pietre e selci). L'uomo di Neanderthal si dedicava alla caccia e raffinava i suoi strumenti artigianali (coltelli in pietra, punteruoli e raschiatoi).
Neàrco (?-312 a. C.) Satrapo di Panfilia e Licia e ammiraglio di Alessandro Magno. Nel 325-324 portò la flotta macedone della foce dell'Indo al golfo Persico e alla foce dell'Eufrate, lasciandone un perduto resoconto.
nébbia, sf. 1 Fenomeno meteorologico tipico della troposfera e consistente nella formazione di strati di aria umidi condensati in minuscole gocce in prossimità del terreno, con conseguente diminuzione della visibilità. ~ foschia, caligine. 2 Offuscamento. ~ appannamento. 3 Micosi delle Graminacee.
sf. 1 fog. 2 (foschia) mist.
lat. nebula.
Nebbia Romanzo di M. De Unamuno (1913).
nebbiògeno, agg. e sm. agg. Che produce nebbia.
sm. Apparecchio atto a produrre nebbia artificiale.
nebbiòlo, sm. Pregiato vitigno piemontese e il vino rosso che se ne ottiene.
nebbióne, sm. Nebbia molto fitta.
nebbiosità, sf. L'essere nebbioso.
nebbióso, agg. 1 Coperto di nebbia. ~ caliginoso, fosco. <> terso. 2 Confuso, non chiaro. ~ vago. <> preciso.
agg. 1foggy. 2 (fosco) misty.
Nebbiùno Comune in provincia di Novara (1.299 ab., CAP 28010, TEL. 0322).
Neblina, Pico da La vetta (3.014 m) più elevata del Brasile, al confine con il Venezuela.
Nebraska Stato (1.573.000 ab., capitale Lincoln) federato degli Stati Uniti d'America. Confina a nord con il South Dakota, a est con lo Iowa e il Missouri, a sud con il Kansas, a sud-ovest con il Colorado e a ovest con il Wyoming. Il territorio è prevalentemente costituito dall'altopiano compreso tra le Montagne Rocciose e il fiume Missouri. Le principali risorse economiche sono rappresentate dall'agricoltura con le coltivazioni di ortaggi, frutta e cereali, dall'allevamento di bovini e suini e dallo sfruttamento dei giacimenti di petrolio e gas naturale. Le industrie presenti sono nel settore della trasformazione e conservazione alimentare e nella produzione di macchine agricole. Fu esplorato dai francesi nel XVIII sec. e divenne possedimento statunitense nel 1803. Nel 1867 divenne stato federato.
nèbride, sf. Pelle di cerbiatto che nell'antica Grecia adornava di Dionisio, i suoi seguaci e i suoi sacerdoti.
Nèbrodi Monti della Sicilia settentrionale, in provincia di Messina, tra i monti Peloritani e le Madonìe. Vetta più elevata il monte Soro (1.847 m). Chiamati Caronie, hanno vette tondeggianti e boscose.
nebulizzàre, v. tr. Ridurre un liquido in gocce finissime, diffondendole nell'aria come nebbia.
nebulizzatóre, sm. Apparecchio utilizzato per ridurre un liquido medicamentoso, in gocce minutissime.
nebulizzazióne, sf. Il nebulizzare.
nebulósa, sf. Nube gassosa composta per la maggior parte da idrogeno ed elio. Sono presenti in tutte le galassie compresa la nostra. Le nebulose diffuse sono di grande dimensione e alcune decine di anni luce di diametro. Si distinguono nebulose brillanti, come Orione, o oscure, come la Testa di Cavallo.
Nebulosa brillante
Tipo di nebulosa, luminosa per emissione o per riflessione: nel primo caso il gas riemette, per luminosità propria, energia assorbita per radiazione da stelle. Le nebulose a riflessione invece, riflettono luce stellare.
Nebulosa oscura
Concentrazione di polveri prive di una sorgente di energia e che appaiono come buchi in un campo di stelle.
Nebulosa planetaria
Fase finale dell'evoluzione stellare. Un astro luminosissimo e ridotto alle dimensioni di una nana bianca risulta circondato da una nebulosa anulare o sferica illuminata dalle violente radiazioni. Tale nebulosa è il resto della materia espulsa dalla stella nelle fasi di vita precedente.
nebulosità, sf. L'essere nebuloso.
nebulóso, agg. 1 Nebbioso, coperto. 2 Incerto, impreciso, non chiaro.
agg. nebulous.
lat. nebulosus, deriv. da nebula nebbia.
Necaev, Sergej Gennadievic (Ivanovo 1847-San Pietroburgo 1882) Rivoluzionario russo. Teorico anarchico, fu il fondatore della società segreta Volontà del popolo. In collaborazione con Bakunin scrisse Catechismo del rivoluzionario.
Nécchi, Vittòrio (Pavia 1898-1975) Fondatore dell'omonima società meccanica, produttrice di macchine per cucire.
néccio, sm. Dolce fatto con la farina di castagne e cotta sul testo arroventato.
nécessaire, sm. invar. Valigetta da viaggio contenente oggetti necessari per la toeletta. ~ beauty case.
necessariaménte, avv. Per necessità. ~ obbligatoriamente.
avv. necessarily.
necessàrio, agg. e sm. agg. 1 Ciò che è essenziale e di cui non si può fare a meno. ~ essenziale. <> inutile. • le spese necessarie erano già state ridotte al minimo. 2 Doveroso. • le doveva dare il chiarimento necessario.
sm. Ciò che è necessario. ~ occorrente. • aveva con sé solo lo stretto necessario.
agg. necessary.
lat. necessarius, deriv. da necesse, comp. da ne-+ deriv. da cedere spostarsi.
necessità, sf. 1 L'essere necessario. 2 Estremo bisogno, miseria. ~ bisogno, esigenza. <> abbondanza, ricchezza. 3 Forza superiore alla volontà dell'uomo che ne stimola e determina l'agire in un dato senso.
sf. 1 necessity. 2 (bisogno) need.
lat. necessitas,-atis.
• In diritto, lo stato di necessità è la condizione che rende un reato non punibile, se commesso da persona costretta dalla necessità di salvare se stesso o altri da pericolo di vita, inevitabile altrimenti, non da lui causato volontariamente e comunque commisurato al reato commesso.
necessitàre, v. v. tr. Rendere, o essere, necessario. • necessitava tutto l'occorrente per operare.
v. intr. Avere bisogno. • egli necessitava di assistenza continua.
v. tr. to require. v. intr. to need.
deriv. da necessità.
necessitàto, agg. Messo alle strette.
Neckar Fiume (367 km) della Germania meridionale, nel Baden Württemberg. Nasce dalla Selva Nera e confluisce nel Reno, presso Mannheim. Attraversa le città di Stoccarda e di Heidelberg. Navigabile solo negli ultimi 200 km.
Necker de Saussure, Adrienne-Albertine (Ginevra 1766-Mornay 1841) Pedagogista svizzera. Influenzata dalla religiosità protestante e dalla pedagogia kantiana, contrappose l'autoeducazione permanente alla libertà della spontaneità teorizzata da Rousseau. Scrisse L'educazione progressiva (1828-1838).
Necker, Jacques (Ginevra 1732-Coppet 1804) Uomo politico e finanziere francese. Fu il padre di Madame de Staël. Nel 1776 divenne direttore generale delle finanze, cercò di limitare le spese dello stato e di limitare i privilegi feudali. Si attirò perciò l'ostilità dei nobili e fu costretto a dimettersi. Richiamato nel 1788 da Luigi XVI fu nominato controllore generale e, allo scoppio della rivoluzione, ministro delle Finanze. Dimessosi poco dopo, si ritirò a vita privata.
necro- Primo elemento di parole composte.
dal greco nekrós morto.
necrofagìa, sf. L'abitudine di nutrirsi di carogne.
necròfago, agg. Animale che si nutre di carogne.
necrofilìa, sf. Perversione sessuale consistente nell'attrazione per i cadaveri.
necròfilo, agg. e sm. Affetto da necrofilia.
necrofobìa, sf. Paura, orrore ossessivo per i cadaveri.
necròforo, sm. Becchino.
• Insetto (Necrophorus vespillo) della famiglia dei Silfidi e dell'ordine dei Coleotteri. Diffuso nell'emisfero boreale, vive nella vegetazione e si nutre di carogne.
necrologìa, sf. Annuncio scritto su un giornale in onore di una persona morta. ~ epigrafe.
necrològico, agg. Che ha attinenza con la necrologia.
necrològio, sm. 1 Necrologia. 2 Registro dei morti nelle chiese.
sm. 1 obituary notice. 2 (registro) register of deaths.
necrologìsta, sm. e sf. Chi scrive necrologie.
necromànte => "negromànte"
necromazìa => "negromanzìa".
necròpoli, sf. invar. 1 Luogo riservato alla sepoltura e al culto dei morti. 2 Cimitero.
Necròscidi Famiglia di Insetti fasmoidei con ali e antenne molto lunghi e corpo allungato, diffusi in India e in Australia.
necroscopìa, sf. 1 Esame di un cadavere a scopo scientifico o giudiziario. 2 Autopsia.
necroscòpico, agg. Relativo a necroscopia.
necròsi, sf. Morte del tessuto cellulare di un organo o di parte di esso, che rimane collegato con altro tessuto vivente. Le cause della necrosi possono essere dirette o indirette. Tra le prime si possono annoverare i traumi, le ustioni, il congelamento, le scariche elettriche e l'avvelenamento. Cause indirette sono invece le ischemie permanenti. La parte necrotizzata viene isolata dalla parte vivente dell'organismo dapprima con un'infiammazione (detta delimitante), poi con un tessuto di granulazione e, infine, con un connettivo cicatriziale. Con questo processo la necrosi, quando non può essere eliminata per distacco, viene incapsulata e isolata completamente.
necròtico, agg. Relativo a necrosi.
necrotizzàre, v. tr. Provocare necrosi.
Nectànebo Nome di faraoni.
Nectanebo I
(-360 a. C.) Faraone egiziano, fondatore della XXX dinastia detta Sebennitica. Nel 373 respinse con successo un attacco del re persiano Artaserse II.
Nectanebo II
(-341 a. C.) Faraone egiziano, proseguì la guerra contro i persiani. Nel 343, battuto da Artaserse III, fuggì in Etiopia.
nectocàlice, sm. Individuo medusoide di forma campanulata provvisto di diverse fibre muscolari e di velo, dai tentacoli a manubrio e privo di bocca, il cui compito è di provvedere alla locomozione delle colonie dei celenterati sifonofori. ~ nectozoide.
nècton, sm. invar. L'insieme degli animali marini in grado di muoversi autonomamente.
nectònico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al necton.
nèctria, sf. Genere di Funghi Ascomiceti, appartenenti alla famiglia delle Ipoceacee, ordine delle Sferiali, che parassitano piante superiori. Alcune specie provocano cancri dei rami (Nectria galligena, Nectria cinnabarrina ecc.).
Nedda Novella di G. Verga (1874).
Neddermeyer, Seth Henry (Richmond, Michigan 1907-) Fisico statunitense. Nel 1937 scoprì, insieme ad Anderson, i muoni nella radiazione cosmica. Durante la seconda guerra mondiale prese parte al comitato di difesa nazionale. Lavorò nei laboratori di Los Alamos.
Neembucú Dipartimento (70.000 ab.) del Paraguay, nella regione di Misiones. Capoluogo Pilar.
Neemìa (V sec. a. C.) Personaggio della Bibbia e protagonista del libro omonimo (scritto tra il 350 e il 300 a. C. in ebraico rappresenta la prosecuzione del Libro di Esdra). Funzionario del re di Persia Artaserse I, ottenne il permesso di liberare gli ebrei di Babilonia e tornare a Gerusalemme (444 a. C. ca) dove, insieme a Esdra, riorganizzò la vita civile e religiosa della comunità ebraica e fece ricostruire le mura.
Neera => "Radius Zuccarei, Anna"
neerlandése, agg., sm. e sf. Sinonimo di olandese.
• Lingua appartenente al gruppo germanico occidentale. Comprende le due varietà dell'olandese e del fiammingo, oltre ai dialetti brabantino e limburghese. Altre varietà di neerlandese sono parlate nelle ex colonie olandesi come l'Africa meridionale (afrikaans) e la Guyana olandese.
nefandézza, sf. 1 L'essere nefando. 2 Atto o detto nefando.
nefàndo, agg. Scellerato, turpe, infame.
agg. wicked, infamous.
nefàsto, agg. 1 Pieno di lutti, disgrazie. ~ funesto. <> lieto. 2 Di cattivo augurio.
agg. ill-omened, inauspicious.
lat. nefastus, comp. da ne-negazione + fastus fasto.
nefelìna, sf. Alluminosilicato di sodio e potassio del gruppo dei feldspatoidi. Si trova in rocce intrusive o effusive alcaline sotto forma di cristalli prismatici esagonali bianchi, grigi o incolori.
nefelinìte, sf. Roccia effusiva alcalinosodica dalla struttura porfirica costituita per la maggior parte da nefelina e augite.
nefelo- Primo elemento di parole composte.
dal greco nephél¿Â¿ nuvola.
nefelometìa, sf. Metodo ottico per l'analisi chimica che consente di dosare la concentrazione di sostanza disperse finemente in un liquido. Viene usata per dosare in modo rapido grassi o proteine e per effettuare in modo approssimativo la numerazione di sospensioni batteriche.
Nefertàri Nome di numerose regine dell'antico regno egizio tra le quali la bella moglie di Ramesse II alla quale è stato dedicato il tempio minore di Abu Simbel.
Nefertìti (sec. XIV a. C.) Moglie di Amenofi IV, regina d'Egitto. La sua immagine è giunta fino a noi raffigurata a fianco del re in cerimonie religiose del culto di Aton, di cui era adepta fervente e probabilmente sacerdotessa. Fu proprio la sua fede accesa che la allontanò dal marito, il quale invece si era distaccato dal culto di Aton. La regina egizia fece costruire un palazzo nella città di Akhenaton chiamato castello di Aton. Sono conservati anche teste a tutto tondo della regina e ritratti in rilievo. Famosi sono la testa in quarzite rosa conservata al museo egizio del Cairo e il busto dipinto in calcare dello Staaltiche Museen di Berlino.
nefoscopìa, sf. In meteorologia, esame di direzione e velocità di spostamento delle nuvole nell'atmosfera libera.
nefoscòpico, agg. (pl. m.-ci) 1 Relativo alla nefoscopia. 2 Relativo al nefoscopio.
nefoscòpio, sm. In meteorologia, strumento atto a determinare la direzione e la velocità del movimento delle nuvole da terra inventato nel 1868 dal tedesco Karl Braun.
nefr(o)- Primo elemento di parole composte.
dal greco nephrós rene.
nefralgìa, sf. Dolore localizzato al rene.
nefrectomìa, sf. Operazione chirurgica consistente nell'asportazione di un rene.
nefrìte, sf. 1 Termine medico che designa in generale le infiammazioni acute e croniche del rene. All'inizio, la malattia si palesa con febbre improvvisa ed elevata e dolore in corrispondenza dei reni. Tali sintomi sono seguiti da una riduzione nell'eliminazione delle urine, che contengono sangue. Se l'infiammazione interessa entrambi i reni, può risultare compromessa la funzionalità renale, con l'insorgenza di una grave intossicazione (uremia). Nella cura vengono utilizzati farmaci antibiotici e, in casi molto gravi, la terapia chirurgica finalizzata all'asportazione del rene. 2 Silicato di calcio, ferro e magnesio dalla formula Ca(Mg Fe)3 (SiO3)4. Si presenta opaca o traslucida dalle varie tonalità. I principali giacimenti al mondo sono nel Turchestan, in Siberia e in Cina.
nefrìtico, agg. e sm. Affetto da nefrite.
nefrologia, sf. Settore della medicina che studia il rene.
nefròlogo, sm. (pl. m-gi o-ghi) Medico specialista in nefrologia.
nefróne, sm. Unità funzionale e istologica del rene dei Vertebrati. È costituita dalla capsula di Browman, dal glomerulo di Malpighi e dalle diverse parti del tubulo escretore.
nefropatìa, sf. Termine medico che designa genericamente una malattia renale.
Nefròpsidi Famiglia di Crostacei Decapodi a cui appartengono gli scampi e i gamberi di mare.
nefroscleròsi, sf. invar. Nefrite cronica caratterizzata dalla prevalenza delle reazioni perivascolari e interstiziali del tessuto renale e che causa una grave insufficienza renale.
nefròsi, sf. invar. Denominazione di malattie provocate dalla mutazione degenerativa dei tubuli renali. ~ nefropatie.
nefròtomo, sm. Abbozzo dell'unità renale presente nell'embrione dei Vertebrati da cui si sviluppano il mesonefro, il metanefro e il pronefro. È formato da un cordoncino di cellule mesodermiche.
negàbile, agg. Che si può negare.
negàre, v. tr. 1 Dire che una determinata cosa non è vera. <> affermare. 2 Rifiutare, non concedere. ~ impedire. <> acconsentire.
v. tr. to deny.
lat. negare.
negatìva, sf. 1 Il negare. 2 Atteggiamento di chi nega. 3 Immagine fotografica nella quale alle parti chiare dell'oggetto fotografato corrispondono parti scure e viceversa.
sf. (fotografia) negative.
negativaménte, avv. In modo negativo.
negativìsmo, sm. In medicina e psicologia, tipologia comportamentale consistente della resistenza ostile all'ambiente sotto forma di rifiuto sistematico ad accettare consigli, a eseguire ordini ecc.
negatività, sf. L'essere negativo.
negatìvo, agg. e sm. agg. 1 Che contiene o esprime una negazione. ~ sfavorevole. <> affermativo. • il giudizio negativo non lo scoraggiò. 2 Che tende a negare qualcosa. 3 Che ha fallito l'obiettivo. • il bilancio negativo della manifestazione provocò sconvolgimenti nell'assetto societario.
sm. Immagine negativa fotografica.
agg. e sm. negative.
lat. tardo negativus.
negàto, agg. 1 Che non ha attitudine per una determinata cosa. 2 Non concesso.
agg. pl. hopeless.
negatóne, o negatróne, sm. Altra denominazione dell'elettrone ordinario che mette in evidenza il fatto che questo possiede carica negativa. <> positrone.
negatóre, agg. e sm. Chi, o che, nega.
negatoscòpio, o negativoscòpio, sm. Schermo luminoso in vetro smerigliato che serve a esaminare i negativi radiografici.
negazióne, sf. 1 Il negare. ~ ricusazione. <> affermazione. • nonostante le sue continue negazioni, rimanevano i fatti a prova della colpevolezza. 2 Azione o cosa assolutamente contraria a un'altra. • quella composizione è la negazione della musica! 3 In Logica (classica), una negazione è una formula del tipo ¬A (o ~A o …), che si legge "non A" o "not A", e che è vera quando A è falsa.
sf. negation.
lat. negatio,-onis.
Neged Regione geografica (4.000.000 ab. ca, capitale Riyadh) dell'Arabia Saudita. Il territorio è costituito da un altopiano, di altezza media 750 m, inclinato verso est e coperto da sabbia desertica, con numerose oasi. Le risorse economiche sono costituite dallo sfruttamento dei giacimenti petroliferi, dall'agricoltura (cereali, agrumi, banane e datteri) e dall'allevamento nomade. Nel XVIII sec. fu il centro di espansione del movimento politico e religioso della setta dei Wahhabiti. Nel 1925-1926 annetté l'Hegiaz e parte dell'Asir formando il regno dell'Arabia Saudita.
Negev Regione di Israele tra la penisola del Sinai, il golfo di Aqabah e la Giordania. I centri principali sono Elat e Dimona. Attività principali l'agricoltura (cereali e frutta) e l'estrazione di petrolio e fosfati.
neghittosità, sf. L'essere neghittoso.
neghittóso, agg. e sm. agg. Pigro, lento.
sm. Persona neghittosa.
neglètto, agg. Trascurato. ~ abbandonato, trascurato. <> amato, curato.
agg. neglected.
négli, prep. art. Vedere gli, per gli usi ortografici.
négligé, sm. invar. Vestaglia femminile da casa e da camera.
negligènte, agg. 1 Che compie il suo dovere svogliatamente. • gli scolari negligenti faranno poca strada. 2 Trasandato, trascurato. • era negligente nei modi di vestire. 3 Fatto con poca precisione e cura.
• lavoro negligente.
agg. careless, negligent.
negligenteménte, avv. Con negligenza, senza voglia.
negligènza, sf. 1 L'essere negligente o svogliato. ~ disimpegno, indolenza. <> diligenza. • era colpevole di negligenza sul lavoro. 2 Azione di persona negligente.
sf. carelessness, negligence.
lat. negligentia, deriv. da negligens,-entis, p.pres. di negligere trascurare.
neglìgere, v. tr. Trascurare, disprezzare.
negòssa, sf. Piccola rete da pesca.
negoziàbile, agg. Che si può negoziare.
negoziabilità, sf. L'essere negoziabile.
negoziàle, agg. Relativo a negozio giuridico.
negoziànte, sm. e sf. Proprietario di negozio per la vendita di prodotti al pubblico. ~ esercente.
sm. e sf. shopkeeper.
negoziàre, v. intr. 1 Esercitare il commercio. ~ mercanteggiare. 2 Fare oggetto di contrattazione. ~ patteggiare. 3 Trattare.
v. intr. 1 (trattare) to negotiate. 2 (commerciare) to deal.
lat. negotiari.
negoziàto, sm. Trattativa per stipulare contratti commerciali o accordi diplomatici. ~ contrattazione, patteggiamento, trattativa.
sm. negotiation.
negoziatóre, sm. Chi conduce trattative o vi partecipa.
negoziazióne, sf. Il negoziare, trattativa.
lat. negotiatio,-onis, deriv. da negotiari.
negòzio, sm. 1 Impresa commerciale. ~ esercizio. 2 Atto giuridico con cui un privato può conseguire determinati scopi. 3 Locale dove si espone e si vende la merce. ~ bottega. • gli piaceva osservare le vetrine dei negozi. 4 Affare. • gli propose un ottimo negozio.
sm. 1 (affare) business. 2 (locale) shop.
lat. negotium, comp. da nec + otium ozio.
Negràr Comune in provincia di Verona (13.158 ab., CAP 37024, TEL. 045). Centro enologico della Valpolicella. Gli abitanti sono detti Negraresi.
Négri, Àda (Lodi 1870-Milano 1945) Poetessa e scrittrice. Insegnante elementare, ebbe molto successo con le prime poesie (Fatalità, 1892 e Tempeste, 1894) nelle quali trattò temi umanitari e sociali. Successivamente la sua poetica si spostò su toni più intimistici e di ispirazione cristiana, subendo anche l'influenza di D'Annunzio. Altre opere importanti sono le raccolte Maternità (1904), Dal profondo (1910), Il libro di Mara (1919), Canti dell'isola (1925) e Vespertina (1931).
négride, agg., sm. e sf. Appartenente al ceppo dei negri africani.
negrière, sm. 1 Mercante di schiavi negri. 2 Sfruttatore.
negrièro, agg. 1 Relativo alla tratta dei negri. 2 Negriere. ~ schiavista.
franc. negrier.
negrìtos, sm. pl. Popolazione dell'Asia meridionale e insulare.
negritùdine, sf. Il complesso dei valori spirituali e culturali delle popolazioni di colore africane. La coscienza di questa individualità e il rifiuto dell'assimilazione alla cultura occidentale ebbe inizio in Francia, per opera di scrittori come A. Césaire, L. Sédar Senghor e A. Diop.
négro, agg. e sm. agg. Che appartiene alla razza caratterizzata da pelle nera, capelli lanosi e naso piatto. • le popolazioni negre avevano complessi riti tribali.
sm. Chi appartiene alla razza negra. • tratta dei negri, commercio schiavistico compiuto fra il XVII e XVIII sec.
agg. e sm. black.
spagn. negro, dal lat. niger,-gra,-grum.
Negro del "Narciso", Il Romanzo di J. Conrad (1898).
Negro e l'altro, Il Opera di sociologia di F. Fanon (1952).
negroamericàno, agg. Relativo ai negri d'America.
negròide, sm. Individuo che presenta in tutto o in parte, le caratteristiche somatiche dei negri.
Negròli, Filìppo di Iàcopo (sec. XVI) Armaiolo milanese. Lavorò per Francesco I di Francia e per l'imperatore Carlo V.
negromànte, sm. e sf. Chi esercita l'arte della negromanzia.
greco nekròmantis, comp. da nekròs morto + màntis indovino.
Negromante, Il Commedia di L. Ariosto (1528).
negromàntico, agg. Relativo a negromanzia o negromante.
negromanzìa, sf. Arte di evocare i morti per prevedere il futuro.
Negroponte, Nicholas (1943-) Scienziato statunitense. Teorico e realizzatore delle autostrade telematiche, diresse il Media Lab del MIT e scrisse Essere digitali (1995).
Negros Isola (2.220.000 ab.) delle Filippine, nella sezione centro-meridionale dell'arcipelago, tra le isole di Cebu e Panay.
nègus, sm. invar. Titolo che si dava all'imperatore dell'Etiopia.
negussìta, agg. (pl. m.-i) Relativo al negus.
neh, inter. Interiezione utilizzata per chiedere conferma.
Neher, Erwin (Landsberg 1944-) Medico e ricercatore tedesco. Presso l'istituto Max-Planck di Gottinga compì importanti studi di biologia molecolare, e nel 1991 fu insignito del premio Nobel.
Nehru, Shri Jawaharlal (Allahabad 1889-Nuova Delhi 1964) Politico indiano, fu detto Pandit, il Sapiente. Studiò legge a Cambridge ed entrò subito nel partito del congresso, del quale diventò segretario nel 1929, rappresentando le posizioni socialiste, favorevoli all'industrializzazione del Paese. Nel 1941 succedette al Mahatma Gandhi alla guida politica del Paese guidando l'India all'indipendenza nelle trattative con la Gran Bretagna. Nel 1947 fu nominato primo ministro e ministro degli esteri. In politica estera schierò l'India sulle posizioni di equidistanza tra i due blocchi, promuovendo la nascita del movimento dei Paesi non allineati.
nèi => "i"
Nei Ching Trattato (canone) cinese di medicina interna che elenca nozioni d'anatomia e fisiologia del corpo umano e le tecniche di cura basate sull'agopuntura.
Neipperg, Adam Albrecht von di (Vienna 1775-Parma 1829) Generale e diplomatico austriaco. Secondo marito (1821) di Maria Luisa d'Austria, moglie di Napoleone Bonaparte. Collaborò al governo del ducato di Parma, Piacenza e Guastalla assegnato a Maria Luisa dal Congresso di Vienna, dimostrando doti di equilibrio e moderazione.
Neiróne Comune in provincia di Genova (934 ab., CAP 16040, TEL. 0185).
Neisser, Albert (Schweidnitz 1855-Breslavia 1916) Medico tedesco. Scoprì l'agente patogeno dell'infezione blenorragica, che prese il suo nome.
neissèria, sf. In microbiologia, genere di Batteri parassiti gramnegativi immobili di forma sferica che appartengono alla famiglia delle Neisseriaceae.
Neiva Città (178.000 ab.) della Colombia, sul fiume Magdalena. Capoluogo del dipartimento di Huila.
Nèive Comune in provincia di Cuneo (2.757 ab., CAP 12057, TEL. 0173).
Nekrasov, Nikolaj Alekseevic (Nemirov, Ukraina 1821-San Pietroburgo 1878) Poeta russo. Tra le opere Gli ambulanti (1861) e Chi vive bene in Russia? (1872).
nékya, sf. invar. Termine greco che indica un rito magico effettuato per evocare i morti a scopo divinatorio.
nél => "il"
Nel corso del tempo Film drammatico, tedesco (1975). Regia di Wim Wenders. Interpreti: Rudiger Vogler, Hans Zischler, Lisa Kreuzer. Titolo originale: Im Lauf der Zeit
Nel crepuscolo di un mondo Racconto di F. Werfel (1936).
Nel cuore del fantastico Saggio di R. Caillois (1965).
Nel mondo bellissimo e violento Racconto di A. P. Platonov (postumo 1965).
Nel nome del Padre Film drammatico, irlandese (1993). Regia di Jim Sheridan. Interpreti: Daniel Day Lewis, Pete Postlethwhite, Emma Thompson. Titolo originale: In the Name of the Father
Nel silenzio più teso Opera di poesia di B. Marin (1980).
nélla => "la"
Nella casa della morte Opera di poesia di N. Sachs (1946).
Nella colonia penale Racconto di F. Kafka (1919).
nélle => "le"
Nelle vene dell'America Prosa di W. C. Williams (1925).
néllo => "lo"
Nellore Città (240.000 ab.) dell'India, nell'Andhra Pradesh, sul fiume Penner.
Nelson Fiume (644 km) del Canada, emissario del lago Winnipeg. Forma i laghi Playgreen, Cross e Split e sfocia nella baia di Hudson.
Nelson, Horatio (Burnham Thorpe 1758-Trafalgar 1805) Ammiraglio inglese. Sconfisse la flotta francese presso Abukir (1798) e fu nominato barone. Spostatosi a Napoli, appoggiò la restaurazione dei Borbone contro i giacobini della Repubblica napoletana (1799) e spinse il cardinale Ruffo a non rispettare gli accordi presi per la capitolazione, facendo imprigionare e mettere a morte i patrioti. L'ammiraglio F. Caracciolo che si era rifugiato sulla nave di Nelson, fu da lui fatto impiccare. Nel 1805, al comando della flotta del mar Mediterraneo, sconfisse nuovamente i francesi a Trafalgar, battaglia nella quale trovò la morte.
Nelspruit Città (57.000 ab.) della Repubblica Sudafricana, capoluogo della regione di Mpumalanga del Transvaal Orientale.
Neman Fiume (937 km) che nasce nella Bielorussia e sfocia nel mar Baltico.
Nematelmìnti Antico termine con cui s'indicavano i Nematodi.
Nematòceri Sottordine di Insetti Ditteri dal corpo slanciato, arti lunghi e lunghe antenne multiarticolate.
Nematòdi Gruppo di vermi cilindrici, fusiformi e cosmopoliti. Nella cavità del corpo sono contenuti il tubo digerente rettilineo e le gonadi, generalmente unica nei maschi e doppia nelle femmine. Il sistema nervoso è composto di un anello faringeo, di gangli, di due cordoni longitudinali e da organi escretori. Si riproducono attraverso uova e danno vita a larve, che attraverso mute raggiungono lo stato adulto. Parassiti dell'uomo e di animali, i più noti sono gli ossiuri (Oxyuris vermicularis) e l'ascaride (Ascaris lumbricoides) parassiti dei bambini, l'anchilostoma duodenale (Ancylostoma duodenale) e la filaria (Filaria bancrofti), parassita del cane.
Nematoménia, sf. Mollusco (Nematomenia corallofila) della famiglia dei Neomenidi e della classe degli Aplacofori. Di colore rosso e bianco, vive nel Mediterraneo mimetizzandosi con i coralli.
Nematomòrfi Tipo del regno animale, sottoregno dei Metazoi, anche detti Gordiacei, raggruppante circa 200 specie di vermi a corpo sottile e lungo che vivono in colonie aggrovigliate. Si sviluppano negli Artropodi che abbandonano da adulti.
nembìfero, agg. Che porta nembi.
némbo, sm. 1 Massa di nuvole poco elevate, portatrici di pioggia. 2 Grande insieme di persone o animali in movimento.
sm. nimbus.
lat. nimbus.
nembostràto, sm. Nube bassa dai contorni frastagliati, portatrice di pioggia o neve.
Nèmbro Comune in provincia di Bergamo (11.116 ab., CAP 24027, TEL. 035). Centro industriale (prodotti tessili, siderurgici e cartari) della val Seriana. Gli abitanti sono detti Nembresi.
Nembrod o Nimrod Personaggio biblico, nipote di Cam. Secondo la leggenda fu re e fondatore di Ninive.
Nemèa Nella geografia antica, piccola valle greca a sud ovest di Corinto in cui si svolgevano i giochi omonimi. Il suo nome è legato anche alla lotta di Eracle con il leone nemeo e alla spedizione dei Sette contro Tebe.
Nemertìni Vermi acquatici marini che danno nome al tipo omonimo, sottoregno dei Metazoi. Vivono in colonie aggrovigliate che assomigliano ad alghe. Il corpo cilindrico o piatto può anche raggiungere diversi metri di lunghezza. Comprendono circa 800 specie.
nèmesi, sf. invar. 1 Dea della giustizia. 2 Giusta compensazione.
Nemesi (letteratura) Opera di poesia di A. Tibullio (I sec a. C.).
Nèmesi (mitologia) Personaggio mitologico, dea primordiale greca e figlia della Notte. Dalla violenza subita da Zeus originò Elena, apportatrice di male agli uomini. Fu ritenuta la restauratrice dell'ordine morale del mondo.
Nemestrìnidi Famiglia di Insetti Ditteri Ortorafi Brachiceri dal corpo robusto con la testa grossa e le zampe corte e munite di apparato boccale succhiatore non perforante con il quale si nutrono di nettare.
Németh, L´szló (Nagybanya, odierna Baia Mare 1901-Budapest 1975) Romanziere ungherese. Tra le opere Carri settembrini (1937) e La nausea (1937).
Nèmi Comune in provincia di Roma (1.586 ab., CAP 00040, TEL. 06).
Nemica, La Dramma di D. Niccodemi (1915).
nemìco, agg. e sm. agg. 1 Che odia qualcuno e ne desidera il male. ~ ostile. <> favorevole. 2 Che detesta qualcosa. • era nemico della menzogna. 3 Appartenente allo stato con cui si è in guerra. • il territorio nemico. 4 Dannoso. 5 Che mostra ostilità. ~ avverso, maldisposto. • sguardo nemico.
sm. 1 Persona nemica. ~ rivale. <> amico. • si fece parecchi nemici con quelle dichiarazioni. 2 Esercito nemico.
agg. hostile. sm. enemy.
lat. inimicus, comp. da in-+ amicus amico.
nemine contradicente, o nemine discrepante, loc. avv. Locuzioni latine che significano "senza che nessuno si opponesse" e "senza che nessuno avesse parere contrastante". Si usa per affermare che una decisione è stata presa all'unanimità.
nemmànco, avv. ant. o reg. Nemmeno. ~ neppure.
nemméno, avv. e cong. Neanche, neppure. ~ manco, neanche.
nemo propheta in patria, loc. avv. Locuzione latina tratta dai Vangeli che significa "nessuno è profeta nella propria patria". Venne pronunciata da Gesù amareggiato dal modo in cui venne accolto a Nazareth.
Nèmoli Comune in provincia di Potenza (1.598 ab., CAP 85040, TEL. 0973).
nemorènse, agg. Nell'antica Roma, appellativo di Diana e del sacerdote che presiedere al culto della dea. Deriva dal fatto che Diana veniva venerata sulle rive del lago Nemi, presso Aricia.
Nemours Centro della Francia (12.120 ab.), sul Loing, nel Gâtinais, nel dipartimento di Senna e Marna. Conserva un castello risalente ai secc. XII, XV e XVII.
Nencia da Barberino, La Opera di poesia di L. de' Medici (ca. 1469).
Nencìni, Gastóne (Barberino di Mugello 1930-Firenze 1980) Corridore ciclista italiano. Fu uno dei più grandi campioni italiani del dopoguerra. Tra le vittorie, il giro d'Italia del 1957 e il tour de France del 1960.
Nenec Circondario (51.000 ab.) della Russia, compreso nella parte nordorientale della provincia di Arcangelo. Capoluogo Narjan-Mar.
nènfro, sm. Tufo vulcanico di struttura compatta e colore grigio scuro che viene utilizzata come pietra da costruzione fino dall'epoca etrusca. Si trova in alcune località laziali.
nènia, sf. 1 Canto funebre. 2 Discorso o canto monotoni. ~ lagna.
sf. 1 dirge. 2 (canto monotono) monotonous tune.
Nenitescu, I. Stefan (Bucarest 1897-) Poeta nato in Romania e vissuto principalmente in Italia. Tra le opere, Tre misteri (1922), le traduzioni del Breviario d'Estetica di B. Croce e La maschera e il volto di L. Chiarelli, le raccolte di poesie Vigilie (1919), Odi italiche e l'antologia di versi inediti composti tra il 1917 e il 1954, intitolata Anni (1973).
Nènni, Piètro (Faenza 1891-Roma 1980) Politico. Direttore del giornale bolognese Il giornale del mattino (1916), nel 1921 si iscrisse al partito socialista e dal 1923 al 1925 diresse L'Avanti!. Arrestato, fu costretto a fuggire in Francia dove operò contro il fascismo, diventando il segretario del nuovo Partito socialista unificato (1930). Durante la guerra civile spagnola fu il commissario politico della brigata Garibaldi. Durante la seconda guerra mondiale fu catturato dai tedeschi e consegnato ai fascisti che lo inviarono al confino. Fu liberato nel 1943 e diventò segretario del partito socialista di unità proletaria, deputato dell'Assemblea costituente e più volte ministro fino al 1847. Fino al 1956 si adoperò per la creazione di un fronte unico con il Partito comunista, per poi ricercare un'alleanza con il Partito socialdemocratico e con la Democrazia cristiana. Fu vicepresidente del consiglio dal 1953 al 1968 nei governi di centrosinistra e promosse l'unione con il partito socialdemocratico, destinata tuttavia a fallire nel 1969. Nel 1970 fu nominato senatore a vita.
nèo, sm. 1 Macchia nera sulla pelle di diversa natura. ~ nevo, verruca. 2 Piccola difetto. ~ imperfezione. • non riusciva a trovare un solo neo in quel magnifico lavoro.
sm. 1 mole. 2 (fig.) flaw.
lat. naevus.
neo- Primo elemento di parole composte.
dal greco néos nuovo, giovane.
neoàttico, agg. (pl. m.-ci) Nella locuzione arte neoattica, una corrente artistica sorta ad Atene ca. nel 150 a. C. a imitazione delle opere dell'età classica e che si impose decisamente durante il periodo augusteo.
neoavanguàrdia, sf. Il movimento letterario di avanguardia sviluppatosi in Italia tra gli anni '50 e '60 attorno alla rivista Il Verri inteso dal punto di vista storico.
neobabilonése, agg. Relativo al periodo della storia della Mesopotamia compreso tra la caduta di Ninive del 612 a. C. e la presa di Babilonia a opera di Ciro di Persia nel 539 a. C.
neocapitalìsmo, sm. Fase di sviluppo del capitalismo, iniziata soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, nella quale, sulla spinta del crescente sviluppo tecnologico, si ha la concentrazione del capitale finanziario e, all'interno dell'impresa, la crescita del potere dei dirigenti. Lo stato assume spesso il ruolo di imprenditore e il ruolo del sindacato si rafforza.
neocapitalìsta, o neocapitalìstico, agg. (pl. m.-i) o (pl. m.-ci) Che si riferisce al neocapitalismo.
neoclassicìsmo, sm. Movimento culturale e artistico diffuso in Europa dopo la seconda metà del XVIII sec. e che investì la pittura, la scultura, l'architettura e la letteratura. In generale si richiama al ritorno a forme artistiche classiche, di ispirazione greca e romana, assunte a parametro estetico di perfezione, attraverso le quali esprimere i sentimenti e i contenuti moderni. Trasse spunto dall'illuminismo e dalle ricerche archeologiche che portarono alla scoperta di tesori di epoca greca e romana e fu teorizzata da J. J. Winckelmann con l'opera Storia dell'arte dell'antichità (1764). Si configurò anche come reazione al barocco e al rococò. I principali esponenti nella pittura furono A. R. Mengs, H. L. David, A. Appiani, V. Camuccini, P. Benvenuti, F. Agricola. Nella scultura si distinsero A. Canova, J. A. Houdon, J. Pradier, H. Danneker. Il neoclassicismo investì anche l'architettura e l'urbanistica con A. Canova, G. Piermarini, L. Pollack, L. Cagnola, G. Valadier e K. F. Schinkel, l'ebanisteria con G. Maggiolini, l'arte della ceramica con J. Wegwood e l'arredamento, con il fiorire dello stile impero.
In campo letterario il termine neoclassicismo indica un periodo relativamente breve (dal 1789 al 1816) caratterizzato dalla fusione tra lo stile classico e i nuovi contenuti. Benché sia difficile in alcuni casi distinguere gli aspetti neoclassici dal nascente impeto romantico, è possibile indicare come principali esponenti del neoclassicismo W. Goethe, F. Schiller, A. Chénier, J. Keats, P. B. Shelley e in Italia V. Monti, U. Foscolo, I. Pindemonte e il primo Leopardi.
Nel campo della musica il movimento neoclassico si espresse nella prima metà del XX sec. come reazione al tardo romanticismo, tendendo al recupero dello stile rinascimentale e barocco e all'espressione della musica come arte autonoma, da non considerare come veicolo di sentimenti. Tra i principali rappresentanti I. Stravinskij, J. Cocteau e gli italiani A. Casella e G. Malipiero.
neoclàssico, agg. e sm. agg. Che è riconducibile al neoclassicismo.
sm. 1 Stile neoclassico. 2 Seguace del neoclassicismo.
neocolonialìsmo, sm. Nome che venne usato per designare la nuova forma assunta dal colonialismo quando, nel XX sec., esso smise di esistere come dominio politico diretto di alcuni stati su altri e divenne una tendenza alla sottomissione economica dei giovani stati che stavano costruendo il loro assetto economico e sociale.
neocomiàno, sm. Piano inferiore del Cretaceo che è stato suddiviso nei sottopiani valanginiano e hauteriviano. Deve il nome a Neuchâtel, la località svizzera in cui è stato istituito.
neocomportamentìsmo, sm. Corrente della scuola psicologica behavioristica che si è dedicata ad approfondire e ampliare le ricerche di Watson, per la quale grande importanza avevano le risposte dell'organismo agli stimoli dell'ambiente.
neodìmio, sm. Elemento chimico (simbolo Nd) con numero atomico 60, peso atomico 144,24, temperatura di fusione di 1.021 °C e temperatura di ebollizione di 3.074 °C. Appartenente alla serie dei lantanidi. È usato nella preparazione di vetri speciali, come filtri spettrali a banda stretta, nei laser e come materiale sostitutivo del rubino. È tossico e deve essere utilizzato con le opportune precauzioni.
neoelètto, agg. Che è stato da poco eletto a una carica.
neoencèfalo, sm. Denominazione delle strutture nervose dei Vertebrati superiori. <> paleoencefalo.
neofascìsmo, sm. Movimento che tende a ricostituire il partito fascista.
neofascìsta, agg., sm. e sf. Seguace del neofascismo.
neòfita, o neòfito, sm. 1 Chi si è convertito a una fede da poco tempo. ~ neoadepto. 2 Chi si è recentemente iscritto a un partito o a una qualunque associazione. ~ recluta.
neofobìa, sf. Ostilità nel confronti delle novità.
neoformazióne, sf. 1 Produzione anomala di nuovi tessuti, benigna o maligna. 2 Vocabolo di recente formazione.
neogène, sm. Seconda parte dell'era Cenozoica, comprendente il Miocene e il Pliocene.
neoghibellinìsmo, sm. Corrente culturale e opinionistica del periodo risorgimentale che si rifaceva al ghibellinismo medievale, al pensiero scientifico e filosofico rinascimentale, alle teorie di Machiavelli e all'anticulturalismo di Giannone e Sarpi contrapponendosi al neoguelfismo.
neogòtico, agg. e sm. (pl. m.-ci) Di uno stile architettonico caratterizzato dal recupero di forme dell'arte gotica che si impose soprattutto nel XIX sec.
neogrammàtico, agg. e sm. (pl. m.-ci) 1 Relativo a una scuola linguistica istituita da H. Osthoff e da K. Brugmann che assumeva come presupposto l'ineccepibilità delle leggi fonetiche. 2 Di seguace di tale scuola.
neogrèco, agg. e sm. agg. Relativo alla Grecia moderna.
sm. La lingua greca moderna.
neoguelfìsmo, sm. Corrente ideologica e politica originata nell'ambiente cattolico liberale del XIX sec., che auspicava la formazione di una confederazione di stati italiani, ciascuno retto dalla dinastia regnante, e sotto il patrocinio del papa. Il movimento si contrapponeva alle tendenze patriottiche più rivoluzionarie, ma fallì dopo l'insuccesso della prima guerra d'indipendenza che vide la partecipazione degli eserciti dei vari stati italiani e il cauto appoggio di Pio IX. Il movimento fu teorizzato da G. Gioberti (Del primato morale e civile degli italiani, 1843) e C. Balbo (Le speranze d'Italia, 1844).
neoguèlfo, agg. Relativo al neoguelfismo.
neohegeliàno, agg. e sm. agg. 1 Del neohegelismo. 2 Di seguace del neohegelismo.
sm. Seguace del neohegelismo.
neohegelìsmo, sm. Movimento filosofico che riprese alcuni temi della filosofia di Hegel.
neoimpressionìsmo, sm. Movimento pittorico francese iniziato nel 1884 da Georges Seurat e Paul Signac in cui le opere venivano realizzate ponendo sulla tela piccole pennellate di colore puro sistemate in modo da ottenere gli effetti visivi e di colore desiderati. Pur partendo da un punto vista analogo a quello dell'impressionismo, il neoimpressionismo si distinse da questo per l'apporto determinante che vi ebbero le conoscenze scientifiche sui colori, in particolare le scoperte di Eugène Chevreul relative al contrasto simultaneo dei colori. ~ pointillisme, divisionismo.
neolalìa, sf. Disturbo dell'espressione verbale, per effetto del quale si tendono a utilizzare nel linguaggio troppi neologismi.
neolatìno, agg. Che deriva dalla lingua latina.
neolaureàto, agg. Che ha conseguito da poco la laurea in una facoltà universitaria.
neolinguìstica, sf. (pl.-che) La scuola linguistica fondata da M. G. Bartoli. ~ linguistica spaziale.
neolìtico, agg. e sm. agg. Che concerne l'ultimo periodo dell'età della pietra.
sm. Periodo finale dell'età della pietra, caratterizzato dalla pietra lavorata.
• Periodo preistorico corrispondente all'ultima parte dell'età della pietra, compreso tra il Paleolitico e l'età dei metalli. Ebbe inizio tra il IX e il VII millennio a. C., con durata e sviluppo diversi secondo le zone. Il Neolitico è un periodo di grande importanza nella storia degli uomini abituati fino ad allora a dipendere dalla natura: l'uomo non vive più solo dei frutti che crescono spontanei, della pesca e della caccia ma inventa nuove tecniche e strumenti che gli consentono di addomesticare e allevare bestiame e lavorare la terra. Inizia l'era del Neolitico, che vede la formazione dei primi insediamenti umani, grazie all'incipiente pratica della coltivazione e dell'allevamento di capre e bestiame. I manufatti diventato più elaborati: accanto a punte e scalpelli di pietra levigata, nasce l'arte di modellare la ceramica. La selce e l'ossidiana (materiale di origine vulcanica) sono le materie prime che vengono estratte da primitive miniere e di cui nasce un fiorente commercio. I villaggi più antichi di cui sono stati ritrovati i resti sono localizzati nel Vicino Oriente, con Gerico, ad Hacilar (Turchia) e in generale nella zona della Palestina e dell'Iraq. Il Sahara, allora ricco di vegetazione, è abitato da cacciatori e da nomadi dediti alla pastorizia; anche qui si afferma la lavorazione della selce per produrre macine, punte di frecce, picconi e martelli. Nel Sahara inoltre sono rimaste tracce di arte primitiva costituita da incisioni e pitture sulle rocce. L'arte sahariana si divide in epoche, che prendono il nome dai soggetti delle incisioni: le opere più antiche sono dette del periodo bubalino (dal nome di un bovino oggi estinto), segue poi il periodo delle teste rotonde (maschere umane), il periodo bovidiano (in cui le opere raffigurano bovini e scene di allevamento), il periodo cavallino e il periodo camelino (da cammello). Quest'arte sahariana, iniziata intorno all'8000 a. C., si protrasse fino al 1500 a. C.
Verso il 6000 a. C. si hanno i primi insediamenti in alcune zone dell'Europa, testimoniati da costruzioni di imponente grandezza, in pietra interrata. Si tratta prevalentemente di monumenti funerari; infatti le pratiche del culto dei morti erano divenute molto curate. I cadaveri erano ricoperti di ocra, circondati da vestiti e suppellettili, ornati da conchiglie, corna e denti di cervi. I cosiddetti monumenti megalitici comprendevano i menhir, una lastra di pietra conficcata in senso verticale nel terreno, i dolmen, in cui due lastre verticali ne sorreggono una posta orizzontalmente, e i cromlech, costituiti da più menhir disposti a cerchio. Queste costruzioni sono pervenute fino a noi e si possono ammirare in alcune zone dell'Europa settentrionale. Il più noto è il cromlech di Stonehenge (Gran Bretagna), che occupa circa 100.000 metri quadrati. I massi di calcare pesano circa cinquanta tonnellate e provengono dalla vicina località di Malborough. Il complesso di menhir di Karmario a Carnac (Morbihan) è composto invece da ben 982 massi.
In questo periodo comincia a diffondersi in alcune zone dell'Italia settentrionale l'arte della lavorazione dei vasi in ceramica. La decorazione viene fatta imprimendo sulla superficie del vaso le impronte di conchiglie, oppure medianti graffi. Le località presso le quali è possibile ancora vedere i resti di queste forme primitive di arte sono Stentinello, Fiorano (Modena) famosa per i vasi decorati con motivi geometrici, Lagozza di Besnate (Varese) ove si possono trovare ceramiche dipinte di nero.
neologìsmo, sm. Termine nuovo introdotto in una lingua. I neologismi ottenuti per derivazione di altre parole, per esempio atomizzare che deriva da atomo, rappresentano la maggioranza del lessico di una lingua. Neologismi sono anche i vocaboli formati per composizioni di più termini (per esempio portaombrelli) o termini presi da un'altra lingua e adattati (per esempio cotoletta che deriva dal termine francese cotolette) o lasciati nella forma originaria (bar, sport, self-service). La tendenza al purismo si oppone al neologismo anche se l'introduzione di un nuovo oggetto impone la scelta del neologismo.
neomalthusianésimo, sm. Dottrina che si rifà alla teoria della popolazione di Malthus sostenendo la necessità di limitare le nascite però mediante l'utilizzo di pratiche anticoncezionali. Venne teorizzato da Francis Place nel 1820.
neomenìa, sf. Nell'antica Grecia, il primo giorno del mese che iniziava con il novilunio e corrispondeva alle calende romane. Era giorno di festa.
Neomènidi, o Neomenìidi Famiglia di Molluschi solenogastri a cui appartengono specie che vivono su colonie di celenterati cibandosene.
nèon, sm. Elemento chimico (simbolo Ne) con numero atomico 10, peso atomico 20,179, temperatura di fusione-248,67 °C e temperatura di ebollizione-246,048 °C. Appartiene ai gas nobili ed è presente in minima parte nell'aria, dalla quale si ottiene per liquefazione e distillazione frazionata. È utilizzato nei tubi a scarica sottovuoto.
sm. neon.
neonatàle, agg. e sm. agg. Che è proprio del neonato.
sm. Periodo che identifica le prime settimane di vita del bambino.
neonàto, agg. e sm. agg. 1 Che è appena nato o che è nato da poco. 2 Formato, sorto da poco.
sm. Bambino neonato.
agg. newborn. sm. newborn baby.
neonatologìa, sf. Settore della medicina che si occupa delle prime settimane di vita del neonato.
neonazìsmo, sm. Corrente politica che ripropone l'ideologia del nazismo.
neonazìsta, agg., sm. e sf. Seguace del neonazismo.
Neonèli Comune in provincia di Oristano (832 ab., CAP 09080, TEL. 0783).
neopàllio, sm. La porzione più recente dal punto di vista filogenetico della corteccia cerebrale. Nei Vertebrati rappresenta quasi il 90% dell'intera corteccia.
neopilìna, sf. Mollusco (Neopilina galatheae) della famiglia dei Tribilidi e della classe dei Monoplacofori. Lunga 3,5 cm, vive negli abissi dell'oceano Pacifico.
neopitagòrico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. 1 Relativo al neopitagorismo. 2 Di seguace del neopitagorismo.
sm. Seguace del neopitagorismo.
neopitagorìsmo, sm. Indirizzo filosofico e religioso sviluppatosi in ambiente ellenistico nel II sec. a. C. e ad Alessandria e Roma nel I sec. a. C. Basato sulla dottrina pitagorica e influenzato dalle vicine religioni orientali, sviluppò una concezione della realtà configurata come dualismo tra il male e il bene, tra la carne e lo spirito, tra il mondo e Dio. La purificazione dell'anima era raggiunta attraverso pratiche ascetiche e l'uso mistico dei numeri. I principali esponenti furono Apollonio di Tiana (I sec. d. C.), Nicomaco di Gerasa, Moderato di Cadice e Numenio di Apamea (II sec.).
neoplasìa, sf. Formazione di un nuovo tessuto, in genere tumorale, che deriva dall'alterazione di cellule normali. In base alle loro caratteristiche fisiche e morfologiche, si distinguono normalmente le neoplasie in benigne o maligne. Le prime sono, per definizione, quelle che non comportano pericoli mortali perché si accrescono lentamente, rimangono delimitate, non generano metastasi e, quindi, sono facilmente e radicalmente asportabili chirurgicamente. Le neoplasie maligne, invece, sono l'esatto opposto: rapido accrescimento, mancanza di incapsulamento, evoluzione invasiva e capacità a originare metastasi. ~ tumore.
neoplatònico, agg. e sm. agg. Relativo al neoplatonismo.
sm. Chi segue il neoplatonismo.
neoplatonìsmo, sm. Indirizzo filosofico sorto ad Alessandria intorno al II sec. e sviluppatosi fino al VI sec. Rappresentò l'ultima grande espressione del pensiero greco e cercò di conciliare, partendo dalle idee di Platone, il razionalismo greco con la mistica orientale. Elemento comune alle varie correnti il concetto dell'Uno considerato come il Bene, dalla cui emanazione derivano tutte le cose. L'influenza del neoplatonismo fu recepita dal pensiero della patristica e dalla teologia medievale, fino a ispirare il pensiero moderno, con la Scuola di Cambridge. La prima scuola neoplatonica (Alessandria, III sec.) iniziò con Ammonio Sacca ed ebbe in Plotino il principale esponente. La scuola di Pergamo (IV sec.) affrontò temi religiosi, riproponendo tesi politeistiche e fu seguita da Giuliano l'Apostata, imperatore dal 361 al 363. Alla scuola di Alessandria (VI sec.) appartennero Ipazia, Ierocle e Boezio).
neopositivìsmo, sm. Movimento filosofico sviluppatosi nel circolo di Vienna fondato nel 1924 da M. Schlick. Il pensiero neopisitivista è caratterizzato da una forte avversione alla tradizione e giunge a costruire una nuova logica simbolica, descritta nell'opera Principia mathematica (1900-1913) di Russell e Whitehead.
neopositivìsta, sm. e sf. Chi segue il neopositivismo.
neoprène, sm. Nome commerciale di una gomma sintetica.
neorealìsmo, sm. In filosofia il neorealismo indica il movimento sviluppatosi agli inizi del XIX sec. in Inghilterra e Stati Uniti d'America, a opera di G. E. Moore, B. Russell, A. N. Whitehead, R. B. Perry e W. P. Montague. Contrapponendosi all'idealismo affermò l'indipendenza della realtà dai processi conoscitivi degli individui.
In arte è il movimento tendente a rappresentare la vita e gli eventi in modo il più possibile aderente alla realtà. Il neorealismo letterario viene fatto risalire ad A. Moravia (Gli indifferenti, 1929) e C. Alvaro (Gente in Aspromonte, 1930) e, nel dopoguerra, alla reazione al disimpegno culturale sotto il regime fascista. Il periodo focale del neorealismo in letteratura va dal 1945 al 1955 e annovera tra i suoi esponenti scrittori come V. Pratolini, I. Calvino, F. Jovine, C. Cassola, B. Fenoglio, C. Levi ecc.
Il neorealismo nella cinematografia si è espresso attraverso l'analisi dei problemi sociali del dopoguerra, con atteggiamenti di umanitarismo popolare. Le opere principali sono dovute ai registi L. Visconti (Ossessione, 1942), R. Rossellini (Roma città aperta, 1945 e Paisà, 1946), V. De Sica (Sciuscià, 1946 e Ladri di biciclette, 1948), oltre a P. Germi, A. Lattuada e G. Da Santis.
Il neorealismo nella pittura e nella scultura ebbe inizio intorno al 1930 da parte di artisti che si opponevano all'estetica ufficiale, cercando di sviluppare forme comprensibili alle classi popolari, richiamandosi alla pittura verista dell'Ottocento. Sull'esempio di P. Picasso il comune impegno sociopolitico coinvolse M. Mafai, R. Guttuso, G. Migneco, G. Manzù, E. Treccani, E. Vedova, B. Cassinari, A. Sassu, R. Vespignani e altri.
neorealìsta, agg., sm. e sf. Seguace o ispirato al neorealismo.
neorealìstico, agg. Relativo al neorealismo.
neoscolàstica, sf. Corrente filosofica del XIX sec., detta anche neotomismo. Si richiamava al pensiero aristotelico, opponendosi alle filosofie moderne come il positivismo. Venne diffusa attraverso la rivista Civiltà cattolica e fu sostenuta dall'enciclica di Leone XIII Aeterni Patris (1879). Più tardi si sviluppò presso le università di Lovanio, Friburgo e del Sacro Cuore di Milano, con padre A. Gemelli.
neotenìa, sf. Rallentamento e difetto dello sviluppo somatico di un animale rispetto alla sua maturità sessuale, allo sviluppo somatico delle specie affini o a quello dei suoi presunti antenati.
neotènico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a neotenia.
neotèrico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla poesia dei neoteroi.
neóteroi, sm. pl. Gruppo di poeti latini del I sec. a. C. (detti anche poetae novi, secondo la sprezzante definizione usata da Cicerone per indicarne le tendenze innovatrici; oppure, secondo un'altra definizione data da Ennio Cantores Euphorionis, dal nome del poeta Euforione di Calcide, celebre per la preziosa erudizione e raffinatezza dei suoi versi), caratterizzato dalla poesia elegante e raffinata, che rifiutava i valori tradizionali e l'esaltazione di Roma. La poesia neoterica non è altro che un aspetto del generale fenomeno dell'ellenizzazione dei costumi romani e della trasformazione dei modi di vita conseguente alle conquiste operate nell'area orientale che avevano messo a contatto una società arcaica con una civiltà più raffinata (Orazio avrebbe detto "Graecia capta ferum victorem cepit et artes intulit agresti Latio", La Grecia conquistata conquistò il vincitore e introdusse le arti nel Lazio contadino). Questo complesso fenomeno di trasformazione incontra la tenace resistenza dei cultori della tradizione. Una manifestazione dell'influsso della cultura greca è costituita dalla comparsa di un tipo di poesia fino a quel momento estranea al gusto romano: leggera, personale, breve, giocosa, con una spiccata ricerca della forma. La rivoluzione letteraria è la spia della crisi dei valori del costume tradizionale. I principali esponenti furono Gaio Valerio Catullo (nativo di Verona, il più famoso dei neóteroi, del quale abbiamo 116 carmi), Elvio Cinna (nativo di Brescia, autore del poemetto Zmyrna frutto di nove anni di lavoro di cesello), Valerio Catone (originario della Gallia Cisalpina, critico oltre che poeta), Licinio Calvo (nato a Roma da illustre famiglia plebea, fu oratore famoso, scrisse epigrammi, epitalami, carmi di soggetto amoroso e un epillio intitolato Io, dal nome dell'amata da Giove e perseguitata da Giunone), Furio Bibaculo (nativo di Cremona, noto per aver scritto epigrammi satirici contro l'imperatore Augusto) e Terenzio Varrone Atacino (nativo di Atax, nella Gallia narbonese, noto per il poema storico Bellum Sequanicum, per una lirica erotica intitolata Leucadia, e per la traduzione delle Argonautiche di Apollonio Rodio).
neotestamentàrio, agg. Relativo al Nuovo Testamento.
neotomìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Seguace del neotomismo.
neòtrago, sm. (pl.-ghi) Genere di piccole antilopi appartenenti alla famiglia dei Bovidi che vivono nelle regioni tropicali africane. La specie nota è il Neotragus pygmaeus o antilope reale i cui maschi hanno piccole corna diritte.
Neottòlemo Personaggio mitologico, eroe greco figlio di Achille e di Deidamia. Penetrò a Troia, uccise Astianatte e Priamo e schiavizzò Andromaca, quindi sposò Ermione, fidanzata di Oreste.
neoumanìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) In pedagogia, seguace del neoumanesimo.
Note:
Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.
Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate
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Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_n.doc
sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm
Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it
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