Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale R parte 9
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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale R parte 9
Róma (geografia) Città (comune di 1.507 km2 e 2.791.000 ab., CAP 00100, TEL. 06) capitale della Repubblica italiana, capoluogo della provincia omonima e del Lazio. Occupa ambedue le rive del Tevere in una zona collinare (i colli, monte Mario). Sede degli organi governativi italiani, del presidente della repubblica, di molti enti e di organismi internazionali. Sul suo territorio vi è la città del Vaticano, sede papale e stato autonomo. Tra le attività è particolarmente sviluppato il terziario e in genere il turismo. Sede di importanti industrie dell'abbigliamento, aeronautiche, edilizie, editoriali, grafiche, della plastica e del tabacco. Principale nodo di comunicazioni ferroviarie, stradali (strade consolari) e aeree (aeroporti Leonardo da Vinci e Ciampino). Sul suo territorio vi sono le stazioni climatiche di Fregene e Ostia.
Storia, cultura e arte
La nascita di Roma (753 a. C.) è avvolta da parecchie leggende. La più affascinante è quella tramandata da Livio e da Virgilio: dopo la caduta di Troia, Enea e alcuni superstiti fuggono dall'Asia Minore e approdano sulle coste del Lazio. Enea è accolto favorevolmente dal re indigeno, Latino, di cui sposa la figlia, Lavinia. La discendenza dell'eroe è numerosa, ma l'ultimo suo esponente, Amulio, prende il potere con la forza al fratello maggiore Numitore costringendo sua figlia Rea Silvia a farsi vestale. Rea Silvia è amata dal dio della guerra Marte, ma i loro due figli Romolo e Remo sono gettati nel fiume Tevere dal perfido Amulio. I due piccoli si salvano, sono allevati da una lupa e una volta cresciuti restituiscono il trono a Numitore. In seguito Romolo uccide Remo e fonda la città di Roma sul colle Palatino, nel luogo in cui avvenne il suo miracoloso salvataggio. Secondo i calcoli di Marco Terenzio Varrone, la città fu fondata il 21 aprile del 735 a. C. Anche il nome della città è avvolto dal mistero: gli storici concordano nell'escludere ogni riferimento al nome di Romolo e alla parola greca rhome, forza, ma suppongono che derivi dall'antico nome del Tevere, Rumon. Prescindendo dalla leggenda, gli storici attribuiscono la nascita di Roma alla fusione di insediamenti di pastori e contadini (Roma Quadrata). Tuttavia, alcuni elementi della leggenda trovano qualche collegamento con la storia, come la figura del primo re, Romolo, e la presenza della lupa, venerata come animale sacro caro al dio Marte dalle popolazioni del luogo. Roma è in seguito governata da una serie di re (sette per la leggenda), con l'alternanza di un re sabino e uno romano, fino agli ultimi tre, di origine etrusca. Attorno al 700 a. C. inizia il dominio della famiglia etrusca dei Tarquini, con Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo, gli ultimi tre re di Roma. Sotto il regno degli etruschi, Roma conosce l'inizio di notevoli opere architettoniche, come il Circo Massimo e i portici del Foro. Il territorio di Roma si espande sui sette colli (Palatino, quello originale, Campidoglio, Celio, Aventino, Quirinale, Viminale ed Esquilino). La costruzione del tempio di Diana fa diventare la città un centro di culto e meta di pellegrinaggi. Il dominio crudele e tirannico di Tarquinio il Superbo, giunto al potere assassinando il suo predecessore, porta alla rivolta contro il dominio etrusco (509 a. C.), guidata da G. L. Bruto, alla caduta della monarchia e all'inizio della repubblica, retta dai patrizi. La lotta con le popolazioni etrusche prosegue per molti anni, e solo nel 396 a. C. gli etruschi vengono definitivamente sconfitti, con la caduta della loro capitale, Veio, distrutta da Furio Camillo dopo dieci anni di assedio. Nel 390 a. C. la città è invasa e distrutta dai galli senoni che, provenienti dalla città di Chiusi che avevano invano cinto d'assedio, hanno ragione della scarsa resistenza opposta dai latini sul fiume Allia. L'occupazione dei galli senoni dura solo sette mesi, che sono però di distruzione e rovina e segnano un momento di arresto nell'espansione dei domini di Roma. Nel 295 a. C. Roma conclude vittoriosamente la lotta contro il popolo dei sanniti e porta al consolidamento del suo dominio su gran parte dell'Italia centrale. La lotta contro i sanniti durò quasi cinquant'anni, nei quali si succedettero tre guerre (che iniziarono nel 343 a. C.). Dopo la terribile sconfitta delle Forche Caudine (321 a. C.), Roma riesce a cancellare per sempre l'indipendenza dei sanniti nella battaglia di Boviano (305 a. C.) e poi in quella decisiva di Sentino (295 a. C.). Roma scende in guerra contro Taranto e Pirro, re dell'Epiro (282-272 a. C.). Le sorti della guerra contro Pirro sono alterne, e Roma subisce anche dure sconfitte a Eraclea (280 a. C.) e Ascoli Satriano (279 a. C.). La vittoria a Maleventum (divenuto poi Benevento) convince definitivamente Pirro a lasciare l'Italia e ad abbandonare le sue mire espansionistiche. I confini del dominio romano si estendono all'Italia meridionale. L'espansione di Roma si estende oltre mare: le tre guerre puniche la vedono contrapposta ai cartaginesi per il predominio sul Mediterraneo. Dopo la prima guerra (264-241 a. C.) Cartagine perde la Sicilia. La seconda guerra punica (218-210 a. C.) si conclude con la rinuncia di Cartagine a ogni suo possesso nel Mediterraneo, mentre la terza guerra (149-145 a. C.) porta alla completa distruzione della città di Cartagine. La Spagna è la prima provincia annessa; Roma conquista quindi l'Istria, la Dalmazia, la Grecia e le coste africane. Tra le principali costruzioni dell'epoca romana preimperiale si ricordano il tempio della Concordia, le mura serviane, la via Appia, l'acquedotto, il tempio del Circo Flaminio, di Giove Satore e Giunone Regina, della Magna Mater. I crescenti disagi sociali culminano nell'uccisione dei fratelli Gracchi, fautori delle riforme agrarie a favore dei plebei, per ordine del senato. Segue un periodo di guerre civili, che vede la rivalità tra Mario (esponente democratico) e Silla (aristocratico) e che porta alla dittatura di quest'ultimo per un periodo di tre anni (82-79 a. C.). Il periodo che va dal 60 al 51 a. C. è contraddistinto dal primo triumvirato a opera di Pompeo, Cesare e Crasso. Tutti e tre si erano già messi in luce in imprese militari che avevano procurato loro fama e appoggio politico. Pompeo si era distinto in Spagna, mentre Crasso aveva sconfitto Mitridate. Quando nell'estate del 60 a. C. stringono l'alleanza con Cesare, inizialmente segreta, danno inizio a una crescente concentrazione di potere nelle loro mani, annullando di fatto l'autorità del senato (come testimonia l'esilio di Cicerone e di Catone). Cesare si fa proclamare proconsole della Gallia per cinque anni, dopo averla conquistata (51 a. C.) con una fortunata campagna militare. Giulio Cesare passa armato il Rubicone, che segna il confine tra la Gallia Cisalpina e Roma, ed entra nella città occupandola (49 a. C.). Morto nel frattempo Crasso, Cesare si trova ad affrontare solo Pompeo, che viene sconfitto nella battaglia di Farsalo e cade vittima di un tradimento. È il primo passo verso la dittatura a vita di Cesare che inizia cinque anni più tardi (44 a. C.), ma che dura solo un mese, rimanendo poi vittima della congiura di Bruto e Cassio. La morte di Cesare dà vita al secondo triumvirato tra Antonio, Lepido e Ottaviano, il futuro Augusto. Augusto diventa il primo imperatore di Roma, terminando la lunga serie di contrasti e guerre civili.
Ha inizio il periodo imperiale e di massima espansione dei territori di Roma, che comprendono tutto il bacino mediterraneo. Il regno di Augusto dura ventisette anni e segna l'inizio di un profondo rinnovamento sociale ed economico. Il fasto del suo regno è ricordato da monumenti importanti e opere di ingegneria che resistettero nei secoli. Il cristianesimo si è già introdotto nell'impero romano, e nel 65 iniziano le persecuzioni dei fedeli a opera di Nerone, imperatore dal 54 al 68. L'anno precedente un violento incendio distrugge parte di Roma e la responsabilità viene fatta ricadere sui cristiani, anche se molto probabilmente è dello stesso Nerone. Due anni dopo i santi Pietro e Paolo vengono condannati a morte e giustiziati a Roma. Sotto i primi imperatori si costruirono il tempio di Apollo, il foro a Marte Ultore (42 a. C.), l'Ara Pacis (13 a. C.) e il Pantheon, la Domus Tiberiana, l'acquedotto Claudio e dell'Aniene, la Domus Aurea di Nerone e i successivi ampliamenti dei Fori, del Colosseo, del tempio della Pace, dell'arco di Tito e delle terme, la ricostruzione del Tempio Capitolino e del tempio Vespasiano, il palazzo di Domiziano, il foro e i mercati di Traiano nonché la colonna omonima. Con Adriano si ricostruì il Pantheon (115) e si edificarono i templi di Venere e di Castore e Polluce. Fra le opere dei successori sono da ricordare le mura e la colonna aureliane, le terme antoniniane, l'arco di Settimio Severo, le terme di Diocleziano, la basilica di Massenzio, l'arco di Costantino. La morte di Commodo (192), ultimo imperatore degli Antonini, dà origine a una serie di guerre civili, terminata con la nascita del dominio della stirpe dei Severi. Sotto quest'ultima, l'impero conosce un periodo di profonde lotte interne e di anarchia, in parte dovute al peso crescente dei corpi militari, e le prime minacce dei barbari a nord e dei persiani a est. L'impero sotto Diocleziano conosce un ventennio di pace, viene ristrutturato e diviso in impero orientale e occidentale. L'opera di Diocleziano consente di rallentare la decadenza dell'impero, che trova maggiore unità e forza, nonostante la divisione, che ha un valore prevalentemente amministrativo. Il potere assume una forma di tetrarchia, con due augusti assistiti da due cesari. Finché Diocleziano riesce ad assumere un ruolo preminente nella tetrarchia, il potere politico viene saldamente amministrato, ma in seguito all'abdicazione di Diocleziano, Roma conosce un nuovo periodo di guerre civili. Artisticamente dopo il II sec. vari edifici pagani vengono impiegati per il culto cristiano: Santa Cecilia, San Clemente, Santa Costanza, Santa Maria ad Martyres, Santa Maria antiqua, Santa Prudenziana, Santa Sabina, Santi Cosma e Damiano ecc. Inoltre si scavano le catacombe e si costruiscono nuove chiese e basiliche, fra cui San Pietro (330 ca.) e San Paolo fuori le Mura (380). Costantino, sconfiggendo Massenzio a Ponte Milvio (312), si impadronisce del potere e ridona un periodo di pace ed equilibrio. L'anno successivo (313) emana l'editto di Milano che sancisce la definitiva affermazione del cristianesimo nell'impero romano. Sette anni più tardi inizia la costruzione della prima chiesa di San Pietro. Costantino porta la capitale a Bisanzio (326), togliendo definitivamente a Roma la centralità e l'importanza che aveva avuto fino a quel momento. In precedenza, la capitale era già stata spostata a Ravenna e a Milano. Ha inizio per Roma un periodo di decadenza, accelerato dalle invasioni barbariche che si susseguono sempre più violente e minacciose. Alarico, re dei visigoti, invade e saccheggia Roma nel 410; è dall'invasione dei galli senoni, circa 800 anni prima, che Roma non conosce l'onta della sconfitta entro le proprie mura. Seguono poi le incursioni di Attila e di Genserico (vandali), che mettono fine alla fama e leggenda di invulnerabiltà della città di Roma ai saccheggi e alle devastazioni. Nel 476 cade l'impero romano d'occidente, mentre quello d'oriente o impero bizantino, ormai organismo politico completamente svincolato da quello occidentale, sopravvive per oltre quasi 1.000 anni, fino cioè alla resa di Costantinopoli ai turchi (1453). In occidente, Odoacre, re barbaro, depone Romolo Augustolo, ultimo imperatore, e rimanda a Costantinopoli le insegne dell'impero. Segue un periodo di miserie e carestie che restringe la parte abitata di Roma alla sola zona racchiusa dall'ansa del Tevere; l'epidemia di peste riduce la popolazione a poche migliaia di abitanti. Dalla caduta dell'impero romano, Roma è governata indirettamente dai papi bizantini, che fanno sentire la loro supremazia in campo spirituale e temporale. Nel 726 termina il dominio indiretto di Bisanzio su Roma, che si rifiuta di applicare le leggi iconoclaste imposte dai papi d'oriente, ottenendo l'appoggio dai longobardi, e in particolare del loro re Liutprando, che fa anche delle concessioni territoriali. Le donazioni di Sutri e della zona dei Quattro castelli costituiscono il primo nucleo dello stato pontificio. Il giorno di Natale dell '800 in San Pietro papa Leone III incorona Carlo Magno imperatore del Sacro Romano Impero. È l'epilogo dell'alleanza del papato con Carlo, re dei franchi, per contrastare il predominio dei longobardi. Il dominio dei Carolingi prosegue fino alla fine del secolo, quando la lotta per il potere si rende molto cruenta; Roma viene governata anche da due donne, Teodora e Marozia, che si succedono al dominio dei duchi di Spoleto. Contemporaneamente all'epoca carolingia inizia la formazione di uno stile propriamente romano (San Marco, Santa Prassede, Santa Maria in Domnica, Santa Cecilia). L'imperatore Ottone I di Sassonia, invitato da papa Giovanni XII desideroso di contrastare il potere dell'aristocrazia romana, dà inizio alla supremazia tedesca su Roma (961), con le dinastie di Sassonia e Franconia, che durarono per più di un secolo. In questo periodo si assiste a una notevole riaffermazione del potere imperiale su quello del papato, sancito anche dal diritto Privilegium Othonis, in cui si afferma che il papa non può essere eletto senza il consenso dell'imperatore e stabilisce la presenza di un rappresentante dell'imperatore a Roma.
Nel tentativo di ridurre l'influenza imperiale su Roma, papa Niccolò II nel 1059 apre il concilio in cui si fissano le regole per l'elezione del papa senza l'intervento dell'imperatore. Da qui ha inizio una violenta lotta di potere (lotta delle investiture) che coinvolse l'aristocrazia romana, il papato e l'impero. Nel 1143 nasce il comune, indipendente dal potere ecclesiastico, e fondato da Arnaldo da Brescia. Quest'ultimo è a capo di un senato, un parlamento popolare che vede la partecipazione al potere di una parte dei ceti medi. Tuttavia il comune dura solo dieci anni circa, e alla morte di Arnaldo da Brescia Roma fa atto di sottomissione al papato. Anche quando cerca successivamente di svincolarsi da questa supremazia, le sorti della città non sono più fortunate, perché è costretta a cedere a Federico Barbarossa. La pace di Costanza (1183) segna la definitiva vittoria del papato sull'impero e il comune di Roma si consegna definitivamente nelle mani di papa Clemente III. Segue un periodo di rinascita e progresso, anche culturale, con la presenza di grandi artisti a Roma, come Giotto e Arnolfo di Cambio. La città continua a essere impreziosita da capolavori fino al periodo della cattività avignonese: San Clemente, San Lorenzo fuori le Mura, Santa Maria in Cosmedin, Santa Maria in Trastevere, Santa Maria Maggiore, Santa Maria Sopra Minerva, Santi Giovanni e Paolo, con vari chiostri, mosaici e affreschi. Papa Clemente V porta nel 1309 la sede del papato ad Avignone; il vuoto di potere lasciato dal papato incoraggia le lotte interne, tra le quali si ricorda anche una rivolta popolare contro i ceti nobili di Roma guidata da Cola di Rienzo (1347). Il suo tentativo di ripristinare la Repubblica di Roma dura pochi anni, travagliati anche dall'epidemia di peste; nel 1377 papa Gregorio XI ritorna a Roma. Nel periodo che va 1378 al 1417 si verifica il primo grande scisma: si hanno contemporaneamente due Papi, uno insediato a Roma e l'altro ad Avignone. Nel 1409 le lotte portano anche a un terzo papa, eletto a Pisa. Una serie di guerre civili e religiose segnano la città di Roma, teatro di scontro delle opposte fazioni; per un breve periodo di tempo, la città è costretta anche a subire la tutela del re di Napoli Ladislao. Nel 1420 l'elezione di papa Martino V al concilio di Costanza pone fine alle lotte e ristabilisce la supremazia pontificia sulla città. Sotto il suo pontificato, durato circa un decennio, Roma conosce l'inizio dello splendore artistico che la porterà ai fasti del rinascimento. Il papa concentra sempre più il potere nelle sue mani, lasciando poca autonomia al comune. In seguito si verificano anche alcune rivolte intese a una richiesta di maggiore autonomia dal potere del papato (la rivolta di Niccolò Fortebracci, di Porcaro e i moti dei Colonna). Nel 1447 l'elezione di papa Niccolò V trasforma Roma in una delle città più belle del mondo. I migliori artisti vengono chiamati per decorare la città e la Biblioteca Vaticana diventa un patrimonio nazionale di cultura. Bramante, Raffaello e Michelangelo contribuiscono con il loro genio a fare di Roma la capitale dell'arte. Nel 1506 papa Giulio II pone la prima pietra per la costruzione della nuova basilica di San Pietro, dopo che la vecchia era stata demolita circa cinquant'anni prima per ordine del suo predecessore. La basilica verrà completata solo nel secolo successivo, dopo che molti grandi artisti si succedettero alla direzione dei lavori (prima Bramante, poi Raffaello e Michelangelo). Nel 1527 i lanzichenecchi compiono il sacco di Roma: in seguito alle lotte tra Carlo V e Francesco I per il dominio sull'Italia, le milizie imperiali all'alba del 6 maggio cingono d'assedio la città e, incuranti delle offerte di danaro di papa Clemente VII, sferrano il terzo attacco che porta alla distruzione di molte opere artistiche e causa circa 20.000 vittime. Il papa si rifugia a Castel Sant'Angelo. La risposta della chiesa cattolica alla riforma luterana culmina con la controriforma. La restaurazione cattolica comincia a incidere anche sulla città: il culto assume manifestazioni sempre più solenni, gli ebrei vengono isolati nel ghetto (1555) e le persecuzioni contro gli eretici si fanno più violente: il filosofo Giordano Bruno viene arso sul rogo (1600) e Galileo Galilei è condannato alla prigione a vita e costretto all'abiura nel 1633. Nel 1568 vengono iniziati i lavori della chiesa del Gesù, fatta costruire dai gesuiti, prima testimonianza del barocco. L'ordine dei gesuiti fu fondato da Sant'Ignazio di Loyola, giunto pochi anni prima (1537) dalla Spagna. La fine del XVI sec. e la prima metà del XVII vedono l'affermarsi di artisti illustri come il Caravaggio, Gian Lorenzo Bernini, Annibale Carracci e Francesco Borromini. Roma fu meta anche di artisti stranieri, come Diego Vel´squez, che vi si recò per ammirare le opere del Vaticano, e Rubens, che arrivò da Anversa per studiare. Viene completata la basilica di San Pietro (1626). Altre opere d'arte nascono in questi anni, come gli affreschi di palazzo Farnese (Carracci) e piazza Navona (Bernini). Anche la musica trova un rappresentante fondamentale in Giovanni Luigi da Palestrina, nominato organista e maestro del coro del Vaticano e considerato il massimo esponente della polifonia sacra rinascimentale. La vita culturale è accesa dalla venuta a Roma (palazzo Corsini) della regina Cristina di Svezia (1655), che abdica e si converte al cattolicesimo e fonda un circolo di scienze e lettere (che in seguito diviene l'Accademia L'Arcadia). La venuta di Cristina di Svezia a Roma promuove i primi passi di Angelo Corelli, tra i massimi esponenti del barocco musicale italiano, al quale viene commissionato un concerto per la regina Cristina. Nel 1797 Napoleone Bonaparte occupa Roma: la presenza dell'esercito francese incide notevolmente sulla vita della città. Un anno dopo nasce la Repubblica romana, papa Pio VII viene deportato in Francia e molti tesori artistici di Roma vengono spogliati e portati all'estero. Nel settembre 1799 la repubblica muore definitivamente, sotto la restaurazione del potere pontificio. Il potere pontificio è di nuovo interrotto dal dominio napoleonico nel 1808; i francesi invadono ancora l'Italia, occupano tutti gli stati pontifici e annettono Umbria e Lazio all'impero di Napoleone. Anche la città di Roma viene invasa e occupata. Pio VI, le cui milizie erano state sconfitte a Savona e a Fontainebleau, ripara a Parigi in esilio. Nel 1814 Pio VII ritorna a Roma, con conseguente restaurazione del potere pontificio. Negli anni che seguono Roma è precorsa da un notevole fermento culturale e politico, si affermano le idee liberali e la fondazione di sette come la carboneria, nettamente contrarie al potere della chiesa. I primi moti si hanno nel 1825, seguiti da un'insurrezione nel 1830 e da moti liberali l'anno successivo. I moti rivoluzionari del 1848 costringono Pio XI (proclamato papa solo due anni prima), a concedere la costituzione e a fuggire a Gaeta. Viene quindi proclamata la Repubblica romana, che ha vita breve (febbraio 1849-aprile 1850). Pio XI, con l'aiuto dell'esercito francese, fa ritorno a Roma, ma si trova ad affrontare l'attività di gruppi politici apertamente democratici e i sostenitori di Vittorio Emanuele II, re del Piemonte. Nel 1860 Garibaldi, con lo sbarco in Sicilia dei suoi Mille, dà inizio alla conquista di Sicilia e Napoli. Lo stato pontificio viene ristretto ai soli sobborghi di Roma. Un anno dopo nasce il regno d'Italia con capitale Torino: il primo re è Vittorio Emanuele II, e nasce il primo parlamento italiano. Tra i parlamentari più illustri anche il musicista Giuseppe Verdi.
Il 20 settembre 1870 con la breccia di porta Pia i bersaglieri, corpo di assalto dei Savoia, entrano in Roma e si ha la fine del dominio pontificio, ristretto al solo territorio del Vaticano. Le difficili relazioni tra stato e chiesa trovano una soluzione solo molti anni più tardi, con i patti lateranensi (1929) che regolano i rapporti tra stato e chiesa. Un anno dopo la presa di Roma, la città è proclamata capitale del regno d'Italia. Ha inizio un periodo di notevole crescita demografica e urbanistica. Durante la seconda guerra mondiale la città di Roma subisce rovinosi bombardamenti a opera degli aerei americani nel luglio e nell'agosto del 1943. Dopo l'armistizio, Roma viene occupata dai tedeschi, nonostante la proclamazione di città aperta a opera di Pio XII, che comunque la pone al riparo dalla completa distruzione delle inestimabili opere artistiche. Durante l'occupazione tedesca, la città è sede dell'organizzazione di importanti attività della resistenza, con la costituzione delComitato di liberazione nazionale. Nel giugno 1944 le truppe americane liberano Roma. Nel dopoguerra Roma vive un momento magico, dal punto di vista culturale e artistico. Cresce a livello internazionale la scuola del cinema: Cinecittà, fondata nel 1937, negli anni '50 e '60 conosce la celebrità, con film internazionali come Ben Hur, Spartacus, e i film dei maestri italiani (Fellinicon La dolce vita, 1960, e Roma, 1972). Roma diventa la capitale anche della moda. In questi anni termina anche la costruzione dell'EUR, moderno complesso urbanistico alle porte di Roma. L'importanza della città viene affermata in campo internazionale dal trattato di Roma del 1957, che pone le basi per il Mercato Comune Europeo. Altro evento che colloca la città al centro dell'attenzione mondiale sono le Olimpiadi (1960). Nel 1978 Karol Wojtila è proclamato papa con il nome di Giovanni Paolo II: è il primo papa straniero dal 1522, anno in cui divenne papa il fiammingo Adrian Floriszoon (Adriano VI). Tre anni dopo la sua proclamazione, Giovanni Paolo II è ferito in un attentato in piazza San Pietro.
Provincia di Roma
Si estende (5.353 km2 e 3.789.000 ab.) in una pianura (campagna romana) solcata dal Tevere e racchiusa da rilievi (monti della Tolfa, Sabatini, Sabini, Prenestini, colli Albani). Vari sono i laghi (Bracciano, Albano, Nemi) di origine vulcanica. A ovest si estende la costa con i porti di Anzio, Civitavecchia e Nettuno. La pianura, un tempo malsana, è stata oggetto di bonifica e convertita in terreno agricolo (cereali, ortaggi, foraggi). Sui pendii dei colli si coltivano le viti, gli olivi e gli alberi da frutta. Allevamenti ovini e bovini e conseguente industria casearia. Le industrie hanno sede prevalentemente a Roma e a Pomezia: sono presenti attività alimentari ed enologiche. Altri agglomerati urbani: Anzio, Civitavecchia, Ostia, Rocca di Papa, Tivoli, Velletri. Assai intenso è il turismo per i richiami storici e archeologici.
Roma bene Film drammatico, italiano (1971). Regia di Carlo Lizzani. Interpreti: Nino Manfredi, Senta Berger, Philippe Leroy, Virna Lisi.
Roma città aperta Film drammatico, italiano (1945). Regia di Roberto Rossellini. Interpreti: Aldo Fabrizi, Anna Magnani, Marcello Pagliero.
Roma, Napoli e Firenze Prosa di Stendhal (1817).
Romàgna Regione storica, attualmente compresa nell'Emilia Romagna. Il territorio (65.000 km2) è compreso nel quadrilatero con vertici la foce del Reno, il passo della Futa, l'Alpe della Luna e Cattolica. Attualmente corrisponde alle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini e alla parte sudorientale delle province di Bologna e Ferrara. La regione presenta al nord caratteristiche pianeggianti (pianura padana), mentre al sud l'Appennino romagnolo è caratterizzato da formazioni modeste (altezza massima il monte Falco, 1.657 m). I fiumi sono numerosi, ma di lunghezza limitata, affluenti del Reno (Sillaro, Santerno e Senio) e del Ronco (Lamone, Montone, Rabbi); da ricordare anche Savio, Marecchia e Conca. Centri principali sono, oltre ai capoluoghi di provincia, Faenza, Lugo, Riccione, Imola e Cervia. Le principali risorse sono l'agricoltura (cereali, frutta e ortaggi), le industrie (alimentari, tessili, chimiche, del mobile), l'allevamento (bovini e suini) e sulla riviera romagnola il turismo.
Storicamente il nome deriva da Romania, la porzione italiana rimasta all'impero bizantino (esarcato di Ravenna) dopo l'invasione longobarda. Passò alla chiesa nel 1278 e in parte ai veneziani (fino al 1530). Fece parte dello stato pontificio, ma con l'avvento di Napoleone si costituì in Repubblica cispadana. Dopo essere tornata alla chiesa nel 1815, aderì al regno d'Italia nel 1860.
Romagnàno al Mónte Comune in provincia di Salerno (458 ab., CAP 84020, TEL. 0828).
Romagnàno Sèsia Comune in provincia di Novara (4.329 ab., CAP 28078, TEL. 0163).
Romagnése Comune in provincia di Pavia (1.065 ab., CAP 27050, TEL. 0383).
romagnòlo, agg. e sm. agg. 1 Relativo alla Romagna. 2 Di un panno di lana che veniva usato dai contadini della Romagna.
sm. 1 Abitante o nativo della Romagna. 2 Dialetto parlato in Romagna. 3 Rozzo panno di lana naturale che veniva usato dai contadini romagnoli.
Romagnósi, Giàn Doménico (Salsomaggiore, Parma 1761-Milano 1835) Giurista e filosofo. Tra le opere Genesi del diritto penale (1791, 1823-1824) e Cosa è l'incivilimento (1832).
romàico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla lingua e alla cultura greca moderna.
Romains, Jules (Saint-Jules-Chapteuil, Haute Loire 1885-Parigi 1972) Pseudonimo di Louis Farigoule. Poeta e drammaturgo. Tra le opere La vita unanime (1908), Odi e preghiere (1913) e Knock ovvero il trionfo della medicina (dramma, 1923).
Romàllo Comune in provincia di Trento (603 ab., CAP 38020, TEL. 0463).
Roman de Brut Poema epico di R. Wace (1155).
Roman de Renart Raccolta di poemi francesi dei secc. XII-XIII in cui si può ravvisare una parodia delle canzoni di gesta. Comprende ventisette opere i cui protagonisti sono gli animali. I personaggi principali sono il lupo Isengrin, la volpe Renart, l'asino Baudouin, il leone Noble e il gatto Tibert.
Romàna Comune in provincia di Sassari (686 ab., CAP 07010, TEL. 079).
Romana (La) Città (92.000 ab.) della Repubblica Dominicana sudorientale, capoluogo della provincia omonima.
Romana, La Romanzo di A. Moravia (1947).
romàna, Repùbblica Nome storico di due entità statali sorte in seno allo stato pontificio nel 1798-1799 e nel 1849.
Repubblica romana (1798-1799)
A seguito della rottura dei rapporti con la Santa Sede, i francesi presero la città (20 marzo 1798) e proclamarono la repubblica. I Borboni intervennero a restaurare la situazione originaria (1798) e un anno dopo (29 settembre 1799) la repubblica capitolò.
Repubblica romana (1849)
Successivamente all'assassino di P. Rossi e alla fuga di papa Pio IX (24 novembre 1848), un'assemblea costituente, dichiarato decaduto il potere papale, nominò un triumvirato (Mazzini, Armellini e Saffi, 29 marzo 1849). Il presidente Luigi Napoleone Bonaparte inviò un contingente in soccorso del pontefice rifugiato a Gaeta, al comando del generale Oudinot. Le truppe repubblicane agli ordini di Garibaldi riuscirono a respingere il primo assalto francese, mentre gli austriaci occupavano la Romagna e le Marche, ma successivamente furono costrette ad arrendersi dopo una strenua resistenza (3 luglio 1849).
Romancero Romanzo di L. Lugones (1924).
romàncio, agg. e sm. (pl. f.-ce) Lingua neolatina parlata nel cantone svizzero dei Grigioni.
romàndo, agg. e sm. Lingua francese parlata in una zona della Svizzera.
Romanèlli, Giovànni Francésco (Viterbo 1610-1662) Pittore. Tra le opere Assunta (1636-1638, Roma, Santa Maria dell'Anima).
Romanéngo Comune in provincia di Cremona (2.231 ab., CAP 26014, TEL. 0373).
romanésca, sf. (pl.-che) Melodia del XVI sec. che veniva usata come tema per variazioni strumentali in modo analogo alla passacaglia e alla ciaccona.
romanésco, agg. e sm. (pl. m.-chi) agg. Relativo alla Roma moderna. • dialetto romanesco.
sm. Il dialetto parlato a Roma. • quella persona era capace di parlare solo in romanesco.
deriv. da romano.
Romàni, Felìce (Genova 1788-Moneglia, Genova 1865) Librettista. Tra le opere Il turco in Italia (1814), Anna Bolena (1830), La sonnambula (1831), Norma (1831) e L'elisir d'amore (1832).
Romanìa Repubblica dell'Europa centrorientale, confina a nord con l'Ucraina, a est con la Moldavia, a sud con la Bulgaria, a ovest con la Serbia e l'Ungheria ed è bagnata a sud-est dal mar Nero.
Il tratto dominante della conformazione fisica del paese è la presenza della catena dei Carpazi, che si sviluppa all'incirca circolarmente quasi interamente in territorio romeno, occupandone la parte centrale; presenta un'altitudine media di 1.200-1.350 m, con elevazione massima nel monte Pietrosu (2.305 m), nel gruppo del Rodna, all'estremità settentrionale della catena.
La catena delle Alpi Transilvaniche si distingue dai Carpazi, ai quali peraltro è contigua, per una struttura più aspra e compatta, mediamente più elevata, con molte cime oltre i 2.500 m; il monte Moldoveanu, nel massiccio dei Fagaras arriva a 2.543 m. Disposta in direzione nord-est sud-ovest, costituisce un elemento di raccordo tra i Carpazi e i Balcani.
All'interno del circolo montano, si estende il vasto e fertile bacino alluvionale della Transilvania, delimitato a nord-ovest dai monti Apuseni.
Esternamente al centro montuoso del paese, si aprono le pianure, a sud la Valacchia, la più estesa e piuttosto arida, formatasi dai depositi alluvionali del Danubio; a est si stende la Moldavia, separata dal fiume Prut dalla repubblica omonima; la regione pianeggiante prospiciente la costa è la Dobrugia, appena mossa da antichi massicci fortemente erosi, la cui presenza costrinse il corso del Danubio al brusco ripiegamento verso nord, e poi di nuovo verso est.
La costa lunga 244 km, è caratterizzata a nord dal delta del Danubio, al centro da lagune e a sud da una costa rettilinea, alta e rocciosa.
Il fiume principale è il Danubio, che segna il confine della Romania con la Bulgaria e la Federazione iugoslava. Tra i numerosi affluenti sono da citare il Cris, l'Olt, l'Arges, il Siret e il Prut; quest'ultimo traccia il confine tra Romania e Moldavia e si getta nel Danubio in prossimità del delta.
Il clima della Romania, troppo lontano dall'influsso mitigante del Mediterraneo, ha caratteri spiccatamente continentali, con inverni freddi, particolarmente rigidi sui Carpazi, ed estati calde. Le forti escursioni termiche sono lievemente ridotte in prossimità della costa dal sia pure modesto influsso del mar Nero.
La capitale è Bucarest, che sorge al centro della pianura Valacca, massimo centro industriale e commerciale del paese oltre che amministrativo e culturale; altre città sono Brasov, centro commerciale, industriale e turistico; Iasi, antica capitale e città d'arte; Timisoara, mercato agricolo e del bestiame (in particolare cavalli); Costanza, antica colonia greca, e successivamente romana, principale porto sul mar Nero; Clui-Napoca, centro commerciale e nodo di comunicazioni; Galati, attivo porto fluviale e importante centro siderurgico e cantieristico.
La popolazione è composta da vari gruppi etnici diversi; predominano i romeni, ma convivono minoranze di ungheresi, tedeschi, ebrei e ucraini.
Il settore agricolo interessa ancora una percentuale elevata (20,2%) della popolazione attiva. Estensiva è la produzione di cereali, in particolare mais, frumento, riso, segale e avena. Altre colture alimentari sono patate, legumi e vari prodotti ortofrutticoli; dalle prugne si ricava per distillazione la zuica, il liquore nazionale. La coltivazione della vite vanta una consolidata tradizione e alcune varietà di vini sono internazionalmente conosciute.
Importanza sempre maggiore vanno assumendo le colture industriali: barbabietola da zucchero, tabacco, lino e canapa, oleaginose (il girasole, la soia e il ricino).
Buono lo sfruttamento forestale: il legno che se ne trae è tradizionalmente destinato all'edilizia e all'artigianato artistico; più recente lo sviluppo dell'industria della carta e della cellulosa.
L'allevamento del bestiame è particolarmente significativo nel settore ovino, tuttora in gran parte transumante, ma notevole è anche il patrimonio di bovini, equini e ovini; apicoltura e bachicoltura continuano anch'esse a venire praticate diffusamente.
Attiva è anche la pesca, praticata sul Danubio e nelle numerose lagune che orlano le coste della Dobrugia.
Numerose sono le ricchezze del sottosuolo romeno, ma le più importanti sono indubbiamente il petrolio e il gas naturale, pur estratti in quantità insufficiente ai crescenti bisogni interni; cospicui sono anche i giacimenti di lignite e di carbone; più scarsi sono invece i minerali metalliferi; ingenti sono infine i depositi di salgemma.
Buona la produzione di energia elettrica, sia di origine termica che idrica.
L'industria ha un'importanza fondamentale, partecipando per circa il 65% alla formazione del prodotto nazionale lordo; in particolare il siderurgico, il metalmeccanico e il chimico sono i settori che hanno registrato i maggiori progressi.
Il settore tessile ha dato chiari segnali di ripresa, soprattutto per filati e tessuti di cotone.
Sempre importante è l'industria di trasformazione alimentare; impianti molitori, zuccherifici, birrifici, oleifici, conservifici, stabilimenti lattiero-caseari, cui si aggiungono manifatture di tabacchi, concerie e cementifici.
STORIA I daci sono stati i primi abitanti noti dell'attuale Romania. Nel I sec. a. C. Burebista getta le basi dello stato dei daci. Nel 106 d. C. Traiano conquista la Tracia. Nel 271 questa viene evacuata dai romani. Nel VI sec. si stabiliscono nella regione gli slavi. Dall'XI sec. vi viene diffuso il cristianesimo e la chiesa adotta la liturgia slava. Dal X al XIII sec. le invasioni turche-mongole perturbano la regione, mentre gli ungheresi conquistano la Transilvania (XI sec.). Nel XIV sec. vengono creati i principati di Valacchia e di Moldavia; essi si emancipano dalla sovranità ungherese, il primo nel 1330 con Bassarab I, il secondo nel 1359 con Bogdan I. Sotto Mircea il Vecchio (1386-1418) la Valacchia deve accettare di pagare un tributo agli ottomani. Nel 1455 anche la Moldavia conosce la stessa sorte. Dal 1457 al 1504 Stefano il Grande la libera solo momentaneamente. Nel 1526, dopo la vittoria di Mohacs, la Transilvania diventa un principato vassallo degli ottomani. Nel 1599-1600 Michele il Valoroso (1593-1601) riesce a riunire sotto la sua autorità la Valacchia, la Transilvania e la Moldavia. Nel 1691 la Transilvania è annessa dagli Asburgo. Nel 1711 dopo la sconfitta di D. Cantemir che si era alleato alla Russia contro gli ottomani, i turchi impongono un regime più duro alla Moldavia e alla Valacchia, governate ormai da phanarioti. Nel 1775 la Bucovina è annessa dall'Austria. Nel 1812 la Bessarabia è ceduta alla Russia. Tra il 1829 e il 1856 la Moldavia e la Valacchia sono sottomesse a un doppio protettorato, ottomano e russo. Nel 1859 questi principati eleggono un unico principe, Alessandro Giovanni Cuza (1859-1866) e Napoleone III sostiene la loro unione.
Nel 1866 il paese assume il nome di Romania. Il potere è affidato al principe Carlo di Hohenzollern-Sigmaringen (Carlo I). Nel 1878 l'indipendenza del paese viene riconosciuta. Tre anni dopo Carlo I diventa re di Romania. Nel 1914 gli succede Ferdinando I (1914-1927). Nel 1916 la Romania entra nella prima guerra mondiale a fianco degli Alleati. Essa viene occupata dalla Germania. Nel 1918 le truppe rumene penetrano in Transilvania. I trattati di Neuilly, di Saint Germain e di Trianon (1919-1920) assegnano alla Romania la Dobrugia, la Bucovina, la Transilvania e il Banato. Nel 1921 la Romania aderisce alla piccola intesa, capitanata dalla Francia. Tra il 1930 e il 1940, sotto Carlo II, si sviluppa un movimento fascista, inquadrato nella Guardia di ferro. Nel 1940 Antonescu instaura la dittatura. Pur essendo alleata della Germania, la Romania è spogliata della Bessarabia, della Bucovina del nord (annessa dall'URSS), di una parte della Transilvania (recuperata dall'Ungheria) e della Dobrugia meridionale (assegnata alla Bulgaria).
Nel 1941 la Romania entra in guerra contro l'URSS. Nel 1944 Antonescu viene rovesciato. Viene quindi firmato un armistizio con l'URSS. Il trattato di Parigi del 1947, comporta l'annessione della Bessarabia e della Bucovina del nord da parte dell'URSS. Il re Michele (1927-1930; 1940-1947) abdica e viene proclamata una repubblica popolare.
Nel 1965 Ceausescu diventa segretario generale del partito comunista rumeno. Tre anni dopo egli accede alla presidenza del consiglio di stato. Nel '68 egli si rifiuta di partecipare all'invasione della Cecoslovacchia. Nel 1974 Ceausescu è presidente delle repubblica. Il paese è scosso da difficoltà economiche che impediscono un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, mentre il regime diventa sempre più centralizzato e repressivo. Nel 1985 Ceausescu rilancia il programma di sistemazione del territorio (distruzione di migliaia di villaggi fino all'anno 2000). Due anni più tardi si sviluppa una notevole contestazione (sciopero di operai di Brasov). Nel 1989 un'insurrezione (dicembre) rovescia il regime; Ceausescu e la moglie vengono arrestati e mandati a morte.
Un Consiglio del fronte di salute nazionale, presieduta da Ion Iliescu, garantisce la direzione del paese, che prende ufficialmente il nome di Repubblica di Romania. Nel 1990 le prime elezioni libere (maggio) sono vinte dal Fronte di salute nazionale; Iliescu è eletto alla presidenza della repubblica. Due anni più tardi Iliescu è rieletto alla guida dello stato. A seguito delle elezioni legislative, numerose formazioni politiche sono rappresentate al Parlamento, in seno al quale il partito del presidente Iliescu non detiene più la maggioranza.
• Abitanti-22.680.000
Superficie-237.500 km2
Densità-95,5 ab./km2
Capitale-Bucarest
Governo-Repubblica presidenziale
Moneta-Leu romeno
Lingua-Romeno, ungherese, tedesco, dialetti rom
Religione-Ortodossa, con minoranze cattoliche
romànico, agg. e sm. (pl. m.-ci) Termine che definisce lo stile europeo predominante nel periodo tra l'XI e il XIII sec., conseguente alla ripresa economica e sociale che si ebbe dopo l'anno 1000.
agg. e sm. Romanesque.
• La caratteristica principale dello stile romanico è l'unitarietà (simbolismo, tecnica avanzata, padronanza del materiale, senso della realtà). L'impronta è fortemente cristiana e spirituale, ma lo stile recupera tradizioni romane, islamiche, barbariche e orientali e si diffonde nelle varie parti d'Europa. L'espressione massima del romanico si ha nell'architettura delle chiese. Suoi elementi distintivi sono la spessa muratura, piante a una o tre navate, le volte a botte e a crociera, gli archi semicircolari, le colonne basse, le cupole. Tra gli architetti si rammentano Bonanno Pisano, Giovanni da Gubbio, i maestri Comacini, Maestro Rainaldo. La scultura trova diretta corrispondenza con l'architettura e crea forme di notevole senso figurativo. I temi riprendono episodi sacri, mestieri e scene apocalittiche. Diffuse le porte a formelle, con conseguente ripresa delle tecniche di fusione. Tra gli scultori si annoverano Anselmo da Campione, Antelami, Barisano da Trani, Wiligelmo. La pittura non riuscì invece a formare un'identità propria, legata ancora a schemi bizantini. Notevoli furono i mosaici dell'epoca; caratteristico del periodo anche lo sviluppo della miniatura.
Romanìno (Brescia 1485-1559 ca.) Gerolamo da Romano, detto il Romanino. Pittore di scuola veneziana (Giorgione, Tiziano) fu influenzato da Pordenone e dalla grafica tedesca. Fra le sue opere Pala di Santa Giustina (1513), Storia della Passione (1519-1520).
romanìsmo, sm. Modo di dire proprio del dialetto romanesco.
romanìsta, sm. e sf. (pl.-i) 1 Studioso di diritto romano. 2 Studioso di filologia e linguistica romanza. 3 Sostenitore o giocatore della squadra di calcio della Roma.
romanìstica, sf. 1 Lo studio del diritto romano. 2 La filologia e la linguistica romanza.
romanìstico, agg. (pl. m.-ci) 1 Relativo al diritto romano. 2 Relativo allo studio delle letterature e delle lingue romanze.
romanità, sf. 1 L'essere romano. 2 Carattere dell'antica civiltà di Roma. 3 Le popolazioni governate dall'antica Roma.
romanizzàre, v. v. tr. Rendere romano negli usi e costumi.
v. rifl. Assimilare la lingua e la cultura romane.
romanizzazióne, sf. Il romanizzare e l'essere romanizzato.
romàno, agg. e sm. agg. 1 Relativo a Roma. • diritto romano, della Roma antica. 2 Di numeri romani indicati con le lettere.
sm. 1 Abitante di Roma. 2 Contrappeso della stadera.
agg. e sm. Roman.
lat. Romanus; nel significato sm. [2]: arabo rummàn melagrana.
Romàno Nome di sovrani.
Romano I Lecapeno
(?-Proti 948) Imperatore bizantino. Dal 920 al 944 regnò a fianco di Costantino VII. Nel 927 firmò la pace con i bulgari, nel 934 conquistò Edessa e nel 941 sconfisse il principe russo Igor. Nel 944 abdicò.
Romano II
(939-963) Figlio di Costantino VII, gli succedette nel 959.
Romano III Argiro
(970 ca.-1034) Sposò Zoe, figlia di Costantino VIII, e succedette a quest'ultimo nel 1028.
Romano IV Diogene
(?-Proti 1072) Sposò Eudocia, vedova di Costantino Ducas, al quale succedette nel 1068. Venne deposto dopo la sconfitta subita dai turchi nel 1071 a Mantzickert.
Romàno Canavése Comune in provincia di Torino (3.011 ab., CAP 10090, TEL. 0125).
Romàno d'Ezzelìno Comune in provincia di Vicenza (12.184 ab., CAP 36060, TEL. 0424). Centro industriale (prodotti del legno, meccanici, chimici e delle confezioni). Deve il suo nome al feudatario Ezzelino da Romano. Gli abitanti sono detti Romanesi o Romanensi.
Romàno di Lombardìa Comune in provincia di Bergamo (15.408 ab., CAP 24058, TEL. 0363). Centro industriale (prodotti elettrotecnici, dolciari, tessili e meccanici) sul fiume Serio. Vi si trova il castello visconteo del XIV sec. Gli abitanti sono detti Romanesi.
Romàno, Làlla (Demonte, Cuneo 1909-) Scrittrice. I suoi lavori sono spesso ambientati in un'atmosfera familiare. Tra le opere La penombra che abbiamo attraversato (1964), Le parole tra noi leggere (1969), L'ospite (1973), Inseparabile (1981), Romanzo di figure (1986), Le lune di Hvar (1991), Sguardi (1995).
romàno-barbàrico, agg. Relativo a fatti storici e culturali determinati dall'incontro delle civiltà barbariche con quella romana e cristiana.
Romanov Dinastia di zar russi, originari della Lituania con capostipite Roman Jurevic. Giunti al trono di Russia con Michele Fëdorovic, discendente di Ivan IV il Terribile, ebbero tra i massimi esponenti Pietro I il Grande, la cui discendenza restò sul trono fino al 1917, quando la rivoluzione destituì Nicola II e lo giustiziò l'anno successivo con la famiglia. La fortuna della famiglia Romanov ebbe inizio quando il fratello di Anastasia (figlio di Roman Jurevic), Nikita, venne scelto come tutore di Fëdor (figlio di Ivan IV il terribile, ultimo zar della dinastia dei Rjurik) facendo sì che alla morte di questo senza discendenti (1598) il figlio di Nikita, Teodoro (Fëdor Nikitic), fosse candidato alla successione. I Romanov, successivamente perseguitati durante il regno di Boris Godunov, ascesero definitivamente al potere nel 1613, quando un'assemblea nazionale elesse zar Michele III (pronipote di Ivan il Terribile). L'autorità centrale dello Stato moscovita fu poi consolidata dall'energico Pietro I il Grande (1682-1725), fondatore dell'impero russo. Nonostante le tormentate vicende successive, i Romanov seppero mantenersi saldamente al potere per oltre tre secoli e grazie ai gloriosi regni di Caterina II (1762-1796) e di Allessandro II (1855-1881) riuscirono a portare l'impero a una grandezza e una potenza mai raggiunte. Le tradizioni autocratiche dello stato moscovita, rese ancora più rigide, e il carattere dispotico di alcuni loro sovrani, segnarono però l'inevitabile declino dei Romanov. La dinastia, incapace di adeguarsi a un mondo in continua evoluzione e perpetuata dal debole Nicola II, fu bruscamente deposta nel corso della rivoluzione russa del 1917, quando Nicola incalzato dagli avvenimenti abdicò in favore del fratello, granduca Michele Aleksandrovic. L'odissea della famiglia imperiale ebbe fine con il suo sterminio (notte del 16 luglio 1918) per ordine del locale soviet; i pochi superstiti dovettero andare in esilio in Europa e negli Stati Uniti. Ultimo pretendente al trono di Russia, designato dai partigiani dei Romanov, fu il granduca Cirillo Vladimirovic (cugino di Nicola II) che assunse nel 1924 il titolo di zar.
Romàns d'Isónzo Comune in provincia di Gorizia (3.387 ab., CAP 34076, TEL. 0481).
romanticaménte, avv. In modo romantico.
romanticherìa, sf. Tendenza a tenere atteggiamenti romantici.
romanticìsmo, sm. 1 Termine di derivazione inglese (romantic,romanzesco) o francese (romantique, da roman, romanzo), usato nel XVII sec. per indicare il genere "romanzesco", da romance, il ciclo cavalleresco medievale. 2 Movimento artistico e culturale nato in Germania al termine del XVIII sec. e diffusosi nel XIX sec., che propugna una nuova concezione dell'arte e una nuova visione del mondo. 3 Atteggiamento individuale di disponibilità al sentimentalismo e alla contemplazione.
sm. romanticism.
• Nell'accezione più lata, il termine può essere riferito a opere e situazioni di ogni tempo. Perciò si può parlare di romanticismo di T. Tasso o di Virgilio o anche affermare che un paesaggio lunare è romantico. Nella accezione più stretta s'intende indicare il movimento culturale che nacque come reazione al razionalismo illuminista. Il termine si può applicare anche agli scrittori successivi che, pur non rientrando nel movimento romantico vero e proprio, presentano nelle loro opere elementi tipici del romanticismo (il caso classico è G. Leopardi che, pur non avendo aderito al romanticismo italiano, rappresenta con la sua poesia uno dei massimi esponenti della corrente). Le origini vanno ricercate nella filosofia di J. G. Herder (per la concezione della storia come infinito progresso e l'esaltazione della poesia popolare e primitiva) e nel movimento dello Sturm und Drang(1770, F. Schiller e J. W. Goethe) per la contrapposizione tra fede e ragione, per la concezione dell'arte come libertà creatrice. La prima sistemazione di queste idee trovò espressione nella rivista Athenäum (1798) fondata in Germania da un gruppo di giovani (tra i quali i fratelli Schlegel, Novalis, F. W. Schelling e G. F. W. Hegel). In Inghilterra la data d'inizio del romanticismo è collocata per convenzione nell'anno 1798, data della pubblicazione delle Ballate liriche di W. Wordsworth e S. T. Coleridge. I massimi poeti romantici inglesi furono G. Byron, J. Keats e P. B. Shelley. La poesia romantica inglese apporta come motivo caratterizzante l'attrazione per l'ignoto e il misterioso. Sir W. Scott diede inizio al genere del romanzo storico. In Francia, preannunciato dalle opere di J.-J. Rousseau (felicità legata allo stato di natura), il movimento romantico iniziò nel 1813 con la pubblicazione di Germania di Madame de Staël; i principali esponenti furono R. Chateaubriand, A. De Musset, A. De Vigny, V. Hugo, A. Lamartine, G. De Nerval, Stendhal. I principi del movimento sono il tema della natura, la rivalutazione delle epoche passate e dei loro valori, dello spirito popolare, del sentimentalismo, dell'individuo in perenne aspirazione e anelito verso l'infinito che non potrà mai raggiungere. In Italia, il manifesto della nuova tendenza è la Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliolo di Berchet (1816), mentre la diffusione del romanticismo viene legata alla pubblicazione del saggio di Madame de Staël Sulla maniera e l'utilità delle traduzioni (invito pressante agli italiani a voler svecchiare le forme della cultura ancora ferme su posizioni elitarie) pubblicato, nello stesso anno, sulla rivista Biblioteca italiana. In Italia si distinsero le correnti romantica realista (G. G. Belli, G. Giusti, A. Manzoni, I. Nievo, C. Porta), principale, e quella romantica sentimentale (A. Aleardi, T. Grossi, S. Pellico), minoritaria. Per quanto riguarda la poesia, se si esclude l'esperienza solitaria di G. Leopardi, in Italia è mancata una vera e propria lirica romantica. Verso il 1830 il movimento romantico in tutta Europa finì per coincidere con una cultura largamente diffusa e condivisa. I romantici si fecero propugnatori dell'attuazione degli ideali di libertà e indipendenza dei popoli e dell'affermazione della libertà dell'individuo. In questo quadro l'arte, la poesia e la musica diventarono i mezzi per esprimere la libertà, che in politica si identificò con l'autodeterminazione dei popoli. La poesia finì per identificarsi con la lirica; il sentimento nazionale conculcato si espresse nel melodramma, nel romanzo storico, nel feuilleton. In alcuni paesi (tra cui Italia, Ungheria e Germania), il romanticismo si trovò impegnato sulla linea delle libertà dei popoli nel momento in cui la restaurazione riportava l'Europa in una situazione di stallo. Influssi del romanticismo si ritrovano nella pittura (W. Blake, T. Cremona, C. D. Friedrich, H. Füssli, T. Gericault, F. Hayez, il Piccio, D. Ranzoni, J. M. W. Turner) e nella musica (L. van Beethoven, J. Brahms, C. A. Franck, F. Chopin, G. Donizetti, C. Gounod, F. Liszt, F. Mendelssohn, F. Schubert, R. Schumann, G. Verdi, R. Wagner, C. Weber).
Romanticismo Dramma di G. Rovetta (1901).
romàntico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. 1 Relativo al romanticismo. • letteratura romantica. 2 Che commuove soavemente. • viveva un amore romantico, appassionato.
sm. Seguace o fautore del romanticismo.
agg. e sm. romantic.
ingl. romantic, dal franc. romanz romanzo.
romanticùme, sm. Atteggiamenti caratterizzati da sentimentalismo.
romànza, sf. 1 Componimento poetico a carattere narrativo-sentimentale. 2 Aria musicale di carattere patetico e sentimentale.
sf. romance.
• Aria musicale per canto e pianoforte di genere melodico, la romanza discende dalla romance francese del Settecento. Si diffuse nei salotti del XIX sec. La romanza interessò famosi musicisti quali Bizet, Massenet, Berlioz, Gounod ecc. In Italia ebbero successo le romanze di Mario Pasquale Costa, di Tosti, di Tirindelli, di Luigi Danza e di Enrico De Leva. Furono definite romanze anche le composizioni strumentali liriche come le tre Romanze op. 28 per pianoforte di Schumann, le due Romanze op. 40 e op. 50 di Beethoven, per violino e pianoforte. Mendelssohn compose quarantotto Romanze senza parole, per pianoforte.
romanzàre, v. tr. Dare caratteristiche quasi da romanzo a un'opera storica, a una biografia ecc. ~ arricchire.
romanzàto, agg. Di storia, resa viva quasi come un romanzo.
Romanze senza parole Opera di poesia di P. Verlaine (1874).
romanzésco, agg. (pl. m.-chi) 1 Relativo a romanzo. ~ avventuroso. 2 Che assomiglia a un romanzo. • vita romanzesca.
agg. 1 fantastic, fictional. 2 (fig.) storybook.
deriv. da romanzo.
romanzétto, sm. Romanzo breve e, in genere, di limitato valore.
romanzière, sm. Autore di romanzi. ~ narratore.
sm. novelist.
romànzo, agg. e sm. agg. Relativo alle lingue derivate dal latino.
sm. Componimento in prosa (o in versi in epoca medievale) di ampio respiro, che racconta eventi immaginari o reali di uno o più personaggi.
agg. romance. sm. novel.
• La definizione di romanzo è piuttosto generica e complicata per vari motivi. Si tratta di un genere misto che nel tempo ha subito numerosissime trasformazioni, mentre in esso si mescolano forme stilistiche e generi diversi. Allo scopo di precisare meglio la natura di una certa opera, talvolta si ricorre a qualche specificazione, come, per esempio, romanzo epistolare, romanzo storico, romanzo di formazione ecc. Alcune forme primordiali sono note fin dai tempi delle civiltà orientali (Epopea di Gilgamesh) e mediterranee (soprattutto in Grecia: favole milesie, Gli amori di Dafni e Cloe di Longo Sofista, Eliodoro). Dell'epoca romana si possono ricordare il Satyricon di Petronio e le Metamorfosi o Asino d'oro di Apuleio. L'origine del romanzo moderno va però ricercata nella commistione tra imprese cortesi e ciclo bretone, che ebbe come risultato in Francia il roman, genere che comprendeva storia, fantasia, prosa e poesia in lingua volgare (romanza): Roman de Thèbes, Roman de Troie, Roman d'Alexandre, Roman de Renart, Roman de la rose. In Italia la narrativa vide come esponenti G. Boccaccio e I. Sannazzaro. Il rinascimento produsse in Francia, nella linea parodistica, Gargantua e Pantagruel (F. Rabelais, 1552), mentre in Spagna culminò con Don Chisciotte di M. de Cervantes (1615). Per un lungo periodo il romanzo assunse un tono prevalentemente avventuroso, in varie forme (eroiche, pastorali, picaresche ecc.). Nel 1678 M.me de La Fayette scrisse un testo rivoluzionario, La principessa di Clèves, un romanzo d'amore in cui prevale una sorta di razionalità psicologica. Nel corso del Settecento il romanzo finì con il rappresentare, più di ogni altra espressione letteraria, la società contemporanea, i costumi e la vita dei suoi componenti, con il contributo di autori come D. Defoe, Diderot, Fénelon, Fielding, Laclos, Marivaux, Restif de la Bretonne, Richardson, J. J. Rousseau, Sade, Smollet, J. Swift, Voltaire. Una particolare forma romanzesca è il romanzo d'appendice che appare a puntate sulle riviste, con intenti di pura evasione. Nell'Ottocento, il romanzo si sviluppa ulteriormente anche tramite l'adozione di metodi di produzione di tipo industriale, conquista lettori sempre più numerosi e diventa indiscutibilmente la forma letteraria più diffusa. Tra i più illustri autori dell'Ottocento, si ricordano H. de Balzac, G. Flaubert, V. Hugo, Stendhal, É. Zola in Francia; J. Conrad, C. Dickens, R. Kipling, R. Stevenson, W. M. Thackeray, in Inghilterra; I. Nievo, A. Manzoni e G. Verga in Italia; F. Dostoevskij, N. Gogol e L. Tolstoj in Russia; Novalis e L. Tieck in Germania. Allo stesso tempo negli Stati Uniti si sviluppano nuove esperienze narrative che finiranno per influenzare anche l'Europa (N. Hawthorne, H. Melville, E. A. Poe, Mark Twain). Il romanzo novecentesco si arricchisce delle esperienze della psicologia e della psicanalisi proprie di questo secolo (J. Joyce, F. Kafka, R. Musil, M. Proust, W. Faulkner, I. Svevo) e della critica sociale (T. Mann). Tra le forme specifiche del romanzo, con qualche riferimento significativo a titoli e autori, si citano:
cicli di romanzi, intesi a fornire un quadro della società di una determinata epoca (H. de Balzac, G. Flaubert, É. Zola, C. Dickens, W. M. Thackeray, L. Tolstoj, Eça de Queiros, G. Verga);
romanzo d'appendice o roman-feuilleton pubblicato a puntate in appendice ai quotidiani e alle riviste a partire dal 1830 (Alexandre Dumas padre, I tre moschettieri, 1884; Eugène Sue, I misteri di Parigi, 1840);
romanzo epistolare (J.-J. Rousseau, La nuova Eloisa, 1761; J. W. Goethe, I dolori del giovane Werther, 1774; U. Foscolo, Le ultime lettere di Jacopo Ortis, 1802;Choderlos de Laclos, Le relazioni pericolose, 1782);
romanzo storico (Walter Scott, Ivanhoe, 1820; A. Manzoni, I promessi sposi; L. Tolstoj, Guerra e pace, 1863-1869);
romanzo di formazione che narra il percorso di formazione del carattere e dell'identità di un giovane protagonista (J. W. Goethe, Wilhelm Meister, 1796, 1829; I. Nievo, Le confessioni di un italiano, 1867);
romanzo sociale (C. Dickens, Tempi difficili, 1854; H. de Balzac, Commedia umana, 1834 in poi; É. Zola, I Rougon-Maquart, 1871 in poi; G. Verga, Mastro don Gesualdo, 1889);
romanzo psicologico (H. James, Ritratto di signora, 1879; J. Joyce, Ulisse, 1922; Virginia Woolf, Gita al faro, 1927);
romanzo per ragazzi (L. Carrol, Alice nel paese delle meraviglie; C. Collodi, Le avventure di Pinocchio);
romanzo d'avventura (H. Melville, Moby Dick, 1851; R. L. Stevenson, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, 1886; R. Kipling, Il libro della giungla, 1894);
romanzo di fantascienza (J. Verne, Viaggio al centro della terra, 1864; H. G. Wells, L'isola del dottor Moreau, 1896);
romanzo picaresco con protagonisti furfanti e vagabondi che affrontano numerose avventure (Lazarillo de Tormes, 1554, di autore anonimo; Guzmán de Alfarache, 1599, di M. Alem´n; Il pitocco, 1626, di F. de Quevedo);
romanzo fantastico (E. A. Poe, Le avventure di Gordon Pym, 1838; N. Hawthorne, La casa delle sette torri, 1851; E. T. Hoffmann, La pentola d'oro, 1815; J. Swift, I viaggi di Gulliver);
romanzo fantasy avente carattere esclusivamente fantastico, con atmosfere medievaleggianti, mitologie nordiche e personaggi fiabeschi (J. R. R. Tolkien, Il signore degli anelli, 1955; M. Ende, Momo, 1979; H. P. Lovecraft, Il richiamo di Chthulhu, 1929);
romanzo poliziesco o detective story (E. A. Poe, I delitti della Rue Morgue, 1841; A. C. Doyle, Uno studio in rosso; A. Christie, Poirot a Styles Court, 1920);
romanzo gotico o nero che si compiace di narrare gli aspetti tenebrosi e misteriosi della realtà, dando spazio a scene di terrore e atmosfere lugubri di cupa ambientazione medievale (H. Walpole, Il castello di Otranto, 1764; A. Radcliffe, I misteri di Udolpho, 1794);
romanzo di spionaggio o spy story (A. Conan Doyle; J. Conrad; S. Maugham; G. Greene; J. Fleming);
romanzo rosa, narrativa di consumo rivolta solitamente a un pubblico femminile, che si incentra sul racconto di avventure sentimentali quasi sempre a lieto fine (Liala, pseudonimo di Amalia Liana Negretti Odescalchi, Signorsì, 1931).
Romanzo borghese Romanzo di A. Furetière (1666).
Romanzo del Novecento, Il Opera di critica letteraria di G. Debenedetti (postuma 1971).
Romanzo della rosa Poema di Jean de Meung (1266-1278). Composizione poetica allegorica di versi ottonari rimati in antico francese, di 17.722 versi, che dovrebbe costituire la continuazione dell'omonimo poema di Guillaume de Lorris. In realtà si tratta di un'opera di stile completamente diverso. La ricerca della rosa è diventata un semplice pretesto per includere nel testo continue digressioni, introducendo dissertazioni tra ragione e natura, sul matrimonio, sulla ricchezza, sulla libertà e su tutti i temi dibattuti in quel tempo. In questa enciclopedia del sapere medievale, l'autore non manca di inserire le sue critiche decise (per questa tecnica di mascheramento è stato paragonato a F. Rabelais).
Romanzo della rosa
Poema di Guillaume de Lorris (ca 1230) lasciato incompiuto, sembra per la precoce morte dell'autore. Composizione poetica allegorica di versi ottonari rimati in antico francese, di 4.058 versi, che narra le fasi di una conquista amorosa nella quale l'amata è simboleggiata da una rosa. Nella narrazione, l'autore utilizza costantemente l'allegoria, personificando i sentimenti, le qualità, i difetti. Il romanzo costituisce un vero e proprio manuale dell'amore cortese caratteristico del tempo.
Romanzo di Troia Poema epico di anonimo (seconda metà XII sec.).
rómba, sf. Rumore cupo.
rombàre, v. intr. Emettere un rombo, risonare cupamente.
v. intr. 1 to rumble, to roar. 2 (tuonare) to thunder.
rómbico, agg. (pl. m.-ci) A forma di rombo.
Rombiòlo Comune in provincia di Vibo Valentia (4.830 ab., CAP 88015, TEL. 0963).
Rómbo Passo (2.497 m) delle Alpi Retiche, a sud-ovest del gruppo montuoso del Pan di Zucchero al confine tra Italia e Austria.
rómbo, sm. 1 Rumore cupo e forte. 2 Figura piana, a quattro lati uguali, i cui angoli non sono retti. 3 Pesce simile alla sogliola.
sm. 1 roar, rumble. 2 (tuono) thunder. 3 (geom.) rhombus.
Rombo liscio
Pesce (Scophthalmus rhombus) della famiglia degli Scoftalmidi e dell'ordine dei Pleuronettiformi. Lungo anche 700 cm, assume colorazioni diverse per mimetizzarsi.
Rombo, Il Romanzo di G. Grass (1977).
rombododecaèdro, sm. Figura piana che ha dodici facce uguali.
romboèdrico, agg. (pl. m.-ci) Che ha forma di romboedro.
romboèdro, sm. Figura geometrica piana che ha come facce sei rombi uguali.
romboidàle, agg. A forma di romboide.
rombòide, sm. Figura quadrilatera irregolare simile a un rombo.
romboidèo, agg. e sm. Relativo al muscolo di forma rombica situato vicino alla scapola, nella parte inferiore della nuca e in quella superiore del dorso.
Rombón Monte (2.208 m) della Slovenia nordoccidentale, al confine con l'Italia, nelle Alpi Giulie.
romeìna, o romeìte, sf. Antimoniato di calcio di formula Ca2Sb2O7 che si trova in masse compatte o in cristalli monometrici di colore rosso-bruno, bruno o giallo.
Romèno Comune in provincia di Trento (1.181 ab., CAP 38010, TEL. 0463).
romèno => "rumeno"
Romentìno Comune in provincia di Novara (4.401 ab., CAP 28068, TEL. 0321).
romèo, agg. e sm. agg. Percorso dei pellegrini che si recavano a Roma.
sm. Pellegrino.
Romeo e Giulietta Tragedia in 5 atti, in versi e in prosa, di W. Shakespeare (1594-1595). L'autore mette in campo numerosi materiali comici (amore romantico eccessivo, servitori rissosi, vecchi padri esigenti, balie chiacchierone) e li converte in tragedia. Dopo l'uccisione di Mercuzio da parte di Tebaldo (atto III, scena 1), tutti gli elementi comici sono scacciati da un senso di disastro imminente. La tragedia dell'amore di Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti è inquadrata nel contesto più ampio della contesa tra le due nobili famiglie veronesi dei Capuleti e dei Montecchi, che impedisce ogni possibilità di felicità. Le due famiglie si riconcilieranno sui cadaveri dei giovani sposi segreti Giulietta e Romeo avvelenatisi per amore. Il lavoro possiede una straordinaria grazia lirica assente dalla fonte, La tragica storia di Romeo e Giulietta di Arthur Brooke (1562).
Romeo e Giulietta
Opera in cinque atti di Ch. Gounod, libretto di J. Barbier e M. Carré (Parigi, 1867).
Romeo e Giulietta
Balletto in tre atti, un prologo e un epilogo di S. S. Prokof'ev, libretto di L. Lavroskij, S. S. Prokof'ev e S. Radlov (Leningrado, 1940).
Romèo, Rosàrio (Giarre, Catania 1924-Roma 1987) Storico. Tra le opere Risorgimento e capitalismo (1959) e Cavour e il suo tempo (1969-1984).
Romèo, Stéfano (Santo Stefano in Aspromonte 1819-1869) Politico italiano. Artefice dei moti popolari calabresi del 1847 che portarono all'occupazione di Reggio Calabria. Condannato a morte, fu costretto a rifugiarsi a Costantinopoli e nel 1861, rientrato in Italia, venne eletto deputato per la sinistra.
Romero, George (1940-) Regista cinematografico statunitense. Diresse La notte dei morti viventi (1968), Zombie (1979) e Monkey shines (1988).
Romero, Oscar Arnulfo (Ciudad Barrios 1917-San Salvador 1980) Religioso salvadoregno e arcivescovo di San Salvador. Divenuto il simbolo della lotta contro i regimi dittatoriali per la conquista dei diritti civili, fu assassinato da estremisti di destra.
Rométta Comune in provincia di Messina (6.113 ab., CAP 98043, TEL. 090).
Rominger, Tony (Voyens, Danimarca 1961-) Ciclista svizzero. Tra le sue prestazioni più prestigiose ci sono le tre vittorie alla Vuelta spagnola (1992, 1993 e 1994), la vittoria al giro d'Italia del 1995, i due giri di Lombardia vinti nel 1989 e nel 1992 e i due record consecutivi dell'ora eseguiti a Bordeaux nel 1994.
romitàggio, sm. 1 Eremitaggio. 2 Luogo solitario.
Romìti, Césare (Roma 1923-) Dirigente d'azienda, fu amministratore delegato della FIAT dal 1976 e presidente dal 1996 al 1998.
romìto, agg. e sm. agg. Solitario.
sm. Eremita.
romitòrio, sm. Romitaggio.
Rommel, Erwin Johannes (Heidenheim 1891-Herlinger 1944) Generale tedesco, comandante dell'Afrikakorps (1941) nel corso della seconda guerra mondiale. Prese Tobruk e arrivò a El Alamein (giugno 1942). Respinto dalla Libia da Montgomery, comandò alcune armate nella battaglia di Normandia. Sospettato di avere congiurato contro Hitler, fu spinto al suicidio.
Romney, George (Dalton in Furness 1734-Kendal 1802) Pittore inglese. Tra le opere Lady Hamilton (dopo il 1780, Londra, National Portrait Gallery).
Ròmolo Nome del mitico fondatore di Roma, figlio di Marte e Rea Silvia, figlia del re di Alba Longa, Numitore e gemello di Remo. Alla loro nascita, lo zio Amulio ordinò che fossero gettati nel Tevere. Furono salvati e allattati da una lupa. Il pastore Faustolo li allevò e, una volta adulti, Romolo depose lo zio usurpatore, restituendo il trono al nonno. I gemelli fondarono sul colle Palatino la città di Roma, secondo la tradizione il 21 aprile del 735 a. C. Romolo uccise il gemello Remo dopo un litigio.
Ròmolo Augùstolo Ultimo imperatore romano d'occidente nel 475 e 476, ebbe il trono dal padre sostituendo Giulio Nepote. Per la giovane età, da cui l'epiteto Augustolo, non governò effettivamente, essendo il potere in realtà esercitato dal padre Oreste. Venne deposto da Odoacre e andò in esilio a Napoli.
rómpere, v. v. tr. 1 Spezzare con la forza una cosa in più pezzi. ~ spaccare. 2 Rovinare. ~ scassare. <> accomodare. 3 Non rispettare, infrangere. ~ trasgredire, violare. <> onorare, mantenere. • rompere la consegna, il silenzio. 4 Affaticare. • quel movimento continuo gli avrebbe rotto la schiena. 5 Far cessare, interrompere. • rompere un'amicizia, un fidanzamento.
v. intr. 1 Prorompere. 2 Interrompere un rapporto.
v. intr. pron. Frantumarsi, spaccarsi.
v. tr. to break. 2 (conversazione) to break off. v. intr. to break, to burst. v. intr. pron. to break.
lat. rumpere.
rompicàpo, sm. 1 Preoccupazione. ~ problema. 2 Tipo di indovinello. ~ enigma.
sm. puzzle.
rompicòllo, sm. Persona scapestrata. ~ scavezzacollo.
rompighiàccio, sm. Tipo di nave attrezzata per rompere il ghiaccio nei mari polari.
sm. icebreaker.
rompiménto, sm. Il rompere, il rompersi.
rompiscàtole, sm. e sf. Seccatore. ~ disturbatore.
sm. e sf. pain in the arse, pain in the neck.
romulèo, agg. 1 Di Romolo. 2 Relativo all'antica Roma.
Ronàgo Comune in provincia di Como (1.357 ab., CAP 22027, TEL. 031).
rónca, sf. Roncola.
Roncà Comune in provincia di Verona (3.292 ab., CAP 37030, TEL. 045).
Roncàde Comune in provincia di Treviso (11.518 ab., CAP 31056, TEL. 0422). Centro industriale (mobilifici, prodotti meccanici e delle confezioni). Vi si trovano numerose ville di origine rinascimentale: Perinotto e Morelli-Bembo, del XVIII sec., Selvatico-Tonon e Manera-Gamgirasi, del XVII sec., Giustinian e Barbarigo, del XVI sec. Gli abitanti sono detti Roncadesi.
Roncadèlle Comune in provincia di Brescia (7.097 ab., CAP 25030, TEL. 030).
Roncàglia Frazione del comune di Piacenza sede di alcune diete imperiali convocate dal Barbarossa; nella seconda (1158), Federico I proclamò la Consitutio de regalibus, in cui si riprendeva molte prerogative, un tempo dell'imperatore, a danno dei comuni. I comuni, minacciati dal forte esercito tedesco, accettarono le condizioni, ma in seguito scoppiò la rivolta.
Roncàglia, Aurèlio (Modena 1917-) Filologo. Tra le opere Origini (1965) in Storia della letteratura italiana diretta da E. Cecchi e N. Sapegno(1965-1969).
Roncàlli, Àngelo Giusèppe => "Giovanni (papi)"
Róncaro Comune in provincia di Pavia (345 ab., CAP 27010, TEL. 0382).
roncatùra, sf. Il tagliare nettamente con la roncola i rami degli alberi.
Roncégno Comune in provincia di Trento (2.258 ab., CAP 38050, TEL. 0461).
Roncèllo Comune in provincia di Milano (1.964 ab., CAP 20040, TEL. 039).
ronchétto, sm. Piccola roncola tascabile.
Ronchey, Albèrto (Roma 1926-) Giornalista e saggista. Direttore de La stampa (1968-1973). Ministro dei Beni culturali dal 1992 al 1994. Tra le opere Atlante ideologico (1973) e USA-URSS, i giganti malati (1981).
Rónchi déi Legionàri Comune in provincia di Gorizia (9.900 ab., CAP 34077, TEL. 0481).
Rónchi Valsugàna Comune in provincia di Trento (352 ab., CAP 38050, TEL. 0461).
Rónchis Comune in provincia di Udine (1.929 ab., CAP 33050, TEL. 0431).
roncìglio, sm. Ferro a uncino.
Ronciglióne Comune in provincia di Viterbo (7.227 ab., CAP 01037, TEL. 0761).
roncinàto, agg. In botanica, che si riferisce a foglia divisa in lobi profondi.
Roncisvalle Località (50 ab.) della Spagna, nella provincia di Navarra, sui Pirenei Occidentali, nei cui pressi si apre il passo di Roncisvalle o Puerto de Ibaneta (1.058 m) in cui si svolse la battaglia (15 agosto 778) tra l'esercito di Carlo Magno e i baschi alleati dei saraceni da cui trasse spunto la letteratura epico-cavalleresca che ebbe la sua più alta espressione nella Chanson de Roland.
Rónco Fiume (82 km) della Romagna. Nasce dal monte Falco, nell'Appennino Tosco-Emiliano e confluisce nel fiume Montone.
Rónco all'Àdige Comune in provincia di Verona (5.627 ab., CAP 37055, TEL. 045).
Rónco Biellése Comune in provincia di Biella (1.514 ab., CAP 13050, TEL. 015).
Rónco Briantìno Comune in provincia di Milano (2.281 ab., CAP 20050, TEL. 039).
Rónco Canavése Comune in provincia di Torino (477 ab., CAP 10080, TEL. 0124).
Rónco Scrìvia Comune in provincia di Genova (4.748 ab., CAP 16019, TEL. 010).
Roncobèllo Comune in provincia di Bergamo (470 ab., CAP 24010, TEL. 0345).
Roncoferràro Comune in provincia di Mantova (6.800 ab., CAP 43037, TEL. 0376).
Roncofréddo Comune in provincia di Forlì (2.493 ab., CAP 47020, TEL. 0541).
Róncola Comune in provincia di Bergamo (554 ab., CAP 24030, TEL. 035).
róncola, sf. Falcetto da taglio.
roncolàre, v. tr. Potare con la roncola.
roncolàta, sf. Colpo di roncola.
róncolo, sm. Grosso coltello a forma di piccola roncola, chiudibile sul manico.
Roncóne Comune in provincia di Trento (1.430 ab., CAP 38087, TEL. 0465).
roncóne, sm. Arma in asta, per lo più da taglio, usata nei secc. XV-XVII.
rónda, sf. Servizio di ispezione che fanno due o più soldati per il controllo dei militari in libera uscita ~ drappello.
sf. patrol, pl. rounds.
spagn. ronda, dal franc. ronde.
Rónda, La Rivista letteraria nata a Roma, come reazione al neoromanticismo e al frammentismo e pubblicata dall'aprile del 1919 alla fine del 1922; propugnò il ritorno alla prosa d'arte, mediante la rivalutazione dello stile e dei classici, contrapponendosi a La Voce. Suoi collaboratori furono, tra gli altri, Baldini, Bacchelli, Cardarelli, Cecchi, Barilli.
Róndani, Albèrto (Parma 1848-1911) Poeta e critico letterario. Poeta di ispirazione tardoromantica. Tra le opere Affetti e meditazioni (1875), Voci dell'anima 1883) e i saggi Scritti d'arte (1874) e Scritti manzoniani (postumo, 1915).
Rondanìna Comune in provincia di Genova (103 ab., CAP 16025, TEL. 010).
Ronde, La Film commedia, francese (1950). Regia di Max Ophüls. Interpreti: Simone Signoret, Simone Simon, Gérard Philipe. Titolo originale: La ronde
rondeau, sm. invar. 1 Forma della musica medievale che si trova nella musica polifonica del XIV-XV sec. e nei canti monodici di trovatori e trovieri del XIII sec. 2 Forma strumentale in uso presso i clavicembalisti francesi nei secc. XVII-XVIII.
rondèlla, sf. Dischetto a forma di anello che si infila sotto il dado del bullone per impedirne lo svitamento. ~ guarnizione.
sf. washer.
franc. rondelle.
róndine, sf. Nome comune degli appartenenti alla famiglia degli Irundinidi e all'ordine dei Passeriformi, quasi tutti migratori, si nutrono di insetti, sono molto abili e resistenti al volo grazie al loro corpo particolarmente aerodinamico, hanno dimensione medie e piumaggio di colore nero o scuro, con ali dalle estremità sottili e appuntite, coda forcuta e lunghezza di circa 20 cm. Le rondini appartengono al genere Hirundo, di cui la specie più nota è l'Hirundo Rustica. L'area di diffusione tocca in estate l'Europa, l'Asia centrosettentrionale, il Giappone e l'America del nord; in inverno l'Africa centrale, l'India, la Birmania, la Cina, le Filippine e il Messico. La rondine giunge in Italia in marzo e in aprile, nidifica in coabitazione con l'uomo, in ogni luogo favorevole (in particolare se campestre), riadattando molte volte nidi costruiti negli anni precedenti. Si nutre di insetti che cattura in volo. Nei nidi molto robusti le femmine depongono da quattro a sei uova dal colore bianco con macchie rosso scuro. Dopo circa quindici giorni nascono i piccoli. La migrazione autunnale viene condotta in stormi composti da migliaia di individui. Le specie diffuse in Italia sono: la rondine rossiccia (Hirundo daurica rufula), il balestruccio (Chelidon urbica) che è la rondine più diffusa nelle città, la rondine montana molto simile al balestruccio (Ptyonopronie rupestris). Cosmopolite (non sono presenti solo nella Nuova Zelanda e nell'Antartide), le rondini sono intimamente associate alla vita dell'uomo dal quale ricevono cibo e protezione.
sf. swallow.
Rondine, La Commedia lirica in tre atti di G. Puccini, libretto di G. Adami (Montecarlo, 1917).
rondinèlla, sf. Diminutivo di rondine.
rondinìno, sm. Rondinotto, il piccolo della rondine.
rondinòtto, sm. Il piccolo della rondine.
rondìsmo, sm. Movimento letterario italiano dell'inizio del novecento, improntato al classicismo e che si ispirava al Leopardi come modello di stile.
Rondissóne Comune in provincia di Torino (1.737 ab., CAP 10030, TEL. 011).
rondìsta, agg., sm. e sf. (pl. m.-i) agg. Pertinente al rondismo.
sm. e sf. Scrittore o scrittrice di tale corrente.
rondò, sm. 1 Manifestazione musicale definita dalla ripetizione melodica di una frase in sé compiuta, nel corso di un brano. 2 Incrocio con spartitraffico circolare. ~ rotonda.
sm. roundabout.
• Utilizzata in Francia nel medioevo (rondeau), ebbe ulteriore diffusione in Francia e Germania nel XVII sec. Assunse anche carattere vocale nel corso del XVIII sec. come elemento terminale di scene o atti. Celebre il Rondò a capriccio di Beethoven.
rondóne, sm. Uccello (Apus apus) della famiglia degli Apodidi e dell'ordine dei Apodiformi. Di colore completamente nero, è diffuso in Europa e Asia. Ha il becco corto e una bocca ampia adatta alla cattura di insetti in volo. Molte specie sono incapaci di camminare sul terreno poiché hanno tarsi brevi e poco resistenti. Secerne dalle ghiandole salivari una sostanza che serve a tenere uniti i vari materiali con cui costruisce il nido. In inverno migra in luoghi più caldi.
sm. swift.
Rondônia Stato (1.131.000 ab.) del Brasile occidentale, capitale Pôrto Velho.
ronfàre, v. intr. 1 Russare chiassosamente. 2 Produrre un rumore grave e continuo. 3 Dormire profondamente. 4 Di gatto, fare le fusa.
Rónga, Luìgi (Torino 1901-Roma 1983) Musicologo italiano. Tra i suoi saggi, che si ricollegano al metodo storico estetico di B. Croce, vi sono G. Frescobaldi (1930), Arte e gusto nella musica (1956) e Bach Mozart Beethoven (1956).
Ronin Film di spionaggio, americano (1998). Regia di J. Frankenheimer. Interpreti: R. De Niro, J. Reno, J. Pryce.
ronin, sm. invar. Termine giapponese che designava i samurai "erranti" cioè senza il loro padrone e quindi sciolti da ogni obbligo.
Ronsard, Pierre de (Possoniére 1524-Saint-Cosme-en-l'Isle 1585) Poeta francese, annoverato tra i maggiori lirici della storia letteraria di Francia. Dopo aver abbandonato nel 1540 la carriera militare, costituì il nucleo della scuola Pléiade assieme a J. A. de Baif e J. Du Bellay. Tutta la sua opera ebbe come scopo il recupero della bellezza classica, con riferimenti a Petrarca negli Amori (1552), a Pindaro e a Orazio nelle Odi (1550), a Callimaco negli Inni (1555-1556). Scrisse I discorsi (1563) in favore della religione cattolica e poi il poema incompiuto La Franciade (1572) per ritornare infine alla poesia d'amore con i Sonetti per Elena (1578).
Ronsécco Comune in provincia di Vercelli (673 ab., CAP 13036, TEL. 0161).
röntgen, sm. Unità di misura delle radiazioni elettromagnetiche X o gamma.
Röntgen, Wilhlem Conrad (Lennep 1845-Monaco 1923) Fisico tedesco, ottenne il premio Nobel nel 1901 per la fisica, per gli studi compiuti sul calore dei gas, per aver scoperto l'effetto magnetico generato dalle cariche superficiali di polarizzazione di un dielettrico in moto e per le scoperte nel campo della compressibilità dei liquidi. Durante gli studi sui gas, scoprì i raggi X, dei quali individuò le caratteristiche più salienti; in particolar modo, l'elevato potere penetrante e ionizzante, la capacità di impressionare una lastra fotografica, la loro propagazione in modo rettilineo e l'indipendenza da campi magnetici o elettrici.
ronzàre, v. intr. 1 Emettere un caratteristico rumore sordo e vibrante tipico degli insetti. • il ventilatore ronzava nella stanza silenziosa. 2 Aggirarsi continuamente attorno a un luogo o a una persona. •: :e ronzava intorno da settimane senza avere il coraggio di parlarle. 3 Avere nella mente
v. intr. to hum, to buzz.
voce onom.
ronzinànte, agg. Di cavallo, vecchio e stanco.
ronzìno, sm. Cavallo malandato o di scarso valore.
sm. nag.
ronzìo, sm. Il ronzare continuato. ~ brusio.
humming, buzz, buzzing, drone, zoom (di un aereo che sfreccia verso l'alto).
Rónzo Chiènis Comune in provincia di Trento (1.012 ab., CAP 38060, TEL. 0464).
Ronzóne Comune in provincia di Trento (336 ab., CAP 38010, TEL. 0463).
Roodepoort-Maraisburg Città (166.000 ab.) della Repubblica Sudafricana, nel Transvaal.
roof-garden, sm. invar. Giardino pensile.
Rooney, Mickey (New York 1922-1994) Attore cinematografico statunitense. Dopo aver esordito come fanciullo prodigio con una serie di cortometraggi, interpretò La città dei ragazzi (1938), Gran premio (1944) e Faccia d'angelo (1957).
Roosevelt, Anna Eleanor (New York 1884-1962) Giornalista e politica statunitense. Nipote del presidente degli Stati Uniti d'America Theodore Roosevelt, sposò nel 1905 Franklin Delano Roosvelt, trentaduesimo presidente USA, del quale era cugina. Coltivò anche il giornalismo. Quando Franklin fu eletto presidente (1933), Eleanor Roosevelt divenne una voce potente su numerosi problemi sociali, tra i quali l'occupazione dei giovani e i diritti civili dei neri e delle donne. Tenne conferenze stampa, ebbe un suo programma radiofonico e curò quotidianamente una rubrica giornalistica, My Day che veniva diffusa attraverso le agenzie di stampa in tutti gli Stati Uniti. Dopo la morte del marito, continuò l'attività pubblica. Fu delegata USA (1945-1952 e 1961-1962) presso le Nazioni Unite e collaborò alla Dichiarazione dei diritti umani promossa dall'ONU. Tra i suoi libri, sono da citare l'Autobiografia di Eleanor Roosevelt (1961) e Ricordi (1949).
Roosevelt, Franklin Delano (Hyde Park 1882-Warm Springs 1945) Presidente statunitense, appartenente al partito democratico, fu eletto senatore nel 1910 e alla massima carica degli USA nel 1932. Tentò di far uscire il paese dalla gravissima crisi del 1929 (New Deal) con una serie di azioni volte ad aumentare la presenza dello stato nell'economia e a consolidare le conquiste sindacali. Rieletto nel 1936, fu fautore dell'intervento antitedesco nella seconda guerra mondiale. Nel 1941, a seguito dell'attacco giapponese di Pearl Harbor, gli USA dichiararono guerra alle nazioni dell'Asse. Roosevelt intrattenne frequenti contatti con la Russia e l'Inghilterra. Dopo la sua quarta rielezione partecipò con Stalin e Churchill alla conferenza di Jalta, che decise il nuovo assetto mondiale. Morì pochi giorni prima della resa della Germania.
Roosevelt, Theodore (New York 1858-Sagamore Hill 1919) Presidente statunitense appartenente al partito repubblicano, fu eletto alla massima carica degli USA dopo l'assassinio di McKinkley. Sostenne la lotta dei minatori nello sciopero del 1902 e fu rieletto nel 1904. La sua politica fu molto attiva nell'America centrale (Caraibi e Panam´) e latina (Colombia). Fu insignito del premio Nobel per la pace nel 1906 in conseguenza della sua attività di negoziazione durante il conflitto russo-nipponico. Nel 1908 appoggiò la candidatura di Taft, ma nel 1912 fondò un partito di tendenze radicali a seguito di una crisi in seno al partito repubblicano. Detta crisi favorì l'elezione del democratico Woodrow Wilson.
Root, John Wellborn (Lumpink 1850-Chicago 1891) Architetto statunitense. Tra le opere il Monadnock Building (1889-1891) e il Masonic temple (1891-1892) a Chicago.
Ròppolo Comune in provincia di Biella (787 ab., CAP 13040, TEL. 0161).
Rops, Félicien (Namur 1833-Corbeil-Essonnes 1898) Incisore e pittore belga. Tra le opere le illustrazioni per Le diaboliche di J. A. Barbey d'Aurévilly (1833) e per le Poesie di Mallarmé (1895).
roquefort, sm. invar. Formaggio francese di pasta molle che presenta una particolare erborinatura. Viene fatto stagionare nelle grotte di Roquefort-sur-Soulzon nell'Averyon.
Rorà Comune in provincia di Torino (261 ab., CAP 10060, TEL. 0121).
Roraima Stato (216.000 ab.) del Brasile settentrionale, capitale Boa Vista.
Roraima
Massiccio montuoso nel settore orientale della Serra Pacaraima, al confine tra il Venezuela, il Brasile e la Guyana. Culmina a 2.875 m.
Rore, Cipriano (Anversa? ca. 1516-Parma 1565) Compositore fiammingo. Autore di musica sacra e madrigali.
ròrido, agg. Rugiadoso. ~ bagnato.
Rorschach, Hermann (Zurigo 1884-Herisau 1922) Psicologo. Fu allievo di Bleuer a Zurigo. Amante della pittura e del disegno, si interessò alla reazione dei pazienti alla vista di macchie d'inchiostro e alla loro interpretazione. Da qui creò uno dei più noti test proiettivi, che da lui prende il nome, che viene utilizzato per caratterizzare la personalità e si basa sull'interpretazione di macchie colorate.
Rorty, Richard (New York 1931-) Filosofo americano, docente a Princeton, alla Virginia University e a Charlottsville. Ha proposto una filosofia edificante, basata sul dialogo e sulla conversazione, rivolta non alla scopertà di verità oggettive, ma alla riduzione delle sofferenze umane. Fra le opere The linguistic turn (1967), Le conseguenze del pragmatismo (1982), Scritti filosofici (1991).
ROS Sigla di Raggruppamento Operativo Speciale.
ròsa, agg. invar., sm. e sf. agg. invar. Che ha color rosa. ~ rosato.
sf. Pianta.
sm. Colore intermedio tra il bianco e il rosso. ~ roseo.
agg. e sm. 1 (colore) pink. 2 (romanzo) love story. sf. rose.
• Genere di piante arbustive, a crescita spontanea, Dicotiledoni, diffuse nelle regioni a clima temperato dell'emisfero boreale. Coltivate con scopi ornamentali e cosmetici (estrazione di essenze profumate) fin dall'antichità (attestate nell'antico Egitto, circa 4000 anni a C.), sono note in circa 150 specie e numerose varietà ibride. Erette o rampicanti, dispongono di fusto dotato di spine, fiori in corimbi o singoli, con cinque petali nelle varietà selvatiche e assai di più in quelle coltivate. Il colore può variare dal bianco al rosso, al rosa, al giallo; nella coltivazione è stato ottenuto anche il blu; il profumo ha una fragranza molto delicata. La riproduzione delle rose si ottiene per talea, margotta o per innesto (come portainnesto viene utilizzata la rosa canina o la rosa chinensis). L'olio essenziale (olio di rosa) che se ne ricava (in particolare dalle varietà R. Centifolia e R. damascena) viene impiegato in profumeria per la produzione di acqua di rose e come componente per i profumi. Il frutto è ricco di vitamina C. Nei paesi orientali, si usano i petali di rosa anche nelle preparazioni alimentari (marmellate, gelatine e petali di rosa canditi). Tra le varietà di rose, si annoverano specie selvatiche (rosa sarmentosa di San Giovanni, rosa di macchia o canina, rosa comune), specie coltivate (rosa gallica, rosa odorata, rosa centifolia, diffusa in Francia e in Italia, rosa damascena, diffusa in Bulgaria, rosa cathayensis, rosa indica o chinensis, da cui sono derivate le numerosissime rose Thea, rosa multiflora), specie ibride (tutte quelle derivate dalla rosa Thea, caratterizzate da un'ampia gamma di colori, profumo accentuato e fioritura continua durante tutta la primavera, rose nane, con dimensioni che vanno da 7 a 30 cm di altezza, rose rampicanti) e altre specie (rosa rugosa, di origine giapponese, che viene usata nelle siepi e produce frutti utilizzati per ottenere infusi e sciroppi ricchi di vitamina C e rosa banksiae (o della Cina), rampicante, spesso utilizzata per la decorazione delle siepi dei giardini.
Acqua di rose
Soluzione profumata all'essenza di rosa. Generalmente a basso contenuto di alcool, viene utilizzata in cosmesi per vari trattamenti della pelle.
Maglia rosa
Maglia di colore rosa che identifica il ciclista che guida la classifica del Giro d'Italia.
Romanzo rosa
Genere di narrativa di consumo rivolta solitamente a un pubblico femminile, che si incentra sul racconto di avventure sentimentali quasi sempre a lieto fine (ad esempio, Signorsì, 1931, di Amalia Liana Negretti Odescalchi, più nota con lo pseudonimo di Liala).
Rosa bianca
Movimento di opposizione al nazismo diretto dai fratelli Hans e Sophie Scholl. I capi e i componenti del movimento vennero arrestati e giustiziati nel 1943.
Rosa dei ghiacciai
Formazione composta di cristalli di ghiaccio disposti a stella che si formano nei ghiacciai in corrispondenza dei punti di ristagno dell'acqua.
Rosa dei venti
Rappresentazione grafica, a forma di rosa o di stella stilizzata, della direzione di provenienza dei venti in relazione ai punti cardinali. Una rosa dei venti correda le bussole utilizzate per la navigazione. In genere vengono considerate otto oppure sedici direzioni dei venti (stella a 8 o 16 punte). Si deve a Timostene (IV sec. a.C.) la divisione del quadrante (il cerchio in cui si dispone la rosa dei venti) in 12 parti; gli italiani (XIII sec.) lo divisero in 8 parti: tramontana (N), greco (NE), levante (E), scirocco (SE), ostro (S), libeccio (SO), ponente (O), maestro (NO).
Tecnicamente, con il termine rosa dei venti viene indicato un diagramma di coordinate polari che rappresenta la distribuzione statistica del vento, in base ai dati storici esistenti.
Rosa del deserto
Formazione minerale, prodotta da fenomeni di deposizione chimica operati dalle acque, che si rinviene nelle distese desertiche sabbiose. Composta da depositi di sabbia e ossido di ferro solidificati disposti a lamelle che ricordano i petali di una rosa. Di colore giallastro o marrone.
Rosa della bussola
Suddivisione in gradi riportata sul quadrante della bussola, recante le indicazioni dei punti cardinali.
Rosa di ferro
Formazione minerale (ematite) che si presenta in lamelle sottili disposte a somiglianza dei petali di una rosa. Frequente nelle zone alpine, in particolare sul Gottardo.
Rosa di Gerico
(nome latino Odontospermum pygmaeum) Pianta della famiglia delle Composite, con habitat nella zona subtropicale desertica dall'Algeria al Belucistan. Come tutte le specie delle aree desertiche, è dotata di grande resistenza alla siccità e di grande capacità di utilizzo delle poche acque meteoriche disponibili.
Rosa di Natale
Varietà vegetale della famiglia delle ranuncolacee utilizzata per scopi ornamentali, in quanto caratterizzata da foglie persistenti durante l'inverno.
Rosa di tiro
Area nella quale tendono a distribuirsi i proiettili sparati da una determinata arma da fuoco.
Rosa d'oro
Gioiello a forma di rosa o di insieme di rose, che, a partire dall'XI secolo, il papa donava a quanti si erano resi particolarmente benemeriti nei riguardi della chiesa. Dopo il 1759, il dono della rosa d'oro fu concesso solo alle regine.
Taglio a rosa
Taglio dei diamanti caratterizzato dalla forma di piramide sfaccettata. Detto anche taglio a rosetta.
Rosà Comune in provincia di Vicenza (12.021 ab., CAP 36027, TEL. 0424). Centro agricolo (ortaggi, tabacco, uva, cereali), dell'allevamento (bovini) e industriale (prodotti meccanici, chimici, della carta e materiali da costruzione). Gli abitanti sono detti Rosatesi.
Ròsa (sante) Nome di sante.
Rosa di Viterbo
(Viterbo ca. 1233-ca. 1252) Santa. Terziaria francescana a 17 anni, si dedicò alla preghiera e alla penitenza. Fu canonizzata nel 1457. La sua festa si celebra il 4 settembre.
Rosa da Lima
(Lima 1586-1617) Isabella Flores, santa e mistica peruviana. Condusse una vita consacrata alla virtù e alla penitenza. Entrò nell'ordine domenicano nel 1606. Beatificata da Clemente IX nel 1668 e canonizzata nel 1672 da Clemente X. Nella sua profonda esperienza ascetica, raggiunse l'estasi. Patrona delle Filippine, delle Indie occidentali e d'America. La sua festa si celebra il 30 agosto.
Ròsa déi Bànchi, mónte Massiccio montuoso del gruppo del Gran Paradiso, altitudine 3164 m, posto a est, segna il confine tra Piemonte e Valle d'Aosta.
Rosa di nessuno, La Opera di poesia di P. Celan (1963).
Rosa di sabbia, La Romanzo di H. M. de Montherlant (1930-1932).
Rosa fresca aulentissima Contrasto di Cielo D'Alcamo (1231-1250).
Rosa Plateau Pianoro (3.480 m) tra il Monte Cervino e il Monte Rosa. Sede di un osservatorio scientifico.
Rosa tatuata, La Dramma di T. Williams (1951).
Ròsa, Gabrièle (Iseo 1812-1897) Patriota e scrittore italiano. Seguace di Mazzini, membro della Giovine Italia, rischiò la pena capitale, poi trasformata in carcerazione da scontare nella fortezza dello Spielberg. Quando fu liberato (1838), tornato in Italia, ricominciò subito a lottare partecipando ai moti rivoluzionari del 1848. Nel decennio successivo si trasferì a Bergamo e si dedicò al giornalismo diventando il responsabile della rivista L'Unione. Divenne provveditore agli studi, ma dopo poco tempo lasciò tale carica per dedicarsi alla storiografia. Tra le opere Feudi e Comuni (1857), Storia naturale della civiltà (1880).
Ròsa, mónte Gruppo montuoso delle Alpi Pennine, tra Italia e Svizzera, composto di rocce granitiche e schistose. Il rilievo maggiore è la punta Dufour (4.634 m) che è la seconda vetta delle Alpi dopo il Monte Bianco. Fu scalata per la prima volta da una spedizione inglese nel 1851. Il massiccio del Rosa comprende varie altre vette superiori ai 4.000 m (punta Nordend, 4.612 m, punta Gnifetti, 4.554 m ecc.). Sul lato svizzero, meno ripido di quello italiano, si trova il grande ghiacciaio del Gorner che è uno dei più estesi di tutte le Alpi; a sud si trovano il ghiacciaio del Lys e quelli delle Piode e delle Vigne; a nord-est si trova il ghiacciaio del Belvedere. Numerose sono le stazioni di soggiorno turistico; in Italia, le principali sono Alagna Valsesia (a 1.191 m) nella valle del Sesia, Gressoney-la-Trinité (a 1.635 m) nella valle di Gressoney e Macugnaga (a 1.327 m) nella valle Anzasca percorsa dal torrente Anza; sul versante svizzero la località più nota è Zermatt (a 1.616 m) nel cantone Vallese. Una serie di attrezzati rifugi situati oltre i tremila metri facilita le escursioni degli alpinisti; tra essi si cita il rifugio Regina Margherita, che è il più alto d'Europa (a 4.559 metri).
Ròsa, Salvatóre (Aranella, Napoli 1615-Roma 1673) Pittore e poeta, di carattere esuberante e dotato di spirito satirico, fu autore di epigrammi e di sette Satire molto spontanee e creative. Dipinse vedute di fantasia, battaglie, paesaggi, ricche di echi romantici e dai toni robusti.
Rosàcee Famiglia di piante erbacee, arboree e arbustacee ad ampia diffusione appartenenti all'ordine delle Rosali.
rosàceo, agg. Relativo al colore e alla forma della rosa.
lat. rosaceus.
Rosacróce, cavalièri di Setta esoterica nata in Germania nel XVII sec. La setta dei rosacrociani è nata sulla base di uno scritto sulla riforma generale del mondo apparso anonimo in Germania intorno al 1615, che successivamente veniva legato alla tomba di un misterioso cavaliere di nome Rosenkreuz vissuto nel secolo XV, da un successivo scritto fantastico del 1616, secondo cui il cavaliere sarebbe stato in possesso di misteriosi segreti. La massoneria ha adottato numerosi simboli della setta e utilizzato il nome per indicare il grado di iniziazione nella massoneria.
Rosài, Ottóne (Firenze 1895-Ivrea 1957) Pittore. Tra le opere Via Toscanella (1922, Firenze, Collezione privata) e Paesaggio (1931, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna).
rosàio, sm. Grande pianta di rose.
sm. rosebed, rose tree.
lat. rosarium.
Rosalìa (?-Palermo 1160) Santa. Figlia del duca Sinibaldo, secondo la tradizione, avrebbe lasciato assai giovane la casa paterna per dedicarsi alla preghiera e alla penitenza nella solitudine del monte Pellegrino dove sarebbe vissuta fino alla morte. Il suo culto si estese rapidamente sia a Palermo sia in tutta la Sicilia dopo il rinvenimento (1614) delle sue spoglie in una grotta dello stesso monte Pellegrino. Nominata patrona della città di Palermo, che secondo la leggenda avrebbe liberato da una pestilenza, le venne dedicato un grande santuario. Nel 1630, venne inserita dal papa Urbano VIII nel martirologio romano. Il 14 luglio, nell'anniversario del rinvenimento delle spoglie, la santa viene festeggiata con una solenne processione attraverso le vie di Palermo e con uno spettacolo di fuochi d'artificio.
rosalìa, sf. Coleotteri, famiglia Cerambicidi. Insetti diffusi sulle Alpi e sugli Appennini. Sono di colore azzurro con piccole macchie bianco-nere sulle elitre.
rosàlie, sf. pl. Festa dell'antica Roma durante la quale si ornavano le tombe con delle rose.
rosaline, sf. invar. Termine francese con cui si indica un merletto leggero a fuselli di filo di lino bianco che viene prodotto in Belgio.
rosàrio, sm. 1 Recita di invocazioni dedicate alla Madonna. 2 Corona di grani che serve per recitare il rosario.
sm. rosary.
lat. rosarium roseto.
• Il rosario è composto da cinquanta Ave Maria, inframmezzate da un Padre Nostro e un Gloria. Ogni decina di Ave Maria comprende una meditazione di un mistero (doloroso, gaudioso o glorioso) sulla vita di Cristo o di Maria.
Rosario (città) Città (1.096.000 ab.) dell'Argentina, nella provincia di Santa Fe.
Rosario (letteratura) Opera di poesia di A. Achmatova (1914).
Rosàrno Comune in provincia di Reggio Calabria (13.191 ab., CAP 89025, TEL. 0966). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi, agrumi, olive e frutta), industriale (prodotti alimentari) e turistico (balneazione). Vi si trovano i resti della colonia di Medma risalenti al VI sec. a. C. Gli abitanti sono detti Rosarnesi.
Rosas, Juan Manuel de (Buenos Aires 1793-Southampton 1877) Generale e politico argentino, capeggiò i federalisti contro gli unitari di Buenos Aires, vincendo sulle truppe del generale J. Lavalle. Fu eletto governatore di Buenos Aires (1829-1832 e 1835-1852) con il sostegno dei latifondisti. Fu esiliato dalle truppe di J. J. de Urquiza (1852).
Rosàsco Comune in provincia di Pavia (774 ab., CAP 27030, TEL. 0384).
Rosàte Comune in provincia di Milano (3.742 ab., CAP 20088, TEL. 02).
rosatèllo, sm. Denominazione di alcuni tipi di vino rosato.
rosàto, agg. e sm. agg. Di colore rosa.
sm. Vino di color rosso chiaro.
agg. rosy, pink. sm. (vino) rosé wine.
lat. rosatus fatto con le rose.
Rosàzza Comune in provincia di Biella (118 ab., CAP 13060, TEL. 015).
ròsbif => "roast beef"
Roscellino (Compiégne 1050 ca.-1120) Filosofo francese massimo esponente del nominalismo medioevale. Fu maestro di Abelardo e sostenitore del triteismo, ovvero la negazione dell'unità delle tre persone della trinità. Fu costretto a ritrattare questa sua tesi dopo la condanna del concilio di Soissons (1092). Il nome della sua corrente di pensiero deriva dalla convinzione che non esistano concetti universali, considerati solo semplici pronunzie di nomi (flatus vocis).
Rosciàno Comune in provincia di Pescara (3.030 ab., CAP 65020, TEL. 085).
Roscìgno Comune in provincia di Salerno (1.147 ab., CAP 84020, TEL. 0828).
Roscommon Contea (52.000 ab.) dell'Irlanda, nel Connacht orientale. Capoluogo il centro omonimo.
rosé, agg. Denominazione di vino rosato.
Ròse Comune in provincia di Cosenza (4.105 ab., CAP 87040, TEL. 0984). Centro agricolo (cereali, uva da vino, olive) e dell'allevamento (ovini, bovini).
Rose Bernd Lavoro teatrale del drammaturgo tedesco Gerhart Hauptmann (1862-1946) scritto e rappresentato per la prima volta nel 1903. Rose Bernd è la ragazza protagonista del dramma.
Rose rosse per me (titolo originale in inglese Red roses for me) Dramma in quattro atti dell'autore irlandese Sean O'Casey (1880-1964), rappresentato per la prima volta a Londra nel 1946. Ambientato nella Dublino degli inizi del secolo, mette in scena lo sciopero del 1913 e il sogno di un'Irlanda felice, destinato a infrangersi contro la violenza della polizia, con l'uccisione del protagonista.
Rose, Barbara (New York 1939-) Critico d'arte statunitense. Direttrice della rivista International Journal of Art (Rivista internazionale d'arte, 1988-1990), ha diretto il lungometraggio American Art of Sixties (L'arte americana degli anni sessanta, 1964) e ha curato importanti mostre d'arte negli Stati Uniti d'America e in Europa.
rosellìna, sf. Rosa di macchia.
Rosèllo Comune in provincia di Chieti (431 ab., CAP 66040, TEL. 0872).
Rosemary's baby (Nastro rosso a New York) Film fantastico, americano (1967). Regia di Roman Polanski. Interpreti: Mia Farrow, John Cassavetes, Ruth Gordon. Titolo originale: Rosemary's Baby
Rosenberg, Alfred (Reval 1893-Norimberga 1946) Politico tedesco direttore del Völkischer Beobachter nel 1921, fu acceso sostenitore dell'anticomunismo e dell'antisemitismo. Fu eletto deputato nel 1930 e ministro dei territori di occupazione dal 1941 al 1945; venne condannato a morte dal tribunale di Norimberga per i crimini commessi.
Rosenquist, James (Grand Forks 1933-) Pittore statunitense. Tra le opere Ti amo con la mia Ford (1961, Stoccolma, Moderna Museet).
ròseo, agg. Di colore rosa, rosato. ~ madreperlato, madreperlaceo.
agg. rosy.
lat. roseus.
rosèola, sf. Comparsa di macchioline rosse sulla cute che caratterizza alcune malattie.
roséto, sm. Giardino o terreno piantato a rose.
lat. rosetum.
Roseto Raccolta di novelle di Sa'd¿Ì¿ (XIII sec.).
Roséto Càpo Spùlico Comune in provincia di Cosenza (1.873 ab., CAP 87070, TEL. 0981). Centro agricolo (cereali, olive), della pesca e di villeggiatura.
Roséto dégli Abrùzzi Comune in provincia di Teramo (21.101 ab., CAP 64026, TEL. 085). Centro agricolo (coltivazione di viti e barbabietole), industriale (mobilifici, prodotti tessili, delle confezioni e alimentari) e turistico (balneazione) sul mar Adriatico. Gli abitanti sono detti Rosetani.
Roséto Valfortóre Comune in provincia di Foggia (1.513 ab., CAP 71039, TEL. 0881). Centro agricolo (cereali, ortaggi, frutta) e della pastorizia.
rosétta, sf. 1 Diamante tagliato a forma di piramide sfaccettata. 2 Panino tondo, lavorato nella parte superiore come una rosa. 3 Malattia degli alberi da frutto.
dimin. di rosa.
Rosétta Città (40.000 ab.) dell'Egitto nel governatorato di Behira, presso lo sbocco del Nilo di Rosetta nel Mediterraneo. È un porto commerciale e peschereccio.
Pietra (stele) di Rosetta
Lastra di basalto nero di cm 114 x 72, recante un'iscrizione, che risale al 196 a. C., in tre diverse lingue: geroglifico, demotico e greco, rinvenuta presso Rosetta nel 1799 dai francesi della spedizione napoleonica. I tre testi paralleli consentirono al francese J. F. Champollion di decifrare la scrittura geroglifica (1822), evento storico di enorme importanza per lo studio della civiltà egizia. Il reperto è oggi conservato nel British Museum di Londra.
Rosétta, Virgìnio (Vercelli 1902-Torino 1975) Calciatore italiano. Ha giocato come terzino destro nella Pro Vercelli e nella Juventus vincendo otto volte il campionato italiano e una volta il campionato mondiale (1934).
Ròsi, Francésco (Napoli 1922-) Regista cinematografico. Diresse La sfida (1957), Salvatore Giuliano (1961), Le mani sulla città (1963, Leone d'oro a Venezia), Uomini contro (1970), Cronaca di una morte annunciata (1987), Dimenticare Palermo (1990), La tregua (1996).
Ròsi, Gianfrànco (Assisi 1957-) Pugile. Fu campione mondiale dei superwelter dal 1978 al 1988 per la WBC e dal 1989 al 1994 per la IFB. Nel 1995 conquistò la corona WBC, ma è stato privato del titolo e squalificato per due anni perché positivo al controllo antidoping.
rosicàre, v. tr. Rodere a poco a poco.
lat. rosicare, deriv. da rosus, p.p. di rodere.
rosicchiàre, v. tr. Rosicare leggermente. ~ rodere.
v. tr. to gnaw.
rosicoltóre, sm. Chi coltiva rose.
Rosignàno Marìttimo Comune in provincia di Livorno (30.021 ab., CAP 57016, TEL. 0586). Centro agricolo (coltivazione di uva e cereali), industriale (prodotti chimici) e turistico (balneazione nella vicina frazione di Castiglioncello). Gli abitanti sono detti Rosignanini.
Rosignàno Monferràto Comune in provincia di Alessandria (1.594 ab., CAP 15030, TEL. 0142).
rosignòlo, sm. Usignolo.
Rosìno, Leònida (Treviso 1915-) Astronomo italiano. Si è dedicato in particolare allo studio di novae e supernovae, scoprendone numerose.
Roskilde Città (51.000 ab.) della Danimarca, capoluogo della contea omonima.
rosmarìno, sm. Angiosperma (Rosmarinus officinalis) della famiglia delle Labiate e dell'ordine delle Tubiflore. Arbusto sempreverde originario del Mediterraneo. Viene utilizzato in cucina e in erboristeria.
sm. rosemary.
Rosmìni Serbàti, Antònio (Rovereto 1797-Stresa 1855) Filosofo e sacerdote. Ordinato prete nel 1821, trattò problemi inerenti alla politica, alla filosofia e alla religione. Sul piano politico si mosse assieme ad altri uomini illustri (Manzoni, Tommaseo ecc.) proponendo per l'Italia un tipo di federalismo per risolvere il problema dell'unità. Sul piano filosofico partì dalla tesi kantiana che la conoscenza si fonda su concetti a priori, che per Rosmini sono però assoluti, con l'essere che unifica le proprie modalità in Dio. Tra le opere, Nuovo saggio sull'origine delle idee (1830), Filosofia della morale (1837), Teodicea (1845). Fondò la congregazione dell'Istituto di carità (1828) a Domodossola.
rosminiàni I membri dell'istituto della Carità, una congregazione con voti sia perpetui che semplici fondata nel 1828 a Domodossola da Rosmini Serbati e approvata nel 1839 da Gregorio XVI.
Rosmùnda (VI secolo) Regina longobarda. Sposa del re longobardo Alboino, che l'aveva costretta al matrimonio (566) dopo aver vinto e ucciso il padre Cunimondo re dei gepidi (565). Secondo la leggenda, ripresa tra gli altri dal poeta G. Carducci, Rosmunda fu costretta a bere in una coppa ricavata dal teschio del padre e si vendicò facendo uccidere Alboino (572) da Elmichi (l'Amachilde della poesia carducciana) con l'intento di metterlo sul trono longobardo, ma il progetto non si realizzò. I due amanti ripararono a Ravenna e morirono entrambi avvelenati.
róso, agg. Corroso, consumato.
lat. rosus, p.p. di rodere.
rosolàccio, sm. Papavero selvatico che cresce nei campi di grano.
rosolàre, v. v. tr. Dare alle carni o ad altre pietanze una crosta rossastra. ~ dorare.
v. rifl. Abbronzarsi esponendosi a lungo al sole.
v. tr. to brown.
rosolatùra, sf. Il rosolare.
rosolìa, sf. Malattiva infettiva virale, prevalentemente infantile, che si manifesta dopo un'incubazione di circa due settimane, in forma acuta, esantematica, con febbre, flogosi delle vie aeree, cefalea; scompare in pochi giorni. Particolarmente pericolosa in gravidanza perché può provocare malformazione fetali.
sf. rubella, German measles.
rosolièra, sf. Bottiglia speciale per servire il rosolio o altri liquori.
Rosolìna Comune in provincia di Rovigo (5.675 ab., CAP 45010, TEL. 0426).
Rosolìni Comune in provincia di Siracusa (20.686 ab., CAP 96019, TEL. 0931). Centro agricolo (coltivazione di cereali, viti e olive), di allevamento bovino e ovino e industriale (mobilifici). Vi si trova un castello del XVII sec. Gli abitanti sono detti Rosolinesi.
rosòlio, sm. Liquore poco alcolico, molto dolce, normalmente con un'essenza tipica.
rosóne, sm. Elemento architettonico circolare generalmente a settori radiali, tipico di chiese gotiche e romaniche.
sm. rosette.
Rosòra Comune in provincia di Ancona (1.626 ab., CAP 60030, TEL. 0731).
ròspo, sm. Nome comune di vari Anfibi anuri terrestri, quasi tutti della famiglia dei Bufonidi. Ha abitudini crepuscolari o notturne, forma tozza e massiccia ed è caratterizzato dalla mancanza di denti nell'arcata mascellare e dalla lingua estroflessibile; ha arti posteriori meno lunghi di quelli delle rane, presenta dita riunite da membrane, con pelle spessa piena di verruche e due grosse ghiandole laterali, le parotidi, poste dietro il timpano.
sm. toad.
Rospo ostetrico
Uno dei nomi volgari dell'Alytes obstetricans, un anfibio anuro della famiglia dei Discoglossidi.
Rospo smeraldino
Anfibio (Bufo viridis) della famiglia dei Bufonidi e dell'ordine degli Anuri. Lungo anche 10 cm, è cosparso di macchie verdi. Slanciato ed elegante è conosciuto soprattutto per i suoni dolci e tremuli che i maschi emettono gonfiando il sacco vocale durante le notti di primavera e d'estate. Vive nell'Eurasia e nell'Africa del nord.
Ross Isola dell'Antartide, nell'oceano Atlantico meridionale, al largo della costa della penisola di Palmer. Possedimento britannico. Fu scoperta nel 1903.
Ross
Dipendenza della Nuova Zelanda, nell'Antartide.
Ross, James Clark (Londra 1800-Aylesbury 1862) Esploratore inglese, prese parte a numerose missioni per ricercare il passaggio a Nord-ovest (1819-1927). Nel 1829 rilevò la posizione esatta del polo magnetico boreale, sulla penisola di Boothia. Scoprì due vulcani (Erebus e Terror) nell'Antartide. Navigò lungo la barriera di ghiaccio che reca il suo nome, giungendo alla terra di Graham.
Ross, John (Stranraer 1777-Londra 1856) Esploratore britannico. Compì spedizioni in Artide e, nel 1829, scoprì la penisola di Boothia.
Ross, màre di Denominazione di quella parte dell'oceano Pacifico compresa tra la Terra Vittoria e capo Colbeck, lungo l'Antartide.
Ross, Ronald (Almora 1857-Putney Heat 1932) Medico inglese. Descrisse il ciclo malarico e nel 1902 fu insignito del premio Nobel.
Róssa Comune in provincia di Vercelli (203 ab., CAP 13020, TEL. 0163).
Rossa, La Romanzo di A. Andersch (1960).
Rossàna Comune in provincia di Cuneo (979 ab., CAP 12020, TEL. 0175). Centro agricolo (cereali, patate, foraggi), dell'allevamento (bovini) e industriale (materiali da costruzione).
Rossànda, Rossàna (Milano 1924-1998) Politica e scrittrice. Deputata per due legislature (1958-1968) nelle file del Partito comunista italiano (PCI). Nel 1969, insieme ad altri esponenti politici (A. Natoli, L. Magri e L. Pintor) fondò il mensile Il Manifesto. Radiata dal PCI, continuò la sua attività nella nuova formazione politica del Partito di unità proletaria (PDUP). Tra le opere L'autunno di Praga (1978) e Un viaggio inutile o della politica come educazione sentimentale (1981).
Note:
Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.
Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate
indica l'etimologia | |
~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo" | |
<> indica (in genere) un "contrario" |
Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_r.doc
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