Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale P parte 9
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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale P parte 9
primàte, sm. Prelato che ha il primato ecclesiastico, puramente onorifico, in una regione.
Primàti Ordine dei Mammiferi che comprende le scimmie, le proscimmie e l'uomo, divisi in Lemuroidei, Tarsioidei (proscimmie), Antropoidei (scimmie e uomo). I primati sono gli animali con il più elevato livello di facoltà psichiche; sono caratterizzati da arti plantigradi, cinque dita con pollice opponibile (in alcuni casi anche l'alluce è opponibile), visione stereoscopica, muso con pochi peli o glabro, dentatura completa. Nell'evoluzione delle proscimmie arboricole, gli occhi si spostarono frontalmente sulla testa e le mani si modificarono con la separazione delle dita, permettendo loro di afferrare oggetti e reggersi ai rami. Circa trenta milioni di anni fa, un tipo di primate più evoluto (vera e propria scimmia) apparve in Africa e cominciò a sostituirsi ai lemuri. La vista è il senso più importante delle scimmie che consente loro di ottenere una percezione tridimensionale dello spazio e una visione cromatica eccellente. Nell'evoluzione dei primati vi è un'evidente tendenza verso l'aumento delle dimensioni; generalmente le scimmie più primitive delle Americhe sono più piccole di quelle africane e asiatiche e hanno una coda prensile di cui si servono come fosse un quinto arto. Mentre i primati superiori diventavano più grandi fisicamente, anche il loro cervello cresceva. I primi ominidi (scimmie antropomorfe preumane) apparvero circa tre milioni di anni fa e i resti scoperti in Africa indicano che queste creature cominciarono a camminare erette, con un'andatura bipede, prima che il loro cervello diventasse di dimensione notevole.
primàtìccio, agg. Detto di frutto che matura prima degli altri della stessa specie. ~ anticipato, precoce. <> tardivo.
Primatìccio, Francèsco (Bologna 1505-Parigi 1570) Pittore, scultore e architetto, detto il Bologna, fu uno dei maggiori esponenti del manierismo; lavorò anche in Francia, dove si recò su invito di Francesco I per decorare il castello di Fontainebleau. Qui diede inizio alla scuola di Fontainebleau. Fra le sue opere, oltre alle decorazioni eseguite a Fontainebleu, Autoritratto, Ulisse e Penelope (1560).
primatìsta, sm. (pl. m.-i) Chi ha stabilito e detiene il primato in una specialità di uno sport. ~ asso, campione.
sm. record holder.
primàto, sm. 1 Superiorità assoluta. 2 Il miglior risultato ottenuto in una specialità sportiva. ~ record. 3 L'essere al primo posto in una graduatoria.
sm. 1 supremacy, lead. 2 (sport) record.
Primato morale e civile degli italiani, Il => "Del primato morale e civile degli italiani"
primavèra, sf. Una delle quattro stagioni dell'anno; nell'emisfero celeste australe ha inizio il 23 settembre per terminare il 21 dicembre; nell'emisfero celeste boreale inizia il 21 marzo e termina il 22 giugno.
Nel corso di questa stagione, il Sole percorre l'eclittica compresa tra il punto dell'equinozio di primavera e il solstizio d'estate; per tale ragione, le notti sono più corte e i giorni molto lunghi; la durata diurna aumenta da 12 ore al giorno fino a un massimo di 16 in coincidenza con il solstizio.
sf. springtime, spring.
Primavera di bellezza Opera di narrativa di B. Fenoglio (1959).
Primavera olimpica Opera di poesia di C. Spitteler (1900-1905).
primaverìle, agg. Relativo alla primavera.
agg. springlike, spring.
primazìa, sf. Dignità del primate.
primaziàle, agg. Relativo alla chiesa cattedrale dove risiede un primate.
prime rate, loc. sost. m. invar. Tasso minimo d'interesse che le banche praticano alla migliore clientela.
prime time, loc. ingl. Nella programmazione televisiva, orario nel quale si verifica la maggiore percentuale di ascolto.
primeggiàre, v. intr. 1 Avere il primato in qualcosa. ~ brillare, eccellere. <> restare nell'ombra. 2 Essere o sembrare primo.
v. intr. to be one of the best, to excel.
Primi uomini sulla luna, I Romanzo di H. G. Wells (1901).
primicèrio, sm. Il primo in dignità nelle confraternite religiose o nei capitoli di collegiate o di una cattedrale.
primièra, sf. 1 Antico gioco italiano di carte. 2 Nel gioco della scopa o dello scopone la combinazione di carte dei quattro semi che dà diritto a un punto.
primièro, agg. e sm. agg. Primo, primitivo.
sm. La prima parte della parola nel gioco della sciarada.
primigènio, agg. Che è generato per primo.
primìpara, sf. La donna che partorisce per la prima volta.
primipìlo, sm. Il centurione di grado più elevato della legione.
primitìva, sf. Data una funzione, ogni funzione avente come derivata la funzione data.
primitivìsmo, sm. Tendenza alla rivalutazione del mondo culturale e artistico dei popoli primitivi.
primitività, sf. Condizione dell'esser primitivo.
primitìvo, agg. e sm. agg. 1 Relativo ai primi tempi. ~ preistorico. <> evoluto. • arte primitiva. 2 Che è il primo, l'originario, non derivato. ~ primevo, primordiale. 3 Elementare.
sm. 1 Chi appartiene a una popolazione primitiva. 2 Pittori e scultori dei secoli anteriori al Rinascimento.
agg. primitive.
lat. primitivus, deriv. da primitus da principio.
primìzia, sf. 1 Ortaggio o frutto maturato con anticipo. 2 Notizia non ancora diffusa. ~ anteprima, novità. 3 Ciò che viene prodotto per primo. 4 Offerta di piante, frutti e animali alla divinità.
sf. 1 first fruit. 2 (verdura) early vegetable.
lat. tardo primitia.
prìmo, agg. num. ord. 1 Corrispondente al numero uno in una successione. ~ iniziale, originario. <> ultimo. 2 Di cosa accaduta una sola volta. • cadde al primo combattimento con il nemico. 3 Relativo all'inizio. • le prime forme di vita.
agg. 1 first. 2 (fig.) basic, initial. sm. e sf. first one. sm. 1 (pietanza) first course. 2 (date, il primo) the first. 3 (primo dell'anno) New Year's Day.
lat. primus, superl. di prior.
Primo de Rivera, José Antònio (Madrid 1906-Alicante 1936) Politico spagnolo, figlio di Miguel. Nel 1933 fondò la Falange spagnola. Morì fucilato dai repubblicani.
Primo de Rivera, Miguel (Cadice 1870-Parigi 1930) Politico e militare spagnolo. Il 13 settembre 1923 instaurò un regime dittatoriale con un colpo di stato. Crebbe tuttavia l'opposizione militare e politica nei suoi confronti e così re Alfonso XIII fu costretto a destituirlo il 28 gennaio 1930.
Primo Gennaio Opera di poesia di O. E. Mandel'stam (1924).
Primo incontro Opera di poesia di A. Belyj (1912).
Primo romancero gitano Opera di poesia di F. García Lorca (1928).
Primo sogno Poema di J. Inés de la Cruz (1690).
Primo vere Opera di poesia di G. D'Annunzio (1879).
primogènito, agg. e sm. Che, o chi, è nato per primo, tra più figli. ~ maggiore. <> ultimogenito.
agg. firstborn.
primogenitóre, sm. Progenitore.
primogenitùra, sf. 1 L'essere primogenito. 2 I diritti del primogenito.
primordiàle, agg. Iniziale, originario. ~ ancestrale, antichissimo. <> attuale, contemporaneo.
agg. primordial.
lat. primordialis, deriv. da primordium primordio.
primòrdio, sm. Principio, inizio, origine.
Primorje Territorio (2.287.000 ab.) della Russia, nella Siberia sudorientale. Capoluogo Vladivostok.
prìmula, sf. Genere di pianta erbacea della famiglia delle Primulacee e dell'ordine delle Primulali. Le primule crescono spontaneamente in Italia e, in generale, in tutto l'emisfero settentrionale; hanno fiori che possono essere gialli o rossi, foglie a rosetta e frutti ricchi di semi. In Italia crescono la Primula veris ela Primula acculis, mentre la Primula sinensis e la Primula japonica sono specie esotiche.
sf. primrose.
Primulàcee Famiglia di piante erbacee tipiche dell'emisfero settentrionale con fiori ermafroditi, gamopetali a simmetria regolare. Appartiene all'ordine delle Primulali.
primum vivere deinde philosophari, loc. avv. Espressione latina che significa "prima si deve vivere, poi fare filosofia". L'espressione si usa per dare la massima importanza ai problemi pratici rispetto a quelli astratti.
primus inter pares, loc. avv. Espressione latina che significa "primo fra gli uguali". Si usa per distinguere fra persone che hanno pari valore o dignità.
Prìna, Ànna Marìa (Cuneo 1943-) Ballerina classica. Ha studiato nella scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano, diplomandosi nel 1960. Ha fatto parte del corpo di ballo della Scala e, dal 1974, è passata a dirigere la scuola di ballo dello stesso Teatro alla Scala. Ha composto un Trattato programmatico per lo studio della danza classica (1976).
Prìna, Giusèppe (Novara 1766-Milano 1814) Politico lombardo. Tra il 1802 e il 1814 fu ministro delle finanze della repubblica italiana e per far fronte al deficit dovette aumentare le imposte. Impopolare, alla caduta di Napoleone fu trucidato dalla folla.
Prince (Minneapolis 1958-) Pseudonimo di Roger Nelson. Cantante pop statunitense. Si è affermato con uno stile di musica personale, risultato della fusione di vari generi (rock, funk, soul). Fra gli album Purple Rain (1984), Parade (1986), Graffiti bridge (1990), Exdus (1995).
Prince Albert Città del Canada (ca. 30.000 ab.) nello stato del Saskatchewan, sul fiume North Saskatchewan. Sede di industrie del legno, meccaniche e alimentari.
principàle, agg. e sm. agg. 1 Che è primo di grado o per autorità. 2 Che è di maggiore importanza. ~ basilare, essenziale. <> accessorio, marginale. • voleva conoscere il principale motivo di quella decisione.
sm. Padrone di un'azienda dal quale dipendono subordinati.
agg. chief, main. sf. employer, manager.
lat. principalis, deriv. da princeps,-ipis primo, principale.
principalménte, avv. Massimamente, soprattutto. ~ essenzialmente.
principàto, sm. Nobiltà e titolo di principe.
sm. principality.
• Presso gli antichi romani indicava la forma di governo dell'impero nei primi secoli (I e II sec.), prendendo il nome dal princeps, contrapposto in seguito al dominus, dal III sec., tipico di una concezione più assolutistica nella guida dello stato.
Nel corso del periodo medievale il principato indicava una forma di governo successivo alla signoria, che prevedeva che la funzione di governo fosse riconosciuta dall'autorità imperiale o papale.
prìncipe, agg. e sm. agg. Principale, più importante. • il motivo principe.
sm. 1 Figlio di un re o imperatore. • principe azzurro, il personaggio buono delle fiabe. 2 Sovrano di un principato. 3 Chi eccelle per meriti. 4 Soldato della legione romana che combatteva in prima o seconda fila.
sm. prince.
lat. princeps,-ipis primo, comp. da primus primo + cap-, da capere prendere.
Principe delle donne, Il Film commedia, americano (1992). Regia di Reggie Hudlin. Interpreti: Eddie Murphy, Robin Givens, Halle Berry. Titolo originale: Boomerang
Principe delle maree, Il Film drammatico, americano (1991). Regia di Barbra Streisand. Interpreti: Barbra Streisand, Nick Nolte, Kate Nelligan. Titolo originale: The Prince of Tides
Principe e il povero, Il Romanzo di M. Twain (1882).
Principe e la ballerina, Il Film commedia, americano (1957). Regia di Laurence Olivier. Interpreti: Laurence Olivier, Marilyn Monroe, Sybil Thorndyke. Titolo originale: The Prince and the Showgirl
Prìncipe Edoàrdo Isola del Canada, nella nuova Scozia, costituisce la provincia omonima. Capoluogo Charlottetown.
Principe Federico di Homburg, Il Dramma di H. von Kleist (1821). Nella notte che precede la battaglia (avvenuta nella realtà a Fehrbellin nel 1675), il Principe di Homburg sogna la gloria e, sonnambulo, recupera un guanto della nipote dell'Elettore di Brandemburgo, Natalia. Al risveglio, il guanto costituisce un enigma che rende il Principe distratto quando vengono impartiti gli ordini per la battaglia. Senza attendere l'ordine dell'Elettore, Homburg attacca d'iniziativa gli svedesi e vince la battaglia. L'Elettore ammira il coraggio, ma punisce la sua indisciplina, deferendolo alla corte marziale. L'Elettore lascia a lui la scelta: Homburg accetta la morte. Mentre, bendato, attende davanti al plotone di esecuzione, arriva per lui la grazia. Homburg cade svenuto. È considerato il capolavoro di Kleist.
Principe felice, Il Favola di O. Wilde (1888).
Principe Igor, Il Opera in un prologo e cinque atti di A. Borodin, libretto proprio (San Pietroburgo, 1890).
Principe, Il Scritto politico di N. Machiavelli (1513). Sintesi delle esperienze compiute dall'autore nelle sue missioni politiche per conto della Repubblica Fiorentina e delle riflessioni sulla storia dell'antica Roma. Nell'opera, Machiavelli esamina i vari tipi di principato, cercando di individuare i mezzi che consentono di conquistarlo e di mantenerlo. Un'attenzione particolare viene dedicata ai problemi dell'uso della violenza, considerata opportuna se impiegata per assoluta necessità, e delle milizie. Machiavelli giudica l'uso dei mercenari come una delle cause della debolezza degli stati italiani. Entrando nel dettaglio del comportamento del principe con i sudditi e con gli amici, Machiavelli ritiene che il principe deve saper utilizzare l'astuzia della volpe e la forza del leone e anche essere non buono se ciò è richiesto dalla conservazione dello stato. Il capitolo conclusivo è un forte invito a un principe nuovo di straordinaria virtù che sappia liberare l'Italia dai barbari stranieri (a ognuno puzza questo barbaro dominio). Opera coraggiosa che, a differenza dei trattati diffusi in quel tempo, definisce una concezione della politica autonoma dalla morale e dalla religione. La tesi secondo cui il mantenimento della stabilità di uno stato giustifica anche azioni moralmente riprovevoli è stata spesso interpretata semplicisticamente come equivalente all'affermazione che il fine giustifica i mezzi.
principésco, agg. (pl. m.-chi) Relativo a principe. ~ aristocratico, nobile. <> plebeo.
principéssa, sf. La moglie o la figlia di un principe.
sf. princess.
Principessa Brambilla, La Racconto di E. T. A. Hoffmann (1822).
Principessa della czarda, La Operetta in tre atti di E. K´lman, libretto di L. Stein e B. Jenbach (Vienna, 1915).
Principessa di Clèves, La Romanzo di M. M. contessa di La Fayette (1678).
Principessa sul pisello, La Favola di H. Ch. Andersen contenuta in Fiabe (1835-1872).
Principi di economia politica Opera di economia di J. S. Mill (1848).
Principi di una scienza nuova Opera di filosofia di G. Vico (1725, 1730, 1744).
Principia mathematica Opera di matematica di B. Russell con A. N. Whitehead (1910-1913).
principiànte, sm. e sf. Chi da poco tempo è dedito a un'arte, una scienza e simili. ~ esordiente, novellino. <> esperto, navigato.
sm. e sf. beginner.
principiàre, v. v. tr. Dare principio, iniziare. ~ incominciare. <> concludere, finire.
v. intr. Avere principio.
princìpio, sm. 1 L'atto e il modo con cui si comincia. 2 Luogo e tempo iniziale. 3 Proposizione fondamentale di una dottrina o di una scienza. ~ concetto, convinzione.
sm. 1 start, beginning. 2 (origine) cause. 3 (norma) principle.
• In filosofia è uno dei concetti alla base del pensiero occidentale, individuato dalla scuola ionica come origine di tutte le cose; in seguito, a un puro significato di carattere temporale, si affiancarono anche valori logici e gnoseologici. Dunque il principio divenne il fondamento dei ragionamenti; per esempio, Aristotele fece del principio di contraddizione il fondamento della logica formale.
Il principio attivo è una sostanza che esplica un'attività specifica, di solito di carattere farmacologico.
Principio dialogico, Il Opera di filosofia di M. Buber (1947).
Principio speranza, Il Opera di filosofia di E. Bloch (1954-1959).
princisbécco, sm. (pl.-chi) Lega di rame, stagno e zinco, di aspetto simile all'oro.
Pringle Pattison, Andrew Seth (Edimburgo 1856-Selkirk 1931) Filosofo scozzese. Dopo aver studiato in Scozia e in Germania, divenne insegnante di filosofia a Edimburgo. Tra i suoi saggi, The Development from Kant to Hegel (1882), Hegelianism and Personality (1887) e The Idea of Immortality (1922).
Priòcca Comune in provincia di Cuneo (1.784 ab., CAP 12040, TEL. 0173).
Priòla Comune in provincia di Cuneo (853 ab., CAP 12070, TEL. 0174).
Priòlo Gargàllo Comune in provincia di Siracusa (11.466 ab., CAP 96010, TEL. 0931). Centro industriale (prodotti chimici derivati dalla lavorazione del petrolio). Gli abitanti sono detti Priolesi.
prióne, sm. Agente patogeno che causa una malattia degenerativa del sistema nervoso delle pecore. Il suo nome deriva da proteinaceous e da infectious particle. È costituito da una sola molecola e ha struttura più semplice di quella dei virus. Nell'uomo sarebbe responsabile delle encefalopatie spongiformi.
prióra, sf. Superiora di un convento di monache.
prioràle, agg. Relativo a priore.
prioràto, sm. 1 Ufficio, dignità di priore. 2 La sede del priore.
prióre, sm. 1 Superiore di alcuni ordini monastici. ~ abate. 2 Alto dignitario.
sm. prior.
priorità, sf. 1 L'essere anteriore. 2 Precedenza, superiorità. ~ prelazione.
sf. priority.
lat. mediev. prioritas,-atis, deriv. da prior primo tra due.
prioritàrio, agg. Che ha la priorità. ~ primario, principale.
Pripjat Fiume (775 km) che nasce in Ucraina nel settore nordoccidentale della Volinia. Confluisce nel fiume Dnepr.
Priscìlla (catacombe di) Complesso di catacombe e ipogei che si trova sulla via Salaria a Roma.
priscillianésimo, sm. Dottrina e setta religiosa antitrinitaria fondate da Priscilliano.
prìsco, agg. (pl. m.-ci) Antico.
Prìsco, Michèle (Torre Annunziata, Napoli 1920-) Scrittore. Tra le opere La provincia addormentata (1949), Una spirale di nebbia (1966), Le parole del silenzio (1981), Lo specchio della sera (1984), Terre basse (1992), Il cuore della vita (1995).
prìsma, sm. In geometria il prisma è un poliedro che ha come basi due poligoni uguali, situati su piani paralleli, e come facce i parallelogrammi costruiti unendo i vertici corrispondenti delle basi. L'altezza del prisma è la distanza fra le basi, mentre gli spigoli sono i segmenti che delimitano le facce del prisma. L'estensione del prisma corrisponde al prisma indefinito, ossia lo spazio descritto da un poligono che si muove in una direzione non parallela al suo piano, con un moto rettilineo o traslatorio.
In ottica il prisma è un solido composto da una sostanza trasparente che viene utilizzato per studiare fenomeni di riflessione, rifrazione, polarizzazione.
sm. prism.
prismàtico, agg. (pl. m.-ci) 1 Relativo a prisma. 2 Che ha forma di prisma.
prismatòide, sm. Solido poliedrico i cui vertici appartengono all'uno o all'altro dei due piani paralleli su cui si trovano le basi formate da due poligoni arbitrari.
prismòide, sm. Prismatoide in cui le basi sono costituite da due poligoni con lo stesso numero di lati.
Pristina Città (109.000 ab.) della Federazione iugoslava, nella Serbia, capoluogo dell'unità amministrativa autonoma del Kosovo. Mercato agricolo dei prodotti della regione (tabacco, frutta e cereali). Nella zona si trovano giacimenti di rame e zinco. Le industrie presenti sono quelle alimentari, tessili, del legno, meccaniche, elettriche e della ceramica. Artigianato di metalli preziosi.
prìstino, agg. Di prima, anteriore.
Pristiofòridi Famiglia di Pesci squaliformi caratterizzati dalla presenza di un'appendice piatta e stretta, dentellata ai lati che prosegue il muso, nella parte inferiore della quale sono situati due barbigli che servono per individuare le prede.
pritanèo, sm. Nelle città e nei santuari autonomi dell'antica Grecia, edificio pubblico riservato ai magistrati più alti, adibito ad archivio di stato, che aveva un particolare significato simbolico in quanto rappresentava il sacro focolare dello stato.
pritàno, sm. Nell'antica Grecia, ognuno dei cinquanta membri della sezione della bulè ateniese che rappresentava la commissione permanente della bulè stessa.
privacy, sf. invar. La vita privata dell'individuo. Il 2 gennaio 1998 è entrata in vigore la legge sulla privacy che tutela la riservatezza dei dati personali in ogni loro forma, dalle archiviazioni in banche dati elettroniche, alle notizie pubblicate sui giornali sullo stato di salute dei cittadini.
privàre, v. v. tr. Togliere, lasciare senza. ~ sottrarre. <> tenere.
v. rifl. Lasciarsi volontariamente senza qualcosa. ~ togliersi. <> tenersi.
v. tr. to deprive.
lat. privare, deriv. da privus.
privatìsta, sm. e sf. (pl.-i) Scolaro che ha studiato privatamente e si presenta a dare gli esami in scuole pubbliche.
privatìstico, agg. (pl. m.-ci) 1 Relativo al diritto privato. 2 Riferito all'economia privata.
privatìva, sf. 1 Facoltà concessa in modo esclusivo a una persona di fare o godere una cosa. 2 Il monopolio dei sali e tabacchi.
privatìvo, agg. 1 Che ha forza di privare. 2 Detto di prefisso che indica negazione.
privatizzàre, v. tr. Rendere privato.
privatizzazióne, sf. Effetto e atto del privatizzare.
privàto, agg. e sm. agg. 1 Che è proprio della persona singola. ~ individuale. <> collettivo, pubblico. • in privato, senza farsi osservare dalla gente. 2 Che non riguarda l'intervento dello Stato. • scuola privata, iniziativa privata.
sm. Chi non ha cariche pubbliche.
agg. private. sm. private citizen.
lat. privatus.
privazióne, sf. Il privare; il privarsi. ~ astensione, rinuncia.
sf. hardship, privation.
lat. privatio,-onis.
Privèrno Comune in provincia di Latina (13.289 ab., CAP 04015, TEL. 0773). Centro agricolo (coltivazione di viti, olive, ortaggi e frutta), dell'allevamento suino e bovino e industriale (prodotti tessili e alimentari). Originariamente appartenente ai volsci, venne chiamato Privernum; fu poi conquistato dai romani. Vi si trovano la chiesa di San Benedetto, del IX sec., il duomo del XIII sec. e il palazzo del Comune, costruito tra il XIII e il XIV sec. Gli abitanti sono detti Privernati o Privernesi.
privilegiàre, v. tr. Concedere un privilegio. ~ agevolare, aiutare. <> boicottare, ostacolare.
v. tr. to favour.
privilegiàto, agg. e sm. Che ha un privilegio. ~ avvantaggiato, favorito. <> svantaggiato, sfavorito.
agg. e sm. privileged.
privilègio, sm. 1 Diritto speciale concesso a qualcuno. 2 Documento sovrano pontificio medievale di concessione di diritti vari. 3 Esenzione, immunità.
sm. privilege.
prìvo, agg. Sprovvisto, mancante. ~ sfornito. <> dotato, fornito.
agg. lacking, devoid.
Prìzzi Comune in provincia di Palermo (6.254 ab., CAP 90038, TEL. 091).
PRM Sigla di Public Relations Man (addetto alle pubbliche relazioni).
pro, prep. e sm. prep. In favore di. ~ a vantaggio di, nell'interesse di. <> a danno di, a scapito di.
sm. indec. Favore, vantaggio.
prep. on behalf of, for. sm. benefit, advantage.
pro aris et focis, loc. avv. Espressione latina che significa letteralmente "per gli altari e per i focolari" e che viene usata praticamente col significato di "in difesa degli interessi pubblici e privati".
pro bono pacis, loc. avv. Espressione latina che significa "per amor di pace". Viene usata per sottolineare che si è fatta una concessione al solo scopo di evitare discussioni.
pro càpite, loc. avv. Espressione latina che significa "a testa".
pro die, loc. avv. Espressione latina che significa "al giorno" e viene utilizzata soprattutto nelle ricette mediche.
pro domo sua, loc. avv. Espressione latina che significa "per la propria casa". Ha origine dall'omonima orazione di Cicerone e indica un discorso o un comportamento che mira a difendere il proprio interesse privato.
pro loco, loc. sost. f. invar. Espressione latina che significa "in favore del luogo". Indica un'azienda turistica che si propone di promulgare iniziative atte a incentivare l'afflusso dei turisti nella località di villeggiatura in cui si trova.
Pro Quinctio Opera di oratoria di M. T. Cicerone (81 a. C.).
pro tempore, loc. avv. Espressione latina il cui significato è "per un certo tempo"; sta a indicare la provvisorietà di un incarico.
proàvo, sm. Bisnonno, bisavolo.
probàbile, agg. 1 Che è possibile accada. 2 Che è ragionevole credere. ~ credibile, plausibile. <> improbabile.
agg. likely, probable.
lat. probabilis, deriv. da probare approvare.
probabiliorìsmo, sm. Sistema della teologia morale cattolica secondo il quale, quando ci si trova in dubbio sul fatto che un'azione sia o non sia lecita legalmente, si deve seguire sempre l'opinione che sembra avere il maggior grado di probabilità di essere lecita. Si diffuse soprattutto nel XVIII sec. in contrapposizione a probabilismo ed equiprobabilismo.
probabilìsmo, sm. Dottrina scettica sorta presso la nuova Accademia. Il probabilismo si pone a metà strada fra gli atteggiamenti estremi del dogmatismo, da una parte, e dello scetticismo, dall'altra, sostenendo che, per quanto una conoscenza certa non esista, si può tuttavia operare una distinzione fra le conoscenze più probabili e quelle meno probabili.
probabilìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Seguace del probabilismo.
probabilìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al probabilismo.
probabilità, sf. 1 L'essere probabile. 2 La misura in cui si ritiene che un avvenimento si possa verificare. ~ possibilità.
sf. probability.
lat. probabilitas,-atis.
• In matematica indica una misura della possibilità (o del grado di fiducia) che avvenga un dato evento aleatorio; la probabilità viene espressa con valori tra 0 e 1 (=100%) (un evento impossibile ha probabilità 0, uno certo ha probabilità 1).
Calcolo delle probabilità
Il calcolo delle probabilità è lo strumento matematico che viene utilizzato per lo studio di problemi la cui soluzione dipende dal caso. B. Pascal e P. Fermat sono considerati i pionieri del calcolo delle probabilità e ne hanno delineato alcuni concetti di base; se inizialmente lo studio di questi problemi era legato al gioco d'azzardo e a problemi "assicurativi", in seguito ha assunto un'importanza notevole in tutte le discipline scientifiche e socio-economiche.
probabilménte, avv. In modo probabile, presumibilmente, forse.
probandàto, sm. Periodo di prova che precede il noviziato o il postulato.
probàndo, sm. Chi desidera entrare in un ordine religioso.
probànte, agg. Che costituisce prova. ~ convincente, dimostrativo. <> opinabile.
probatìvo, agg. Che ha lo scopo di provare; che tende a provare.
probatòrio, agg. Che costituisce una prova, probativo.
probità, sf. 1 La virtù di chi è probo, onesto. 2 Integrità di coscienza e di costumi, onestà.
probivìri, sm. Arbitri in certe vertenze speciali.
problem solving, loc. sost. m. invar. Metodo pedagogico per la soluzione dei problemi consistente nella ricerca di nuove combinazioni di dati o di regole noti.
espressione inglese che significa soluzione di problema.
problèma, sm. (pl.-i) 1 Questione da risolvere, partendo da determinate premesse e adottando un ragionamento logico. ~ interrogativo, quesito. <> risposta, soluzione. • problema di fisica. 2 Aspetto complesso da risolvere. • il problema della disoccupazione.
sm. problem.
lat. problema,-atis, dal greco pròblema, deriv. da probàllein proporre.
• Essere o non essere, questo è il problema. Nota frase del monologo di Amleto (Shakespeare).
problemàtica, sf. Complesso dei temi e dei problemi connessi a una scienza o a una questione. ~ situazione, condizione.
problematicìsmo, sm. Corrente filosofica e di pensiero secondo la quale i vari aspetti della realtà non possono mai essere interpretati in modo definitivo.
problematicità, sf. L'essere problematico.
problemàtico, agg. (pl. m.-ci) 1 Che costituisce problema. ~ arduo, difficile. <> comodo, facile. 2 Che è difficile da capire o risolvere. • questione problematica. 3 Che propone problemi o li affronta. LOC. scritto problematico.
greco problematikòs.
pròbo, agg. Che è onesto, integro. ~ corretto. <> improbo.
lat. probus.
Pròbo, Màrco Aurèlio (232-282) Nel 276, alla morte di Tacito, i soldati lo elessero imperatore. Cacciò i goti dall'Asia Minore e i franchi e gli alamanni dalla Gallia. Inoltre batté vandali, sarmati e burgundi. Morì assassinato dai soldati.
proboscidàto, agg. Fornito di proboscide.
probòscide, sf. 1 Lunga appendice prensile propria dell'elefante. 2 Appendice della bocca di alcuni insetti, utilizzata per succhiare il nettare dai fiori.
sf. trunk.
Proc. Gen. Sigla di Procuratore Generale.
procàccia, sm. invar. Chi porta lettere, pacchi e simili.
procacciaménto, sm. 1 L'azione del procacciare e del procacciarsi. 2 Modo di procacciare.
procacciàre, v. v. tr. Darsi da fare per avere, procurare. ~ reperire.
v. rifl. Adoperarsi per avere una cosa.
v. tr. to obtain, to get.
procacciatóre, agg. e sm. Che, o chi procaccia.
Procaccìni, Giùlio Césare (Bologna 1574-Milano 1625) Pittore. Tra le opere Miracoli di San Carlo (1610, Milano, Duomo) e Nozze mistiche di Santa Caterina (ca. 1615, Milano, Brera).
Procaccìni, Terèsa (Cerignola, Foggia 1934-) Compositrice italiana. Ha composto musica per organo e per piano e l'opera teatrale La vendetta di Luzbel (1972).
procàce, agg. Sfacciato, provocante. ~ seducente, piacente.
procacità, sf. L'essere procace.
procariòte, o procariòtico, agg. e sm. (pl. m.-ci) Di organismo unicellulare la cui cellula costituente non ha un nucleo distinto e mitocondri, ma presenta particolari ribosomi. <> eucariote.
Procàvidi Famiglia di Mammiferi iracoidi (la sola esistente) a cui appartengono animali erbivori dalla struttura tozza, chiamati anche iraci o procavie.
procèdere, v. intr. 1 Andare avanti, camminare avanzando. ~ proseguire, avanzare. <> fermarsi. 2 Progredire. ~ evolversi. <> regredire. • gli affari non procedevano bene. 3 Dare inizio, avviare. • decisero di procedere con quanto avevano stabilito. 4 Processare. • procedere secondo la legge.
v. intr. 1 to proceed, to go on. 2 (iniziare) to start. 3 (agire) to act.
lat. procedere, comp. da pro-, avanti + cedere andare.
procedìbile, agg. Relativo ad azione giudiziaria che può aver corso.
procedibilità, sf. L'insieme di tutti i requisiti processuali necessari affinché un procedimento possa avere corso.
procediménto, sm. 1 L'azione del procedere e il modo di comportarsi. ~ condotta. 2 Svolgimento di un'operazione. • il procedimento seguito era corretto, ma i calcoli erano sbagliati. 3 Insieme di atti giuridici. • procedimento penale.
sm. 1 procedure. 2 (tecn.) process.
procedùra, sf. 1 Il modo in cui si deve procedere. 2 Le norme da seguire nello svolgimento di un processo.
sf. procedure.
• In informatica indica un'unità di programmazione presente in alcuni linguaggi. Si tratta di un insieme di comandi che svolgono un determinato compito e che vengono richiamati nel corso di un programma principale mediante il nome loro assegnato.
Procedura di sincronizzazione (handshake)
Viene utilizzata in informatica prima di avviare la comunicazione tra dispositivi preposti al trasferimento di informazioni. La procedura può consistere in uno scambio di segnali per mezzo dei quali due apparecchiature, come un computer e una stampante, dichiarano la propria disponibilità (o indisponibilità) a trasmettere o ricevere (handshake hardware), oppure eseguono un vero e proprio dialogo preliminare al trasferimento dei dati per stabilire il protocollo di trasmissione (handshake software), come nel caso del collegamento tra due modem tramite la linea telefonica.
proceduràle, agg. Che è attinente a procedura.
procedurìsta, sm. e sf. (pl.-i) Giurista esperto nel diritto processuale.
proceleusmàtico, agg. (pl. m.-ci) Piede di quattro tempi con quattro sillabe brevi.
procèlla, sf. Tempesta, burrasca.
Procellarifórmi, o Procellariifórmi Ordine di Uccelli marini ottimi volatori con il becco dritto, a uncino nel tratto finale, e narici molto ravvicinate o laterali alla ranfoteca.
procellóso, agg. Tempestoso.
Procèno Comune in provincia di Viterbo (651 ab., CAP 01020, TEL. 0763).
processàbile, agg. Che si può processare.
processàre, v. tr. Sottoporre a processo.
v. tr. to try.
processionàle, agg. e sm. agg. 1 Della processione. 2 Relativo alla processione.
sm. Libro liturgico contenente i canti usati durante le processioni.
processionària, sf. Insetto (noto anche come processionaria delle querce, Thaumetopoea processionea) della famiglia dei Taumetopeidi e dell'ordine dei Lepidotteri. Lunga fino a 2 cm circa, si nutre di foglie provocando, allo stato di larva, danni agli alberi. Le larve si muovono a terra, sui tronchi e sui rami in fila indiana, come in processione, da cui il nome.
processióne, sf. 1 Corteo religioso che percorre la chiesa o le strade, cantando salmi e preghiere. ~ sfilata. 2 Insieme di persone che procedono in fila, secondo un certo ordine. • la processione dal sindaco sembrava interminabile.
sf. procession.
lat. processio,-onis avanzata, deriv. da procedere andare avanti.
procèsso, sm. 1 Successione di fatti tra loro connessi. 2 Modo di procedere per ottenere un determinato scopo. ~ procedura. 3 Procedimento giudiziario. ~ pendenza, vertenza.
sm. 1 process. 2 (civile) lawsuit. 3 (dir.) proceedings, trial.
• In diritto il processo è l'insieme degli atti con cui il giudice perviene alla pronuncia di un provvedimento. Il processo civile viene promosso dalla parte lesa, che chiama in giudizio la parte che ne ha leso i diritti. È il giudice istruttore a occuparsi del processo, raccogliendo gli elementi di giudizio e ascoltando le parti, per emettere infine la sentenza. Il processo penale è un procedimento avviato per stabilire se chi è accusato di aver commesso un reato sia colpevole o innocente, sulla base della notizia di reato, fornita alle autorità giudiziarie da privati o dalle forze di pubblica sicurezza. Il processo è formato da varie fasi, fra cui quella iniziale di raccolta delle prove al fine di stabilire se archiviare il reato o procedere con il giudizio, quella dell'udienza preliminare, in cui si presentano al giudice il pubblico ministero, il giudice delle indagini preliminari, l'imputato e il difensore, e quella del dibattimento.
Processo a Gesù Dramma di D. Fabbri (1955).
Processo e morte di Socrate Testo teatrale curato da E. Zacconi, comprende le opere: il Fedone e il Critone di Socrate, e l'Apologia di Socrate di Platone (1939).
Processo, Il Romanzo di F. Kafka (1924). Primo dei tre romanzi di Kafka (gli altri due sono Il Castello e Il disperso o America), venne pubblicato postumo a cura dell'amico ed esecutore testamentario di Kafka, Max Brod. Il protagonista, Joseph K., impiegato di banca, una mattina viene svegliato e arrestato da due uscieri del tribunale. O meglio, viene messo sotto processo, ma lasciato libero di recarsi al lavoro consueto. L'udienza del processo dovrebbe svolgersi in uno squallido stabile di periferia. In realtà, l'udienza non ha luogo. Intanto, sembra che tutti siano a conoscenza del processo; anche un cliente della banca che invita Joseph a recarsi dal pittore Tintorelli, ritrattista ufficiale dei giudici, il quale potrebbe influire sull'esito del suo processo. Successivamente il protagonista assiste a un sermone nel duomo deserto: il prete racconta la parabola dell'uomo che se ne sta tutta la vita davanti alla porta della Legge e che solo in punto di morte viene a sapere che era stata lasciata aperta appositamente per lui. Nell'ultimo episodio, alla vigilia del suo trentunesimo compleanno, Joseph viene condotto via dalla sua pensione da due signori in nero, che lo portano fuori città in una cava abbandonata, dove lo uccidono senza nemmeno comunicargli il motivo della condanna e il delitto di cui è accusato.
Come tutti gli scritti di Kafka, Il processo è stato oggetto di varie analisi, alla ricerca di un'interpretazione complessiva dell'opera. Il tema della colpa è stato di volta in volta visto come allusione alla colpa biblica originale che pesa su tutti gli uomini, alla colpa di essere ebreo o di essere scrittore.
Processo, Il
Film drammatico, austriaco (1947). Regia di Georg Wilhelm Pabst. Interpreti: Ernst Deutsch, Ewald Balser, Gustav Diessl. Titolo originale: Der Prozess
Processo, Il
Film drammatico, francese /italiano (1962). Regia di Orson Welles. Interpreti: Anthony Perkins, Jeanne Moreau, Orson Welles. Titolo originale: Le procès
processuàle, agg. Attinente al processo giudiziario. • le spese processuali furono tutte a suo carico; norme processuali, l'insieme delle norme che disciplinano lo svolgimento dei processi.
Prochorov, Aleksandr M. (Atherton 1916-) Fisico russo. Compì importanti ricerche sui laser; nel 1964, con N. G. Basov e C. H. Townes, fu insignito del premio Nobel.
Pròci Personaggi omerici, principi di Itaca, capeggiati da Antinoo, alla partenza di Ulisse insidiarono la moglie Penelope. Al suo ritorno Ulisse li uccise tutti.
Pròcida Isola del Tirreno al largo delle coste campane. Ha un'estensione di 3,7 km2 e un'altezza massima di 91 m. Di origine vulcanica è formata da quattro crateri; il suolo è costituito da tufi giallastri in profondità e da uno strato grigio in superficie. Il suolo fertile è coltivato a vite, agrumi, ortaggi. Fiorente la pesca e il turismo balneare. Nella parte più alta dell'isola ha sede una colonia penale. Regolari servizi di navigazione la collegano con Napoli, Pozzuoli e Ischia.
Procida
Comune in provincia di Napoli formato dalle isole di Procida e di Vivara (10.559 ab., CAP 80079, TEL. 081).
procìnto, sm. Essere sul punto di fare qualcosa.
sm. about to do.
Procióne Stella binaria, di colore bianco giallo, molto luminosa (magnitudine 0,5); per tale ragione risulta essere la più splendente della costellazione del Cane minore e ottava di tutto il cielo.
procióne, sm. Mammifero carnivoro (Procyon) appartenente alla famiglia dei Procionidi, diffuso in America. Fra le varie specie esistenti, quella più conosciuta è il cosiddetto procione lavatore, od orso lavatore (Procyon lotor); caratterizzato da una lunga coda pelosa dalla colorazione ad anelli grigi e scuri alternati, folta pelliccia grigiastra, il procione lavatore vive nelle foreste dell'America settentrionale e centrale e si nutre di vegetali e piccoli animali, che ha l'abitudine di lavare nell'acqua prima di mangiare. È un animale mite e viene facilmente addomesticato.
sm. raccoon.
Prociònidi Famiglia di Mammiferi Carnivori diffusi in Asia e America. Vi appartengono i procioni, i kunkajou e i coati.
proclàma, sm. (pl.-i) Dichiarazione solenne fatta da persona investita di autorità. ~ annuncio, bando, editto.
sm. proclamation.
proclamàre, v. tr. 1 Pubblicare o dichiarare solennemente. ~ affermare. 2 Nominare. • non potevano ancora proclamare il vincitore del concorso. 3 Difendere con forza, sostenere. • proclamava la sua innocenza.
v. tr. 1 to proclaim. 2 (dichiarare) to declare.
lat. proclamare, gridare.
proclamazióne, sf. Il proclamare.
lat. proclamatio,-onis grida.
Proclèmer, Ànna (Trento 1923-) Attrice teatrale. Ha interpretato autori classici e moderni. Esordì nel 1942 con Minnie la candida di Massimo Bontempelli. Moglie dello scrittore Vitaliano Brancati. Lavorò con il Teatro universitario di Roma, il Teatro delle Arti, la Compagnia Pagnani-Cervi, il Teatro dell'Arte e il Piccolo Teatro di Milano. Interpretò anche alcuni lavori per la televisione, dopo averli presentati in teatro. Tra le interpretazioni di successo, La figlia di Iorio di G. D'Annunzio, Spettri di H. Ibsen, Maria Stuart di F. Schiller, Giorni felici di S. Beckett.
pròclisi, sf. invar. Fenomeno per cui una parola priva di accento si appoggia alla parola tonica seguente.
proclìtico, agg. (pl. m.-ci) Detto di parola in cui si verifica proclisi.
proclìve, agg. Propenso, disposto. ~ favorevole. <> avverso, contrario.
Pròclo (Costantinopoli 412-485?) Filosofo greco. Tra le opere Commentari ai Dialoghi di Platone e Institutio theologica.
proclorìte, sf. Secondo alcuni autori, sinonimo di ripidolite.
Pròcne Personaggio mitologico, sorella di Filomena. Fu trasformata in usignolo.
procombènte, agg. Di ramo di pianta che si diparte da un fusto eretto, si dirige inizialmente verso terra, quindi si orienta verso l'alto.
procómbere, v. intr. Cadere bocconi.
proconsolàre, agg. Nell'antica Roma, relativo al proconsole, alla sua carica e alla provincia che governava.
proconsolàto, sm. La carica del proconsole e la relativa durata.
procónsole, sm. Il console al quale il senato romano affidava un comando militare o il governo di una provincia.
procònsolo, sm. Titolo che in alcune città, durante il periodo comunale, veniva attribuito al rettore dell'Arte dei giudici e dei notai.
Procòpio (325-366) Fu un usurpatore dell'impero romano e riuscì a controllare i territori di Tracia, Bitinia ed Ellesponto per un breve periodo. Imparentato con l'imperatore Giuliano, ricoprì un alto comando durante la sua spedizione contro i persiani. Nel 375 si fece proclamare imperatore a Costantinopoli, ma dopo un successo iniziale fu sconfitto presso Nacolea, consegnato a Valente e messo a morte.
Procòpio di Cesarea (Cesarea 500 ca.-Costantinopoli 565 ca.) Storico bizantino. Ricoprì l'incarico di segretario di Belisario dal 527 al 540 circa; scrisse la Storia delle guerre di Giustiniano (in otto libri), Sugli edifici di Giustiniano (sei libri) e soprattutto la Storia segreta, pubblicata dopo la morte dell'imperatore, in cui mette in luce gli intrighi di corte di Giustiniano e Teodora.
Procòpio il Grànde (1380 ca.-Lipany 1434) Ecclesiastico boemo. Capo degli hussiti radicali, guidò l'esercito taborita nel corso della quarta e della quinta crociata. Nel 1433 diresse l'ambasceria boema che si recò al concilio di Basilea per intavolare le trattative di pace con l'imperatore Sigismondo. La sua intransigenza provocò la reazione degli hussiti moderati che con l'ausilio della borghesia e della nobiltà di Praga, desiderose di far cessare la guerra civile, fecero un compromesso con i membri del concilio. Procopio allora mosse guerra a costoro ma fu vinto e ucciso nel corso della battaglia di Lipany in Boemia.
procrastinàre, v. tr. Rimandare. ~ differire, posticipare. <> anticipare.
procreàre, v. tr. Generare. ~ moltiplicarsi, riprodursi.
v. tr. to procreate.
lat. procreare.
procreazióne, sf. Il procreare, generazione.
proct(o)- Primo elemento di parole composte.
dal greco prókt¿Ü¿s ano.
proctìte, sf. Infiammazione della zona anale.
proctologìa, sm. Settore della medicina interna che studia le affezioni del retto e dell'ano.
proctostàsi, sf. Stasi di feci nel retto provocata da alterazioni della sensibilità allo stimolo della defecazione.
proctotomìa, sf. Sezione chirurgica del retto effettuata per diversi motivi. ~ rettotomia.
Proctotrùpidi Famiglia di Insetti Imenotteri terebranti a cui appartengono numerose specie alcune delle quali sono parassite di Insetti nocivi alle coltivazioni. Hanno livree variopinte o di colore nero lucido. ~ serfidi.
procùra, sf. 1 Scrittura legale che dà a una persona la facoltà di operare per conto di un altro. 2 Ufficio di procuratore.
sf. 1 proxy, power of attorney. 2 (sede) solicitor's office, attorney's office.
procuràre, v. tr. Provvedere, cercare. ~ reperire, trovare.
v. tr. 1 to get. 2 (causare) to cause.
procuratéssa, sf. La moglie del procuratore di San Marco nella repubblica di Venezia.
procuratoràto, sm. L'ufficio e la carica del procuratore.
procuratóre, sm. 1 Chi procura. 2 Chi rappresenta altri, agendo per loro conto, mediante una procura. 3 Il magistrato che promuove l'azione giudiziaria.
sm. 1 (persona) attorney, proxy. 2 (legale) attorney-at-law, attorney. 3 (generale) public prosecutor. 4 (sostituto) investigating magistrate.
• Il procuratore legale è un professionista iscritto all'albo degli avvocati e procuratori, che può rappresentare le parti nelle cause civili. Il procuratore della repubblica rappresenta il pubblico ministero presso i tribunali; il procuratore generale della repubblica rappresenta il pubblico ministero presso le corti d'appello.
procurazióne, sf. 1 Nel diritto canonico, usato al plurale, prestazioni di vitto e alloggio che il parroco di una diocesi deve offrire al vescovo in occasioni delle visite pastorali. 2 Nel medioevo, obbligo del vassallo a offrire alloggio al signore in passaggio per le sue terre; mansionatico. ~ albergaria.
Procùste Personaggio mitologico, ladro che torturava su un letto le sue vittime stirandone le membre se piccole, troncandole se lunghe. Teseo lo uccise nello stesso modo.
pròda, sf. Sponda.
pròde, agg. e sm. Valoroso, bravo. ~ coraggioso, gagliardo. <> codardo, pauroso, pavido.
Prodezz del Tecoppa, I Commedia di G. Stella, rifatta da E. Ferravilla (1870-1880).
prodézza, sf. L'essere prode. ~ ardimento, audacia. <> codardia, pavidità.
sf. feat, exploit.
Pròdi, Romàno (Scandiano 1939-) Economista e uomo politico italiano. Fu ministro dell'industria nel 1979 e assunse la direzione dell'IRI dal 1982 al 1989 e dal 1993 al 1994. Entrò in politica nel 1995 come candidato della formazione di centro-sinistra dell'Ulivo. Nel 1996 la coalizione si affermò alle politiche e Prodi divenne presidente del Consiglio, sostituito nell'ottobre 1998 da M. D'Alema. Nel 1999 è diventato presidente dell'Unione Europea.
pròdico, sm. (pl.-ci) A Sparta, nell'antica Grecia, tutore e reggente di un re minorenne, che veniva scelto tra gli agnati più prossimi.
prodière, sm. Marinaio addetto alle manovre di prua.
prodièro, agg. 1 Di prua, che sta a prua. 2 Detto di imbarcazione che procede a proravia di un'altra.
prodigalità, sf. L'essere prodigo. ~ generosità, munificenza. <> parsimonia, avarizia.
prodigàre, v. v. tr. Dare largamente per un fine degno. ~ offrire, profondere. <> lesinare. • prodigare lodi.
v. rifl. Adoperarsi in ogni maniera. <> risparmiarsi.
v. intr. pron. Dedicarsi completamente. • si prodigava per la buona riuscita del progetto.
v. tr. to lavish. v. intr. pron. to do one's outmost.
deriv. da prodigo.
prodìgio, sm. Fenomeno straordinario, miracolo, portento.
sm. 1 prodigy. 2 (meraviglia) marvel, wonder.
prodigióso, agg. Che ha del prodigio. ~ eccezionale, straordinario.
agg. phenomenal, prodigious.
lat. prodigiosus.
pròdigo, agg. (pl. m.-ghi) 1 Che spende o dona senza misura. ~ brillante. <> avaro. 2 Che mostra generosità verso gli altri. <> tirchio. • era una persona prodiga di consigli e di aiuti.
agg. lavish.
lat. prodigus, deriv. da prodigere, comp. da pro-, avanti + agere spingere.
proditoriaménte, avv. A tradimento.
proditòrio, agg. 1 Da traditore. ~ sleale. <> leale. 2 Commesso a tradimento. ~ vile. <> onesto, diretto.
prodótto, agg. e sm. agg. Generato, fatto, confezionato.
sm. Cosa generata dalla terra o ottenuta mediante un'attività umana. ~ articolo, creazione.
agg. 1 product. 2 (alimentare) pl. foodstuffs.
• In economia è un bene o un servizio risultato della trasformazione di altri beni o servizi; viene comunemente definito come prodotto anche un bene di consumo.
In matematica è il risultato della moltiplicazione, ma anche l'operazione in se stessa, mentre in algebra i prodotti notevoli sono alcuni dei modi di scomposizione di un polinomio nei suoi fattori.
pròdromo, sm. Segno precursore, indizio, sintomo.
producer, sm. invar. 1 Nel teatro equivale a director, sinonimo di regista. 2 Nel cinema, produttore.
producìbile, agg. Che si può produrre.
prodùrre, v. v. tr. 1 Far nascere, fruttare, fabbricare. ~ creare. <> distruggere, rovinare. • quella fabbrica non poteva produrre l'intero fabbisogno di una regione. 2 Causare un fenomeno. • dovevano stabilire la causa che aveva prodotto quegli strani effetti. 3 Presentare, allegare. ~ esibire. • l'avvocato produsse delle prove schiaccianti durante il processo.
v. rifl. Esibirsi.
v. tr. 1 to produce. 2 (generare) to bear.
lat. producere, comp. da pro-innanzi + ducere portare, incrociato con l'italiano condurre.
produttività, sf. Possibilità di produrre, rendimento.
sf. productivity.
• In economia è il rapporto tra quantità di prodotto ottenuto e mezzi impiegati per produrlo in un certo periodo di tempo. L'aumento del livello di produttività permette alle imprese di incrementare la propria competitività sul mercato, mediante la riduzione dei mezzi impiegati, dei costi di produzione e perciò del costo unitario del prodotto.
produttìvo, agg. 1 Atto a produrre. 2 Che produce. <> improduttivo.
agg. 1 productive. 2 (produzione) production.
produttóre, agg. e sm. agg. Che produce. • le nazioni produttrici di petrolio.
sm. 1 Chi produce. ~ fabbricante. 2 Agente di una ditta e simili che procura clienti e affari. 3 Chi finanza e dirige l'organizzazione dei film. ~ impresario. • produttore cinematografico.
agg. producing. sm. producer.
lat. productor,-oris che allunga.
produzióne, sf. Il produrre.
sf. 1 production. 2 (rendimento) output.
• In economia è l'insieme delle attività mirate alla trasformazione di beni per la creazione di nuovi beni. Con l'evoluzione delle attività umane il concetto di produzione si è notevolmente ampliato, abbandonando la semplice definizione di attività come quelle agricola ed estrattiva e le relative attività di trasformazione. Le attività produttive sono divise in tre diversi gruppi, quello primario, quello secondario e quello terziario. Attività primarie sono l'agricoltura, l'allevamento, la caccia e la pesca; secondarie sono le attività di trasformazione; i servizi sono considerati attività terziarie. Poiché l'obiettivo del produttore è quello di conseguire la massima utilità economica dal processo produttivo, in esso ha la massima importanza il costo dei mezzi utilizzati.
proedrìa, sf. 1 Titolo e funzione di poedro. 2 Nel teatro greco, la prima fila di posti. 3 Nell'antichità, soprattutto in Grecia, diritto riservato a magistrati e sacerdoti a sedere in posti privilegiati nelle assemblee, a teatro, ai giochi ecc.
proèdro, sm. 1 Ad Atene, ciascuno dei nove presidenti a cui era affidata la direzione delle sedute dell'ecclesia e della bulè. 2 Nell'antica Grecia, presidente di un'assemblea.
proemiàre, v. intr. Scrivere un proemio.
proèmio, sm. Parte introduttiva di un discorso, di un libro e simili. ~ prefazione, premessa.
sm. preface, introduction.
proencèfalo, sm. Vescicola cerebrale anteriore dell'embrione dalla quale si formano il diencefalo e il telencefalo.
proenzìma, sm. (pl.-i) In biochimica, il precursore di un enzima che viene secreto dalle cellule e necessita di uno o più attivatori per trasformarsi nell'enzima.
profanàre, v. tr. Violare ciò che è sacro. ~ calpestare, insultare. <> adorare, ossequiare.
v. tr. to desecrate.
profanatóre, agg. e sm. Che, o chi, profana, sacrilego.
profanazióne, sf. 1 Il profanare. 2 Sacrilegio, violazione. ~ empietà, scelleratezza.
profanità, sf. 1 Azione profana; discorso profano. ~ oltraggio. 2 Carattere di ciò che è profano. ~ dissacrazione.
profàno, agg. e sm. agg. 1 Che non appartiene alla religione, contrapposto a sacro. <> divino, sacro. 2 Non competente. <> capace, esperto. • era un profano in musica. 3 Terreno, non spirituale.
sm. 1 Chi non è consacrato alla vita religiosa. <> credente, devoto. 2 Non esperto, non competente.
agg. 1 (sacrilego) profane. 2 (non sacro) secular. 3 (incompetente) ignorant. sm. (incompetente) layman.
lat. profanus, comp. da pro-innanzi + deriv. da fanum tempio.
profàse, sf. In citologia, la prima fase della mitosi.
proferìre, v. tr. Pronunciare. ~ affermare, dichiarare.
v. tr. to utter.
professànte, agg., sm. e sf. Nella locuzione chiesa di professanti, comunità o chiesa protestante alla quale si viene ammessi dopo aver vissuto esperienze spirituali forti o tramite un'ammissione di fede personale.
professàre, v. v. tr. 1 Dichiarare pubblicamente un'opinione, un sentimento e simili. ~ esternare. <> celare. • sentiva il dovere di professarle il suo amore. 2 Fare solennemente i voti che obbligano il religioso alla regola. 3 Esercitare una professione. ~ lavorare, praticare. • non ha ancora deciso di professare l'avvocatura, nonostante sia laureato.
v. rifl. Dichiararsi.
v. tr. to profess.
lat. professus, p.p. di profitere dichiarare.
professionàle, agg. Che concerne la professione.
agg. 1 professional. 2 (scuola) vocational school.
professionalità, sf. Il carattere professionale di un'attività.
sf. professionalism.
professióne, sf. 1 Il professare. • professione di fede religiosa. 2 Esercizio di una disciplina o di un'arte. ~ attività, lavoro, mestiere. • giocatore di professione, che pratica a tempo pieno e guadagna di che vivere. 3 Espressione solenne dei voti che obbligano il religioso alla regola.
sf. profession.
lat. professio,-onis promessa, professione, deriv. da profiteri dichiarare, promettere.
Professione assassino Film giallo, americano (1972). Regia di Michael Winner. Interpreti: Charles Bronson, Jan-Michael Vincent, Keenan Wynn. Titolo originale: The Mechanic
Professione della signora Warren, La Commedia di G. B. Shaw (1894). La protagonista, signora Kitty Warren, è sfuggita alla povertà sfruttando la propria avvenenza per procurarsi l'agiatezza. Si è dedicata prima alla prostituzione poi allo sfruttamento di questa attività. La figlia Vivie vive negli agi senza conoscere la fonte della ricchezza; quando cercherà di sapere, scoprirà l'attività passata della madre e finirà col conoscerne anche l'attività attuale. Deciderà di vivere in modo indipendente mantenendosi con il proprio lavoro. Scritta, secondo le parole dello stesso Shaw premesse al testo della commedia, per attirare l'attenzione sul problema della prostituzione legata esclusivamente alle condizioni di povertà e di sfruttamento delle donne, l'opera ebbe problemi con la censura (l'autore la incluse tra le sue commedie sgradevoli, unpleasant plays).
Professione reporter Film drammatico, italiano (1974). Regia di Michelangelo Antonioni. Interpreti: Jack Nicholson, Maria Schneider, Ian Hendry.
professionìsmo, sm. 1 Condizione di chi è professionista. 2 Esercizio di uno sport per professione.
professionìsta, sm. e sf. (pl.-i) 1 Chi esercita una professione. 2 Chi pratica un'attività sportiva per mestiere.
sm. e sf. 1 professional. 2 (libero) freelance.
Professionisti, I Film western, americano (1966). Regia di Richard Brooks. Interpreti: Burt Lancaster, Lee Marvin, Claudia Cardinale. Titolo originale: The Professionals
professionìstico, agg. (pl. m.-ci) Riferito al professionismo o ai professionisti.
profèsso, agg. e sm. Che, o chi ha fatto professione di voti religiosi.
Professor Unrat, Il Romanzo di H. Mann (1905).
professoràle, agg. Relativo a professore.
professoràto, sm. Ufficio e dignità di professore.
professóre, sm. 1 Chi insegna nelle scuole secondarie o nell'università. ~ docente, educatore. <> analfabeta, ignorante. 2 Persona saccente.
sm. 1 teacher. 2 (universitario) professor.
profèta, sm. (pl.-i) Chi, per diretta ispirazione divina, ne comunica ad altri la volontà, le richieste e le intenzioni, riuscendo talvolta a prevedere avvenimenti futuri. ~ indovino, oracolo.
sm. prophet.
• Nella Bibbia i profeti hanno grande rilevanza; la loro attività era soprattutto rivolta ad affermare l'esistenza di un unico Dio, condannando la corruzione dei costumi e l'idolatria. Alcuni libri della Bibbia sono attribuiti a profeti (Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele).
Profeta, Il Opera in tre atti di G. Meyerbeer, libretto di E. Scribe (Parigi, 1849).
Profeta, Il
Prosa di K. G. Gibran (1923).
profetàre, v. tr. e intr. Predire il futuro, per ispirazione divina.
profetéssa, sf. 1 Donna con il dono della profezia. 2 Donna che dichiara di saper predire il futuro.
profètico, agg. (pl. m.-ci)Relativo a profeta. ~ oracolare.
profetìsmo, sm. 1 L'opera dei profeti. 2 La fase della storia ebraica antica caratterizzata dalla predicazione dei profeti.
profetizzàre, v. tr. e intr. Profetare.
profezìa, sf. 1 Predizione di cosa futura fatta dal profeta. ~ annuncio, vaticinio. 2 Pronostico. • le tue profezie si sono rivelate completamente errate. 3 Abilità profetica.
sf. prophecy.
lat. tardo prophetia, dal greco prophetèia.
profferìre, v. tr. Offrire.
proffèrta, sf. Offerta.
profìcuo, agg. Giovevole, vantaggioso. ~ fruttuoso, produttivo. <> infruttuoso, improduttivo.
agg. profitable, useful.
profilàre, v. v. tr. 1 Ritrarre nei contorni. ~ contornare, delineare. 2 Riassumere, descrivere negli aspetti essenziali. ~ delineare. 3 Effettuare delle lavorazioni meccaniche sul profilo di un pezzo. 4 Orlare.
v. rifl. Delinearsi, disegnarsi. • si profilava l'inizio di una sanguinosa guerra.
v. tr. to border, to edge. v. rifl. to be silhouetted, to stand out.
da pro-+ deriv. da filo.
profilàssi, sf. Branca della medicina che si occupa della prevenzione delle malattie, studiando tutte le misure necessarie, che possono essere di carattere igienico, per esempio la pulizia e la disinfezione, o farmacologico, utilizzando antibiotici, vaccini ecc. Grande importanza ha la profilassi delle malattie infettive, attuata ampiamente al fine di impedirne la comparsa e la diffusione. ~ prevenzione.
profilàto, agg. e sm. agg. 1 Ben delineato nei contorni, sottile. • naso ben profilato. 2 Fornito di orlo.
sm. Trave o barra metallica con profilo particolare. • profilato a U.
profilatóio, sm. Strumento per cesellare.
profilàttico, agg. (pl. m.-ci) 1 Relativo a profilassi, che appartiene alla profilassi. 2 Preservativo. ~ anticoncezionale.
agg. condom.
profilatùra, sf. 1 Il modo e l'effetto del profilare. 2 Orlatura sottile per ornamento.
profìlo, sm. 1 La linea di contorno di qualsiasi cosa. ~ bordo, margine. 2 I lineamenti di una persona, visti di fianco. • aveva un bel profilo signorile. 3 Breve descrizione delle caratteristiche. • le descrisse brevemente un profilo delle tematiche di quell'autore.
sm. 1 profile. 2 (contorno) outline. 3 (punto di vista) point of view.
deriv. da profilare.
profitènte, sm. e sf. Religioso o religiosa che sta per pronunciare i voti solenni.
profiterole, sm. invar. Dolce fatto con bignè ricoperti di cioccolata.
profittàre, v. intr. Fare profitto, guadagnare. ~ lucrare.
v. intr. to profit by.
profittatóre, sm. Chi profitta, sfruttatore. ~ opportunista, speculatore.
profittévole, agg. Che reca profitto.
profìtto, sm. 1 Utile, vantaggio, guadagno. 2 Progresso negli studi, nell'arte.
sm. profit, advantage.
• In economia rappresenta una delle forme di reddito presenti nelle economie di mercato, ed è il reddito di impresa ottenuto dalla differenza fra ricavi e costi della produzione. Qualora i costi superino i ricavi non si produce un reddito, ma una perdita. Ciascuna delle diverse dottrine economiche definisce il profitto secondo modalità differenti.
proflùvio, sm. Grande flusso di liquido.
profondaménte, avv. 1 A fondo, addentro. 2 In modo profondo, fortemente. ~ caldamente, vivamente.
profondàre, v. tr. e intr. 1 Rendere più profondo. 2 Sprofondare.
profóndere, v. tr. Scialacquare, spendere senza misura. ~ largheggiare.
profondìmetro, sm. Apparecchio che serve a misurare la profondità raggiunta in immersione. Viene utilizzato dai pescatori subacquei.
profondità, sf. 1 L'essere profondo. ~ altezza, spessore. • in profondità, profondamente. 2 Luogo profondo. • profondità dell'animo, la parte più intima e nascosta.
sf. depth.
lat. tardo profunditas,-atis.
profóndo, agg. e sm. agg. 1 Che ha una determinata profondità. 2 Che penetra in profondità. • sguardo profondo. 3 Di suono grave, di tonalità bassa. ~ cavernoso, cupo. <> acuto, alto.
sm. 1 Profondità. 2 La parte più profonda di una cosa cava.
agg. deep. sm. bottom, depth.
lat. profundus, deriv. da profundere versare, incrociato con fundus base.
profórma, loc. avv. Per pura formalità.
pròfugo, agg. e sm. (pl. m.-ghi) Che, o chi, è costretto ad abbandonare la patria per ragioni politiche o in seguito a cataclisma, epidemia o guerra. ~ fuggiasco.
agg. e sm. refugee.
lat. profugus, deriv. da profugere cercare scampo.
profumàre, v. tr. e intr. Spargere profumo. ~ aromatizzare. <> puzzare.
v. tr. to scent, to perfume. v. intr. to smell.
deriv. da profumo.
profumataménte, avv. Generosamente, largamente.
profumàto, agg. Che emana profumo, odoroso. ~ fragrante. <> maleodorante.
agg. sweet-smelling.
profumerìa, sf. L'arte e il negozio del profumiere.
sf. 1 perfumery. 2 (negozio) perfume shop.
profumière, sm. Fabbricante o venditore di cosmetici e profumi.
profumièro, agg. Che riguarda i profumi.
profùmo, sm. Odore gradevole di sostanze naturali o artificiali. ~ aroma, fragranza. <> fetore, lezzo.
sm. scent, perfume.
Profumo del mosto selvatico, Il Film commedia, americano (1995). Regia di A. Arau. Interpreti: K. Reeves, D. Messing, A. Sanchez-Gijon, A. Quinn, G. Giannini.
Profumo di donna Film commedia, drammatico, americano (1992). Regia di Martin Brest. Interpreti: Al Pacino, Chris O'Donnell, James Rebhorn. Titolo originale: Scent of Woman
profusióne, sf. Il profondere. ~ abbondanza.
sf. profusion.
profùso, agg. Dato o sparso in grande quantità.
lat. profusus, p.p. di profundere spandere.
progènie, sf. invar. Stirpe, schiatta. ~ discendanza, razza.
progenitóre, sm. 1 Capostipite di una famiglia, avo. ~ antenato. <> discendente.
progesteróne, sm. Ormone progestinico che viene prodotto dall'ovaia e dal surrene; nella donna il progesterone, che viene secreto dopo l'ovulazione dal corpo luteo dell'ovaia e dalla placenta, favorisce la fecondazione dell'uovo e il suo annidamento nelle mucose uterine.
progestìnico, agg. e sm. (pl. m.-ci) Di un gruppo di composti che hanno funzione o struttura analoga a quella del progesterone.
progettàre, v. tr. Fare il progetto di un'opera. ~ ideare.
v. tr. 1 to plain. 2 (arch.) to design.
progettazióne, sf. Il progettare.
progettìsta, sm. e sf. (pl.-i) Chi fa un progetto.
sm. e sf. designer.
progettìstica, sf. (pl.-che) Attività di ideazione di progetti edili o industriali.
progétto, sm. 1 Ideazione di un'opera, di un affare e simili. ~ disegno, piano. • in progetto, in fase di studio. 2 Proposito difficilmente realizzabile. • viveva di progetti campati in aria.
sm. project, plan.
franc. projet.
progettuàle, agg. Relativo a un progetto.
proglòttide, sf. Ognuno dei segmenti, aventi funzioni riproduttive, che costituiscono il corpo di Platelminti endoparassiti dei Cestodi.
prognatìsmo, sm. Eccessiva sporgenza della mascella.
prognàto, agg. e sm. Che, o chi, presenta prognatismo.
prògnosi, sf. invar. Giudizio clinico sull'andamento e l'esito di una malattia. ~ previsione, pronostico.
sf. prognosis.
prognòstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a prognosi.
progràmma, sm. (pl.-i) Esposizione particolareggiata di tutti gli aspetti di un'iniziativa o dei propositi di un partito politico. ~ pianificazione, progetto.
sm. 1 programme. 2 (progetto) plan.
• In informatica un programma è un insieme di istruzioni con cui si ottiene l'esecuzione di operazioni di vario genere sui dati. Ci sono molti linguaggi di programmazione, che vengono utilizzati per la creazione dei programmi. I programmi si dividono in molte categorie, a seconda del tipo di utilizzo; ci sono programmi di trattamento del testo (i word processor), di foglio elettronico (gli spreadsheet), di elaborazione grafica, di contabilità, di progettazione, di calcolo scientifico, di telematica ecc.
Musica a programma
Composizione strumentale sorta all'inizio del XIX sec., ispirata a un modello qualsiasi non musicale, come un avvenimento storico, un personaggio, un'opera letteraria.
programmàre, v. tr. 1 Fare un programma, comprendere in un programma. ~ prefissare, progettare. 2 Organizzare seguendo certi criteri. • programmare una giornata di studio. 3 Impostare le istruzioni da far eseguire a un calcolatore elettronico.
v. tr. 1 to plan. 2 (inform.) to program.
programmàtico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a programma, attinente a un programma.
programmatóre, sm. Operatore addetto alla preparazione di programmi per l'elaborazione di dati da parte di macchine elettroniche.
sm. computer programmer.
programmazióne, sf. Il programmare.
sf. planning.
• In economia è lo studio degli obiettivi da conseguire nel corso del tempo. La programmazione si differenzia per quanto concerne i tempi di attuazione (breve termine, lungo termine), l'ambito d'azione (di settore o generale, locale o nazionale), la possibilità di modifica (rigida o flessibile).
In informatica è l'attività che ha come fine la realizzazione di programmi destinati a effettuare operazioni specifiche servendosi di elaboratori elettronici.
In matematica la programmazione lineare è una tecnica che viene utilizzata soprattutto per la soluzione di problemi di natura economica, quando si vogliono individuare costi, profitti ecc.
programmìsta, sm. e sf. (pl.-i) Chi espone e commenta i programmi della radio e della televisione.
progredìre, v. intr. 1 Procedere, avanzare. ~ continuare, proseguire. <> regredire. • il progredire delle arti, della civiltà. 2 Fare progressi. • aveva progredito negli studi.
v. intr. 1 to advance. 2 (fare progressi) to make progress, to progress.
lat. progredi, comp. da pro-avanti + gradi camminare.
progressióne, sf. Il progredire. <> regressione.
lat. progressio,-onis, deriv. da progressus, p.p. di progredi avanzare.
• In matematica è una successione finita o infinita di numeri, ognuno dei quali viene ricavato dal precedente applicando una legge precisa. La progressione aritmetica è una progressione in cui la differenza fra due numeri consecutivi è costante, mentre nella progressione geometrica è costante il quoziente fra un numero e quello precedente.
progressìsmo, sm. L'insieme dei comportamenti propri dei progressisti.
progressìsta, sm. e sf. (pl.-i) 1 Seguace di partito politico fautore del progresso. 2 Chi sostiene tendenze innovatrici. ~ illuminato, moderno. <> tradizionalista.
sm. e sf. progressive.
progressivaménte, avv. In modo progressivo.
progressività, sf. L'essere progressivo.
progressìvo, agg. Che progredisce, che ha tendenza a progredire.
agg. progressive.
deriv. dal lat. progressus, p.p. di progredi avanzare.
progrèsso, sm. 1 Il progredire. 2 L'evoluzione della conoscenza scientifica e il miglioramento delle condizioni di vita e sociali. ~ evoluzione. <> regresso.
sm. progress.
• Evoluzione globale della società umana, concepita nei tempi moderni in epoca illuministica, da Montesquieu, Voltaire, A. Smith e altri, in contrapposizione con la concezione della cultura classica, che sosteneva l'allontanamento continuo da uno stadio originale di grazia e perfezione, e con l'idea del tempo storico visto ciclicamente. Dopo gli illuministi, i positivisti del XIX sec., come A. Comte e H. Spencer, interpretarono il progresso come un evento misurabile con metodi scientifici. Nel corso del XX sec., anche a causa di eventi complessivamente negativi, come i conflitti e le crisi economiche mondiali, la concezione idealistica del progresso è stata ridimensionata in favore di visioni più critiche e limitative.
proibìre, v. tr. Vietare, impedire. <> concedere, consentire.
v. tr. 1 to forbid. 2 (di legge) to prohibit.
proibitìvo, agg. Atto a impedire.
agg. prohibitive.
proibìto, agg. Vietato.
proibizióne, sf. Il proibire, divieto. ~ diffida, veto.
sf. prohibition.
lat. prohibitio,-onis.
proibizionìsmo, sm. Provvedimento di legge con cui si vieta la produzione, la distribuzione e la vendita di un prodotto specifico. Negli anni '20 fu adottato negli Stati Uniti nel tentativo di ridurre l'alcolismo, ma i risultati furono complessivamente negativi, poiché fiorirono le attività illegali connesse alla fabbricazione e alla vendita degli alcolici favorendo la crescita della malavita organizzata; F. D. Roosevelt lo abolì nel 1933.
proibizionìsta, agg., sm. e sf. (pl. m.-i) Che, o chi, è fautore del proibizionismo.
proiciènte, agg. Di corpo che imprime una spinta a un altro corpo.
proiettàre, v. tr. 1 Gettare fuori e avanti. • l'urto lo proiettò contro il parabrezza. 2 Eseguire la proiezione di una pellicola o di una serie di diapositive. ~ visionare, trasmettere. 3 Eseguire una proiezione geometrica, per esempio di un punto su una superficie.
v. tr. 1 to cast, to project. 2 (cinema) to show. 3 (ombra, luce) to throw.
lat. tardo proiectare, comp. da pro-avanti + iactare gettare.
Proiètti, Luìgi (Roma 1940-) Attore teatrale e televisivo. Interpretò per il teatro A me gli occhi, please (1976), Cirano di Bergerac (1985), Liolà (1988), Kean (1989), Benvenuto Cellini (1995); per la TV Fregoli (1981), il serial Villa Arzilla (1990, del quale ha curato anche la regia), Il maresciallo Rocca (1995). Per il cinema ha lavorato con Lattuada nel 1974 in Le farò da padre, con Festa Campanile in Conviene far bene l'amore (1975), con Altman in Un matrimonio (1978).
proiettifìcio, sm. Stabilimento dove si fabbricano proiettili.
proièttile, sm. Nome generico di ogni corpo che può essere scagliato da un'arma o uno strumento adatto. ~ palla, pallottola.
sm. 1 projectile. 2 (pallottola) bullet.
proiettìvo, agg. Relativo alla proiezione, specialmente in geometria.
proiètto, sm. Il proiettile già lanciato.
proiettóre, sm. Strumento che proietta pellicole o diapositive.
sm. movie projector.
proiezióne, sf. 1 Il proiettare. 2 Il mostrare immagini proiettandole sopra uno schermo.
sf. 1 projection. 2 (cinema) showing.
• In geometria la proiezione di un punto su una retta corrisponde al punto in cui la retta perpendicolare alla retta data passa per il punto dato. Nella geometria proiettiva, la proiezione consiste nel congiungere i punti di un oggetto (l'oggetto proiettato) con il centro di proiezione (che è un punto dato). I metodi di proiezione sono vari (metodo delle proiezioni di Monge, metodo assonometrico, metodo delle proiezioni quotate, metodo della proiezione centrale, metodo della proiezione parallela) e vengono utilizzati al fine di rappresentare su un piano le figure spaziali, in modo tale che sia possibile risalire alla figura spaziale partendo dalla sua immagine.
In cartografia la proiezione è costituita dalla rappresentazione su una superficie piana della figura spaziale della sfera, effettuata cercando di ridurre al minimo le deformazioni risultanti. Se le distanze prodotte sulla carta sono proporzionali a quelle della sfera rappresentata, si hanno le proiezioni equidistanti, mentre, quando le superfici sono proporzionali si hanno le proiezioni equivalenti. Si hanno poi le proiezioni prospettiche, in cui la sfera terrestre (o una sua parte) viene proiettata su un piano tangente a essa in un punto (il punto polare), e le proiezioni di sviluppo, prodotte proiettando la superficie della sfera su una superficie curva, e poi proiettando quest'ultima su una superficie piana. Le proiezioni prospettiche si dividono in centrografiche (o gnomoniche), stereografiche, ortografiche, a seconda della posizione del punto di proiezione.
Prokofev, Sergej Sergeevic (Sontsovka 1891-Mosca 1953) Compositore russo. Genio musicale precoce, si sviluppò in un ambiente domestico favorevole (la madre era pianista). A soli otto anni iniziò la scrittura di un'opera teatrale. Studiò con Anatol Liadov e di N. Rimskij-Korsakov. Nel 1914 vinse il premio Rubinstein come pianista. Negli anni della guerra mondiale fu attivo come direttore d'orchestra e pianista. Accolta con favore la rivoluzione russa, nel 1918 poté recarsi negli Stati Uniti d'America. Tornò in patria nel 1927 per una serie di concerti, poi definitivamente nel 1933. Ottenne due volte il premio Stalin (1941 e 1947), ma nel 1948 fu accusato di formalismo insieme ad altri artisti. Fece autocritica, ma continuò a comporre come in precedenza. Partì da tendenze neoromantiche per poi studiare i diversi stili adottati dai suo contemporanei, anche grazie alla serie di tourneé effettuate sia in Europa sia negli Stati Uniti. Seppe comunque mantenere un suo stile personale, marcato chiaramente dalla sonorità russa, applicandolo in modo eccellente in tutte le sue composizioni, sia in campo operistico, con Il giocatore (da Dostojevskij, 1915-1916), L'amore delle tre melarance (1921), L'angelo di fuoco (da Brjusov, 1919-1927), Semion Kotko (da Kataev, 1940), Matrimonio al convento (1940-1946), Guerra e pace (da Tolstoj, 1946); nel balletto, con Ala e Lolli (1914), Chout (Il buffone, 1920), Pas d'acier (1925), Il figliol prodigo (1928), Romeo e Giulietta (1935-1936), Pierino e il lupo (1936), Cenerentola (1940-1944); nella musica sinfonica (compose sette sinfonie), in quella da camera, e anche nella musica per film (colonne sonore per Ivan il terribile, Il tenente Kije, 1933 e Aleksander Nevskij). L'opera teatrale L'angelo di fuoco e le colonne sonore per film sono considerati i capolavori di Prokof'ev.
Prokopjevsk Città (274.000 ab.) della Russia, nella provincia di Kemerovo.
prolàsso, sm. Abbassamento di un organo (valvola mitralica, retto, utero) dovuta al cedimento dei tessuti connettivi.
Prolasso mitralico
Degenerazione della valvola mitrale del cuore, che può interessare anche l'anello fibroso e le corde tendinee. In genere interessa il lembo posteriore o entrambi i lembi della valvola, con clic sistolico non eiettivo o clic sistolici multipli. Il clic è in genere seguito da un soffio determinato dal rigurgito mitralico. Il prolasso mitralico è osservato a tutte le età, ma è più frequente nelle femmine tra i 20 e i 50 anni. Può esserci un'ereditarietà della patologia. Anche se si possono avere sintomi (dolore toracico, dispnea, palpitazioni, vertigini, sincope ecc.), i pazienti sono spesso asintomatici. Il prolasso della valvola mitrale è in genere una condizione benigna e la maggior parte dei pazienti non richiede trattamento (incidenza modesta hanno anche le complicanze come l'endocardite infettiva); nei casi in cui compaia un'insufficienza mitralica grave si può ricorrere a terapia chirurgica.
Prolasso rettale
Estroflessione parziale o totale del retto attraverso l'orifizio anale. La causa del prolasso rettale è un insufficiente meccanismo di sostegno, favorito dalla presenza di emorroidi esterne. Nel caso di fuoriuscita totale, è necessaria la terapia chirurgica (laparatomia).
Prolasso uterino
Abbassamento dell'utero a seguito di ripetute gravidanze. Quando l'entità dello spostamento è elevata, può comportare anche l'insorgenza di incontinenza urinaria, disturbi nella defecazione e dolori nella regione lombosacrale. L'unica terapia possibile è quella chirurgica.
prolattìna, sf. Ormone ipofisario (LTH, da Luteotropic Hormone, ormone luteotropo) che nella donna stimola la secrezione di latte: la sua concentrazione nel sangue è maggiore quando cessa, per l'espulsione subito dopo il parto, l'attività endocrina inibente della placenta.
prolazióne, sf. 1 L'azione del parlare. 2 Il modo in cui si parla o si pronuncia. 3 In musica, nella notazione mensurale dei secc. XIII-XVI, il rapporto tra il valore della semibreve e quello della minima.
pròle, sf. L'insieme dei figli. ~ discendenza, progenie.
sf. offspring, children.
prolegàto, sm. Chi fa le veci di un legato.
Prolegomena ad Homerum Opera di filologia di F. A. Wolf (1795).
prolegòmeni, sm. pl. Introduzione ai principi basilari di una dottrina.
prolèssi, sf. invar. 1 Anticipazione di parole rispetto alla normale collocazione per accentuarne il rilievo. 2 Figura retorica per cui si previene un'obiezione confutandola anticipatamente.
proletariàto, sm. Nella visione della società divisa in classi, il proletariato è la classe che dispone di redditi minimi o comunque bassi, in contrapposizione ai detentori del potere politico ed economico. In particolare, nella teoria marxista, il proletario è il lavoratore privo di mezzi di produzione che deve vendere la sua forza-lavoro in cambio del salario ai proprietari dei mezzi di produzione, ossia del capitale. ~ classe lavoratrice. <> alta borghesia.
proletàrio, agg. e sm. agg. Relativo al proletariato. • lotta proletaria.
sm. 1 Condizione e classe dei lavoratori dipendenti. 2 L'insieme dei lavoratori dipendenti. 3 Chi nella società dell'antica Roma aveva come unica ricchezza i figli.
agg. e sm. proletarian.
lat. proletarius, deriv. da proles prole.
• Proletari di tutti i paesi unitevi. Invocazione finale del Manifesto del Partito Comunista compilato per incarico della Lega Comunista di Londra nel 1847.
prolèttico, agg. (pl. m.-ci) Che costituisce prolessi.
proliferàre, v. intr. 1 Il riprodursi con grande rapidità delle cellule. ~ crescere, moltiplicarsi. <> estinguersi, finire. 2 Moltiplicarsi rapidamente.
v. intr. to proliferate.
proliferazióne, sf. Il proliferare.
prolìfero, agg. Che si diffonde per proliferazione.
prolificàre, v. intr. 1 Generare prole. 2 Moltiplicarsi, espandersi.
prolificazióne, sf. Il prolificare.
prolificità, sf. L'essere prolifico.
prolìfico, agg. (pl. m.-ci) 1 Fecondo, che genera o ha generato molta prole. ~ fertile. <> sterile. 2 Molto produttivo. <> improduttivo.
agg. prolific.
prolìna, sf. Acido pirrolidin--carbossilico avente formula C5H9O2.
prolissità, sf. L'essere prolisso.
prolìsso, agg. Lungo ed esteso nello scrivere o nel parlare. ~ ampolloso, retorico. <> essenziale, conciso.
agg. prolix, verbose.
PROLOG In informatica è la sigla di Programming in Logic. Si tratta di un linguaggio sviluppato verso la metà degli anni '70 finalizzato alla programmazione logica.
pròlogo, sm. (pl.-ghi) Breve discorso introduttivo. ~ preludio, premessa. <> epilogo.
sm. prologue.
prolùdere, v. intr. 1 Fare una prolusione. 2 Iniziare a parlare.
prolùnga, sf. 1 Elemento che permette di collegare uno strumento e simili, a maggiore distanza. 2 Carro militare di trasporto.
sf. extension.
prolungàbile, agg. Che si può prolungare.
prolungaménto, sm. 1 Il prolungare. 2 Ciò che permette di prolungare, prolunga.
prolungàre, v. v. tr. 1 Rendere più lungo, protrarre. ~ estendere. <> accorciare. 2 Posticipare.
v. intr. 1 Estendersi nello spazio e nel tempo. 2 Dilungarsi. • la discussione si prolungò fino a notte fonda.
v. rifl. Estendersi, dilungarsi.
v. tr. to extend, to prolong.
lat. tardo prolongare, incrociato con l'italiano lungo.
prolusióne, sf. Discorso introduttivo a lezioni universitarie. ~ introduzione, preambolo.
prolùvie, sf. Scorrimento. ~ flusso.
PROM Sigla di Programmable Read-Only Memory, un tipo di memoria a sola lettura non riprogrammabile il cui contenuto viene registrato dall'utente prima che essa venga inserita nell'apparecchiatura in cui è utilizzata.
promanàre, v. v. tr. Emanare, stilare.
v. intr. Derivare, uscire fuori.
Prome Città (148.000 ab.) del Myanmar, sul fiume Irrawaddy.
promemòria, sf. invar. Scritto per ricordare qualcosa, appunto. ~ nota, annotazione.
sf. memo, memorandum.
proméssa, sf. 1 Il promettere. ~ assicurazione, garanzia. 2 Il discorso con cui si promette. 3 La cosa promessa. ~ impegno. 4 Chi nello svolgimento di una nuova attività, ottiene buoni risultati.
sf. 1 promise. 2 (sposa) fiancée.
• In diritto è una dichiarazione di volontà unilaterale che vincola chi la formula. Ci sono le promesse di pagamento, con cui ci si impegna a pagare una somma in denaro a un'altra persona, e le promesse al pubblico, vincolanti dal momento in cui sono rese pubbliche. La promessa di matrimonio è invece una promessa non vincolante; chi la formula non è obbligato a contrarre matrimonio, ma se non lo fa è tenuto a rimborsare le spese sostenute dall'altra parte.
Promessa, La Romanzo di F. Dürrenmatt (1958).
Promessi sposi Melodramma in tre atti di A. Ponchielli, libretto di E. Praga (Milano, 1872).
Promessi sposi alla prova, I Dramma di G. Testori (1985).
Promessi sposi, I Romanzo di A. Manzoni (1840-1842). Il libro più conosciuto della letteratura italiana è un romanzo storico collocato in uno dei periodi più travagliati della storia europea: le vicende narrate si svolgono in Lombardia (Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno ...) dal 1628 al 1631, durante la guerra dei trent'anni.
La vicenda del matrimonio di Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, impedito dal capriccio di un signorotto che intima al parroco don Abbondio di non celebrare le nozze, è inserita in un quadro storico nel quale domina l'arbitrio, la miseria, la repressione, la decadenza economica, l'anarchia e la criminalità, nonostante le leggi emanate dagli spagnoli.
Renzo, conosciuto il motivo del rifiuto, si reca dall'avvocato Azzeccagarbugli, in realtà connivente con i potenti, viene scambiato per un bravo e scopre che non esiste una legge che tutela il cittadino. Un tentativo di matrimonio di sorpresa non riesce per la pronta reazione di don Abbondio. Dopo essere sfuggita fortunosamente a un rapimento, Lucia si convince a lasciare il paese (Addio monti ...) per cercare protezione in un convento a Monza. Lucia viene rapita ugualmente a opera dell'Innominato, che poi, turbato dal rimorso, la lascia libera. Intanto Renzo, a Milano, si trova coinvolto nei tumulti popolari per il pane (La sommossa di San Martino). Scambiato per uno dei capi della rivolta, viene arrestato; liberato dal popolo, fugge dirigendosi verso Bergamo dal cugino Bortolo. Portata dai lanzichenecchi, a Milano si diffonde la peste. Anche Lucia si ammala e viene ricoverata al lazzaretto, dove viene ritrovata da Renzo. Finalmente, dopo aver fatto numerosissime vittime, tra cui don Rodrigo e fra Cristoforo, la peste si placa e Renzo, che ha perdonato e ha imparato a stare lontano dai tumulti, può finalmente sposare Lucia.
Il testo noto con il titolo I promessi sposi (sottotitolo Storia milanese del secolo XVII scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni) costituisce la terza e ultima redazione dell'opera. La prima stesura inedita del 1821-1823 è stata pubblicata un secolo dopo dagli studiosi con il titolo Gli sposi promessi e poi Fermo e Lucia e presenta, rispetto all'ultima versione, differenze tali da essere oggi considerato un romanzo a sé stante. La seconda redazione è stata pubblicata dall'autore nel 1825-1827 già con il titolo definitivo e differisce dalla redazione finale per il processo di rielaborazione linguistica al quale l'opera fu sottoposta (noto come risciacquatura in Arno).
Manzoni, attuando il suo ideale di romanzo storico rispettoso della verità, si è documentato scrupolosamente sulla società lombarda del Seicento sotto la dominazione spagnola (dopo il trattato di Cateau-Cambrésis, 1559, la Spagna possedeva in Italia il Ducato di Milano e il Regno di Napoli). Dalla premessa teorica, deriva l'esclusione di qualsiasi idealizzazione dei personaggi, contrariamente alla tendenza tipica del genere romanzo, come, per esempio, in Walter Scott. L'opera, inoltre, testimonia l'impegno civile dello scrittore e l'applicazione della concezione educatrice della letteratura. Attraverso la narrazione di vicende avvenute due secoli prima, l'autore illustra ideali politici e principi morali e offre ai lettori un modello di società da costruire, dove non sia presente l'abuso, l'illegalità, l'arbitrio, l'immoralità.
Così tra i religiosi, agli esempi negativi di don Abbondio e di Gertrude vengono contrapposti gli esempi positivi di Padre Cristoforo e del cardinale Federigo. Tra i laici, agli esempi negativi di Don Rodrigo e dell'avvocato Azzeccagarbugli si contrappongono quelli positivi di Lucia, dell'Innominato convertito, di Renzo divenuto saggio, del sarto e di una folla di altre persone umili.
Promèteo Titano, eroe mitologico greco, figlio di Giapeto e Climene. Viene considerato un benefattore dell'umanità perché sottrae il fuoco al carro del Sole per donarlo agli uomini. Per questo motivo, Zeus lo fa incatenare a una rupe e lo condanna a che un'aquila gli divori il fegato. Prometeo viene liberato da Eracle e, ottenuta l'immortalità, viene amesso all'Olimpo.
Prometeo incatenato (o Prometeo legato) Tragedia di Eschilo (prima metà V secolo a. C.). È una delle 7 tragedie di Eschilo conservate (delle circa 90 attribuitegli). Il titano Prometeo è incatenato su una rupe solitaria, per ordine di Zeus re degli dei, esposto alle tempeste, mentre un avvoltoio gli divora il fegato. La sua unica colpa è l'aver dato agli uomini il fuoco per alleviare la loro misera condizione. Una tragedia senza azione tragica, ma con una costante tensione drammatica nella volontà di Prometeo di non piegarsi alla rassegnazione, nonostante i fulmini di Zeus. Prometeo è il simbolo del progresso umano che nessuna imposizione ha il potere di arrestare.
Prometeo liberato Dramma di P. B. Shelley (1829).
promettènte, agg. Che fa sperare bene.
prométtere, v. v. tr. 1 Fare sperare bene. 2 Impegnarsi con altri a dire o fare qualcosa. ~ assicurare, garantire.
v. rifl. Impegnarsi.
v. tr. to promise. v. intr. to be promising.
lat. promittere, comp. da pro-fuori + mittere mandare.
promèzio, sm. Elemento chimico con numero atomico 61, simbolo Pm, peso atomico 147. Appartiene alla famiglia dei lantanidi ed è stato prodotto artificialmente (sulla Terra non è stato mai individuato in natura) nel 1945, mediante la fissione dell'uranio. Questo elemento viene utilizzato come fonte di raggi X e di calore.
prominènte, agg. Che sporge in fuori.
agg. prominent.
prominènza, sf. 1 L'essere prominente. 2 La cosa prominente.
promiscuità, sf. 1 L'essere promiscuo. 2 La presenza in uno stesso luogo di persone di sesso diverso.
sf. promiscuity, promiscuousness.
promìscuo, agg. 1 Relativo a parole o cose diverse mescolate insieme. ~ eterogeneo, misto. <> individuale, singolo. • società promiscua, composta da diverse etnie. 2 Di scuola maschile e femminile insieme. • classi promiscue.
agg. mixed.
lat. promiscuus, deriv. da promiscere mescolare.
promissàrio, sm. In diritto, il destinatario di una promessa.
promissióne, sm. 1 Promessa. 2 Nella storia del diritto, impegno politico-amministrativo pronunciato dal doge di Venezia prima di entrare in carica. 3 La terra di promissione nel linguaggio religioso indica la terra promessa.
promissòrio, agg. 1 Che contiene una promessa. 2 Il giuramento promissorio è, in diritto canonico, un'invocazione fatta a Dio che conferma una promessa data.
promittènte, sm. e sf. Chi assume un'obbligazione per mezzo di una promessa.
promontòrio, sm. Rilievo della costa che sporge nel mare. ~ capo, punta.
sm. headland, promontory.
promòsso, agg. e sm. 1 Passato alla classe superiore. 2 Avanzato di grado.
agg. promoting. sm. sponsor, promoter, organizer.
promotion, sf. invar. Azione promozionale in favore di un prodotto, di un'impresa commerciale e simili. ~ promozione.
promotóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, o chi, promuove un'impresa.
promoveatur ut amoveatur Espressione latina che significa "sia promosso affinché sia rimosso". Indica quelle promozioni che nascondono, in realtà, l'allontanamento dell'interessato dalla sede di lavoro.
promozionàle, agg. Relativo alla promozione commerciale.
agg. promotional.
promozióne, sf. 1 L'azione del promuovere. • promozione per esame. 2 Avanzamento. • aveva perso la possibilità di una promozione di grado. 3 Nello sport, passaggio di una squadra a una serie superiore. 4 Insieme di proposte di un'azienda per incrementare le vendite.
sf. promotion.
lat. tardo promotio,-onis, deriv. da promotus, p.p. di promovere promuovere.
prompt In informatica indica il messaggio utilizzato da un calcolatore per comunicare con l'utente.
promulgàre, v. tr. Pubblicare ufficialmente leggi, decreti e simili. ~ emanare, legiferare.
v. tr. to promulgate.
promulgatóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, o chi, promulga leggi e simili.
promulgazióne, sf. Il promulgare.
lat. promulgatio,-onis.
• Atto riservato al presidente della repubblica, con cui egli attesta l'approvazione di una legge da parte del parlamento; il presidente della repubblica ha comunque la facoltà di rifiutare la promulgazione di una legge, rinviandola alle camere con un messaggio e chiedendone una nuova deliberazione. Tuttavia, se il parlamento approva la legge per una seconda volta, il presidente della repubblica deve promulgarla.
promuòvere, v. tr. 1 Fare avanzare di grado. 2 Dare impulso, inizio. LOC. promuovere un'inchiesta. 3 Stimolare, favorire. ~ provocare. • cercava di promuovere la lettura di romanzi fra i giovani.
v. tr. 1 to promote. 2 (scuola) to pass.
lat. promovere, comp. da pro-davanti + movere muovere.
prònao, sm. Nei templi antichi o di stile classico, portico a colonne.
pronatóre, agg. e sm. Di due muscoli dell'avambraccio che provocano il movimento di pronazione.
pronazióne, sf. Movimento rotatorio della mano che porta il palmo verso il basso.
pronèfro, sm. Il primo stadio dello sviluppo embrionale del rene dei Mammiferi dal cui canale si forma il canale escretore del mesonefro.
pronipóte, sm. e sf. 1 Figlio di un nipote. 2 Discendente.
sm. descendants.
pròno, agg. 1 Chino verso terra. 2 Prostrato. 3 Arrendevole, remissivo. 4 Propenso.
pronóme, sm. Parte del discorso declinabile che può sostituire un sostantivo (nome proprio o comune), già noto nel contesto. I pronomi sono sempre declinati secondo il numero e il caso. La distinzione del genere non è presente in tutti i tipi di pronome. I pronomi si possono distinguere in personali (io sono), riflessivi (se ne va, si lava), dimostrativi (il mio libro è questo), relativi (colui che), negativi (nessuno lo sa), indefiniti (qualcuno parla), inclusivi (tutti lo sanno), possessivi (questo è il mio) e interrogativi (chi è?).
sm. pronoun.
pronominàle, agg. Che concerne il pronome.
pronosticàre, v. tr. 1 Fare una previsione. 2 Far prevedere.
pronòstico, sm. (pl.-ci) Previsione di cose che devono ancora avvenire. ~ valutazione.
sm. prediction, forecast.
pronòto, sm. Il primo segmento del torace o la faccia superiore del prototorace degli Insetti.
prontaménte, avv. Con prontezza, subito.
prontézza, sf. 1 L'essere pronto. 2 Sveltezza. ~ lestezza, rapidità. <> calma, flemma. 3 Intuito.
sf. quickness, readiness.
prónto, agg. 1 Preparato all'azione o all'utilizzazione. • pronto soccorso, insieme delle prime cure mediche fornite. 2 Fatto senza indugio, disposto al sacrificio. ~ fulmineo, lesto. <> calmo, lento. • era pronto a tutto per la sua donna. 3 Rapido a comprendere. ~ perspicace, sveglio. <> tardo, lento. • pronto di lingua, linguacciuto.
agg. 1 ready. 2 (rapido) quick, prompt. 3 (tel.) hello.
lat. promptus, p.p. di promere, trarre fuori.
prontuàrio, sm. Manuale che rende agevole e sistematica la consultazione di una determinata materia. ~ vademecum.
sm. handbook, manual.
prònuba, sf. 1 Appellativo della dea Giunone, protettrice del matrimonio. 2 Nell'antica Roma, denominazione della matrona che accompagnava la sposa alle nozze.
prònubo, sm. 1 Nell'antica Roma chi assisteva lo sposo nel matrimonio. 2 Chi favorisce un matrimonio o un incontro amoroso. 3 Animale che impollina i fiori.
lat. pronubus, comp. da pro-+ deriv. da nubere andare sposa.
pronùcleo, sm. In citologia, il nucleo aploide dei gameti maturi.
pronùncia e derivati => "pronunzia e derivati"
pronunciaménto, sm. Insurrezione militare a fine politico.
pronunciàre, v. v. tr. 1 Emettere i suoni di una lingua. 2 Asserire. ~ dichiarare. 3 Predire. ~ preannunciare. 4 Dire. ~ proferire.
v. intr. pron. Esprimere il proprio giudizio. ~ dichiararsi.
pronunciàto, agg. e sm. agg. 1 Che risalta. 2 Dal profilo sporgente. ~ rilevato.
sm. 1 Sentenza. 2 In generale, giudizio.
pronùnzia, sf. L'articolazione dei suoni di una lingua e il modo di articolarli. ~ dizione.
sf. pronunciation.
pronunziàbile, agg. Che si può pronunciare senza eccessiva difficoltà.
pronunziàre, v. v. tr. 1 Articolare le parole con suoni e accenti appropriati. ~ scandire. 2 Dire, enunciare. 3 Rendere di pubblico dominio.
v. intr. 1 Esprimere il proprio parere. 2 Emettere una sentenza.
v. tr. 1 to pronounce. 2 (parlare) to say.
pronunziàto, agg. e sm. agg. 1 Detto, dichiarato, emesso. 2 Sporgente, rilevato. ~ prominente. <> accennato.
sm. Il contenuto di una sentenza.
agg. 1 marked, pronounced. 2 (rilevato) prominent.
propagàbile, agg. Che si può propagare.
propagànda, sf. 1 L'opera di chi divulga dottrine, ideologie, o diffonde la conoscenza di prodotti commerciali. ~ campagna, promozione.
sf. publicity, propaganda.
Propaganda Fide L'Organizzazione per l'evangelizzazione dei popoli, l'organo della Curia romana che sovrintende all'attività missionaria. Fu istituito nel 1599 e riconfermato nel 1622.
propagandàre, v. tr. Diffondere tramite propaganda. ~ divulgare, pubblicizzare. <> celare, coprire.
propagandìsta, sm. e sf. (pl.-i) Chi fa propaganda.
propagandìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla propaganda.
propagàre, v. v. tr. 1 Moltiplicare, riprodurre. 2 Spargere, diffondere. ~ allargare. <> arginare, bloccare. • provava piacere a propagare quelle notizie impossibili ma preoccupanti.
v. intr. Spandersi.
v. rifl. Riprodursi, spandersi. ~ ingrandirsi, moltiplicarsi. <> diminuire, ridursi. • doveva impedire alle erbacce di propagarsi dentro il suo orto.
v. tr. e v. rifl. to spread, to propagate.
lat. propagare propagginare, propagare.
propagatóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, o chi, propaga.
propagazióne, sf. 1 Il propagare. 2 Diffusione. 3 Il flusso di energia attraverso un mezzo materiale o il vuoto.
lat. propagatio,-onis.
propagginàre, v. tr. Riprodurre i vegetali tramite propaggine.
propagginatùra, sf. Moltiplicazione vegetativa delle piante ottenuta con il metodo della propaggine.
propagginazióne, sf. Il propagginare.
propàggine, sf. 1 Ramo di una pianta piegato e sotterrato, al fine di mettere radici e divenire una nuova pianta. ~ margotta, talea, ramo. 2 Discendenza, diramazione.
propàgulo, sm. In biologia, parte del corpo di una pianta a cui è affidata la moltiplicazione vegetativa.
propalàre, v. tr. 1 Spargere notizie. 2 Rendere palese. ~ diffondere, divulgare. <> celare, coprire.
propalatóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, o chi, propala.
propalazióne, sf. Il propalare.
propàno, sm. Terzo termine della serie degli idrocarburi saturi. Gassoso a temperatura ambiente, solidifica a-189,9 °C e bolle a-42,5° C. È usato come solvente nella deasfaltazione dei petroli e nella deparaffinizzazione degli oli lubrificanti. Nell'industria chimica è fondamentale nella produzione dell'etilene, della formaldeide, dell'aldeide acetica e dell'acetone.
propanòlo, sm. Denominazione degli alcoli omologhi superiori dell'alcool etilico.
proparossìtono, agg. Detto di parola con l'accento tonico sulla terzultima sillaba.
Propàta Comune in provincia di Genova (184 ab., CAP 16027, TEL. 010).
propedèutica, sf. Insieme di nozioni che servono come avviamento allo studio di una materia.
propedèutico, agg. (pl. m.-ci) Introduttivo allo studio di una materia. ~ preparatorio.
propellènte, agg. e sm. agg. Che serve a trasmettere una spinta in avanti.
sm. Miscela liquida o solida di materiale combustibile che reagisce nella camera di combustione e produce i gas che, espulsi da un'apertura, generano la spinta che provoca un movimento in senso opposto al getto.
sm. propellent.
• Nell'ambito dei propellenti liquidi ci sono sistemi monopropellenti, che utilizzano un solo propellente (ossido di etilene, idrazina ecc.) e sistemi bipropellenti che utilizzano un combustibile (idrazina, cherosene ecc.) e un ossidante (acido nitrico, ossigeno liquido). Per quanto concerne i propellenti solidi, di solito vengono utilizzati composti esplosivi opportunamente modificati.
propèndere, v. intr. 1 Essere predisposto, incline. 2 Essere favorevole.
propène => "propilene"
propensióne, sf. 1 L'essere propenso. 2 Tendenza naturale, inclinazione. 2 Simpatia.
propènso, agg. Che ha propensione, che è favorevole. ~ disposto, orientato. <> avverso, contrario.
agg. inclined.
properdìna, sf. Proteina presente nel siero sanguigno che costituisce un'euglobina la cui azione è importante nei processi immunitari.
propergòli Denominazione delle sostanze propellenti liquide che forniscono l'energia per la spinta di missili, razzi e aerei con propulsione a razzo.
properispòmeno, agg. Di parola greca che ha l'accento circonflesso sulla penultima sillaba.
comp. dal greco pró prima + rispómenos circonflesso.
Propèrzio, Sèsto (49?-16? a. C.) Poeta latino, compose opere liriche profondamente erotiche, spesso oscure per via della presenza di grecismi; Properzio era infatti un grande conoscitore della poesia ellenistica. Scrisse le Elegie, composte da quattro libri, di cui tre dedicati a Cinzia, uno (il quarto) in cui celebra eventi e leggende del periodo iniziale della storia di Roma.
propfan, sm. invar. In Italia, nome di un motore a turboelica per i velivoli di medie dimensioni.
propil- Prefisso usato in chimica per indicare i composti che hanno un gruppo propile.
propilammina (n-), sf. Ammina primaria che si ottiene per reazione degli ipobromiti alcalini sulla butirrammide o per azione dell'ammoniaca sugli esteri propilici. Ha formula CH3CH2CH2NH2.
propilèi, sm. pl. Nell'architettura classica colonnato di accesso a edifici pubblici.
propilène, sm. Idrocarburo insaturo (CH3CH=CH2) usato nella fabbricazione di materie plastiche. Gassoso, bolle a-48° C ed è poco solubile in acqua e alcol.
propìlico, agg. (pl. m.-ci) Di composto chimico, contenente il gruppo propile.
propìna, sf. Compenso che ricevono i docenti che compongono le commissioni d'esame.
propinàre, v. tr. Dare da bere.
v. tr. to administer.
lat. propinare, dal greco propìnein bere alla salute.
propinquità, sf. 1 Vicinanza. ~ prossimità. 2 Parentela.
propìnquo, agg. 1 Vicino. 2 Parente.
propionàto, sm. Estere o sale dell'acido propionico.
propiziàre, v. tr. 1 Rendere propizio, favorevole. ~ accattivarsi, conquistare. <> alienarsi, inimicarsi. 2 Favorire.
propiziatóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, o chi, propizia.
propiziatòrio, agg. Atto a propiziare.
propiziazióne, sf. Il propiziare.
propìzio, agg. 1 Benigno, favorevole. ~ amico, benevolo. <> avverso, nemico. 2 Opportuno, adatto. ~ adeguato, favorevole.
agg. 1 propitious, favourable. 2 (adatto) right.
pròpoli, sm. invar. Sostanza prodotta dalle api per proteggere l'alveare.
proponènte, agg., sm. e sf. Che, o chi, propone.
proponìbile, agg. Che si può proporre.
proponiménto, sm. Intenzione, proposito.
sm. resolution.
propórre, v. v. tr. 1 Presentare qualcosa per l'esame. 2 Suggerire, designare. ~ consigliare, sottoporre.
v. intr. Prefiggersi, stabilire.
v. tr. 1 to propose. 2 (suggerire) to suggest.
proporzionàle, agg. e sm. agg. Attinente a proporzione. ~ commisurato, rapportato. <> inadeguato, sproporzionato. LOC. imposta proporzionale, che cresce con il reddito.
sm. Sistema elettorale secondo il quale i seggi vengono assegnati in base a proporzionalità sul numero di voti conseguiti.
agg. proportional.
lat. tardo proportionalis.
proporzionalità, sf. L'essere proporzionale.
proporzionàre, v. tr. 1 Fare in modo che una cosa sia proporzionale a un'altra. 2 Dare proporzione.
v. tr. to proportion, to adjust.
proporzionàto, agg. 1 Di giuste dimensioni. <> sproporzionato. 2 Armonioso, adeguato. ~ armonico, calibrato. <> squilibrato, disarmonico.
agg. proportioned.
proporzióne, sf. 1 Distribuzione armonica di componenti. 2 Uguaglianza di due rapporti numerici. <> sproporzione. 3 (specie al plurale) dimensione (• un disastro di grandi proporzioni).
sf. 1 proportion. 2 (dimensione) size, dimension.
• In chimica nella legge delle proporzioni costanti, quando si combinano due sostanze per formarne una terza, il rapporto tra i pesi delle sostanze rimane invariato; nella legge delle proporzioni multiple, quando un dato elemento è contenuto in diverse sostanze in combinazione con un secondo elemento, i rapporti fra i pesi di questi due elementi corrispondono ai rapporti fra numeri interi.
In matematica definisce l'uguaglianza fra due rapporti. In particolare, si dice che quattro termini (a, b, c, d) sono in proporzione diretta quando il rapporto fra i primi due (a / b) è uguale al rapporto fra i secondi due (c / d), l'equazione a / b = c / d, che un tempo era usualmente scritta nella forma a : b = c : d, può essere letta come "a sta a b come c sta a d". Il primo e il quarto termine sono a volte chiamati gli estremi, mentre il secondo e il terzo sono chiamati i medi della proporzione.
propòsito, sm. 1 Proponimento di fare una certa cosa. ~ decisione, idea. • persona piena di buoni propositi, che ha buone intenzioni. 2 Scopo, intenzione. ~ fine, meta. 3 Argomento. • a questo proposito, ci sarebbe da aprire una lunga discussione.
sm. 1 purpose. 2 (argomento) matter, subject. 3 (intenzione) intention.
lat. propositum, da propositus, p.p. di proponere proporre.
proposizióne, sf. 1 Unità grammaticale formata da un predicato ed eventuali soggetto e complementi. 2 In filosofia l'enunciato di un giudizio. 3 In logica (e in matematica) un'affermazione (espressa a parole o con una formula) che può essere vera o falsa. In logica formale in genere non viene impiegata per espressioni che contengono quantificatori, per le quali si impiega il termine, più generale, di "enunciato".
sf. 1 clause. 2 (periodo) sentence.
propòsta, sf. 1 Il proporre. 2 Ciò che si propone ad altri. ~ offerta, profferta. 3 Progetto.
sf. proposal.
propósto, sm. 1 L'antica dignità ecclesiastica di preposto o prevosto. 2 Che, nell'antichità, presiedeva un'assemblea, un organo collegiale o una magistratura.
Propp, Vladimir Jakovlevic (San Pietroburgo 1895-1970) Saggista. Tra le opere Morfologia della fiaba (1926).
propretóre, sm. Nell'antica Roma, il pretore al termine della carica, destinato al governo di una provincia.
propriaménte, avv. 1 Realmente, veramente. 2 Con proprietà di linguaggio, in senso proprio.
proprietà, sf. 1 È il diritto a disporre e godere delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti fissati dalla legislazione vigente e osservandone gli obblighi relativi. 2 La cosa posseduta. ~ appartenenza, dominio. 3 Qualità particolare, caratteristica di una persona o una cosa (in genere espressa da un aggettivo o un verbo o, nel caso degli enti matematici, anche da formule o proposizioni) 4 Uso appropriato delle parole (o degli abiti, …). <> improprietà.
sf. 1 property. 2 (correttezza) correctness.
lat. proprietas,-atis, deriv. da proprius proprio.
• La proprietà è il furto. Frase contenuta nell'opera Che cos'è la proprietà di Pierre-Joseph Proudhon.
• La proprietà privata viene limitata dalla legge, secondo il rispetto delle esigenze della società nel suo complesso; un esempio evidente è quello della proprietà privata di beni immobili, i quali devono sottostare a vincoli ben precisi fissati dalla legge. La proprietà artistica (e quella letteraria) stabilisce i diritti degli autori nei confronti delle loro opere.
proprietàrio, sm. Chi può godere di qualcosa per diritto o proprietà.
sm. owner.
pròprio, agg., avv. e sm. agg. Che appartiene o è relativo a una persona o cosa. ~ personale, individuale.
avv. Giustamente, precisamente. ~ esattamente. <> affatto.
sm. Ciò che si ha in proprietà.
agg. 1 (poss.) one's. 2 (esatto) correct, exact. 3 (senso) literal. avv. 1 (precisamente) exactly, just. 2 (davvero) really.
Moto proprio
Spostamento di una stella sulla sfera celeste, con velocità di movimento che è scomposta secondo due componenti: radiale nella direzione Terra/stella e tangenziale alla sfera celeste. Il moto proprio consiste nella componente tangenziale e viene misurato in secondi di arco. In generale, i valori sono così esigui (decimi o centesimi di secondo all'anno) da lasciare apparentemente immutata per migliaia di anni la disposizione delle costellazioni e giustificare l'appellativo di fisse che gli antichi avevano assegnato alle stelle. Esistono tuttavia alcune eccezioni, tra le quali si deve citare quella della stella di Barnard, che si sposta di ben 10,2" all'anno.
propriocettìvo, agg. Della sensibilità propria degli organi interni (soprattutto muscoli, ossa e legamenti) in contrapposizione alla sensibilità delle visceri, o enterocettiva, e a quella tattile, o esterocettiva.
propriocettóre, sm. Recettore sensoriale specifico della sensibilità propriorecettiva, posto nei muscoli e nei tendini con la funzione di dare informazioni sulla posizione dell'arto relativo.
propugnàcolo, sm. 1 Nelle fortificazioni antiche, apprestamento posto a difesa delle porte di una fortezza o di una città. 2 Riparo, difesa. ~ baluardo.
propugnàre, v. tr. Sostenere. <> attaccare, criticare.
propugnatóre, sm. (f.-trìce) Chi propugna.
propulsàre, v. tr. 1 Generare una propulsione. 2 Ributtare indietro. ~ respingere
propulsióne, sf. Spinta in avanti, di varia natura, che determina il moto.
propulsìvo, agg. Che imprime una propulsione.
propulsóre, sm. 1 Ogni organo meccanico che con la propria azione imprime un moto. •: :i era danneggiato il propulsore meccanico del veicolo. 2 Ispiratore, iniziatore. • fu propulsore di certe idee liberali
lat. tardo propulsor,-oris, deriv. da propulsus, p.p. di propellere spingere innanzi.
pròra, sf. Parte anteriore di un'imbarcazione. ~ prua. <> poppa.
sf. bow, prow.
proravìa, sf. Parte di un'imbarcazione vicino alla prora.
pròroga, sf. Il prorogare. ~ aggiornamento, rinvio.
sf. 1 extension, postponement. 2 (rinvio) adjournment.
prorogàbile, agg. Che si può prorogare.
prorogabilità, sf. L'essere prorogabile.
prorogàre, v. tr. 1 Rinviare oltre il termine stabilito. 2 Differire nel tempo. ~ rimandare, rinviare. <> anticipare.
v. tr. 1 to extend. 2 (differire) to defer, to postpone.
prorompènte, agg. Che prorompe. ~ dirompente, impetuoso.
prorómpere, v. intr. 1 Uscire con impeto o con violenza. 2 Dare manifestazione improvvisa. • il pubblico proruppe in una sonora risata. 3 Intervenire con rapidità.
v. intr. to burst out.
lat. prorumpere, comp. da pro-+ rumpere rompere.
pròsa, sf. 1 Espressione senza regole metriche. ~ componimento, scritto. 2 Il modo di scrivere. • aveva una prosa elegante. 3 Insieme di opere. 4 Meschinità, materialità.
sf. 1 prose. 2 (teatro) drama.
lat. prosa, da prosus che cammina diritto.
prosaicìsmo, sm. L'essere prosaico. ~ prosaicità.
prosaicità, sf. L'essere prosaico.
prosàico, agg. (pl. m.-ci) 1 Attinente a prosa. 2 Privo di poesia, volgare, meschino.
agg. mundane.
prosàpia, sf. Stirpe.
prosàre, v. intr. Scrivere in prosa.
prosasticità, sf. L'essere prosastico.
prosàstico, agg. (pl. m.-ci) Scritto in prosa.
prosatóre, sm. (f.-trìce) Scrittore in prosa. ~ autore, novelliere.
proscènio, sm. Parte anteriore del palcoscenico. ~ avanscena, ribalta.
Proscimmie Sottordine dei Primati, con specie simili alle Scimmie ma con grandi occhi per la visione notturna, taglia mediamente piccola, dentatura simile a quella degli insettivori, lunga coda non prensile, folta pelliccia, mani e piedi con dita lunghe, ampi polpastrelli e unghie piatte, a eccezione dell'unghia del secondo dito del piede simile a un artiglio, e con mammelle (da due a sei) posizionate sul torace, sull'addome o sull'inguine. Vi appartengono i lemuri. Sono diffusi specie in Madagascar, India, Filippine e isole della Sonda.
prosciògliere, v. tr. 1 Liberare, assolvere. ~ scagionare. 2 Liberare da una promessa.
v. tr. 1 to release. 2 (dir.) to acquit.
prosciogliménto, sm. 1 Il prosciogliere. 2 L'assoluzione in istruttoria.
• In diritto è la sentenza con cui si assolve l'imputato dalle accuse, sia perché le prove sono insufficienti, sia perché sono inadeguate a sostenere l'accusa. Dal 1989 è stata eliminata una differenziazione precedente fra l'assoluzione con formula piena e l'assoluzione per insufficienza di prove.
prosciugaménto, sm. Il prosciugare.
prosciugàre, v. v. tr. 1 Rendere asciutto. ~ asciugare, seccare. <> allagare, bagnare. 2 Bonificare un terreno paludoso. ~ risanare.
v. rifl. Diventare asciutto. • l'erba umida non poteva prosciugarsi se non veniva distesa su una superficie più ampia.
v. tr. to reclaim, to drain. v. rifl. to dry up.
deriv. da asciugare, con sostituzione di pro-a a-.
prosciùtto, sm. Coscia di maiale salata e fatta asciugare perché si conservi. • avere gli occhi foderati di prosciutto, non vedere l'evidenza.
sm. ham.
lat. prae-+ exsuctus, p.p. di exsugere succhiare, inaridire.
proscopìa, sf. Percezione extrasensoriale nel futuro. ~ precognizione.
proscrìtto, agg. e sm. Che, o chi, è colpito da proscrizione.
proscrìvere, v. tr. Condannare alla proscrizione.
proscrizióne, sf. 1 Nell'antica Roma, condanna con confisca dei beni. 2 Bando, esilio.
Prose della volgar lingua Prosa di P. Bembo (1525).
Prose e poesie Opera di poesia di C. Tenca (postuma 1888).
Prose e poesie campestri Opera di prosa e poesia di I. Pindemonte (1788, 1817).
Prose profane Opera di poesia di R. Dario (1896).
prosécco, sm. (pl.-chi) 1 Vitigno da uva bianca coltivato nel Veneto. 2 Vino prodotto da tale uva.
prosecuzióne, sf. Il proseguire.
proseggiàre, v. intr. Scrivere in prosa.
proseguiménto, sm. Il proseguire. ~ continuazione, prolungamento.
sm. continuation.
proseguìre, v. tr. e intr. Continuare, procedere. ~ seguire. <> concludere, finire.
v. tr. to carry on, to continue. v. intr. to carryon.
lat. prosequi, con l'incrocio dell'italiano seguire.
prosèlite, sm. Proselito.
proselitìsmo, sm. Fare proseliti.
prosèlito, sm. Nuovo seguace. ~ discepolo.
Prosèrpina Personaggio mitologico, dea romana identificazione della greca Persefone.
Prosèrpio Comune in provincia di Como (836 ab., CAP 22030, TEL. 031).
prosièguo, sm. Proseguimento.
pròsit, inter. Formula di augurio rivolta al sacerdote dopo la Messa. ~ alla salute, cin cin.
proskynesis, sm. invar. Atto di ossequio e di saluto con cui i persiani erano soliti onorare i propri sovrani.
prosodìa, sf. 1 Nella linguistica moderna indica lo studio delle caratteristiche foniche, quali il timbro, l'intensità, l'altezza, la durata, l'intonazione e l'accento dei vocaboli che costituiscono una frase. 2 Nella metrica classica era lo studio delle norme relative all'alternanza di sillabe lunghe e sillabe brevi nei versi.
prosodìaco, agg. e sm. Tipico verso dei canti delle processioni religiose usato anche nei cori delle tragedie e delle commedie.
prosòdico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a prosodia.
prosòdio, sm. Antico canto usato nelle processioni religiose, con particolare riferimento a quelle in onore di Apollo e Artemide.
prosòma, sm. (pl.-i) Parte frontale del corpo dei chelicerati, dei linguattidi e dei priapulidi.
prosopalgìa, sf. 1 Tic doloroso. 2 Nevralgia facciale.
prosopopèa, sf. 1 Figura retorica, per cui si fanno parlare cose personificate o persone morte o lontane. 2 Sussiego, presunzione. ~ boria, burbanza. <> semplicità, umiltà.
Prosòpori Ordine di Anellidi oligocheti cui appartengono le famiglie dei lumbriculi e dei branchiobdellidi.
prosperàre, v. intr. Crescere, svilupparsi abbondantemente. ~ fiorire, estendersi.
v. intr. to flourish.
lat. prosperare rendere prospero.
prosperità, sf. 1 L'essere prospero, florido. 2 Agiatezza.
sf. prosperity.
pròspero, agg. 1 Fiorente. ~ abbondante. 2 Ricco, operoso. 3 Robusto, vigoroso.
agg. prosperous, flourishing.
prosperóso, agg. Pieno di prosperità, florido, fiorente. ~ formoso, opulento.
agg. hale and hearty.
prospettàre, v. v. tr. 1 Essere rivolto verso qualcosa. 2 Mostrare, esporre. ~ far balenare, lasciar pensare.
v. rifl. Presentarsi in un determinato modo. ~ apparire, presentarsi.
v. tr. 1 to propose. 2 (esporre) to point out. v. rifl. to appear, to look.
prospèttico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a prospettiva.
prospettìva, sf. 1 Arte e tecnica di rappresentare cose e figure in modo che mantengano l'impressione fornita all'occhio dalla realtà. ~ angolatura, angolazione. 2 Panorama, vista. ~ sfondo, veduta. 3 Previsione.
sf. 1 perspective. 2 (veduta) view. 3 (possibilità) prospect.
• In geometria, rappresentazione dell'immagine di un oggetto su una superficie piana che sia fedele alla visione dell'oggetto stesso da parte di un osservatore ideale. La superficie piana è il quadro, immaginato in posizione verticale rispetto al piano su cui si trova l'oggetto (il piano stazione). Se l'osservatore si trova a una distanza finita si ha una prospettiva conica (o centrale), se si trova a una distanza infinita si ha una prospettiva parallela (o rapida).
Nell'arte, era già nota a greci e romani, che la affrontavano con metodi intuitivi. Fu solo a partire dal XV sec. che si passò a una teorizzazione rigorosa del problema della prospettiva, grazie a L. B. Alberti (De pictura, 1436), e a una serie di altre opere scritte da artisti come P. della Francesca, Leonardo, A. Dürer. In seguito, nel XIX sec. l'utilizzo della prospettiva per la rappresentazione della realtà fu superato dagli impressionisti.
Prospettiva Nevskij, La Racconto di N. V. Gogol' (1836).
prospettìvo, agg. Riferito alla prospettiva. ~ prospettico.
prospètto, sm. 1 Quanto sta di fronte. ~ faccia, facciata. • di prospetto, di fronte. 2 Tabella. ~ schema. • il prospetto delle vendite indicava un andamento negativo. 3 Rappresentazione grafica.
sm. 1 prospectus. 2 (disegno) elevation.
lat. prospectus,-us, deriv. da prospectus, p.p. di prospicere guardare avanti.
prospettóre, sm. (f.-trìce) Chi compie una prospezione.
prospezióne, sf. Esplorazione del sottosuolo alla ricerca di minerali.
prospiciènte, agg. Di edificio rivolto verso un luogo. ~ affacciato, antistante.
agg. overlooking, facing.
Prossèdi Comune in provincia di Latina (4.302 ab., CAP 04010, TEL. 0773).
prossenètico, sm. (pl.-ci) Mediazione a fini di lucro per la conclusione di matrimoni.
prossenìa, sf. Funzione di prosseno.
prossimàle, agg. In anatomia, vicino a un determinato punto di riferimento. <> distale.
prossimaménte, avv. Quanto prima, fra breve.
prossimità, sf. L'essere prossimo.
sf. proximity, nearness.
lat. proximitas,-atis, deriv. da proximus.
pròssimo, agg. e sm. agg. 1 Molto vicino. ~ adiacente, attiguo. <> distante, lontano. • devi scendere alla prossima fermata. 2 Di parente stretto. 3 Trascorso da poco, che sta per giungere. ~ imminente, vicino. <> passato, trascorso. • il suo atterraggio era prossimo.
sm. Ogni individuo rispetto a un altro. • il prossimo.
agg. 1 close, near. 2 (successivo) next. sm. neighbour, fellow man.
lat. proximus, superl. di prope accanto.
Prost, Alain (Saint-Étienne 1955-) Pilota automobilistico francese. Fu quattro volte campione del mondo (1985, 1986, 1989 e 1993).
prostaglandìna, sf. Le prostaglandine sono una serie di sostanze composte da venti atomi di carbonio, presenti in quasi tutti i tessuti. Si tratta di sostanze che svolgono funzioni di vario genere nell'organismo, sia per la trasmissione di impulsi nervosi, sia per funzioni vegetative. Sono indicate con la sigla PG e con una lettera specifica.
pròstata, sf. Termine anatomico che designa una ghiandola acinosa dell'apparato urogenitale maschile. Di forma triangolare con la base rivolta in alto, è divisa in due lobi mediante un solco mediano. Produce un secreto liquido, dovuto alle ghiandole del suo parenchima, che si mescola allo sperma.
Adenocarcinoma della prostata
È uno dei tumori più frequenti nei soggetti maschi di età superiore ai 60 anni. La neoplasia si sviluppa lentamente, diffondendosi facilmente alle ossa e al midollo osseo. Se tempestivamente diagnosticato (tumore localizzato), è possibile procedere alla prostatectomia (asportazione chirurgica della prostata). Nelle forme già metastatizzate, l'intervento terapeutico può solo ritardare l'esito letale della malattia.
Ipertrofia della prostata
Aumento di volume della prostata, causato dalla presenza di un adenoma. La conseguenza più comune dell'affezione è la difficoltà urinaria, con rischio di infezioni uretrali e alla vescica. L'unica terapia risolutiva è quella chirurgica.
prostatectomìa, sf. Asportazione chirurgica della prostata.
prostàtico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla prostata.
prostatìsmo, sm. Affezione generica causata dall'ipertrofia prostatica.
prostatìte, sf. Infiammazione della ghiandola prostatica causata da germi Gram positivi e negativi.
prostèndere, v. tr. Distendere.
prosternàre, v. v. tr. Atterrare, gettare a terra.
v. rifl. Piegarsi fino a terra per devozione o reverenza.
prostètico, agg. (pl. m.-ci) Riferito al raggruppamento chimico che, unito a una proteina, forma una proteina coniugata.
pròstilo, sm. Tempio che ha una fila di colonne nella parte anteriore.
prostituìre, v. v. tr. Fare turpe commercio. • prostituire l'onore, commerciare qualcosa che dovrebbe invece essere tenuto per sé.
v. rifl. Vendersi.
lat. prostituere, comp. da pro-davanti + statuere collocare.
prostitùta, sm. Donna che esercita la prostituzione. ~ meretrice, baldracca.
sm. prostitute.
prostituzióne, sf. Il prostituire, il prostituirsi.
sf. prostitution.
prostràre, v. v. tr. 1 Abbattere, atterrare. 2 Fiaccare. ~ debilitare, indebolire. <> rafforzare.
v. rifl. Gettarsi ai piedi, inginocchiarsi. ~ genuflettersi.
v. tr. to wear out, to exhaust. v. rifl. (fig.) to humble oneself.
prostrazióne, sf. 1 Il prostrare. 2 Accasciamento, avvilimento. ~ astenia, debolezza. <> energia, forza.
prosuòcero, sm. Il genitore del suocero o della suocera.
protagonìsmo, sm. Tendenza ad assumere un ruolo di primo piano per eccesso di individualismo.
protagonìsta, sm. e sf. 1 Personaggio principale in una qualsiasi rappresentazione. ~ mattatore. <> comparsa, spalla. 2 Chi ha la parte principale in un avvenimento. • era stato protagonista di uno spiacevole equivoco.
sm. e sf. protagonist.
greco protagonistès, comp. da pròtos primo + agonistès attore.
Protagonisti, I Film drammatico, americano (1992). Regia di Robert Altman. Interpreti: Tim Robbins, Greta Scacchi, Whoopi Goldberg. Titolo originale: The Player
Protàgora (Abdera 480 ca.-410 a. C. ca.) Filosofo greco, svolse la sua opera nella città di Atene e fu il principale rappresentante dei sofisti nel V sec. a. C. Secondo Protagora, l'uomo va preso come misura di ogni cosa, negando così che si possa giungere a un criterio di carattere assoluto per l'individuazione dell'essere, favorendo invece una visione prettamente relativistica. Sostenne anche l'impossibilità di dimostrare l'esistenza degli dei, che gli costò un'accusa di empietà. Delle opere di Protagora sono giunti solo pochi frammenti.
Protagora
Opera di filosofia di Platone (prima metà IV sec. a. C.).
protàllo, sm. Termine che indica il gametofito delle Pteridofite.
protammìna, sf. Proteina semplice che fa parte del gruppo delle proteine globulari.
pròtasi, sf. invar. 1 Introduzione di un poema. • la protasi dell'Iliade. 2 Proposizione che esprime una condizione. 3 Ognuna delle premesse di un sillogismo.
lat. tardo protasis, dal greco pròtasis, deriv. da protèinein tendere in avanti.
Proteàcee Famiglia di piante arboree e arbustacee diffuse nell'emisfero australe. Appartiene all'ordine delle Proteali.
protèggere, v. tr. 1 Dare appoggio, aiuto. ~ difendere, tutelare. 2 Riparare. • con l'ombrello cercava di proteggersi da quella bufera di neve. 3 Difendere, sostenere lo sviluppo. • proteggere la scienza da attacchi politici.
v. tr. 1 to protect. 2 (favorire) to favour.
lat. protegere, comp. da pro-+ tegere coprire.
protèico, agg. 1 Che contiene proteine. 2 Di proteine.
Protèidi Famiglia di Anfibi urodeli senza polmoni, ma con grandi ciuffi branchiali; da adulti presentano le stesse caratteristiche embrionali.
proteifórme, agg. 1 Che assume aspetti vari. 2 Capace di occuparsi di varie cose.
proteìna, sf. Le proteine sono sostanze organiche costituite da amminoacidi, che formano lunghe catene legate dai legami peptidici. A indice della complessità e lunghezza è il peso molecolare di questi composti che raggiunge anche il valore di 7.000.000. Sono una componente fondamentale della materia organica e rivestono un ruolo basilare per il funzionamento cellulare e soprattutto per la trasmissione delle informazioni genetiche. L'unità base delle proteine sono gli amminoacidi di cui sono note venti tipologie, e il loro enorme numero genera, con tutte le combinazioni possibili, un'enorme varietà di proteine. La sequenza di amminoacidi in una proteina può essere avvolta a elica, essere globulare o combinarsi con più catene assieme: tale costituzione dipende strettamente dalla funzione svolta, distinguendo le proteine in fibrose, globulari ecc. Chimicamente si distinguono le proteine semplici, composte solo da amminoacidi, e quelle coniugate, composte anche da altre sostanze come lipidi (lipoproteine), zuccheri (glicoproteine) o acidi nucleici (nucleoproteine). Le proteine contengono sempre carbonio, idrogeno, azoto e ossigeno; possono anche contenere ferro, fosforo, rame, zinco e zolfo. Gli animali costruiscono le proteine necessarie all'organismo trasformando in amminoacidi le proteine assunte con l'alimentazione, per poi ricombinarli nelle proteine necessarie seguendo le informazioni fornite dal proprio DNA, nella sintesi proteica. Alcuni amminoacidi vengono sintetizzati direttamente dall'organismo (tranne quelli cosiddetti essenziali). I vegetali ricavano le proteine utilizzando sostanze inorganiche.
Sintesi proteica
Insieme di reazioni chimiche con cui vengono prodotte le proteine per il mantenimento vitale dell'organismo, secondo le informazioni genetiche disponibili.
sf. protein.
protèinico, agg. Proteico.
pròtele, sm. Mammifero (noto anche come protele crestato, Proteles cristatus) della famiglia dei Protelidi e dell'ordine dei Carnivori. Simile alla iena, misura sino a 80 cm di lunghezza e presenta una criniera sul dorso. Vive nelle praterie e nelle savane dell'Africa orientale e meridionale.
protèndere, v. tr. Tendere in avanti, distendere. ~ allungare, proiettare. <> ritirare, retrarre.
v. tr. to stretch out.
Pròteo Personaggio mitologico, dio greco marino, era dotato della facoltà di mutare forma a piacere e possedeva il dono della divinazione.
pròteo, sm. Animale anfibio (Proteus anguineus) della famiglia dei Proteidi e dell'ordine degli Urodeli, con corpo di forma allungata, che raggiunge 25 cm ca. di lunghezza, è incolore e ha occhi ciechi. Il proteo vive nelle acque delle grotte carsiche, non subisce metamorfosi, respira mediante branchie e si nutre di piccoli molluschi e vermi.
proteolìsi, sf. Idrolisi delle proteine in seguito all'azione di enzimi o acidi.
proterandrìa, sf. Caratteristica dell'ermafroditismo in cui l'individuo presenta prima caratteri maschili e poi femminili.
proteroginìa, sf. Caratteristica dell'ermafroditismo in cui l'individuo presenta prima caratteri femminili e poi maschili.
proteròglifo, agg. e sm. Relativo a un serpente che ha i denti anteriori della mascella superiore retrocurvi e tali da consentire la fuoriuscita del veleno.
Proterotèri Mammiferi litopterni con arti tridattili estintisi milioni di anni fa.
protèrvia, sf. 1 Arroganza sfacciata. 2 Ostinazione, superbia.
protèrvo, agg. Ostinato, dominato dalla protervia. ~ arrogante, superbo.
pròtesi, sf. invar. 1 Sostituzione di un organo del corpo umano con un apparecchio artificiale. • protesi alla gamba. 2 L'aggiunta di una vocale all'inizio di parola.
lat. tardo prothesis, dal greco pròthesis, deriv. da protithènai mettere davanti.
• Il tedesco Athanasius Kirker realizzò nel 1650 la prima protesi acustica (cornetto), capostipite delle protesi più moderne, la prima delle quali (elettrica) fu messa a punto dal medico austriaco Ferdinand Alt nel 1900.
protéso, agg. Teso in avanti.
protèsta, sf. 1 Il disapprovare o l'opporsi. 2 Dichiarazione della propria volontà di opposizione. ~ contestazione, dissenso.
sf. protest.
protestànte, agg., sm. e sf. Che, o chi, professa il protestantesimo.
agg., sm. e sf. protestant.
protestantésimo, sm. Movimenti religioso sviluppatosi in seguito alla riforma della chiesa promossa da M. Lutero. Il termine deriva dalla protesta pubblica avanzata dai principi e dalle città luterane nei confronti dell'imperatore Carlo V alla dieta di Spira nel 1529, contro la condanna di Lutero voluta dal papa. Inizialmente si formarono i movimenti del luteranesimo, del calvinismo, dello zwinglismo e dell'anglicanesimo, mentre in seguito si svilupparono tendenze più radicali (quaccheri, anabattisti, pentecostali, spiritualisti ecc.). Punti di incontro fra le varie chiese protestanti sono il ritorno alla Bibbia come fonte della fede, una minore considerazione dell'importanza della struttura ecclesiastica, che è ritenuta utile ma non indispensabile alla testimonianza della fede, l'importanza assoluta della grazia di Dio come unica via per la salvezza dell'uomo, che deve testimoniare la propria fede mediante un'adeguata condotta di vita. Attualmente le varie chiese protestanti (circa 450 milioni di fedeli nel mondo) sono riunite nel consiglio mondiale delle chiese, a cui aderiscono anche le chiese ortodosse; in Italia il movimento protestante è rappresentato soprattutto dalla chiesa valdese, che ha aderito alla chiesa metodista.
protestàre, v. v. tr. 1 Attestare. • protestava la sua innocenza di fronte alla corte. 2 Dichiarare il mancato pagamento di un debito. 3 Rifiutare un oggetto.
v. intr. Esprimere la propria disapprovazione. ~ dissentire, opporsi. <> approvare.
v. tr. e v. intr. to protest.
lat. protestari, dichiarare, comp. da pro-+ testari attestare.
protestatàrio, agg. Che contiene una protesta.
protestàto, agg. Relativo a cambiale, colpita da protesto.
protestatóre, sm. Chi protesta.
protèsto, sm. La constatazione del mancato pagamento di un titolo di credito da parte di un notaio o di un ufficiale giudiziario.
sm. 1 (comm.) protest. 2 (cambiale) dishonoured bill.
protètico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a una protesi.
protettìvo, agg. Che serve a proteggere.
agg. protective.
protètto, agg. e sm. agg. Difeso, riparato. ~ al riparo, al sicuro. <> esposto, indifeso.
sm. La persona protetta da qualcuno.
protettoràto, sm. Forma di tutela esercitata da uno stato nei confronti di un altro.
protettóre, agg. e sm. 1 Che, o chi, protegge, difende. ~ difensore, mecenate. • festeggiavano il Santo protettore della città. 2 Chi sfrutta una prostituta.
sm. 1 protector. 2 (sostenitore) patron. 3 (sfruttatore) pimp.
lat. tardo protector,-oris, deriv. da protectus, p.p. di protegere proteggere.
protezióne, sf. 1 Il proteggere. ~ aiuto, difesa. 2 Istituzione protettrice.
sf. 1 protection. 2 (patrocinio) patronage.
lat. protectio,-onis, deriv. da protectus, p.p. di protegere.
• La protezione civile è un sistema organizzato al fine di prevenire le calamità naturali e affrontarne le conseguenze; si occupa perciò anche dell'organizzazione dei soccorsi e degli interventi di ripristino in caso di calamità. Attualmente questa funzione viene svolta dal dipartimento della protezione civile, coordinato da un ministro senza portafoglio, che si avvale della collaborazione di altre strutture dello stato.
protezionìsmo, sm. Politica economica che, agendo sui dazi doganali, protegge i prodotti nazionali dalla concorrenza straniera.
protezionìsta, agg. e sm. (pl.-i) agg. Protezionistico.
sm. Fautore del protezionismo.
protezionìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al protezionismo.
protìde, sf. Proteina.
protìsti Termine con cui E. Haeckel soleva indicare gli organismi unicellulari, sia animali (Protozoi) che vegetali (Batteri).
protistologìa, sf. Branca della scienza che studia i protisti.
pròto, sm. Compositore tipografo incaricato dell'impostazione del lavoro e della sua realizzazione tecnica.
protoàntropo, sm. Denominazione con cui gli antropologi italiani indicano l'ominide Homo erectus vissuto nel Pleistocene inferiore.
protoattìnio, sm. Elemento chimico radioattivo, numero atomico 91, simbolo Pa, peso atomico 231. Metallo assai raro, è prodotto di decadimento dell'uranio 235. È il primo elemento della serie dell'attinio ed è stato chiamato padre dell'attinio, che esso forma con la perdita di una particella alfa.
Protobrànchi Ordine di Molluschi Lamellibranchi con valve articolate da numerosi denti.
protocanònico, agg. (pl. m.-ci) Riferito a quei libri delle Sacre Scritture la cui ispirazione è stata unanimemente riconosciuta dalla chiesa.
protoceratops, sm. invar. Genere di dinosauri ornitischi, lunghi fino a 2,5 m., antenati dei ceratopsidi. Appartiene alla famiglia dei Protoceratopsidi.
protocèrebro, sm. Il primo paio di gangli del complesso gangliare sopraesofageo degli Insetti.
protocollàre, agg. e v. agg. Relativo a protocollo, conforme al protocollo.
v. tr. Registrare a protocollo.
agg. of protocol, formal. v. tr. to register.
protocollìsta, sm. e sf. (pl.-i) Impiegato che tiene il protocollo.
protocòllo, sm. 1 Registro dove i notai trascrivono i testamenti e i rogiti. 2 Libro dove si registra, in ordine cronologico, tutta la corrispondenza in arrivo e in partenza.
agg. 1 protocol. 2 (registro) register.
• In informatica indica un insieme di regole che vengono utilizzate per comunicare messaggi tra diversi elementi di un sistema. Tra i protocolli esistenti occorre ricordare, primo fra tutti, quello denominato TCP/IP (Trasmission Control Protocol / Internet Protocol) che il successo ottenuto da Internet ha trasformato in un vero e proprio standard. TCP/IP viene attualmente utilizzato anche come protocollo di trasmissione tra reti locali e geografiche ed è compatibile con una serie di altri protocolli accessori (come FTP-File Transfer Protocol, SLIP-Serial Line Internet Protocol, PPP-Point to Point Protocol e HTTP-HyperText Transfer Protocol). Esistono poi numerosi altri protocolli specifici, come Kermit e Xmodem, per le trasmissioni asincrone di file su linea telefonica, o come OLE (Object Linking and Embedding) e DDE (Dynamic Data Exchange), creati dalla Microsoft per ottenere la massima compatibilità tra formati diversi di file.
Protodonàti Ordine di Insetti simili agli attuali odonati; comparsi nel Permiano e vissuti tra il Carbonifero e il Lias, comprendevano i giganti tra gli Insetti con il genere Meganeura con apertura alare fino a 70 cm.
protofìllo, sm. Foglia primordiale. ~ cotiledone.
Protofìte Organismi vegetali semplici, genericamente denominati alghe, funghi e muffe, suddivisi nelle classi Euglenofite, Pirrofite, Crisofite, Feofite, Rodofite, Mixomiceti, Eumiceti.
protògino, sm. Roccia derivata per metamorfismo da un granito a una mica in cui la biotite si è trasformata in clorite.
protomàrtire, sm. Il primo martire, Santo Stefano.
pròtome, sf. Testa di animale, di mostro o di uomo usata anticamente come decorazione di frontoni, cornici e simili.
protomèdico, sm. (pl.-ci) Il medico principale di un ospedale.
protomòrfo, agg. e sm. Riferito a quei tipi umani che mostrano caratteri somatici arcaici, per esempio alcuni gruppi africani e asiatici di difficile classificazione.
protomotèca, sf. Collezione di protomi.
protòne, sm. Particella elementare con carica positiva che costituisce, assieme al neutrone, il nucleo degli atomi. Il protone ha carica uguale e opposta a quella dell'elettrone ma, come il neutrone, ha una massa molto superiore (1.836 volte maggiore), per cui è legittimo affermare che il nucleo concentra quasi completamente la massa dell'atomo. Quando un nucleo perde le proprie caratteristiche di stabilità, è possibile che il protone si trasformi; allora il protone può dare origine a un neutrone, emettendo un positrone (radioattività betað+ð) oppure catturando un elettrone (cattura K). Quando invece avviene una collisione tra un protone e il relativo antiprotone, entrambe le particelle diventano mesoni. Anche se la chimica tradizionale considera il protone come la più piccola particella dotata di carica positiva esistente in natura, studi recenti hanno portato a ritenere che sia dotato di una struttura interna composta da 3 quark.
protonèma, sm. (pl.-i) Filamento verde che si forma dalle spore dei Muschi e su cui poi si svilupperà il relativo gametofito.
protònico, agg. (pl. m.-ci) 1 Relativo al protone. 2 Di fonema che precede immediatamente la sillaba accentata.
protonotàrio Carica civile in uso nell'impero bizantino per indicare un funzionario che svolgeva la funzione di notaio presso il re. Nei regni svevi e normanni di Sicilia e dell'Italia meridionale passò a definire invece il capo dei notai del re.
Il protonotario apostolico attualmente è uno dei sette prelati del collegio preposto alla registrazione degli atti della curia romana.
protoplàsma, sm. (pl.-i) La materia vivente di una cellula.
protoplasmàtico, agg. (pl. m.-ci) Che concerne il protoplasma.
protoràce, sm. Il primo dei tre segmenti del torace degli insetti.
protoromàntico, agg. e sm. (pl. m.-ci) Che, o chi, precorre il romanticismo.
protosincrotróne, sm. Sincrotrone acceleratore di protoni.
protostélla, sf. Fase iniziale dell'evoluzione di una stella caratterizzata dall'inizio delle reazioni termonucleari che si verificano quando la temperatura in un ammasso di gas e polveri in fase di contrazione gravitazionale raggiunge valori di circa 10-15 milioni di gradi.
Protostòmi Metazoi provvisti di celoma; il blastoporo della gastrula diventa la bocca dell'individuo adulto, mentre l'ano si sviluppa in un secondo tempo.
protostòria, sf. Periodo di transizione che va dai tempi storici fino alla preistoria, in particolare alle prime documentazioni scritte.
protòtipo, sm. 1 Primo modello. 2 L'esemplare per eccellenza. ~ campione, esempio.
sm. prototype.
Protottèridi Famiglia di Pesci dipnoi ceratodiformi diffusi in Africa; il suo unico genere Protopterus è uno dei pochi esempi in cui l'evoluzione non ha provocato modificazioni morfologiche e organiche nell'aspetto.
protòttero, sm. Pesce (Protopterus aethiopicus) della famiglia dei Lepidosirenidi e dell'ordine dei Ditteriformi. Di colore marrone, raggiunge 1,4 m. Vive nei fiumi dell'Africa insaccandosi nel fango nei periodi di siccità.
protoxilèma, sm. Insieme degli elementi legnosi di un fascio vascolare che, dopo aver subito per primi una differenziazione e aver funzionato per breve tempo, vengono rimpiazzati dal metaxilema.
Protozòi Animali unicellulari di dimensioni microscopiche (2-3 micron), appartenenti al regno dei Protisti. Si nutrono di materiale organico e prediligono gli ambienti acquatici; alcuni sono parassiti. La riproduzione dei protozoi avviene per via sessuale e asessuale; alcuni sono dotati di scheletro (interno o esterno). I protozoi si dividono in Flagellati, fra cui il tristemente famoso agente che trasmette la malattia del sonno, Ciliati, la cui locomazione è garantita dal movimento di organi detti ciglia, Sporozoi, tra cui il Plasmodium che trasmette la malaria nell'uomo e Rizopodi, tra cui l'Ameba, causa di malattia letale nell'uomo.
protozòico, agg. (pl. m.-ci) Proprio della più antica era geologica che presenta qualche traccia di vita.
protràrre, v. v. tr. 1 Tirare in lungo, prolungare. 2 Differire, rinviare. ~ dilazionare. <> affrettare.
v. intr. Durare a lungo, oltre il limite.
v. tr. to prolong.
protràttile, agg. Che si può spingere in fuori o in avanti.
protrazióne, sf. Il protrarre, il protrarsi.
protrombìna, sf. Proenzima presente nel sangue che si trasforma in trombina al contatto con l'aria e in presenza di trombochinasi, favorendo la coagulazione. Solo la protrombina del plasma dà la coagulazione, a differenza di quella contenuta in midollo osseo, piastrine e milza. La capacità di coagulazione è misurata dal tempo di Quick.
protrùdere, v. tr. e intr. In medicina, sporgere in fuori.
protrusióne, sf. Sporgenza in fuori di un organo.
protuberànte, agg. Che forma una protuberanza.
protuberànza, sf. Prominenza, sporgenza. ~ convessità, rilievo. <> concavità, incavatura.
sf. bulge, protuberance.
• Grande getto di gas incandescente che viene proiettato dalla cromosfera del Sole ad altezze di 50.000 km prima di ricadere compiendo un arco con lunghezza media di 200.000 km. È composta da idrogeno, calcio e altri metalli ed è visibile solo nel corso di eclissi solari o ricorrendo a un filtro birifrangente con banda passante centrata sulla riga H dell'idrogeno.
Pròturi Ordine di piccoli Insetti apterigoti sprovvisti di occhi e antenne e con apparato boccale introflesso e fatto per pungere.
protutóre, sm. Chi fa le veci del tutore.
Proudhon, Pierre-Joseph (Besançon 1809-Parigi 1865) Economista e politico francese, esponente socialista estremamente critico nei confronti del capitalismo, tuttavia polemico anche nei confronti del marxismo, di cui criticava il concetto della lotta di classe. A questo proposito scrisse in polemica con Marx il saggio Filosofia della miseria (1846), a cui Marx rispose con Miseria della filosofia (1847). Le sue idee influenzarono sia gli esponenti successivi del socialismo francese sia gli anarchici russi.
Proust, Joseph-Louis (Angers 1754-1826) Chimico francese. Teorizzò la legge delle proporzioni definite.
Proust, Marcel (Auteuil 1871-Parigi 1922) Scrittore francese, esponente fondamentale della letteratura europea del XX sec. Appartenente a una famiglia dell'alta borghesia, soffrì profondamente per la perdita dei genitori (1903 e 1905) e dopo una serie di novelle come I piaceri e i giorni (1896), saggi (Contro Saint-Beuve, 1907) e traduzioni, si ritirò in un isolamento sempre più ostinato, dedicandosi alla creazione del suo capolavoro, il ciclo Alla ricerca del tempo perduto. Si tratta di un'opera fondamentale della letteratura europea, composta da sette libri, La strada di Swann (1913), All'ombra delle fanciulle in fiore (1919), I Guermantes (1920), Sodoma e Gomorra (1921-1922), La prigioniera (anche Albertine scomparsa, 1923), La fuggitiva (1927), Il tempo ritrovato (1927), gli ultimi tre pubblicati postumi. Proust individua nella memoria dei ricordi lo strumento fondamentale per la scoperta della realtà e per la comprensione del significato del tempo, utilizzando una struttura narrativa innovativa, in prima persona, che influì grandemente sugli sviluppi successivi della letteratura.
Prout, William (Horton 1785-Londra 1850) Chimico e medico inglese. Teorizzò il principio secondo il quale i pesi atomici degli elementi sono multipli di quello dell'idrogeno.
Prouvé, Jean (Nancy 1901-1984) Ingegnere francese. Tra le opere Maison du Peuple a Clichy (1938, in collaborazione) e Palazzo per uffici a Neuilly-sur-Seine (1963).
pròva, sf. 1 Ciò che si fa per determinare le qualità, il valore ecc. di una persona o di una cosa. 2 Verifica di un calcolo. 3 Esame. ~ controllo, verifica. 4 Competizione, gara. ~ torneo, partita. 5 Tentativo. 6 Argomento, testimonianza.
sf. 1 (esperimento) test. 2 (dimostrazione) proof. 3 (testimonianza) evidence. 4 (teatro) rehearsal. 5 (di vestito) fitting.
• Nel diritto è la dimostrazione di un fatto che viene effettuata da una delle parti in causa per perorare le proprie tesi. Per quanto concerne il processo penale, le prove sono i mezzi che servono ad arrivare all'accertamento della verità e vengono disposte d'ufficio dal giudice, mentre nel procedimento civile vengono disposte dal giudice solo su richiesta di una delle parti in causa.
Provàglio d'Isèo Comune in provincia di Brescia (5.128 ab., CAP 25050, TEL. 030).
Provàglio Val Sàbbia Comune in provincia di Brescia (836 ab., CAP 25070, TEL. 0365).
Provàna di Leinì, Andrèa (Castello di Leinì, Torino 1511?-Nizza 1590) Uomo d'arme italiano. Dopo aver combattuto a Nizza insieme a Emanuele Filiberto (1553), passò al servizio di Carlo V nelle sue imprese militari in Germania e in Francia. Ottenuto nel 1557 il governatorato di Villafranca, costituì una flotta per combattere la pirateria e le scorribande della flotta turca. Nel 1571 partecipò anche alla vittoriosa battaglia di Lepanto.
provàre, v. v. tr. 1 Sottoporre a prova. ~ accertare, controllare. 2 Dimostrare, manifestare. • non riuscì a provare la sua innocenza. 3 Eseguire prove per stabilire efficienza, qualità. 4 Tentare. • doveva provarci. 5 Avere esperienza personale. • aveva già provato cosa significava farlo arrabbiare.
v. rifl. Misurarsi, gareggiare.
v. tr. 1 (verificare) to try. 2 (sentire) to feel. 3 (dimostrare) to prove. 4 (sperimentare) to experience.
lat. probare approvare, deriv. da probus probo.
• Provando e riprovando. Citazione dantesca (Paradiso, c. III) che divenne poi il motto dell'Accademia del Cimento.
provàto, agg. Sperimentato, conosciuto, dimostrato.
agg. 1 proven. 2 (stanco) exhausted.
provavàlvole, sm. Strumento utilizzato per misurare le caratteristiche dei tubi elettronici.
provènda, sf. Mancia elargita a tutti i barcaioli dei traghetti veneziani dal doge, dai procuratori di San Marco, dal patriarca e dal cancelliere grande al momento della loro elezione.
proveniènza, sf. Il luogo d'origine e l'origine stessa. ~ partenza, estrazione.
sf. origin.
provenìre, v. intr. Venire da un luogo. ~ sbucare, spuntare.
v. intr. 1 to come. 2 (fig.) to be caused. 3 (da) to come from.
provènto, sm. Rendita, entrata.
sm. pl. revenue.
proventrìcolo, sm. Ultima porzione dell'intestino anteriore degli Insetti.
Provènza Regione storica francese situata nella parte meridionale del paese, fra Rodano, Delfinato, confine con l'Italia e Mediterraneo. Attualmente costituisce la regione Provence-Alpes-Côte d'Azur, con capoluogo Marsiglia. Il territorio provenzale può essere suddiviso in tre zone principali. La prima è costituita da zone pianeggianti (Crau, Camargue), la seconda è la fascia litoranea nota come Costa Azzurra, che si estende dalla foce del Rodano al confine con l'Italia, la terza è la zona interna prealpina e alpina. I fiumi principali sono il Rodano, il Var, la Durance e l'Argens. Per quanto riguarda l'economia, il turismo ha un'importanza fondamentale lungo la costa, mentre nell'interno si pratica l'agricoltura; presente anche l'industria, specialmente nella zona di Marsiglia che è anche un porto molto attivo. I primi insediamenti nella regione risalgono al Neolitico; ci furono poi insediamenti greci, seguiti nel II sec. a. C. da quelli romani (il nome Provenza deriva infatti dalla denominazione romana di Provincia Narbonensis). La regione fu poi occupata da visigoti, burgundi e ostrogoti. Nel 536 la regione passò definitivamente sotto il controllo dei franchi. Nell'835 divenne un ducato, poi inglobato nel regno di Borgogna (X sec.); passò in seguito ai conti di Arles e successivamente ai conti di Barcellona. Nella prima metà del XIII sec. fu teatro della repressione degli albigesi, con la crociata promossa da Innocenzo III. Dopo una serie di legami con l'Italia, culminati con il trasferimento della sede papale ad Avignone, alla fine del 1400 la Provenza entrò a far parte definitivamente della Francia, raggiungendo i suoi confini attuali con l'annessione di Nizza (nel 1860). La regione provenzale è ricca di resti dell'epoca romana e di edifici risalenti al primo cristianesimo, oltre a bei palazzi di epoca più recente.
provenzàle, agg., sm. e sf. Relativo alla Provenza.
provenzàle, letteratura La letteratura provenzale (scritta in lingua d'oc) si sviluppò in Provenza dall'XI al XIII sec. e fu una tipica espressione artistica delle corti feudali; ebbe termine con la crisi politica della regione provocata dalla crociata promossa dal papa contro gli albigesi (inizi del Duecento) e con la successiva attività dell'Inquisizione, nonostante un recente tentativo di recupero (con il movimento del felibrismo, nel XIX sec.). La maggior parte delle opere si rifà allo stile della lirica trovadorica, che ha al suo centro il tema dell'amore fra uomo e donna, con la superiorità di quest'ultima, della quale l'innamorato si pone umilmente al servizio. Nell'ambito di questa corrente stilistica si possono distinguere le due tendenze del trovar leu e del trovar clus. La prima ha un andamento più musicale e sentimentale, mentre la seconda si spinge verso una maggiore ricercatezza formale, fino a rasentare l'ermetismo. Gli autori della letteratura provenzale viaggiarono molto in Europa, recandosi di corte in corte, diffondendo così sia la lingua sia la lirica di cui erano maestri. Se la lirica si sviluppò notevolmente, non fu così per altri settori della letteratura, come quello epico o quello narrativo. Per quanto concerne la produzione in prosa si hanno perlopiù testi di carattere pratico o biografico. Fra i più noti autori del genere, Guglielmo IX duca di Aquitania (1071-1026), Bernardo di Ventadorn (morto nel 1170 ca.), Arnaldo Daniello (vissuto fra il XII e il XIII sec.); in Italia si possono ricordare L. Cigala, B. Calvo, Sordello da Goito.
provenzaleggiàre, v. intr. Imitare nei modi i poeti provenzali.
provenzalìsmo, sm. Termine o espressione derivata dalla lingua provenzale.
provenzalìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi studia la letteratura e la lingua provenzali.
proverbiàle, agg. Che ha natura di proverbio.
provèrbio, sm. Breve sentenza di origine popolare che contiene una norma, un consiglio, un insegnamento, tratti dall'esperienza. La struttura del proverbio è tale da facilitarne la memorizzazione, spesso con rime o allitterazioni, dal momento che si tratta di espressioni tramandate per via orale, benché vi siano anche esempi (Bibbia, opere di Esiodo) e studi letterari di alto livello.
sm. 1 proverb. 2 (detto) saying.
PROVERBI
A buon intenditor, poche parole.
A can che lecchi cenere, non gli affidar farina.
A caval donato non si guarda in bocca.
A chi ben crede, Dio provvede.
A chi Dio vuol bene, manda delle pene.
A chi è affamato ogni cibo è grato.
A chi ha fortuna il bue gli fa un vitello.
A ciascun piace il suo.
A nemico che fugge ponti d'oro.
A nessuno piovono le lasagne in bocca.
A ogni uccello, il suo nido è bello.
A padre avaro, figlio prodigo.
A quattrino a quattrino si fa il fiorino.
A questo mondo c'è chi nuota e chi va a fondo.
A questo mondo si è incudine o martello.
A rubar poco si va in galera, a rubar tanto si fa carriera.
A San Benedetto la rondine sotto il tetto.
A tavola non si invecchia.
A testa bianca, spesso cervello manca.
A tutto c'è rimedio fuorché alla morte.
A veste logorata poca fede vien prestata.
Abbondanza genera baldanza.
Accade in un'ora, quel che non avviene in mille anni.
Acqua che corre non porta veleno.
Acqua cheta rompe i ponti.
Acqua passata non macina più.
Ai cavalli magri vanno addosso le mosche.
Ai macelli van più bovi che vitelli.
Ai più tristi porci vanno le migliori pere.
Aiutati che il ciel t'aiuta.
Al bugiardo non si crede il vero.
Al cantare l'uccello, al parlare il cervello.
Al cieco non giova pittura, color, specchio o figura.
Al contadino non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere.
Al ladro fa paura anche il sorcio.
Al morto non si fa torto.
Al primo colpo non cade la quercia.
Albero che non frutta, taglia, taglia.
Albero spesso trapiantato mai di frutti è caricato.
Altra cosa è il dire, altra il fare.
Ama chi t'ama e rispondi a chi ti chiama.
Ambasciator non porta pena.
Amicizia riconciliata, piaga mal saldata.
Amico beneficato, nemico dichiarato.
Amico di tutti, amico di nessuno.
Amor fa molto, il denaro tutto.
Anche il verme ha la sua collera.
Anno bisesto, anno funesto.
Anno di neve, anno di bene.
Aprile non ti scoprire.
Asino di natura chi non sa leggere la sua scrittura.
Aspetta il porco alla quercia.
Assai è ricco a chi nulla manca.
Assai sa, chi tacer sa.
Aver sentito dire è mezza bugia.
Bacco, tabacco e Venere riducon l'uomo in cenere.
Bandiera vecchia onor di capitano.
Beati gli ultimi se i primi son discreti.
Bellezza senza bontà è come vino svanito.
Bisogna fare la veste secondo il panno.
Buon mercato sfonda la borsa.
Buon principio fa buon fine.
Buon sangue non mente.
Buon vino fa buon sangue.
Buona coscienza val mille testimoni.
Buona volontà supplisce facoltà.
Buone ragioni male intese sono perle ai porci stese.
Cade anche il cavallo che ha quattro gambe.
Campa cavallo che l'erba cresce.
Cane affamato non teme bastone.
Cane che abbaia, non morde.
Cane morto non morde.
Cane non mangia cane.
Carta canta e villan dorme.
Casa mia, casa mia per piccina che tu sia tu mi sembri una badia.
Cattive lingue taglian più che spade.
Cattivo quell'uccello che sporca il suo nido.
Che colpa ne ha la gatta, se la padrona è matta?
Chi a molti dà terrore, di molti abbia timore.
Chi a tutti crede, ingannato si vede.
Chi acquista sapere acquista dolore.
Chi ama me, ama il mio cane.
Chi ben comincia è alla metà dell'opera.
Chi compra il magistrato, vende la giustizia.
Chi di gallina nasce convien che razzoli.
Chi di spada ferisce, di spada perisce.
Chi dice donna dice danno.
Chi dice sempre ahi, non muore mai.
Chi disprezza compra.
Chi disse figliuoli disse duoli.
Chi dorme non piglia pesci.
Chi due lepri caccia, l'una non piglia, e l'altra lascia.
Chi è assente ha sempre torto.
Chi è bugiardo è ladro.
Chi è in sospetto è in difetto.
Chi è ricco è savio.
Chi è sano è più del sultano.
Chi fa bene ha bene.
Chi fa da sé fa per tre.
Chi la fa l'aspetti.
Chi guarda a ogni nuvola non fa mai viaggio.
Chi ha arte ha parte.
Chi ha compagno ha padrone.
Chi ha da aver bene, dormendo gli viene.
Chi ha fretta indugi.
Chi ha il buon vicino ha il buon mattino.
Chi ha la rogna se la gratti.
Chi ha quattrini, ha amici.
Chi ha tegole di vetro non tiri sassi al vicino.
Chi il suo cane vuole ammazzare, qualche scusa sa pigliare.
Chi la dura la vince.
Chi lascia la via vecchia per la nuova sa quel che lascia e non sa quel che trova.
Chi lingua ha, a Roma va.
Chi mal semina, mal raccoglie.
Chi non fa non sbaglia.
Chi non ha denari in borsa, abbia miele in bocca.
Chi non ha testa abbia gambe.
Chi non lavora, non mangia.
Chi non può fare come vuole, faccia come può.
Chi non può mordere non mostri i denti.
Chi non risica non rosica.
Chi non sa tacer, non sa parlare.
Chi parla semina, chi tace raccoglie.
Chi pecora si fa, lupo la mangia.
Chi più spende meno spande.
Chi prega il villano s'affatica invano.
Chi primo arriva primo macina.
Chi ride il venerdì, piange la domenica.
Chi rompe paga e i cocci sono suoi.
Chi s'aiuta, Iddio l'aiuta.
Chi sa il gioco non lo insegni.
Chi sa la strada va di trotto.
Chi sa tacere all'occasione guadagna più che col parlare.
Chi semina vento raccoglie tempesta.
Chi si contenta gode.
Chi tace, acconsente.
Chi tardi arriva male alloggia.
Chi tempo ha e tempo aspetta, tempo perde.
Chi tocca la pece s'imbratta.
Chi troppo abbraccia, nulla stringe.
Chi troppo studia matto diventa.
Chi trova un amico trova un tesoro.
Chi va a letto senza cena, tutta notte si dimena.
Chi va al mulino s'infarina.
Chi va con lo zoppo impara a zoppicare.
Chi va piano, va sano e va lontano.
Chi vuole vada e chi non vuole mandi.
Chiodo scaccia chiodo.
Ciò che si usa non fa scusa.
Colla pazienza si vince tutto.
Confidenza toglie riverenza.
Conti spessi, amicizia lunga.
Contro i difetti del vicin t'adiri, e gli stessi difetti in te non miri.
Corta preghiera arriva in cielo.
Cosa fatta per forza non vale una scorza.
Cosa rara, cosa cara.
D'aquila non nasce colomba.
D'ogni dolor rimedio è la pazienza.
Dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io.
Dal dire al fare c'è di mezzo il mare.
Di carnevale ogni scherzo vale.
Di notte tutti i gatti sono bigi.
Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.
Dio manda il freddo, secondo i panni.
Dio non paga il sabato.
Donne e buoi dei paesi tuoi.
Dopo il contento, viene il tormento.
Dopo il lavoro è dolce il riposo.
Dopo la pioggia risplende il sole.
Dove non c'è vergogna c'è virtù.
Dove si mangia e si beve non ci vuol vergogna.
Dove son carogne son corvi.
È difficile condurre il cane vecchio a mano.
È facile criticare che fare meglio.
È meglio essere invidiati che compianti.
È meglio l'uovo oggi che la gallina domani.
È peggio l'invidia dell'amico che l'insidia del nemico.
È più facile consigliare che fare.
Esperienza è madre di scienza.
Fammi fattore che ti farò ricco.
Fare d'una mosca un elefante.
Fare e disfare è tutto un lavorare.
Fatta la legge trovato l'inganno.
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
Finché c'è vita c'è speranza.
Finché la pianta è tenera bisogna drizzarla.
Fortuna cieca, i suoi acceca.
Freddo di mano, caldo di cuore.
Frutto proibito, più saporito.
Gallina vecchia fa buon brodo.
Gioco di mano, gioco di villano.
Giovane ozioso, vecchio bisognoso.
Gli accattoni non son mai fuori strada.
Gli amori nuovi fanno dimenticare i vecchi.
Gli assenti han sempre torto.
Gli errori dei medici la terra li copre.
Gobba a ponente luna crescente, gobba a levante luna calante.
Gran sordo è quello che non vuol udire.
Grandi ricchezze, grandi pensieri.
Grassa cucina, povertà vicina.
I creditori hanno miglior memoria dei debitori.
I migliori nuotatori muoiono affogati.
I monti stan fermi e le persone camminano.
I muri hanno orecchie.
I pazzi per lettera sono i maggiori.
I pesci grossi mangiano i piccoli.
I piccoli ruscelli fanno i grandi fiumi.
I poveri non hanno parenti.
I troppi cuochi guastano la cucina.
I veri amici sono come le mosche bianche.
Il buon commerciante non ha mai quattrini.
Il buon giorno si conosce dal mattino.
Il buon pastore tosa ma non scortica.
Il cane rode l'osso perché non può inghiottirlo.
Il ciuco dà del bue all'asino.
Il cuore non sbaglia.
Il denaro è un buon servo e un cattivo padrone.
Il diavolo dove non può mettere il capo vi mette la coda.
Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
Il diavolo li fa e poi gli accoppia.
Il diavolo può tentare ma non precipitare.
Il ferro va battuto quando è caldo.
Il gioco è bello quando è corto.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Il male previsto è mezza sanità.
Il matrimonio è un male necessario.
Il meglio è nemico del bene.
Il mondo è di chi se lo piglia.
Il mondo è fatto a scale, c'è chi scende e chi sale.
Il passo più difficile è quello dell'uscio.
Il pericolo si vince con il pericolo.
Il piano ha occhi e il bosco orecchi.
Il porco sogna ghiande.
Il primo prossimo è se stesso.
Il quattrino fa cantare il cieco.
Il ricordarsi del male raddoppia il bene.
Il riso nasce nell'acqua e muore nel vino.
Il serpe tra i fiori e l'erba giace.
Il tempo è denaro.
Il tempo è galantuomo.
Il troppo tirare l'arco fa spezzare.
Il ventre non si sazia di parole.
Il ventre pieno fa la testa vuota.
Il vino di casa non ubriaca.
Il vino è il latte dei vecchi.
Impara l'arte e mettila da parte.
In bocca chiusa non entrò mai mosca.
In casa propria ciascuno è re.
In casa sua ogni villano è re.
In chiesa coi santi e in taverna coi ghiottoni.
In nave persa tutti son piloti.
Innanzi alla virtù Dio ha messo il sudore.
L'abito non fa il monaco.
L'aquila non piglia mosche.
L'albero non cade al primo colpo.
L'amore è come la tosse.
L'apparenza inganna.
L'appetito vien mangiando.
L'arte non ha maggiore nemico dell'ignorante.
L'asino dove è cascato una volta non casca più.
L'avarizia è la peggior povertà.
L'avaro è come il porco, che è buono dopo morto.
L'eccezione conferma la regola.
L'erba del vicino è sempre la più verde.
L'erba voglio non cresce neppure nel giardino del re.
L'essere sta nell'avere.
L'occasione fa l'uomo ladro.
L'occhio del padrone ingrassa il cavallo.
L'occhio è lo specchio dell'anima.
L'opera loda il maestro.
L'ospite è come il pesce, dopo tre giorni puzza.
L'ozio è il padre dei vizi.
L'ultimo vestito ce lo fanno senza tasche.
L'unione fa la forza.
L'uomo non ha peggior nemico di se stesso.
L'uomo non vive di solo pane.
L'uomo propone e Dio dispone.
L'uovo ne vuol sapere più della gallina.
La fame caccia il lupo dal bosco.
La fame è cattiva consigliera.
La fame è il miglior cuoco che vi sia.
La farina del diavolo va in crusca.
La fine del riso è il pianto.
La gallina che canta ha fatto l'uovo.
La gallina nera fa l'uovo bianco.
La gatta frettolosa fa i gattini ciechi.
La lingua batte dove il dente duole.
La migliore vendetta è il perdono.
La moglie, il fucile e il cane non si prestano a nessuno.
La morte non guarda il calendario.
La morte pareggia tutti.
La notte porta consiglio.
La paura fa novanta.
La paura ingrossa il pericolo.
La pecora che più bela ha meno latte.
La pigrizia è la chiave della povertà.
La povertà insegna tutte le arti.
La pratica val più che la grammatica.
La prima acqua è quella che bagna.
La prima carità comincia da sé.
La prima pioggia d'agosto rinfresca il bosco.
La ruggine mangia il ferro.
La saetta gira gira, torna adosso a chi la tira.
La sera lupi, la mattina agnelli.
La strada dell'inferno è lastricata di buone intenzioni.
La suocera non pensa che fu nuora.
La superbia mostra l'ignoranza.
La superbia va a cavallo e torna a piedi.
La vecchiaia viene con tutti i malanni.
La verità è senza varietà.
La veste copre gran difetti.
La vita è breve e l'arte è lunga.
La volpe in vicinato non fa mai danno.
Le bugie hanno le gambe corte.
Le buone parole trovano buon luogo.
Le cattive notizie son sempre vere.
Le cose lunghe diventan serpi.
Le cose rare, son le più care.
Le donne ne sanno una più del diavolo.
Le ore della mattina hanno l'oro in bocca.
Le parole non riempiono il sacco.
Le parole sono femmine e i fatti sono maschi.
Le teste di legno fan sempre del chiasso.
Lega il sacco quantunque non sia pieno.
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Mal comune mezzo gaudio.
Mal si caccia coi cani svogliati.
Male non fare, paura non avere.
Male previsto, mezza sanità.
Medico vecchio e barbiere giovane.
Meglio andare a letto senza cena, che alzarsi con debiti.
Meglio fare invidia che pietà.
Meglio fringuello in mano che tordo in frasca.
Meglio il fumo in casa mia che l'arrosto in casa d'altri.
Meglio perdere il dito che la mano.
Meglio poco che niente.
Meglio povertà onorata che ricchezza svergognata.
Meglio soli che male accompagnati.
Meglio tardi che mai.
Meglio un asino che porti, che un cavallo che butti in terra.
Meglio un asino vivo che un dottore morto.
Meglio un magro accordo che una grassa sentenza.
Meglio un prossimo vicino che un lontano cugino.
Meglio un uovo oggi che una gallina domani.
Moglie e ronzino, pigliali dal vicino.
Molti cani sono la morte della lepre.
Molti pochi fanno un assai.
Molto più fanno gli anni che i libri.
Morto un papa se ne fa un altro.
Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi.
Natale viene una volta all'anno.
Né di Venere né di Marte non si sposa né si parte (né si dà principio all'arte).
Né donna né tela al lume di candela.
Né mulo, né mulino, né signore per vicino.
Ne uccide più la gola che la spada.
Necessità non ha legge.
Nel mare grosso si pigliano i pesci grossi.
Nella guerra d'amor vince chi fugge.
Nessun nasce maestro.
Nessun può dare quel che non ha.
Nessuna cosa costa più cara di quella che si compra con le preghiere.
Nessuna nuova, buona nuova.
Nessuno può piacere a tutti.
Non tutte le ciambelle riescono col buco.
Non c'è avere che valga sapere.
Non c'è due senza tre.
Non c'è fumo senza fuoco.
Non c'è miglior specchio dell'amico vecchio.
Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Non c'è più bel messo che se stesso.
Non c'è rosa così bella che da ultimo non avvizzisca.
Non c'è rosa senza spine.
Non c'è sabato senza sole, non c'è donna senza amore.
Non c'è scarpa che sia buona per tutti i piedi.
Non cade foglia che Dio non voglia.
Non chiedere all'oste se ha buon vino.
Non dire quattro se non l'hai nel sacco.
Non è bello ciò ch'è bello, ma è bello ciò che piace.
Non è tutt'oro quel che luccica.
Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.
Non lasciare il poco per l'assai, che forse l'uno e l'altro perderai.
Non lodare il bel giorno innanzi sera.
Non ogni parola vuole risposta.
Non parlare di corda in casa dell'impiccato.
Non si campa d'aria.
Non si è mai vecchi per imparare.
Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Non si può bere e fischiare.
Non si può dire nulla che non sia già stato detto.
Non son tutti cacciatori quelli che suonano il corno.
Non svegliare il can che dorme.
Non tutti i matti sono al manicomio.
Non tutto il male vien per nuocere.
Non vi è pentola così brutta che non trovi il suo coperchio.
Nutri il corvo e ti beccherà gli occhi.
O mangiare questa minestra, o saltare questa finestra.
Occhio non vede cuore non duole.
Oggi a me domani a te.
Oggi in figura domani in sepoltura.
Ogni acqua va al mare.
Ogni agio ha il suo disagio.
Ogni bel gioco dura poco.
Ogni cosa ha il suo tempo.
Ogni cosa vuol misura.
Ogni cuore ha il suo dolore.
Ogni medaglia ha il suo rovescio.
Ogni mercante loda la sua mercanzia.
Ogni pelo ha la sua ombra.
Ogni simile ama il suo simile.
Ogni vizio ha la sua scusa.
Ognun che ha gran coltello non è boia.
Ognuno ha i suoi gusti.
Ognuno per sé e Dio per tutti.
Ognuno sa navigare col buon vento.
Ognuno tira l'acqua al suo mulino.
Ospite raro, ospite caro.
Paese che vai, usanza che trovi.
Pan rubato ha buon sapore.
Pane d'un giorno col vino d'un anno.
Pane di sudore ha gran sapore.
Parenti, serpenti; fratelli, coltelli.
Parla poco, ascolta assai e giammai non fallirai.
Parole di santo, unghie di gatto.
Passata la festa gabbato lo santo.
Patti chiari amici cari.
Peccato confessato è mezzo perdonato.
Pela il fico all'amico e la pesca al nemico.
Pensa al peggio e l'indovinerai.
Per essere bugiardi ci vuol buona memoria.
Per essere ricco bisogna avere il padre all'inferno.
Per il poltrone è sempre festa.
Per mangiare la noce bisogna rompere il guscio.
Per troppo sapere l'uomo sbaglia.
Piacere fatto non va perduto.
Piccola scintilla può bruciare una villa.
Pietra smossa non fa muschio.
Poca brigata vita beata.
Presto a letto e presto alzato fa l'uomo sano, ricco e fortunato.
Qual principio tal fine.
Qual proposta, tal risposta.
Quale è la padrona, tale è la serva.
Quale il cappellano tale è il sagrestano.
Quando è alta la passione è bassa la ragione.
Quando il gatto non c'è i topi ballano.
Quando la pera è matura convien che caschi.
Quando la volpe predica, guardatevi galline.
Quanto più alto il monte, tanto più profonda la valle.
Quattrino risparmiato, due volte guadagnato.
Quel che non strozza ingrassa.
Quel che non va nel canestro va nel manico.
Quel che presto matura, poco dura.
Quel che puoi far oggi, non rimandare a domani.
Quel che si vuole, presto si crede.
Raglio d'asino non arriva in cielo.
Ricchezza non fa gentilezza.
Ride bene chi ride ultimo.
Risponde il frate come l'abate canta.
Roba che si mangia non si perde.
Roba mal acquistata non dura un'annata.
Roma non fu fatta in un giorno.
Rosso di mattina, l'acqua s'avvicina.
Rosso di sera bel tempo si spera.
Sacco vuoto non sta in piedi.
Saltare di palo in frasca.
Santa Lucia è il giorno più corto che ci sia.
Sbaglia anche il prete a dir messa.
Sbagliando s'impara.
Scarpe grosse, cervello fino.
Scherza coi fanti e lascia stare i santi.
Scopa nuova spazza bene tre giorni.
Scusa non richiesta accusa manifesta.
Se la pazzia fosse dolore, in ogni casa vi sarebbe stridore.
Se un cieco guida l'altro, tutti e due cadono.
Secondo la paga il lavoro.
Segreto di due, segreto di Dio; segreto di tre, segreto di tutti.
Senza moglie a lato, l'uom non è beato.
Si dice il peccato ma non il peccatore.
Si prendono più mosche con una goccia di miele che con una botte d'aceto.
Soffri il male e aspetta il bene.
Sono le botti vuote quelle che cantano.
Sotto l'acqua fame e sotto la neve pane.
Stringe più la camicia della gonna.
Tante teste, tanti cervelli.
Tanto è ladro chi ruba come chi tiene il sacco.
Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino.
Tentar non nuoce.
Tra due litiganti il terzo gode.
Tra moglie e marito non mettere il dito.
Tradimento piace assai, traditor non piace.
Tutte le strade portano a Roma.
Tutte le volpi si ritrovano in pellicceria.
Tutti i fiumi vanno al mare.
Tutti i nodi vengono al pettine.
Tutti i mestieri danno il pane.
Tutti i salmi finiscono in gloria.
Tutto è bene quel che finisce bene.
Tutto il male non vien per nuocere.
Tutto il mondo è paese.
Un asino gratta l'altro.
Un asino par bello a un altro asino.
Un bel tacer non fu mai scritto.
Un fiore non fa ghirlanda.
Un malanno non vien mai solo.
Un matto ne fa cento.
Un matto sa più domandare che sette savi rispondere.
Un nemico è troppo e cento amici non bastano.
Un po' per uno non fa male a nessuno.
Un uomo avvisato, è mezzo salvato.
Una bugia ne tira dieci.
Una bugia tira l'altra.
Una buona coscienza è un buon guanciale.
Una buona parola smorza più di una caldaia.
Una ciliegia tira l'altra.
Una mano lava l'altra e tutt'e due lavano il viso.
Una pecora infetta ne ammorba una setta.
Una rondine non fa primavera.
Una volta non fa usanza.
Uno scuote il cespuglio, l'altro acchiappa l'uccello.
Uomo a cavallo, sepoltura aperta.
Uomo ammogliato, uccello in gabbia.
Uomo avvisato, mezzo salvato.
Uomo lento non ha mai tempo.
Uomo morto non fa più guerra.
Uomo senza quattrini, morto che cammina.
Val più uno a fare che cento a comandare.
Vedon più quattro occhi che due.
Ventre digiuno non ode nessuno.
Vicinanza senza siepe porta inimicizia in casa.
Vino dentro, senno fuori.
Vino e sdegno fan palese ogni disegno.
Vizio di natura, fino alla fossa dura.
Voce di popolo, voce di Dio.
Note:
Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.
Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate
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~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo" | |
<> indica (in genere) un "contrario" |
Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_p.doc
sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm
Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it
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